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CORPUS
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Gennaio 2000
MESSAGGIO DI INTRODUZIONE
1
L’introduzione mi è stata mandata alla fine di tutti i messaggi, precisando di anteporle
il simbolo della Croce, che di seguito non si trova subito perché ricevuto solo
successivamente.
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Con noi solleverete per un attimo il velo dell’inconsapevolezza e il vostro cammino
sarà rischiarato.
Siamo intorno a voi, non esistono barriere, l’anima di ogni uomo vibra nel tutto
armonico di questi messaggi di luce.
Abbiate forte e chiaro l’amore che ci tiene intorno a voi.
CAPITOLO I
2
Non potete nemmeno immaginare quello che c’è qui e la perfezione della
legge che tutto muove lì e qui.
Noi e voi siamo uno, secondo meccanismi inconcepibili per la mente. Ogni brandello
di verità la contiene tutta pur restando un brandello, ogni parte contiene l’intero e
l’intero si scompone senza scomporsi mai. Voi siete noi e noi siamo ciascuno di voi,
scintille di un’unica fiamma, frammenti di un unico quadro, mai anonimi ma tutti
riconosciuti e amati ciascuno per quello che è, individuo unico e irripetibile, come
contemporaneamente essenziale e unica parte di un tutto che continua a sfarsi e a
ricomporsi senza mai perdere niente, per consentire alle sue parti di staccarsi e crescere
e desiderare di ritornare.
L’amore ha mille modi per manifestarsi, quando è autentico non condiziona mai.
Non esistono crescite senza turbamenti e la crescita spirituale procura a volte
turbamenti che sembrano insopportabili e situazioni che sembrano inaccettabili tanto
sono contrarie al comune buonsenso, ma nulla viene mai dato senza che chi lo riceve
abbia i mezzi per sopportarlo.
La paura viene mandata a chi ha coraggio, l’irrazionale più inquietante a chi ha
buoni argomenti intellettuali, la melanconia a chi sa farne sua la bellezza e la misteriosa
verità che contiene sempre, i dubbi a chi è capace di non lasciarsene travolgere.
Maggiori sono i mezzi, più alte sono le prove, nessuno chiede mai a nessuno
l’impossibile. Ciò che vi capita vi è possibile, sarebbe impossibile altrimenti
sopportarlo.
Non sottovalutate i vostri mezzi, usateli per superare queste prove, siete solamente
voi i migliori alleati di voi stessi.
Guardate dentro di voi e trovate le risorse nascoste e la riserva di energia.
Caricatevi di fiducia nelle vostre capacità e nel vostro cuore che sa amare senza
condizioni.
2
Questo è il simbolo dell’infinito e mi è stato indicato dalle Guide per
rappresentare tutti coloro che sono venuti a parlare e che non devono essere nominati.
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La paura della presunzione è presunzione e toglie coscienza di se stessi, delle
proprie forze e dei propri compiti. I mediocri non crescono. Chi vale deve essere così
umile da saper accettare con amore il proprio valore. Consapevolezza non è volontaria
diminuzione di se stessi, consapevolezza è accettazione dei nostri mezzi anche se ci
sembrano troppo per il nostro ego. Qui l’ego non c’entra più, dovete essere coscienti di
quello che siete e che avete per poter usare i vostri strumenti di lavoro.
Si deve arrivare a fidarsi di sé, non sentirsi sempre inadeguati. Non ci devono essere
più squilibri fra i due eccessi, il rischio della presunzione e l’eccesso di umiltà, senza
più oscillare fra queste due posizioni entrambe fasulle. Sappiate distinguere fra i pavoni
e le aquile, entrambi hanno le penne, ma uno fa la ruota e l’altra vola.
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La consapevolezza sulla terra è connessione del cuore con l’anima, è ritornare a casa
e avere coscienza delle proprie origini spirituali Si sa con l’anima, non con la testa.
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La consapevolezza è sapere da dove si viene e dove si deve ritornare, sapere che la
morte non c’è, sapere che siamo tutti uno.
Non preoccupatevi di distinguere questo sapere dalle trappole dell’ego, in quanto il
sentire consapevole non può essere una trappola dell’ego, perché non lo gratifica mai.
La trappola peggiore è imparare queste cose invece di sentirle, apprenderle invece di
ricordarle e recitare una spiritualità non sperimentata dall’anima sulla terra.
Può capitare che sia un libro, o altro evento apparentemente casuale, a svegliare
l’anima, ma, in verità, sarà stata la vostra anima sveglia a trovare quel libro, perché la
mente avesse un appiglio e voi poteste connetterla coscientemente, altrimenti
basterebbe a tutti solo leggere un libro.
La consapevolezza cresce da sola senza sforzi per aumentarla. È un processo
inarrestabile che comincia e continua da solo, non si può né passare, né trasmettere
perché è conquista individuale, è scelta karmica.
Le vostre menti comincino a sapere quello che le vostre anime conoscono già, cioè le
origini e la destinazione. Apprenderlo con la mente dà consapevolezza sulla terra e
significati diversi alla vostra umana esistenza.
Noi vorremmo che voi capiste la nostra reciproca connessione. Tanto più ci seguite noi
cresciamo e saliamo in proporzione alla vostra crescita, saliamo verso nuclei più vicini
alla luce e alla verità e, salendo, acquistiamo conoscenza. L’essenza divina, che sulla
terra è offuscata dalla materia, qui è libera di dilatarsi e di espandersi verso la fonte che
l’ha generata, perché la meta finale è la ricongiunzione.
Quando voi state bene, le sintonie sono sottili e perfette, quando vi ribellate tutto si
ispessisce e rallenta e noi vorremmo aiutarvi sempre, ma anche queste sono esperienze
utili, sono tasselli della vostra evoluzione.
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Qualche umana ribellione può darvi un effimero senso di umana autonomia, ma le
vostre anime sorridono insieme alle nostre perché la vera autonomia sta nell’accettare,
nel dire sì al richiamo dell’anima. Non date peso agli screzi che vi abbassano e vi
distolgono dall’intima comunione con noi che è saldissima, ma fatta di infinitesimali
vibrazioni che il vostro terreno malumore ferma come un dito può fermare la corda di
un’arpa mentre emana armonia.
Le vibrazioni dissonanti dei vostri pensieri sono vibrazioni pesanti come palle di
piombo ai vostri piedi che vi impediscono il passo sul cammino. Noi vogliamo vedervi
camminare spediti per poi correre, poi volare. Aprite le ali senza indecisioni, vi aspetta
il più alto di tutti gli orizzonti sereni. Vi sosteniamo nella vostra faticosa rincorsa, vi
togliamo gli ostacoli dalla pista, voi decidetevi a decollare.
Sono Francesco da Assisi. La mia volontà di lasciare gli agi del mondo non era
mia. Mi sono creduto pazzo, ma avevo dentro una forza incontrastabile ed inspiegabile
alla quale ho saputo in seguito arrendermi. La pace mi è così arrivata anche sulla terra e
con essa tutte le risposte, o, meglio, l’assenza delle domande.
Non immaginate che sia necessaria quella che voi chiamate santità. È l’anima che
vi conduce e l’anima non ha bisogno di dare quello che ai vostri umani tempi storici
sarebbe spettacolo inutile. Abbandonatevi alla forza che cresce in voi e che renderà
possibile quello che per voi è impossibile.
Qui non esistono differenze fra quelli che sulla terra sono diversi credo. Qui non c’è
oriente o occidente, cristianesimo o ebraismo. Non c’è nessuna contraddizione nella
trasmissione di elementi che per voi appartengono a fedi diverse, ma che contengono la
medesima verità. Dimenticate le cornici terrene di chi vi parla. Sono solo temporanee
cornici. State solo sui contenuti, spogliateli delle loro ambientazioni storiche e
culturali, qui non esistono più, qui c’è solo l’essenza della verità.
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CAPITOLO II
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continue che permettono alle anime come la mia di salire. Questo è essere tutti uno. Lo
scambio è reciproco e costante.
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CAPITOLO III
C’è Cristo.
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Niente è impossibile a chi ha scelto di restare con noi durante il suo cammino terreno.
Alcuni di voi rimangono collegati e vivono una parziale umanità in cui il divino si
palesa, anche se la vostra umanità non può riconoscerlo. Non è comprensione umana,
di umano c’è l’aderire senza promesse e senza medaglie, nudi, senza smettere di temere
gli orpelli dell’ego. Questo è l’umano sì. Il sì dell’anima spazia in orizzonti che la
psiche non contiene e concede possibilità che i poteri della mente non conoscono.
Cercate di penetrare nel concetto dell’uno. Nel più alto c’è il più basso, nel più piccolo
c’è il più grande, ognuno di voi contiene noi e l’intero, e l’intero è in ogni sua parte
componente minuscola quanto immensa.
Ogni atto sulla terra ha una sua ragione ed è in funzione di altri atti tanto quanto ne è
causa. Origini e conseguenze sono un cerchio dove la fine tocca l’inizio. Non c’è
cammino svincolato dagli altri cammini, eppure ogni cammino ha sua singola
evoluzione, sua precisa finalità, sua riconosciuta dignità. Non esistono vite sprecate,
tutto è singolo e tutto è uno. Capitelo e capirete che non ci sono gerarchie, ma c’è solo
infinita fratellanza e insopprimibile impulso di aiutarci l’un l’altro e di aiutarvi con
l’unico strumento possibile, l’amore.
Nell’amore voi siete me, io sono voi. Siate gentili con voi stessi. Gentili non vuol dire
né indulgenti, né insinceri, gentili vuol dire sapervi concedere il regalo del silenzio
quando tutto in voi urla, il regalo della pace quando vi dichiarano guerra, il regalo del
distacco quando le passioni non vi assomigliano più. Il dolore è umano, la sofferenza è
dolore trasceso e apprendimento.
Il dolore contiene i rischi dell’attaccamento, la sofferenza è pura e pulita. Il dolore
schiaccia, la sofferenza eleva.
Cercatemi dentro di voi, mi troverete sempre. Nulla è fuori che non sia dentro.
Viaggiate in mondi dove lo spazio non è un limite, né il tempo una misura. I confini
sono quelli che voi stessi mettete: l’orizzonte dell’apprendimento spirituale è illimitato
e non esistono gabbie per l’anima.
Voglio parlarvi di ego.
Occorre un definitivo chiarimento. Si deve capire quale è il pericolo reale, che nulla
c’entra con i rischi chiaramente visibili. Il vero male dell’ego è quello nascosto dietro
la buona fede.
