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MESI
MARZO 2011
DODICI MESI // MARZO 2011
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Truffe: Un catalogo in crescita
Liti in condominio: futili ed evitabili
Strade e quartieri: San Polo
tra nostalgia di ieri e problemi di oggi
Hinterland: Castenedolo
rinnovarsi senza perdere lanima
Viaggio in Provincia. Speciale Lumezzane
Palazzolo: Il distretto debutta sul web
Tu e il fsco
Farmaitaly 2011
Pelo e contropelo
Brescia, wi-f zone ai nastri di partenza
Lautodifesa si impara
In Franciacorta a scuola di potatura
Qui & l
Il teatro alla moda
Gentile Farmacista
Specchio delle mie brame
Videoteca
successo
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Editoriale
Dal consumismo
al settimo comandamento
Prodotto & mercato
Diego Invernici: Un nuovo sprint
per le politiche del Broletto
Giacomo Maiolini: Un Quentin Tarantino
made in Brescia
Valentina Belotti: Sognare correndo
Forma e colore nellarte di Matisse
Strategia dimpresa
a2a: Tornare indietro no,
ma cambiare si pu
Emma Marcegaglia: Oltre lItalia unita
Nellanno 2011 dellEt del Ferro
Un imballaggio sostenibile
6suimotori: ai primi posti
sui motori di ricerca
Bacheca
IN QUESTO
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impaginazione
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Reporter, Rolando Giambelli Il Fotogramma, Patrick
Merighi Brescia in Vetrina, Cristina Minini
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Hanno collaborato
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Giulietti, Viola Ladi, Lucrezia Lombardi, Riccardo Maffei,
Ferdinando Magnino, Sergio Masini, Enrico Mattinzoli,
Cristina Minini, Giorgio Olla, Antonio Panigalli, Irene
Panighetti, Luciano Ponzi, Massimo Portolani, Francesco
Rastrelli, Federico Rossi, Massimo Rossi, Emanuele Salvi,
Salvatore Scandurra, Alessandra Tonizzo.
Questo periodico associato allUnione Stampa Periodica Italiana
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SOL O A:
B R E S C I A V E R O N A S I R M I O N E C R E M A
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MESI
MARZO 2011
di ROBERTO BARuCCO
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DiToriale
CHiamami anCOra
amOre
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n questo disperato sogno vive
anche Salemi, prima capitale
dellItalia garibaldina e liberata
del Risorgimento, dove la ban-
diera tricolore saluta fin dal
14 maggio del 1860 lalba
duna nazione ritrovata e non
pi avvilita, smembrata, fat-
ta a pezzi. Un sogno dove ci
rifugiamo per non svegliarci
ancora. Capitale per un gior-
no alle pendici del Monte
delle Rose, tra profumo di
arance e zafferano, Salemi.
da l, dal luogo delle memorie
che non ricordiamo, che ri-
suona nellinquietudine oni-
rica la risposta alla domanda
retorica che Edmondo De
Amicis affida al suo Cuore,
vergando il componimento
desame del giovane Enrico
Bottini: Perch amate lIta-
lia?. Viene in aiuto cos,
nello stile del secolo romanti-
co, allassenza didee del gio-
vane studente, rimasto forse
a contemplare un foglio bianco: Non
ti si son presentate subito cento risposte?
Io amo lItalia perch mia madre italia-
na, perch il sangue che mi scorre nelle
vene italiano, perch italiana la terra
dove son sepolti i morti che mia madre
piange e che mio padre venera, perch la
citt dove son nato, la lingua che parlo, i
libri che meducano, perch mio fratello,
mia sorella, i miei compagni, e il grande
popolo in mezzo a cui vivo, e la bella
natura che mi circonda, e tutto ci che
vedo, che amo, che studio, che ammiro,
italiano.
Oh tu non puoi ancora sentirlo intero
questaffetto. Lo sentirai quando sarai
un uomo, quando ritornando da un
viaggio lungo, dopo una lunga assenza,
e affacciandoti una mattina al parapetto
del bastimento, vedrai allorizzonte le
grandi montagne azzurre del tuo paese;
lo sentirai allora nellonda impetuosa di
tenerezza che tempir gli occhi di lagri-
me e ti strapper un grido dal cuore. Lo
sentirai in qualche grande citt lontana,
nellimpulso dellanima che ti spinger
fra la folla sconosciuta verso un operaio
sconosciuto dal quale avrai inteso pas-
sandogli accanto, una parola della tua
lingua.
Lo sentirai nello sdegno doloroso e su-
perbo che ti getter il sangue alla fron-
te, quando udrai ingiuriare il tuo paese
dalla bocca duno straniero. Lo sentirai
pi violento e pi altero il giorno in cui
la minaccia dun popolo nemico solle-
ver una tempesta di fuoco sulla tua
patria, e vedrai fremere armi dogni
parte, i giovani accorrere a legioni, i
padri baciare i figli, dicendo: - Corag-
gio! - e le madri dire addio ai giovinetti,
gridando: - Vincete! -
Lo sentirai come una gioia divina se
avrai la fortuna di veder rientrare nella
tua citt i reggimenti diradati, stanchi,
cenciosi, terribili, con lo splendore della
vittoria negli occhi e le bandiere lacerate
dalle palle, seguiti da un convoglio ster-
minato di valorosi che leveranno in alto
le teste bendate e i moncherini, in mezzo
a una folla pazza che li coprir di fiori,
di benedizioni e di baci. Tu comprende-
rai allora lamor di patria, sentirai la
patria allora, Enrico.
Ella una cos grande e sacra cosa, che
se un giorno io vedessi te tornar salvo da
una battaglia combattuta per essa, salvo
te, che sei la carne e lanima mia, e sa-
pessi che hai conservato la vita perch ti
sei nascosto alla morte, io tuo padre, che
taccolgo con un grido di gioia quando
torni dalla scuola, io taccoglierei con
un singhiozzo dangoscia, e non potrei
amarti mai pi, e morirei con quel pu-
gnale nel cuore.
SOL O A:
B R E S C I A V E R O N A S I R M I O N E C R E M A
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PInIOnI
di ANTONIO PANIGALLI dal COnsUmismO ai valOri, alla Crisi
e al settimO COmandamentO
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i ritroviamo insieme,
allinizio del nuovo anno
2011, mentre nubi ancora
una volta preoccupanti si
addensano sul nostro Paese. Da qui vor-
rei partire estrapolando il punto sei del
pensiero condiviso espresso dal car-
dinale Bagnasco nel corso della scorsa
sessione invernale del Consiglio Perma-
nente della CEI.
In un documento dellEpiscopato pub-
blicato trentanni or sono e che ebbe a
suo tempo una notevole accoglienza (La
Chiesa italiana e le prospettive del Pa-
ese, 1981), si diceva icasticamente: Il
consumismo ha fiaccato tutti. Ed erava-
mo appena agli inizi di quel processo di
trasformazione che interesser lItalia e
lOccidente nei decenni a seguire, e tro-
ver rappresentazione nella cosiddetta
modernit liquida dominata da quella
che alcuni hanno definito ideologia del
mercato.
Colpisce lefficacia di quella predi-
zione, dove ad apparire centrato in
particolare il verbo usato: fiaccare.
La desertificazione valoriale ha pro-
sciugato laria e rarefatto il respiro.
La cultura della seduzione ha indub-
biamente raffinato le aspettative ma ha
soprattutto adulterato le proposte. Ha
cos potuto affermarsi unidea balzana
della vita, secondo cui tutto a portata
di mano, basta pretenderlo. Una sorta
di ubriacatura, alle cui lusinghe ha in
realt ceduto una parte soltanto della
societ. Per, il calco di quel pensie-
ro entrato sgomitando nella testa di
molti, come un pensiero molesto che
pretende ascolto. Un ascolto peraltro
che diventava sempre pi improbabile,
considerato il nuovo clima sociale, de-
terminato da un volano economico che
senza tanti complimenti si era messo a
girare allincontrario.
Noi siamo testimoni della dignit con
cui la nostra gente sta normalmente
reagendo alle difficolt che si sono pre-
sentate, arrivando a configurare un an-
damento diverso nel passo del mondo.
Sembrava che il trend della crescita do-
vesse tutto sommato aumentare sempre,
in un movimento espansivo che avrebbe
via via incluso sempre nuove fette di po-
polazione. Invece la crisi si presentata
come una sorta di drenaggio generale,
obbligando un po tutti a rivedere le
proprie ambizioni.
C una verit, forse non troppo detta,
ma che la gente ha intuito abbastanza
presto: si stava vivendo al di sopra delle
proprie possibilit. Bisogna allora im-
primere una moderazione complessiva
dellandamento di vita, senza dimentica-
re anzi ! tutti coloro che gi prima
vivevano sul filo e oggi si trovano sotto.
Con bilanci meno ambiziosi, occorre far
fronte a tutte le necessit di una societ
moderna, per di pi senza poter pi con-
tare sullo sfogo del debito pubblico che
invece dovr rientrare.
Ma che fare se ognuno difende a spada
tratta il livello di vita gi acquisito? Que-
sto il punto in cui i problemi dei giova-
ni vengono a coincidere con le questioni
di ordine generale: bisogna infrangere
linvolucro individualista e tornare a
pensare con la categoria comunitaria del
noi, perch tutto va ricalibrato secon-
do un diverso soggetto.
Anzich una somma di tanti io, sicura-
mente legittimi e forse un po pretenzio-
si, occorre insediare il plurale che abita
in ogni famiglia, il plurale di cui si com-
pone ogni societ. Non sar unopera-
zione facile, ma occorrer convertire
una parte di ci che eravamo abituati a
considerare nella nostra esclusiva dispo-
nibilit, e metterlo nella disponibilit di
tutti. E naturalmente chi nel frattempo
aveva accumulato di pi, qualcosa di pi
ora deve mettere a disposizione.
Quando un anno e mezzo fa cercavamo
di trovare il senso di ci che la crisi poteva
richiedere, si parl ad un certo punto di
una necessaria conversione degli stili di
vita. Ora ci siamo arrivati. C unalfabe-
tizzazione etica su questa nuova stagione
che occorre saper alimentare. Se una
parte di reddito va ridistribuita per poter
corrispondere alle essenziali attese delle
ultime generazioni, che diversamente ri-
marrebbero sul lastrico, ecco che c un
lavoro di rimotivazione da compiere per
dare un orizzonte convincente alla dose
di sacrifici che bisogna affrontare.
Si torna qui alla sfida educativa.
Nella mentalit pi diffusa, la sofferenza
lambito oscuro della vita che meglio
mettere tra parentesi, e da cui in ogni
caso necessario preservare i pi giova-
ni. Ma questo, pur scaturito dalle migliori
intenzioni, lautoinganno pi fatale che
si sia indotto nei figli, nei nipoti, nei di-
scepoli. Tentando di preservarli dalle dif-
ficolt e dalle durezze dellesistenza, si ri-
schia di far crescere persone fragili, poco
realiste e poco generose; Non esiste una
vita senza sacrificio, ammoniva il Papa
parlando proprio ai giovani (omelia nella
domenica delle Palme, 5 aprile 2010).
Anche la crescente allergia che si regi-
stra nei confronti dellevasione fiscale
un segnale positivo, che va assecondato.
Adesso pi che mai il momento di paga-
re tutti nella giusta misura le tasse che la
comunit impone, a fronte dei servizi che
si ricevono. Bisogna snellire e semplifica-
re, ma nessuno moralmente autorizzato
ad autodecretarsi il livello fiscale.
Chi fa il furbo non va ammirato n emu-
lato. Il settimo comandamento, Non
rubare, resiste con tutta la sua intrinse-
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MARZO 2011
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UBRICA
di SILVIO BETTINI
PRODOTTO & MERCATO
OttimismO in arrivO dagli Usa
sar ben fOndatO?
P
er la prima volta dal 2008 il
Dow Jones ha nuovamente
superato quota 12 mila punti
e sempre per la prima volta
dal 1995 ha chiuso in rialzo per nove
settimane consecutive. La Borsa ameri-
cana ha guadagnato oltre il 20% rispetto
ai minimi toccati solo nellagosto scor-
so: questo lannuncio tanto atteso del-
la fine della crisi ?
I fondamentali economici giustificano
lottimismo: gli Stati Uniti sono lunico
paese industrializzato in grado di varare
politiche espansive sia sul fronte mone-
tario che su quello fiscale: Ben Bernake,
presidente della Federal Reserve, ha an-
nunciato proprio ad agosto unimmissio-
ne di liquidit a sistema per 600 miliardi
di Usd dando, de facto, avvio al rally di
borsa; sul fronte fiscale Obama ha pro-
rogato sgravi per altri 850 miliardi.
Leffetto congiunto delle due manovre
ha generato risultati immediati: oltre al
rimbalzo borsistico il Pil Usa cresciuto
del 3,2% nel quarto trimestre 2010 e si
prevede che la sua crescita proseguir,
assestandosi al 3% nel 2011. Ancora,
secondo Bloomberg, ben 109 aziende,
sulle 147 che fino ad ora hanno reso noti
i risultati di bilancio del quarto trimestre
(su un totale di 403), hanno sorpreso in
positivo gli analisti, in generale gli utili
dovrebbero aumentare del 35% rispetto
al periodo precedente; niente male !
Le chiavi di lettura di questa situazione
possono per essere anche molto diffor-
mi; alcuni analisti, soprattutto europei, si
dichiarano pessimisti, nonostante i segna-
li positivi, ritenendo che lutilizzo spinto
di politiche monetarie e fiscali espansive
possa generare tensioni di medio lungo
periodo. Lodierna immissione di liquidi-
t, sicuramente spinge al rialzo economia,
consumi e utili aziendali, ma nellimme-
diato futuro potrebbe rivelarsi unarma
a doppio taglio: si stima che il deficit fe-
derale Usa raggiunga il 9,8% del Pil nel
2011 mentre il debito
federale si sta avvicinan-
do velocemente al 100%
dello stesso Pil (in Italia
il deficit 2011 stimato
poco sopra il 3% mentre
il debito pubblico salito
al 119%).
Contemporaneamente
il tasso di disoccupazio-
ne si avvicinerebbe al
10%, livello considera-
to insostenibile per un
paese caratterizzato da
un elevato debito pri-
vato. Il timore consiste
nel fatto che questo boom si riveli tem-
poraneo, mentre le manovre avviate per
ottenerlo porteranno sconquasso nei
conti pubblici.
Altri economisti ancora, come per esem-
pio Nouriel Roubini, leconomista che
per primo predisse la crisi imminente,
sostengono che Bernake pu osare di pi
perch, nonostante le resistenze di alcuni,
altri miliardi di dollari possono essere im-
messi sul mercato: un male necessario.
Ci pu avvenire, secondo Roubini, per
due motivi, il primo strutturale interno:
lattesa inflazionistica successiva al pri-
mo intervento non si verificata perch
limpatto sulla crescita industriale si
limitato ad uno 0,2-0,3% e ne ha lascia-
to inalterato il potenziale, inoltre perch
lincremento della base monetaria non ha
prodotto espansione nella disponibilit
di credito perch le banche non stanno
prestando denaro. Il secondo motivo,
di natura esogena: sarebbe in atto una
guerra sul fronte delle valute. Se partia-
mo dal presupposto che la sommatoria
del commercio mondiale pari a zero,
risulta chiaro che paesi con una domanda
interna debole come USA e Inghilterra
cercheranno di svalutare la propria mo-
neta per dare impulso alle esportazioni
e quindi alla crescita interna. Contempo-
raneamente i paesi con bilancia dei paga-
menti in surplus, come Cina, Giappone,
Germania e tigri asiatiche, non hanno
intenzione di trasformarsi da esportatori
netti in importatori netti, consentendo
un rapido apprezzamento della propria
divisa nei confronti di dollaro e sterlina.
Nel frattempo la signora Merkel si dimo-
stra sempre pi critica nei confronti di
un Euro che non le consente di muoversi
liberamente in difesa delle esportazioni
tedesche. I francesi da anni si battono
perch si affianchi una diversa valuta al
dollaro nel commercio mondiale, ma for-
se anche perch insieme ai tedeschi sono
convinti di potersi permettere un Euro a
due velocit. I cinesi si dibattono tra la ne-
cessit di sostenere i propri investimenti
finanziari in dollari (pare detengano circa
il 50% del debito pubblico americano) e
la tentazione di rivalutare lo Yuan per ap-
provvigionarsi sui mercati delle materie
prime a migliori condizioni.
Immaginare dove tutto ci porter non
semplice, si tratta di una partita com-
plessa nella quale lItalia rischia di gio-
care un ruolo secondario, finendo col
dover subire le decisioni altrui. chiaro
che la nostra classe politica chiamata ad
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Un nUOvO sPrint
Per le POlitiCHe
del brOlettO
A colloquio con Diego Invernici,
capogruppo del Popolo delle Libert in Provincia.
uesto il mo-
mento per inizia-
re una seconda
fase, oggi dob-
biamo tornare a
fare quelle scelte per il futuro che com-
petono a chi governa, a chi fa politica.
Dopo aver bene amministrato e aver
presentato per il 2010 un bilancio sen-
za debiti, ora serve superare il ruolo di
buoni ragionieri a cui siamo stati fino ad
ora costretti dalle risorse limitate.
Ha le idee chiare Diego Invernici, capo-
gruppo del Popolo delle Libert in Bro-
letto, che a un anno e mezzo dallinsedia-
mento in Provincia della Giunta Molgora,
vede la possibilit concreta di un cambio
di passo: Abbiamo fatto un ottimo lavoro
tagliando ci che non era indispensabile
e togliendo le inefficienze con tagli alla
spesa pubblica che hanno liberato nuove
risorse per investimenti in infrastruttu-
re. Gli assessori hanno gi cominciato a
reperire risorse da Stato e Regione ma il
peso maggiore delle nuove entrate dovr
arrivare da unattenta riorganizzazione
delle nostre partecipazioni.
Un esempio?
La partecipazione del Broletto in Au-
tostrada Brescia-Padova ha certamente
favorito gli interventi effettuati dalla so-
ciet per migliorare il servizio. Oggi cre-
do ci siano altre priorit e vendere azioni
per reperire risorse da destinare ad altri
interventi un passaggio da prendere in
seria considerazione.
Quali sono i possibili interventi
urgenti?
Sicuramente laeroporto, ma non
solo. Per quanto riguarda la questione
del DAnnunzio sono stati fatti grandi
passi in avanti grazie a tutta la maggio-
ranza. Abbiamo portato allo stesso ta-
volo tutti gli attori bresciani di questa
vicenda, dagli imprenditori alla Came-
ra di Commercio, e insieme abbiamo
lavorato per rafforzare il peso della
brescianit in questa situazione molto
complessa ed i risultati si cominciano a
vedere.
E i commenti non certo lusinghieri
espressi dal presidente degli indu-
striali bresciani a fine anno sulla clas-
se politica locale?
Acqua passata anche se si trattato di
giudizi certamente ingenerosi. In passa-
to la politica ha sempre fatto molto per le
imprese e il sottosegretario bresciano
di ROBERTO GIuLIETTI
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Diego Invernici.
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ensIeRI dI
alle attivit produttive, Stefano Saglia,
ha avuto un ruolo attivo anche in que-
sto periodo di congiuntura non certo
positiva. Credo che ognuno debba svol-
gere il proprio ruolo: gli imprenditori
devono prendersi le loro responsabilit
ed essere pi propositivi nei confronti
della politica che a sua volta deve dare
risposte.
Come per la Cassa integrazione?
Il Governo ha fatto la sua parte cos
come lamministrazione provinciale per
quanto di sua competenza. Ricordo che
abbiamo messo a disposizione risorse
economiche per garantire un pi facile
accesso al credito alle piccole e medie im-
prese: liniziativa ha permesso al tessuto
economico di attivare investimenti per
52 milioni di euro; abbiamo emesso vau-
cher per i disoccupati e fatto un accordo
con gli istituti bancari per la cessione dei
crediti che le aziende hanno nei confronti
della pubblica amministrazione. Certo si
deve migliorare anche perch dalla crisi si
deve uscire pi forti. Mi riferisco a inter-
venti che accompagnino i comparti ormai
maturi verso una riconversione e, in que-
sto scenario, societ come Aqm o Csmt
hanno un ruolo fondamentale.
Puntare su ricerca e sviluppo anche
se qualcuno ha espresso qualche per-
plessit sulleffettivo ruolo giocato da
queste societ?
Certamente, il Csmt un progetto
che deve essere sostenuto da tutti con
maggior vigore. Ha delle potenzialit
notevoli e pu continuare a crescere,
dobbiamo crederci e i risultati non tar-
deranno ad arrivare.
Da pochi mesi c il nuovo assessore al
Turismo.
Gli faccio i migliori auguri di buon la-
voro.
Crede che si debba ancora puntare sul
turismo?
Certamente s, anche per rispettare
tutte le vocazioni del nostro territorio.
La Provincia di Brescia ha tutto, dalle
montagne ai laghi, dalla pianura alle col-
line e il turismo una risorsa economica
molto importante e da valorizzare ulte-
riormente. Il nuovo assessore ha gi co-
minciato a lavorare con gli operatori del
settore e la Provincia tornata ad avere
un ruolo importante.
Come sono i rapporti con la Lega?
Buoni anche se in alcune occasioni
hanno assunto posizioni senza confron-
tarsi con i propri alleati. Ci ha gene-
rato, allinizio del mandato legislativo,
delle incomprensioni che hanno genera-
to delle tensioni che oggi ritengo siano
state superate.
La sua esperienza politica si formata
allinterno di Alleanza Nazionale. Le
vicende nazionali, come la nascita di
Futuro e libert e le scelte di Fini, come
sono state vissute a livello locale?
Personalmente, ho deciso di essere co-
erente con la scelta fatta nel marzo 2008
di unificare due partiti come Forza Italia
e AN. La decisione di Fini di uscire dalla
maggioranza e di formare un nuovo par-
tito penso sia esclusivamente una scelta
personale che ha ben poco di politico,
anche se devo constatare che non parla
pi con argomenti di destra. Oggi conti-
nuo a credere che il progetto del PdL di
creare un contenitore politico di diverse
sensibilit, che valorizzi quello che c
di comune delle diverse anime che lo
compongono, sia ancora valido.
Non crede che oggi sottolineare alcu-
ne differenze allinterno del partito
sia invece utile?
Sono sempre stato contrario alle cor-
renti interne ai partiti anche perch le
ho sempre viste nascere per esigenze di
singoli, per crearsi solo spazi personali.
La mia esperienza come capogruppo del
Popolo delle Libert in Broletto mi ha
insegnato che la forza del nostro grup-
po di 11 consiglieri la compattezza; va
bene tanto confronto, ma poi necessa-
ria la sintesi e lunit.
In campagna elettorale si parlato
della possibilit di abolire le provin-
ce. Cosa ne pensa in proposito?
Non ritengo sia una scelta giusta e ag-
giungo che hanno pi senso di esistere
delle regioni. Le province danno un
supporto concreto alle amministrazioni
locali, conoscono il territorio, ne sanno
interpretare meglio le esigenze e quindi
possono dare risposte pi veloci e con
maggiore cognizione di causa. Certo la
scarsit di risorse costringe tutti ad ot-
timizzare quelle che ci sono, ma questo
un processo virtuoso al quale tutti do-
vrebbero tendere, comuni compresi.
In questi mesi si discusso spesso di
una classe politica con poca forma-
zione, senza una gavetta adeguata ai
diversi livelli dirigenziali. Cosa consi-
glierebbe a un giovane che vuole avvi-
cinarsi alla politica?
La politica passione, voglia di
mettersi al servizio degli altri ed essere
preparati indispensabile per svolgere
al meglio il proprio impegno. In questi
anni abbiamo assistito a una persona-
lizzazione esasperata della politica e a
un cambiamento radicale del ruolo dei
partiti. Credo sarebbe meglio fare un
passo indietro, con la politica che do-
vrebbe uscire dalle stanze del potere e
tornare ad essere uno strumento al ser-
vizio di tutti i cittadini. Il partito non
un centro di affari e fare politica non
una professione, se un giovane si avvi-
cina alla politica con questi presupposti
potr sicuramente dare un contributo
positivo.
Oggi serve tornare
a fare quelle scelte
che competono a
chi governa.
Diego Invernici, classe 1971, risiede
a Pisogne. Laureato in Economia e
commercio, impiegato amministra-
tivo. Consigliere comunale a Pisogne
dal 1999, presidente della societ
Vallecamonica servizi vendite Spa
(dal 2001 al 2010), da giugno 2009
capogruppo del PdL in consiglio
provinciale di Brescia. stato vice
presidente provinciale del movimen-
to giovanile di AN, azione giovani e,
fno a marzo 2009, dirigente provin-
ciale di AN e responsabile politico
del partito per il comprensorio sebi-
no-camuno.


maiOlini
Un QUentin tarantinO
made in bresCia
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Giacomo Maiolini, limprenditore di successo alla guida dellunica
casa discografca bresciana in grado di competere con le majors del settore.
d
avide contro Gola? Trop-
po banale. Diciamo che
come la Ducati che vince
contro la Honda o la Ya-
maha, o come la Beretta che nel 1985
vinse la gara mondiale per il Pentago-
no contro le mitiche Colt, Winchester,
Browning e Smith&Wesson. Con la dif-
ferenza che qui non siamo in presenza
di unazienda di tondino o di ottone ma
di una realt atipica per il Dna impren-
ditoriale bresciano. Si tratta di una casa
discografica le cui incisioni hanno supe-
rato, nel successo radiofonico e spesso
anche nelle vendite, mostri come
Madonna, Lady Gaga, Kylie Minogue e
Katy Perry. Prima in classifica rispetto
alle grandi firme planetarie (Sony, War-
ner, Universal, Emi, nessuna delle quali
italiana) che formano loligopolio della
musica leggera mondiale.
la Time Records di Giacomo Maiolini,
prima indipendent label (etichetta indi-
pendente) italiana, che si confermata
leader nazionale del Music Control con
due canzoni ai primi due posti in clas-
sifica: Back it up di Caro Emerald e
Youre not alone di Mads Langer. La
stessa Emerald ha poi bissato il numero
uno col singolo successivo, A Night
Like This.
Per una piccola casa discografica in-
dipendente che deve competere con
le grandi majors del settore una
grande soddisfazione, non le pare?
Mai successa a memoria nostra una
cosa del genere, risponde Giacomo Ma-
iolini, presidente della Time Records,
due metri di altezza, fisico snodato da
ragazzo della via Gluck anni 2000
in perfetta sintonia con la professione
che esercita, una icona postmoderna
che sembra uscita da un film di Quentin
Tarantino. Si tenga conto che per tutta
lestate abbiamo avuto due brani pre-
senti nella Top 10 singles chart: oltre al
ricordato Mads Langer con Youre Not
Alone anche il fenomeno dance dellan-
no We No Speak Americano di Yolan-
da Be Cool.
Il risultato complessivo che ogni set-
timana le canzoni prodotte da Time
di ALESSANDRO ChEuLA
maiOlini
Un QUentin tarantinO
made in bresCia
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Un trasloco
o una vacanza tra amIcI
non sono un problema.
SceglI Il mezzo pIu comodo
e efcIente: tIenIlo per Il
tempo necessarIo.
FaI con comodo,
questa volta.
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Non lImItartI a desIderare.
NoleggIo a 8reve TermIne
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vengono proposte dalle radio quan-
to quelle di una multinazionale come
Emi Music. Tra le nuove proposte di
Time Records c poi Brooke Fraser,
gi ai vertici di Music Control col sin-
golo Something In The Water. Il 15
marzo esce un nuovo album, Flags,
bandiere.
Da sei mesi a questa parte siete impe-
gnati con tutto lo staff nella riorga-
nizzazione dellazienda di via Sorba-
nella: imprenditori dunque, non solo
artisti
Una razionalizzazione grazie alla quale
la Time Records sta raggiungendo ri-
sultati di airplay e di vendita digitale mai
ottenuti in passato. Operazione, inoltre,
che ci ha portato un nutrito team di mana-
ger sperimentati. Tra questi Mark Imbru-
glia, responsabile della promozione arri-
vato da Universal Music; Ricky Romanini
e Luca Moretti arrivati dalla Motivo, oltre
a Federico Riccioni, Paola Macchi, Carla
Bucci, Rossana Serena e Pietro Gandos-
si, tutti gi operativi in Time.
Siete leader anche nel settore delle
compilations, nonostante la pervasi-
va concorrenza di internet?
Certo. Fin dagli anni 90 siamo riusciti
a creare fenomeni di vendita senza pre-
cedenti. Non solo, ma abbiamo saputo
arginare il crollo delle vendite del mer-
cato discografico conseguente allav-
vento di internet stringendo accordi di
partnership con i principali network
radiofonici italiani, da Radio Deejay a
Radio 105, la pi ascoltata delle emit-
tenti italiane.
Time Records sa come far ascoltare la
propria musica in tv nelle pubblicit,
non solo nei consueti video: i gran-
di successi di Caro Emerald, Mads
Langer e The Temper Trap sono di-
ventati, infatti, la colonna sonora dei
recenti spot Wind, Telecom, Amaro
Limonc: dove volete arrivare?
Lobiettivo della mia etichetta quel-
lo di allargare lattivit alla musica pop,
dopo i successi di vendita di musica dan-
ce in tutto il mondo; il mercato cam-
biato ed anche le radio in Italia suonano
meno musica dance. Per questo noi stia-
mo lavorando per far diventare la Time
Records leader delle indipendenti per la
musica pop, ma continuando a produr-
re e scoprire sempre nuovi successi da
esportare.
Maiolini potrebbe essere definito lAl-
do Busi della discografia italiana per
lanomala, rispetto alla mediet bre-
sciana, dellattivit che svolge. Una ge-
nialit creativa che, come il grande scrit-
tore maudit made in Montichairi, si
affermata a livello internazionale. Time
Records stata fondata nel 1984 quan-
do il molleggiato spilungone di Caste-
gnato era poco pi che ventenne. Oggi
lindiscusso leader tra le independent
label italiane, le etichette indipendenti,
cos dette perch operano e competono
al di fuori dello strapotere e della sfera
di influenza delle grandi potenze del
settore (la quattro major estere citate in
premessa). La chiave del suo successo
il domestic focus, ossia la concentrazio-
ne sul mercato nazionale.
Time Records, per la cronaca, anche
lunica sopravvissuta alla moria che ha
colpito le case discografiche indipen-
denti bresciane. Ed lunica ad aver
mantenuto e sviluppato la quota di mer-
cato nazionale ed estero in un settore
saturo e concorrenziato, per non dire
ultracompetitivo, dove la differenza si
gioca su margini risicati.
cos che siete diventati la prima la-
bel indipendente in Italia?
esattamente cos, ed sempre nello
stesso modo atipico, per non dire ano-
malo, come lei dice, che intendiamo
restare leader del comparto. Un so-
gno che fino a pochi anni fa sembrava
impossibile, ma, come dice Benigni,
lunico modo per realizzare i sogni
restare svegli.
Abbiamo arginato
il crollo delle
vendite del mercato
discografco
stringendo accordi
di partnership con
Radio Deejay e
Radio 105.
Le cantanti Brooke Fraser (sopra)
e Caro Emerald (a sinistra).
Un trasloco
o una vacanza tra amIcI
non sono un problema.
SceglI Il mezzo pIu comodo
e efcIente: tIenIlo per Il
tempo necessarIo.
FaI con comodo,
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ma dura ben 20 giorni conservato in frigorifero*,
grazie alla microfiltrazione, un processo naturale che
consente di eliminare parte delle impurit presenti nel
latte crudo.
PERCH LA QUALIT CENTRALE
Il delicato trattamento termico di pastorizzazione,
successivo alla microltrazione, preserva nel miglior modo
possibile le caratteristiche qualitative del latte (proteine,
minerali e vitamine).
per questo che il latte Microltrato mantiene
le propriet nutritive ed il gusto del latte fresco
pastorizzato di Centrale!
TUTTO BRESCIANO
Perch proviene dalle nostre terre bresciane, come puoi
vericare dalla zona di mungitura indicata sulletichetta.
Dalla raccolta nelle stalle al trasporto, no alla produzione
in Centrale tutto latte con tracciabilit certicata grazie al
rigoroso controllo garantito da un ente esterno.

SI FA IN TRE PER TE!
Puoi scegliere tra Intero, Parzialmente scremato o Alta
Digeribilit con solo 0,1% di lattosio. In questultimo il
lattosio ha subito la trasformazione nei due zuccheri
semplici glucosio e galattosio che rendono il prodotto
facilmente digeribile. Il latte Microltrato di Centrale per
tutta la famiglia, anche per le persone intolleranti al lattosio
ma che non vogliono rinunciare al sapore del buon latte!
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valentina belOtti
sOgnare COrrendO
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gni mattina Valentina
Belotti si sveglia e sa che
dovr correre. Di leoni
non se ne vedono dalle
sue parti, ma la celebre vocazione della
gazzella le appartiene, quasi facesse par-
te del suo dna. Il cromosoma da atleta
della gnara di Tem sbocciato alla te-
nera et di 12 anni e negli ultimi 18 ne
ha fatto una delle stelle pi luminose del
panorama mondiale della corsa in mon-
tagna. Una maggiore et sportiva vissuta
di corsa, ma allo stesso tempo attimo
per attimo, volando alto con le passioni
e lentusiasmo, ma restando con i piedi
ancorati a terra senza perdere di vista le
priorit della vita. Tutto iniziato come
nelle fiabe migliori, quasi per caso, grazie
a un doppio colpo di fulmine che ha fatto
innamorare Valentina della corsa e il suo
primo allenatore delle sue doti innate.
Erano i Giochi della Giovent racconta
Valentina e da l non mi sono pi ferma-
ta. Chilometro dopo chilometro la corsa
diventata uninsostituibile compagna di
vita, qualcosa di simile a un bisogno vitale:
Quando ho sentito che la corsa era fon-
damentale come mangiare o dormire ho
capito di non poterne pi fare a meno.
Ricordi la tua prima corsa?
La prima gara ufficiale stato il Cross
di Valle Camonica. Nessuno si aspettava
il mio successo, io per prima, invece
arrivata subito una bella vittoria.
Tutto iniziato quasi per gioco, poi la tua
passione diventata una professione.
Esatto, e a tal proposito posso sola-
mente dire di ritenermi molto fortunata
a potermi guadagnare da vivere grazie
alla mia passione di sempre.
Come funziona nel vostro mondo?
Siamo retribuiti dalle societ di appar-
tenenza. A volte si riescono a trovare an-
che sponsor personali che ci sostengono
e in base ai risultati conseguiti con una
serie di premi.
Hai mai pensato a cosa farai dopo aver
appeso le scarpe da corsa al chiodo?
Inizier finalmente a lavorare Scher-
zi a parte di sicuro la corsa far sempre
parte della mia vita, avr sempre uno
spazio nella mia quotidianit, ma non
ruoter tutto intorno allallenamento
come adesso e potr iniziare a dedicar-
mi anche ad altro.
Sei riuscita a conciliare studio e
corsa?
S, credo che scuola e atletica si possa-
no conciliare perfettamente. Basta orga-
nizzarsi. Io ho frequentato lItcg Olivelli
di Edolo, dove mi sono iscritta anche al
corso di laurea in Valorizzazione e tutela
dellambiente e del territorio montano.
Mi mancano tre esami alla tesi finale.
Tra laltro ho vissuto a Bergamo per al-
cuni anni nei quali ho preso il diploma
di massofisioterapista.
Intervista alla campionessa azzurra di corsa in montagna.
di BRuNO fORZA
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NON TE NE PENTIRAI,
NEMMENO TRA 20 GIORNI
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vericare dalla zona di mungitura indicata sulletichetta.
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Digeribilit con solo 0,1% di lattosio. In questultimo il
lattosio ha subito la trasformazione nei due zuccheri
semplici glucosio e galattosio che rendono il prodotto
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tutta la famiglia, anche per le persone intolleranti al lattosio
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Come vive un atleta come te? Quanto
incide il sacrificio nella vita di tutti i
giorni?
La mia giornata legata a doppio filo
ai tempi e alle necessit riguardanti
lallenamento. Tutto finalizzato alla
buona riuscita di questo lavoro, dal
riposo alla dieta. Non esistono giorni
feriali o festivi, ci si deve allenare sem-
pre, con il sole o con la pioggia e spes-
so si rinuncia a viaggi e uscite con gli
amici. Ma ne vale la pena se la passione
autentica.
Dove vivi e ti alleni ora?
Negli ultimi anni ho sempre trascor-
so gli inverni lontano da casa, perch il
mio paese un po inadatto per gli alle-
namenti (Tem si trova a 1.200 metri
ndr.). Prima ho scelto Bergamo, ma da
due anni a questa parte mi sono trasferi-
ta a Colico per svernare.
Quanto difficile stare lontani da casa?
Molto, perch nonostante i chilometri
non siano molti sento tutti i giorni la
lontananza dai miei affetti, anche se ora
uno degli affetti pi importanti vive con
me.
Nei tuoi progetti futuri c anche
quello di metter su famiglia?
