Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
0
Coralie i danni che aveva fatto in quella famiglia Le venne coraggio, «In fondo quest’uomo non
quell’uomo si aspettava ancora di essere ben è altro che uno sconosciuto per me, uno schifoso,
Coralie sfiorava con un piede la base accetto? «Avanti, alla prossima misericordia!», ma sconosciuto», pensava. «Cosa ha fatto G.?
della statua, ed era fredda. strillettava l’angioletto segretario lassù Come mai non mi vuole parlare?»,
7.
Non sapeva dire perché si trovasse in cielo. Coralie non riusciva a pensare, la voce da chi si sente adulto e vuole,
nel pianerottolo di quel condominio, era freddo nonostante il clima dolce attraverso la sua esperienza, dominarti.
perché guardasse quel panorama, così estraneo, di quell’isola, era freddo e il bambino faceva Gli riusciva bene questo ruolo, ma non aveva
eppure così normale: uno spiazzo sbattere la palla sulla saracinesca dei negozi studiato molto, solo si serviva di una maschera
n 6
con dei parcheggi, un bambino che giocava dando chiusi da un pezzo. Quell’angolo era sporco,
13
unta e logora e usata. Coralie prima fu titubante
ma che
che forse l’avevano vista. Forse tutt’ora con la scritta: rompere in caso di emergenza. a comunicare con G., si decise, arrabbiata,
la guardavano, seduta per terra nel pianerottolo Faceva contorcere le budella soprattutto alzò lo sguardo e parlò. Parlando avrebbe rotto
col vestito coloratissimo messo per l’umore il rumore degli ascensori, di gente che ritornava qualcosa nei silenzi opprimenti che aveva avuto
sottometto le quieto e zuccherino che si sentiva la mattina
e che in quel momento sembrava perduto
alla propria casa o usciva tutta bella agghindata
per la serata. Gente che aveva un posto dove
G. con suo padre in tutta la sua adolescenza,
questo lo sperava. Parlava per sé, parlava
mie opinioni per sempre. G. non voleva parlare con suo padre.
Il padre era arrivato all’improvviso mentre
andare, per la quale quella città era il posto
più naturale dove muoversi e vivere.
per G; non per suo padre che non gliene importava
niente di farlo sentire in colpa o di sperare
al giudizio lui dormiva con la testa sul grembo di Coralie.
«Non mi toccare», aveva detto G. a suo padre.
O poteva essere G. che rientrava.
Coralie non si governava più. Decideva di sé così
che capisse dai propri errori o che scendesse
per un attimo dalla sua gabbia di orgoglio.
della Chiesa lì. Lui era fuori, da qualche parte nella immensa
città, trafficata e sconosciuta, della quale
suonò alla porta per entrare.
Gli occhi rossi e forse altri particolari
e ferraglia, l’uomo che teneva ancora attaccati
al cuore ricordi lontanissimi di due bambini,
Coralie conosceva solo la via di quella casa svelavano alla sorellina di G. che aveva pianto, e una bambina, i suoi figli piccoli,
piena di altre finestre illuminate, lei le disse che lo aveva cercato, ma senza e di giochi e di affetto.
ma sempre lontane. In quella casa estranea, trovarlo. Probabilmente la sorellina la capiva, La speranza, che traditrice! Quando sei costretto
con persone che non è che non le volessero bene anche se forse avrebbe voluto non vedere come a sperare anche se sai di aver sbagliato tutto,
ma che nascondevano in loro segreti di cui lei l’ombra di quella famiglia intaccasse anche e speri con gli occhi dell’orgoglio, speri
non sapeva niente. E forse neanche loro sapevano. estranei. Tutto era andato così in fretta, non muovendoti di un millimetro dal tuo trespolo.
Ma lei che ci poteva fare? Cosa poteva fare, vivere con G. non era mai facile. Lo amava, A Coralie ricordava un po’ quei ragazzi
cosa poteva fare, da decine di minuti si faceva certo, ma non sapeva mai come rompere i silenzi che vengono spinti a cambiare, incoraggiati
n°13_ 18
n°1_24
n°6_24 ottobre
febbraio
Settembre
2008
20092010
Hanno collaborato:
hanno questa domanda come se la fanno i dementi, prima che all’improvviso si formavano, o impedirsi a cercare un lavoro, mentre ormai si sono
con la faccia nascosta tra le mani con le lacrime di scocciarlo con infinite domande per capire mangiati tutto il cervello con droghe vigliacche.
Elisa DellaFranca
Alessandro Martire sulle dita, poi ad alta voce, battendo le palme che cosa avesse. Vivere con G. non era mai All’inizio fu cauta, di una cautela che non aveva
Carlo M.
Maria
Cirino
Cirino
Cecilia Giampaoli/grafica/
come le orientali nei giorni di lutto. facile, ma era bellissimo avere un rapporto sperato di avere, dopo la disperazione di prima.
