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Nel 1 g72l'Alfa Romee presenta una ber!ina dalEa tec* niea lspirata a!!e F."! .

E' pctente, veicce e ha una tenuta di strada sensazionale. !n pi bella, eomoda

per cinque e ha un bagagliaio da giardinetta. N padri di famiglia appassionat! def la guida noil stanno pi
nelia pelie, ln varie versicni restera a listino per 12 anni e per molti rimarn fi'ultirna vera AEfa Romeo
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DI DARIO N4ELLA_ FOTO FABIO RICCARDI D IO ZAC, LUC A ZAN FRON

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Un bel controsterzo di Mauro Spada,

proprietario della Alfetta LI scconda serie, apre questo servizio: la versione pi diffusa della berlina di Arese. Afianco: l'Alfetta sullo sfondo della F0rmula 1 'f59", detta "Alfetta", con cui Fangio vinse il mondiale nel 1$51. La sua tecnica ispir il nuovo modello (i m m a gine : Aato m ob i lismo Storico Alfa Bomeo, Centro Dacumentazione di Arese).ln allo, a destra, la bella targhetla "Centro Stile Alfa Romeo" applicata sul lato destro, appena dietro il parafrngo anteriore solo sull'Alfetta prima serie.

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che sostituisca la 1750. Si tratta di una sfida tecnica im"".., portantissima perch la brilante e spaziosa berlina deria,'., . '. yala dalla Giulia era stata un successo e non sarebbe stato facile trovare la sua erede. Lingegner Orazio Satta Puliga, direttore tecnico della Casa milanese, lo sapeva bene: erano in gioco la leadership tecnica e di mercato e non si poteva sbagliare il colpo.
La ricetta tecnica risolutiva impieg come base una

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finire degli anni'60 fAlfa Romeo deve trovare un'auto

treno in blocco con frizione e differenziale per ripartire in modo uguale Ie masse tra i due assi. E ancora: freni posteriori 'rzboard" (con i dischi montati all'uscita del differenziale,n.d.r.) per alleggerire le masse non sospese; sospensioni a quadnlaterr deforma-

bili all'avantreno (con barre di torsione come elemento elastico)


e

ponte De Dion dretro.

berlinetta da

competizione che piaceva a Giuseppe Busso, uno dei grandi progettisti dell'Alfa Romeo in forza ad Arese fino al 1977. Si chiamava 2000 Sportiva e ne erano state costruite soltanto due nel 1954. Aveva rina sospensione posteriore a ponte De Dion, una soluzione gi attuata sulla monoposto Alfa Romeo 159 (soprannominata "A1fetta"), con la quale l'asso argentino Juan Manuel f'angio aveva vinto il Campionato del Mondo di Formula Uno nel 1951. La tentazione era forte: riprendere su una berlina di serie il discorso affrontato in pista vent'anni prima. Riuscire in un'impresa simile voleva dire dar vita a ura macchina che awebbe dato tante soddisfazioni nella guida sportiva. Si part dal motore anteriore diI.779 cceI22 CV (DIN) derivato dalla 1750;cambio alretro-

tradurre una meccanica nata per i gran premi, in ura soluzione adatta all'uso quotidiano? Bisognava capire quale era, su strada, l'effettivo vantaggio di una tecnica cos raffinata. Cos furono effettuate delle prove comparative tra Ia 2000 SportiMa come si poteva

va e due Giulia GTA sperimentali: una con sospensione posteriore a ruote indipendenti della Giulia TZ e I'altra con sistema a qua-

drilateri trasversali. I prototipi furono affidati ai collaudatori Alfa


Romeo guidati da Consalvo Sanesi, un pilota che vantava un notevole passato agonistico e che aveva capacit straordinarie di messa purto dell'assetto delle vetture, sia stradali che da competizione. II suo parere era tenuto in grande considerazione e quando si

pronunci a favore del ponte De Dion, Ia na da seguire fu chiara a tutti. A quel punto fu questione di Lui attrmo decidere anche ii
nome della nuova berlina. Si sarebbe chiamata "Alfetta" in onore della monoposto che aveva ispirato tutto.

CONTAGIRIA DESTRA ln queste pagine, alcune viste

dell'Alfetta 1 800 seconda serie costruita ta il 1975 e il 1979. Tra le piccole diflerenze rispetto alla prima serie, c'
il contaghi: sulla seconda

elettronico e si trova a destra, mentre la prima (sia 1,6 sia 1.8), ha un contagiri meccanico a sinistra, Sopra, i comandi dell'aerazione: le levette in alto servono per regolare la temperatura (sinistra) e per aprire il rubinetto dell'acqua del riscaldatore (destra); quelle sotto per indirizzare l'aria o chiuderla per pilota e
passeggero, lJautoradio un after-maf ket dell'epoca. Afianco: una vista della plancia dove spicca la scrilla Aletta cromata e in corsivo, Si notano anche le racchetb dei tetgi di colofe nero, come quelle

dell'Afetta 1600 presentata a fine 1974. ll volante regolabile in altezza su tutte le setie.

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LA PRODUZIONE il

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-1

-\: E \., *\ a*

Alfetta Alfetta Alfetta Alfetta Alfetta Alfefta Alfetta Alfetta Alfetta Alfetta Alfetta Alfetta Alfetta Alfetta

(scudetto stretto - solo con motore't800) 1.6 (frontale due fari) 1.6 (frontale quattro fari) 1.6 {porte anteriori senza deflettori)
1.8 (portiere ant. senza deflettori)

116.08 116.00 116.00 116.00


116.42

ARO 1608 ARO 1600 ARO 1600 ARO 1600 ARO 16!8*X ARO 1678 ARO 1623 ARO 1655 ARO 1615 ARO 1600 ARO 16J8 ARO 165s ARO 1334 ARO 1674 ARO 1713

1972-1975 1974-1976 1977-1980


1980-1981

a./

Alfetta 1.8 {scudetto largo)


2000 2000 L 2.0 Ll America

't975-1979
1979-1981

116.424
116.55 116.55C 116.58 e 116.588

1977-1978 1978-1980 1978-1979 1981-1983 1981-1983 1981-1984 1982t1983 1982 1983-1984

e'83) 1.8 {carrozzeria tipo 2000 - mod. '81 e'83) 2.0 (mod. '81 e'83)
Quadrif oglio (1 982) Quadrifoglio Oro (1982) Quadrifoglio Oro (1983)

1.6 (carrozzeria tipo 2000 - mod. '81

't1681A

't1682
116.55F

1't6.55M
116.58C 116.55N

Nota: per comodit di identificazione, oltre alla "sigla modello" ufficiale della Casa, stata riportata accanto al nome una nota caratteristica conosciuta dagli appassionati, che permette un pi immediato riconoscimento della vettura.

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. biancospino

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SCUDTTO LARGO
Sulla Alfetta seconda serie
i rostri

I l-

grigio indaco blu olandese azzurto Le Mans rosso Alfa

. beige cava
o

. faggio

.
o

. rosso prugna

sui paraurti sono in gommae,sul bagagliaio,

o= C)ll
l^

. giallo piper . verde pino


ARICHIE$TA

c' la brghetta cromata con

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I'indicazione della cilindrata (prima c'era solo la scritta

=g

. nero
grigio medio metallizzato grigio chiaro mtallizzato . verde oliva metallizzato
o o

"Afuth"), [o scudetto Gromato sulla calandra si allatga.

<F =2 clt !l-

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FAMIGLIE SPR:NT
UAlfetta in bella azione: la

costante perpendicolatit delle ruote motrici all'asfalto garantita dal parallelogramma di Watl
che guida il ponb De Dion. Cos si pu accelerare, senza temere perdile d'aderenza anche su fondi sconnessi. 0ttima anche la

trazione in uscita dicurya, tant' vero che, nonostante


la notevole potenza,

fu ritenuto superfluo montare il differenziale

aulobloccante.

