Sei sulla pagina 1di 40

LA FOTOGRAFIA DIGITALE

le macchine i concetti base lo scatto il ritocco la stampa creare slide show pubblicare on line

Giorgio Belletti per UNITRE Casale Monferrato

Giorgio Belletti per UNITRE Universit della Terza Et - Casale Monferrato

fotografare vuol dire


La parola fotografia ha origine da due parole greche: (luce) e (scrittura). Letteralmente quindi fotografia significa scrittura con la luce.

Fotografare porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi ed il cuore. E un modo di vivere.
(Henri Cartier-Bresson) Cercheremo di approfondire questi tre aspetti, che sono le colonne portanti di questa passione: tecnica, occhio del fotografo e capacit di vedere, di emozionarsi e di emozionare.

Cera una volta la pellicola

Oggi c un sensore
CCD CMOS
E sensibile alla luce ed emette segnali elettrici di intensit proporzionale a quella della luce
Il cuore di ogni fotocamera digitale il sensore, cio il chip che converte la luce in cariche elettriche, per poi trasformarle in informazioni digitali. Il sensore pu essere di tipo CCD (Charge-Coupled Device) o CMOS (Complementary Metal-Oxide-Semiconductor). La differenza tra i due pu essere approfondita con una semplice ricerca su Google o consultando i documenti contenuti nel CD.

LUCE

Lo spaccato di una fotocamera digitale

I pixel dei sensori non riescono a discriminare i colori. A tale scopo si impiega una griglia di microscopici filtri colorati disposti in modo che ogni singolo pixel sia coperto da un filtro rosso o verde o blu, secondo una precisa sequenza: il 25% dei pixel hanno un filtro rosso, il 50% un filtro verde, e il 25% un filtro blu. Il maggior numero dei pixel verdi giustificato dal fatto che il nostro sistema visivo pi sensibile al verde, e quindi questo colore deve essere riprodotto con maggiore fedelt. In questo modo ogni pixel genera un segnale solo quando colpito da un raggio di luce dello stesso colore del suo filtro.

Il funzionamento di una fotocamera digitale


E molto simile a quello di una fotocamera tradizionale a pellicola. Ambedue si compongono di:

1) un obiettivo, 2) un diaframma, 3) un otturatore.


Le lenti dellobbiettivo mettono a fuoco il fascio luminoso all'interno della camera, il diaframma si apre creando un foro di diametro variabile e l'otturatore controlla il tempo di esposizione. Questo meccanismo (la coppia diaframma + tempo di otturazione) determina esattamente la quantit di luce che entra e colpisce il sensore.

La coppia tempo/diaframma
Per capire la relazione che lega tempo di scatto e apertura del diaframma possiamo pensare a una vasca da bagno, dove la vasca il sensore e l'acqua la luce. Per dare la giusta esposizione occorrer riempire completamente la vasca. A disposizione abbiamo due regolazioni: il tempo in cui il rubinetto rester aperto e lapertura del rubinetto. Possiamo decidere di aprire completamente il rubinetto in modo che l'acqua entri nella vasca in grande quantit in breve tempo, o chiudere un po il rubinetto ed attendere pi a lungo. Il diaframma ha la stessa funzione del rubinetto, regolando la quantit di acqua/luce che deve passare; il tempo che impiega la vasca a riempirsi il tempo di otturazione. Una coppia di tempo e diaframma pu essere variata a piacere, aprendo il rubinetto/diaframma e diminuendo il tempo, oppure chiudendo il rubinetto/diaframma e aumentando il tempo. Ma il risultato dovr essere sempre lo stesso, cio riempire di acqua/luce la vasca/sensore. Ad ogni passo di apertura del diaframma si raddoppia la quantit di luce; quindi il diaframma 2,8 fa entrare il doppio di luce del diaframma 4. Lo stesso avviene nel caso del tempo di otturazione: un tempo di 1/250 fa entrare il Quindi la coppia di un diaframma f/16 con un tempo di doppio della luce di 1/500 o la met di 1/125 equivale alla coppia f/11 (apertura doppia rispetto a f/16) con 1/250 (met tempo rispetto a 1/125s). 1/125.

