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"ReF - Recensioni Filosofiche / ISSN 1826-4654". L'International Standard Serial Number della rivista : ISSN 1826-4654.

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Wittgenstein, Ludwig, Colloqui al Circolo di Vienna


a cura di Luigi Perissinotto, Milano-Udine, Mimesis, 2011, pp. 322, Euro 26, ISBN 978-88-5750-495-7.

Recensione di Luciano Bazzocchi 09/07/2012

Nella dinamica collana di filosofia del linguaggio diretta per Mimesis da Perissinotto ora aggiornata e ripubblicata a sua cura la traduzione italiana, da tempo esaurita, delle conversazioni di Wittgenstein con Friedrich Waismann. Dal momento della prima pubblicazione in lingua tedesca ad opera di Brian McGuinness (1967), molta acqua passata sotto i ponti della critica wittgeinsteiniana. Fino a quando ha dominato la contrapposizione dei due

Wittgenstein, quello del Tractatus e quello delle Ricerche filosofiche, con le relative diatribe su quale dei due fosse pi rilevante, o perfino quale fosse il Wittgenstein autentico, gli sterminati appunti via via dati alle stampe venivano piegati nelluna o nellaltra direzione, a favore delluna o dellaltra fazione. Con la proposta di un terzo Wittgenstein conclusivo, autore dellaffascinante riflessione Della certezza, quando non di un New Wittgenstein da riconoscere dietro e sotto i primi due, lo schema semplicistico si infine rotto e si compreso che la parabola di pensiero del filosofo austriaco perfettamente conseguente e continua, in un percorso di approfondimento non solo rigoroso fino allautoconsunzione, ma estremamente autocritico e sempre onesto rispetto ai suoi propri fondamenti teorici. Contrariamente ai filosofi delle scuole, arroccati contro la critica altrui e tutti presi, se mai, a modificare qualche torrione e aggiungere qualche cinta ausiliaria a ulteriore difesa del loro castello, Wittgenstein non esita mai a porre in dubbio le basi stesse della sua riflessione; il suo metodo consiste piuttosto nel considerare sempre la stessa cosa, nel ripercorrere da ogni punto di vista sempre il problema fondamentale che ha di fronte, di aggredire la fortezza da ogni lato possibile. per natura un pioniere dellindagine critica, un attaccante infaticabile, e non si cura affatto di difendere alcun terreno o alcun ruolo acquisito. Perci, la verit che al tempo del Tractatus [gli] sembra intangibile e definitiva la prima a essere rimessa in discussione con il ritorno allattivit filosofica, senza che ci significhi consegnarsi a nuove e contrapposte verit da non porre pi in questione. Tale esercizio estenuante di rigore insieme logico, estetico ed etico, naturalmente sconcerta la critica accademica, che vorrebbe tanto catalogare, circoscrivere e impacchettare ciascun autore per poterlo meglio digerire, e pi facilmente nutrirne le bocche petulanti delle schiere di discepoli a tal fine allevate e perpetuate. In questa ottica, gli scritti intermedi fra Tractatus e Ricerche sembravano avere un interesse esclusivamente specialistico, per indagare la transizione dal primo al secondo Wittgenstein. Se invece si comprende il carattere autentico di ciascuna fase della sua attivit, i pensieri annotati negli anni dal 1929 al 1932 (sia pure attraverso il filtro dellamico Waismann) assumono un valore autonomo e sono fruibili per loro stessi, come approfondimento e insieme evoluzione di idee che pure risultano annotate in precedenza, o su cui si torner ancora in futuro. Il lettore interessato a unesposizione meglio ragionata delle vicende critiche si giover senzaltro della ricca Introduzione di Perissinotto. Nello stesso tempo, le note di Waismann fungono in parte da biografia intellettuale, in un periodo significativo della vita di Wittgenstein, nella Vienna dei fermenti neo-positivistici, e si inscrivono in un racconto che ha un suo fascino autonomo. Questo aspetto ben sviluppato dalla Prefazione di McGuinness, qui riprodotta con qualche nota bibliografica aggiuntiva, prefazione che getta un fascio di luce anche sul racconto del racconto, cio sulle complesse vicende degli scritti e