Tiovato il carattere giusto della nuova Alfetta, restava da confezionare il vestito. Una sfida non da poco. Ma il Centro Stile della Casa riusc a disegnare una linea giovane di forte impatto, che manteneva l'aria di famigia nel frontale a quattro fari percorso da tre profii orizzonta[ cromati, confluenti nel classico scudetto. Nella vista laterale si notava il rialzo delia co da all'alt ezza del montante posteriore: una soluzione in linea con le nuove tendenze del design e che permetteva anche di ottenere un bagagliaio molto spazioso. Con questa soluzione, per, la fiancata poteva sembrare meno slanciata. Allora si rimedi dipingendo di nero opaco la lamiera sottoporta e separandola dalla battuta delle porte per mezzo di un profilo in acciaio inox. Sui montanti posteriori risaltavano le mostrine per Io sfogo dell'ana r'rziata dell'abitacolo, dal dise-

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rrt hisr rr-.

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*r**'rsY& il*F.G G.4tq** Alianco: I'inconfondibile


vista posteriore dell'Alfetta, con i caratteristici gruppi ottici di forma allungata.

lluscita delterminale
di scarico al centro. Notafe come la vettura dia un'impressione di saldo appoggio sulle ruote

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posteriori: un'immagine aggressiva ma ingentilita dalle linee della canozzeria che fu concepita in casa
dal Centro Stile Alfa Romeo. Presentala nel 1972, la

vettura fu giudicata dalla stampa come una vettura "avanti 10 anni" dal punto di vista tecnologico rispetto
alla concorrenza. Sotto,

l'abitacolo ha sedili profilati con gusto, senza eccessive forzature in chiave sporliva,
Notate il divano posteriore col bracciolo centrale e il pannello della pofta con ilpomello cfomato per l'aper.tura del deflettore
e il bracciolo con I'insedo

in legno.

gno cos esclusivo che bastavano da soe a far riconoscere I'autorrrobile. I finestrlni, per la prima volta il una berlra Afa Romeo,

sta di fronte, dove il rastremarsi del muso faceva risaltare i passaggi ruota sottohneando il fatto dl essere rur'auto jncollata al ter-

erano cur\.i per conferire alla vettura un taglio moCerno, con il beneficio di ridurre la sezione frontale della vettura. La par"te posterlore era caratterizzaia dal tagto obliquo del bauie e dai nuovi gruppi ottici a tre settori orizzontaLi, dal tipico disegno deile cor-

nici cromate. La scritta dentiiicativa, in carattere corsivo, si tro-

nentre al centro campeggiava lo stemma Alfa Romeo. Il lisultato fu una magisirale fusione di tradizione, sportivit e innovazione. Laggressivit cielle sue linee era qualcosa di "semi-navava sul cofano bagagli a desira,

scosto". Nel senso che non la si aln ertiva immediatamente, ma la si percepiva "abituandosi" al'automobile. SpeciaLmenie nella vi-

reno. Alla oresentazione, awenuta a Tieste nella primavera del i 972, gli osseil/atori affermarono che questa nuova Nfa Romeo era tecnologicamente avanti di dieci aru. Ne lodarono la gelerosit del collaudato bialbero a quattro clndri, la grande tenuta di stra.da, la stabiht e la prontezza di irserjmento h cun'a che non aveva uguat llelle conconenti di allora. Le prestazioni erano simili a quelle della 1750, con ul senslblle progresso in accelerazione dor,uto ala migliore motricit ottenuta glazie almaggior peso gravante sul retrotreno. La costante perpendicolarit delle ruote motrici al terreno, garantita dal parallelogramma di Watt che guida il ponte De Dion, consentiva cii acce-

lerare, senza perdite d'aderenza, persino su fondi sconnessi e di migliorare la trazione ail'uscita de1le cuwe, tant' vero che, malgrado la nolevole potenza. fu ritenuto superf1uo montare un dfferenziale autobloccante. LurLico neo era la manowabilil del cambio: preciso ma lento ttegh innesri a causa dei lunghi leveraggi che colJegano il comanclo a cloche con i-l cambio messo dielro. Il tutto si manifestava con antipatiche "grattate" nell'innesto della prrma e della retromarcia. Lunica soluzione era prenderci la mano e compiere la manowa con esl r'ema dolcezza. I problema, sia pur attenuat o in rnisura crescente nel corso della produzione, 1r'ov soluzione definitiva solo con le piu lecenti Alfa 90 e 75. Uinterno manteneva 1o strle Alfa Romeo dell'epoca. La differenza principale stava nel1a strumentazione messa tutta dietro al volante a calice a tre tazze concorona di egno, regolabile in altezza. Le finiture erano in linea con quanto la Casa proponeva su altri modelli: rivestimento in legno impiallacciato dellaplancia, sedrli in "texalfa" (lrama di lessut o con Lu traf amento superficiale in vinile, n.d. r ) oppure in panno con appoggialesta regolabiti di serie e moquette sul pavimento. Arche il fondo dela bagagtera era h moquel t e con l'eccezione dei passat'uola rivest ir i cli plastica. Pure I'abitabilit era migliorata nei confronti della 1750, grazie alla maggiorelarghezzadel corpo vetura.

TISTELLI NtZZTffALf Lo specchio retrovisore


poteva essere cos oppure piccolo etondo. Sopra, alla base dei montanti posteriori spiccano i listelli cromati per lo sfogo

dell'aria dell'abitacolo. Scompariranno nell'ultimo

resVlingdellffiS.

ilLrirrnlrrlnr,.

DTPOCA

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gruFffiffiFALr;IIA 1981
?*e

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qriqio - Texalfa nero beige - Texalfa cinghiale Maremma beige - Texalfa.cinghiale Maremma beige - Texalfa
-

3u Olandese {BLOL}
r,'rarrone

testa di moro

: osso Alfa (ROAL) : osso veneziano

- Texalfa nero grigio - Texalfa nero - Texalfa nero - Texalfa nero - Texalfa nero grigio - Texalfa nero - Texalfa nero

Floccato Floccato Floccato Floccato

l!g""uto b"ig"

Floccato grigio - TNalfa "it nero Floccato beige,,:i*qtblfa cinghiale Maremma

TFlf"

u Pervinca metallizzato (BVMT)

-,brtal{a nero
Paniieioperato

r'igio

-ici :n parentesi il codice Alfa Romeo)

chiaro metallizzato di bosco metallizzato (MBMT)

Gi all'apparire, nel 1972, I'AJfetta conquist i cuori degli appassto-

nati e divenne oggetto di desiderio anche da parte di cololo che si awicinavano alla Casa del Biscione per la prima volta. Dopo averne saggiato le prestazioni (le migliori dea categoria) e il compoamento stradale superativo, venne spontaneo prepararla perle gare. E n effettil'Alfetta fece ia sua comparsa h gara, maben presto I'interesse dei pilotr si spost verso la versione coup (l'A1fetta Gt) che fu presentata nel corso clel 1974. E come dimenticare le tante Alfetta color verde-miJitare (poi dlvenuta bianca e azzurta) della Pohzia o quelle blu scuro col tetto bianco der Carabnteri?

Lottimo awio delle vendite fu rallentato dala crisi energetica che colp i mondo industriaLizzato nel'autumo del 1973 (vedi,4zr,fonloUil,ismo cl'Epoca n. 29 pagina 165), dal quale l'Alfetta seppe
invece ricavare nuovi spazi di mercato a conJerma della modermt del progetto. Lmtento di mettere ir listjro il modello di due litri (c'era la berlila 2000 da sostitulre) sub r-ur arresto: I'Alfetta fu affiancata, alla fhe de1974, daunaversione di cilndrataridotta,la 1.6 da 109 CV (iniziaLmente ne furono dichrarati 108) con la quale l'Alfa Romeo jrtendeva rispondere alla richiesta di vetture pi economiche da gestire. La sorella minore aveva la calandra a due fari anzich quat-

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ln questa pagina, gli interni della prima serie, presentata a Triesb nel 1972. ll volante ha la corona in legno e ognuna delle tre raze incorpora un pulsanb
del clacson.Adiffurenza della

seconda gerie il contagiri meccanico, monlato a sinista e ospita anche lo sumento per la pressione

dell'olio. Notare la maggior quantit di legno impiegata, su corona del volanb, plancia
tunnel centrale. Sopra, vicino alla bocchetta dell'aria i due comandi per lo sbder e I'acceleratore a mano, oJtre al pulsante per il lunottobrmico.
e
I tre stumenti cicolari sopra il piantone dello stezo sono l'indicatore del livello carburante, l'orologio e il

termometro dell'acqua.
ll piccolo pomello sopra il

contagiri regola la luminosit della stumentazione.