La sensibilit ISO
Un fattore che pu influire sulla determinazione della coppia tempo/diaframma la cosiddetta sensibilit ISO. Nella fotografia digitale, lindice ISO misura la sensibilit del sensore, ed entro certi limiti pu essere regolata a piacere. Nella fotografia tradizionale, la sensibilit della pellicola si sceglieva al momento dellacquisto. Infatti il principio resta il medesimo della fotografia con la pellicola: a un basso valore ISO corrisponde una bassa sensibilit e viceversa. Si andranno ad utilizzare valori ISO elevati quando le condizioni lo richiederanno: quanto pi la scena inquadrata sar poco illuminata e quanto pi la velocit di scatto dellotturatore risulter necessaria, tanto pi alto dovr essere il valore ISO che dovremo impostare sulla fotocamera. Dovendo effettuare una ripresa che necessita di un valore di sensibilit ISO elevato, come se richiedessimo al sensore di andare a captare anche i segnali luminosi pi deboli. Affinch vengano correttamente digitalizzati dal microprocessore della fotocamera, andranno necessariamente amplificati. Anche la fotografia digitale quindi soggetta ad un disturbo molto simile alleffetto grana della fotografia con la pellicola, il cosiddetto rumore.

Che cos il rumore


Il segnale che esce dal sensore, per la sua natura elettronica, ancora un segnale analogico. In pratica possiede gli stessi difetti di un segnale audio in uscita da un registratore a cassette. Se ascoltiamo la musica a volume moderato, difficilmente saremo in grado di percepire il fruscio di fondo del nastro, mentre aumentando il volume (ossia amplificandolo) il disturbo diventa sempre pi evidente. Il rumore si manifesta come una sorta di puntinatura diffusa sullimmagine (come un canale televisivo mal sintonizzato) e pu essere tanto monocromatico (luminance noise), quanto colorato (chroma noise). Principalmente visibile nelle aree pi uniformi (come il cielo), o particolarmente scure e con poco dettaglio. Ingrandendo unimmagine, poi, diventa sempre pi evidente. In una certa misura il rumore pu essere attenuato con programmi di fotoritocco (Photoshop, PhotoMagic ).

prima dopo

Cosa sono i pixel


Limmagine catturata dal sensore, che la scompone in tantissimi punti detti pixel (picture + elements). Se paragoniamo i pixel alle tessere di un mosaico, si comprende come tanti punti colorati possono formare l'immagine.

Cosa sono i megapixel


Il numero di megapixel (milioni di pixel) indica la massima risoluzione delle immagini che il sensore della fotocamera in grado di catturare. E uno dei fattori che determina 1) la qualit delle immagini 2) il formato di stampa.

14 megapixel foto di 4320 x 3240

16 megapixel foto di 4928 x 3264


rapporto 1,5 formato 3:2

rapporto 1,3 formato 4:3

Ma i tanto pubblicizzati megapixel non sono tutto

Vi sono altri fattori che influenzano la qualit dellimmagine


1) La dimensione del sensore
equivalente a pellicola 24x36

rapporto 4/3

3 4

2 3

rapporto 3/2

altri fattori che influenzano la qualit dellimmagine


2) La dimensione del pixel
Pixel grandi danno un rapporto segnale/rumore molto pi vantaggioso e quindi producono immagini pi omogenee, con meno disturbo e con una gamma dinamica pi ampia, permettendo di usare alte sensibilit ISO.

Sensore per reflex 10 MP

Sensore per compatta 10 MP

A parit di MP totali, il singolo pixel della reflex quasi 10 volte pi grande di quello che trova posto sul sensore della compatta

altri fattori che influenzano la qualit dellimmagine


3) La qualit dellelettronica
In questo campo levoluzione tecnologica e dei processi di produzione continua. Anche i software di gestione delle immagini adottano algoritmi sempre pi sofisticati. Perci sempre pi spesso accade che i piccoli pixel di oggi siano altrettanto buoni, e talvolta migliori, dei grandi pixel di ieri.

altri fattori che influenzano la qualit dellimmagine


4) La qualit dellottica
I vari obbiettivi Grandangolo (24 28- 35 mm) Normale (50 mm) Tele (85 135 200 400 mm) Macro (50 100 mm) Zoom (16 85 mm, 18 105 mm, 70 200 mm)

angolo di campo dei diversi obbiettivi

fish eye

super tele

Le caratteristiche degli obbiettivi


Focale
Determina la capacit di ingrandimento dellobiettivo: pi alto il numero che la rappresenta, pi lobiettivo ingrandisce. Tecnicamente la distanza tra la lente e il piano focale, dove oggi si trova il sensore (e dove una volta cera la pellicola).

