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Associazione civica Porta Nuova – Vasto

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COMUNICATO STAMPA 13 Maggio ’08

LO STRANO CASO DEL PORTO TURISTICO ALLA LEBBA

1. Premessa. Il prossimo 28 Maggio, presso presso il Settore Urbanistica del Comune di Vasto, si
terrà la seconda riunione della Conferenza dei Servizi dedicata all’esame del progetto definitivo per
la realizzazione del porto turistico in località Fosso Lebba di Vasto.
La prima aveva avuto luogo lo scorso 16 Gennaio, ed era stata sospesa e rinviata per le deliberazio-
ni finali a seguito del giudizio non favorevole del Comitato di Coordinamento Regionale per la Va-
lutazione di Impatto Ambientale, non essendo stata effettuata la Valutazione d’Incidenza prescritta
dall’Art. 6 della Direttiva Habitat1.
Per inciso, di questa circostanza la stampa locale ha taciuto. “Il porticciolo incassa altri sì” 2 ha
scritto Il Centro; “la struttura ha già ottenuto molti pareri favorevoli”3, eccetera. In realtà il proget-
to ha incontrato in quell’occasione un serio intoppo, e proprio su questioni che da tempo avevamo
segnalato. Di esse parleremo nei paragrafi 3 e 4. Ma prima sgomberiamo il campo da un equivoco:
quello del diminutivo.

2. Le dimensioni. Il cosiddetto porticciolo tanto porticciolo poi non è. Secondo i dati dello Studio
d’Impatto Ambientale presentato dai proponenti il progetto4, il porto turistico alla Lebba, coi suoi
previsti 509 posti barca, si collocherebbe, in Adriatico, tra i porti medio-grandi. Per intenderci: il
porto turistico di Rimini ne ha 6205. “«Non è una darsena come quella di San Salvo o di Fossace-
sia, si tratta di un progetto di portata ben più ampia», precisa Luigi Brasile, ex presidente del Cir-
colo nautico. «Proprio la mole dell’investimento può aver frenato i potenziali investitori locali»,
sostiene il progettista, Umberto Gammieri”, così Il Centro del Gennaio 20076.
Vediamo qualche altro dato, sempre estrapolando dallo Studio. Il molo di sopraflutto (a Nord) sarà
lungp 330 metri; di 220 quello di sottoflutto, a Sud. Sono previsti inoltre: uffici, locali commerciali,
un capannone di rimessaggio avente superficie coperta di circa mq 1200, la sede del Circolo Nauti-
co per circa mq 3.000, di cui 1.000 coperti comprensivi di bar, ristorante, sala convegni etc. Infine,
una torre di controllo (altezza m. 9), e un parcheggio per circa 700 posti auto.
Una struttura del genere dovrebbe sorgere in pieno SIC e a fianco della Fox Petroli... Ma andiamo
con ordine.

