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*Quarta

Lezione*

16.2.99

VITTORIO risponde a una domanda sul toilet-training.


Si vede soprattutto negli Ossessivi; negli altri bambini, in genere, non molto problematico.
Il bambino ossessivo, nel toilet-training, viene sottoposto ad una serie di regole rigidissime, che
lui stesso deve prevedere. Il genitore dell'Ossessivo si comporta come se il bambino fosse un
piccolo adulto.
Il fatto pi tipico in un'educazione ossessiva la pratica d'umiliazione per cui molto facile, in un
bambino rigido, perfetto, in cui le uniche sbavature che pu avere sono nel campo che controlla di
meno, quello motorio- sensoriale, trovare un terreno fertile.
Se il controllo degli sfinteri fosse una questione di pensiero, non avrebbe problemi, invece richiede
una coordinazione motoria e sensoriale che aldil della sua portata. Questo l'unico punto dove,
effettivamente, non pu corrispondere alle aspettative, rigorose ed esigenti, dei genitori.
Il risultato che ogni situazione di questo tipo accompagnata a disgusto, schifo e umiliazione.
Diventa un fattore critico per molti bambini ossessivi.
Nei fobici, invece, in cui il fatto sensoriale permesso, anzi primario, accade il contrario:
acquistano il controllo degli sfinteri in tardissima et, e possono essere enuretici fino a 15 anni.
Nonostante let non si hanno conseguenze di alcun tipo allinterno della famiglia, anzi, se il
ragazzo bagna ancora il letto la madre molto pi affettuosa, la mattina gli porta la colazione in
camera.
Negli ossessivi, invece, esattamente l'opposto, poich una cosa che va aldil delle possibilit di
controllo del bambino: anche se sveglio, impiega un maggior lasso di tempo ("maggiore"
relativamente alle abitudini ossessive) a coordinare gli sfinteri, ed una pratica connessa
direttamente con la contaminazione e il disgusto.
Nella famiglia ossessiva non accade come in certe culture, in cui i genitori sono orgogliosi di
sporcarsi con le feci del figlio, come fosse un gesto di contatto. Il genitore ossessivo comunica un
gesto di disgusto, ribrezzo nel momento in cui deve occuparsi del bambino.
Ho visto molte fobiche enuretiche fino al momento del matrimonio. Poi, con il matrimonio, passava
tutto. Una, ricordo, stata enuretica fino a 10 anni dopo il matrimonio, ha smesso solo con il
divorzio. Era chiaramente una messa alla prova del marito che, per andare a dormire, si doveva
vestire come un palombaro.

Influenza dellAttaccamento sullo Sviluppo


L'Attaccamento ci interessa sia dal punto di vista della Psicologia infantile, poich essenziale per
comprendere lauto-organizzazione di significato (essendo uno dei fattori che maggiormente
linfluenza), sia per quanto riguarda la Psicopatologia adulta, poich non c' differenza tra
Attaccamento maturativo e Attaccamento dell'et adulta.
Oggi l'Attaccamento viene visto come un sistema unitario.
L'Attaccamento rimane costante nel corso della vita, anche se va incontro ad articolazioni, a
maggiore astrazione, e cambiano i contenuti in base ai temi che lindividuo progressivamente
sviluppa.
La modalit generale del costruire, mantenere e rompere una relazione rimane costante.
La modalit pu articolarsi, ma non cambia il modo di dare senso alla esperienza in corso: queste
sono le coordinate invarianti del senso di s.
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Non c' un'et pi sensibile, uno sviluppo epigenetico, come una pallina che scende da un
pendio in cui, all'inizio, ha le massime potenzialit, deve ancora percorrere la strada quindi,
teoricamente, tutti i percorsi compatibili con la gravit vanno bene, ma ad ogni piccolo passaggio
che fa, diminuiscono drasticamente le potenzialit che ha. Fra tutti i possibili sentieri inizia a
strutturarsene uno e ogni passo, in qualche modo, determina il successivo.
Il discorso epigenetico lo faceva Worthington, con l'immagine della pallina che scende da un
pendio.
Sebbene le possibilit siano inizialmente molte, ogni passaggio diventa determinante perch, se la
pallina viene spostata di poco, di un centimetro, in quel centimetro vi pu essere un grano di
polvere che lha deviata sensibilmente verso destra, e tutto un intero range di passaggi che
deviavano verso sinistra sono perduti. Si gioca tutto su questa traccia dove, a sua volta, anche un
piccolo passaggio pu determinare nuovamente un'esclusione.
Quello che incredibile dello sviluppo come minuscoli cambi, che possono apparirci accidentali
sul percorso evolutivo, possono determinare grandi variazioni in et adulta. E questa la
caratteristica pi tipica: quando la palla in pieno percorso, una piccola variazione, all'inizio,
produce un cambio d'itinerario completo. Alcuni periodi sono particolarmente sensibili.
Ogni fase dello sviluppo ha il suo problema, il suo tema per cui, in ognuna di queste, il bambino
deve cimentarsi con difficolt che, successivamente, definiranno pi chiaramente il percorso, a
seconda che siano o meno alla sua portata. Questo fattore una variante che cambia tutto, perch
dipende dal tipo di situazione emotiva che il bambino ha in casa. La sua difficolt non pu essere
definita oggettivamente: se un bambino ha un attaccamento poco supportante in casa, anche una
difficolt banale pu non essere alla sua portata, mentre un altro, che ha un attaccamento diverso,
sicuro, pu cimentarsi con difficolt grandissime, che non sarebbero oggettivamente alla sua
portata.
I danni pi grossi vengono fatti negli anni prescolari, perch il bambino pi indifeso, e soprattutto
non ha una buona demarcazione tra s e gli altri.
Questo chiaro dall'atteggiamento dei genitori che vogliono ridefinire le emozioni del bambino: ci
riescono fino a che il bambino non ha acquisito la distinzione interno - esterno, che avviene attorno
ai 4-5 anni. L'attaccamento si stabilisce fino a questa tappa.
E' anche la prima parte del pendio pi generico, dove minime variazioni della partenza della pallina
determinano traiettorie intere: una tappa, questa, importante anche per l'influenza che avr sulle
successive, determinando persino il range di possibilit cognitive dove ci si dirotter nella
fanciullezza. Superati i 4-5 anni det, con l'emergere del pensiero concreto, estremamente
strutturante, che consente al bambino la classificazione totale del mondo (gioco dei perch),
lattaccamento patogeno produce una circuitazione delle capacit cognitive come reazione ad un
problema.
Un bambino che ha un grosso stress emotivo deve utilizzare tutte le capacit cognitive che ha per
controllarlo e, quindi, non le pu impiegare nell'articolare o esplorare altri domini conoscitivi. Per
questo, poi, rimane molto concreto: non un problema d'intelligenza e, purtroppo, influenza anche
la fanciullezza.
Non necessariamente un bambino evitante, ad esempio, diverr un depresso o svilupper un
qualsiasi tipo di patologia; queste sono principalmente determinanti di personalit in termini di
Significato Personale.
Le modalit con cui questo viene elaborato - in forma normale, nevrotica o psicotica - dipendono
dal tipo di capacit di sequenzializzazione che si sviluppata, dal livello di astrazione o
concretezza, ma di per s non dipendono dal tipo d'attaccamento.
L'esempio pi tipico rappresentato da Beethoven, che consideriamo geniale, il quale ha avuto un
tipo d'attaccamento distorto: aveva un pap ubriacone che non lo guardava, la mamma che non lo ha
mai considerato per 5 anni, aveva sicuramente un attaccamento altamente patogeno. Questo non ha
limitato la sua espressivit, anche se dal punto di vista affettivo non era affatto funzionale: non ha
mai avuto una vita sentimentale. Per, considerando il punto di partenza, considerando il livello
patogeno del suo attaccamento, questo poteva essere compatibile con lo sviluppo di un individuo
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affetto da depressione endogena ricoverato per 20 anni in manicomio. Beethoven stato un


bambino che a 5 anni non aveva nessuno che si prendesse cura di lui.
Quindi, da questo punto di vista, non c' una correlazione. La correlazione esiste sui temi di
significato che poi si andranno a sviluppare, come fossero dei marca passi.
Le emozioni che si differenziano in pattern d'attaccamento come questi, che chiamiamo evitanti,
sono emozioni che si stagliano sulle altre, diventano catalizzatori che influenzano il differenziarsi
delle altre.

Organizzazione unitaria del dominio emotivo


Si detto che l'attaccamento dovrebbe essere inteso in senso esplicativo, come un sistema
autoreferenziale per la costruzione di un senso di s, con una intercorrelazione tra attaccamento e
costruzione del s. Nell'et adulta ci sar, poi, una intercorrelazione tra attaccamento e
mantenimento del senso di s che si strutturato. Questa una spiegazione di tipo ontologico,
basata sulla modalit di organizzazione dell'individualit, ma, da un certo punto di vista,
l'attaccamento pu essere concepito anche in senso epistemologico, conoscitivo, come se
l'attaccamento fosse lo spazio epistemico in cui vivono animali con un livello d'intersoggettivit
molto complessa come la nostra.
L'attaccamento definisce uno spazio, una dimensione emozionale che si struttura in un continuum
d'avvicinamento-allontanamento, intendendoli non soltanto in termini fisici ma, pi tipicamente, in
termini emotivi di uno spazio intersoggettivo, visto che questo uno spazio in cui i membri sono in
una coordinazione consensuale reciproca.
Da questo punto di vista le emozioni possono essere viste come dei modulatori dell'attaccamento.
Se considerate l'attaccamento come uno spazio epistemico che ha, da una parte avvicinamento attaccamento e dall'altra allontanamento - separazione, lo spazio un continuum che riunisce tutte
le emozioni. Vi sono emozioni, come la paura, che promuovono l'avvicinamento; altre, come la
rabbia, promuovono la separazione; tutte quelle intermedie, come la curiosit e la tristezza
(questultima facilita lattaccamento), sono una via di mezzo. Vi sono emozioni che, dal punto di
vista generativo, sono poco attivanti, producono un rallentamento e quindi come se fosse
necessaria la presenza di una base sicura. La paura, la disperazione e la tristezza, facilitano molto
l'attaccamento: il bambino pi attaccato alla madre quello impaurito. Questa, nelle famiglie
fobiche, la regola; infatti, i bambini pi che essere protetti, vengono spaventati: il miglior modo
di proteggerli. E' uno dei modi con cui pi difficilmente il bambino si allontana, di sua iniziativa,
dalla base sicura. Ma anche un bambino triste, disperato, limita il suo raggio d'azione, e cerca di
mantenersi vicino.
Tutte le altre emozioni come la rabbia, il disgusto, la curiosit, sono attivanti e modulano verso
lallontanamento, la separazione.
La rabbia unemozione che gli A4, i bambini con attaccamento compiacente (con organizzazione
DAP), difficilmente hanno, perch la rabbia il massimo di separazione emotiva che si pu avere
con una persona: nel momento in cui si prova rabbia per una persona, con l'intenzione di colpirla,
per il piacere di farlo, la coordinazione consensuale si praticamente interrotta; il momento
massimo di separazione.
E' interessante vedere come, nei bambini A4, la rabbia poco sviluppata; un'emozione che non
prende mai spazio, coincide con il sentirsi completamente non sintonizzati sulle aspettative
dell'altro, portando quasi ad un senso di confusione, ad un senso di non sentirsi.
La paura, invece, ha un'attivazione incompatibile con la rabbia. La rabbia l'emozione pi attivante
che ci sia, una delle emozioni pi energizzanti. Un attacco d'ira vero e proprio, in quanto tale non
molto frequente, va distinto da altre emozioni; spesso viene presa per rabbia, ad esempio, la
protesta, ma una reazione di protesta pi sul piano della disperazione. Quelli che dicono: "Piango
per rabbia", piangono come il bambino separato dalla madre che all'ospedale (Spitz, Bowlby). Il

bambino che piange, urla e sbatte i giocattoli per terra quando non glieli danno, non prova rabbia
ma esibisce un comportamento aggressivo, retto da una emozione di disperazione e protesta.
Un comportamento aggressivo retto da un'attivazione di rabbia incompatibile con la paura, si vede
nettamente (una delle cose che faremo qui, all'inizio, proprio la ricostruzione del nostro stile
aggressivo).
L'attivazione della rabbia e quella della paura sono incompatibili, o c' l'una o c' l'altra, mai
simultaneamente; possono essere presenti in sequenza se c' la condizione per cui alla paura si tolga
qualsiasi possibilit d'evitamento.
Ogni emozione si accompagna ad una disposizione corporea, oltre che ad un pattern d'attivazione.
La disposizione corporea della paura caratterizzata da uno stato d'allarme interno con ipertensione
e tachicardia, e tutta l'energia orientata verso due direzioni: la prima la fuga, ma se questa
impossibilitata si deve attaccare per forza; in questo senso la rabbia sequenziale, si pu attaccare
soltanto se viene bloccata ogni possibilit d'evitamento.
DOM: "Ci possono essere situazioni in cui n la fuga n l'attacco sono possibili, in questo caso si
possono avere malattie anche psicosomatiche?
VITTORIO: Certo, per l'attivazione la vedi subito, uno che ha paura si vede. Una persona pu
dire: "Oggi mi sono preso un'arrabbiatura con mia moglie!" Bisogna vedere come era arrabbiato, se
aveva il groppo in gola, gli batteva il cuore, le gambe gli tremavano, questo uno stato d'allarme,
mentre la rabbia un'emozione vicinissima ad un eccitamento maniacale: si espansivi, non si
sente pi la fatica, fame, sete, come se ci si fosse fatti due grammi di cocaina in una volta; le forze
sono centuplicate, la lucidit maggiore, tutto per pochi secondi, nell'acme dello scoppio di rabbia,
ma sono inconfondibili. Un mio paziente, in un attacco di rabbia, riusc a sollevare un motorino con
una mano, mentre parlava, spaventando chi lo stava a guardare, e il paziente se ne accorse solo
dall'espressione facciale che l'altro aveva. La rabbia ha un'attivazione completamente diversa dalla
paura, come non sentirsi il corpo. I pazienti che si sentono la gola strozzata, hanno delle
rappresentazioni di paura: "Adesso che succede? Va a finire male!".
Grosso modo si arrabbiano tutti, quelli che si arrabbiano meno, nel senso di provare rabbia, sono i
DAP, ma provare rabbia diverso da avere un comportamento aggressivo, perch quest'ultimo pu
essere anche retto da altre emozioni, non necessariamente dalla rabbia.
Una anoressica, per esempio, molto aggressiva, per prova molto poca rabbia. La sua aggressivit
fatta per mettere alla prova il partner, ed molto attenta, anche per modificare la tensione,
diminuirla, altrimenti la reazione che pu produrre non pi significativa perch diventa una
reazione di esasperazione dell'altro e basta. Quindi attenta a passare da momenti di aggressivit a
momenti di accudimento, per poi riprendere, per cui non c' rabbia.
L'attaccamento, in realt, andrebbe visto, come diceva Bowlby, come una teoria integrativa
dellintero sviluppo, come una cornice integrativa. L'attaccamento mette insieme un po' tutto: la
costruzione del senso di s, orienta i processi cognitivi e la differenziazione dello sviluppo emotivo;
proprio una teoria integrativa dello sviluppo, che prende in considerazione i vari livelli simultanei
in cui lo sviluppo si svolge.