A breve mi vorrei prendere una pausa
per avere un figlio. Latletica bellissi-
ma, ma la vita anche altro ed ora questo
altro si sta facendo sentire con tutta la
sua importanza.
Qual stata la tua gara pi bella?
Ai campionati italiani di societ di corsa
campestre a Roma nel 2004. Fu una vit-
toria tricolore inaspettata, una vera e pro-
pria sorpresa per tutti, anche per me. Se
ci penso mi vengono ancora i brividi.
C un atleta al quale ti ispiri?
In realt non c, diciamo che cerco di
rubare qualcosa ad ogni atleta con il
quale entro in contatto, poi per me han-
no un grande valore i consigli del mio
allenatore Renato Gotti (ex atleta ndr.)
e di tanti amici che condividono con me
lamore per la corsa.
Cosa si prova a rappresentare il pro-
prio Paese in una manifestazione in-
ternazionale e a salire sul podio?
Vestire la maglia azzurra unesperien-
za unica, importante, e un grande moti-
vo dorgoglio. Quando arrivano anche le
medaglie fantastico e condividere con
tutti la mia gioia la cosa pi bella.
Quanto ti senti italiana? E bresciana?
Mi sento molto italiana e bresciana, ma il
fatto di aver vissuto in tanti luoghi diversi
negli ultimi anni mi ha portato ad avere
nel cuore non solo la mia terra dorigine,
ma anche le tanti luoghi vissuti e le splen-
dide esperienze fatte in Italia.
Gli argenti ai Campionati Europei e
Mondiali sono stati grandi gioie o pic-
coli dispiaceri?
Entrambe le cose, soprattutto perch
sono arrivati per due anni consecutivi.
Prover ancora a centrare loro. Ci vor-
rebbe un po di fortuna in pi.
Oltre a te stessa a chi devi di pi per i
tuoi successi?
Sicuramente devo tantissimo alla mia
famiglia, che mi ha sempre sostenuta,
cos come il mio fidanzato Emanuele,
con il quale condivido questa passione-
lavoro. Tra le persone pi importanti
per me c anche il mio allenatore e
carissimo amico Renato Gotti, poi non
posso dimenticare la Runner Team 99,
una societ che mi stata vicina anche
nei momenti difficili dandomi sempre
fiducia.
Qual , ad oggi, il tuo sogno nel cas-
setto?
Sono molto realista: quello che sto vi-
vendo per me gi un sogno, mi vergo-
gnerei a chiedere di pi.
Perch consiglieresti a un bambino di
iniziare a correre?
La corsa, oltre ad essere importante
per la salute, rappresenta un bellissimo
momento di aggregazione e di crescita
comune. Latletica mi ha dato la possibi-
lit di conoscere tanti amici e di viaggia-
re trasmettendomi valori fondamentali
come il rispetto e lonest.
2titolimondialiasquadredicor-
sa in montagna
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MESI
MARZO 2011
24
E
ventI
fOrma e COlOre
nellarte di matisse
Inaugurata la grande mostra dedicata a henri Matisse, con circa 180 opere
tra dipinti, sculture, disegni e le celebri gouaches dcoupe, affancate ai calchi
di alcune delle pi importanti sculture di Michelangelo, che il maestro del fauvismo
studi a lungo per indagare la relazione tra scultura e pittura.
s
anta Giulia, a partire da vener-
d 11 febbraio (primo, attesis-
simo giorno dapertura), offre
al visitatore una nuova grande
mostra Matisse, la seduzione di Miche-
langelo, a cui si accompagna lesposi-
zione minore di Ercole il fondatore,
un viaggio nel bello e nellintimo antro-
pico che arte e storia restituiscono in un
percorso espositivo unico e coraggioso.
Cos, mentre in tutto il paese prende-
vano forma eventi di promozione alla
Matisse (dagli happening dei post-it in
rosa alle impronte stradali ammiccanti
ai ritagli del maestro francese), a Bre-
scia la presentazione era affollatissima di
giornalisti e curiosi. La mostra, curata
da Claudia Beltramo Ceppi, coadiuvata
da un comitato scientifico composto dai
maggiori esperti di Matisse, stata pro-
mossa dal Comune di Brescia, prodotta
e organizzata da Fondazione Brescia
Musei e Artematica. Il suo riuscitissimo
connubio tra scultura, pittura, archeo-
logia e parola indaga lanimo umano a
360 gradi, e si offre indistintamente ad
appassionati come a semplici curiosi, a
grandi e piccini, con la semplicit di chi
desideri narrare una storia. Le opere,
scelte con grande attenzione e senso
di continuit (con la presenza di alcuni
pezzi solo di rado prestati al circuito
delle mostre), offrono un quadro am-
pio ma profondamente significativo del
maestro fauve e del suo alter-ego rina-
scimentale. Con Michelangelo, Matisse
condivide il profondo amore per la vita
e la sua naturale forza, tanto che, nelle
parole di Bernardelli Curuz, il direttore
artistico di Brescia Musei, cos defini-
to il loro rapporto: Matisse un chimi-
co che si applica per ridurre leccipiente
ed arrivare al principio attivo, archetipo
di SERGIO MASINI
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2
MESI
MARZO 2011
25
della gioia di vivere. Lo stesso fece Mi-
chelangelo. I due non sono uno imitato-
re dellaltro, bens la coppia di esperien-
ze splendidamente convergenti. Una
storia damore, di riflessione sullener-
gia viva, quella dei due artisti, che trova
in mostra la chiave di una rilettura mai
tentata ma felicissima. Passando, infatti,
per il cuore buio e silenzioso del sentire
artistico, il percorso della mostra (dove
sono visibili, a confronto bozzetti, ri-
tratti e sculture) conduce alla maturit
artistica e umana dellautore, allesplo-
sione del colore, alla sua pi vivida e
confortante joie de vivre. Lallestimen-
to, originale e curatissimo, attraverso lo
studio della forma, delle tensioni carnali
tra quiete e movimento, conduce loc-
chio del visitatore direttamente al loro
fulcro: a quellanima immortale che ne
motore. allora che il corpo si fa mo-
vimento, che la pietra diviene musica,
che la riflessione cede a danza e colore,
alla gioia degli ampi tessuti, ridondanti
di fresca vitalit. E ancora: alcune ope-
re del maestro del nostro rinascimento,
con e attraverso la mano di Matisse, san-
no regalare momenti dintensa parteci-
pazione emotiva. Basti pensare alla sen-
sualit dei suoi corpi femminili lavorati
da scalpelli emozionali come allintima
pudicizia di Donna alla finestra, tra
vigore e abbandono, basti osservare nel
loro evolversi le tre teste dHenriette,
un vero e proprio percorso fuori e den-
tro la verit oggettiva e il suo elevarsi
simbolico e, in ultimo, i tratti vigorosi
dei disegni, linee che gi preludono alla
forza della forma complessa. Si aggiunga
che il tutto accompagnato dalla parola,
da quel fraseggiare a volte falsamente
ironico, a volte profondo, che proprio
Matisse, come in una finestra tempora-
le, ci regala.
Loriginale ricerca darchetipi che tra-
scendono il tempo, si pu rintracciare
anche nella mostra, che si svolge in con-
temporanea, dedicata a Ercole il Fon-
MATISSE. LA SEDuZIONE
DI MIChELANGELO
ERCOLE IL fONDATORE.
DALLANTIChIT AL RINASCIMENTO
11 febbraio - 12 giugno 2011
Brescia, Museo di Santa Giulia
www.matissebrescia.it
Orari di apertura:
luned-gioved: 9.00-20.00,
venerd e sabato: 9.00-21.00,
domenica: 9.00-20.00
Costo del biglietto:
intero 14,00,
ridotto 11,00
datore. Dallantichit al Rinascimento,
curata da Marco Bona Castellotti. Nella
sezione della mostra dedicata al mitico
eroe, che secondo la leggenda avrebbe
fondato Brescia, sono raccolti i pezzi ar-
cheologici unici del museo di Gavardo, i
riferimenti religiosi romani della nostra
terra, le antica vestigia della Brixia re-
pubblicana e imperiale, per non parlare
di lapidi che testimonierebbero di un
vicolo (o pi probabilmente di un quar-
tiere cittadino) legato alleroe delle sette
fatiche. In esposizione opere archeolo-
giche, medioevali e rinascimentali che
rappresentano unarticolata campiona-
tura dei temi legati a Ercole.
In queste pagine, alcune delle opere di Henry Matisse
esposte al Museo di Santa Giulia.
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MESI
MARZO 2011
stimOli Per lediliZia
attenZiOne al risParmiO energetiCO
di MARIO CONSERVA
STRATEGIA DI IMPRESA
R
UBRICA 26
l
associazione tedesca dei co-
struttori di finestre e facciate
continue ha presentato recen-
temente i dati di unindagine
sul mercato europeo 2010 dei serra-
menti; cera molta attesa per questo rap-
porto, nella speranza di poter registrare
una netta inversione di tendenza rispet-
to lanno precedente.
In realt un progresso numerico c sta-
to, ma modesto, inferiore al mezzo punto
percentuale, insufficiente ad assicurare
un po di ottimismo, dopo il calo di oltre
il 22% del 2009. Oltretutto, se andiamo
a leggere in dettaglio i numeri, si vede
che lEuropa a 27 continua a mantenere
un andamento negativo di oltre sei punti,
e infatti chi salva il risultato sono Russia e
Ucraina che insieme incassano un recu-
pero di oltre il 21%.
Guardando ai singoli paesi della Comu-
nit si osserva che la forbice degli anda-
menti resta molto ampia: la Germania fa
anche qui da locomotiva, con oltre 12,5
milioni di unit finestra venduti e trend
in crescita, miglioramenti marginali e
poco consistenti in Gran Bretagna e in
Italia, un disastro in Francia con un calo
del 35%, che a sua volta proviene dai due
anni precedenti pesantemente negativi.
Un altro dato interessante riguarda i tipi
di serramenti e finestre che vengono uti-
lizzati nei vari paesi dEuropa, perch
ogni area geografica ha le sue preferenze,
spesso determinate da fattori climatici
ma anche legate alle abitudini ed alle di-
sponibilit locali. Ad esempio nel Nord
Europa sono vincenti i serramenti di le-
gno, con punte di impiego in Scandinavia
di oltre il 70%; nel Centro Europa e nei
paesi dellEst, come Russia e Polonia, si
impongono i prodotti in pvc; le finestre in
alluminio fanno invece parte del paesag-
gio mediterraneo, dominano in Spagna e
Grecia, e sono molto forti in Italia.
Il quadro che emerge parla di una situa-
zione di riferimento ancora poco favore-
vole, e i punti interrogativi sono nume-
rosi, dalla crisi perdurante del mercato
delle costruzioni ai temi del risparmio
energetico, i due elementi principali che
hanno un peso determinante sulle pos-
sibilit di rilancio. Guardando a quanto
avviene in casa nostra, per il primo pun-
to pi che mai indispensabile quel pac-
chetto di misure noto come piano casa
che, attraverso diversi interventi, avreb-
be dovuto assicurare il rilancio della do-
manda. In realt negli scorsi due anni il
piano non mai decollato, ha registrato
qualche attenzione in Veneto e in Sar-
degna, nel resto del paese indifferenza o
disinteresse. Nellattesa di un piano fun-
zionante, va ricordato che la questione
dellenergia centrale anche nelledili-
zia, quindi nel sistema dei serramenti,
ed giusto che sia cos perch lenergia
impiegata nel residenziale e nel terziario
rappresenta il 40% del consumo finale
energetico della Comunit, quindi una
corretta gestione del fabbisogno euro-
peo uno strumento fondamentale per
dare sicurezza agli approvvigionamenti.
E vediamo ancora limportanza dei ser-
ramenti e delle loro qualit costruttive,
perch le prestazioni delle finestre sono
importanti nel bilancio energetico di un
edificio e hanno un peso tra il 10 ed il
20% per il totale delle dispersioni. Il
vero problema sono le solite resistenze
allattuazione di un serio progetto di
risparmio energetico, perch questo si-
gnifica scelte tecnologiche coraggiose e
non sempre facili da imporre, e chiarez-
za nelle norme applicative, semplici da
enunciare ma ardue da realizzare.
Le aziende del settore guardano con
preoccupazione al rischio di uno stallo,
ci sono ancora dubbi e incertezze nor-
mative, e non una questione di poco
conto perch importante pretendere la
qualit dai prodotti edilizi come i serra-
menti, per evitare dispersioni e il miglior
livello di isolamento termico possibile,
per al contempo indispensabile un
quadro chiaro degli obblighi normativi
e degli strumenti tecnici per progettare
nel caso specifico serramenti conformi
alle nuove disposizioni legislative. La
realt che passato il tempo in cui le
finestre erano una cosa semplice, oggi
sono prodotti che assolvono tante fun-
zioni tipiche, ma che hanno un compito
fondamentale, quello di aiutarci a rispar-
miare energia e per questo debbono es-
sere tecnologicamente evoluti.
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a2a
tOrnare indietrO nO
ma Cambiare si PU
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Da una parte il revisionismo di Onofri, dallaltra il negazionismo di Gitti a
qualsivoglia modifca alla situazione attuale. In mezzo il continuismo di Di Mezza e di
Paroli, aperto a soluzioni innovative purch compatibili con gli interessi del partner
meneghino. Pareri e punti di vista diversi che lasciano in sospeso linterrogativo di
fondo: come riequilibrare il rapporto sperequato tra Milano e Brescia, e restituire a
questultima il ruolo e il peso che le competono nella governance di A2A?
di ALESSANDRO ChEuLA
E
COnOMIA
l
a ridefinizione dei ruoli tra
Brescia e Milano in seno ad
A2A rimane il vero grande
problema strategico per la
politica bresciana e il banco di prova per
la classe dirigente locale, la cui funzione
sembra aver perso negli ultimi tempi lo
smalto degli anni migliori e il coraggio
dei nuovi intravvisti, ripiegata com su
logiche rinunciatarie di tipo difensivo e
su ottiche remissive di tipi conservativo.
Non si tratta dellunico problema, poich
se ne danno altri altrettanto importanti
per il futuro della citt e della provincia
quali le infrastrutture (territoriali come
metropolitana leggera e Brebemi; strut-
turali come polo logistico intermodale,
aeroporto, centro fiera e cittadella dello
sport; strumentali come il Csmt, culturali
come le due universit) ma certamente
decisivo per la promozione di Brescia a
citt europea, come merita per valenza
storica e attuale importanza economica.
CORREGGERE LA ROTTA
Giuseppe Onofri, uno dei padri poli-
tici della fusione tra Asm e Aem insieme
a Capra, Morgano e Corsini, del parere
che, ad alcune condizioni, si possa tor-
nare indietro, o quantomeno correggere
la rotta. La sua proposta revisionista si
articola in due opzioni. O una holding
con due distinte strutture operative ter-
ritoriali, vale a dire due diverse societ,
A2A Brescia e A2A Milano, con rispet-
tiva autonomia. Oppure due direttori
generali territoriali (o in alternativa due
amministratori delegati) a capo delle due
societ. Gregorio Gitti, advisor tecnico
della fusione, dellavviso che la hol-
ding sia una strada impraticabile, mentre
lipotesi del doppio direttore del tutto
astratta poich non si danno precedenti
in quanto nessuna azienda lo ha adotta-
to. La differenza tra i due professionisti
che, mentre la soluzione prospettata
da Onofri si sforza di dare una possibile
concreta risposta alle aspettative di raf-
forzamento del ruolo di Brescia, quella di
Gitti, dando la responsabilit dellattuale
impasse agli uomini e non alle regole,
non si preoccupa di cercare risposte al-
ternative considerando lo status attuale la
migliore delle scelte possibili.
Il divorzio tra Brescia e Milano sareb-
be davvero una ritirata, o peggio una
sconfitta? Il solo fatto di parlarne
conferma come la domanda posta dalla
nostra testata nel numero di dicembre
2010 relativamente alla possibilit di
tornare indietro non fosse peregrina
o estemporanea. E neppure gratuita o
velleitaria, visto che, dal momento che
se ne discute, sembra appartenere al no-
vero delle cose possibili, seppure poco
probabili. Un fatto tuttavia certo, come
conferma lattento e pertinente dibattito
ospitato allinizio del mese scorso sulla
stampa locale. Se da una parte sembra
tramontare lipotesi estrema, quella di
un referendum per sancire la separazio-
ne tra Brescia e Milano con il ritorno alla
vecchia Asm, dallaltra sembra prendere
consistenza unipotesi pi realistica. Vale
a dire la ridefinizione dei rapporti tra Bre-
scia e Milano nel quadro di una rinnovata
cornice statutaria e di un nuovo sistema
di regole, con una proporzionalit pon-
derale tra i due partner pi equilibrata e
adeguata ai rispettivi pesi.
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MESI
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E
COnOMIA
TORNARE AL TERRITORIO
Il nucleo della proposta di Onofri si com-
pone di due aspetti: territorio e funzione.
O meglio: prima il territorio e poi la fun-
zione. Spieghiamo. Secondo Onofri una
scissione di A2A, trattandosi dellimpli-
cita ammissione di un fallimento, rischie-
rebbe di tramutarsi in una soggettiva
sconfitta psicologica e politica oltre che
in un oggettivo depauperamento. Certo
che, quando si prende atto dellerrore
compiuto, si pu sempre cambiare idea
tornando sui propri passi. E tuttavia la
posta in gioco, al punto cui arrivata la
fusione, potrebbe oggi rivelarsi troppo
alta per essere digerita e metabolizzata
dalla comunit bresciana. La risposta ai
dubbi sopravvenuti negli ultimi mesi e il
rimedio ai problemi emersi recentemen-
te, secondo il professionista bresciano,
unaltra. Si tratta, in primo luogo, di una
scissione non giuridica ma funzionale
e strumentale che prevede due strutture
territoriali allinterno di A2A e poi, in
secondo luogo ma solo se necessario, la
costituzione di due societ operative par-
tecipate al 100% da A2A. Attualmente
lorganizzazione di A2A poggia su una
distinzione funzionale, non territoriale,
tra settore amministrativo-finanziario e
settore industriale-produttivo. Il primo
settore diretto da un manager milanese,
il secondo da un manager bresciano. La
modifica di Onofri, per la quale non sa-
rebbe necessaria una modifica dello statu-
to, prevede due direttori generali, a capo
rispettivamente della struttura operativa
territoriale milanese e di quella brescia-
na, le cui competenze dovrebbero essere
miste, cio sommare nella stessa persona
sia le funzioni amministrativo-finanziarie
che quelle industriali-produttive. Se tale
soluzione non bastasse o non si rivelasse
efficace ed efficiente, si passerebbe alla
scissione giuridica vera e propria con
la costituzione di due societ operative
territoriali, A2A Brescia e A2A Milano,
entrambe facenti capo ad una holding la
cui governance resterebbe sempre dua-
le come ora, vale a dire un Consiglio di
sorveglianza e un Consiglio di gestione.
Secondo Onofri si tratta di due strade
percorribili la separazione funzionale
nel caso di due direttori, la separazione
giuridica nel caso di due societ per ri-
dare alle due ex aziende lautonomia ope-
rativa e lidentit professionale che con la
fusione si andata smarrendo, restando
sempre sotto una stessa egida capace di
garantire ad un tempo unicit di indirizzo
e diversit di gestione.

PIANO INDuSTRIALE
fATTIBILE?
Secondo Gregorio Gitti il piano indu-
striale alla base della fusione tuttora
valido, deve solo essere completato e
implementato, restando attuali le sue
linee operative e i suoi indirizzi proget-
tuali. Se un problema c non dovuto
alle regole ma agli uomini, in particolare
allegemonia della componente milanese
con la relativa marginalizzazione dei ma-
nager bresciani. Nessun referendum per
tornare alla vecchia Asm, dice Gitti, nes-
suna concessione nostalgica allo statu
quo ante. La fusione resta attuale e, se
ben realizzata secondo gli scopi origina-
ri fondativi, tuttora densa di potenzialit
per lavvenire. Bocciatura anche per le
proposte intermedie di Onofri, poich
la holding sarebbe una via impossibile e
il doppio direttore una novit irricevibile
in quanto irrealizzabile non esistendo al-
cun precedente del genere nella casistica
consolidata, e non essendo compatibile
con le esigenze gerarchiche di unicit
della gestione aziendale. Tra le due po-
sizioni, quella di Onofri, oltre che pi
politicamente avvertita, pi attenta e
vicina al territorio. Tutto sta vedere se
si tratta di una risposta efficace sul piano
della realizzabilit ed efficiente su quel-
lo delle governabilit. Ossia sul terreno
della competitivit dei servizi aziendali.
La stella polare della fusione non il pri-
mato fine a se stesso ma lutente ossia il
cittadino, vale a dire servizi moderni ed
efficienti a tariffe convenienti e competi-
tive. Tutto sta vedere qual la strada mi-
gliore per conseguire tale maggiore effi-
cienza: se pi globalizzazione ossia pi
dilatazione dimensionale o, allopposto,
pi localizzazione ossia pi territorio.
Oppure se le due cose contemperate o
declinate insieme. La scelta non ideolo-
gica ma funzionale. Poich da noi tutto
sembra diventare ideologia, la globalit
come la territorialit.
La ridefnizione dei
ruoli tra Brescia e
Milano in seno ad
A2A rimane il vero
grande problema
strategico per la
politica bresciana e
il banco di prova per
la classe dirigente
locale.
a sinistra, Giuseppe Onofri.
a destra, Gregorio Gitti.
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Un sito dinamico, aggiornato, allegro racconta Mariangela Bertoletti dove i
nostri clienti possono vedere in anteprima tutte le novit disponibili, le marche che
proponiamo e scegliere il proprio personal shopper. La mamma pi esigente potr
infatti indicare, prenotandolo, il proprio venditore preferito e farsi consigliare negli
acquisti della nuova collezione primavera estate scegliendo il giorno e lora per
la visita al punto vendita anche in orari non tipicamente da negozio, favorendo, in
questo modo, uno shopping rilassato e nella massima privacy. Ma non solo. Il Chil-
dren Shoes di San Zeno Naviglio, infatti, da questa stagione dedica un vero e proprio
reparto alla calzatura per la donna giovane e luomo sportivo proponendo marchi di
tendenza.
Di certo, il successo ormai consolidato delliniziativa imprenditoriale stato il risul-
tato di scelte attente che si sono rivelate vincenti. Nonostante le incertezze dovute
al momento di crisi generale nel quale ho aperto il primo negozio, aver ben definito
il target di riferimento e le strategie operative mi ha sicuramente aiutata. A confer-
marlo sono i dati del bilancio che nel triennio sono triplicati. Come mamma di tre
bambini mi sono resa conto di come a Brescia mancasse un negozio che, in ununica
LA PROPOSTA VINCENTE DI MARIANGELA BERTOLETTI PER I SuOI NEGOZI
DI CALZATuRE E DI ABBIGLIAMENTO
A SAN ZENO NAVIGLIO E A DESENZANO DEL GARDA.
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MESI
MARZO 2011
33
sede, offrisse il meglio delle calzature e
dellabbigliamento per bambini. Anche
la scelta di iniziare lattivit a San Zeno
Naviglio racconta Mariangela Berto-
letti non stata casuale. Children Sho-
es un negozio molto visibile perch ai
lati di una strada di grande passaggio
e comunque a pochi chilometri dalla
citt, con un ampio parcheggio privato
che consente un facile accesso al pun-
to vendita ai genitori ma soprattutto ai
bambini. Children Shoes riconoscibile
perch abbiamo vetrine a forma di cuore
registrate come brevetto e per questo
uniche oltre ad un arredo studiato a mi-
sura e dimensione di bambini. In defini-
tiva abbiamo voluto trasmettere unim-
magine nuova che facesse trasparire una
personalit ben definita ed i risultati mi
hanno dato ragione.
E s perch molto del modo di essere
della Bertoletti si ritrova nei suoi nego-
zi, iniziando dalla selezione accurata dei
marchi proposti per arrivare alla scelta
dei propri collaboratori.
Puntiamo molto sulla qualit dei no-
stri prodotti aggiunge la Bertoletti e
per questo ho privilegiato scarpe Made
in Italy che offrono grandi garanzie. Le
mamme sanno quanto importante, per i loro figli, iniziare a fare i primi passi con le
giuste scarpine. Nei Children Shoes i genitori sono certi di trovare uno staff che, per
professionalit e competenza, in grado di risolvere molti dei loro problemi. Anche
per questo i nostri clienti arrivano da tutta la provincia, da Bergamo, da Mantova e
proprio per rispondere alle loro esigenze, due anni fa ho aperto un punto vendita
esclusivamente di calzature anche a Desenzano. Volevo dare un segnale della pre-
senza del marchio Children Shoes anche sul lago di Garda.
E se tutto cominciato con le scarpe per bambini, il completamento con labbiglia-
mento stata quasi una logica evoluzione. Nel 2009 ricorda la Bertoletti - ho
inserito nelle nostre proposte anche labbigliamento per bambini mantenendo due
prerogative: qualit e assortimento. Oggi, grazie anche allo sviluppo di una gamma
di articoli di tendenza rivolti non esclusivamente ai bambini ma anche ai ragazzi e ai
loro genitori, riusciamo a coinvolgere tutta la famiglia ed anche questa una grande
soddisfazione.
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MESI
MARZO 2011
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E
COnOMIA
marCegaglia
Oltre litalia Unita
C
entodieci anni di vita su
centocinquanta di storia
dellItalia unita. Vale a dire
le radici nellaltro secolo,
la crescita nel secolo scorso, il futuro in
questo secolo. Una organizzazione no-
vecentesca, nel senso di appartenere al
Novecento per storia e cultura, senza es-
sere novecentista, vale a dire senza restare
prigioniera del secolo delle ideologie. I
150 anni di storia dItalia, in tale ottica
la stessa del presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano sono pertanto la
scusa buona per guardare oltre. Non
solo alloggi ma anche al futuro possibile,
quella Italia 2015 al cui scenario Con-
findustria ha dedicato un apposito studio
e una articolata proposta.
Emma Marcegaglia, dunque, dopo Mar-
chionne, come dire Confindustria dopo
la prima vera rivoluzione culturale qua-
rantanni dopo quella, simmetricamen-
te opposta, del Rapporto Pirelli del
1968. Ma, come pure allora la prima
organizzazione degli industriali italiani
seppe ritrovare lunit, anche oggi c da
scommettere che sapr metabolizzare le
criticit. Poich se c una costante nella
storia della Confindustria dal liberali-
smo di Giolitti ai tempi della fondazione
alla parentesi fascista, dallavvento del-
la Repubblica allautunno caldo, dalla
marcia dei quarantamila di Torino alla
comparsa sulla scena di Marchionne
Orgoglio dellidentit e dellappartenenza ad una grande organizzazione
protagonista della storia nazionale, la Confndustria, che ha superato
cento anni garantendo in ogni situazione il bene dellunit interna.
di ALESSANDRO ChEuLA
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MESI
MARZO 2011
35
questa costante si chiama unit. La Con-
findustria, forse perch il collante che ha
sempre unito i suoi iscritti dato pi dagli
interessi che dagli ideali (anche se questi
non mancano, come avviene in qualsiasi
organizzazione di uomini) ha sempre ri-
trovato lunit sul proprio cammino.
Le divisioni non sono mai diventate
lacerazioni. La sue contraddizioni,
per parafrasare il Mao Ts Tung della
Rivoluzione culturale, non sono mai
diventate antagonistiche ma sono ri-
maste sempre dentro un ambito di
dialettica dialogante, non conflittuale.
Del resto, lurgenza dei problemi che
assillano il Paese talmente cogente
e incombente da riassorbire qualun-
que altra variabile, comprese le ultime
relative alla vita privata e mondana del
premier, sulla quale meglio glissare.
Le vere questioni da affrontare, infatti,
sono ben altre. Tra queste taglio delle
spesa pubblica e crescita, riforme e
coesione sociale, politica industriale e
programma energetico, politica fiscale
(pi o meno federale, limportante
la riduzione delle tasse) e politica del
lavoro. Le prime necessarie ma non
sufficienti, le altre pi urgenti che
sufficienti. Queste le quattro priorit
assolute, i quattro imperativi ai quali
vanno sacrificati e parametrati tutti gli
altri obiettivi di governo. Tornare a
crescere dice Emma Marcegaglia, da
tre anni alla guida della Confederazio-
ne industriale italiana, un mandato che
scadr nel 2012 per la cui successione
inizieranno tra poco le grandi manovre
poich solo cos possiamo battere la
rassegnazione. E agganciare la ripresa
alla crescita. Ma anche la politica, come
tutti gli altri soggetti, deve fare la sua
parte di sacrifici: intesa non solo come
funzione politica, ma anche come
classe politica. Per questo pun-
tualizza la presidente di Confindustria
ci si poteva attendere qualcosa di
pi dalla manovra governativa, che va
bene per quanto riguarda il controllo
della spesa, meno bene per quanto ri-
guarda la crescita. Primato della po-
litica, dunque, ma insieme centralit
dellimpresa. Se ciascuna di esse far
il proprio dovere, potremo dire di aver
sconfitto la crisi.
SPESA PuBBLICA E CRESCITA
Orgoglio e consapevolezza. Orgoglio
dellidentit e dellappartenenza ad una
grande organizzazione protagonista
della storia nazionale che ha compiuto
cento anni garantendo in ogni situazio-
ne il bene supremo dellunit interna.
Consapevolezza come coscienza delle
responsabilit ossia della propria fun-
zione nazionale, e dunque della capaci-
t di farsi carico dei problemi del Paese
concorrendo alla loro soluzione. Insie-
me alla politica, ovviamente, di cui Mar-
cegaglia riconosce i meriti ma non tace
le responsabilit. E al sindacato, che
per lapsus freudiano od omissione
intenzionale? dopo Marchionne, vie-
ne forse per la prima volta evidentemen-
te ignorato ed espressamente scavalcato
nel pi generico e anonimo appello alle
forze del lavoro. Emma Marcegaglia
non viene meno al proprio collaudato
fair play: dire le cose pi pesanti con
lo stile pi soft e pi light, pi soffice
e leggero. Esattamente simmetrica, per
non dire speculare, al ministro Gelmi-
ni, per citare una signora della politica
oggi similare alle signore delleconomia
avendone mutuato lo stesso decisioni-
smo. Alle due signore infatti vanno oggi
i plausi di un mondo, quello degli im-
prenditori, poco aduso ai complimenti e
assai controllato negli entusiasmi. Due
approcci, Gelmini e Marcegaglia, che al
di l dei rispettivi contenuti sono omo-
genei e conseguenti nel chiedere pi
coerenza ai politici e agli imprenditori.
STATO INVASIVO
E INVADENTE
In un momento nel quale la crisi ha
convinto tutti, compreso i liberisti
irriducibili, a tornare keynesiani e in-
terventisti, Marcegaglia non si unisce
al coro dei neostatalisti auspicando
invece la riduzione dellintervento
dello Stato. Ci perch la specificit
italiana vede una spesa pubblica anco-
ra soffocante ed elefantiaca, con uno
Stato che gestisce o distribuisce non
produce ma controlla il 50% delle
ricchezza nazionale. Bene la Tremonti
ter precisa la presidente di Confindu-
stria bene la moratoria sui debiti alle
imprese, benissimo le reti di imprese,
ma tutto ci sar vanificato se non si au-
menta la produttivit, condizione della
crescita. Ma quale produttivit, delle
aziende cio del lavoro o del sistema
Paese, cio anche dei servizi pubblici?
Il Paese non cresce pi da dieci anni,
ricorda limprenditrice. Ma perch?
Non cresce pi da quando entrato
nelleuro ma non per colpa delleuro,
bens perch non pu pi ricorrere alle
famigerate svalutazioni competitive
che garantivano una crescita apparen-
te ma illusoria. Come dire fasulla. La
crescita bassa perch non sono state
fatte le riforme strutturali rammenta
Marcegaglia il reddito pro-capite ha
perso in dieci anni 8 punti percentuali,
la competitivit del Paese 32 punti.
DOCuMENTO ITALIA 2015
Ma ripresa non vuol dire ancora cre-
scita. Tra i due momenti c continuit
cronologica ma discontinuit logica.
La ripresa prepara il terreno alla cre-
scita, ma questa un salto di qualit
rispetto a quella. Nel caso italiano, in
particolare, la crescita richiede uno
sforzo corale in pi rispetto alla sem-
plice ripresa. Confindustria, ricorda
s
Mariastella Gelmini, ministro della
Pubblica Istruzione.
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E
COnOMIA
la fierst lady dellindustria italiana,
ha elaborato un Piano per lo svilup-
po che pone il 2015 come obiettivo
realistico di crescita del sistema-Paese
sulla base di un programma articolato
di infrastrutture, energia (compreso il
nucleare ma solo accennato), riforma
del fisco e lotta allevasione. Evasione
ed elusione fiscale insiste Marcega-
glia vanno combattute con durezza
e determinazione, essendo uninaccet-
tabile concorrenza sleale contro le im-
prese che pagano le tasse. Confindu-
stria appoggia il ministro Gelmini nella
riforma della scuola e dellUniversit.
Si compiace con il ministro Tremonti
per aver salvato la coesione sociale.
Approva pienamente la condotta go-
vernativa in sede europea per aver
contribuito al salvataggio delleuro e
con esso della stessa prospettiva euro-
peistica. Ma lItalia ha perso il 7% del
Pil mentre la spesa pubblica aumen-
tata del 6% del Pil, quando in Germa-
nia calata del 4%. Il confronto con la
Germania pu sembrare ossessivo. Ma
necessario. Dobbiamo relazionarci
ai Paesi virtuosi ricorda, in procinto
di partire per una nuova missione con-
fidustriale lItalia non la Grecia.
COESIONE E SVILuPPO
Passione e ragione. Appassionata e
razionale. Ma quando gioca in casa la
presidente di Confindustria aggiunge
un terzo addendo: la determinazione.
Un gene di famiglia di cui il padre Ste-
no un emblema. Se la parola dordi-
ne nel 2009 e pi ancora nel 2010 era
resistere contro la crisi, nel 2011
crescere oltre la crisi. Se passione e
ragione sono i mezzi, coesione e cre-
scita sono i fini. Coesistere e crescere
sono i due poli entro i quali si dipana
il discorso di Emma Marcegaglia. La
coesione la condizione necessaria
della crescita. Forse non sufficiente,
ma sicuramente necessaria. Se cresce-
re limperativo assoluto, coesistere
limperativo categorico. Coesistenza
tra chi? Tra le due forze fondamen-
tali del Paese specifica la combattiva
signora cio limpresa e il lavoro.
Per cosa? Una grande assise pro-
grammatica dellItalia delle imprese e
del lavoro. Una sorta di alleanza tra i
produttori analoga a quella lanciata 25
anni fa da Carlo De Benedetti? Diffici-
le, dopo Marchionne e il referendum
alla Fiat con la conseguente spaccatu-
ra dentro il sindacato dei produttori.
Pi attuale invece parlare di alleanza
con chi disponibile, anche se non
del tutto persa la speranza di recupe-
rare gli irriducibili alla causa della
collaborazione interclassista. Per tre
obiettivi immediati e prioritari sot-
tolinea Marcegaglia ossia cambiare
il modo di produrre, stabilire regole
condivise e cogenti nella finanza, li-
beralizzare il mercato e semplificare lo
Stato, poich quello italiano cos come
storicamente si formato troppo in-
vasivo e invadente, intermediando il
52% della ricchezza nazionale. Stato
minimo allora? No, poich lo Stato mo-
derno anche Stato sociale, bens una
economia sociale di mercato senza gli
sprechi dello Stato assistenziale penin-
sulare e parassitario, ma che investa in
ricerca, innovazione e formazione, cio
capitale umano.
LIBERALIZZARE
E SEMPLIfICARE
Chiediamo pi competitivit, dice
Marcegaglia la Germania avanti a
noi di 32 punti, ha ridotto la spesa di
4 punti del Pil mentre noi labbiamo
aumentata di 6 punti. Il paragone con
la Germania pu apparire stucchevole
ma, trattandosi di un esempio virtuo-
so, pienamente giustificato. La ma-
novra tedesca sui conti pubblici di
80 miliardi a fronte della nostra di 24
miliardi: la Merkel ha alzato lasticella
con la cancellazione di 55mila posti
nel pubblico impiego e 30 miliardi in
meno di spesa per investire in ricerca e
infrastrutture. Ma parlare di Germania
significa parlare di Europa. La moneta
unica non basta se non c ununica po-
litica economica. Dai fondi sovrani ai
debiti sovrani. LEuropa debole, la
governance delleconomia labile.
RIDuRRE LE TASSE
Se il Paese vuole crescere, questo il
punto, deve cambiare. A Torino c
unazienda che disinveste dalla Polonia
per investire in Italia, sprecare tale oc-
casione sarebbe colpevole delitto. Il
leit-motiv sempre lo sviluppo. Con
l1% di crescita annua non c futuro,
non si creano le risorse necessario per il
rientro dal debito e per fare nuova occu-
pazione. E il Governo? La posizione di
Confindustria articolata. Positiva per
i conti pubblici, critica per altre cose.