3. La Direttiva Habitat. La Direttiva Habitat di cui al punto 1 istituisce, com’è noto, i cosiddetti
SIC (Siti di Interesse Comunitario). La Valutazione d’Incidenza richiesta dal Comitato di Coordina-
mento Regionale riguarda il progetto in questione per l’appunto in quanto esso ricade nel bel mezzo
dell’area SIC IT7140108 Punta Aderci - Punta della Penna. Quest’ultimo è classificato come un
SIC cosiddetto prioritario: così, secondo la Direttiva Habitat sono detti “i tipi di habitat naturali
che rischiano di scomparire […] e per la cui conservazione la Comunità ha una responsabilità par-
ticolare”. Per intervenire su di essi è necessaria una complessa procedura, di cui la Valutazione
1
Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminatu-
rali e della flora e della fauna selvatiche.
2
Il Centro, 20.1.08.
3
Il Centro, 12.5.08.
4
Sta in:
http://urbanistica.regione.abruzzo.it/index.asp?modello=schedaIntervento&servizio=xList&stileDiv=mono&template=d
efault&b=via&b=via22&tom=22 .
5
Dati Assomarinas, Associazione Italiana Porti Turistici.
6
17.1.’07.
d’Incidenza per l’appunto fa parte. Ebbene, di ciò lo Studio d’Impatto Ambientale -neanche nella
versione redatta dopo le osservazioni del Comitato di Coordinamento Regionale- non tiene il mini-
mo conto. Addirittura non ne fa menzione alcuna.
Come si fa a ignorare una circostanza del genere? Sta di fatto che, mentre per la EEA (European
Environment Agency7, l’organo tecnico ufficiale della Comunità Europea in tema di ambiente) il sito
ha “elevato valore ambientale per la rarità delle specie e degli habitat”, secondo la società G & G
engeenering, di Campomarino (CB), redattrice dello Studio, nell’area nella quale il porto turistico
dovrebbe sorgere vi sono “solo erbacce infestanti”8…
Intendiamoci: potrebbe anche darsi che a Campomarino abbiano ragione. Ma dovrebbero dimostrar-
lo. Invece non se ne curano, come se la questione non li riguardasse. Il SIC, per i proponenti il
progetto, semplicemente non esiste.
Questo difetto non appare sanabile. Ricordiamo che, secondo l’Art. 11 della Direttiva Habitat “Gli
Stati membri garantiscono la sorveglianza dello stato di conservazione delle specie e degli habitat
[…] tenendo particolarmente conto dei tipi di habitat naturali e delle specie prioritari”. Qualora
nonostante tutto si procedesse egualmente, si aprirebbe la possibilità di un ricorso alla Commissione
Europea per l’avvio di una procedura di infrazione. Ricordiamo che, per un caso simile9 la Regione
Abruzzo dalla stessa Commissione Europea10 è stata già condannata: ci riferiamo al porto turistico
di Fossacesia.

4. La Direttiva Seveso. Ma non è tutto. C’è anche un’altra circostanza, non proprio trascurabile,
che la nostra associazione aveva sollevato da tempo; che in sede istruttoria non è stata presa nella
benché minima considerazione; e che nella Conferenza dei Servizi dello scorso 16 Gennaio è stata
autorevolmente rilevata dal Capo dell’Ufficio Circondariale Marittimo e Comandante del Porto di
Vasto, Ivan Savarese. Si tratta della contiguità del sito interessato dal porto turistico con l’area occu-
pata dall’impianto della Fox Petroli SpA, stabilimento classificato a Rischio di Incidente Rilevante.
Il fatto è di per sé grottesco: un porto turistico attiguo a uno stabilimento Rischio di Incidente
Rilevante (e, per buona misura, anche a un’industria insalubre di prima classe, la Puccioni) credia-
mo non abbia precedenti al mondo.
Non c’è una legge che lo vieti? Certo che c’è: è l’Art. 12 della cosiddetta Direttiva Seveso II11, che
prescrive: “Gli Stati membri provvedono affinché nelle rispettive politiche in materia di controllo
dell'urbanizzazione, destinazione e utilizzazione dei suoli […] si tenga conto degli obiettivi di pre-
venire gli incidenti rilevanti e limitarne le conseguenze. Essi [gli stati membri, NDR] perseguono
tali obiettivi mediante un controllo […] dei nuovi insediamenti attorno agli stabilimenti esistenti
[…] qualora l'ubicazione o gli insediamenti possano aggravare il rischio o le conseguenze di un in-
cidente rilevante”. Sembra proprio il nostro caso, ma nessuno (tranne la Capitaneria di Porto) sem-
bra se ne sia curato. Non di certo il Comune di Vasto, rappresentato dall’Avv. Mercogliano, Dirigen-
te del Settore Urbanistica, che in sede di Conferenza dei Servizi ha espresso “parere urbanistico fa-
vorevole in quanto l’opera è conforme alle previsioni del vigente Piano Regolatore Generale”. Ma
il PRG, a Vasto, è stato approvato nel Marzo 2001. Da allora –il Dirigente del Settore Urbanistica
dovrebbe saperlo- sono accadute molte cose…
Tra le altre, è stato approvato il decreto attuativo del suddetto Art. 12 della Seveso II, il D.M. 9
Maggio 2001, il quale all’Art. 4 prevede la redazione –da parte del Comune- di un Elaborato Tecni-
co detto Rischio di incidenti rilevanti (RIR). E’ in base ad esso che vanno stabilite le opportune di-
stanze di sicurezza da osservare da parte di nuovi insediamenti; ed è per l’appunto la sua mancanza
ha reso possibile questo grottesco progetto.