LT EON$ORRErufi NELUALFETTA N[LilESTATE DIL 1972

Alfa Romeo Alfetta Alfa Romeo 2000 Fiat 132 Special 1800 Audi 00 GL

4 in linea anteriore

/ posteriore

1.779
1.962 1.756

180 190

122 I 5.500

2.245.000 2.395.000 2.055.000 2.395.000 2.305.000 2.500.000 2.200.000 1.689.000 1.937.000


1.930.000

4 in linea anteriore / posteriore 4 in linea anteriore / posteriore 4 in linea anteriore / anteriore

170
180

1.871
1.990 1.990

/ 5.500 105 / 6.000 1 12 / 5.600


130

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Y

BMW 2002 BMW 2002 Tfi Peugeot 504 GT iniezione

/ posteriore / posteriore 4 in linea anteriore / posteriore


4 in linea anteriore 4 in linea anteriore 4 in linea anteriore 4 in linea anteriore 4 in linea anteriore 6 in linea anteriore

170
190

113 (SAE)/ 5,800 130 / 5.800


104 97 99 93

1.971

173 172
161 161

/ 5.600

Simca Ghrysler 180 Ford Consul 2000 Opel Rekord 1,9 SH l-ueso Triumph 2000 t\4K 2

/ posteriore
/ posteriore

1.812
1.993 1.897 1.998

/ 5.600
/ 5.500 / 5.000

/ posteriore
/ posteriore

97 15.400

165

2.390.000

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cromabpi,tetto

leraochetbdi deltabihcolo.

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tro con ul solo profilo cromato, paraurti senza rostri (i relativi fori erano stati chiusi con tapp cromati) e meno awolgenti sui fianchi al posteriore. Cambiavano anche i ljstelli delle griglie di sfogo
dell'aria lrziata deil'abitacolo: tutti di colore nero opaco come i colore delle racchette dei tergrcristall che, invece, sulla sorella maggiore erano cromate. I-lAfa Romeo, con la versione dr clltndrata ridotta, proseguiva ia filosofia d-r markeiing che aveva proposto con la Giulia, dove la 1300 aveva due fari inve ce dei quattro della 1 600. Comunque l'Alfetta 1. 6 non era uraversione "povera", pensata solo per diminuire ilprezzo
di vendita. Di fatto la 1600 aveva le stesse

finiture, accessori, stru,

mentazione, materiali, alestimenti. E non si capisce bene come mai oggl sia definita "economica" che, oltre a essere falso, nduttivo. Nemmeno sul piano delle prestazioni faceva rimpiangere laversione di maggiore cilindrata. Infatti, superati i 4.300 giri, la brllantezza cle propu.lsore era la stessa. Ltu-Lica differenza (a parte qualche chilometro orario di velocit massrma) era il minor "tiro" ai bassi regimi nella ripresa in quafia e in quinta. La meccanica, cilindrata a parte, restava immutata, tranne il rappotlo finale pi corto per compensare Ia minor coppia motrice. All'interno le differenze erano di dettaglio e di poca irnportanza: spariva la plafoniera sul padiglione aII'altezza dei posti dietro ed erano state eLjminate le tasche poftacafte dagLi schienali dei sedjli anteriori. II fondo della bagagliera aveva rul pi semplice tappeto di gomma, mentre altri particolari erano stati invece migliorati, come ii cruscotto dalla nuova e gradevole grafica su fondo blu e la consolle centrale (interamente di colore nero) megJio sfruttata per la diversa posizione del posacenere, spostato dal ripiano portaoggetti vicino alla leva del cambio ln Lu'ra pi razionale collocazione sot-

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SEDILI RruTSTFI DI "TTXALFA' Una panoramica degli interni della prima serie. I rivestimenti dei sedili sono in similpelle "Texalft", un tessuto rivestito di finta pelle, La vista laterale del posto guida mostra il volante moderatamente a calice, con la pedaliera di tipo sospeso e la leva delcambio verticale. ll pomello sulfianco dello schienale delsedile anteriore serve per regolare I'altezza dell'appoggialesta.

*-*oTEI0cA

69

I.A PRIMA SERIE DI RUSSO


Aubmobilismo d'Epoca dngtazia
Gerafdo Russo per aver messo a disposizione la sua bella Alfetta prima serie, colorftggio, per la rcalizzazione di quesb servizio,

BAGAGLIAIO DA STATION WAGON MODERNA


Una delle caratteristiche peculiari dell'Alfetta la gtande capacit di carico

offerta dal bagagliaio, grazie alla regolarit delle pareti e agli ingombri minimi dei passaruota. Era dichiarata una capacit di 600 dmc, come e pi di una moderna SW della stessa categoria. Sotto la copertura del fondo c' la ruota di scofta.

to al vano radio. In conseguenza di questo erano state eliminate le due guamiture di legno del portaoggetti sula console e della parte sotto il vano radio. Veniva mantenuto il rivestimento in legno della plancia (con bocchette d'aerazione leggetmente modtficate) cos come la targhetta di chiusura del vano radio con il biscione verde Afa Romeo. Il voiante, uguale nella forma, aveva la corona rivestita di finta pelle di colore nero.

ce I'i.f ing" dalmomento che lo scudetto fu allargato e reso pi prominente, divenendo simile (ma non uguale) a quello montato sul-

la Giulia Nuova Super.

La calandra fu modificata con diversi listelli orizzontall pi spaziati e privi dei profili cromati, mentre i paraurti montavano rostri interamente di gomma. Le racchette der tergicristalli erano nere come sullaversione 1600 (aruich cromate come, Io ricordiamo, sulIa prrna 1800). Cambiava anche la scritta identrficativa aggiomata con I'indicazione della cilindrata ed erano state estese Ie migliorie inteme adottate con la 1600. In questa 1800 r comandi della climalizzazione (a drffererza della 1600 che manteneva quelli della
ALFETTA... E BASTA Sul bagagliaio della prima serie non c'erano

:.

t.:.,

..

Nella primavera del 1975 fu aggiomato anche il modello 1800 che assr.rnse Ia denominazione dr Nfetta 1.8. Fu LrL vero e proprio lfn'-

F
a.:.:

ti
'

targhette identif icative della cilindrata ma, semplicemente, la scritta cromata "Alfelta ", I indicazione 1.8 fu posta solo sulla seconda serie e, gi che c'erano, aumentarono lo spessore del fregio diqualche millimetro per rimediare a una certa delicatezza. Si notano anche i parauili con rostri cromati. La gommatura prevedeva pneumatici 165 SR 14

tf :,
Ir

(dalls}2tuhelesse
in opzione anche nella misura 185/70 HR 14). ll peso dichiarato della vettura in ordine di marcia era di 1.060 kg (dal 1982: 1.120 kg).
La velocit massima

dichiarata era di 180 km/h (dal 1982,178 km/h).

0rrtrrmchliw^

L,TIOCA

65

ffi#ffi
a-*a ara +$w tantzanafa
TUTTO IN UNA SIGI.A lJAlfetta CEM ("Controllo Elettronico Motore") sviluppata sulla base delle Alfa Romeo vendule sul mercato U.S.A. Sotlo, il pannello di controllo che sovrintende al
funzionamento della centralina. A velocit ridotte il motore funziona a due soli cilindri per consumafe meno carburante.

