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Fabrizio Mancini
Sport
dobbiamo essere orgogliosi. Gli stessi numeri ci raccontano che il buon Petrucci in sede di previsione aveva furbamente tenuto bassa lasticella. Le ventotto medaglie conquistate sono tre in pi di quelle attese e una in pi di Pechino, ma diverse in meno di quelle che potevamo raccogliere. Infatti molti atleti hanno fallito la loro missione (Pellegrini ed il nuoto su tutti) e nessun altro ha colto successi inattesi. Tutte e ventotto le medaglie sono arrivate da atleti e in discipline che da anni ci vedono primeggiare a livello continentale e mondiale. Risulta quindi evidente come il nostro potenziale era fra trenta e trentacinque medaglie complessive. Il 30% in pi di quello stimato da Petrucci che oggi per, cos facendo, pu parlare in termini trionfalistici della missione olimpica. VENTOTTO MEDAGLIE sono comunque molte. Luccicano talmente tanto fino al punto di accecare e non farci vedere la realt. Luccicano perch a conquistarle sono stati atleti straordinari che si sono distinti sia da un punto di vista tecnico che umano. Luccicano perch oltre a queste medaglie abbiamo ammirato altre storie bellissime. Ragazzi e ragazze vestiti dazzurro che hanno sfiorato il podio, che hanno visto svanire il loro sogno pi grande per un inezia, che con le loro lacrime, i loro sorrisi, la loro dignit ci hanno riconciliato con i reali valori dello sport, spesso calpestati in Italia dal Dio Pallone. Per tutti loro dobbiamo alzarci in piede, ringraziarli per le emozioni che ci hanno regalato e tributargli un applauso infinito. Le dediche e le attenzioni del CONI sono oltre che doverose, la giusta sottolineature di un lavoro di nicchia che evidente stato svolto al meglio da ogni componente. ALLO STESSO MODO il CONI, nel momento delle celebrazioni, avrebbe dovuto esibire una maggiore attenzione e sensibilit nei confronti di tutte le Associazioni Sportive che grazie alla loro attivit sono le vere artefici dei risultati ottenuti a Londra. Sia chiaro a tutti che il movimento sportivo italiano abbandonato a se stesso. Inutile che il CONI e i politici di turno vogliano farci credere unaltra cosa.
Chi opera quotidianamente nello sport di base conosce perfettamente la situazione di abbandono in cui esso si trova. Da decenni in Italia non esiste pi una politica per lo sport. Per tante legislature non abbiamo avuto neanche un Ministro dello Sport e nelle scuole non si fa pi attivit fisica in modo serio e coerente da tempo immemore. Lo sport e lattivit fisica in genere sono e devono restare un momento gioioso e ludico. Non per questo la dobbiamo considerare poco importante, ne tanto meno dobbiamo dimenticarci gli effetti positivi che ha sullo sviluppo e sulla formazione dellindividuo. Studi approfonditi hanno dimostrato che una popolazione di sportivi incide sui costi sanitari di uno Stato in misura estremamente pi contenuta rispetto a popolazioni che lo sport lo praticano poco e male come quella italiana. Crescere in benessere il fisico aiuta a prevenire moltissime patologie. E per questo motivo che uno Stato consapevole dovrebbe investire nello sport a partire dalle scuole. I soldi spesi tornerebbero indietro con gli interessi, grazie al contenimento delle spese sanitarie. In Italia invece lo sviluppo dello sport lasciato, in larga parte, alla buona volont di migliaia di volontari i quali allinterno delle Associazioni Sportive dedicano tempo e soldi per portarne avanti i principi e i valori, avvalendosi molto spesso di istruttori improvvisati seppur molto volonterosi. La situazione oggi ancora pi grave, poich in tempi di crisi globale, alle Associazioni Sportive sono venuti meno anche piccoli aiuti economici che fino a pochi anni fa arrivavano da enti locali, CONI e sponsor. Per queste realt diventata una vera e propria impresa racimolare le risorse necessarie al fine di offrire a tanti bambini e ragazzi lopportunit di praticare lattivit sportiva. Sono rimaste sole e contro tutti! E per questo motivo che Petrucci, Pagnozzi, Napolitano e Monti avrebbero dovuto ringraziare pubblicamente e con forza tutti i volontari e tutti i privati cittadini che con il loro aiuto e i loro contributi economici garantiscono al movimento sportivo italiano di esistere e di generare campioni capaci di vincere ventotto medaglie olimpiche.