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Libro Di Chimica. FACILE, OTTIMO PER COMPRENDERE MEGLIO CHIMICA. X Medie Superiori e Corsi Propedeutici Università
Libro Di Chimica. FACILE, OTTIMO PER COMPRENDERE MEGLIO CHIMICA. X Medie Superiori e Corsi Propedeutici Università
LA MATERIA
1.B PRE-TEST
1.C OBIETTIVI
1.1 COS LA MATERIA?
1.2 CORPI E SOSTANZE
1.2.1 CORPI PURI E MISCELE
1.2.2 LE SOSTANZE
ESERCIZI
LA MATERIA
1.B PRE-TEST
Individua tra le specie seguenti le sostanze,
distinguendole in sostanze semplici e sostanze
composte:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
acqua di mare
acido solforico
diamante
bronzo
aria
acqua distillata
zolfo
esistere;
comprendere il modello particellare della materia in
riferimento alle trasformazioni fisiche;
distinguere i corpi puri dai corpi non puri;
sapere che cosa si intende per fase;
riconoscere un miscuglio omogeneo da uno
eterogeneo;
comprendere lidea di sostanza e distinguere tra
sostanze semplici e sostanze composte;
usare in modo corretto il termine elemento.
Soluzione
1.C OBIETTIVI
Al termine di questa Unit dovrai essere in grado di:
conoscere gli attributi essenziali della materia e le
caratteristiche dei tre stati fisici in cui questa pu
LA MATERIA
appoggiarsi; il tutto appoggiato su quattro elementi
verticali di altezza opportuna. Avremmo cos
espresso gli attributi essenziali che permettono di
identificare un certo oggetto come una sedia,
inserendolo in una certa categoria e collegandolo
con il concetto di sedia.
Procedendo in modo simile per la materia, vanno
individuati i suoi attributi essenziali, che la rendono
materia e non qualcosaltro. Questi ATTRIBUTI
possono essere sintetizzati cos:
la materia caratterizzata da tre stati fisici
(solido, liquido, gassoso);
LA MATERIA
tra loro. Lobiettivo era quello di calare nella
complessit delle osservazioni uno schema
interpretativo globale.
In relazione agli stati fisici della materia ed alle
trasformazioni che permettono di passare da uno
stato allaltro, stato elaborato un modello semplice
che permette non soltanto di interpretare i fenomeni
osservati, ma anche di avanzare previsioni su altri
fenomeni. Si tratta del
MODELLO PARTICELLARE
Gli assiomi fondamentali di questo modello sono i
seguenti:
1. Tutti i corpi sono costituiti di particelle.
2. Una particella indivisibile.
3. Una particella conserva sempre la propria
forma, cio indeformabile.
4. Una particella di un determinato corpo ha un
volume definito, diverso da quello della particella di
un altro corpo.
5. Una particella di un determinato corpo ha
LA MATERIA
a) stato solido
b) stato liquido
c) stato gassoso
La materia, quindi, pu essere definita a partire dai suoi attributi caratteristici ed soggetta a trasformazioni di
vario genere: esistono TRASFORMAZIONI CHIMICHE e TRASFORMAZIONI FISICHE, per il momento
ci concentriamo soltanto su queste ultime, che possono essere messe in relazione con i passaggi di stato. Le
trasformazioni chimiche (o reazioni chimiche) verranno introdotte successivamente.
LA MATERIA
materia
corpo
(porzione di materia)
corpo puro
(una sola sostanza)
sost. semplice
(un solo elemento)
sost. composta
(pi elementi)
miscela
(pi sostanze)
m. omogenea
(una fase)
m. eterogenea
(pi fasi)
LA MATERIA
1.2 CORPI E SOSTANZE
1.2.1 CORPI PURI E MISCELE
LA MATERIA
sostanze che la compongono sono in fase gassosa.
Sciogliendo un po di zucchero in acqua otteniamo
un altro esempio di miscela omogenea:
generalizzando si pu dire che le soluzioni sono
miscele omogenee. Daltra parte, se mescoliamo
lacqua con una sostanza non solubile, si ottiene una
miscela eterogenea tra solido e liquido che prende il
nome di sospensione.
Nel caso di due o pi liquidi, si ha un sistema
omogeneo solo se questi sono completamente
miscibili tra loro; la miscela acqua-olio rappresenta
invece un esempio di sistema eterogeneo, in quanto
lolio tende a galleggiare e non si mescola con
lacqua. Sbattendo energicamente i due liquidi si pu
ottenere unemulsione, ma se questa non viene pi
agitata le due componenti tendono spontaneamente
a separarsi.
I metodi di separazione delle sostanze che
costituiscono le miscele variano a seconda che queste
ultime siano omogenee o eterogenee: ad esempio, i
componenti di una miscela di sabbia ed acqua
possono essere separati per filtrazione, mentre per
separare il sale disciolto nellacqua di mare
Livello empirico
Livello particellare
Sul piano empirico, le sostanze sono caratterizzate da
propriet ben definite (ad esempio, il punto di
ebollizione e di fusione, la densit, ecc.) diverse tra
una sostanza e laltra, ma che non variano in
porzioni diverse della stessa sostanza.
LA MATERIA
PROPRIETA FISICHE DI ALCUNE SOSTANZE
Sostanza
Densit
Carbonato di calcio
(CaCO3)
2,710
1339
898
Alluminio metallico
(Al)
2,702
660
2467
Cloruro di sodio
(NaCl)
2,165
801
1413
Quarzo
(SiO2)
2,635
1610
2230
LA MATERIA
Se, ad esempio, sottoponiamo lacqua di mare (che
una miscela omogenea) a distillazione, otteniamo un
liquido che ha sempre le stesse caratteristiche
esteriori e che caratterizzato da propriet costanti,
indipendentemente dalle condizioni in cui stata
realizzata la distillazione o dalle caratteristiche della
soluzione di partenza. Quindi, le sostanze (in questo
caso, lacqua) conservano la loro identit quando
vengono sottoposte a trasformazioni fisiche.
Notiamo che solo le sostanze sono caratterizzate da
propriet costanti; le miscele delle stesse sostanze,
invece, possono presentare di volta in volta
composizione percentuale diversa, a cui
corrisponderanno propriet diverse.
Passando al livello microscopico, possiamo
affermare che
una sostanza costituita da unit strutturali
di un unico tipo
Le unit strutturali possono essere atomi, molecole o
ioni; i concetti di atomo, molecola, e ione, che
LA MATERIA
determina la posizione nella Tavola Periodica; gli
atomi di un certo elemento hanno tutti lo stesso
numero atomico.
Unultima distinzione permette di riconoscere
SOSTANZE SEMPLICI e SOSTANZE
COMPOSTE:
Le unit strutturali delle sostanze SEMPLICI
sono o atomi o molecole di un solo elemento,
generalmente formate da due o pi atomi uguali (es.
O2, diossigeno, O3, ozono, Cl2, dicloro, ecc.); i gas rari
(He, Ar, ...) formano molecole monoatomiche.
LA MATERIA
LAVOISIER (nel XVIII secolo) propone una
definizione di elemento legata alla pratica
sperimentale e ad un approccio di tipo scientifico;
lelemento associato con lidea di termine ultimo a
cui pu giungere lanalisi. Sono ritenuti elementi tutte
le sostanze che i metodi sperimentali a disposizione
non hanno ancora permesso di decomporre. Lo
sviluppo delle tecniche potrebbe rivelare che specie
considerate come elementi sarebbero invece sostanze
composte.
Il termine elemento viene usato da Lavoisier come
sinonimo di sostanza semplice.
Con la scoperta della STRUTTURA
DELLATOMO e degli ISOTOPI lidea di elemento
non pi sinonimo di sostanza semplice: viene
quindi caricata di nuovi significati ed associata al
numero atomico (cio il numero delle cariche
positive del nucleo), che permette di spiegarne la
posizione nella Tavola Periodica partendo dalla
struttura elettronica.
Gli isotopi sono specie atomiche caratterizzate da
LA MATERIA
andrebbero invece distinti.
Nella speranza che in futuro si arrivi ad una
maggiore chiarezza, questo esempio sottolinea lo
stretto legame tra i concetti ed il linguaggio usato per
esprimerli, ed invita ad un approccio critico anche
delle espressioni pi abituali.
rame (Cu)
sale da cucina (NaCl)
1.V.3 Riconosci le miscele omogenee e quelle
eterogenee:
acqua + zucchero completamente sciolto
acqua + sale insolubile
acqua + metanolo (miscibili)
acqua + olio (immiscibili)
LA MATERIA
Soluzione Pre-Test
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
ESERCIZI
ESERCIZI
1) Individua tra le seguenti trasformazioni quelle di
natura fisica:
a) la dissoluzione dello zucchero in acqua
b) la produzione del vino per fermentazione del
mosto duva
c) lo scioglimento del ghiaccio
d) la formazione di ruggine su un chiodo di ferro
e) la sublimazione di CO2 nel ghiaccio secco
Soluzione
2) Distingui le sostanze semplici:
a) sciroppo
b) latte
c) rame
d) ossigeno
e) acqua
Soluzione
ESERCIZI
7) Individua le soluzioni:
a) acqua gasata
b) latte
c) acqua e zucchero
d) olio e aceto
e) sangue
Soluzione
8) Un sistema formato da acqua + zucchero +
polvere di cacao :
a) a tre fasi
b) a due fasi
c) a una sola fase
Soluzione
ESERCIZI
Soluzione
1a)
1b)
1c)
1d)
1e)
1f)
ESERCIZI
Soluzione
2a)
2b)
2c)
2d)
2 e)
2f)
ESERCIZI
SOLUZIONI
1.
2.
3.
c, e
Back
9.
Back
c, d
e
a, b
Back
5.
d
Back
6.
b
Back
7.
b
Back
Back
4.
8.
a, c
Back
c
Back
ESERCIZI
10.Secondo schema
2a) sostanza pura - sostanza semplice
2b) miscela - sostanza semplice/ sostanza composta
2c) miscela - sostanze semplici
2d) sostanza pura - sostanza composta
2e) sostanza pura - sostanza composta
2f) sostanza pura - sostanza semplice
Back
GLOSSARIO
ACIDI CARBOSSILICI
composti caratterizzati dal gruppo acido -COOH,
che pu dare legami a idrogeno conferendo loro
punti di ebollizione relativamente elevati e
miscibilit in acqua (termini a basso peso
molecolare); il loro nome si ottiene con il termine
acido ed il suffisso -oico. Possono essere ottenuti
per ossidazione di unaldeide, inversamente
possono essere ridotti ad aldeidi e per sostituzione
dellOH formano vari derivati (tra cui, esteri ed
ammidi).
(Unit 14, pag. 27)
(OSSO) ACIDO
composto che in acqua d soluzioni con propriet
acide ottenuto per reazione di un ossido acido con
H2O; gli idracidi sono invece frutto di una
reazione diretta tra lelemento e H2.
(Unit 3, pag. 4)
ACIDO
GLOSSARIO
per costruire i nomi delle molecole pi complesse.
Sono composti apolari, in generale poco reattivi;
possono dare reazioni di combustione e di
sostituzione.
(Unit 14, pag. 9)
ALCOLI
composti caratterizzati dal gruppo polare - OH (cui
corrisponde nel nome il suffisso olo) che possono
essere interessati da legame a idrogeno tra molecole
adiacenti, con conseguente solubilit in acqua ed
elevate temperature di ebollizione. Possono essere
ottenuti per riduzione di aldeide o acido
carbossilico (alcool primario) o di un chetone
(alcool secondario); inversamente, ossidando un
alcool primario o secondario si ottengono
rispettivamente unaldeide e un chetone.
(Unit 14, pag. 19)
ALDEIDI
composti che presentano il gruppo carbonilico al
termine della catena ( - CHO), cui corrisponde il
suffisso di nomenclatura -ale e che possono essere
GLOSSARIO
minore elettronegativit di N rispetto ad O.
(Unit 14, pag. 30)
ANELLO AROMATICO
struttura caratteristica del benzene (C6H6) e dei suoi
derivati che comprende un anello esagonale in cui gli
atomi di C (ibridati sp2) presentano legami C - C
tutti equivalenti, con legami p delocalizzati; la
molecola reale del benzene pu essere considerata
come intermedia tra le due strutture possibili in cui
si hanno legami singoli e legami doppi alternati.
Lanello aromatico pu dare reazioni di
sostituzione.
(Unit 14, pag. 17)
ANODO
elettrodo cui associato il processo di ossidazione,
che rappresenta il polo negativo di una pila ed il
polo positivo di una cella elettrolitica.
(Unit 13, pag. 4 e pag. 20)
ATOMO
la pi piccola particella costitutiva di un elemento,
GLOSSARIO
orbitali p, e che comprende i gruppi III, IV, V, VI,
VII, oltre al Gruppo 0 (ultimi sei gruppi a destra).
CATODO
elettrodo cui associato il processo di riduzione, che
rappresenta il polo positivo di una pila ed il polo
negativo di una cella elettrolitica.
(Unit 13, pag. 4 e pag. 20)
CELLA ELEMENTARE
unit che si ripete per dare luogo al reticolo
cristallino e che rappresenta la pi piccola porzione
del reticolo stesso; ogni cella elementare definita da
tre parametri lineari (lunghezza degli spigoli) e da tre
parametri angolari (angoli tra gli spigoli). La cella pi
semplice quella cubica, caratterizzata da spigoli
della stessa lunghezza e perpendicolari tra loro
(angoli di 90).
(Unit 7, pag. 5)
CHETONI
composti in cui il gruppo carbonilico si trova
allinterno della catena (- CO -), cui corrisponde il
suffisso di nomenclatura -one, e che possono essere
ottenuti per ossidazione di un alcool secondario; per
riduzione danno alcooli secondari, mentre sono
GLOSSARIO
difficilmente ossidabili.
(Unit 14, pag. 24)
COEFFICIENTI STECHIOMETRICI
coefficienti introdotti davanti alle formule del
simbolo di reazione, in modo che venga rispettato
il principio di conservazione della massa;
esprimono il numero relativo di molecole di
reagenti e prodotti che partecipano alla reazione,
ma possono assumere anche un significato
macroscopico legato alle quantit in peso di
sostanza coinvolte nella reazione.
(Unit 3, pag. 15)
COMPLESSO ATTIVATO
specie intermedia ad alto contenuto energetico,
formata dai reagenti di una reazione, che poi si
decompone per dare i prodotti; la differenza di
energia tra i reagenti ed il complesso attivato (cio
lenergia di attivazione) rappresenta una vera e
propria barriera energetica e fa s che la formazione
del complesso attivato sia spesso uno stadio lento.
GLOSSARIO
% peso = g soluto in 100 g di soluzione
CONFIGURAZIONE ELETTRONICA
indica come gli elettroni sono distribuiti negli
orbitali di un atomo e ne determina le propriet
chimiche; la configurazione elettronica pu essere
costruita a partire dal numero atomico, secondo un
procedimento di riempimento progressivo degli
orbitali ad energia crescente (principio dellAufbau).
(Unit 4, pag. 13)
CORPO PURO
porzione limitata di materia, costituita da
particelle di un unico tipo, che pu anche essere
indicato con il termine sostanza (pura): un corpo
puro quindi costituito da una sola sostanza.
(Unit 1, pag. 7)
COSTANTE DI AVOGADRO
(NA = 6,0221023) esprime il numero di particelle
contenute in una mole di qualsiasi specie chimica e
mette in relazione il numero di unit strutturali con
la quantit di materia.
(Unit 2, pag. 10)
COSTANTE DI DISSOCIAZIONE
(di un acido o di una base) costante di equilibrio
relativa alla dissociazione di un acido o di una base
che d una misura quantitativa di quanto la specie
dissociata, e quindi della sua forza (alti valori di K
specie molto dissociata acido/base forte, bassi
valori di K specie poco dissociata
acido/base debole).
(Unit 12, pag. 6)
COSTANTE DI EQUILIBRIO
(legge dellequilibrio chimico) rapporto tra il
prodotto delle concentrazioni allequilibrio dei
prodotti ed il prodotto di quelle dei reagenti
(ciascuna elevata ad un esponente pari al coefficiente
stechiometrico del simbolo di reazione bilanciato); il
GLOSSARIO
suo valore costante ad una certa temperatura.
Oltre a questa costante (Kc) possibile definire una
analoga costante (Kp) in cui, al posto delle
concentrazioni, compaiono le pressioni parziali dei
componenti gassosi che partecipano alla reazione.
(Unit 11, pag. 6)
DIAGRAMMA DI STATO
rappresentazione grafica che consente, per una
specie chimica pura, di conoscere i campi di
stabilit di ogni stato fisico in funzione della
temperatura e della pressione e di definire le
condizioni di temperatura e pressione alle quali
coesistono in equilibrio pi stati fisici.
(Unit 7, pag. 29)
DIFFRATTOMETRIA DI RAGGI X
Tecnica analitica che consente di identificare le
fasi cristalline presenti in un campione. Radiazioni
X di lunghezza donda opportuna vengono inviate
sul campione e danno luogo a fenomeni di
diffrazione; si ottiene un diffrattogramma, la cui
interpretazione permette di riconoscere le
sostanze presenti.
(Unit 7, pag. 5)
ELEMENTO
caratterizzato da un simbolo e da un numero
dordine, il numero atomico, che ne determina la
posizione nella Tavola Periodica; pu esistere sotto
forma di diversi isotopi.
Il termine veniva usato fino a Lavoisier come
sinonimo di sostanza semplice, ma con la scoperta
degli isotopi e della struttura dellatomo si carica di
nuovi significati.
(Unit 1, pag. 10)
ELETTROLISI
insieme di fenomeni che si verificano quando un
elettrolita viene attraversato da una corrente
elettrica, con trasformazione di energia elettrica in
energia chimica; affinch il processo avvenga, si deve
fornire energia per far avvenire una reazione redox
che avverrebbe spontaneamente nel verso opposto.
La forza elettromotrice associata al processo
GLOSSARIO
negativa.
(Unit 13 pag. 19)
ELETTROLITA
sostanza che in soluzione si scinde totalmente o
parzialmente in ioni, dando luogo al fenomeno della
dissociazione; in base alle modalit con cui questa
avviene si distinguono:
GLOSSARIO
una quantit di energia pi elevata.
(Unit 4, pag. 17)
ENERGIA DI LEGAME
energia per mole che deve essere fornita per
rompere un certo legame; la stabilit di una
molecola, quindi, tanto maggiore, quanto pi
alta la sua energia di legame.
(Unit 6, pag. 3)
ENTALPIA
(H) funzione di stato che corrisponde al calore di
reazione a P costante, e la cui variazione uno dei
fattori che si considerano per valutare la spontaneit
di una reazione chimica; le reazioni esotermiche
sono caratterizzate da H < 0, quelle endotermiche
da H > 0.
(Unit 9, pag. 5)
ENTROPIA
(S) funzione di stato che pu essere messa in
relazione con lo stato di disordine di un sistema e
che consente, unitamente alla variazione di entalpia,
GLOSSARIO
EQUAZIONE DI STATO DEI GAS
PERFETTI
mette in relazione le variabili che descrivono un gas;
per n moli di gas: PV = nRT.
Modificando opportunamente questa relazione,
possibile risalire al peso molecolare ed alla densit
del gas.
(Unit 7, pag. 19)
EQUAZIONE DI VAN DER WAALS
(per i gas reali) lequazione di stato valida per i gas
ideali deve essere modificata riguardo a due aspetti:
il volume materialmente occupato dalle molecole del
gas e le interazioni tra le molecole stesse. Da un
lato, la pressione esercitata dal gas sulle pareti del
recipiente minore di quella di un gas ideale
mantenuto nelle stesse condizioni, dallaltro il
volume realmente a disposizione delle particelle
inferiore a causa del volume occupato dalle
molecole del gas.
(Unit 7, pag. 25)
EQUILIBRIO CHIMICO
situazione dinamica che si stabilisce in un sistema in
cui avvengono una reazione (diretta) e la sua
reazione inversa, per cui le concentrazioni dei
reagenti e dei prodotti sono costanti e le velocit
delle due reazioni assumono lo stesso valore; in
queste condizioni, il sistema mantiene invariate le
sue propriet dal punto di vista macroscopico.
(Unit 11, pag. 5)
ETERI
composti di formula generale R1- O - R2, nel cui
nome si indicano i radicali seguiti da etere; sono
complessivamente poco reattivi, in quanto il legame
etereo stabile, e possono essere usati come
anestetici.
(Unit 14, pag. 23)
FARADAY (leggi di)
relazioni che riguardano gli aspetti quantitativi
dellelettrolisi.
1. La massa di un certo elemento ridotta (o
ossidata) agli elettrodi durante unelettrolisi
GLOSSARIO
proporzionale alla quantit di elettricit che passata
attraverso la soluzione.
2. Le masse di diversi elementi ridotti (o ossidati)
dalla stessa quantit di elettricit sono proporzionali
ai loro pesi equivalenti.
(Unit 13, pag. 22)
FORMULA MINIMA
(o formula empirica) indica il numero relativo di
atomi dei diversi elementi contenuti in una sostanza
composta; pu essere determinata a partire dai
risultati dellanalisi qualitativa (composizione
percentuale).
(Unit 2, pag. 16)
FORZA ELETTROMOTRICE
(E) differenza di potenziale che si stabilisce tra le
due semicelle e che fornisce unindicazione
quantitativa della probabilit che nella cella
avvenga una certa reazione redox, per cui un
valore positivo della f.e.m indica che la reazione
redox corrispondente spontanea. In condizioni
standard, E = Ec - Ea.
(Unit 13 pag. 5)
FORZE INTERMOLECOLARI
(spesso indicate genericamente come forze di Van
der Waals) forme di interazione tra le molecole di
natura elettrostatica, pi deboli rispetto ai legami
ionici e covalenti, che conferiscono alle sostanze
propriet specifiche, rilevanti soprattutto allo stato
liquido e solido. Comprendono:
interazioni dipolo-dipolo
GLOSSARIO
GAS IDEALE
GRUPPI
(nella T. P.) colonne verticali che riuniscono gli
elementi con configurazioni elettroniche simili;
elementi di uno stesso gruppo presentano propriet
chimiche analoghe.
(Unit 5, pag. 6)
GRUPPO FUNZIONALE
raggruppamento di atomi che caratterizza le
principali categorie di composti organici e conferisce
alle molecole della classe propriet chimiche
caratteristiche; questo sistema permette di
raggruppare un vasto numero di composti in un
numero relativamente limitato di classi.
(Unit 14, pag. 19)
HESS (legge di)
il calore sviluppato in un processo chimico a
pressione costante indipendente dal fatto che il
processo avvenga in uno o pi stadi; associata alla
legge di Lavoisier-Laplace (il calore richiesto per
decomporre una sostanza uguale al calore
sviluppato nella sua formazione), permette di
GLOSSARIO
ricavare calori di reazione che non possono essere
misurati direttamente, a partire da reazioni di cui
sono noti i H.
(Unit 9, pag. 9)
IBRIDAZIONE
metodo per cui un certo numero di orbitali
atomici viene combinato attraverso un
procedimento matematico, per dare luogo allo
stesso numero di orbitali ibridi equivalenti,
caratterizzati da una specifica geometria
molecolare; la particolare forma degli orbitali
ibridi consente una sovrapposizione pi efficace e
permette quindi la formazione di legami pi forti.
IDROCARBURI
composti che contengono esclusivamente C ed H e
che possono essere alifatici (con struttura a catena)
o aromatici (derivati dal benzene); gli idrocarburi
alifatici si suddividono a loro volta in saturi
(contenenti solo legami C-C semplici) ed insaturi
(contenenti anche doppi e tripli legami).
(Unit 14, pag. 9)
IDROCARBURI INSATURI
comprendono alcheni e alchini: gli alcheni, in cui
il C ibridato sp2, presentano un doppio legame
C-C, hanno nomi caratterizzati dal suffisso ene e
danno principalmente reazioni di addizione al
doppio legame (tra cui, reazioni di
polimerizzazione); gli alchini sono idrocarburi
contenenti tripli legami (C ibridato sp), hanno
nomenclatura simile a quella degli alcheni
(suffisso -ene sostituito con ino) e danno
anchessi reazioni di addizione al triplo legame,
che si trasforma in legame doppio.
(Unit 14, pag. 13 e pag. 15)
GLOSSARIO
IDROLISI
fenomeno che nelle soluzioni acquose di sali pu
determinare un pH acido, neutro o basico per
linstaurarsi di equilibri acido-base dovuti a reazione
con il solvente (cio lacqua); solo gli ioni
generati dalla dissociazione del sale derivanti da
acidi o basi deboli danno reazioni di idrolisi.
IONE
particella dotata di carica; se la carica positiva si
parla di catione, se negativa di anione.
(Unit 1, pag. 10)
ISOMERI
composti caratterizati dalla stessa formula
molecolare, ma da formule di struttura diverse;
nellisomeria di struttura gli isomeri presentano
diversa disposizione nei legami che uniscono gli
atomi, mentre si ha isomeria geometrica nei
composti contenenti doppi legami, in relazione alla
posizione relativa dei sostituenti da parti opposte del
doppio legame.
(Unit 14, pag. 6)
ISOTOPI
atomi di uno stesso elemento caratterizzati tutti
dallo stesso numero atomico (cio lo stesso
numero di protoni), ma da un diverso numero di
neutroni nel nucleo (diverso numero di massa).
(Unit 4, pag. 5)
GLOSSARIO
LEGAME A IDROGENO
particolare tipo di interazione dipolo-dipolo,
caratterizzato da unintensit elevata e da un parziale
carattere direzionale, che pu formarsi quando un
atomo di H legato ad un atomo fortemente
elettronegativo. Pu essere intramolecolare
(allinterno di una stessa molecola) oppure
intermolecolare (tra molecole diverse); la sua
importanza legata al fatto che le propriet fisiche e
chimiche delle sostanze interessate si modificano in
misura rilevante.
(Unit 6, pag. 16)
LEGAME COVALENTE
legame che si forma tra atomi di elettronegativit
non troppo diversa, attraverso la condivisione di due
elettroni, ciascuno fornito da uno dei due atomi che
partecipano al legame; fortemente direzionale e
la zona di massima densit corrisponde al
segmento che unisce i nuclei degli atomi legati.
(Unit 6, pag. 8)
GLOSSARIO
forma tra atomi con elevata differenza di
elettronegativit e che comporta lacquisto/cessione
di uno o pi elettroni.
(Unit 6, pag. 7)
LEGAME METALLICO
modello in cui il metallo viene rappresentato da
un reticolo di ioni positivi immersi in un mare di
elettroni delocalizzati, liberi di muoversi
allinterno del reticolo; pur nella sua semplicit,
permette di spiegare le principali propriet dei
metalli (conducibilit elettrica, lucentezza,
malleabilit e duttilit).
(Unit 6, pag. 18)
LEGGE PERIODICA
(Mendeleev, 1868) le propriet dei corpi semplici,
come le forme e le propriet delle combinazioni,
sono funzione periodica della grandezza del peso
atomico.
Egli propose quindi una classificazione basata sulla
similitudine nel comportamento chimico e sul peso
atomico crescente.
(Unit 5, pag. 4)
LIQUIDO
stato fisico della materia in cui le particelle, rispetto
al solido, sono pi lontane tra loro, meno ordinate,
ed hanno energia superiore, per cui sono in grado
di vincere le forze che le trattengono e di
muoversi, seppure in misura limitata; i liquidi
hanno massa e volume definiti, assumono la forma
del recipiente e sono poco compressibili.
(Unit 7, pag. 3)
MASSA ATOMICA RELATIVA
rapporto tra la massa assoluta di un atomo e la
massa della dodicesima parte dellatomo di 12C
(unit di massa atomica (uma) = 1/12 della massa
atomica del 12C).
La massa molecolare relativa si ottiene sommando le
masse atomiche relative degli atomi che
compongono una molecola.
(Unit 2, pag. 6)
GLOSSARIO
MASSA MOLARE
massa in grammi di una mole di sostanza,
generalmente espressa in grammi per mole
(g mol-1). Come la mole, anche la massa molare
pu essere riferita ad atomi, molecole e ioni.
(Unit 2, pag. 11)
MATERIA (attributi della)
(Unit 5, pag. 8)
METALLI DI TRANSIZIONE
elementi distribuiti in tre serie (quarto, quinto e sesto
periodo) in cui si ha il riempimento degli orbitali 3d,
4d e 5d, rispettivamente; in questa zona della
Tavola periodica gli elementi presentano analogia
di propriet anche orizzontalmente, e questo pu
essere messo in relazione con la struttura elettronica
poco dissimile.
(Unit 5, pag. 9)
METALLI E NON-METALLI
la maggior parte degli elementi della tavola periodica
sono metalli, mentre i non-metalli sono concentrati
nella parte destra della tavola; metalli e non-metalli
vengono spesso separati da una linea diagonale a
scalini: gli elementi lungo questa linea sono i
metalloidi (o semi-metalli), con propriet intermedie.
Tra le propriet considerate per distinguere i metalli
dai non-metalli, la conducibilit elettrica e la natura
(acida o basica) degli ossidi.
(Unit 5, pag. 7)
GLOSSARIO
MISCELA
(detto anche corpo non puro) porzione di materia
costituita da pi sostanze diverse, ciascuna delle
quali mantiene la propria identit e pu, attraverso
un metodo adatto, essere separata dalle altre.
Esistono, miscele omogenee, in cui ogni parte
presenta le stesse propriet fisiche, e miscele
eterogenee, in cui possibile distinguere parti che
hanno propriet fisiche diverse.
(Unit 1, pag. 7)
MOLE
quantit di sostanza che contiene un numero di
particelle uguale a quello presente in 12 g di
carbonio 12. La mole permette di collegare il livello
microscopico (cio quello in cui si considerano
atomi, molecole, ecc.) con il livello macroscopico, in
cui si ha a che fare con quantit di sostanza che
possono essere pesate e maneggiate. A seconda della
specie chimica, esisteranno moli di atomi di
molecole, di ioni, di elettroni, ecc.
(Unit 2, pag. 10)
MOLECOLA
agglomerato definito e strutturato di atomi che pu
esistere in modo indipendente; caratterizzata da
specifiche propriet chimiche dovute agli atomi
presenti nel loro insieme.
(Unit 1, pag. 10)
NERNST (equazione di)
relazione che consente, noto il potenziale di una
reazione redox in condizioni standard, di ricavare il
potenziale della stessa reazione quando le
concentrazioni/pressioni parziali delle specie
coinvolte non sono unitarie.
(Unit 13, pag. 11)
NEUTRALIZZAZIONE
reazione acido-base usata nelle titolazioni; si
determina la concentrazione incognita di una
soluzione di acido (base) valutando il volume di una
soluzione di base (acido) a concentrazione nota
che la neutralizza completamente
(Unit 8, pag. 11, Unit 12 pag. 15)
NUMERO ATOMICO
GLOSSARIO
(Z) la caratteristica pi importante per definire
lelemento; esso esprime il numero dei protoni
presenti nel nucleo (e quindi anche il numero di
elettroni nellatomo neutro), nonch la posizione
dellelemento nella tavola periodica.
(Unit 4, pag. 6)
NUMERO DI COORDINAZIONE
in un solido, esprime il numero di particelle (o
sferette) con le quali una particella a contatto in
una determinata struttura. Ad esempio, le strutture
esagonale compatta e cubica compatta hanno
numero di coordinazione 12.