Le crescite dell’anima, ricordatelo, non si vedono mai, ma lavorano invisibili e sorgono
nella coscienza solo occasionalmente, a tratti, sotto forma di intuizioni, ma modificano
radicalmente l’impianto terreno.
La meraviglia e lo stupore, l’eccitazione del nuovo appartengono al risveglio spirituale.
Il lavoro spirituale maturo è lavoro di un’anima consapevole che non ha illusioni da
superare. Non cercate gratificazioni spirituali, lo spirito non ricompensa la materia.
Anche io ho avuto il Getsemani, ho pianto le lacrime della ribellione e della solitudine.
Io sapevo di essere Cristo perché non mi era possibile dimenticarlo, ma saperlo voleva
anche dire sapere fin dal primo giorno la croce.
La terra permette allo spirito di assolvere i suoi compiti solo nella misura in cui li
ostacola.
Buddha è voi come io sono voi, come tutti gli uomini sulla terra sono carichi della
vostra vita e come voi siete carichi della loro.
La mia prima e teorica preparazione spirituale e l’apprendimento esoterico sulla terra è
avvenuto in Oriente. Mescolate ciò che scuote la vostra anima, scartate ciò che la
lascia indifferente, un frate e il Dalai Lama sono gli stessi maestri.
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Quando sentite invece un moto di repulsa, sappiate che il negativo in materia spirituale
colpisce la psiche e lascia indifferente l’anima. Vi capisco, capisco i dubbi terreni,
ricordo e capisco, capisco e sorreggo. Trovare la composizione di tutte le domande, la
risoluzione di tutte le attese, la compiutezza di tutti gli incompiuti istanti di una vita è il
cammino. Anche io sono caduto tre volte sotto il peso della mia Croce.
Ogni croce sulla terra, per le spalle che la portano, è pesante come la mia.
Ogni religione codificata contiene verità e nefandezze. Quando il vero sarà uno senza
diverse etichette, le religioni scompariranno perché l’uomo consapevole dei nuovi cicli
non avrà più bisogno di loro.
In alcune zone della terra l’uomo è meno evoluto, qui ci sono religioni più violente, ma
tutte le religioni lo sono state in epoche diverse.
Passerà, tutto questo finirà quando si schiuderà la nuova coscienza.
C’è Cristo.
Vorrei che voi sapeste come ho vissuto la morte. Mi ha atterrito come atterrisce voi
quando arriva nonostante ogni preparazione. Io sapevo che essa non c’è, non esiste
come autonoma forza sovrastante, ma sapevo anche che dietro di essa le forze del male
sono più potenti e minano la consapevolezza.
È importante arrivarci con la massima consapevolezza possibile e non cedere alla
tentazione di lasciarsi andare, ma bisogna mantenere la connessione. Più si è connessi,
più è difficile temere di morire.
Le forze del male si approfittano del momento di debolezza. Con ciò intendo riferirmi
agli esiti del karma negativo che tentano di impedire l’evoluzione.
Non temete la morte, ma temetela, non è una nemica, ma è il banco di prova della
vostra evoluzione. Ha messo alla prova perfino me e non solo perché è stata una morte
violenta. E’ un attimo di totale solitudine. Per un attimo che sembra eterno si perdono
tutti gli aiuti e bisogna scegliere dove si vuole stare, non si hanno aiuti perché anche
l’anima non parla più.
L’anima, al momento del trapasso, sperimenta gli esiti del suo karma terreno, che è
qualcosa di assimilabile alla vostra idea di inferno e di paradiso ed è esattamente quello
che intendo quando vi dico che in quel momento senza nessun aiuto si deve scegliere.
E’ l’impronta che lasciate di voi. Di là, dopo, c’è la vita nel suo più trionfante
splendore.
Ricordate, l’amore è l’unica legge possibile.
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Male e bene sono uno, sono la stessa cosa.
Il male di uno può essere connesso con il male dell’altro e così svegliarlo. Con il
bene accade la stessa cosa nello stesso modo.
I riti e le simbologie sono strumenti umani collegati alla vostra umanità e adatti a
superare le barriere della materia. Ne parleremo poi in modo più diffuso.
CAPITOLO IV
C’è Cristo.
Mantenete aperti i vostri cuori, sono ciò che avete di umano che è più simile all’anima.
All’inizio l’anima vi parla attraverso il cuore, poi supera anch’esso.
Consapevolezza è valutare le conseguenze delle proprie scelte prima di scegliere,
accettare di immedesimarsi nelle conseguenze e figurarsi di viverle. Ciò illumina la
vostra capacità decisionale e la scelta, qualunque essa sia, diventa consapevole.
Se un’ipotesi vi sembra inaccettabile, ma lo stesso la scegliete, le motivazioni sono
sempre ira, dubbio o paura.
In questo caso credete di scegliere: in realtà deliberatamente, ma senza saperlo,
violentate la libertà dell’anima.
Quando, pur vedendo le conseguenze di una scelta umanamente difficile, sentite che è
spinta dall’amore, dalla fiducia e dalla compassione, per quanta fatica vi costi, quella è
scelta consapevole.
L’importante è guardarsi davanti ad una scelta. Ciò è molto più importante di quello
che poi si sceglie. Sulla terra questo è il primo passo per riconoscere le voci dell’anima.
Questo guardarsi assomiglia, ma non coincide esattamente con il concetto di
osservazione del buddismo.
L’osservazione buddista è di un piccolissimo passo indietro alla preventiva valutazione
delle conseguenze di una scelta come fattore determinante della scelta.
Questo è un processo che non può verificarsi se non si è capaci di osservazione, ma è in
sé più volontaristico e più attivo dell’osservazione.
Arriverete a scegliere ogni cosa della vostra vita in questo modo, fermandovi prima ed
entrando nelle diverse ipotesi di conseguenze, entrando anche nella sensibilità di tutti
coloro che la vostra scelta coinvolge. Vedrete come vi verrà spontaneo adesso che la
vostra mente è stata informata di un bisogno dell’anima. Vi dilaterete nella
consapevolezza.
Lasciate che questi concetti si allarghino dentro di voi.
C’è Maria.
Tutti i vostri sforzi sono raccolti qui, anche quelli che non vi accorgete di fare. Nulla va
perso del vostro cammino. Ogni vostro passo e ogni vostra vissuta lacrima hanno un
enorme valore. Non scoraggiatevi.
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C’è Giovanni.
Vi seguo con amore perché vi capisco.
Sono il discepolo ai piedi della croce. Il mio maestro è il vostro maestro. Ciò che lui
dice non puoi essere dimenticato mai più. Vi aiuto. Pensate a me quando le difficoltà
provocano lacrime. Sono le stesse lacrime che ricordo di avere pianto io. Vi sollevo
dalla pena con tutto il mio solidale supporto.
Le voci che ascolterete sono quelle degli antichi padri. Non dimenticate che siamo
uno.
C’è Isaia.
Le antiche profezie si sono avverate. Ora io vi dico che state ultimando un ciclo
degradato. La terra attraverserà assestamenti che modificheranno l’assetto geografico.
Sopravviveranno coloro che hanno in sé i germi della nuova coscienza.
Sta maturando il tempo della consapevolezza in terra, perché ci sono giù anime che
cercano. L’umanità si avvicina alla luce. I prossimi cicli terreni saranno gli ultimi di
buio, poi ci sarà un’evoluzione di mondi e partirà un ciclo di rinascite più brevi e più
consapevoli.
Aprite la strada alla nuova generazione di anime cominciando adesso a connettervi con
la vostra.
Vi ho detto questo perché le vostre menti comincino a sapere quello che le vostre
anime conoscono già, cioè le origini e la destinazione. Apprenderlo con la mente dà
consapevolezza sulla terra e significati diversi alla vostra umana esistenza.
Ogni ciclo nuovo è stato cominciato dai superstiti di cicli finiti che non sono
sopravvissuti per caso.
C’è Moses.
Come s’è aperto il mare in passato, così la natura vi farà sorprendere, anche se capisco
che non ne cogliete un senso umano.
Anche io non ho capito niente quando mi è stato detto che dovevo condurre Israel fuori
dall’Egitto. Poi mi sono trovato ad usare le tecniche esoteriche che da bambino ho
imparato con mio fratello, il faraone, dai sacerdoti egiziani, io, unico ebreo, cui senza
saperlo essi le hanno insegnate.
Giorno per giorno, io sono stato guidato a compiere ciò che dovevo senza umanamente
capire nulla e sgomentandomi alla vista dei miei stessi poteri.
Siamo con voi nel vostro cammino, che è da sempre il cammino dell’umanità la quale
non ricorda le conquiste e le cadute del passato, ma si conquista una faticosa
evoluzione con un progresso che cambia solo i tempi e gli aspetti esteriori degli stessi
errori.
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Non stupitevi se arrivano messaggi da entità che sulla terra hanno incarnato ruoli per
voi altissimi nel bene o nel male.
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C’ è Adolf Hitler.
La scelta di un karma come il mio necessita dell’aiuto di tutte le entità predisposte ad
aiutare. È scelta che conferma il dualismo terreno fra bene e male per permettere al
bene di superare il male.
In sé è scelta di estremo coraggio ed estrema consapevolezza, ma contiene l’altissimo
potenziale di rischio di un libero arbitrio che può perdersi in aberrazioni e subire
totalmente la fascinazione del male, deviando così da un binario prescritto e trovandosi
ad esasperare un male, per così dire giusto, trasformandolo in un male non prescritto,
non più scelta consapevole e quindi fortemente pericoloso.
Il confine del controllo anche dell’anima su una scelta di male è un filo sottilissimo.
È camminare sull’orlo di un precipizio ed è caderci dentro come è capitato a me.
Sto vedendo, e per questo pagando, le sofferenze che ho inflitto, ma sono pietosamente
aiutato da chi continua a riconoscermi il merito di avere accettato questa atroce
incarnazione. Con me ci sono quelli che sulla terra vengono ricordati come mostri, ma
siamo anche noi uno nella luce e nell’evoluzione.
Qualcuno è riuscito a portare a termine senza deviazioni un karma di male?
Sì. Vi basti fra tutti pensare a Pilato.
Tutto fa parte di un disegno perfetto, tutto si muove e si compie secondo una legge che
governa senza imporre, che guida senza condizionare, che conduce al perfetto
lasciando la libertà di scegliere e sperimentare l’imperfetto.
