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Pontificia Accademia Mariana Internazionale

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Giove d 02 m aggio 2013

Perch un Dio uomo?


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LOGIN Username: Password: 1. Si dice che la caduta dell'uomo sia la ragione necessaria della predestinazione di Cristo. Perch Dio - dicono - previde che l'uomo sarebbe caduto, previde ancora che Cristo sarebbe venuto come redentore, e previde, perci, l'assunzione della natura umana nella persona del Verbo, assunzione che avrebbe tanto glorificato l'uomo. Io, per, dico che la caduta dell'uomo non fu la causa della predestinazione di Cristo; che anzi, se non fosse caduto n l'Angelo n l'uomo, Cristo sarebbe stato predestinato egualmente, anzi sarebbe stato predestinato anche se non vi fossero stati altri esseri da creare. E lo provo. a) Chi vuole ordinatamente, vuole prima il fine e immediatamente le cose pi vicine al fine. Ma Dio ordinatissimamente vuole. Dunque, bisogna dire che tutte le cose le ha volute con ordine... Ora fra tutte le cose che sono fuori di lui, la pi immediata a lui , senza dubbio, l'anima di Cristo. Dunque, prima di qualunque merito e demerito, previde che Cristo si sarebbe unito a lui nell'unit della persona. b) Di pi: l'ordinazione completa degli eletti alla grazia e alla gloria anteriore alla predestinazione dei reprobi, perch uno non goda della perdizione dell'altro, come di un lucro fatto. Dunque, prima della previsione della caduta, e prima di qualunque demerito, fu preveduto tutto il processo dell'avvenire di Cristo. c) Di pi: se la caduta fosse stata la causa della predestinazione di Cristo, ne seguirebbe che la pi grande opera di Dio Summum opus Dei stata soltanto occasionale. La gloria di tutti intensivamente non tanta quanta la gloria del Cristo; e intanto Dio avreb be trascurato un'opera cos grande nell'ipotesi che Adamo non avesse peccato! Chi non vede quanto ci sia irragionevole? 2. Dico, dunque, cos: - Dio ama in primo luogo se stesso. In secondo luogo ama se stesso negli altri, e questo amore santo; in terzo luogo vuole essere amato da colui che pu amarlo in grado sommo - io parlo dell'amore di un essere estrinseco a lui o creato ; finalmente prevede l'unione ipostatica di questa natura umana che deve amarlo immensamente, anche se l'uomo non cada.
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L'ordine della previsione divina fu questo: Dio prima intese se stesso come sommo bene; in un secondo momento intese tutte le altre creature (possibili); in un terzo momento predestin alla grazia e alla gloria, trascurandone alcuni; in un quarto momento previde che tutti sarebbero caduti in Adamo; in un quinto momento preordin e previde il rimedio, come cio gli uomini sarebbero stati redenti per mezzo della passione del suo Figliuolo. Di guisa che il Cristo-Uomo, come tutti gli altri eletti, era previsto e predestinato alla gloria e alla grazia prima che fosse preveduta la sua passione e morte come medicina contro la caduta, a somiglianza del me dico il quale desidera la salute dell'uomo prima che ordini la medicina per curarlo. 3. Tutte le testimonianze [della Scrittura e dei Padri] le quali sembrano affermare il contrario, cio che Cristo non si sarebbe mai incarnato se Adamo non avesse peccato, possono essere intese nel senso che Cristo, non sarebbe venuto come redentore, se l'uomo non fosse caduto; forse, in tal caso, non sarebbe venuto in carne pas sibile, non essendovi necessit che l'anima di Cristo, da principio gloriosa e preordinata da Dio a gloria cos grande, fosse unita a un corpo passibile. 4. Inoltre, non vi era nessuna necessit di redimere il genere umano, e che Cristo, quindi, patisse. La redenzione sarebbe stata necessaria, se l'uomo fosse stato predestinato necessariamente alla gloria, e questa, data la caduta dell'uomo, non si fosse potuto con seguire che mediante la soddisfazione [di Cristo]. Ora la predestinazione dell'uomo alla gloria contingente e non necessaria: niente opera Dio fuori di se necessariamente. Quindi Iddio, come ab aeterno contingentemente predestin l'uomo alla gloria, cos poteva anche non predestinarlo. N vi sarebbe nessun inconveniente che l'uomo fosse deluso di tale beatitudine, salvo che non vi fosse predestinato. Dunque, come non vi fu assoluta necessit di predestinare l'uomo alla gloria, cos non era assolutamente necessaria la sua redenzione. L'uomo, d'altra parte, poteva essere redento diversamente che con la