(Unit 7, pag. 7)
NUMERO DI MASSA
(A) esprime la somma dei neutroni e dei protoni
presenti nel nucleo; isotopi diversi dello stesso
elemento sono caratterizzati dallo stesso numero
atomico, ma da diverso numero di massa.
(Unit 4, pag. 6)
NUMERO DI OSSIDAZIONE
(N.O., detto anche stato di ossidazione) pu essere
messo in relazione con il numero di elettroni che un
atomo utilizza per formare legami ed esprime il suo
stato relativo di ossidazione o riduzione;
corrisponde alla carica ipotetica che ogni atomo di
una formula acquisterebbe attribuendo gli elettroni
di legame in base allelettronegativit degli atomi.
(Unit 3, pag. 3 e pag. 9)
NUMERO QUANTICO
GLOSSARIO
spazio.
GLOSSARIO
reagenti.
(Unit 10, pag. 6)
OSSIDO
composto binario con lossigeno; gli ossidi dei
metalli e dei non metalli, pur avendo formule
analoghe, hanno propriet diverse e si parla,
rispettivamente, di ossidi basici e ossidi acidi.
(Unit 3, pag. 4)
OTTETTO
configurazione molto stabile, caratteristica
dellultimo livello dei gas nobili, che gli altri elementi
tendono a raggiungere cedendo, acquistando o
condividendo elettroni, in modo assumere la
configurazione elettronica del gas nobile
precedente o seguente.
(Unit 6, pag. 4)
PARTICELLE SUBATOMICHE
Particella
Massa (rispetto a
quella del protone)
Carica (rispetto a
quella del protone)
Protone
+1
Neutrone
Elettrone
1 /1 8 4 0
-1
(Unit 4, pag. 6)
PERIODI
(nella T. P.) righe orizzontali, in cui gli elementi sono
disposti in ordine di peso atomico crescente; lungo
il periodo si ha una graduale variazione delle
propriet, legata alle variazioni nella struttura
elettronica.
(Unit 5, pag. 6)
PH
misura dellacidit o basicit di una soluzione; si
calcola attraverso il logaritmo decimale della
GLOSSARIO
concentrazione degli ioni idrogeno cambiato di
segno (pH = -log [H+]) e assume per lo pi valori
compresi tra 0 e 14.
(Unit 12, pag. 8)
PILA
sistema costituito da due elettrodi immersi in
opportune soluzioni, separate tra loro da un setto
poroso, che consente di trasformare energia chimica
in energia elettrica, mediante una reazione redox
spontanea; la forza elettromotrice assume valori
positivi.
(Unit 13, pag. 3)
POLIMERI
molecole formate da lunghe catene di unit che si
ripetono, derivate da molecole pi piccole, dette
monomeri, le cui propriet sono legate alla
struttura della catena che costituisce la molecola.
Possono essere ottenuti principalmente attraverso
reazioni di addizione (somma tra doppi legami) e
reazioni di condensazione (reazione tra gruppi
funzionali diversi).
(Unit 14, pag. 30)
POLARITA
distribuzione asimmetrica delle cariche in una
molecola, dovuta alla diversa attrazione esercitata
sugli elettroni di legame da atomi di
elettronegativit differente; si genera un dipolo, che
pu essere rappresentato formalizzando una
parziale carica negativa sullelemento pi
elettronegativo ed una parziale carica positiva su
quello meno elettronegativo. La polarit di un
GLOSSARIO
varie specie a dare ossidazione o riduzione.
(Unit 13, pag. 7)
PRINCIPIO DELLA MASSIMA
MOLTEPLICIT
(regola di Hund) se pi elettroni occupano orbitali
degeneri, essi occupano il maggior numero possibile
di orbitali singolarmente e con spin parallelo;
successivamente si dispongono gli altri elettroni,
che si accoppiano ai precedenti.
(Unit 4, pag. 14)
PRINCIPIO DI ESCLUSIONE DI PAULI
esclude che in un atomo o una molecola possano
coesistere due o pi elettroni caratterizzati dai
quattro numeri quantici uguali.
(Unit 4, pag. 11)
PRINCIPIO DI LE CHATELIER
permette di prevedere dal punto di vista qualitativo
come viene influenzato lequilibrio di un sistema da
una variazione di concentrazione, di temperatura e
di pressione; si basa sul fatto che ogni sistema in
GLOSSARIO
quando si conosce [OH-], e viceversa.
(Unit 12, pag. 9)
PROPRIET COLLIGATIVE
propriet delle soluzioni che dipendono dal numero
di particelle presenti e non dalla loro natura, tra cui
labbassamento relativo della tensione di vapore,
linnalzamento ebullioscopico, labbassamento
crioscopico e la pressione osmotica. Le relazioni
valide per soluzioni ideali devono essere
modificate quando si considerano soluti che danno
dissociazione, introducendo il coefficiente di Vant
Hoff.
(Unit 8, pag. 14)
REAGENTE LIMITANTE
in una reazione chimica che avviene in presenza di
un eccesso di uno o pi reagenti, il reattivo che
si consuma completamente e che determina la
quantit massima di prodotto ottenibile.
(Unit 3, pag. 26)
REAZIONE CHIMICA
trasformazione per cui da una serie di sostanze,
(reagenti), si ottengono altre sostanze, (prodotti).
Ogni reazione chimica pu essere rappresentata con
un simbolo di reazione, in cui compaiono le formule
di tutte le specie che partecipano alla reazione.
(Unit 3, pag. 15)
REAZIONI DI OSSIDO-RIDUZIONE
(reazioni redox) processi che possono essere
interpretati ipotizzando un trasferimento di
elettroni dalla specie che si ossida a quella che si
riduce; confrontando il valore del N.O. di tutte le
specie presenti, possibile correlare le variazioni nel
N.O. con un acquisto o una cessione di elettroni.
(Unit 3, pag. 18)
RESA
rapporto percentuale tra la quantit di prodotto
realmente ottenuta e la quantit teoricamente
ottenibile; spesso le rese sono decisamente inferiori
al 100 % per ragioni legate alla formazione di
GLOSSARIO
sottoprodotti, alle manipolazioni necessarie per la
purificazione del prodotto, ecc.
(Unit 3, pag. 28)
RETICOLO CRISTALLINO
struttura caratteristica di un solido cristallino,
risultato della ripetizione nelle tre dimensioni dello
spazio della cella elementare.
(Unit 7, pag. 5)
SISTEMA
porzione limitata di materia, distinta dallintorno,
che pu interagire con esso attraverso trasferimenti
di materia e di energia e pu essere aperto, chiuso o
isolato. Il suo stato viene definito dai valori di un
certo numero di variabili, che sono funzioni di
stato di quel sistema se la loro variazione in
seguito ad una trasformazione non dipende dal
cammino percorso, ma soltanto dagli stati iniziale
e finale.
(Unit 9, pag. 3 )
SALE
composto ottenuto sostituendo parzialmente o
totalmente gli H di un acido con un metallo; nei due
casi si ottengono rispettivamente sali acidi e sali
neutri.
(Unit 3, pag. 4)
SIMBOLI DI LEWIS
rappresentazione in cui il simbolo chimico
dellelemento rappresenta il nucleo con gli strati
interni di elettroni dellatomo e gli elettroni
cosiddetti di valenza, disposti nel livello esterno,
vengono rappresentati con puntini; elementi
SOLIDO
stato fisico della materia in cui le particelle sono
disposte in modo ordinato le une vicine alle altre e
hanno limitate possibilit di movimento a causa
delle forze di attrazione che le tengono insieme; i
solidi hanno forma, massa e volume definiti e non
GLOSSARIO
sono compressibili.
(Unit 7, pag. 3)
SOLIDI COVALENTI
macrostrutture che possono essere considerate
come ununica molecola di grandi dimensioni,
tenuta insieme da legami covalenti; essendo i legami
forti, questi solidi possono essere deformati con
difficolt, sono molto duri, hanno punti di
ebollizione e di fusione molto alti e sono cattivi
conduttori. Esempi: diamante, carburo di silicio,
silice.
(Unit 7, pag. 8)
SOLIDI IONICI
macrostrutture formate da atomi con forte
differenza di elettronegativit, tenute insieme da
legami ionici, di natura elettrostatica; hanno elevata
durezza e punti di fusione elevati, sono solubili nei
solventi polari, sono cattivi conduttori allo stato
solido e buoni conduttori allo stato fuso. Esempi:
NaCl, CsCl.
(Unit 7, pag. 9)
SOLIDI MOLECOLARI
solidi dei non metalli e di composti dei non metalli,
formati da molecole in cui gli atomi sono legati tra
loro tramite forti legami covalenti, mentre le singole
molecole sono tenute insieme da deboli forze di Van
der Waals; i cristalli non conducono, sono teneri,
hanno bassi punti di ebollizione e fusione e si
dispongono spesso in impaccamenti compatti.
Esempi: iodio, saccarosio, ghiaccio, CO2 (ghiaccio
secco).
(Unit 7, pag. 10)
SOLUZIONE
miscela omogenea di due (o pi) specie chimiche,
comprendenti un solvente ed un soluto. Esistono
vari tipi di soluzioni: gassose, liquide e solide; le
soluzioni pi frequentemente studiate sono quelle
costituite da un gas, un liquido o un solido in acqua.
(Unit 8, pag. 3)
SOLUZIONI TAMPONE
soluzioni che si mantengono ad un pH costante
GLOSSARIO
anche in seguito ad aggiunta di piccole quantit di
acido o di base; sono generalmente costituite da una
soluzione di una acido debole e di un suo sale (ad
esempio, CH3COOH/CH3COONa) oppure di una
base debole e di un suo sale (NH3/NH4Cl).
(Unit 12, pag. 15)
SOSTANZA
sul piano empirico, una sostanza caratterizzata da
propriet ben definite (ad esempio, il punto di
ebollizione e di fusione, la densit, ecc.) diverse
tra una sostanza e laltra, ma che non variano in
porzioni diverse della stessa sostanza, mentre a
livello microscopico, una sostanza costituita da
unit strutturali di un unico tipo (atomi, molecole o
ioni).
Le unit strutturali delle sostanze semplici sono
atomi o molecole di un solo elemento, quelle delle
sostanze composte sono molecole formate da atomi
di pi elementi diversi.
(Unit 1, pag. 8)
SPETTROMETRO DI MASSA
strumento di analisi che consente di separare gli
atomi in funzione della loro massa e permette di
valutare le quantit relative dei diversi atomi
presenti; gli atomi vengono trasformati in ioni
positivi e separati, deviandoli con un campo
magnetico o elettrico.
(Unit 4, pag. 5)
SPONTANEITA (criterio di)
la spontaneit di una reazione pu essere associata
ad un valore positivo della variazione di energia
libera (G = H - TS), funzione di stato che
integra fattore entalpico e fattore entropico. Solo
in alcuni casi essi sono entrambi favorevoli (H < 0,
S > 0), pi frequentemente, essi agiscono in
opposizione e la spontaneit del processo dipende
dal prevalere delluno o dellaltro termine; le reazioni
endotermiche spontanee sono pi frequenti a
temperature elevate in quanto, al crescere di T,
aumenta il peso del termine entropico.
(Unit 9, pag. 11)
GLOSSARIO
STATI STANDARD (in termodinamica)
(Unit 5, pag. 5)
TENSIOATTIVI
sostanze in grado di abbassare la tensione
superficiale di un liquido; hanno grande importanza
in campo industriale e sono largamente usati nei
detersivi.
(Unit 7, pag. 12)
TENSIONE DI VAPORE
la pressione esercitata da un vapore in equilibrio
con il liquido, costante a temperatura costante e
generalmente aumenta al crescere della
temperatura; i liquidi con tensioni di vapore elevate
vengono definiti volatili, quelli con basse tensioni di
vapore non volatili.
(Unit 7, pag. 13)
TENSIONE SUPERFICIALE
lenergia richiesta per aumentare larea
superficiale di un liquido, portando molecole
interne alla superficie, cio ad un livello di energia
pi elevato; il liquido tende a mantenere una
GLOSSARIO
superficie esterna minore possibile (ad esempio,
nella goccia), assumendo lo stato a minore energia.
(Unit 7, pag. 12)
TEORIA CINETICA DEI GAS
trattazione di tipo statistico che consente di valutare
e rappresentare graficamente la distribuzione
dellenergia cinetica delle particelle di un gas ad una
certa temperatura; a temperature crescenti, si
osserva un appiattimento della curva, con un
massimo in corrispondenza di un valore di energia
pi elevato.
(Unit 7, pag. 14)
TERMODINAMICA (principi della)
PRIMO PRINCIPIO: esprime la conservazione
dellenergia e definisce la variazione di energia
interna del sistema come somma dal calore ceduto/
acquistato e dal lavoro compiuto
(E = q -w).
SECONDO PRINCIPIO: i processi spontanei
producono un aumento nellentropia delluniverso
(S > 0).
(Unit 9, pag. 4 e pag. 10)
VELOCIT DI REAZIONE
velocit con cui varia la concentrazione di un certo
reagente o prodotto nel tempo, espressa, ad
esempio, in moli l-1 sec-1; riportando su un
diagramma la velocit di reazione in funzione della
concentrazione della specie considerata, si osserva
una relazione di proporzionalit.
(Unit 10, pag. 3)
VOLUME MOLARE DEI GAS
una mole di qualsiasi gas occupa a condizioni
normali (T = 0C, P = 1 atm) un volume pari a
22,4 l
(Unit 3, pag. 29)
COMPOSTI E REAZIONI
COMPOSTI E REAZIONI
3.A PRE-REQUISITI
3.B PRE-TEST
3.C OBIETTIVI
3.1 COMPOSTI INORGANICI
3.3.3 RESA
ESERCIZI
COMPOSTI E REAZIONI
3.A PRE-REQUISITI
Prima di iniziare a lavorare su questa Unit, dovresti
essere in grado di:
l distinguere una sostanza semplice da una sostanza
composta;
l calcolare i pesi atomici e molecolari;
l usare il peso atomico/molecolare per convertire le
moli in grammi, e viceversa;
l riconoscere i diversi tipi di formule che possono
essere usate per rappresentare un composto.
3.B PRE-TEST
Bilancia la seguente reazione chimica ed attribuisci
un nome ad ogni specie presente
KIO4 + KI + HCl KCl + H2O + I2
Soluzione
3.C OBIETTIVI
Al termine di questa Unit dovrai essere in grado di:
l riconoscere alcuni tipi di composti inorganici,
imparare a dare loro un nome ed a costruire le
relative formule di struttura;
l definire il significato di numero di ossidazione e
conoscere i criteri per la sua attribuzione;
l comprendere il concetto di reazione chimica e
giustificare la presenza dei coefficienti stechiometrici
nella reazione;
l bilanciare le reazioni che non comportano
variazioni nello stato di ossidazione e quelle di
ossido-riduzione, dopo aver determinato il numero
di ossidazione degli elementi che entrano in gioco;
l comprendere la reazione chimica nel suo
significato quantitativo, risalire alle relazioni tra le
masse o tra i volumi dei composti coinvolti e
calcolare la resa;
l applicare il calcolo stechiometrico ai vari tipi di
reazioni.
COMPOSTI E REAZIONI
3.1 COMPOSTI INORGANICI
COMPOSTI E REAZIONI
REGOLE DI NOMENCLATURA
COMPOSTO
OSSID O ba sico
ELEMEN TI
IN TERESSA TI
Meta llo + O 2
( O sso)A CIDO
Idra cido
SA LE
COMPOSTI E REAZIONI
OSSERVAZIONI:
1. In alternativa, OSSIDI e ANIDRIDI possono
essere definiti specificando il numero di atomi presenti
con opportuni prefissi.
Esempi: MnO2 biossido di manganese
N2O5 pentossido di biazoto
CO monossido di carbonio
2. Gli ossidi ANFOTERI derivano da elementi posti
al confine tra metalli e non metalli; per questo il loro
comportamento pu essere acido o basico a seconda
dei casi.
3. Gli ALOGENI, potendo assumere diversi N.O
integrano la nomenclatura ordinaria nel modo seguente:
N.O. +1 ipo -oso:
Cl2O anidride ipoclorosa; HClO acido ipocloroso
N.O. +3 -oso:
Cl2O3 anidride clorosa; HClO2 acido cloroso
N.O. +5 -ico:
Cl2O5 anidride clorica; HClO3 acido clorico
N.O. +7 per -ico:
COMPOSTI E REAZIONI
oppure bicarbonato di sodio (residuo di
nomenclatura in disuso, da ricordare);
analogamente, Ca(HSO3)2 bisolfito di calcio.
COMPOSTI E REAZIONI
3.1.2 FORMULE DI STRUTTURA
..
OSSIDI
O
Al
Al
O
Al2O3 Ossido di Al
H2O2 Perossido di H
H:O:H
H
H 2S 2O 3
Acido monotiosolforico
. .
O
H
N
O
COMPOSTI E REAZIONI
IDROSSIDI
O
O
H
Al
O
H
O
H
Al(OH)3
Idrossido di Al
Fe
O
H
Fe(OH)2
Idrossido di Fe (II)
H
S
H
H2S Acido solfidrico
O
O
S
O
O
H
H2SO4 Acido solforico
O
ACIDI
Per gli ossoacidi, si formano tanti gruppi OH quanti
sono gli atomi di H, che vengono legati direttamente al
non metallo con legame semplice, poi si legano gli O
rimasti mediante doppi legami.
Per gli idracidi, si lega direttamente H allelemento.
H
Cl
HCl
Acido cloridrico
O
H
H2CO3 Acido carbonico
N
O
O
H
O
Cl
O
O
HClO4 Acido perclorico
COMPOSTI E REAZIONI
SALI
Partendo dalla formula dellacido corrispondente, si
sostituiscono gli atomi di H con il metallo,
completamente nei sali neutri, parzialmente in quelli
acidi.
Cl
Fe
FeCl2
Ca
Cl
Cloruro ferroso
O
O
O
CaSO4 Solfato di Ca
Na
NaHCO3
Monoidrogenocarbonato di Na
COMPOSTI E REAZIONI
E lementi a llo sta to libero
(cio non combina ti, come H 2, Ag,
ecc.)
+1
+2
+1
-1
-2
-1
-1 / 2
+2
-1
+3
+2
Va lore
della ca rica
ESEMPI
K2Cr2O7 (bicromato di K)
2 (+1) + 2 N.O. (Cr) + 7 (-2) = 0
N.O. (Cr ) = (+ 14 - 2) / 2 = + 6
COMPOSTI E REAZIONI
3.1.4 ESERCIZI SVOLTI
Mn
O
O
O
COMPOSTI E REAZIONI
3) Scrivi il nome e la formula di struttura del composto
Pb(OH)4.
Il Pb ha N.O. +4; il composto un idrossido
piombico o idrossido di Pb (IV).
La sua formula di struttura pu essere cos
rappresentata:
O
O
H
H
O
O
H
H
Pb
COMPOSTI E REAZIONI
8) Scrivi le formule dellanidride fosforica e dellanidride
perclorica.
H
Fe
H
O
O
O
O
COMPOSTI E REAZIONI
11) Scrivi la formula del fosfato diacido di sodio.
Procediamo analogamente allesercizio precedente,
partendo da P con N.O. +5:
4VP + 5IIO2 2P2O5 anidride fosforica
P2O5 + 3H2O 2H3PO4 acido fosforico o
(orto)fosforico
2H3PO4 + 2INa 2NaH2PO4 + H2
12) Scrivi la formula del borato stannoso.
Si considera il B (N.O. +3), ricordando che lacido
borico richiede 3 molecole di H2O:
4IIIB + 3IIO2 2B2O3 anidride borica
B2O3 + 3H2O 2H3BO3 acido (orto)borico
2H3BO3 + 3IISn Sn3(BO3)2 + 3H2
COMPOSTI E REAZIONI
3.2 REAZIONI CHIMICHE
3.2.1 SIGNIFICATO GENERALE
COMPOSTI E REAZIONI
2 molecole di Cl2O7.
Questi stessi coefficienti possono assumere anche
un significato macroscopico, legato allidea di mole,
ed indicare che 2 moli di cloro reagiscono con 7
moli di ossigeno, per formare 2 moli di Cl2O7.
Esaminando una reazione chimica bilanciata, risulta
quindi possibile risalire ai rapporti tra le masse e
tra i volumi delle specie che partecipano alla
reazione; la modalit pratica di calcolo verr
descritta in seguito.
Essenzialmente, possono essere individuati tre tipi
di reazioni chimiche:
1. Associazione/dissociazione
SO3 + H2O H2SO4
CaCO3 CaO + CO2
2. Sostituzione e scambio
2AgNO3 + CaCl2 2AgCl + Ca(NO3)2
3. Ossidoriduzione
(in cui si ha variazione del N.O.)
2Al + 3H2SO4 Al2(SO4)3 + 3H2
COMPOSTI E REAZIONI
3.2.3 BILANCIAMENTO DELLE REAZIONI DI
OSSIDO-RIDUZIONE (REAZIONI REDOX)
ESEMPIO
Fe(OH)3 + HCl FeCl3 + H2O
Procediamo al bilanciamento di Cl e otteniamo:
Ossidazione
perdita di elettroni = aumento del N.O.
Riduzione
Osserviamo che anche il Fe risulta bilanciato;
consideriamo quindi H:
Fe(OH)3 + 3HCl FeCl3 + 3H2O
Risultano in questo modo 6 atomi di H per parte;
verifichiamo che il bilanciamento sia esatto
controllando che il numero di atomi di ossigeno sia
uguale per i reagenti e per i prodotti:
Fe(OH)3 + 3HCl FeCl3 + 3H2O
3 atomi O
3 atomi O
La reazione a questo punto correttamente
bilanciata.
Riducente
perde elettroni = aumento del N.O
Forma
ridotta
Forma
ossidata
Ossidante
COMPOSTI E REAZIONI
Le REAZIONI DI OSSIDO-RIDUZIONE, o
redox, sono processi che possono anche essere
interpretati come un trasferimento di elettroni dalla
specie che si ossida a quella che si riduce;
confrontando il valore del N.O. di tutti gli elementi
presenti a sinistra e a destra della freccia, si osserva
per almeno un elemento una diminuzione del N.O.
(corrispondente alla riduzione) e per almeno un
elemento, in genere diverso dal precedente, un
aumento del N.O. (corrispondente allossidazione).
Tali variazioni nel N.O. possono appunto essere
interpretate come un acquisto o una cessione di
elettroni. I processi di ossidazione e riduzione
verranno descritti pi ampiamente in
elettrochimica.
Poich gli elettroni vengono trasferiti dallelemento
che si ossida a quello che si riduce, le variazioni
complessive dei N.O. relative ai due processi di
ossidazione e riduzione dovranno essere uguali in
valore assoluto, e quindi la loro somma algebrica
sar uguale a zero. Di questo aspetto necessario
tenere conto in fase di bilanciamento, introducendo
opportuni coefficienti.
Dal punto di vista pratico, una reazione di ossido-
COMPOSTI E REAZIONI
ESEMPIO
BaSO4 + C BaS + CO
Determiniamo i N.O. di tutti gli elementi presenti:
+2 +6 -2)4
+2 -2
+2 -2
BaSO4 + C BaS + CO
Si ha variazione dei N.O. di C ed S:
S +6 -2
diminuzione di 8 unit x 1 atomo
variazione del N.O = 8 ;
C 0 +2
aumento di 2 unit x 1 atomo
variazione del N.O = 2 ;
inverto i coefficienti, per rendere uguali le due
variazioni:
coeff.(BaSO4)=2
coeff.(C)=8
Infine, semplifico dividendo per 2 (consideriamo i
pi piccoli coefficienti possibili) ed introduco i
valori trovati nella reazione:
BaSO4 + 4C BaS + CO
Bilancio le altre specie presenti:
BaSO4 + 4C BaS + 4CO
COMPOSTI E REAZIONI
2) Individua i coefficienti stechiometrici che rendono
bilanciata la seguente reazione:
CS2 + NaOH Na2CS3 + Na2CO3 + H2O
Se consideriamo S, possiamo osservare che
compare con indice 2 da un lato e con indice 3
dallaltro; probabilmente, sar necessario avere da
entrambe le parti un numero di atomi
corrispondente al minimo comune multiplo.
Introduciamo quindi un 3 davanti al composto in
cui compare S2 ed un 2 davanti a quello in cui
troviamo S3:
3CS2 + NaOH 2Na2CS3 + Na2CO3 + H2O
Notiamo che C risulta bilanciato (3 atomi da
entrambi i lati); bilanciamo quindi Na ponendo un 6
a sinistra:
3CS2 + 6NaOH 2Na2CS3 + Na2CO3 + H2O
Bilanciamo infine H
COMPOSTI E REAZIONI
4) Individua i coefficienti stechiometrici che rendono
bilanciata la seguente reazione di ossido-riduzione:
+1)2 +6 -2)4
+1)2 +6 -2)4
+2 +6 -2)4
+1)2 -2
+2
-2
+4 -2)2
COMPOSTI E REAZIONI
cio da destra a sinistra.
Il N.O. di N passa quindi da +4 a +5 (1 unit x 1
atomo = 1), mentre il N.O. di O passa da 0 a -2 (2
unit x 2 atomi = 4). Invertiamo i coefficienti e li
poniamo davanti ad NO2 e O2:
Zn(NO3)2 ZnO + 4NO2 + O2
bilanciamo quindi N:
2Zn(NO3)2 ZnO + 4NO2 + O2
poi Zn:
2Zn(NO3)2 2ZnO + 4NO2 + O2
infine, verifichiamo la corrispondenza tra gli atomi
di O, che sono in effetti 12 da entrambe le parti.
I coefficienti sono 2, 2, 4, 1.
+1
-1
+1 +5 -2)3
COMPOSTI E REAZIONI
3.3 RELAZIONI TRA LE MASSE E TRA I
VOLUMI DI REAGENTI E PRODOTTI
COMPOSTI E REAZIONI
Nota la massa di CuSO4, calcoliamo le moli
corrispondenti dividendo per il peso atomico:
mol ( CuSO4) = 9,5 g/159,581g mol-1 = 0,0595 mol
Secondo i coefficienti stechiometrici, partecipano
alla reazione:
0,0595 mol x 1 = 0,0595 mol di BaCl2
e si otterranno
0,0595 mol x 1 = 0,0595 mol di BaSO4
COMPOSTI E REAZIONI
COMPOSTI E REAZIONI
3.3.2 REAGENTE LIMITANTE E REAGENTE IN
ECCESSO
COMPOSTI E REAZIONI
mol (CuSO4) consumate = 0,480 mol
g (CuSO4) consumati =0,480 g x 159,581 g mol-1=
= 76,60 g
g (CuSO4) rimasti = 100 g - 76,60 g = 23,40 g
COMPOSTI E REAZIONI
3.3.3 RESA
10 g
13,89 g
x 100 = 71,99 %
COMPOSTI E REAZIONI
3.3.4 RAPPORTI VOLUMETRICI
COMPOSTI E REAZIONI
troviamo i grammi corrispondenti:
11,11 mol x 2,0 g mol-1 = 22,23 g di H2.
Usando il metodo delle proporzioni avremmo
ottenuto:
2Al : 3 H2 = 200 : x
2(26,98) : 3(2,0) = 200 : x
x = 22,23 g di H2
2) Considerando la reazione del problema precedente, quanti
grammi di H2 si ottengono facendo reagire 200 g di Al
puro al 95 %?
2Al + 6HCl 3H2 + 2AlCl3
Si procede come nel caso precedente, tenendo per
conto allinizio dei calcoli che i 200 g non sono
interamente costituiti da Al, ma contengono delle
impurezze (su 100 g, solo 95 sono di Al).
COMPOSTI E REAZIONI
La reazione bilanciata sar
2Na + H2SO4 Na2SO4 + H2
mol (H2SO4) = 50 g/98 g mol-1 = 0,51 mol
in base ai coefficienti stechiometrici queste
reagiranno con:
mol (Na) = 0,51 mol x 2 = 1,02 mol
g (Na) = 1,02 mol x 22,99 g mol-1 = 23,45 g
Analogamente, si ottengono:
mol (Na2SO4) = 0,51 mol
g (Na2SO4) = 0,51 mol x 142,03 g mol-1 = 72,45 g
Usando le proporzioni, otteniamo ugualmente:
2Na : H2SO4 = x : 50
2(22,99) : 98 = x : 50
x = 23,46 g di Na
Na2SO4 . H2SO4 = x : 50
142,03 : 98 = x : 50
x = 72,46 g di Na2SO4
4) Quanti grammi di H2SO4 al 98 % sono necessari per
preparare 20 g di Na2SO4 secondo la reazione dellesempio
precedente?
Inizialmente procedo come se H2SO4 fosse puro al
100%
2Na + H2SO4 Na2SO4 + H2
mol (Na2SO4) = 20 g/142,03 g mol-1 = 0,14 mol
moli (H2SO4) = 0,14 mol
g (H2SO4) = 0,14 mol x 98 g mol-1 = 13,80 g puri al
100 %
Tengo ora conto della purezza al 98%
COMPOSTI E REAZIONI
g (H2SO4 al 98 %) = 13,80 g x 100/98 = 14,08 g di
H2SO4 al 98% necessari.
Per ottenere la stessa quantit di prodotto, essendo
il reattivo di partenza inferiore al 100% necessario
pesarne una quantit superiore.
5) Calcola la quantit massima in grammi di NO che
possibile ottenere da 6,03 g di N2 e da 0,191 mol di O2
secondo la reazione (gi bilanciata):
N2 + O2 2NO
valutiamo il reagente in eccesso e quello limitante:
mol (N2) = 6,03 g/28,01 g mol-1 = 0,215 mol
N2 risulta in eccesso, mentre O2 il reattivo
limitante; si possono quindi ottenere:
mol (NO) = 0,191 mol x 2 = 0,382 mol
g (NO) = 0,382 mol x 30,01 g mol-1 =11,46 g
6) Data la reazione:
P4 + Cl2 PCl3
calcola il peso di PCl3 che si ottiene facendo reagire 125 g di
P4 con 325 g di Cl2. Calcolare inoltre il peso di reagente in
eccesso che non reagisce.
Bilanciamo la reazione:
P4 + 6Cl2 4PCl3
mol (P4) = 125 g/123,9 g mol-1 = 1,01 mol
mol (Cl2) = 325 g/70,91 g mol-1 = 4,58 mol/6 =
= 0,764 mol
Il reattivo limitante Cl2, che si consumer
completamente; quindi le moli di prodotto saranno
date da:
mol (PCl3) = 0,764 mol x 4 = 3,06 mol
g (PCl3) = 3,06 mol x 137,3 g mol-1 = 420 g
Hanno reagito 0,764 moli di P4, corrispondenti a:
COMPOSTI E REAZIONI
g (P4) = 0,764 mol x 123,9 g mol-1 = 94,65 g
Sono rimasti:
125 g - 94,65 g = 30,35 g di P4 in eccesso.
7) Calcola la quantit in grammi di Cl2 necessaria per
ottenere 30,8 g di NaClO3, sapendo che la resa percentuale
della reazione 83,4 % e che NaOH in eccesso.