Ma ancora pi daccordo sulla riduzione
delle tasse. In Italia c una anomala in-
sopportabile: tutte le tasse gravano sulle
imprese e sui lavoratori. Critica anche
sulle corporazioni che insidiano la libert
del mercato (Dove ci sono corporazioni
non c mercato). Infine lorgoglio della
categoria. Nonostante la crisi devastan-
te peggiore dellultimo cinquantennio
ribadisce la signora della Confindu-
stria lindustria italiana ha tenuto ed
rimasta competitiva. E ancora lappello
conclusivo. LUnit dItalia una gran-
de festa nazionale di tutti e per tutti, ma
proprio per questo il miglior modo per
celebrarla lavorando in azienda e stu-
diando a scuola. E pure su questo tema
la posizione di Confindustria unitaria.
Come tutta la sua storia.
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MARZO 2011
Giulio Tremonti, ministro dellEconomia
e delle Finanze.
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MARZO 2011
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CONOMIA 37
NELLANNO 2011
DELLET DEL FERRO
Sostenibilit ed eco-compatibilit della siderurgia moderna. A Made in
Steel, la Biennale internazionale dellacciaio allestita da Siderweb alla Fiera
di Brescia, va in mostra il possibile connubio tra siderurgia e green economy.
Lacciaio, come dice Emanuele Morandi, amministratore delegato di Siderweb,
intrinsecamente eco-compatibile in quanto riciclabile allinfnito,
oltre ad essere materia prima fondamentale per limpiantistica eolica,
solare, idroelettrica e nucleare.
A
pi di tremila anni dal suo
inizio, e a trenta dallavven-
to dellera digitale, possia-
mo dire di essere ancora in
piena et del ferro? Certamente s. Ci
siamo ovviamente in forme nuove, con
nuovi strumenti e nuove tecnologie.
Perci possibile parlare di sostenibi-
lit della siderurgia del forno elettrico e
della sua convivenza e compatibilit con
le energie rinnovabili, malgrado le emis-
sioni di CO2 (anidride carbonica) gene-
rate dai processi di trasformazione fisica
(fusione). La quarta edizione di Made
in Steel, la rassegna internazionale
dellacciaio organizzata da Siderweb di
Emanuele Morandi in collaborazione
con Brixia Expo e Fiera di Brescia, ne
una conferma. Una manifestazione la
cui filosofia poggia sui quattro aspetti di
una moderna concezione della sosteni-
bilit (leggi responsabilit): industriale,
sociale e ambientale. Dunque morale.
PI GRANDI E/O PI FORTI?
Oggi non c pi posto per i pesi medi
diceva Luigi Lucchini dieci anni fa, al-
lora nel pieno della crescita siderurgica
italiana e ancora alla guida del grande
kombinat di Piombino, prima che que-
sto passasse ai russi della Severstal
di ALESSANDRO ChEuLA
s
Foto Roma Creattiva
Un momento della colata nellacciaieria Feralpi.
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- 21 Maggio 2011
nasce la fera delle tecnologie per il riciclo industriale
*LU[YV-PLYHKLS.HYKH4VU[PJOPHYP)YLZJPH
4
a
edizione
d vita a
Sa|one |nternaz|ona|e de||e tecno|og|e
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Sa|one |nternaz|ona|e de||e tecno|og|e
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MESI
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oggi il tempo dei pesi massimi. Profe-
zia facile, confermata e insieme smentita
dagli eventi successivi. Confermata per
quanto riguarda gli anni prima della cri-
si, smentita dagli anni successivi alla crisi
stessa. Nel senso che, per diventare pi
forti, non sempre necessario diventa-
re pi grandi. Ma oggi, nelle condizioni
imposte dalla globalit dei mercati, c
comunque una soglia dimensionale al
di sotto della quale non pi possibile
restare competitivi. Ragion per cui, date
le dimensioni oggettivamente piccole,
ancorch efficienti e ancora competiti-
ve, della siderurgia bresciana, si pone
comunque il problema di una aggrega-
zione dei suoi comparti omogenei (in
generale i lunghi, e in particolare il
tondo per cemento armato). Se non
proprio unaggregazione organica (fu-
sione), quantomeno una alleanza fun-
zionale (strumentale). Pena, appunto,
la perdita di competitivit e quindi di
quote di mercato. Ovvero il progressivo
declino, e la conseguente migrazione
allestero, di un asset fondamentale del-
la ricchezza bresciana e italiana. Ecco
perch la sostenibilit ambientale (eco-
compatibilit) dellacciaio di cui parla
Morandi diventa un aspetto fondamen-
tale e necessario, quindi strategico, per
il mantenimento in Occidente dellin-
dustria siderurgica, e di conseguenza
per il futuro di gran parte dellindustria
manifatturiera.
DAI PESI MEDI
AI MEDIO-MASSIMI
La quarta rassegna biennale internazio-
nale di Made in Steel la conferma di
due fatti solo in apparenza scontati: il
primo che, giova ribadirlo, siamo ancora
in piena et del ferro, nonostante le
astrattezze della sociologia postfordista
e postindustriale (si veda Aldo Bono-
mi, il sociologo dellAaster, non lim-
prenditore bresciano vicepresidente di
Confindustria); il secondo che lacciaio
ancora un settore strategico non solo
per il decollo dei Paesi emergenti ma an-
che per le residue possibilit di crescita
di quelli maturi. Il problema, come dice
Giuseppe Pasini, presidente di Federac-
ciai, di vedere se si vuole ancora fare
dellacciaio un settore portante delle
economie industrializzate, Europa in
particolare, oppure se si vuole incen-
tivarne la delocalizzazione nei Paesi
del Terzo mondo (si veda in proposito,
come ricorda ancora Pasini, la striscian-
te penalizzazione del comparto operata
dalla Ue tramite una gestione restrittiva
del problema delle emissioni di CO2
(anidrride carbonica). Problema ogget-
tivamente esistente e incombente, la cui
soluzione deve tuttavia essere ricercata
non sacrificando la sidermetallurgia ma
in modo compatibile con la sua soprav-
vivenza anche nei Paesi avanzati.
Non pi mini-mills ma non ancora
pesi medio-massimi, anche se pesi medi
efficienti e competitivi. Come sta cam-
biando, investendo, la siderolatria che
ha fatto grande Brescia. Un complesso
straordinario di tecnologia, esperienza,
know how, tenacia, dedizione e spe-
rimentazione che costituiscono ancor
oggi sia detto senza indulgere a nostal-
gie passatiste una delle basi fondative
della ricchezza bresciana e tra i princi-
pali driver delle sue residue possibilit
di crescita. Fino ad oggi i bresciani sono
stati pi forti. Ora, per rimanere tali,
occorre diventare pi grandi. Cio al-
learsi per aggregarsi e poi fondersi, rag-
giungendo la soglia critica necessaria
per competere. Cio per crescere, non
solo per sopravvivere.
fONDERSI
PER fONDERE MEGLIO
La rassegna biennale di Made in Steel,
organizzata dalla bresciana Siderweb e
da Brixia Expo nella sede della Fiera di
Brescia dal 23 al 25 marzo, la confer-
ma del modo con cui lacciaio, settore
pesante e materiale per eccellenza,
possa accompagnarsi alla rete (il web) e
alla gestione on line, ovvero il settore
immateriale e intangibile per antono-
masia. Mentre Made in Steel si propone
come vetrina dellacciaio made in Italy e
come rassegna dellacciaio mondiale, il
ferro made in Brescia continua a investi-
re nonostante la crisi che ha penalizzato
la siderurgia (i ferrosi), in particolare i
prodotti lunghi come il tondino, pi
MADE IN STEEL
23-25marzo2011
Fiera di Brescia
www.madeinsteel.it
s
Laquartaedizionedelleventodedi-
catoallaflieradellacciaioconferma
il trend di crescita della manifesta-
zione biennale, nata nel 2005. Nel
2011sonogiaquota232leaziende
presenti(erano187nel2009)eoltre
10.000 i mq netti di area espositiva
(erano 7.400 mq nel 2009). Molto
nutrito il palinsesto dei convegni,
che gi stato defnito. Con 14 Pa-
esi presenti nellarea espositiva e 4
delegazioni internazionali, la piatta-
formadedicataallacciaiohaoggiun
respiro pi internazionale.
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COnOMIA 41
di qualunque altro settore. Ma il fatto
che la siderurgia bresciana sia passata
da 82 unit produttive (acciaierie pi
laminatoi) di ventanni fa alle 12 realt
di oggi (di cui solo otto integrali, cio
acciaieria pi laminatoio o laminatoi) la
dice lunga sulla radicale ristrutturazione
con cui un settore maturo, e due de-
cenni fa dato sul viale del tramonto per
non dire spacciato, ha saputo rimanere
competitivo sui mercati internazionali
nonostante tre handicap strutturali, non
congiunturali cio transitori. Si tratta
del costo dellenergia, mediamente del
40% in pi rispetto alla media europea;
delle materie prime, ossia il rottame
sempre pi caro perch sempre pi raro
in quanto pesantemente intercettato
dalle economie emergenti dellIndia,
della Turchia e della Cina che ne hanno
spasmodico bisogno per alimentare i
loro forni; il costo della tutela ambien-
tale, che nei Paesi del Terzo mondo
non esiste o esiste in misura marginale
rispetto a noi. Per tali ragioni la necessi-
t prioritaria per lacciaio bresciano, in
particolare il tondo per cemento armato
pi esposto alla concorrenza spagnola
e turca, ha imprescindibile e improcra-
stinabile bisogno di aggregarsi, pena
la progressiva perdita di competitivit
dovuta alle diseconomie a monte e a
valle della produzione che penalizzano
lefficienza competitiva della produzio-
ne stessa. Non siamo noi a dirlo ma un
imprenditore esperto e autorevole come
Andrea Pittini, titolare delle Ferriere
Nord di Udine (controlla anche Siderpo-
tenza in Lucania) da anni in contatto con
i bresciani (Alfa Acciai, Feralpi, Ferriera
Valsabbia) per dare vita a una realt da
7-8milioni di tonnellate, la maggiore in
Europa nei prodotti lunghi (tondo e rete
in particolare). Ma le controindicazioni
alla fusione sono ancora numerose e dif-
ficili a causa delle resistenze di tipo per-
sonale e delle rigidit di natura familiare.
Una piega culturale e comportamentale,
il familismo aziendale, un tempo foriero
dellindividualismo competitivo che ha
fatto grande lindustria bresciana ma che
oggi rischia di tramutarsi nel suo contra-
rio, vale a dire una zavorra fmite di ri-
tardi e chiusure negative. I grandi solisti
di ieri, insomma, oggi hanno bisogno di
un direttore dorchestra allaltezza delle
nuove sfide. Altrimenti da solisti lungi-
miranti rischiano di tramutarsi in solip-
sisti miopi e sordi al cambiamento.
TRADIZIONE E INNOVAZIONE
Eppure, nellattesa di un superamento
del vecchio solismo, la siderurgia bre-
sciana continua dal canto suo a investi-
re con ammirevole tenacia, calcolato
rischio e calibrata speranza nel futuro.
Ne una conferma linvestimento che
Giuseppe Pasini, presidente e ammini-
stratore delegato della Feralpi, gruppo
da 2,5 milioni di tonnellate di capacit
produttiva, ha effettuato nel complesso
siderurgico di Lonato. Un forno elettri-
co Tenova (Techint) da 120 tonnellate
il cui costo complessivo, con lannesso
limpianto fotovoltaico per alimentare
consumi energetici minori relativi ad
altri fabbisogni, di 14 milioni di euro.
Uno sforzo tanto pi commendevole se
valutato alla luce dellattuale momento
di crisi, e insieme un attestato di fiducia
nel futuro della siderurgia bresciana e
nelle sua capacit di ripresa e rilancio.
Senza dimenticare ovviamente la fun-
zione, altrettanto strategica, delle ener-
gie rinnovabili, sostenibili ed ecocom-
patibili quanto e pi delle fonti fossili o
nucleari, ma non in grado di competere
con queste ultime quando si tratti di ali-
mentare produzioni altamente energi-
vore come la siderurgia o la metallurgia.
Ecco perch riformuliamo la domanda,
in apparenza banale, posta in premessa:
lacciaio ancora strategico? un pro-
dotto maturo, certo, ma non obsoleto.
Per la semplice ragione che il boom de-
gli anni precedenti la crisi, in particola-
re la fase espansiva che si verificata nei
mercati emergenti e che dura tuttora, ne
ha decretato la fondamentale importan-
za fondativa. Liquidare la sidermetal-
lurgia come un comparto non pi base
dello sviluppo ridicolo, prima ancora
che fuorviante. vero che i moderni
metalli leggeri hanno in parte surrogato
limpiego dellacciaio in diversi settori
di utilizzazione, soprattutto nei consu-
mi di massa, e che i metalli rari (di cui
la Cina, per chi non lo sapesse, leader
mondiale) ne hanno sostituito lutilizzo
in molti comparti, ma altrettanto vero
che per produrre e lavorare le nuove me-
tallurgie occorrono pur sempre impianti
e macchinari in acciaio. Per fare prodotti
non ferrosi, sia tradizionali che leggeri
oppure rari, occorrono insomma tecno-
logie ferrose. Anche nella chimica delle
macromolecole (dei polimeri, ovvero la
plastica) che ha sostituito e sostituir
sempre di pi, come del resto lallu-
minio, limpiego dei metalli pesanti, la
tecnologia tutta ferrosa (basti pensare
alle presse e agli stampi che ne costitui-
scono il cuore).
s
Foto Roma Creattiva
Il parco fotovoltaico di Feralpi Group a Lonato.
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2
MESI
MARZO 2011
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COnOMIA 43
LACCIAIO SOSTENIBILE
STRATEGICO
Tale sommaria quanto elementare
spiegazione premessa necessaria
per affrontare qualunque discorso
sullacciaio che non voglia cadere nella
banalit delle approssimazioni superfi-
ciali o dei pressapochismi di comodo.
Tradizionale, in economia, non signi-
fica sempre maturo o peggio obsoleto.
La distinzione corretta non tra pro-
dotti tradizionali e non, come ancora
indugiano taluni economisti e docenti
universitari di casa nostra, Brescia in
particolare, ma tra competitivi o meno.
E tutti i settori competitivi sono, fino a
quando rimangono tali, strategici. Ri-
petiamo ancora: unazienda avanzata,
o arretrata, non solo per quello che fa
ma anche per come lo fa. Si possono
fare microchips, cellulari, computer o
biomedicali perdendo, come si posso-
no fare stracci o scope di saggina gua-
dagnando e chiudendo bilanci in utile.
Il modello ottimale di una economia
avanzata , appunto, conciliare e coniu-
gare in un sistema complessivamente e
compatibilmente efficiente comparti sia
tradizionali che avanzati, sia arretrati
che innovativi, sia pesanti che legge-
ri per usare una espressione, questa
s obsoleta, cara ai piani quinquennali
del Gosplan di staliniana memoria
purch tutti competitivi. Ripetiamo:
siamo ancora nellet del ferro? Se por-
giamo attenzione alla Cina, allIndia e
alle economie emergenti, dove lacciaio
la base dello sviluppo, certamente s.
Basti pensare che nel 2010 la Cina ha
prodotto lincredibile quantit di cir-
ca 630 milioni di tonnellate di acciaio:
quasi sei volte il Giappone, otto volte gli
Stati Uniti, nove volte la Russia e lIndia,
25 volte lItalia e quasi la met dellinte-
ra produzione mondiale che nello stesso
anno ha sfiorato 1,4 miliardi di tonnel-
late (gli ecologisti inorridiscono, pen-
sando alle corrispondenti emissioni di
CO2 immesse nellatmosfera da altofor-
ni e forni elettrici, ma il problema non
si risolve rinunciando allacciaio bens
investendo nella tutela ambientale e nel-
le prevenzione-protezione ecologica).
Lenorme produzione cinese ci confer-
ma come let del ferro, ammesso e non
concesso che sia finita in Occidente, in
Oriente appena cominciata, poich
qualsiasi economia allo stato nascente
ha bisogno della fusione del metallo per
creare le basi della propria industria.
Ma se puntiamo lo sguardo alle socie-
t industriali mature, possiamo dire la
stessa cosa? Possiamo affermare di es-
sere ancora nellet del ferro oppure,
come spiega certa frettolosa sociologia
di importazione, siamo entrati nellera
postindustriale dei beni intangibili e im-
materiali? Nellet della volatilit non
solo finanziaria (immateriale) ma anche
manifatturiera (materiale)?
IL MATRIMONIO
PI RIuSCITO DEL SECOLO
S e no. Siamo certamente entrati nel po-
stindustriale e postfordista con il digita-
le, linformatica e la telematica. Ma sen-
za dimenticare che la robotica, ovvero la
moderna leva che ha sollevato il mondo,
figlia del matrimonio pi riuscito del
secolo. Vale a dire il connubio tra la mec-
canica, ossia lacciaio caldo e pesan-
te, e lelettronica, ossia linformatica
fredda e leggera. tale mix tra acciaio
caldo e pesante e informatica fredda
e leggera che ha partorito il frutto pi
avanzato nella storia dellumanit, cio
la robotica tiepida e fluida, la leva pi
potente di tutte le leve di Archimede si-
nora inventate poich ha creato macchi-
ne il robot che ci stanno liberando
dalla fatica. Macchine frutto di una fatica
finalizzata a liberarci dalla fatica. Non
solo dalla fatica fisica, quella muscolare,
ma anche dalla fatica leggera, quella
mentale, le stressanti microproduzioni e
gli alienanti microassemblaggi ripetitivi
delle minuterie. Trasferendo sul piano
economico il concetto di liquidit che
Zygmunt Bauman ha applicato alla so-
ciet potremmo parlare, a proposito del
connubio pi riuscito del secolo ossia
quello tra meccanica ed elettronica che
ha dato vita alla robotica, di una indu-
stria fluida, n solida o materiale n
liquida cio immateriale. Ma, come
avviene nella robotica antropomorfa, se
la testa digitale, le braccia sono sem-
pre ferrose e acciaiose. tale connubio
tra lacciaio tradizionale e il microchip
innovativo che costituisce oggi, e an-
cor pi domani, il mix competitivo che
vediamo esposto nelle pi varie forme e
misure negli stands di Made in Steel. La
fiera tiepida e fluida dove si celebra
il matrimonio pi riuscito del secolo:
quello tra lacciaio caldo e pesante e
lelettronica fredda e leggera.
Foto Roma Creattiva
Il forno nuovo, ultimo investimento della Feralpi.
ESTRUSIONE - PRESSOCOLATA - FONDERIA - LAMINAZIONE - FINITURE - LAVORAZIONI MECCANICHE - SALDATURA - RICICLO
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18-21 Aprile 2012
Centro Fiera del Garda Montichiari Brescia Italy
lexpo nr 1 nel mondo dei metalli
Due eventi un grande
appuntamento internazionale
in costante sviluppo:
una occasione unica
per incontrarsi e fare business.
www.metef.com
Segreteria Organizzativa: Edimet Spa, via Brescia, 117 - 25018 Montichiari (BS) Italy - Tel. +39 030 9981045 - Fax +39 030 9981055 - info@metef.com
Patrocinatori 2010:
ADACI - AFM - AIB - AIFM - AIM - AITAL - AMAFOND - ASSOFOND
ASSOMET - CEMAFON - CIAL - EAA - ESTAL - FACE
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CCIAA - Camera di Commercio di Brescia
ICE - Istituto Nazionale per il Commercio Estero
Province of Brescia - Assessorato alle Attivit Produttive - Lavoro - Economia e Formazione Professionale
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th
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INTERNATIONAL FOUNDRY
EQUIPMENT EXHIBITION
6
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EDITION
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P
arlare di imballaggi nel campo
alimentare e pensare allallu-
minio un tuttuno, perch le
lattine per bevande, i vassoiet-
ti per i cibi, il foglio sottile per gli affettati
e i formaggi, il caff macinato, la cioccola-
ta e i dolci in genere, i barattoli e le scatole
rigide per prodotti vari, fanno parte del
quotidiano di ciascuno di noi. Si usa tanto
alluminio nel packaging perch leggero,
si lavora bene, resiste agli urti e alla cor-
rosione e protegge dalla luce, dallaria,
dallumidit e dai batteri. Ma, oltre a que-
ste prerogative, lalluminio ha anche la
preziosa caratteristica di essere completa-
mente riciclabile senza perdere di qualit,
e questo un vantaggio fondamentale per
gli impieghi nellimballaggio, dal punto di
vista dei costi, della protezione dellam-
biente e del risparmio di risorse.
Oggi il concetto di riciclabilit dei ma-
teriali assume un valore prioritario per-
ch la logica quella di prestare sempre
pi attenzione agli impatti ambientali di
processi e prodotti per limballaggio,
quindi fare prevenzione contro i rischi
di creare rifiuti dannosi per lambiente
e costosi per la comunit, ed chiaro
che sotto questo aspetto le doti naturali
dellalluminio aiutano molto.
Parliamo di questo con Gino Schiona, di-
rettore generale del CiAl, Consorzio na-
zionale per il riciclo e il recupero dellal-
luminio, lorganismo che pi di ogni altro
impegnato da anni per razionalizzare ed
ottimizzare il ciclo di vita dellalluminio e
dei suoi prodotti per il packaging.
La prevenzione finalizzata a ridurre
al minimo limpatto ambientale dei
processi e dei prodotti un fatto posi-
tivo sia per la salvaguardia del territo-
rio che per il recupero di risorse. Una
prassi del genere come pu essere
resa industrialmente fattibile e capa-
ce di assicurare il raggiungimento di
obiettivi ragionevoli, con lalluminio
o con altri materiali?
Concentriamoci sullalluminio, parten-
do dal dato di fatto che una delle principa-
li caratteristiche di questo materiale la
sua riciclabilit infinita, che poi significa
anche un enorme risparmio energetico
come conseguenza del fatto che si pu
recuperare tutto quanto stato speso per
produrre in origine il materiale. Sulla
base di queste considerazioni possiamo
dire che per lalluminio la prevenzione
intrinseca al materiale stesso, ne diventa
essa stessa componente e caratteristica
fondamentale. Il ciclo di vita dellallumi-
nio un ciclo chiuso, senza fine e, grazie
a una crescita costante negli anni delle
quantit di materiale recuperate e sotto-
poste a riciclo, nel nostro Paese abbiamo
la disponibilit di nuova materia prima
da rottame che sostituisce sempre di pi
quella pi costosa ottenuta dal minerale.
Quindi la posizione del materiale allumi-
nio di fronte alle diverse azioni di pre-
venzione proposte per ridurre alla fonte
la produzione dei rifiuti, appare virtuo-
sa e allineata alle direttive. Un modello
esemplare di riferimento in questo senso
la lattina di alluminio per bevande che
nel tempo si modificata profondamente
nei criteri di fabbricazione, negli spesso-
ri di parete e quindi nel peso, riuscendo
a conservare la stessa funzionalit con un
minor fabbisogno di metallo e rispettan-
do al massimo le esigenze di design.
I contenitori per bevande rappresen-
tano un caso particolarmente interes-
sante perch sono in evoluzione tecni-
ca continua, per migliorarsi ed essere
pi competitivi. lo stesso anche per
altri prodotti o tipi di imballi?
In linea generale va detto che lindu-
stria del packaging in alluminio stra-
ordinariamente attiva nel portare avanti
proposte e azioni per diminuire la pro-
duzione dei rifiuti, in questo facendo da
apripista ad altri settori. Ad esempio,
di MARIO CONSERVA
Imballaggi, sostenibilit ambientale e prevenzione.
Gino Schiona, direttore del CiAl, ci spiega le caratteristiche dellalluminio.
sOstenibile
Un imballaggiO
Il direttore del Cial, Gino Schiona.
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EQUIPMENT EXHIBITION
6
th
EDITION
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2
MESI
MARZO 2011
la facilit di compattazione dopo luso
una caratteristica comune a tutte le
tipologie di contenitori in alluminio, ad
eccezione ovviamente delle bombolette
spray per motivi funzionali e di presta-
zione. Lo stesso vale per la standardiz-
zazione dei formati che negli imballaggi
in alluminio la norma; basti pensare
ancora alla lattina, che pur mutata pro-
fondamente negli aspetti tecnologici,
ha in realt subito cambiamenti di forma
quasi impercettibili, e questo consente
di favorire lottimizzazione del rapporto
peso/volume. Nellambito di recenti at-
tivit di monitoraggio presso le imprese
della filiera e del mercato del packaging
in alluminio sono emerse altre interes-
santi azioni di prevenzione, ad esempio
nel settore delle bombolette, con lim-
piego di materiale riciclato, in quello dei
sistemi di chiusura con riduzioni di peso
fino al 50%, ed ancora nel settore delle
lattine per bevande con ulteriori ridu-
zioni di peso sia nel formato classico da
33 cl sia nel nuovo formato sleek, oltre
ad importanti innovazioni negli impie-
ghi del foglio sottile, delle vaschette e
delle scatolette in alluminio
per alimenti.
Il principio della
prevenzione per ot-
timizzare gli imballi
riguarda natu-
ral mente
anche le fasi di fabbricazione dei singo-
li prodotti e la concezione e progetta-
zione degli stessi. Quali risultati sono
da attendersi sotto questo aspetto?
chiaro che molto dipende dal tipo di
imballo e dal materiale. Per gli imballaggi
in alluminio ad esempio non ci sono spazi
di miglioramento nella riduzione degli
scarti di lavorazione, perch questi ven-
gono comunque gi recuperati integral-
mente nel corso dei normali cicli produt-
tivi. Per quanto concerne gli interventi
sui materiali chiaro che nel progettare
un imballo di alluminio, si cerca di utiliz-
zare solo questo metallo e possibilmente
un solo tipo di lega, al fine di agevolare al
massimo la raccolta differenziata; e si cer-
ca anche di incentivare limpiego di me-
tallo riciclato prescrivendone luso nelle
specifiche di fabbricazione.
Quali potranno essere le prossime
iniziative del vostro consorzio per mi-
gliorare ulteriormente la sostenibilit
ambientale, tecnico-funzionale ed eco-
nomica degli imballaggi in alluminio?
Le iniziative nellarea della prevenzione,
previste per i prossimi anni da CiAl, avran-
no come principale obiettivo quello di
accrescere la consapevolezza delle
imprese consorziate in merito
alla naturale eco-compatibilit
del materiale alluminio
e delle diverse
tipologie
di imballi fabbricati con questo materiale.
Il messaggio che lalluminio di per s
prevenzione e soddisfa per definizione i
principi sui quali questa si basa, compor-
tando quindi benefici ambientali concreti
e misurabili, avvertibili specialmente nel
momento in cui si vanno a sostituire con
il metallo leggero altri materiali. Sviluppi
successivi potranno riguardare unevolu-
zione del packaging in genere che preveda
e favorisca il suo riutilizzo con modalit
diverse rispetto alla funzione originaria, at-
traverso un processo di transizione sempre
pi pronunciato da prodotto one way, nato
con il concetto di essere usato una sola volta
tipico dei contenitori per bevande in mate-
riali diversi dallalluminio, a bene durevole
in grado di garantire, grazie alle specificit
del materiale e alla non deteriorabilit, ul-
teriori utilizzi. In questo senso stiamo gi
assistendo ad interessanti evoluzioni nel
settore delle lattine e in quello delle botti-
glie, impiegate in nuove nicchie di mercato,
nel settore dei succhi di frutta e nel compar-
to enologico, ove viene proposta lopzione
del tappo a vite in alluminio per favorire la
richiusura del contenitore e la conservazio-
ne della bevanda per un consumo differito.
Molto presto vedremo sul mercato anche
un nuovo formato di contenitore, un ibri-
do lattina-bottiglia denominato Fusion e
realizzato dalla Rexam. Conservando le
caratteristiche dei formati standard della
lattina, come capacit, leggerezza, ricicla-
bilit, livello di protezione e conservazio-
ne alla temperatura ideale del prodotto,
questo contenitore introduce un elemento
nuovo, il tappo, sempre in alluminio quindi
omogeneo al resto del packaging in fase di
raccolta differenziata e riciclo; semplice
come luovo di Colombo, ma importante
perch offre servizi aggiuntivi a beneficio
del consumatore e in pi virtuoso perch
ha una minore produzione di rifiuto da pro-
dotto. Infine, vorrei ricordare limportanza
della comunicazione in questa azione di
prevenzione, a beneficio dei consumatori;
tutti gli imballaggi riportano ad esempio la
marcatura per la identificazione del mate-
riale, integrata in molti casi da indicazioni
supplementari utili per limpiego o il riuti-
lizzo. un modo in pi per sottolineare che
la sostenibilit ambientale, il controllo degli
scarti e la riciclabilit dei prodotti di imbal-
laggio sono gli elementi essenziali di una
sfida seria e impegnativa, che lindustria
dellalluminio affronta con profondo senso
di responsabilit, con la consapevolezza e la
collaborazione degli utilizzatori.
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2
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S
ervizi
ai Primi POsti
sUi mOtOri di riCerCa
Alla scoperta di 6suimotori, il nuovo servizio web pensato per le aziende.
Obiettivo: farsi trovare quando i clienti ti cercano.
nute attraverso i motori di ricerca. Il 93%
degli italiani ritiene i motori di ricerca lo
strumento pi efficace per cercare infor-
mazioni, prodotti e servizi. evidente che
per le imprese i motori costituiscono una
straordinaria opportunit: farsi trovare nel
momento esatto in cui un cliente sta mani-
festando uno specifico bisogno.
Come aiutate le aziende a posizionar-
si sui motori di ricerca?
La nostra strategia spiega Paolo Cre-
monini parte dallanalisi dei prodotti/
servizi che il cliente promuove attraverso
il proprio sito internet per determinare
quali siano le combinazioni di parole chia-
ve per le quali sia importante che il sito
venga trovato dai potenziali clienti. In un
secondo momento il nostro reparto mar-
keting esegue unanalisi pi approfondita
per stabilire quali delle parole individuate
siano effettivamente le pi efficaci per gli
obiettivi del cliente in relazione al suo
mercato di riferimento. Parallelamente si
svolge unanalisi marketing e tecnica del
sito per verificare che siano rispettate le
regole di base della corretta usabilit.
Si passa poi alla fase di produzione:
tramite uno staff tecnico altamente qua-
lificato si interviene sulla struttura e sul
codice del sito per implementare tutte le
correzioni che favoriscono il migliore po-
sizionamento sui motori di ricerca.
t
i stanno cercando: fatti trova-
re! uno slogan in stile Zio
Sam quello che diventato il
motto di 6suimotori, il nuo-
vo servizio di Sales Solutions dedicato
allottimizzazione del posizionamento di
siti internet sui motori di ricerca. Ne ab-
biamo parlato con Lorenzo Galoforo, am-
ministratore delegato di Sales Solutions,
e Paolo Cremonini Bianchi, responsabile
vendite, fautori di questo progetto partito
lo scorso dicembre e frutto di unesperien-
za quindicennale nel settore internet.
La missione di 6suimotori chiara ci
dice Galoforo: Lidea nasce dal fatto che
molte aziende investono risorse, spesso si-
gnificative, per progettare e realizzare un
sito internet ben fatto ma rimangono poi
deluse dai risultati. Questo deriva dal fatto
che le potenzialit del canale non vengono
sfruttate in maniera corretta poich il sito
non rintracciabile dai motori di ricer-
ca e viene visitato solo da chi ne conosce
esattamente lindirizzo. Si d poca impor-
tanza al posizionamento sui motori che in
realt fondamentale in una strategia di
comunicazione online: i motori di ricerca
sono il principale strumento di raccolta di
informazioni su internet. Chiunque de-
sideri acquistare un prodotto, conoscere
le caratteristiche di un servizio o trovare
un possibile fornitore, utilizza combina-
zioni di parole chiave su Google e sugli
altri principali motori. Le statistiche ci
dicono che la quasi totalit dei navigatori
online utilizza almeno un motore di ri-
cerca. L89% dei navigatori usa i motori
di ricerca quotidianamente. L87% dei
navigatori utilizza i motori di ricerca per
trovare informazioni decisive per un ac-
quisto e l88% di questi, una o pi volte,
ha deciso lacquisto di un prodotto o di un
servizio basandosi sulle informazioni otte-
di BRuNO fORZA
1
2
MESI
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effettuate utilizzando parole chiave de-
terminanti per il business dellazienda, il
sito di questultima non assolutamente
rintracciabile nei motori. Facile da imma-
ginare lo stupore del cliente.
Quindi possiamo affermare che il
mercato in cui operate ha un grande
futuro.
Certamente e per diverse ragioni af-
ferma Galoforo . Prima di tutto perch
oggi, rispetto a qualche anno fa, le azien-
de dimostrano una maggior attenzione:
dopo la prima fase di internet in Italia
(dal 1995 sino allesplosione della bolla
speculativa del 2000) durante la quale
le aziende sono entrate in rete senza
una strategia chiaramente definita, si
passati alla fase consapevole: le azien-
de hanno cominciato a comprendere
le dinamiche del web e a investire per
sfruttarne le potenzialit. Ora che la co-
noscenza pi diffusa la competizione si
sposta sulla visibilit: non basta esserci
bene, bisogna anche farlo sapere e per
farlo sapere bisogna essere trovati. Le
aziende lo sanno e stanno rispondendo
con grande positivit. Secondo aspetto
importante la trasversalit del servizio:
indispensabile per qualunque azienda,
indipendentemente dalla dimensione,
dalla collocazione geografica e dal set-
tore di riferimento. Infine, elemento
rispetto al quale oggi pi che mai le
aziende sono particolarmente sensibili,
linvestimento necessario per ottenere
un buon posizionamento particolar-
mente contenuto se raffrontato ai risul-
tati che possono essere conseguiti.
Nessun confine, dunque, per il vostro
raggio dazione.
Direi di no conclude Cremonini .
Siamo partiti a dicembre e abbiamo gi
messo profonde radici a Brescia. Ci stia-
mo affacciando sulle province limitrofe
e non abbiamo certo intenzione di fer-
marci qui.
49
Perch unazienda dovrebbe rivol-
gersi a voi?
Perch la maggior parte dei siti internet
sono come cattedrali nel deserto dice
Cremonini . Splendide (non sempre
peraltro), ma viste da pochi. Noi spostia-
mo ledificio in pieno centro creando il
passaggio giusto. I contatti si intensifica-
no e il ritorno misurabile in termine di
accessi e richieste di informazioni.
Quanto tempo necessario per otte-
nere i primi risultati?
I primi tre mesi sono fondamentali e
necessari per potere apprezzare risul-
tati concreti. Ogni tre mesi spiega
Galoforo 6suimotori invia un report
al cliente con i dati sul posizionamen-
to: dati estremamente significativi che,
in modo molto chiaro, rappresentano
levoluzione dal prima al dopo. La cosa
straordinaria che il miglioramento del
posizionamento corrisponde sempre ad
una crescita dei clienti potenziali. Inol-
tre abbiamo identificato indici di posi-
zionamento che consentono al cliente
non solo di verificare in maniera imme-
diata la propria situazione ma anche di
giudicare i risultati del nostro lavoro.
fondamentale verificare continuativa-
mente landamento del posizionamento
per garantire al cliente un risultato sod-
disfacente anche in relazione alla con-
Non basta essere in
rete, bisogna anche
farlo sapere e per
farlo sapere bisogna
essere trovati.
Permaggioriinformazioni
www.6suimotori.it
tinua evoluzione delle logiche con cui
lavorano i motori di ricerca.
Cosa promettete ai vostri clienti?
Il nostro obiettivo lavorare per posi-
zionare il sito del cliente nelle prime due
pagine dei motori di ricerca. Ovviamen-
te per ottenere questo risultato bisogna
scegliere con grande attenzione le paro-
le chiave spiega Cremonini tenendo
presenti aspetti importanti come il set-
tore di appartenenza del cliente e il mer-
cato geografico di riferimento.
Ci faccia un esempio.
Se un utente internet vuole trovare a
Brescia un ristorante dove si mangia pe-
sce, cercher sui motori di ricerca risto-
ranti pesce Brescia e non certamente un
generico ristoranti che produrrebbe un
numero eccessivo di risultati peraltro non
corrispondenti al suo bisogno. Quindi
il titolare di un ristorante bresciano spe-
cializzato in pesce deve prima di tutto
definire per quali parole chiave impor-
tante che il suo sito venga trovato. Per
far comprendere in maniera semplice ai
clienti questa dinamica, abbiamo svilup-
pato un software che consente di verifi-
care in tempo reale le ricerche pi popo-
lari effettuate dagli utenti e la posizione
del sito sui principali motori di ricerca
internazionali: nel 90% dei casi lanalisi
ha evidenziato che, a fronte di ricerche
50
i
n

e
v
i
d
e
n
z
a
B
ollette adesive posizionate
sui lampioni e zerbini collo-
cati davanti agli ingressi di
negozi e abitazioni hanno in-
vaso a fine novembre i centri di Gussago,
Orzinuovi, Rezzato e Roncadelle, annun-
ciando larrivo di una casa trasparente.
Con queste azioni di guerrilla marketing
VIVIgas, tra i primi quindici operatori
italiani specializzati nella vendita di gas
metano ed energia elettrica nel mercato li-
beralizzato, ha voluto incontrare in modo
originale e diretto i cittadini per presen-
tare la nuova offerta energetica integrata
Luce & Gas che consente di ricevere
una sola bolletta per le due forniture.
