La riflessione filosofica hegeliana avviene nel contesto della Rivoluzione francese, poi del periodo napoleonico, infine della Restaurazione. Hegel avvia un serrato confronto con lilluminismo: ha separato momenti della realt di cui invece necessario cogliere la profonda unit. Idealismo hegeliano: massima espressione dellidealismo come tentativo di superare i dualismi della modernit e dellilluminismo. Compito della filosofia per Hegel: interpretare e spiegare la realt, ci significa porsi dal punto di vista del tutto, ossia ridurre ogni cosa allordine e alla perfezione del tutto Hegel e lIlluminismo Agli occhi di Hegel, la cultura illuministica ha separato e contrapposto aspetti e momenti della realt sentimento e ragione, finito e infinito, io e mondo, pensiero e realt umano e divino di cui invece indispensabile cogliere la profonda unit, realizzando tra essi una definitiva riconciliazione LIdealismo Hegeliano La filosofia idealistica di Hegel intende superare i dualismi del pensiero filosofico moderno e dellilluminismo Lunificazione del molteplice Centrale, nel pensiero hegeliano: lesigenza di guardare agli aspetti del reale non come entit singole e isolate, ma come appartenenti a un tutto che dato dalla unificazione del molteplice La formazione culturale Hegel si forma nel clima della cultura romantica e di questa riprende gli interessi, i motivi, il linguaggio denso di metafore e di immagini, in particolar modo egli riprende i temi romantici della spiritualit incosciente della natura; dellinfinito; e continua il tentativo di superare le scissioni della modernit, in particolare quella tra lo spirito e la natura La polemica con il Romanticismo La filosofia hegeliana non cade fuori della civilt intellettuale romantica, bens allinterno di essa, di cui rappresenta una delle voci maggiori e pi tipiche. Pur condividendo i temi propri del Romanticismo, tuttavia, Hegel indirizza una dura polemica contro i romantici Hegel e il Romanticismo Hegel e i pensatori romantici, infatti, ritengono centrale la tematica dellinfinito, ma mentre i romantici privilegiano lintuizione, il sapere immediato, la fede, larte, la religione quali vie di accesso allassoluto, Hegel contrappone la via del pensiero come lunica che pu condurre a una vera comprensione della realt nella sua unit e totalit. Se Hegel, come i romantici, riconosce allarte lintento e il compito di esprimere lassoluto, a differenza dei romantici non considera affatto larte o lintuizione di tipo estetico come organo privilegiato del sapere, n tanto meno come superamento della razionalit. La filosofia, secondo Hegel, scienza dellAssoluto, e dunque non pu che essere una forma di sapere mediata e razionale. Facolt dellassoluto infatti, per Hegel, la ragione. La realt pensiero Il nucleo fondamentale dellidealismo hegeliano sta nellaffermazione che la realt pensiero, che non esiste una realt esterna al pensiero, gi data e definita prima che il pensiero le si accosti (come ritiene luomo comune, al di fuori della filosofia). Appare inconcepibile per Hegel, insomma, pensare una realt esterna al pensiero, fuori dal pensiero e presupposta a esso Il compito della filosofia Compito della filosofia anche: cogliere lessenza del reale, ci che al di l dei mutamenti dei fenomeni rimane immutato. Si tratta del carattere razionale della realt Dire che la realt razionale (tutto ci che reale razionale) significa dire che la realt comprensibile, ha un senso. Questo, a sua volta, significa che ogni singola vicenda della realt, ogni fenomeno, ogni accadimento storico hanno una logica, quella logica comprensibile: vi una logica interna che struttura e si manifesta nella realt.
Del romanticismo Hegel riprende
Il superamento delle scissioni La spiritualit della natura Il tema dellinfinito: linfinito si rivela nel finito Ma Hegel polemizza con i romantici...