La volont di ridurre i consumi spinse itecnici Alfa Romeo a rlpensare il fun-

zionamento del motore, con l'obiettvo di oware a uno de limt che ne penalizzano il rendimento: il funzionamento ai carichi parztali (owero nella marcia a bassa velocit quando la potenza che il motore deve erogare ridotta e si registrano aperlure limitate della valvola afarialla, n.d.r.).TanIo per dare

to da 2 a 4 cilndri era gestito da una centralna elettronca ed era appena awertito da chi guidava, fatta salva, nel funzionamento a due cilindri, una
maggiore (e inevitabile) ruvidit di funzionamento. ll progetto, partito nel 1976 all'interno del C.N.R. con il nome dl "Progetto Fina|zzaIo Energetca" e svolto n collaborazione con l'Universt di Genova, sfoci in dieciAlfetta CEM allestite con la carrozzeria della versione 2O0O

stite su base Alfetta unificata modello 1981 , furono consegnate agli ispettori della Casa e qualche centnaio di altre ancora furono vendute, per una pro-

duzione complessiva che non arriv al migliaio d vetture. Fu un progetto d assoluto rilievo, che permise di ricavare una grande mole di dati che furono uliltzzali per successivi impieghi dei controlli elettronici del motore, ma che non ebbe un significativo seguito commerciale, forse per le awisaglie della crisi che avrebbe portato, nel 1987, la gloriosa Casa del Portello nell'orbita Fiat.
ELETTRONICA llmotore dell'Alfetta
CEM

un'idea, quando la vettura viaggia a 90 km/h su strada pianeggiante, la potenza richiesta per l' avanzamento
non supera i 20 CV. Come fare, allora, per massmizzare il rendimento complessivo anche quan-

Ll America, Le

usarono altrettanti

tasssti d Milano tra la primavera del 1981 e l'nverno del 1982. Altre, alle-

do la potenza erogata dal motore cos bassa? fAlfa Romeo svlupp una tecnologa che batlezz CEM, owero Controllo Elettronico Motore. fobiettvo era quello di far funzionare il motore a due o a quattro cilindri, in
relazione al carico richiesto, seguendo

il4 cilindridi

1.962 cc da 130 GV a 5.t100 giri, integrato da un microprocessore.


La velocit massima

dioltre 185 km/h.

la logica di mettere il motore in condizioni di erogare la potenza richesta con il massimo del rendimento. La fase di passaggio nel funzionamen-

La preziosa esperienza

sviluppata con questo modello and perduta con l'acquisto dell'Alfa


da parte della Fiat,

66

lN flilpFilTrrr it'ir h',,!t,,,'a.'f, i'o

precedente Afetta) si illuminavano all'accensione delle luci. I sedili, pi awolgenti, avevano appoggiatesta di nuova forna regolabili anche in inclinazione. La meccanica sub qualche modifica volta a incontrare le nuove regolamentazioni sulle emissioni e a mrnure il consumo. Infatti i cavalli sces ero da 722 a 1 1 8, ma l'abrlit dei tecnici e dei collaudator
fu tale che non ci fu sofferenza nelle prestazioni, pagando la nuova versione solo una leggera, minoreptonlezzaall'acceleratore che la accomunava, inquesto, alla 1.6. Nel 1977 ciful'unificazione deimo-

La calandra eracaraltenzzala da due fari rettangolari di grandi di-

mensioni e da urLa nuova calandra con diverso scudetto. Nuovi erano pure i due getti lavavetro separati (anzich rno al centro con due) e i paraurti di acciaio ricoperti da una spessa fascia di gomma che incorporavano gli indicatori di direzione. Il tutto nserito in un nuovo frontale pi squadrato e allungato, con il cofano che non si apriva pi controvento, ma si sollevava dala parte anteriore.

delli 1.6

l.Speriqualil'allestimento diveruteilmedesjmo

comin-

Dietro, wece, spiccavano i nrurovati gruppi ottici di maggiori dimensioni integrati col retronebbia: un accessorio non ancora obbligatorio ma gr presente sui nuovi modelli di alcune Case.
Anche l'intemo fu profondamente rivisto. Al centro della rirurovata plancia di colore manone scuro, sopra i comandr della chmatizzazione,c'erala scritta "2000" sufondo satjnato di colore grigio che sostituiva il logo "Alfetta" in corsivo, prima alloggrato snl'tnserto in legno della plancia dalla parte del passeggero.
La differerza maggiore stava nel nuovo cruscotto
e

ciare dal frontale con quattro fari. Solo la 1600 adottava ilvolante

ri-

vestito di finta pelle nera mentre sulla 1800 era mantenuta, almeno sui primi esemplari, la corona di legno. Nel frattempo la paura della penuria di carburante era passata e si poteva tomare a pensare alla versione 2000, che fu presentata nell'invemo del 1977.
Alia nuova versione 2 litri fu data ampia risonanza, anche perch si trattava di uu vettura profondamente rinnovata chiamata a sosti-

nel volante con

tuire la berlina 2000. La sua linea era una risitazione del disegno originario, intetpretato alla luce dei canoni in voga nella seconda met degli anni '70.

corona in materiale schiumato scuro di diametro inferiore al precedente. Estemamente, nellavista dilato, spiccavano l'assenza dei deflettori, le nuove maniglie delle porte e le rinnovate mostrine sui montanti posteriori che ricoprivano le feritoie per I'uscita dell'aria

PICCOIA MA NON POVERA


Alla fine del 1974 debutta la 1 .6 da 1 09 CV. ll cruscotto ha
la stessa grafica su fondo blu che avr la 1,8 seconda serie e la consolle centrale tutta in

nefo. ll posacenere spostato in una posizione pi razionale sotto la radio, Spariscono le due guarniture di legno del portaoggetti sulla console e il

volante ha la corona rivestita in finta pelle nera, I comandi della ventilazione dell'abitacolo sono sempre di tipo separato per pilota e passeggero (sopra a sinistra), Nella pagina a fianco: sulla 1.6|e griglie sui montanti posteriori sono di colore nero anzich cromate. Hesemplare di quesbfoto appartiene ad Alberto Vermiglio di Chiavari (GE),

68

IN

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f{,i\=,*t*?f C**T:
Sul piano delle

prestazioni la 1.6 perde un po'


di brio ai regimi

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medio-bassi, motivo per cui furono accorciati i rapporti di lV e V marcia. Superati i 4.000 giri emergeva
la buona verve del

bialbero di 1,6 litri. Tra le differenze di dettaglio rispetlo alla 1.8, i paraurt cromati meno

awolgenti (quia
fianco).

zlata dell'abitacolo. Cambiavano nel dscgno anche i cerchiruota dove, in sostituzione dei fori circolari, c'erato tante filestrelle di forma alungata. In defidtiva I'Nfetta era diventata urur ber lina di rappresentalza. Aveva maggiore classe, a scapito tuttavia di quella connotazione di forte dilamicit che resta appannaggio della prima seile e delle snccessive 1600 e 1800 con rnu

setto a quattro farl. Sulla 2000, contrariamente alle attese, non crebbe la potenza massima, che restava, con 122 CV (DIN). al hr-ello della pruria 1.8 e al di
sotto der 129 C\r @lN) dela precedente berlina 2000. La scelta si spiega con la volont di prMlegiare l'elastlcit di marcia; tant' l ero che il quattro cilirdrl bialberc erogava il 90!/o della

*;+#
ffi *.k'

s;i;; c*sT*!
La ealandra della 1.6

ha lo scudetto stretto, duefari e un solo profilo cromato. I paraurti sono senza rostri (i relativi fori sono

chiusi da tappi cromati). All'inierno la 1600 ha le stessefiniture, accessori, strumenti e allestimentidelle cilindrate maggiori.
ll suo scopo era

c0nsumafe men0.

rrpia massima

h ul

arco estremamenle ampio cli giri,

fh

dal re-

-- ri pi bassi. LAlfetla 2000 privilegiava la guida tr "souplesse",


,

rlt c vero che fu ammorbidito I'assetto (nuove barre di torsione rror diarnetro) proprio per esaltare questa qualit. Coti questa
rijhca la 2000 aveva perduto

il

sportivit, conseruando tuttavia

1-,i'overbiale slcurezza e omogeneit di comportamento. in part,i-ru'e ne passaggio dal sottosterzo al sou"asterzo, tae da lar dire

gno di un'ammiraglia. Solo ul amo dopo, cor-nunque, nel luglio del 1978, col debutto della 2000 L la Casa decise di aumentare la potenza a 130 C\i accontentando cos anche ipi alfamati di C\L La nuor,'a versione aveva il Listello sottoporta pi largo, r-uro specchiet to retrovisore di maggiori dinenslor, con cassa di plastica nera che sostiiuiva r precedente di acciaio ilossidabrle.