7
Cui fa capo il Formulario Standard da cui è tratta la citazione.
8
Pag. 6.
9
Ma non identico: il ricorso verteva sulla direttiva 85/337, questo sarebbe sulla 92/43, e pare più grave.
10
Sentenza della Corte Europea (Sesta Sezione) del 2 Giugno 2005.
11
Direttiva 96/82/CE del 9 dicembre 1996.
Insomma, l’opera è effettivamente conforme alle previsioni del vigente Piano Regolatore Gene-
rale; ma solo perché il Comune è renitente all’applicazione della legge.
L’Amministrazione comunale è inoltre inadempiente rispetto al DLgs 334/1999, che recepisce in
Italia la Direttiva Seveso, per due ulteriori aspetti, entrambi di una certa gravità:
- Il Comune di Vasto non ha ancora ottemperato agli obblighi di informazione alla popolazione
sul tipo di impianto, sulla natura del rischio, sulle misure di sicurezza da adottare e sulle norme
di comportamento da osservare in caso di incidente di cui all’Art. 22, commi 4, 5, 6 della legge;
e ciò sebbene essa lo obblighi a farlo “tempestivamente”, e nonostante le ripetute sollecitazioni
pervenute negli anni dalla nostra associazione.
- La zona in oggetto ospita altresì un agglomerato residenziale. L’Art. 23, comma 1, dello stesso
D.Lgs. prevede che "la popolazione interessata deve essere messa in grado di esprimere il pro-
prio parere nei casi di [...] creazione di nuovi insediamenti e infrastrutture attorno agli stabili-
menti esistenti". Il comma 2 precisa che "Il parere [della popolazione] è espresso nell'ambito
del procedimento di formazione dello strumento urbanistico o del procedimento di valutazione
di impatto ambientale”. L’obbligo della consultazione della popolazione ricade sul Comune.
Proprio questo sarebbe dunque il momento.