Essi contrappongono alla ragione lintuizione del sapere immediato, larte e la fede quali vie per lAssoluto A questo atteggiamento Hegel contrappone la via del pensiero, la filosofia come scienza dellAssoluto, ovvero la fatica del concetto. Nucleo fondamentale dellhegelismo La realt pensiero, non esiste realt esterna al pensiero (tutto ci che razionale reale). Hegel un idealista. Dunque, ritiene che la realt sia costituita da una struttura logica o ideale, che percorre il reale come una spina dorsale corre lungo il corpo. I fenomeni, insomma, sarebbero manifestazioni di unidea che si rende visibile e che si declina nel mondo. Dunque il processo di interpretazione del reale va in questa direzione: dalla sovranit (idea o concetto) alla singola monarchia (fenomeno sensibile); dalla frutta (idea o concetto) alla fragola (fenomeno sensibile); dallumanit (idea o concetto) al singolo uomo (fenomeno sensibile). Questa struttura rappresenta dunque lessenza pi profonda della realt, ci che essa nel suo fondo, la sua verit pi vera: prende il nome di Assoluto. Ora, sappiamo che per Hegel lessenza della realt la ragione, e infatti un sinonimo di Assoluto per Hegel ragione. Altri sono idea, spirito, pensiero, concetto, dio. Quello di Hegel un idealismo dialettico, perch la struttura razionale che innerva la realt, ossia lAssoluto, non statico, ma dinamico, dunque diviene. E diviene secondo un ritmo dettato dalla dialettica
Il concetto hegeliano di Assoluto e la dialettica
La realt, per Hegel, lAssoluto che si manifesta. LAssoluto lo Spirito o la Ragione cos come li abbiamo intesi finora. Realt e Assoluto, dunque, coincidono. La realt non una sostanza statica: la categoria fondante della realt hegeliana proprio il divenire. La realt (la natura, luomo, la sua attivit, le sue istituzioni, la storia, larte) non che un insieme di tappe di svolgimento della struttura razionale che si esplica nel mondo, con il quale coincide. Ora, questo divenire, che lassoluto o ragione, e di cui la realt finita manifestazione oggettiva, guidato dalla dialettica. In altre parole, se vero che la realt non che una ragione che diviene, e che si esplica, la dialettica la logica interna alla realt, la logica del suo divenire. La realt sensibile propriamente, per Hegel, non esiste come qualcosa di autonomo: essa lo stesso pensiero, pensiero che si realizza, che si mostra, che si manifesta esteriormente Passiamo dunque ora a esaminare la dialettica hegeliana. La dialettica : la legge, o il ritmo, con cui la ragione si manifesta; la legge con cui la realt si sviluppa; la legge secondo cui lAssoluto si oggettiva nella realt; siccome realt e pensiero si identificano, essa anche legge di funzionamento del pensiero: dunque dialettica sia il modo in cui la ragione opera, sia anche il modo in cui funziona la realt. In generale essa processo di riconoscimento e poi conciliazione e superamento di opposti, processo di ricomposizione delle scissioni che esistono. Lopposizione/differenza tra i fenomeni ricomposta su un piano pi alto, che tiene conto dellopposizione, ma che la risolve in ununit pi alta. Lo schema di funzionamento della dialettica triadico: affermazione-negazionesuperamento della negazione. Oppure: tesi (pongo)-antitesi (pongo contro)-sintesi (pongo insieme). Hegel convinto che la dinamicit, regolata dalla dialettica, investa ogni ambito della realt: dalla realt del pensiero (studiata dalla logica), ovvero la trasformazione dei concetti gli uni negli altri, alla realt della natura (studiata dalla filosofia della natura) e alla realt umana (lo spirito) come, ad esempio, la storia. Le leggi che regolano tali trasformazioni sono identiche in qualsiasi ambito noi le esaminiamo: saranno le stesse leggi nella realt del pensiero, in quella della natura e in quella dello spirito. I capisaldi del sistema Per poter seguire proficuamente lo svolgimento del pensiero hegeliano risulta indispensabile avere chiare, sin dallinizio, le due proposizioni di fondo del suo sistema: 1) la risoluzione del finito nellinfinito; 2) lidentit di razionale e reale 1- la risoluzione del finito nellinfinito Con la prima tesi Hegel intende affermare che la realt non un insieme di sostanze autonome, ma una Struttura globale di cui tutto ci che esiste parte o manifestazione. Poich questa struttura globale non ha nulla fuori di s ed la causa e il fine di ogni realt, essa coincide con lAssoluto o con lInfinito; mentre i vari enti del mondo, essendo parti o manifestazioni di essa costituiscono il finito. Di conseguenza, il finito, come tale, non esiste poich ci che viene denominato finito in verit, secondo Hegel, unespressione parziale dellInfinito. Per cui, come la parte non pu esistere se non in relazione al Tutto, in rapporto al quale soltanto ha vita e senso, cos il finito esiste unicamente nellInfinito e in virt dellInfinito. 