Nella piazza principale dei paesi coinvolti
dalliniziativa stata posizionata la casa
trasparente VIVIgas, la riproduzione di
un bilocale abitato da due giovani che
accoglievano i cittadini fornendo infor-
mazioni sullazienda e offrendo un gratta
e vinci per sfidare la sorte e aggiudicarsi
gli oltre 2.000 premi messi in palio.
Riservato, invece, esclusivamente ai
clienti il concorso Giornata Unica che
ha consentito a dieci fortunati, intestatari
di un contratto Luce & Gas sottoscritto
entro il 31 gennaio 2011, di vincere uno
dei premi messo in palio da VIVIgas. Il 10
febbraio, alla presenza di un notaio, pres-
so la sede dellazienda, sono stati estratti i
nomi dei vincitori che hanno potuto sce-
gliere tra un week-end per due persone
presso un prestigioso resort sul Lago di
Garda e unesperienza allAutodromo di
Monza comprensiva di tre giri sul circuito
alla guida di una vettura sportiva.
Abbiamo scelto di sviluppare attivit di
marketing territoriale nella provincia di
Brescia spiega Chiara Rastrelli, diret-
tore marketing di VIVIgas perch un
territorio in cui lazienda fortemente ra-
dicata. Qui VIVIgas serve 30.000 clienti,
residenti in 16 comuni, ai quali fornisce ogni anno 40.000.000 m di gas e 15.000.000
kwh di energia elettrica e assicura assistenza attraverso i punti vendita di Roncadelle e
Nave.
La casa trasparente prosegue Chiara Rastrelli lemblema del nostro approccio
caratterizzato da una forte vicinanza al cliente, da unestrema trasparenza e capilla-
rit del servizio.
Per VIVIgas ogni cliente unico perch ha esigenze specifiche alle quali lazienda ri-
sponde offrendo prodotti su misura e servizi personalizzati.
La trasparenza con la quale viene gestita ogni fase del rapporto con il cliente dalla
proposizione dellofferta, alla stesura del contratto, alla fatturazione con tariffe chiare
e precise e contratti e bollette facilmente comprensibili un ulteriore tratto distintivo
dellofferta di VIVIgas, caratterizzata anche da una forte relazione con il cliente.
La vicinanza al cliente aggiunge Chiara Rastrelli non rappresentata unicamente
dalla capacit di rispondere alle sue esigenze, ma si esprime anche attraverso la capacit
di intervenire in maniera tempestiva individuando possibili criticit e proponendo le
soluzioni pi idonee per risolverle. A tutto questo si aggiungono i consulenti personali,
dipendenti VIVIgas che operano presso i punti vendita, capaci di rispondere con tem-
pestivit e competenza a ogni richiesta relativa alla fornitura di luce e gas.
Il servizio, spiega VIVIgas, non a esclusivo appannaggio dei propri clienti, ma anche
a disposizione di tutti i cittadini che possono recarsi presso i punti vendita e richiedere
consulenza per la comprensione delle voci che compongono la bolletta, o suggerimenti
per individuare la tariffa pi conveniente calcolata in base al proprio profilo di consu-
mo. Gli utenti VIVIgas possono, inoltre, rivolgersi ai consulenti personali per attivare
o modificare servizi e definire soluzioni di fatturazione e pagamento su misura.
VIVIGAS
AZIONI DI MARKETING
AD hOC PER I CITTADINI
TRASPARENZA, VICINANZA AL CLIENTE E RAPPORTO PERSONALIZZATO
LE PAROLE ChIAVE DELLA STRATEGIA DELLAZIENDA, SPECIALIZZATA
NELLA VENDITA DI GAS NATuRALE.
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MESI
MARZO 2011
Chiara Rastrelli, direttore marketing di VIVIgas.
B
ACHECA
Artdi Lombardia:
la crisi non passata
La crisi, nel mondo artigiano, non passata ed a confermare
luci ed ombre del settore sono i numeri di Artdi Lombardia.
Il condi dellAssociazione Artigiana nel 2010 ha registrato a Brescia un
calo, seppur lieve, delle richieste di nanziamento (-11%) ma un ottimistico
44% dei nanziamenti erogati, nalizzati ad investimenti su un totale di
oltre 97 milioni di euro. I risultati sono il frutto della difcile situazione
congiunturale ha sottolineato il presidente di Artdi Lombardia, Battista
Mostarda con le imprese artigiane che hanno ancora bisogno di sostegno
da parte di tutti e mi riferisco a Conducia di Unioncamere che a marzo
nisce o alliniziativa promossa dalla Provincia di Brescia che terminata
con la ne dellanno. Serve che si trovino ancora le risorse per rinanziare
le iniziative e dare sostegno agli artigiani. Il direttore di Artdi Lombardia
Francesco Gabrielli ha tenuto a precisare come negli ultimi quattro anni di
vita del condi, loperativit si comunque triplicata, il tasso di insolvenze
(1,36%) si conferma molto basso e si rafforzata la vicinanza al territorio
di appartenenza oltre alla tradizionale conoscenza delle imprese che il
vero valore aggiunto del nostro lavoro.
Aeroporto di Verona:
il low cost traina la crescita
In occasione di Bit (Borsa internazionale del turismo) il diret-
tore generale dellAeroporto di Verona Massimo Soppani ha
presentato i risultati del 2010 e le proiezioni sullanno. In particolare, sono
stati illustrati i risultati positivi di trafco degli ultimi mesi (+26,57% a gen-
naio e +30,59% la prima settimana di febbraio), lo stato di avanzamento
del piano di sviluppo e i nuovi accordi commerciali che interesseranno la
programmazione voli per la prossima stagione estiva.
Il mese di gennaio ha chiuso con 233.763 passeggeri trasportati, con una
crescita in valori assoluti e percentuali mai registrata nello stesso periodo.
Il 21% dei passeggeri low cost (era il 12% nel primo semestre del 2010),
30% charter, 49% linea tradizionale. Dopo una crescita di oltre il 30% la
prima settimana di febbraio, i primi quindici giorni del mese segnano una
crescita pi contenuta (+10,47%) a causa del crollo totale del charter verso
lEgitto e la Tunisia.
Secondo il piano di sviluppo 2010-2014, le proiezioni di crescita di trafco
sullo scalo sono confermate, con lobiettivo di arrivare a 4,5 milioni di pas-
seggeri entro il 2014, e, sul breve termine, di chiudere lanno assestandosi
oltre i 3,6 milioni, dai 3.022.784 passeggeri transitati dallo scalo nel 2010.
In particolare, questanno sulla crescita incideranno i viaggiatori in arrivo,
stimati intorno a 1,7 milioni, come risultato del progressivo riequilibrio tra
i ussi incoming e outgoing e leffetto positivo del low cost, che trascina
nella crescita la linea e il charter. Larrivo di unofferta low cost pi struttu-
rata (da novembre opera Ryanair, con 8 destinazioni), oltre ad un presidio
della linea, attraverso sviluppo di prodotti ad hoc per lesigenze dellutenza
e lapertura di nuove direttrici charter, hanno determinato i risultati positivi
di trafco di questi mesi, in particolare sullincoming cresciuto del 25% a
gennaio.
Massimo Soppani, direttore generale dellAeroporto
di Verona.
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MESI
MARZO 2011
Provincia di Brescia: il piano triennale
delle opere pubbliche
La Provincia di Brescia ha programmato un corposo Piano
triennale delle Opere Pubbliche, che prevede per la viabilit
investimenti importanti. Nel 2011 quasi 47 milioni, nel 2012 105 milioni e
nel 2013 quasi 92 milioni. In particolare, nel 2011, come negli altri anni,
signicativi sono gli interventi destinati alla manutenzione delle strade che
durante linverno si sono notevolmente dissestate per colpa del gelo e della
neve: 5 milioni di euro per i bitumati e 5 milioni per le altre manutenzioni
(gallerie, viadotti, ponti, barriere di sicurezza, barriere fonoassorbenti) pi
le somme urgenze. Nel 2011 prioritari gli interventi di sistemazione della
calotta e dellilluminazione della galleria Trentapassi, la messa in sicurez-
za del Ponte di Concesio, il completamento dellintersezione di Rodengo
Saiano della SP BS 5010 con la SP 19 con la costruzione di due bretelle e
la Ciclabile di Limone. Importante lopera nel 2012: la deviante di Barghe-
Idro coster 75 milioni di euro (38 provenienti dalla Provincia Autonoma di
Trento, 35 dalla regione Lombardia e 2 dalla Provincia di Brescia).
51
Mariateresa Vivaldini, assessore ai Lavori Pubblici
della Provincia di Brescia.
Siamo consapevoli spiega Mariateresa Vivaldini, assessore ai Lavori
pubblici della Provincia di Brescia che il patto di stabilit ci limiter nel
portare a termine tutte le opere previste, ma condiamo nel federalismo
scale e, negli anni a venire, in una diminuzione del vincolo, ora cos
stringente. Comunque sia, a seconda del quadro economico che si verr a
delineare, porteremo a compimento le opere previste nel piano.
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2
MESI
MARZO 2011
trUffe
Un CatalOgO in CresCita
l
universit del crimine non
esiste, se non altro dal punto
di vista istituzionale. Da sem-
pre, tuttavia, larte del raggi-
ro e dellinganno ha riempito la nostra
immaginazione di lettori di fumetti o
di cinefili, a partire da Diabolik o dalla
Banda Bassotti. Prima ancora cera stato
Tot con le sue argute commedie (To-
ttruffa 62 o Tot, Peppino e i fuori-
legge). Erano, tuttavia, quelli, i tempi
dei banditi gentiluomini, dei grassatori
maldestri. Era lepoca della rapina per-
fetta, dello scasso notturno, del buco
senza troppi danni collaterali a persone
magari socialmente sfavorite. Non oggi,
in cui i giornali riportano con sempre
maggior frequenza i tanti episodi pi o
meno violenti di rapina o di truffa nei
confronti di vittime che non corrispon-
dono pi a categorie sociali privilegiate.
Lopportunismo feroce di una societ in
forte disgregazione valoriale alimenta
legoistica sete di avere tutto e subito. E
come nei peggiori incubi gi dipinti da
una letteratura entrata a buon diritto an-
che nelle antologie della scuola media, la
celebre giacca stregata capace di sfor-
nare banconote in continuazione per la
soddisfazione di miraggi di lussi sfrenati
senza meriti e fatica se da una parte ac-
cumula dallaltra toglie. E il maltolto
quasi sempre una sottrazione a danno di
povera gente, di inermi, di indifesi. Le
nuove bande Bassotti, insomma, cam-
biano gli obiettivi e il modo di operare:
rapinare banche o truffare istituzioni
sempre pi difficile e rischioso. Il gran-
de fratello ci spia e ci osserva in conti-
nuazione. Meglio dirottare su categorie
Dalla tradizionale truffa di strada in perfetto stile mordi e fuggi
al fenomeno del raggiro di molti anziani in casa propria.
un compendio pratico della multiforme arte della truffa che dobbiamo conoscere.
di MaSSIMO ROSSI pi esposte e facilmente raggirabili e
depredabili: anziani, persone sole, pic-
coli esercizi commerciali. Facile, rapido
e con limitate possibilit di reazione
nellimmediato. La nuova guerra delle
truffe e delle rapine, dunque, unazio-
ne che parte e si consuma per lo pi dal
basso.
il Codice Penale (articolo 640) a darci
una definizione chiara di truffa: chiun-
que, con artifizi o raggiri, inducendo
taluno in errore, procura a s o ad altri
un ingiusto profitto con altrui danno,
punito, ecc.. Al di l della definizio-
ne, a noi interessa capire nella pratica
come possono verificarsi questi artifizi
o raggiri, quali sono i meccanismi sot-
tesi al funzionamento di una truffa e,
soprattutto, quali sono i tipi di truffa pi
comunemente praticati verso il cittadino
comune.
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nCHIestA
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MESI
MARZO 2011
le trUffe Per strada
e in viaggiO
I puNTI DI fORzA
DEL TRuffATORE
Imparare alcune delle pi comuni
tecniche psicologiche dei truffatori
pu aiutare a non diventare una po-
tenziale vittima di un raggiro.
1
Distrazione: i truffatori sanno
cogliere le distrazioni delle loro
potenziali vittime attraverso losser-
vazione attenta delle stesse.
2
autorevolezza: secondo studi
condotti in Inghilterra si tende
ad essere obbedienti quando si
convinti di essere di fronte ad un
personaggio autorevole e compe-
tente in una determinata materia.
Questo consente, per esempio, agli
utenti di far entrare in casa propria
personalecheaffermadiesseredel-
la societ del gas e che chiede dei
soldi per riparazioni o revisioni.
3
Conformismo: il meccanismo
dellimitazionespessocifacom-
portare senza consapevolezza e co-
scienza.Untruffatoreutilizzaspesso
dei complici o ganci che simulano un
acquistoperconvincereoindurrele
potenzialivittimeafarealtrettanto.
4
Disonest: iltruffatoresagioca-
re con le debolezze della gen-
te. In generale molte persone sono
oneste, ma in condizioni particolari
gli atteggiamenti possono cambiare,
soprattutto per via di situazioni di
necessit o di personale inclinazio-
ne allavidit. Sono le persone pi
disperate ad essere pi facilmente
manipolabili.
5
Tempo di pressione: studi di
settore mostrano che prendere
decisioni sotto la pressione del tem-
po sia abbastanza pericoloso e im-
prudente.Itruffatorilosannoenel-
la maggior parte dei casi sfruttano
lincognita del tempo per svolgere
unazionerapidaedisorientante.
l
Le tecniche per spillarvi soldi in viaggio
e in strada sono tante: cento sono i truc-
chi per rubarvi lauto e mille le tecniche
creative per abbindolarvi. Alcuni brevi
esempi pratici di truffa che rimangono
degli autentici ever green anche nelle
varianti.
LA GIACCA IMBRATTATA
Assai vetusto il trucco della giacca im-
brattata anche se pare funzionare anco-
ra bene. I truffatori sono nella maggior
parte dei casi donne con bambini, ma a
volte anche ragazzi, con il gelato o altro
in mano che vi urtano facendovelo cade-
re sulla giacca. Poi con la scusa di ripu-
lirvela ve la fanno sfilare e vi rubano il
portafogli. Questo genere di truffa-bor-
seggio offre, poi, una ben nota gamma
di varianti. Vi , per esempio, il trucco
del finto cieco che si fa urtare e che nella
concitazione del soccorso ne approfitta
per ripulire la vostra giacca.
IL PACCO NAPOLETANO
Brescia, primavera 2010: i truffatori
fingevano di vendere telefonini e vide-
ocamere a buon prezzo, ma dopo averli
mostrati allacquirente li sostituivano
abilmente con banali pacchetti di sale
da cucina. una truffa vecchia come il
mondo, meglio conosciuta come pac-
co napoletano. Questi raggiri sono
ormai ben conosciuti agli italiani, che
solo raramente abboccano. Trovano in-
vece terreno ancora fertile tra gli immi-
grati che hanno difficolt con la lingua
e qualche timore nei confronti delle
stesse forze di polizia. Ma a Brescia
questa banda di truffatori incorsa in
un grossolano errore: dopo aver raggi-
rato un ragazzo indiano, il giorno dopo
ha riproposto il trucco alla stessa per-
sona senza accorgersi della incredibile
coincidenza: il ragazzo indiano ha cos
avvisato le forze dellordine che hanno
arrestato i truffatori.
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nCHIestA
Truffe
s
IL REGNO DEL SAPORE
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MESI
MARZO 2011
Se a Brescia le truffe sono uno dei pochi reati in aumento, secondo quanto
riferisceilvicesindacoFabioRolf,purverochelevittimedeimoltiraggiri
rimangonosoprattuttoanzianiepersonesole.Lincrementodelledenunce,nel
corsodel2010,tuttavia,confermalapositivitdelletanteiniziativedicarattere
informativocheComune,A2A,BresciaMobilit,Polizia,CarabinierieGuardia
diFinanzahannomessoinattopercontrastareunfenomenoinpreoccupante
crescita. Dalla campagna Attenti al gatto e alla volpe, allidea di un forum
permanentesulletruffe:lobiettivocrearemomentidiaggregazioneconlin-
tento di condividere esperienze e informazioni per educarsi alla prevenzione
delletruffeedeiraggiri.Oltreallelettereaicittadini,aicartellonipubblicitari
esposti su mezzi pubblici e in luoghi strategicamente e socialmente interessati,
anche lidea di un adeguamento informatico dei citofoni degli anziani che,
tramiteagevolazionistatali,potrebberofornirsidivideocitofonio,addirittura,
dicitofoniconmicrofoniotelecamereincollegamentodirettoconlapolizia.
BRESCIA IN pRIMA LINEA CONTRO LA TRuffA
LAuTO IN PANNE
Mentre guidate vi imbattete in unau-
to in panne con il cofano aperto e un
individuo che si sbraccia per attirare la
vostra attenzione. Vi fermate e il tizio
vi spiega che rimasto senza carburan-
te e non ha soldi per fare rifornimento,
pertanto vi chiede una modesta somma
di denaro (5 o 10 euro) per consentirgli
di riempire un piccolo contenitore da un
vicino distributore di benzina. Luomo
vi promette di restituirvi al pi presto la
somma prestata con una ricarica telefo-
nica o postepay una farsa abbastan-
za convincente. La somma richiesta
modesta e i pi sganciano la banconota
per solidariet. Nel giro di qualche ora
di sosta il truffatore pu facilmente
incassare anche pi di 200 o 300 euro.
Ma attenzione, le cose possono pren-
dere anche una piega diversa: una volta
fermi e con il portafogli in mano potre-
ste essere derubati o rapinati di tutto il
denaro e perfino dellautovettura.
fALSI CARABINIERI
Brescia, estate 2010: si sono accorti che
due falsi carabinieri li avevano alleggeri-
ti delloro che custodivano in cassaforte
soltanto quando era troppo tardi. Prota-
gonisti del raggiro due anziani coniugi
che hanno aperto la porta di casa a due
truffatori abilmente mascherati da fun-
zionari dellArma. Avevano anche i
tesserini, riferiscono i due anziani. I
due malviventi si sono fatti aprire con
la scusa di dover verificare prelievi
anomali sul conto. Ma come accade in
queste diffuse situazioni, mentre uno
dei truffatori distraeva le proprie vittime
laltro ripuliva la cassaforte dagli oggetti
di valore (oro e denaro).
fuRTO DELLA VALIGETTA
24 ORE
Se vi state incamminando in una zona
turistica in una stazione o in un aero-
porto con in mano la vostra valigetta 24
ore pu capitarvi di essere avvicinato da
un individuo apparentemente innocuo,
e spaesato, che con una cartina in mano
vi chiede aiuto per la lettura della carti-
na stradale o per la comprensione degli
orari degli autobus. Con abilit vi fa
appoggiare al suolo la valigetta per con-
sentirvi di prendere in mano la cartina. E
mentre voi state cercando di capire cosa
vi sta chiedendo, un ragazzino raccoglie
la vostra valigetta e scappa a tutta velo-
cit. Era un compare, ma nessuno potr
provarlo.
SOLDI fALSI
Alcuni tipi di truffa avvengono quan-
do la vittima appena stata in banca o
alla posta a ritirare dei soldi. Succede
spesso che una persona anziana dopo
aver fatto un prelievo venga seguita da
qualcuno che poco dopo gli si presenta
come funzionario di banca. Il finto fun-
zionario suona al campanello di casa
dicendo che potrebbe esserci stato un
errore per cui necessario verificare il
numero di serie delle banconote appe-
na ritirate. Lanziano consegna i soldi
e il truffatore, facendo finta di control-
larli, li sostituisce con banconote false.
Attenzione: nessun funzionario di ban-
ca vi cercher mai a casa per controllare
le banconote!
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di feste e ere
1
2
MESI
MARZO 2011
le trUffe a dOmiCiliO
La casistica delle truffe a domicilio
purtroppo ampia e in continuo svi-
luppo. Aumentano i raggiri e le truf-
fe soprattutto a danno degli anziani,
unescalation che deve preoccupare,
anche perch le truffe sono fatte ap-
profittando della debolezza di perso-
ne sole e con reddito medio-basso.
Di seguito proponiamo i consigli per
prevenire questi episodi di microcri-
minalit.
Di norma i truffatori agiscono in
coppia.
Cercano di entrare nel vostro apparta-
mento con un pretesto.
Uno dei due vi parla con insistenza,
mentre laltro, inosservato, perlustra
le stanze dellappartamento.
Usano dei modi e toni gentili e affabi-
li, ma decisi.
fALSI fuNZIONARI INPS, ENEL
O INPDAP O DI SINDACATI
Si presentano alla porta di persone an-
ziane con la scusa di dover controllare
la posizione pensionistica o ancora per
controllare il contatore del gas, della
luce, ecc., ma in realt raggirano le per-
sone facendosi consegnare soldi o sot-
traendo beni o altre cose di valore.
Ricordatevi che prima di fare dei con-
trolli nelle case gli Enti affiggono degli
avvisi nel palazzo o nella via.
sempre importante denunciare tempe-
stivamente le truffe cercando di ricordare
pi particolari e dettagli possibili.
Per quanto riguarda le persone che suona-
no alla porta spacciandosi per funzionari
di societ o enti di servizio importante
farsi dare gli estremi (nome, cognome e
numero di tesserino) e chiamare lente di
appartenenza per verificare. LA pOLIzIA LOCALE METTE
IN GuARDIA GLI ANzIANI
Sulla base di 76 truffe censite nel
2010 a Brescia, la Polizia Locale ha
analizzato le abitudini dei malinten-
zionati che si introducono nelle case.
Secondo il report del comando di via
Donegani,nel2010itruffatorihanno
colpitoprevalentementeledonne(65
afrontedi11uomini)elepersonedi
etpiavanzata(23casitrai70e80
anni e 41 tra gli 80 e 90 anni). Con-
siderandoilcorsodellanno,imesiin
cui gli imbroglioni entrano in azione
pi spesso sono giugno e settembre;
molto meno in luglio e agosto. Le
truffesiconcentranoneigiorniferiali,
in particolare il marted (21 casi), men-
treillunedeilsabato(con5e6casi)
registrano lincidenza minore, nem-
meno un caso segnalato la domenica.
Leorepreferitedaitruffatorisonotra
le12ele13etrale10ele11.Quanto
alle tecniche pi usate per carpire la
fducia degli anziani ed entrare nelle
loro case per rubare denaro e ogget-
ti preziosi, il primo posto spetta alla
scusa dellamico (sono un amico di
suo fglio) o conoscente di parenti,
numerosi anche i fnti tecnici di A2A
(acqua,gas,rifuti),ifalsiagentidifor-
zedellordineeifntiassicuratori.
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Truffe
ALCuNI CONSIGLI
1
Pagamenti bollette. Nessun ente
manda personale a casa per il pa-
gamento delle bollette, per rimborsi
o per sostituire banconote false che
vi ha dato erroneamente. Per nessuna
ragionedatequindisoldiasconosciu-
ti che si presentano a casa vostra. Per
le bollette utilizzate preferibilmente la
domiciliazione bancaria. Nel caso di
fnti rimborsi il malfattore vi chiede di
cambiare una grossa banconota, solita-
mentefalsa,oppureviderubaquando
andate in camera a prendere la borsa.
2
Firma documenti. Non frmate
nessun documento n per strada
nincasa,senonloavetefattoesami-
nare prima dai vostri fgli o da vicini di
cui vi fdate. Se volete acquistare dei
prodotti da venditori porta a porta,
invitate anche altre persone ad assi-
stere alla dimostrazione e a vedere la
merce. Usate comunque la massima
cautela. Diffdate dei facili ed imme-
diatiguadagni,dicatenediSantAnto-
nio, di prodotti miracolosi o di oggetti
darteaprezzivantaggiosi.
3
Porta di casa. Anche se uscite
per poco tempo, chiudete sem-
pre la porta a chiave e non lasciate
le chiavi sotto lo zerbino, sopra lo
stipite della porta, in un vaso o inf-
late sotto il davanzale della fnestra.
In caso di breve assenza utile stac-
care il telefono e lasciare luci, radio
ogiradischiaccesi.Ricordatevichei
messaggi sulla porta dimostrano che
incasanoncnessuno.
4
Soldi contanti. Non tenete trop-
pi soldi in casa e aprite un conto
corrente per ricevere la pensione, in
modo da non essere costretti ogni
mesearecarvialluffciopostaleper
ritirarla, usufruendo dei servizi ban-
cari (pagamenti in conto corrente).
Quando uscite non portate con voi
troppo denaro e, se inevitabile,
fateviaccompagnare.Nonportateil
denaro in borsetta (caso mai in bor-
se a tracolla chiuse), ma dividetelo
in pi tasche interne. Tenete sempre
separataunapiccolacifraperlepic-
cole spese, in modo da non dover ti-
rarefuoriognivoltailborsellinopie-
nodisoldi,mostrandoatuttiquanto
denaro avete con voi.
5
Regola generale. Chiamare pa-
renti o vicini per qualsiasi dub-
bio o timore. In caso di problemi ri-
volgersi ai Carabinieri.
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di nitura, uniti a un servizio di assistenza preciso
e qualicato, sono caratteristiche che distinguono
lazienda, facendola preferire dalla sua ormai
vasta clientela.
La diffusione capillare in tutta la Lombardia
con una tta rete di distribuzione e la diponibilit
a magazzino di ogni tipo di accessorio,
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e tende da sole completano lampia gamma
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1
2
MESI
MARZO 2011
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I
nCHIestA
Truffe
COnfessiOni
di Un sUPertrUffatOre
Un mandato di cattura per truffa ai
danni dellUnione europea per alcuni
miliardi delle vecchie lire, alcuni anni di
carcere e ora la conversione. Abbiamo
incontrato Ulisse (cos chiameremo il
nostro supertruffatore bresciano in me-
moria del consigliere fraudolento per
antonomasia).
Dunque, Ulisse, com che si diventa
truffatore di professione?
Truffare non , innanzitutto, una profes-
sione nel senso pi stretto del termine,
malgrado pi o meno seriamente si sen-
ta affermare anche il contrario. La mag-
gior parte dei ladri e dei truffatori svolge
la propria attivit criminosa in spazi e
tempi ritagliati ad una vita spesso nor-
male. Vi , insomma, quasi sempre,
nella vita di un truffatore, una doppia
vita, come un doppio lavoro. Diverso il
caso di chi truffa per strada o nelle case
degli anziani con espedienti pi o meno
ingegnosi: una categoria di truffatori,
questa, che, invece, lavora sempre pi
spesso a tempo pieno e che certamente
tra le pi pericolose per la societ e del-
la quale io non ho n considerazione n
indulgenza. Della truffa e dei truffatori
possiamo, in ultima analisi, stabilire una
graduatoria su tre livelli: quello di strada
con i suoi facili bersagli (anziani, perso-
ne sole o isolate), un livello intermedio
con raggiri finanziari di media entit a
danno di imprese e cittadini profes-
sionalmente collocati e un terzo livello
con truffe a danno di banche, istituzioni
o addirittura governi.
S, ma come si diventa truffatori?
Ecco, direi che si diventa truffatori
(nelle varie differenze e tipologie) in
virt di incontri pi o meno casuali con
persone gi in affari. A ci si deve ne-
cessariamente aggiungere leventuale
situazione di bisogno o la personale in-
clinazione allavidit: un mix esplosivo
che pu trasformare un normalissimo e
onestissimo individuo in un uomo sen-
za scrupoli. Come dire: loccasione pu
fare luomo ladro.
Non ha ancora parlato di denaro
Tutti abbiamo bisogno di denaro, poi-
ch lavoriamo per guadagnare. Tuttavia
per un truffatore il denaro un vero e
proprio assillo paragonabile alla droga:
il livello, lo stile di vita che molto denaro
a disposizione pu realizzare presto si
trasforma in assuefazione per cui urge
necessariamente il miraggio di lussi
maggiori e quindi di disponibilit finan-
ziarie pi importanti.
Il denaro , dunque, la ragione del
nostro muoverci, anche in senso de-
littuoso?
Forse solo il ladro, il truffatore e il de-
linquente possono rispondere con sin-
cerit allinterrogativo: denaro significa
cose e potere di fare, nonch controllo.
Ecco, forse pi di ogni altra cosa signi-
fica controllo. Controllo della propria
vita. Nellordine, tuttavia, direi che vo-
gliamo il denaro innanzitutto per non
avere paura di cose tipo fame, freddo,
fatica, sacrificio, ma aggiungerei anche
per non aver paura degli altri, poich
muoversi in auto di lusso e con vestiti di
un certo tipo significa mettere i nostri
simili a debita distanza da noi, significa
circondarsi di rispetto. Poi ci sono le
cose che soddisfano il nostro piacere. E
le cose belle e di soddisfazione costano
molto denaro.
daccordo con quanto abbiamo
scritto riguardo ai punti di forza del
truffatore?
S, anche se a mio avviso manca un pas-
saggio di capitale importanza: un truf-
fatore, soprattutto di strada, sempre
necessariamente pronto alla reazione,
anche violenta, da parte della sua vitti-
ma e in tal senso lo stesso truffatore
preparato a una risposta altrettanto forte
e quasi sempre vincente poich la vitti-
ma non mai superiore, n fisicamente
n psicologicamente. Chi capisce in
tempo utile di essere vittima di un rag-
giro o di una truffa deve far finta di nulla
e con sangue freddo deve stare al gioco
per cogliere, quindi, il momento oppor-
tuno o per svicolare o per coinvolgere
terze persone nellatto di liberarsi da
una situazione che potrebbe anche sfug-
gire drammaticamente di mano. come
nel poker: mai permettere allavversario
di capire i sentimenti che si agitano den-
tro di te.
Esiste una regola generale nelle truf-
fe, nel loro successo?
Direi che il famoso specchietto per
allodole sempre un gran bel trucco.
In ogni caso, in ogni situazione, la pro-
cedura del raggiro si ripete uguale a se
stessa: attirare lattenzione su una cosa
marginale (A), mentre di fatto si realiz-
za qualcosa di diverso (B) senza che la
vittima abbia coscienza della diversit.
Si lavora sulla distrazione, per lo pi. E
sulla falsificazione.
Che cosa diventato lei, oggi?
Ho dato una svolta radicale alla mia vita,
anche se impossibile parlare di nor-
malit. Io so nomi, ho visto visi, luoghi.
Non si esce mai definitivamente dagli
affari. Impossibile. Mi spiego?
Credo di s. Quindi che cosa fa attual-
mente?
Sto pensando a una tipografia o qualcosa
di simile.
Devo ridere?
Non carta moneta: semplice carta.
Col tempo torneremo ancora alla bassa
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dUCAzIOne CIvICA
PerCH
cos fan tutti
s
entendo parlare di educazio-
ne civica viene da storcere il
naso, ripensando alle noiose
lezioni scolastiche con tanto
di proiettore e diapositive. Ma noi ne
vogliamo discutere comunque, sicuri di
non suscitare lo stesso adolescenziale
e indigesto sbadiglio dei nostri ricordi,
quanto di pungere nel vivo la zona grigia
che fa parte di tutti noi.
Quante volte, infatti, ci lamentiamo di
un sistema che non funziona dalle rac-
comandazioni sul lavoro, alla sporcizia
delle strade, alla maleducazione dei pi
piccoli, senza renderci conto dessere
molte volte i primi a non comportarci
correttamente? Per questo, a pi riprese,
toccheremo diversi temi delleducazione
civica, che compongono larea profes-
sionale e il quotidiano di ciascuno.
Le domande da porsi sono tante, e spes-
so le risposte vanno studiate momento
per momento, come accade quando ci
si trova di fronte a teoria contro pratica,
buonsenso versus consuetudine. Un buon
cittadino, pensiamo, la somma di tante
piccole buone azioni, colui il quale non
pu dirsi certamente senza macchia, ma
che non aspetta un esempio astratto cala-
to dallalto, tanto meno si concede il lusso
di nascondersi dietro ad un anacronistico
tanto, cos fan tutti, se non addirittura
occhio per occhio, dente per dente.
Cerchiamo anche noi di aggirare quelle
regole che auspichiamo siano solo gli
altri a rispettare? Esigiamo sempre la
fattura o lo scontrino dal medico specia-
lista, dallartigiano o dallestetista? Alla
guida dellauto rispettiamo i limiti di ve-
locit, i passaggi pedonali, e se urtiamo
una macchina al posteggio, lasciamo un
bigliettino con i nostri riferimenti? Con
i nostri vicini di casa, siamo rispettosi
delle zone comuni, stiamo attenti a non
effettuare rumori molesti e facciamo at-
tenzione alleducazione dei nostri figli o
del nostro cane?
Questi sono alcuni dei quesiti che do-
vremmo porci, non per farci rimordere
la coscienza perch, attenzione, la
stessa zona grigia che ci distingue sia
il malanno che la cura ma per iniziare
ad impegnarci davvero, incentivando il
rinnovamento di quel sistema che tanto
denigriamo.
Sempre a scuola, ci ripetevano senza
sosta che lo Stato siamo noi, ma qua-
si sempre lincentivo reale a far s che
questo Stato fosse buono e bello resta-
va la regola, la sanzione, la pena. Cos
siamo cresciuti facendo mano a mano
uno strappo sempre pi grande a quella
regola, violando la quale ancora oggi si
pu sperare fino allultimo limpunit,
seguendo lesempio dei cosiddetti fur-
bi. Ma in cuor nostro sappiamo bene
che non sono le norme a renderci eti-
ci, cos come non ameremmo il nostro
compagno o la nostra compagna perch
qualcuno ce lo ordina a forza.
Allora non ci resta che tornare al rispetto
della res pubblica, pensando sempre
che la cosa pubblica non non mia
ma anche mia, compiendo quotidia-
namente quei piccoli atti di rispetto del-
le regole civili e di convivenza, e avendo
il coraggio di proporre, con educazione
e moderazione, anche agli altri di rispet-
tarle. Ricordandoci che viviamo in una
realt globale e interconnessa, dai con-
fini e patrie labili, non ci farebbe male
sviluppare un rispettoso amore per ci
che ci circonda, ma iniziando con la pra-
tica. Dare il buon esempio, fare quel di
pi senza esagerare, instaurare una sana
competitivit nel nostro incedere civico:
questo ci sembra un buon punto dini-
zio. Tenendo a mente una parola chiave
equilibrio, che ci porti a non dover oscil-
lare tra eccessi di omert o di delazione,
ma ci spinga a comportamenti di sempli-
ce buon senso.
Gi, la zona grigia, quellombra che, se
proiettata ad oltranza porta a scandalosi
abusi, se eliminata ci fa ricadere in un
immutabile status quo. Perch cogliere
poeticamente un ciclamino per lama-
ta, ad alta quota, ci pu anche stare, ma
sradicare un pendio, quello no. solo
un banale esempio, certo, ma pu farci
riflettere sul senso della misura che, a
volte, siamo i primi a smarrire, una volta
voltato langolo.
Quando la zona dombra tra regola e consuetudine va oltre il buonsenso.
di ALESSANDRA TONIZZO
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i
motivi futili che spesso provo-
cano rappresaglie tra persone
normali a volte riguardano
vere e proprie banalit: batti-
becchi, rumori notturni, odori sgra-
devoli sul pianerottolo ad ogni ora del
giorno e della notte, porte sbattute,
auto parcheggiate in spazi riservati,
sporcizia e, non da ultimo, il ticchettio
dei tacchi femminili proveniente dal
piano superiore.
Queste sono solo alcune delle cause che
fanno sfociare i malcontenti in tremende
liti che vanno avanti a colpi di querele e
ricorsi. Nella maggior parte dei casi la
miccia che fa scattare il bisticcio im-
provvisa e non preventivabile; persone
che fino al giorno prima si davano lap-
puntamento per passare attimi di convi-
vialit e svago, poche ore dopo sembra-
no acerrimi nemici; in altri casi, invece,
lastio e il rancore viene trattenuto nel
tempo finch unazione o un comporta-
mento inconsueto fanno scattare il raptus
che pu sfociare in qualcosa di veramente
spiacevole. Situazioni di questo genere,
purtroppo, sono la normalit, infatti, non
passa giorno senza sentire di liti sfociate
in vere e proprie tragedie.
In queste situazioni il condominio, che
idealmente dovrebbe essere vissuto come
una tana, un rifugio dove rigenerarsi, si
trasforma in uno stadio, un porto franco,
allinterno del quale le regole della buo-
na educazione e di coscienza civica non
esistono proprio. Qui non si parla del
rispetto delle regole condominiali, bens
liti in COndOminiO
fUtili ed evitabili
risaputo ed indubbio che uno dei luoghi in cui avvengono
pi frequentemente le liti il condominio: lambiente pi litigioso
per eccellenza e i contrasti sono allordine del giorno.
di ALESSANDRA CASCIO
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labC della COnvivenZa?
il risPettO reCiPrOCO
A colloquio con Nicola Nesi, coordinatore dei giudici di Pace di Brescia.
