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ANALISI STATICA E DINAMICA

DELL EQUILIBRATORE
DEL VELIVOLO

Lorenzo Cartabia n matr. 642207


n matr. 642272
Luca Parazzoli

ANALISI STATICA E DINAMICA DELL EQUILIBRATORE DEL VELIVOLO SF-260

Indice
1 - Specifiche
2 - Strumenti di calcolo utilizzati
3 - Caratteristiche geometrico strutturali
4 - Modello FEM
4.1 - Elementi di NASTRAN
4.2.1 - Pannellatura posteriore
4.2.2 - Pannellatura anteriore
4.2.3 - Longheroni
4.2.4 - Centine
4.2.5 - Tubo di torsione
4.2.4 - Cerniere
4.2.5 - Capottine
4.3 - Considerazioni
4.4 - Settaggio dei parametri
5 - Carichi
5.1 - Manovra
5.2 - Raffica
6 - Certificazione
6.1 - Flessione
6.1.1 - Semiguscio
6.1.2 - FEM
6.1.3 - Confronto
6.2 - Torsione
6.2.1 - Semiguscio
6.2.2 - FEM
6.2.3 - Confronto
7 - Risultati FEA
7.1 - Verifica free-free
7.2 - Analisi statica
7.2.1 - Manovra
7.2.2 - Raffica
7.2.3 - Considerazioni
7.3 - Analisi dinamica
7.3.1 - Analisi modale
8 - Considerazioni
8.1 - Verifica dei parametri
8.2 - Necessit della modellazione della cava
9 - Conclusioni

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1 - Specifiche
Lobiettivo dellanalisi la determinazione delle deformazioni dellequilibratore del velivolo
SF-260 conseguenti alla presenza su di esso di due differenti condizioni di carico: una di manovra
ed una di raffica. E richiesta, inoltre, la determinazione dei primi venti modi propri di vibrare della
struttura.

2 - Strumenti di calcolo utilizzati


Per la fase di pre-post processing, si fatto uso del programma FEMAP 8.1, mentre, per la fase di
calcolo si ricorso a MSC NASTRAN 2001 .

3 - Caratteristiche geometrico strutturali


Lequilibratore realizzato secondo una tipologia classica a monolongherone continuo con 6
centine per semiala. In una delle due ricavato lalloggiamento per laletta di trim, che non sar
considerata durante lanalisi agli elementi finiti. Il bordo dattacco sagomato secondo un arco di
cerchio, mentre il dorso ed il ventre sono rettilinei; il bordo duscita rinforzato tramite una
bandella a sezione rettangolare.
Le solette del longherone e delle centine sono ottenute per imbutitura dei pannelli costituenti le
rispettive anime. Queste ultime sono alleggerite tramite foratura, ed irrigidite, tramite ulteriori
imbutiture, fuori dal piano, per motivi di instabilit.
Un semitubo, esteso fino alla seconda centina e vincolato al longherone, trasmette le sollecitazioni
torcenti tra il comando e lequilibratore.
Alle estremit in apertura, sono presenti due elementi non strutturali in fibra di vetro (capottine),
aventi solo scopo aerodinamico.
Tre cerniere vincolano lequilibratore allo stabilizzatore; esse sono fissate al longherone attraverso
delle piastre di rinforzo, imbullonate allanima, in 25CrMo4.
Il resto della struttura interamente realizzato in ALCLAD 2024 T42.
Il peso complessivo dellequilibratore 4,850 kg , comprendente anche i pesi delle cerniere ( 211g
la centrale, 24g le laterali), le capottine ( 176g ) e della verniciatura (1 e-7 kg/mm2 sulle superfici
esterne; 6,8 e-8 kg/mm2 sulle superfici interne).

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Fig.2.1 Geometria dellequilibratore

I pannelli utilizzati presentano i seguenti spessori in mm:

Pannelli
SPESSORE (mm)

ELEMENTO
Longherone principale
Longherone secondario
Dorso
Ventre
Centina 0 bis
Centina 1-2-3-4 bis
Centina 5 bis
Musoncino 0 bis
Musoncino 1-2-3-4 bis
Musoncino 5 bis
Tubo di torsione
Piastra di rinforzo del longherone

1,60
0,64
0,41
0,41
0,81
0,51
1,02
0,81
0,51
1,02
1,02
1,60

Tab.2.1 Spessori dei pannelli

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Fig.2.2 Esploso dellequilibratore

4 - Modello FEM
Per lanalisi agli elementi finiti si utilizzato un modello notevolmente semplificato rispetto alla
realt, ed avente una discretizzazione spaziale bassa.
Questa scelta stata possibile in quanto non richiesto lo studio degli sforzi puntuali allinterno
dellequilibratore, ma solo della sua deformata globale e dei suoi modi propri di vibrare. Si posta,
invece, attenzione alla dislocazione delle masse per non alterare i valori delle frequenze di
risonanza.
Si ottenuto cos un modello con le seguenti caratteristiche:

M O D E L

S U M M A R Y

NUMBER OF GRID

POINTS

1230

NUMBER
NUMBER
NUMBER
NUMBER
NUMBER

ELEMENTS
ELEMENTS
ELEMENTS
ELEMENTS
ELEMENTS

=
=
=
=
=

465
5
1284
71
50

ELEMENTS =
ELEMENTS =

3
14

OF
OF
OF
OF
OF

CBEAM
CONM2
CQUAD4
CTRIA3
PLOTEL

NUMBER OF RBE2
NUMBER OF RBE3

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MASS
4.791782

X-C.G.
-16,07

Y-C.G.
-3.412E-17

Z-C.G.
102,8

MOMENTI PRINCIPALI DI INERZIA (Kgmm2)

***

***

* 3.401939E+04

3.463529E+06
3.433109E+06

***

*
***

4.1 - Elementi di NASTRAN


Sono state utilizzate le seguenti tipologie di elementi:
- CQUAD4 : sono degli elementi di piastra quadrilateri descritti secondo il modello di
Mindlin, utilizzati per la rappresentazione dei pannelli di rivestimento, delle
anime del longherone e delle centine, e del tubo d torsione;
- CTRIA3 :

sono degli elementi analoghi ai precedenti ma triangolari, utilizzati solo


nella modellazione delle centine;

- CBEAM :

sono degli elementi di trave descritti secondo il modello di Timoshenko,


utilizzati per la rappresentazione delle solette del longherone e delle centine;

- RBE2 :

definisce un corpo rigido i cui gradi di libert sono specificati rispetto ad un


singolo nodo, e i suoi gradi di vincolo sono specificati rispetto ad un
arbitrario numero di nodi.
Si fatto ricorso ad elementi di questo tipo per la modellazione delle cerniere
e delle relative piastre;

- RBE3 :

un elemento di interpolazione avente lo scopo di ridistribuire forze e


momenti in una maniera staticamente equivalente, senza incidere sulle
caratteristiche di rigidezza del modello.
Si fatto ricorso ad elementi di questo tipo per lintroduzione dei carichi
esterni sulle centine;

- CONM2 :

un elemento puntiforme non strutturale che possiede una massa propria.


Si fatto ricorso ad elementi di questo tipo per la riduzione delle capottine a
semplici masse concentrate e per introdurre le masse delle cerniere.

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4.2 - Elementi dello stabilizzatore


Si mostra come sono state modellate le singole parti dellequilibratore:
4.2.1 - Pannellatura posteriore
Si sono utilizzati solo elementi di piastra, 5 lungo la corda e 6 per ogni passo di centina. Si posta,
per, attenzione affinch le dimensioni degli elementi diminuiscano lungo gli intuibili gradienti di
sforzi: ne nata una meshatura ad infittimento crescente dal bordo duscita al longherone, e
dallestremit alare alla mezzeria. Lungo questa direzione, linfittimento non comunque
monotono; si , infatti, tenuto conto dei carichi introdotti in maniera non uniforme dalle centine. Si
hanno, dunque, elementi di piastra pi piccoli a ridosso delle centine e pi grandi a met del passo.
Analogo ragionamento stato fatto per i carichi dovuti alle cerniere.
In particolare, gli elementi adiacenti alle centine ed alle cerniere hanno una lunghezza pari a met
dello spessore della sezione dellequilibratore nel punto, che rappresenta circa 1/3 della lunghezza
di diffusione degli sforzi. In questa maniera landamento degli effetti di estremit sufficientemente
approssimato.

Fig.4.1 Pannellatura posteriore

4.2.2 - Pannellatura anteriore


Si sono utilizzati solo elementi di piastra, con la stessa discretizzazione in apertura usata per la
pannellatura posteriore. Data la ridotta sollecitazione presente in questa zona, per modellare il bordo
dattacco sono parsi sufficienti 2 o 3 elementi in corda a seconda che ci si trovi in estremit (zona
meno sollecitata) o in mezzeria (zona maggiormente sollecitata) .
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Fig.4.2 Pannellatura anteriore

4.2.3 - Longherone (principale e secondario)


Lanima realizzata tramite elementi di piastra (due in altezza, mentre in apertura si segue
landamento presente nella pannellatura).
Le solette sono state modellate tramite elementi di trave; mentre i rinforzi, in corrispondenza delle
cerniere, sono stati ottenuti tramite un semplice ispessimento degli elementi gi presenti.
A differenza di quanto stato fatto in altre parti, si preferito mantenere i fori di alleggerimento
nellanima, in quanto si trovano in una zona molto sollecitata del longherone, ed il trascurarli,
avrebbe potuto portare a risultati eccessivamente approssimati.