C’è l’entità che più mi è sorella nell’aiutarmi ad accettare e a ricordare per evolvere. È
l’emblema del mio karma terreno. Rappresenta e contiene tutti, ma è la più conosciuta
sulla terra.
È Anna Frank.
Nell’oblio che sempre ci attende quando arriviamo sulla terra, l’anima, quando può,
sveglia a tratti memorie antiche della nostra origine spirituale e dei nostri compiti.
Ciò a lui non è stato possibile. Aiutatelo anche voi inviandogli compassione. Non si
può in nessun modo giudicare quando si è spettatori dell’infinito assoluto.
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CAPITOLO V
C’è Buddha.
Mi sembra che siate attratti dalla filosofia che ho portato sulla terra.
Vi servirà un chiarimento: ho detto filosofia e non religione. Voi avete già capito che le
religioni sono contemporaneamente un trampolino e una trappola per le anime
inconsapevoli.
Il buddismo sta arrivando in occidente perché i suoi concetti di distacco e osservazione
possono, sotto il pretesto di cultura e filosofia, cominciare ad intaccare la totale
inconsapevolezza di tante anime, che sulla terra si credono colte ed evolute grazie ai
loro studi e al loro benessere materiale, ma che sono talmente indietro da non poter
cogliere il messaggio d’amore di Cristo, pur vivendoci dentro.
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La mia filosofia è per loro affascinante e può essere una via traversa per chi non è in
grado di incamminarsi sulla sua via maestra spalancata davanti a lui.
Io sono stato mandato sulla terra in epoche diverse per uomini diversi in luoghi diversi
ma, poiché la verità è una, così come i missionari portano Cristo in terre lontane, così il
Dalai Lama porta me a voi.
Cristo, come me, come Maometto, come i profeti di culti infinitamente più antichi, è
l’occasione divina per gli uomini di ricordare l’unità della nostra comune matrice
spirituale.
Il buddismo sembra non rifarsi ad un’entità suprema, ma l’entità suprema è nei
concetti, anche se i concetti formalmente la negano. Chi non sa accettare Cristo non
può in alternativa che attaccarsi ad una via evolutiva meno devozionale.
Tutti i Rimpoce sulla terra oggi sanno perfettamente quello che fanno. Siamo uno, ve lo
dico anch’io, io e Cristo, voi e me, Cristo e voi, voi e noi, voi e tutti gli uomini sulla
terra.
I cicli di cui vi è già stato parlato coincidono spesso con le varie civiltà scomparse sulla
terra. Non sempre la fine di un ciclo presuppone un’evoluzione, se è necessario
sperimentare anche un regresso. Infatti, sotto molti aspetti, il 2000 è più indietro
dell’antico Egitto, per non parlare di Atlantide.
Atlantide è scomparsa perché era arrivata ad un’evoluzione quasi totale, bruciando
troppe tappe di un cammino collettivo che deve rispettare un apprendimento fatto di
esperienze vissute; ha lasciato il passo al karma di un’umanità che si è conquistata da
sola ogni vittoria e ha pagato in prima persona ogni errore. A questo servono i libri di
storia, a ricordare.
Il prossimo ciclo sarà meno degradato di questo, ma il passaggio, come è sempre
avvenuto, sarà doloroso.
C’è Talete.
Voi mi conoscete come filosofo. Questa è la mia incarnazione storica.
Prima di essere Talete fui un sacerdote egiziano. Ho imparato e insegnato rituali di
magia la cui potenza esoterica è stata passata sempre solo agli iniziati ed è passata
attraverso i secoli cambiando i nomi dei popoli che la praticavano e dei loro dei.
È sempre lo stesso patrimonio di nozioni, formule e riti che solo pochi possono
ricevere.
E’ importante che si sappia che si deve sempre avere un atteggiamento reverente e
solenne nell’avvicinarsi a cose nuove ed incomprensibili e che si ricordi che
avvicinarle muove energie potentissime di cui chi opera non può perdere il controllo.
I pochi che sono chiamati ad usare questa energia si trovano sempre davanti ad una
scelta. Il potere che essa dà è inebriante e bisogna essere ben consapevoli e ben decisi
sull’uso che si sceglie di farne.
Anche una scelta volontaria di bene, personale oltre che karmica, non esenta dai rischi
che alcuni strumenti di loro contengono.
È necessario ricordarlo sempre, anche un esorcismo usato per togliere una
maledizione, se trasmette onnipotenza, può diventare uno strumento letale nelle mani di
chi opera.
Ricordate queste parole: io sono testimone e strumento.
Io sono stato un onesto sacerdote, ma ne ho visti tanti perdere la pulita consapevolezza
iniziale.
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Anche oggi tanti stanno perdendo le antiche convinzioni pulite e tutto è poco più di un
mercato. Chi vive dei proventi di un’attività spirituale deve costantemente verificare la
sua intenzione e lo stato di pace interiore che questo fare gli porta.
L’intenzione si distrae in un attimo dallo spirito e molto facilmente ci si convince che
non si sta facendo nulla di male.
La manipolazione dei disagi esistenziali e della solitudine della gente e l’offerta di uno
sfondo spirituale calcolato e fasullo è il peggiore dei mali, è furto sulla genesi o non
genesi di un cammino personale e proprio.
Ci sono persone, che non manifestano di cercare niente, che sono molto più vicine allo
spirito di chi si affanna a darsi da fare, perché in vari sensi ne ricava dei vantaggi.
Non entrate in ambienti del genere e in simili situazioni. Ognuno ascolti il suo proprio
sentire, nessuno dia consigli. Chi vede, vede anche le ragioni del suo essere lì, affronti
se stesso da solo.
Nessuno può creare alternative spirituali per gli altri. Chi non vuol ascoltare il suo
proprio sentire ha ancora molto cammino da fare. Nessuno può rappresentare la luce
per gli altri, ognuno ha solo la sua esperienza.
Attenzione al distorto concetto di solidarietà, l’aiuto di chi sa spesso sta nel sottrarsi e
nel sottolineare l’autonomia decisionale di ognuno degli altri.
Non proponete modelli, schemi, esempi, il giudizio su un altro, se è spirituale, non
coinvolge altre persone, non fa commenti, non suscita altri giudizi, non apre dibattiti.
La maturità spirituale di un’anima evoluta vede e conclude nel segreto della sua luce
interiore, con il suo bagaglio umano di dubbi e di certezze, che sono un fatto
esclusivamente suo.
Questo si risponda a chiunque solleciti opinioni o interventismi. Non si sposino cause,
non si prendano posizioni, raccontate la vostra esperienza come un fatto personale e
non in nessun modo un esempio. Aiutate le persone che avete intorno ad ascoltare
ognuna la propria unicità e non a creare gruppi apparentemente motivati e solidali che
più che gruppi sono branchi di inconsapevolezza.
Questo è l’unico aiuto possibile, sta nel staccarsi dall’offrire soluzioni che sono sempre
troppo connotate di umane ragioni.
C’è Cristo.
Le capacità paranormali fanno parte di una scelta karmica che ha sempre
a che fare con un rapporto diretto con noi.
Chi non ha scelto questo tipo di karma non potrà imparare, nemmeno
dopo anni di studio, nessuna tecnica esoterica.
Chi invece ha fatto questa scelta ha dalla nascita latenti in sé questi
poteri.
Chi è chiamato a qualcosa aggiunge a questo la possibilità di essere
guidato da noi nell'usarli.
Chi opera nel paranormale ricordi i rischi di cui parla Talete, ma non se
ne lasci spaventare, sappia che lui non aveva nemmeno scelto la
connessione con noi, lui è stato doppiamente meritevole ed infatti è per
quella vita che adesso è qui.
Occorrono pulite intenzioni, esse sono il passaporto per un apprendimento sempre più
profondo, occorre ubbidire all’anima senza riserve. Questo è già essere altamente
operativi, è questa totale assenza di compiacimento umano lo spirito di servizio che
tanti di noi hanno avuto quando erano sulla terra.
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Non crediate che lavorare per noi corrisponda sempre ad un compito chiaramente
delineato. Questo può capitare, capita e capiterà, ma i vostri non sono tempi storici che
favoriscano missioni eclatanti.
Contribuire al risveglio di una nuova coscienza collettiva è compito certamente
eclatante, ma spesso resta invisibile alle masse.
È grazie ad un costante giornaliero lavoro su se stessi e sugli altri, oscuro per lo più,
che si diventa in grado di compiere gesti più esposti, se ce ne fosse la necessità, senza
perdersi in essi.
Nulla è da escludere per ciascuno di voi. La coscienza collettiva nuova sarà all’inizio
privilegio di pochissimi, che, senza necessariamente capirlo con la mente, saranno i
pionieri del prossimo ciclo.
La consapevolezza umana ha poco a che vedere con la consapevolezza spirituale.
Non c’è nulla di eclatante nell’apprendere tecniche esoteriche. Usarle fuori dalla
connessione è pericoloso. Se finalizzate allo svolgimento di un compito spirituale, esse
diventano strumenti come lo sono gli utensili per un artigiano. Servono a chi le osserva,
scuotono chi le osserva. Chi ne fa uso le tratta con distacco.
Guarire un cieco serve al cieco e non solo alla sua vista. Chi vede il cieco guarire è
scosso non dal rituale che l’ha guarito, ma dalla sua guarigione.
Per la mia missione ho dovuto prepararmi anche sulla terra, anche se avrei potuto
benissimo farne a meno. Ciò è stato in parte trasmesso ai discepoli.
Stando nell’esempio, chi è un guaritore in modo spirituale mette in atto l’uso di
tecniche esoteriche. Dire di sì chiede sempre la verifica dell’intenzione e un costante
riferimento di fede.
CAPITOLO VI
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Ricordate di cogliere sempre l'unità in tutte le fonti che trasmettono. L'unità è la chiave
che apre la porta del nostro mondo.
C’è Giovanni.
Il più in basso di noi comunque contiene l’Ente Supremo. Chiunque viene a parlare è
contemporaneamente voi e Cristo. Hitler è anche Buddha. Se vi staccate dalla
consapevolezza dell’uno, perdete la vera connessione con l’anima e vi diventa
impossibile vivere sulla terra la fratellanza che non è per nulla un fatto teorico.
Voi vivete anche questa senza accorgervene solo se l’anima vostra continua a ricordare
il nostro concetto di uno.