Dott. Nesi, secondo i dati del Ministe-
ro della Giustizia, ogni anno in Ita-
lia si stima che pi di due milioni di
cause civili siano riferite a liti condo-
miniali. Ci pu fare una panoramica
della situazione di Brescia?
Per tutte le controversie che riguar-
dano il condominio (misure e modalit
duso dei servizi condominiali, immis-
sioni in abitazione, distanza di alberi e
siepi etc.), possiamo dire che nel 2010
abbiamo avuto un contenzioso di soli 22
procedimenti su ottomila affari che sono
stati iscritti presso questo ufficio. Dato,
che devessere sempre posto sotto la
lente della competenza di questufficio
che limitata rispetto a quella del Tribu-
nale sia per materia che per valore.
Qual la percentuale di cause che
proseguono in sede civile e quale di
quelle che si risolvono in sede conci-
liativa?
Il tentativo di conciliazione uno stru-
mento che stato fortemente penalizzato
nellultimo periodo poich, da gennaio
2010, chi vuole esperire un tentativo di
conciliazione presso di noi, deve pagare
un contributo unificato molto alto. La
conciliazione, invece, dovrebbe essere
oggi pi facilitata dato che sta entrando
in campo anche la mediazione. Le cause
che procedono in Appello o in ricorso
per Cassazione sono circa il 7-8% del
totale degli affari.
Qual la ragione che maggiormente
scoraggia i cittadini a non rivolgersi
al giudice di pace per risolve questo
tipo di liti?
Sicuramente, lintroduzione dal primo
gennaio 2010 del contributo unificato
ha inciso notevolmente sul numero di
ricorsi presso questo giudice. Possia-
mo stimare che ci sia stato per questo
motivo un calo del 30-40% rispetto
agli scorsi anni. Tuttavia i parametri da
valutare sono molti e possono riguar-
dare le spese, le lungaggini e non da
ultimo la competenza.
Un consiglio che si sentirebbe di dare
ai cittadini prima di adire il giudice di
pace?
Usate il buon senso e riflettete di pi
sui costi che ci sono e sulle vostre rela-
zioni interpersonali. Prima di rivolgervi
a noi, cercate di risolvere la lite bonaria-
mente tra di voi.
Secondo lei si sta perdendo il sen-
so del rispetto verso gli altri e della
cosa comune? Cosa fare per ricon-
quistarlo?
Questo ormai fuori discussione.
Siamo alla deriva e stiamo vivendo dei
tempi in cui prevale il menefreghismo,
larrivismo e il disprezzo per il diritto
degli altri. Sarebbe bello poter intera-
gire con i ragazzi delle scuole per far
comprendere loro limportanza del
rispetto reciproco e il funzionamento
della giustizia.
Un consiglio?
Prima di rivolgervi
al Giudice,
cercate di risolvere
la lite bonariamente
tra di voi.
Sarebbe bello far
comprendere
ai ragazzi
limportanza del
rispetto reciproco
e il funzionamento
della giustizia.
delle regole del buon costume e del quie-
to vivere, regole non scritte da nessuno,
non codicizzate, ma tramandate di padre
in figlio come educazione e rispetto per
il luogo in cui si vive e delle persone che
ci circondano. Il punto cruciale della que-
stione, quindi, proprio leducazione e il
buon senso che dovrebbero caratteriz-
zare e distingue luomo dallanimale. S,
perch a volte il comportamento umano
proprio paragonabile a quello del nostro
amato fido, il quale del suo comporta-
mento non ha colpa alcuna, se non quella
di avere un padrone che non capace di
impartirgli una giusta educazione e che
non capisce che in questo modo, oltre
che mancare di rispetto agli altri, prima di
tutto manca di rispetto a s stesso.
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tRAde e QUARtIeRI
san POlO
tra nOstalgia di ieri
e PrOblemi di Oggi
il quartiere pi grande e popoloso di
Brescia, ma anche il pi discusso, fonte
di notizie di cronaca per i giornali locali
e di problematiche ambientali note su
scala nazionale, ma anche una frazione
che unisce il vecchio al nuovo in tutto e
per tutto, nelledilizia e in una struttu-
ra sociale che vive di forti contrasti. Le
diversit di San Polo si amalgamano nei
parchi pubblici, negli oratori, sui campi
di calcio e nel Centro di Aggregazione
Giovanile. Tuttavia un cinismo realista
imperversa sulle bocche di molti, ma il
sorriso resta, aggrappato alla roccia de-
gli affetti e del legame ad un quartiere
comunque amato e vissuto.
San Polo ha tanti volti. Da un lato un
quartiere allavanguardia, ricco di servi-
zi e ad un passo dal centro. Il problema
che esiste un rovescio della medaglia sul
quale abbiamo deciso di fare luce racco-
gliendo voci, fotogrammi e sensazioni
per le strade della zona. Il nostro viag-
gio inizia ai piedi dei giganti delledilizia
eretti negli anni Ottanta. Sono cinque
palazzi altissimi che portano i nomi di
di BRuNO fORZA alcuni geni italiani dellarte: Tiziano,
Raffaello, Michelangelo, Tintoretto e
Cimabue, veri e propri alveari destina-
ti alledilizia popolare. Il pi discusso,
come noto, quello arlecchino, dove
lo spaccio ha messo radici consolidate
e dove negli anni sono andate concen-
trandosi le frange meno abbienti della
societ. Un contesto invivibile destinato
a conoscere la sua fine entro lo scadere
del 2011, termine previsto per labbat-
timento della torre, con lo spostamento
di 196 famiglie in altre realt abitative
cittadine. La decisione ha dato vita a un
acceso dibattito, ma un colpo di spu-
gna era necessario perch rottamare
comunque pi economico che ristrut-
turare.
Mentre un pezzo di San Polo rester solo
un ricordo, unaltra realt si affaccia sul
tessuto urbano cittadino. Si tratta di San
Polino, dove tutto in divenire. Giunti
nel nuovo quartiere di edilizia conven-
zionata ci imbattiamo negli eterni lavori
di corso Bazoli e via Alberti, veri e pro-
pri crucci di abitanti e commercianti. In
attesa che anche la metropolitana veda la
luce, la zona si popola a rilento mentre
i residenti lamentano la mancanza dei
servizi di prima necessit, primi fra tutti
farmacia e supermercato.
Il capitolo relativo allambiente il pi
sentito. Basta passeggiare in via San
Polo per rendersi conto della diversit
di unaria pesante e ricca di sgradevoli
sentori metallici. Ad ogni angolo della
strada spiccano cartelli affissi dai comi-
tati in difesa dellambiente e della salute
dei cittadini, infiammati dalla questio-
ne radioattivit delle scorse settimane,
quando in Sardegna stato bloccato
un carico proveniente dallAlfa Acciai
giudicato contaminato da Cesio 137.
Sul caso stato aperto un fascicolo. I
residenti non si fermano qui e puntano
il dito anche sullinceneritore, oppo-
nendosi, inoltre, alla realizzazione del
Parco dello sport e del polo logistico.
Chiedono a gran voce il compimento del
Parco delle cave per dare una sferzata di
ossigeno ad unarea afflitta anche dalle
immissioni dellintenso traffico veicola-
re, condizionato dalla vicinanza di tan-
genziali e autostrada.
San Polo dati alla mano la ciminiera
di Brescia, che resta sul podio delle cit-
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t pi inquinate dEuropa. Anche lAsl
scesa in campo svolgendo unindagine
su 2.000 bambini dai 6 ai 14 anni per
stabilire le possibili connessioni tra in-
quinamento e malattie nelle nuove gene-
razioni. Lesito di due recenti indagini,
infatti, ha evidenziato che a San Polo ci
si ammala di pi per malattie respirato-
rie non oncologiche e per tumori alla
vescica e al fegato. Chi vive a San Polo
conosce queste cifre agghiaccianti, ci
pensa la sera prima di addormentarsi e
quando guarda i suoi figli giocare.
Tra scritte sui muri, fumi tossici e cartel-
loni di protesta, per, c una cartolina
che vogliamo spedire ai nostri lettori.
quella del signor Cesare. Un giovanot-
to di 73 anni. Lo abbiamo incontrato
mentre vangava lorto di casa in mani-
che corte e con i guanti da lavoro. Lui
le torri di San Polo le abbatterebbe sem-
plicemente perch fanno ombra troppo
presto e non gli consentono di vedere
il sole come vorrebbe. Nei suoi occhi
abbiamo visto lazzurro che non c pi
nel cielo di San Polo, nelle sue parole
abbiamo sentito un filo di rassegnazio-
ne cucito sulla stoffa dellamore per il
suo quartiere. Stando con lui, inebriati
dal profumo del rosmarino che coltiva,
abbiamo capito cosa significa sentirsi a
casa. Nonostante tutto.
LAuRA DE LuCA
(TECNOCASA SAN POLO)
Come procedono le vendite a San Po-
lino?
Parecchie unit abitative sono anco-
ra invendute. Sono state costruite con
materiali a basso costo ma i prezzi non
sono cos invitanti. In palazzina 1.296
euro al metro quadro, in condominio
1.184 euro.
I residenti lamentano la mancanza di
servizi di prima necessit.
una zona ancora in via di sviluppo.
Presto cresceranno anche le attivit
commerciali parallelamente al popola-
mento della zona. Il problema grosso,
piuttosto, strutturale. Abbiamo rice-
vuto numerose segnalazioni di guasti ed
infiltrazioni.
Chi compra attualmente a San Polo?
Gli stranieri sono in calo perch oggi le
banche concedono i mutui con maggior
raziocinio e a loro chiedono maggiori
garanzie. La maggior parte di acquirenti
sono famiglie in cerca di unabitazione
pi grande, magari con una stanza in pi,
oppure genitori i cui figli si sono sposa-
ti che desiderano un appartamento pi
piccolo. In ogni caso si tratta soprattut-
to di un mercato interno. Difficilmente a
San Polo arriva gente da fuori.
Le questioni relative allinquinamen-
to hanno influito sulle vendite?
San Polo ha le carte in regola per esse-
re una zona appetibile sotto tutti i punti
di vista. Si trova nella prima periferia,
servita da attivit commerciali di ogni
genere e trasporti. C un ospedale vi-
cino, tanti spazi verdi e la Maddalena a
due passi. Borgo Whrer confina con
San Polo eppure l le case costano 3.000
euro al mq Sicuramente linquina-
mento c, ma non influenza il mercato
immobiliare. Qualche tempo fa un tizio
si presentato in ufficio con la copia di
un articolo sullAlfa Acciai, ma stato un
caso isolato. Io vivo a San Polo dall85 e
nella mia famiglia non ci sono mai stati
problemi respiratori.
LA VOCE DEI RESIDENTI
MARINA,55anni
Qual il suo punto di vista sulla que-
stione torri?
Vanno abbattute. Sono lesempio estre-
mo dellincivilt delle persone e dellinte-
grazione fallita con gli stranieri, che non
conoscono leducazione. LAler qui ha
creato un vero e proprio ghetto. Il risul-
tato sotto gli occhi di tutti, con la spaz-
zatura che vola dalle finestre e gli spazzini
che vengono a raccogliere i rifiuti scortati
dai vigili urbani per non rischiare di pren-
dersi qualcosa in testa. uno schifo.
ROBERTO, 44 anni
Da quanto tempo vive in questo allog-
gio ai piedi del Tintoretto?
Da 20 anni. La situazione allucinan-
te. Spiace solo per quei poveri anziani
che sono stati costretti per anni a con-
vivere con certa gente. La massiccia pre-
senza di stranieri, zingari e pregiudicati
ha creato un mix esplosivo.
Cosa rende la zona invivibile?
Dentro e fuori del palazzo ci sono da
anni giri di spaccio e consumo di droga,
per non parlare di sporcizia, furti e di-
sturbo della quiete pubblica.
Se potesse tornare indietro?
Non comprerei sicuramente casa qui.
Nel progetto iniziale cera semplicemente
la realizzazione di un parco, nessuno ave-
va parlato di questi palazzi che hanno fatto
precipitare anche il valore delle nostre
case. Una signora qui accanto ha messo in
vendita il suo appartamento 2 anni e mez-
zo fa ed ancora invenduto. Chi viene qui
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CI RACCONTANO
SAN POLO
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oggi impazzito, io non me ne vado solo
perch non ho disponibilit.
I bambini come vivono in un contesto
del genere?
Giocano in casa o sulle scale. Quando
abbatteranno queste due torri andr in
Maddalena a godermi lo spettacolo e
brinder.
MOCTIEBIBA,48anni
Come si vive nella torre Tintoretto?
Male. C tanta gente strana. Se potessi
mi trasferirei subito. Siamo in attesa che
ci dicano dove andare. Il problema pi
grosso la sporcizia, a volte lascensore
impraticabile talmente sporco. Io sono
qui da 6 anni, mio marito da 21. Veniamo
dal Marocco. LItalia un buon paese in
cui vivere, ma qui un inferno.
Molti accusano gli stranieri come i
principali colpevoli di questa situa-
zione.
Il problema la testa delle persone, ci
sono stranieri maleducati e italiani male-
ducati. Io non ho mai buttato nemmeno
un fazzoletto dalla finestra.
MARCO, 27 anni
Come si vive nella torre Raffaello?
Qui si vive bene, di l un disastro con
lo spaccio che va avanti da anni. Il pro-
blema grosso di San Polo, comunque,
linquinamento.
Siete preoccupati?
Abbastanza. LAsl ha appena fatto le
indagini sui bambini e il pensiero c. In
effetti io ho sempre vissuto a San Polo
ed ho sempre avuto problemi alla pelle,
mentre mio fratello alle vie respiratorie.
CESARE,73anni
Qual il tenore di vita a San Polo?
Si vive bene e si respira male. Pensi che
quando acquistai qui mi dissero che lAlfa
Acciai stava per trasferirsi. Ci consoliamo
con la bellezza dei parchi pubblici che non ci
fanno pensare al veleno che c nellaria.
GIuSEPPE,55anni
Ci descriva San Polino.
Mi sembra che la zona non sia ancora
molto popolata e che il rapporto quali-
t/prezzo di queste abitazioni non sia
73
dei migliori sebbene si tratti di edilizia
convenzionata. La gente giustamente
preferisce altri posti.
una zona ben servita?
Direi di no. Ci sono poche attivit e i
servizi lasciano a desiderare. Io mi spo-
sto con lauto per fare le spese. Non c
neppure una farmacia.
RAffAELE,35anni
Come si vive accanto allAlfa Acciai?
Lodore della polvere delle lavorazioni
insopportabile, soprattutto in estate.
Vede lo spazio verde di fronde allin-
gresso della fabbrica? Era stato dichia-
rato contaminato due anni fa e avevano
messo dei cartelli con divieto di accesso
annunciando una bonifica imminente.
Non stato fatto nulla. La cosa inquie-
tante che nel campo adiacente raccol-
gono il fieno da dare alle vacche.
Inquinamento a parte quali altri pro-
blemi vi riguardano pi da vicino?
Sotto le nostre abitazioni parcheggiano
i dipendenti dellAlfa Acciai e per noi il
posteggio diventato un incubo. Abbia-
mo perso perfino questo diritto.
Cosa vi spinge a restare?
Gli affetti. La nostra vita e quella dei no-
stri figli ormai qui, anche se innegabile
che ci piacerebbe poter vivere meglio.
LA VOCE DEI COMMERCIANTI
CATERINA SGROI
(PASTICCERIA ALLEGRI)
Ci descriva San Polo.
il luogo ideale in cui vivere. C tutto
ci che serve. Per noi lunico problema
grosso la presenza dei centri commer-
ciali che uccidono le piccole realt.
Caterina Sgroi.
Nella pagina accanto, uno scorcio di
San Polino. Qui a sinistra, le torri
Tintoretto e Cimabue. Sotto,
un particolare della torre Tintoretto.
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1980
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sabato 9 aprile 9.00 / 19.00
domenica 10 aprile 9.00 / 19.00
luned 11 aprile 9.00 / 18.00
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2
MESI
MARZO 2011
75
S
tRAde e QUARtIeRI
Quali sono le vostre specialit?
Organizziamo iniziative particolari,
facciamo specialit siciliane e panettoni
fatti in casa. Puntiamo tutto sulla quali-
t, ma oggi tante persone preferiscono
spendere meno e mangiare male.
fRANCESCO BERTONI
(EDICOLA)
Come vanno gli affari a San Polino?
Facciamo il continuato e lavoriamo
anche la domenica. Non c male, an-
che perch non c concorrenza. Sono
qui da un mese ma la zona stata gestita
male dal Comune. Mancano farmacia,
supermercato e andrebbe organizza-
to un mercato al sabato. Non si stanno
facendo gli interessi della comunit e i
prezzi delle case sono troppo alti.
Lintegrazione a che punto ?
Numericamente intorno al 10%. Io
vengo dal centro e qui mi sembra ci sia
pi amalgama tra italiani e stranieri. Il
vero disastro la situazione ambientale,
che ancora una volta ci dimostra che a
Brescia e in Italia i soldi vengono prima
della salute dei cittadini.
MAX E ELENA
(BAR CARIOCA CAf)
Perch San Polino non decolla?
un quartiere nuovo, quindi ci vorr
un po di tempo. La zona in via desten-
sione, stanno sistemando le strade e
quando arriver la metro tutto cambier,
attivit commerciali comprese. Io sono
ottimista.
Qual la situazione sulla questio-
ne Tintoretto?
Grazie al contratto di quartiere
abbiamo raggiunto un accordo im-
portante con lAler. Le persone che
attualmente vivono nel Tintoretto
troveranno domicilio in altre zone
della citt come via Diaz, il centro
storico o i nuovi appartamenti di
via Foro Boario che abbiamo recu-
perato. A chi critica la decisione di
abbattere la torre rispondiamo che
questa giunta a differenza di quelle
del passato non vuole i ghetti e la-
vora per una citt in cui le persone
vivanofelici.
Cosa risponde ai residenti che la-
mentano la mancanza di servizi a
San Polino?
La collocazione della sede della
circoscrizione a San Polino un pas-
so importante. Purtroppo abbiamo
dovuto intervenire sugli errori delle
precedenti amministrazioni e stiamo
lavorandoperfornireairesidenti,col
tempo, servizi adeguati.
I recenti fatti di cronaca correla-
ti allalfa acciai hanno scatenato
le proteste dei comitati locali.
Qual la posizione del Comune
a riguardo?
Esiste un osservatorio dellAlfa
Acciai che coinvolge tutte le parti
in causa. Purtroppo a Brescia c il
brutto vizio di creare comitati. Noi,
insieme alla provincia, siamo atten-
ti al problema, che potr risolversi
solamente nel tempo attraverso
procedure che dovranno riguarda-
re lintera pianura padana, non solo
Brescia.
Parco delle cave o parco dello
sport?
Il Parco delle cave una leggenda,
non mai esistito alcun progetto a
riguardo. Quella unarea privata e
perfarladiventarepubblicaservireb-
bero milioni di euro. Noi ci faremo
un grande parco dello sport in siner-
gia con i privato rispondendo ad una
vera necessit della citt ed ottenen-
do in cambio anche spazi verdi.
Quale messaggio vuole dare agli
abitanti di San Polo.
Capisco le preoccupazioni dei resi-
denti anche se non abito a San Polo,
ma posso assicurare che vogliamo
tutelare gli interessi della popolazio-
ne, che sono anche i nostri.
Elena e Max.
MARIO LABOLANI,
ASSESSORE AI LAVORI PUBBLICI E CENTRO STORICO
Uno degli striscioni di protesta
contro linquinamento.
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2
MESI
MARZO 2011
77
H
InteRLAnd
CastenedOlO
rinnOvarsi
senZa Perdere lanima
g
emellato con Gradacac
(Bosnia-Herzegovina):
questo si legge sul car-
tello allingresso di Ca-
stenedolo, paese di 11.000 anime nella
pianura bresciana orientale, a 9 km dalla
citt. E mentre percorriamo la lunghis-
sima via Brescia, nel traffico lento della
prima mattina, il pensiero dei Balcani
si mischia alla pubblicit martellante ai
bordi della strada: centri commerciali,
supermercati, discount vogliono farci
sapere che s, sono aperti per noi ogni
domenica.
Arrivati in centro, capiamo che il paese
diventato una propaggine cittadina in cui
la vita tranquilla i baretti in piazza, lali-
mentari di fiducia, le quattro chiacchiere
con il parroco costituisce il pendant
di una comodit impagabile, a due passi
dal pigia-pigia quotidiano. Le frazioni di
Castenedolo (Alpino, Bettole-Taetto,
Capodimonte, San Giustina-Finiletti-
Rodenga, Macina-Bodea), ognuna nel
proprio isolamento agreste, restano a
documentare le origini di un territorio
mutato: gi attorno al 1960, infatti, lo
sviluppo artigianale e industriale della
zona, unitamente alla scarsa redditivit
della terra, portarono al progressivo ab-
bandono dei vigneti, e al conseguente
declino di molte parti della collina. La
splendida collina morenica di Caste-
nedolo, sbocconcellata pian piano per
estrarne largilla, e la piana circostante,
ghiotta mira degli escavatori di ghiaia.
Ma le attivit agroalimentari locali cer-
cano di resistere, il panorama si reinven-
ta, la comunit si allarga. Per le stradine
acciottolate, difatti, incontriamo una
signora straniera, ci confessa che qui il
clima per chi vuole lavorare e vivere se-
renamente c, anzi, in anni di prove e
rinunce le sembra quasi dessere arrivata
su un altro pianeta, respirare aria nuova.
Lo stesso effetto che farebbe a noi Ca-
stenedolo se, passeggiando tra le sue
borgate, incontrassimo per caso perso-
nalit delle istituzioni, della scienza, del
giornalismo: succede, durante lanno,
quando il paese si apre al confronto cul-
turale, e trovarsi gomito a gomito con un
cosiddetto vip pu non essere una casua-
lit. Eppure questo paese non perde la
propria anima, le sue piccole tradizioni
che si fanno sfumature per chi solo di
passaggio: lincedere lento, lattenzione
al vicino, il dialetto che lega.
di ALESSANDRA TONIZZO
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H
InteRLAnd
DON fuLVIO, PARROCO
DI CAPODIMONTE
(PARROCChIA
DI S. GIOVANNI BOSCO)
La frazione di Capodimonte la pi
popolosa di Castenedolo, come la de-
scriverebbe?
Unoasi di vita dalle dimensioni pi
umane. Sono sempre di pi le persone e
le famiglie che cercano in luoghi come
il nostro un po di serenit e di pace.
Dovete quindi gestire un flusso note-
vole di nuovi arrivati
Gi negli anni 30 si previde un moltipli-
carsi di presenze, e perci la necessit di
case e di villaggi e lerezione di un tempio
che a dire di molti, a quel tempo, sembrava
esagerato nelle dimensioni, rispetto alla
realt perlopi campagnola di allora.
Invece la previsione fu giusta, linve-
stimento servito.
A dire il vero la gente si fece su le mani-
che e pag di tasca propria, senza tanti
contributi dalla Chiesa o dallo Stato, la
spesa per costruire il suo tempio e lan-
nesso oratorio.
Tutta quella passione, oggi, dov finita?
Oggi, il testimone di quelle origini
continua, non senza una fatica diversa,
ma non meno pesante di allora, e la Co-
munit continua a crescere e, soprattut-
to, ad essere una fucina di iniziative che
sostengono il gusto di vivere, senza il bi-
sogno di evadere sempre per cercarlo.
MAuRO PAGANI
(PABLOS CAf)
P.za Martiri della Libert
Ha visto dei cambiamenti in paese,
nel tempo?
Vivo e lavoro qui da 12 anni: il paese
cambiato, soprattutto per quanto ri-
guarda le attivit tipiche; le feste, che
una volta si facevano in centro, ora de-
centrate, lo hanno svuotato delle fami-
glie, della gente. La piazza adesso un
parcheggio, e se un tempo stavo aperto
fino alle 2, oggi alle 20 si chiude.
Cosa manca a Castenedolo?
Manca una passeggiata, un posto
centrale con del verde, delle panchine
su cui sostare: un punto di ritrovo, in-
somma, che sproni la gente ad uscire, a
vivere la propria realt. Per arrivare al
parco con i bambini bisogna farsi 2 km
a piedi, al buio, su una strada che sem-
bra una tangenziale.
Per le esigenze spicciole, restate in
paese o vi spostate in citt?
I servizi qui sono completi: a Caste-
nedolo si trova davvero tutto, dalla pic-
cola bottega alimentare, alle Poste, al
supermercato. Il paese, ormai, stato
conglobato alla citt, non pi una pic-
cola realt.
DAVIDE MAZZA
(EDICOLA) P.za Cavour
Come si vive a Castenedolo?
un paese tranquillo dove tutto rac-
colto, a portata di mano.
Lintegrazione con gli stranieri e con
chi viene dalla citt buona?
Direi di s: qui tutti lavorano, fanno la
propria vita.
Cosa pensa delle discariche in paese?
Una gi presente nella frazione Ma-
cina, una seconda dovrebbe aprire.
Daltronde servono e da qualche
parte bisogna farle: lo smaltimento
dei rifiuti diventato una priorit per
tutti.
ROBERTO ZAMBONI
(MACELLERIA) Via 15 Giugno
Si parlato tanto di crisi: ora come
sta andando in paese?
Questanno si sente davvero, i contrac-
colpi si vedono adesso. La gente spende
meno, sta molto attenta.
La sua clientela gente del paese o
anche straniera?
Innanzitutto, qui in paese sono anco-
ra le mamme e le nonne a fare la spesa,
cucinando per chi lavora e rincasa tar-
CI RACCONTANO
CaSTENEDOLO
Mauro Pagani.
Davide Mazza.
alcuni scorci di Castenedolo:
sopra, via Gramsci.
a sinistra, via Matteotti.
1
2
MESI
MARZO 2011
79
di. La clientela prevalentemente di
Castenedolo: gli stranieri sono in pre-
valenza musulmani e hanno le proprie
esigenze alimentari, anche se iniziano
a fidarsi di pi del nostro commercio,
perch integrati per lavoro nella fase
macellazione delle carni.
Secondo lei il paese vivo?
Insomma Qui per muoversi indi-
spensabile lauto, alcuni servizi (come
la piscina) sono altrove. Chi abita qui
ha fatto una scelta improntata alla tran-
quillit. Pensi che, per com dislocato
il paese, esiste ancora il corriere ali-
mentare che passa da frazione in fra-
zione, tra i borghi di case e cascine, per
rifornire la gente.
VIRGINIA SARNICO
(EMPORIO ROND)
Via 15 Giugno
Qual la sua clientela?
Oggi la gente tende tanto a stare in
paese quanto ad uscirne con facilit,
quindi mi baso su una clientela affezio-
nata, per lo pi adulta.
Avverte la crisi?
Certo, e in paese diversi esercizi
hanno chiuso. In pi sono cambiate
le priorit di spesa: se prima, a Pa-
squa e Natale, la gente si rivestiva,
oggi preferisce andare in vacanza.
Questo per fortuna un negozio sto-
rico, che vive della fedelt della sua
clientela.
La vicinanza con la citt fa bene o
male al paese?
A livello commerciale, si lavora qua-
si di pi durante la settimana che nel
week-end, perch molti si spostano
in citt. Destate, poi, tra lago e pi-
scina, c un fuggi-fuggi. Il paese ha
bisogno di una sferzata denergia,
diniziativa.
Roberto Zamboni.
VOCE AI PASSANTI
Luigi, 55 anni Castenedolo
unpaesetranquillo,aduepassi
dalla citt. Si vive bene, anche
se sta diventando una realt in
cui si rincasa solo la sera, dopo
averlavoratofuori.
Roberta, 45 anni I negozi del
centro? Quelli sopravvissuti, lo
vede da s, sono davvero po-
chi.
Paolo, 29 anni Le escavazioni,
ahim, qui continuano. Stanno
anche cercando il terreno per
una nuova discarica.
Elena, 30 anni Vengo dal Per
efaccioassistenzaaglianziani.
Ilpaesetranquillo,sonotutti
affatatiesidannounamano.Mi
sono integrata davvero bene.
Antonio, 50 anni I mestieri tra-
mandati di padre in fglio, in pae-
se, si sono completamente persi:
diverse botteghe sono scompar-
seproprioperquesto.
GIAN BATTISTA GROLI, SINDACO DI CASTENEDOLO
Castenedolo, punto dappoggio tra
capoluogo e provincia: come gesti-
te lintegrazione tra chi venuto
dai paesi bresciani, i residenti stori-
ci e il fusso extracomunitario?
Il paese ha conosciuto limmigrazio-
ne nel senso pieno del termine negli
anni 90. Nel 1995, allepoca del mio
primo mandato di sindaco, eravamo
attorno agli 8.500 abitanti, poi lau-
mento, che ha portato allaccelera-
zione di lottizzazioni gi su carta nel
piano regolatore comunale (lultimo
insediamento,con115appartamenti,
stato inaugurato lo scorso ottobre)
, dedicate alle nuove generazioni.
Limmigrazione,dovutaancheallafor-
za lavoro richiesta dalle nostre aziende
(fonderie, aziende casearie, artigiani),
stata gestita con insediamenti pro-
duttivi ad hoc e un centro attrezzato
di prima accoglienza per indiani, pa-
chistani, albanesi e marocchini. Feste
culturali,servizisocialieunattenzione
sensibile non sono mai mancati.
Dagli anni 70 prosegue lescava-
zione del territorio per lestrazione
dellargilla. Per salvare quel che re-
sta del patrimonio ambientale, nel
2002 stata istituita la De.Co. (De-
nominazione Comunale di Origine):
quanti, ad oggi, vi hanno aderito,
com la situazione?
La De.Co., cos come La strada del
vinodeiCollilongobardi,unattivi-
t che, dal punto di vista pratico, si
scontraconlinteressedellepersone
a cui rivolta, non sempre alto. Que-
sti sono strumenti volti sostanzial-
mente ad incrementare il commercio
e la produzione locali: Castenedolo ha
un territorio vincolato dalla legge per
latuteladellacollina,maquestonon
haimpeditoallaRegioneLombardia,
indipendentemente dalla nostra pia-
nifcazione, di approvare lestrazione
dellargilla proprio in piena collina.
Perleconomiaquestoindiscutibile,
a prescindere dalle varie De.Co. e sal-
vaguardie ambientali.
In paese lamentano il progressivo
svuotarsi del centro, dal momento
che ogni festa e attivit stata de-
centrata.
Il nostro comune non ha grandi
spazi allinterno del centro storico
neiqualipoterconservaretradizioni
che, nel tempo, sono diventate poco
compatibili con la situazione attua-
le:laferadellaquartadottobreei
SacriTriduidifebbraio,adesempio,
portano giostre e bancarelle che,
per ragioni economiche, non pos-
sono pi fermarsi solo un fne setti-
mana, cos noi non possiamo paraliz-
zare il centro storico per 10 giorni.
Lunicapiazzafruibilealleautomobili
e i commercianti limitrof sarebbero
inaccessibili, per questo a soli 200
metri,nellexcamposportivo,sta-
taideataunareaapposita.
alcuni scorci di Castenedolo:
sopra, via Gramsci.
a sinistra, via Matteotti.
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IAGGIO In PROvInCIA
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2
MESI
MARZO 2011
continuit con i comuni vicini, Lumez-
zane si vive ancora oggi come unarea
distinta e con forti peculiarit. Gli stori-
ci hanno individuato due possibili motivi
di questa diversit: la particolare con-
formazione geografica del suo territorio
(unangusta valle che ha scoraggiato i
viaggiatori di passaggio e ha quindi cu-
stodito la propria cultura autoctona) e
la probabile origine etnica dei suoi abi-
tanti, diversa da quella dominante nel
a
gli occhi di un qualsiasi
osservatore esterno, la
prima cosa che si nota la
delimitazione territoriale
dellarea lumezzanese. Nonostante sia
collocata in un territorio ad alta densit
abitativa e partecipi agli effetti dellarea
metropolitana di Brescia, per cui sotto il
profilo urbanistico non vi soluzione di
lUmeZZane
Un territOriO
rUbatO alle mOntagne
bresciano come dimostrano i tratti ca-
ratteristici del suo dialetto. Quello che
certo la forte identificazione dei suoi
abitanti, mantenuta nel tempo, con la
valle del torrente Gobbia nonostante le
angustie geografiche che negli anni han-
no spinto fortemente verso la creazione
di una Seconda Lumezzane fuori dai
confini naturali della Valle, esportando
imprenditoria, stile imprenditoriale e
cultura del lavoro in tutta la provincia di
speciale Lumezzane
81
1
2
MESI
MARZO 2011
Brescia. Alla Seconda Lumezzane ap-
partengono le realt industriali che ne-
cessitavano di spazi e logistica oltre una
certa dimensione, realt che peraltro
hanno sempre mantenuto una fortissi-
ma connessione con Lumezzane, tanto
da creare una rete fittissima di rapporti
che fa capo al Comune di origine, alla
sua storia, alla sua tradizione, alla sua
cultura. E nonostante questa migrazio-
ne, Lumezzane il paese pi grande ed
industrializzato della provincia di Bre-
scia ed composto da diverse frazioni
disseminate sul versante di destra e su-
periore della Val Gobbia. La Valle, che
si sviluppa a destra della Valtrompia,
lunga 8 km dal crocevia di Lumezzane
al Passo del Cavallo con unampiezza
di km 2,5. solcata dal torrente Gob-
bia che le d il nome e che discende dal
Passo Cavallo ed compresa fra due
catene di monti. Tradizionalmente i
nuclei principali erano tre: Pieve (con le
frazioni di Piatucco, Gazzolo, Fontana,
Dosso, Valle, Mezzaluna e Termine);
S. Apollonio (con Montagnone, Soni-
co, Premiano, Mosniga e Faidana) e S.
Sebastiano. Lumezzane confina a ovest
con i comuni di Villa Carcina e Sarezzo
a nord con i comuni di Casto e di Bione,
a est con quelli di Bione e di Agnosine e
a Sud con quelli di Caino, Nave, e Con-
cesio.
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2
MESI
MARZO 2011
83
V
IAGGIO In PROvInCIA
la terra del CattOCalvinismO
U
n tempo erano gli invinci-
bili samurai del tornio,
gli inarrivabili e imbat-
tibili giapponesi della
Padania. Oggi sono i loro omologhi ci-
nesi a definirsi i lumezzanesi di Shan-
gai. Per dire che la storia, massime la
storia industriale che di quella econo-
mica la versione moderna, si ripete a
tutte le latitudini del pianeta, in forme
diverse e a differenti ritmi ma con gli
stessi passaggi e i medesimi contenuti.
Ecco perch Lumezzane stata a modo
suo uno dei grandi modelli universali
dellindustria: poich stata e sar emu-
lata in tutto il mondo, in particolare nei
Paesi emergenti, almeno fino a quando
durer let del ferro e della manifattura.
A Est per produrre, ad Ovest per ven-
dere. Lumezzane il quinto modo di
produzione, accanto ai quattro classici
codificati, sconosciuto agli economisti e
agli accademici. Un modello di cui non
parlano i libri di storia poich troppo
anomalo anche per le teorie economiche
classiche.
A EST PER PRODuRRE,
A OVEST PER VENDERE
la patria del cattocalvinismo. il
cattocalvinismo la vera e profonda ec-
cellenza di Lumezzane. Ossia etica cat-
tolica e spirito del capitalismo, come
dire liberismo economico del mercato
e solidarismo sociale nella societ senza
il riformismo politico dello Stato, poi-
ch a fronte del binomio lumezzanese
liberismo-solidarismo lo Stato un
tertium non datur, una terziet pres-
soch inesistente. Lumezzane stata
per mezzo secolo lesempio di un nuo-
vo modo di produrre accanto ai quattro
classici illustrati da Carlo Marx (antico,
asiatico, feudale e borghese moderno).
Un modo di produzione citato dagli
economisti della seconda met del No-
vecento come motore e chiave di volta
del miracolo economico italiano degli
anni Cinquanta e Sessanta. Un mi-
Ovvero la patria delle sfde. Nessuno ne ha mai scritto, n la raffnata
sociologia di Giuseppe De Rita n la sofsticata politologia di Ilvo Diamanti e
nemmeno la articolata psicosociologia di Aldo Bonomi (il sociologo milanese, non il
suo omonimo lumezzanese vicepresidente della Confndustria).
Lumezzane passer non solo alla storia economica ma anche a quella culturale
grazie al cattocalvinismo, etica cattolica e spirito del capitalismo.
unetica sociale, non solo una cultura industriale, che dopo aver resistito
quarantanni fa allattacco del Sol Levante, oggi resiste a quello del Dragone.
di ALESSANDRO ChEuLA
speciale Lumezzane
s
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2
MESI
MARZO 2011
85
V
IAGGIO In PROvInCIA
racolo che andato avanti, nonostante
lemergere del Giappone, fino alle so-
glie degli anni 2000. Un incantesimo
socioeconomico, produttivo e conso-
ciativo, che ha superato il Sol Levante
ma che ha dovuto fermarsi di fronte al
Dragone cinese. Se il Giappone, infatti,
stato a suo tempo unopportunit di
crescita avendo accresciuto la competi-
tivit delle Pmi valgobbine in pressoch
tutti i settori manifatturieri, lavvento
della Cina come competitor mondiale
ha indotto gli imprenditori lumezzanesi,
per la prima volta nella loro storia, a una
pausa di riflessione. Riflessione non pas-
siva n contemplativa, ovviamente, ben-
s attiva, in quanto non priva di spunti e
foriera di utili insegnamenti. Ma sempre
di riflessione si tratta: sul proprio pre-
sente e sulle possibilit di perpetuarne
le fortune anche in futuro.