Focale fissa
35 mm. 50 mm. 135 mm. 200 mm.

Focale variabile (o zoom)


18 - 55 mm. 18 - 105 mm. 16 - 85 mm. 70 - 300 mm.

Giorgio Belletti per UNITRE Casale Monferrato

LE MACCHINE
compatta bridge

mirrorless

o EVIL (Electronic Viewfinder Interchangeable lens)

reflex

compatta
VANTAGGI maneggevole e leggera costo contenuto buona qualit per usi amatoriali obbiettivo zoom (6x 14x)

SVANTAGGI sensore di solito piccolo poca prontezza nello scatto mancanza del mirino ottico visore disturbato dalla luce

bridge
VANTAGGI dimensione e peso contenuti buona qualit per usi amatoriali obbiettivo zoom molto esteso

SVANTAGGI costo abbastanza elevato quasi pari a una reflex entry level mirino digitale zoom non molto luminoso

o EVIL (Electronic Viewfinder Interchangeable Lens)

mirrorless

VANTAGGI dimensione da compatta buona qualit per usi amatoriali obbiettivi intercambiabili

SVANTAGGI costo elevato quasi pari a una reflex mirino digitale

reflex
VANTAGGI visione e inquadratura ottime elevata qualit (anche file RAW) prontezza nello scatto riprese in sequenza (sport ) molti programmi (per tipi di scena) ottimo controllo (anche manuale)
SVANTAGGI prezzo medio/alto-elevato peso da trasportare costo di un 2 obbiettivo

schema di una reflex

schema di una Mirrorless

Electronic Viewfinder

LO SCATTO
10 semplici regole per uno scatto di qualit

10 semplici regole per uno scatto di qualit 1) Conoscere bene la macchina


E' importante acquisire dimestichezza almeno con le funzioni principali della propria macchina. Ogni modello pu avere impostazioni specifiche, ma la sostanza analoga nella maggior parte delle fotocamere. Perci importante leggere con attenzione il manuale di istruzioni, mettendole in pratica per farsi una conoscenza generale, e poi di nuovo consultarlo in casi particolari.

10 semplici regole per uno scatto di qualit

2) Usare sempre la massima risoluzione

E' possibile scegliere di scattare le foto con vari livelli di risoluzione, ma sempre opportuno sfruttare tutti i "megapixel" disponibili. Il peso delle immagini in MB superiore, ma ci influir tutto al pi sulla capacit di archiviazione della memoria. Comunque, con schede da 4, 8 o 16 MB, si possono scattare centinai di immagini. Inoltre conviene sempre averne una vuota a disposizione. Con foto ad alta risoluzione si pu ottenere un grande formato di stampa, o ritagliare e elaborare le parti pi interessanti dell'immagine originale, sempre con eccellenti risultati.

10 semplici regole per uno scatto di qualit 3) Usare lautomatismo (salvo casi particolari)
Nella gran parte delle situazioni normali (foto ricordo, reportage di viaggio ) consigliabile utilizzare l'esposizione automatica, che imposta l'apertura del diaframma ed il tempo di scatto grazie alle valutazioni del "cervello elettronico" della macchina. Ci si pu cos concentrare sulla osservazione del soggetto e sulla composizione della scena, senza altre preoccupazioni. I risultati sono quasi sempre di buona qualit ed eventuali difetti possono, in larga misura, essere corretti con la post produzione (programmi di foto ritocco). Fanno eccezione alcune situazioni specifiche, come le foto sportive, la macro, il ritratto ecc., che richiedono regolazioni pi fini di tempi e diaframmi per ottenere gli effetti ottimali desiderati.

