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c
= R
diodo
C
S
= RC
R >> R
diodo
=>
S
>>
c
Infine utilizzando la funzione FFT delloscilloscopio stato possibile eseguire e rappresentare la trasformata
di Fourier del segnale raddrizzato; limmagine stata scattata a 200kHz e nelle precedenti condizioni di R e
C. E palese come sia presente un solo picco iniziale
(linea verticale viola) che proprio quello relativo alla
tensione continua e siano completamente assenti tutti
gli altri picchi relativi alle componenti sinusoidali.
5
Amplificatore Invertente
Un amplificatore operazionale si dice collegato in configurazione invertente quando il segnale in
uscita sfasato di rispetto al segnale dingresso. Nel circuito occorre applicare il segnale
dentrata sullingresso invertente (polo negativo) delloperazionale.
Il circuito realizzato il seguente:
R = 10k
R
f
= 100k
V
s
= 1V
pp
A = - R
f
/ R = V
o
/ V
s
Non stato necessario inserire una resistenza R
L
dato che, effettuando le misure di V
o
tramite
loscilloscopio, la sua resistenza interna ci ha assicurato che la tensione non si scaricasse
direttamente a terra.
Loperazionale A741, ovvero quello in uso, alimentato con due tensioni continue uguali in
valore assoluto ma di segno opposto: V
cc
= 15V.
Il guadagno A dipende dal rapporto dei valori delle resistenze R e R
f
secondo la relazione gi
espressa, nel nostro caso dovremo avere unamplificazione del segnale circa pari a 10, che
equivale ad un V
o
= 10V
pp
. Il segno negativo nellespressione in esame dovuto al fatto che la
tensione in uscita invertita rispetto a quella in entrata.
Eseguendo la presa dati dovremmo verificare il valore dellamplificazione e che questa rimane
circa costante finch, per frequenze sufficientemente elevate, il guadagno decresce distaccandosi
dal valore ideale; ci avviene poich loperazionale satura.
Log() (Hz) V
o
(V)
1 10 10.10
1.5 32 10.10
2 100 10.10
2.5 316 10.00
3 1000 10.00
3.5 3162 10.00
4 10000 10.00
4.2 15849 10.00
4.3 19953 9.92
4.4 25119 9.76
4.5 31623 9.04
4.6 39811 7.84
4.7 50119 6.40
1 2 3 4
Log v
7
8
9
10
Vout V
6
Dal grafico si pu subito notare che lamplificazione
rimane costante e circa pari a 10 finch loperazionale
lavora a basse frequenze. Le immagini seguenti
rappresentano in giallo il segnale dingresso ed in
verde il segnale in uscita amplificato e sfasato di .
Abbiam verificato come il circuito operasse
correttamente con diversi tipi di segnale: sinusoidale
nella prima immagine e triangolare nella seconda.
Si noti la differenza di scala nei due canali
delloscilloscopio: questa configurazione
chiaramente voluta e finalizzata a rendere pi
evidente lo sfasamento. Si pu comunque leggere
dallimmagine lamplificazione, non pi in scala, grazie
al posizionamento dei cursori sui picchi.
Le due immagini sono state prese alla frequenza di
1kHz.
A partire da circa 20kHz il guadagno inizia a decrescere fino ad assumere valori vistosamente
minori di 10; per questo abbiam ritenuto opportuno
terminare la nostra presa dati.
Questimmagine dimostra che a 50kHz la sinusoide
appare appuntita, quasi triangolare e non
correttamente invertita.
(Limmagine in scala)
Infine abbiam provato a mandare un segnale di 4V
pp
che in uscita dovrebbe dare due semionde ampie
20V; ma poich loperazionale non permette un
segnale duscita superiore a 15V la nostra sinusoide
amplificata rimane con i picchi tagliati in
corrispondenza dei 15V.
(I segnali non hanno la stessa scala)
7
2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 4.5
Log v
7
8
9
10
11
Vout V
Amplificatore non invertente
Un amplificatore detto non invertente quando il segnale viene applicato in ingresso al polo positivo, di
conseguenza il segnale in uscita in fase con il segnale in ingresso. Lo schema il seguente:
R = 10k
R
f
= 100k
V
s
= 1V
pp
A = V
o
/V
s
= 1 + R
f
/ R
Non stato necessario inserire una resistenza R
L
dato che, effettuando le misure di V
o
tramite
loscilloscopio, la sua resistenza interna ci ha assicurato che la tensione non si scaricasse
direttamente a terra.
Loperazionale A741, ovvero quello in uso, alimentato con due tensioni continue uguali in
valore assoluto ma di segno opposto: V
cc
= 15V.
