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Magnitudo e

sismografi
Analisi di Fourier
Quindi le onde sismiche sono perturbazioni che si propagano all’interno del terreno, sono causate da perturbazioni
della superficie come la caduta di massi o movimento di mezzi pesanti, oppure sono causati da movimenti interni alla
terra come i terremoti.
Le onde in generale possono essere rappresentate matematicamente come funzioni periodiche sinusoidali con un
periodo e quindi periodiche, ma in particolare le onde sismiche sono irregolari e non periodiche.
Abbiamo già visto come si risale all’equazione delle onde sismiche, prendendo in considerazione la forza di hooke e
applicandola alle rocce supponendo che esse siano sottoposte a forze impulsive, di fatto le roccie sono materiali
viscoelastico, cioè si rompono se sottoposte a forze prolungate nel tempo ma si comportano come un elastico molto
teso in presenza di forze impulsive.
Per poter analizzare matematicamente le onde sismiche si può utilizzare la serie di fourier, considerando l’onda sismica
come un insieme di onde armoniche aventi periodo infinito. Questa astrazione trasforma la serie di fourier
permettendo di analizzare particolari onde come quelle sismiche che hanno un periodo che varia nel tempo e sono
irregolari.

Quindi le vibrazioni del terreno sono considerate onde irregolari e non periodiche, sono causate da forze impulsive e
tramite l’analisi di fourier possono essere fatte risalire alla somma di diverse funzioni regolari aventi periodo infinito.

Sismografi
Le onde sismiche sono rilevate attraverso i sismografi, strumenti analogici che rilevano lo spostamento del terreno,
vengono montati su stazioni fisse. I velocimetri e gli accelerometri sono strumenti digitali che derivano dal sismografo,
essi compiono una derivazione dello spazio che viene mosso dalle onde rispetto al tempo e quindi rilevano la velocità e
l’accelerazione del terreno.
I dati del sismografo vengono registrati in un sismogramma, permettendoci di fare analisi posteriori.
I sismografi consistono in una massa sospesa e tenuta da delle molle. I vecchi sismografi avevano un pennino che era
tenuto sospeso e che scriveva su un cilindro girevole, quando avveniva un sisma l’impalcatura col cilindro si muoveva
insieme al terreno, mentre il pennino sostenuto dalle molle restava fermo per inerzia, di conseguenza scriveva quello
che era il movimento del pennino in relazione al suolo, che era il movimento oscillatorio delle onde sismiche.

Grazie ai sismografi è possibile fare numerose considerazioni e misurazioni. È possibile ricavare la magnitudo,
determinare la distanza della stazione dall’epicentro ed è possibile determinare il tipo di onda, ma insieme ad altri
sismografi è possibile determinare la posizione esatta dell’epicentro, il tipo di faglia che ha causato il movimento e
anche la struttura interna della terra.

Nel sismogramma è possibile distinguere tre fasi che individuano i tre tipi di onde sismiche. Le onde p e le onde s, ossia
le onde di profondità sono le prime due ad essere osservate. Entrambe sono dette di volume ma hanno differenze
sostanziali.
La prima differenza è la velocità, le onde p infatti sono la prima fase osservabile sul sismografo, hanno in genere alta
velocità ma piccola ampiezza, le onde s sono più lente e hanno un’ampiezza generalmente maggiore, però tendono ad
arrivare nella coda delle onde p e ciò le rende più difficili da identificare. Le onde p sono polarizzate longitudinalmente,
l’oscillazione indotta da esse è parallela alla direzione di propagazione e quindi causano variazione di volume, le onde s
invece inducono un’oscillazione trasversale, cioè inducono le particelle ad oscillare perpendicolarmente alla direzione
di propagazione dell’onda e quindi causano una variazione di forma (non si propagano nei liquidi, poichè questi non
hanno resistenza al taglio).
Le onde, man mano che si propagano, diminuiscono la loro energia.
Due fenomeni causati dall’incontro con superfici diverse, che sono regolati dalle leggi di snell,sonorifrazione e
riflessione, esse possono spiegare la generazione delle onde L di superficie , onde di love e di Reyleigh. Le onde di
volume diventano sempre più polarizzate verticalmente man mano che attraversano nuove superfici causando i danni
peggiori.
Le onde L sono la causa principale dei danni alle strutture, ma si muovono solo in superficie e la loro potenza diminuisce
all’aumentare della profondità del ipocentro e allontanandosi dall’epicentro.

