Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Chiara Fante
Fattori ormonali 1
Studi sperimentali hanno dimostrato che in donne
sofferenti di emicrania premestruale appare deficitaria
l’azione inibitoria normalmente svolta dagli oppioidi
endogeni sui neuroni ipotalamici.
Anche i livelli di prolattina (PRL) risultano
frequentemente alterati in pazienti emicraniche: in questi
soggetti la risposta durante il ciclo mestruale a farmaci che
aumentano i livelli di PRL ematica (sulpiride) è più
marcata rispetto alle donne sane, donne con emicrania in
epoca post- menopausa mostrano più alti livelli di PRL
rispetto ai controlli, in pazienti emicranici l’inibizione di
produzione di PRL conseguente all’iniezione di L-Dopa è
più bassa del normale.
Fattori ormonali 2
cliniche e NELLE
DONNE una tipica 60
cofigurazione a V della
triade nevrotica
(elevazioni consistenti in 40
Hs e Hy e valori di D
elevati ma più bassi di 20
quelli delle due scale
precedenti, vedi grafico). Hs D Hy
Nell’EPQ sono stati 0
75
70
65 TH
M/CL
60
PD
55 N
50
45
40
Hs D Hy
Le caratteristiche quantitative e qualitative di
personalità e dell’umore hanno un valore
prognostico sull’esito del trattamento?
Alcuni autori hanno osservato in pazienti cefalgici una
corrispondenza fra aumento delle scale per depressione e
ansia e positività della risposta al trattamento mediante
biofeedback.
Per contro alcuni autori utilizzando l’MMPI concludono
che i profili del test non hanno alcun valore prognostico ai
fini dei risultati del trattamento in pazienti emicranici o
sofferenti di diversi tipi di cefalee.
L’esito del trattamento si accompagna in misura
proporzionale ad un miglioramento del profilo psicologico
del paziente 1?
La maggioranza degli autori segnala la presenza di un miglioramento
del profilo personologico dei pazienti cefalgici dopo terapia. Peraltro
tale miglioramento varia notevolmente nelle diverse casistiche e a
seconda della patologia.
Alcuni ricercatori hanno somministrato MMPI e STAI prima e dopo
trattamento a 96 pazienti sofferenti di diversi tipi di cefalea. In tutto il
gruppo si è osservato una significativa riduzione di molti valori
dell’MMPI (Hs, D, Hy, Pt, Si,Sc,Pd) e dello STAI 1 e 2. L’analisi
separata per il sesso ha confermato questa tendenza per il sesso
femminile, ma non per quello maschile. Il miglioramento era inoltre
più significativo per pazienti con cefalea tensiva rispetto a quelli con
emicrania o disturbo algico faciale. Nessuna relazione è stata trovata
tra cambiamenti nell’MMPI e nello STAI prima e dopo il trattamento e
il grado di miglioramento clinico.
L’esito del trattamento…2
Per i pazienti con CDH il miglioramento del profilo dopo
il trattamento è condizionato dalle caratteristiche del
profilo prima del trattamento. Negli studi citati, i pazienti
con CDH e un profilo isterico prima del trattamento
tendevano a mantenere tale profilo anche dopo, mentre
molti pazienti con un profilo depressivo ne sviluppavano
uno isterico dopo il trattamento. Sembrerebbe che un
profilo isterico possa essere un tratto caratteristico di tali
pazienti i quali svilupperebbero in seguito un disturbo
depressivo con il cronicizzarsi della cefalea.
I cambiamenti nel profilo psicologico sono dovuti al
miglioramento della sintomatologia o a una terza
variabile?
Alcuni autori hanno somministrato l’MMPI a soggetti
emicranici trattati con biofeedback e li hanno divisi in due
gruppi: quelli che mostravano un alto grado di
miglioramento e quelli che mostravano un basso grado di
miglioramento. I profili personologici dei due gruppi erano
notevolmente simili prima del trattamento. Dopo il
trattamento, il gruppo che aveva risposto meglio alla
terapia mostrò rispetto all’altro un significativo
decremento nei punteggi di numerose scale dell’MMPI.
Invece, altri studi, sembrano dimostrare un miglioramento
nel profilo personologico in pazienti cefalgici,
indipendentemente dall’esito del trattamento.
Trattamento con psicofarmaci