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TEOLOGIA CATTOLICA E OMOAFFETTIVITA.QUALE DIALOGO? di Marco Maria Melardi marcomaria.melardi@libero.

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Negli ultimi mesi si assistito ad un susseguirsi di dichiarazioni particolarmente cariche di condanna e poco velato disprezzo da parte di anziani prelati che si sono espressi sulla stampa. Ad esempio, il cardinale Javier Lozano Barragan : Trans e omosessuali - ha detto il porporato in una intervista al sito Pontifex- non entreranno mai nel Regno dei cieli, e non lo dico io, ma san Paolo1 oppure la polemica suscitata da monsignor Giacomo Babini2, arcivescovo emerito di Grosseto, sullopportunit di negare i sacramenti ai gay dichiarati, opinione condivisa da monsignor Simone Scatizzi, vescovo di Pistoia e riecheggiata recentemente da monsignor Rocco Talucci arcivescovo di Brindisi-Ostuni. Attualmente, ci leffetto di unonda lunga incominciata allindomani del World Pride del 2000 tenutosi a Roma, letto dalla Chiesa Cattolica come una provocazione in casa, interpretazione purtroppo avallata da una cattiva considerazione da parte delle istituzioni laiche dello Stato italiano. Un terreno fertile per lo sviluppo di comportamenti omofobici. Tra indifferenza delle istituzioni, omofobia da ignoranza e disprezzo cattolico si innescato un velenoso circolo vizioso che ha portato alla presente situazione, percepita dalla popolazione LGBT a tratti come un assedio. Non sono pi per i tempi dei predicatori come Bernardino da Siena che nel Quattrocento poteva lanciare anatemi ed esortare la popolazione a denunciare le streghe promettendo dichiaratamente il rogo. Per una corretta interpretazione del problema si tenga presente che spesso, sulle notizie diffuse dai media difficile stabilire quanto attribuito come discorso diretto ad un intervistato sia stato invece corretto ed adattato dal giornalista. Il problema del virgolettato che non risponde alle parole precise pronunciate o riferisce un frammento estrapolato dal contesto noto ad ogni livello, come sono note le ridde di smentite e conferme, in mala o buona fede che si scatenano spesso in questi casi, e quello di monsignor Babini ad esempio non ha fatto eccezione3.

1 Cfr. G. Galeazzi, "Niente Regno dei Cieli per trans e gay", in http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp? ID_blog=242&ID_articolo=1301&ID_sezione=524&sezione=

2 http://www.pontifex.roma.it/index.php/interviste/religiosi/3533-non-dare-lacomunione-a-vendola-e-omosessuali-conclamatiopportuno-scomunicare-i-cattolici-chesi-sposano-civilmente-la-pratica-omosessuale-peccato-gravissimo-resistere-all-islamreligione-violenta-gli-ebrei-non-sono-piu-fratelli-maggiori; http://www.gay.it/channel/attualita/27929/Preti-non-date-la-comunione-agliomosessuali-conclamati.html;

Posta innanzitutto questa considerazione di metodo, quando un prelato si esprime parla a titolo personale, non necessariamente sta esponendo il pensiero ufficiale del Magistero in modo compiuto (se ne discostasse troppo, comunque sarebbe chiamato a risponderne). Quanto pronunciato al di fuori di una funzione religiosa non ha un valore normativa. In altri termini, se un vescovo come monsignor Babini pu dichiarare il suo ribrezzo per le pratiche omosessuali questa una sua opinione personale e non una verit di Magistero. Il vescovo non gode dellinfallibilit, riservata, per dogma discutibile quanto si vuole - al solo Pontefice quando parla ex cathedra. Quindi il pensiero ufficiale della Chiesa Cattolica che fa fede e norma soltanto quello scritto e diffuso attraverso i documenti ufficiali della Congregazione per la Dottrina della Fede, lorgano della Santa Sede che vigila sulla coerenza etica e dogmatica dei cattolici, a partire dal Nuovo Catechismo promulgato e pubblicato nel 19974. Quel che pu sembrare e nei fatti si traduce spesso in oscurantismo e chiusura al dialogo ha delle motivazioni teologiche precise delle quali il credente medio non di solito profondamente a conoscenza. Ne consegue il consolidarsi di incomprensioni e pregiudizi cattolici che si autoalimentano nei confronti dei fratelli LGBT e da parte di questi ultimi il senso del rifiuto e della reciproca chiusura. Nei limiti della non specializzazione si tenter qui di dare ragione di alcuni elementi di cui tener conto confrontando il Magistero ecclesiastico e la domanda di fede cristiana della comunit LGBT, anticipando fin dora che il margine della discussione teologica molto ristretto nella dogmatica cattolica. I prelati a ruota libera citano naturalmente quei passi delle Scritture tradizionalmente intesi come condanna della condizione omosessuale ma sottintendono il vasto discorso esegetico e teologico in modo pi sintetico di quanto non facciano gi i documenti ufficiali. Il nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica esprime la dottrina normativa ai canoni 2357, 2358 e 2359, nella sezione dedicata allinterpretazione del Sesto Comandamento5 Ognuna delle asserzioni ivi contenute andrebbe lungamente discussa e analizzata e qui non possibile. La pratica omosessuale non in alcun modo ammissibile (2357) ma, distinguendo tra condizione e tendenza omosessuale e atti omosessuali6 il solo fatto di essere omosessuali non
3 A. Celata, Babini:Non ho mai detto quelle parole, in La Nazione ed. di Grosseto, 28.01.2010, p. 5