Posizione AUTO Canon

Posizione AUTO Nikon

10 semplici regole per uno scatto di qualit

4) Usare lautofocus
(salvo casi particolari)
Anche la messa a fuoco, talvolta, pu essere delegata al "cervello elettronico" della macchina, che spesso datata di una regolazione intelligente, che analizza molti punti dell'inquadratura e individua il soggetto principale. E' inoltre possibile inquadrare un soggetto che non sia in posizione centrale e bloccare il fuoco tenendo premuto a met il pulsante di scatto. Fanno per eccezione alcune situazioni in cui importante sfruttare la "profondit di campo", ad es. aprendo al massimo il diaframma per sfocare lo sfondo e mettere in maggior risalto il soggetto principale di un ritratto, o chiudendolo per avere immagini nitide dal primo piano all'infinito.

10 semplici regole per uno scatto di qualit 5) Saper valutare i casi particolari
E' importante saper valutare quando le impostazioni automatiche (apertura del diaframma, tempo di scatto, messa a fuoco) non sono adeguate alla situazione che stiamo fotografando e rischiano di farci scattare un'immagine imperfetta. Ad esempio fotografare un evento sportivo o un soggetto in rapido movimento richiede tempi di scatto molto veloci. Un ritratto suggestivo trae vantaggio da uno sfondo sfocato, ottenibile con un diaframma aperto. Una macro richiede l'uso di un treppiede ed una accurata messa a fuoco manuale.

10 semplici regole per uno scatto di qualit

6) Scattare molte foto dello stesso soggetto

La foto digitale ci ha liberato dalla schiavit della pellicola, che spesso tendevamo a "risparmiare" per non sprecarne inutilmente. Oggi possiamo scattare virtualmente senza limiti, condizionati solo dalla capacit della memoria. Spesso l'immagine pi suggestiva ed efficace viene colta quasi per caso e pu essere "scoperta" solo scaricando le immagini sul computer ed esaminandole a pieno schermo. In molti casi il soggetto pi interessante solo una parte della scena che abbiamo catturato, e pu essere ritagliato e valorizzato in post produzione eliminando tutto il superfluo.

10 semplici regole per uno scatto di qualit 7) Evitare foto mosse o sfocate
Gli unici difetti che non possibile correggere efficacemente con il foto ritocco sono la sfocatura e il mosso, che si hanno quando: il soggetto fuori fuoco (soluzione: messa a fuoco manuale o automatica, ma
fissata sul soggetto, premendo per met il pulsante di scatto)

il soggetto si muove mentre l'otturatore aperto


(soluzione: tempo pi veloce, 1/500 o 1/1000 di secondo e oltre)

la fotocamera si muove mentre l'otturatore aperto


(soluzione: impugnare meglio la fotocamera o usare un punto d'appoggio o il cavalletto)

la profondit di campo e insufficiente (soluzione: chiudere il diaframma)

NO: fuori fuoco

OK: a fuoco

OK: sfondo fuori fuoco

OK: mosso efficace

10 semplici regole per uno scatto di qualit 8) Usare la priorit dei tempi o dei diaframmi
(o un programma idoneo tra quelli disponibili)
Oltre al funzionamento automatico (AUTO), tutte le fotocamere hanno una ghiera o un menu che, attraverso comandi spesso differenti per ciascuna marca, imposta lo scatto con le seguenti modalit: manuale: selezionando questa opzione il fotografo dovr impostare manualmente, con laiuto dellesposimetro presente nel mirino, sia lapertura del diaframma che il tempo di esposizione. E indicato dalla lettera M (Manual) e serve per avere il completo controllo sullesposizione della scena. priorit dei diaframmi: si imposta l'apertura del diaframma e "il cervello" della macchina calcola in automatico il tempo necessario alla corretta esposizione. Di solito indicato dalla lettera A (Aperture) e serve a controllare la profondit di campo (la distanza davanti e dietro al soggetto messo a fuoco che appare nitida). priorit dei tempi: si imposta il tempo di scatto e "il cervello elettronico" della macchina calcola in automatico il diaframma necessario alla corretta esposizione. Di solito indicato dalla lettera S (Shutter Speed) e viene utilizzato per fermare i soggetti in rapido movimento (eventi sportivi, bambini, animali ..). programma: simile alla modalit AUTO, ma consente di intervenire sulla coppia tempo-diaframma scelta dalla fotocamera. Di solito indicato dalla lettera P (Program). Ad esempio, se la fotocamera imposta la coppia f/8 1/250, muovendo la ghiera di regolazione il fotografo potr impostare f/5,6 1/500, oppure f/11 1/125, e cos via scena: sulle ghiere di molte compatte vi sono i simboli delle principali situazioni fotografiche che si possono incontrare, ad es. ritratto, paesaggio, macro, soggetto in movimento, scena notturna, controluce ecc. Ognuno di questi simboli imposta un programma adatto allo scatto specifico. Analoghe impostazioni vi sono nei menu delle reflex o delle compatte pi evolute, e comprendono un numero ancor maggiore di situazioni di ripresa.