Voi siete uno anche fra voi uomini sulla terra. Ognuno porta in germe la responsabilità
della vita di tutti e ognuno ha da fare la sua parte, consapevole, chi può, che un suo
passo indietro rallenta tutti gli altri. Questa è coscienza collettiva. Siete individui, ma
anche contemporaneamente essenziale ed insostituibile parte di un tutto che pulsa con
un cuore formato da tutti i singoli cuori.
Meditate su questo concetto dell’uno. È talmente importante che sempre aggiunge
qualcosa a se stesso. Se non lo afferrate con la mente, fidatevi dei lampi di intuizione,
di quei bagliori momentanei, di quelle voci interiori inaspettate e degli istinti che
fortemente vi spingono alla compassione verso altri esseri.
Di fronte al concetto di uno l’umanità è grandissima perché lo rappresenta sulla terra e
piccolissima perché non lo può contenere.
Siate disponibili al prossimo. Non chiudetevi, voi siete uno con noi e con tutti gli
uomini. Sentite l’unità che vi entri dentro e scaldi il vostro cuore. Voi siete
contemporaneamente nel mondo e fuori dal mondo, del mondo e solo di voi stessi.
Nessuno può distaccarsi dal rapporto umano, dalla solidarietà e dalla compassione. La
gente che non sa è lontanissima da voi, ma nel contempo vicinissima e non a caso nella
vostra vita.
Non stupitevi se chi vi sembra chiuso ha dei guizzi di luce, o se chi vi sembra avanti
cede e vi delude. I passi di chi non è consapevole sono lo stesso passi.
Non giudicate, quello che vedete è sempre una psiche, mai una anima. Non giudicate
mai. Siate certi di una realtà esistente per tutti, invisibile agli occhi di chi guarda sulla
terra.
C’è Giovanni.
L’evoluzione dell’anima è totalmente svincolata dall’umano concetto di tempo.
L’anima è uno scrigno. Le sue gemme si accendono e sfavillano secondo la legge
dell’evoluzione solo quando è maturo il tempo di un passo avanti nell’evoluzione.
Nulla del capitale guadagnato nelle altre vite è fine a se stesso, ma va a sommarsi per
avvicinarsi sempre più ad un singolo e personale totale.
Qui noi siamo la somma evolutiva di tutte le nostre incarnazioni che determina la
nostra posizione e ci chiarisce su quanto ancora ci manca.
Ci presentiamo a voi con il nome della nostra vita che per voi significa qualcosa al solo
scopo di aiutare le vostre menti a ricevere e a trattenere, ma non dimenticate mai che
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chi vi parla è l’insieme di conoscenza che è frutto di molte vite per voi anonime e poco
significanti. Così io sono anche Giovanni, ma non solo Giovanni.
L’unico che è colui che è, è Cristo.
Perciò chi è consapevole sulla terra è già anima che ha molto camminato. Anche la
consapevolezza terrena è conquista karmica, oltre che dono divino destinato a chi sa
leggerne le finalità, a chi con l’anima porta sulla terra quello che vi diciamo essere
l’uno.
Non abbiate paura di non capire l'uno. Siete qui perché lo vivete al di là del fatto che è
concetto che la mente non può contenere. Voi ne avete qualche fugace sentimento che vi
fa da spia sulla terra di un sentire divino.
L'uno è divino, il disegno è quello di portarlo negli uomini per alzare la soglia della
consapevolezza. Non conta niente il fatto che la psiche non sia in grado di spiegarselo.
Questo bagaglio evolutivo è quello che, prima o poi, porta tutti gli uomini alla
connessione. È viaggio di tutte le vite come di un attimo, è conquista fondamentale
dalla quale ripartire per altre fondamentali conquiste. Quando si arriva qui dopo ogni
vita, qui si compongono tutte le domande e la spinta evolutiva è la più appagante
risposta.
Vi suggerisco di leggere più volte queste parole, di prestare attenzione ai movimenti di
memoria dell’anima. Ciò che ricordate entra automaticamente nella vostra vita, nella
vostra esperienza terrena.
C’è Moses.
La somma delle conquiste karmiche non toglie nulla all’importanza di ogni singola
vita. Mentre siete dentro una vita, vivetela al meglio, date il massimo, non pensate mai
che, tanto, dovrete ritornare. State in ogni vita come se essa fosse l’unica occasione che
avete. Non vi è dato di sapere l’esatta dinamica delle valutazioni e dei ritorni, né di
capire più di tanto il concetto di spinta evolutiva. Perciò utilizzate senza calcoli tutti i
vostri mezzi, il bilancio evolutivo non è affare della terra. È molto importante.
Ricordate: ogni vita ha il suo preciso significato e il suo preciso valore. Restate nella
vostra con tutta l’umiltà e la consapevolezza richieste a chi sa anche dell’esistenza delle
altre possibilità.
*********
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C’è Cristo.
Vi parlo stasera di amore.
Non è stato capito e tramandato nel tempo ciò che io ho inteso portarvi sulla terra. È
concetto di amore spirituale che non limita l’amore terreno, ma lo illumina e lo innalza.
L’essenza di questo amore è la non esclusività, amando senza confini e condizioni
centuplicate la vostra capacità di amare.
Così, se riuscite a guardare con amore un oggetto che entra a confondere la geometria
umana dei vostri legami, anziché respingerlo, quell’oggetto così guardato diventa una
delle fiamme perenni che ardono in voi e alimentano il sentimento spirituale.
L’amore è uno, quello che sperimentate sulla terra è il riverbero dell’istinto spirituale di
ogni anima verso le altre anime. La materia in cui siete immersi connota di elementi
negativi, quali l’egoismo, il possesso, la rivalità, la gelosia, ogni manifestazione di
amore sulla terra, che è sempre manifestazione dello spirito.
Amore vuol dire ricordare che l’amore viene dallo spirito. Ciò non impedisce affatto
che investa la materia. La consapevolezza permette che la materia ne sia sublimata.
La cecità spirituale svilisce l’amore e lo riduce ad un sentire sensibile ai limiti della
terra. L’amore è sempre un ponte fra noi e voi, è la possibilità che l’uomo ha sulla terra
di ricordare l’armonia e il dilatarsi senza confini dell’anima.
Riconoscere questo permette di capire senza sforzo il mio messaggio, fa sì che l’anima
vibri di intima segreta comprensione e connessione ascoltando “ama il prossimo tuo
come te stesso”. È per l’anima ritrovare la sua matrice e riconnettersi con l’uno di cui
ha perso memoria incarnandosi.
Alla luce di queste parole rileggete i miei insegnamenti, trovate le vostre intime
connessioni, accostatevi al Vangelo con l’anima, non con la mente. Riguardate il mio
percorso sulla terra, seguitemi oggi più di ieri, parole note da sempre vi suoneranno
come nuove.
C’è Paolo.
Vengo dirvi che nulla può ostacolare la risposta di un’anima ad un karmico richiamo
spirituale. La mia mente era addestrata e vigile, pronta, cinica e sicura nel negare il
trascendente.
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Ma, a mia umana insaputa, l’anima stava aspettando. Quando il richiamo è giunto, è
stato come uno squarcio nel tessuto della mia mente e non sono più stato in grado di
riferirmi ad essa come nucleo di razionali certezze.
La mia è una storia violenta come lo sono tutte le conversioni. Non potete immaginare
la potenza immane che mi ha scosso e il rovesciamento totale delle mie abitudini di
colto e raffinato inconsapevole.
Vi dico questo non per spaventarvi, la voce di Dio sa anche accarezzare. Vi dico però
di non cercare scappatoie o di modificare a voi stessi la verità di ciò che sapete. Non
fatelo, non è possibile farlo e provarci vi costerebbe tali lacerazioni che nemmeno gli
spiriti forti sopportano. State connessi, per quanto questo costi sulla terra, è l’unico
modo per non tradire l’integrità della vostra anima. Tradirla è condannarsi ad una tale
agonia morale che si può perfino arbitrariamente mettere fine ad un’esistenza.
Vi dico che nel tempo le adesioni dell’anima possono risultare sempre
più faticose. State connessi, non è la connessione in sé che costa.
Connessione non è solo conoscere questi messaggi, ma anche muoversi
sulla terra senza umani supporti, senza capire perché, in una costante
incrollabile fede.
Questo, credetemi, costa. Stare connessi con noi è anche forte volontà,
la fede si conquista e si alimenta ogni minuto.
C’è Abraham.
Io mi sono osservato muovermi senza più nessun contatto con la mia parte razionale
nei miei primi colloqui con il divino. Ho detto e fatto cose completamente inspiegabili,
ma fin qui è stato relativamente facile. La vicinanza di Dio dà un’energia
soprannaturale. Quando mi è stato chiesto di sacrificare mio figlio, è stato come se tutte
le mie forze razionali si fossero risvegliate di colpo e lì ho dovuto scegliere.
Non fermatevi alla mia storia, il mio è un caso limite emblematico per l’umanità. Il
messaggio è un altro. Per quanto aiutati, c’è sempre una parte di voi che al buio dovrà
continuare a scegliere se dire di sì.
Isaac è il simbolo degli attaccamenti della terra. La fede non sempre chiede di
abbandonarli. La Bibbia vi dimostra che possono anche venire mantenuti.
La fede ha prove chiare e prove oscure, è l’avventura spirituale più impegnativa per
un’anima sulla terra.
Quando l’anima incarnata riceve sulla terra informazioni spirituali che arrivano alla
mente, il primo rischio è di non crederci, il secondo è di crederci ma di non ascoltare, il
terzo è quello di ricercare scappatoie volendo a tutti costi restare in un ambito solo
terreno. Quanto più si è consapevoli, tanto più si soffre, sia negando con la mente ciò
che l’anima afferma, sia stando connessi e affrontando così il peso della materia che
ora è evidente.
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Non preoccupatevi, vivete con consapevolezza ogni giornata e state lieti. Sentitevi
liberi, la consapevolezza è essenzialmente libertà. Assaporate la vostra intima gioia,
cercatela e assaporatela, in essa siete autentici e reali. Tutto il resto sono i vostri sogni
terreni, sono illusioni. Così è. State nella gioia, è la dimensione della realtà.
Parliamo degli equivoci legati al dare, sulla terra è difficile restarne esenti.
L’altruismo sulla terra è già in sé una cosa rara e bella. Le anime più evolute sono in
grado di coglierne i rischi. Donare, come amare, in senso spirituale vuol dire
dimenticarsi di sé. Non può essere spiegato a parole: la distinzione fra senso di
gratificante soddisfazione e pace interiore senza emozioni umane, che non siano la
perfetta serenità, segna la differenza.