Cl2 + NaOH NaClO3 + NaCl + H2O
Si tratta di una dismutazione che deve essere
bilanciata dopo aver individuato i N.O. che variano;
otteniamo:
COMPOSTI E REAZIONI
Visto che si ottengono soltanto 135 g di Br2, la resa
sar:
resa = 135/153,3 x 100 = 88,1 %
9) Calcola i litri di H2 che si ottengono facendo reagire 20 g
di Al con un eccesso di acido solforico diluito, secondo la
reazione (gi bilanciata):
2Al + 3H2SO4 Al2(SO4)3 + 3H2
mol (Al) = 20 g / 26,98 g mol-1 = 0,741 mol
Calcoliamo le moli di H2 3 : 2 = x : 0.741
x = mol (H2) = 0,741 x 3 / 2 = 1,11 mol
l (H2) = 1,11 mol x 22,4 l mol-1 = 24,90 l
oppure, usando le proporzioni:
2Al : 3H2 = 20 : x
2(26,98) : 3(22,4) = 20 : x
x = 24,90 l
COMPOSTI E REAZIONI
3.V VERIFICA SE HAI CAPITO
3.V.1 In base alle regole per determinare il
numero di ossidazione, attribuisci i numeri di
ossidazione alle specie che compaiono nei seguenti
composti:
HCl
HClO3 Cl2
3.V.2 Facendo riferimento al significato dei
coefficienti stechiometrici del simbolo di
reazione, stabilisci nella reazione seguente:
CaO + H2O Ca(OH)2
- quante molecole di CaO reagiscono con 2
molecole di H2O
- quante molecole di Ca(OH)2 si ottengono da 10
molecole di CaO
- quante moli di H2O reagiscono con 3 moli di CaO
Verifica elemento per elemento se la seguente
reazione chimica (gi bilanciata) rispetta il principio
di conservazione della massa:
3Ca(OH)2 + 2H3PO4 Ca3 (PO4)2 + 6H2O
e stabilisci :
COMPOSTI E REAZIONI
Soluzione Pre-Test
Attribuiamo ad ogni atomo un numero di
ossidazione:
otteniamo:
KIO4 + 7KI + 8HCl 8KCl + 4H2O + 4I2
I nomi dei composti sono:
+1 +7 -2)4
+1 -1
+1 -1
+1 -1
+1)2 -2
ESERCIZI
ESERCIZI
1) Attribuisci un nome ai seguenti composti:
a. As2O3
h. H2SO3
q. Sn(ClO4)2
b. HgO
i. H4SiO4
r. Mg(HCO3)2
c. P2O3
l. H4P2O7
s. NaHSO4
d. K2O2
m. Al2(SO4)3 t. Al2(HPO4)3
e. N2O5
n. Ca(NO3)2 u.BaH2
f. Fe(OH)3
o. Mg3(PO4)2 v. Al2S3
g. HF
p. BaI2
z. SiF4
Soluzione
2) Scrivi le formule corrispondenti ai seguenti
composti:
a. ossido ferrico
b. ossido di Mn (IV)
c. anidride ipoiodosa
d. anidride bromica
e. anidride nitrica
f. acido solfidrico
g. idruro di Al
h. acido cloroso
i. acido nitroso
l. acido fosforoso
m. acido piroarsenico
n. perclorato di Al
o. (orto) fosfito di Be
p. arseniato di Zn
q. bisolfito di Mg
Soluzione
3) Scrivi le formule di struttura dei seguenti
composti:
lettere d, l, m, o r, v dellesercizio 1;
lettere e, i, l, n, p dellesercizio 2.
Soluzione
4) Determina i coefficienti necessari per bilanciare
le seguenti reazioni:
a. Al2O3 + NaOH + H2O Na[Al(OH)4]
b. Ca3(PO4)2 + H3PO4 Ca(H2PO4)2
c. TiF4 + H2SO4 SO3 + HF + TiO2
d. Ca3P2 + H2O Ca(OH)2 + PH3
ESERCIZI
e.
f.
g.
h.
i.
Soluzione
Soluzione
Na2SiF6 + Na NaF + Si
SnCl2 + HgCl2 SnCl4 + Hg2Cl2
PbS + O2 PbO + SO2
Cu + HNO3 Cu(NO3)2 + NO + H2O
CrO3 Cr2O3 + O2
Ca(OH)2 + Cl2 Ca(ClO3)2 + CaCl2 + H2O
KMnO4 + HNO2 + H2SO4 K2SO4 +
MnSO4 + HNO3 + H2O
NaCl + HNO3 Cl2 + NOCl + NaNO3 +
H2 O
As2O3 + Zn + H2SO4 AsH3 + ZnSO4 +
H2 O
ESERCIZI
9) Calcola quanto acido solforico si forma dalla
reazione di 25,0 g di SO3 con 7,00 g di H2O e
quanto reagente in eccesso rimane al termine della
reazione.
Soluzione
10) Calcola quanto H2SO4 al 25 % occorre far
reagire con lo Zn per preparare a condizioni
normali 80,00 l di H2, secondo la reazione:
H2SO4 + Zn ZnSO4 + H2
Soluzione
11) Data la reazione dellesercizio 10, quanto
solfato di Zn si pu ottenere dalla reazione di
16,0 g di H2SO4 puro al 60 %?
Soluzione
12) Calcola i grammi di carbonato di sodio che si
ottengono facendo reagire 20,0 g di CO2 con
35,0 g di NaOH, secondo la reazione:
CO2 + NaOH Na2CO3 + H2O
Soluzione
ESERCIZI
16) Facendo reagire 13,0 g di C4H9OH, 21,6 g di
NaBr e 33,8 g di H2SO4, si ottengono 16,8 g di
C4H9Br, secondo la reazione:
C4H9OH + NaBr + H2SO4 C4H9Br + NaHSO4
+ H2 O
Calcola la resa percentuale.
Soluzione
ESERCIZI
SOLUZIONI
1.
a. anidride arseniosa
b. ossido di Hg (II)
c. anidride fosforosa
d. perossido di potassio
e. anidride nitrica
f. idrossido ferrico
g. acido fluoridrico
h. acido solforoso
i. acido (orto)silicico
l. acido pirofosforico
m. solfato di alluminio
n. nitrato di calcio
o. fosfato di magnesio
p. ioduro di bario
q. perclorato di Sn (II)
r. monoidrogeno carbonato di Mg (bicarbonato di
Mg)
s. monoidrogeno solfato di sodio (bisolfato di Na)
t. monoidrogenofosfato di alluminio
u. idruro di bario
v. solfuro di alluminio
z. fluoruro di silicio
Back
2.
a. Fe2O3
b. MnO2
c. I2O
d. Br2O5
e. N2O5
f. H2S
g. AlH3
h. HClO2
i. HNO2
l. H3PO3
m. H4As2O7
n. Al(ClO4)3
o. Be3(PO3)2
p. Zn3(AsO4)2
q. Mg(HSO3)2
Back
ESERCIZI
3.
d.
l.
Esercizio 1
O
K
H
H
o.
O
P
m.
Mg
Mg
Mg
S
O
O
Al
r.
O
O
Al
v.
Al
S
Al
S
O
O
Mg
O
C
O
O
O
O
O
O
O
ESERCIZI
Esercizio 2
O
O
N
e.
Al
l.
O
O
O
H
H
Cl
O
O
p.
H
O
O
Cl
n.
O
O
O
O
O
O
i.
Cl
As
O
O
O
As
O
O
O
Zn
Zn
Zn
Back
ESERCIZI
4.
a.
b.
c.
d.
e.
f.
g.
h.
i.
1, 2, 3, 2
1, 4, 3
1, 2, 2, 4, 1
1, 6, 3, 2
1, 6, 1, 2
1, 6, 2, 3
1, 3, 1, 3
1, 6, 2, 3
2, 3, 1, 6
6.
46,3 g
Back
7.
6,42 kg
Back
Back
5.
a. 1, 4, 6, 1
b. 1, 2, 1, 1
c. 2, 3, 2, 2
d. 3, 8, 3, 2, 4
e. 4, 2, 3 (si bilancia la reazione inversa)
f. 6, 6, 1, 5, 6 (dismutazione, si bilancia la
reazione inversa)
g. 2, 5, 3, 1, 2, 5, 3
8.
42 l
Back
9.
30,38 g; 1,44 g
Back
10. 1400 g
Back
ESERCIZI
11. 15,8 g
Back
12. 46,4 g
Back
13. Coefficienti della reazione: 1, 3, 8, 2, 2, 3, 7;
36, 94 g
Back
14. Coefficienti della reazione: 4, 5, 4, 6; 1 mole di
O2 reagisce con 0,80 mol di NH3 e d 0,80 mol di
NO, corrispondenti a 24,0 g
Back
15. 53,74 g
Back
16. 70,06 %
Back
LA MOLE
LA MOLE
2.A PRE-REQUISITI
2.B PRE-TEST
2.C OBIETTIVI
2.1 QUANTO PESA UN ATOMO?
ESERCIZI
2.2 LA MOLE
2.2.1 QUANTITA UNITARIE
2.2.2 MOLE, COSTANTE DI
AVOGADRO E MASSA MOLARE
2.2.3 ALTRI CALCOLI
LA MOLE
2.A PRE-REQUISITI
Prima di iniziare a lavorare su questa Unit,
dovresti essere in grado di:
esprimere valori numerici in forma esponenziale
ed effettuare operazioni con numeri esponenziali;
usare le pi comuni unit di misura del Sistema
Internazionale (SI);
riconoscere se una formula si riferisce ad un
atomo o ad una molecola;
applicare il concetto di sostanza.
2.B PRE-TEST
Qual la massa in grammi di una molecola di
azoto?
Soluzione
2.C OBIETTIVI
Al termine di questa Unit dovrai essere in grado di:
comprendere il concetto di massa relativa ed
applicarlo ad atomi e molecole;
definire la massa atomica relativa riferita al 12C;
calcolare la massa molecolare relativa di un
composto a partire dalle masse atomiche relative
degli atomi che lo costituiscono;
comprendere il significato di quantit unitaria di
sostanza e definire il concetto di mole;
comprendere la relazione tra mole e Costante di
Avogadro;
definire la massa molare e calcolarla per una
sostanza di cui siano note la formula e le masse
atomiche relative degli atomi che la compongono;
utilizzare la massa molare di un composto per
calcolare la quantit in moli di sostanza, essendo
nota la massa, e viceversa;
utilizzare la Costante di Avogadro per calcolare il
numero di particelle presenti in una certa quantit di
sostanza;
LA MOLE
comprendere il significato delle formule
chimiche e la loro relazione con la composizione
percentuale delle sostanze.
LA MOLE
Moneta da 50 lire
Moneta da 100 lire
Moneta da 200 lire
6,2 g
7,9 g
4,9 g
Ma ssa
rela tiv a
a lla
m. da 5 0
lire
m. da 1 0 0
lire
m. da 2 0 0
lire
5 0 lire
6,2
1,0
0,78
1,3
1 0 0 lire
7,9
1,3
1,0
1,6
2 0 0 lire
4,9
0,79
0,62
1,0
Moneta da
ma ssa della
LA MOLE
2.1.2 MASSA ATOMICA RELATIVA
LA MOLE
Ma ssa
a tomica
rela tiv a
E lemento sca la H
sc a l a O
sc a l a
1,00000
1,00794
1,00790
11,9169
12,0115
12,0111
15,8740
16,0000
15,9994
12
LA MOLE
ESEMPIO
Il cloro presente in natura come miscela degli
isotopi 35Cl (34,9689 uma, 75,770 %) e 37Cl (36,9659
uma, 24,230 %). Calcolare la massa atomica del cloro
naturale.
Consideriamo un campione di cloro costituito, ad
esempio, da 100000 atomi. Di questi,
75,770 x 100000/100 = 75770
sono atomi di 35Cl e
24,230 x 100000/100 = 24230
sono atomi di 37Cl.
La massa totale del campione data dalla somma
delle masse dei due tipi di atomi, cio:
LA MOLE
LA MOLE
2.1.3 ESERCIZI SVOLTI
1)
2.2 LA MOLE
2.2.1QUANTITA UNITARIE
massa media di
1 moneta
massa 10 monete
(= 1 mole)
50 lire
6,2 g
62
100 lire
7,9 g
79
200 lire
4,9 g
49
LA MOLE
Partendo da questi valori, saremmo in grado, ad
esempio, di calcolare il numero di monete presenti in
una mole, a partire dalla massa di una singola moneta e
dalla massa di una mole:
massa di 1 mole
numero monete in 1 mole =
massa di 1 moneta
ad esempio, per le monete da 200 lire:
49 g / 4,9 g = 10 (monete).
LA MOLE
strutturali con la quantit di materia ed esprime il
numero di particelle contenute in una mole di
qualsiasi specie chimica.
Come in precedenza abbiamo calcolato il numero
di monete presenti in una mole di monete
partendo dalle masse di una mole e di una moneta,
cos possiamo dividere la massa di una mole per la
massa di una particella e verificare che una mole di
qualsiasi sostanza contiene un numero di particelle
pari alla costante di Avogadro.
Definiamo quindi la massa di una mole:
la MASSA MOLARE (M) la massa per quantit
unitaria di sostanza, cio la massa di una mole di
sostanza.
E generalmente espressa in grammi per mole (g
mol-1).
La massa molare di un elemento la massa in
grammi di una mole di quellelemento. Cos, ad
esempio il 12C ha M = 12 g mol-1, mentre luranio
(massa atomica relativa = 238 uma) ha M = 238 g
mol-1. Cos come la mole, anche la massa molare
LA MOLE
2.2.3 ALTRI CALCOLI
ESEMPIO
Calcolare le moli corrispondenti a 180,0 g di
carbonio, sapendo che la massa atomica relativa di
C 12,011.
moli (C) = 180,0 g /12,011 g mol-1 = 14,99 mol
Modificando opportunamente la relazione
precedente, possibile calcolare la massa
corrispondente ad un certo numero di moli:
massa (in g) = mol x massa molare (g mol-1)
ESEMPIO
Calcolare la massa in grammi corrispondente a 2,00
moli di NaOH.
Massa molecolare relativa (NaOH) = 40,0 uma
Massa corrispondente ad 1 mole = 40,0 g mol-1
LA MOLE
Per 2 moli
g = 2,00 mol x 40,0 g mol-1 = 80,0 g
ESEMPIO
Calcolare quante molecole sono presenti in
5,00 g di NaOH
Massa molecolare (NaOH) = 40,0 uma
Massa molare (NaOH) = 40,0 g mol-1
1 mole di qualsiasi sostanza contiene 6,0221023
particelle; in 0,50 moli ce ne saranno:
0,50 x 6,0221023 = 3,011023
Nel secondo caso, 5,00 g corrispondono ad un
numero di moli pari a:
5,00 g / 40,0 g mol-1 = 0,125 mol
Il numero di molecole si ottiene moltiplicando
questo valore per NA:
0,125 x 6,0221023 = 7,531022
LA MOLE
2.2.4 ESERCIZI SVOLTI
LA MOLE
5) Calcolare il numero di molecole presenti in 1,20 mol di
CaO e in 1,20 mol di H2O.
LA MOLE
rispettivamente. Quindi, come verr ricordato anche
a proposito della reazione chimica, una formula
chimica esprime, da un lato, gli atomi presenti in
una certa sostanza (livello microscopico), dallaltro
una mole di quella sostanza (livello macroscopico).
Consideriamo ora brevemente i diversi tipi di
formule ed il loro significato.
La FORMULA MINIMA (detta anche formula
empirica) indica il numero relativo di atomi dei
diversi elementi contenuti in una sostanza
composta. Per una sostanza contenente soltanto C,
H ed O sar del tipo CxHyOz, dove x, y e z sono i
pi piccoli numeri interi che esprimono il rapporto
di combinazione degli atomi presenti nel composto.
Essa pu essere determinata a partire dai risultati
dellanalisi qualitativa, spesso espressi in termini
percentuali.
Ad esempio, il glucosio ha formula minima CH2O
(cui corrisponde una massa di 30,02 g mol-1).
La FORMULA MOLECOLARE, oltre alle
LA MOLE
100 grammi di sostanza; pu essere determinata
sperimentalmente con metodi di analisi elementare,
oppure calcolata a partire dalla formula molecolare
del composto.
ESEMPIO
Nel composto H2O si combinano:
2 atomi di H con 1 atomo di O, oppure
20 atomi di H con 10 atomi di O
2 x 6,0221023 atomi di H con 1 x 6,0221023 atomi
di O
2 moli di atomi di H con una mole di atomi di O
2 x 1,008 g di H con 15,9994 g di O.
Note le masse molari di H (1,008 g mol-1), O
(15,9994 g mol-1) e H2O (18,015 g mol-1), le
percentuali dei due elementi possono essere
calcolate con una semplice proporzione:
% H (2 x 1,008) : 18,015 = x : 100 x = 11,19 %
% O (1 x 15,9994) : 18,015 = x : 100 x = 88,81 %
LA MOLE
Sempre partendo dalla formula, possibile calcolare
la massa dei diversi elementi contenuta in una certa
massa di composto. Il ragionamento analogo, con
la differenza che questa volta si considera una
massa diversa da 100.
ESEMPIO
Calcola i grammi di ossigeno e di idrogeno
contenuti in 10 g di H2O.
Impostiamo una proporzione per ogni elemento,
mettendo in relazione le masse molari con le masse
e tenendo conto del numero di atomi di ogni tipo
che compaiono nella formula:
H
15,9994 : 18,015 = x : 10
x = 8,88 g di O
LA MOLE
per il pi piccolo:
H 11,10 /5,55 = 2,00
O 5,55 / 5,55 = 1,00
Ma ssa (g)
11,19
88,81
Ma ssa mola re (g
mol-1)
1,008
15,9994
11,10
5,55
1 1 , 1 0 /5 , 5 5
=2 ,0 0
5 , 5 5 /5 , 5 5
=1 ,0 0
Moli/v a lore pi
piccolo
Ra pporto
For mula H2O
LA MOLE
2) Calcolare i grammi di ossigeno e di ferro contenuti in 50
g di Fe2O3 e la composizione percentuale di Fe2O3.
Massa molare (Fe) = 55,85 g mol-1
Massa molare (O) = 15,9994 g mol-1
Massa molare (Fe2O3) = 159,7 g mol-1
Fe (2 x 55,85) : 159,7 = x : 50 x = 34,97 g di Fe
O
48,8
13,5
37,7
12,011
1, 0 0 8
14,007
4,06
13,4
2,69
Moli/valore pi piccolo
4,06/2,69=
=1,5
13,4/2,69=
=4,98
2,69/2,69=
=1,00
Rapporto (molt. x 2)
10
Massa (g)
Massa molare
(g mol-1)
Moli
(g/massa molare)
LA MOLE
Il composto ha formula C3H10N2.
Notiamo che il valore 1,5 relativo a C non poteva
essere approssimato; tutti i rapporti sono quindi
stati moltiplicati per 2.
4) Determina la formula minima della vitamina C,
sapendo che la sua composizione percentuale :
C 40,36%
H 4,60 %
O 55,04 %
100 g di campione conterranno 40,36 g di C, 4,60 g
di H e 55,04 g di O.
C
40,36
4,60
55,04
1, 0 0 8
15,9994
3,36
4,56
3,44
Moli/valore pi piccolo
3,36/3,44=
=0,98
4,56/3,44=
=1,33
3,44/3,44=
=1,00
Rapporto (molt. x 3)
1,3x3=4
Massa (g)
Formula: C3H4O3
Anche in questo caso, il rapporto relativo
allidrogeno stato reso intero moltiplicandolo per
3, e per lo stesso fattore sono stati moltiplicati tutti
gli altri valori.
LA MOLE
2.V.3 In base alla definizione di Costante di
Avogadro, determina il numero di moli che
corrisponde a:
6,0221023 molecole di H2O
3,0111023 molecole di H2O
1,201024 molecole di H2O
2.V.4 Partendo dal significato di formula chimica,
e sapendo che le masse molari di C e di O sono
12,011 g mol-1 e 15,9994 g mol-1 rispettivamente,
determina quanti grammi di C e di O sono presenti
in 44,01 g di CO2.
LA MOLE
Soluzione Pre-Test
Una mole di N2 ha una massa in grammi
corrispondente alla sua massa molare, cio 28,013 g
mol-1; inoltre, in una mole contenuto un numero di
molecole pari alla Costante di Avogadro
(NA = 6,0221023).
La massa di una singola molecola, quindi, data dalla
massa molare divisa per la Costante di Avogadro:
28,013 g mol-1 / 6,0221023 mol-1= 4,6510-23 g
ESERCIZI
ESERCIZI
1) Calcola la massa molecolare relativa e la massa
molare delle seguenti sostanze:
a. NH3
b. CaBr2
c. H3PO4
d. Na2SO410H2O
Soluzione
2) Qual la massa in grammi di 1,00 mol di
atomi di fosforo (P) e di 1,00 mol di molecole di
fosforo (P4)?
Soluzione
3)
a.
b.
c.
d.
e.
f.
g.
4)
a.
b.
c.
d.
e.
f.
g.
Soluzione
Soluzione
ESERCIZI
6)
a.
b.
c.
7)
a.
b.
c.
ESERCIZI
15) Calcola quanti g di H, C ed O sono contenuti
in 30 g di H2CO3.
Soluzione
16) Calcola la formula minima di un composto
che contiene 40,0 % di C, 6,6 % di H e 53,4 % di
O.
Soluzione
17) Determina la formula minima di un
composto
che ha dato allanalisi la seguente composizione
percentuale:
Na 12,1 %
Al 14,2 %
Si 22,1 %
O 42,1 %
H2O 9,48 %
Soluzione
ESERCIZI
SOLUZIONI
1.
a. 17,0 uma; 17,0 g mol-1
b. 199,9 uma; 199,9 g mol-1
b. 98,0 uma; 98,0 g mol-1
c. 322,2 uma; 322,2 g mol-1
Back
2.
31,0 g; 124 g
4.
a.
b.
c.
d.
e.
f.
h.
2,02 g
29,2 g
11,0 g
160 g
1,06 g
638 g
37,0 g
Back
Back
3.
a. 0,937 mol
b. 0,250 mol
c. 0,500 mol
d. 0,408 mol
e. 1,25 mol
f. 1,66 10-2 mol
g. 14,9 mol
5.
0,0588 mol; 3,77 g
Back
6.
a. 9,02 1023 atomi
b. 1,71 1023 atomi
c. 1,35 1023 atomi
Back
Back
ESERCIZI
7.
a. 3,54 1022 molecole
b. 3,08 1022 molecole
c. 1,69 1022 molecole
12.
1,027 1024 molecole
Back
Back
8.
132 g
13.
C 40,0 %; H 6,70 %; O 53,3 %
Back
Back
9.
732 g
14.
H 2,0 %; S 32,7 %; O 65,3 %
Back
Back
10.
2,14 mol
15.
H 0,97 g; C 5,81 g; O= 23,21 g
Back
Back
11.
3,42 mol di atomi; 1,71 mol di molecole
Back
16.
CH2O
Back
ESERCIZI
17.
Na2Al2Si3 2H2O
Back
LA STRUTTURA DELLATOMO
LA STRUTTURA DELLATOMO
4.A PRE-REQUISITI
4.B PRE-TEST
4.C OBIETTIVI
ESERCIZI
4.3 LORBITALE
4.4 NUMERI QUANTICI E FORME DEGLI
ORBITALI
4.5 CONFIGURAZIONE ELETTRONICA
DEGLI ATOMI POLIELETTRONICI
4.5.1 ORDINE E RIEMPIMENTO DEGLI ORBITALI E
PRINCIPIO DI PAULI
LA STRUTTURA DELLATOMO
4.A PRE-REQUISITI
4.C OBIETTIVI
4.B PRE-TEST
Costruisci la configurazione elettronica dellelemento
sodio e scrivi la sua reazione di prima ionizzazione.
Soluzione
LA STRUTTURA DELLATOMO
4.1 UNO SGUARDO ALLA STORIA
In riferimento alle sostanze, avevamo parlato di
unit strutturali; in particolare:
Una sostanza costituita da unit strutturali di
un unico tipo.
LA STRUTTURA DELLATOMO
Thomson aveva osservato anche una luminosit
rossa, deflessa dai campi elettrici e magnetici in
direzione opposta rispetto agli elettroni; questi raggi
avevano, quindi, presumibilmente carica positiva,
richiedevano per essere deviati campi pi forti e la
loro massa dipendeva dal gas usato (ad esempio,
usando lidrogeno la loro massa era praticamente
uguale a quella degli atomi di idrogeno). Thomson
concluse che per collisione tra i raggi catodici, cio
gli elettroni, e gli atomi di gas si ottenevano ioni
positivi in seguito alla perdita di elettroni.
La particella positiva relativa allidrogeno (H+)
rappresenta lunit di carica positiva, ha una massa
dellordine di 10-24 g e fu chiamata PROTONE.
2. MODELLO ATOMICO di Thomson (1899)
Thomson, in base ai risultati ottenuti, ipotizz che
latomo fosse costituito da elettroni carichi
negativamente immersi in una sfera carica
positivamente e stabilizzati dal loro rapido moto.
Thomson stabil che latomo fosse neutro (le
cariche positive e negative si bilanciavano) e che la
LA STRUTTURA DELLATOMO
4. MODELLO ATOMICO DI RUTHERFORD
(1911)
Rutherford ipotizz lesistenza di un nucleo centrale
carico positivamente, in cui si concentrava
praticamente tutta la massa dellatomo, mentre gli
elettroni occupavano un volume molto maggiore. In
seguito ai suoi calcoli, il nucleo risult essere circa 10
mila volte pi piccolo rispetto allatomo nel suo
insieme.
Il modello di Rutherford si serve di un modello
planetario e considera ogni atomo come un piccolo
sistema solare, con gli elettroni che ruotano attorno
al nucleo. Lattrazione elettrostatica tra gli elettroni
ed il nucleo permetterebbe di spiegare la stabilit
dellatomo.
5. NUMERO ATOMICO (Moseley, 1913)
A partire dai risultati ottenuti si trov che il numero
di cariche positive nel nucleo corrispondeva al
numero dordine dellatomo nella tavola periodica
(numero atomico, indicato con Z); i valori
calcolati vennero confermati sperimentalmente da
Moseley. Il metodo da lui usato permise anche di
LA STRUTTURA DELLATOMO
caratterizzati tutti dallo stesso numero atomico (cio
lo stesso numero di protoni), ma da un diverso
numero di neutroni nel nucleo. La somma dei
protoni e dei neutroni espressa dal numero di
massa (A). Ad esempio, il Carbonio (6 protoni) pu
esistere in tre isotopi, caratterizzati rispettivamente
da numero di massa 12, 13 e 14 (corrispondenti a 6,
7 e 8 neutroni). Nella simbologia normalmente
usata, il numero di massa si scrive in alto a sinistra
del simbolo chimico, il numero atomico in basso a
sinistra.
Esempio 126C
IN SINTESI:
NUMERO ATOMICO (Z): la caratteristica pi
importante per definire lelemento; esso esprime il
numero dei protoni presenti nel nucleo (e quindi
anche il numero di elettroni nellatomo neutro),
nonch la posizione dellelemento nella tavola
periodica.
NUMERO DI MASSA (A): esprime la somma dei
neutroni e dei protoni presenti nel nucleo; isotopi
Protone
+1
Neutrone
E lettrone
1/1840
-1
LA STRUTTURA DELLATOMO
4.2 LATOMO DI BOHR (1913)
PREMESSE
LA STRUTTURA DELLATOMO
Nel modello atomico dellidrogeno calcolato in base
a questi presupposti; gli stati permessi vengono
indicati da un numero detto NUMERO
QUANTICO (n) che pu assumere valori interi
come n=1, n=2, ecc. Il livello ad energia inferiore
viene definito stato FONDAMENTALE, mentre i
livelli successivi rappresentano eventuali stati
ECCITATI ed hanno energia pi elevata rispetto allo
stato fondamentale. Un elettrone che si trova sul
livello corrispondente ad n = 1 potr passare ad un
livello eccitato se gli viene fornita energia; lelettrone
tender a tornare allo stato fondamentale emettendo
una radiazione di frequenza caratteristica, cui
abbiamo accennato parlando degli spettri di
emissione.
Il modello permette, inoltre, di calcolare i raggi delle
orbite permesse in un atomo di idrogeno e le loro
energie; ad esempio, lo stato fondamentale (n = 1)
ha un raggio di 0,053 nm.
PREMESSE
4.3 LORBITALE
LA STRUTTURA DELLATOMO
allelettrone, unonda elettromagnetica. Tale onda
diventa rilevante e sperimentalmente determinabile
soltanto per particelle caratterizzate da una massa
molto piccola e da una velocit elevata. Lelettrone
risulta, quindi, distribuito (delocalizzato) in
unonda di probabilit, che pu essere vista come
una nuvola carica negativamente ed esprime la
probabilit di trovare lelettrone in una certa zona
dello spazio.
2. Secondo il principio di indeterminazione di
Heisemberg, non possibile misurare
simultaneamente e con accuratezza la posizione di un
elettrone la sua quantit di moto. Effettuando la
misura, verrebbe introdotta una perturbazione tale
che la situazione precedente non sarebbe pi
determinabile, per cui diventa necessario ragionare in
termini di probabilit.
Il modello ondulatorio individua zone dello spazio
dove massima la densit di carica negativa, e quindi
la probabilit di trovare lelettrone. Poich i legami
chimici possono essere visti in termini di
sovrapposizione tra zone ad alta densit elettronica
LA STRUTTURA DELLATOMO
Lorbitale rappresenta, quindi, una regione
caratterizzata da unalta densit elettronica in cui
massima la probabilit di trovare lelettrone, e
corrisponde idealmente alle orbite che
caratterizzavano i modelli precedenti. Gli orbitali,
cos come le orbite, sono associati a diversi numeri
quantici ed i due modelli risultano in definitiva
abbastanza simili. Tuttavia, si tratta di una
coincidenza formale cui corrispondono presupposti
profondamente differenti: mentre nella teoria
quantistica ad ogni numero quantico era associata
una realt fisica (unorbita circolare o ellittica), nella
teoria ondulatoria i numeri quantici compaiono
come coefficienti nellequazione che descrive
lelettrone.
Ad esempio, nellatomo di Bohr lorbita
corrispondente allo stato fondamentale si trovava ad
una distanza di 0,053 nm dal nucleo. Nel modello
ondulatorio, lelettrone non pi identificabile con
una particella che percorre una traiettoria, quindi
non si parla pi di distanza dellelettrone dal nucleo,
quanto piuttosto di probabilit che lelettrone si trovi
ad una certa distanza dal nucleo. In questo caso i
LA STRUTTURA DELLATOMO
livello in cui si colloca lelettrone, e quindi in
relazione con le dimensioni e lenergia dellorbitale.
2. Numero quantico ANGOLARE (o secondario,
l): pu assumere valori interi positivi da 0 a n-1 (n
il numero quantico principale) ed indica la forma
geometrica dellorbitale.
3. Numero quantico MAGNETICO (m): pu
assumere ogni valore intero, zero incluso, compreso
tra +l e -l (l il numero quantico angolare) e pu
essere messo in relazione con lorientamento
dellorbitale nello spazio.
A questi numeri quantici caratteristici della
meccanica ondulatoria, nel 1925 ne venne aggiunto
un quarto per giustificare alcuni aspetti dello spettro
dellidrogeno, altrimenti inspiegabili.
4. Numero quantico di SPIN (ms): esprime il senso
di rotazione dellelettrone attorno al proprio asse e
pu assumere i valori di e - , indicati
convenzionalmente con e con , come verr
mostrato nei successivi esempi di riempimento degli
orbitali.