4 Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Citt del Vaticano 1997, dora in poi CCC

5 Cf. Appendice documentaria

significa essere esclusi dalla Grazia (2357, 2358) purch si offra al Signore la sofferenza che la propria condizione pu implicare (2358). Gli omosessuali non sono impediti dallamarsi anche se il talvolta del canone 2359 lascia intendere che sia preferibile la solitudine ma si richiede, come a tutti i cristiani del resto, di vivere la castit che in mancanza di matrimonio equivale alla completa astinenza7. Il concetto di disordine era gi comparso (vedi sopra) nella Dichiarazione Persona Humana, promulgata il 29 settembre 1975, il primo e pi importante documento postconciliare concernente la posizione cattolica nei confronti della cosiddetta emancipazione sessuale. Pur aprendosi con lammissione che La persona umana, a giudizio degli scienziati del nostro tempo, cos profondamente influenzata dalla sessualit, che questa deve essere considerata come uno dei fattori che danno alla vita di ciascuno i tratti principali che la distinguono8, ribadisce la dottrina tradizionale per cui lunica forma ammessa della sessualit quella eterosessuale allinterno della coppia di coniugi, lunica a rispettare lordine istituito da Dio alla Creazione dellUomo9. Il fondamento di questinterpretazione nellesegesi dei due racconti di Genesi10che costituiscono una vera e propria teologia della Creazione, ove la sessualit ha lunica funzione di perpetuarla, imposta dallalto e dunque non negoziabile11.

Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, 1 ottobre 1986, (dora in poi LV), 3

7 CCC, 2348, 2349, 2350; LV, passim

8 Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona Humana. Alcune questioni di etica sessuale (dora in avanti PH), 1

9 PH, 3 4; LV, 5- 6 (Cf. appendice documentaria)

10 Gn 1, 26-28; Gn 2, 7-25

11 PH, 4; PH, 7

Il disordine si riferisce allinfrazione dellordine stabilito da Genesi e ribadito in Matteo 19, 4-6 e il disordine oggettivo per la non negoziabilit di questordine quantunque la tendenza alla sua violazione non sia voluta dal soggetto. Nella Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, firmata dallallora prefetto della Congregazione, cardinale Joseph Ratzinger, la questione del disordine oggettivo La particolare inclinazione della persona omosessuale, bench non sia in s peccato, costituisce tuttavia una tendenza, pi o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo linclinazione stessa devessere considerata come oggettivamente disordinata12. La libera volont deve esercitarsi quindi nel non assecondare linspiegabile13 tendenza, mediante il sacrificio e la rinnegazione di quella parte di s, unendo il proprio sacrificio a quello di Cristo sulla Croce14. Persona Humana per, si spinge oltre citando Paolo di Tarso15che , parlando dei Gentili, ne stigmatizza le pratiche omosessuali come una conseguenza dei loro peccati. Lomosessualit dunque sarebbe un male non solo in quanto pratica che infrange lordine istituito da Dio, ma rappresenterebbe un segno di una condizione pi complessa di peccaminosit intrinseca, e la sua punizione. La citazione paolina, scabrosa per gli stessi cattolici perch sembrerebbe che Dio stesso castighi il peccatore rendendogli difficile il pentimento gettandolo alla merc di nuovi peccati, significativamente scomparsa dal documento del 1986. Tuttavia va dato atto che nei documenti in esame la Chiesa Cattolica non ha pi fatto riferimento al filone biblico dellanatema contro Sodoma e Gomorra16, per secoli argomento-principe dei predicatori contro gli atti omosessuali. Le motivazioni sono diverse, dal riconoscimento che in quelloccasione la condanna era diretta contro lo stupro e la totale mancanza dell ospitalit, sacra nelle civilt antiche come confermato dallepisodio del Levita e dei Gabaoniti in Giudici17 e per
12 LV, 3