Fig.4.3 Longheroni

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4.2.4 - Centine
Sono state modellate con piastre, relativamente allanima, e con travi, relativamente alle solette.
Si sono trascurati i fori di alleggerimento, in quanto la zona non critica, ai fini dellanalisi
richiesta; per lo stesso motivo si evitato inoltre di interrompere le centine poco prima del bordo
duscita, come accade nella realt. Se si fosse fatto, si avrebbero avuti degli elementi inutilmente
fitti sulla pannellatura, in quanto questultimi si appoggiano sugli stessi nodi presenti sui contorni
delle centine.
Con le approssimazioni effettuate, per, si ha un eccesso di massa. Si risolto il problema,
diminuendo opportunamente la densit del materiale, in corrispondenza degli elementi di piastra
delle centine.

Fig.4.4 Centine

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4.2.5 - Tubo di torsione


Si tratta di uno degli elementi pi stressati dellequilibratore; parso dunque opportuno modellarlo
con una risoluzione maggiore delle altri parti. Si ottenuta una meshatura da 24x6 elementi (tutti
plate).

Fig.4.5 Tubo di torsione

4.2.6 - Cerniere
Come gi detto, sono modellate con elementi RBE2, per quanto riguarda il cinematismo, e con
elementi CONM2, per quanto riguarda la massa.
Si noti che del gruppo cerniera fanno parte anche le piastre collegate al longherone, atte a
distribuirvi su il carico introdotto.

Fig.4.6 Cerniera

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4.2.7 Capottine
Siccome le capottine non hanno uno scopo strutturale, ma prettamente aerodinamico, si preferito
modellarle con delle semplici masse concentrate, poste nel loro baricentro.

Fig.4.7 Modellazione della capottina

4.3 - Considerazioni
-

Sono stati trascurati i raccordi e le chiodature, dal momento che il loro contributo agli
sforzi solo locale, mentre quello alle masse trascurabile.

Sono state trascurate le imbutiture perch hanno lo scopo di resistere agli effetti di
instabilit, che nellanalisi effettuata non viene considerata in quanto di tipo lineare.

Sono stati utilizzati elementi di piastra anzich quelli di membrana (MEMBRANE),


sebbene non siano caricati fuori dalla loro giacitura, per evitare labilit nella struttura che
porterebbero ad instabilit numeriche. Si sarebbe potuto altrimenti introdurre centine
fittizie in corrispondenza di ogni nodo della pannellatura, ma sarebbe stata una
complicazione inutile.

Sono stati utilizzati elementi di trave anzich quelli di asta (ROD) per evitare che
elementi concorrenti in uno stesso nodo presentino differenti gradi di libert (asta = 1;
piastra = 6).
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Sono stati utilizzati degli elementi beam anzich i pi semplici elementi bar in quanto
questi, seppur analoghi, non possiedono momento dinerzia rispetto allasse x proprio.

Sono stati trascurati 14 messaggi di pericolo da parte di NASTRAN, riferentesi ad


altrettanti eccessi di taper ratio in elementi CQUAD4 del modello.
Il valore massimo utilizzato nel modello 0,59, mentre il valore massimo consigliabile
0,50. Siccome, tuttavia, NASTRAN accetta valori di rastremazione fino a 10, il modello
parso egualmente accettabile.

4.4 - Settaggio dei parametri


-

BENDING STIFFNESS:

stato posto pari a 3 nelle analisi statiche, per evitare


instabilit numeriche dovute al processo di ingrandimento
degli spostamenti. Siccome il bending stiffness provoca un
vero e proprio irrigidimento flessionale dei pannelli, stato
poi necessario verificare che, per il valore usato, non vi
fossero state variazioni eccessive nei risultati dellanalisi
statica. Nel caso di quella modale, stato lasciato il valore di
default pari a 1;

K6ROT:

stato posto pari a 1, per eliminare le labilit dovute agli


elementi plate. Secondo la modellazione a piastra di Mindlin,
infatti, essi non possiedono rigidezza rispetto allasse
perpendicolare al piano medio, e se gli omologhi vertici
superiori ed inferiori non sono allineati, possono nascere dei
modi spuri. K6ROT ha lo scopo di introdurre la rigidezza
sufficiente ad eliminare tale possibilit, e lo si lasciato nullo
solo nel caso della verifica free-free;

WTMASS:

stato posto pari a 0,001. Tale parametro risultato


necessario, nellanalisi modale, per correggere un errore di
dimensioni dovuto allutilizzo del millimetro quale unit di
misura della lunghezza e del kg per la massa.

5 - Carichi
Siccome la tipologia strutturale dellequilibratore quella del semiguscio, i carichi agenti su di esso
sono stati discretizzati e ridotti a forze concentrate applicate in corrispondenza delle centine tramite
elementi RBE3 aventi fattore interpolatore pari a 1.
La discretizzazione stata effettuata attribuendo a ciascuna centina il carico compreso tra il proprio
semipasso sinistro ed il proprio semipasso destro.
Inoltre, per semplificare il modello, ci si ricondotti a delle condizioni di carico equivalenti a quelle
forniteci per la manovra e per la raffica, nelle quali il momento torcente nullo. Ci stato
possibile semplicemente ponendo il punto di applicazione dei carichi a 108 mm in corda, dallasse
di cerniera, verso il bordo duscita.
Nei successivi grafici verranno riportate per completezza anche le azioni dovute alle cerniere,
sebbene, nellanalisi, esse non vengano utilizzate.
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Si noti, infine, che i punti di applicazione delle forze sono stati posti tutti alla quota y = 100mm. La
ragione solo di tipo visivo, effettuata per distinguere gli elementi RBE3 dal resto della struttura.
Una forza pu, daltronde, essere liberamente spostata lungo la propria retta di applicazione.