''lr AlJt, Rr.,ne,o pr:rdct n,o,rto ltt,[to" . - -ligiore grado dl finitura e la pir efficiente irsonorizzazlone deliritacolo crano I'ideale nei hirghi l'laggi di lavoro. E il piac.^r,olis-

.- rro snono del motore - al quale gh alflstl non volevaito rururtciu e -:i a quel tocco il piir ir ur qua.dro dove ll hvelo di comfort era de-

Al'interno la classe della vettura era sottolireata dal riveslirnento tipo legno della plancia (tra I'atro eggermente modificala con la scritta 2000 spostata sd cassetto portaoggetti, conl'aggiunta di prof ongitudilali e dotata dl nuove bocchelte lateraLi di aerazione) . clai diversi tessuti dei sedili (ora ir rn'urca turta) e ilei pamel polta e da rura serie dl migorie r r,irt delle quah l'Afe tta cliven

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ne la 2000 pi venduta da ne ro assume

ltaLia. Nuovo anche il pomello cambio. che

ura tlrta legno. Altre piccole dlfferenze elar ro risibth nell'hserto dei braccioli ale portiere che riprendevano il colore legno della plancia e nel nuovo soffietto della leva cle cambio. Nel i980 passato lo spauracchio della crisi energetica - ilmotole di 1.779 cc riguadagn 1 ,{ f,! perduti nel 1975, ritornando a quota 122. Per I'occaslore furono unificate su tutia la gamma le porte della 2000 prrve di deflettori anteriori e con le maniglie incassate. Ladozione del contagiri eleitronico (nelle versioni 1.6 e 1.B) fu reso visibile dalf ilverslone dela poszione del contagiri e del tachunetro. ul clettaglio che solo gli osseruatori pi attenti aver,-ano notato. 11 volante, rwestito di fnta pelle nera, fu adottato anche rialla 1.8

ffimffi

Nel novembre del 1981 I'Nfa Romeo present la gamma unificata alla carrozzeria della 2000, per l'occasione agglornita con 'aggiLurta di ur profilo gommato lungo la flancata sotto la linea di cintura, I'aggirnta di ula fascia nera sottoporta che sostituiva il profilo in acciaio irossidabile della 201i0 L e di r,ur poltatalga nelo inserito tra i gruppi ottici posterior. Gh ndicatori di direzlone latelali erano statl spostati dielro il passaruola. La 2.0 era or,viamente ia versione pi r'rcca e si drfferenziava dalla 1. 6 e dalla 1. 8 per la migJore dotazone, oltr"e che per alcuri dettagli esterni. La griglia anteriore aveva i listelL di colole grigio allurrunio anzich r.ero; i gruppi ottici anteriori erano dotati dr lava-lergifari e lo specchetto retrovisore era comandato eietiricamente, Lurterno spicca\ra per il nuovo rivestimento in legno della plancia. dverso nspetto alla precedente 2000 L. O'erano anche gli appoggiatesta ai sedfi posteriori, e cinture di sicurezza dieh'o, gli alzacristalr elettrici anteriori e il volante di nuovo disegno con comando del cacson centrale e corona verniciata color legno. La leva del cambio aveva il nnovo pomello anch'esso color legno con hserto superiore nero (totalmente nero nella 1.6 e 1.8), la cui impugnatura era stata prohurgata fho a rivestire I'asta quasl all'altezza del soffletto. A richiesta si poteva avere anche il tetto apribile, prima risen'ato a taluri mercatl esterl. Osservando i parabrezza si notavano delle sottili rrghe che ne percorre\rano il perilnetro: era l'antenna radio ilcorpor:rta ne1 parabrezza, rura nor'it adottata anche sulla contenporanea Giuietta.
F!-AT+*IATiJTA ruU*V4
Nell'inverno del '77 debutta l'Alfetta 2fi)0. La calandra ha nuovi fari rettangolari e un diverso scudetto (nella foto grande sopra si vedono anche due fari supplementari antinebbia montati successivamente). Nuovi sono pure i due getti lavavetro separaii e i paraurli di acciaio con una spessa fascia digomma che incorpora le "frecce". Cambia completamente la strumentazione, al pari della plancia
marrone scuro con la scritta "20fl)" (che sostituisce il logo'Alfetta"
di fronte al passeggero). Gli interni di questo esemplare non sono del tutto originali: il volante (anzich nero e con i pulsanti del clacson sulle tre razze) quello in legno della 2.0

fiomato

ultima serie con clacson al centro. ll pomello del cambio della 2.0 unificata.

*FERg5 . avono . azzuro Le Mans . bianco Capodimonte " blu olandese r giallo piper . faggio o prugna o grigio indaco (solo per l'ltalia) . nero (solo per l'estero) . ro$so Alfa (solo per l'estero)

g *=##Hsg#

. beige metallizzato . blu pervinca metallizzato . grigio chiaro metallizzato


" luci di bosco metallizzato

. nero (solo per ltalia) . rosso Alfa (solo per ltalia) . robinia metallizzato
(soio per l'estero)

. verde oliva metallizzato


(solo per l'estero)

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f Alfetta 2000 privilegia


la guida in souplesse: I'assetto pi morbido per esaltare questa qualit anche se a scapito della originaria indole sportiva. Nella foto a fianco: il pannello porta con i nuovi rivestimenti che sottolineano la vocazione pi "salottiera" della 2 litri diArese rispetto alle prime versioni. ll motore ha la stessa potenza della 1.8.
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/ posteriore / posteriore 4 in linea anteriore / posteriore


4 in linea anteriore 4 in linea anteriore 4 in linea anteriore 4 in linea anterore
1

1.570 1.779 1.585 1.585 1.995 1.585 1.995 1.647 1.588 1.588 1.573 1.766 1.993

175
180 160 165

109 118 75 98

6.620.000 6.844.000 4.909.000 6.040.000 6.974.000 6.3 t3.000 6.785.000 5.902.000 6.000.000 5,168.000 5,900.000 6.254.000 4.951.000

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posteriore

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4 in linea anteriore

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4 in linea anteriore / anteriore 4 in linea anteriore / anteriore 4 in linea anteriore / posteriore 4 in linea anteriore / posteriore 4 in linea anteriore

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/ posteriore

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Altre modriche interessavano la profilatura dei sedili e i rivestimenti, con intemo in pelle o n
texalfa ottenibile a richiesta per la due [tri. A]tra novit era il differenziale autobloccante a)250/0, optional per la duemila. Laria condizionata era invece disponibile con sowapprezzo su tutte le versioni ad eccezione della 1.6. Le sorelle minori ripresentavano la plancia con la parte centrale color grigio alJuminio che caratterjzzavakpnrm20OO, ma seruaindicazione di crlindrata. Estemamente le 1.6 e 1.8 si diversificavano dalla 2.0 per la mancanza dei prof,li in acciaio inox lungo Ie guamizloni dei cristalli, per la calandra con proflli neri e per l'asserua del lavatergifari. All'intemo non c'erano gli appoggiatestaposteriori, $i azionarnenti elettnci del retrovisore e degJr alzacristalli (ottenibili ur opzrone) e

ELASTICA Enzo Mainenti, di Verona, posa di fianco alla sua Alfetta 2000 L prima serie. La pobnza di f22 CV la
stessa del 1800 perftvorire

l'elasticit di marcia.

(a90 orarisisuperavano i 15 krnconunlitro dibenzina, quandoaversione turbodiesel ne faceva 16) , ma era altrettanto vero che sul misto
a prima, dovendo ricoryepi frequente uso del cambio per avere riprese efficaci. Addirittura, nel complesso, le prestazioni, n termini d'accelerazione pura, non erano inferiori: arzi, lo scatto breve era mi$iore grazie a una prima marcia pi cor"la. La velocit massima era sempre d'ottimo livello se rappodata alia concorerua. Da notare, per, che si trattava o

in montagna i consuni rjmanevano uguali


a

re

ul

ilrivestimento delvolante era inmateriale schiumato grigro scuro. Le pi importanti novit riguardavano la parte meccar-Lica: la trasmissione presentava nuovi rappor-ti con la quinta "di riposo" per risparmiare carburante soprattutto n autostrada, mentre Ia velocit massima si raggiungevain quarta. Ancluesta sipoteva avere il cambio automatico. Era stato inoltre studiato uLnuovo assetto pimorbido perfavo-

diurLaprestazione doluta alla generosit deimotori e non alle doti aerodrLamiche del corpo vettura. Infatti, neipnmi anni'80 lo studio delle forme per ridure la resisterua dell'aria aveva dato risultati srgruficativi, ma in A-lfa Romeo - forti delte elevate potenze dei loro propulson - ia nduzione del coefficiente di forma era passata in secondo piano. Tant' vero che il Cx dell'AlJetta 2.0 erapari 0,43: unpurLto pi ale ben nove purti superiore alla linea della Giuia che sembrava disegnata dalvento.

rjre ulteriormente il comfort dimarcia e lafaciit di guidaper imeno esperti. Tuttavia, queste modiche voiute dalla dirigerua, suscitarono perylessit (e quaJche critica) da parte della clientela, dato che in tutte le Alfa Romeo la quinta era sempre stata una marcia "di poterua". Oltretutto le nuove regolazroni delle sospensioni I'avevano resa "pi

to della pnma Afetta

pesante": carattere che gi alfisti non gradirono malgrado l'allora presidente dell'Alfa Romeo, Ettore Massacesi, sottolineasse il comfoft, l'elevata qualit dei materiali e il generale mrglioramento delle finiture. Di fatto, per, si awertivano unamaggiore lentezza nell'inserimen-

Ridurre la resisterua dell'aria awebbe fatto guadagnare all'AlJetta parecchi chjlometri orari di velocit massima, ripristinando il vantaggio che la concorrenza aveva annullato. Loccasione poteva essere 'ultimo "hifi:i,ttg" datato 1983, che la rese ancor pi signorile con nutnerose modjf,che. Si segnalano:

to in cuwa

un pi marcato sottosterzo.