13 CCC 2357

14 CCC 2358; LV, 12

15 Rm 1, 24-27, e cf. anche 1Cor 6,10; 1Tm 1,10

16 Gn 19,1-25

17

il fatto che il tentativo l descritto di violenza fosse diretto contro creature non umane, bens angeliche18. Le Scritture19 inoltre, se condannano si riferiscono sempre e solo ad atti omosessuali: nelle civilt antiche, tra cui lebraica ma anche quella greco-romana, non c traccia di concetti astratti riconducibili alle teorie di genere quali etero od omosessualit in senso astratto, frutto di un contesto ideologico coagulatosi nella seconda met del XIX secolo. La volontariet era data per scontata, e da qui deriva la condanna biblica contro linadempienza del proprio dovere riproduttivo, essenziale ad una civilt impegnata quotidianamente a strappare il sostentamento ad una terra ostile. Lattuale posizione del Magistero invece tenta di sceverare la volontariet dellatto dalla tendenza da combattere, influenzata dalle scienze psicologiche contemporanee, tuttavia le conseguenze non sono molto diverse. SullOsservatore Romano del 24 luglio 1992, la Congregazione pubblica Alcune considerazioni concernenti la risposta a proposte di legge sulla non discriminazione delle persone omosessuali il cui testo, originariamente una lettera privata, era circolato anche allesterno. Infine il 31 luglio 2003 compare un documento sintetico ma molto chiaro, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali. In entrambi i testo sono ripetute le basi teologiche della riprovazione dellomosessualit e inoltre ci si oppone a un qualsiasi riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali, travalicando quindi i limiti pastorali del ruolo della Chiesa e spingendosi a dare indicazioni al legislatore laico ma credente, che in quanto tale non pu differenziare la propria etica politica da quella religiosa e , riportando il problema alla sua natura universale afferma che bisogna ricordare che la tolleranza del male qualcosa di molto diverso dall'approvazione o dalla legalizzazione del male20. Dove si pongono quindo cattolicamente gli omosessuali , coppie o meno, che non osservano la castit? Dai documenti del Magistero non appare alcuno spiraglio. La pratica omosessuale peccato e la perseveranza rende anche la Confessione, raccomandata particolarmente gi dal 1975, insincera. Il sacerdote dovrebbe quindi negare lassoluzione ed i sacramenti come ricordato da alcuni dei vescovi sopra citati effettivamente. Se questo pu essere scambiato solo come un invito al silenzio (peraltro spesso ripetuto,la maggior parte delle persone a tendenza omosessuale che
Gdc, 19, 1-30

18 Gd 1, 7; 2Pt 2, 6

19 Un elenco di tutti i luoghi della Bibbia in cui si fa riferimento allomosessualit si puo leggere in M. Consoli, Lomosessualit nella Bibbia, Kaos edizioni, Milano 1998, p. 145