Fig.5.1 Introduzione dei carichi

5.1 - Manovra
Landamento dei carichi in fase di manovra risulta essere:
Taglio dovuto alla manovra
800
600

Taglio (N)

400
200
0
0

200

400

600

800

1000

1200

-200
-400
-600
-800
Posizione in apertura (mm)

Graf.5.1 Discretizzazione del carico da manovra

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1400

1600

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Centina 0
192,565

Taglio introdotto (N)

Centina 1
235,351

Centina 2
313,105

Centina 3
314,149

Centina 4
285,969

Centina 5
224,461

Tab.5.1 Discretizzazione del carico da manovra

5.2 - Raffica
Landamento dei carichi dovuti alla raffica risulta essere:
Taglio dovuto alla raffica
200
160
120

Taglio (N)

80
40
0
-40

200

400

600

800

1000

1200

1400

1600

-80
-120
-160
Posizione in apertura (mm)

Graf.5.2 Discretizzazione del carico da raffica

Centina 0
39,556
Taglio introdotto (N)

Centina 1
48,352

Centina 2
64,334

Centina 3
64,559

Centina 4
58,777

Centina 5
46,094

Tab.5.2 Discretizzazione del carico da raffica

6 - Certificazione
Prima di effettuare lanalisi ad elementi finiti, opportuno verificare che il modello ottenuto calcoli
correttamente sia uno stato di flessione sia uno di torsione arbitrari costanti.
Il controllo viene effettuato tramite unanalisi a semiguscio nella quale il semi-stabilizzatore viene
schematizzato in tre tronconi rastremati:
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il primo si estende da mezzeria, fino ad una quota x = 112 mm in apertura, ed


caratterizzato da una sezione monocella;

il secondo si estende da una quota x = 112 mm in apertura, fino ad x = 240, ed


caratterizzato da una sezione a tre celle;

il terzo si estende da una quota x = 240 mm in apertura, fino ad x = 1405, ed


caratterizzato da una sezione a due celle;

6.1 - Flessione
6.1.1 - Semiguscio
Si scelto di caricare il semi-equilibratore in estremit in maniera unitaria: T = 1N.
La prima zona interessata solo dalla presenza del longherone e del tubo di torsione.
Per schematizzare questi elementi sono stati utilizzati 6 correnti dislocati come mostrato in figura:

Fig.6.1 Modello a semiguscio della sezione del 1 troncone

Le aree dei correnti variano in apertura secondo le seguenti leggi:


A1 = 70,448 - 0,0838 z [mm2]
A2 = 35,136 - 0,0755 z [mm2]
A3 = 35,136 - 0,0755 z [mm2]
A4 = 35,136 - 0,0755 z [mm2]
A5 = 70,448 - 0,0838 z [mm2]
A6 = 62,882 - 0,0166 z [mm2]
Da questi valori e dalla geometria della sezione, stato possibile risalire al valore del momento
dinerzia rispetto allasse x:
J1x = 271881,3 - 375,629 z + 0,015 z 2 2,197*10-5 z 3 [mm4]
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La seconda zona interessata dalla presenza del longherone, del tubo di torsione e del rivestimento.
Per schematizzare questi elementi sono stati utilizzati 12 correnti dislocati come mostrato in figura:

Fig.6.2 Modello a semiguscio della sezione del 2 troncone

Le aree dei correnti variano in apertura secondo le seguenti leggi:


A1 = 63,364 0,0399 z [mm2]
A2 = 63,364 0,0399 z [mm2]
A3 = 118,515 0,1399 z [mm2]
A4 = 21,780 0,0157 z [mm2]
A5 = 21,780 0,0157 z [mm2]
A6 = 21,780 0,0157 z [mm2]
A7 = 118,515 0,0157 z [mm2]
A8 = 63,364 0,0399 z [mm2]
A9 = 59,904 0,0535 z [mm2]
A10 = 33,021 0,0305 z [mm2]
A11 = 33,021 0,0305 z [mm2]
A12 = 33,021 0,0305 z [mm2]
Da questi valori e dalla geometria della sezione, stato possibile risalire al valore del momento
dinerzia rispetto allasse x:
J2x = 453487,63 484,468 z + 1,3548 z 2 0,00129 z 3 [mm4]
La terza zona interessata dalla presenza del longherone e del rivestimento.
Per schematizzare questi elementi sono stati utilizzati 9 correnti dislocati come mostrato in figura:

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Fig.6.3 Modello a semiguscio della sezione del 3 troncone

Le aree dei correnti variano in apertura secondo le seguenti leggi:


A1 = 61,045 0,01109 z [mm2]
A2 = 61,045 0,01109 z [mm2]
A3 = 100,276 0,02523 z [mm2]
A4 = 21,634 0,01169 z [mm2]
A5 = 21,634 0,01169 z [mm2]
A6 = 21,634 0,01169 z [mm2]
A7 = 100,276 0,02523 z [mm2]
A8 = 61,045 0,01109 z [mm2]
A9 = 58,912 0,00272 z [mm2]
Da questi valori e dalla geometria della sezione, stato possibile risalire al valore del momento
dinerzia rispetto allasse x:
J3x = 342601,86 168,141 z + 0,1087 z 2 2,361*10-5 z3 [mm4]
Spostamenti
Applicando ora il P.L.V. alla struttura cos caricata, possibile determinare la traslazione verticale
del punto nel quale stata posta la forza.
Si ha, quindi:
1405

v=

M ( z)M ' ( z)
dz
EJ x ( z )

che suddiviso nelle tre parti diventa:


112

v=

240

(1405 z )(1405 z )
(1405 z )(1405 z )
dz +
dz +
0
EJ 1x
EJ
2x
112

17

1405

(1405 z )(1405 z )
dz
EJ
3x
240

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Lo spostamento calcolato con questo metodo risultato essere:


v = 0,043 mm
6.1.2 - FEM
Lo studio del modello ad elementi finiti nella stessa condizione di carico porta al risultato:
v = 0,0613mm
6.1.3 - Confronto
La differenza percentuale tra i due valori ottenuti per lo spostamento data in tabella:
Modello
Semiguscio
FEM

Spostamento (mm)
0,043
0,061

Differenza percentuale
28,3

Tab.6.1 Confronto degli spostamenti ottenuti

6.2 - Torsione
Si scelto di caricare il semi-equilibratore in estremit in maniera unitaria: M = 1 Nm.
6.2.1 - Semiguscio
Analogamente a quanto fatto per la flessione, si considerano separatamente le rotazioni dei tre
tronconi in cui stato suddiviso lequilibratore, e poi se ne effettua la somma.
Primo troncone
Si tratta della sezione pi semplice da trattare, in quanto costituta da una sola cella. Per il calcolo
del flusso di taglio costante nei pannelli sufficiente imporre lequilibrio rispetto al momento nel
piano della sezione attraverso la seguente formula:
q=

Mt
2

Secondo troncone
Essendo una sezione pluricella, non pi sufficiente lequazione di equilibrio, ma si sfruttano anche
le equazioni di congruenza tra le celle, imponendo uguali le rotazioni nelle differenti celle. Si avr
per cui:

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n
2 q i i = M t
i =1
&
1 = &2
&
&
1 = 3

con & pari a:

& =

qi li
1

2 k G
ti

Terzo troncone
In questa parte si opera in maniera del tutto analoga a come fatto nella parte precedente.
Rotazioni
Applicando ora il P.L.V. alla struttura cos caricata, possibile determinare la rotazione della
sezione sulla quale stata posta la coppia. Si ha quindi:

= & ( z)dz
che suddiviso nelle tre parti diventa:
112

240

1405

112

240

= &1 dz + &2 dz + &3 dz = (0,00105+0,003+0,0123) = 0,01635

6.2.2 - FEM

Lo studio del modello ad elementi finiti nella stessa condizione di carico, ottenuta attraverso due
forze uguali e contrarie di valore 31,250 N sui nodi estremi del longherone che producono una
coppia pari a 1 Nm ed una rotazione pari a:

= 0,0223
6.2.3 - Confronto

La differenza percentuale tra i due valori ottenuti per la rotazione data in tabella:
Modello
Semiguscio
FEM

Rotazione ()
0,01635
0,0223
Tab.6.2 Confronto delle rotazioni ottenute

19

Differenza percentuale

26,6

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7 - Risultati FEA
7.1 - Verifica free-free
La correttezza del modello ad elementi finiti stata verificata inizialmente tramite unanalisi freefree, nella quale si studiano i modi propri di vibrare del modello non vincolato. Si sono ottenuti i
seguenti valori:
Modo

Frequenza (Hz)

1
2
3
4
5
6
7
8
9
10

8,20 E-05
6,92 E-05
2,92 E-05
4,83 E-05
6,52 E-05
8,92 E-05
33,3
35,7
37,1
37,2

Comportamento

Moti rigidi

Moti non rigidi

Tab.7.1 Modi propri nellanalisi free-free

Dalla tabella si evince che non sono presenti labilit: esse sono, infatti, caratterizzate da modi propri
prossimi allo zero. I primi sei modi, caratterizzati da frequenze basse, sono, invece, quelli relativi ai
moti rigidi della struttura.