Cosicch le nuove Alfetta 1.6, 1.8 e 2.0 r-ulficate non riscossero grande successo. Conura decisione in controtenderuarispetto alle richie-

lo spoiler anteriore; le prese d'aria sul paraurti anteriore mutua@J

ste del mercato, che domandava modelli pi spor-tivi, I'Alfa Romeo avevapresentatovetture comode e confortevoli, ma che avevano perduto laprontezza dirisposta delmotore
e

'agilit sulmisto. perquan-

to riguarda il consumo di carburante era vero che a velocit costante si risparmiava grazie aJ pi contenuto regime di rotazione del motore

ffi
&.
AUTO DI RAPPRESENTANZA ll migliore grado di finitura e la pi efficiente insonorizzazione dell'abitacolo dell'Alfetta 2.0 erano I'ideale nei lunghi viaggi di lavoro. E il piacwolissimo suono del motore - al quale gli alfisti non vogliono rinunciare - d comunque un tocco di sportivit, lJabitabiliti offerta dal divano posbriore, nonostante la presenza del funnel centrale di hasmissione, buona anche per un eventuale terzo passeggero. Il bracciolo centrale sempre un gradito plus,

iT

LE SOruOORREI\ITI

NEilAI.FETTA 2,0
1983

E OUADRIFOGLICI ORO NITTAUTUNNO

Ala Fomeo Alfetta 2.0 Aifa Romeo Alfetta Quadrifoglio Oro Fiat Argenta f 20 i.e.
Lancia Trevi 2000 i.e. Lancia Trevi Volumex Lancia Gamma 2000 i.e"

cilindri in linea anteriore / posteriore cilindri in linea anteriore / posteriore 4 cilindri in linea anteriore / posteriore
4 4

1.962 1.962 1.995 1.995

185 185

130 130

/ 5.400 / 5.400

18.966.000 21.276.000 17.053.000 17.748.000 18.984.000 21.882.000 22.503.000 18.460.000 20.000.000 15.317.000 17.754.000 18.277.000 20.681.000 20.700.000 15.564.000 19.713.000 17.154.000 18.582.000 17.807.000
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175
180 190 180

1221 5.300 1221 5.500

4 cilindri in linea anteriore 4 cilindri in linea anteriore


6 cilindri a V anteriore

/ anteriore / anteriore

1.995
1.999 1.996 1.990 1.990

4 cilindri boxer anteriore / anteriore

/ 5.500 r 15 / 5.500
135 180 125 90

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ie.r'i'.i:-=

Maserati Biturbo BMW 020i 4 porte


BMW 520 i Ford Sierra 2.0 V6 Ghia Ford $ierra 2.3 V6 Ghia

/ posteriore
/ posteriore / posteriore

215
196 185 176 190

/ 6.000
/ 5.800

6 cilindri in linea anteriore 6 cilindri in linea anteriore

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1251 5.800

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Citron GX 20 Fallas Audi 100 CD -1900 Mercedes 190 E Opel Rekord 2.0 E Lusso
Peugeot 505 STi Renauit 20 TS Saab 900 GLE Sedan 4 porte Rover 2000

6 cilindri a V anteriore / posteriore 6 cilindri a V anteriore / posteriore 4 cilindri in linea anteriore / anteriore 5 cilindri in linea anteriore / anteriore 4 cilindri in linea anteriore / posteriore 4 cilindri in linea anteriore / posteriore 4 cilindri in linea anteriore / posteriore 4 cilindri in linea anteriore / anteriore 4 cilindri in linea anteriore / anteriore 4 cilindri in linea anteriore / posteriore

1.998 2.294 1.995 1.921


1.997 1.980 1.995 1.995 1.985 1.994

176 176
195 184

/ 5.000 114 / 5.300 106 / 5.500 100 / 5.600


1221 5.100

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175
17'l 180 167

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1 1

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5.400 5.250 5.s00 5.s00

101 15.250

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lN COPHRTINAIJJ*

orz eo A{fetta

QUADRIF0GLIO:

I MODELLI

A lNlEZ|ONE
manometro olio in unit anglosassoni. C' una parlicolarit allora sconosciuta
alle nostre vetture: la spia di segnalazione del mancato allacciamento delle cinture di sicurezza. Questa versione (nata nel pieno della prima crisi energetica), attenta all'economia di carburante e

Nel 1975 debutta l'Alfetta per il mercato USA (fofo piccole sopra).Per superare itest antinquinamento il motore 2 litri depotenziato a 106 CV-SAE e monta l' iniezione meccanica Spca. La carrozzeria, derivata dalla IBOO la serie, monta paraurti rinfozati. All'interno non ci sono differenze a patle l'indicazione della velocit in miglia orarie e della scala del termometro acqua e del

ne, col 2 lilri a iniezone e potenza aumentata a 111 CV owiamente, con le specifiche USA. Cambia anche il nome
in "Alfa Romeo Sport Sedan" e anticipa i temi estetici della futura Quadrifoglio (sotto e afianco), con calandra a quattro fari rotondi, un profilo gommato lungo la fiancata, cerchi in lega leggera di nuovo disegno e la luce della targa al di sopra
della stessa.

anche le emissioni di gas nocivi sono ridotte, lnfatti, all'Alfetta cos preparata non serviva il convertitore catalitico per superare i test, tranne in California dove le restrizioni erano maggiori. lnoltre il motore funziona anche con la pi economica benzina a basso numero di
ottano, 91, poco pi della nostravecchia "normale". Aggiornata nel 1976 secondo le modifiche infodotte sul modello europeo nel 1975, seguita da una seconda versio-

Di serie monta il differenziale autobloccante al 25o/o e, a richiesta, il cambio


automatico ZF a tre rapport con convertitore di coppia. Questo modello venduto anche in ltalia con il nome diAlfetta 2.0 Li America (pagina a fianco, i suoi cerchi in lega). Lo scopo saggiare la reazione del mercato interno di fronte a un'Alfa a iniezione. Ma perch all'Alfa Romeo - dove sono maestri con i carburatori - sr "fissano"

con I'elettronica? Oltretutto siamo

in

un'epoca in cui I'iniezione penalizzante dal punto di vista dell'ottenimento di potenze elevate e rende il motore poco pronto alla risposta. E' vero: si ha una buona progressivit nell'erogazione di
potenza e un funzionamento omogeneo e pastoso del propulsore: iltutto, per, a spese di quella brillantezza che il cliente Alfa Romeo esige. La risposta sta nel fatto che si comincia

a capire che il futuro sar appannaggio dei veicoli calalizzali: alimentati con benzina priva di piombo. E con motori cos soltanto l'iniezione garantisce il perfetto

te dalla turbodiesel; la nuova calandra color grigio medio (grigio chiaro metallizzato perla Quadrifoglio Oro) con scudetto privo di prof,li onzzontah sostituiti da urL motivo a ma$ia fitta. Nuovi anche il "curvano" alla base del parabtezza color nero opaco; i fasciorualle porte pi estesi con colore uguale a quello deiparaurti; le comici dei vetri e i montanti centrali color nero opaco e le coppe mota color argento. In questo ultimo restyling spicca anche la comice posteriore porlatarga in plastica di colore grigio che si allarga fino a incorporare i I pi ottici. Scompaiono anche le vistose gri$ie di sfogo sui montarrti, sostituite da feritoie collocate a lato del lunotto. Sula parte in alto dei montanti dietro compare anche un nuovo lieve risalto, assente nelle pre-

grup-

sa la 1.6). Lladozione dello spoiler sotto il paraurti mi$ior, ma non corresse in marLiera significativa I'aspetto aerodinamico perch 'atterzione e $i investimenti della Casa erano rivolti al nuovo modello che 'awebbe sostituita: l'Alfa 90. Nel 1984 i vertici di Arese decisero che per l'AJfetta era giunto il momento di lasciare la scena. Dalla presentazione erano passati 12 aru: tuttavia, malgrado i cambiamenti subiti dal mercato, I'arrivo di nuove competitrici, gli affri di piombo e le crisi energetiche, questo modello vantava ancora un'eccellerza tecnica e un appeal che poche vetture dela categoria hanno saputo, nel corso dela storia, esprimere in misua uguale.