Attaccamento e sistema del Self


L'attaccamento lo abbiamo considerato come fosse l'elemento che caratterizzava il medium in cui il
bambino veniva a differenziarsi e ad organizzarsi.
E importante rivolgere l'attenzione al sistema bambino, partendo dall'inizio, per tratteggiare in
generale come fatto l'emergere del sistema Self.
Abbiamo visto che la condizione necessaria perch il sistema Self emerga, un pattern di
attaccamento, qualunque esso sia. E il requisito indispensabile perch emerga un senso di s
strutturato. Vediamo i vari aspetti che definiscono il sistema del s.
Il Self stato un argomento sempre molto controverso. Lo stato all'epoca della rivoluzione
cognitiva in cui veniva assimilato al self-concept, una teoria su di s dove veniva equiparato agli
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aspetti del pensiero logico; non si diceva perch non veniva preso in considerazione lo sviluppo, ma
sostanzialmente significava che, perlomeno fino all'emergenza del pensiero concreto, era come se
non ci fosse un possibile senso di s, come se un bambino, fino a 5-6 anni di et, ne fosse
sprovvisto. Era una specie di insieme di corollari ed assiomi che un individuo si era ricavato su di
s. Si trova ancora scritto cos e connota l'aspetto squisitamente razionalista, come se il s, come
teoria, come self-concept, fosse il programma di base che gestisce il computer, che permette poi
l'accesso a tutte le altre attivit; in genere visto in questo modo.
La situazione non migliora dopo la fase razionalista pi rigida, cio in quella chiamata postmoderna in assoluto, in cui domina l'aspetto decostruzionista, per il quale il Self non esiste,
semplicemente un'illusione dell'individuo. Quello che noi chiamiamo Self un intreccio di
conversazioni, un nodo conversazionale, sia quando l'individuo incontra altra gente, sia quando
parla con se stesso; il punto d'intersezione di questa conversazione quello che io ritengo essere
me. Altri arrivano ad ammettere il Self, ma dicono che se esiste sicuramente frammentato, fatto
da un insieme di cose distinte: il senso di s, l'immagine di s e cos via. Non sanno spiegare come
mai questo insieme di cose frammentate abbia, nel tempo e nello sviluppo, la tendenza a
comportarsi unitariamente. Questo perch vi difficolt a considerare la processualit.
Bisogna scegliere se intendere il metodo scientifico come descrizione delle apparenze fenomeniche,
o intenderlo come spiegazione del perch quelle apparenze fenomeniche capitano in quel modo l.
Di fatto, coloro che hanno la tendenza a vedere il Self come non esistente o frammentato fanno
coincidere quasi tutto con il metodo di tipo descrittivo in cui, se uno si ferma alle apparenze
fenomeniche, vede soltanto quelli che James chiamava: gli aspetti sostantivi della coscienza,
grappoletti di pensieri, d'immagini, ricordi, un fluire di cose frammentate, sparse. Non vede mai gli
aspetti transitivi che si mantengono sempre costanti malgrado questa variabilit d'immagini e
pensieri che si susseguono (il senso di permanenza, di continuit del s), nel tempo e nello spazio.
Quelli, all'osservazione momentanea, non appaiono mai. Soprattutto se non estendiamo
l'osservazione del soggetto per un tempo apprezzabile, longitudinale. Sono sempre aspetti che non
possono essere colti con la stessa pregnanza con cui si coglie un grappolo di pensieri, perch sono
aspetti in movimento, processuali, che si muovono nel tempo, la cui caratteristica proprio il modo
in cui si muovono, per cui se si cerca di fermarli non si vedono pi.
Questo sempre stato il problema fondamentale, il problema di base della psicologia.
Quando si parlava dell'approccio epistemologico avanzato da Von Wright, menzionavo la
differenza tra spiegazione (understanding) e come le spiegazioni, a loro volta, possono essere
aristoteliche o galileiane. Il piano descrittivo ha trasformato la psicologia prevalentemente in un
insieme di spiegazioni galileiane, che sono essenzialmente descrittive, dell'andamento dei fenomeni.
Questo stato fondamentale. La scienza cambia completamente quando ci si pone
nell'atteggiamento descrittivo di Galileo; fino ad allora c'era stato l'atteggiamento esplicativo,
metafisico, del perch aristotelico, il quale si era gi accorto della gravit dei corpi, ma si
chiedeva anche il perch i corpi cadevano.
Mentre Galileo non era interessato al perch, ma al come. Nasce cos la fisica moderna e noi
abbiamo trasportato, in questo secolo, la metodologia galileiana descrittiva nel campo psicologico
che un campo evidentemente processuale. Non si differenziano i prodotti dal processo che li
produce. Identificare Self e conversazione significa non distinguere il soggetto ordinante
dall'esperienza ordinata, equipararle allo stesso modo.
La conversazione un'esperienza ordinata, non identica al soggetto che la ordina, n logicamente
n epistemologicamente.
Questo era per fare un preambolo sul problema del Self; lo trovate ancora oggi in quelle che si
chiamano psicoterapie costruttiviste. Da una parte vi un gruppo di autori che considera il Self
come un processo organizzato, dotato d'unitariet, continuit, ecc. e dall'altra un gruppo che lo
considera semplicemente un resoconto narrativo, con il tema dell'identit tra Self e storia, come se
la storia fosse l'identit della persona, non distinguendo tra soggetto ordinante e esperienza ordinata.
Il Self, come lo vediamo oggi nell'uomo, il risultato di un lungo processo evolutivo all'interno di
una specie definita, i primati, che vive in un mondo intersoggettivo in cui il mentalismo nasce
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proprio come modalit di aumentare la coordinazione consensuale reciproca; nasce con la finalit di
manipolare pi efficacemente la relazione con gli altri in modo che sia pi efficiente la
coordinazione.
Ci assume le forme che conosciamo nel primate uomo, grazie all'emergenza del linguaggio, che d
forma alla coscienza come l'intendiamo, il linguaggio tematico e coscienza tematica.
A sua volta i cambiamenti del linguaggio, e il passaggio dall'oralit alla scritturalit, rendono pi
complessa l'articolazione della coscienza, fino ad assumere le caratteristiche che hanno portato alla
coscienza contemporanea.
Il Self un processo, un sistema multimodale, che convoglia diverse dimensioni conoscitive. Non
soltanto dimensioni conoscitive esplicite, quindi legate al pensiero o direttamente legate
all'intervento della coscienza propriamente detta, ma anche tutte le forme conoscitive implicite,
cosiddette non soltanto perch motorie, sensoriali, emotive, neurovegetative, ma anche perch non
richiedono, per il loro svolgersi, l'intervento della coscienza, conoscenza tacita o procedurale.

S Narratore e S Protagonista
Il Self multimodale e multilivellare. Multimodale perch la conoscenza non solo cognitiva, ma
anche emotiva, sensoriale, percettiva, cenestesica e procedurale.
E multilivellare perch l'emergenza del linguaggio, e l'articolazione che ha avuto, fa s che per noi
l'esperienza si svolga costantemente e simultaneamente su un doppio livello: quello dell'esperienza
immediata e quello dell'immagine cosciente che abbiamo di noi, con la differenza che l'esperienza
immediata non legata all'intenzionalit, fluisce per conto suo, in maniera continua e incessante;
mentre l'immagine cosciente di noi sempre un passo indietro rispetto all'esperienza immediata,
perch deve continuamente riordinare il momento attuale che intanto gi andato avanti. Come
diceva George Herbert Mead, questo aspetto del doppio livello, che caratterizza il sistema del Self,
credo che sia una prerogativa specificamente umana e ha vantaggi e svantaggi. Una delle cose che
l'evoluzione ci ha insegnato, come processo che porta la vita sulla terra, che non c' stata mai
nessuna emergenza evolutiva che abbia coinciso solo con vantaggi, ogni emergenza di una forma
nuova ha avuto vantaggi e svantaggi.
Il primo vantaggio sicuramente la capacit di coscienza riflessiva, che consiste nella capacit, che
ognuno di noi ha, di potersi vedere dal di fuori. E' quella che si connota nella dialettica tra il S
Narratore e il S Protagonista. Il S Protagonista quello che esperisce, quello che sente le cose,
l'esperienza immediata; il S Narratore quello che ordina tutto ci: per es., il S Protagonista
quello che si sta arrabbiando in presa diretta con un amico, e il S Narratore quello che, un
secondo dopo, comincia a spiegarsi perch si sta arrabbiando, cosa successo, che gli ha fatto che
non doveva fare.
Questo fenomeno si verifica di continuo, c' uno splitting tra S Protagonista e S Narratore, non ci
sono pause del tipo mezzora l'uno e mezzora l'altro ma si verifica nel mentre si vive qualcosa.
Facciamo sempre questo spostamento, anche per correggere il tiro, per renderci conto di ci che sta
accadendo.
Tutto ci produce insieme un notevole senso di coscienza di s e di controllo per, allo stesso
tempo, consente di sperimentare una divisione al centro di noi, una separazione. Tanto pi
riusciamo a farlo, tanto pi siamo un passo al di fuori di noi che ci vediamo mentre sentiamo. Non
ci vediamo dopo aver sentito ma mentre stiamo sentendo, riusciamo a vedere come siamo mentre
sentiamo.
Qui gli svantaggi e i vantaggi sono quasi inscindibili, perch, al tempo stesso in cui io mi vedo dal
di fuori mentre sto sentendo, ho il senso di avere un controllo su di me e una capacit di
comprensione su di me che mi d un senso di pienezza ma anche di peso, di carico, di separazione
da me.
Questa coscienza bipartita stata sempre la gloria e la condanna, la gloria e la croce. Il senso
d'estraneit da noi stessi non ci sarebbe senza questo continuo processo.
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Gran parte del senso di inutilit, oggi, dipende da questa grande e complessa capacit di splitting,
dove il S Protagonista e il S Narratore continuamente svuotano di significato le cose.
Anche di fronte alla banalit pi grossa, tipo cosa fare stasera, se andare al cinema o stare a casa da protagonista, quindi a livello d'esperienza immediata -, tutto vissuto in senso di necessit per
cui tale decisione, nel modo in cui la sento, vitale ma, appena passo a spiegarmela, a
raccontarmela, a vederla, quella necessit diventa gratuita, nel senso che posso farlo, non farlo,
rimandarlo. Questo uno splitting, un'oscillazione continua che abbiamo, che molto forte.
Spesso il senso di pienezza d un consistente strascico di peso da doversi gestire.

Conoscenza Procedurale e Conoscenza Esplicita


C' un'altra cosa importante: il disavanzo tra i due, in termini quantitativi (fra il livello del fluire
dell'esperienza e l'immagine cosciente di s), un disavanzo molto grosso, nel senso che la parte di
conoscenza tacita, procedurale, quella che non richiede l'intervento della coscienza molto pi
grande, in quantit, di quella di cui siamo direttamente coscienti.
Facciamo un esempio banale: il processo di pensare. Si pensa continuamente, anche se non si
coscienti di tale processo, ma solo dei suoi prodotti. Lo stesso vale per i processi che riguardano le
emozioni: si completamente non coscienti del modo di emotioning, si coscienti dell'emozione
prodotta quando emerge in coscienza. Anche sulle attivit quotidiane, quelle che ci sembrano pi
coscienti (pensiero ed emozionalit), si sempre coscienti dei prodotti, mai di come si svolge il
processo. Nessuno sa perch, per esempio, una persona partita alle 4 pensando una cosa, e alle 7 si
trova da un'altra parte. Si ha un sentiero fatto di prodotti, di segnali da seguire, ma il perch non lo
sapr mai. E' lo stesso per quanto riguarda l'attivazione delle immagini delle singole emozioni,
dall'emozionalit.
Non parliamo, poi, di tutto quello che meno presenta l'attenzione selettiva parlavo del pensiero e
delle emozioni, tutto ci che si svolge costantemente nello sfondo, nel retrobottega.
Oggi sappiamo, da tutti gli studi sull'immaginazione, che c' sempre un processo di ricombinazioni
di immagini sullo sfondo, su quello che si chiama sogno ad occhi aperti, di cui diventiamo pi
consapevoli quando siamo immersi in attivit automatiche, che richiedono solo il 30% della nostra
attenzione. L diveniamo consapevoli di questo sfondo, di cose che vanno, vengono, c' un
miscuglio di ricordi, di scenari fantastici.
Maggiormente siamo immersi in un compito, pi queste ricombinazioni di immagini sullo sfondo
scompaiono completamente anche se continuano, come attivit di fondo, a riverberare.
La conoscenza procedurale, invece, associata all'abilit motoria, agli skills, per esempio la
conoscenza legata all'abilit motoria di uno sciatore, che non la potrebbe mai descrivere perch non
spiegabile: non possibile descrivere il modo in cui riesce a fare una curva, bilanciando peso,
baricentro, velocit, inclinazione, pu solo farlo vedere e lindividuo impara soltanto imitando le
sue posizioni. Sono gli esempi pi tipici di conoscenza procedurale.
Finch li vediamo su fatti, tipo abilit motorie tecniche, sembrano ancora plausibili, ma la cosa
interessante che anche la maggior parte di attivit emotive importanti, che non richiedono abilit
tecniche particolari come lo sciare ma sono semplicemente aspetti emotivi, rilevanti ma che non
raggiungono una soglia tale da richiedere che uno si metta a tavolino ad affrontarli, vengono
generalmente affrontati e gestiti in termini di conoscenza procedurale, senza che uno sappia
minimamente come lo ha fatto.
Di questo abbastanza difficile parlare se nessuno abbandona i terreni del linguaggio tecnico, di
conoscenza procedurale e di conoscenza legata agli skills. E' molto di pi, conoscenza che ci porta
ad affrontare anche situazioni emotive di una certa rilevanza, senza che esse raggiungono
un'intensit che richiede, per esempio, un cambiamento dell'organizzazione della nostra settimana.
Vi posso fare un esempio personale che mi ha molto colpito, ed recente. Mi sono accorto dopo un
anno e mezzo di ci che ho fatto, e questo l'altro elemento misterioso della conoscenza

