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Basi bibLiche

Nascita e sviLuppo delLa cristoLogia del NT

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mondo prese sempre pi piede. In un ambiente del genere la fede in Cristo doveva essere comunicata. Per illustrare il significato redentore di Ges nei confronti dell'esistenza e della ricerca di salvezza da parte di simili uomini ellenistici bisognava prendere in considerazione pi decisamente di quanto si fosse fatto allora - anche il cosmo. In questo senso fu di aiuto la riflessione ebraica sulla sapienza con le sue idee relative alla preesistenza. Per l'Antico Testamento solo Dio era preesistente: in creato, preordinato a tutta la creazione e fondante tutta la creazione, stabile dall'eternit e non vacillante (Sal93,2), quindi affidabile come null'altro e degno della massima fiducia (Sal93,5). Per questo l'uomo pu radicalmente confidare che la creazione sia governata da un ordinamento saggio e buono, il cui rispetto rende capaci di vivere nel modo giusto: Tutto hai fatto con saggezza (Sal104,24 ), dice la pi antica sapienza d'Israele. Solo nella sapienza postesilica pi recente d'Israele, che si confronta con il mondo dell'ellenismo, incontriamo una concezione della sapienza di Jahv, nella quale questa si trasforma, da attributo di Dio, in una entit preesistente (relativamente) autonoma. I passi pi importanti che lo testimoniano sono: Pr 1-9 (verso il300 a.C.), Sir 24 (verso il180 a.C.), Bar 3,15-4,4 (verso il120 a.C.) e Sap 6-9 (verso il 50 a.C.). Qui la sapienza di Dio- figuratamente e immaginativamente personificata- si presenta come un essere premondano, antecedente a tutte le altre opere della creazione, e in questo sta la sua autorit incondizionata per tutto il mondo: creata prima di tutto il mondo da Dio come primogenita delle sue vie (Pr 8,22-31), uscita dalla bocca di Dio (Sir 24,3 ), riflesso della sua luce e immagine della sua bont (Sa p 7 ,25s.), compagna della sua vita e assisa con lui sul trono (Sap 8,3; 9,4.10), essa presenzi alla creazione del mondo come sua consigliera e aiutante (progetto della costruzione e strumento: Pr 8,2730; Sap 7 ,12.21; 8,4; 9,2.9), riempie e governa- in maniera simile allogas stoico -l'universo (Sa p 7 ,24; 8, l) e opera in tutto (Sa p 8,5), anche nella storia dell'umanit e soprattutto di Israele (Sap 10,1 -19). Essendo propriamente destinata a tutti i popoli, percorre senza sosta il cosmo e i popoli (Sir 24,6s.) fin che trova un luogo dove fermarsi nel tempio di Sion e rimane ad abitare come Torah nel mezzo d'Israele (Sir 24,8-19.23; Bar 3,15-4,4); la sapienza creatrice universale di Dio, che tutti cercano per vivere, quindi reperibile nella Torah. Secondo un'altra versione essa non trov posto presso gli uomini e ritorn perci di nuovo in cielo (En.et. 42,1). Essa mediatrice della rivelazione,

maestra e guida (Pr 3,17; 8,12-16.32s.) e offre agli uomini conoscenza, vita e salvezza (Pr 1,32s.; 2,5.10; 3,2.16). Per questo si prega Dio di inviarla dal cielo, perch mi assista e mi affianchi nella mia fatica, e io sappia che cosa ti gradito (Sap 9,1.17). Essa entra nelle anime degli amici e dei profeti di Dio (Sap 7,27s.14), e il giusto da lei ispirato viene detto (in senso adottivo!) figlio di Dio (Sap 2,12-18).
Il libro della Sapienza aveva gi identificato la sapienza, che bisogna ricercare, con il pneuma (Sap 1,5s.; 7,7.22) e con ill6gos creatore (Sap 9,1s.). Cos fa anche Filone di Alessandria (t verso il45 d.C.). Egli chiama la sapienza figlia di Dio e ill6gos figlio primogenito (preesistente!) di Dio, anzi lo chiama addirittura un secondo Dio. Nel suo concetto di l6gos convergono elementi biblici (parola di Dio) e platonico-stoici (cosmo spirituale, compendio delle idee di Dio, ragione divina del mondo). Qui ill6gos diventa l'essere intermedio emanante da Dio (il compendio dei molti esseri spirituali intermedi) che- n increato come Dio n creato come noi- collega il Dio vivente in una lontana trascendenza e il mondo visibile creato.

La sapienza preesistente ellenistico-ebraica (ebr. chokmah, gr. sophfa) una figura cosmica del pensiero con finalit soteriologiche. Essa serve a conciliare l'universalit dell'azione e della rivelazione di Dio in tutto zi creato (partecipazione dei popoli alla sapienza divina) con l'importanza salvi/ica particolare della sua azione speciale nella storia d'Israele (dignit incomparabile della Torah), e a porre cos nel medesimo tempo in risalto la validit universale di questa (quale progetto di costruzione del mondo e via universale della salvezza).

2.4 .3 .2. I; idea della preesistenza in formule e inni neotestamentari


La speculazione ellenistico-ebraica sulla sapienza esercit un grande influsso sulla nascita della cristologia della preesistenza. Quanto l si pensava sulla sapienza-Torah spinse gi presto giudeo-cristiani di lingua greca, fra cui viva era la teologia della sapienza (cfr. At 6,3.9s.), a comprendere pi a fondo il mistero di Ges Cristo. Diversamente dai giudeo-cristiani di lingua aramaica, pi leali verso il tempio e la Torah, questi giudeo-cristiani ellenistici prestarono fin dall'inizio maggiore attenzione a una critica del tempio e della Torah inaugurata da Ges (cfr. At 6,11.13 s.; 7,4 7-5 3). Infatti, poich la teologia della sapienza identificava la sapienza preesistente-eterna con la Torah (localizzata nel tempio), e ci in maniera cos esclusiva, universale e definitiva che un altro mediatore definitivo della salvezza ac-

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