LA STRUTTURA DELLATOMO
corrisponde m = 0, esiste un solo orbitale di tipo s
per livello.
piano xz
x
px
piano xy
x
py
pz
Orbitale s
Orbitale p
LA STRUTTURA DELLATOMO
quantici, ne consegue che
un orbitale pu essere occupato da un massimo di
due elettroni
orbitale l
norbitali n max
degeneri elettroni
- 1, 0, +1
- 2. - 1, 0, +1, +2
10
- 3, - 2, - 1, 0,+1, +2,+3
14
n = 1 1 orbitale (o sottolivello)
n = 2 4 orbitali
n = 3 9 orbitali
in generale n2 orbitali
Poich ogni orbitale pu contenere 2 elettroni, il
numero massimo di elettroni che pu essere
contenuto in un livello con numero quantico
principale n dato da 2n2 (ad esempio, 2 elettroni
per n = 1, 8 elettroni per n = 2, e cos via).
Riassumiamo le caratteristiche principali dei diversi
tipi di orbitale.
LA STRUTTURA DELLATOMO
4.5.1 ORDINE DI RIEMPIMENTO DEGLI ORBITALI E
PRINCIPIO DI PAULI
Valore di n
1
2
3
4
5
6
7
0
1s
2s
3s
4s
5s
6s
7s
Valore di l
1
2
2p
3p
4p
5p
6p
7p
3d
4d
5d
6d
4f
5f
LA STRUTTURA DELLATOMO
dispongono gli altri elettroni, che si accoppiano ai
precedenti. Se, ad esempio, 3 elettroni occupano un
orbitale p (schematizzabile come [ ][ ][ ] ), questi
saranno disposti [][][] oppure [][][] e non
[][][ ] o [][][]; cos, se in un orbitale p
devono essere disposti 4 elettroni, la disposizione
corretta sar [][][].
ESEMPI
H (Z = 1)
Lunico elettrone occupa lorbitale 1s (quello in
assoluto ad energia minore).
Possiamo indicare questa configurazione con due
notazioni equivalenti:
1s1 oppure 1s []
He (Z = 2)
Entrambi gli elettroni occupano lorbitale 1s; il
livello caratterizzato da n = 1 completo.
1s2 oppure 1s []
Li (Z = 3)
2 elettroni occupano lorbitale 1s (che risulta
completo), il terzo lorbitale 2s.
1s2 2s1 oppure 1s [] 2s []
In alternativa, si pu scrivere [He] 2s1 (cio,
configurazione dellHe pi ...).
C (Z = 6)
2 elettroni occupano lorbitale 2p, disponendosi
secondo il principio della massima molteplicit.
1s2 2s2 2px1 2py1 (2pz vuoto) oppure 1s [] 2s
[] 2p [][][ ];
In tutti questi esempi, per semplicit, nella seconda
notazione gli orbitali sono stati posti
orizzontalmente, anche se sarebbe pi corretto
disporli verticalmente per visualizzare lenergia
crescente.
LA STRUTTURA DELLATOMO
4.5.3 ESERCIZI SVOLTI
LA STRUTTURA DELLATOMO
quindi caratterizzato da determinati valori
dellENERGIA DI IONIZZAZIONE; poich gli
elettroni che si trovano sullo strato pi esterno, ad
energia pi elevata e generalmente non completo,
vengono strappati pi facilmente, i valori delle
successive energie di ionizzazione ci danno
informazioni sulla configurazione elettronica.
Consideriamo, come primo esempio, il sodio:
Prima ionizzazione
Na Na+ + eEnergia di ionizzazione = + 494 kJ mol-1
Seconda ionizzazione
Na+ Na2+ + eEnergia di ionizzazione = + 4564 kJ mol-1
Il valore molto maggiore dellenergia di seconda
ionizzazione perfettamente comprensibile se si
osserva la configurazione elettronica del sodio (Z =
11), che
900 kJ mol-1
1758 kJ mol-1
14905 kJ mol-1
21060 kJ mol-1
LA STRUTTURA DELLATOMO
4.V VERIFICA SE HAI CAPITO
in un atomo di 12C
in un atomo di 13C
in un atomo di 14C
4.V.2 Costruisci la configurazione elettronica
degli elementi seguenti, usando entrambe le
notazioni viste:
Ne (Z = 2)
He (Z = 10)
Ar (Z = 18)
4.V.3 In base al principio della massima
molteplicit, individua tra le possibilit seguenti
quelle corrette:
[][][]
[][][]
[][][ ]
[][][]
[][ ][ ]
[][][]
LA STRUTTURA DELLATOMO
Soluzione Pre- Test
Na (11) 1s2 2s2 2p6 3s1
Na Na+ + e-
LA TAVOLA PERIODICA
LA TAVOLA PERIODICA
5.A PRE-REQUISITI
5.B PRE-TEST
ESERCIZI
5.C OBIETTIVI
5.1 CRITERI DI CLASSIFICAZIONE
5.1.1 MENDELEEV: PESO ATOMICO E PROPRIETA
CHIMICHE
5.1.2 NUMERO ATOMICO E CONFIGURAZIONE
ELETTRONICA
LA TAVOLA PERIODICA
5.A PRE-REQUISITI
Prima di iniziare a lavorare su questa Unit, dovresti
essere in grado di:
comprendere i concetti di sostanza semplice,
sostanza composta, atomo e molecola;
avere chiaro il significato del termine
elemento;
sapere cosa sono gli isotopi;
costruire la configurazione elettronica di un
qualsiasi elemento, a partire dal suo numero atomico;
conoscere il significato di massa atomica/
molecolare relativa;
avere unidea generale sui composti formati dai
metalli e dai non-metalli.
5.B PRE-TEST
1. Giustifica la posizione nella Tavola periodica degli
elementi sodio, potassio, fluoro e cloro in base alla
loro configurazione elettronica.
2. Identifica nella Tavola periodica la zona occupata
Soluzione
5.C OBIETTIVI
Al termine di questa Unit dovrai essere in grado
di:
consultare agevolmente la tavola periodica,
ricavando di volta in volta le informazioni di cui hai
bisogno;
comprendere la struttura generale della tavola
periodica, riconoscendo al suo interno i gruppi ed i
periodi, i blocchi s, p, d, f e le zone occupate da
metalli, non-metalli, semimetalli;
conoscere le caratteristiche principali di alcuni
gruppi;
comprendere il significato della legge periodica
individuata da Mendeleev in relazione al
LA TAVOLA PERIODICA
comportamento chimico ed al valore del peso
atomico;
spiegare la posizione degli elementi nella Tavola
Periodica sulla base della loro configurazione
elettronica;
comprendere il significato di alcune propriet degli
elementi, come il raggio atomico e ionico, lenergia di
ionizzazione e laffinit elettronica;
interpretare la variazione di queste propriet in
relazione alla periodicit ed alla posizione nella
Tavola periodica.
LA TAVOLA PERIODICA
secondo il peso atomico crescente, si poteva
osservare una ripetizione periodica nelle propriet
chimiche, che pu essere sintetizzata dalla legge
periodica.
LEGGE PERIODICA: le propriet dei corpi
semplici, come le forme e le propriet delle
combinazioni, sono funzione periodica della
grandezza del peso atomico (1868).
La classificazione proposta da Mendeleev si ritrova
nella attuale Tavola periodica con laggiunta di alcuni
gruppi di elementi non ancora noti allepoca, come i
gas rari (prima colonna a destra). Egli pot collocare
tutti gli elementi allora noti; e fu anche in grado di
lasciare nella Tavola alcune caselle vuote,
prevedendo la collocazione e le caratteristiche di
elementi non ancora scoperti, la cui posizione e le
cui propriet sono state in seguito confermate.
Ad esempio, lelemento che Mendeleev aveva
chiamato eka-silicio fu scoperto alcuni anni dopo e
chiamato germanio; le propriet previste da
Mendeleev concordano con quelle osservate.
Proprie t
Pre vis te
Os s e rvate
(Eka-Si, 1871) (Ge , 1886)
massa atomica
72
72,6
densit (g/cm3)
5,5
5,47
colore
grigio
bianco- grigio
densit
dell'ossido
(g/cm3)
EsO2, 4,7
GeO2, 4,703
punto di
ebollizione del
cloruro
EsCl4, sotto i
100 C
GeCl4, 86 C
densit del
cloruro (g/cm3)
EsCl4, 1,9
GeCl4, 1,887
LA TAVOLA PERIODICA
5.1.2 NUMERO ATOMICO E CONFIGURAZIONE
ELETTRONICA
LA TAVOLA PERIODICA
rappresentata nella cosiddetta forma estesa (18
gruppi). Al suo interno sono disposti 105 elementi;
si distinguono:
I GRUPPI, rappresentati dalle colonne verticali, che
riuniscono gli elementi con configurazioni
elettroniche simili; poich gli elettroni esterni sono
quelli che entrano in gioco nei fenomeni di tipo
chimico, elementi di uno stesso gruppo presentano
propriet chimiche analoghe, soprattutto per quanto
riguarda gli elementi successivi al primo, che spesso
presenta in parte caratteristiche proprie.
I PERIODI, rappresentati dalle righe orizzontali,
con gli elementi disposti in ordine di peso atomico
crescente, sono indicati da un numero progressivo
allestrema sinistra della Tavola. Lungo il periodo si
ha una graduale variazione delle propriet, legata alle
variazioni nella struttura elettronica.
I gruppi vengono generalmente numerati
progressivamente da sinistra a destra secondo
convenzioni comuni; le principali propriet di
LA TAVOLA PERIODICA
riempimento dei diversi tipi di orbitali; possiamo
distinguere vari BLOCCHI:
BLOCCO-S: in cui gli elettroni pi esterni
occupano ORBITALI S, e che comprende i gruppi I
e II (primi due gruppi a sinistra).
BLOCCO-P: in cui gli elettroni esterni occupano
ORBITALI P, e che comprende i gruppi III, IV, V,
VI, VII, oltre al Gruppo 0 (ultimi sei gruppi a
destra).
BLOCCO-D: in cui vengono progressivamente
riempiti gli ORBITALI D, e che comprende
elementi nella parte centrale della Tavola che, oltre a
presentare propriet analoghe verticalmente, si
somigliano anche orizzontalmente.
BLOCCO F: in cui vengono riempiti gli
ORBITALI F, e che comprende lantanidi ed attinidi.
Gli otto gruppi del blocco-s e del blocco-p sono i
cosiddetti ELEMENTI RAPPRESENTATIVI; per
gli elementi di questa sezione della Tavola periodica
il numero del gruppo indica il numero di elettroni
nel livello pi esterno. Gli elementi del blocco-d e del
blocco-f rappresentano, invece, gli ELEMENTI DI
LA TAVOLA PERIODICA
periodi da sinistra verso destra ed aumenta nei gruppi
dallalto in basso: lelemento con pi spiccate
caratteristiche metalliche il cesio, quello con
caratteristiche in assoluto pi non-metalliche il fluoro.
LA TAVOLA PERIODICA
presentano come molecole monoatomiche e, a causa
delle ridotte interazioni tra atomi, hanno bassi punti
di ebollizione e di fusione.
4. DAL CARBONIO AL PIOMBO (GRUPPO IV)
Gli elementi di questo gruppo, tutti con
configurazione elettronica dello strato esterno ns2
np2, mostrano, caratteristiche meno omogenee
rispetto ad altri gruppi: il carbonio un non-metallo,
silicio e germanio sono metalloidi, stagno e piombo
presentano le caratteristiche tipiche dei metalli. Le
differenze di propriet al crescere del numero
atomico possono essere messe in relazione con
laumento del carattere metallico (cui corrisponde
una diminuzione del carattere non-metallico) a mano
a mano che si scende lungo il gruppo.
5. METALLI DI TRANSIZIONE
Gli elementi dallo scandio (Z = 21) allo zinco (Z =
30) formano la prima serie degli elementi di
transizione; analogamente, nei periodi successivi
possono essere individuate una seconda ed una terza
serie. Nelle tre serie si ha il riempimento degli
LA TAVOLA PERIODICA
stabile.
Possono essere considerati metalli di transizione
quelli che formano almeno uno ione con orbitale d
parzialmente riempito; la vicinanza di energia tra
gli orbitali d ed s fa s che essi possano presentare
stati di ossidazione variabili. Inoltre, le ridotte
dimensioni degli atomi e la struttura compatta che
li caratterizzano (ogni atomo circondato da altri
12 atomi) conferiscono loro alti punti di
ebollizione e di fusione.
LA TAVOLA PERIODICA
Andamento generale del raggio degli atomi
Diminuzione
Aumento
He
Cs
r (He) = 0,31
r (Cs) = 2,67
LA TAVOLA PERIODICA
approssimativamente costante.
Diminuzione
Aumento
He
Cs
LA TAVOLA PERIODICA
Andamento generale dellaffinit elettronica (per un
elettrone), A e (kJ / mole)
Diventa sempre pi negativa
Diventa sempre
meno negativa
Cs
LA TAVOLA PERIODICA
5.V VERIFICA SE HAI CAPITO
5.V.1 Senza consultare la Tavola periodica, costruisci
le configurazioni elettroniche dei seguenti elementi, e
ragionando in base al criterio di classificazione
attuale, raggruppa quelli che hanno configurazioni
dellultimo livello simili; verifica sulla Tavola la loro
appartenenza ad uno stesso gruppo.
Li (Z = 3)
C (Z = 6)
N (Z = 7)
Ne (Z = 10)
Na (Z = 11)
Si (Z = 14)
P (Z = 15)
Ar (Z = 18)
K (Z = 19)
Kr (Z = 36)
5.V.2 Valutando gli andamenti dellenergia di
ionizzazione e dellaffinit elettronica, scrivi le
reazioni relative alla cessione o allacquisto di
elettroni per gli elementi seguenti:
Na (I gruppo)
Ca (II gruppo)
F (VII gruppo)
S (VI gruppo)
LA TAVOLA PERIODICA
Soluzione Pre-Test
1. Consideriamo le configurazioni elettroniche dei
quattro elementi:
Na (Z = 11) 1s2 2s2 2p6 3s1
K (Z = 19) 1s2 2s2 2p6 3s2 3p6 4s1
I due elementi hanno la stessa configurazione
elettronica dello strato esterno (1 elettrone
nellorbitale s, 3s per Na e 4s per K): quindi, si
troveranno nello stesso gruppo. La loro
appartenenza al I Gruppo pu essere messa in
relazione con il fatto che hanno un elettrone spaiato
nellultimo livello.
F (Z = 9) 1s2 2s2 2p5
Cl (Z = 17) 1s2 2s2 2p6 3s2 3p5
Entrambi sono caratterizzati da 7 elettroni
nellultimo livello; saranno collocati nello stesso
gruppo, e precisamente nel VII Gruppo.
2. Metalli alcalini: Gruppo I (prima colonna a
sinistra)
Alogeni: Gruppo VII (seconda colonna a destra)
Gas nobili: Gruppo 0 (prima colonna a destra)
ESERCIZI
ESERCIZI
1) Osservando la Tavola Perodica, individua:
a. un elemento del III gruppo appartenente al
quinto periodo
b. lalogeno nel terzo periodo
c. un elemento del quarto periodo simile
allelemento con Z = 10
d. un elemento del sesto periodo simile al Se
Soluzione
2) Il blocco s della Tavola periodica costituito da:
a. metalli di transizione
b. alogeni
c. metalli alcalini
d. metalli alcalini e alcalino-terrosi
Soluzione
3) Il blocco d della Tavola periodica costituito da:
a. metalli di transizione aventi elettroni esterni in
orbitali d
b. metalli di transizione aventi elettroni esterni in
ESERCIZI
6) Indica a quale gruppo di elementi corrisponde
una configurazione elettronica del livello esterno
tipo ns2 np6:
a. metalli di transizione
b. metalli alcalino-terrosi
c. gas nobili
d. lantanidi
Soluzione
7) Stabilisci, in base al gruppo di appartenenza,
quale dei seguenti elementi ha sei elettroni nel
livello esterno:
a. Ba
b. S
c. Si
d. F
Soluzione
8) Le dimensioni atomiche generalmente:
a. rimangono costanti lungo un periodo e lungo
un gruppo
b. diminuiscono lungo un periodo da sinistra
ESERCIZI
10) Disponi le seguenti specie in ordine di
dimensioni crescenti: Ar, K+, Cl-, S2-, Ca2+
Soluzione
ESERCIZI
16) Indica lelemento con carattere metallico pi
spiccato:
a. Na
b. Ca
c. Al
d. Cs
Soluzione
ESERCIZI
SOLUZIONI
7. b
Back
1.
a. In
b. Cl
c. Kr
d. Po
8. d
Back
Back
2. d
Back
3. a
9.
a. As
b. Sr
c. Xe
d. C
e. Hg
Back
Back
4. b
Back
5. b
10.
Tutte specie isoelettroniche:
Ca2+<K+<Ar<Cl-<S2Back
Back
6. c
Back
11.
Fe2+ - Co3+; Sc3+ - K+; Br- - Sr2+; O2- - Al3+
Back
ESERCIZI
12.
a. C
b. Rb
c. At
Back
13.
Relazione inversa con le dimensioni:
Sr<Sn<As<Br
Back
14.
Cs<Sr<S<F
Back
15. c
Back
16. d
Back
LA TAVOLA PERIODICA
Nome:
Massa atomica:
12 C)
(relativa al 12
I
1
1
3
2
3
4
5
6
7
Numeri di ossidazione:
II
III
Li Be
Note:
11
12
19
20
21
22
37
38
39
55
56
57
IV
6
23
24
25
26
40
41
42
72
73
27
43
44
45
75
76
77
59
60
61
62
91
92
93
94
28
29
30
VI
8
VII
9
F Ne
18
14
15
16
17
31
32
33
34
35
49
50
51
82
83
He
10
13
Al Si
Na Mg
Cl Ar
36
K Ca Sc Ti V Cr Mn Fe Co Ni Cu Zn Ga Ge As Se Br Kr
46
47
48
79
80
52
Rb Sr Y Zr Nb Mo Tc Ru Rh Pd Ag Cd In Sn Sb Te
Cs Ba
87
88
*La
74
78
81
84
53
54
85
86
Xe
Hf Ta W Re Os Ir Pt Au Hg Tl Pb Bi Po At Rn
89
Fr Ra Ac
58
63
64
65
66
67
68
69
70
71
Ce Pr Nd Pm Sm Eu Gd Tb Dy Ho Er Tm Yb Lu
90
95
96
97
98
99
100
101
102
103
Th Pa U Np Pu Am Cm Bk Cf Es Fm Md No Lr
IL LEGAME CHIMICO
IL LEGAME CHIMICO
6.A PRE-REQUISITI
6.B PRE-TEST
6.C OBIETTIVI
ESERCIZI
IL LEGAME CHIMICO
6.A PRE-REQUISITI
Prima di iniziare a lavorare su questa Unit, dovresti
essere in grado di:
comprendere il concetto di molecola;
avere una certa famigliarit con i diversi tipi di
composti chimici gi visti;
rappresentare un composto attraverso la sua
formula di struttura;
scrivere il nome e la configurazione elettronica dei
primi venti elementi della tavola periodica;
mettere in relazione la posizione occupata nella
tavola periodica con la configurazione elettronica del
livello pi esterno.
6.B PRE-TEST
Perch il calcio forma un catione (cio uno ione a
carica positiva) Ca2+ mentre il bromo forma un
anione (ione a carica negativa) Br-?
Come si pu spiegare in termini di configurazione
elettronica la formazione del composto CaBr2?
6.C OBIETTIVI
Al termine di questa Unit dovrai essere in grado
di:
applicare la regola dellottetto per descrivere
la configurazione degli atomi nei composti e per
prevedere quali legami si formano in certe
condizioni;
descrivere alcuni casi semplici di legame ionico in
termini di cessione e acquisto di elettroni;
descrivere alcuni casi semplici di legame covalente,
in termini di condivisione di coppie di elettroni;
comprendere il significato del legame covalente
dativo;
acquistare famigliarit con le formula di Lewis ed
utilizzarle nella costruzione di semplici formule di
struttura dei composti;
partendo dallelettronegativit, comprendere la
natura delle interazioni di natura dipolare;
IL LEGAME CHIMICO
a partire dai valori di elettronegativit, prevedere
la natura del legame tra due determinati elementi e
spiegare il parziale carattere ionico dei legami
covalenti in alcuni composti;
descrivere il legame idrogeno, distinguere le
situazioni in cui si forma, prevedere gli effetti sulle
propriet delle sostanze;
descrivere con un modello semplice il legame
metallico e spiegare in base a questo alcune
propriet dei metalli;
spiegare lesistenza delle forze inter-molecolari
in molecole polari e non polari;
illustrare sinteticamente i principi della teoria
detta del legame di valenza (VB);
distinguere legami e , individuando le loro
caratteristiche fondamentali;
comprendere il significato dellibridazione,
distinguendo i vari tipi;
comprendere il significato degli orbitali molecolari
nella formazione dei legami.
IL LEGAME CHIMICO
Per descrivere il comportamento dei diversi atomi
vanno tenute in considerazione lenergia di
ionizzazione e laffinit elettronica.
Sperimentalmente, possibile valutare la forza di un
legame misurando la LUNGHEZZA DI LEGAME,
cio la distanza tra i centri dei due atomi legati; a
distanze di legame inferiori corrispondono legami
pi forti.
Poich la formazione del legame richiede che gli
atomi siano sufficientemente vicini, gli elettroni
interessati saranno quelli pi esterni; quindi
necessario fare riferimento alla configurazione
elettronica degli atomi. Nel 1916 il Prof. Lewis not
che tutti i gas nobili tranne lelio (che ha soltanto due
elettroni nel livello esterno 1s) presentavano
nellultimo livello OTTO ELETTRONI, con
configurazione ns2 np6. Egli attribu la stabilit
chimica di questi gas scarsamente reattivi
allOTTETTO elettronico che caratterizzava il
loro strato esterno ed ipotizz che anche gli altri
elementi tendessero a raggiungere questo stato di
stabilit cedendo, acquistando o condividendo
elettroni, per assumere la configurazione elettronica
IL LEGAME CHIMICO
..
.
Si.
3py1 e simbolo
S.
.
.
..
..
..
Al
P.
N.
simbolo
IL LEGAME CHIMICO
..
..I
.
.
..
..
Ar
..
..
IL LEGAME CHIMICO
Cl
..
..
Na
..
..
..
..
..
xF
..
xF
..
F
..
2+
..
F
.. Mg
..
..
..
Mg x
Na x + Cl
..
.
..
..
IL LEGAME CHIMICO
6.3.2 LEGAME COVALENTE
..
..
..
..
Hx + Cl
.. H xCl
..
H x + . H H x. H oppure H H
IL LEGAME CHIMICO
elettroni di legame
doppietti solitari
..
..
..
..
oppure
xx
x
x
x
Cl
.. Cl
xx
Cl
..
xx
+ xCl xx
xx
Cl Cl
.. ..
O O
..
oppure
..
.. ..
O O
..
....
..
.. . .. .
O. + O.
..
xx
..
NH3
..
xx
.
H xN
. x x H oppure H N H
H
H
N N
..
H2O
oppure
..
..
H xOx. H oppure H O
xx
.. H
.. .. .
.N
. . + .N. N N
..
..
....
..
IL LEGAME CHIMICO
6.3.3 LEGAME COVALENTE DATIVO
x
..
.
+ H *Cl
H.
H xN
.x H
H
x
..
.
H.
H xN
.x
H
+
*
Cl
H
H NH
H
IL LEGAME CHIMICO
esempio, ossidi) da parte di non-metalli con numero
di ossidazione variabile.
IL LEGAME CHIMICO
Cl
Cl
Cl
IL LEGAME CHIMICO
H
2,2
Li
1,0
Be
1,5
B
2,0
C
2,5
N
3,0
O
3,5
F
4,0
Na
0,9
Mg
1,2
Al
1,5
Si
1,8
P
2,1
S
2,5
Cl
3,0
K
0,8
Ca
1,0
Ga
1,8
Ge
1,8
As
2,0
Se
2,4
Br
2,8
In
1,6
Sn
1,8
Sb
1,9
Te
2,1
I
2,5
Tl
1,7
Pb
1,8
Bi
1,9
Po
2,0
Rb
0,8
Cs
0,7
Sr
1,0
Ba
0,9
(elementi
del
blocco d)
At
2,2
IL LEGAME CHIMICO
I non-metalli, che hanno forte tendenza ad
acquistare elettroni, hanno valori di elettronegativit
elevati, mentre i metalli sono caratterizzati da valori
inferiori. Nella tavola periodica, questa propriet
diminuisce in un gruppo dallalto verso il basso ed
aumenta in un periodo da sinistra a destra. Come si
pu notare nella tabella, lelemento in assoluto pi
elettronegativo il fluoro (EN = 4).
Lelettronegativit correlata con laffinit
elettronica, ma mentre questultima esprime la
capacit di attrarre elettroni da parte di singoli atomi,
essa una propriet molecolare ed riferita ad atomi
allinterno di molecole.
I valori relativi di elettronegativit di due atomi
impegnati in un legame permettono di valutarne la
polarit, calcolando la differenza (EN) tra le
elettronegativit dei due atomi impegnati nel legame.
ESEMPIO
Quale legame pi polare tra H-Cl e H-O?
Calcoliamo i valori di EN per i due legami,
sapendo che ENH = 2,2; ENCl = 3,2; ENO=3,4.
EN(H-Cl) = 1,0
EN(H-O) = 1,2
Il legame H-O leggermente pi polare e presenta
un maggiore carattere ionico rispetto al legame
H-Cl.
Schematicamente, si possono individuare varie
possibilit:
1. Legame covalente puro o omopolare: EN = 0
E il legame che si stabilisce tra due legami uguali o
che hanno uguale elettronegativit; la coppia
elettronica equamente condivisa dai due atomi e la
molecola non polare.
2. Legame covalente polare: EN 2
Quando i due atomi hanno diversa elettronegativit,
gli elettroni di legame sono maggiormente attratti
dallatomo pi elettronegativo: la molecola polare
ed il legame covalente presenta un parziale carattere
ionico. Leffetto sar tanto pi pronunciato quanto
maggiore il valore di EN.
IL LEGAME CHIMICO
3. Legame ionico con parziale carattere covalente:
EN > 2
Quando la differenza di elettronegativit elevata, ci
si avvicina alla situazione in cui gli elettroni non
sono pi condivisi, ma vengono ceduti dallatomo
meno elettronegativo a quello pi elettronegativo. Si
assume un legame ionico puro per valori di EN>3.
In questo senso, vi una continuit tra legame
covalente e legame ionico, ed i due tipi di legami
vengono interpretati con lo stesso criterio, anche
perch solitamente i legami hanno carattere misto
ionico-covalente. La diversa elettronegativit degli
atomi introduce un effetto di distorsione nel legame
covalente, che assume un parziale carattere ionico; si
ritiene che unanaloga distorsione si produca anche
sugli ioni impegnati in un legame ionico, conferendo
al legame un parziale carattere covalente. Questo
conferma che molto improbabile avere un legame
reale totalmente ionico o totalmente covalente, e che
i due effetti in genere si integrano secondo diverse
proporzioni a seconda del tipo di legame.
IL LEGAME CHIMICO
Le molecole polari, che possono essere considerate
dipoli permanenti, danno luogo ad interazioni di
tipo attrattivo tra poli a carica opposta, producendo
un effetto di orientamento dei dipoli presenti. Le
forze dipolari sono trascurabili allo stato gassoso,
ma sono importanti allo stato liquido, in cui le
molecole sono tra loro vicine.
poli opposti.
Al crescere delle dimensioni molecolari, lentit di
queste forze diventano pi rilevanti, in quanto gli
elettroni sono meno trattenuti dal nucleo: cos, ad
esempio, nei polimeri si possono avere interazioni
molto significative.
6.5.2 IL LEGAME A IDROGENO
IL LEGAME CHIMICO
puntini allineati:
+ - + H----X.......H----Cl
Le sue caratteristiche hanno portato ad interpretarlo
come un legame misto elettrostatico-covalente, in
cui la parte elettrostatica dovuta allinterazione
dipolare, e quella covalente ad un legame dativo tra
latomo H, che si comporta da accettore di elettroni
e latomo X, che fornisce un doppietto solitario.
Il legame a idrogeno pu formarsi sia allinterno di
una stessa molecola (intramolecolare), sia tra
molecole diverse (intermolecolare); la sua
importanza legata al fatto che le propriet fisiche e
chimiche delle sostanze interessate si modificano in
misura rilevante.
ESEMPI
1. Lacqua, le cui molecole polari sono interessate da
legame a idrogeno, presenta valori di temperatura di
ebollizione e fusione sorprendentemente alti rispetto
HO
C
O
OH
I
II
nella forma orto, in cui, grazie alla distanza ridotta
pu formarsi il legame a idrogeno, latomo indicato
con * porta una parziale carica positiva e tende pi
facilmente a staccarsi (vedi dissociazione degli
IL LEGAME CHIMICO
acidi): di conseguenza, lacido ortoidrossibenzoico
pi forte del metaidrossibenzoico.
3. I legami a idrogeno sono presenti anche nelle
strutture delle macromolecole interessanti dal punto
di vista biologico, come ad esempio le proteine ed i
carboidrati, e rivestono unimportanza fondamentale
nella definizione delle loro propriet.
IL LEGAME CHIMICO
di movimento degli elettroni nel reticolo.
La lucentezza superficiale dipende da fenomeni di
riflessione di cui sono responsabili gli elettroni
disposti sulla superficie del metallo.
La malleabilit e la duttilit sono dovute al fatto
che gli strati del reticolo metallico possono dare
fenomeni di scorrimento, con adattamento da parte
degli elettroni alla nuova situazione, e conservazione
della struttura cristallina e dei legami; si pu
conferire al metallo una maggiore durezza
riducendo le dimensioni dei grani (mediante
battitura) oppure mescolando metalli differenti per
ottenere le cosiddette leghe.
La struttura dei metalli viene spesso spiegata in
modo pi approfondito ricorrendo ad un modello
pi articolato ed immaginando una struttura a
bande, in cui ogni banda costituita da una serie di
orbitali molecolari (che verranno illustrati tra
breve) ad energia molto vicina. Concentriamo
lattenzione, in particolare, sulla banda di valenza
(che contiene gli elettroni responsabili del legame
metallico) e sulla soprastante banda di conduzione,
ad energia pi elevata rispetto alla precedente. Il
IL LEGAME CHIMICO
complesse: verranno ora illustrati gli aspetti
principali della teoria detta del legame di valenza
(VB), gi citata a proposito del legame covalente;
successivamente, si daranno anche alcuni cenni sulla
teoria dellorbitale molecolare (MO).
Tra le due vi una differenza fondamentale:
la teoria VB prevede che gli atomi conservino
intatta la loro struttura elettronica interna e si
leghino mediante gli elettroni esterni;
la teoria MO assume che tutti gli elettroni degli
atomi si ridistribuiscano su nuovi orbitali, gli orbitali
molecolari, appunto, che tengono legato linsieme
della molecola.
Secondo la TEORIA DEL LEGAME DI
VALENZA, la formazione di un legame covalente
viene interpretato in termini di sovrapposizione tra
gli orbitali dei due atomi impegnati nel legame: si
ha, quindi, la formazione di una regione ad alta
densit elettronica come risultato della
compenetrazione delle nuvole elettroniche. Il
legame ottenuto tanto pi forte quanto pi efficace
la sovrapposizione degli orbitali.
Legame
IL LEGAME CHIMICO
sovrapposizione di altri tipi di orbitale: ad esempio, il
legame nella molecola di Cl2 dovuto alla
soprapposizione di due orbitali p, contenenti un
elettrone spaiato ciascuno, con formazione anche in
questo caso di un legame .