2 - lidentit di razionale e reale Il punto 2), ossia lidentit di reale e razionale, si riassume nella nota affermazione hegeliana secondo cui ci che razionale reale, ci che reale razionale. Con la prima parte della formula Hegel intende dire che la razionalit non pura idealit, astrazione, dover-essere, ma la struttura stessa di ci che esiste, poich la Ragione abita nel mondo e lo costituisce. Viceversa, con la seconda parte della formula Hegel intende affermare che la realt non una materia caotica, ma il dispiegarsi di una struttura razionale (lIdea o la Ragione) che si manifesta in modo inconsapevole nella natura e in modo consapevole nelluomo. Per cui, con il suo aforisma, Hegel non esprime la semplice possibilit che la realt sia penetrata o intesa dalla ragione, ma la necessaria, totale e sostanziale identit di realt e Ragione. In tal modo non fa che ribadire la dottrina della realt come luogo di realizzazione di un soggetto spirituale infinito, di cui tutto ci che vediamo parte o momento di sviluppo. Sintesi per punti Finora abbiamo detto sostanzialmente questo: ci che propriamente esiste, nella prospettiva hegeliana, lAssoluto inteso come un organismo unitario, di cui le singole cose finite sono parti o manifestazioni. Queste parti non possono sussistere per s, separate dallAssoluto; in questo senso Hegel pu dire che il finito ideale, ovvero che il finito non esiste come qualcosa di autonomo, ma solo come manifestazione parziale dellinfinito. Il mondo finito dunque la manifestazione e la realizzazione di un assoluto infinito, di un soggetto spirituale infinito, di cui tutto ci che vediamo parte o momento di sviluppo. Tale soggetto viene denominato con il termine di Idea, e con quelli equivalenti di Assoluto, Dio, Spirito e Ragione. Le considerazioni precedenti permettono di comprendere la nota affermazione contentuta nella Prefazione alla Filosofia del diritto, in cui si riassume il senso stesso dellhegelismo: Ci che razionale reale; e ci che reale razionale. Sintesi per punti La filosofia, in quanto conoscenza dellAssoluto, o della totalit del reale, consiste nel prendere atto di ci che esso , nel comprendere le strutture razionali della realt nel suo complesso. Alla filosofia spetta dunque il compito di mettere in luce laspetto razionale della realt. Ora, abbiamo anche detto che lAssoluto non una sostanza, cio non si tratta di una realt statica, come Hegel riteneva fosse lAssoluto schellinghiano: esso una processualit, un soggetto in divenire, che compie un percorso di oggettivazione, o manifestazione progressiva, le cui tappe sono altrettanti momenti in cui si svolge la realt, qualunque sia il campo di essa considerato: la natura, luomo, la sua attivit, le sue istituzioni, la storia, larte etc. LAssoluto o spirito per Hegel fondamentalmente pensiero, ossia la forma pi alta della soggettivit umana, che si manifesta e oggettiva, prendendo in tal modo sempre pi compiuta consapevolezza di s. La dialettica hegeliana Chiamiamo dialettica il superiore movimento razionale, dove tali, che sembrano assolutamente separati, passano luno nellaltro per se stessi, mediante quello appunto chessi sono, e dove il presupposto della loro separazione si toglie via. E appunto limmanente natura dialettica dellessere e del nulla, che essi mostrino la loro unit, il divenire, quale loro verit. Hegel, Scienza della logica Definizione generale della dialettica Nel passo sopra riportato Hegel fornisce una definizione generale della dialettica, e insieme menziona un caso dialettico tra i pi celebri della sua Logica, quello dellessere e del nulla, la cui opposizione si risolve nellunit del divenire. Serviamoci dunque di questo passo per comprendere che cos la dialettica in Hegel. Essa consiste nel togliere lapparenza di una separazione fra gli opposti in questo caso lessere e il nulla, ma si potrebbero fare tanti altri esempi: lopposizione tra soggetto e oggetto nella conoscenza, tra necessit e libert, tra servo e signore, tra umano e divino Gli opposti Lapparenza che gli opposti siano separati e per dir cos incomunicanti luno con laltro, ognuno per conto proprio, non un fatto naturale; per Hegel essa il prodotto dellattivit