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86 Basi bibliche

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{_flglio messianico di Dio. Il titolo Figli9 di_Dio, che non indica preesi-
stenza, percorre tutto il vangelo e sta a indicare, come iTtrtoiO di Cri-
"' _ J sto, l'attivit e ripiena di S.,Pisito del Ges terreno uale
messagghro della Yicinanza della signoria di Dio. Invece il titoloE!glio Z
dell'uomo intende sottolineare che il Figlio dell'uomo che verr in
turo con poteriza per port::!re la salvezza oeimitiva non al-
tri che colui che era pronto a soffrire per la -dei molti che
'liiOrtoeehe risorto. t tre t itoli Messia, Figlio di Dio -;:<Figlio
dell'uomo sono per Marco inseparabili, si interpretano a vicenda (Mc
14,61s.; 8,29.31.38; 9,7) e solo insieme Clicono chi veramente Ges.
Ma solo il vangelo nel suo insieme (cfr. 9,9) pu indicare chi egli1
e in quale senso il Messia, il Figlio di Dio e il Figlio dell'uomo (D.
Liihrmann, Markusevangelium, 146).
Tutto sommato Marco delinea una cristologia del pre-cedere (E.
Schweizer): Ges cammina davanti e apre la via - guarendo, servendo,
soffrendo, dando la propria vita per tuttz; risorgendo - , affinch quanti
lo vogliono seguire trovino attraverso di lui la via alla vera vita.
b Il vangelo di Luca. - (verso 1'85 d.C.), che
possiede una sorprendente conoscenza della Scrittura (LXX) e di-
schiude contemporaneamente il messaggio di Cristo al mondo pagano
(prospettiva universale), tutto Jl camminQ di Ges.____s_al.Yifu:o (A t
1,21s.; 10,38-43 ), perChe'"gl1[ fin dall'inizio iLMessia-Salv..a.t..oce...eletto
e Figlio di Dio (Le 1,30-35; 2,11) .
-Secondo il vangelo lucano dell'infanzia gi con la nascita di Ges si
ha - diversamente da Rom 1,4 (risurrezione) e Mc 1,9-11 (battesimo)
- la sua costituzione a Figlio di Dio (nel senso ebraico-messianico) :
l'angelo annuncia a Maria che egli sar chiamato Figlio dell'Al tissi-
mo e che Dio gli dar un giorno il trono di Davide affinch regni in
eterno (Le 1,32 conformemente a l Sam 7,12-16). La vita umana di
Ges il nuovo inizio salvifico posto da Dio per l'umanit: Lo Spiri-
to Santo scender su di te, su te stender la sua ombra la potenza del-
l' Altissimo. Colui che nascer sar dunque santo e chiamato Figlio di
Dio (Le 1,35). Con questo non si fa di una procreazione senza pa-
dre il presupposto della sua figliolanza divina, ma con l'aiuto di un'im-
magine allora comprensibile si esprime quanto in altro mod; vien.e an-
testimoniato nel Nuovo Testamento:tl 'importanza
li Ges per gli uomini dall'iniziativa umana, ma fin dal-
J.1l2iJ:io l'opera di Dio nell'uomo Ges. In questo senso egli conside-
rato Figlio di Dio (A. Weiser, ]esus, 56). Tuttavia la figliolanza divina
. Nascita e sviluppo della cristologia del NT 87
.L
di Ges non sottost (come in Marco) a un provvisorio mantenimen-
to del segreto: ubblicamente in occasione lel
Qe_? (Le 3 ,21s.), mentre questi la conferma davanti al si-
ne rio (Le 22,70).
Viceversa, Luca non usa il titolo di Cristo (fraintendibile in senso
nazional-politico) quando si tratta dell'attivit pubblica di Ges. Solo
do o il com imento, con la Pasgua, di tutto il piano divino nei con-
fronti del Messia tale riserbo p abbandonato e si possono ad-
durre tutte le prove scritturistiche circa la missione e il destino del
Messia (At 3,18-26; 2,24-36 ecc.). Non la figliolanza divina, ma il mi-
stero della passione legato al titolo di Messia rimane provvisoriamen-
te incompreso e nascosto (Le 9,44s.; 18,34), per essere poi completa-
mente svelato nel suo senso profondo - dopo il compimento del F=am-
mino nella risurrezione - alla luce della Scrittura (Le 24,25-27.45-47).
Le denominazioni cristologiche sono in Luca pi varie_gate e meno
fisse. Esistono per delle linee riconoscibili. Mentre infatti il titolo di

di Dio esprime la stretta unione di Ges con il Padre, suo fi-


'duC10so abbandono nelle mani di Dio (Le 23,46) e determina la sua
ocile sottomissione al piano divino (Le 2,4 9; 22 ,22a) (cfr. anche l' ac-
cento posto sulla preghiera di Ges: Le 3,21; 6,12; 9,18.28; 11,1;
22,31s.; 23,34.46), la denominazione di Messia (in unione con l'idea
del profeta escatologico: Le 4,24; 7 ,16; 13,33 ecc.) allude alla missione
e al compito particolare di Ges: egli unto con lo Spirito (cio
Dio con lui, At 10,38), affinch annunci universalisticamente a
tutti i bisognosi la liberazione e la salvezza e la realizzi' contempora-
neamente nei loro confronti (Le 4,18s.31-43 ecc.). Tutti i antichi,
di origine o ellenistica, rassOll9in Luca questo la mTsl
sione del Figlio dell'uomo consiste nel cercare e salvare chi
duto (Le 19,10; cfr. 15,1-32); la salvezza (soferia) portata dal Salvato-
re destinata in modo particolare ai poveri, agli sciancati e ai
perduti (Le 19,9; 14,13.21; 1,68s. e passim). Cos speranza ebraica e
il desiderio pagano di redenzione trovano in egual modo il loro appaga-
mento inaspettato nella filantropia di Ges, in particolare nel suo amo-
re per i peccatori e per i poveri o nella sua considerazione per le donne
(Le 8,1-3; 1,38-42; 23,27-31; 1,39-56; 2,36-38; 7,36-50).
La funzione redentrice di Ges non limitata, per Luca, al dono
che egli fa di se stesso o alla sua morte in croce, anzi non neppure
concentrata in questa. Luca conserva la traCITZrOn.e dell'ultima cena (Le
22,19s.), ma ignora altrove il motivo della morte espiatn ce vicaria. Egli
'sottolnea< come gi il Ges terreno si sia pr:eSopartiolarmen-te cura
l

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