In alcuni casi si ha la formazione di legami
multipli: ad esempio, nella molecola di azoto N2 la
formazione di un triplo legame coinvolge i tre
orbitali p di ogni atomo, contenenti ciascuno un
elettrone spaiato e perpendicolari tra loro; due
orbitali p, uno per ogni atomo, si sovrappongono
lungo la congiungente tra i nuclei e formano un
legame ; gli altri orbitali p, si sovrappongono
lateralmente a due a due, secondo piani
perpendicolari alla congiungente.
In questo caso, si ha la formazione di due legami PI
GRECO (); poich la sovrapposizione in questo
caso meno efficace rispetto al caso precedente, il
legame generalmente pi debole rispetto al
legame . Graficamente, i legami e vengono
rappresentati indifferentemente mediante trattini (ad
esempio, NN).
z
+
x
+
N
2s
2p
2s
N 2 (1 legame + 2 legami )
2p
IL LEGAME CHIMICO
6.8 GEOMETRIA DELLE MOLECOLE E
IBRIDAZIONE
Quando scriviamo una molecola, pu essere utile
conoscere in quale modo gli atomi che la
compongono sono realmente disposti nello spazio.
Ad esempio, nel caso della molecola dellacqua,
H-O-H, in realt gli atomi non sono disposti in linea
retta, ma formano un angolo di circa 104 e da
questa disposizione nello spazio derivano molte
delle propriet della sostanza.
In termini generali, la struttura di una molecola pu
essere determinata sperimentalmente, ma esistono
anche modelli relativamente semplici che
permettono, in molti casi, di prevederne la forma
geometrica.
Una possibilit rappresentata dalla TEORIA
DELLA REPULSIONE DELLE COPPIE
ELETTRONICHE NEL GUSCIO DI VALENZA
(VSEPR), che considera le repulsioni tra le coppie
elettroniche (di legame o non condivise) presenti
nello strato esterno di una molecola. Le coppie
IL LEGAME CHIMICO
possibile.
In alternativa, la geometria delle molecole pu essere
individuata considerando il fenomeno
dellIBRIDAZIONE, di cui presentiamo gli aspetti
pi significativi, prendendo come esempio il
carbonio. Come si vedr anche a proposito dei
composti organici, latomo di C presenta nello
stato fondamentale configurazione elettronica 1s2
2s2 2px1 2py1, rappresentabile come
1s [] 2s [] 2p [][][ ] e simbolo di Lewis
..
C.
1s [] 2s [] 2p [][][] e Lewis
CH4.
Nel fenomeno dellibridazione un certo numero di
orbitali atomici viene combinato con un
procedimento matematico per dare luogo allo stesso
numero di nuovi orbitali equivalenti; questi sono
detti ORBITALI IBRIDI e possono essere messi in
relazione con varie geometrie molecolari. La
particolare forma degli orbitali ibridi consente una
sovrapposizione pi efficace e permette quindi la
formazione di legami pi forti.
1. IBRIDAZIONE sp3
Orbitali coinvolti: 1 orbitale s e 3 orbitali p
Si formano 4 orbitali ibridi equivalenti che
presentano 25% di carattere s e 75 % di carattere p
Geometria tetraedrica, con angoli di circa 109
Esempio: nel metano CH4 (alcani) il C ibridato
sp3; i quattro legami si ottengono ciascuno per
sovrapposizione di un orbitale ibrido sp3 con un
orbitale 1s di H. La molecola tetraedrica.
Si pu notare che il metodo VSEPR portava allo
stesso risultato.
IL LEGAME CHIMICO
H
H
CH4
H
legami
isoenergetici a
109.5 tra loro
2. IBRIDAZIONE sp2
Orbitali coinvolti: 1 orbitale s e 2 orbitali p
Si formano 3 orbitali ibridi equivalenti che
presentano 33% di carattere s e 66 % di carattere p
Geometria trigonale piana (triangolo equilatero),
con angoli di 120
Esempio: nelletilene CH2=CH2 (alcheni) i due
atomi di C sono ibridati sp2; i due atomi di C sono
legati mediante un legame ottenuto per
sovrapposizione di un orbitale ibrido sp2 di ogni
atomo, altri due legami si ottengono per
sovrapposizione di orbitali ibridi sp2 con orbitali 1s
C
2s2 2px 2py 2pz
H
C
sp2
H
pz
sp2
H
IL LEGAME CHIMICO
3. IBRIDAZIONE sp
Orbitali coinvolti: 1 orbitale s e 1 orbitale p
Si formano 2 orbitali ibridi equivalenti che
presentano 50% di carattere s e 50 % di carattere p
Geometria lineare, con angoli di 180
Esempio: nellacetilene CHCH (alchini) i due
atomi di C sono ibridati sp; i due atomi di C sono
legati mediante un legame ottenuto per
sovrapposizione di un orbitale ibrido sp di ogni
atomo, altri due legami si ottengono per
sovrapposizione di orbitali ibridi sp con orbitali 1s di
due atomi di H. Poich soltanto un orbitale p stato
coinvolto nellibridazione, ogni atomo di C dispone
ancora di due orbitali p non ibridati, perpendicolari
tra loro e disposti perpendicolarmente al piano della
molecola; queste due coppie di orbitali p formano
per sovrapposizione laterale due legami , per cui la
molecola presenta un triplo legame (1 + 2 ). La
molecola lineare.
C
2s2 2px 2py 2pz
pz
sp
C
H
pz
sp
H
IL LEGAME CHIMICO
atomici, e per i quali restano validi il principio di
Pauli e quello della massima molteplicit (Hund).
Quando due orbitali atomici si combinano, si ha la
formazione di due OM:
- uno di legame (o legante), ad energia inferiore
rispetto a quella degli orbitali iniziali
- uno di antilegame (o antilegante) ad energia
superiore.
Una specie stabile se il numero degli elettroni di
legame superiore rispetto a quello degli elettroni di
antilegame.
B (III gruppo)
Si (IV gruppo)
N (V gruppo)
Cl (VII gruppo)
6.V.2 Partendo dalla definizione di legame ionico,
costruisci il legame tra Na e Cl e rappresentalo con i
simboli di Lewis.
6.V.3 Partendo dalla definizione di legame
covalente, costruisci il legame della molecola H2 e
rappresentalo con i simboli di Lewis.
6.V.4 In base al significato dellelettronegativit, e
confrontando i valori relativi ai due atomi coinvolti,
valuta se questi legami sono polari o non polari.
Cl-Cl
H-F
N-H
F-F
IL LEGAME CHIMICO
Soluzione Pre-Test
Formando ioni Ca2+ e Br- , entrambi gli elementi
raggiungono una situazione stabile, completando
lottetto ed assumendo la configurazione elettronica
del gas nobile precedente o di quello seguente.
Il calcio, poco elettronegativo, tender a cedere i suoi
due elettroni per raggiungere la configurazione
elettronica dellAr; il bromo, caratterizzato da
unelettronegativit pi elevata, tender ad acquistare
un elettrone, assumendo la configurazione elettronica
del Kr.
Se Ca e Br si combinano, Ca pu cedere due elettroni
(che occupano lorbitale 2s del livello esterno), il Br
acquistarne uno (ha sette elettroni nello strato
esterno). La differenza di elettronegativit di 1,8
indica un legame covalente con parziale carattere
ionico.
ESERCIZI
ESERCIZI
1) Lelettronegativit di un elemento:
a. lenergia che esso libera acquistando un
elettrone e trasformandosi in ione negativo
b. lenergia necessaria per trasformarlo in ione
positivo
c. indica la tendenza ad attrarre a s elettroni
quando si lega ad altri atomi
d. la carica del nucleo risentita effettivamente
dallelettrone pi esterno
Soluzione
2) Lelettronegativit, in genere:
a. diminuisce lungo un periodo da sinistra verso
destra e diminuisce lungo un gruppo dallalto verso
il basso
b. aumenta lungo un periodo da sinistra verso
destra ed aumenta lungo un gruppo dallalto verso
il basso
c. diminuisce lungo un periodo da sinistra verso
destra ed aumenta lungo un gruppo dallalto verso
il basso
d. aumenta lungo un periodo da sinistra verso
destra e diminuisce lungo un gruppo dallalto verso
il basso
Soluzione
3) Indica quale dei seguenti atomi pi
elettronegativo:
a. F
b. Cl
c. Br
d. I
Soluzione
4) Indica quale dei seguenti atomi pi
elettronegativo:
a. C
b. O
c. N
d. P
Soluzione
ESERCIZI
5) Indica quale coppia di elementi dovrebbe
verosimilmente formare un composto ionico:
a. S-O
b. O-N
c. K-Ca
d. Ca-Cl
Soluzione
6) Il simbolo di Lewis per lazoto :
d.
N.
N.
..
c.
b.
a.
Soluzione
7) Il simbolo di Lewis per lo zolfo :
d.
S
..
S.
..
c.
b.
a.
Soluzione
ESERCIZI
10) Nella molecola di azoto tra i due atomi ci sono
complessivamente:
a. 3 legami
b. 2 legami ed 1
c. 3 legami
d. 1 legame e 2
Soluzione
11) Relativamente agli orbitali ibridi sp3, non
corretto dire che:
a. sono quattro
b. sono degeneri
c. derivano dal mescolamento di 1 orbitale s e 3
orbitali p
d. i loro assi di simmetria formano tra loro angoli
di 120 gradi
Soluzione
12) In seguito al mescolamento di un orbitale 2s e
due orbitali 2p nel carbonio sono presenti:
a. 4 orbitali sp3
b. 3 orbitali sp2 e 1 orbitale p
ESERCIZI
15) Un legame chimico tanto pi polare:
a. quanto maggiore la differenza di dimensioni
tra i due atomi
b. quanto minore la differenza di dimensioni tra i
due atomi
c. quanto maggiore la differenza di
elettronegativit tra i due atomi
d. quanto minore la differenza di elettronegativit
tra i due atomi
Soluzione
16) Il legame pi polare tra i seguenti :
a. O-O
b. H-F
c. H-Cl
d. H-O
Soluzione
ESERCIZI
19) Indica quale di queste sostanze presenta
legame idrogeno
a. CH4
b. NH3
c. H2S
d. O2
Soluzione
20) Indica quale di queste sostanze non presenta
legame a idrogeno
a. H2O
b. CH3OH
c. NH3
d. SiH4
Soluzione
21) Il legame a idrogeno nellacqua ha luogo:
a. tra due atomi di idrogeno appartenenti a due
molecole diverse
b. tra due atomi di idrogeno appartenenti alla
stessa molecola
c. tra un atomo di idrogeno e uno di ossigeno
ESERCIZI
SOLUZIONI
8. d
Back
1. c
Back
9. b
Back
2. d
Back
10. d
Back
3. a
Back
11. d
Back
4. b
Back
12. b
Back
5. d
Back
13. b
Back
6. d
Back
14. a
Back
7. d
Back
ESERCIZI
15. c
Back
16. b
Back
17. c
Back
18. b
Back
19. b
Back
20. d
Back
21. c
Back
22. a
Back
9.B PRE-TEST
9.C OBIETTIVI
ESERCIZI
9.1 INTRODUZIONE
9.2 IL PRIMO PRINCIPIO DELLA
TERMODINAMICA
9.3 ENTALPIA - REAZIONI
ESOTERMICHE ED ENDOTERMICHE
9.3.1 LEGGI DI HESS E LAVOISIER LAPLACE
9.B PRE-TEST
In una torcia ossi-acetilenica ha luogo la reazione:
C2H2 (g) + 5/2 O2 2CO2 (g) + H2O (g)
9.C OBIETTIVI
Al termine di questa Unit dovrai essere in grado di:
9.1 INTRODUZIONE
Un sistema isolato non scambia n energia n materia
Scambio di energia
sistema
ambiente esterno
Lo scambio di energia tra un sistema l ambiente
esterno avviene attraverso calore e lavoro.
positivo:
w = 4,184 J (1,000 cal)
E = q -w = - 8,243 J - 4,184 J = 12,427 J
= - 1,970 cal - 1,000 cal = - 2,970 cal
ESEMPIO
In una reazione esotermica, un sistema cede al suo
intorno 8,243 J (1,970 cal). Durante la reazione si
formano dei gas che sollevano un pistone
compiendo un lavoro di 4,184 J (1,000 cal). Calcola
E.
Il calore viene ceduto dal sistema al suo intorno,
quindi negativo:
q = - 8,243 J (- 1,970 cal)
Il lavoro viene compiuto dal sistema sullintorno ed
ENTALPIA
H = E + PV
Variazione di entalpia (processi a P costante)
H = E + PV
E = q - PV (I principio t.d)
(calore di reazione a P = costante )
qv = E
Reagenti
Entalpia
qp = H
Processo
esotermico
H < 0
Prodotti
Processo
endotermico
Entalpia
Prodotti
H > 0
Reagenti
ESEMPIO
Calcola il calore che si sviluppa quando 4,20 l di H2
reagiscono con eccesso di N2 alla pressione di 200,0
atm e alla temperatura di 523 K, ponendo per la
formazione dellammoniaca H = - 46,19 kJ/mol.
Calcoliamo le moli di H2 che reagiscono, attraverso
lequazione di stato dei gas perfetti:
PV
200,0 x 4,20
n=
=
= 19,6 mol di H2
RT
0,0821 x 523
Dalla stechiometria della reazione (1/2 N2 + 3/2H2
NH3) si osserva che sono necessarie 3/2 moli di
H2 per ottenere una mole di NH3. Allora, partendo
da 19,6 moli di H2 si ottengono:
3/2 : 1 = 19,6 : x x = 19,6 x 2/3 = 13,1 moli di
NH3
Il calore sviluppato sar:
q = 13,1 mol x 46,19 kJ mol-1 = 605 kJ
, ecc.).
Dato che anche le trasformazioni fisiche (passaggi
di stato) comportano variazioni di energia, nelle
equazioni termochimiche necessario indicare lo
stato fisico di tutti i reagenti e prodotti; per la stessa
ragione, se un solido pu esistere in pi di una forma
allotropica, questa va specificata. Ad esempio:
evaporazione
H = - 285,8 kJ
H = + 285,8 kJ
ESEMPIO
Calcola il H di formazione dellossido di carbonio
dagli elementi, sapendo che per CO2 (g)
Hform = - 393,5 kJ/mol e che per lossidazione di
CO (g) a CO2 (g) H = - 283,9 kJ/mol.
La reazione di cui vogliamo calcolare H :
Cgraf + 1/2 O2 (g) CO (g)
I valori di H di cui disponiamo si riferiscono alle
reazioni:
Cgraf + O2 (g) CO2 (g)
H = - 393,5 kJ
CO (g) + 1/2 O2 (g) CO2 (g)
H = - 283,9 kJ
che possono essere combinate per dare la reazione di
formazione di CO2 in due stadi:
spontaneo
reversibile
G > 0
non spontaneo
G > 0
G < 0
G = - 130,2 kJ
G = - 25,06 kJ
ESERCIZI
ESERCIZI
1) La forma matematica del primo principio della
termodinamica :
a. E = Q - W
b. H = Q - W
c. S = H + T
d. G = S - H
Soluzione
2) Lentalpia H definita come:
a. H = E - PV
b. H = E + PV
c. H = E - TS
d. H = E + TS
Soluzione
3) Per una trasformazione a pressione costante il
calore Q scambiato da un sistema dato da:
a. Q = S
b. Q = E
c.
d.
Q = H
Q = T
Soluzione
ESERCIZI
b.
c.
d.
minore S
minore H
minore G
9) La reazione
2CO (g) CO2 (g) + C graf
Soluzione
ESERCIZI
SOLUZIONI
1.
Back
b
c
Back
6.
b
Back
7.
10. a
Back
Back
5.
b
Back
Back
4.
9.
b
Back
3.
a
Back
2.
8.
b
Back
10.B PRE-TEST
1. Data lespressione della velocit di una reazione:
v = k [A]2 [B]
indica lordine di reazione rispetto ad A, rispetto a B,
e lordine totale.
2. Distingui nei seguenti casi tra catalisi omogenea,
eterogenea ed enzimatica.
Soluzione
10.C OBIETTIVI
Al termine di questa Unit dovrai essere in grado di:
affiancare un criterio cinetico al criterio
termodinamico nella valutazione della spontaneit di
una reazione;
definire la velocit di reazione ed i fattori che la
influenzano;
data una certa reazione chimica, comprendere
lequazione che esprime la velocit in funzione delle
concentrazioni dei reagenti di reazione ed
individuare lordine di reazione;
mettere in relazione la velocit di reazione con gli
urti tra le particelle;
reazione avviene.
10.1.1 SIGNIFICATO DELLA VELOCITA DI REAZIONE
E FATTORI CHE LA INFLUENZANO
v= -
d[H2O2]
dt
+
B
reagenti
complesso
attivato ()
prodotti
Energia potenziale
Ea
A 2 + B2
E
2 AB
Coordinata di reazione
Stato catalizzato
Ea
Ea
E
Coordinata di reazione
O
H C OH + H +
HCOOH CO + H2O
O H
O +
+
H
+ H 2O
Catalisi omogenea
H + + CO
2NO + O2 NO2
2NO2 + 2SO2 2SO3 + 2NO
2SO3 + 2H2O 2H2SO4
2SO2 + O2 + 2H2O 2H2SO4
Sintesi dellammoniaca
N2 + 3H2 2NH3
La reazione esotermica, per cui viene fatta avvenire
a 450-650 C e 250 atm. Si utilizza un catalizzatore
di ferro metallico a struttura porosa, sulla cui
superficie si ha adsorbimento da parte di N2. A
livello industriale, una miscela di azoto e idrogeno in
rapporto 1:3 viene fatta passare sul catalizzatore e
lNH3 che si forma viene via via eliminata per
condensazione. I reagenti che non hanno reagito
vengono rimessi in ciclo.
Eliminazione degli inquinanti nella marmitta
catalitica.
ESERCIZI
ESERCIZI
1) La velocit di una reazione chimica dipende:
a. solo dalla temperatura
b. solo dalla pressione
c. dal fatto che la reazione sia eso- o endotermica
d. dalla temperatura, dalle concentrazioni dei
reagenti (ed eventualmente dei prodotti) e dalla
presenza di catalizzatori
Soluzione
2) Data la reazione chimica:
N2O5 2NO2 + 1/2 O2
indicando con vi la velocit di scomparsa (o di
formazione) delli-esimo reagente (prodotto), si ha:
a. vN2O5 = vO2
b. vN2O5 = 2vNO2
c. 2vN2O5 = vNO2
d. 2vN2O5 = vO2
Soluzione
ESERCIZI
5) E chiamata equazione cinetica:
a. lequazione stechiometrica rappresentativa di una
reazione chimica
b. lequazione che lega la costante cinetica alla
temperatura
c. lequazione che lega la velocit di reazione alle
concentrazioni di reagenti
d. lequazione che lega la costante di equilibrio alla
temperatura.
Soluzione
6) Una reazione chimica avviene con meccanismo
semplice se:
a. si formano composti con struttura molecolare
pi semplice di quella dei reagenti
b. avviene in un unico stadio
c. coinvolge solo specie che si comportano
idealmente
d. di primo ordine
Soluzione
ESERCIZI
9) Il complesso attivato ha unenergia:
a. maggiore di quella dei reagenti, ma non di quella
dei prodotti
b. maggiore di quella dei prodotti, ma non di quella
dei reagenti
c. minore sia di quella dei reagenti, che di quella dei
prodotti
d. maggiore sia di quella dei reagenti, che di quella
dei prodotti
Soluzione
10) Un catalizzatore :
a. una specie chimica la cui aggiunta al sistema di
reazione pu portare ad uno spostamento
dellequilibrio
b. una specie chimica la cui aggiunta al sistema di
reazione porta sempre allaumento della velocit
c. una specie chimica che si ritrova inalterata alla
fine della reazione
d. una specie chimica che provoca una
diminuzione di G
Soluzione
ESERCIZI
13) Un catalizzatore si dice eterogeneo se:
a. si trova in fase diversa rispetto ai reagenti
b. si trova in fase diversa rispetto ai prodotti
c. costituito da molecole eteronucleari
d. costituito da molecole apolari
Soluzione
14) Data la reazione tra acetone e iodio in
soluzione acquosa, catalizzata dagli ioni H+,
CH3COCH3 (aq) + I2 (aq) CH2ICOCH3 (aq) + H+ (aq)
+ I- (aq)
misure sperimentali hanno determinato lequazione
cinetica:
v = k [CH3COCH3] [H+]
Individua:
a. lordine di reazione rispetto allacetone
b. lordine di reazione rispetto allo iodio
c. lordine di reazione rispetto agli ioni H+
d. lordine di reazione totale
Soluzione
ESERCIZI
SOLUZIONI
8. a
Back
1. d
Back
2. c
Back
3. b
Back
4. c
Back
5. c
Back
6. b
Back
7. d
Back
9. d
Back
10. c
Back
11. a
Back
12. c
Back
13. a
Back
ESERCIZI
14.
a. primo ordine
b. ordine zero
c. primo ordine
d. secondo ordine
Back
15. 9,0910-5
Back
16. 4,9710-4
Back
17. 8,3310-5; 6,6710-5
Back
ESERCIZI
7.4 LO STATO GASSOSO
7.5 LEGGI DEI GAS IDEALI
7.B PRE-TEST
1. Spiega le propriet del diamante e della grafite in
base alla loro struttura.
7.C OBIETTIVI
Al termine di questa Unit dovrai essere in grado di:
enunciare le propriet fondamentali dei tre stati
fisici;
comprendere le caratteristiche del reticolo
cristallino, spiegando il significato della cella
elementare nella struttura di un solido;
descrivere la cella elementare e le caratteristiche
principali dei pi diffusi tipi di reticoli;
descrivere in termini generali la struttura di un
solido ionico, di un solido covalente e di un solido
molecolare, e formulare per ogni categoria alcuni
esempi;
elencare le propriet tipiche dei solidi ionici,
covalenti e molecolari, mettendole in relazione con la
7.1 INTRODUZIONE
Parlando degli attributi della materia, abbiamo
definito le caratteristiche principali degli stati fisici
della materia:
i SOLIDI: hanno forma, massa e volume
definiti e non sono compressibili;
P
(primitiva)
I
(corpo centrato)
F
(facce centrate)
STRUTTURA TETRAEDRICA
- ogni particella circondata da altre 4 disposte ai
vertici di un tetraedro;
- numero di coordinazione: 4;
- esempio: il ghiaccio (citato a proposito del legame
a idrogeno).
a) diamante
b) grafite
2. SOLIDI IONICI
Composti costituiti da atomi con forte differenza di
elettronegativit formano macrostrutture ioniche in
cui gli elettroni vengono trasferiti alla specie pi
elettronegativa e gli anioni ed i cationi cos formati
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+ ; Cl =
-
(numero di coordinazione: 6)
3. SOLIDI MOLECOLARI
I solidi dei non metalli e di composti dei non metalli
sono formati da molecole in cui gli atomi sono legati
1. TENSIONE SUPERFICIALE
Le molecole che si trovano allinterno della massa di
un liquido sono soggette a forze attrattive da parte
delle molecole circostanti in ogni direzione e la
risultante di tutte queste forze nulla. Al contrario,
le forze che agiscono sulle molecole dello strato
superficiale non sono distribuite in tutte le direzioni
(al di sopra della superficie le molecole sono in
numero decisamente minore), per cui la risultante
delle forze sar non nulla e diretta verso linterno.
Le molecole interne si trovano quindi ad avere
energia inferiore rispetto a quelle in superficie, per
cui il liquido tende a mantenere una superficie
esterna minore possibile: la goccia rappresenta la
forma geometrica con il pi piccolo rapporto tra
volume e area superficiale.
TENSIONE SUPERFICIALE: lenergia
richiesta per aumentare larea superficiale di un
liquido, portando molecole interne alla superficie,
cio ad un livello di energia pi elevato. Quindi, il
fatto che i liquidi tendano a contrarre la loro
3. TENSIONE DI VAPORE
Levaporazione il passaggio allo stato gassoso delle
molecole di un liquido. A parit di temperatura, un
liquido evapora pi o meno facilmente a seconda
delle forze che mantengono unite le molecole.
Perch una particella si allontani dal liquido, deve
possedere unenergia sufficiente per sottrarsi
dallattrazione delle altre molecole; quindi, avranno
maggiore possibilit di allontanarsi le particelle che
hanno energia pi elevata (vedi teoria cinetica dei
gas).
Se consideriamo un recipiente chiuso e mantenuto a
temperatura costante, parzialmente riempito di un
Temperatura pi
bassa
Temperatura pi
alta
E1
E2
E cinetica
corrispondono
corrispondono
corrispondono
corrispondono
a
a
a
a
0 + 273 = 273 K
25 + 273 = 298 K
100 + 273=373 K
280 - 273 = 7C
ESEMPI
0,5 atm corrispondono a 760 x 0,5 = 380 Torr
(1 atm : 760 Torr = 0,5 atm : x)
2 atm
corrispondono a 760 x 2 = 1520 Torr
(1 atm : 760 Torr = 2 atm : x)
190 Torr corrispondono a 190/760 = 0,25 atm
(1 atm : 760 Torr = x : 190)
70500 Pa corrispondono a 70500/101325 = 0,696
atm (1 atm : 101325 Pa = x : 70500 Pa)
0,3 atm corrispondono a 0,3 x 101325 =
=30397,5 Pa (1 atm : 101325 Pa = 0,3 atm : x)
ESEMPIO
Una massa di gas occupa alla temperatura di 48C un
volume di 323 cm3; calcolare il volume occupato se
viene portata a 100C mantenendo P costante.
Applichiamo la relazione che lega V e T a P costante
nella forma: V1/T1 = V2/T2
V1 = 323 cm3
T1 = 48C = 48 + 273 = 321K
V2 = ?
T2 = 100C = 373 K
V2 = V1 x T2/T1 = 323 x 373/321 = 375 cm3
Combinando queste leggi si ottiene la relazione:
PV/T = cost, oppure:
P 1V 1
P2 V 2
=
T1
T2
che pu essere usata quando variano due parametri
P2V2
T2
T1 = 358,6 K
P2 = ?
T2 = 614 K
V2 = 178 l
m
PV =
RT
MM
MM = m RT/PV
m = 1,739 g
V = 0,381 l
R = 0,0821
T = 338 K
P = 685 Torr/760 Torr atm-1 = 0,901 atm
Si ottiene una massa molare di 141 g mol-1
6) Calcolare la massa molare di un gas che ha densit 1,435
alla temperatura di 26,4C e alla pressione di 0,838 atm
Nella relazione precedente: MM = m RT/PV
introduciamo d = m/V; si ottiene:
MM = dRT/P
Sostituendo, si ottiene: MM = 42,1 g mol-1
V2
dove a una costante che assume valori diversi
per ogni gas.
Sublimazione
* Termine (V - nb):
il volume realmente a disposizione delle particelle si
ottiene sottraendo al volume del recipiente V quello
occupato dalle molecole; questultimo
rappresentato dal termine nb, in cui compaiono il
numero di moli ed una costante b tipica di ogni gas.
Fusione
Stato
solido
Evaporazione
Stato
liquido
Solidificazione
Stato
gassoso
Condensazione
Brinamento
I passaggi di stato
Temperatura
Te
solido
Tf
vapore
V
liquido
F
T0
liquido
A
0
tf
tg
Calore latente
di fusione
te
tv
Tempo
Calore latente (quantit di calore)
di evaporazione
F
L
liquido
solido
4.58
gas (vapore)
S
0.01
t (C)
ESERCIZI
ESERCIZI
1) Lequazione di stato valida per i gas perfetti :
a. PV = costante
b. PV = nRT
c. PV = znRT
d. RT = nPV
Soluzione
2) In genere, un gas si comporta idealmente:
a. ad elevate pressioni e temperature
b. ad elevata pressione e a bassa temperatura
c. a basse pressioni e temperature
d. a bassa pressione e a temperature non troppo
basse
Soluzione
ESERCIZI
5) La legge di Dalton relativa:
a. alladdittivit dei volumi dei componenti di una
miscela gassosa
b. alladdittivit delle pressioni dei componenti di
una miscela gassosa
c. alla dipendenza dalla temperatura della tensione
di vapore di un liquido
d. alla dipendenza dalla pressione della solubilit di
un gas in un liquido
Soluzione
6) Lespressione corretta dellequazione di Van der
Waals per una mole di gas reale :
a
a. (P +
) (V - b) = RT
V
b. (P + aV) (V - b) = RT
a
c. (P +
) (V - b) = RT
V2
a
d. (P +
) (V + b) = RT
V2
Soluzione
ESERCIZI
c. esercitata dal vapore in equilibrio con il liquido
d. esercitata dal vapore in equilibrio con il solido
Soluzione
ESERCIZI
13) La grafite ed il diamante sono due forme:
a. isomorfe
b. canoniche
c. di risonanza
d. allotropiche
Soluzione
14) Indica le strutture compatte ( possibile pi di
una risposta)
a. cubica semplice
b. cubica a facce centrate
c. tetraedrica
d. esagonale
Soluzione
ESERCIZI
b. molecolare
c. covalente
d. metallico
Soluzione
18) Un solido cristallino tenero, basso fondente,
volatile, cattivo conduttore anche allo stato fuso
presumibilmente un solido:
a. ionico
b. molecolare
c. covalente
d. metallico
Soluzione
19) Il cloruro di calcio allo stato solido un solido:
a. ionico
b. molecolare
c. covalente
d. metallico
Soluzione
ESERCIZI
23) Per lacqua la temperatura critica di circa:
a. 100C
b. 374C
c. 374 K
d. 0C
Soluzione
24) Per lacqua la temperatura normale di ebollizione
di:
a. 25C
b. 0C
c. 100 K
d. 100 C
Soluzione
25) Viene chiamata fusione il passaggio da:
a. solido a vapore
b. solido a liquido
c. liquido a solido
d. vapore a liquido
Soluzione
ESERCIZI
29) Calcola il volume occupato da 150 cm3 di N2
misurati a 20C e 760 Torr se la temperatura e la
pressione vengono portate a 30C e 740 Torr.
Soluzione
30) Un certo volume di ossigeno viene portato da
-10C a 20C; calcola la pressione alla nuova
temperatura, sapendo che in precedenza esercitava
una pressione di 740 Torr.
Soluzione
31) Determina il numero di moli di CO che
esercitano in un recipiente del volume di 2500 cm3,
alla temperatura di 63,4 C, una pressione di 455
Torr.