7.2 - Analisi statica


7.2.1 - Manovra

Nelle analisi statiche, sia per la manovra che per la raffica, si scelto, per motivi di costi
computazionali, di studiare solo mezza struttura. Ci stato possibile, in quanto lequilibratore
presenta una sostanziale simmetria, rispetto alla mezzeria, sia per quanto riguarda la rigidezza ed i
vincoli, sia per quanto riguarda i carichi applicati.
S analizzata esclusivamente la met nella quale stata ricavata la cava per laletta di trim, in
quanto risulta evidentemente essere la meno resistente delle due.
Si posta attenzione a vincolare il semi-equilibratore con un incastro in mezzeria, per ripristinarne
le originarie condizioni al contorno.
I risultati ottenuti, in termini di deformazione e sforzi massimi e minimi, sono:
Manovra
Spostamento massimo (mm)
Sforzo massimo nei pannelli (N/mm2)
Sforzo massimo a taglio nellanima del longherone (N/mm2)
Azione massima assiale nel corrente superiore (N)
Azione massima assiale nel corrente inferiore (N)
Tab.7.2 Deformazioni e sforzi da manovra

20

6,4412
111,887
31,211
833,663
-832,990

ANALISI STATICA E DINAMICA DELL EQUILIBRATORE DEL VELIVOLO SF-260

Fig.7.1 Deformata dovuta ai carichi da manovra

Fig.7.2 Sforzi dovuti ai carichi da manovra

21

ANALISI STATICA E DINAMICA DELL EQUILIBRATORE DEL VELIVOLO SF-260

7.2.2 - Raffica

Per quanto riguarda la condizione di manovra, si operato analogamente a quanto fatto per quella o
di manovra, variando solamente il modulo dei vettori dei carichi.
Si ottenuto:
Raffica
Spostamento massimo (mm)
Sforzo massimo nei pannelli (N/mm2)
Sforzo massimo a taglio nellanima del longherone (N/mm2)
Azione massima assiale nel corrente superiore (N)
Azione massima assiale nel corrente inferiore (N)

1,289
22,391
6,251
166,840
-166,705

Tab.7.3 Deformazioni e sforzi da raffica

Siccome anche gli andamenti delle deformazioni e degli sforzi nella condizione di raffica sono del
tutto analoghi a quelli ottenuti in precedenza nella condizione di manovra, si omesso di riportare i
disegni.

7.2.3 - Considerazioni

Si vede chiaramente come gli elementi pi sollecitati si trovino a ridosso della mezzeria, dove le
sollecitazioni di taglio, di flessione e di torsione sono massime. Si vede anche come le differenti
azioni interne vengano sviluppate dai diversi elementi strutturali:
-

il taglio sopportato in maniera preminente dallanima del longherone, ma va


praticamente a zero in corrispondenza delle cerniere. Questo dovuto alla decisone di
trascurare gli effetti locali, che ha permesso la modellazione della cerniera con un
semplice elemento RBE2 collegato ai nodi del longherone. Esso caratterizzato da un
movimento di tipo rigido, che comporta, quindi, sforzi di deformazioni nulli.
La scelta di una simile soluzione sarebbe stata inaccettabile nel caso si fosse voluto
trovare gli sforzi massimi agenti nella struttura: a mezzeria, la zona pi sollecitata, si ha,
infatti, che lanima del longherone appare scarica.

22

ANALISI STATICA E DINAMICA DELL EQUILIBRATORE DEL VELIVOLO SF-260

Fig.7.3 Sforzi sul longherone dovuti ai carichi da manovra

il momento flettente prevalentemente sopportato dai correnti del longherone, che


sono caricati a trazione (corrente inferiore) ed a compressione (corrente superiore).
Anche i pannelli sopportano una parte di questo carico e per la verifica a resistenza,
necessario distinguere tra faccia superore od inferiore degli elementi: in essi gli sforzi
hanno andamento trapezoidale (crescente in modulo con la distanza dal piano delle
corde), per cui, sia per la compressione, sia per la trazione, non sufficiente calcolare
un valore medio di sforzo. Si deve valutare quello in corrispondenza della superficie
esterna.
Viene in seguito riportato il diagramma dellazione assiale solo nel corrente superiore in
quanto qualitativamente analogo a quella nel corrente inferiore.
Si noti che in corrispondenza dei vincoli esterni lazione assiale si annulla in quanto
sono stati utilizzati elementi RBE2.

23

ANALISI STATICA E DINAMICA DELL EQUILIBRATORE DEL VELIVOLO SF-260

Fig.7.4 Azioni assiali nei correnti dovuti ai carichi da manovra

il momento torcente prevalentemente sopportato dal tubo di torsione, che risulta essere
lelemento pi sollecitato di tutta la struttura.