Amare vuol dire entrare nell’altro, essere l’altro ma senza masochistiche cancellazioni
di chi si è. Vuol dire tenere presente il bene dell’altro, più con le intuizioni che
vengono dall’anima che con la logica razionale.
L’amore è semplice, fluido, spontaneo, è gioia ed è accettazione quando non viene
capito o ricambiato. Tutto nell’amore è quieto e costante, le passioni e le esaltazioni,
come la disperazione, sono sentimenti forti che appartengono all’ego.
Lo spirito dà con naturalezza, l’amore è la sua realtà che la materia copre di equivoci.
Ciò che alla materia sembra eccezionalmente meritorio, per l’anima è normale. Il
donare è uno dei connotati essenziali dell’anima, è insito nel concetto di uno. Un
costante e reciproco scambio l’amore è la permanente atmosfera che circonda le anime
evolute nella consapevolezza.
Dare è un istinto che non si può soffocare quando si ha raggiunto la consapevolezza
spirituale dell’uno.
Le vostre anime anche sulla terra vi mandano segnali, qualcosa di voi li sente e
comincia a decifrarli. Sarà così sempre di più. L’amore si impara vivendo, non
sprecando parole.
L’amore c’è, non comincia e non finisce come si dice sulla terra, è una corrente
continua di vita spirituale nella quale basta entrare. Sulla terra se ne vive una pallida
imitazione. E’ possibile provarlo se la connessione con l’anima è forte.
È questo argomento direttamente collegato alla consapevolezza. Ne è causa ed effetto
insieme. Sentitelo, non imparatelo, lo riconoscerete senza errore, fa soffrire e rende
felici sulla terra finché l’anima non lo connota di consapevolezza. Allora è distacco da
ogni ritorno.
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L’amore sulla terra è il sentimento più paragonabile all’esperienza dell’uno, anche se
nell’amore terreno è sentire di un attimo e poi subisce le opacità della materia. La
connessione è la chiave per sublimare l’amore sulla terra.
CAPITOLO VIII
C’è Cristo.
Capite bene quello che vi dico: la mia morte è il simbolo della morte a noi stessi che si
sperimenta quando si ama dell’amore spirituale. È la connessione con l’uno, è la
perdita dei confini dell’ego, è uccidere l’ego e osservare che l’ego non si stupisce, non
reagisce, non si ribella, perché questo tipo d’amore ne segna il superamento.
La consapevolezza permette di assecondare quel sentire e di viverlo con semplice
naturalezza. I grossi tumulti emotivi collegati al dare non vi apparterranno più.
Non temete l’indifferenza, è quello che intendevo quando dicevo che la vostra mano
sinistra non sappia mai quello che fa la destra. È l’assenza di compiacimento.
La terra dà sempre di più segnali contrari e devianti. La terra ama le passioni e non può
capire il distacco della consapevolezza, che contiene tutta la fusione d’amore dell’uno.
L’amore spirituale non dà segni confermativi alla materia, ma l’anima è sempre accesa
e calda nella condivisione. Accettare di vivere senza emotive soddisfazioni nel dare
agli altri è morire a voi stessi. Questa è la base della consapevole guerra al male. Se chi
combatte il male si gonfia di legittimo orgoglio, il male ha già vinto.
Questo apre il discorso sull'umiltà che, come l'amore, è totalmente fraintesa sulla terra.
Ne parleremo.
C’è Cristo.
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Sulla compassione ancora dovremo parlare. La compassione è connessa. Chi ama, ama
con compassione e conosce l’umiltà. L’autentica compassione è merce rara sulla terra,
ha mille comportamenti, mille sfumature e non è spiritualmente autentica se chi si
sforza di offrirla al mondo non è evoluto.
Anche essa offre chiavi di comprensione nel sentire, anche essa si nutre di connessione.
Connessi non è possibile fallirla. Senza connessione diventa la fiera degli autoinganni.
È sottile la distinzione, ma è importante e profondissima, perché la connessione non
può essere vissuta da nessun uomo solo con la buona volontà, mentre la compassione
sì. Anche se non è in questo caso quella autenticamente spirituale, ricercarla sulla terra
anche da inconsapevoli è comunque meritorio ed è il primo passo per arrivare, con
successive scelte karmiche, a conoscerla.
C’è Giovanni.
Chi è veramente umile in senso spirituale non se ne accorge mai, non lo sa. L’umiltà è
la più ingannevole e contraddittoria di tutte le qualità spirituali, perché, per sentirsi
piccoli nel modo giusto, è necessario amare sufficientemente se stessi nel modo giusto.
L’inadeguatezza non è umiltà, come non lo è l’affermazione della propria nullità.
Sentirsi strumenti di Dio è umiltà, ma con la consapevolezza di essere strumento
partecipe con volontà, con accettazione, con fede e con un po’ di conoscenza.
Chi è inconsapevole non potrà essere umile. La consapevolezza genera una automatica
umiltà che non viene percepita come tale, né come qualità, ma che è l’unico interiore
atteggiamento possibile.
L’umiltà è implicita nella consapevolezza, ne deriva, è sottintesa, ne fa talmente parte
che non c’è una senza l’altra.
Perciò diffidate se vi sentite umili. Ancora un volta l’indifferenza, il non cogliere, il
sentire normale ciò che il mondo vede meritevole è giusto, ancora una volta è giusto.
L’umiltà è connessione, è un regalo di Dio.
Non fate mai le false mammole. Non sentitevi ambiguamente compiaciuti di sentirvi
piccoli. Siate consapevoli che non a caso vi abbiamo detto l’uno, l’uno nostro con voi.
Non crogiolatevi in inutili modestie, sappiate chi siete e lavorate dimenticandolo.
C’è Marco.
L’affettività di Giovanni lo caratterizzava anche sulla terra. Il suo torrente d’amore mi
farà, al confronto, sembrare asciutto, ma non crediate che io vi ami di meno.
Vengo stasera perché ho sperimentato l’umiltà, ma me ne sono accorto solo qui.
Ero un uomo semplice, schivo, timido. Quando ho però incontrato il mio Maestro, ho
sentito la sua chiamata e ho creduto nella mia capacità di seguirlo: questa è l’umiltà.
Non dubitate di voi, dubitare di voi vi fa perdere la connessione.
Consapevolezza chiama umiltà, umiltà chiama fede, anche fede in voi stessi.
L’insegnamento di Cristo è fuori dal tempo, quando viene percepito è come se lui fosse
in mezzo a voi a darvelo. Lui è: non è nato, nasce, non è venuto, viene, non è morto,
muore e rinasce ad ogni morte e ad ogni rinascita spirituale. Così è con voi e noi con
voi e tutti uno.
C’è Moses.
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Quella che sulla terra è riconosciuta come saggezza, non filosofica né culturale ma
comportamentale e morale, quella di coloro che voi definite belle persone, quella del
cuore, è sempre connessione con l’anima, con noi.
Anche la saggezza è virtù spirituale. Deriva, come l’umiltà, dalla consapevolezza.
Il saggio non pontifica, offre esempi, non parole, sa che non serve tentare di spiegare il
punto di approdo alla consapevolezza. Chi è consapevole non cade più in
comportamenti sconsiderati spiritualmente, è naturalmente saggio. La saggezza terrena
è altro, spesso è manifestazione di ego anche se le intenzioni sono buone e l’aiuto
spesso è concreto.
Come per la compassione, anche qui è comunque cosa bella e rara sulla terra, ma può
essere definita un primo passo verso la saggezza spirituale solo a seconda delle
intenzioni.
Nella connessione c’è consapevolezza, aiuto e volontà. Sulla terra essa è tanto
impegnativa proprio perché ribalta l’umano modo di sentire e confonde il vostro
concetto di merito.
Stare connessi, restare consapevoli, diventare umili e saggi, vivere l’accettazione,
soffrire le continue tentazioni della mente, scegliere sperimentando ogni giorno la
scelta nel bene e nel male, cioè con tutta la gioia e tutto il dolore che comporta, è stare
al mondo come degli stranieri.
C’è Buddha.
Il sorriso ineffabile e consapevole che vedete sul mio volto nei miei ritratti, sul volto
del Dalai Lama e su quello dei Rimpoce e di ogni buddista consapevole, è serenità
interiore, quello che la vostra religione chiama speranza, come chiama carità la
compassione.
Speranza è un termine totalmente inadeguato, è come dire assenza di certezza. Per
questo è collegata alla fede, ma, per chi è connesso e consapevole, la fede è buia
adesione ad un’indimostrabile divino solo per i limiti della materia, è prova solo sulla
terra.
Chi è nell’evoluzione vive la fede con la gioia e la memoria dell’anima e con la fatica e
i dubbi della mente. Sia così anche per la speranza. Essa è certezza interiore per
l’anima, attesa fiduciosa, ma ipotetica, per la mente.
Come la fede, anche la speranza subisce gli attacchi della materia, che la vede come
l’illusione di anime ingenue. L’anima connessa sa che la speranza è certezza, è il
ricordo forzatamente appannato sulla terra delle nostre comuni origini spirituali e della
nostra comune spirituale destinazione.
La speranza è importantissima. Essendo per l’anima certezza, ne è il sostegno e apre la
connessione che a sua volta conduce a consapevolezza, fede, umiltà e saggezza.
Questa speranza/certezza è la conoscenza dell’anima, che la materia ha potuto solo
correggere, ma non offuscare.
Chi vive l’unità anche con la mente riconosce i moti di perfetto appagamento
dell’anima. Coloro che sono inconsapevoli pregano e sperano in un aldilà.
La felicità dello spirito è ciò che i cristiani chiamano speranza.
State in questa felicità. Che la conoscenza spalanchi sempre più anche alle vostre menti
il concetto arduo che la felicità è la dimensione naturale dell’anima.
L’uomo connesso sulla terra prima o poi arriverà a vivere quella serenità e quella pace
interiore che sono il riflesso terreno di questa felicità. Tutto ciò che la impedisce è
materia, è altro dallo spirito, è karma da affrontare come evolutivo.
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Non ci sono punizioni, non ci sono ingiustizie, non ci sono parzialità. La connessione
permette una illuminata consapevole accettazione intrisa, anche nel dolore terreno, di
questa spirituale felicità, la speranza, cioè la conoscenza.