Le onde p ed s sono avvertibili fino a 11’000 Km dall’epicentro, dopo di che vi è una zona d’ombra dove non sono
avvertite ne le onde s ne le onde p, ma oltre i 15’500 Km le onde p ricompaiono, alcune deviate a causa dell’interazione
col nucleo interno ed esterno. La zona d’ombra è dovuto a fenomeni di rifrazione e assorbimento, quando le onde p ed s
si scontrano con la superficie del nucleo esterno della terra.
Si teorizza che il nucleo della terra sia ad uno stato liquido, questo perché le onde s scompaiono completamente oltre gli
11’000 Km. Le onde p ricompaiono perché possono attraversare mezzi liquidi, ma esse ricompaiono nuovamente rifratte
dall’altra parte, queste onde sono chiamate onde PKIKP, per spiegare la presenza di queste onde si teorizza che
all’interno del nucleo liquido vi sia una regione solida, quindi la terra è composta aumentando la profondità da crosta,
mantello, nucleo esterno liquido ed interno solido.
Le onde L sono lente ma piano piano esse si diffondono sulla superficie e seguono le altre onde letteralemente
dall’orizzonte.
Le onde p hanno una velocità compresa fra 8-14 Km/s, le onde s compresa fra 3,9/7,5 Km/s.

I terremoti si dividono in superficiali 0/70 Km, intermedi 70/300 km, profondi >300 Km. La profondità si deduce
dall’ampiezza delle onde L, maggiore è l’ampiezza minore è la profondità. Terremoti intermedi e profondi sono causati da
movimenti di faglia in placche litosferiche in subduzione.
Meccanismo focale
Analizzando i sismogrammi derivati dalle stazioni attorno ad una faglia, in seguito ad un terremoto, è possibile
determinare il tipo di faglia e la sua orientazione.
Per determinare il tipo di faglia si vede l’orientamento dei primi impulsi, se rivolti verso l’alto la faglia in quel punto
spostandosi avrà causato compressione, se il primo impulso è rivolto verso il basso allora avrà causato una dilatazione.

Servono ovviamente diverse stazioni poste attorno alla faglia per determinare con precisione il tipo di faglia e la precisa
orientazione. Il risultato di questa analisi sarà una distribuzione di quadranti divisi da piani ortogonali, uno indicante il
piano di faglia, l’altro ad indicare un piano ausiliario. Si proiettano questi quadranti in una sfera che sarà colorata di
bande scure indicanti compressione e bande chiare indicanti dilatazione, è detta ‘’pallone da spiaggia’’. Ad aiutare la
distinzione dei due piani l’uno dall’altro, oltre all’epicentro principale, si osserva l’orientazione degli aftershock insieme a
possibili spostamenti nella superficie.
Le onde che si utilizzano so sempre quelle longitudinali, le onde p.
Tipi di faglie:

trascorrente inversa normale


Magnitudo
La scala magnitudo è una misura oggettiva per l’energia scatenata da un terremoto. È legata all’ampiezza dell’oscillazione
ed è una misura efficace per terremoti misurati a meno di 600 Km dalla stazione, dopodiché diventa imprecisa.
Essa non misura il potere distruttivo ma l’energia scatenata all’epicentro a prescindere dal luogo di esaminazione.
La scala è logaritmica a base 10 che ammette sia valori infinitamente negativi che positivi, ma si preferisce utilizzare da 0 a
9. Ogni numero intero indica che l’ampiezza massima di quel terremoto è 10 volte più grande e che l’energia è 30 volte
maggiore del numero intero precedente. Per evitare misure negative per i terremoti, l’ampiezza è in micron, quiindi si
definisce magnitudo zero quando un terremoto causa uno spostamento di un micrometro.
L’ideatore della scala è Richter, si basa puramente su dati nel sismografo.