procedurale e di tutta la conoscenza tacita: che lindividuo impiega molto tempo a realizzarlo, deve
essere passato un sufficiente lasso di tempo dall'episodio per poterlo leggere dal di fuori.
E stata l'occasione in cui abbiamo traslocato in questo studio nel '95. C'era una sindrome quasi da
lutto: abbandonare via degli Scipioni, che sta a 50 metri, per venire qua. Era un lutto perch
stavamo l da 20 anni e ovviamente cera un enorme difficolt nello staccarsi affettivamente da un
posto. Quello che mi ha colpito, e che ho capito dopo, quello che ho fatto: noi abbiamo traslocato
a Maggio, e a Dicembre, sei mesi prima, mi hanno dato le chiavi di questo posto. Io avevo gi
scelto la mia stanza ma solo sulla piantina, lappartamento non l'avevo mai visto. Dovevo venirlo a
vedere per decidere come andava ristrutturato, come lo volevo. Sono riuscito, per sei mesi, a non
venirci mai: sono stato fino al giorno del trasloco senza avere l'immagine del posto in cui sarei
andato. Non sapevo dove andavo, non c'era l'alternativa, quindi rimanevo nell'altro posto. E per una
coincidenza di fatti, senza accorgermi, ho fatto s che, proprio il 1 Maggio, venissero a trovarmi il
mio amico elettricista e il mio amico falegname, e ho fatto tutto in due ore, lasciando tutti i miei
colleghi di l, cos non ho visto mai l'altro posto vuoto.
Mentre gli altri colleghi mi dicevano: "Che tristezza vedere l'altra sede vuota!", io me la ricordo
piena, l'ho lasciata che tutti gli altri lavoravano. Ho ridotto il distacco al minimo essenziale, alle tre
ore del trasloco. Il tutto senza accorgermi, anzi, fatto prendendomela con me stesso, nel senso che
avevo queste chiavi, e magari pur avendo un'ora vuota mi dicevo: "Ma che ci vado a fare, con una
sola ora di tempo ci vado domenica mattina, con calma". La domenica ci andavo ma,
casualmente dimenticavo il metro e me la prendevo con me stesso perch mentivo ai colleghi
dicendo che avevo visto il posto, che era bello, e mi rimproveravo di prenderli in giro. Negli ultimi
tempi non mi piacevo come persona: incurante di tutto, mentre i colleghi avevano fatto la loro parte
io non ero stato neanche a vedere il posto. Mi sono accorto un anno e mezzo dopo, parlandone con
M., una mia collega, mi ha fatto notare che cos io non avevo mai visto la nuova sede, non avevo
visto la vecchia vuota quindi il distacco stato di tre ore. In termini di economia, di adattabilit,
stato ideale e, se ci avessi pensato, non l'avrei mai fatto, non sarei mai riuscito a farlo. Questo
rientra nella gestione di aspetti emotivi rilevanti, anche se non raggiungono una intensit tale che vi
si debba dedicare come fosse un distacco affettivo nei confronti di una persona.
E quello che si vede che, quando si funziona come conoscenza procedurale, si funziona sempre
meglio: nello scendere il pendio, si prende il percorso di minor attrito della pallina, si prende
proprio quello pi naturale. Questo esempio che faccio d veramente il senso di coabitare con
un'altra persona, di avere un doppio senso di noi - uno che vive le cose, uno che le spiega -, tanto da
dare l'impressione di vivere con uno sconosciuto, abitare con una persona che si conosce entro certi
limiti. C' una buona tollerabilit, se non altro non c' alternativa, non c' divorzio possibile.
Un'altra considerazione importante da fare riguarda il problema della conoscenza tacita, o
conoscenza implicita o procedurale. E' un modo anche per abbandonare il riferimento all'inconscio
psicanalitico che sottolinea una differenza nella concezione di fondo della mente e riguarda anche il
discorso epistemologico.
Il concetto di inconscio psicanalitico un concetto di inconscio energetico, dove il gioco
quello delle forze contrapposte. E' un inconscio di cariche energetiche, mentre noi parliamo di un
tema conoscitivo, di una dimensione non energetica ma informatica che ha un modello di
funzionamento della mente fondamentalmente diverso.
E' diverso anche il ruolo, perch l'inconscio psicanalitico ha un contenuto che non arrivato ancora
a maturazione, a completa espressione. Questo un punto essenziale, come se il destino di tutto ci
che inconscio o procedurale, fosse quello di arrivare a fine maturazione e diventare conscio ed
esplicito. Questa una fallacia razionalista: l'unica dimensione in cui esiste la conoscenza la
conoscenza piena, logica, mentre tutte le altre forme di conoscenza sono ignoranza, finch non
arrivano a questa. E' una concezione unilaterale, univoca della conoscenza, vista unicamente come
conoscenza logica.
Il tema per noi un altro, e si basa sulla considerazione del livello logico come di tipo sottoordinato, mentre il livello del pensiero implicito, procedurale, tacito il livello di pensiero superordinato.
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Hayek ha descritto il seguente tema: il primato nel funzionamento mentale, e ci che permette
l'elaborazione di astrazione, non del pensiero logico ma della trama di riferimento che gli data
dal pensiero sensoriale, motorio. Questi danno le coordinate di base, dello spazio, del tempo, le
coordinate di dimensioni culturali e sociali in cui uno vive.
Proprio grazie a questa rete, o cornice, fornita costantemente da questo tipo di pensiero, detto anche
pensiero narrativo nella forma pi ampia, il pensiero logico pu concentrarsi nello studio delle
varianti. Come se uno desse una trama di riferimento di fondo e su quella trama l il pensiero logico
pu specializzarsi nel riconoscere le regolarit, le correlazioni, le distinzioni, quelle che rimangono,
quelle che cambiano.
In altre parole, i prodotti della conoscenza oggettiva, o esplicita, sono prodotti dei processi taciti che
sono in continuo svolgimento.
Tornando all'esempio personale che vi ho raccontato poco fa, all'inizio me la prendevo con me
stesso pensando di essere impossibile perch mentivo agli amici, poi seguito un periodo di
sconcerto, e alla fine ho capito. Tutti i procedimenti logici sono stati, volta per volta, l'espressione
del piano che andava in simultanea e che, di fatto, era quello che mi ha guidato a fronteggiare la
situazione di distacco. Quello che ho potuto vedere che ho cambiato vari modi di riferirmelo a
livello logico ed era su questo livello che esprimevo il modo in cui cercavo di appropriarmi, di
dirmi quello che stava succedendo in me stesso; ci che io comunque sentivo che si stava
svolgendo, non riuscivo bene a riferirmelo ma si svolgeva.
Se la conoscenza logica, il pensiero logico un prodotto della cornice di riferimento che d
costantemente l'elaborazione procedurale, i processi taciti non potranno mai raggiungere un livello
di coscienza esplicita perch come se essa stessa ne fosse il prodotto.
Il massimo che i pensieri taciti potranno raggiungere a livello di coscienza esplicita sar sempre a
livello di conoscenza paradigmatica, saranno sempre inferenze su ci che uno ha provato, su ci che
uno poteva aspettarsi, su come poteva avvertire quella fase della sua vita, ma comunque inferenze,
costruzioni, teorie. Il livello dell'immediatezza, a parte il viverla momento per momento, non entra
mai a far parte logicamente del nostro livello di coscienza logico-astratta. A questo livello
arriveranno sempre teorie, inferenze su quello che abbiamo sperimentato. Lo stesso discorso vale
per quanto riguarda unemozione di cui lindividuo parli a se stesso; lo stesso parlarsene non pone a
livello logico, ma traduce in equivalenti logici, concettuali, le sensazioni viscerali, sensoriali o di
tonalit emotiva che si avvertono. A livello logico compariranno descrizioni concettuali, anche
fondamentali, di quelle sensazioni viscerali, per cui si imparer a distinguerle da altre simili ma si
continueranno a sentire.
A livello logico quello che appare sono le spiegazioni su come quel sentire di quella volta stato
diverso da una volta precedente, analoga, ma quel sentire l rimane al momento in cui lo si vive e
basta.
A volte si pensa, per influenza psicanalitica, che un'emozione diventa un'altra cosa semplicemente
perch come se la si portasse a completa maturazione e da tacita diventa esplicita.
Tutto il livello d'immediatezza rimane sempre implicito.
Su questo punto ha fatto la rivoluzione, in questo secolo, Heidegger, con la sua distinzione tra
ontico e ontologico. A partire dal periodo post-kantiano fino ai giorni nostri, abbiamo sempre
confuso l'ontico con l'ontologico. Con ontologico s'intende l'esperienza diretta, mentre con ontico
s'intende il parlarne.
Noi ci siamo comportati, da dopo Kant in poi, come se il mondo fosse pieno di oggetti ontici,
sparita l'ontologia che questa irripetibilit dell'essere, dove conoscere esistere e, in quanto tale,
solo una piccola parte pu essere verbalizzata.
Tutta la rivoluzione di Heidegger stata quella di richiamare la distinzione irriducibile tra
ontologico e ontico; certo, il linguaggio lo strumento di trasformazione ontica per eccellenza
perch, per sua natura, separa il contenuto affettivo dall'informazione e rende l'affettivit stessa una
informazione. E' lo strumento per eccellenza con cui tutto viene trasformato alla stregua di concetti
che possono essere trattati come oggetti nel mondo esterno.

I modi che abbiamo di spiegarci e riferirci l'immediatezza del nostro vivere ci consentono di
articolarla di pi, non che la trasformiamo e che l'immediatezza diventa appartenente ad un altro
livello, che diventa conoscenza oggettiva; sono due livelli intercorrelati ma distinti.
La conoscenza tacita stata la conoscenza di base del regno animale fino alla nascita del primate
parlante; fino ad allora tutto il mondo animale stato conoscenza procedurale anche complessa. I
nostri cugini non parlanti non sono diversi, lo scimpanz ha una capacit di mentalismo pari ad un
milionesimo della nostra, quindi va avanti con il 99.9% di conoscenza procedurale, per non parlare
degli altri animali che, pure, hanno comportamenti molto complessi.
Per questo il termine istinto sempre stato un concetto che non ha spiegato nulla. Si pensi al ciclo
riproduttivo dei salmoni, che percorrono migliaia di chilometri per andarsi a riprodurre nello stesso
fiume in cui sono nati. Un istinto che possa reggere un intero ciclo di vita diventa "buffo".
La storia della conoscenza stata sempre questa; impossibile che noi l'abbiamo completamente
cancellata e che sia diventata solo conoscenza esplicita.
La conoscenza esplicita sicuramente la componente minore del nostro bagaglio. Come la
macchina in cui il volante, l'acceleratore e il pedale sono parti importanti per il controllo, ma sono la
parte minoritaria rispetto a tutta l'organizzazione dell'auto. Noi tendiamo a perdere di vista questo
aspetto.
L'altro punto importante : quande che inizia a comparire, quando possiamo attribuire un s ad un
bambino? Questa una cosa molto controversa, occorre mettere dei paletti distintivi.
Vi sono molti studiosi del Self che lo considerano proprio un elemento basico.
Quando possiamo attribuire ad un bambino le capacit di uno che ha un senso di s, e che quindi
agisce con un minimo di quella che in inglese si chiama agency, il sentirsi agente, il sentire che
esiste una connessione fra il suo comportamento e lo svolgersi della sua intenzionalit?
La distinzione non chiara: per alcuni il S apparirebbe fin dalla nascita, per altri sembrerebbe
apparire addirittura con il pensiero.
Se lo poniamo dal punto di vista evolutivo, che il terreno che ci permette di dirimere le cose,
credo che il senso di s ad un bambino si pu attribuire quando emergono, per la prima volta, le
caratteristiche di quello che chiamiamo immagine cosciente di s. Quando c' una prima distinzione
tra s e l'altro, appena si differenzia un abbozzo di immagine di s in contrapposizione o in
riferimento, invece, all'esperienza immediata di s.
Questo si verifica verso la fine del primo anno, prima met del secondo anno. Abbastanza precoce,
di poco seguente alla fase di permanenza dell'oggetto.
Fino a prima di quel momento, come dice Michael Lewis, uno dei pi grandi studiosi del S, quello
che vediamo sono i processi specie-specifici che portano all'emergere di un senso di s soggettivo in
cui tutti i processi iniziano a far stagliare, per il bambino, l'esperienza immediata di s, l'aspetto
puramente soggettivo.
L'aver unimmagine di s d la possibilit di vedersi dal di fuori, pi una conoscenza esplicita, pi
oggettivata.
Lewis parla di questa prima parte, del senso soggettivo di s, in un articolo del '94, ne parla in
termini inglesi come the machinery of self, il macchinario del s, quello che comunque appare in
qualsiasi bambino a prescindere dalle condizioni in cui si trova. Sono meccanismi interni invarianti
che appartengono al differenziarsi del sistema Self.
Con l'inizio del secondo anno, in cui inizia ad esserci la distinzione tra s e gli altri, un bambino
maneggia molto bene il riconoscimento di s allo specchio; qui possiamo iniziare a datare
l'emergere di un senso di s strutturato.
Infatti, dopo la fine del secondo anno, inizio del terzo, che cominciano a differenziarsi le selfconscious emotions, le emozioni che richiedono un senso di s pi oggettivato: colpa, vergogna,
disgusto.