Soluzione
32) 2,29 g di CO2, introdotti in un recipiente alla
temperatura di 85,4C, esercitano una pressione di
735 Torr. Calcola il volume del recipiente.
Soluzione
ESERCIZI
SOLUZIONI
8. c
Back
1. b
Back
9. a
Back
2. d
Back
10. b
Back
3. b
Back
11. a
Back
4. a
Back
12. a
Back
5. b
Back
13. d
Back
6. c
Back
14. b, d
Back
7. b
Back
15. c
Back
ESERCIZI
16. d
23. b
Back
17. a
Back
18. b
Back
19. a
Back
20. b
Back
21. c
Back
22. b
Back
Back
24. d
Back
25. b
Back
26. a
Back
27. c
Back
28. 36,6 l
Back
29. 0,153 l
Back
ESERCIZI
30. 824,4 torr
Back
31. 5,4210-2 mol
Back
32. 1,78 l
Back
33. 30,1 g mol-1
Back
34. 8,6510-2 g
Back
35. 0,381 atm
Back
36. 8,08 atm
Back
CHIMICA ORGANICA
CHIMICA ORGANICA
14.3.2 ETERI
14.A PRE-REQUISITI
14.B PRE-TEST
14.C OBIETTIVI
14.1 INTRODUZIONE: I COMPOSTI
ORGANICI DEL CARBONIO
14.1.1 RAPPRESENTAZIONE DELLE MOLECOLE
14.4 I POLIMERI
14.4.1 POLIMERI DI CONDENSAZIONE
14.4.2 POLIMERI DI ADDIZIONE
14.1.2 ISOMERIA
14.2 IDROCARBURI
ESERCIZI
14.2.1 ALCANI
14.2.2 IDROCARBURI INSATURI: ALCHENI E ALCHINI
14.2.3 IL BENZENE E GLI IDROCARBURI AROMATICI
CHIMICA ORGANICA
14.A PRE-REQUISITI
Prima di iniziare a lavorare su questa Unit, dovresti
essere in grado di:
14.B PRE-TEST
1. Individua le classi funzionali cui appartengono i
composti seguenti ed attribuisci ad ogni composto
un nome:
CH3 - CH = CH - CH3
CH3 - CH2 - CH - OH
CHIMICA ORGANICA
14.C OBIETTIVI
Al termine di questa Unit dovrai essere in grado di:
CHIMICA ORGANICA
-C-C-C-C-C-C-
CH3 - OH
metanolo
CH3 - CH2 - OH
etanolo
CH3 - CH2 - CH2 - OH propanolo
14.1.1 RAPPRESENTAZIONE DELLE MOLECOLE
CHIMICA ORGANICA
ESEMPIO
Per alcuni composti appartenenti alla serie omologa degli alcani:
METANO
F. molecolare
CH4
ETANO
C2 H 6
PROPANO
C3H8
Mod. tridimensionale
H H H
Catena
H-C-H
H-C-C-H
H-C-C-C-H
H
H H
CH3 - CH3
CHIMICA ORGANICA
14.1.2 ISOMERIA
CH 3
CH 3
CH 3
C = C
C = C
H
CH 3
trans - 2 - butene
cis - 2 - butene
ESEMPI
Cl
H-C - C-H
H
Cl
1,2 - dicloroetano
CHIMICA ORGANICA
isomeria di struttura
C2 H 6 O
C4H10
CH3 - CH2 - OH
etanolo (alcoli)
CH3 - O - CH3
dimetiletere (eteri)
butano
CH3 - CH - CH3
CH3
metilpropano (o isobutano)
CHIMICA ORGANICA
C5H12
pentano
isopentano (2 - metilbutano)
CH3
CH3
CH3 - C - CH3
CH3
CHIMICA ORGANICA
14.2.1 ALCANI
14.2 IDROCARBURI
Gli IDROCARBURI sono composti che
contengono esclusivamente C ed H; come si pu
vedere dallo schema, esistono:
idrocarburi alifatici (con struttura a catena)
- saturi (contenenti solo legami C-C semplici)
- insaturi (contenenti anche doppi e tripli legami)
idrocarburi aromatici, derivati dal benzene
Alcani
idrocarburi
alifatici
aromatici
(anello
benzenico)
Legami - C - C- semplici ()
ibridazione del carbonio : sp3
Formula generale : CnH 2n+2 (n = 1, 2, 3...)
Nome: suffisso -ano
Nome sostituente: suffisso -ile
- C=C -
-CC-
CHIMICA ORGANICA
Alcani
Nome
Formula
metano
CH4
etano
Radicale corrispondente
Nome
CH3 -
metile
CH3 - CH3
CH3 - CH 2 -
etile
propano
CH3 - CH 2 - CH2 -
propile
butano
CH3 - CH 2 - CH2 - CH 2 -
butile
pentano
pentile
esano
esile
A parte i primi quattro termini, che hanno nomi comuni, il nome comprende una radice che indica il numero di
atomi di carbonio presenti seguito dal suffisso -ano. Il radicale o sostituente corrispondente si ottiene
eliminando un atomo di H e trasformando il suffisso -ano in -ile. I nomi delle molecole degli alcani
costituiscono la base per costruire i nomi delle molecole pi complesse.
CHIMICA ORGANICA
REGOLE GENERALI DI NOMENCLATURA
1. Si sceglie la catena pi lunga e si usa il nome
dellalcano corrispondente a questa catena come
base; si considerano le ramificazioni come sostituenti
della catena principale.
2. Si numera la catena in modo da dare ai
sostituenti (cio alle ramificazioni) numeri di
posizione pi bassi possibile.
ESEMPI
CH3
CH3
2 - metil - 4 - propileptano
CH3
CHIMICA ORGANICA
PROPRIETA FISICHE DEGLI ALCANI
lineari.
CH4 + 2 O2
C4H10 + 13/2 O2
CO2 + 2 H2O
4 CO2 + 5 H2O
2. REAZIONI DI SOSTITUZIONE
Gli alcani hanno scarsa reattivit nei confronti di
molti reagenti; in presenza di luce, possono reagire
con gli alogeni e dare reazioni in cui un atomo di H
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viene sostituito. La reazione ha un meccanismo a
catena che coinvolge i cosiddetti radicali (specie
che hanno un elettrone spaiato, molto reattive). Ad
esempio, per il metano:
250-350 C
CH4 + Cl 2
CH3Cl + HCl
CH3Cl + Cl2
CH2Cl2 + HCl
CH2Cl2 + Cl2
CHCl3 + HCl
CHCl3 + Cl2
CCl4 + HCl
Alcheni
14.2.2 IDROCARBURI INSATURI: ALCHENI E
ALCHINI
Legami - C = C - doppi ( + )
ibridazione del carbonio : sp 2
Formula generale : CnH 2n ( n 2)
Nome : alcano con desinenza - ene
Possono dare isomeria geometrica (cis-trans)
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ESEMPI
Alcheni
Nome
Formula
etene (etilene)
CH2 = CH2
propene
CH2 = CH CH3
1-butene
2 butene
CH3CH = CH CH3
1-pentene
CH3 - C = CH - CH3
2 - metil - 2 - butene
CH3
CH2 = CH - CH = CH2
1, 3 - butadiene
(prefisso di- perch sono presenti due doppi legami)
REAZIONI CARATTERISTICHE DEGLI
ALCHENI
Le pi importanti reazioni sono reazioni di
ADDIZIONE al doppio legame (che si trasforma
in un legame semplice); le addizioni tra alcheni sono
anche alla base delle reazioni di
polimerizzazione.
CHIMICA ORGANICA
A ddizione di acidi alogenid rici
Addizione di alogeni
C H2 = C H C H3 + H F
H
Cl - Cl
prope ne
C H2 = C H C H2C H3 + H 2
H
etene
1-bute ne
1,2 - dicloroetano
H-C - C-H
H
Cl
C H 3 CH 2 CH 2 CH 3
bu tan o
A ddizione di acqua
C H 2 = C H 2 + H OH
Cl
A ddizione di idrogeno
C = C
H
CH 3 C HF C H 3
etene
C H3 C H2 O H
etano lo
CHIMICA ORGANICA
legame doppio.
Alchini
Alchini
Nome
Legami - C C - tripli ( + 2)
ibridazione del carbonio : sp
etino (acetilene)
Formula
HC CH
propino
HC C CH3
1-butino
HC C CH2 CH3
1-pentino
HC C (CH2) 2 CH3
1-ottino
HC C (CH2) 5 CH3
1-decino
HC C (CH2) 7 CH3
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14.2.3 IL BENZENE E GLI IDROCARBURI AROMATICI
BENZENE
C6H6
H
C
H
C
C
H
H
C
C
CHIMICA ORGANICA
Reazioni di sostituzione sullanello aromatico
alcuni esempi
mezzo
paradellanello.
cloro-benzene
alogenazione
Cl
+ Cl2
HCl +
orto-xilene
CH3
meta-xilene
CH3
CH3
CH3
NO2
+ HONO 2
CH3
H2O +
nitro-benzene
para-xilene
CH3
CH3
CHIMICA ORGANICA
14.3 CLASSI FUNZIONALI
Consideriamo rapidamente le principali categorie di
composti organici che vengono definite dalla
presenza nella molecola di un determinato
GRUPPO FUNZIONALE; esso conferisce alla
molecola propriet chimiche caratteristiche e
permette di raggruppare un vasto numero di
composti in un numero relativamente limitato di
classi.
Le reazioni caratteristiche ed i metodi di
preparazione di alcune importanti classi di composti
(alcoli, aldeidi, chetoni, acidi carbossilici) che
comportano ossidazione/riduzione (reazioni redox)
possono essere rappresentate con lo schema
seguente, cui si far riferimento in seguito:
(ox)
(ox)
alcool primario aldeide acido carbossilico
alcool secondario chetone
(rid)
(rid)
14.3.1 ALCOLI
Alcoli
(R - OH)
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Alcoli
Nome
Formula
peb (C)
solubilit in H2O %
64,5
78,3
CH3(CH2) 2OH
97
1-butanolo
CH3(CH2) 3OH
118
7,9
1-pentanolo
CH3(CH2) 4OH
138
2,3
1-esanolo
CH3(CH2) 5OH
156
0,6
metanolo
CH3OH
etanolo
CH3CH2OH
1-propanolo
CHIMICA ORGANICA
ESEMPI
CH2 - CH2 - OH
Cl
CH3 - CH - CH3
OH
CH3
CH3 - C - CH2 - CH3
OH
R rappresenta un qualsiasi radicale (ad esempio, metile, etile, ecc.). Gli alcoli primari, secondari e terziari hanno
reattivit diversa, in particolare riguardo allossidazione:
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I composti in cui il gruppo - OH direttamente legato
ad un anello aromatico si chiamano FENOLI; ad
esempio:
OH
H
H
l
l
H-C-H
H- C-H
l
l
O-H-- --- O-H-- -- Solubilit completa in solventi polari fino a C4
H H
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METODI DI PREPARAZIONE
Addizione di acqua agli alcheni
H-C=C-H + H-O-H
l l
H H
O-H H
l
l
H-C-C-H
l l
H H
14.3.2 ETERI
glucosio
2 C2H5OH + 2 CO2
ESEMPI
CH 3 O
CH3
CH3 O
CH2
dimetiletere
CH3
etilmetiletere
etanolo
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dal GRUPPO CARBONILICO ( C = O), in cui il
doppio legame fortemente polare a causa della
differenza di elettronegativit tra i due atomi, ma il
cui effetto sulle propriet fisiche minore rispetto
al gruppo - OH.
Il gruppo funzionale occupa nei due casi posizioni
diverse:
gruppo carbonilico in posizione terminale della
catena: ALDEIDI, formula generale R - C - H
(un radicale e un H legati al ( C = O)
O
R- C=O
Aldeidi
H
Gruppo funzionale - CHO (carbonilico aldeidico)
Nome : idrocarburo con desinenza - ale
(il C del gruppo carbonilico generalmente in posizione 1)
Esempi
HCHO
CH 3 - CH2 - CHO
CH 3 - (CH 2) 10 - CHO
dodecanale
H+
CH3 - C = O
H
etanale
CHIMICA ORGANICA
METODI DI PREPARAZIONE: le aldeidi
possono essere ottenute per ossidazione di un
alcool primario.
REAZIONI CARATTERISTICHE:
Chetoni
R - C - R
ll
O
Esempi
CH3 - C - CH 2 - CH 2 - CH2 - CH 3
ll
2 - esanone
O
CH3 - C - CH 2 - CH 3
ll
O 2 - butanone
CH3 - C - CH3
OH
(2) - propanone
(acetone)
CHIMICA ORGANICA
METODI DI PREPARAZIONE: i chetoni
possono essere ottenuti per ossidazione di un alcool
secondario.
REAZIONI CARATTERISTICHE: la riduzione di
un chetone produce un alcool secondario (reazione
inversa rispetto alla preparazione); i chetoni sono
difficilmente ossidabili.
Acidi carbossilici
Gruppo funzionale - COOH (carbossilico)
R - C - OH
ll
O
CH3 - C = O
Mn2+
H
etanale
OH
acido etanoico
(acido acetico)
CHIMICA ORGANICA
Esempi
H - COOH acido metanoico (acido formico)
CH3 - COOH acido etanoico (acido acetico)
CH3 - CH2 - CH2 - COOH acido butanoico (acido butirrico)
CH3 - CH2 - CH2 - CH2 - CH2 - COOH acido esanoico (acido capronico)
CHIMICA ORGANICA
ESTERI
Esteri
R - C - O - R
ll
O
CH3 - CH 2 - CH 2 - COOCH 3
Butanoato di metile
H - COOCH2 - CH 3
Formiato di etile
O
metanolo
CH3C-OH +
esterificazione
HO-CH3
CH3C-O-CH 3 + H2O
acido acetico
acetato di metile
reazione di idrolisi
(saponificazione)
Gli esteri si ottengono per reazione tra acidi carbossilici ed alcoli; inversamente, lidrolisi di un estere libera
lacido carbossilico e lalcool da cui lestere formato.
Il loro nome deriva da quello degli acidi, dove la parola acido viene eliminata ed il suffisso oico sostituito con
CHIMICA ORGANICA
il suffisso ato, seguito dal nome del radicale
dellalcool.
ESEMPIO
CH3 - CH2 - C - OH
acido propanoico
O
CH3 - CH2 - C - OCH3
AMMIDI
La reazione tra un gruppo carbossilico COOH ed
ammoniaca (NH3) porta alla formazione di
unammide. Anche in questo caso, il nome della
molecola deriva da quello dellacido carbossilico di
partenza (si elimina acido e si sostituisce oico
con ammide).
propanoato di metile
Ammidi
O
R - C - NH2
ll
O
ammoniaca
CH3C-OH
CH3C-O-NH 2
NH3
acido acetico
+ H2O
acetammide
H- C=O
formammide
acetammide
NH2
CH3 - C = O
NH2
CHIMICA ORGANICA
14.3.5 AMMINE
Ammine
Basi deboli
Derivati dellammoniaca
trimetilammina
CH3 - N - H
CH3 - N - H
CH3 - N - CH3
metilammina
CH3
CH3
dimetilammina
C6H5 - N - H
anilina
14.4 I POLIMERI
I POLIMERI sono molecole formate da lunghe
catene di unit che si ripetono, derivate da molecole
pi piccole, dette monomeri. Le loro propriet sono
legate alla struttura della molecola e dipendono in
particolare da alcuni fattori, tra cui:
CHIMICA ORGANICA
presenza di ramificazioni
presenza di legami incrociati tra diverse catene
Polimeri
monomeri
polimerizzazione
polimeri
Polimeri di condensazione
adesivi
gomme
poliammidi - C - NHll
O
plastiche
vernici
fibre
plastificanti
stabilizzanti
additivi
cariche
O
CH3C-OH +
NH2 - R
poliesteri
CH3C-O-NHR + H2O
-C-Oll
O
O
CH3C-OH + HO - R
O
CH3C-O - R + H2O
CHIMICA ORGANICA
ESEMPI
Poliesteri
Poliammidi
H
H
O
O
l
l
ll
ll
H-N-(CH2)6 -N -H + HO-C-(CH2)8-C-OH
H-O-(CH2)2 -O-H
glicole etilenico
esametilendiammina
(1,6 - diammino esano)
acido sebacico
(acido 1,10 - decandioico)
H
H O
O
l
l ll
ll
-N-(CH2)6 -N - C - (CH 2)8 -C-
2H2O
O
O
ll
ll
HO-C-C6H4-C-OH
acido tereftalico
O
O
ll
ll
-O-(CH2)2 -O - C -C6H4-C- +
2H2O
PET - polietilentereftalato
NYLON 6-10
CHIMICA ORGANICA
Polistirene (PS)
PE - polietilene
H H H H
l l l l
- C- C- C-Cl l l
l
H H H H
H H H H
l l l l
-C-C-C-Cl l l l
H Cl H Cl
H-C=C-H
l l
H C6H5
- C H2- CH - C H2 - CH l
l
C6H5
C6H5
stirene (vinilbenzene)
Polimetilmetacrilato (PMMA)
H CH3
l
l
H-C=C
l
O=C-OH
acido metacrilico
H CH3
l
l
H-C=C
l
O=C-O-CH3
metilmetacrilato
(estere metilico)
CH3
l
- CH2- C - CH2 l
C-O-CH3
ll
O
CH3
l
Cl
C-O-CH3
ll
O
CHIMICA ORGANICA
La gomma un polimero ottenuto per addizione,
partendo da un monomero contenente due doppi
legami; di questi, uno dei due d una reazione di
addizione, laltro viene mantenuto nel polimero.
La gomma naturale e quella sintetica derivano da
due monomeri leggermente diversi.
Gomme
CH3
l
CH2= C - CH= CH2
2- metil 1,3- butadiene
(isoprene)
CH3
l
- CH2- C = CH- CH2 -
(C3H8)
c.
CH3 - CH - CH3
(C4H10)
CH3
poli isoprene
gomma naturale
H
l
CH2= C - CH= CH2
H
l
- CH2- C = CH- CH2 -
1,3- butadiene
gomma sintetica
d.
(C5H12)
e.
(C3H8O)
f.
(C4H10)
CHIMICA ORGANICA
g.
(C5H12)
CH3
h.
Cl
CH2 = CH - CH = CH2
CH3 - C CH
HC CH
CHIMICA ORGANICA
riduzione di un chetone
ossidazione di unaldeide
riduzione di un acido carbossilico
CHIMICA ORGANICA
Soluzione Pre-Test
1.
alcheni, 2 - butene
alcoli, (1) - propanolo
acidi carbossilici, acido propanoico
esteri, propanoato di metile
2.
CH3 - CH3 + O2 CO2 + H2O
ESERCIZI
ESERCIZI
1) Gli alcani presentano:
a. almeno un legame doppio C-C
b. almeno un legame triplo C-C
c. nessun legame multiplo C-C
d. un sistema elettronico p delocalizzato
Soluzione
2) Gli alcheni presentano:
a. almeno un legame doppio C-C
b. almeno un legame triplo C-C
c. nessun legame multiplo C-C
d. un sistema elettronico p delocalizzato
Soluzione
ESERCIZI
6) Tra le seguenti miscele, quale si ottiene facendo
bruciare un idrocarburo puro in eccesso di
ossigeno?
a. carbonio e idrogeno
b. carbonio e acqua
c. monossido di carbonio e acqua
d. diossido di carbonio e acqua
e. diossido di carbonio e idrogeno
Soluzione
7) Quale delle seguenti affermazioni valida per gli
alcani?
a. formano facilmente polimeri
b. vengono ossidati facilmente a freddo
c. posono esistere sotto forma di solidi, liquidi e
gas
d. non bruciano mai in presenza di aria
e. reagiscono facilmente con sostanze polari
Soluzione
8) Quale dei seguenti composti un alchene?
a. CH4
b.
c.
d.
e.
C 2 H6
C4H10
C5H10
C 6 H6
Soluzione
ESERCIZI
11) Le aldeidi sono caraterizzate dal gruppo
funzionale:
a. - COO b. - CHO
c. - OH
d. - CO Soluzione
ESERCIZI
a.
b.
c.
d.
etere
estere
alcool
acido carbossilico
ESERCIZI
d.
acido carbossilico
Soluzione
classificabile come:
a. ammide
b. anidride
c. ammina
d. acido carbossilico
Cl
Soluzione
O
classificabile come:
ammide
estere
anidride
ammina
Soluzione
CH3
a.
b.
c.
d.
c.
d.
Soluzione
ESERCIZI
SOLUZIONI
8. d
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1. c
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9. d
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2. a
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10. c
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3. b
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11. b
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4. d
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12. d
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5. d
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13. a
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6. d
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14. b
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7. c
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15. d
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ESERCIZI
16. c
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19. c
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21. b
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12.A PRE-REQUISITI
12.B PRE-TEST
12.C OBIETTIVI
12.3 IL PH
12.3.1 DEFINIZIONE
12.3.2 ESERCIZI SVOLTI
12.B PRE-TEST
Calcola il volume di NaOH 0,001 M che neutralizza
800 cm3 di una soluzione di CH3COOH a pH 4,0.
(Ka = 1,710-5)
Soluzione
12.C OBIETTIVI
Al termine di questa Unit dovrai essere in grado di:
descrivere il comportamento degli elettroliti in
soluzione, comprendere il meccanismo della
dissociazione e definire il grado di dissociazione ();
comprendere la distinzione tra elettroliti forti e deboli;
enunciare le definizioni di acido e base che si sono
storicamente succedute ed associarle ad esempi di
reazioni acido-base;
applicare la distinzione tra elettroliti forti e deboli
agli acidi e alle basi;
comprendere il significato del pH e conoscere i valori
che esso pu assumere;
calcolare il pH a partire dalla [H+] o dalla [OH-] e,
F B
F
..
F B
N H
N H
H
Acido carbonico
Acido borico
HNO3 H + NO3
Ka = 40
HNO2 H+ + NO2Ka = 4,710-4
CH3COOH H+ + CH3COOKa = 1,710-5
(vedi acidi carbossilici)
H2CO3 H+ + HCO3Ka = 4,510-7
H3BO3 H+ + H2BO3Ka = 5,810-10
+
[B+] [OH-]
la costante di equilibrio Kb =
[BOH]
cio la costante di dissociazione della base.
Esempi di basi (indicando la reazione come
(B + H2O BH+ + OH-) sono:
Ammoniaca NH3 + H2O NH4+ + OHKb = 1,810-5
Anilina C6H5NH2 + H2O C6H5NH3+ + OHKb = 7,410-10 (vedi ammine)
Alcuni acidi, detti ACIDI POLIPROTICI, possono
dare la dissociazione di pi atomi di H; generalmente
le costanti di equilibrio sono progressivamente pi
piccole negli stadi successivi al primo. Ad esempio,
per lacido fosforico H3PO4:
1.
2.
3.
Ka1 = 7,110-3
Ka2 = 6,310-8
Ka3 = 4,210-13
[H+] = 110-2 M
= -log (110-2) = 2
[H+] = 110-7 M
= -log (110-7) = 7
[H+] = 110-13 M
= -log (110-13) = 13
ESEMPI
pH = -log [H+] =
pH = -log [H+] =
pH = -log [H+] =
pH = 4
pH = 9
ESEMPI
[H+] = 110-4
[H+] = 110-9
ESEMPI
[H+] = 110-2 [OH-] = Kw/[H+] =
= 110-14/110-2 = 110-12
[H+] = 110-10 [OH-] = Kw/[H+] =
= 110-14/110-10 = 110-4
[OH-] = 110-5 [H+] = Kw/[OH-] =
= 110-14/110-5 = 110-9
[OH-] = 110-7 [H+] = Kw/[OH-] =
= 110-14/110-7 = 110-7
[OH-] = 110-11 [H+] = Kw/[OH-] =
= 110-14/110-11 = 110-3
Esiste anche unaltra relazione che deriva dalla
definizione di Kw e che pu essere usata in
alternativa al metodo precedente:
pH + pOH = 14
(dove pH = -log [H+] e pOH = -log [OH-])
ESEMPI
pOH = -log (110-5) = 5
pOH = -log (110-10) = 10
pH = 7
pH < 7
pH > 7
Scala del pH
In una soluzione
acida
[H3O+] > 10 -7 M
pH < 7
In una soluzione
neutra
[H3O+] = 10 -7 M
pH = 7
In una soluzione
basica
[H3O+] < 10 -7 M
pH > 7
0,01
-x
0,01 - x
/
x
x
/
x
x
Ka =
[H+] [CH3COO-]
[CH3COOH]
x2
=
= 1,8 10-5
0,01 - x
Inizio
Variazione
Equilibrio
NH3 +
x
- 1,110-4
x - 1,110-4
H 2O
NH4+
/
+1,110-4
1,110-4
[NH4+] [OH-]
(1,110-4)2
Kb = ______________ = ______________ = 1,810-5
[NH3]
x - 1,110-4
Si ottiene x = 7,810-4 M
OH/
+1,110-4
1,110-4
1.
NaCl
CH3COONa
NH4Cl
CH3COONH4
Ka molto alta
Ka = 3,710-8
Ka = 40
Ka = 4,910-10
Inizio
Variazione
Equilibrio
Ka =
CH3COOH
x
- 110-4
x - 110-4
[CH3COO-] [H+]
[CH3COOH]
CH3COO/
+ 110-4
+ 110-4
H+
/
+ 110-4
+ 110-4
(110-4)2
=
= 1,710-5
x - 110-4
Risolvendo lequazione di primo grado si ottiene x = 6,910-4 M (che essendo CH3COOH monoprotico uguale
a 6,910-4 N).
Applichiamo ora la relazione vista per le titolazioni V1N1 = V2N2 dove:
V1 = 0,8 l
ESERCIZI
ESERCIZI
1) Il prodotto ionico dellacqua (Kw) vale 10-14:
a. a qualunque temperatura
b. solo per una soluzione acida
c. solo per una soluzione basica
d. solo a T = 25C
Soluzione
2) Per lacqua pura risulta circa:
a. [H3O+] = 1 M
b. [H3O+] = 10-7 M
c. [H3O+] = 55,5 M
d. [H3O+] = 10-14 M
Soluzione
Soluzione
ESERCIZI
6) Una soluzione acquosa con pH = 2 :
a. basica
b. acida
c. neutra
d. una soluzione tampone
Soluzione
7) Una soluzione acquosa con pH = 10 :
a. basica
b. acida
c. neutra
d. una soluzione tampone
Soluzione
8) Per una soluzione acquosa 0,01 M di NaOH il
pH vale:
a. 0,01
b. 2
c. 12
d. 14
Soluzione
Soluzione
ESERCIZI
12) Se una soluzione a pH = 11 risulta:
a. [H3O+] = 11 M
b. [H3O+] = 10-11 M
c. [H3O+] = 10-3 M
d. [OH-] = 10-11 M
Soluzione
13) Un acido secondo Brnsted-Lowry :
a. un accettore di protoni
b. un donatore di protoni
c. un accettore di doppietti elettronici
d. un donatore di doppietti elettronici
Soluzione
ESERCIZI
16) Un acido secondo Lewis :
a. un accettore di protoni
b. un donatore di protoni
c. un accettore di doppietti elettronici
d. un donatore di doppietti elettronici
Soluzione
17) Un acido sicuramente forte se:
a. in acqua risulta completamente dissociato
b. in acqua risulta solo parzialmente dissociato
c. pu cedere pi di un protone
d. in acqua d luogo ad una soluzione acida
Soluzione
18) Una base sicuramente debole se:
a. in acqua risulta completamente dissociata
b. in acqua risulta solo parzialmente dissociata
c. non pu acquistare pi di un protone
d. in acqua d luogo ad una soluzione basica
Soluzione
ESERCIZI
21) Tanto pi forte un acido:
a. tanto pi forte la sua base coniugata
b. tanto pi debole la sua base coniugata
c. tanto maggiore il numero di protoni per
molecola che pu cedere
d. tanto maggiore il numero di protoni per
molecola che pu acquistare
Soluzione
22) E chiamata reazione di neutralizzazione:
a. la reazione stechiometrica tra un acido ed una
base
b. il bilanciamento delle cariche elettriche nel
calcolo del pH
c. una reazione che blocca lazione di un
catalizzatore
d. una reazione chimica che d come prodotti
specie elettricamente neutre
Soluzione
ESERCIZI
25) Una soluzione ottenuta sciogliendo in acqua una
certa quantit di KCl:
a. acida
b. basica
c. neutra
d. non si pu dire, occorre conoscere la
concentrazione iniziale
Soluzione
26) Una soluzione ottenuta sciogliendo in acqua una
certa quantit di NH4NO3:
a. acida
b. basica
c. neutra
d. non si pu dire, occorre conoscere la
concentrazione iniziale
Soluzione
ESERCIZI
29)Per lequilibrio di solubilit:
Ca3(PO4)2 (s) 3Ca2+ (aq) + 2PO43- (aq)
risulta:
[Ca2+]3 [PO43-]2
a. Ks = __________________
[Ca3(PO4)2]
b. Ks = [Ca2+]3 [PO43-]2
c. Ks = [Ca2+] [PO43-]
p3 (Ca2+) p 2 (PO43-)
d. Ks = __________________
p (Ca3(PO4)2)
Soluzione
30) Calcola il pH di una soluzione dellacido forte
HClO4 8,6210-1 M.
Soluzione
ESERCIZI
SOLUZIONI
8. c
Back
1. d
Back
9. b
Back
2. b
Back
10. a
Back
3. b
Back
11. d
Back
4. c
Back
12. b
Back
5. b
Back
13. b
Back
6. b
Back
14. a
Back
7. a
Back
15. c
Back
ESERCIZI
16. c
24. c
Back
17. a
Back
18. b
Back
19. d
Back
20. b
Back
21. b
Back
22. a
Back
23. c
Back
Back
25. c
Back
26. a
Back
27. d
Back
28. d
Back
29. b
Back
30. 0,0645
Back
31. 12,648
Back
ESERCIZI
32. 5,610-4 M
Back
33. 0,106 M
Back
34. 2,38
Back
35. 6,8710-2 M
Back
LE SOLUZIONI
LE SOLUZIONI
8.A PRE-REQUISITI
8.B PRE-TEST
8.C OBIETTIVI
8.1 LE SOLUZIONI
8.2 CONCENTRAZIONE
DELLE SOLUZIONI
8.2.1 DEFINIZIONI
8.2.2 QUANTITA DI SOSTANZA E
CONCENTRAZIONE
8.2.3 REAZIONI DI NEUTRALIZZAZIONE
8.2.4 ESERCIZI SVOLTI
LE SOLUZIONI
8.A PRE-REQUISITI
Prima di inziare a lavorare su questa Unit, dovresti
essere in grado di:
distinguere tra sostanze e miscele e tra miscele
omogenee ed eterogenee;
descrivere le caratteristiche fondamentali di un
liquido;
definire la tensione di vapore di un liquido;
descrivere le interazioni di natura dipolare, con
particolare riferimento allacqua;
conoscere le caratteristiche dei principali tipi di
solidi, in particolare riguardo alla loro solubilit in
solventi polari e non polari;
comprendere il concetto di mole e la sua relazione
con la massa molare.
8.B PRE-TEST
Calcolare quanti cm3 di soluzione di KOH al 15,9 %
in peso (d = 1,145 g/cm3) devono essere diluiti con
acqua per ottenere 0,240 l di KOH 0,5 M.
Soluzione
8.C OBIETTIVI
Al termine di questa Unit dovrai essere in grado di:
definire il solvente ed il soluto di una soluzione, ed
esemplificare diversi tipi di soluzioni;
comprendere gli aspetti fondamentali del
fenomeno della solvatazione;
definire i diversi modi con cui pu essere
espressa la concentrazione di una soluzione
(molarit, molalit, normalit, frazione molare,
composizioni percentuali) e convertirle una
nellaltra;
applicare queste definizioni a calcoli;
calcolare la concentrazione di una soluzione a
partire dalla quantit di sostanza introdotta, e
viceversa;
comprendere la differenza concettuale tra
concentrazione e quantit di sostanza;
comprendere il significato della diluizione ed
applicarla a calcoli sulle soluzioni;
LE SOLUZIONI
definire il concetto di equivalente ed usarlo nei
calcoli;
comprendere il significato generale della titolazione
ed applicare la relazione che lega i volumi e le
concentrazioni a casi concreti;
definire le propriet colligative di soluzioni di nonelettroliti e di soluzioni reali;
calcolare la variazione della tensione di vapore,
linnalzamento ebullioscopico, labbassamento
crioscopico e la pressione osmotica di una
soluzione ideale e di una reale;
enunciare la legge di Raoult e comprenderne il
significato.