PRIMA IL GIAPPONE
POI LA CINA
Ma perch il Giappone non ha preoc-
cupato Lumezzane mentre la Cina lha
prima allarmata e poi impensierita?
Perch la concorrenza giapponese non
investiva la tipologia produttiva della
Valgobbia, basata in particolare sulla
metallurgia sia ferrosa, come casalinghi
e posateria-vasellame, sia non ferrosa,
come rubinetteria-valvolame e maniglie-
ria-pomellame (rame-ottone in partico-
lare di cui Lumezzane leader italiana e
polo di importanza europea). I cosiddet-
ti settori maturi maturi ma non ob-
soleti in quanto pur sempre competitivi
dellindustria lumezzanese non ven-
nero neppure scalfiti dalla competizione
giapponese essendo questa orientata su
altre tipologie di prodotto. Come i beni
di consumo durevole non della casa o
della cucina ma della persona, si vedano
le radioline, le macchine fotografiche,
le calcolatrici portatili e da tavolo prima
meccaniche e poi elettroniche. Prodotti
che gi allora erano a pi alto contenuto
tecnologico e pi alto valore aggiunto
della media produttiva lumezzanese, e
quindi non ne impattavano direttamente
lappartenenza merceologica. Non tanto
i casalinghi ma neppure la rubinetteria-
raccorderia-valvolame fu intaccata dalle
aziende giapponesi, non solo quella
Neldicembre1982,inunponderosoinsertodedicatoaLumezzanepubbli-
cato sul settimanale Mondo Economico col titolo I giapponesi della Pa-
dania,scrivevamodelleticalumezzanesecomediunodeigrandiassetpro-
pulsivi e progressivi di questa terra. Oggi Egidio Bonomi e Alfredo Pasotti
hannoscrittounlibrodaltitoloriuscitoquantoesaustivo,Lafabbricadelle
imprese,dovesiracconta,datiecifreallamano,comecirca500impreselu-
mezzanesisianostateesportatenelcorsodiuncinquantennionellaBassa
bresciana, colonizzando intere zone e trasformandole da aree depresse
ad aree sviluppate. Anche questo il cattocalvinismo made in Lumezzane.
Meditate gente, meditate. E imparate.
speciale Lumezzane
s
Piazza Portegaia, in frazione Santapollonio. Nella pagina precedente, una
panoramica della frazione San Sebastiano.
86
V
IAGGIO In PROvInCIA
civile cromata per uso idro-termo-sa-
nitario e domestico (il bagno e la casa)
ma neppure, a maggior ragione, quella
industriale gialla. La concorrenza
cinese invece ha investito e investe tut-
tora le vocazioni tipiche ed elettive della
cultura industriale valgobbina, vale a
dire la posateria, i casalinghi e la rubi-
netteria. Ci perch le produzione del
Dragone si sono orientate da subito, a
differenza del Sol Levante, sulla mani-
fattura ferrosa e non ferrosa e in gene-
re sui prodotti a pi bassa tecnologia e
pi basso valore aggiunto. Alle soglie
degli anni Duemila Lumezzane dovette
svegliarsi bruscamente non da un lungo
sonno, poich nel secolo di storia della
sua industria non ha mai dormito, ma
da un incantesimo che laveva per quasi
cento anni preservata da qualsiasi timo-
re concorrenziale o paura competitiva.
Tanto che la paura e il timore da iniziale
diffidenza e preoccupazione divennero
speciale Lumezzane
prima allarme e poi panico. Ma anche
qui occorre una distinzione. Mentre i
casalinghi hanno dovuto cedere il passo
alla soverchiante concorrenza cinese,
tanto che buona parte dei produttori
valgobbini sono diventati commercian-
ti facendo produrre le posate in Cina
da imprese terziste, la rubinetteria e il
valvolame hanno resistito egregiamente
mantenedo la leadership. In particolare
la rubinetteria-valvolame gialla, quella
industriale, mentre per quella cromata
(civile) il primato da tempo appannag-
gio della provincia di Novara.
BARRA-PRESSA-
TRANSfER-ROBOT
Trentanni fa erano i giapponesi della
Val Gobbia, oggi sono i lumezzanesi
di Pechino. Con la differenza che negli
anni 80 vinsero la sfida con la nascente
competizione globale, oggi rischiano di
perdere la scommessa con la concorrenza
orientale. Per il fatto che i cinesi di oggi,
a differenza di giapponesi di trenta-qua-
ranta anni fa, sono entrati pesantemente
nei settori elettivi dellindustria lumezza-
nese con una capacit competitiva che, se
ancora sostenibile sul piano della qualit,
del tutto imbattibile su quello dei prez-
zi. Ma attenzione. Anche qui occorre un
distinguo. Nella metallurgia non ferrosa,
in particolare nella tecnologia del rame-
ottone e nella filiera produttiva del me-
tallo giallo, Lumezzane resta la prima al
mondo. Tutta la filiera, a partire dalla bar-
ra di ottone per continuare con i forni per
il riscaldo, le presse per lo stampaggio e
i transfer per la lavorazione, sono made
in Brescia. la sequenza barra-forno-
pressa-transfer, a cui ultimamamente si
aggiunto anche il robot. Robot? Robo-
tica a Lumezzane? Sissignori. Certo non
la robotica come il Comau di Torino o i
colossi giapponesi Kawasaki e Fanuc o il
gigante svizzero-svedese Abb. Ma pur
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seguir verso il confine norvegese per giun-
gere al punto pi a nord dEuropa (Capo Nord)
accompagnati dal sole di mezzanotte.
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Un viaggio appassionante ed assolutamen-
te insolito attraverso limmenso intreccio di
vallate andine del Per centrale e meridiona-
le. Dalle cime innevate delle Ande centrali si
prosegue lungo il grande sistema montagno-
so che attraversa le regioni di Huancavelica,
Ayacucho e Apurimac mantenendosi in quota
lungo percorsi alternativi ai circuiti turistici
scovando minuti borghi contadini assopiti nel
tempo e sensazionali scorci naturali.
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tempo e sensazionali scorci naturali.
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IAGGIO In PROvInCIA
sempre di robotica si tratta, vale a dire al-
lestimento e ingegnerizzazione dei robot
antropomorfi italiani, svedesi e giappo-
nesi. Attenzione alla sequenza illustrativa
di cui sopra. Non la troverete in nessun
trattato di tecnologia o di storia indu-
striale poich si tratta di una chiave di
lettura esclusivamente nostra. Una chia-
ve elementare ma efficace, semplice ma
eloquente. Come dimostrato dalla storia
industriale della stessa enclave lumezza-
nese. In primo luogo dalla sua fabbrica
pi emblematica, la mitica Eredi Gnutti
che proprio lo scorso anno ha compiuto
150 anni di storia, coeva dellItalia essen-
do nata un anno prima della proclamazio-
ne dellUnit. La Eredi il paradigma
della storia lumezzanese, il suo emblema
pi illustre e compiuto, il suo simbolo
pi istruttivo e completo. Lammiraglia
di una civilt industriale formata da una
flotta di migliaia di navi, dalle grandi co-
razzate alle piccole aziende industriali e
artigianali. Nella sua centocinquanten-
nale vicenda storica si compendia lanima
lumezzanese e si concentra il suo Dna
produttivo, la sua civilt e mentalit ma-
nifatturiera che ha rubato la ricchezza alla
terra scavando con le mani nude nella
roccia per fare spazio alle aziende in una
natura quasi ostile, vocata a tutto fuorch
allindustria. Ecco perch Lumezzane a
modo suo un miracolo di lavoro, rispar-
mio, dedizione e umilt.
LuMILT COME
QuARTA VIRT TEOLOGALE
Certo, lumilt. Nella teologia lu-
mezzanese cio nella sua ideologia
poich lideologia una forma di teo-
logia mondana si va oltre la teologia
cattolica consacrata. La si completa e la
si supera. Dopo la fede, la speranza e la
carit viene lumilt. La virt che con-
sente di imparare larte e metterla da
parte. La qualit che predispone allap-
prendimento. Unistruzione impartita
e imparata sul campo, non nelle acca-
demie, negli uffici studi o nelle ovattate
stanze delle finanza metropolitana po-
polata di advisor, consulenti, docenti e
professori. E nemmeno nei libri dove
si raccontano le gesta dei Cavalieri del
Lavoro. Lumezzane non patria, con
tutto il rispetto, dei Cavalieri del Lavo-
speciale Lumezzane
ro altrui di cui pullulano oggi le crona-
che economiche, ma dei Cavalieri del
lavoro proprio. Come Umberto Gnutti,
Cinto Becchetti, Pietro Forelli, i gran-
di patriarchi che hanno forgiato questa
terra insieme alle braccia delle migliaia
di eroi sconosciuti di una resistenza
silenziosa, i militi ignoti del progresso
umano, i protagonisti incogniti della
crescita civile non solo economica,
sociale non solo culturale, morale non
solo industriale. Attenzione: Lumez-
zane non solo industria ma anche
cultura industriale; non solo fabbri-
ca ma anche civilt produttiva. Poich
la quantit, come insegna la dialettica
hegeliana, a un certo punto del suo
sviluppo diventa qualit. Lumezzane da
quantit merceologica diventata oggi
qualit tecnologica. Non pi industria
minorenne ma maggiorenne. Anche se,
come detto in premessa, la sua compe-
tizione con la Cina non stata tutta vin-
cente come fu a suo tempo quella col
Giappone, avendo dovuto abbandonare
il settore dei casalinghi per conservare
il primato nellottone, cio nella rubi-
netteria valvolame e, sia pure in tono
minore, nella maniglieria-pomellame la
cui eccellenza confina con la Valle Sab-
bia. Ieri il confronto vincente col Sol
Levante, oggi la difficile competizione
col Dragone. La sfida continua. Ieri
grazie ai patriarchi e ai padri, oggi con
i figli, domani con i nipoti. il famili-
smo aziendale, cio aziende familiari
nella struttura e familiste nella cultura.
Il problema della successione uno dei
nodi cruciali delle aziende familiari e
dei distretti industriali a base familiare
come Lumezzane. Non tutti riescono a
risolverlo ed assorbirlo nella continuit
dinastica del clan. Ma il cattocalvini-
smo valgobbino sapr superare e meta-
bolizzare anche questo ostacolo.
89
Nella pagina a fanco, uno scorcio
della frazione di San Sebastiano.
Qui a sinistra, la Torre avogadro, in
frazione Pieve.
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IAGGIO In PROvInCIA
speciale Lumezzane
la stOria di Una terra
e della sUa gente
t
roppo lungo e sostanzial-
mente poco utile, per uno
strumento come 12 Mesi,
sarebbe raccontare la storia
di Lumezzane. Qui ci interessa deline-
are, a grandi linee, le tappe che hanno
portato questo Paese della Val Gobbia
ad essere studiato come un model-
lo unico di successo economico e im-
prenditoriale fino ad essere definito il
Giappone italiano. Di certo il distretto
non fu sempre come lo defin nel 1609,
Giovanni Da Lezze rettore della Repub-
blica Veneta: Alla Pieve di S. Giovanni
(...) attendono di lavorar di ferrarezze,
tolendo il ferro alli forni di Valtrompia
(...) e quelle genti con queste arti so-
stengono se medesimi e le loro famiglie
senza andar per il mondo. A met del
1200, infatti, ci sono testimonianze
delle presenza di comunit agricole pa-
storali dalle quali deriv lattivit prin-
cipale di S. Apollonio: la lavorazione
della lana. Infatti le ferrarezze furono
per molti secoli unesclusiva di Pieve.
Alla fine del 400, se si esclude lagri-
coltura, leconomia dei due Comuni era
ancora completamente differenziata. A
S. Apollonio si fabbricavano panni bas-
si, tessuti di lana grossa che venivano
venduti a Brescia. La lavorazione del fer-
ro (proveniente dalle miniere e dai forni
dellalta Valtrompia) distingueva invece
Pieve, dove erano attive 7 fucine grosse
(1586) e oltre a queste cerano altre 6 o
7 fusinette dove si trafilava il ferro. Gli
ultimi decenni del secolo XVII e il seco-
lo XVIII furono molto difficili anche per
la valle di Lumezzane, come per il resto
della Val Trompia. Calamit naturali e
frequenti carestie furono causa di con-
dizioni precarie di vita ma a Lumezzane
nel 1788 erano comunque attive 23 fab-
briche che producevano chiodi, posate e
acciarini. A questo numero si dovevano
aggiungere i 48 fabbricanti di posate e
i 130 acciarinai, le 9 fabbriche di armi
e ferrarezze e i 14 telai situati a Lumez-
zane S. Apollonio. In epoca napoleoni-
ca Lumezzane (inserito nel distretto di
Gardone) conferm la propria condizio-
ne di valle industriale. La grande allu-
vione del 1850 provoc gravi danni alle
fucine, ma, al momento dellannessione
della Lombardia al regno di Sardegna,
Lumezzane vantava un maggior numero
di fabbriche darmi (e un maggior nume-
ro di addetti) anche rispetto a Gardone.
Lindustria tessile di S. Apollonio era
invece destinata a scomparire. I de-
cenni successivi si caratterizzarono so-
stanzialmente per stabilit almeno fino
allintroduzione (nel 1907) dellenergia
elettrica. Proprio a cavallo dei due secoli
si verific il sorpasso: il numero degli
addetti in industria super quello di chi
si dedicava alle attivit agricole. Il primo
decennio del secolo fu nuovamente po-
sitivo e la crescita continu anche dopo
la crisi post bellica mentre i tre Comuni
venivano uniti nel 1928 e la sede co-
munale venne stabilita a S. Sebastiano,
lultimo formatosi, ma anche quello
centrale rispetto al territorio della valle
del Gobbia. Il vero boom per quello che
stato definito il Giappone italiano si
verificato per nel secondo dopoguer-
ra. Dagli 11.726 abitanti del 1951,
nel corso di un solo ventennio la po-
polazione salita fino a quota 23.054,
praticamente un raddoppio alla cui base
c lespansione economica nel settore
manifatturiero (non limitato ad un unico
comparto, ma comprendente la lavora-
zione dei metalli in generale, la produ-
zione di casalinghi e quella di valvolame
e rubinetteria, solitamente in piccole
unit produttive) che ha determinato un
fenomeno di immigrazione senza uguali
nella nostra provincia.
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2
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IAGGIO In PROvInCIA
speciale Lumezzane
Un Paese CHe Ha fUtUrO
U
n occhio di riguardo al
presente, studiando il
passato per individuare
le scelte migliori per il
futuro. Un compito difficile quello che
deve affrontare il sindaco di Lumezzane,
Silverio Vivenzi, ma se non vogliamo
aspettare di diventare un paese dormi-
torio, dobbiamo muoverci adesso per
agganciare la ripresa. E se oggi le
priorit sono i servizi sociali al cittadino,
il lavoro, i cassa integrati, il domani ha
nomi come PIP3 (Piano di Insediamento
Produttivo), nuove infrastrutture, la cre-
azione di un made in Lumezzane eco-
nomico e territoriale che sia altamente
conosciuto e competitivo, maggiore at-
tenzione allambiente e alla qualit della
vita come condizioni essenziali per il
benessere e la crescita.
Stiamo cominciando ad uscire da una
crisi iniziata nel 2000 con il calo dei
fatturati delle nostre aziende sotto-
linea il sindaco Vivenzi proseguita
poi con quella ancora pi pesante del
2007. I nostri imprenditori hanno dato
il massimo ed oggi molte imprese sono
in recupero e sono tornate ad assume-
re grazie anche alla crescita del 4% del
Pil tedesco che tradizionalmente il
nostro mercato di riferimento. Come
amministrazione siamo stati vicini alle
imprese pi piccole con accordi e con-
venzioni con gli istituti bancari che fa-
cilitassero laccesso al credito ma oggi,
essendo il Comune al centro della rete
di attori presenti sul territorio, il nostro
compito quello di creare le condizio-
ni affinch si interrompa la delocaliz-
zazione delle attivit produttive con il
conseguente rischio di impoverimento
demografico soprattutto dei giovani.
E sul piatto la Giunta ha messo a dispo-
sizione 55mila metri di territorio per
nuovi insediamenti produttivi, Saran-
no capannoni pi moderni specifica il
sindaco mono funzionali, a un piano
ed prevista una strada di collegamento
alla viabilit principale che consentir
di evitare il passaggio allinterno della
cittadina. Ma non solo. Lo scenario nel
quale il Comune intende muoversi pi
ampio e comprende la valorizzazione
dei punti di forza di Lumezzane: Ab-
biamo una buona qualit delle proposte
formative, buone strutture sanitarie,
sportive e culturali; un ruolo attivo del-
la popolazione extra comunitaria ben
integrata. Tutti presupposti indispen-
sabili per un piano strategico che possa
avere successo.
Altrettanto certa la necessit di raffor-
zare quello che il cuore del paese della
val Gobbia noto nel mondo come distret-
to metallurgico e manifatturiero, con
una specializzazione produttiva unica
nel sistema economico mondiale abbi-
nata ad una cultura del lavoro e dellim-
prenditorialit che, allinizio degli anni
sessanta, un attento osservatore delle vi-
cende italiane come Giorgio Bocca, cos
segnalava ai suoi lettori il fenomeno
Lumezzane: Lumezzane, signori, per
togliervi il gusto di vedere come lindu-
stria possa crescere nei luoghi pi ina-
datti allindustria. Dunque Lumezzane,
cio una valle alpina con pendii, preci-
pizi, un torrentaccio che schiuma al fon-
do di rocce nere, una strada che va su a
tornanti maledetti e duecentocinquanta
fabbriche (oggi sono ancora 800) mes-
se una sopra laltra, Dio sa come, ogni
anno dieci o venti in pi, arroccate sem-
pre pi in alto, fumo e bagliori rossastri
nellaria di cristallo, fumaioli che hanno
per sfondo delle creste innevate.
Da allora molto cambiato conclude
il sindaco Vivenzi - oggi uno sviluppo
eco sostenibile, il rispetto dellam-
biente e la qualit della vita sono condi-
zioni essenziali per la crescita del paese
e per il benessere dei miei concittadini.
Certo un lavoro impegnativo ma avere
degli obbiettivi chiari il passo necessa-
rio per cominciare a raggiungerli.
Roberto Giulietti
A colloquio con Silverio Vivenzi, sindaco di Lumezzane.
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IAGGIO In PROvInCIA
speciale Lumezzane
CLAUDIO COLA, PRESIDENTE COMITATO COMMERCIANTI LUMEzzANE
Nonostantelacrisisisiafattasentire,ilsettoredelcommercioaLumezzane(oltre400attivit)hachiusoil2010con
uncertoottimismo.AconfermarloClaudioColachedalgiugnodelloscorsoannosifattopromotore,conalcuni
colleghi,delComitatocommerciantiLumezzane.Quindiciisocifondatori,64gliiscrittiafneannoanchesesispera
che con il nuovo tesseramento possano aumentare.
Come mai un Comitato come questo non esisteva fno a dieci mesi fa?
Da un lato un certo immobilismo delle precedenti Amministrazioni che non hanno mai creduto nel commercio e
dallaltro la necessit di invertire la tendenza che ha spinto molte attivit commerciali alla chiusura soprattutto in
alcune zone del Paese.
Quali sono state le vostre prime iniziative?
Prima di tutto ci siamo mossi cosa che a Lumezzane non si era mai vista ed abbiamo puntato sullorganizzazione
diunamanifestazionecomeArmonieeSaporichehaottenutounbuonsuccessoecheperquestoriproporremo
sempre a settembre.
Quali sono le aspettative di questo Comitato?
Soprattutto un cambio di mentalit. In Paese sempre esistita una certa rivalit, un campanilismo esasperato che ha
favoritounaframmentazioneeccessivadelcommercio.Oggisiamoconvintichenonsipossapiguardareesclusiva-
mentealproprioorticellomachesidebbacoinvolgerelinteroPaese.
Cosa proponete e cosa offrite ai vostri soci?
Fondamentalmente di parlare dei nostri problemi e di trovare tutti insieme le soluzioni migliori per contrastare la
crisi.Inconcretoabbiamofattounaccordoconlebanchechecihaconsentitodiottenere,perinostrisoci,condizioni
miglioridiquelleoffertedalmercato;stessodiscorsoperleassicurazionioicostidelleinserzionipubblicitarie.Pun-
tiamosuigiovaniimprenditorichehannodecisodiinvestirenelleloroattivitaiutandolipericorsidellalegge626
(sicurezzasuiluoghidilavoro)onellediffcoltburocratiche,insommacistiamomuovendoinpidirezioni.
Quanti sono i centri commerciali presenti sul territorio?
Sono tre medio-piccoli ma i lumezzanesi, salvo il comparto alimentare, non li amano troppo.
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ATTILIO SOLfRINI, ARChITETTO
Uno degli elementi che ha caratterizzato lo sviluppo di Lumezzane sicuramente la crescita demografca e la con-
seguentecrescitaurbanistica,chenegliannihadovutosopportare.Lumezzaneneglianni60cresciutaveloce-
menteciricordalarchitettoAttilioSolfrinispintadaunacrescitademografcacheviaggiavaaimillenuoviabitanti
lannoedicertoglistrumentiurbanisticieranotroppolentienonadeguatiaquestoboom.Unacrescitaforseunpo
disordinataancheselarchitettoassicuracheaLumezzanecideviviverepercapirla.
Dicertooggicveramentepocospaziopercostruireeicostisonomoltoalti,(costruirefuoridaiterritoricomu-
nalicosta4voltemeno)ancheperquestononcrichiestadinuovoterritorio.Quellocheservesempresecondo
larchitettorecuperare,migliorarequellochegiesistenelrispettodellambienteesenzasacrifcarealtroterrito-
rio.AsostegnodellapropriaposizioneSolfrinisottolineacomeoggisivedonocaseconesposticartelliinafftto
einvendita,unavoltanonsifacevaintempoadirecheunappartamentoerainvenditapervenderlo.Innegabili
le conseguenze della delocalizzazione industriale che negli anni ha colpito Lumezzane, Oggi non abbiamo pi le
fabbrichefuoridallaportadicasaediconseguenzaancheilumezzanesihannoconosciutoilpendolarismo.Questo
fenomenohaconclusolarchitettoAttilioSolfrini-haevidenziatocomelunicasoluzioneconcretaelasalvezzasono
icollegamenticomequellocheciauspichiamoconilmetr,conitrenieconlautostrada.Nonciservononuovispazi,
bastaconsiderarequellichecisonocometutticomunicanti,basterebbequindimetterlimeglioincollegamentotra
di loro.
Uno scorcio della frazione Pieve.
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IAGGIO In PROvInCIA
speciale Lumezzane
VALERIANO GOBBI, PRESIDENTE CROCE BIANCA DI LUMEzzANE
LasolidarietaLumezzanecertononmancaeaconfermarloValerianoGobbipresidentedellasezionelocaledella
CroceBianca.Con430volontarisiamotraleprimeinprovinciadiBresciaequellochecidamaggioresoddisfazione
che il 70% sono giovani.
Un bel segnale per Lumezzane?
vero anche perch si invertita una tendenza. Negli anni passati avevamo registrato un allontanamento dei pi
giovanidalvolontariato,oggiinveceiragazzihannovogliadifare,dipartecipareallavitadelPaese.
In che modo si concretizza la solidariet dei vostri concittadini?
Inmoltimodi.Perfareilnostroservizioabbiamoadisposizione14autoambulanzeenonneabbiamomaicomprata
unamasonostatesempredonatedallapopolazione.Unaltroesempiosonoleassegnazioni,il5permillechesi
destinaalleonlusattraversoladichiarazionedeiredditi.Sui2.300lumezzanesichefannoquestascelta,1.900hanno
preferitolaCroceBiancaperimportichesonopassatidai47milaeurodel2007ai62miladel2008ai76miladel2009.
Lanuovasedecostata3milionidieuropagatiperil50%dalComuneeilrestodaibenefattori.
Cosa prevede il vostro servizio?
Inunannocompiamodai6ai7milainterventi,circa1.400sonoperleemergenzedel118eilrestoriguardailtra-
sporto di chi deve sottoporsi alla dialisi, per lo spostamento dei bambini disabili o dei cittadini che devono andare in
ospedalepervisiteodesami.Puntiamomoltosullaformazionenellescuolepercontribuireacrearequellacoscienza
civicaindispensabileperfavorireilvolontariatoesvolgiamounaformazioneprofessionalizzanteacolorochesalgono
sulle autoambulanze con corsi di 120 ore che durano sette mesi.
GIANCARLO GNALI, IMPRENDITORE ARTIGIANO
Non certo uno dei periodi migliori per gli imprenditori artigiani di Lumezzane, con il settore dei casalinghi in grande
diffcoltmentrenellultimoperiodosegnalidirecuperoarrivanodallostampaggioinottoneedallarubinetteria.A
rilevarequestasituazioneGiancarloGnalicon40annidiattivitallespalle.
Le recenti fere alle quali avete partecipato hanno dato i risultati sperati?
Anchesesiamostatipresentiinmodocompatto,IlMacefnonhadatograndeimpulsoallavorocoscomelapi
recenteferadiFrancoforte.Partecipareaquestieventicostatroppoenonsihannoritornisuffcienti.
Quali sono le cause di questa situazione?
Lacrisiinternazionalehaprimarallentatoilmercatoepoilohafermatodeltutto.Nonsispendepiechi,comemolti
artigianilumezzanesi,avevafattograndiinvestimentiinmacchinariperesserepicompetitivo,oggiconlemacchine
chelavoranoal50%dellaloropotenzialit,costrettoavenderleperrestareagallaestasmantellandounpatrimonio
importante.
Nella sua storia si ricorda di aver vissuto momenti come questi?
Lumezzanenonhamaiattraversatounacrisidiquestedimensioni,oggisinavigaavista,sicopronolespeseemolti
sisonotrasformatiincommerciali.L80%delloggettisticaperlacasasifabbricainCina,lasicomprainquelPaesee
noi la si commercializza soltanto.
Quali potrebbero essere le strategie, le soluzioni per invertire questo trend?
Credocheinmomentidicrisicomequesti,unruolofondamentalelogiochinolebanche,checongliartigianinon
hannomaipersodenari.Ancheconlalinguaperterramaabbiamosemprepagatoinostridebiti.Oggi,invece,gli
istitutidicreditohannochiusoilportafoglioestannofacendomorireiclienti,senzausciredailorouffcipervederegli
investimentifatti,senzadareilvaloreadeguatoallastoriaimprenditorialediunapersona.
Tutta colpa delle banche allora?
Certocheno,ancheleassociazionidicategoriadovrebberofaredipicomeadesempiofavorireiconsorzi,igruppi
diimprese.Pertantotempocisiamofatticoncorrenzatradinoi,oggiserveunirsieforsecelafacciamoaduscire
dalla crisi.
Un po di ottimismo fnalmente?
Sono ottimista di carattere, ma la realt ben diversa.
Una panoramica di Lumezzane.
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e
v
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SE ATENA fORMA
IL DIPENDENTE SINfORMA
E LAZIENDA SI AffERMA
I
l settore dei Fondi Interprofessionali rappresenta unopportunit di grande
valore per le aziende che possono recuperare il versamento dello 0,30% ob-
bligatorio allInps e reinvestirlo in formazione interna.
Senza nessun costo aggiuntivo le aziende possono spesare le proprie esigen-
ze richiedendo un finanziamento destinato alla formazione dei dipendenti per cia-
scun settore economico di appartenenza.
Ladesione facile e richiedibile in qualsiasi momento.
Atena potr garantirvi la propria consulenza nelladesione pi coerente ad uno dei
18 Fondi Interprofessionali per garantirVi in modo gratuito:
Consulenza informativa sulle dinamiche di svolgimento e assistenza per ladesione
ai Fondi;
consulenza amministrativo-contabile alle imprese nella fase di presentazione, ge-
stione e chiusura dei Piani Formativi e relativa rendicontazione delle spese impu-
tabili al piano finanziato;
formazione personalizzata anche fuori orario di lavoro;
selezione di docenti qualificati;
corsi a catalogo e percorsi personalizzati;
finanziabilit delle attivit effettuate da Vostro personale interno e da societ di
consulenza partner;
formazione finanziata e indennit a giornata per le aziende in crisi.
CORSI DI fORMAZIONE
PER LAPPRENDISTATO PROfESSIONALIZZANTE
Atena si occupa di progettare, gestire ed erogare i corsi di formazione per i dipenden-
ti assunti con contratto di apprendistato, obbligatori secondo il Dlgs n. 276/2003,
per le tre annualit previste dal contratto e per i tutor aziendali.
Ogni apprendista tenuto a svolgere 120 h annue di formazione suddivise in
formazione generalista e trasversale da realizzare esternamente presso un ente
accreditato;
formazione specifica in riferimento alla mansione da realizzare presso lazienda in
affiancamento al tutor incaricato.
Atena organizza i corsi per la prima, seconda e terza annualit, con calendari flessi-
bili, concordabili con lazienda, della durata di 40 h ciascuno.
A questi corsi andranno associate altre 80 ore annue svolte in azienda supervisionate
dal proprio tutor.
Presso la nostra sede inoltre, sono ciclicamente organizzati i corsi per i tutor azien-
dali, della durata di 12 ore.
Nel caso in cui unazienda abbia al suo interno un minimo di 6 apprendisti possiamo
organizzare il corso direttamente in azienda.
Atena affianca lazienda anche nella costruzione e nella compilazione dei libretti for-
mativi dei singoli apprendisti che rappresentano i documenti ufficiali di registrazio-
ne di tutta lattivit formativa obbligatoria.
CORSI DI fORMAZIONE
A PAGAMENTO
Atena eroga interventi formativi perso-
nalizzati a prezzi competitivi.
Leader nel campo della formazione per-
manente si rivolge a provati e aziende
per valorizzare competenze, potenzia-
lit ed esperienze ottimizzando gli inve-
stimenti economici degli iscritti.
Qualit delle proposte e competitivit
dei costi per supportare esigenze pro-
fessionali e culturali, per rispondere alle
sfide dellinnovazione tecnologica e or-
ganizzativa con una metodologia attenta
alla qualit dei servizi offerti.
La collaborazione con le aziende clienti
ha lo scopo di rilevare i fabbisogni for-
mativi interni e di creare percorsi for-
mativi che aumentino la professionalit
dei propri dipendenti.
Ai privati offriamo un catalogo corsi
che tocca i principali ambiti di svilup-
po personali con lobiettivo primario di
proporre uan formazione rapida e pro-
fessionalizzante.
possibile scegliere tra uan vasta gam-
ma di corsi in campo impiegatizio, infor-
matico, linguistico e culturale previsti a
catalogo ma anche progettati ad hoc sul-
le richieste del cliente.
Puntando sullo spessore dei contenu-
ti, qualit dei docenti e congruit dei
costi, mette a disposizione le proprie
strutture didattiche, aule e capannoni
attrezzati a realizzare percorsi formati-
vi deccellenza.
ATENA SRL
ViaCodignole,5225124Brescia
Tel.030.224070Fax030.2477413
1
2
MESI
MARZO 2011
D
Id PALAzzOLO 99
Operativo il nuovo sito internet www.palazzolodid.it nel quale residenti
e turisti potranno ricevere informazioni e notizie che riguardano le iniziative del
Comune o che i singoli commercianti riterranno utile comunicare.
Il portale consentir agli utenti interessati di registrarsi nel sistema
anche per ricevere newsletter periodiche e per poter comunicare direttamente
con gli operatori del Distretto.
il distrettO
debUtta sUl Web
f
are squadra, ridurre le dise-
conomie, migliorare le siner-
gie, ottimizzare gli sforzi su
obiettivi chiari e condivisi,
monitorare landamento del progetto
e verificarne periodicamente i risultati.
Questo, in estrema sintesi, il programma
messo in atto dal Comune di Palazzolo
sullOglio e dal sistema dei commer-
cianti per il rilancio della competitivit
dellarea distrettuale altrimenti noto
come DID.
Un impegno, quello dellAmmini-
strazione e del suo nuovo assessore al
Commercio Piergiorgio Turra, delle
principali associazioni imprendito-
riali rappresentative del commercio e
dellAssociazione Noi per Mura che si
sviluppato per essere adattato alle logi-
che inserite nel bando Distretti diffusi
del commercio della Regione Lom-
bardia che prevedeva sei macroaree di
intervento ammesse al cofinanziamento:
comunicazione e marketing del Distret-
to, promozione e animazione, interventi
strutturali di qualificazione urbana, ac-
cessibilit, mobilit, sicurezza e gestio-
ne di servizi in comune.
Tanto gi stato fatto con investimenti
che hanno superato i 137 mila euro
s
1
2
MESI
MARZO 2011
100
(in gran parte spesi dal Comune) e molto
in fase di realizzazione, ma quello che
sta favorendo il buon esito del progetto
la scelta strategica che stata posta
come premessa: tutte le iniziative messe
in cantiere non sono state viste esclusi-
vamente in funzione della loro capacit
di agire come meccanismo di valorizza-
zione e di promozione del commercio
ma come uno strumento capace di riu-
nire la parte istituzionale della citt con
quella privata del commercio. Ma non
solo. Lidea che accompagna il proget-
to quella della massima cooperazione
allinterno di un network che possa coin-
volgere e influenzare il massimo di attori
presenti sul territorio palazzolese.
In questa ottica stato sviluppato il nuo-
vo sito internet del DID di Palazzolo
(www.palazzolodid.it) che ha lobiettivo
di utilizzare questo strumento comunica-
tivo, tramite il quale proporre agli utenti
informazioni e notizie riguardanti le at-
tivit, le iniziative, le caratteristiche del
Distretto ma anche tutte le informazioni
che i singoli commercianti riterranno uti-
le comunicare. A loro, infatti, il compito
di essere parte attiva e propositiva di un
portale che vuole essere soprattutto di-
namico come nello stile del pi moderno
utilizzo di internet. Il portale, infatti, sar
collegato e diffuso con campagne virali
attraverso i pi noti social network (Face-
book e Twitter) con lobiettivo di creare
una comunit di clienti del distretto, di
cittadini, di turisti che possano avere una
piazza virtuale dove confrontarsi sulle
strategie e sullandamento del program-
ma messo in campo. Il portale consentir
agli utenti interessati di registrarsi nel
sistema anche per ricevere newsletter pe-
riodiche e per poter comunicare diretta-
mente con gli operatori del distretto.
Particolare attenzione stata anche rivolta
a tutta una serie di azioni complementari
che sono previste in modo particolare per
chi ha deciso di condividere questo pro-
getto. stata infatti prevista la realizza-
zione di interventi formativi sui temi del
marketing di distretto rivolti a favore degli
operatori del settore commerciale e fina-
lizzati alla sensibilizzazione e al consolida-
mento di quelle capacit competitive che
gi oggi sono presenti allinterno dellarea
distrettuale. Gli incontri approfondiran-
no argomenti come: lorganizzazione di
un efficiente back office a supporto delle
vendite, gli aspetti strategici e operativi
delle attivit di marketing, la fidelizzazio-
ne dei clienti o lindividuazione di inno-
vative strategie commerciali. Ad oggi, nel
progetto in via di realizzazione, gi stato
previsto uno strumento di fidelizzazione
dei clienti attraverso la forma della card
del distretto. La card avr due importanti
funzioni: la rilevazione della clientela per
profilo di appartenenza e la possibilit di
essere utilizzata per gestire politiche di
sconti. Ma soprattutto dovr diventare il
simbolo di riconoscimento e di identifica-
zione per i consumatori che diventeranno
a loro volta tasselli fondamentali di questo
grande progetto.
www.PALAZZOLODID.IT
D
Id PALAzzOLO
Gestione documentale
Tanta attenzione e cura
per i nostri clienti
ora altrettanta cura
per lambiente.
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Copiatrici - Multifunzione - Stampanti - Fax
Via Orzinuovi, 57/A - Brescia - Tel. 030.3540518
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Puricazione dellaria ad alte prestazioni per allergeni e sostanze gassose nocive.
Aria puricata senza compromessi in abitazioni e ufci.
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2
MESI
MARZO 2011
di fERDINANDO MAGNINO
TU E IL FISCO
tUttO QUellO CHe diCHiarerai (al fisCO)
POtr essere UsatO COntrO di te
R
UBRICA 102
i
l rapporto annuale della Guardia
di Finanza (nel 2010, redditi non
dichiarati per quasi 50 miliardi)
ha evidenziato imponenti recu-
peri di base imponibile, sia ai fini delle im-
poste sul reddito che ai fini IVA, generati
da verifiche e controlli che hanno scovato
quasi 4.500 falsi invalidi e falsi poveri,
8.850 nuovi evasori totali, nonch nu-
merose frodi IVA. Chapeau: questa la
lotta allevasione fiscale che piace e che
va sostenuta senza se e senza ma. Quella
di tipo investigativo, che fa emergere
il sommerso e il peggior malcostume,
rispetto alla quale Guardia di Finanza e
Agenzia delle Entrate riceveranno sem-
pre il plauso da parte di tutti i cittadini e
imprese oneste di questo Paese.