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SAMENESS e SELFHOOD
Il Self va inteso come un sistema, un processo che ha come caratteristiche principali quelle di
costruire dei confini e poi di mantenerli.
Il Self ha due confini essenziali: uno all'interno e uno all'esterno.
Il confine interno, come dicevo, esiste perch abbiamo un'esperienza che accade a un doppio livello,
un'esperienza immediata di noi e un'immagine cosciente di noi. Vi quindi una prima distinzione
all'interno, quella che si chiama distinzione tra interno ed esterno.
La divisione tra interno ed esterno ha due caratteristiche di identit: la prima il senso di continuit,
o sameness o idem-identity; la seconda il senso dell'accadere, nel senso che lindividuo
persistente nel tempo, tant' che sempre lui e nello stesso tempo accade, provando cose che
continuamente lo fanno anche sentire diverso dal suo senso di permanenza, detto anche selfhood o
ipse-identity.
La dialettica tra sameness e selfhood la trovate spiegata bene nel libro "S come un altro", di Paul
Ricoeur, in cui vi una parte centrale sulla dialettica dell'identit narrativa, dove sameness
chiamata medesimezza e selfhood viene chiamata ipseit.
Tutto ci che riguarda il sameness distingue i cosiddetti tratti emotivi della persona che tendono ad
essere abbastanza ricorrenti e uguali, mentre il selfhood riguarda gli episodi emotivi.
Gli episodi emotivi possono essere anche imprevedibili per la persona, quindi la portano a
sperimentare cose che non si sarebbe aspettata di sperimentare.
Queste due variabili d'identit, la continuit e l'accadere, sono generalmente sempre bilanciate, si ha
sempre un senso di continuit che aiuta a riferirsi quello di non ordinario che accaduto. Un
episodio emotivo non ordinario, in questo modo, elaborato ed entra a far parte di un nostro tratto
emotivo.
Se questo equilibrio si altera, per varie ragioni e, per esempio, si abolisce completamente il senso
dell'accadere e viene ad intensificarsi in maniera totale il sameness, la continuit, si favorisce
l'esordio di un quadro come la paranoia, quella lucida, in cui non c' pi accadere: tutto l'accadere
mera facciata che, semplicemente, conferma la continuit che diventa quadridimensionale.
Mentre, al contrario, il classico ebefrenico tutto selfhood, tutto frammentato, solo accadere,
non ha pi alcun tipo di continuit.
Quello che abbiamo spiegato il versante, il confine verso l'interno, che definirebbe l'atteggiamento
verso se stessi.
Ma l'individuo vive nel medium, che interpersonale, affettivo, culturale, quindi c' un altro mondo
all'esterno, e il rapporto, l'atteggiamento verso la realt, ha due aspetti fondamentali: lappartenenza
e la demarcazione. Tutti dobbiamo avere un senso d'appartenenza al contesto in cui esistiamo e ci
organizziamo, non solo di appartenenza affettiva ma anche di condivisione di norme, di regole
culturali, di abiti, di tradizioni. Nello stesso tempo in cui si sente di appartenere al contesto si deve,
anche, avere un senso di demarcazione, di individuazione dal contesto a cui si appartiene. E' un'altra
dialettica di questo tipo: appartenenza belonging to, appartenenza-a, e demarking from unicit.
Questo implica un senso di alterit (chi siano gli altri, e come si possa appartenere al contesto degli
altri rimanendo sempre se stessi) e implica, anche, un senso della realt, di unicit (cosa sia la realt
reale).

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TAVOLA 1

NOI

REALT

Confine all'interno

Confine all'esterno

Atteggiamento verso noi stessi

Atteggiamento verso la realt

Sameness
Senso di continuit
Idem-identity

Selfhood
Senso dell'accadere
Ipse-identity

Belonging to
Senso dell'alterit

Demarking from
Senso di unicit

La distinzione tra sameness e selfhood si instaura nella seconda met del primo anno ed
semplicemente la distinzione tra s e non s, il senso di permanenza nel tempo che, all'inizio, il
senso di durata. In inglese si chiama Self - Non-Self Distinction, in cui non c' alcuna implicazione
di alterit, solo il distinguersi dal resto e dalla propria permanenza nel tempo.
Vi un senso di stabilit rispetto al fluire degli eventi in cui ci si sente permanenti nel tempo, con
un senso di ubicazione; il bambino si identifica come oggetto che permane nel tempo (corrisponde
grosso modo alla permanenza dell'oggetto di Piaget). Nel periodo in cui emerge, verso la fine del 2
trimestre del primo anno, vi sono molte nuove combinazioni e il bambino inizia a fare qualche
tentativo di gattona mento; come se una nuova collocazione nello spazio rispetto a prima gli
favorisse la possibilit di mettere maggiormente a fuoco un senso di permanenza nel tempo.
C' l'attribuzione di questo sentirsi oggetto stabile nel tempo anche come modo di intendere il
rapporto con gli altri e come modalit di generalizzarlo agli altri, e questo porta all'elaborazione
dell'alterit, di chi l'altro. Siamo all'inizio della distinzione tra s e altri.
La distinzione tra belonging-to e demarking-from inizia nella prima parte del secondo anno, e
rappresenta l'inizio della differenziazione tra s e altri.
Il bambino inizia a identificare anche gli altri come oggetti che permangono nel tempo, cos come
lui e gli altri diventano oggetti di cui si possono ricostruire le intenzioni, le predisposizioni, gli
atteggiamenti, ecc.
Entrambi i confini vanno avanti tutta la vita, quello ora descritto solo il loro primo emergere.
Vi sono almeno due possibilit nel modo di emergere di questi confini, per entrambi le parti, e
dipende molto dal contesto familiare. Se il contesto familiare non ha una buona sincronia di ritmi
con il bambino, nel corso del primo anno, diventa molto pi difficile, per lui, poter differenziare i
ritmi psicofisiologici dai ritmi emotivi, perch la fonte di sintonizzazione imprevedibile. In questo
caso il bambino riuscir ad avere un senso di permanenza nel tempo mettendo maggiormente a
fuoco il selfhood che non il sameness.
Si pu costruire la permanenza mettendo a fuoco la variabilit, oppure per riconoscere la variabilit
si mette a fuoco la permanenza.
Se i genitori si occupano del bambino in maniera tale da non consentire una buona differenziazione
dei ritmi psicofisiologici ed emotivi, per il livello di ambiguit esibito nella loro modalit di
accudimento, essendo a volte pi attenti e altre meno, all'interno del bambino non si stagliano
nettamente dei pattern ricorrenti di esperienza immediata. Rimarr molto pi vero il singolo
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accadere, l'accadere momento per momento e, mettendo a fuoco la continua variabilit, il bambino
si pu rendere conto che tale variabilit la differenzia ugualmente, ma arriva alla continuit, al
sameness, dalla messa a fuoco del selfhood.
Una famiglia che, all'opposto, ha dei margini emotivi definiti, non importa se in negativo o positivo,
far s che i profili dei ritmi psicofisiologici ed emotivi si staglieranno in maniera abbastanza
precoce e in modo rilevante per cui nel bambino il senso di continuit apparir per primo e da
questo metter a fuoco la variabilit, cio il modo in cui un individuo, pur essendo lo stesso, pu
accadere giorno per giorno.

Outward e Inward
Outward sono quei bambini che mettono a fuoco il sameness attraverso il selfhood: attraverso la
variabilit acquistano la permanenza nel tempo, si mettono a fuoco da fuori.
Inward sono quei bambini che, invece, arrivano alla variabilit passando per la permanenza.
Questa una cosa nuova che abbiamo studiato quest'anno, e che vi far capire meglio le
organizzazioni.
I termini outward e inward definiscono pattern dell'atteggiamento verso se stessi: l'inward
quello che parte da dentro, internalizzato, sintonizza l'esterno all'interno, controlla l'esterno ed
esclude eventi, fatti che non sono in accordo con quello che sente; quindi un processo in cui si
sintonizza l'esterno all'interno.
Gli outward fanno il contrario: sono loro a sintonizzarsi all'esterno, quindi escludono emozioni o
pensieri che non sono in accordo con la corrispondenza che loro chiamano esterno.
Gli inward sono i Fobici e i Depressi, mentre gli outward sono i DAP e gli Ossessivi.
Gli inward non dubitano mai di quello che sentono, neanche se giusto o non giusto; sia per i
Fobici che per i Depressi, anche se con modi diversi, il sentire irreversibile e non hanno mai il
dubbio di essere agenti di quello che sentono.
Gli outward, DAP e Ossessivi, hanno costantemente questo dubbio, sempre e perenne, su quello
che sentono. Quello che sentono non mai primario, hanno maggiormente messo a fuoco l'esterno e
poi l'interno, anzi, l'interno si definito sull'esterno.
L'Ossessivo ha questo costante dubbio su ci che prova e lo chiede a voi quello che pu provare.
Il problema per i DAP la difficolt di essere certi che stanno sentendo ci che sentono, e in genere
vi chiedono di dirgli quello che sentono. Una mia paziente anoressica, dopo aver parlato lei, per tre
sedute, del suo rapporto con il marito, mi ha detto: Dottore, ma io sono innamorata o no? A me lo
chiede!
Negli inward non c' mai questo dubbio, non importa se il sentire sensoriale come nei fobici.
Negli outward c' un atteggiamento verso di s che come se uno stesse sempre dall'esterno; anche
le emozioni si stagliano relativamente meno, hanno una minore presa sensoriale. Questo secondo
aspetto importante, perch il grado di differenziazione definisce a quale livello un individuo deve
sintonizzarsi sul contesto esterno (ci sono, infatti, molti livelli possibili), ed anche quello che
permette, semplicemente, il contesto di appartenenza in cui una persona si trova. Lo vedete, per
esempio, in una famiglia ambigua o che abbia una intermittenza di attaccamento (ambiguo in
questo senso anche un genitore fobico ch imprevedibile, per il bambino, come base sicura),
oppure ambigua nel vero senso della parola, dove le manifestazioni verbali o non verbali affettive,
nello svolgersi dell'attaccamento emotivo, hanno sempre mille significati possibili.
Il primo tipo di contesto questo: una famiglia che, non dando chiare indicazioni sulle quali il
bambino si pu regolare, vincola il bambino, per esempio, a controllare da vicino, momento per
momento, l'andamento per lui critico. Un bambino fobico sar vincolato a controllare, momento per
momento, l'avvicinamento/ allontanamento dei genitori, anche i piccoli dettagli, anche quando
mamma volta la faccia.
Invece un bambino DAP, per regolarsi, dovr tenere a fuoco momento per momento la faccia della
madre e del padre, la mimica, perch, preso nel suo insieme, il comportamento del padre e della
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madre sarebbe inconsistente, contraddittorio, mentre se ogni singolo fotogramma viene preso attimo
per attimo si ha esattamente limmagine a cui ci si deve riferire.

Field-Dependent e Field-Independent
Sono due dimensioni distinte: c' il sameness e il selfhood; poi c' un modo di definire la
permanenza outward, sull'esterno, e c' un modo di definire la permanenza inward, sull'interno.
Il livello di sintonia sul contesto un'altra dimensione in cui i DAP e i Fobici, che devono centrarsi
sul momento (non tanto sulla configurazione ma proprio sulla successione), sviluppano una campodipendenza: sono dipendenti dal momento percettivo del campo perch sono legati ai segnali
emotivi che appartengono all'accadere momento per momento, al contesto, e vengono chiamati
field-dependent.
Gli Ossessivi e i Depressi hanno un altro contesto familiare, che li sollecita molto di pi
cognitivamente; il bambino Ossessivo deve comportarsi, gi a 3 anni, come un piccolo filosofo e
quello Depresso deve sviluppare, per sopravvivere, tutto un sistema di spiegazioni che gli servono
per gestire sia il carico emotivo interno, sia la condotta dei genitori.
Sono due tipi di bambini che sono maggiormente sintonizzati sugli aspetti cognitivi del contesto e
meno sugli aspetti immediati, pi sulla configurazione degli eventi e non sulla singola espressione;
sono field-independent, dipendono meno dal campo.
Avremo questi tipi di combinazioni:
1.
una combinazione fra continuit definita sull'esterno, outward, ma field-independent:
Ossessivi;
2.
una polarit sempre outward, ma field-dependent: DAP;
3.
una inward field-dependent: Fobico;
4.
una inward field-independent: Depresso.
A livello di field-dependent, tutto il discorso di appartenere e individuarsi a livello prettamente
interpersonale ed emotivo, il campo l.
Mentre a livello di field-independent, il campo di appartenenza e demarcazione di tipo cognitivo.
I DAP, in cui il senso di s si basa sul corrispondere ad ogni momento a quello degli altri, se non si
opponessero attimo per attimo, con demarcazione a volte anche plateale, avrebbero un senso di
annullamento; c' il fatto che all'essere compiacenti si associa in simultanea un elemento oppositivo,
mentre c' appartenenza ed stabile si deve differenziare un attimo.
Ci che definisce il field-dependent o il field-independent, il livello in cui il tema di belonging
to/demarking from viene giocato.
Il tema di belonging to/demarking from, per l'Ossessivo, si gioca a livello di certezza, il modo in cui
si sente di appartenere ad un gruppo consiste nel fatto che lui possiede le certezze delle quali il
gruppo ha bisogno, lui quello che pu dare verit assolute a moglie, figli, amici, sorella, madre
ecc., questo che gli d un senso di appartenenza e allo stesso tempo di individuazione, distinzione.