Si vuole verificare che, applicando un segnale di 1V
pp
, si ottiene in uscita una tensione di circa 11V
pp
e
che, come per linvertente, il guadagno diminuisce discostandosi dal valore ideale per alte frequenze.
Il grafico mostra che, come da noi previsto, il guadagno resta costante fino a frequenze prossime a
25k per poi decrescere rapidamente. La stessa situazione si era verificata lavorando in
configurazione invertente; questo poich loperazionale in uso il medesimo.
Log() (Hz) V
o
(V)
2 100 11.10
2.5 316 11.10
3 1000 11.10
3.5 3162 11.10
4 10000 11.10
4.2 15849 11.10
4.3 19953 11
4.4 25119 10.60
4.5 31623 9.60
4.6 39811 8.16
4.7 50119 6.56
8
Le immagini seguenti mostrano i canali delloscilloscopio, in particolare indicato con in verde il
segnale in uscita ed in giallo il segnale dingresso.
Da questimmagine si pu vedere la risposta del
circuito ad una frequenza di 1kHz , infatti la
tensione in uscita amplificata correttamente
bench non si possa notare immediatamente a
causa della diversa scala nei due segnali. Tale scelta
finalizzata alla pi facile visualizzazione della
forma delle onde, perfettamente in fase.
Questa figura descrive la situazione in corrispondenza di 50kHz, frequenza alla quale
loperazionale non lavora in condizioni ottimali; in
effetti i due canali non sono in fase e londa in
uscita non rappresenta una sinusoide poich
appuntita. Lamplificazione inoltre inferiore al
valore atteso.
(Immagine non in scala)
9
Circuito integratore
Un circuito integratore un circuito che fornisce in uscita lintegrale del segnale in entrata. Esso ottenuto
mediante la configurazione invertente di un
amplificatore A741. In questo caso per la
resistenza di contro reazione va sostituita con
una capacit da 10 nF. La resistenza non va
inserita in quanto quella interna
alloscilloscopio.
Per questo tipo di circuito valgono le seguenti
relazioni:
Va pertanto osservato che se il segnale di ingresso possiede una componente continua (e=0) lamplificatore
tende ad amplificarla ad infinito e avremo pertanto un segnale distorto. Altro inconveniente sar che la
tensione in uscita avr una componente continua che dente ad infinito, pertanto uscir dallo schermo
delloscilloscopio impedendo di compiere le misure.
Applichiamo una tensione in ingresso sinusoidale di 1 0.1 Vpp e colleghiamo il canale in ingresso e quello
in uscita alloscilloscopio. Notiamo che nel canale in uscita c una componente di tensione continua
effettivamente molto grande, dovuta ad una componente continua nel segnale di ingresso. In questo caso
ci limitiamo pertanto a verificare che a basse frequenze avremo Avf molto grande e che quindi la Vout
uscir dal range dellamplificatore (30 Vpp dal momento che esso alimentato con +15V e -15V).
10
Frequenza 5MHz, Avf<1
Frequenza 10 KHz; Avf >1
11
Frequenza 1KHz, Avf>>1
Frequenza 0.1KHz, Avf
In questa figura possiamo notare come il segnale in uscita sia fuori dal range dellamplificatore di 30 Vpp.
12
In questo grafico notiamo che, sebbene le terre dei due segnali siano allo stesso livello, il segnale in uscita
traslato verso lalto di circa 10V. Questo dovuto al fatto che negli operazionali reali sono sempre presenti
dei leggeri offsets di tensione che portano il condensatore a caricarsi. Per evitare questo inconveniente
inseriamo una resistenza R in parallelo al condensatore.
Per frequenze basse eRC<<1 e il condensatore
si comporta come un circuito aperto, ritrovando
cos la configurazione invertente evitando la
saturazione. AV= -R/R.
Quando invece eRC>>1 leffetto del
condensatore domina ed il circuito si comporta
come un integratore.
Per una buona integrazione di un segnale in
ingresso d deve valere la relazione:
13
Notiamo subito che inserendo la resistenza in parallelo si azzera la componente continua in uscita
dallamplificatore:
Grafichiamo ora Avf(e) partendo dai 100Hz su scala logaritmica, tenendo sempre come segnale dentrata 1
0.1 Vpp.
N.B. Invertiamo i canali delloscilloscopio in quanto non riusciamo ad impostare la misura automatica sul
canale 1. In questo modo non dovremo pi contare i quadretti dello schermo per effettuare la misura e
ridurremo cos lerrore, utilizzando lincertezza data dalloscilloscopio in automatico.
