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Le magistrature della repubblica
MAGISTRATURE COMPETENZE
ORDINARIE
CONSOLI amministrano la giustizia penale, guidano l’esercito, convocano e
presiedono senato e comizi centuriati
PRETORI amministrano la giustizia civile
QUESTORI amministrano la giustizia civile
EDILI CURULI curano gli approvvigionamenti (annona) e i lavori pubblici
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MAGISTRATURE COMPETENZE
DELLA PLEBE
TRIBUNI DELLA Dichiarati «sacrosanti», erano inviolabili e sacri, avevano il
PLEBE
diritto di veto (bloccare decisioni del Senato)
diritto di aiuto (difendere cittadini accusati
ingiustamente)
EDILI PLEBEI Erano gli assistenti dei tribuni, svolgevano compiti simili agli
edili curuli. Nel tempo, tuttavia, le differenze tra le edili
plebei e curuli scomparvero.
MAGISTRATURE COMPETENZE
STRAORDINARIE
DITTATORE Il potere del dittatore sul governo di Roma era assoluto e
non poteva essere controllato da nessuna istituzione o altro
magistrato. Eletto dal Senato, la carica durava 6 mesi.
Le magistrature della plebe erano riconosciute in origine solo dai plebei. Con la legge
Ortensia del 287 a.C. furono riconosciute anche dallo Stato e le deliberazioni divennero
vincolanti per tutti i cittadini.
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Le classi sociali
Fin dall’età monarchica la società romana si presenta divisa in due classi sociali:
il patriziato, cioè l’insieme dei discendenti dei patres
nominati da Romolo come membri del senato;
la plebe, ossia tutti coloro che erano esclusi
dall’aristocrazia senatoria.
Patrizi e plebei sono legati dall’istituto della clientela,
consistente nella protezione giuridica e nel sostegno
economico che un membro dell’aristocrazia (patronus)
accorda a un plebeo (cliens), il quale a sua volta si impegna
a sostenere il patronus politicamente, militarmente e
con prestazioni lavorative. L’arringatore
L’ordinamento gentilizio
L’ordinamento gentilizio
All’interno dell’aristocrazia senatoria vige un ordinamento familiare che prevede la divisione in:
familiae: gruppi comprendenti liberi e schiavi soggetti all’autorità del pater familias;
gentes: raggruppamenti di familiae che riconoscono un antenato comune e sono accomunate
da culti religiosi;
tribù: in numero di tre, comprendono ciascuna più gentes.
Una traccia dell’ordinamento gentilizio è rappresentata dal sistema onomastico romano (i tria
nomina):