cedenti versioni. Llallestimento dell'abitacolo era analogo a quello della ricca Quadrifo$io Oro e a richiesta si potevano avere i rivestimenti

PONTE DE DION
1)

stabil''zatice

assale 2) bana fa$ersale 3) bara 4) bmpone 5) molla 6)

in

velluto

l'aria condizionata (esclu-

ammonizzatore. ll ponb De Dion unisce i pregi del ponte dgido a quelli delle ruote indipendenti alleggerendo le masse non sospese.

hrtomcriliw^

DEPOCA

75

dosaggio del carburante necessario per ottemperare a norme antinquinamento


via via pi severe. Parte cos il programma Alfetta Quadrifo-

glio che cuallerizza i modelli a iniezione. La car aIerizzazione estetica principale d i queste nuove versioni si rif all'esperienza americana: doppi fari rotondi, diversa calandra di colore marrone scuro anzich nero e cerchi in lega di serie. Sono disponibili nei colori grigio chiaro metallizzato e luci di bosco mefallizzalo, con interni in velluto beige. llfondo scala deltachimetro passa da2OO a22O orari, forse per tranquillizzare la clientela in fatto di prestazioni. La prima Alfetta Quadrifoglio, del '1982, in realt alimentata a carburatori, ma con

gef" di effetto ma di dubbia utilit.


Chi invece mette in atto con vantaggio le possibilit dei controlli elettronici l'Alfa Romeo che, nel 1983, presenta la versione rinnovata della Quadrifoglio Oro: un 2 litri che un autentico concentrato di tecnologia motoristica e all'avanguardia rispetto alla concorrenza. La tecnologia sfrutta un microprocessore che controlla I'accensione, la fasatura delle valvole di aspirazione e l'iniezione di benzina, con il vantaggio di avere un motore pi potente ed elastico ai regimi intermedi. La potenza massima, di 130 CV-DIN, stata volutamente mantenuta allo stesso livello della versione a carburatori, beneficiando cosdi una riduzione media del 7-8% del consumo di carlcurante. La variazione di fase, gestita dall'elettronica, attuata da un sistema meccanico a sua volta azionato idraulicamente e collocato all'estremit dell'albero a camme che comandava le valvole d'aspirazione (sopra a destra). Le modifiche estetiche e di allestimento sono in massima parte quelle adottate con la gamma '83. Per l frontale, per, siopta per i doppifari rotondi delle prime versioni anzich quelli singolie rettangolari della versione a carburatori. Cambiano pure ifascioni lungo Ie fiancate e i paraurti

che la Quadrifoglio Oro ha in tinta vettura e i cerchi in lega leggera di serie. Dietro

c' la scritta "injection' sul lato

sinistro

della bagagliera che completava la targhetta di destra con il quadrifoglio dorato accanto al nome del modello. All'interno evidente lo sfozo fatto per

posizionare sul mercato la vettura ai veftici del segmento. Viene aggiunta la regolazione elettrica degli schienali anteriori e del sedile di guida in allezza; gli appoggiatesta posteriori conglobati negli schienali; la chiusura centralizzata; gli alzacristalli elettrici su tutte le porte con blocco cenlralizzalo e i vetri atermici color bronzo. La gi ricca strumentazione integrata nella grafica e nella disposizione del quadro strumenti con il nuovo checkcontrol, l'orologio digitale e il voltmetro. Sul padiglione c'era un nuovo imperiale

tarature diverse per cui ll motore eroga 128 CV: esattamente la potenza di quella che sarebbe stata la versione a iniezione presentata lo stesso anno e che, per distinguersi, fu chiamata Quadrifoglio Oro. Nei primi Anni '80 il mercato europeo, grazie alla rinnovata fiducia conseguente alla riduzione del prezzo del greggio (anche se in ltalia il prezzo alla pompa dei carburanti continua a lievitare!), conosce un'incoraggiante ripresa. Questa situazione spinge le Case ad allargare il ven-

con plafoniere dalla caratteristica

luce

taglio di proposte, con l'inserimento di


nuovi modelli pi potenti e veloci e dotati di una meccanica pi raffinata che negli anni precedenti. Comincia anche ad affermarsi l'elettronica, sia pur applicata da qualche Costruttore soltanto per "gad-

verde a intensit variabile, con l'aggiunta di tre faretti spot: una soluzione che dava un tocco vagamente aeronautico all'abitacolo. Nuovi tessuti per la selleria innalzano ulteriormente il gi elevato livello di classe di quest'Alfetta, che si pone in condizioni d'eccellenza verso qualsiasi blasonata concorrente.

e*ffiffiHruH&

*&

nG

';tli

ilil *i*hi ['fir$if


biella della guida di Watt, owero il punto che si muove lungo una linea retta essendo guidato dalle due manovelle del paralle-

ll disegno mostra la funzione di sospensione del ponte De Dion. ll parallelogramma diWatt, invece, guida le oscillazioni del ponte De Dion su un piano verticale. L'azione
ancorando il De Dion al punto medio della

si ottiene

logramma. Gos le ruote sono sempre perpendicolari al terreno in qualunque condizione.

Punto medio della biella

76

N COFERTINA Alfa

Rorne a

Alfetta

.&Ff* ffiqrffiee$ &$f***


Motore
Posizione anteriore longitudinale Numero cilindri e disposizione 4 in linea basa-

gi filtro olio a cartuccia sul circuito principale coppa olio a pozetto in lega leggera e fortemente alettah Capacit circuito olio litri6,5 Rafireddamento ad acqua fozata con pompa centrifuga, elettroventilatore a innesto termostatico, vaso d'espansione, capacita circuito litri 8

pici Sospensione posteriore ponte rigido De Dion guidato da parallelogramma di Watt, ammoriizatori idraulici tele-

Motore
1 .570 ccAlesagg0 78 mm Corsa 82 mm Velocit media del pi-

Cilindrata

mento e teslata in lega leggera, came.


re di scoppio eiisferiche, canne cilindro

scrpici, molle elicoidali degressive, non coassiali con gli ammortizatori, bana stabilizatrice Freni a disco (i posteriori "lnboard" montati all'uscta del differenziale), servofreno a depressione, doppio

stone (m/sec) 15,31 Rapporto di


compressione 9:i Potenza massima (CV DIN/giri) 109/5.600 Coppia massima (kgm DIN/giri) 14,5/4.300 lndice d'elasticit (DlN) 1 .36Alimentazione due carburatori orizzontali a doppio corpo Dell'0rto DHLA 40 F a farfalle sincronizzate

di ghisa riportate "in umido" smontabili, albero motore in acciaio con fattamen-

lmpianto elettrico

2 V Alternatore 540

W Batteria 12V 50Ah

circuito frenante con limitatore al retrotreno, freno a mano sui dischi delle ruo-

to di nitrurazione morbida su 5 supporti di banco con B contrappesi, cuscinel

ti a guscio sottile in lega di rame-piombo-indio con antivibnatore torsionale Cilindrata


1

Trasmissione Trazione posteriore, gruppo frizionecambio-differenziale collocato al retrofeno e ancorato direttamente alla scocca Frizione monodiscoaseccoacoman-

te posteriori Stezo a cremagliera, piantone di sicureza snodato in tre tronchi mediante due giunti cardanici Capacit
serbatoio carburante 49 litri