14
Con il grafico successivo mettiamo in evidenza come il circuito lavori nelle diverse regioni.
Inoltre nel grafico seguente sono riportati gli errori che sono stati calcolati tramite propagazione ovvero
utilizzando le derivate parziali:
(Av) = ( (1/Vin
2
)*( Vout)
2
+ (Vout/Vin
2
)
2
* ( Vin)
2
)
1/2
Ma risulta che il secondo addendo minore del primo di un ordine di grandezza quindi trascurabile, perci
gli errori coincidono con quelli di Vout.
15
Verifichiamo ora con unonda quadra in ingresso di avere unonda triangolare in uscita (integrale della
quadra). Notiamo che londa triangolare rovesciata, essendo lamplificatore in configurazione invertente.
Adesso verifichiamo, mediante un metodo grafico, la relazione:
Per farlo calcoliamo larea dellonda quadra che si trova sopra lo zero. Avendo una Vs di 1.0 0.1 Vpp
sappiamo che la semiampiezza sar 500 50 mV, avendo dimezzato anche lerrore. Calcoliamo ora con i
cursori sullasse dei tempi lampiezza del rettangolo: 50 1 s (errore trascurabile rispetto a quello della
Vs). Sapendo ora che RC = 10 s e assumendo gli errori su R e su C trascurabili rispetto a quelli sullintegrale
della Vs otteniamo che:
Vo = 2.50 0.25 Vpp
(essendo solo la Vs che influisce sullerrore della Vo ed essendo il suo errore del 10%, anche lerrore sulla
Vo sar del 10%).
Loscilloscopio ci d un valore di Vo pari a 2.6 Vpp, compatibile con il valore ottenuto mediante
integrazione. Verifichiamo quindi la relazione sopra citata.
16
Circuito derivatore
Un circuito derivatore un dispositivo che permette di ottenere in uscita, una forma donda proporzionale
alla derivata dellonda in ingresso.
C = 10 nF
R = 100K
V
s
= 1.0 0.1 V
PP
Esso realizzato mediante luso di un amplificatore operazionale montato in configurazione invertente con
un condensatore in serie allingresso.
Vediamo nel dettaglio come opera il circuito.
Tenendo conto del fatto che lamplificatore non assorbe corrente allora accade che la corrente I
i
che passa
attraverso il condensatore la stessa che passa attraverso la resistenza, dunque I
i =
I
R
.
Da ci si ricava la relazione
La relazione mostra chiaramente che il segnale duscita proporzionale alla derivata del segnale dingresso
attraverso la costante di proporzionalit . Si noti infine, che il segno meno sta ad indicare che V
0
invertita rispetto a V
s
.
Consideriamo adesso lamplificazione. Essa espressa dalla formula
=
e A
v
dunque linearmente proporzionale alla frequenza del segnale in ingresso. Si presenta per un
problema quando si lavora ad alte frequenze alle quali lamplificazione, secondo la relazione sopra indicata,
tende ad assumere valori sempre crescenti. Inoltre bene osservare che nel circuito pu essere presente
del noise ovvero segnali di ampiezza molto piccola sovrapposti al segnale principale in ingresso, amplificati
anchessi, che ad alte frequenze disturbano notevolmente il corretto funzionamento del circuito.
Tali inconvenienti derivano dal comportamento del condensatore: la sua impedenza inversamente
proporzionale alla frequenza, ovvero a frequenze alte la capacit tende ad assumere le caratteristiche di un
corto circuito e presenta unimpedenza di valore praticamente nullo. Per impedire il verificarsi di questo
problema e limitare lamplificazione alle alte frequenze, si monta una resistenza in serie al condensatore
come mostrato in figura nella pagina successiva.
17
C = 10 nF
R = 10K
R = 1K
In questo modo lespressione che fornisce il valore dellamplificazione si modifica cos:
Analizzando tale relazione si osserva che a frequenze basse la reattanza del condensatore domina su R ed il
circuito si comporta come un semplice derivatore, mentre ad alte frequenze il condensatore si comporta
come un corto circuito e lamplificazione resta limitata al valore
Av = R/R.
Per avere una buona derivata di un segnale in ingresso di frequenza f , R e C devono essere scelti in modo
che
.1
2
Lo scopo dellesperienza verificare i comportamenti descritti per entrambe le situazioni.
18
Primo circuito
Inizialmente si monta il circuito illustrato nella prima figura per verificare che il segnale in uscita
proporzionale alla derivata del segnale in ingresso cambiata di segno. (I valori degli elementi usati nella
costruzione del circuito sono riportati accanto alla figura).