Era uscita dalla casa. Era andata a cercarlo, così puro, anche solo conoscere una persona Mentre parlava, una dolce ninna nanna in francese
ma ora era tornata, ora era sul pianerottolo. così sensibile, buona, dolce e appassionata, le risuonava dentro, quella che G. le aveva
Non sapeva da quanto tempo, sempre nascosta, avere la fortuna di averlo fatto innamorare. cantato una delle prime volte che avevano
accovacciata, alzandosi in piedi di tanto Ma il passato non se ne va, e se uno è lucido, dormito insieme. «Io non lo so, perché sono
207. non ha una redazione stabile
né un direttore editoriale. in tanto quando sentiva il rumore degli ascensori come lo era G. su se stesso, sa che il potere arrivata ora e non conosco tutto quello
207. viene prodotto senza scopo di lucro; che si aprivano, per appiattirsi ancora ipnotico del tuo trauma, un trauma anche piccolo che è successo prima, penso che sia per alcuni
la stampa si autofinanzia attraverso di più verso l’angolo ed evitare di attrarre apparentemente, «un trauma qualsiasi», suoi atteggiamenti con lui, per cose che si porta
le offerte raccolte. l’attenzione di qualche inquilino curioso. disse lo psicologo, non ti abbandona mai, dietro da tanto». Silenzio. «E poi questo fatto
207. è composto da pensieri, articoli O di incrociare il padre. Voleva correre via finché non lo affronti. così improvviso, che nessuno si immaginava...».
ed immagini libere da censura. non farsi trovare più, tanto i genitori Entrata in casa, una casa con tanti oggetti Alludeva all’amante trentenne, che lo aveva
Ogni autore è responsabile dei testi la sapevano tranquilla, a casa di G. e non proprio in ordine, una casa da gatti, portato a buttare definitivamente via tutto.
pubblicati a suo nome. Così lontano da dove lei viveva. una casa bella, disse alla sorella che l’aveva «I miei rapporti con Licia... Sì...
207. viene distribuito ogni tre settimane Ma loro si amavano e la madre di Coralie cercato, ma che non sapeva dove fosse, andò pensavo che questo non avrebbe influito
circa, o comunque ogni qualvolta
non poteva immaginare il sentimento di disagio in camera, dove il padre di G. la mandò sul rapporto con i figli, anche se a quanto pare
venga raccolto materiale sufficiente
a giustificarne l’impaginazione. che provava lei in quel momento, forse solo a chiamare. Lei avrebbe voluto stare in pace, è così. Mi dispiace di coinvolgerti».
Chiunque può prendere parte alla lei stessa lo capiva, ricordandosi del suo terrore seduta sul letto, l’aria calda, anche se L’ascoltava, le aveva parlato.
realizzazione
alla realizzazione
del giornale
del giornale
inviando i di venire abbandonata, dei suoi singhiozzi tutto la casa era pur sempre senza riscaldamento, «Io non posso non essere coinvolta, lo ero sin
inviando i propri
propri testi testi indirizzo e-mail:
al seguente le volte che, da bambina, la madre usciva di casa su quell’isola dolce. Andò dal genitore, dall’inizio». «Sin da quando lei ci ha cacciati
al seguente indirizzo e-mail: e tornava qualche minuto dopo l’ora prevista. scossa e un po’ rigida, con le ossa di casa, il primo giorno che sono venuta
207.liberastampa@libero.it Suo padre... beh, Coralie non li aveva mai capiti che gli traballavano per il cambiamento a conoscervi, e ci ha cacciati perché non ero
207.liberastampa@libero.it i padri. Anche per questo ora era lì, su quel improvviso di scena. Prima fuori, tutte quelle stata presentata ufficialmente e perché dormivamo
pianerottolo, isolata da tutti, e non dentro luci, ora dentro, il caldo, il divano morbido. nello stesso letto». Coralie non si sarebbe
www.synth-ilblogdellarivista.blogspot.com
quella casa, a spiegare al padre di G. perché Si sedeva sul divano sentendosi come ricordata poi l’ordine in cui aveva detto tutto,
lui non voleva parlargli e tutto il resto. ad un’interrogazione. Tanto valeva, ma che era stato detto, solo questo importava.
E poi cosa c’era da spiegare, con tutti ne aveva affrontate tante. Nel momento in cui citò questo avvenimento
2
0
la figlia di tredici anni, salutò Coralie, e uscì. ma è mai esistita una scelta che avesse potuto - Cosa non riesci a ricordare? - disse
Quell’impressione di essere ascoltata svanì fare a meno di queste due perfette qualità? il Bruco.
di colpo. Lui se ne era andato e Coralie Da spregiudicati indagatori del vero - Be’, ho provato a recitare “Come la
gli aveva ricordato che andandosene così quali siamo, il minimo che ci è richiesto piccola ape industriosa” ma mi è venuta tutta
e poi tornando non avrebbe risolto niente. è di fidarci per una buona volta dei nostri sensi. diversa! - rispose Alice con voce mestissima.
Lui se ne era andato e adesso la ragazza Ecco tutto! E al diavolo tutti quei discorsi - Ripeti “Sei ormai vecchio, pa’ Guglielmo”
poteva stare in pace ad aspettare G. che puntano a dimostrare e ad evidenziare - disse il Bruco.