dei documenti originali, e sullintreccio dei problemi ermeneutici, filologici e pratici che i curatori medesimi hanno vissuto. Molto eterogenea la struttura dei Colloqui qui riediti. Gli appunti dovevano servire come base per un volume di commento critico al Tractatus a firma congiunta Wittgenstein-Waismann, progetto che fall definitivamente nel 1934: Perch scrive Waismann egli ha la dote meravigliosa di vedere le cose sempre di nuovo come per la prima volta. Ma si mostra anche quanto sia difficile un lavoro comune, perch egli appunto segue ogni volta lispirazione del momento e abbatte quel che ha progettato in precedenza (p. 50). Alcune parti sono stenografie di conversazioni vere e proprie. Chi non vorrebbe avere lopportunit di rivolgersi direttamente a Wittgenstein e chiedergli lumi, di persona, su questioni di grammatica, di semantica, di uso delle parole? Le note di Waismann cercano di mantenersi il pi possibile fedeli, e rendono bene il tono vivace di un dialogo a pi voci, a cui partecipa attivamente anche Moritz Schlick. Tutti si mettono in gioco, e la conversazione resta aperta; a Wittgenstein capita di riconoscere, per esempio: Lo credo anchio. Ma non comprendo una cosa: ecc. (p. 185). Oppure: S e no. una questione complicata (p. 210). O ancora: Forse si pu dire cos, non lo so (p. 221). evidente tuttavia come Wittgenstein si tenga sempre ai margini del cosiddetto Circolo, e resti scettico circa un programma troppo rigido, o addirittura una concezione scientifica del mondo. Il suo insistere su questioni apparentemente al contorno, espressamente linguistiche, ha perci anche un senso di critica implicita, di memento rispetto a qualsivoglia filosofia che, per quanto antimetafisica, si proponga tuttavia come interpretazione globale della realt. Altri passi toccano pi da vicino i temi cari a Wittgenstein, e vi sono espliciti riferimenti al Tractatus, che del resto il Circolo di Vienna aveva assunto come testo di riferimento e andava discutendo per proprio conto. Si trovano cos ghiotte delucidazioni, e ammissioni singolari: Tutto questo non lo sapevo ancora quando scrivevo il mio libro: credevo che ogni deduzione poggiasse sulla forma tautologica. Non avevo ancora visto che uninferenza potesse avere anche questa forma: un uomo alto 2 metri, quindi non alto 3 metri. Ci connesso al fatto che io credevo che le proposizioni elementari dovessero essere indipendenti: ritenevo che dallesistenza di uno stato di cose non si potesse dedurre la nonesistenza di un altro (p. 88). Compaiono disegni, schemi, riproduzioni di schizzi che Wittgenstein doveva aver tracciato liberamente, mentre parlava. Vi anche lo schema della pellicola del film sonoro, con la sequenza dei fotogrammi in parallelo alla sequenza dei fonogrammi, ma con la precisazione che il collegamento significativo a livello pi alto: Non sono i fonogrammi, ma la musica che accompagna il film. [] La musica accompagna il film [come] il linguaggio accompagna il mondo (p. 74). Interessanti infine le Appendici, testi riassuntivi compilati da Waismann in via separata. In particolare, lappendice B (pp. 275-302) una parafrasi molto acuta

del Tractatus, che espone il testo con chiarezza. Troviamo spiegazioni che fanno giustizia di annose dispute esegetiche, per esempio su cosa si intenda per pensiero, se sia pura logica, solo forma astratta ecc.: Ci facciamo immagini interne dei fatti. Queste immagini sono i nostri pensieri. [] Il pensiero pu raffigurare ogni stato di cose, quello esistente e quello non esistente (p. 277). Comprendiamo meno, invece, la Postfazione aggiunta al volume, in realt un piccolo saggio di Giulia Pravato che mal si connette con tutto il resto. Non discutiamo il valore dello scritto o il fatto che giovani ricercatori fatichino a pubblicare le loro cose per vie autonome. Che un curatore studi la maniera di promuovere lelaborato di unallieva si presume rientri nella normalit accademica; ma la cosa ci sembra talmente lontana dallo spirito del lavoro di Wittgenstein, dal suo stile di pensiero (non vogliamo dire: dal suo sentire logico, estetico e etico), che avremmo preferito, qui, non trovarla.

Indice

Avvertenza del curatore italiano Elenco delle opere di Wittgenstein citate Introduzione di L. Perissinotto Prefazione di B. F. McGuinness I 18 dicembre 1929 22 dicembre 1929 25 dicembre 1929 30 dicembre 1929 2 gennaio 1930 5 gennaio 1930 II 22 marzo 1930 III 19 giugno 1930

25 settembre 1930 IV 17 dicembre 1930 26 dicembre 1930 28 dicembre 1930 1 gennaio 1931 4 gennaio 1931 V 21 settembre 1931 VI 9 dicembre 1931 1 luglio 1932 Appendice A Appendice B Postfazione di G. Pravato

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