ALLA SCOPERTA DI HUMAN ANIMAL Il chiaroscuro di Caravaggio e la libert libert espressiva espressiva di Michelangelo rielaborate in chiave fotografica per trovare un posto alla decadenza umana e rappresentare un mondo che non c pi, pi, un tempo nel quale ognuno di noi fatica a ritrovarsi.
uomo visto come unanimale
randagio che si muove sulle rovine del mondo, lo percorre senza meta, ne attraversa la desolazione cercando comunque di esibire lo splendore che fu. Una lotta impari gi segnata dal sapore amaro e indelebile della sconfitta. La rappresentazione di un narciso post-nucleare. E questo Human Animal, il nuovo progetto fotografico di Mattia Van Dick. E se Cleopatra si rese custode di un fascino senza tempo e icona di autentica bellezza, Human Animal sovverte i canoni, incuriosendo e conquistando per la sfrontatezza con cui rifugge dalleffimero senso estetico e va incontro alla rappresentazione pi cruda del tempo in cui stiamo vivendo. Per questo il fotografo usa i modelli o le modelle come mezzo attraverso cui raggiungere il suo obiettivo e non come soggetti fotografici fine a se stessi e di cui esaltarne le virt estetiche. Gli interpreti non sono chiamati a esibire la loro bellezza, ma a trasmettere il senso pi profondo di una storia, a rappresentare la libert creativa del progetto, a provocarci senza pudore, con irriverenza e audacia. MATTIA VAN DICK ha assunto il chiaroscuro quale cifra espressiva delle sue fotografie. In questo senso Human Animal si dimostra il vestito perfetto per esprimere il talento tecnico del fotografo. Tutti gli scatti sono realizzati esclusivamente con luce naturale ed esaltano il contrasto del chiaroscuro. Anche gli strumenti impiegati sono volutamente minimale. Non alterare la realt nellattimo dello scatto il dogma di Mattia Van Dick. In questo senso poco importa se non vi perfezione. Al contrario deve essere esaltata limperfezione in ogni sua espressione. Limperfezione dei corpi e degli ambienti, unita alle tenebre del buio talvolta squarciate da violenti fasci di luce, sono il richiamo pi evidente alla decadenza e al lato pi oscuro presente in ciascuna delle nostre anime. Sono gli sguardi che scrutano senza mai essere visti. Occhi che scivolano lievi, distaccati, indulgenti e rispettosi lungo la sequenza di una scena, in attesa di ci che un giorno accadr. Si muovono nellombra senza mai svelarsi, e in silenzio fanno rientro nel buio dellanima, sedimentando le immagini liquide raccolte durante il loro lento viaggio attraverso il mondo. Sono questi occhi, nascosti e invisibili, a narrarci 21 dicembre 2016 / FAMoA
di cose mai viste, mai pensate, mai
immaginate. Sono questi occhi a custodire segreti dai contorni tanto profondi quanto sfumati e impalpabili. Sono gli occhi delle verit rifiutate con cui ognuno di noi, un giorno o laltro, si trover a fare i conti. I due elementi della fotografia di Mattia Van Dick, la luce e il buio, non vengono messi in contrasto tra loro e non creano mai unapparente dissonanza, piuttosto si complementano, mettendo in evidenza un fatto importante: la luce diventa protagonista assoluta del messaggio. Ci troviamo davanti a un chiaroscuro enigmatico e inquietante che sollecita lanima. La luce e il buio non sono meramente fisici, ma hanno valenza allegorico-simbolica. La loro funzione riconosciuta quella di sottolineare lumana decadenza e le tenebre nelle quali stiamo inesorabilmente sprofondando. Come nei dipinti di Caravaggio, ai quali Mattia Van Dick si ispira, la luce evidenzia corpi verissimi, con tutti i loro difetti. Bench non siano immagini conformi ai canoni estetici del nostro tempo, la tecnica caravaggesca rielaborata in chiave moderna dal fotografo, risulta irresistibilmente carismatica. Grazie alluso geometrico, equilibrato e mirato della luce, le fotografie di Mattia Van Dick hanno il potere dirompente di colpirci profondamente, sollecitando il pathos emotivo nel luogo dellio. La luce diventa una sorta di spotlight, un riflettore sul palcoscenico che mette a fuoco i dettagli e le tematiche volute dal fotografo. Attraverso la luce che fa da filtro alle immagini, si consuma un dramma. Essa diventa rivelatrice di dettagli meno gradevoli, ma veri! Piedi sudici, corpi consumati dal trascorrere del tempo, foglie mezze morte, sporcizia. la confessione di una realt piuttosto che di unimmagine volutamente stereotipata. Il contrasto netto e mai sfumato determina effetti potenti e drammatici che risultano ulteriormente amplificati dal realismo psicologico presente in ogni immagini Attraverso la sapiente manipolazione del chiaroscuro, Mattia Van Dick si prefigge di raggiungere tre effetti specifici che sono diventati caratteristici del suo stile: intensit drammatica, armonia visiva e profondit psicologica. Inoltre, larmonizzazione calcolata di luce ed ombra crea spesso stati d'animo che pervadono le sue figure, in modo da infondere loro un senso di malinconia, abbandono e mistero.
Allo stesso tempo, l'armonia ritmica visiva di
luce e di ombra, crea un senso di movimento. Gli squarci di luce disegnano sovente figure geometriche definite che conferiscono ordine e ritmo alle immagini, dando vita a una poesia visiva di ombre che si alternano con riflessi ricchi e lussureggianti di colori. Ci avviene in particolare nel capitolo intitolato The Dark Side. Con la dimensione della profondit psicologica evocata da Mattia Van Dick attraverso l'uso consapevole del chiaroscuro, si arriva ad apprezzare il punto pi significativo della sua tecnica. Nei suoi ritratti troviamo che i corpi sono profondamente segnati dalle ombre. Questo li rende simili a un testo da decifrare da parte dello spettatore. Il risultato che ai protagonisti viene offerta unultima flebile speranza di riscatto, che resta per sospesa nel mistero dei loro pensieri perpetuamente avvolti nell'ombra. Pertanto, la profondit psicologica aperta dal chiaroscuro di Mattia Van Dick apparentemente senza fondo. Abbiamo cio una forte sensazione che qualcosa di serio accada nella mente di questi personaggi, ma l'esatta natura dei loro pensieri e sentimenti , nella migliore delle ipotesi, solo oscuramente implicita. L'oscurit qualcosa di negativo, buio dove la luce non , ed per questo motivo che la sua luce colpisce le figure e oggetti come fossero dei solidi, forme impenetrabili, e non le dissolve. I CORPI SONO sono laltro elemento portante del progetto Human Animal. Come detto sono forme solide e impenetrabili e come le sculture di Michelangelo, esse sono chiamate a svelare ci che di per se contenuto nella materia. Con la loro bellezza e i loro difetti, rivelano una condizione interiore che si esprime attraverso la suggestione di pose raramente plastiche o artefatte, in cui vi la proiezione psicologica e la tensione dellartista. In definitiva in Human Animal limperfezione e talvolta lincompiutezza, anzich un limite appaiono come una significativa espressione di creativit, attraverso cui approdare a quella libert espressiva che caratterizza il progetto al di l dei vincoli classici e dellestetica accademica. In questo Human Animal la titanica lotta delluomo per la propria libert espressiva.