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{_flglio messianico di Dio. Il titolo Figli9 di_Dio, che non indica preesi-
stenza, percorre tutto il vangelo e sta a indicare, come iTtrtoiO di Cri-
"' _ J sto, l'attivit e ripiena di S.,Pisito del Ges terreno uale
messagghro della Yicinanza della signoria di Dio. Invece il titoloE!glio Z
dell'uomo intende sottolineare che il Figlio dell'uomo che verr in
turo con poteriza per port::!re la salvezza oeimitiva non al-
tri che colui che era pronto a soffrire per la -dei molti che
'liiOrtoeehe risorto. t tre t itoli Messia, Figlio di Dio -;:<Figlio
dell'uomo sono per Marco inseparabili, si interpretano a vicenda (Mc
14,61s.; 8,29.31.38; 9,7) e solo insieme Clicono chi veramente Ges.
Ma solo il vangelo nel suo insieme (cfr. 9,9) pu indicare chi egli1
e in quale senso il Messia, il Figlio di Dio e il Figlio dell'uomo (D.
Liihrmann, Markusevangelium, 146).
Tutto sommato Marco delinea una cristologia del pre-cedere (E.
Schweizer): Ges cammina davanti e apre la via - guarendo, servendo,
soffrendo, dando la propria vita per tuttz; risorgendo - , affinch quanti
lo vogliono seguire trovino attraverso di lui la via alla vera vita.
b Il vangelo di Luca. - (verso 1'85 d.C.), che
possiede una sorprendente conoscenza della Scrittura (LXX) e di-
schiude contemporaneamente il messaggio di Cristo al mondo pagano
(prospettiva universale), tutto Jl camminQ di Ges.____s_al.Yifu:o (A t
1,21s.; 10,38-43 ), perChe'"gl1[ fin dall'inizio iLMessia-Salv..a.t..oce...eletto
e Figlio di Dio (Le 1,30-35; 2,11) .
-Secondo il vangelo lucano dell'infanzia gi con la nascita di Ges si
ha - diversamente da Rom 1,4 (risurrezione) e Mc 1,9-11 (battesimo)
- la sua costituzione a Figlio di Dio (nel senso ebraico-messianico) :
l'angelo annuncia a Maria che egli sar chiamato Figlio dell'Al tissi-
mo e che Dio gli dar un giorno il trono di Davide affinch regni in
eterno (Le 1,32 conformemente a l Sam 7,12-16). La vita umana di
Ges il nuovo inizio salvifico posto da Dio per l'umanit: Lo Spiri-
to Santo scender su di te, su te stender la sua ombra la potenza del-
l' Altissimo. Colui che nascer sar dunque santo e chiamato Figlio di
Dio (Le 1,35). Con questo non si fa di una procreazione senza pa-
dre il presupposto della sua figliolanza divina, ma con l'aiuto di un'im-
magine allora comprensibile si esprime quanto in altro mod; vien.e an-
testimoniato nel Nuovo Testamento:tl 'importanza
li Ges per gli uomini dall'iniziativa umana, ma fin dal-
J.1l2iJ:io l'opera di Dio nell'uomo Ges. In questo senso egli conside-
rato Figlio di Dio (A. Weiser, ]esus, 56). Tuttavia la figliolanza divina
. Nascita e sviluppo della cristologia del NT 87
.L
di Ges non sottost (come in Marco) a un provvisorio mantenimen-
to del segreto: ubblicamente in occasione lel
Qe_? (Le 3 ,21s.), mentre questi la conferma davanti al si-
ne rio (Le 22,70).
Viceversa, Luca non usa il titolo di Cristo (fraintendibile in senso
nazional-politico) quando si tratta dell'attivit pubblica di Ges. Solo
do o il com imento, con la Pasgua, di tutto il piano divino nei con-
fronti del Messia tale riserbo p abbandonato e si possono ad-
durre tutte le prove scritturistiche circa la missione e il destino del
Messia (At 3,18-26; 2,24-36 ecc.). Non la figliolanza divina, ma il mi-
stero della passione legato al titolo di Messia rimane provvisoriamen-
te incompreso e nascosto (Le 9,44s.; 18,34), per essere poi completa-
mente svelato nel suo senso profondo - dopo il compimento del F=am-
mino nella risurrezione - alla luce della Scrittura (Le 24,25-27.45-47).
Le denominazioni cristologiche sono in Luca pi varie_gate e meno
fisse. Esistono per delle linee riconoscibili. Mentre infatti il titolo di