morte di Cristo. Agostino nel XIII libro Della Trinit, c. 10, scrive: A Dio non mancava davvero un altro modo di redimere l'uomo, giac c h tutto e sottoposto al suo potere. La redenzione, mediante la morte di Cristo, fu necessaria solo perch Dio preordin che cos avvenisse; per Dio non preordin questo necessariamente, ma contingentemente. Quindi la morte e la passione di Cristo fu necessaria di una necessit di conseguenza; come, per esempio, se corro, mi muovo: il muovermi una conseguenza del mio correre ; ma il correre , senza dubbio, un atto antecedente contingente, e cos l'atto conseguente del muoversi anch'esso essenzialmente contingente. Nel IV libro delle Sentenze (trattato della Penitenza) si cerca se l'uomo possa riconciliarsi con Dio senza dare nessuna soddisfazione. Ma dato pure che la soddisfazione fosse stata necessaria [per la redenzione umana], non si richiedeva, per, necessariamente che il soddisfattore fosse un Dio. 5. Si dice: - Non si soddisfa a Dio, se non s'offre a Dio qualche cosa che essenzialmente sia pi grande dell'offesa fatta a lui; quindi l'offerente dev'essere pi grande di ogni creatura nella dignit e nella perfezione. Ma ci, con tutto il rispetto a chi lo dice, non vero; giacch, per soddisfare a Dio, sarebbe bastato solo offrire a lui un bene maggiore del male commesso dal primo uomo. Onde se Adamo, con la grazia e la carit datagli da Dio e con uno sforzo di volont superiore a quello fatto nel compiere il peccato, avesse fatto uno o pi atti di amore perfetto verso Dio, tale dilezione sarebbe stata sufficiente alla remissione del suo peccato, e avrebbe cos soddisfatto. .... Come per l'amore della creatura l'uomo non avrebbe dovuto peccare, cos nel soddisfare [per il suo peccato] avrebbe dovuto offrire a Dio, per mezzo di un atto di amore oggettivamente perfetto, qualche cosa che fosse pi grande dell'amore della creatura che l'ha indotto a peccare: l'amore perfetto sorpassa l'amore di qualunque creatura, come Dio sorpassa la creatura. E cos come l'uomo pecc amando sconfinatamente l'oggetto pi ignobile, doveva soddisfare amando infinitamente l'oggetto pi nobile, ch' Dio. Ci poteva bastare alla soddisfazione. Un puro uomo avrebbe potuto soddisfare per tutti se fosse stato concepito senza peccato per opera e virt dello Spirito Santo cosa possibile a verificarsi - come fu Cristo, e Dio gli avesse
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donato la grazia pi grande di cui fosse stato capace, come la diede a Cristo, senza meriti precedenti, per sua liberalit. Tale uomo avrebbe potuto meritare cos la distruzione del peccato come la felicit eterna. falso che in questo caso noi saremmo tenuti a quest'uomo, quanto siamo tenuti a Dio; che anzi saremmo tenuti semplicemente a Dio e non a lui, giacch ci che egli aveva era dono di Dio. Saremmo tenuti a quest'uomo come siamo tenuti ai Santi e alla Vergine che meritarono per noi, riferendo, per, sempre, finalmente e in grado sommo a Dio tutto, come a Colui dal quale procedono i beni degli altri. Inoltre, (parlo sempre di possibilit) sembra che ciascuno possa soddisfare per se stesso. Come, mediante la grazia che viene data a ciascuno gratuitamente, ciascuno pu meritare la beatitudine, bench figlio dell'ira, cos pu meritare la distruzione della sua colpa. 6. D'altronde non era assolutamente necessario che la soddisfazione fosse fatta dall'uomo. Chi non debitore pu soddisfare per un altro come pu pregare per lui. Per il che come Cristo, innocente, non debitore, soddisfece, cos, se fosse piaciuto a Dio, poteva soddisfare un Angelo buono, offrendo per noi a Dio qualche cosa che gli fosse riuscito grato e che avesse potuto accettare per tutti i peccati, giacch tanto vale la cosa offerta per quanto Dio l'accetta, non pi. 7. La conclusione, dunque, questa: tutto ci ch' stato fatto da Cristo per la nostra redenzione non fu necessario se non presupposta l'ordinazione divina che volle cosi; fu quindi una necessit di conseguenza soltanto che Cristo patisse. Ma tutto fu essenzialmente contin gente, l'antecedente (cio la preordinazione) e il conseguente (cio il fatto). Per il che molto siamo obbligati a Cristo: noi potevamo essere redenti diversamente, ed Egli volle liberamente redimerci cos. Gli siamo obbligati pi che se fosse stato necessario redimerci cos, e non altrimenti. Io credo che volle redimerci cos principalmente per avvin c erci al suo amore, e perch l'uomo si sentisse maggiormente obbligato verso di Dio.

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