dellintelletto, ossia della facolt della conoscenza che mette ordine nella caoticit immediata dellesperienza sensibile, distinguendone e classificandone i fenomeni: da una parte, per esempio, la natura inorganica, dallaltra quella vivente. E questa lattivit che genera e cristallizza, per cos dire, le opposizioni LIntelletto Si tratta ovviamente di unattivit preziosa, indispensabile per il costituirsi delle scienze particolari, che dunque non merita, agli occhi di Hegel, il disprezzo con cui lha investita quella parte della cultura romantica che ha visto in essa la causa principale delle lacerazioni che tormentano la coscienza moderna e la imprigionano nella finitezza, e ha esplorato perci vie mistiche, o comunque irrazionali di accesso allunit suprema della realt. Le distinzioni operate dallintelletto sono dunque necessarie, ma non rappresentano lorizzonte ultimo della conoscenza; al contrario, esprimono solo in parte la razionalit del reale e sono da considerarsi subordinate e propedeutiche rispetto al superiore movimento razionale che consiste appunto nel fluidificare gli opposti, mostrando la loro unit. La sintesi superiore degli opposti Questo non significa annullare la distinzione fra gli opposti, cancellarla come si farebbe con un errore; significa invece che tale distinzione viene tolta, cio eliminata in quanto fattore di separazione, ma al tempo stesso conservata in una superiore sintesi di cui gli opposti costituiscono i momenti interni LEssere (tesi) e il Nulla (antitesi) Consideriamo lesempio storico-filosofico dellessere e del nulla. Per il pensiero lessere e il non essere non , aveva detto Parmenide, proibendo di ammettere come vera qualunque forma di mescolanza tra lessere e il non essere. Per Hegel, al contrario, solo una parvenza, unillusione, che lessere sia separato e immune dal non essere: lessere, pensato nella sua generalit e indeterminatezza, non come essere di questa o quella cosa, lessere e niente pi, un essere ineffabile, che svanisce nel nulla, come altrettanto il nulla, pensato come negazione assoluta dellessere, per il fatto stesso di essere pensato non pi nulla ma essere Il Divenire (sintesi) E dunque per una necessit interna allessere (tesi) e al nulla (antitesi), per la loro immanente natura dialettica, che essi possono sussistere solo come momenti del divenire (sintesi) Il pensiero e la realt La verit non sta n nellessere n nel nulla considerati separatamente, ma soltanto nella nozione del divenire, cio appunto fuori dallesempio nella superiore totalit che toglie la contraddizione unificando gli opposti. Il processo, come accennato, vale per il pensiero ma anche per la realt, in quanto tutti e due hanno le stesse leggi: e allora un seme (tesi), per poter diventare pianta, deve morire come seme, ovvero passare per la negazione del seme (antitesi) e per la negazione di questa stessa negazione, ossia la nascita della pianta (sintesi). Allo stesso modo, nota Hegel, Ges dovette morire per poter realizzare la sua missione. La Ragione Ogni singolo concetto, ogni determinazione, non ha senso isolatamente, al di fuori della totalit. La dialettica appunto il movimento che forzando ogni realt determinata, e svelandone la parzialit, la articola nella vita del tutto. La dialettica rende fluidi i concetti cristallizzati. Questo per Hegel il movimento della dialettica, nel quale ha una funzione decisiva la ragione, intesa come la facolt che muove gli opposti luno verso laltro, sciogliendoli dalla rigida fissit imposta loro dallintelletto Kant e Hegel Per trovare un filosofo che abbia attribuito alla dialettica una funzione cos strategica come quella che le attribuisce Hegel, bisogna risalire fino a Platone; e certo si tratta di una funzione ben diversa da quella che Kant era stato disposto a riconoscerle. Per Kant la dialettica era infatti la logica dellapparenza, distinta dallanalitica in quanto logica della verit, era cio la logica delle contraddizioni in cui simpiglia la ragione nel tentativo di elevarsi alla realt sovrasensibile. Dal punto di vista di Hegel, tali contraddizioni sono la prova non del fallimento della ragione, ma al contrario della sua superiorit rispetto allintelletto. La contraddizione una componente oggettiva del rapporto tra gli opposti: lintelletto (il senso comune, le scienze particolari) arretra dinanzi a essa, mentre la ragione speculativa (la filosofia) laffronta, la sopporta e la risolve in una sintesi superiore. Hegel utilizza lo schema della dialettica per spiegare ogni ambito della realt.