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TAVOLA 2

FIELD-DEPENDENT

DAP

FOBICO

OUTWARD

INWARD

OSSESSIVO

DEPRESSO

FIELD-INDEPENDENT

La dipendenza/indipendenza dal campo una misura psicologica che ha una lunga storia: iniziata
negli anni '40, per opera di un autore che si chiamava Witkin, morto da parecchi anni. All'inizio
nacque come una misurazione di funzionalit percettiva. Fu la prima differenziazione che apparve,
in senso sperimentale, fra field-indepedency e field-dependency. Utilizzava un procedimento
particolare, messo a punto da Witkin, costituito da una sedia girevole su cui una persona veniva
sdraiata, in una stanza oscura nel cui soffitto c'erano dei disegni. In genere, i field-independent
riconoscevano il disegno nella sua configurazione d'insieme, il disegno in generale, da qualsiasi
posizione venivano messi, facendo riferimento all'asse corporeo; i field-dependent, invece, facevano
riferimento al disegno in quanto tale, all'esterno, e quindi il disegno variava ogni volta che variava
la posizione della sedia.
Sono seguiti 30 anni di studi e di lavori e si visto che, effettivamente, field-dependent e fieldindependent non corrispondono tanto a stili percettivi diversi ma a stili cognitivi ed emotivi diversi.
Sono dimensioni trasversali di tipi di personalit, dimensioni bipolari, non sono associate alla
performance o al successo, sono semplicemente dimensioni dell'esperienza.
Ognuno, nel contesto adatto, pu esprimere il massimo della creativit e dell'espressivit umana.
Ogni sistema conoscitivo sempre situato in un contesto; ci che determina l'efficacia o meno della
performance il tipo d'interazione che si ha con il contesto, non l'orientamento.
Sia i field-dependent che i field-independent hanno caratteristiche e talenti particolari: i primi sono
molto esperti in tutto ci che riguarda l'interpersonalit e l'emotivit, hanno veramente talento, sono
originali e creativi in questo campo, mentre i secondi sono esperti in ci che ristrutturazione
cognitiva, la loro specialit tra tutte le altre capacit analitiche e quindi, messi in un contesto che
richiede un'elaborazione interpersonale, hanno performance fallimentari, e viceversa.
E' come se ognuno avesse il suo settore, messi nel proprio contesto entrambi sono capaci di
esprimere le massime potenzialit, intelligenza ed espressivit umane.

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Le dimensioni di questo tipo sono sempre dimensioni non valutative ma danno la direzionalit
preferenziale nel modo di organizzare l'esperienza, mentre l'efficacia dipender dal tipo particolare
di contesto, che quello che rende sempre la cosa meno prevedibile.
Nei Fobici e nei DAP si vede molto bene, ad occhio nudo. Il Fobico adulto esperto
nell'avvicinarsi/ allontanarsi da tutto, anche a livello di piccole modificazioni che intercorrono in 20
cm, sono le uniche cose che percepisce Il DAP un esperto di facce, capace di costruire le
variazioni di un possibile sorriso in un gamma che tutti gli altri non sarebbero assolutamente in
grado di percepire; per il DAP, una singola espressione come il bianco per gli eschimesi, di cui
conoscono 25 tonalit diverse, e l si vede l'aspetto della sintonizzazione momento per momento,
cosa nella quale sono completamente desintonizzati gli Ossessivi e i Depressi i quali si sintonizzano
sul livello delle spiegazioni, magari fanno gran belle chiacchierate ma non si accorgono
dell'espressione dell'altro.
Una persona di grande espressivit stata, per esempio, il filosofo S., che era un fobico puro, anche
nel suo stile di vita, ed vissuto fino alla fine praticamente sempre in casa con la madre. La moglie
viveva fuori casa, ed era lei, tra l'altro, che gli presentava le studentesse. Lui stato il tipico scapolo
con mamma a carico, ed stato un uomo prevalentemente di pensiero, un pensiero particolare in cui
lo stile rimane interpersonale anche quando fa un lavoro prevalentemente cognitivo. Se si pensa al
panorama degli esistenzialisti del tempo, dove il problema era affrontare il senso dell'assurdo
dell'esistenza, la ricetta per lui era l'azione. S. fa la filosofia dell'azione politica, sociale. E' stato
capace di dare un senso a tutta la rivoluzione giovanile del '68. Gli skills in cui emergeva di pi
erano quelli interpersonali.
Quando si dice che una dimensione di personalit, essendo una dimensione bipolare, non va intesa
in senso valutativo, vuol dire che ogni polarit ha tutti i requisiti per una funzione adattiva
massimale. Ogni polarit, in s, ha il potenziale per avere un'espressivit massimale, per questo dico
che non valutativa. Con la valutazione si scende ad un livello pi basso che quello di valutare
l'azione di una performance, la quale dipende molto dal contesto in cui si sta.
Gli Outward sono i migliori gestori del dominio personale, anche in situazioni difficilissime.
Ho un amico DAP che un manager di una ditta che, al tempo della guerra del Golfo, aveva una
postazione di otto ingegneri a Riyad i quali avevano chiesto, tutti, il rimpatrio immediato, con le
rispettive famiglie che li aspettavano a Fiumicino. Per la ditta, ci rappresentava una perdita di 6
milioni di dollari al giorno. Lui riuscito a farli rimanere tutti, solo contro otto; una cosa che pu
riuscire a pochi. Inoltre, nessuno di loro se ne pentito e anche questa una notevole capacit. Gli
otto che sono rimasti tre mesi l hanno, poi, avuto avanzamenti di carriera a fine guerra e anche lui
ha avuto successo.
I field-dependent sono pi capaci nelle dimensioni interpersonali, hanno un atteggiamento verso la
realt come dimensione interpersonale, mentre i field-independent hanno una dimensione pi
impersonale, hanno un rapporto conoscitivo con la realt, sono meno attenti agli aspetti analogici,
non verbali, direttamente emotivi, quindi hanno altri compiti.
L'asse Outward-Inward, che riguarda latteggiamento verso di s, quello che si definisce per
primo, si inizia a definire con la permanenza nel tempo.
Le differenze tra inconscio psicanalitico e la conoscenza tacita del cognitivismo sono due:
1. Il modello mentale di riferimento: l'inconscio psicanalitico prevalentemente energetico, fatto
di forze contrapposte, un inconscio che funziona con il "principio dello sciacquone", cio
quando si raggiunge una certa pressione, indipendentemente dal contenuto, una questione di
quantit, intensit energetica, quello che regola la vita interna. Sottolineo il fatto che non
solo questione di vocaboli - energia invece che informazione -, perch, per l'inconscio
psicanalitico, non importa il contenuto, importa l'intensit che raggiunge una certa pulsione. Nel
concetto di conoscenza tacita, l'aspetto conoscitivo , invece, informatico, vettore
d'informazioni, un punto di riferimento completamente diverso. Inoltre, il modello
psicanalitico si riferisce ad un momento diverso dell'evoluzione scientifica: Freud lavorava alla
fine dell'800 in cui il modello fisico di riferimento era quello energetico, e questa una
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differenza importante perch l'inconscio psicanalitico libidinale, mentre la conoscenza tacita


conoscitiva, d informazioni procedurali, un modo di ordinare l'esperienza.
2. Il livello: nella formazione psicanalitica l'inconscio come se fosse un prodotto rimasto a met,
e la sua completa maturazione diventare esplicitato. Questo ci su cui si basa anche tutto il
metodo catartico: sotto il livello conscio e il suo naturale destino quello di diventare conscio.
La conoscenza tacita non potr mai divenire conscia, quello che pu diventare conscio sono
soltanto le teorie, le inferenze, le opinioni che il soggetto ha sul suo modo di procedere in
maniera tacita ma non diverr mai esplicitamente tradotta in altrettanti concetti logici ed
espliciti. Rimarr ad un livello fortemente ancorato alla dimensione dell'immediatezza del
vivere.
Durante il nostro lavoro terapeutico, pi che rendere conosciuto il livello di conoscenza tacita, si
cerca di articolarlo di pi. La possibilit di avere pi articolazioni, che possano far distinguere
meglio al paziente gli aspetti della sua trama narrativa, cio fare pi inferenze, notare le similarit e
correlazioni, lo porta ad aver un maggiore riferimento della qualit emotiva critica. Anche se questa
rimane la stessa, non viene tradotta, si aumentano le possibilit di distinzioni e di collegamenti.
Uno stato d'animo fatto di una tonalit emotiva viscerale, sensoriale, neurovegetativa, che ha
correlazioni con la memoria, l'immaginazione, la percezione, il pensiero, ecc. Quello che si pu fare
aumentare a dismisura queste correlazioni. Su una tonalit emotiva, per esempio, si possono
aumentare le correlazioni con la memoria episodica, andando a prendere altri episodi analoghi e
collegarli alla memoria semantica, riordinando le spiegazioni. Si possono riordinare anche altri
collegamenti con la percezione. Una volta riordinati gli episodi di memoria semantica, la persona
riesce maggiormente a riconoscerli, anche nella vita ordinaria, di tutti i giorni. Si possono collegare
anche in maniera di pensiero paradigmatico, cos che ne riesca a vedere meglio le conseguenze ma
la tonalit emotiva di fondo non cambia ed su quella che si fonda il senso di sameness, di
continuit, quella con cui si riconosce il proprio modo di sentire, per esempio: paura, tristezza,
nostalgia ecc.
Si possono fare delle distinzioni ulteriori dentro, si maneggiano meglio le cose, ma il feeling non
diventa un concetto, rimane sempre lo stesso. Lo si pu riconoscere, individuare e collegare meglio,
ed molto in ambito psicoterapeutico. Il cambio, sostanzialmente, appartiene a ci, non cambia la
qualit del feeling n il tema di significato personale. Non riescono a cambiare neanche quelli che
definiscono una continuit dall'esterno, che hanno un interno pi malleabile.
Questo fatto lo pu provare ognuno di noi se si mette a riflettere o a lavorare su uno stato d'animo
che lo ha intrigato: lo continuer ad intrigare, poi si riesce a controllarlo e a farlo proprio per le
articolazioni e i contesti in cui lo si valutato ma l'attivazione non cambiata di molto, al limite
diventata pi riferibile a noi stessi.
A livello emotivo proprio netto, appena arriva una cosa e si inizia a dirsela gi finita.
C' una diversit che definisce la dimensione Inward e Outward, che dipende sostanzialmente dal
tipo di differenziazione emotiva.
1. Vi sono gli Inward che prima mettono a fuoco il senso di continuit, di costanza nel tempo,
e poi mettono a fuoco l'accadere, la variabilit: i Depressi e i Fobici che hanno uno sviluppo
emotivo che inizia da tonalit emotive di base.
I Fobici, per il loro tema di pericolo, protezione, vincolo, hanno due tonalit emotive di base che si
stagliano in maniera netta fin dai primi mesi di vita: da una parte la paura, che porterebbe
all'avvicinamento e all'attaccamento, e dall'altra la spinta alla curiosit.
I Depressi hanno un tema di perdita affettiva e quindi hanno due tonalit emotive di base che si
stagliano, e sono la tristezza o disperazione e la rabbia.
Queste tonalit emotive di base sono fra le emozioni che si chiamano non-self-conscious-emotions,
le emozioni che possono apparire in coscienza senza la necessit che vi sia una coscienza di s. Esse
non richiedono la coscienza per essere esperite, e possono essere attivate direttamente anche da
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stimoli subliminali dell'ambiente esterno; si attivano indipendentemente dalla riflessione del