Fig.7.5 Sforzi sul tubo di torsione dovuti ai carichi da manovra

24

ANALISI STATICA E DINAMICA DELL EQUILIBRATORE DEL VELIVOLO SF-260

la condizione di carico vincolante senza dubbio quella di manovra, e ci evincibile


immediatamente dal semplice confronto degli sforzi e delle deformazioni, presenti nei
due casi, effettuato nella seguente tabella. In essa vengono riportate le sollecitazioni
dovute alla raffica come percentuali di quelle dovute alla manovra:
Spostamenti e sforzi dovuti alla raffica rispetto alla manovra (%)
Spostamento massimo (mm)
Sforzo massimo nei pannelli (N/mm2)
Sforzo massimo a taglio nellanima del longherone (N/mm2)
Azione massima assiale nel corrente superiore (N)
Azione massima assiale nel corrente inferiore (N)

20,011
20,012
20,028
20,012
20,012

Tab.7.4 Deformazioni e sforzi da raffica rispetto a quelli da manovra

Si noti comunque come questa sia solamente stata una verifica della corretta
modellizzazione del fenomeno: i risultati ottenuti erano immediatamente deducibili dal fatto
che i carichi di manovra hanno la stessa distribuzione di quelli di raffica, ma sono 5 volte
maggiori in modulo e le deformazioni sono in campo elastico.

7.3 - Analisi dinamica


7.3.1 - Analisi modale

Per quanto riguarda lo studio dei modi propri dellequilibratore, non stato possibile riferirsi solo a
mezza struttura, come effettuato per lanalisi dinamica, in quanto si sarebbero individuate
esclusivamente le frequenze di deformazioni simmetriche, perdendo, invece, quelle antisimmetriche
che, si vedr, essere presenti.
Si riportano di seguito i primi 20 modi propri, con i relativi comportamenti della struttura:
Modo
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11

Frequenza (Hz)
18,5
22,4
25,3
25,5
33,7
35,7
38,9
41,5
43,3
43,3
46,3

Comportamento
Flessione antisimmetrica dellequilibratore nel proprio piano
Flessione simmetrica dellequilibratore nel proprio piano
Flessione del semi-equilibratore sinistro
Flessione del semi-equilibratore destro
Imbozzamento dei secondi pannelli di sinistra
Imbozzamento biconvesso dei secondi pannelli di sinistra
Imbozzamento dei terzi pannelli di sinistra
Imbozzamento dei quarti pannelli di sinistra
Imbozzamento dei quarti pannelli di destra
Imbozzamento biconvesso dei terzi pannelli di sinistra
Imbozzamento biconvesso dei quarti pannelli di sinistra

25

ANALISI STATICA E DINAMICA DELL EQUILIBRATORE DEL VELIVOLO SF-260

12
13
14
15
16
17
18

46,4

19

67,8

20

68,1

60,0
61,4
61,5
61,8
63,1
63,1

Imbozzamento biconvesso del primo pannello di sinistra


Imbozzamento dei quinti pannelli di sinistra
Imbozzamento dei quinti pannelli di destra
Imbozzamento biconvesso dei secondi pannelli di destra
Imbozzamento alternato dei secondi e quinti pannelli di destra
Imbozzamento alternato dei secondi e quinti pannelli di destra
Imbozzamento biconvesso dei quinti pannelli di sinistra
Imbozzamento con onda completa lungo lapertura dei secondi
pannelli di sinistra
Imbozzamento con onda completa lungo la corda dei secondi
pannelli di sinistra
Tab.7.5 Modi propri della struttura incastrata a mezzeria

Si riportano anche le immagine mostranti i modi pi significativi di vibrare della struttura:

Fig.7.1 Equilibratore, primo modo di vibrare

26

ANALISI STATICA E DINAMICA DELL EQUILIBRATORE DEL VELIVOLO SF-260

Fig.7.2 Equilibratore, secondo modo di vibrare

Fig.7.3 Equilibratore, terzo modo di vibrare

27

ANALISI STATICA E DINAMICA DELL EQUILIBRATORE DEL VELIVOLO SF-260

Fig.7.4 Equilibratore, quinto modo di vibrare

Fig.7.5 Equilibratore, quattordicesimo modo di vibrare

28

ANALISI STATICA E DINAMICA DELL EQUILIBRATORE DEL VELIVOLO SF-260

Fig.7.6 Equilibratore, diciannovesimo modo di vibrare

Fig.7.7 Equilibratore, ventesimo modo di vibrare

29

ANALISI STATICA E DINAMICA DELL EQUILIBRATORE DEL VELIVOLO SF-260

Si noti come la scelta di un numero di elementi superiore a quattro, nelle due direzioni, per ciascun
pannello, permetta il corretto calcolo dei modi caratterizzati da una deformazione ad onda intera,
come il 19 ed il 20. Se, invece, lanalisi non lo richiedesse, una discretizzazione inferiore potrebbe
portare comunque a risultati soddisfacenti.

8 - Considerazioni
8.1 - Verifica dei parametri

Caso statico
E necessario verificare ora che i parametri settati precedentemente, in particolare luogo il bending
stiffness ed il K6ROT, non abbiano inciso eccessivamente sui risultati dellanalisi statica.
Il controllo verr effettuato in base allo spostamento di un nodo posto sul contorno di una centina, e
del massimo sforzo calcolato sul longherone, i quali non sono, in prima approssimazione,
condizionati dalla scelta di tali parametri.