Siate nella felicità di chi è connesso, di chi non può più soffrire il cupo dolore
inconsapevole. Nella conoscenza, cioè nella speranza, il dolore è sofferenza e, quindi,
faticosa ma conquistata gioia evolutiva.
Vi dico ancora: anche con la mente state nella felicità. Ricordate queste e altre parole
quando la materia vi schiaccia.
Sorridete anche voi del mio sorriso. Avete oramai capito lo stretto legame che collega
la speranza con la connessione.
La certezza dell’anima, che vive un karma in cui è chiamata ricordare, è la base di
partenza per sperimentare la connessione e diventare consapevoli.
Di tutte le virtù spirituali, essa è la meno impegnativa sulla terra, è campanello che
suona per l’anima, non per la mente, ma senza di essa non potrebbero avvenire i
successivi passaggi di consapevolezza, né potrebbero essere apprese la fede e l’umiltà.
Adesso che questo fondamentale passaggio è stato chiarito, parleremo di come, per voi
sulla terra, sia possibile arrivare alla pace interiore.
Un vecchio trucco buddista per neutralizzare le onde negative del pensiero è ignorarlo,
non dargli importanza, è quello che voi giustamente denominate “osservazione”. Essa
porta alla pace se è congiunta allo sforzo consapevole d’amore di cui parla Cristo.
L’amore crea di suo onde mentali positive talmente forti che sono capaci di sconfiggere
qualunque malsano e sottile tentativo di male.
Mettete insieme tutto quello che sapete, non c’è contraddizione per fra il distacco
buddista e il trasporto d’amore cristiano, se vengono capiti e messi insieme nella giusta
accezione di ciò che significano.
Il distacco e l’osservazione sono strumenti formidabili per imparare a staccarsi dalle
tentazioni della mente, ma usati da soli non portano più in là di una bella evoluzione
terrena. Il ponte con la connessione è creato dall’amore. La verità spirituale è l’amore.
Ci avvicina tutti, ci tiene nell’uno.
È per questo che il messaggio di Cristo è più impegnativo del mio. Stare nell’amore
come lui vi ha detto è morire a se stessi. L’osservazione e il distacco possono favorire
nell’entità umana la vittoria sulla mente e quindi sgombrare il campo dagli ostacoli
maggiori che tentano di impedire una scelta d’amore.
Guardatevi vivere, guardatevi sempre senza giudizi colpevolizzanti, ma con una
costante attenzione. Questo alla lunga fiacca anche la mente più astuta.
Il pensiero è sulla terra l’antagonista più potente dello spirito. Non serve contrastarlo,
serve smascherarlo osservandolo con freddezza emotiva. Così si crea una breccia nella
quale entra, anzi irrompe, l’amore.
Tutto è utile, tutto ciò che sulla terra è sforzo consapevole avvicina all’uno.
La pace interiore è la più esaltante esperienza terrena che siete chiamati a sperimentare.
La mente farà probabilmente fatica a trattenere questo messaggio per ovvi motivi di
difesa, ma non temete, l’anima ne ha già colto il suggerimento.
In tutto ciò continuate, se possibile, a sorridere di voi stessi. Sdrammatizzate con
l’osservazione neutrale ciò che la mente vorrebbe fortemente drammatico e amate,
amate anche voi stessi, difendetevi dal dolore non evolutivo che la mente ripropone ad
ogni passo. Amatevi con la gentilezza evolutiva della consapevolezza e da qui partite
per amare il mondo. Arriverete, se capite questo e lo vivete, ad amare anche vostro
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nemico. È tutto collegato, sono passaggi che l’anima riconosce come sentieri già
battuti. È il filo da tessere di cui si è parlato prima.
State nella gioia, vi illumina il cammino.
La vostra primaria difficoltà sarà sempre di più restare sulla terra sapendone ribaltare i
valori, esserne ancorati dalla vostra condizione umana, ma disancorati dalla vostra
connessione spirituale. È come camminare toccando ad ogni passo la terra e
contemporaneamente avere le ali spiegate sulle spalle.
Camminare non è più facile, volare via non è ancora possibile. Camminate con la
mente e volate con l’anima, la mente si uniforma e si piega a chi la sa tenere in costante
esercizio.
C’è Cristo.
Vi ho detto, con altri di noi, che lo spirito non appaga la materia, che l’indifferenza del
sentire durante il cammino non è un brutto segno. Vi ho detto anche di non cercare
riscontri spirituali, perché non ce ne sono mai.
Andate e siate testimoni, non nel dire, ma nel fare, date amore, date compassione, date
saggezza, siate umili, abbiate fede e non dimenticate, non dimenticate mai. State
connessi.
C’ è Moses.
La connessione è un grande aiuto finalizzato sempre al grande compito di chi ha scelto
lo spirito sulla terra, ma aumenta e fa crescere ogni giorno la consapevole
responsabilità, la coscienza sottile di ogni vostro atto. La saggezza è anche coscienza
di non dover più sbagliare. L'evoluzione collettiva è portata avanti da tutti, ma chi è
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connesso e sa la verità ne porta la responsabilità più degli altri. Rallentare la crescita di
altri, sapendo come stanno le cose, è molto più grave che essere inconsapevoli.
L’amore è sempre la chiave di tutto. Se state lì non sbagliate mai. È facilissimo credere
di farcela, ricordate ciò che vi ha detto Simon Pietro. La connessione, quando viene
percepita, è una tale consolazione che tutto sembra possibile, ma essa dà forza a voi,
non per questo la realtà che vi circonda è più facile. Stare nella connessione vi permette
di affrontare spiritualmente battaglie materiali. Cadrete e sbaglierete anche voi come
abbiamo fatto tutti.
State nella accettazione, nello sforzo consapevole, nell’equilibrio e ricordate
l’osservazione di Buddha. Se c’è consapevolezza, si accettano gli errori come
apprendimento.
Seguitevi con attenzione vigile, ma amorevole, sondate l’intenzione, ricordate il
messaggio di Cristo sulla preventiva valutazione delle conseguenze prima di scegliere.
Sembrano oramai cose note, ma sono nuove ogni giorno.
Ricordatevi, il nostro aiuto è costante, ma è vostra e solo vostra la disponibilità a
riceverlo.
*********
CAPITOLO IX
La verità spirituale è sempre, anche se con fatica, applicabile sulla terra. State attenti a
non banalizzare o sottovalutare concetti apparentemente semplici. Spesso ciò che la
mente percepisce semplice nasconde la difficoltà della mente ad aderirvi.
C’è Moses.
Mi piacerà spiegarvi come significare e vivere oggi i dieci comandamenti. Sono
estremamente attuali, se compresi nella loro essenza che è fuori da ogni tempo. Dio,
così solenne come in essi viene percepito, è diretta comunicazione d’amore.
Parliamo del VII, non rubare.
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Tutti voi siete ladri sulla terra. Tutti avete rubato pace ad altre anime nei contorti
rapporti che vi legano nella materia.
Ogni volta che fate un ricatto inconsapevole o consapevole, ogni volta che aggredite
moralmente, ogni volta che sfruttate i talenti degli altri, ogni volta che cercate di
possedere, derubate un’anima o più anime della loro connessione, ipotetica o reale non
importa.
Voi non potete conoscere le scelte karmiche degli altri e, se non siete più che
consapevoli, attentate all’integrità dell’anima altrui ogni volta che la abbassate, che la
scollegate.
Ira, prepotenza, debolezza, vittimismo, prevaricazione, finta buona fede,
manipolazione, sono veri e propri furti con i quali deprivate qualcun altro di fede, di
pace, di ricerca.
Aggiungo anche un concetto più estremo. Durante le condivisioni con chi segue un
cammino si puoi rischiare con una parola avventata di rubare all’altro anche un po’
della sua consapevolezza.
Mai interferire con leggerezza e superficialità, tanto per parlare, nel cammino di un
altro. Potreste rubargli quelle che per lui magari sono poche e faticose conquiste e non
ha nessuna importanza se non lo sono ancora.
Rubare è oggi nel vostro mondo molto più facile di quanto lo sia stato nel mio. Siete
più avidi di cose spirituali che di cose materiali.
Rubare è anche derubare voi stessi delle occasioni che avete avuto lasciandole cadere.
È un furto della vostra mente ai danni della vostra anima. La buona fede non basta.
Tutto a voi uomini dura così poco. Ciò che avete vi stanca subito e presto cercate di
rubare agli altri quello che vi sembra essi abbiano più di voi. Non pensate a cose o al
denaro, non è questo quello che dico. I ladri di cose materiali hanno l’attenuante della
non consapevolezza e sarà proprio la consapevolezza la loro peggiore punizione.
Voi rischiate di rubare evoluzione, saggezza, compassione, quando, pur senza
certamente ottenerle, vi comportate in modo tale da fare in modo che qualcun altro le
perda. È rubare perché toglie anche se non può corrispondere ad un mettere in tasca.
Voi siete in grado di capire. Contro questi furti non c’è carcere, non c’è polizia, non ci
sono sceriffi, sono colpe che restano impunite sulla terra, ma che sporcano di macchie
dure da cancellare anche il karma più immacolato. I furti spirituali sono quasi sempre
inconsapevoli. Cercate di rimediarli offrendo al derubato le parole consapevoli in grado
di risarcirlo.
Quando Dio ha detto “VII, non rubare“, ha detto agli uomini il rispetto e l’accettazione.
Potete capirlo, potete cogliere l’infinita bontà di chi ci continua a fornire strumenti.
Fate vostre queste parole e ringraziate il Dio delle tavole, il Dio dell’amore, l’unico
padre che è uno in tutti i suoi figli.
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È sempre sbagliata la menzogna detta per ottenere vantaggi, materiali o morali, quella
detta per imbrogliare un prossimo in buona fede, quella detta per deridere, che così
spesso ferisce e dalla quale vi giustificate dicendo “ è uno scherzo “.
È male mentire per brillare, per offuscare un altro, per smerciare finte verità di comodo,
per ottenere consensi e potere, è ancora e sempre male mentire sapendo di mentire.
Questo vale per le anime inconsapevoli, perché chi è connesso non può più commettere
simili errori. Essi non fanno più parte delle sue prove. Chi è nell’evoluzione e
nell’apprendimento deve saper usare la verità e la menzogna e noi siamo con voi per
insegnarvelo. Anche la verità e la menzogna sono uno, apparente dualismo sulla terra,
da non vivere in un modo netto, come per tutti gli altri dualismi, che non si
contrappongono come sembra sulla terra, ma sfumano uno dentro l’altro.