soggetto. Per questo sono emozioni che danno un grosso senso d'internalit, il soggetto non le pu
controllare, se le trova attivate a partire da quelli che sono anche stimoli subliminali dell'ambiente.
Come dato di fatto del suo sentirsi, il soggetto si trova, con lo stagliarsi continuo di queste emozioni
che vanno avanti in maniera ritmica, una spinta ad andarsene e una spinta a rimanere, una spinta a
ritirarsi nella disperazione e una spinta ad aggredire. Questo d un senso particolarmente forte della
proprio costanza, dell'essere costanti nel tempo, nel senso di mettere prima a fuoco il sameness e
poi l'accadere.
2. Gli Outward hanno una situazione diversa.
Hanno una famiglia che ambigua, come i DAP, o ambivalente, come gli Ossessivi. Comunque,
per il bambino, molto difficile che alcune delle tonalit emotive di base si staglino in maniera
decisa, saliente. E' molto pi facile che questi bambini differenzino in un secondo momento, quando
emersa la differenziazione S/Altri, le self-conscious-emotions: emozioni come la colpa, la
vergogna, il disgusto, le quali richiedono l'intervento della coscienza. Non sono attivate da stimoli
esterni subliminali ma richiedono sempre un minimo di riflessione, una coscienza negativa di s,
mentre, invece, non la richiedono n rabbia, n curiosit, n disperazione e n paura.
Questa la differenza fondamentale in termini emotivi.
Quelli che hanno un ambiente esterno che non d loro segnali emotivi precisi, anche negativi (come
invece pu essere un rifiuto nella famiglia di un depresso, dove il rifiuto chiaro segno di non
accesso: se ti avvicini sei respinto, non c' possibilit di dubbio in questo), a questi si stagliano
molto poco i ritmi, i pattern ricorrenti di attivazione interna; al primo anno / primo anno e mezzo,
quando c' la differenziazione S/Altri, si stagliano molto poco, non c' nessuna emozione che abbia
potuto differenziarsi bene proprio per questa tonalit indistinta. Quindi, non appena compare la
differenziazione S/Altri, si pu cogliere il punto di vista degli altri; sono le self-conscious-emotions
a diventare regolatrici.
Gli Outward, i quali si organizzano sulle emozioni tipo colpa, vergogna, disgusto, sono bambini che
hanno come tema, per avere un senso di s stabile e definito, quello di dover corrispondere a
standard esterni, con la differenza che, mentre per il DAP lo standard esterno l'aspettativa,
momento per momento, del genitore, per l'Ossessivo lo standard esterno astratto e ideologico, non
pu essere ricavato attimo per attimo dalle espressioni facciali degli altri: uno standard a cui ci si
pu riferire da soli anche senza la presenza di altri, un sistema di parametri fortemente astratti che
possono essere religiosi, conoscitivi, morali, di giustizia, ecc., dipende dal particolare codice che si
sviluppa all'interno della famiglia dell'Ossessivo.
Si pu, cos, vedere bene il discorso sulla dipendenza e la non dipendenza dal campo.
Il bambino Outward DAP si sintonizza in modo campo-dipendente sulle espressioni mimiche
emotive momento per momento; il bambino Outward Ossessivo ha una sintonizzazione pi
cognitiva, sintonizzato sugli standard di riferimento di spiegazione, di codice di spiegazione
morale del mondo e di s e a quelli cerca di uniformarsi. Anche se entrambi hanno caratteristiche
simili, perch si sono differenziati sull'esterno, ed entrambi hanno questa ricerca di aderire agli
standard esterni scelti ed aderire sempre in modo formale. Per un DAP significa aderire proprio
concretamente all'aspettativa del momento dell'altro, soprattutto formalmente, non importa se la
cosa a cui aderisce la vuol fare o non la vuol fare, contraria ai propri principi o non lo ; per
l'Ossessivo la forma l'aderenza alle forme della logica, della deduzione, quindi ad un livello
maggiormente orientato sulla sintonizzazione cognitiva.
Per esempio, il ragazzo ossessivo che ha impulsi a dire bestemmie e mentre sta studiando gli viene
in mente la frase: "Dio non esiste", ci mette il punto interrogativo e sta tranquillo. Senza il punto
interrogativo quella frase un'affermazione ed , quindi, gravissima, mentre con il punto
interrogativo diventa una domanda legittima anche perch risponder "S". Il contenuto non
disturbante se la forma la si pu cambiare, e c' una differenza tra una domanda e un'affermazione,
la si formula in domanda ed tutto a posto. Quella poi l'essenza di molti rituali, ogni volta che
viene loro in mente una frase oscena o blasfema cercano di trasformarla in interrogativo; c'
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l'aspetto formale ma non pi quello compiacente, momento per momento, del DAP; l'essere, in
termini di formalit logica, non in disaccordo con i parametri di standard scelti.
E' interessante vedere gli aspetti differenziati che si hanno, come atteggiamento verso di s o verso
la realt, a seconda che siamo in una definizione sull'esterno o dall'interno, Outward o Inward, e poi
rispetto agli aspetti di campo-dipendenza.
Gli Inward hanno sostanzialmente questo tema qui: essendo legati a tonalit emotive di base che
vengono attivate indipendentemente da loro, hanno come elemento basico l'irriducibilit del sentire.
Il sentire si staglia in maniera molto netta, e l'unico loro problema mantenere stabile l'attivazione
interna, non la possono modificare, quella va per conto suo, l'unica possibilit che hanno
mantenerla stabile, che non vada oltre certi limiti, che non oltrepassi certe soglie che diventerebbero
incontrollabili e destabilizzanti.
Per mantenerla stabile devono controllare l'esterno, devono filtrare, per quanto possibile, l'afferenza,
quello che arriva. In genere, infatti, i Fobici e i Depressi, che sono i due Inward, sono specialisti in
questo, nel filtrare l'esterno, e lo fanno in maniera abbastanza ben strutturata nel senso che, per
esempio, o lo stimolo critico non viene avvertito, non viene percepito o, se viene percepito, viene
disconnesso dalla reazione che ha avuto.
Una cosa molto tipica nei Fobici e nei Depressi quella che si chiama disconnessione cognitiva tra
stimolo esterno e risposta interna che si d. Sono specialisti nel filtrare l'afferenza, quindi l'intento
degli Inward quello di modificare l'esterno perch sia consono all'attivazione interna. Hanno
questo aspetto fondamentale dell'irriducibilit del sentire e le qualit emotive non sono
trasformabili, si possono manipolare le connessioni di queste qualit emotive ma di per s non sono
trasformabili. Inoltre non hanno mai dubbi sul loro sentire e si sentono sempre agenti di tutti gli
elementi che sono presenti in coscienza. Non hanno mai il dubbio di appartenenza, possono avere il
dubbio di attribuzione.
Gli Outward hanno un atteggiamento completamente antitetico: per loro il problema non tanto il
controllo dell'esterno quanto il controllo dell'interno, che rivolto a smussare tutte le attivazioni
interne (sia in termini sensoriali che emotivi o cognitivi) che possano disturbare o interferire con
questa corrispondenza con gli standard esterni che hanno "scelto".
Costantemente si cerca di modificare l'interno perch combaci con l'esterno, sia che l'esterno siano
le aspettative degli altri, sia che siano categorie logico-astratte. C' una ripercussione: diverso il
rapporto verso s stessi sull'interno che considerato riducibile; l'interno, l'immediatezza,
considerata riducibile al pensare, alla riflessione. Infatti, per l'individuo, la qualit della
connotazione emotiva che accompagna un'esperienza "X" pu, di fatto, essere cambiabile, pu
cambiare, dipende dal livello di sintonizzazione e dalla conseguente valutazione che ha dell'altro,
che ha da parte dell'altro.
Qui si ha un costante dubbio sul sentire che accomuna DAP e Ossessivi. Mentre per i DAP il
dubbio sul sentire sempre nella vaghezza pi totale, il loro dubbio sempre oscillante tra un
infinito numero di possibili stati emotivi, per esempio, "non so se lo amo, se lo disprezzo, se ho
bisogno di proteggerlo", ecc., gli Ossessivi, al contrario, hanno sempre il dubbio tra due poli
antitetici, non sanno mai se sono persone spregevoli o lodevoli, se amano o odiano, il dubbio
sempre tra categorie completamente antitetiche di stati d'animo, ma il dubbio sussiste sempre.
Sono le due categorie che hanno i cambi pi repentini del senso di s. I DAP hanno le reazioni
bifasiche. Per esempio: la bulimica che va arrabbiata a parlare con la madre, con l'intenzione di fare
una scenata, e si sente avente diritto di questo stato danimo. Quando arriva l dice due parole, la
madre la guarda con una faccia un po' contrita e, di colpo, lei si mette a piangere, si sente
inadeguata, che ha sbagliato tutto. Tanto era giusta un attimo prima, poi la mamma l'ha guardata in
faccia e lei crollata, sentendosi la peggiore figlia del mondo, quella ingrata, ecc.. Ha avuto un
cambio del senso di s di 360 gradi in due secondi, un cambio dipendente dalla faccia dell'altro.

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L'Ossessivo ha un cambio del tipo tutto o nulla: o lui quello mistico, astratto, che ha raggiunto la
pace dei sensi o, se non cos, un pervertito, pedofilo ecc., ma non sa mai bene chi dei due, ha
un cambio repentino del senso di s che non si trova mai negli Inward, che non hanno mai reazioni
bifasiche o di tutto o nulla cos grosse.
Gli Outward possono sentirsi non agenti di items, di elementi che sono presenti in coscienza, hanno
una specie di splitting della coscienza. La cosa pi tipica, per esempio, una signora DAP che vi
dice che preferirebbe non approfondire molto la storia del suo matrimonio perch ha paura di
scoprire che non ama suo marito, cio l'item presente in coscienza ma uno pu sentirsi non agente,
non agente delle tonalit emotive coscienti presenti in coscienza. Questo normale, se si chiede:
Lei ha avuto mai interazioni con suo padre?, la risposta sar: Ho sempre evitato, dottore, di
interagire con mio padre per non scoprire che non ero la sua preferita.
E' una propriet di coscienza molto particolare, pu portare a possibilit di induzione, di essere pi
facilmente indotti da altri, o di indursi, per esempio, false memorie.
Il carico sensoriale connesso all'emotivit molto pi basso rispetto agli Inward che hanno, invece,
un'emotivit primaria e pi centrale, perch hanno tonalit emotive basiche fin dall'inizio,
fortemente associate a cariche sensoriali, motorie, cenestesiche; non ci sono molte possibilit di
aggirarle. Il modo con cui un Fobico si sente non protetto, non c' niente al mondo che glielo possa
togliere. I Fobici sono quelli che, da questo punto di vista, danno una primariet a quello che
sentono per cui si disinteressano a tutto il resto, al giudizio degli altri. Ho avuto un paziente fobico
che ha fatto fermare un aereo rullante, sulla pista, che stava decollando, ha fatto il "diavolo a
quattro"; quello che sentiva era immodificabile, non c'era niente che poteva modificarlo. Io non ho
mai visto nessuno che riesce a far fermare un equipaggio, gi in pista da rullio, chiamare
l'ambulanza, farsi portare via, con il volo che ha perso un'ora e mezzo.
Un Depresso non molto diverso, si vede dall'uso di sostanze auto-anestetizzanti che fa; la
disperazione un emozione che, se sentita con un'intensit che non ammette molte variazioni, non
gestibile se non con l'intervento di sostanze, per cui si hanno met dei depressi che si ubriacano e
l'altra met che si ubriacano di farmaci. E' un modo di anestetizzarsi.
Negli Outward le emozioni sono pi cangianti, hanno meno questa primariet, sono meno legate al
bagaglio sensoriale, motorio, ecc., per questo molto pi facile indurre o indursi false memorie.
Se si hanno emozioni che si stagliano poco sul piano motorio, sensoriale, ecc., il confine tra la realt
e l'immaginazione molto poco demarcato.
La differenza tra l'emozione immaginata e quella vissuta il carico sensoriale, la corporeit che il
veicolo entro il quale si svolge l'emozionalit. Se questo aspetto poco evidenziato non molto ben
tracciabile il confine tra emozioni vissute ed emozioni immaginate. Tipico dell'infanzia di molti
DAP che, fino a 6-7 anni, non sanno mai dirvi se una cosa gli successa veramente o gliela hanno
raccontata, hanno difficolt a distinguere le esperienze direttamente fatte da quelle che gli hanno
raccontato.
Questo atteggiamento degli Outward, di definirsi attraverso l'esterno, di definire la propria costanza
attraverso l'esterno, ha conseguenze abbastanza importanti in generale anche sull'atteggiamento
verso la realt. L'atteggiamento Outward consiste quasi nell'appianare quella che l'immediatezza,
la vivenza del soggetto, l'aspetto pi ontologico, e tendono a ontologizzare la realt. La realt
esterna come fosse senza i confini della loro intenzionalit.
L'Ossessivo, che ha un atteggiamento pi astratto, vive in un mondo in cui la realt esterna un
ordine univoco in cui Dio ha messo delle cose, e lui l'unico che lo sa; quellordine di realt
esterna giustifica tutto ci che lui fa e pensa. Il senso di s, dell'intenzionalit, viene dato dal mondo
esterno che acquista valori quasi di certezza, di verit.
Il DAP, ancora peggio, vive in un mondo sognante in cui la realt come andare al ballo delle
debuttanti, quando entri sei promosso a ranocchio o principe, non hai altre possibilit, lo decidono
da fuori, il massimo che puoi fare metterti un bel vestito.

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I Depressi e i Fobici hanno, invece, la caratteristica di deontologizzare la realt, non se ne fidano


mai molto.
Pensate agli esternalizzati o Outward, DAP e Ossessivi, al peso che danno alla norma, alla
normativit: ci che normale e giusto continuamente enfatizzato, anche a livello semantico. In
questo senso la realt diventa come ontologizzata, ci che canonico diventa sinonimo di giustezza,
verit, non mai contestualizzato o relativizzato.
Gli internalizzati, o Inward, sono diversissimi: il Fobico ha una diffidenza nella realt esterna totale,
il mondo dell'incomprensibile di cui non ci si pu fidare, e la canonicit una serie di norme che
vanno condivise perch attraverso di esse ci si pu procacciare quello che serve come protezione,
ma sono strumentali, non hanno un valore epistemico in s.
Per il Depresso la realt irreale e inconsistente, una specie di palco delle marionette, in cui le
regole canoniche sono un accordo tra gli umani che hanno deciso come comportarsi, definiscono
semplicemente l'uso, non assumono un valore epistemico, non definiscono ci che verit, ci che
certo.
Le differenze che si riferiscono a field-dependence e field-independence sono quelle che vengono
evidenziate in maniera pi netta.
I field-dependent, che sono maggiormente sintonizzati sui segnali emotivi o interpersonali, sono
quelli che hanno un orientamento interpersonale; sono particolarmente capaci se posti di fronte a
situazioni ambigue.
Di fronte a situazioni chiare non c' una netta differenziazione tra campo-dipendenti e campoindipendenti, si comportano grosso modo in maniera uguale.
La differenziazione compare quando si devono fronteggiare situazioni ambigue, non chiare.
In questo caso i field-dependent cercano soprattutto dagli altri informazioni che gli consentano di
strutturare la situazione ambigua in modo pi comprensibile; hanno molta pi attenzione ai punti di
vista degli altri, agli atteggiamenti degli altri, un'attenzione subliminale a tutti i segnali verbali e non
verbali. Hanno, inoltre, molti pi skills interpersonali per ottenere informazioni dagli altri, non solo
per far s che gli altri si aprano di pi, ma anche per sfruttare tutti gli atteggiamenti degli altri.
I field-independent, invece, in una situazione ambigua diventano ancora pi insensibili agli stimoli
sociali, ai segnali sociali, e danno ancora meno attenzione ai punti di vista e agli atteggiamenti degli
altri; fanno appello al loro bagaglio cognitivo per avviare una ristrutturazione della situazione
ambigua, facendo leva sull'esperienza avuta fino a quel momento, anzi, pi la situazione ambigua,
pi si perdono i possibili punti di vista degli altri, anche di altri significativi.
Rispetto ai campo-dipendenti, questa attivit di strutturazione cognitiva, che l'elemento distintivo,
fa s che elaborino un'ipotesi e poi inizino a verificarla: il tipico atteggiamento scientifico, non si
procede mai a caso ma verificando un'ipotesi che si posta.
I campo-dipendenti sono molto pi attenti allesterno, come se il fuoco delle cose, l'oggetto delle
cose, si svolgesse fuori di loro e la massima attenzione rivolta ad essere spettatori attentissimi per
cogliere, dagli eventi e dagli altri, i segnali, i dati che possano risolvere l'ambiguit della situazione.
Sono, per questo, grandi ascoltatori, cosa che non sono i campo-indipendenti che, anzi, nelle
situazioni di maggiore ambiguit, possono arrivare alla completa frattura delle interazioni con gli
altri perch ne ignorano tutto, ne ignorano i punti di vista, gli atteggiamenti, e tendono a imporre la
loro ristrutturazione della situazione ambigua agli altri, tout-court.
I field-dependent e i field-independent sono stati osservati in terapia, e i field-independent sono
quelli che danno risposte pi lunghe, mentre i field-dependent pi brevi. Questo perch il fielddependent sempre legato al contesto, non riesce ad avere una visione di configurazione d'insieme,
per cui richiede domande molto contestualizzate, come ad esempio: "In quella circostanza lei cosa
poteva fare: questo o quello?", la risposta sar "quello"; mentre l'altro ti incoraggia pi a fargli
domande ampiamente decontestualizzate: "che ne dice della sua parabola lavorativa negli ultimi 10
anni?", ti parler per mezzora. Se si fa la stessa domanda ad un field-dependent risponder: "Beh
Boh Bene". Bisogna ricostruirgli il contesto ed in quello risponder: "S", "No". All'altro, anche
senza contesto, si pu chiedere una parabola intera della sua carriera scolastica, dalla prima
elementare fino ad oggi che ha 50 anni, sul settore lavoro, studio, scuola ti fa tutte le tappe.
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Nel field-dependent va tutto ricostruito e quindi la conversazione pi spezzettata.


