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68 Basi bibliche

all'improvviso (motivo del riconoscimento), e precisamente mediante il


suo pasto (Le 24,13-31; Gv 21,4b.9.12s.) e la sua chiamata (Gv 20,14-
16; cfr. 20,24-29; Le 24,32). Questi racconti rispecchiano una situazio-
ne successiva delle comunit gi esistenti e rispondono - con le figure
dei pellegrini di Emmaus, del Tommaso dubbioso e della dolente
Maddalena - gi alla questione di come gli uomini successivi, che non
furono testimoni oculari delle apparizioni (Gv 20,29; cfr. Le 24,33s.),
possono pervenire alla fede nel Risorto: attraverso il riconoscimento
interiore (Le 24,31.35; Gv 20,29b) sulla base di un proprio incontro
con il Signore vivente nella comunit, con il suo pasto comune e con
l'ascolto delle Scritture (Le 24,26.32.45s.). (4) In due racconti di inca-
rico fa secondariamente capolino il motivo apologetico del dubbio e
della prova dell'identit che vi mette fine (Le 24,36-43; Gv 20,19s.24-
29). Esso serve a respingere una concezione ellenistica (puramente
spirituale e docetista) della risurrezione. Tuttavia il Risorto non viene
frainteso, in senso inverso, in maniera grossolanamente sensibile nel
significato di una constatabilit oggettiva e neutrale, come mostrano la
mancanza di contatti, nonch la eccitante oscillazione tra apparire e
scomparire di Ges (Le 24,36-51; Gv 20,17.19), i contatti solo enun-
ciati ( Gv 20,20.27; Le 24,39.41-43) e l'effettiva intoccabilit ( Gv 20,17:
non mi toccare; 21,5.9.12s.; Le 24,30s.). Il senso pi profondo: il Ri-
sorto continua a portare i segni della passione, e rimane il Crocifis-
so, proprio questi viene ora visto nella gloria di Dio.
Pi antica di tutti i racconti pasquali l'unanime convinzione dei pri-
mi cristiani che il Ges croci/isso risorto e innalzato, che ha incontra-
to i suoi discepolz; li ha chiamati ad essere suoi testimoni e ha promesso
loro la sua presenza permanente. Gi la comunit primitiva poggia su
questa convinzione.
2.3.3. EXCURSUS: LA NASCITA E IL FONDAMENTO DELLA FEDE
NELLA RISURREZIONE DI GES
2.3 .32J La nascita della /e de pasquale
Che cosa fu a provocarla ce lo dice indirettamente la svolta sor-
prendente verificatasi nel corl!P_ortq_mento dei discep_oli. I fatti storica-
rilevabili sono da un la fede iniziale (suscitata
aa Ges) e la sequela dei discepoli, la loro uga e il loro ritorno in Ga-
La testimonianza neotestamentaria 69
lilea dopo l'arresto e la crocifissione di Ges; dall'altro lato 12.2J.!P3-
f: ritorno improvviso nella Gerusalemme per loro inospitale e pe-
ricok;sa, raduno nella comunit primitiva, predicazione della risurre-
zione/innalzamento di Ges, inizio della missione e sviluppo tumul-
tuoso di una cristologia differenziata. Lo storico si trova o sto di frqn-
te alla questione della interpretaziondi ta d que-
quindi esser subentrato qualcosa, che in breve
' tempo non solo cambi completamente il loro stato d'animo, ma li re-
17 se anche capaci di svolgere una nuova attivit. Questo il
/ nucleo storico passuale (M. J?ibelius)esus, 118).
Ma c e cosa fu questo %l,ualcosa, postulato dallo storico, in grado di
suscitare la fede pasqualti..!)Esso va concepzto perlomeno come un nuovo
impulso cos iorte,Jos evidente e _o__sJt}!! tficanJ.e tendenze divergenti da
po!_er l'unanimit e il dinamismo stupefacente del
nuovo inizio pasquale dopo la morte da mal/attore e maledetta subita da
Ges. Pertanto l'informazione neotestamentaria merit un'attenzione
non preconcetta: il Nuovo Testamento parla di un eve-;;to ri; e-
e-Cii apparizioni.
Gi l'antica tradizione prept:t olina (l Cor 15,3-5.6s.; cfr. Le At
10,39s.; 13,28.30s.) si con stringate espressioni ({l en ophte]
= egli si fece vedere/sperimentare, egli apparve) a un evento rivelato-
_re che, stando alla loro testimonianza (cfr. l Cor 15,11; Gal1,18s.;
2,1.9s.), accadde a determinate persone (a Cefa, ai Dodici, ai 500 an-
cora interpellabili verso il 55 d.C., a Giacomo distaccato da Ges pri-
ma della Pasqua, a tutti gli apostoli) e che suscit la fede nella risurre-
zione. Queste antiche enunciazioni di apparizioni sono il tentativo,
certo successivo, ma pur sempre molto antico, dei discepoli di tradur-
re ju_J:Jarole la loro originaria esperienza pasquale. Dietro al termine
, 5phte;:;non c' l'idea epifanica ellenjstica della apparizi; ne dieroi ra-
piti in cielo, o ap_ocalittica,, che nell'Antico Te-
viene sempre espressa in modo diverso, la formula ve-
1 terotestamentaria della salvifica automanifestazione di Dio, della ma-
della sua presenza salvifica (ebr. nzf di raah =Dio appar-
ve, si mostr/rivel: Gen 12,7; 17,1; 18,1s.; Es 3,2 ecc.) . Il contenuto
pas uale sarebbe pertanto il
manifesta la sua presenza sa vifica definitiva in quanto il Ges morto
in croce esce dalla dimensione di Dio, penetra vivo nell'esperienza dei
discepoli e si manifesta (rivela) loro come presente in maniera perso-
nale e salvifica.
L'apparizione e presenza di Ges in virt della potenza di Dio im-

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