Piace assai meno la lotta allevasione di
tipo burocratico e meccanicistico.
Quella che non si fonda sul lavoro inve-
stigativo di indagine, ma su presunzioni
o su parametri statistici trasformati da
potenziale utile strumento per selezio-
nare le posizioni da controllare in stru-
mento di diretto accertamento essi stessi.
Quella che non si concentra tanto sul far
emergere ci che non viene dichiarato o
sul reprimere fenomeni in cui vengono
dichiarate operazioni in radice fittizie o
inesistenti, quanto piuttosto su quello
che viene dichiarato per poi procedere
a disconoscimenti della deducibilit di
costi e della detraibilit di imposte, ba-
sati talvolta su interpretazioni giuridiche
quantomeno capziose, quando non addi-
rittura su veri e propri presupposti me-
tagiuridici, quali lantieconomicit delle
scelte imprenditoriali, o la criminalizza-
zione della scelta per il comportamento
fiscalmente meno oneroso tra una serie
di alternative assolutamente legittime che
lordinamento giuridico mette a disposi-
zione (la cos detta elusione).
La prima lespressione di una lotta
allevasione che fa cultura e rende i
contribuenti onesti (e i consulenti che
li seguono) fiduciosi che, prima o poi,
concittadini imbroglioni e sedicenti ma-
ghi del Fisco paghino il conto delle loro
azioni. La seconda invece lespressione
di una necessit di recuperare gettito
(cassa per il debito pubblico) che esa-
spera i rapporti tra Fisco e contribuenti
sostanzialmente onesti, convincendo,
coloro che si ritrovano oggetto di questo
tipo di attenzioni, che conviene diretta-
mente non dichiarare nulla, se quello che
dichiarano finisce per essere usato so-
stanzialmente contro di loro (una sorta di
tutto quello che dichiarerai potr essere
usato contro di te).
Ecco il punto: meno disquisizioni giu-
ridico-interpretative su ci che viene
dichiarato (limitandole ai casi di palese
e incontrovertibile errata o distorcente
applicazione delle norme) e pi azioni
di controllo investigativo per scova-
re ci che non viene dichiarato; meno
presunzioni che invertono lonere della
prova e pi efficacia nello scoprire ele-
menti di prova; meno automatismi a
pioggia e pi volont di individuazione
delle singole posizioni a rischio da con-
trollare; meno adempimenti sui control-
lati e pi capacit di indagine da parte
dei controllori.
Non un caso, del resto, che il progres-
sivo ampliamento dei poteri di indagine
finanziaria da parte dellAmministrazio-
ne finanziaria non sia mai stato oggetto
di critiche da parte di chi (commercialisti
e imprese) ritiene invece alquanto opina-
bile la recente moltiplicazione di una
serie di adempimenti sicuramente non
privi di utilit ai fini della lotta allevasio-
ne, ma, altrettanto sicuramente, non pri-
vi di onerosit per i contribuenti onesti
e i consulenti scrupolosi che li seguono.
Tutti vogliamo che lAmministrazione
Pubblica (finanziaria, cos come la civile e
cos come quella militare), sia messa nel-
le condizioni di poter svolgere il proprio
lavoro, con adeguati poteri di indagine,
scovando i cittadini e le imprese disone-
ste a vantaggio di tutta la collettivit.
Ci che negli ultimi tempi rende pi fre-
quenti le critiche, levidenza della cre-
scente pressione operata sullAmmini-
strazione finanziaria perch si occupi di
recupero di gettito prima che di lotta
allevasione. Una crescente pressione
che, inevitabilmente, rischia di rendere
meno attraente lo scrupoloso e difficile
lavoro di indagine che richiede lattivit
volta a scoprire ci che non viene dichia-
rato al Fisco, a fronte dellassai meno
ostico lavoro di confutazione della corret-
tezza di ci che stato invece dichiarato,
ricorrendo alluopo in modo frettoloso
a presunzioni, automatismi e ricostruzio-
ni apodittiche di manovre elusive.
Il tutto, non dimentichiamolo, in un
contesto in cui il legislatore pone mas-
sima attenzione alla velocizzazione dei
tempi della riscossione senza far nulla
per una pari velocizzazione dei tempi
dei rimborsi, degli sgravi e, in gene-
rale, della giustizia tributaria.
LAmministrazione finanziaria deve
giustamente astenersi dallo sviluppare
simili considerazioni: evidente che il
suo compito applicare le norme ap-
provate dal legislatore e gli indirizzi di
obiettivo che ne discendono. Se per
vedessi qualcuno che, avendo altro
ruolo, cercasse di portare allattenzio-
ne della pubblica opinione i problemi
che inevitabilmente sorgono quando si
legge lotta allevasione, ma si scrive
recupero di gettito, farei il tifo per
lui.
1
2
MESI
MARZO 2011
F
iere 103
s
empre pi grande e interes-
sante. Torna lappuntamento
dedicato ai professionisti del
mondo della farmacia, un
evento che unisce formazione, aggior-
namento, tecnologia e innovazione. Una
fiera che attira linteresse sia degli ope-
ratori specializzati che dei cittadini, tra-
sformandosi in un importante momento
di incontro, di confronto costruttivo, di
condivisione di idee e di aggiornamento
professionale. Anche per questa nona
edizione la direzione e lorganizzazione
sono gestite da Sales Solutions Srl di
Brescia.
Nata nel 2003 con lobiettivo di creare
un punto dincontro e di confronto tra
operatori di settore, distributori, pro-
duttori, farmacie e istituzioni del Nord
Italia, di anno in anno Farmaitaly ha ac-
quistato una connotazione sempre pi
sovraprovinciale abbracciando, oltre
alla provincia di Brescia, anche quelle di
Bergamo, Cremona, Mantova e Verona.
La fiera rappresenta un importante mo-
mento di aggregazione e di dibattito
rispetto allevoluzione della professio-
ne del farmacista. E punta su una carta
vincente: lunione di momenti di ag-
giornamento professionale (con i corsi
Ecm per i farmacisti) e di occasioni di
dibattito (con convegni tenuti da relato-
ri di prestigio), affiancati da uno spazio
espositivo che ospita gli stands delle pi
importanti aziende farmaceutiche. Un
format davvero interessante, visto che i
dati dimostrano che laffluenza aumenta
di anno in anno, suscitando lapprez-
zamento di operatori e professionisti
del settore. Basti pensare che lo scorso
anno hanno partecipato a Farmaitaly
83 espositori (con una crescita del 90%
rispetto al 2009) e 14 aziende sponsor.
Pi di 600 farmacisti hanno preso parte
attivamente a corsi Ecm e convegni, cui
vanno aggiunti oltre 800 farmacisti che
hanno visitato la fiera incontrando diret-
tamente aziende ed espositori.
La novit pi importante di questanno
la formazione di un Comitato Scienti-
fico pluriregionale con la partecipazio-
ne, a fianco dei professionisti bresciani,
anche di esperti e rappresentanti del-
le associazioni di categoria di tutte le
provincie limitrofe. Ledizione 2011,
infatti, nata dalla collaborazione di
Federfarma Brescia con Federfarma
Bergamo, Cremona, Mantova e Verona.
Questa cooperazione dar allevento
una dimensione sovraregionale, con il
coinvolgimento di un numero ancora
maggiore di farmacisti rispetto alle pre-
cedenti edizioni. Ciascuna Federfarma,
infatti, ha promosso levento presso i
propri associati per favorire la loro pre-
senza durante la manifestazione.
Protagonista delledizione 2011 sar la
dermocosmesi, un settore in costante
crescita ed espansione che vede nella
farmacia il suo referente delezione. Il
cosmetico, infatti, un prodotto es-
senziale per la salute e la bellezza, cui il
farmacista d un valore aggiunto. Anche
questanno parteciperanno alla Fiera
alcune tra le pi importanti aziende del
settore farmaceutico, che, negli stand
allestiti per loccasione, presenteranno
ai professionisti prodotti nuovi e tecno-
logie allavanguardia.
Inoltre, nella serata inaugurale di saba-
to 26 marzo, si terr un convegno, cui
parteciperanno tecnici, professionisti,
operatori del settore e autorit, che ver-
ter sulle recenti novit legislative che
trasformano la farmacia in un centro
socio-sanitario polifunzionale, capace
di offrire ai cittadini non solo la dispen-
sazione del farmaco, ma anche molti al-
tri servizi.
Farmaitaly un punto di riferimento im-
portante per i farmacisti anche perch
ospita i corsi Ecm di aggiornamento: tra
gli argomenti, oltre alla cosmetica, anche
lomeopatia, gli integratori, la celiachia e
la Farmacia Sociale. Non mancheranno i
corsi di formazione per personale di far-
macia non laureato: gestione del cliente,
comunicazione e marketing sono alcuni
degli argomenti che verranno affrontati
durante gli incontri.
La pi importante fera del settore farmaceutico del nord Italia riapre
i battenti, dal 26 al 28 marzo 2011, al Centro fiera del Garda di Montichiari.
di ANNALISA CAVALERI
farmaitalY 2011
1
2
MESI
MARZO 2011
P
Ost-It 104
Pelo e
di iMManUeL
immanuel
@
dodicimesi.com
La Cassazione ha messo il dito in una
piaga dolorosa: ha aperto allado-
zione dei cosiddetti single. In cosa
consista esattamente questa apertura
diffcile dirlo, ma la precisione non
necessaria, perch la notizia in s,
anche se non circostanziata, incen-
diaria, nel senso che scopre, inevita-
bilmente, il vaso delle polemiche.
Dal Vaticano arrivato immediatamen-
te un secco no, comera prevedibile,
in un ambito in cui letica, la morale,
la religione, i sacri principi, i secoli,
sono tutti destinati a pesare come ma-
cigni. Cos come un macigno pesa la
domanda: dov il giusto? La risposta
si prospetta diffcile, ardua, o addirit-
tura impossibile, certamente fonte di
interminabili discussioni, com acca-
duto nel caso del testamento biologico,
di cui si sono perse le tracce, dopo la
notte al cardiopalmo in parlamento, il
9 febbraio 2009, di cui quasi nessuno
si ricorda pi. giusto dare un genitore
al bambino abbandonato, oppure no?
una domanda che ne segue altre, come
quella se giusto che un bambino abbia
due mamme o due padri. Certamente
ladozione del single un fatto incon-
sueto, certamente non corrisponde ai
canoni, certamente fuori dalle regole,
certamente crea disagio, scompiglio,
confusione. Ma, dal punto di vista del
bambino, come potrebbe presentarsi
la cosa? Un bambino una cosa diversa
dalla morte per testamento o dai geni-
tori omosessuali, il bambino esiste, il
fglio di un uomo e di una donna, che lo
hanno concepito e poi lo hanno rifu-
tato, per una o mille ragioni, che poco
importano in questa fase. Non si tratta
di due padri o due madri, di traumi psi-
cologici, di situazioni contro natura. Se
il bambino potesse scegliere e decidere
della sua vita, del suo futuro, sceglie-
rebbe lorfanotrofo, perch pi con-
forme alle regole, o sceglierebbe la fa-
miglia? Certo, una famiglia diversa, con
la sola mamma o il solo pap. Ma quante
ce ne sono, e quante ce ne sono state, di
famiglie cos, perch la guerra ha ucciso
i padri, perch il lavoro ha cancellato il
ritorno a casa di chi guadagnava il pane,
perch sulle strade padri e madri hanno
incontrato la morte? Ma i bambini sono
cresciuti nellaffetto di chi rimasto,
sono andati a scuola, sono diventati
uomini veri, in tanti hanno portato nel
cuore la foto sgualcita di un giovanotto
in divisa. Perch no? Perch lorfano-
trofo sarebbe da preferire alla famiglia,
sia pure a met? Se lo chiedessero a noi,
se lavessero chiesto a noi, allora ma
con la saggezza di oggi, cosa avremmo
scelto? Rifettendoci, meditandoci, con
sereno distacco, forse scopriremmo che
la Cassazione, questa volta, ci invita a
rifettere su noi stessi, sugli altri, senza
pregiudizi, senza preconcetti, su ci che
giusto in assoluto, non solo per noi.
uN SOLO GENITORE, DuE PADRI, DuE MAMME: DOV IL GIuSTO?
80.000 IN ARRIVO DA TuNISI
Il Ministro Maroni ha lanciato lallar-
me, dopo lultima invasione di Lam-
pedusa da parte dei tunisini. Ma dove
erano, prima? Era forse Mubarak che
impediva lemigrazione di massa? Era
sembrato, a molti, che il movimen-
to popolare che aveva defenestrato
il trentennale presidente, fosse un
movimento democratico, libertario,
dopo sei lustri di oppressione, come
oggi appare lepoca Mubarak. Ma se
cos, da cosa scappano oggi? Dal-
la nuova libert? Qualcosa sfugge,
qualcosa non chiaro, qualcosa non
gira. Sar bene che non ci affrettiamo
a pagare chicchessia per presidiare le
coste tunisine, come abbiamo gi fat-
to, e profumatamente, con altri stati
che si affacciano sul Mediterraneo.
Siamo, o no, uno stato sovrano? Se lo
siamo, siamo in condizione di garanti-
re il principio di legalit? Altrimenti,
quanto siamo disposti a pagare per
evitare che il Mdodfc (Movimento di-
soccupati organizzati di futura costi-
tuzione) pretenda indennizzi per non
sbarcare in massa a Brescia, a Berga-
mo o a Verona?
1
2
MESI
MARZO 2011
105
Tra Verona e Brescia scoppiata la
pace, c laccordo, fnalmente. Anzi
no, anzi forse s. Peccato, qualcuno ave-
va gi comprato, al mercato generale di
Catania e a buon prezzo, una cassetta
di gamberi da farsi spedire con il nuovo
servizio cargo, e qualcun altro gi acca-
rezzava lidea del nuovo servizio navet-
ta per Roma Fiumicino, anche se solo
due volte al giorno. Ma stavolta la lite
sembra essere in casa dei veronesi, non
dei bresciani. Pare ci sia chi ritiene il
prezzo da pagare ai bresciani, sullalta-
re della pace, troppo alto. Ma chi che
LITALIA 179ESIMA
Secondo El Pais, che ha pubblicato
un dossier (ma perch ce lhanno cos
tanto con noi, questi spagnoli, che
pubblicano queste notizie per noi al-
trimenti introvabili), lItalia si trova
al 179 posto su 180 nella graduato-
ria relativa alla crescita del Pil nel de-
cennio dal 2000 al 2010. Dopo lIta-
lia c soltanto Haiti, e in compagnia
dellItalia, per crescita zero, c sol-
tanto il Portogallo. Nel frattempo, il
debito pubblico ha raggiunto i 1.900
miliardi di euro (3.678.913 miliardi
di lire, se fossimo ancora nel 2001),
ma ci dicono che non poi cos grave,
perch il risparmio delle famiglie
alto, e quindi lo stato solido. Qual-
cuno si domanda, con buon senso
contadino: ma il risparmio delle fami-
glie delle famiglie o dello Stato? E
se delle famiglie, perch lo Stato lo
usa per riequilibrare i suoi conti
nei confronti delle autorit moneta-
rie internazionali? Sarebbe come dire
che la banca deve farmi credito, no-
nostante i miei debiti, perch il mio
vicino di casa ha i risparmi! Intanto
siamo scesi al 41 posto su 138 paesi
nella classifca mondiale della compe-
titivit, le nostre universit non bril-
lano tra le prime 200, non si premia
il merito, dilagano la corruzione e la
concussione, la giustizia rimane len-
ta, i cervelli emigrano, cresce la sf-
ducia. Per, a guardar bene, qualcosa
che spinge allottimismo forse c, ed
la Regione Lazio. Secondo unac-
curata indagine condotta da un noto
giornalista, la Regione Lazio costa,
da sola, per le spese della presidenza,
23 volte quello che aveva a disposizio-
ne, tre anni prima, il presidente della
Repubblica tedesca Horst Kohler. In
questa spesa incide anche lafftto per
un immobile di rappresentanza nel
centro di Roma. Ma come, si chie-
der qualcuno, la sede della Regione
Lazio forse a Berlino, per avere bi-
sogno di una sede di rappresentanza
nel centro di Roma? No, state tran-
quilli, la sede della regione Lazio
a Roma, ed bella e grande. Questo
vuol dire, pensandoci bene, che se
la signora Polverini spende tanti sol-
di per una cosa che gi ha, i soldi ci
sono, o no? A meno che non stia pen-
sando che i soldi dei risparmi privati
siano anche i suoi, ed i conti alla fne
tornano lo stesso. Non rammento pi
chi tra Marx, Lenin, Suslov, Stalin,
Bulganin o Kaganovic dicesse la stes-
sa cosa. Comunque sia, ai comunisti
e ai magistrati bisogna stare attenti,
come dice spesso qualcuno. Non a
tutti i magistrati per, perch quelli
contabili, evidentemente, sono spes-
so distratti.
80.000 IN ARRIVO DA TuNISI
LA CASSA INTEGRAZIONE
IN DEROGA
Sapete cos? una Cassa Integra-
zione senza contributi, nel senso che
nessuno ha mai pagato contributi per
questa Cassa, che funziona solo in
dare, mai in avere. Lindennit che
questa Cassa paga fnanziata quin-
di dalle tasse, anche da quelle pagate
dai pensionati con mille euro al mese.
nata con la crisi, fglia della crisi,
ma c un limite a tutto. Se perfno il
farmacista chiede la Cassa integrazio-
ne in deroga per i suoi dipendenti (
accaduto, e nel bresciano!) allora due
sono i casi: o non ci sono pi i malati,
o noi che paghiamo le tasse siamo tutti
un po fessi!
paga, alla fne? Non risulta, al momento
almeno, che ci siano investitori privati
a pagare, a parte le banche. Il timore
che, se i soldi vengono dal pubblico
(province, camere di commercio, per
esempio) alla fne ci possa essere qual-
che addizionale nel federalismo fscale
prossimo venturo per ripianare i conti.
Nel frattempo, i gamberi rischiano di
marcire, e i bresciani vanno a Roma da
Verona o da Bergamo, assieme a quel-
li che vanno a Londra, e che fno a tre
mesi fa partivano da Montichiari, prima
della chiusura.
CATuLLO E DANNuNZIO
1
2
MESI
MARZO 2011
S
ervizi 107
bresCia, wi-fi zone
ai nastri di PartenZa
Si navigher senza
limiti nelle piazze e nelle
vie del centro storico.
di SERGIO MASINI
C
itt come Venezia, Siena,
Urbino, Cremona e Trento
si sono gi dotate o stanno
lavorando affinch turisti e
residenti possano partecipare, gratuita-
mente e dovunque, con portatili, tablet-
computer o smartphone, al sempre pi
presente web-space, dove tra news e
ogni tipo di informazione, si possono
promuovere musei cittadini, eventi,
luoghi di ristorazione, hotel e quantal-
tro. E non un vezzo informatico alla
moda: siamo in grande ritardo rispetto
al resto dEuropa e sempre pi visitatori
si aspettano di trovare Brescia al passo
coi tempi. Lo scorso mese, apripista ri-
spetto a tutti i comuni della provincia,
Castegnato ha regalato ai suoi residenti
lemozione della prima navigazione free
delletere bresciano: ora tocca al capo-
luogo e, pi precisamente, a piazza Pao-
lo VI. Presto internet libero, gratuito ed
illimitato sar una realt, uno strumento
concreto, fruibile quanto facile e, si au-
spica, apprezzato ed utilizzato da tutti.
Il progetto prevede, nei prossimi mesi,
in forma di sperimentazione, di allarga-
re il sistema a coprire, oltre a piazza del
Duomo, anche piazza Loggia, piazza
Vittoria, via IV Novembre, via Gramsci,
corso Zanardelli, via X Giornate, cor-
so Palestro e infine il perimetro tra via
Mazzini e corso Magenta. Questa zona
del centro antico, gi dotata dimpianti
di videosorveglianza, ne sfrutter la pre-
senza come ponti per la nuova sfida
tecnologica. I costi per approntare i pri-
mi sei mesi di prova si aggirano intorno
ai 45 mila euro ma, promette la Loggia,
una volta avviata la macchina il servizio
si autososterr economicamente.
Per fruire gratuitamente del wireless
baster digitare un codice chiave sul pro-
prio cellulare, chiamare un numero ver-
de o appoggiarsi allufficio del turismo
nei suoi orari di apertura. Se dopo lesta-
te i numeri confermeranno lutilit del
progetto senza fili, le prossime tappe
potranno essere piazzale Arnaldo, Cam-
po Marte, la stazione, il parco Tarello e,
non ultimi, i vari ambienti e siti musea-
li. Se il proposito buono, non baster
tuttavia clikkare ok e dare invio per
renderlo fattibile, sono infatti al vaglio
eventuali impedimenti legislativi, resta
da studiare il modo di filtrare i contenu-
ti per i minori, ed impedire che proprio
la rete pubblica aiuti lo scaricamento
selvaggio di film e musica (file sharing e
peer-to-peer) in grado, tra laltro, di sa-
turare in breve la banda. In una citt in
crescita, che gi promette fra le prime,
poche vie interessate, una media di un
migliaio circa dutenti collegati in con-
temporanea, resta alto anche il dubbio
in tema di sicurezza (una soluzione in
questo senso potrebbe essere la traccia-
tura dei dati personali a mezzo sim-card,
con metodo gi utilizzato in Italia da Mc
Donalds). Nel frattempo, lassessore
provinciale allInnovazione e al Traspor-
to Corrado Ghirardelli ha spiegato come
i primi curiosi abbiano potuto, grazie ad
un account rilascitato presso un apposi-
to stand allestito di fronte al Broletto, co-
minciare a navigare nellattigua piazza.
Questo era il via. Altre iniziative e novit
si avranno nei prossimi mesi. Insomma,
per vedere come sar il futuro informa-
tico del nostro centro dobbiamo solo
aspettare il prossimo mese, passeggiare
per piazza Loggia e, magari, provare a
visitare il sito del 12
Wi-fgratuitonelcuorediBresciasignifcalibertdinformazione,occasione
di confronto, interazione. Sar un modo facile e immediato per favorire il
dialogo con una tecnologia sempre pi necessaria, declinata in soluzioni ac-
cattivantiperigiovani,praticheperiprofessionisti,agevoliperilturista,ma
anchevicineachiabita,frequentaoviveilcentro,affermaMarioLabolani,
assessore ai Lavori Pubblici e Centro Storico. Sar utile a conoscere ed ap-
prezzarelanostracittequellochehadaoffrire,scoprirneeventi,curiosit,
trattenersi in un caff a sorseggiare un aperitivo tenendo, al bisogno, con-
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1
2
MESI
MARZO 2011
S
icurezza 109
si imPara
laUtOdifesa
I corsi di autodifesa piacciono: lo dimostra il successo che riscuotono
quelli organizzati da un numero sempre maggiore di palestre e centri sportivi,
ai quali si aggiungono quelli promossi dalle istituzioni.
n
el 2010 lassessorato allo
sport della Provincia di
Brescia ha organizzato
due corsi nelle palestre
dellistituto Tartaglia, uno per seme-
stre, ottenendo circa 500 iscrizioni.
Gli incontri erano gratuiti e di dome-
nica per facilitare le lavoratrici. Hanno
partecipato donne di tutte le et, per la
stragrande maggioranza italiane, dalle
adolescenti alle anziane, con una senior
di addirittura 79 anni. Visto il buon ri-
sultato la Provincia ha pensato non solo
di riproporre lesperienza cittadina per
lautunno 2011, bens di estenderla ai
comuni bresciani: a tutti i Comuni del
territorio stato inviato il progetto, in
ben 86 hanno risposto favorevolmente,
di cui ne sono stati selezionati 12 (il pri-
mo partito a Chiari allinizio di febbra-
io), secondo il criterio di coprire tutte le
zone, dalla Valcamonica alla Valsabbia,
alla Valtrompia, allhinterland, alla Bas-
sa, ai laghi. La modalit come quella
della citt, quindi a partecipazione gratu-
ita per le donne, cinque lezioni da unora
e mezza ciascuna, sempre la domenica
mattina: i costi li ha affrontati il Broletto
che ha stanziato 10 mila euro, ai Comuni
spetta indicare lo spazio sportivo adatto
e occuparsi della trafila burocratica, a
partire dalla raccolta delle iscrizioni fino
alla gestione complessiva.
Ero scettica, anzi, stato mio marito ad
iscriverci, ammette Giulia, quarantan-
ni, che con la figlia di 14 anni Diana ha
preso parte al corso di autodifesa realiz-
zato dal gruppo sportivo I Malandrini,
in collaborazione con lassessorato allo
sport della Provincia di Brescia. Dopo
aver frequentato il corso per si sente
pi sicura, soprattutto come madre, per-
ch sapere come reagire sicuramente
utile. Non evita una violenza, se uno ti
aggredisce con lintenzione di violentar-
ti c poco da fare, ma almeno insegna a
vendere cara la pelle. Sua figlia concor-
da e spiega: prima non avrei saputo che
fare, ora so come difendermi, anche se
certamente non basta a salvarmi. Per
cos ho meno timore ad andare in giro
da sola. Similmente Erika e Monica,
trentenni bresciane, si sentono meno
intimorite ad uscire da sole anche di
sera perch fanno corsi di kick boxing;
tuttavia sanno bene che non basta per-
ch gli uomini, italiani o stranieri lo
stesso, hanno un alto tasso di aggres-
di IRENE PANIGhETTI
s
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2
MESI
MARZO 2011
sivit, ma almeno non ci rinchiudiamo in
casa per la paura. Meno sicura si sente
Sasithon, tailandese, a Brescia da 3 anni
dove ha sposato un istruttore di arti mar-
ziali: leggendo i giornali o guardando
la televisione non si pu non aver pau-
ra sostiene, pur ammettendo che non
mi sono mai capitati episodi di tensione.
Ho paura pi per mia figlia che quindi
far un corso di autodifesa per scelta mia
e di mio marito.
Che i corsi di autodifesa, soprattutto se
sporadici, non impediscano una violen-
za ne convinto anche Claudio Alber-
ton, direttore della nazionale italiana di
K1: la strada diversa dalla palestra
ammette ma da professionista dico che
meglio di niente, che preferibile che
una donna faccia sport come kick bo-
xing o da combattimento piuttosto che
aerobica o danza, perch cos si tiene
in forma imparando anche qualcosa di
utile. Poi ovvio che per reagire davvero
con efficacia servono anni e anni di alle-
namento, e ancora non detto che una
donna preparata riesca a salvarsi. Per
avere alcune nozioni base sicuramente
utile. Cosa indispensabile da sapere
per ogni donna? Secondo listruttore
tutte devono tener presente alcune pic-
cole accortezze: prima di tutto cercare
sempre un punto di fuga, trovare espe-
dienti per uscire da una situazione diffi-
cile, evitando il pi possibile il contatto
fisico: quindi urlare per creare panico
nellaggressore e subito scappare. Se
invece si arriva al contatto essere decise,
colpire subito gli occhi, la gola, i genita-
li, anche con qualsiasi oggetto a disposi-
zione, dallanello alle chiavi.
Insomma, frequentare un corso di au-
todifesa per una donna significa sentir-
si meno a rischio e veder aumentare il
grado di consapevolezza delle proprie
possibilit di reazione e di difesa. Per
questo qualcuna delle donne che hanno
seguito i corsi della Provincia suggeri-
sce che siano introdotti nei programmi
scolastici, sin dalle elementari, anche
per i maschi sostiene Terry, maestra e
scrittrice, convinta che sapere le strate-
gie difensive ti dia un senso di sicurezza
anche ammette di non aver paura ad
andare in giro da sola. Ma, attenzione,
ci che aumenta la percezione della si-
curezza, il che non vuol dire che la pro-
babilit di subire violenza diminuisca.
Ci che cambia il sentire individuale,
latteggiamento delle donne, il modo di
porsi in situazioni quotidiane conside-
rate a rischio. Anche qui, attenzione:
le situazioni in cui una donna rischia
di pi non necessariamente coincidono
con quelle in cui effettivamente pi a
rischio. Anzi, spesso decisamente lin-
verso: molte delle donne che frequenta-
no corsi di autodifesa dichiarano di farlo
per proteggersi da un aggressore da loro
immaginato come un uomo estraneo,
quindi non un conoscente, o straniero,
cio non italiano. Eppure le statistiche
mostrano che la realt proprio lop-
posto: le violenze contro le donne av-
vengono nella stragrande maggioranza
dei casi nellambito domestico, ad opera
di un familiare o comunque di un co-
noscente. Ma in questi casi la capacit
di autodifesa pi che fisica deve essere
psicologica e culturale per arrivare alla
volont di interrompere relazioni e rap-
porti in cui la violenza, quasi sempre,
recidiva e spesso diventa plagio.
Cercare sempre
un punto di fuga,
evitando il pi
possibile il contatto
fsico: quindi urlare
per creare panico
nellaggressore e
subito scappare.
Icorsidiautodifesa,adettadimolti,
hanno un pericoloso rovescio della
medaglia. Porre meno attenzione
alle normali precauzioni, muoversi
in zone male e poco frequentate, o
poco illuminate, in orari con scarso
passaggio di persone, stare isolati
senza accompagnatori, sono situa-
zioni che vanno comunque evitate.
Non basta un corso di guida sicura
per diventare pilota di rally e non ba-
stauncorsodiautodifesaperdiven-
tare giustizieri della notte. Gli agnelli
diffcilmentediventanoleonieilupi
restano sempre lupi.
GLI AGNELLI
DIVENTANO LEONI
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2
MESI
MARZO 2011
in franCiaCOrta
a sCUOla di POtatUra
Da unidea di due tecnici friulani, che hanno riscoperto un metodo
di potatura che allunga la vita della vigna fno a 50 anni, nato, anche a Brescia,
un centro di formazione permanente, ospitato da Bellavista in franciacorta,
aperto a viticoltori e non.
r
ecuperare un antico mestie-
re e diffondere una filosofia
della potatura, non solo per
dare valore alle viti e aumen-
tare la qualit delle rese, ma anche per
offrire unopportunit di lavoro in pi
a quanti si cimentano nel settore vitivi-
nicolo con lintenzione di specializzarsi
e acquisire sempre maggiore professio-
nalit. Questo lobiettivo della Scuola
Italiana di Potatura della vite, ideata
da due tecnici friulani, Marco Simonit
e Pier Paolo Sirch, Preparatori duva,
dopo oltre 20 anni di lavoro sperimen-
tale nei vigneti di tuttItalia. Si tratta di
scuola itinerante, con sedi nelle princi-
pali regioni del vino italiane, istituita in
collaborazione con prestigiose universi-
t e istituti di ricerca, che in Lombardia
ha aperto la sua unica sede permanente
nella tenuta Bellavista di Erbusco, in
partnership con Terra Moretti.
Proprio in Franciacorta dal 3 al 5 feb-
braio si sono svolti i corsi della scuola
di potatura, con la partecipazione di 36
persone, tutte italiane e in netta preva-
lenza uomini, come del resto accade me-
diamente nel resto dItalia: La scuola si
rivolge a tutti, viticoltori e non spiega
Marco Simonit, uno dei due ideatori del
metodo , si svolge in 7 fra le pi rap-
presentative regioni delleccellenza del-
la viticoltura italiana, quali Lombardia,
Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Tosca-
na, Campania, Sicilia, Valle dAosta. I
partecipanti alla scuola fino ad ora sono
per circa la met addetti ai lavori, segue
una percentuale importante di studenti
universitari di agraria o di persone che
vogliono specializzarsi dopo un master;
poi c un 10% di persone che cerca la-
voro o che vuole cambiare lavoro ed at-
tratta da questo settore; solo una minima
percentuale di persone lo fa per hobby.
Il corso si articola in due fasi: 20 ore in in-
verno, con la parte teorica e la parte pra-
tica in vigna per gli interventi sul legno in
fase di potatura. Altre 12 ore in primave-
ra, per la gestione del verde. Costa 280
euro, di cui la met per lente organiz-
zatore, il resto per gli istituti di ricerca o
i partner. Corsi che offrono un bagaglio
culturale altamente specializzato, ma che
possono aprire delle porte nel mondo del
lavoro? La professionalit paga sempre
spiega Simonit, anche se ammette che de-
gli studenti che hanno frequentato i suoi
corsi nessuno fino ad ora ha sfruttato
queste competenze acquisite, mentre
Recuperato
un antico mestiere
che si stava
perdendo,
quello del
potatore.
di IRENE PANIGhETTI
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gricolTura
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Test avanzati
Test intolleranze alimentari - stress ossidativi
rischio cardiovascolare
Telecardiometria
L
Laserterapia
Trattamento capillari con laser o mousse
Laser depilazione corpo
Laser trattamento couperose - macchie - angioma
Radiofrequenza termage
Laserterapia anticellulite
D
Dietologia
scienza dellalimentazione
Diagnostica morfologica
Diete personalizzate - Terapie mediche
di supporto di ultima generazione
Test di intolleranza
Tecniche di supporto comportamentale
Dimagrimenti localizzati
Galenica personalizzata
F
Flebologia
Trattamento capillari con laser o mousse
Diagnostica doppler e visita vene
Trattamento vene varicose, ulcere, linfedemi e mesoterapia
Piccoli interventi chirurgici ambulatoriali in anestesia locale
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Dr. Michele Tonini
PATOLOGIE VASCOLARI - ANDROLOGIA
Dr. Davide Tonini
CHIRURGIA PLASTICA ED ESTETICA
E
Endocrinologia
Disturbi legati alla menopausa
Irsutismo - trattamento acne
Disfunzioni della tiroide
Obesit
A
Andrologia
Doppler del pene, piccoli interventi e terapie rivitalizzanti
Incurvamento penieno, nuove frontiere terapeutiche
Allungamento ed ingrossamento del pene
Disfunzioni della sessualit
M
Medicina estetica
corpo
Trattamenti cellulite con veicolazione trans-dermica,
laser-lisi termage e mesoterapia omeopatica
e controllo alimentare
Test intolleranze alimentari - stress ossidativi
rischio cardiovascolare
Inltrazioni per lo scioglimento di adiposit localizzate
Trattamento capillari con laser terapia o sclerosanti
Laser depilazione corpo
Diagnostica morfologica
Rivitalizzazione con vitamine - ialuronico con aminoacidi
Pulizia viso con peeling chimici e meccanici
Trattamenti multi-rivitalizzation con veicolazione e botomask
Trattamenti ad effetto immediato con llers
non permanenti
Laser trattamento couperose - macchie - angioma
Tatoo semipermanenti
Radiofrequenza termage
M
Medicina estetica
viso, collo, decollte, mani
Visite mediche per
V
Protesi seno e correzioni
Chirurgia delle calvizie
Lipoaspirazione pneumatica
Addominoplastica
Minilifting viso
Correzione naso e orecchie a sventola
Allungamento e ingrossamento del pene
Blefaroplastica (occhi)
Piccoli interventi chirurgici ambulatoriali in anestesia locale
AMBULATORIO CHIRURGICO - PICCOLA CHIRURGIA AUT. ASL N. 19/95
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MESI
MARZO 2011
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A
gricolTura
qualche altro corsista riuscito ad inve-
stire le conoscenze in ambito lavorativo.
Dipende dalle situazioni.
Non facile saper potare, quindi impa-
rare a farlo sicuramente una credenziale
in pi per trovare lavoro nel settore, pre-
cisa Mattia Vezzola, enologo di Bellavista,
che ribadisce il concetto con una bella
similitudine: Potare la vite come alleva-
re un figlio, come accompagnarlo fuori
dalladolescenza: un percorso che richie-
de molta attenzione, cura e amore.
Il metodo Simonit&Sirch gi un modo
riconosciuto di rispetto e cura della
salute della vite, che ne allunga il ciclo
di vita e la produttivit, fino ad almeno
50 anni. Dalla ventennale sperimenta-
zione dei due tecnici friulani emerso
che il segreto della longevit della vite
dipende in particolare da una potatura
corretta, che non provochi ferite sul-
le porzioni vitali della pianta. Quindi
il metodo insegna a potare sempre sul
legno giovane con un approccio lento
e mirato. Questo permette di preveni-
re le malattie del legno, recuperando
una filosofia di gestione del vigneto, in
parte abbandonata, che dava valore alle
viti vecchie accrescendo la qualit delle
rese. Vengono anche ridotti i costi di
gestione perch, applicando alla vite i
criteri della medicina preventiva, le con-
sentono di crescere e invecchiare bene.
E viene infine recuperato un antico me-
stiere che si sta perdendo, quello del po-
tatore. Con il taglio sui rami giovani la
pianta si cicatrizza bene, resistendo me-
glio alle malattie e conservando la salute
della vite precisa Marco Simonit , al
contrario il taglio sul legno vecchio, dai
3 anni di vita in su, lascia una piaga che
compromette la vascolarizzazione della
pianta favorendo inoltre un pi probabi-
le ingresso dei funghi responsabili delle
malattie del legno. La maggiore difficol-
t delle nostre ricerche stata quella di
trasferire le vecchie tecniche di taglio
nella moderna viticoltura, rappresentata
in particolare dai pi intensivi sistemi di
coltivazione a spalliera, come il guyot e
il cordone speronato.