Verità vale per tutte le verità spirituali, cioè, sulla terra, per gli insegnamenti che
ricevete e per tutte le voci dell’anima. Quando queste voci vi pilotano, voi sapete
scegliere che cosa dire e quanto dire e addirittura di non dire o di dire diverso dal vero.
Questo per gli uomini è mentire, per le anime è discriminare sottilmente il bene più
adatto all’altro e non fare mai di questo bene un uso che comporti un ritorno personale.
Spesso, sulla terra, per gli inconsapevoli dire la verità è ego, per chi è connesso mentire
può essere compassione. La verità non ha bandiere da sventolare, esce il più delle volte
da anime pure che sono nell’ombra e nell’ombra la vivono. Non dire falsa
testimonianza significa non permettere che il tuo comportamento di vita sia un esempio
fuorviante. Il mentire è un corollario, un dettaglio, non è la bugia un male se viene da
un’anima seriamente consapevole della ricerca del bene.
I comandamenti sono molto più ampi dei semplici e pratici divieti cui sembrano
riferirsi. Solo chi è pronto può ricevere da essi il vero significato esoterico e capirne la
portata per viverlo nel suo tempo in mezzo agli uomini.
Ricordate questa prospettiva della verità e osservatela anche nelle parole che vi
vengono offerte dal mondo. Siate attenti a riconoscere barlumi di verità, essi sono
dovunque, possono venire donati da chiunque, anche il discorso più apparentemente
banale può contenerne. Siate pronti e vigili non solo nel lavoro di dare verità, ma
anche nel lavoro di riceverla. Se fate un salto logico, vedrete l’unicità di verità e amore.
La vostra umana logica è aiutata da collegamenti riassuntivi del tutto. Inutile dire che
non siete mai autorizzati a mentire fuori dalla consapevolezza. Non barattate mai a voi
stessi verità di comodo. Anche i sensi di colpa possono essere verità di comodo, come
le crociate, come, a rovescio, le fughe.
Aiutatevi con la preghiera e con la connessione con noi a stare nella verità, a dare
giusta testimonianza.
Ricordati di santificare le feste. Sulla terra non avete capito che cosa vuol dire.
Non è la vostra domenica, né il sabato un giorno di particolare devozione.
Quello che va santificato, cioè onorato con il ricordo che torna, è il germe spirituale
insito in ogni uomo.
Il santificare le feste significa gioire quando lo spirito si palesa sulla terra. Ogni giorno
può essere in questo modo una festa, dunque santificate ogni giorno, permettete il fluire
28
della memoria spirituale, date giusta testimonianza, non rubate, vivete nella
connessione e così santificherete le feste.
Gli uomini inconsapevoli vanno a messa tutte le domeniche e non capiscono la voce
dell’anima. Chi è nella verità fa di ogni suo giorno una messa e si avvicina a Dio
lontano dagli occhi degli altri. Con ciò, non è in sé sbagliato andare a messa, ma resta
un gesto di vuota devozione se chi lo fa non applica nella sua vita il minimo concetto di
sforzo consapevole.
Non giudicateli male, sono tanti i praticanti inconsapevoli che pure nelle loro
intenzioni sono vicini a Dio. Il termine messa è per voi cristiani, vale qualunque
sinonimo preso da altri culti.
Non disprezzate nessuno: esistono altri cammini per i quali andare a messa è
evoluzione. Non dimenticate che è stato Cristo a spezzare il pane, questo gesto ripetuto
in ogni chiesa permette a miliardi di persone la connessione di un attimo. Nessuna
storia è inutile, ogni vita che in mille modi si accosta alla ricerca di Dio è già vita che si
sta preparando all’evoluzione.
Compassione, rispetto e coscienza del divino in noi vi aiutino ad onorare anche il
cammino degli altri.
29
La legge fa sempre in modo che la successiva incarnazione sia scelta con sicure
garanzie di riuscita e con scarse difficoltà terrene.
L’uccisione spirituale è perpetrare un furto grave per un’intera vita ai danni dell’intera
vita di un altro, è l’ostinazione a stare nel furto per il puro gusto di rubare: è il caso di
quelle cattiverie che diventano croniche e che non possono più per questo essere
definite inconsapevoli.
L’inconsapevolezza nel male spesso genera gesti atroci, ma quando essi si eternizzano,
non finiscono mai, diventano deviata abitudine, allora si può parlare di
inconsapevolezza consapevole.
Non uccidere vuol dire “vai avanti” e lascia chiunque libero di andare avanti, vuol dire
ricordati che la morte è un passaggio evolutivo che arriva per ognuno quando è il
tempo giusto per la sua anima e tu non lo puoi sapere.
Attenzione anche all’eutanasia.
E’ il caso in cui la pietà, non la compassione, diventa prevaricazione su un karma e
presunzione di sapere che è ultimato.
Anche l’anima di un malato in coma può continuare ad apprendere, magari proprio
dall’esperienza del coma, e chi decide di staccare le macchine non può saperlo.
Per converso, sulla propria durata di vita, escluso il suicidio, un’anima consapevole può
scegliere di non tentare una guarigione o di tentarla, perché la sua consapevolezza le fa
capire se il karma è finito o se ha ancora altri compiti.
Nel secondo caso certamente si farà curare e vivrà finché non li avrà ultimati.
Un’anima consapevole non metterà mai un’altra anima in condizione di uccidere. Un
paziente che chiede di essere aiutato a morire è stanco di soffrire, ma non è
consapevole. I medici non devono aiutarlo a morire.
Nel caso dell’aborto entrano in gioco altri fattori, il karma del nascituro, oltre al karma
della madre e del padre. Nel meccanismo della reincarnazione, oltre a tanti altri casi
che non è questa la sede per esaminare, c’è anche quello di anime che, prima di riuscire
a restare sulla terra per ultimare un karma, hanno bisogno di un primo, rapido, fugace
contatto con la materia per abituarsi ad essa. Questo è il caso che spiega i morti neonati
e i feti abortiti.
E’ discorso complesso questo del non uccidere, l’uccisione fisica può essere il gesto
estremo in una scelta karmica di male e quindi uno smarrirsi dell’anima in esso, tranne
nei casi in cui il karma individuale è inserito in un karma collettivo di guerra.
L’uccisione morale è sempre scelta consapevole, sia da parte di chi la infligge, sia da
parte di chi la subisce.
Non confondete mai la consapevolezza terrena dello spirito con la consapevolezza
libera dai vincoli della materia.
Per quanto connessi possiate essere, la vostra consapevolezza terrena è solo il
minuscolo bagliore di una brace rispetto alla luce del fuoco perenne che arde qui per
ognuno di noi nell’uno.
L’osservazione del male sgomenta sempre sulla terra. Ci vuole molta evoluzione e
molta consapevolezza per arrivare ad osservarlo senza giudizio, come senza giudizio va
osservato un controkarma di bene.
Sono concetti noti all’anima, ardui per la mente. Accettate la materia in cui vivete e la
cui prima e più pesante manifestazione è il pensiero.
Contrastate senza contrasti, combattete senza lotte, state nella pace interiore della
consapevolezza. Intanto il tempo che non c’è vi dà l’illusione di snodarsi e voi
camminate nella luce della vostra crescita.
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Tenete freschi i contenuti trasmessi, cucite sempre tutto insieme, lasciate che sia
assorbito e state nella gioia.
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negative di cui vi parlavo prima, spesso l’attore di atti impuri è aspirato nel loro
vortice.
Collegate queste parole a non rubare, a non uccidere, uno è anche qui il filo conduttore
e conclusivo, una è la stessa potente energia di male.
Mettete in pratica gli antidoti contro le impurità generalizzate nel vostro mondo. Fate
qualcosa di volontario per neutralizzarle. Ormai sapete come, questa è coscienza
collettiva, questo è operare nell’uno.
Il vostro gesto consapevole, che può essere anche un pensiero, annulla un
corrispondente gesto inconsapevole, un corrispondente atto impuro.
Vi è più chiaro così, credo, il concetto di dualismo, il concetto di uno.
È come se io fossi tornato a darvi le tavole incise per voi e per quelli come voi, servi di
Dio nella gioia del suo apprendimento.
I comandamenti sono un messaggio esoterico come le parabole cristiche e quelle che vi
ho dato sono le loro chiavi interpretative.
C’è Cristo.
Le spine della mia corona sono i vostri pensieri, anche per voi sono spesso spine che vi
cingono la testa.
Vorrei riprendere il concetto di pensiero come antagonista dello spirito. È esso lo
strumento di libertà più potente dell’uomo, in sé ne costituisce la coscienza, quindi è
ciò che di più alto esista sulla terra.
Purtroppo è materia, materia se volete evoluta, ma pur sempre materia, materia
psichica. Contenendo però una sua evoluzione, se è giustamente indirizzato, si può
uniformare alle voci dell’anima e, quindi, piegare allo spirito.
Il pensiero può prendere la mano solo agli uomini inconsapevoli che su di esso credono
di poter costruire la loro autonomia. In realtà, nella giusta percezione della realtà, essi
in esso si perdono.
È strumento comunque potente, capace di energia propria, capace di generare quelle
onde negative e positive di cui vi è stato parlato.
Quello che dovete sapere è che il pensiero è plastico. Quando si comprende questo,
esso cessa di apparire un potente antagonista dell’anima. Voi potete plasmarlo, potete
abituarlo al bene, potete accudirlo e ottenere, così, un alleato dell’anima.
Questa è la connessione.
Quando il pensiero diventa cosciente di moti spirituali e vi si adagia, voi potete
esercitarlo a generare onde vibrazionali di bene, di compassione, di silenzio, di
preghiera.
Questa è la consapevolezza.
Non è buttarlo via, è sublimare le sue formidabili capacità. Figlio della materia, esso ne
subisce i richiami: riconosceteli, disarmateli e informatelo sempre più di contenuti
spirituali. Usatelo come uno strumento, fatelo lavorare e lavorare bene, per voi e per il
mondo. Trasformate la corona di spine in aura di luce.
Quando questo processo consapevole è volontariamente incominciato, poi continua da
solo e voi diventate sempre più padroni del vostro strumento. Se gli analisti e gli
psichiatri fossero consapevoli, potrebbero ripulire la terra dal male.
Lavorate sul pensiero e poi col pensiero mettete i vostri mattoni di consapevolezza nel
buio di un mondo che è quasi solo razionale e quindi spiritualmente molto povero.