20 Congregazione per la Dottrina della Fede, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali,31 luglio 2003, 5

cercano di condurre una vita casta non rende pubblica la sua tendenza sessuale21) non affatto cos. Per il credente, tacere scientemente la confessione di un peccato invalida il sacramento e rende nulla lassoluzione, ricevere lEucaristia in questa condizione sacrilegio22. Spingendosi a considerazioni estreme che oggi si tende tuttavia a non fare,la perseveranza in peccato mortale assimilabile allapostasia come la non sottomissione alle direttive magistrali. In questo senso lapostasia pone il soggetto al di fuori della comunit ecclesiale secondo il dispositivo della scomunica latae sententiae23. Alcuni sacerdoti per, in Italia dal 1980 almeno quando don Domenico Pezzini24 inizi ad accogliere ed ascoltare diversi credenti LGBT, fondando la comunit che oggi ha nome il Guadoe sede a Milano25, hanno cercato un approccio differente. Attualmente molto attivo don Franco Barbero26, patrono della comunit Viottoli di Pinerolo. Questi pastori hanno dato il loro contributo sostanzialmente valutando la ricchezza della diversit umana anche nellaffettivit fra persone adulte e consapevoli. Non disordine oggettivo, non violazione del progetto di Dio ma parte di esso. Non c una colpa intrinseca al vivere una sessualit LGBT, e la Chiesa ha il compito di
21 Congregazione per la Dottrina della Fede ,Alcune considerazioni concernenti la risposta a proposte di legge sulla non discriminazione delle persone omosessuali, 24 luglio 1992, 13

22 La dottrina sulla Penitenza in CCC 1450-1458

23 Tuttavia CCC 1468 limita la portata del concetto di scomunica ai peccati molto gravi. Vista la delicatezza che il Magistero raccomanda nei confronti delle persone LGBT, e la violenza di tale argomento, si capisce che non venga applicato.

24 Cf. D. Pezzini, Le mani del vasaio. Un figlio omosessuale: che fare?, Ancora, Milano 2004

25 Cf. F. Battistini, Don Domenico, sacerdote anomalo:Ma io sto con loro in Corriere della Sera, 23 Giugno 2001, p.51

26 Cf. F. Barbero, Omosessualit e Vangelo, Gabrielli, San Pietro in Cariano 2008

fare sentire a questi credenti che non contraddittorio avere fede e vivcere la propria sessualit, omo o etero che sia. La castit intesa come il rispetto del corpo dellaltro nella mutua donazione di s, allargando a tutte le coppie legate da un progetto comune quanto riservato ai soli coniugi27. Tali posizioni, che hanno consentito la formazione di gruppi di preghiera e comunita composte da credenti LGBT, sono sempre state osteggiate chiaramente dal Magistero che afferma che questi gruppi esterni sono mossi da una visione opposta alla verit sulla persona umana, che ci stata pienamente rivelata nel mistero di Cristo28. Cos, dopo avere lungamente lavorato con credenti LGBT, don Pezzini partito in missione per il Bangladesh29 mentre don Franco Barbero che, oltre allascolto conferisce benedizioni alle coppie gay credenti che gliele chiedono, stato ridotto allo stato laicale30. Nel 2003 stato pubblicato in Italia un rapporto risalente al 1992, scritto da due religiosi cattolici americani, suor Jeannine Gramick e padre Robert Nugent31, sul loro lungo lavoro pastorale con credenti LGBT, il cui titolo originale Building bridges, ossia costruire ponti, riecheggiando il significato originale della parola pontifex mette laccento sulla necessit di costruire legami e accogliere senza porre la condizione, fra le altre cose, di una rinuncia alla propria affettivit. Entrambi i religiosi sono stati sottoposti a provvedimenti disciplinari dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1999 e diffidati dal proseguire in quella direzione. La Chiesa Cattolica ha stabilito che i principi delletica sessuale sono basati su uninterpretazione universalistica e non storicizzabile, e quindi limitabile al contesto in cui si sono stati composti i brani della Legge mosaica e delle Lettere di Paolo di Tarso. Dunque la dottrina considerata immutabile: essenziale riconoscere che i testi sacri non sono realmente compresi quando

27 CCC 2349

28 LV, 8-9

29 http://xoomer.virgilio.it/bguizzi/bangladesh/pezzini/pezzini.htm

30 http://donfrancobarbero.blogspot.com/2003/04/don-franco-barbero-promossoallo-stato.html