G. rientrò un minuto più tardi, probabilmente quanto siano ingannevoli e inaffidabili.
aveva spiato suo padre uscire. Da quando Certo, il bastone continua ad apparirmi Alice congiunse le mani e iniziò:
era tornato, tra le braccia di Coralie, spezzato... Ma quale macroscopica
a lei veniva da piangere e da sciogliersi. differenza tra un bastone che mi appare spezzato - Sei ormai vecchio, pa’ Guglielmo -
Allora G. disse: «Cosa ti ha fatto? e la coscienza di non essere un cervello disse il giovane figliolo,
7.
Cosa ti ha fatto?», e Coralie rispose: in una vasca! - e la chioma hai bianca già;
«Niente...». E le lacrime giocavano fra Bene! Terminiamo così la nostra produzione pure insisti a stare ritto
i riccioli, lontane dal paese delle pietre artigianale di giornali filosofici indipendenti con la testa contro al suolo;
e della polvere, in cui aveva giaciuto con questa tredicesima uscita di 207 pensi proprio e per davvero
il suo cuore poco prima. Lontana dai gracidii e con la terza uscita di SYNTH. che sia giusto alla tua età?
e dai raschianti brividi, lontana dalle Speriamo che in futuro, qualche nostro alter-ego
mascherate pubbliche e dai supplizi privati, decida di mettere in piedi una rivista come - Giovinetto - pa’ Guglielmo replicò
solo fra le braccia di G. quella che vi ha tenuto compagnia in questi al curioso figlioletto, - grande danno
due anni, e che oggi chiude i battenti. io temevo al mio cerebro sul serio;
Elisa Della Martire Gli auguriamo maggior fortuna della nostra, però adesso son sicuro che di senno
soprattutto in campo economico; ma, si sa, non ne ho più, io lo faccio e lo
quello non conta. E ora un brano pescato a caso rifaccio senza darmene pensiero.
(e quando dico a caso, intendo proprio a caso)
da “Le avventure di Alice nel paese delle - Sei ormai vecchio, e lo ridico -
Meraviglie” di Lewis Carroll: disse pronto il ragazzino,
- e col tempo ti sei fatto
- Tu! - disse il Bruco con tono sprezzante. grasso e tondo e non più fino;
- Chi sei tu? eppur entri a capriole
Cosa che li riportò all’inizio della come un gatto dal portone;
conversazione. Alice, che cominciava a sentirsi dimmi tosto, te ne prego,
un po’ irritata dalle spicce osservazioni come sta questa questione?
del Bruco, si raddrizzò e disse con molta
gravità: - Penso che dovrebbe essere lei - Giovinetto - il saggio disse
fi-
a dirmi chi è, innanzitutto. agitando i bigi ricci,
- Perché? - disse il Bruco. - tutto il corpo conservavo
Un altro interrogativo sconcertante. sempre snello e senza impicci
E poiché Alice non riusciva a farsi venire grazie all’uso quotidiano
in mente nessun valido motivo, e il Bruco d’un unguento a uno scellino;
sembrava essere in uno stato d’animo molto se tu credi, mi permetti?,
sgradevole, ella si volse per andarsene. te ne vendo un pochettino.
- Torna qui! - le gridò dietro il Bruco.
- Ho qualcosa d’importante da dirti! - Sei ormai vecchio - il figlio disse,
na-
Ciò, senza dubbio, suonava promettente. - non ti regge la mascella, la ganascia
Alice si voltò e tornò indietro. ti traballa anche a un tocco di midolla;
- Mantieni la calma - disse il Bruco. pur finita hai l’oca tutta,
- Tutto qui? - disse Alice, ingoiando ossa e becco, e poi più nulla;
la sua collera come meglio poteva. te ne prego dimmi svelto:
Perché c’è, se c’è, - No! - disse il Bruco. in che modo ce l’hai fatta?
Alice pensò che poteva anche aspettare,
tutto ciò che c’è. visto che non aveva null’altro da fare e che - Giovinetto - disse il padre,
Gentile Professore, forse, dopo tutto, poteva darsi che avesse - intrapresi avvocatura e ogni caso
da dirle qualcosa di meritevole d’ascolto. con la moglie lo mettevo in discussione;
le
Non me ne voglia se tento di convincerla Per alcuni minuti il Bruco continuò a emettere è in tal modo ti confesso che la forza
nuovamente, con ulteriori argomenti e con sbuffi di fumo senza parlare; ma alla fine muscolare, da una vita in percussione
una lettera a dir poco fuori dal tempo comune. disincrociò le braccia, si tolse di nuovo dello sport mandibolare
La prego anzi, di considerare seriamente il narghilé di bocca e disse: - Così credi mai non cessa e ognor mi dura.
gli enormi benefici che potrebbero derivare di essere cambiata, giusto?
dal rifiutare d’un balzo l’ipotesi riduzionista, - Temo di sì, signore - disse Alice. - Non Carlo M. Cirino
2/2