La magnitudo si può misurare in quattro modi differenti: M. locale, M. onde di volume, M. onde di superficie, M.
momento.
Le prime 3 si misurano facilmente nel sismogramma, ma hanno dei limiti quando vi sono terremoti molto forti. La
magnitudo momento non ha limiti, ma è difficile da ricavare perché ha un sistema differente.

M. Locale Ml
È il logaritmo in base 10 dell’ampiezza massima misurata in micron, 1 µm = 0,001 mm.
La forma pura Ml=logA va bene per terremoti distanti dalla stazione non oltre i 100 Km, altrimenti serve avere la
conoscenza dei coefficienti di attenuazione locale, che dipendono dal luogo studiato. La formula è: LogA + a LogD – b
Dove D è la distanza dall’epicentro mentre a e b sono coeffcienti che dipendono dal territorio. L’ampiezza può essere di
qualunque tipo di onda.
Il logaritmo tende a soffrire della saturazione, problema dello strumento, per magnitudini superiori a 8,3.
Ms magnitudo onde superficiali
Rispetto alle onde p, quelle di superficie si propagano molto più lentamente e possono impiegare ore ad arrivare a stazioni
lontane, mentre per le onde p è questione di minuti. La magnitudo delle onde di superficie dipende soprattutto dalla
profondità dell’ipocentro, diventando sempre meno grande all’aumentare di essa. Questa scala satura a magnitudine
superiore a 8.
Esistono due relazioni che ci permettono di misurare la magnitudo delle onde superficiali:
1) Ml = logA + a f(D,h) + b 2) M l = Log(A/T) +a f(D,h) +b
Dove A è l’ampiezza delle onde di Reyleigh nella 1 e in 2 delle onde di superficie di periodo T, a e b sono costanti che
dipendono dalle proprietà del terreno dove è posizionata la stazione, f(D,h) è una funzione che vale per ogni stazione che
relaziona la magnitudo delle onde L alla distanza epicentrale D e profondità dell’ipocentro h

mb magnitudo onde di volume


La magnitudo delle onde di volume è utile a calcolare la magnitudine di terremoti distanti oltre i 2000Km, cioè i così detti
telesismi. Ha una misura minore rispetto alla Ms ma con essa ha una relazione mb = 0.56 Ms + 2.9.
È definita mb = log(Ap/T) +a f(D,h) + b dove Ap è l’ampiezza massima delle onde p. Essa satura per terremoti forti oltre la
magnitudo 6

La differenza fra le onde di volume e le onde di superficie dello stesso terremoto ci fa capire anche la profondità del
terremoto stesso, e anche se si tratta di un esplosione atomica oppure no. Differenza elevata è indice di terremoti profondi,
anche se la magnitudo del terremoto stesso è molto grande.
Md Magnitudo durata
Questa magnitudo consiste nel logaritmo della durata del terremoto.
Md = a log(t) + b D + c
Si utilizza per eventi sismici legati a fenomeni locali, come la presenza di vulcani.