Il metodo Simonit&Sirch stato intro-
dotto in importanti cantine nazionali,
dove i preparatori hanno trasferito le
loro conoscenze sperimentate dalla fine
degli anni 80. Fra queste appunto la
Bellavista, che da anni applica nelle sue
vigne il metodo, dimostrando cos di
possedere una visione enologica davan-
guardia, basata su un concetto di multi-
disciplinariet del saper fare in vigna,
in cantina e nella complessiva gestione
della filiera produttiva. Dopo 3 o 4
anni di applicazione del metodo notia-
mo miglioramenti significativi spiega
Mattia Vezzola le piante sono pi lon-
geve e la produzione pi costante, con
un ritorno anche economico.
Da parte sua Francesca Moretti, enologa
e responsabile dellarea vino del gruppo
Terra Moretti, convinta che il futuro
La maggiore
diffcolt delle
nostre ricerche
stata quella di
trasferire le vecchie
tecniche di taglio
nella moderna
viticoltura.
della Franciacorta gi oggi presente
nella qualit e nelloriginalit dei suoi
vini, ma andando avanti nel tempo il suo
valore aggiunto di singolarit sar rap-
presentato dalla longevit e dalla salute
dei suoi vigneti. Per questo riteniamo
che investire nel saper fare in vigna,
nella scuola di potatura, non solo un
investimento tecnico o agronomico, ma
anche unopportunit per linsieme
del territorio e di tutte le aziende che vi
operano.
Nella pagina precedente, gli ideatori
della scuola, Marco Simonit e
Pier Paolo Sirch, preparatori duva.
Sopra, una lezione pratica
in vigna in Bellavista. Qui a fanco,
una lezione teorica.
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AMBULATORIO CHIRURGICO - PICCOLA CHIRURGIA AUT. ASL N. 19/95
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2
MESI
MARZO 2011
CONCERTO JAzz
AL TEATRO GRANDE pER LuNICEf
Rita Marcotulli, la pianista premiata al festival di Venezia
per la colonna sonora di Basilicata Coast to coast, il 6
febbraio ha presentato il suo Omaggio a Truffaut con una
band di numeri uno: Javier Girotto al sassofono, Luciano
Biondini alla fsarmonica, Michel Benita al contrabbasso,
Aurora Barbatelli allarpa celtica, Roberto Gatto alla
batteria. Un concerto-spettacolo durante il quale, alle
note si sono aggiunte immagini tratte da pellicole del
celebre regista/attore francese, creando atmosfere molto
coinvolgenti.
Q
UI e L
a cura di ROLANDO GIAMBELLI
QUI & l
BEATLESIANI: OMAGGIO A SANREMO
Venerd 18 febbraio, presso il Teatro della Federazione
Operaia Sanremese, a Sanremo, Beatlesiani dItalia Associati,
The BeaTops, The Trifers e The Donkeys Forever hanno
suonato insieme la musica dei Beatles & Rolling. Un omaggio
del Beatles Fan Club Italiano al 61 Festival della Canzone
Italiana. Nel 1988, infatti, Il Teatro Ariston ospit Paul
McCartney, bassista dei Beatles. Degli Stones, invece, nel
1967 arriv a Sanremo Mick Jagger, in compagnia della
moglie Marianne Faithfull, in gara con la canzone C chi
spera cantata in coppia con Ricky Maiocchi. Ma lomaggio
pi sentito dei Beatlesiani dItalia Associati stato per Gianni
Morandi, conduttore del Festival, che ha portato al successo
Cera un Ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling
Stones.
GuSTAV MAHLER RACCONTATO
DA fINAzzER fLORY
Lo spettacolo al Grande Il tempo di Gustav Mahler,
tenutosi al Grande il 31 gennaio, unica tappa lombarda di
questa biografa recitata da Massimiliano Finazzer Flory con
musiche dal vivo e danza, e dedicata al famoso compositore
di cui proprio nel 2011 ricorre il centenario della morte,
avvenuta a Vienna nel 1911, ha registrato il tutto esaurito.
Alle lettere e alle poesie del compositore erano affancate
ovviamente anche alcune delle sue musiche pi celebri, dai
temi delle Sinfonie ai suoi Lieder. Lattore e regista Finazzer
Flory era affancato da Quirino Principe, da Gilda Gelati,
prima ballerina del teatro alla Scala, e da Gianni Dallaturca
che suonava la tromba.
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MESI
MARZO 2011
12 ATLETI CANOTTIERI
SI ALLENANO AL pASSO TONALE
Dopo le Nazionali di Sci alpino e di Sci nautico, lo scorso
febbraio arrivata anche la Nazionale di Canottaggio. I 12 atleti
canottieri, che per due settimane si sono allenati al Passo del
Tonale, accompagnati dal Ct dei pesi leggeri Giuseppe Polti,
sono: Elia Luini (Aniene, 2 e 4 alle Olimpiadi e pluricampione
del mondo con 4 titoli), Lorenzo Bertini (Fiamme Oro, atleta
dellanno 2010, 3 alle Olimpiadi e 3 titoli mondiali), Andrea
Caianiello (Fiamme Oro, 4 titoli mondiali), Armando DellAquila
(Fiamme Oro, 4 titoli mondiali), Bruno Mascarenhas (Canottieri
Roma, 3 titoli mondiali), Leonardo Boccuni (Elpis Genova),
Daniele Danesin (Forestale), Salvatore Di Somma (Fiamme
Gialle), Fabrizio Gabriele, Martino Goretti, Livio La Padula e Jiri
Vlcek (tutti e tre Fiamme Oro).
IL VESCOVO DI BRESCIA IN VISITA ALLARVEDI
La Giornata del Malato, voluta da Giovanni Paolo II
per sensibilizzare la societ al tema della sofferenza,
stata anticipata a Brescia dalla visita del Vescovo Mons.
Monari alla Residenza sanitaria assistenziale Leonardo
Arvedi di via Mantova. Lucio Mastromatteo, presidente
dellAssociazione Brescia Solidale, a nome degli anziani
ospiti fssi, del personale, dei volontari e dei famigliari
presenti, ha dato il benvenuto al Vescovo che, durante la
celebrazione della Messa, ha ricordato che i nostri anziani
e malati hanno bisogno soprattutto di affetto e che la vera
medicina si chiama cuore.
NuOVE pROpOSTE A BRESCIA CASA DESIGN
La 30 edizione della manifestazione dedicata
allarredamento, tenutasi presso la Fiera di Brescia dal 12
al 20 febbraio, questanno ha riservato ampio spazio alle
proposte nuove, come i saloni collaterali A&D Project,
un progetto interdisciplinare che ha coinvolto gli studenti
degli atenei d delle accademie della citt nella progettazione
di elementi di arredo per le aziende espositrici, e Carlotta
si sposa, unarea riservata al matrimonio e alla sua
organizzazione. La rassegna ha presentato arredi dinterno
ed esterno con una ricca offerta di materiali per la fnitura
come parquet, piastrelle, infssi, coperture, fotovoltaico,
illuminazione, complementi darredo, termo arredi, e molto
altro ancora.
pRESENTATO IL CENACOLO DELLE ARTI
Il 16 febbraio stata presentata presso il ristorante I Macc de
le Ure di Piazza Duomo lassociazione culturale Il cenacolo
delle arti, alla presenza del fondatore professor Alberto
Bonera, la presidente del Conservatorio Luca Marenzio Patrizia
Vastapane, leditore Luca Marinoni, il consigliere Lorenzo
Maternini e altri rappresentatnti della cultura bresciana. Tra
le fnalit dellassociazione, la valorizzazione e linserimento
nel mondo artistico dei giovani talenti bresciani e la diffusione
della cultura in particolare quella musicale, letteraria, artistica
e teatrale, con lorganizzazione di festival, concentri, incontri e
attivit di formazione.
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collezione!
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MESI
MARZO 2011
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OstUMe e sOCIet 119
il teatrO
alla mOda
Costumi e grandi stilisti
in scena al Museo Mazzucchelli di Ciliverghe di Mazzano.
g
li stracci li disegno
per lavoro, ma il
teatro il mio vero
amore: cos disse,
al fratello Santo, Gianni Versace, allin-
domani di Barocco Bel Canto, balletto
di Maurice Bjart del 25 giugno 1997,
tenutosi presso il Giardino di Boboli a
Firenze. Spettacolo celebre, in cui sin-
ser tra i ballerini una Naomi Campbell
avvolta in crpe di seta rosa che, impu-
gnando per farsa una pistola e sparando,
si faceva inconsapevole presagio della
fine del grande stilista, avvenuta solo
due settimane pi tardi, a Miami.
Questo solo uno dei retroscena, dei ri-
svolti glamour con un pizzico di maca-
bro che hanno fatto da contorno a una
mostra senza precedenti nel suo genere:
Il Teatro alla Moda, costume di scena,
grandi stilisti ubicata nella cornice pal-
ladiana dei Musei Mazzucchelli a Ciliver-
ghe di Mazzano, dopo aver esordito al
Museo della Fondazione Roma. I Musei
Mazzucchelli che gi ospitano, tra le
varie collezioni permanenti, il Museo
della Moda e del Costume, con una pre-
giata collezione costituita da circa 5.000
pezzi, databili tra linizio del Settecento
e la nascita dellalta moda nel Novecen-
to sono stati lambientazione adatta a
un evento saporito e trasversale, nonch
sfondo fortemente voluto dal curatore,
il bresciano Massimiliano Capella. Pi
di cento costumi originali, realizzati per
il teatro, lopera e la danza da alcuni tra i
pi importanti stilisti italiani (quali Gian-
ni Versace, Roberto Capucci, Emanuel
Ungaro, Fendi, Missoni, Giorgio Arma-
ni, Antonio Marras, Romeo Gigli, Alber-
ta Ferretti, Valentino, Enrico Coveri),
esibiti in famosissime rappresentazioni,
esposti insieme a bozzetti, figurini e a rari
documentari video dei relativi spettacoli.
Lidea di una mostra che presentasse
lintensa, seppur misconosciuta, liaison
tra la moda italiana e il teatro pi eccel-
lente pungolava da ben tre anni Capella
che, appassionato di teatro, danza e ope-
ra, confessa una ricerca strenua durante
la quale dopo un inizio in cui parevano
predominare gli stranieri, i francesi su
tutti, lavorando con direttrici di sartorie
teatrali ho individuato altri nomi, Ver-
sace, Fendi, Missoni o Armani, tra gli
altri. Ecco allora emergere dalle sar-
torie stesse, dagli archivi delle maisons
ed anche dalle collezioni private degli
artisti che li hanno indossati in scena
costumi eccezionali, esagerati, elegan-
tissimi, che al sapore iperbolico, ma un
po frivolo, dellhaute couture sanno ag-
giungere lo spessore del melodramma,
la caratura dinterpreti come Katia Ric-
ciarelli, Roberto Bolle o Luciano Pava-
rotti che, vestendoli, ne hanno lasciato
unimpronta mitica.
Il ricordo, lillusione dimmortalit, la
bellezza che trapelano da stoffe e boz-
zetti si articolano nella mostra in otto
s
di ALESSANDRA TONIZZO
Sopra, Gianni Versace, Tut a tre strati multicolori, indossato su una calzama-
glia dipinta a mano nel 1991, per LUccello di Fuoco di Igor Stravinsky, Royal
Opera House di Londra.
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MARZO 2011
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C
OstUMe e sOCIet
sezioni, la prima dedicata proprio agli
interpreti, le altre focalizzate sui vari sti-
listi. I dettagli, gli abiti e i figurini emer-
gono in un gioco di luci in cui il bianco
e il nero lasciano lo spazio allimmagi-
nazione, rinfrescata dalle proiezioni di
video tematici in cui le creazioni sono
calate nel proprio contesto, su palchi
straordinari come quelli del Teatro alla
Scala e Piccolo Teatro di Milano, del
Teatro dellOpera di Roma, del Teatro
Regio di Parma, il San Carlo di Napoli e
il National Opera di Washington DC.
Lalta moda entra nel mondo teatrale
gi nellOttocento, con Worth e Poiret,
ma il vero spartiacque si avr nel 1924,
quando Coco Chanel, su invito di Sergej
Pavlovich Diaghilev (1872-1929), dise-
gna i costumi per Le Train Bleu, di Coc-
teau. Dopo questimportante debutto,
nel corso del XX secolo laffascinante
legame tra moda e teatro si rafforza, e
mostra la sua impronta tutta italiana. Lo
stilista italiano, dunque, emerge dalle
quinte, avanza oltre il sipario imponendo
la propria griffe, tanto che ancora oggi si
parla de Il Flauto Magico di Gigli, della
Lucia di Lammermoor di Missoni, del
Capriccio e della Salom di Versace, del
Cos fan Tutte di Armani.
Tra lopera in pelliccia di Fendi, ric-
ca di manicotti e mantelle, le geometrie
primitive di Missoni ispirate alle culture
Masai, Mali, Atuna, Dogon, Chad, Senu-
fo e Bant, i mille taffetas di Cappucci,
i tenebrosi tulle sognanti di Marras, le
apparizioni solitarie e futuriste di Gigli,
Ferretti e Valentino, fino alla totale e
feconda libert espressiva di Versace,
innervata darte moderna, in mostra
spiccano dei pezzi pi suggestivi di altri.
In primis labito che apre Il Teatro alla
Moda, realizzato da Gianni Versace per
il Capriccio di Strass messo in scena nel
90 a San Francisco e Londra, creato per
linterprete della Contessa Dame Kiri te
Kanawa, ricamato con cristalli Swaroski
policromi a creare motivi grafici ispirati
alla pittrice ucraina Sonia Terk Delaunay.
E poi la Bata del Cola che Armani dise-
gn per Joaquin Cortes, per il suo show
del 2002: unimmensa gonna da flamen-
co in seta, a balze, con uno strascico di tre
metri e mezzo, cucita dalla celebre sarta
di Siviglia Lina, grande esperta degli abiti
per la tipica danza tradizionale.
Un sogno, dunque, grazie al quale si
capisce come quasi sempre lartista,
superando dettami, confini e restrizioni
della propria arte, spesso superi anche
s stesso.
Lesposizione Il Teatro alla Moda
alla cui inaugurazione il 19 gennaio
scorso hanno presenziato il presi-
dente della Fondazione Giacomini
Meo Fiorot, Piero Giacomini, il presi-
dentediAltaRoma,MariaSilviaVen-
turini Fendi, e il presidente onorario
diAltaRoma,SantoVersace,sta-
ta prorogata fno al 13 marzo 2011.
Dai Musei Mazzucchelli di Ciliverghe
di Mazzano proseguir poi con un
tourattraversolEuropa.
Sopra, Stefano Canulli, Illustrazio-
ne degli abiti per le vestali, tecnica
mista, tempera e matita su carta,
Roma, Fondazione Roberto Capucci.
Utilizzata nel 1986 per la Norma di
Vincenzo Bellini allarena di Verona.
a sinistra, Missoni, Scena dinsieme
di Lucia di Lammermoor di Gaetano
Donizetti, Milano, Teatro alla Scala,
1983. Fotografa Lelli e Masotti.
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delle province di
Bergamo, Brescia, Cremona, Mantova, Verona
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2011
26-27-28 MARZO 2011
CENTRO FIERA DEL GARDA, Montichiari (BS)
Le Federfarma provinciali di Bergamo, Cremona,
Mantova e Verona aancano Brescia
nel pi importante evento del nord Italia.
Da questanno promuovono
e partecipano a Farmaitaly,
oltre alla Federfarma provinciale di Brescia,
anche quelle di Bergamo, Cremona,
Mantova e Verona
che opereranno sui propri territori
favorendo la presenza di farmacisti,
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e promuovendo la partecipazione
ai corsi ECM, ai convegni e a tutti gli eventi.
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Viale Duca degli Abruzzi, 163
25124 Brescia
Tel. +39.030.37.58.435 - 36.65.685
Pax +39.030.37.58.444
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MESI
MARZO 2011
di fRANCESCO RASTRELLI
PresidentedellOrdinedeiFarmacisti
della Provincia di Brescia
GENTILE FARMACISTA...
D// Le scrivo perch vorrei sapere se, in merito alle ustioni
di primo grado, che spesso riguardano noi casalinghe, sono
utili i rimedi comuni di solito diffusi come luso del latte, oli e
burro. Grazie, Amanda
R// Cara amanda, nel caso di ustioni di 1 grado o
superfciali, necessario raffreddare internamente la
pelle per allontanare la quantit di calore in eccesso e
per impedire lestendersi del danno, larrossamento, il
gonfore e il dolore. Pertanto bagnare la zona colpita
con abbondante acqua fredda corrente (e mai utilizzare
ghiaccio) o meglio ancora una soluzione fsiologica
sterile dai 5 ai 45 minuti, in modo da lenire il dolore
e perch, se si agisce tempestivamente, si riesce ad
evitare la successiva formazione di bolle. Evitare di
cospargere sulle bruciature olio, burro, creme, pomate
o unguenti, ma utilizzare solo acqua dal momento che
questi prodotti potrebbero ritardare la guarigione,
ostacolando unaccurata pulizia della lesione e perch
fanno da isolante bloccando la dispersione di calore
assorbito durante lustione, predisponendo quindi la
cute alla macerazione e comparsa di infezioni. Nel caso
di ustioni pi profonde necessario rivolgersi al medico
o al farmacista.
D// Negli ultimi tempi, in seguito al trasloco e al
cambiamento di lavoro, soffro di mialgia. Volevo chiederle
se lo stress pu avere inuito sulla malattia e cosa posso fare
per alleviare il dolore. Luciano
R// Caro Luciano, le mialgie sono dolori molto comuni
che possono coinvolgere pi di un muscolo. Il dolore
muscolare pu essere associato a tensione, a stress o,
molto frequentemente, a uno sforzo fsico eccessivo.
In questo caso, il dolore inizia durante o subito dopo
lattivit. Il dolore muscolare pu anche essere segno
di uninfezione generale, come per esempio linfuenza,
oppure pu essere correlato a patologie ben pi gravi
come il lupus eritematoso sistemico. Il dolore muscolare
pu essere alleviato con il riposo e il concomitante
utilizzo di farmaci antinfammatori non steroidei (Fans)
per via topica o sistemica (alcuni di questi sono farmaci
di libera vendita). Tra i Fans, libuprofene associato a
minori effetti collaterali a carico dello stomaco, rispetto
ad altri esponenti della categoria.
Manda la tua domanda a:
francesco.rastrelli@dodicimesi.com
Q
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UBRICA 122
IL FARMACISTA
RISPONDE
uN TOCCASANA
ChIAMATO CAMOMILLA
Nota per gli effetti rilassanti, la camomilla,
in seguito a recenti ricerche cliniche e
farmacologiche, ha fnalmente ricevuto
il giusto riconoscimento per la propria
effcacia terapeutica. Utilizzata da
secoli come antispasmodica, specie per
sedare manifestazioni dolorose dalla
colica intestinale alla dismenorrea la
camomilla possiede, infatti, indubbie
propriet antinfammatorie, spasmolitiche,
carminative, cicatrizzanti, ulceroprotettive e
antibatteriche.
ANTICORPI CONTRO I BIG KILLERS
Per immunoterapia si intende una forma di bioterapia che
comprende tutti quei trattamenti terapeutici che inducono
modif che in grado di favorire la risposta immunitaria dellor-
ganismo. a differenza della chemioterapia non agisce distrug-
gendo direttamente le cellule tumorali. Recenti studi hanno
dimostrato leff cacia di alcune molecole biologiche, princi-
palmente anticorpi e citochine, contro i cosiddetti big killers,
ossia contro il cancro al seno, al polmone, al colon retto e alla
prostata. Sono farmaci normalmente ben tollerati dallorgani-
smo, che hanno permesso di migliorare notevolmente la quali-
t di vita dei pazienti.
con il patrocinio di partner esclusivo sponsor
Henri Matisse, Il lanciatore di coltelli (Jazz, tavola XV), 1947 - Succession H. Matisse by SIAE 2010.
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Il Sole 24 Ore
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MESI
MARZO 2011
a cura di ENRICO fILIPPINI
SPECChIO DELLE MIE BRAME
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UBRICA 124
Perdere PesO
nOn vUOl dire dimagrire
l
a riduzione del tessuto adipo-
so legata al comportamento
alimentare e motorio in un
evidente sistema di apporto e
consumo, quindi se vogliamo dimagri-
re dobbiamo modificare questi due pa-
rametri. Se, ad esempio, assumiamo un
diuretico, possiamo perdere anche 2 kg
in peso, ma non abbiamo minimamente
intaccato il nostro tessuto adiposo.
Se vogliamo dimagrire dobbiamo fare
in modo che lorganismo sia costretto
ad utilizzare i nostri depositi di grasso
come fonte energetica. Per ottenere ci,
una via quella di privarlo della sua fon-
te energetica prevalentemente costitui-
ta dai carboidrati (macronutrienti non
essenziali) poich sappiamo che lor-
ganismo umano ugualmente in grado
di fabbricare carboidrati (glicogeno)
sia dai grassi che dalle proteine (mentre
non possibile il contrario). Non poten-
do impoverire la nostra struttura biolo-
gica della sua componente proteica, ne
deriva un regime alimentare, da seguire
per periodi limitati di tempo, in cui le
proteine saranno assolutamente presen-
ti, ma i grassi verranno ridotti a un mi-
nimo qualitativo e i carboidrati limitati a
un minimo quantitativo.
In passato sono sorte alcune proble-
matiche correlate a questo particolare
regime alimentare, messo per lo pi in
relazione ad un eccesso di scorie azota-
te; fortunatamente oggi disponiamo di
particolari fonti proteiche che pratica-
mente non producono scorie metaboli-
che. Vediamo perch.
Se noi assumiamo 100 grammi di pro-
sciutto crudo ingeriamo circa 22-24
grammi di proteine; quello che nessuno
evidenzia il fatto che il nostro orga-
nismo ne utilizza realmente circa il 44-
48%, mentre tutto il resto va a costituire
quelle scorie metaboliche che andranno
a sovraccaricare reni, fegato, intestino,
cute e tutti i meccanismi di eliminazione.
Le specifiche preparazioni proteico-ami-
noacidiche, attualmente in commercio,
che ricalcano nella loro composizione
quella del latte materno, vengono invece
totalmente riconosciute e dunque sono
biodisponibili al 96-97%.
Ci vuol dire che le scorie metaboli-
che sono soltanto il 3-4%, ovvero una
percentuale irrisoria.
Abbiamo cos trovato il modo di fornire
senza alcun rischio la quantit di pro-
teine necessaria per costruire la parte
nobile del nostro corpo, senza dover ri-
correre alle proteine animali, che ci por-
terebbero troppi grassi saturi dannosi,
o alle proteine vegetali, che finirebbero
per farci assumere anche i troppi carboi-
drati che le accompagnano. Possiamo
pertanto utilizzare queste preparazioni
proteico-aminoacidiche, gradevoli al
palato, per realizzare programmi dieto-
terapici di dimagrimento, che consen-
tono eccellenti risultati in tempi rapidi
e soprattutto duraturi (se il paziente
collabora...).
Tuttavia questa indicazione fortemen-
te restrittiva delle plurime applicazioni
che si possono realizzare nellalimenta-
zione. Per esempio nella cura della cute
siamo tutti attenti a nutrire ed a por-
tare al derma quanto pu servire per
fabbricare collageno, elastina, sostanze
reticolari e per dare turgore, tonicit,
spessore, compattezza e luminosit al
nostro aspetto. Tutto questo non pu
avvenire se non c la disponibilit degli
aminoacidi necessari ed ecco, quindi,
che anche in questo campo le prepara-
zioni proteico-aminoacidiche trovano
dispensabile assunzione come alimento
semplicemente integrativo. Infine, ma
non ultimo, giusto ricordare anche
una loro utilizzazione in campi meno
effimeri, come quello della nutrizione
degli anziani (notoriamente deficitaria
per apporti proteici usuali) o di tutti
quei pazienti che hanno difficolt di ali-
mentazione.
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2
MESI
MARZO 2011
a cura di ELIZABETh BERTOLI
Regia: Luca Miniero
Cast: Claudio Bisio, Angela
Finocchiaro, Alessandro Siani,
Valentina Lodovini, Nando Paone.
Genere: commedia
Produzione: Italia 2010
Durata: 102 minuti
Uscita nelle sale: 1 ottobre 2010
a noleggio: 26 gennaio 2011
In vendita: 23 febbraio 2011
Trama: Alberto il responsabile di un ufcio postale brianzolo
e ha un sogno: essere trasferito a lavorare a Milano; disposto
a fare di tutto per ottenerlo, anche ngersi invalido. Scoperto,
viene mandato per punizione a lavorare in un piccolo paesino
campano. Alberto, lombardo pieno di pregiudizi, lascia
lombra della Madunina e parte verso il suo incubo peggiore
armato di gorgonzola e giubbotto antiproiettili.
Regia: Christofer Nolan
Cast: Leonardo Di Caprio, Joseph
Gordon-Levitt, Marion Cotillard,
Ken Watanabe, Ellen Paige.
Genere: azione
Produzione: Gran Bretagna 2010
Durata: 142 minuti
Uscita nelle sale: 24 settembre 2010
a noleggio: 13 gennaio 2011
In vendita: 26 gennaio 2011
Trama: Dom Cobb un abile
estrattore di sogni, la sua abilit
il furto di preziosi segreti dal pro-
fondo del subconscio, ma stavolta
non dovr affrontare il solito furto su
commissione da spionaggio industriale. Un magnate giapponese
gli chieder di instillare unidea nel subconscio di un giovane che
sta per diventare unico erede di una potente multinazionale, le
cui azioni, una volta acquisiti i diritti ereditari dal padre morente,
potrebbero cambiare le sorti delleconomia globale.
Claudio, 31 anni, giornalaio : Divertente, anche se forse d una
versione troppo idilliaca del Sud.
Patrizia, 23 anni, studentessa: Veramente carino, per ho
preferito loriginale francese.
francesco, 51 anni, operaio: Era da tanto tempo che non
vedevo un lm italiano cos divertente!.
Giovanna, 29 anni, barista: Secondo me un po scontato,
per stato piacevole guardarlo, Bisio mi fa sempre morire
dalle risate.
Carlo, 45 anni, assicuratore: divertente senza essere volgare,
quasi un miracolo per essere un lm italiano.
Bryan, 18 anni, studente: Bello, mi ha fatto ridere, in fondo ha
anche un bel messaggio da dare.
Angelo, 37 anni, carabiniere: Stupendo, lho rivisto due volte e
lo rivedrei una terza!.
Diego, 38 anni, graco: Un lm inutile dato che molto
meglio loriginale.
Novella, 26 anni, impiegata: Troppi stereotipi sia da una parte
che dallaltra, non ci ho trovato niente.
Annamaria, 42 anni, casalinga: Fa ridere per mi sembrato
troppo banale, quasi buonista alla ne.
BENVENuTI AL SuD
videOteCa
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T
eMPO LIBeRO
Gabriele, 35 anni, impiegato: Nolan un genio e questo
lm il suo ennesimo capolavoro.
Giulia, 26 anni, commessa: Ogni scena perfetta e la
storia molto avvincente, lm bellissimo.
Nicola, 41 anni, notaio: Bello e complicato, la storia prende
dallinizio alla ne, avvincente.
Carla, 38 anni, avvocato: molto difcile da seguire ma
veramente accurato e originale, bravissimo Di Caprio.
Mirco, 31 anni, infermiere: Bellissima regia e bravissimi gli
attori, non il solito thriller.
Manuele, 49 anni, sioterapista: Non ha n
capo n coda, assurdo e realizzato malissimo.
Emma, 25 anni, studentessa: Lidea non era male, ma alla
ne si perde tra effetti speciali e poco pi.
Piero, 44 anni, macellaio: Non mi piaciuto, incasinato e
noioso.
Karima, 22 anni, impiegata: Una noia mortale, non si
capisce niente, pi passa il tempo e meno si riesce a seguire
la trama.
Cristian, 29 anni, impiegato: Senza senso, pensavo
fosse un gran lm e invece sono deluso, tutto troppo
complicato.
INCEPTION
PrOmOssO

PrOmOssO
bOCCiatO
bOCCiatO
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SucceSSo
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1 //17.febbraio //17.febbraio
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//8.novembre
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//13.febbraio
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1 //18.febbraio
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//21.febbraio
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successo...

stampa Usa: Jobs ha solo sei settimane di vita.


Per il tabloid americano National Enquirer, potrebbe
trattarsi di una recrudescenza del cancro al pancreas
diagnosticato la prima volta nel 2004. Il fondatore del-
la Apple un mese fa aveva annunciato la sua assenza
temporanea per concentrarsi sulla sua salute. Ma, come
riporta lAbc, incontra Obama a San Francisco.
Monopoli, addio carte
ora ci si sfda sul computer.
Niente pi dadi n banconote: decide tutto
una torre a infrarossi che lancia le istru-
zioni attraverso un miniamplifcatore. La
rivoluzione tecnologica stata presentata
alla Fiera del giocattolo di New York. Ma
polemica: Cos non pi un gioco.
Il Cairo, Mubarak cede:
Mi dimetto. Legitto in
festa. Il comando passa ai
militari. Gli egiziani sono
riusciti, con 18 giorni con-
secutivi di proteste, oltre
300 morti e migliaia di fe-
riti, a costringere alla resa
il presidente Mubarak, 83
anni, dopo trentanni inin-
terrotti al potere.
vietnam, si rovescia il
battello dei turisti, 12
vittime straniere. salvi i
due italiani. Limbarcazione
si inabissata nel giro di 30-
60 secondi per il cedimento
della sentina. Ventisette i
passeggeri a bordo. Stefano
Corda e Stefano Sacconi sono
tra i 15 sopravvissuti.
Libia, raid sui manifestanti a tripoli, oltre
mille morti. Laviazione bombarda i manifestanti.
Il colonnello Gheddaf appare in tv: Non posso dimetter-
mi, useremo la forza contro questi drogati. Italia e Usa
danno razzi agli insorti. LEni: bloccato gasdotto per lIta-
lia. Berlusconi chiama il ras. Partono navi della Marina
per aiutare gli italiani. LUnhcr: Non respingete
i rifugiati. Obama: Violenza spaventosa.
dal nobel per la Pace alle accuse di truffa
la triste parabola di Muhammad Yunus. Il banchiere dei
poveri, premiato nel 2006 per la sua rete di microcrediti
a bassi interessi, fnito nel mirino del governo del Bangla-
desh per evasione fscale. I dubbi sulla sua moralit condi-
visi anche da molte Ong.
tesi in giurisprudenza
copiata, il ministro tede-
sco rinuncia al dottorato.
Il titolare della Difesa, zu
Gutterberg, uno dei volti pi
popolari del governo Merkel,
in diffcolt dopo le accuse di
plagio. Lopposizione: Se
vero si dimetta.
Hp lancia la sfda
ad Apple: sar touchPad il
vero anti iPad. Arriver tra
qualche mese sul mercato ame-
ricano e coster 699 dollari.
Progettato per la produttivit
ma anche per il tempo libero,
punter sul multitasking e sulla
videocamera in dotazione.
In tunisia vince la rivolta.
Il presidente Bel Ali fuggito
in Arabia Saudita. Varato il
governo di unit nazionale
con lopposizione. Ripristina-
ta la libert di stampa.
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Roma, incendio in campo
Rom, quattro bambini morti.
Avevano tra i 4 e gli 11 anni,
tre maschi e una femmina.
Alemanno: Tragedia colpa della
burocrazia. La Cei: colpa della
societ.
Lampedusa, un esodo biblico. Maroni: La Ue non fa
nulla. Bruxelles ribatte: Pronti ad aiutarvi. Sono 2.600
le persone arrivate nellisola dalle coste tunisine. A
Lampedusa i migranti tunisini sono pi della met degli
abitanti dellisola. Un esodo biblico, ha detto il sindaco
Bernardino De Rubeis che ha chiesto al ministro Maroni
limmediata apertura del centro di prima accoglienza.
Crac Parmalat. I Pm:
banche da condannare.
Manager e istituti di credito
sarebbero colpevoli di
aggiotaggio. Chiesta la
confsca di beni per 120
milioni
Il Festival di sanremo si chiude con la vittoria di
Roberto vecchioni, con il brano Chiamami ancora
amore. Secondi i Mod con Emma, terzo Al Bano.
La 61 edizione del festival, condotto da Gianni Morandi,
con Elisabetta Canalis, Belen Rodriguez,
e le iene Luca e Paolo, per una volta mette daccordo
il pubblico e la critica.
vendetta della
ndrangheta sulle donne:
uccise madre e fglia a
San Lorenzo del Vallo,
nel Cosentino. Le vittime
sono imparentate con un
commerciante che a gennaio
uccise il fglio 22enne del
boss latitante Franco Presta.
In oltre 230 citt unite per gridare basta. Le donne
italiane scendono in piazza in difesa della propria
dignit, per rivendicare anche in Italia ci che la
normalit in tutta Europa, dove le donne contano,
decidono, esistono e nessuno si sogna di proporle come
puro elemento decorativo della politica o della societ.
Partecipazione oltre ogni attesa in tutto il paese. Tanti
giovani, e tanti uomini. Tra sciarpe bianche e nessun
simbolo politico.
test antidroga anche a medici,
infermieri e ostetriche. Sono le categorie
che dovranno sottoporsi agli esami gi
previsti per alcune professioni a rischio. Il
provvedimento del Dipartimento politiche
antidroga andr presto in Conferenza
Stato-Regioni per unintesa. E si valuta
lipotesi di inserire anche gli insegnanti.
Caso Ruby. Berlusconi
a giudizio il 6 aprile. Il
Gip milanese Cristina Di
Censo: Prove evidenti, rito
immediato per prostituzione
minorile e concussione.
Riesplode lo scontro. Il PdL:
attentato al Paese. Il Pd: al
voto. I vescovi: chiarezza..
Adozioni, svolta sui single.
Sentenza che fa discutere.
La Suprema Corte esorta ad
ampliare lambito di ammissibilit.
La Cassazione: tempi maturi, perch
il Parlamento apra alle adozioni di
minori da parte dei single. Il Vaticano:
no, il bimbo ha diritto a due genitori.
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Quasi 80 milioni di pesci ripopoleranno nel 2011 le acque
di laghi, fumi, torrenti, seriole e laghetti alpini bresciani.
Lo ha stabilito lassessorato Caccia e pesca della Provincia
di Brescia con lapprovazione del nuovo Piano semine. Per
la gioia di pescatori, professionisti e dilettanti.
smog, targhe alterne fno alla fne di febbraio, Saranno
in vigore, 7 giorni su 7, per Euro 0, 1, 2 e 3 benzina e
diesel, cio circa la met del parco auto circolante a
Brescia. Via libera invece a Euro 4 ed Euro 5 a benzina
e diesel, oltre a veicoli elettrici, a metano o Gpl, ibridi
(motore elettrico e termico) e del car-sharing. Il
provvedimento coinvolge complessivamente 12 Comuni.
Il vittoriale pianta i
cipressi di dAnnunzio.
Erano 781 al momento della
morte del Vate, ma dal 1938
a oggi 20 sono caduti o sono
stati abbattuti per vecchiaia
o malattia. Ora vengono
ripiantati.
Bedizzole, 31 chili
di hashish in garage.
Arrestati dai carabinieri
due giovani insospettabili
che rifornivano di droga la
Brescia bene.
Valore al dettaglio: circa
500 mila euro.
Fiera di s. Faustino. Nonostante la pioggerella, le
presenze hanno superato quelle dellanno scorso.
Ambulanti soddisfatti. Circa 230 mila persone sono sflate
per lintera giornata davanti alle 630 bancarelle zeppe di
mercanzie di ogni genere. Tutto andato liscio.
Brescia, via Orzinuovi,
scoppia la protesta dei
sinti. Le famiglie nomadi
non vogliono trasferirsi al
centro di emergenza di via
Borgosatollo. Il Comune toglie
la corrente elettrica al campo
nomadi. I sinti appicano
incendi e occupando la strada.
escursione fatale
al Maniva. Scivola sul
ghiaccio e muoredopo un
volo di 250 metri. Soccorsi
inutili. Il corpo di Germano
Camelo 40enne operaio
abitante a Sedena di Lonato
stato recuperato dopo
quattro ore.
Pontoglio, furto stile we-
stern: rubata una mandria
di tori. La banda di ladri ha
selezionato i 44 capi da car-
ne prima di caricarli su un
camion. Un colpo da quasi
80 mila euro, messo a segno
nella stalla Ambrosini.
//12.febbraio
Uova alla diossina,
rabbia e apprensione dei
sindaci di Castegnato
e Ospitaletto. Le uova,
raccolte dallAsl di Brescia
in cinque pollai privati
vicini a grandi fonderie,
contengono diossine e pcb
(sostanze cancerogene) fno
a 5 volte i limiti consentiti.
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