Abbiamo mandato in ingresso un onda sinusoidale ed abbiamo collegato loscilloscopio su V
0
misurando
con i cursori i valori dellamplificazione al variare della frequenza di V
s
.
Per una comodit di visualizzazione nella tabella seguente, oltre che ai dati acquisiti, sono state inserite
anche le amplificazioni, sia teoriche che sperimentali, che rispondono alle seguenti formule:
A
T
=
=
A
S
=
Prima di riportare in tabella i valori acquisiti importante e necessario fare alcune considerazioni sugli
errori: quello sulla resistenza del 5% mentre quello sul condensatore del 10%; quello sulla frequenza
invece varia da circa 0.006 a 0.0003 % assolutamente trascurabile rispetto ai precedenti. Calcoliamo gli
errori sullamplificazione come somma in quadratura degli errori percentuali:
.
2
.
2
.
Lerrore relativo sullamplificazione sperimentale invece, la somma dellerrore relativo di V
s
e di V
out,
cio
(
.1
.1
)
Riportiamo quindi in tabella i valori misurati:
Frequenza (Hz) 1Hz V
out
(V) 0.01 V Amplific Speriment Amplific Teorica Z di Gauss
158 0.96 0.96 0.1 0.99 0.11 0.58
200 1.22 1.22 0.12 1.25 0.14 0.47
251 1.52 1.52 0.15 1.57 0.17 0.61
316 1.82 1.82 0.18 1.98 0.22 1.34
398 2.30 2.30 0.23 2.50 0.27 1.33
501 2.86 2.86 0.29 3.14 0.35 1.45
631 3.64 3.64 0.36 3.96 0.44 1.34
794 4.48 4.48 0.45 4.98 0.55 1.59
1000 5.64 5.64 .56 6.28 0.69 1.60
1259 7.20 7.20 0.72 7.91 0.87 1.45
1585 9.04 9.04 0.90 9.95 1.09 1.47
1995 11.60 11.60 1.16 12.53 1.38 1.25
2512 14.60 14.60 1.46 15.78 1.74 1.26
3162 19.00 19.00 1.9 19.86 2.18 0.79
3981 23.80 23.80 2.38 25.01 2.75 0.88
Abbiamo interrotto la presa dati a circa 4KHz perch la forma dellonda iniziava a distorcersi a causa
dellelevata amplificazione del noise.
stato eseguito il test di Gauss per ogni coppia di dati e si verificato che in tutti i casi
2
.
e che quindi le misure sono compatibili con le predizioni teoriche.
19
Riportiamo sul grafico lamplificazione in funzione della frequenza
Eseguiamo il test del
2
per verificare che i punti seguano un andamento lineare.
2
= 6.54 < 22.4 che il valore limite per 13 gradi di libert ed un livello di confidenza del 95%.
1000 2000 3000 4000
f Hz
5
10
15
20
25
Amplific
20
Secondo circuito
Durante la spiegazione della teoria del funzionamento del circuito avevamo anticipato che questultimo
avrebbe iniziato a deviare dal corretto funzionamento per frequenze alte. Dalla presa dati ci siamo accorti
che tale comportamento iniziava a manifestarsi a partire da 4KHz. Iniziamo la seconda parte dellesperienza
sostituendo R con una resistenza da 10K e aggiungendo in serie allamplificatore operazionale un R =
1K. Il valore della capacit C rimane invariato ovvero 10nF.
Iniziamo la presa dati tenendo conto che lerrore sullamplificazione la somma dellerrore relativo di V
s
e
di V
out,
ovvero
(
.1
.1
)
Frequenza (Hz) 1Hz V
out
(V) 0.01 V Amplific Speriment.
398 0.26 0.26 0.04
501 0.30 0.30 0.04
631 0.4 0.4 0.05
794 0.48 0.48 0.06
1000 0.58 0.58 0.07
1259 0.72 0.72 0.08
1585 0.89 0.89 0.9
1995 1.16 1.16 0.12
2512 1.44 1.44 0.15
3162 1.78 1.78 0.19
3981 2.26 2.26 0.24
5012 2.82 2.82 0.29
6310 3.60 3.60 0.37
7943 4.60 4.60 0.47
10000 5.84 5.84 0.59
12589 7.68 7.68 0.77
15849 10.6 10.6 1.07
Riportiamo su un grafico lamplificazione in funzione della frequenza
5000 10 000 15 000
f Hz
2
4
6
8
10
12
Amplificaz
21
Si osserva che in questo caso si pu aumentare la frequenza fino a circa 16000 Hz, mentre prima ci si
fermava a 4000 Hz, quindi l'inserimento della resistenza ha limitato il problema. A frequenze intorno a
16000 Hz l'onda inizia a distorcersi a causa delle caratteristiche dellamplificatore operazionale che
costruito per operare a frequenze minori. Si ha una regione in cui il circuito si comporta come derivatore
per frequenze
.1
2
= 1591Hz 175Hz. Per alte frequenze il circuito amplifica soltanto secondo la
legge A
T
=
=10. (Lerrore sulla frequenza di taglio stato scelto come somma in quadratura degli errori
percentuali su R e su C, rispettivamente del 5 e del 10%. Lerrore su f
T
quindi del 11%).