Bending
K6ROT
stiffness
Manovra

Raffica

Max Total
Translation

6,4412

6,6726

1,289

1,335

errore commesso
sugli spostamenti
3,46%

3,44%

Max Plate
errore commesso
VMS
sugli sforzi
(N/mm2)
111,887
112,183

22,391
22,450

0,26%

0,26%

Tab.8.1 Influenza dei parametri sulle deformazioni e sugli sforzi

Si vede che gli errori sono del tutto trascurabili, per cui la scelta dei parametri stata corretta.
Caso dinamico
Si mostra come la variazione della rigidezza a flessione dei pannelli, comporti una notevole
alterazione delle frequenze proprie di vibrare dei pannelli, seppure lasci sostanzialmente immutate
quelle riferite alla struttura intera:

Modo
1
2
3
4

Bending stiffness = 1
Frequenza (Hz)

Bending stiffness = 3
Frequenza (Hz)

errore %

18,5

18,5

0,07

22,4

22,4

0,10

25,3

25,7

1,60

25,5

25,9

1,51

30

Modi di struttura

ANALISI STATICA E DINAMICA DELL EQUILIBRATORE DEL VELIVOLO SF-260

5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20

33,7

53,5

58,6

35,7

59,4

66,2

38,9

60,7

56,0

41,5

66,1

59,4

43,3

66,5

53,7

43,3

69,2

59,7

46,3

77,7

67,7

46,4

77,8

67,8

60,0

90,4

50,5

61,4

92,1

50,0

61,5

97,8

59,0

61,8

99,6

61,2

63,1

106

68,5

63,1

106

68,5

67,8

108

59,3

68,1

110

61,6

Modi di pannello

Tab.8.1 Influenza dei parametri sui modi propri

Per cui, stato necessario mantenere il valore di bending stiffness unitario per la soluzione dei
modi. I disegni riportati in questa relazione, per, sono stati ottenuti ponendo il bending stiffness
pari a 3, esclusivamente per ottenere una migliore visualizzazione grafica.
Per quanto riguarda il parametro K6ROT, si notato che, almeno per valori inferiori alla decina,
la sua influenza trascurabile sulle frequenze, ed stato posto pari ad 1.

Caso free-free
Limportanza di questa analisi esclusivamente qualitativa, per cui la scelta dei parametri di
secondaria rilevanza.

8.2 - Necessit della modellazione della cava

Si vuole ora verificare quale errore si sarebbe commesso se lanalisi della struttura fosse stata svolta
trascurando la presenza della cava dellaletta di trim:

Caso statico
Lanalisi statica di un modello simmetrico avrebbe portato a risultati molto simili a quelli ottenuti
con uno asimmetrico. Nella seguente tabella, nella quale viene riportato il solo caso della manovra,
in quanto il pi critico, si vede lerrore che si sarebbe commesso:

31

ANALISI STATICA E DINAMICA DELL EQUILIBRATORE DEL VELIVOLO SF-260

Modello simmetrico Modello asimmetrico Errore %


Spostamento massimo (mm)
6,4412
6,1873
3,94
Sforzo massimo nei pannelli (N/mm2)
111,887
111,621
0,24
Tab.8.1 Influenza della cava

Caso dinamico
Come gi osservato durante lanalisi modale, la presenza della cava ha ridotto le dimensioni di
alcuni pannelli, aumentandone i propri modi propri. Per cui, lo studio di una struttura simmetrica
porterebbe sicuramente a risultati quantitativamente e qualitativamente sbagliati, Oltre ad un errore
sulle frequenze dellintera struttura, si avrebbe un errato ordine di instabilizzazione dei pannelli:
pannelli che richiedono energia maggiore per entrare in risonanza, lo farebbero prima di altri che ne
richiedono meno.

9 - Conclusioni
La validazione del modello a semiguscio attraverso il modello fem, d una sufficiente garanzia sulla
bont dei risultati ottenuti dallanalisi ad elementi finti riguardante le deformazioni.
Mentre, sebbene non sono state svolte verfiche sulla parte dinamica, landamento qualitativo delle
frequenze appare corretto, in quanto i moti antisimmetrici avvengono ad energia inferiore degli
analoghi simmetrici, e lordine di instabilizzazione dei pannelli segue linverso delle lunghezze di
libera inflessione.
Pertanto, i risultati ottenuti, possono essere considerati sufficientemente corretti.
Manovra
Spostamento massimo (mm)
Sforzo massimo nei pannelli (N/mm2)
Sforzo massimo a taglio nellanima del longherone (N/mm2)
Azione massima assiale nel corrente superiore (N)
Azione massima assiale nel corrente inferiore (N)

6,4412
111,887
31,211
833,663
-832,990

Tab.9.1 Deformazioni e sforzi da manovra

Modo
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10

Frequenza (Hz)

Modo
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20

18,5
22,4
25,3
25,5
33,7
35,7
38,9
41,5
43,3
43,3

Tab.9.2 Modi propri della struttura incastrata a mezzeria.

32

Frequenza (Hz)
46,3
46,4
60,0
61,4
61,5
61,8
63,1
63,1
67,8
68,1

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