8.1 LE SOLUZIONI
Le SOLUZIONI sono miscele omogenee di due
(o pi) specie chimiche.
Il SOLVENTE in genere il componente che si
presenta nello stesso stato fisico della soluzione, il
SOLUTO laltro componente. Ad esempio, in una
soluzione di zucchero (solido) in acqua, questultima
rappresenta il solvente, e lo zucchero il soluto. Se
LE SOLUZIONI
base alle interazioni dipolari (in questo caso, si dice
che lo ione SOLVATATO). I solidi ionici o polari
si sciolgono facilmente nei solventi polari, mentre le
sostanze apolari presentano solubilit maggiore in
solventi non polari. Lacqua unottimo solvente sia
nei confronti di specie ioniche, a causa della polarit
della sua molecola, sia nei confronti di specie
molecolari contenenti gruppi polari, con le quali
stabilisce interazioni dipolari o legame a idrogeno.
8.2.1 DEFINIZIONI
LE SOLUZIONI
eq
ESEMPI
N =
Calcolare la M di una soluzione di NaOH
contenente 0,1 moli in 500 cm3 di soluzione.
M = mol/l = 0,1 mol/0,5 l = 0,2 M
l
Gli equivalenti si ottengono dividendo il peso di
soluto per il peso equivalente (espresso in g/eq),
secondo la relazione:
eq = g/PE.
Il peso equivalente, a volte chiamato anche grammoequivalente, pu essere riferito a varie reazioni ed
definito come:
la quantit in grammi di sostanza che pu cedere o
acquistare una mole di elettroni (reazioni di ossidoriduzione), oppure fornire in soluzione acquosa una
mole di H+ o di OH- (reazioni acido-base).
La sua importanza legata al fatto che in una
reazione di ossido-riduzione o acido-base specie
ossidante /riducente e acido/base reagiscono fra
loro secondo lo stesso numero di equivalenti.
LE SOLUZIONI
numero di elettroni acquistati o ceduti.
ESEMPIO
Se in una reazione HNO3 si riduce a NO
(variazione N.O. di 3 unit, interpretabile come
acquisto di 3 elettroni), il peso equivalente di HNO3
(Massa molare = 63,01 g mol-1) dato da:
63,01 g mol-1/3 eq mol-1 = 21,00 g/eq.
possibilit:
98,08 g mol-1/1 eq mol-1 = 98,08 g/eq
(H2SO4 HSO4-)
98,08 g mol-1/2 eq mol-1 = 49,04 g/eq
(H2SO4 SO42-)
Per Fe2(SO4)3 (che forma 2Fe3+ + 3SO42-, massa
molare = 399,9 g mol-1) il peso equivalente :
399,9 g mol-1/6 eq mol-1 = 66,65 g/eq
Come verr mostrato negli esercizi, una soluzione
caratterizzata da un unico valore di M, ma pu avere
diversi valori di N in relazione a diversi processi a cui
il soluto pu partecipare.
ESEMPI
LE SOLUZIONI
N = 0,89 eq/1 l = 0,89 N
Calcolare i grammi di soluto contenuti in 400
cm3 di HCl 0,01 N come acido.
PE = PM/1 = 36,5 g eq-1
0,01 N = eq/0,4 l eq = 0,01 eq l-1 x 0,4 l = 0,004
eq
eq = g/ PE g = eq x PE = 0,004 eq x 36,5 g eq-1
= 0,146 g
3. MOLALITA (m): esprime le moli di soluto
presenti in 1 kg di SOLVENTE PURO ed data dal
rapporto tra il numero di moli di soluto ed il peso in
kg di solvente in cui sono disciolte; spesso, il peso di
solvente si ottiene sottraendo dal peso della
soluzione (soluto + solvente) il contributo del soluto:
moli
m=
kg solvente
ESEMPIO
Calcolare la molalit di una soluzione che contiene
13 g di KOH in 997 g di H2O.
Calcoliamo le moli corrispondenti a 13 g di soluto,
contenute in 997 g di solvente:
mol = 13 g/56 g mol-1 = 0,23 mol
m = 0,23 mol/0,997 kg = 0,24 mol/kg
4. COMPOSIZIONI PERCENTUALI (% p/p e %
p/v)
percentuale in peso (% p/p): esprime i
grammi di soluto contenuti in 100 g di soluzione.
percentuale in volume (% p/v): esprime i
grammi di soluto contenuti in 100 cm3 di soluzione.
LE SOLUZIONI
ESEMPI
Calcolare il percento in peso di una soluzione
contenente 20 g di soluto in 100 g di H2O.
Peso totale di soluzione = 100 + 20 = 120 g, che
contengono 20 g di soluto.
Impostiamo una proporzione:
120 g soluzione : 20 g soluto= 100 g soluzione : x g
soluto
x = 16,7 % in peso
Una soluzione al 30 % in volume ha densit 1,2.
Calcolare il % in peso.
La soluzione contiene 30 g di soluto in 100 cm3 di
soluzione, cio in:
g soluzione = 100 cm3 x 1,2 g cm-3 = 120 g
120 g soluzione : 30 g soluto = 100 g soluzione :
x g soluto
x = 25 % in peso
5. FRAZIONE MOLARE (): esprime il rapporto
tra le moli di un componente e la somma delle moli
di tutti i componenti della soluzione; per il
componente i-esimo:
i =
molii
moli totali
10 mol
11 mol
1 mol
11 mol
= 0,909
= 0,09
LE SOLUZIONI
8.2.2 QUANTITA DI SOSTANZA E CONCENTRAZIONE
.............
.
.
.............
.............
.
.
.............
.............
.
4,0 g
4,0 g
4,0 g
4,0 g
4,0 g
50 cm 3
1
100 cm 3
2
250 cm 3
3
500 cm 3
4
1000 cm 3
5
LE SOLUZIONI
Calcoliamo le concentrazioni corrispondenti ai
recipienti di diverso volume, in moli per litro di
soluzione:
Soluzione 5: M = 0,1 mol/1 l = 0,1 mol/l
Soluzione 4: M = 0,1 mol/0,5 l = 0,2 mol/l
Soluzione 3: M = 0,1 mol/0,25 l = 0,4 mol/l
Soluzione 2: M = 0,1 mol/0,1 l = 1,0 mol/l
Soluzione 1: M = 0,1 mol/0,05 l = 2,0 mol/l
Discorso analogo vale quando una soluzione viene
diluita, cio viene aggiunto del solvente; ad esempio,
prendiamo la soluzione 3, che contiene 4,0 g di
NaOH in 250 cm3 con una concentrazione 0,4 M, e
traferiamola in un recipiente pi grande,
aggiungendo acqua fino a 500 cm3 di soluzione. La
stessa quantit di soluto si trova ora in un volume
doppio di soluzione, per cui la concentrazione si
dimezzata (0,1 mol/0,5 l = 0,2 M), assumendo un
valore uguale a quello della soluzione 2.
ESEMPIO
Quale volume di una soluzione acquosa 2,0 M di
NaCl necessario per preparare 0,5 l di una
soluzione 1,0 M?
Determiniamo la quantit di soluto contenuto in 0,5 l
della seconda soluzione e poi il volume della prima
soluzione che contiene questa stessa quantit di
sostanza.
Moli contenute in 0,5 l di soluzione 1,0 M:
moli = 1,0 mol l-1 x 0,5 l = 0,5 mol
oppure, con le proporzioni:
1,0 mol : 1 l = x mol : 0,5 l
x = 0,5 mol
Volume di soluzione 2,0 M che contiene 0,5 mol:
2,0 mol : 1 l = 0,5 mol : x l
x = 0,25 l,
corrispondenti a 250 cm3.
LE SOLUZIONI
8.2.3 REAZIONI DI NEUTRALIZZAZIONE
ESEMPIO
Calcola la N di una soluzione di KOH, 52,3 cm3
della quale sono neutralizzati completamente da 40,3
cm3 di HCl 0,2 N.
N1 = 0,2 N
V1 = 40,3 cm3
N2 = ?
V2 = 52,3 cm3
N2 = 0,2 eq l-1 x 40,3 cm3/52,3 cm3 =
= 0,154 N (eq l-1)
N1V1 = N2V2
8.2.4 ESERCIZI SVOLTI
LE SOLUZIONI
Poich il composto ha 2 gruppi OH,
PE = massa molare/2 = 171,34/2 = 85,67 g eq-1
Visto che eq = g/PE, i grammi contenuti in 0,150 l
di soluzione 0,50 N sono:
g = 0,075 eq x 85,67 g eq-1 = 6,4 g
2) Calcola la N come base di una soluzione al 36,73 % in
peso di KOH, d = 1,36 g/cm3. Qual la M?
Una soluzione al 36,73 % in peso contiene 36,73 g di
KOH in 100 g di soluzione; in base alla densit, 1,0 l
di soluzione pesa 1360 g. Quindi, usando una
proporzione:
100 g soluzione : 36,73 g soluto =
=1360 g soluzione : x g soluto
x = 499,5 g di soluto in 1,0 l di soluzione
PE = massa molare / 1 = 56,09 g eq -1
eq = g/PE = 499,5 g/56,09 g eq -1 = 8,9 eq
Abbiamo gi considerato un volume pari ad 1,0 l, per
cui:
N = eq/l = 8,9 N
Visto che il peso equivalente coincide con la massa
molare (KOH ha 1 gruppo OH), M e N coincidono:
la soluzione 8,9 M.
3) Data una soluzione di H2SO4 al 53,6 % in peso, d =
1,44 g/cm3, calcola la M e le N relative a reazioni acidobase in cui si formano sali neutri e sali monoacidi.
Considero 1,0 l di soluzione al 53,6 % in peso, che,
in base alla densit, pesa 1440 g e contiene:
100 g soluzione : 53,6 g soluto = 1440 g soluzione :
x g soluto
x = 772 g/l di soluto
la M data dalle moli corrispondenti:
M = 772 g l-1/ 98,08 g mol-1 = 7,87 M
Per calcolare N, consideriamo i PE relativi a due
diversi processi:
PE (H2SO4 HSO4-) = massa molare/1 =
LE SOLUZIONI
= 98,08 g eq-1
PE (H2SO4 SO42-) = massa molare/2 =
= 49,04 g eq-1
Avendo considerato un volume pari a 1,0 l, gli
equivalenti corrispondono a N:
eq (H2SO4 HSO4-) = g/PE = 772 g/98,08 g eq-1
= 7,87 N (= M)
eq (H2SO4 SO42-) = g/PE = 772 g/49,04 g eq-1 =
15,7 N
4) Calcola le frazioni molari e la molalit di una soluzione
acquosa di H2SO4 7,87 M, densit 1,44 g/cm3.
7,87 moli di soluto corrispondono a:
g = 7,87 mol x 98,09 g mol-1 = 772 g di soluto in 1,0
l di soluzione, che pesa 1440 g.
Di questi, sono rappresentati dal solvente:
1440 g -772 g = 668 g di H2O
che corrispondono a:
mol = 668 g/18,01 g mol-1 = 37,1 mol di H2O
H2SO4 =
7,87 mol
= 0,175
LE SOLUZIONI
La soluzione di cui disponiamo contiene 25 g di
soluto in 100 g di soluzione; quindi, 3,4 g di soluto
sono contenuti in:
100 g soluzione : 25 g soluto = x g soluzione : 3,4 g
soluto
x = 13,6 g di soluzione
usando la densit, questi corrispondono a
cm3 = 13,6 g/ 0,91 g cm-3 = 14,94 cm3.
6) Quanti cm3 di KOH 0,2 M occorrono per neutralizzare
completamente 15,0 cm3 di H2SO4 0,4 M?
Trasformiano le M in N:
per KOH M = N = 0,2
Per H2SO4 N = 2M (da una mole di H2SO4 vengono
generate 2 moli di H+) = 0,8 N
Applichiamo la relazione N1V1 = N2V2
N1 = 0,8 N
V1 = 15 cm3
N2 = 0,2
V2 = ?
V2 = 0,8 eq l-1 x 15 cm3/0,2 eq l-1 = 60 cm3 di KOH
LE SOLUZIONI
labbassamento crioscopico e la pressione osmotica.
Le leggi che verranno ora descritte sono valide per
soluzioni IDEALI, in cui non vi siano interazioni
tra i componenti. In pratica, valgono per soluzioni
diluite di soluti non volatili che non si dissociano
(non-elettroliti).
8.3.1 LA LEGGE DI RAOULT E LABBASSAMENTO
RELATIVO DELLA TENSIONE DI VAPORE
LE SOLUZIONI
in termini di abbassamento relativo della tensione di
vapore:
p0 - p
= soluto
p0
La legge di Raoult pu essere applicata alla
separazione di due liquidi A e B per distillazione
frazionata, considerando la relazione esistente
allequilibrio tra composizione della soluzione e
composizione del suo vapore saturo. Nel caso
particolare in cui i due liquidi abbiano valori uguali
di tensione di vapore, la composizione della fase
vapore uguale a quella della fase liquida; in tutti gli
altri casi, la fase vapore pi ricca del componente
pi volatile. Attraverso una serie successiva di
evaporazioni-condensazioni, il vapore diventa
progressivamente pi ricco del componente pi
volatile ed i due liquidi vengono cos separati.
Considerato che:
laggiunta di un soluto provoca un abbassamento
della tensione di vapore del solvente;
la temperatura di ebollizione di un liquido la
temperatura alla quale la tensione di vapore del
liquido uguale alla pressione esterna;
la temperatura di solidificazione la
temperatura a cui la tensione di vapore della fase
liquida e della fase solida sono uguali.
La TEMPERATURA DI EBOLLIZIONE di una
soluzione SUPERIORE a quella del solvente puro;
la TEMPERATURA DI SOLIDIFICAZIONE di
una soluzione INFERIORE a quella del solvente
puro.
LE SOLUZIONI
La variazione nella temperatura di ebollizione,
chiamata INNALZAMENTO
EBULLIOSCOPICO, proporzionale alla molalit
della soluzione:
te = kem
(ke = costante ebullioscopica che dipende dal
solvente)
Unespressione analoga si ha per la variazione della
temperatura di congelamento o ABBASSAMENTO
CRIOSCOPICO:
tc = kcm
(kc = costante crioscopica che dipende dal solvente).
8.3.3 PRESSIONE OSMOTICA
LE SOLUZIONI
n tot = n0 - n0 + n0 = n0 (1-+ ) =
= n0[1+ ( -1)]
in cui:
il grado di dissociazione, dato dal rapporto
tra moli dissociate e moli inizialmente presenti;
n0 - n0 il numero di moli di soluto indissociate;
n0
il numero di moli di ioni derivati da a n0
moli dissociate ( = numero di ioni generati).
Il termine in parentesi quadra (spesso indicato con i)
il COEFFICIENTE DI VANT HOFF e
rappresenta il numero per il quale va moltiplicato il
numero di moli, tenendo conto della dissociazione.
Nel caso di soluti che si dissociano, le relazioni che
descrivono le propriet colligative vengono cos
modificate:
te = keim = kem[1+ ( -1)]
tc = kcim = kcm[1+ ( -1)]
= icRT = [1+ ( -1)]cRT
p = p0 H2O = p0
moli H2O
moli H2O + moli glucosio
LE SOLUZIONI
5,55 mol
p = 17,5 Torr x
5,60 mol
LE SOLUZIONI
4) 3,9 g di un composto organico vengono sciolti in 40 g di
CS2 e si ha un innalzamento ebullioscopico di 1,0174C.
Calcola la massa molare del composto (ke di CS2 = 2,4).
te = kem m = te/ke = 1,1074/2,4 = 0,424 m
= 7,65 atm
V = 0,250 l
R = 0,0821
T = 37C = 310 K
LE SOLUZIONI
7) Calcola la temperatura di congelamento di una soluzione
acquosa contenente 4,52 g di NaOH (massa molare = 40 g
mol -1) in 199,7 g di H2O (kc = 1,86).
moli (NaOH) = 4,52 g/40 g mol-1 = 0,113 mol
m = 0,113 mol/0,1997 kg = 0,566 m
NaCl = 1, =2 e i = 2, si ha:
= MRT = 2 x 0,100 x RT
M = 0,200 M.
LE SOLUZIONI
- M di una soluzione contenente 2 moli di soluto in
1 litro di soluzione
- M di una soluzione contenente 0,5 moli di soluto
in 1 litro di soluzione
- M di una soluzione contenente 0,1 moli di soluto
in 1 litro di soluzione
- M di una soluzione contenente 4 moli di soluto in
2 litri di soluzione
- M di una soluzione contenente 1 mole di soluto in
2 litri di soluzione
- M di una soluzione contenente 0,2 moli di soluto
in 2 litri di soluzione
- M di una soluzione contenente 1 mole di soluto in
0,5 litri di soluzione
- M di una soluzione contenente 0,25 moli di soluto
in 0,5 litri di soluzione
- N di una soluzione 1 M di HCl
- N di una soluzione 0,5 M di HCl
- N di una soluzione 1 M di H3PO4 (formazione di
sali neutri)
- N di una soluzione 1 M di H2SO4 (formazione di
sali neutri)
8.V.3 Tenendo presente la distinzione tra
concentrazione e quantit di sostanza determina
il numero di moli di soluto presente nelle seguenti
soluzioni:
- 1 litro di soluzione 1 M
- 0,5 litri di soluzione 1 M
- 2 litri di soluzione 1 M
- 2 litri di soluzione 0,5 M
LE SOLUZIONI
Soluzione Pre-Test
La soluzione da preparare contiene:
moli = M x l = 0,5 mol l-1 x 0,240 l = 0,120 mol
La soluzione di partenza contiene 15,9 g di soluto in
100 g di soluzione;
100 g di soluzione corrispondono a 100 g/1,145 g
cm-3 = 87,34 cm3, in cui sono contenuti 15,9 g di
soluto
Quindi, 87,34 cm3 di soluzione contengono:
mol = 15,9 g/56,10 g mol-1 = 0,283 mol
Imposto una proporzione per individuare il volume
di soluzione che contiene 0,120 moli:
87,34 cm3 : 0,283 mol = x cm3 : 0,120 mol
x = 37,0 ml
ESERCIZI
ESERCIZI
1) La frazione molare i del componente i-esimo di
un miscela definita come:
a. i = ni/nt
b. i = ni/mt
c. i = ni/V
d. i = mi/mt
con n i = numero di moli del componente i-esimo
n t = numero di moli totali
m i = massa del componente i-esimo
m t = massa totale
V = volume totale
Soluzione
2) La molarit di una soluzione definita come:
a. moli di soluto/grammo di soluzione
b. moli di soluto/litro di solvente
c. moli di soluto/1000 grammi di solvente
d. moli di soluto/litro di soluzione
Soluzione
ESERCIZI
5) La molarit di una soluzione acquosa al 40,0 %
in peso di NaOH (densit 1,1240 g/cm3) :
a. 1,43
b. 14,3
c. 0,143
d. 0,40
Soluzione
6) La quantit in grammi di alcool metilico
presente in 200 ml di una soluzione acquosa 2,50
M di CH3OH :
a. 16
b. 1,6
c. 0,16
d. 160
Soluzione
7) Lespressione corretta della Legge di Raoult :
a. Pi = iP
b. Pi = i Pi*
c. Pi = YiP
d. Pi = YiPi*
dove:
i = frazione molare del componente i-esimo della
fase liquida
Yi = frazione molare del componente i-esimo della
fase vapore
Pi* = tensione di vapore del componente i-esimo
puro
Pi = pressione parziale del componente i-esimo
P = tensione di vapore della soluzione
Soluzione
8) Calcola la M di una soluzione contenente 7,88 g
di HNO3 in 80,5 cm3 di soluzione.
Soluzione
9) Calcola i grammi di KOH contenuti in 110,3
cm3 di soluzione 0,350 M.
Soluzione
10) Calcola la M e la N relativa alla formazione di
sali monoacidi di una soluzione contenente 35,53 g
di H3PO4 in 503 cm3 di soluzione.
Soluzione
ESERCIZI
11) Determina i grammi di HNO3 contenuti in
500,0 cm3 di soluzione 0,200 N come acido.
Soluzione
12) Data una soluzione acquosa 0,510 N di
NaOH, calcola m, % in peso e frazioni molari di
soluto e solvente (d = 1,0207 g/cm3).
Soluzione
13) Si miscelano 1,452 l di NaOH 0,220 N con
0,500 l di NaOH 0,450 M e 28,3 cm3 di NaOH
0,500 M. Calcola la M della soluzione finale,
considerando additivi i volumi.
Soluzione
14) Calcola il volume di HCl al 9,50 % in peso,
d = 1,045 g/cm3, necessario per preparare, per
diluizione con acqua, 1,350 l di HCl 2,40 N.
Soluzione
15) 20 cm3 di NaOH 0,015 M sono neutralizzati
da 15 cm3 di HCl. Calcola la M dellacido.
Soluzione
ESERCIZI
20) 2,5 g di un composto organico sono sciolti in
12 g di acqua e la soluzione ha una temperatura di
congelamento di -4,212C. Calcola la massa
molare del composto, sapendo che kc uguale a
1,86.
Soluzione
21) Calcola la temperatura di congelamento
dellacqua in un radiatore di automobile che
contiene 1,0 kg di glicerina C3H8O3 (massa molare
= 92 g mol-1) in 4000 g di acqua (kc=1,86).
Soluzione
22) Una soluzione acquosa contenente 5 g di un
composto organico in 75 g di acqua ha una tc di
1,65C. Calcola la massa molare del composto
(kc = 1,86).
Soluzione
ESERCIZI
SOLUZIONI
8. 1,55 M
Back
1. a
Back
9. 2,17 g
Back
2. d
Back
3. c
Back
11. 6,30 g
Back
4. c
Back
5. b
Back
Back
13. 0,282 M
6. a
Back
Back
14. 1,190 l
7. b
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ESERCIZI
15. 0,02 M
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24. = 0,403
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LEQUILIBRIO CHIMICO
LEQUILIBRIO CHIMICO
11.A PRE-REQUISITI
11.B PRE-TEST
ESERCIZI
11.C OBIETTIVI
11.1 INTRODUZIONE: LEQUILIBRIO
DINAMICO
11.2 REAZIONI CHIMICHE DI
EQUILIBRIO E COSTANTE DI
EQUILIBRIO
11.2.1 ESERCIZI SVOLTI
LEQUILIBRIO CHIMICO
11.A PRE-REQUISITI
Prima di iniziare a lavorare su questa Unit, dovresti
essere in grado di:
spiegare il significato di una reazione chimica e del
simbolo che la rappresenta;
distinguere nel simbolo di reazione i reagenti dai
prodotti ed individuare i relativi coefficienti
stechiometrici;
spiegare che cosa si intende per tensione di vapore
di un liquido;
definire la pressione parziale dei componenti di
una miscela gassosa;
risolvere semplici equazioni di primo e secondo
grado;
definire la velocit di reazione e la sua relazione
con la concentrazione delle specie presenti.
11.B PRE-TEST
Data la reazione esotermica:
N2 (g) + 3H2 (g) 2NH3 (g)
11.C OBIETTIVI
Al termine di questa Unit dovrai essere in grado di:
comprendere il significato di equilibrio dinamico in
riferimento a trasformazioni di natura fisica e
chimica;
partendo da una generica reazione chimica,
descrivere in che modo si stabilisce lequilibrio,
spiegando come variano le concentrazioni di reagenti
e prodotti e le velocit di reazione nel tempo;
scrivere la costante di equilibrio di una qualsiasi
reazione e spiegarne il significato;
LEQUILIBRIO CHIMICO
comprendere la portata generale della legge
dellequilibrio chimico, distinguendo tra Kc e Kp;
date una reazione di equilibrio e la relativa costante
di equilibrio, calcolare le concentrazioni di tutte le
specie presenti allequilibrio;
enunciare il principio di Le Chatelier e
comprenderne il significato;
valutare lo spostamento dellequilibrio su una
reazione chimica al variare di concentrazione dei
reagenti e/o dei prodotti, temperatura e pressione.
LEQUILIBRIO CHIMICO
possiamo prevedere che la dissoluzione continui e
che le particelle di soluto che passano nella soluzione
in un certo tempo siano bilanciate da un uguale
numero di particelle che si ricongiungono al solido.
CARATTERISTICHE FONDAMENTALI
DELLEQUILIBRIO DINAMICO:
le propriet macroscopiche del sistema si
mantengono costanti in determinate condizioni;
LEQUILIBRIO CHIMICO
Si tratta quindi, di una reazione reversibile.
Tuttavia, anche la decomposizione di HI non mai
completa ed i prodotti di reazione coesistono in
equilibrio con i reagenti. Possiamo quindi scrivere:
H2 (g) + I2 (g) 2HI (g)
Vediamo in maggior dettaglio come si arriva
allequilibrio, valutando le due reazioni (diretta e
inversa) da un punto di vista cinetico. Come detto
(urti tra particelle e teoria cinetica dei gas),
affinch vi sia reazione, le particelle devono urtarsi
tra loro in modo efficace (per energia e
orientamento); a temperatura costante, la probabilit
di urto proporzionale alla concentrazione delle
specie presenti, che in relazione con la velocit di
reazione.
V 1 = V2
allequilibrio
LEQUILIBRIO CHIMICO
Attraverso misure sperimentali stato osservato che
AD UNA CERTA TEMPERATURA il rapporto:
[HI]2eq
assume un valore costante
[H2]eq [I2]eq
Questa espressione dipende dalla stechiometria
della reazione: gli esponenti di ogni concentrazione
corrispondono ai coefficienti stechiometrici della
reazione bilanciata. Inoltre, va notato che le
concentrazioni indicate sono quelle
ALLEQUILIBRIO, che vanno determinate a
partire dalle concentrazioni iniziali (esercizi svolti).
Il valore di questo rapporto di concentrazioni la
cosiddetta COSTANTE DI EQUILIBRIO:
per la reazione H2 (g) + I2 (g) 2HI (g) possiamo
scrivere:
K=
[HI]2eq
[H2]eq [I2]eq
LEQUILIBRIO CHIMICO
simbolo di reazione bilanciato.
Dal momento che in essa compaiono le
concentrazioni di reagenti e prodotti, questa costante
di equilibrio viene spesso indicata con il simbolo Kc.
La relazione tra costante di equilibrio e simbolo di
reazione molto stretta; infatti, se la costante di
equilibrio per la reazione H2 (g) + I2 (g) 2HI (g) :
[HI]2
Kc =
[H2] [I2]
Kc =
dove K = 1/K
[H2] [I2]
[HI]2
LEQUILIBRIO CHIMICO
[NH3]2 (mol l-1)2
K =
cio
[N2] (mol l-1) [H2]3 (mol l-1)3
1
(mol l-1)2
Kp =
p2 HI
p H2 p I2
LEQUILIBRIO CHIMICO
coefficienti prodotti) Kc = Kp
11.2.1 ESERCIZI SVOLTI
[Fe3+] [NCS-]
Kp =
Kc =
[O2] [SO2]2
p2SO2 pO2
p2SO3
Kc =
LEQUILIBRIO CHIMICO
[NH3 (g)] [H2S (g)]
oppure Kc = [NH3 (g)] [H2S (g)]
Kc =
[NH4HS (s)]
4) Si sciolgono 1,0 moli di A in 1,0 l di soluzione; si
stabilisce lequilibrio A B, che ha una Kc = 0,80. Calcola
le concentrazioni di A e di B allequilibrio.
Inizialmente presente 1,0 mole di A, mentre B
assente
si pu supporre che si consumi una quantit x di A
(visto che A diminuisce sar -x); confrontando i
coefficienti stechiometrici di A e di B, x la
variazione positiva di B, corrispondente alla quantit
di B che si forma.
allequilibrio rimarranno (1,0-x) moli di A e si
saranno formate x moli di B.
Schematicamente possiamo scrivere:
Inizio
Variazione
Equilibrio
1,0
-x
1,0 - x
B
/
+x
x
LEQUILIBRIO CHIMICO
5) In un recipiente da 1,0 l si introducono 2,0 moli di H2 e
1,0 mol di I2 a 440C e si ha la reazione H2 + I2 2HI;
calcolare le concentrazioni di tutte le specie allequilibrio (Kc a
440C = 50)
-b + b2-4ac
Applicando la risolvente x = __________________
2a
si ottiene x = 0,935
I2
I
V
E
Kc =
H2
1,0
-x
1,0 - x
(2x)2
2HI
2,0
-x
2,0 - x
4x2
=
(1,0 - x) (2,0 - x)
/
2x
2x
=
x2-3x+2
[HI] = 2x = 1,870 M
[H2] = 2-x = 1,065 M
[I2] = 1-x = 0,065 M
50
LEQUILIBRIO CHIMICO
2HI
I
V
E
pKc =
8,2
-2x
8,2 - 2x
pH2 pI2
p2HI
H2
/
x
x
I2
/
x
x
x2
=
= 2,0410-2
(8,2 - 2x)2
LEQUILIBRIO CHIMICO
11.3.1 VARIAZIONI DI CONCENTRAZIONE
VARIAZIONI DI CONCENTRAZIONE
PERTURBAZIONE
EFFETTO
Aumento di un reagente o
diminuzione di un prodotto
spostamento a destra
LEQUILIBRIO CHIMICO
ESEMPI
H2 + I2 2HI
aggiunta di H2
spostamento a destra
aggiunta di HI
spostamento a sinistra
allontanamento di I2 spostamento a sinistra
allontanamento di HI spostamento a destra
LEQUILIBRIO CHIMICO
verso sinistra.
Se la P diminuisce, lequilibrio si sposta in modo da produrre un aumento di pressione, quindi verso destra.
VARIAZIONI DI PRESSIONE
PERTURBAZIONE:
EFFETTO:
PERTURBAZIONE:
EFFETTO:
PERTURBAZIONE:
EFFETTO:
LEQUILIBRIO CHIMICO
ESEMPI
2CO (g) + O2 (g) 2CO2 (g)
Dalla stechiometria della reazione, risulta che la
reazione verso destra comporta una diminuzione di
P (da 3 moli a 2 moli)
aumento di P
spostamento a destra
LEQUILIBRIO CHIMICO
un aumento di T.