Lultimo dato sul grafico corrisponde in effetti a tale amplificazione, non stato per possibile prendere
ulteriori dati perch si perdeva la linearit delloperazionale che ci restituiva valori anomali. Possiamo
effettuare un test normale per verificare la compatibilit di tale valore con il valore atteso, ricordando che
anchesso affetto da errore del 7% (in quanto abbiamo sommato in quadratura lerrore, su ognuna delle
resistenze, che del 5%).
2
. .
Tale amplificazione quindi compatibile con quella teorica al livello di significativit del 95%.
Immagini
Le seguenti immagini riproducono il display delloscilloscopio in diverse situazioni.
In questo caso abbiamo mandato in ingresso un onda triangolare (in verde) di ampiezza 10.1 V
PP
ed
abbiamo ottenuto in uscita un onda quadra
che la derivata del segnale in ingresso.
Siccome londa in uscita invertita rispetto a
quella in ingresso si nota che che la
pendenza dellonda triangolare crescente
quando londa quadra negativa e viceversa.
Si vede dalla scala dei due grafici che in
questa regione il circuito non amplifica.
Frequenza f = 50 Hz 0,1 Hz quindi il circuito
si trova nella configurazione in cui deriva.
22
Aumentando la frequenza e superando il valore di soglia di 1,6 kHz, si osserva che il circuito deriva l'onda in
ingresso e allo stesso tempo la amplifica.
Frequenza f = 2,4 kHz 0,1 kHz
Per frequenze molto alte, il condensatore si comporta da cortocircuito e l'amplificazione di pu
approssimare a :
Ritroviamo quindi un circuito invertente, in cui l'onda in ingresso invertita ed amplificata. Tale
amplificazione non direttamente visibile
nellimmagine perch le due onde non
hanno la stessa scala.
Frequenza f = 9 kHz 0,1 kHz
23
Amplificatore logaritmico
Un circuito logaritmico un circuito che presenta in uscita un segnale proporzionale al logaritmo
naturale del segnale in ingresso. Per realizzarlo necessario collegare un diodo e una resistenza
come in figura all'amplificatore operazionale
A741.
Per spiegarne il funzionamento facciamo un breve accenno alla teoria.
Sappiamo che la corrente all'interno di un diodo pari a
Poich la corrente I
i
uguale a zero
=>
=>
Effettuando le adeguate approssimazioni ed applicando il logaritmo ad entrambi i membri, si
ottiene:
= ln
In laboratorio utilizzeremo un diodo al silicio con = 2. La nostra tensione in uscita sar:
=2
ln
ln
2
]
12
V
s
0,1 V Vo
0,001 V Ln( V
s
) Ln(Vs) propagato
0,1 -0,497 -2,3 0,6 0,09
0,2 -0,53 -1,61 0,5 0,09
0,3 -0,551 -1,2 0,3 0,09
0,4 -0,564 -0,92 0,25 0,08
0,5 -0,575 -0,69 0,21 0,06
0,6 -0,583 -0,51 0,17 0,05
0,7 -0,591 -0,36 0,14 0,05
0,8 -0,598 -0,22 0,13 0,04
0,9 -0,603 -0,11 0,11 0,04
1 -0,609 0 0,1 0,03
25
1,1 -0,614 0,1 0,09 0,03
1,2 -0,618 0,18 0,08 0,03
1,3 -0,622 0,26 0,08 0,02
1,4 -0,625 0,34 0,07 0,02
1,6 -0,632 0,47 0,06 0,02
1,8 -0,637 0,59 0,06 0,02
2 -0,643 0,69 0,05 0,02
Si graficano i dati con gli errori trovati.
Equazione della retta: Vo = a ln (Vs) + b
dove a = - 0.049 0.001 V b = - 0.61 0.001 V
2
= 0.39. Con 15 gradi di libert e livello di confidenza del 5%, il valore limite del
2
:
2
max
= 27.488. Si pu affermare che la retta approssima correttamente l'andamento dei dati.