Saturazione
La saturazione è un fenomeno che succede alle scale. Per terremoti troppo forti, oltre una certa soglia, le scale registrano
stessa magnitudine, anche se in realtà i terremoti hanno energie completamente diverse.
La Ml satura a 6.5, la mb a 6, la Ms a 8.

energia di un’onda
L’onda di un sisma, per definizione non trasporta massa, ma energia. Il tipo di energia è cinetica e segue la legge E = ½ m v2
La velocità si riferisce alla velocità istantanea a cui oscillano le particelle l passaggio dell’onda ed è la derivata dello spazio
rispetto al tempo, la ricaviamo dal moto armonico quindi x = A0 sen (2πt/T0) e il risultato, sostituendo la derivata di questa
alla formula dell’energia cinetica sarà Ei  1 mv 2  1 mv02 sen 2 2t . Poi si calcola l’energia media da questa legge ricavando
 2 A02 2 2 T0
T0 2
1 v02 2t 1 2 1  2A0 
E 0  v 0    
2
sen dt 2
2 T0 T0 4 4  T0  T0
4 3 h 2 nvA02
Applicando la legge ad una sfera, si 2otterrà ET  4h nE 
2
da cui poi, sostituendo il tempo iniziale e l’accelerazione
T0
massima, si ottiene E  h t 0T0 a0 , ricollegabile alla magnitudo poiché sono presenti in entrambe (T 0,a0,h)
2 2

T
4
Utilizzando i logaritmi la legge si riduce a log ET  b  cM dove c e b sono due costanti.
Si è visto che ad un aumento di un unità di magnitudo corrisponde ad un aumento di trenta volte l’energia cinetica,
Magnitudo momento.
La magnitudo momento una magnitudo che si basa su dati fisici direttamente presi dalla faglia. Si definisce momento la
forza per il braccio, nel caso di una faglia esistono 2 forze e quindi una coppia di forze. Si definisce il momento di una coppia
di forze la somma delle forze per la distanza dei punti di applicazione delle forze.
Possiamo risalire la formula di momento partendo dai concetti di deformazione e di sforzo:
d F F d
M0 = F x b ;   ;     Fb  dA M 0  Ad
b A A b
Alla fine il momento risulterà proporzionale direttamente alla rigidità, alla area spostata della faglia e allo spostamento della
faglia stessa.
Otterremo una grandezza fisica che lega le caratteristiche della faglia all’entità del terremoto, è possibile quindi definire una
magnitudo momento che non soffre del problema delle altre scale ossia la saturazione.
Il problema di questa scala e la misurazione, ottenere i parametri e complesso mentre usare le altre scale magnitudo, come
la magnitudo locale o magnitudo Richter, e molto più immediato in quanto serve soltanto una misurazione sul
sismogramma. Un metodo per individuare l'area interessata della faglia e individuando l’ipocentro degli after shock, Questo
processo risulta molto lento ma più efficace perché può trattare con terremoti più forti.
la scala Richter satura con magnitudini superiore a 6,5 , la magnitudo delle onde superficiali a 8 , la magnitudo delle onde di
volume a sei, ma la magnitudo momento non satura e inoltre lega parametri sismologici a parametri geologici, quindi da la
migliore stima della grandezza dei terremoti, se non fosse per la sua non immediatezza.

2
Mw  log M0  10.73
3
Magnitudo dei terremoti del passato
Poiché non si hanno le stesse informazioni che si hanno oggi, come i sismogrammi, dovuti alla mancanza di tecnologie e
sistemi di analisi moderni, non si può avere una diretta conoscenza delle magnitudini dei terremoti successi nel passato.
L’unico modo per risalire a queste magnitudini è facendo una correlazione che leghi intensità macrosismica a magnitudoe
per ogni scala esiste una relazione.
Si può ricavare la magnitudo relazionandola alla dimensione dell’area di risentimento. Questa in particolare ci permette di
escludere i casi di amplificazione o inibizione, e maggiore intensità calcolata per motivi locali come struttura degli edifici. Il
problema con questo genere di misurazione è che non può essere fatta per intensità centrali di IX e in caso di mancanza di
punti.

Quindi la magnitudo dei terremoti si può individuare trovando la relazione che lega la magnitudo con l’intensità, è possibile
anche usare l’area di risentimento, ma ciò non impedisce alla misurazione di essere comunque una stima imprecisa e non al
cento per cento attendibile. L’area di risentimento è la somma dell’area di tutte le isosisme.

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