.TT9ccAlesaggio 80 mm Cor-

sa 88,5 mm Velocit media del pistone (m/sec) 16,23 Rapporto di compressione 9,51 Potenza massima (CV Dll'l/gki)
1

do idraulico Cambio a 5 marce sincro-

nizale e RM in blocco con

il differen-

225.500

Coppia massima (kgm-Dll'l/

ziale, capacit carter litri 2,BB Rapporti al cambio I 3,301, ll 2,001, lll 1,371, lV

gttri) 17 / 4.400 lndice

d'elasticit (Dl$

Dimensionifn mm) e peso Passo 2.51 0 Caneggiata ant. 1.360 Carreggiata post. 1.358 Lunghezza 4.280 Larchez:a 1 .638 Alteza 1 .430
Peso
1

Trasmissione Rapporti al cambio (1981 13,501 , il 1,9651, ilr 1,2581, lV 0,9461, V 0,781 , RM 3) Rapporto finale 10/43 (1981 1il43) Pneumatici (dal 1981 anche 185/70 SR 14 tubeless a rchiesta)

1,34 Distribuzione due alberi a camme in tesla mossi dadoppiacatenacontenditore, valvole a V di 80", quelle di scarico al sodio, bicchierini a bagno d'olio

1,041,V0,831, RM 2,621 Differenziale


e rapporto finale mppia conica ipoidale

.060 kg in ordine di marcia

10/41 Cerchi 5"1/2Jx14" Pneumati-

Mzionidichiarate
Velocit massima 180 km/h Consumoa

ci165SR14 Corpovetftra
Telaio monoscocca in acciaio a struttura differenziata Canozeria berlina a

Alimentazione due carburatori orizontali a doppio corpoWeber 40 DC0V32 a farfalle sincronizate, pompa carbu-

120 km/h 10,5

li/100 km

Dimensioni (in mm) e peso Caneggiata ant. (1981 1.366) Lunghezza 4.240 (1 981 4.385) Largheza (1981 1 .640) Peso 1 .040 kg (1981 1.120) inordinedi marcia Prestazioni dichiarate
Velocit massima 175 km/h (1 981 174kmh in quarta marcia - 171 in quinta marcia) 1 km da fermo 33"0 (1981 33',3)

te

rante meccanica Accensione a bobina


e spinterogeno Candele Golden Lodge 2HL a scarica supefficiale Lubrificazione

volumi, quattro porte Sospensione anteriore a quadrilateri deformabili, barre di

&if* ffi**'ew* &l$*ffi*'*.* {i **r!* S*T4, r.unift*et*


'$91j

rsqqy[jg1ry

t".4jP' 3'l

torsione longitudinali, bana stabiliza-

Stesse caratteristiche dell'Alfetta


tranne:

fozata mediante pompa a ingranag-

trice, ammortizatori idraulici telesco-

CAMBIO DIETRO E SOSPENS]ONI INDIPENDENTI Motore rhvantie cambio dietofavodscono la distibuzione del peso. I dischi entobordo dietoalleggeriscono le mase non sospese, A sinista la sospensione anbriore: 1 ) bara di hrcione 2) braccio superiore 3) braccio inftriore 4) bana shbilizatice tiranb dello sbrzo. 5) braccio obliquo 6) scabla guida

tecnrea
Prestazioni dichiarate
Velocit massima (1981 178 km/h in

Stesse caratteristiche dell'Alfetta


tTanne:

quarla, 176 in quinl.a) Accelerazione t rm Oltermo 31'B (1981 32)

Motore
Velocit media del pistone (m/sec) 15,64 Potenza massima (CV DIN/
i:.:li :::'r:.rl-!:..:':i.: I j:l'
ll

rapporti Rapport al cambio (.1 981 - I 3,501 , il 1,9651 , ilt 1,258 1, tV 0,9461, V 0,781, RM 3) Rappor to finale (1 981 11/42, aulomalica 13/46) Pneumatici 1 65 HR 1 4' (2000 L e 1981 185/70 HR 14') Dimensioni e peso Peso '1 .140 kg Prestazioni dichiarate Velocit massima oltre 185 km/h 1 km da fermo 31" (2000 L e 2.0 30'5), 0-400 m (2000 L in 1 6"4 - 1 km da 40 in IV 32"0)

drifoglio 0ro 1983 1,49 Alimentazione iniezione indiretta meccanica Spica Alfa Romeo, pompa carburante elettrica - Quadrifoglio 0ro 1 983 interrutlore inerziale per l'esclusione della mandata in caso d'urto Accensione Quadrifoqlio 0ro 1983 Elettronica Bosch Motronic integrata con I'iniezione, candele Golden Lodge Silver 2HLE Distribuzione (Quadrifoglio 0ro I983 variatore di fase meccanico-idraulico comandato elettronicamente) Batteria 60 Ah (1983 66 Ah)

sir) 1 1 B/5.300 (1980 122/5.300 1981 122/5.300) Coppia massima (kgm-DlN/giri) 19Bl 17l4.000 lndice d'elaslicit (DlN) 1,28 (1980I981 1,37) Alimentazione in alternalivaWeber 40 DCOF72/73 (1981 anche Dell'0rto DHLA 40 G) a farfalle sincronizzate Batteria (1 981
60 Ah)

Stesse caratteristiche dell'Alfetta


tranne:

Molors

Cilindrata 962 cc Alesaggio 84


mm Corsa BB,b mm Velocil me-

.1

dia del pistone (m/sec) 15,64


(2000 L e 2.0 15,93) Rapporto di compressione 9:1 Potenza massi ma (CV DIN/giri) 122/5.s00 (2000 L e 2.0 130/5.4001 Coppia massi ma (kgm DIN/giri) 18/4.000 (2000 Le 2.0 1 8,1 I 4.000) lndice d'elasticit (DlN)
1

Trasmissione Rapporti al cambio (1981 I 3,501 t 1,9651 , ilt 1,2581 , tV 0,9461 V 0,781 , RM 31) Rapporlo finale

; -,: :: i .:,j i.: : l i..i t. r'' ri: Stesse caratteristiche dell'Alfetta


t.: .rr
rr,::
r

Trasmissione Cambio a richiesta automatico a tre rapporti Rapporti I 3,51 , ll


1

,9651 , ilt

,2581 , tV 0,9461 ,

tranne:

,45 (2000 L e 2.0

,42)

(dal 1 981 '1981 11/42) Pneumatici anche 1Bb/70 SR 14 tubeless a rich iesta)

Alimentazione due carburatori


orizzontali a doppio corpo Dell'0rto DHLA 40 G a farfalle sincronizzate, oppure Solex C 40 ADDHE EI6 Accensione (2000 L e 2.0 correttore pneu matico d'anticipo) Bat-

Motore

0,78 1, RM 3 Rapporto finale automatica 13/46 Quadrifoglio e


Quadrifoglio Oro 11/42

Cilindrata 1,962 cc Alesaggio

84

mm Corsa BB,5 mm Rappor-

Dimensioni (in mm) e peso 3arreggiata ant, (1 981 1.366) Lunghezza (1981 4.385) Larghezza

to di compressione I 0:l Potenza massima (CV DIN/giri) 1981 128/5.300 - Quadrifoglio 0ro
1983 130/5.400 Coppia massima (kgm DIN/giri) 1981 17,8/4.000 Quadrifog lio 0ro 1 983 1 8,5/4.000 lndice d'elastcit (DlN) 1 ,36 Qua-

Dimensioni (in mm) e peso Carreggiata ant. Quadrifoglio e Quadrifoqlio 0ro 1.366 Peso

f.i40kg
Prestazioni dichiarate 1 km da fermo 1981 32'0 1983
31',0

I981 1,640)
1

Rapporto finale (1 981 1/42) Peso (1981 1,120 kg in ordi-

teria 60 Ah Trasmissione
Camirio a richiesta automatico a tre

re d marcia)

TUTTI BIALBEBO 4 CILINDRI ln alto, da sinistfa, due motori delle prima serie entrambi brillanti e grintosi: quello della 1800 e quello della 1600. Afianco il motore a iniezione
della 2.0 "Quadrifoglio" da 128 CV e quello della 2.0 1a serie da 122 CV (la stessa pobnza erogata dal 1800 prima serie).

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