31 J. Gramick, R. Nugent, Anime gay. Gli omosessuali e la Chiesa Cattolica, Editori Riuniti, Roma 2003

vengono interpretati in un modo che contraddice la Tradizione vivente della Chiesa. Per essere corretta, linterpretazione della Scrittura devessere in effettivo accordo con questa Tradizione.32 Eppure, le parole di Ges relative allinterpretazione della Legge pongono spesso il problema di contestualizzare le Scritture e di adeguarle ai tempi in cui sono rilette.. Studi teologici di area evangelica, quindi protestante hanno argomentato in maniera ampia e circostanziata come la Legge e le sue prescrizioni, in molti casi, siano state disattese dalle Chiese cristiane senza che ci crei scandalo alcuno33: scomparse le prescrizioni alimentari, letnocentrismo della teologia del patto di Dio con Abramo, il dibattito di Paolo di Tarso sulla Legge si risolve nel superamento e aggiornamento di questa nellIncarnazione del Cristo. Quando Ges afferma (Mc 2,27-28) "Il sabato stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! Perci il Figlio dell'uomo signore anche del sabato" intende le necessit di modellare le leggi sulle esigenze culturali delluomo e non il viceversa, rovesciando il legalismo della fazione farisaica cui in quel momento obiettava. Lapproccio teologico radicalmente diverso: si parla di un ordine non immutabile ma adattabile secondo le esperienze della vita34 e in divenire, quindi di tipo dialettico che in Cristo assoluto amore incarnato trova il suo solo criterio guida. Anche le Scritture antiche vanno interpretate alla luce della buona novella rappresentata da Cristo35. Ora, la Chiesa Cattolica ha ampiamente fatto tesoro dellidea paolina e cristica del superamento della Legge in diversi ambiti, tuttavia in materia di etica sessuale ci stato costantemente escluso, mostrando lirrigidimento di una Chiesa che ha smorzato il suo potenziale di rivoluzione costante insito nel concetto radicalmente sempre nuovo e sovversivo di un Dio che si fa vero uomo e vera carne e rompe dallinterno la regola principale della carnalit, la morte, attraverso la Resurrezione del corpo. La flessibilit delletica legata strettamente ad un variare, a seconda di tempi e contesti, inevitabilmente anche del modo in cui si esplicite: cio delle opere che il credente chiamato a compiere. Questa varianza ha molto a che vedere con linterpretazione protestante della giustificazione per Grazia e per Fede(Rm 3,21-26) quando si sottolinei che la guida alla carit proviene dalla disposizione del credente a lasciare agire in s il potere di Dio e non il viceversa. Il favore di Dio non si ottiene quindi attraverso il legalistico rispetto di norme dettate, eventualmente
32 LV, 5

33 Cf. V.P. Furnish, La Bibba e lomosessualit: i testi antichi letti nel loro contesto; C Seow, Orientamento testuale, entrambi in Bibbia e omosessualit, a c. di T. Franzosi, Claudiana, Torino 2002

34 Ma si veda la posizione cattolica in PH, 9: I fatti non costituiscono un criterio che permette di giudicare del valore morale degli atti umani

35 Cf. C. Seow, cit.

dal timore di un castigo. Di qui, unastinenza sessuale vissuta con il dolore ed il rimpianto di vivere la genitalit senza merito e su questo anche la Chiesa Cattolica concorderebbe - ma un simile atteggiamento, indurendo il cuore impedirebbe di abbandonarsi allingresso del potere di Dio nella propria vita36. Unultima considerazione, seppure anche questa di sapore protestante: la gerarchia cattolica potrebbea dogmaticamente mettersi in discussione e rivedere le proprie posizioni teologiche in materia di etica sessuale senza per questo rinunciare ai principi espressi nella professione di Fede niceno-costantinopolitana, l asse fondamentale, ossia il Credo della Messa? S, a patto che abbia la santit l proclamata di recuperare il suo ruolo di costruttrice di ponti. Marco Maria Melardi Firenze, 13.3.2010

Appendice documentaria Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Citt del Vaticano 1997
2357 L'omosessualit designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, [Cf Gen 19,1-29; Rm 1,24-27; 1Cor 6,10; 1Tm 1,10 ] la Tradizione ha sempre dichiarato che gli atti di omosessualit sono intrinsecamente disordinati [Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 8:AAS 68 (1976) 85]. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarit affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati. 2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perci devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviter ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volont di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficolt che possono incontrare in conseguenza della loro condizione. 2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castit. Attraverso le virt della padronanza di s, educatrici della libert interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un'amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.

Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, 1 ottobre 1986
5. vero che la letteratura biblica debitrice verso le varie epoche, nelle quali fu scritta, di gran parte dei suoi modelli di pensiero e di espressione (cf Dei Verbum, n. 12). Certamente, la Chiesa di oggi proclama il Vangelo a un mondo che assai diverso da quello antico. Daltra parte il mondo nel quale il Nuovo Testamento fu scritto era gi notevolmente mutato, per esempio, rispetto alla situazione nella quale furono scritte o redatte le Sacre Scritture del popolo ebraico. Devessere tuttavia rilevato che, pur nel contesto di tale notevole diversit, esiste unevidente coerenza allinterno delle Scritture stesse sul comportamento omosessuale. Perci la dottrina della Chiesa su questo punto non basata solo su frasi isolate, da cui si possono trarre discutibili argomentazioni teologiche, ma piuttosto sul solido

36 Cf. R.L. Brawley, Il potere di Dio allopera nei figli di Dio, in Bibbia e omosessualit, cit.

fondamento di una costante testimonianza biblica. Lodierna comunit di fede, in ininterrotta continuit con le comunit giudaiche e cristiane allinterno delle quali le antiche Scritture furono redatte, continua a essere nutrita da quelle stesse Scritture e dallo Spirito di verit di cui esse sono Parola. egualmente essenziale riconoscere che i testi sacri non sono realmente compresi quando vengono interpretati in un modo che contraddice la Tradizione vivente della Chiesa. Per essere corretta, linterpretazione della Scrittura devessere in effettivo accordo con questa Tradizione. Il Concilio Vaticano II cos si esprime al riguardo: " chiaro dunque che la Sacra Tradizione, la Sacra Scrittura e il Magistero della Chiesa, per sapientissima disposizione di Dio, sono tra loro talmente connessi e congiunti da non poter indipendentemente sussistere, e tutti insieme, secondo il proprio modo, sotto lazione di un solo Spirito Santo, contribuiscono efficacemente alla salvezza delle anime" (Dei Verbum, n. 10). Alla luce di queste affermazioni viene ora brevemente delineato linsegnamento della Bibbia in materia.

6. La teologia della creazione, presente nel libro della Genesi, fornisce il punto di vista fondamentale per la comprensione adeguata dei problemi posti dallomosessualit. Dio, nella sua infinita sapienza e nel suo amore onnipotente, chiama allesistenza tutta la realt, quale riflesso della sua bont. Egli crea a sua immagine e somiglianza luomo, come maschio e femmina. Gli esseri umani perci sono creature di Dio, chiamate a rispecchiare, nella complementarit dei sessi, linteriore unit del Creatore. Essi realizzano questo compito in modo singolare, quando cooperano con lui nella trasmissione della vita, mediante la reciproca donazione sponsale. Il cap. 3 della Genesi mostra come questa verit sulla persona umana quale immagine di Dio sia stata oscurata dal peccato originale. Ne segue inevitabilmente una perdita della consapevolezza del carattere di alleanza, proprio dellunione che le persone umane avevano con Dio e fra di loro. Bench il corpo umano conservi ancora il suo "significato sponsale", ora questo oscurato dal peccato. Cos il deterioramento dovuto al peccato continua a svilupparsi nella storia degli uomini di Sodoma (cf Gen 19, 1-11). Non vi pu essere dubbio sul giudizio morale ivi espresso contro le relazioni omosessuali. In Levitico 18, 22 e 20, 13, quando vengono indicate le condizioni necessarie per appartenere al popolo eletto, lautore esclude dal popolo di Dio coloro che hanno un comportamento omosessuale. Sullo sfondo di questa legislazione teocratica, san Paolo sviluppa una prospettiva escatologica, allinterno della quale egli ripropone la stessa dottrina, elencando tra coloro che non entreranno nel regno di Dio anche chi agisce da omosessuale (cf 1 Cor 6, 9). In un altro passaggio del suo epistolario egli, fondandosi sulle tradizioni morali dei suoi antenati, ma collocandosi nel nuovo contesto del confronto tra il cristianesimo e la societ pagana dei suoi tempi, presenta il comportamento omosessuale come un esempio della cecit nella quale caduta lumanit. Sostituendosi allarmonia originaria fra il Creatore e le creature, la grave deviazione dellidolatria ha condotto a ogni sorta di eccessi nel campo morale. San Paolo trova lesempio pi chiaro di questa disarmonia proprio nelle relazioni omosessuali (cf Rom 1, 18-32). Infine, in perfetta continuit con linsegnamento biblico, nellelenco di coloro che agiscono contrariamente alla sana dottrina, vengono esplicitamente menzionati come peccatori coloro che compiono atti omosessuali (cf 1 Tim 1, 10).

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