Sono due polarit, ognuna delle quali, con il suo contesto adeguato, pu portare al massimo
dell'espressivit e della creativit, nessuna di queste legata ad una dimensione di performance
particolare.
DOM: "Cosa succede nelle situazioni miste?".
Ci sono molti punti di frontiera, dal grafico precedente si pu vedere come molti punti di frontiera
possono essere abbastanza favoriti.
Si vedono abbastanza spesso i DAP-Agora che sono accomunati dalla campo-dipendenza, infatti,
in molti DAP-Agora, il tema che d loro un senso di costrizione il giudizio degli altri, si sentono
costretti quando sono nell'impossibilit di evitare il giudizio degli altri, con una vera e propria
reazione di panico.
Il Fobico puro non tanto attento agli aspetti verbali della conoscenza, pi attento agli aspetti non
verbali, cio, per esempio, se la moglie gli dice che non gliene frega niente di lui, l'importante che
la moglie sia orientata fisicamente verso di lui.
Si vede tipicamente in terapia, dopo 4 o 5 sedute con il paziente, la moglie ti vuole parlare, si siede
e, generalmente, ha un elenco di recriminazioni, spesso anche insulti verso di lui: "Questo un
ragazzino si comporta cos io sono stanca ho 4 figli e con lui il 5", e lui niente finch lei
rivolta verso di lui, ma se, nel parlare, un attimo lei gli volta le spalle, lui si anima subito: "Non
hai le gocce nella borsetta?", finch non si orienta di nuovo verso di lui. E' tutto basato
sull'avvicinamento-allontanamento, non perde niente, anche ogni dettaglio non verbale, ma anche
posturale.
Mentre il DAP-Agora, che ha un senso di costrizione al giudizio degli altri, pi attento anche al
contenuto, pi attento al fatto che, davanti ad una persona significativa, non pu in nessun modo
sfuggire alla cosa, anche se l'evitasse sa che questa persona prenderebbe male il suo evitamento, per
cui ha un evitamento bloccato. E' uno che ha sviluppato il tema di libert-costrizione maggiormente
rispetto al sentirsi libero dal giudizio degli altri, non rispetto ai vincoli di un mondo pericoloso.
AllOutward field-dependent si deve ricostruire il contesto altrimenti non dice una parola, o per
fargli dire due parole devi tirare fuori le tenaglie, perch sempre immerso nel contesto per cui non
riesce a vederlo, e vi sintonizzato in ogni momento, non gli si pu dire mai, per esempio: "Scusi,
mi pu dire, a volo d'angelo, la sua vita affettiva? che valutazione le d?", perch ti d una risposta
del tipo: "Normale." Gli si deve ricostruire il contesto.
Se lo si fa con il field-independent, si pu avere una situazione in cui perdi i colpi, perch lui
sopravanza, ti d i contesti, i punti basici, le fasi basiche, i passaggi da una all'altra. Mentre con i
DAP e i Fobici si fa una fatica enorme se non si tiene in considerazione questo: il contesto va
ricostruito ex-novo.
Altro esempio: una field-dependent pu dire di essere stata male ieri alle 11, ma non sa dire il
perch; bisogna ricostruire chi c'era a casa alle 11, e si viene a sapere che c'era il padre, e che
l'aveva squalificata. Un field-independent direbbe che alle 11 stato male perch il padre aveva
detto una certa cosa, poi per non saprebbe dire il perch c' rimasto male, perch ha reagito in un
certo modo.
Comunque ognuno ha le sue difficolt tecniche particolari; forse quelli pi difficili sono quelli che,
in uno studio come questo, si vedono di meno perch difficile agganciarli, e sono i Depressi che se
non li agganci emotivamente nelle prime sedute, ti salutano e non li vedi pi. Hanno il senso della
inaiutabilit, bisogna essere attenti sin dalla prima volta che vengono, altrimenti neanche
protestano, non tornano pi direttamente, quindi sono pi difficili. Mentre con un DAP o un Fobico
ve la potete ancora giocare nelle successive sedute, nel senso che potete iniziare dal come mai non
si ricordano niente e tralasciare laspetto emotivo, almeno inizialmente, e possono venire fuori
elementi che indirettamente aiutano a costruire un setting.
Anche gli Ossessivi sono sfiancanti.
Con tutti i pazienti gli aspetti emotivi della relazione terapeutica sono importanti, solo che possono
esserlo in modo diverso: con i field-dependent si deve dare una sintonia momento per momento,
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mentre con i field-independent la si deve dare a pause, quando te la richiedono loro, perch poi
vanno avanti da soli, non vorrebbero neanche che gli si desse la sintonia ogni momento.
La difficolt grande della psicoterapia la gestione degli aspetti relazionali ed emotivi perch, da un
punto di vista tecnico, pi si ha un modello di riferimento che d la strategia, pi la cosa
abbordabile, mentre il problema che la psicoterapia un rapporto reale: ha in carica tutti gli aspetti
emotivi e relazionali dei rapporti reali e questo cambia la strategia fatta a tavolino che, applicata di
per s sarebbe c' il fatto che la si applica in vivo, su una persona.
Non saprei dire, per, chi il pi facile o il meno difficile, ognuno ha le sue difficolt, l'unica cosa
che pu fare uno psicoterapeuta conoscerle in maniera differenziata, cio dov' l'aspetto pi
probabile che in un paziente deve andare a sollecitare.
DOM: "Dove possiamo collocare l'isteria?".
Queste sono categorie trasversali, che appartengono a tutti.
L'isteria, io credo che sia, semplicemente, una modalit di rappresentazione, di impersonazione di
un tema di vita dove si ha poco controllo sull'aspetto della coordinazione e condivisione sociale,
l'aspetto della teatralit e della non consistenza tra quello che si sente e quello che si dice.
Sono i due aspetti pi tipici da sempre, dell'isteria, la teatralit e la belle indifference. Queste due
caratteristiche le ho viste in tutti, anche nei personaggi meno immaginabili, come gli Ossessivi, che
sembrano puro pensiero; eppure molti di questi esprimono un modo di ritualizzare in cui sono
decisamente teatrali, caricaturali, e molti, che hanno gli aspetti di belle indifference, sono
incredibili.
Mi ricordo un mio amico che, in certi momenti, si assentava un attimo e, se gli chiedevo che cosa
stava accadendo, mi rispondeva che stava controllando l'infarto. Qui vi sono entrambi gli aspetti, sia
quello teatrale, sia la belle indifference.
L'ho visto anche nei Depressi, nel modo in cui hanno di agire la loro disperazione, il loro astio verso
la realt da cui si sentono rifiutati, ed fatto in modo super-teatrale, con sceneggiate del tipo
buttarsi per terra, strapparsi i capelli e con un cambio di umore al momento quando, magari, arriva
una persona dall'esterno che pu essere una possibile fonte di conforto.
In casa fobica, poi, ci si incazza sempre, tutto tragico, niente serio. Si possono fare grandi
litigate, insulti, ma dopo due minuti ci si abbraccia tutti.
Anche i disturbi psicosomatici sono distribuiti in tutte le categorie.
I DAP hanno molte malattie cutanee, delle quali molte sono quasi patognomoniche di questa
organizzazione, come la psoriasi e alcune forme di alopecia; in molti pazienti, prima di un
confronto, la psoriasi aumenta a tali livelli che diventano quasi squamosi. Mi ricordo che,
all'universit, alla facolt di medicina, c'era un mio collega che mi colp perch allora non sapevo
cosa fosse. Aveva 30 anni e, prima di ogni esame, gli si notava una chiazza di alopecia poi, dopo
una settimana dall'esame, gli ricrescevano i capelli. L'ho visto accadere 30 volte.
Anche l'apparato gastroenterico coinvolto e, per molti di loro, lo stomaco un modo di sentirsi,
quasi una specie di coscienza; in tutte le situazioni di confronto hanno crampi allo stomaco, non
possono mangiare niente, hanno i conati di vomito. Una cosa tipica, per loro, l'ulcera,
specialmente quella duodenale, e coliti di vario genere.
Mentre la colite ulcerosa tipica dei Fobici quando hanno dovuto distaccarsi repentinamente da una
base sicura in modo da sentirsi alla merc dei pericoli.
Una paziente, a causa di un cambiamento di lavoro del marito, aveva dovuto seguirlo a New York
da Roma e, dopo quattro mesi, sanguinava. Il marito ha dovuto licenziarsi perch guarita solo
quando tornata a Roma vicino alla madre.
Gli Ossessivi hanno molto spesso l'emicrania, quella con l'aura, cefalea pulsante, mezza testa
colpita e la poliuria dopo, spesso associata a situazioni di attivazione di rabbia non riconosciuta.
Tutte le popolazioni che hanno un livello di scritturalit meno sofisticato hanno molti pi disturbi
somatici e psicosomatici. In uno degli ultimi studi si correlava la parte nord del bacino mediterraneo
con l'Africa del nord e si vedeva che, rispetto agli stessi eventi di vita, nel nord se ne parlava pi in
termini di stati d'animo, mentre nel sud se ne parlava in termini di disturbi corporei, somatici. E' un
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fatto che chiaramente evidenzia che se non si ha un buon sviluppo del metalinguaggio, associato
alla scritturalit, non si riesce a visualizzare l'interno e lo si vive sul corpo.
Ognuna delle quattro organizzazioni di personalit pu sviluppare male il metalinguaggio dei
significati connesso alla scritturalit.
Non tanto un fatto culturale, riguarda il linguaggio interno, la capacit che la persona ha
sviluppato di potersi riferire le cose. Non sempre c' una correlazione con la cultura e si vede a volte
che, plurilaureati, hanno una capacit nulla di visualizzare l'interno e tutto il bagaglio culturale gli
servito, lo usano prevalentemente, come scusa per non leggersi; mentre si possono trovare dei
completi analfabeti che hanno una capacit enorme di leggere l'interno e di sintonizzarsi con gli
altri.
Le popolazioni scritturali hanno maggior tendenza a parlare in termini di stati d'animo, mentre le
popolazioni legate ad un livello di cultura orale hanno la tendenza ad esprimersi in termini di stati
corporei e stati somatici. La cultura correla di meno; ci che correla di pi, secondo me, ma
difficilmente misurabile, l'atteggiamento della persona, indipendentemente dalla cultura, a non
prendersi come scontato, a considerarsi facente parte del campo d'indagine, a non mettersi fuori.
Questo meno collegabile con la cultura anzi, a volte, si vede che la cultura viene usata per non
leggersi.
Combinazioni Dep-Ossessivi non ne ho visti molti e, secondo me, dipende dal fatto che sono due
modi di campo-indipendenza abbastanza inconciliabili tra loro, non possono coesistere.
Tutto l'atteggiamento pi cognitivo dei Depressi rivolto alla modalit di gestire il sentire, mentre
negli Ossessivi pi rivolto Per esempio, come nel romanzo di Herman Hesse, "Narciso e
Boccadoro", c' l'ossessivo della situazione, Narciso, che un teologo, pensiero puro, e il Depresso
della situazione Boccadoro, che aveva perso anche la madre ed un mistico, in cui la conoscenza
lo porta ad uno stato di esaltazione, ma la gestiva lui.
Nell'Ossessivo la conoscenza tutta Outward mentre nel Depresso tutta rivolta all'interno. Si
direbbe quasi che l'aspetto cognitivo una conseguenza non voluta del gestirsi. Il primo punto
gestire questa intenzionalit di attivazione disperante e, per gestirla, "scappa" il pensare, ma non
come intenzione. Sono due stili abbastanza incompatibili.
Sono pi frequenti i Depressi con componente Fobica. Abbastanza frequenti sono anche i DAPOssessivi, dove il tema della certezza fa perdere il giudizio critico dell'altro.
I Fobici-Ossessivi sono pi difficilmente differenziabili perch, entrambi, hanno un problema di
controllo. Per esempio i rubo-fobici, quelli che si lavano, sono ossessivi purissimi; anche
l'Ossessivo ha un problema di controllo e di non perdere il controllo che, per, non gli d un attacco
di panico ma un cambio del senso di s in maniera tutto o nulla.
L'Ossessivo ha un problema di controllo netto, anche nelle stupidaggini: per esempio, se deve
andare a pranzo fuori il sabato, lui, la moglie e la figlioletta, deve prima prevedere tutto quello che
pu succedere, gli inconvenienti, il traffico, il tempo ecc, deve essere tutto previsto in anticipo e
lui deve avere la soluzione. Se gli capita anche la cosa pi imprevista e lui non l'aveva prevista, si
sente come se avesse perso il controllo e quindi spregevole, ma se l'aveva previsto a posto.
Quella che si vede pi frequentemente lorganizzazione DAP-Agora; al secondo posto c' la DAPOssessiva e poi la Depressa con componente Fobica; le altre sono una rarit. Un DAP-Dep si vede
ma, anche qui, bisogna fare una distinzione .
Un giudizio critico a un vero Fobico produce un attacco di panico e, secondo me, non neanche il
caso di dire che ha una componente DAP perch, oggigiorno, tutti hanno una sensibilit al giudizio
altrui. Nel mondo post-moderno, in cui siamo oggi, l'immagine pi importante della persona, per
cui quello che pensano gli altri pi importante di quello che pensi tu; uno che non ha sensibilit al
giudizio degli altri un Neandertal.
Per, per un Fobico, un giudizio critico della moglie significa che la moglie non pi protettiva, gli
pu venire un attacco di panico al momento, si sente male, sbanda, ma c' una chiusura fobica, il
giudizio critico gli d un senso di vulnerabilit.
In un Ossessivo, un giudizio critico della moglie lo fa sentire messo in dubbio nella certezza, gli
vengono i rituali, le ruminazioni, eppure un ossessivo puro.
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Pu capitare anche con un Depresso che, di fronte ad un giudizio critico di un amico o amica, ha
una reazione di lutto, come fosse una perdita.
Il DAP vero quello in cui il giudizio dell'altro cambia il senso di s in accordo al giudizio che
laltro ha di lui, quello il punto focale.
Ognuno reagisce nella sua dimensione di significato emotivo, non che uno insensibile al fatto
che una persona importante gli dica: "Sei scemo!". La risposta DAP quella per cui, anche per un
momento, lui si sente scemo, lui diventa come laltro lo vede. Il DAP pu cambiare il senso di s in
unora, a seconda delle 5 persone diverse con cui parla.
Secondo me vediamo molti pi DAP di quanti ce ne sono in realt perch facciamo affidamento su
parametri che sono aspecifici: la semplice sensibilit al giudizio non discrimina niente ma va visto
l'effetto, come chiude, qual l'effetto sulla persona.
Poich siamo sul sistema Self, far alcune considerazioni su un aspetto abbastanza importante, cio
sul modo di considerare le emozioni come parte integrante dell'esperienza immediata.
Uno dei problemi grossi tutto il tema dei modelli di riferimento che ci sono stati fino ad oggi sulle
emozioni.
Fino ad oggi c' stato prevalentemente (e lo trovate ancora, non cambiato) un modello di
riferimento dell'emozione come appraisal, percezione (in inglese appraisal una percezione un po'
pi elaborata rispetto alla nostra semplice percezione, perch vi implicita anche una valutazione,
in termini di avvicinamento ed evitamento).
Esistono anche teorie che hanno cercato di inquadrare le emozioni in termini di motivazione,
soprattutto per la loro funzione discrepante, cio il fatto che le emozioni sono momenti di
discontinuit, di discrepanza, che spingono l'organismo a dover elaborare aspetti pi integrati di s.
Questi sono stati i due aspetti prevalenti nel mondo anglosassone: emozioni intese come appraisal,
quindi non differenziabili, sostanzialmente, dalla percezione, oppure intese come motivatori, agenti
indirettamente attraverso le discrepanze che producevano. Si ammetteva, per principio, che
l'emozione di per s fosse una forza disgregante e, quindi, tutta la spinta all'organizzazione che
successivamente l'individuo sviluppava era dovuta ad un arginare e assimilare questa spinta
disorganizzante che avevano le emozioni.
E' inutile sottolineare l'aspetto completamente razionalista dove il campo emotivo visto,
essenzialmente, come un campo disorganizzante e con un unica funzione possibile nella
disorganizzazione che impone una riorganizzazione.
Non sono mai state viste, fino a poco tempo fa, le emozioni come aventi una loro funzione
specifica; non c' dubbio che le emozioni siano attivatori, modulatori, motivatori, ma forse non
questa la funzione specifica che hanno, la funzione che poi assumono, anche secondariamente, in
virt del loro accadere nell'organismo.
Forse la funzione primaria che hanno le emozioni quella di fornire un senso di continuit, in
termini di unicit e di unitariet del proprio senso di s per tutta la vita.
Questa una linea di pensiero che fa capo ad un gruppo, abbastanza rilevante, di studiosi di
emozioni fin dagli anni '30, la scuola che fa capo a Silvan Tomkins, che stato il caposcuola e che
vede il sistema emotivo come un sistema primario, dove la funzione basica delle emozioni dare un
collante a tutti gli aspetti che sarebbero stati frammentati, una specie di tessuto connettivo, di
collante in trasversale e collante in longitudinale, ci che d un senso di s integrato e continuo nel
tempo come funzione basica.
Ora c' Izard e la generazione pi attuale di questi si chiama "functionalist and discrete-state
theorists, e ammette che le emozioni siano differenziate tra loro, siano di tonalit emotive discrete
e ognuna specifica; sarebbero quelle che chiamiamo tonalit emotive di base.
Una volta c'era questa controversia, da cui rimasto il nome "discrete": si negava l'esistenza di
tonalit emotive di base; si diceva che l'attivazione emotiva era una soltanto e che le
differenziazioni dipendevano dall'etichettamento cognitivo.
Ekman ha dimostrato che ogni tonalit emotiva di base ha il suo pattern specifico di attivazione
neurovegetativa, motoria e sensoriale; quindi ognuna specifica, e a questo si riferisce il termine
"discrete".
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"Funzionale" si riferisce al fatto che vi dicevo prima, quale sia l'aspetto funzionale specifico che le
emozioni svolgono all'interno della coerenza dell'organismo; la funzione specificatamente loro, in
cui non possono essere sostituite, quella della continuit trasversale e longitudinale. Le emozioni
sono le maggiori responsabili del senso di continuit e di discontinuit, tutti i grossi sensi di
discontinuit nel ciclo di vita sono dovuti a improvvise emergenze emotive, attivazioni emotive che,
per lo meno per un tempo pi o meno lungo, producono al soggetto questo senso di interruzione
della sua storia di vita che pu evolvere in forme patologiche o in forme di riorganizzazione della
propria vita.
Un dato molto caratteristico la discontinuit con grosse riorganizzazioni che produce l'essere
stato, incidentalmente, oggetto di incidenti, assalti, rapine; questi eventi inducono reazioni molto
grosse, una crisi d'identit del soggetto, una grossa discontinuit che si pu accompagnare, per vari
mesi, ad una vera reazione depressiva, che porta sempre a grandi riorganizzazioni e ristrutturazioni
di vita. Emerge, cos, nel senso del Selfhood, un senso di s che sarebbe stato inimmaginabile per la
persona.
Immaginate una persona di successo, che si sente al centro della sua vita, che controlla ogni cosa,
che si trova di colpo alla merc di un ragazzino di 14 anni che gli punta un coltello alla gola, che
magari lo ferisce anche e finisce in ospedale. Questo non un semplice incidente, quello che uno ha
sperimentato un capovolgimento del senso di s che uno, poi, impiegher tempo a recuperare. Il
senso di controllo, di essere al centro della propria vita, pu essere soltanto un'illusione in cui
vissuto per tanti anni senza accorgersi, mentre la vita reale che lui come una foglia in balia del
vento, che la sua vita meno di uno starnuto dell'universo.
E' la cosa pi frequente degli ultimi anni in cui, da una parte, c' un incremento della complessit,
del senso di s e, dall'altra, aumentata un tipo di violenza pi casuale.
In America queste cose sono denominate sotto la voce: "crisi d'identit". E' uno degli aspetti pi
rilevanti di discontinuit, significa una emergenza improvvisa di un senso di s che sarebbe stato
inimmaginabile per l'individuo: immaginare che sono vulnerabile possibile, sentirlo il problema.
Un altro prototipo delle discontinuit emotive, che vanno ancora sotto l'aspetto della normalit, la
conversione religiosa che, ormai, una eccezione visto che viviamo in un mondo desacralizzato.
Questa il tipico prototipo di discontinuit del senso di s che pu durare pochissimo tempo e con
una riemergenza totale completamente riorganizzata e ristrutturata.
Oggi si hanno, per alcuni individui, cambiamenti ideologici che per sono meno intensi di quelli
che una volta erano le conversioni religiose.
Le altre discontinuit appartengono alla patologia, tutti gli episodi di emergenza psicopatologica si
possono ricondurre a una discontinuit dovuta all'attivazione di un senso di s forte, perturbante,
che la persona non riesce n ad assimilare n a fare proprio e per cui lindividuo rimane estraneo,
come una cosa che gli limita la vita ma non gli appartiene, qualcosa di alieno.
Fino ad oggi le emozioni sono state viste prendendo alla lettera la loro durata limitata, infatti sono
attivazioni che hanno una brevissima durata, non hanno minimamente la costanza e continuit dei
pensieri, specialmente se sono intense.
La loro attivazione sempre a grappoli con degli spazi vuoti in mezzo e, da questo punto di vista,
ci che ha sempre colpito delle emozioni proprio questo: il loro accadere in termini di transitoriet
pi o meno accentuata. A suo tempo il termine "discrete" si riferiva anche a questo, perci le
emozioni hanno avuto sempre poca considerazione, per questa loro bizzarria, sia nell'accadere sia
nella transitoriet con cui accadevano.
Oggi, senza negare questo aspetto, si sa che sono molto pi stabili anche se accadono ogni volta in
maniera brusca e transitoria, ma come se si innescasse una reazione a catena in cui permane e
riverbera uno stato d'animo provato per molto tempo.
Questa caratteristica la riprenderemo altre volte perch ha una rilevanza enorme anche per la
psicoterapia.
Un gruppo di belgi si sono dedicati a studiare questo aspetto delle emozioni, e hanno visto che
anche le emozioni di tipo quotidiano, che non hanno una particolare rilevanza sia per intensit sia

