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VINCENZO GUEGLIO
Via Liguria, 3/6 16039 Sestri Levante
Cell. 335 6704127 email: vgueglio@gmail.com
MOZIONE
oggetto: proposta di soppressione della Commissione edilizia
CONSTATATO
che l’attività della Commissione edilizia è diventata, a seguito delle innovazioni legislative degli
ultimi anni, facoltativa, vale a dire superflua
che il parere della Commissione Edilizia è spesso frutto di inutili convulsioni verbali ed espresso in
una lingua sconosciuta ai più
VISTA
la necessità di semplificare il percorso delle pratiche amministrative e di risparmiare tempo e denaro
VISTO
il parere della Commissione Speciale del CONSIGLIO DI STATO, emesso il 13 giugno 2003 n.
2447/03 avente per oggetto «composizione della commissione edilizia comunale»
Vincenzo Gueglio
Peraltro, non può non tenersi conto delle profonde innovazioni normative che hanno introdotto
nell’ordinamento il principio, di portata generale, della netta separazione fra le funzioni di indirizzo
politico-amministrativo (proprie degli organi politici e di governo) e di quelle di gestione (proprie
dei dirigenti).
Tale principio, già enunciato dall’art. 3 del D.L.vo 3 febbraio 1993 n. 29 (come sostituito prima
dall’art. 2 del D.L.vo n. 470 del 1993, poi dall’art. 3 del D.L.vo n. 80 del 1998 successivamente
modificato dall’art. 1 del D.lgs. n.387 del 1998 e infine trasfuso nell’art. 4 del D.L.vo n. 165
del2001), è stato espressamente affermato, per quanto riguarda gli Enti locali, dall’art. 6 della L. 15
maggio 1997 n.127 il quale sostituendo il comma 1 dell’art. 51 della L. 8 giugno 1990 n. 142 (poi
trasfuso nell’art. 107 del D.L.vo n.267 del 2000), ha stabilito che sono attribuiti ai dirigenti “tutti i
compiti di attuazione degli obiettivi e dei programmi definiti con gli atti di indirizzo adottati
dall’organo politico, tra i quali in particolare,secondo le modalità stabilite dallo statuto o dai
regolamenti dell’Ente:…f) i provvedenti di autorizzazione, concessione o analoghi, il cui rilascio
presupponga accertamenti e valutazioni, anche di natura discrezionale, nel rispetto di criteri
predeterminati dalla legge, dai regolamenti, da atti generali di indirizzo, ivi comprese le
autorizzazioni e le concessioni edilizie”.
A ciò si aggiunga che l’art.88 del citato D.L.vo n.267 del 2000 stabilisce che “All’ordinamento
degli uffici e del personale degli Enti locali, ivi compresi i dirigenti ed i segretari comunali e
provinciali, si applicano le disposizioni del D.L.vo 3 febbraio 1993 n. 29 e successive modificazioni
e integrazioni, e le altre disposizioni di legge in materia di organizzazione e lavoro nelle Pubbliche
amministrazioni nonché quelle contenute nel presente testo unico”.
Ne consegue che la presenza di organi politici nella commissione edilizia, deputata a pronunciarsi
su richieste di autorizzazioni e concessioni edilizie, non è più consentita dall’assetto normativo
attuale.
Qualora tale presenza sia espressamente prevista da regolamenti comunali, gli Enti locali dovranno
provvedere alle necessarie modifiche.
Del resto, l’obbligo delle Amministrazioni di adeguare i propri ordinamenti al principio della
distinzione tra indirizzo e controllo, da un lato, e attuazione e gestione dall’altro, è sancito in via
generale dal comma 4 dell’art. 4 del D.L.vo n.165 del 2001 e, con particolare riguardo alle
Pubbliche amministrazioni non statali, dall’art. 27 dello stesso decreto legislativo il quale al comma
1, dispone che “le Regioni a statuto ordinario, nell’esercizio della propria potestà statutaria,
legislativa e regolamentare, e le altre Pubbliche amministrazioni, nell’esercizio della propria potestà
statutaria e regolamentare, adeguano ai principi dell’art. 4 del presente capo i propri ordinamenti,
tenendo conto delle relative peculiarità”.
Appare peraltro dubbio che il parere della commissione edilizia, de jure condito, abbia conservato il
ruolo ed il valore precedenti.
Come è noto, la giurisprudenza (cfr.. ex plurimis, Cons. Stato, V Sez., 23 marzo 1985 n.167 e 28
febbraio 2001 n. 1702 ) era correntemente orientata nel senso di ritenere che il parere della
commissione edilizia costituisse la vera e propria concessione in senso sostanziale, che il Sindaco
nel suo successivo atto poteva solo motivatamente disattendere. Tale indirizzo, peraltro, trovava la
sua ragion d’essere nel bilanciamento fra la competenza tecnica dell’organo consultivo e il controllo
edilizio dell’organo politico del Comune; una volta venuto a mancare siffatto bilanciamento con
l’attribuzione al dirigente o al responsabile del servizio della competenza al rilascio delle
autorizzazioni edilizie o delle concessioni, viene anche meno il presupposto logico e normativo
della giurisprudenza citata. A ciò si aggiunga che a seguito delle innovazioni introdotte dal D.P.R.
n. 380 del 2001 la commissione edilizia ha perso il suo carattere di organo necessario ex lege (art. 4
comma 2) dal momento che alla concessione si sostituisce il permesso di costruire, rilasciato dal
dirigente o responsabile del competente ufficio comunale (art. 13 comma 1), secondo procedimenti
strutturali sul modulo dello sportello unico comunale e dell’eventuale intervento sostitutivo del
competente organo regionale. Poiché l’istituzione della commissione edilizia è dunque attualmente
facoltativa, gli Enti locali potranno scegliere se conservarla, adeguandone la composizione e
indicando nel regolamento edilizio gli interventi sottoposti al preventivo parere di tale organo
consultivo, ovvero sopprimerla.
Anche per quanto riguarda le residue funzioni della commissione edilizia di natura non
esclusivamente gestionale, è rimessa all’Ente locale la valutazione dell’opportunità di costituire,
nell’esercizio della propria potestà regolamentare, appositi organi consultivi.