5. I finanziamenti. Nessuno ne parla, ma la domanda sorge spontanea: da dove provengono i finan-


ziamenti per la realizzazione del porto turistico?
Ci risponde Il Centro di ieri, 12 Maggio 2008: “Il Circolo nautico ha curato il piano nei dettagli e
per i lavori si appoggia a una cordata di imprenditori del Nord che è interessata anche alla realiz-
zazone di un centro residenziale a ridosso dello stesso porto”. La notizia non è nuova, e non è mai
stata smentita, né in questi giorni, né quando –nel Gennaio 2007- comparve per la prima volta12.
Non solo. La notizia ha già ricevuto la piena conferma da un articolo apparso il 3 Marzo 2007 sul
sito Piazzarossetti.it, la cui testata giornalistica è diretta com’è noto dal Presidente del Consiglio
Comunale. “Secondo indiscrezioni degne di fede”, vi si legge, “il progetto di costruzione di un por-
ticciolo turistico sulla foce del Torrente ”Lebba”, […] sembrerebbe avviato a positiva soluzione.
Nei giorni scorsi alcuni imprenditori veneti avrebbero visionato attentamente la zona […] Nel cor-
so dei sopralluoghi sarebbe stata esaminata anche la possibilità di sviluppare un villaggio turistico
alle spalle del porticciolo sfruttando i terreni retrostanti che si diramano dal vallone del torrente
“Lebba”. Il gruppo imprenditoriale veneto interessato all’investimento starebbe vagliando anche
la possibilità della bonifica dell’area adiacente al porticciolo,ovvero di quei terreni attualmente oc-
cupati dalla Fox Petroli.”
Ci consentiamo al riguardo alcune brevi considerazioni:
a) Del centro residenziale (o villaggio turistico) non v’è traccia nello Studio d’Impatto Am-
bientale, né tantomeno nel vigente PRG;
b) Per realizzarlo (e per delocalizzare la Fox Petroli) occorrerebbe, oltre che una quantità vera-
mente cospicua di denaro, un’apposita variante al PRG, di cui nessuno ha mai inteso parla-
re;
c) Se queste notizie avessero un fondamento, allora il progetto di costruzione del porto turisti-
co non sarebbe così folle come oggi appare, ma avrebbe anzi una sua chiara motivazione, in
quanto sarebbe solo il primo tratto di un disegno ben altrimenti consistente.
Insomma: «Per un investimento di questo tipo è necessaria la sinergia tra pubblico e privato, è il
presupposto fondamentale per farlo decollare. La presenza del Comune è indispensabile». Così di-
chiarava a Il Centro (del 17 Gennaio 2007) Sergio Ferro, presidente del Circolo Nautico.
Cosa dice il Sindaco di tutto questo? E l’Assessore all’Urbanistica? E il Presidente del Consiglio
Comunale? Fino a che punto l’Amministrazione comunale è interlocutrice, e fino a che punto è par-
12
“Persa l’opportunità di accedere a finanziamenti europei e di trovare partner locali per realizzare l’approdo, la coo-
perativa Porto turistico-Circolo nautico, proprietaria del terreno e promotrice del progetto, si è rivolta a rappresentan-
ti di una società del Nord a una cordata di industriali del Settentrione che, oltre al porto, sarebbero interessati a realiz-
zare appartamenti e strutture ricettive nelle vicinanze.”: Il Centro, 17 Gennaio 2007. “Gli investitori sono interessati
anche ad interventi edilizi.”: Il Centro, 22 Gennaio 2007.
te in causa di questo disegno? Che cosa sa di esso? Perché l’Amministrazione non ne ha parlato
sino ad ora ai cittadini, e ha lasciato che essi fossero informati dai giornali (talvolta da giornali ri-
conducibili all’Amministrazione stessa)?
Sono domande che attendono risposte chiare in tempi rapidissimi.

6. Conclusione (e appello). Sarà presentata nel corso del Consiglio Comunale del prossimo 15
Maggio una mozione, a firma di cinque Consiglieri, in cui si impegna il Sindaco a richiedere nelle
sedi competenti la moratoria di ogni decisione im merito alla realizzazione del porto turistico, fino a
quando non troveranno attuazione le disposizioni di legge sopra richiamate.
Sembra poco, ma non è. Allo stato attuale la Conferenza dei Servizi del prossimo 28 Maggio do-
vrebbe decidere, con il pieno consenso del Comune di Vasto, di un progetto che, in aperta violazio-
ne di ben due direttive comunitarie (e delle leggi nazionali attuative), predisporrebbe la costruzione
di un porto turistico –di dimensioni ragguardevoli- in un luogo dove nessuna persona sana di mente
andrebbe ad ormeggiare. Il tutto mentre rimbalzano dai giornali (anche da quelli più vicini all’Am-
ministrazione) le voci di una speculazione edilizia in grande stile, voci su cui l’Amministrazione
stessa sin’ora ufficialmente tace…
Ce n’è abbastanza, ci sembra, per chiedere che sia fatta chiarezza. Il primo passo crediamo
per l’appunto debba essere il rispetto della legge.
Sappiamo che sono in gioco interessi consistenti, ma ci auguriamo che ogni Consigliere Comunale
voti secondo ragione e coscienza.

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