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per qualit, tendono a permanere una media di 7-10 giorni e che l'emozione, nel momento in cui si
produce, accade a grappolo ed transitoria ma si accompagna a due aspetti:
1. la cosiddetta ruminazione mentale, in cui si ripensa all'accaduto e ogni volta che ci si ripensa
si attivano altre qualit di emozioni, non quella originaria, ma si riattivano emozioni che si
riferiscono a che effetto fa adesso vedersi dopo aver passato quella situazione di prima;
2. e la condivisione sociale come, ad esempio, se capita una discussione brevissima, con
scambio di battute taglienti con il posteggiatore che voleva 2000 lire in pi e il soggetto non
gliele d per ripicca. Questo continuer a rimbalzargli in mente, non tanto l'episodio ma, man
mano che il tempo passa, la persona si rivede come era nella situazione e il primo amico che
incontra glielo dice e ci mantiene l'emozione attiva, non quella originaria, ma tutte le
sfumature successive che vengono date dalla riflessione su se stessi, sull'episodio, sul commento
che fa l'amico che riporta episodi analoghi successi anche a lui.
Se unemozione ordinaria pu arrivare a riverberare in media 7-10 giorni, andando affievolendosi (i
primi due giorni sono quelli in cui uno ci pensa, ci rumina, ne parla di pi e si pu arrivare a
parlarne quasi senza riferimento alla situazione originaria, diventa un caso sociale, una discussione
sociale), pensiamo ad una emozione basica, ad una scena nucleare di base che si interconnessa
in questa differenziazione! Pensate ad un bambino Depresso che ha le emozioni di disperazione e
rabbia che si stagliano non da sole, ma connesse a scene nucleari, che sono quelle che avviano la
trama narrativa; sono scene che semplificano ci che successe: rifiuti, indifferenza, castighi,
solitudine. Se quelle ordinarie riverberano 7-8 giorni, queste qui di base riverberano sempre,
continuamente, lungo l'intero arco di vita di una persona.
Infatti le trovate addirittura nei contenuti dei sintomi della gente.
Un mio paziente Fobico, che vidi una ventina d'anni fa, era uno con un atteggiamento di noncuranza
del giudizio degli altri, e quando gli facevo ricostruire cosa lo terrorizzasse di pi nel perdere il
controllo, aveva i classici temi di infarto, e si era cominciato a scompensare a 45 anni, appena
sposato, perch si sentiva costretto; il massimo del terrore, per lui, sarebbe stato avere un infarto
che lo avesse colto mentre stava chiuso in bagno a defecare.
Quello che mi colpiva era che ai Fobici, di solito, non interessa del giudizio degli altri, ma lui aveva
difficolt in bagno perch il primo evento costrittivo della sua vita era stato quando, a tre anni,
mentre stava sul vasetto in giardino, la sorella, molto pi grande di lui, con il cognato gli fanno una
fotografia e lui, che stava defecando, imbarazzato cerca di alzarsi e di andarsene senza riuscirci,
rimanendo incastrato nel vasetto. Il riverbero di questa scena nucleare gli rimane praticamente tutta
la vita e il suo tema pi terrorizzante era di avere un attacco di panico seduto in bagno. Questo
episodio gli riverberava da 40 anni!
Dopo aver fatto un excursus generale sul sistema del Self, prenderemo in considerazione lo
sviluppo del bambino, torneremo a vedere alcuni argomenti soprattutto da parte del bambino, cosa
succede a 2-3 anni, i cambiamenti nelle varie fasi di passaggio, e poi, fatto lo sviluppo negli anni
prescolari e la fanciullezza in generale, partiremo a ricostruirci una per una le organizzazioni di
significato.

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Testi citati

HAYEK

Nuovi Studi sulle Idee I Cap. Il Primato dellAstratto Ed. Rusconi

HESSE Herman

Narciso e Boccadoro

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