Possiamo quindi concludere che il segnale in uscita proporzionale al logaritmo del segnale in
ingresso.
Per quanto riguarda il calcolo di V
0
, basta confrontare i coefficienti angolari delle due rette, quella
teorica e quella fittata.
Poich
=2
ln
ln
a = -2 V
T
V
T
sperimentale = - (a / 2 ) = 0,025 V = 25 mV
Sapendo che il valore teorico a T ambiente di 26 mV confrontiamo i due valori con test di Gauss:
Z = ( V
T
V
T th
) / V
T
= 0,5
Il valore di z ottenuto inferiore al valore critico 1,96 e quindi il V
T
sperimentale compatibile con
quello teorico.
26
Amplificatore anti-logaritmico
Introduzione
Un amplificatore operazionale si dice collegato in configurazione anti-logaritmica quando il segnale in uscita
V
0
proporzionale allesponenziale del segnale in ingresso V
s
. Per fare ci si utilizzano: un amplificatore
A741, un diodo al silicio ( = 2), un generatore e una resistenza R = 1k.
Si monta il seguente circuito:
Si vuole far notare che la resistenza R
L
in figura non stata inserita nel circuito in quanto si utilizza un tester
per misurare la tensione duscita.
Per comprendere il motivo per cui si ottiene, su V
0,
una risposta esponenziale al segnale dingresso
necessario ricordare che la corrente che attraversa un diodo pari:
Come per lamplificatore logaritmico la corrente I
i
uguale a zero, perci si ha che
e che quindi, sostituendo nella formula della corrente del diodo:
Il valore dellesponenziale notevolmente maggiore di 1, quindi sicuramente lecita la seguente
approssimazione:
]
Lo scopo dellesperienza verificare la correttezza di tale relazione.
27
Procedimento
Si imposta tramite il generatore un V
s
= 0.3V (corrente continua) che sar il valore di partenza della nostra
presa dati. Il segnale di uscita viene misurato tramite un tester digitale.
V
s
(V) 0.1V V
0
(V) V
0
(V) e^V
s
e^V
s
0,3 - 0.0002 0,0001 1,35 0,14
0,4 - 0,0090 0,0001 1,49 0,15
0,5 - 0,079 0,001 1,65 0,17
0,6 - 0,44 0,01 1,82 0,18
0,7 - 1,34 0,01 2,01 0,20
0,8 - 2,66 0,01 2,23 0,22
0,9 - 4,18 0,01 2,46 0,25
1,0 - 5,80 0,01 2,72 0,27
1,2 - 9,33 0,01 3,32 0,33
1,4 - 12,75 0,01 4,06 0,41
Per lerrore su V
s
stata scelta la sensibilit del generatore in quanto il valore veniva da noi impostato. In
parte abbiamo effettuato la stessa scelta anche per V
0
, come si pu notare dai primi 3 dati; gli errori
successivi invece sono pi grandi di un ordine di grandezza poich lultima cifra, del valore letto sul tester,
non era fissa.
Nella tabella sono riportati anche i valori dellesponenziale del segnale di ingresso; ci stato fatto in modo
da poter effettuare un fit di tipo lineare
= f (
Lerrore su questi dati stato calcolato tramite propagazione, che nel nostro caso si riconduce
semplicemente
28
Analisi dati
Riportiamo il grafico
= f (
2
]
2
Quindi, poich dal primo fit risulta m = 5 la tabella precedente si modificher in questo modo:
V
0
(V) V
0
(V) e^V
s
e^V
s
- 0,44 0.43 1,82 0,18
- 1,34 0.49 2,01 0,20
- 2,66 0.53 2,23 0,22
- 4,18 0.58 2,46 0,25
- 5,80 0.65 2,72 0,27
- 9,33 0.79 3,32 0,33
- 12,75 0.96 4,06 0,41
Perci ora possiamo andar a graficare i nostri dati inserendo sulle ordinate lerrore appena calcolato.
Ne risulta il seguente fit:
Retta di equazione y = 10 - 5.7x
coefficiente angolare m = -5.7 0.4
intercetta q = 10 1 V
2
= 0.75 < 11.1 (valore riferito a 5 gradi di libert)
Tale test ci conferma la linearit della curva e quindi che il segnale il uscita lesponenziale di quello in
ingresso.
2.5 3.0 3.5 4.0
e^Vs
14
12
10
8
6
4
2
Vo V
29
Circuito sommatore
Un circuito sommatore un circuito in cui il
segnale in uscita uguale allinverso della
somma dei segnali in entrata.