VARIAZIONI DI TEMPERATURA
Reazione ESOTERMICA
PERTURBAZIONE: Aumento di T
EFFETTO:
spostamento a sinistra
PERTURBAZIONE:
EFFETTO:
diminuzione di T
spostamento a destra
Reazione ENDOTERMICA
PERTURBAZIONE: Aumento di T
EFFETTO:
spostamento a destra
PERTURBAZIONE:
EFFETTO:
diminuzione di T
spostamento a sinistra
LEQUILIBRIO CHIMICO
ESEMPI
N2 + 3H2 2NH3+ q
reazione esotermica (H0 = -92 kJ mol-1)
aumento di T spostamento a sinistra
q + N2O4 2NO2
reazione endotermica (H0 = +57 kJ mol-1)
aumento di T
spostamento a destra
A+BC+D
K1
2A + 2B 2C + 2D
K2
1/2 A + 1/2 B 1/2 C + 1/2 D
K3
LEQUILIBRIO CHIMICO
11.V.3 Traendo spunto dai calcoli che consentono di
determinare la concentrazione delle specie
presenti allequilibrio, completa i dati mancanti
(*):
I2
H2
2HI
5 moli
3 moli
2 moli
2 moli
I2 (g) + H2 (g)
(2 moli)
2HI (g)
(2 moli)
A (g)+ B (g)
(2 moli)
3C (g) + 4D (g)
(7 moli)
2NH3
(2 moli)
LEQUILIBRIO CHIMICO
Soluzione Pre-Test
[NH3]2
Kc = ________________
[N2] [H2]3
a destra
a sinistra
a destra
a destra
ESERCIZI
ESERCIZI
1) Il valore della costante di equilibrio Kp dipende:
a. dalle pressioni parziali allequilibrio di reagenti e
prodotti
b. dalla composizione allequilibrio del sistema di
reazione
c. dalla pressione
d. dalla temperatura
Soluzione
2) Il valore della costante di equilibrio Kc dipende:
a. dalle concentrazioni allequilibrio di reagenti e
prodotti
b. dal volume allequilibrio del sistema di reazione
c. dalla pressione
d. dalla temperatura
Soluzione
3) Per una reazione chimica in condizioni di
equilibrio:
a. la quantit di ciascun reagente e prodotto rimane
ESERCIZI
p CO p1/2 O2
c. Kp = ____________
p CO2
[CO2]
d. Kp = ____________
[CO] [O2]1/2
5) Per la reazione di equilibrio:
N2O4 (g) 2NO2 (g)
a. Kc = [N2O4]/[NO2]2
b. Kc = [NO2]2/[N2O4]
c. Kc = [N2O4] [NO2]2
d. Kc = [NO2]/[N2O4]
[NO] [Cl2]
b. Kc = _______________
[NOCl]
[NOCl]2
c. Kc = _______________
[NO]2 [Cl2]
Soluzione
p2NO pCl2
d. Kc = _______________
p2 NOCl
Soluzione
ESERCIZI
7) Per la reazione di equilibrio
C2H4 (g) + H2O (g) C2H5OH (g)
risulta:
a. Kp = Kc
b. Kp = Kc (RT)1
c. Kp = Kc (RT)-1
d. Kp = Kc (1/V)-1
Soluzione
ESERCIZI
c. Kc = (4,110-4)2
d. 1/Kc = 1/(4,110-4)
Soluzione
ESERCIZI
14) Data la reazione di equilibrio:
2CO (g) C (s)+ O2 (g)
in seguito ad un aumento di pressione
a. si ha uno spostamento dellequilibrio verso
destra
b. si ha uno spostamento dellequilibrio verso
sinistra
c. lequilibrio non influenzato
d. aumenta la velocit di reazione
Soluzione
15) Data la reazione di equilibrio:
2NOCl (g) 2NO (g) + Cl2 (g)
lequilibrio si sposta verso destra se:
a. si toglie una certa quantit di NOCl
b. si aggiunge una certa quantit di NO
c. si aggiunge una certa quantit di Cl2
d. si toglie una certa quantit di Cl2
Soluzione
ESERCIZI
18) Calcola le pressioni parziali dei due gas e la
pressione totale di un campione di NH4HS
introdotto in un pallone in cui stato fatto il vuoto e
in cui si stabilisce lequilibrio :
NH4HS (s) NH3 (g) + H2S (g)
(Kp = 0,108 a 25C)
Soluzione
19) In un recipiente da 1 l mantenuto a 540 K
vengono introdotte 0,500 moli di PCl5. Si stabilisce
lequilibrio secondo la reazione
PCl5 (g) PCl3 (g) + Cl2
allequilibrio sono presenti 0,342 moli di PCl5, 0,158
mol di PCl3 e 0,158 mol di Cl2. Calcola Kc e Kp.
Soluzione
20) Data la reazione:
H2S (g) + I2 (s) 2HI (g) + S (s)
allequilibrio a 60C le pressioni parziali dei gas sono
pH2S = 9,9610-1 atm e pHI = 3,65 x 10-3 atm. Calcola
Kp.
Soluzione
ESERCIZI
24) Data la reazione esotermica:
CH4 (g) + H2O (g) CO (g) + 3H2 (g)
1scrivi lespressione della costante di equilibrio Kc.
Come si sposta lequilibrio se:
a. si aumenta la pressione
b. si aumenta la temperatura
c. si introduce un catalizzatore
d. si allontana H2
Soluzione
25) Data la reazione:
Sn2+ + 2Fe3+ Sn4+ + 2Fe2+
a 25C la costante di equilibrio Kc uguale a 1010.
Scrivi lespressione della Kc
Calcola i valori di Kc per le reazioni:
a. Sn4+ + 2Fe2+ Sn2+ + 2Fe3+
b. 2Sn2+ + 4Fe3+ 2Sn4+ + 4Fe2+
Soluzione
ESERCIZI
SOLUZIONI
8. b
Back
1. d
Back
9. d
Back
2. d
Back
10. b
Back
3. a
Back
11. b
Back
4. b
Back
12. a
Back
5. b
Back
13. a
Back
6. a
Back
14. a
Back
7. c
Back
15. d
Back
ESERCIZI
16. d
Back
17.
[NO2]2
Kc = ___________
[N2O4]
a 25 Kc = 4,6110
Back
-3
Back
Back
20. Kp = 1,3410-5
Back
22.
a. destra
b. destra
c. destra
d. destra
-2
Back
Back
[CO] [H2]3
24. Kc = ________________
[CH4] [H2O]
a. sinistra
b. sinistra
c. non si ha spostamento
d. destra
Back
ESERCIZI
[Sn4+] [Fe2+]2
25. Kc = ________________
[Sn2+] [Fe3+]2
a. K = 1/Kc = 110-11
b. K = Kc2 = 11020
Back
26.
a. destra
b. sinistra
c. destra
Back
ELETTROCHIMICA
ELETTROCHIMICA
13.A PRE-REQUISITI
13.B PRE-TEST
13.C OBIETTIVI
13.1 INTRODUZIONE
13.2 PILE
13.2.1 SERIE DEI POTENZIALI STANDARD DI
RIDUZIONE
13.2.2 ESERCIZI SVOLTI
13.3 LELETTROLISI
13.3.1 LEGGI DI FARADAY
13.3.2 ESERCIZI SVOLTI
ESERCIZI
ELETTROCHIMICA
13.A PRE-REQUISITI
Prima di iniziare a lavorare su questa Unit, dovresti
essere in grado di:
13.B PRE-TEST
Data la reazione redox:
2Cr3+ + 3HSO4- + 4H2O Cr2O72-+3H2SO3+5H+
13.C OBIETTIVI
Al termine di questa Unit dovrai essere in grado di:
ELETTROCHIMICA
il significato ed applicarla a calcoli;
13.1 INTRODUZIONE
Ogni reazione di ossidoriduzione spontanea pu
consentire, in linea di principio, di produrre energia
elettrica, grazie al flusso di elettroni che vengono
trasferiti dal riducente (che si ossida) allossidante
(che si riduce). Ad esempio, nella reazione:
Zn (s) + Cu2+ Cu (s)+ Zn2+
atomi di Zn cedono elettroni a ioni Cu2+ presenti in
soluzione, che vengono ridotti a Cu, ossidandosi a
Zn2+.
Di fatto, in soluzione questi fenomeni avvengono in
modo caotico sviluppando energia principalmente
sotto forma di calore, e non sono utilizzabili per
ottenere energia elettrica. Tuttavia, possibile
realizzare un circuito in cui la soluzione
dellossidante e quella del riducente sono separate tra
loro e gli elettroni passano dalluna allaltra attraverso
un conduttore metallico esterno, generando cos una
corrente elettrica.
ELETTROCHIMICA
13.2 PILE
Se una sbarretta di Zn viene immersa in acqua,
alcuni ioni del metallo passano in soluzione e si ha la
reazione:
Zn (s) Zn2+ + 2eGli elettroni non trovano condizioni favorevoli per
passare nella fase acquosa, per cui restano nello
zinco; questo si carica negativamente, la fase acquosa
positivamente e si stabilisce una differenza di
potenziale tra metallo (negativo) e soluzione
(positiva). La differenza di potenziale tra soluzione
ed elettrodo non pu essere misurata direttamente,
ma solo valutata rispetto ad un elettrodo di
riferimento cui viene attribuito potenziale zero.
La PILA il sistema costituito da due elettrodi
immersi in due opportune soluzioni, separate tra
loro da un setto poroso; consideriamo, a titolo di
esempio, la pila formata da una lamina di zinco
immersa in una soluzione di un sale di zinco (ad
esempio, ZnSO4) e da una lamina di rame immersa
in una soluzione di un sale di rame (come CuSO4).
ELETTROCHIMICA
rame, determinando lassottigliamento della lamina
di zinco e lispessimento di quella di rame. Con il
procedere del processo, la soluzione anodica si carica
positivamente (formazione di ioni Zn2+), quella
catodica negativamente (scomparsa di ioni Cu2+) e
ci bloccherebbe il funzionamento della pila. La
neutralit elettrica tra le due soluzioni viene ristabilita
grazie al setto poroso, che lascia passare ioni SO42dalla soluzione catodica a quella anodica. La stessa
funzione del setto poroso pu essere svolta da un
ponte salino, costituito da un tubo di vetro
contenente una soluzione elettrolitica (ad esempio,
KCl) le cui estremit sono immerse nelle soluzioni
delle due semicelle.
La differenza di potenziale che si stabilisce tra le due
semicelle, chiamata FORZA
ELETTROMOTRICE (f.e.m., E), rappresenta
forse linformazione pi significativa che riguarda
una pila e fornisce una misura quantitativa della
probabilit che nella cella avvenga la reazione redox.
Le modalit di calcolo verranno descritte tra breve.
Nella pila descritta avvengono quindi le reazioni:
Zn (s) Zn2+ + 2e-
ELETTROCHIMICA
setto poroso o ponte salino)
ELETTROCHIMICA
condizioni STANDARD cui fare riferimento:
E = 0,34 V
E = 0,00 V
E = - 0,76 V
ELETTROCHIMICA
in una pila ottenuta collegando idrogeno/zinco
lidrogeno funge da catodo e d riduzione
(E = 0,00 V), lo zinco funge da anodo e d
ossidazione (E = - 0,76 V)
ELETTROCHIMICA
2H+ + Zn H2 + Zn2+
La forza elettromotrice data da:
E = Ec - Ea = 0,00 V - (- 0,76 V) = 0,76 V
ELETTROCHIMICA
riduzione (catodo)
Cu2+ + 2e- Cu
Fe Fe2+ + 2eossidazione (anodo)
___________________________
Fe + Cu2+ + 2e- Fe2+ + 2e- + Cu
ESEMPIO
Stabilisci in base ai valori dei potenziali standard di
riduzione se la seguente reazione spontanea nel
verso scritto:
Fe + Cu2+ Fe2+ + Cu
Fe2+ + 2e- Fe
Cu2+ + 2e- Cu
E = - 0,44 V
E = + 0,34 V
ELETTROCHIMICA
eCu
Cl-
KCl
Zn2+ SO42Zn
Zn2+ +
anodo
e-
+
K+
Cu2+ SO42Cu2+
+ 2 Cu
catodo
e-
ELETTROCHIMICA
Oss + ne- Rid che avvenga a 25 C possiamo
scrivere:
0,0591
[Rid]
E = E - __________ log __________
n
[Oss]
E = potenziale in condizioni diverse da quelle
standard
E = potenziale standard di riduzione
n = elettroni acquistati
[Rid] e [Oss] = concentrazioni della forma ridotta e
della forma ossidata; la concentrazione dei solidi
viene considerata unitaria, mentre per le specie
gassose si indica la loro pressione parziale.
Applicando lequazione di Nernst ad una generica
reazione di ossidoriduzione:
aA + bB cC + dD (g) (A, B, C in soluzione, D gas)
se la relativa forza elettromotrice in condizioni
standard E, si ottiene:
0,0591
[C]c pdD
E = E - __________ log __________
n
[A]a [B]b
Se le concentrazioni e le pressioni di tutte le specie
che partecipano alla reazione sono unitarie, cio
siamo in condizioni standard, il termine logaritmico
si annulla ed E coincide con E.
ELETTROCHIMICA
13.2.2 ESERCIZI SVOLTI
ELETTROCHIMICA
La forza elettromotrice data da:
E = Ec - Ea = 1,36 V - 1,07 V = 0,29 V
c. Ossidazione di Cl- a Cl2 usando come
ossidante un sale di Fe3+.
In base ai valori di E, il cloro ha maggiore tendenza
a ridursi, mentre il ferro si ossida. Non quindi
spontanea una reazione in cui il cloro funge da
anodo ed il ferro da catodo, la cui forza
elettromotrice :
E = Ec - Ea = 0,77 V - 1,36 V = - 0,59 V
Il valore negativo dice che la reazione non avviene
spontaneamente, mentre spontanea la reazione nel
verso opposto (ossidazione di Fe2+ a Fe3+ con Cl2)
Cl2 + 2e- 2Clcatodo (riduzione)
2Fe2+ 2Fe3+ + 2e- anodo (ossidazione)
______________________
Cl2 + 2e- + 2Fe2+ 2Fe3+ + 2e- + 2ClLa forza elettromotrice data da:
E = Ec - Ea = 1,36 V - 0,77 V = 0,59 V
ELETTROCHIMICA
per aggiunta di Fe
per aggiunta di Cu
E = - 0,44 V
E = 0,00 V
E = 0,34 V
E = - 0,76 V
E = 0,80 V
ELETTROCHIMICA
0,0591
[Zn (s)]
E = E - __________ log __________
n
[Zn2+]
Considerando la concentrazione dei solidi unitaria e
sostituendo i valori noti si ottiene:
2
1,80
Analogamente, per laltra semireazione si ottiene:
0,0591
E = - 0,76 -
log
= - 0,75 V
0,0591
[Cu (s)]
E = E - __________ log __________
n
[Cu2+]
0,0591
E = + 0,34 -
1
log
= + 0,32 V
2
0,20
E = Ec - Ea = 0,32 V + 0,75 V = 1,07 V
Se la concentrazione degli ioni Zn2+ e Cu2+ fosse
stata 1,00 M (condizioni standard), E sarebbe stata
ELETTROCHIMICA
uguale a 1,10 V. Con lequazione di Nernst quindi
possibile calcolare la diminuzione della forza
elettromotrice durante il processo di scarica.
Per calcolare la f.e.m di una cella in condizioni
diverse da quelle standard, lequazione di Nernst
pu essere applicata direttamente
allossidoriduzione complessiva e porta allo stesso
risultato; nel nostro caso:
Zn (s) + Cu2+ Cu (s)+ Zn2+
0,0591
[Zn2+]
E = E - __________ log __________
n
[Cu2+]
La concentrazione dei solidi stata considerata
unitaria ed omessa. Sostituendo i valori relativi alla
forza elettromotrice della cella in condizioni
standard, agli elettroni scambiati e alle
concentrazioni delle specie in soluzione si ottiene:
0,0591
E = 1,10 -
1,80
log
= 1,07 V
0,20
ELETTROCHIMICA
applichiamo lequazione di Nernst assumendo che
Co sia lanodo e Ni il catodo.
Cella A
0,0591
[Co2+]
E = E - __________ log __________
2
[Ni2+]
0,0591
E = 0,03 -
1,0010-2
log
= + 0,09 V
2
1,00
Anche in questa cella, come in condizioni standard,
il Co funge da anodo ed il Ni da catodo, secondo la
stessa reazione Ni2+ + Co (s) Ni (s) + Co2+. La
reazione spontanea, come indicato dal valore
positivo di E.
Procediamo analogamente per la Cella B:
0,0591
[Co2+]
E = E - __________ log __________
2
[Ni2+]
0,0591
E = 0,03 -
1,00
log
= - 0,03 V
2
1,0010-2
Il valore negativo di E indica che nella cella B la
reazione procede nel verso opposto (Ni anodo, Co
catodo):
Ni (s) + Co2+ Ni2+ + Co (s)
In queste condizioni si ottiene:
0,0591
1,0010-2
E = 0,03 log
= + 0,03 V
2
1,00
7) Valuta in base ai potenziali standard di riduzione se le
reazioni seguenti procedono spontaneamente nel verso
indicato:
a. Zn + Cu2+ Cu + Zn2+
b. 2F- + Cl2 F2 + 2Cl c. Zn + Pb2+ Pb+ Zn2+
d. Fe + Cu2+ Cu + Fe2+
ELETTROCHIMICA
a. E (Cu2+/Cu) = 0,34 V
E (Zn2+/Zn) = - 0,76 V
Cu2+ si riduce, Zn si ossida: reazione spontanea
b. E (F2/2F-) = 2,87 V
E (Cl2/2Cl-) = 1,36 V
F2 si riduce, Cl- si ossida: reazione spontanea NEL
VERSO OPPOSTO
c. E (Pb2+/Pb) = - 0,13 V
E (Zn2+/Zn) = - 0,76 V
Pb2+ si riduce, Zn si ossida: reazione spontanea
d. E (Cu2+/Cu) = 0,34 V
E (Fe2+/Fe) = - 0,44 V
Cu2+ si riduce, Fe si ossida: reazione spontanea
13.3 LELETTROLISI
Si chiama ELETTROLISI linsieme dei fenomeni
che avvengono in una soluzione elettrolitica o in un
elettrolita fuso in seguito a passaggio di corrente
elettrica e che trasformano lenergia elettrica in
energia chimica. Contrariamente al caso delle pile,
in cui si ha spontaneamente conversione di energia
chimica in energia elettrica, si deve fornire energia
per far avvenire una reazione redox che altrimenti si
produrrebbe spontaneamente nel verso opposto.
Applicando una differenza di potenziale ad un
conduttore di seconda specie (a conduzione ionica,
come nel caso di una soluzione elettrolitica), si
osserva lesistenza di una soglia di potenziale, al di
sotto della quale non si ha passaggio di corrente.
Tale soglia in relazione con la forza elettromotrice
della pila, che procede nel verso opposto rispetto
alla reazione che si vuole realizzare ed detta per
questo forza controelettromotrice. Tale forza, che
si oppone alla ddp applicata, rappresenta il valore
minimo da applicare perch si abbia elettrolisi.
Nella pratica, si osserva che deve essere applicata
ELETTROCHIMICA
una ddp superiore al valore-soglia: ci dovuto ad
una serie di fattori di varia natura che determinano
nel loro insieme la cosiddetta sovratensione. Le
sovratensioni permettono di superare le interazioni
sulla superficie dellelettrodo e sono comuni
quando alla reazione partecipano specie gassose.
Se immergiamo due elettrodi inerti collegati ad un
generatore in un recipiente contenente NaCl fuso,
gli ioni Na+ del sale migrano verso lelettrodo
negativo (catodo) dove acquistano un elettrone e
vengono ridotti a sodio metallico. Inversamente, gli
ioni Cl- migrano allelettrodo positivo, cedono un
elettrone e si ossidano a cloro.
CATODO: elettrodo a cui si ha riduzione
(segno -)
ANODO: elettrodo a cui si ha ossidazione
(segno +)
Si pu notare che la polarit degli elettrodi
invertita rispetto al caso di una pila.
Na+ + e- Na
riduzione (catodo)
e+
anodo
catodo
ELETTROCHIMICA
La preparazione elettrolitica di sodio da NaCl va
effettuata sul sale fuso e non pu essere realizzata
partendo da soluzioni acquose; infatti, in presenza
di acqua si ha riduzione di H+ ad H2 (E = 0,00 V)
e non deposizione di Na (E = - 2,71 V), che ha
minore tendenza a ridursi rispetto allidrogeno. Ci
conseguenza del fatto che se nel sistema sono
presenti pi coppie redox, al catodo viene ridotta
per prima quella con potenziale di riduzione
maggiore (la pi ossidante) e allanodo viene
ossidata per prima quella con potenziale minore (la
pi riducente). Quando questa stata
completamente ridotta/ossidata, la reazione pu
eventualmente interessare altre specie presenti.
Le applicazioni dellelettrolisi sono numerose: oltre
alla preparazione di una metallo per elettrolisi di un
suo sale fuso, si possono citare lelettrolisi dellacqua
e la raffinazione elettrolitica dei metalli.
Facendo passare corrente tra due elettrodi immersi
in una soluzione acquosa, si pu scomporre lacqua
nei suoi componenti, secondo la reazione seguente
che produce O2 allanodo e H2 al catodo:
2H2O 2H2 + O2
+ anodo (ossidazione) 2H2O O2 + 4e- + 4H+
- catodo (riduzione) 2H2O + 2e- H2 + 2OH_______________________________________________________________________________
reazione globale:
2H2O 2H2 + O2
(ottenuta sommando alla reazione anodica la
reazione catodica moltiplicata per 2 e considerando
4H+ + 4OH- = 4H2O)
Vari metalli, come ad esempio il rame, possono
essere raffinati per via elettrolitica. Nella cella
lanodo costituito dal metallo da purificare, il
catodo da grafite o rame purissimo; Cu viene
ossidato allanodo e gli ioni Cu2+ vengono ridotti e
depositati al catodo. Per ragioni diverse, questo
processo permette di eliminare le impurezze
costituite da metalli pi nobili (che hanno potenziali
di riduzione maggiori e non passano in soluzione),
e meno nobili (che avendo potenziali minori del
rame passano in soluzione, ma non vengono
ridepositati).
ELETTROCHIMICA
e+
anodo
catodo
CuSO 4
Cu
Cu2+ + 2e-
Cu2+ + 2e- = Cu
LEGGI DI FARADAY
1. La massa di un certo elemento ridotta (o
ossidata) agli elettrodi durante unelettrolisi
proporzionale alla quantit di elettricit che
passata attraverso la soluzione.
2. Le masse di diversi elementi ridotti (o ossidati)
dalla stessa quantit di elettricit sono
proporzionali ai loro pesi equivalenti.
Partendo dalla carica dellelettrone e dal numero di
elettroni contenuti in una mole, si pu calcolare
che per decomporre agli elettrodi un equivalente
di sostanza (definito come la quantit in peso di
sostanza che in una certa reazione redox cede o
ELETTROCHIMICA
acquista 1 mole di elettroni) occorrono 96500
Coulomb; questa quantit viene chiamata Faraday.
1 Faraday = 96500 Coulomb
Se la reazione implica, ad esempio, lacquisto di 3
elettroni (ad esempio, Al3+ + 3e- Al), la
riduzione di una mole di Al richiede 3 moli di
elettroni, cio 3 Faraday e 1 Faraday riduce una
quantit in peso pari ad un equivalente di Al.
ESEMPIO
Calcola quanti grammi di Al vengono depositati al
catodo di una cella elettrolitica contenente AlCl3
fuso se si fa passare una corrente di 2,6010-1 A
per 35 minuti.
1 Coulomb = 1 Ampere x 1 secondo
I coulomb che hanno attraversato la cella sono:
2,6010-1 A x 35 min x 60 s/min = 546 C
ELETTROCHIMICA
anodo (sviluppo di O2)
ELETTROCHIMICA
2) In una cella per lelettrolisi di AgNO3 al catodo si
separa Ag metallico, allanodo si libera ossigeno. Calcola i
Coulomb che hanno determinato la deposizione di 53,1 g di
Ag.
moli (Ag) = 53,1 g / 107,870 g mol-1 = 0,492 mol
La riduzione dellargento (semireazione catodica,
Ag+ + e- Ag) implica che per la deposizione di 1
mole necessario1 F; 0,492 mol sono prodotte dal
passaggio di 0,492 F, corrispondenti a:
0,492 F x 96500 C/F = 4,75104 C
ELETTROCHIMICA
50 A/ora corrispondono a:
50,0 A x 1 ora x 60 min/ora x 60 s/min =
= 1,80105 C
1 F : 96500 C = x : 1,80105
x = 1,80105 C / 96500 C F-1 = 1,86 F
ELETTROCHIMICA
1 mole : 2 F = x : 1,8610-1 F
x = 1,8610-1 F / 2 F mol-1 = 9,3010-2 moli di H2
che occupano un volume pari a:
V = nRT/P = (9,3010-2 x 0,0821 x 298)/1,00 =
= 2,27 l
Cu2+ + 2e- Cu
2H+ + 2e- H2
E = 0,34 V
E = 0,00 V
E = - 0,76 V
E = 0,34 V
E = 0,00 V
E = - 0,76 V
2H+ + 2e-H2
Zn2+ + 2e- Zn
E = 0,00 V
E = - 0,76 V
Fe3+ + e- Fe2+
Br2 + 2e- 2Br-
E = 0,77 V
E = 1,07 V
E = 1,36 V
E = 1,07 V
ELETTROCHIMICA
13.V.3 In base al significato dellequazione di
Nernst, individua tra le celle seguenti quelle in cui
per calcolare la forza elettromotrice necessario
applicarla:
Pt (H2) (PH2 = 0,5 atm) H+ ([H+] = 1 M)
Cu2+ ([Cu2+] = 0,1 M) Cu
H2 + Cu2+ 2H+ + Cu
E = 0,34 V
Cu2+ + Zn Cu + Zn2+
E = 1,10 V
2F- + Cl2 F2 + 2ClE = - 1,51 V
2Fe3+ + 2Cl- Cl2 + 2Fe2+ E = - 0,59 V
ELETTROCHIMICA
H2O2 + 2H + 2e = 2H2O
+ 1,77 V
PbO2 + 4H + 2e = Pb + 2H2O
+ 1,44 V
+ 1,36 V
+ 1,33 V
+ 1,23 V
+ 1,23 V
Au + 3e = Au (s)
3+
2+
+ 1,51 V
+ 1,50 V
+ 1,07 V
+ 0,96 V
+ 0,80 V
Ag+ + e- = Ag (s)
+ 0,80 V
Fe3+ + e- = Fe2+
+ 0,77 V
+ 0,68 V
I2 + 2e- = 2I -
Cu+ + e- = Cu (s)
+ 0,79 V
+ 0,54 V
+ 0,52 V
+ 0,34 V
+ 0,15 V
+ 0,15 V
+ 0,14 V
+ 0,01 V
- 0,13 V
- 0,14 V
- 0,25V
- 0,28 V
- 0,40 V
- 0,44 V
- 0,74 V
- 0,76 V
0,00 V
- 0,83 V
- 1,18 V
- 1,66 V
- 2,37 V
- 2,71 V
- 2,87 V
- 2,93 V
- 3,04 V
ELETTROCHIMICA
Soluzione Pre-Test
Nella reazione redox globale, la semireazione 1
avviene in senso inverso (ossidazione anodica), la
reazione 2 nel senso scritto (riduzione catodica).
La forza elettromotrice in condizioni standard :
E = Ec - Ea = 0,11 - 1,33 = -1,22 V
Essendo il potenziale negativo, la reazione non
spontanea nel verso scritto, ma nel verso opposto.
ESERCIZI
ESERCIZI
1) Una pila chimica un dispositivo in cui si ha
trasformazione di:
a. energia elettrica in energia chimica
b. energia chimica in energia elettrica
c. entalpia in energia elettrica
d. entropia in energia elettrica
Soluzione
2) In una pila, lanodo lelettrodo:
a. negativo, dove ha luogo il processo di
riduzione
b. positivo, dove ha luogo il processo di
riduzione
c. negativo, dove ha luogo il processo di
ossidazione
d. positivo, dove ha luogo il processo di
ossidazione
Soluzione
ESERCIZI
b.
c.
d.
Cu2+ + 2e- Cu
Zn Zn2+ + 2eCu Cu2+ + 2eSoluzione
b.
0,0591
[Ag+]
E = E - __________ log __________
2
[Zn2+]
ESERCIZI
c.
d.
E = E -
0,0591
[Zn2+]
log __________
[Ag+]
0,0591
[Zn2+]
E = E - __________ log __________
2
[Ag+]2
Soluzione
c. 0,42 V
d. non si pu calcolare perch occorre conoscere
le concentrazioni di Cu2+ e Zn2+.
Soluzione
12) Sapendo che E (Cu2+/Cu) = 0,34 V e E
(Ag+/Ag) = 0,80 V, il valore della f.e.m standard
della pila ottenuta accoppiando un semielemento a
rame con uno ad argento :
a. 1,26 V
b. 0,46 V
c. 1,14 V
d. non possibile avere una pila in cui entrambi
gli elettrodi hanno E positivo.
Soluzione
13) Sapendo che E (Cl2/Cl-) = 1,36 V e E
(Br2/Br-) = 1,07 V, la reazione che in condizioni
standard avviene tra queste due coppie redox :
a. Br2 + 2Cl- 2Br- + Cl2
b. Cl2 + 2Br- 2Cl- + Br2
c. Br2 + Cl2 2Br- + 2Cl-
ESERCIZI
d.
Soluzione
a.
b.
c.
Zn2+
Mg2+
O2
Soluzione
ESERCIZI
d.
H+ + OH- H2O
Soluzione
ESERCIZI
catodo 5,4 g di alluminio. La quantit di carica
elettrica consumata nella riduzione stata:
a. 19300 C
b. 57900 C
c. 521100 C
d. 96500 C
Soluzione
23) In seguito al passaggio di una corrente di 1 A per
10 ore in una soluzione acquosa contenente ioni
Cu2+, la quantit in grammi di rame che si deposita al
catodo di una cella elettrolitica in cui ha luogo il
processo di raffinazione del metallo circa:
a. 11,85
b. 23,7
c. 3,3 10-3
d. 6,6 10-3
Soluzione
24) Nel processo di elettrolisi dellacqua si ha:
a. formazione di H2 allanodo e di O2 al catodo
b. formazione di H2 al catodo e di O2 allanodo
ESERCIZI
27) Una pila formata dallaccoppiamento di un
semielemento Ag/Ag+ con un semielemento
Cu/Cu2+. Sapendo che alla temperatura di 25C
E (Ag+/Ag) = 0,80 V e E (Cu2+/Cu) = 0,34 V.
Calcola alla stessa temperatura la f.e.m standard
della pila e la f.e.m della pila quando [Ag+] = 0,1 M
e [Cu2+] = 0,01 M.
Soluzione
28) Una pila formata dallaccoppiamento di un
semielemento Fe/Fe2+ con un semielemento
Ni/Ni2+. Sapendo che a 25C
E (Ni2+/Ni) = - 0,25 V e E (Fe2+/Fe) = - 0,44 V,
calcola alla stessa T la f.e.m standard della pila e la
f.e.m quando [Fe2+] = 0,1 M e [Ni2+] = 0,01 M.
Soluzione
29) Data una pila formata da un semielemento
Cr3+/Cr (E = - 0,74 V) e da un semielemento
Ni2+/Ni (E = - 0,25 V), calcola la quantit in
grammi di metallo che si ossida allanodo e la
quantit in grammi di metallo che si deposita al
catodo quando la pila eroga una corrente di 3 A per
10 minuti.
Soluzione
30) Calcola le quantit in grammi di sostanza che si
formano agli elettrodi se si fa passare una corrente
di 2,0 A per 24 ore in una cella elettrolitica
contenente CaCl2 fuso.
Soluzione
31) Per elettrolisi di NaCl fuso si ottengono 31,44 g
di Na. Calcola il volume di cloro, misurato a 0C e
1 atm, che si sviluppa allanodo.
Soluzione
ESERCIZI
SOLUZIONI
8.
c
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1.
b
Back
2.
c
Back
3.
b
Back
4.
c
Back
5.
c
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6.
d
Back
7.
c
Back
9.
d
Back
10. b
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11. a
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12. b
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13. b
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14. a
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ESERCIZI
15. c
23. a
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16. a
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24. b
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17. b
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25. c
Back
18. c
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26. a
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27. E = 0,462 V; E = 0,462 V
19. d
Back
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20. b
21. c
Back
29. 0,323 g di Cr; 0,547 g di Ni
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22. b
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30. 35,9 g di Ca; 63,5 g di Cl2
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ESERCIZI
31. 15,32 l di Cl2
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