10 semplici regole per uno scatto di qualit 9) Inquadrare con cura


La regola dei terzi un accorgimento che stato utilizzato per secoli dai pittori ed tuttora molto diffuso nella composizione di una fotografia. Dividendo l'immagine in terzi e ponendo il soggetto in uno dei punti di intersezione delle linee immaginarie ottenute, si ritiene che la foto risulti pi dinamica (rispetto ad una composizione che pone il soggetto al suo centro), ma armonica al tempo stesso. La regola dei terzi viene utilizzata anche per valutare il posizionamento dell'orizzonte nelle foto panoramiche, secondo la tesi per cui un orizzonte a met d la stessa importanza al cielo e al paesaggio, effetto in genere non voluto. Secondo la regola dei terzi, alla immagine va idealmente sovrapposto un reticolo composto da due linee verticali e due linee orizzontali (linee di forza), equidistanti tra loro e i bordi dell'immagine. L'immagine viene quindi divisa in nove sezioni uguali: il riquadro centrale prende il nome di zona aurea ed delimitato dai quattro punti di intersezione delle linee (punti di forza, punti focali o fuochi). Questi sono i punti in cui l'occhio si concentra maggiormente dopo aver guardato il centro dell'immagine e dai quali raccoglie maggiore informazione. In generale, per rendere l'immagine pi dinamica, il soggetto deve essere posto sulle linee di forza dell'immagine (solitamente quelle verticali) o meglio nei punti focali dell'inquadratura: la posizione decentrata ne risalta l'importanza. Le linee di forza orizzontali, nella composizione di fotografie paesaggistiche, sono utilizzate come riferimenti per posizionare l'orizzonte ed i piani di prospettiva. Ricordiamo per che sempre possibile migliorare il taglio della foto in post produzione, avendo cura di lasciare un po di abbondanza nella inquadratura originale, per evitare di escludere accidentalmente particolari importanti.

PUNTO FORTE
(FUOCO)

ZONA AUREA

LINEE FORTI

10 semplici regole per uno scatto di qualit 10) Lavorare in post produzione
"Post produzione" un termine per addetti ai lavori che identifica tutti gli interventi di modifica operati su un'immagine (o su un filmato) dopo averla scattata (o averlo girato), al fine di migliorare l'effetto finale. In prevalenza si tratta di utilizzare dei software di fotoritocco (o di elaborazione video) per visualizzare, ritagliare, modificare e salvare lo scatto originale in una nuova versione, ottimizzata dal punto di vista tecnico o estetico. Esistono numerosissimi programmi tra cui scegliere, da quelli professionali molto costosi a quelli amatoriali anche gratuiti. Ciascuno di noi potr avere le proprie preferenze e trovarsi pi o meno bene a lavorare con un determinato software. In questo corso cercheremo di approfondire lutilizzo di IrfanView, Photoshop Elements 6, PhotoScape e PhotoMagic e di altri programmi per presentazioni e slide show.

Ogni partecipante al corso ricever un CD che contiene:

Giorgio Belletti per UNITRE Casale Monferrato

questa presentazione

Piccolo Glossario
Vocabolario pi esteso Corso di Base

Manuale di Tecnica Fotografica


Manuale di Fotoritocco Videocorso in 8 puntate altri documenti utili

software di elaborazione immagini e fotoritocco

Fine della parte teorica


Ora faremo pratica di scatto, fotoritocco e varie amenit..

Giorgio Belletti per UNITRE Casale Monferrato

Potrebbero piacerti anche