Sapendo che:
I =
V
1
R
1
+
V
2
R
2
+ ... +
V
n
R
n
=
V
i
R
i i=1
n
I = I
R
I =
V
i
R
i i=1
n
=
V
o
R
= I
R
Pertanto se si scelgono resistenze tutte uguali:
R
1
= R
2
=... = R
n
si ottiene che
V
o
= V
i
i=1
n
Schema di funzionamento delloperazionale A741
In laboratorio montiamo il circuito sulla basetta con un amplificatore A741.
I pin che ci servono sono:
2 Per le due tensioni da sommare
3 Per la terra
4-7 Per lalimentazione
6 Per la Vout
In laboratorio montiamo il circuito sulla basetta con un amplificatore A741. Alimentiamo lamplificatore con
una differenza di potenziale di 30V (+15V e -15V).
Caratteristiche del circuito:
R
1
= R
2
= R
3
=1KO
Facciamo quindi una prova con il circuito alimentato con i seguenti potenziali:
V
1
=15.12V
V
2
=15.13V
V
3
=5.50V da cui otteniamo una
V
o
= 4.92V
(con scostamento dell11% dal valore atteso)
30
Circuito amplificatore delle differenze
Un circuito amplificatore delle differenze un circuito
in cui il segnale in uscita proporzionale alla differenza
dei segnali in entrata.
Sapendo che:
Con rapidi calcoli si ottiene che:
V
0
=
V
2
V
1
K
con
K = R
1
/R
2
= R
3
/R
4
Schema di funzionamento delloperazionale A741
In laboratorio montiamo il circuito sulla basetta con un amplificatore A741.
I pin che ci servono sono:
2-3 Per le due tensioni da sottrarre
4-7 Per lalimentazione
6 Per la Vout
Alimentiamo lamplificatore con una differenza di potenziale di 30V (+15V e -15V).
Caratteristiche del circuito:
R
1
= R
2
=10KO
R
3
= R
4
=1KO K=1
Facciamo quindi qualche prova con il circuito alimentato a diversi potenziali:
V
1
=15.13V
V
2
=15.14V da cui otteniamo una
V
o
=28.08V
(con scostamento del 10% dal valore atteso)
V
1
=5.07V
V
2
=15.12V da cui otteniamo una
V
o
=19.40V
(con scostamento del 4% dal valore atteso)
V
1
=5.50V
V
2
=15.14V da cui otteniamo una
V
o
=9.67V
(con precisione quasi assoluta, errore dello 0.3%)
31
Linea di ritardo
Prima parte
Studiamo la propagazione di un segnale in un cavo. Supponiamo di avere un cavo coassiale come
quello in figura:
I conduttori a cui si riferisce la figura sono quelli che rivestono internamente ed esternamente il
cavo coassiale.
Per semplicit ridisegniamo il circuito utilizzando le quantit:
Z
1
= R
1
+ jeL e
Y
2
=
1
Z
2
= jeC+
1
R
2
= jeC+ G
Con brevi calcoli si ottiene che
d
2
V
dx
2
=VZ
1
Y
2
d
2
I
dx
2
= IZ
1
Y
2
da cui:
V(x) = Ae
x
+ Be
x
I(x) =(1/Z
c
)(Ae
x
Be
x
)
dove:
= (Z
1
Y
2
)
1/ 2
Z
c
= (Z
1
Z
2
)
1/ 2
= impedenza caratteristica
Evidenziando le componenti incidente e riflessa del segnale:
V(x) =V
i
e
x
+V
r
e
x
I(x) =(V
i
/Z
c
)e
x
(V
r
/Z
c
)e
x
32
Vediamo il caso generale in cui la linea sia chiusa da unimpedenza diversa dal valore dellimpedenza
caratteristica.
Esister una riflessione che sar una certa frazione
del nostro segnale V
Segnale principale:
V
i
=V
I
i
=V /Z
c
Segnale riflesso:
V
r
= V
I
r
=V /Z
c
Al fondo della linea avremo:
Da cui:
=
Z
L
/ Z
C
1
1+ Z
L
/ Z
C
In laboratorio lavoriamo con i seguenti 3 casi:
Z
L
= Z
c
= 0 Non c segnale riflesso
Z
L
= 0
= 1 Segnale riflesso con stessa ampiezza dellincidente ma capovolto
Z
L
=
=1 Segnale riflesso con stessa ampiezza di quello incidente
In realt essendo il cavo non un cavo ideale avremo delle dissipazioni al suo interno con il crescere dello
spazio percorso. Pertanto lampiezza tender ad diminuire esponenzialmente con lo spazio.
Schema dei collegamenti:
Per lavorare con la linea di ritardo in laboratorio mandiamo un segnale con un picco di durata inferiore al
tempo di percorrenza dellintero cavo. Per il materiale di cui fatto il nostro cavo abbiamo una velocit di
33
circa:
v =210
8
m/s a cui corrisponde un tempo di percorrenza di
50qs se supponiamo il cavo lungo
10m. Pertanto manderemo un segnale in ingresso con un picco della durata di
10qs.
Facciamo prima il caso
=1 realizzato lasciando aperta lestremit del cavo.
Dal grafico si pu notare il segnale giallo che quello percepito dal canale 1. Il primo picco
rappresenta il segnale in ingresso, mentre il secondo il segnale riflesso, che dopo aver percorso il
cavo coassiale in un senso e nellaltro, ritorna al punto di partenza per rientrare nelloscilloscopio.
Il segnale verde invece rappresenta il segnale al fondo del cavo coassiale. Calcolando la distanza
tra il primo picco giallo e il picco verde (con i cursori delloscilloscopio dellasse dei tempi) che
corrisponde al tempo di
percorrenza del cavo riusciamo
a calcolare la sua lunghezza,
sapendo che la velocit di
percorrenza nel materiale
v =210
8
m/s.
Lunghezza del cavo: (20.0
0.4)m
Come errore abbiamo usato
lerrore relativo derivato dalla
misura dei tempi
sulloscilloscopio (2% su una
misura di
100qs), assumendo
senza errore la velocit di
trasmissione del segnale nel
cavo.
Come si pu notare lampiezza del segnale giallo riflesso leggermente smorzata. In particolare
abbiamo in ingresso un segnale di (2.12 0.04)V e riflesso un segnale di (1.24 0.04)V
Trattiamo ora il caso in cui
= 1 realizzato con un cortocircuito (impedenza nulla).
Come si pu notare il segnale riflesso rovesciato rispetto al segnale in ingresso. Rimane smorzato
come nel primo caso, essendo il segnale in ingresso di (2.16 0.04)V e quello riflesso di (-1.20
0.04)V. La distanza temporale tra il
primo picco e il secondo di (198 2)
qs come nel primo caso.
34
Trattiamo ora il caso in cui
= 0 realizzato con una resistenza da 50 O.
In questo caso possiamo notare come si perda del tutto il segnale riflesso. Questo caso
corrisponde al caso ideale di un cavo di lunghezza infinita.
35
Seconda parte
Lavoriamo adesso con un cavo composto da 3 cavi collegati uno con laltro. In corrispondenza
delle giunzioni abbiamo delle uscite da attaccare alloscilloscopio per valutare il tipo di onda
presente al variare della lunghezza di cavo percorso dallonda. In particolare andremo a studiare il
comportamento dellonda nel caso in cui
=1 e
= 1. Cio con lestremit vuota o
cortocircuitata.
Lespressione delle onde risultanti allinterno del cavo sar:
da cui, essendo onde stazionarie, otteniamo i nodi e i ventri, al variare della x:
Se al termine del cavo cortocircuitiamo avremo esattamente uno scambio tra nodi e ventri:
In laboratorio pertanto cominciamo con la linea di trasmissione lasciata aperta al termine. Ci
calcoliamo la lunghezza del cavo usando il metodo prima spiegato. Otteniamo che il tempo di
percorrenza dellintera linea (130 1)
qs, da cui otteniamo che la lunghezza del cavo (26 0.2)
m.
Per verificare la presenza di nodi e ventri ci limitiamo a presentare delle immagini prese nei punti
di interesse. N.B. il canale giallo sempre il canale di ingresso, mentre il canale azzurro si riferisce
al titolo della figura.
36
=1
Se inviamo allingresso un segnale con lunghezza donda =2L (a cui corrisponde una frequenza di
3.84615 MHz) ritroveremo:
Nodo per x=L/2
Ventre per x=L
37
=L v=7.692 MHz
Se il segnale allingresso invece ha lunghezza donda pari a L (a cui corrisponde una frequenza di
7.692 MHz) avremo invece:
Ventre per x=L/2
Ventre per x=L
Nodo per x=L/4
38
Nodo per x=3L/4
Mettiamo ora il cortocircuito alla fine della linea di ritardo.
= -1
=2L v=3.84615
Ventre per x=L/2
In questo caso si pu notare come lampiezza
dellonda stazionaria sia doppia perch
londa ritorna su se stessa, essendo la linea
cortocircuitata al fondo.
39
Nodo per x=L
=L v=7.692 MHz
Nodo per x=L
Nodo per x=L/2
40
Ventre per x=L/4
Ventre per x=3L/4