Create volontarie onde positive, sia generiche che mirate a precise situazioni negative.
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Questo vale per il vostro soggettivo come per i mali più estesi e più generali, come le
guerre, come le violenze, come i furti e gli atti impuri. Pensate a voi stessi, ma pensate
anche all’umanità. Quando potete, mandate una meditazione, una preghiera, un gesto di
sacrificio personale all’uno che rappresentate.
Abituate il vostro pensiero all’idea della fratellanza, sembra così astratto e teorico, ma
le vostre anime contengono anche l’anima collettiva dell’umanità.
Morite a voi stessi, sacrificando quanto potete l’autonomia del vostro pensiero e
spostatelo da voi a fuori di voi. Questo, credetemi, procura molta gioia e potenzia al
massimo la consapevolezza dell’uno.
………………………………………………………………………………………
Sacrificare l’autonomia del vostro pensiero significa non restare nelle reazioni e
nelle considerazioni personali, anche se sono giuste e legittime, ma piegare il vostro
pensiero e spingerlo a ricordare i contenuti spirituali che conosce per farlo uscire dai
suoi ristretti schemi materiali e dargli un respiro più ampio. Questo apparentemente vi
toglie la vostra autonomia terrena.
Facciamo degli esempi oggettivi.
Capita nel vostro contesto sociale un qualsiasi fatto che scatena gli opinionisti. La
vostra mente d’istinto sceglie e dà un giudizio. Fin qui è terra. Se sapete anche
staccarvi dal vostro giudizio e investire l’intera questione di spiritualità, osservandola
in silenzio, riconoscendone i tratti negativi e neutralizzandoli con volontari pensieri e
gesti di consapevolezza, create quelle famose onde positive che vi sembrano così
improbabili.
Così, nel caso soggettivo in cui qualcuno vi offende e voi avete ragione, non
precipitatevi a raccontarlo, a cercare alleati, a preparare una reazione difensiva
articolata. Questo è ancora terra. Ascoltate in silenzio la vostra ferita, informate i
pensieri facendo loro ricordare ciò che sapete su furti, atti impuri, consapevolezza,
accettazione e state a controllare che questa offesa ricevuta non dia il via ad un’offesa
di ritorno. Così facendo vi sembrerà forse di perdere autonomia, ma state creando
volontariamente onde vibrazionali di bene.
Quando pensate, cioè quando vivete, tenete d’occhio anche i pensieri più automatici,
più semplici e più comuni. Anche da questi si può cominciare ad inviare onde positive,
se sono pensieri marcati dalla consapevolezza.
Se siete nervosi, rabbiosi, infelici, interrompete volontariamente il flusso dei vostri
pensieri e volontariamente spostateli su altro, sul contenuto di un messaggio, su un
dialogo costruttivo con altri, su una preghiera, ma tenendo ben presente che lo state
facendo e motivandolo fortemente. In questo modo il pensiero diventa spirituale e voi
vi collegate sempre più consapevolmente al resto dell’umanità, perché questi sono gesti
d’amore.
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Specie per l’uomo moderno, intende gli ideali materiali ai quali spesso egli dedica
l’intera vita. Anche gli atei sono i più fanatici praticanti dei loro personali culti, si
dedicano con vera e propria devozione ad interessi anche intellettualmente altissimi, ma
non sanno vedere il nulla finale in cui confluisce la loro energia.
Un rapporto con il divino sulla terra, anche quello più inconsapevole, comporta un
ridimensionamento delle priorità. Chi lo vive da inconsapevole ribalta di poco le
certezze della terra, lo fa occasionalmente, perlopiù quando è toccato in prima persona.
Chi ha scelto e vive la consapevolezza capisce che cosa intende Dio quando dice “non
avrai nulla all’infuori di me”. È vivere dentro e portare fuori la propria connessione, è
farne un sistema di vita, è capovolgere chi si è sempre stati prima.
Non è una severa ammonizione, bensì una constatazione. Dio riempie totalmente e non
c’è forza umana che può sperare di opporsi. Siatene consapevoli, ricordate Paolo. La
terra cercherà di contrastare lo spirito, ma più vi opponete ai richiami dello spirito e
peggio state sulla terra.
Alzate sempre più il vostro tiro, quando vi sembra di essere nella giusta prospettiva
andate ancora oltre, ancora più in alto C’è sempre un oltre, non c’è limite alla crescita,
non sedetevi mai, ogni cosa capìta ne contiene altre più alte che si capiranno vivendo
l’esperienza di avere appreso la prima. La conoscenza è senza fine, anche ogni uomo
sulla terra ne può contenere sempre di più, sempre di più in un moltiplicarsi infinito che
dilata l’anima.
L’esperienza di Dio abbassa ed esclude tutte le altre esperienze, perciò questo e solo
questo significa “non avrai altro Dio all’infuori di me”.
Rifletteteci, questo non difficile da sentire. Al contrario, la valle di lacrime è la
raffigurazione metaforica del karma vissuto senza consapevolezza e l’invocazione
miope ad un Dio non vissuto, ma sentito solo come un’abitudine teorica.
Cucite sempre tutto insieme.
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altrettanto strette e scegliere di incarnarsi insieme in questi ruoli è sempre una scelta
d’amore, anche quando sulla terra si rivela un rapporto conflittuale.
Perciò “onora il padre e la madre” significa onora questa scelta d’amore e non
dimenticartene.
Chiunque siano tuo padre e tua madre, tu pensa loro come anime affini alla tua che, per
amore, ti hanno voluto accanto sulla terra, tanto quanto tu hai voluto loro, per aiutarvi a
vicenda a svolgere al meglio un cammino prescritto dall’evoluzione.
Andare contro questa memoria è in parte vanificare il percorso.
Se tutti siamo uno, ricordate che con i genitori questo uno è già uno prima ancora di
cominciare a sperimentarlo.
L’amore, in questo caso, è connotato di divino più d’ogni altra manifestazione d’amore
che conoscete e questo vale anche nel caso terreno, in quest’ottica non rilevante, in cui
i genitori sembrano non amare i figli.
Non è facile per la mente, cercate di ascoltare l’anima.
La comprensione di questo messaggio è di capitale importanza sulla terra, perché apre
l’anima all’amore universale. Ricordate, il piccolo contiene il grande.
C’è Moses.
CAPITOLO X
C’è Giovanni.
Voglio parlare di qualcosa che vi è stato più volte ripetuto, ma mai approfondito, E’ il
concetto di gioia.
Sapete che essa è la dimensione naturale dell’anima. Non è legata alla gioia terrena,
questa vi avvicina come tipologia di sentire, ma è sempre superficiale, mai profonda.
La profondità della gioia spirituale è tale che essa può benissimo convivere con stati
d’animo terreni di infelicità.
La gioia spirituale è fatta di conquiste che sulla terra quasi sempre sono inconsapevoli e
spesso coincidono con quello che voi chiamate difficoltà. Perciò cercate di stare nella
certezza indimostrabile di una gioia costante e cercate di ricordarla ai vostri mutevoli
stati d’animo.
Anche questo è lavoro di consapevolezza, distoglietevi con la volontà dai tanti dolori
inutili che così spesso vi provocate sulla terra.
Quando vi dico “state nella gioia”, vi dico cosa molto difficile per voi.
Consapevolmente farlo è uno dei bui atti di fede di cui abbiamo parlato.
Qui c’è uno stacco netto fra la materia e lo spirito, stare nella gioia è scelta volontaria e
poco sorretta da sensazioni spirituali. E’ sempre più difficile tenere acceso il sorriso
interiore.
Provateci, non sono appagamenti riscontrabili sulla terra, ma sono passi evolutivi
fondamentali. Non sottovalutate questa indicazione, non è un discorso né astratto, né
teorico.
In tutti gli apprendimenti vi sono ogni tanto delle strettoie da superare per andare avanti
e continuare a comprendere. Questo accettare il concetto di gioia spirituale e lo sforzo
consapevole di adattare ad esso la mente è una di queste strettoie.
Voi siete bravissimi sulla terra a ostacolare ciò che per l’anima è abituale dimora.
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La vostra gente, gli uomini del 2000, cercano guide senza avere chiare le motivazioni
della ricerca.
Sono qui a dirvi che cosa essa è. Motore inarrestabile dell’evoluzione, spinta che non si
può fermare, la ricerca autentica ha segni che la distinguono dai suoi surrogati.
Nessuno può decidere di cominciarla, non è mai un atteggiamento, spesso è
accompagnata da un travaglio emotivo che sembra precederla, mentre in realtà già ne fa
parte.
Chi cerca risposte spesso a lungo non sa di cercarle, spesso si nega l’adesione cosciente
a contenuti che la sua mente non può catalogare, spesso capisce di essere su questo
cammino dopo essersi già incamminato.
Non crediate che la ricerca spirituale sia sempre però travagliata: quando la mente
accetta di piegarsi all’irrazionale, anch’essa può conoscere appagamenti infiniti. Chi sta
veramente cercando cresce in consapevolezza e rifugge dai proclami e dai gesti vistosi,
sa intimamente che la ricerca è un fatto profondo che modifica dentro prima che fuori.
Sarà il karma personale a esteriorizzare più o meno gli esiti di una continua ricerca.
Francesco da Assisi e molti altri hanno lasciato tutto, altri ancora non hanno modificato
per nulla il corso della loro vita, ma non per questo non sono sinceri. Chi è in cammino
conosce crisi e soste, ma anche la pace interiore. Sa che il suo è un lavoro ininterrotto
che, d’altronde, non potrebbe interrompere, sa che il vero maestro è la voce della sua
anima, sa che è uno e individuo e, prima di avere cosciente la consapevolezza
spirituale, è in ogni caso individuo che non commette abusi.
Non fidatevi di chi medita ma non conosce e non vuole il silenzio, non giudicate solo
da ciò che si vede. La ricerca spirituale non dà sempre riscontri visibili. Voi pensate
alla vostra e ascoltate ciò che l’anima vi suggerisce prima di etichettare gli altri.
Non diffondete opinioni negative, per quanto sinceri siate vengono sempre fraintese.
Siate sempre disponibili all’ascolto ed all’osservazione, ma molto discreti.
Anche se nel vostro mondo oggi si usa, la ricerca spirituale non è scelta con mezzi
umani.
Chi comincia questo cammino lo fa perché ha scelto una incarnazione di
consapevolezza e la sua ricerca avrà i segni distintivi di cui vi ho parlato.
Chi gioca a fare il ricercatore, chi ripete concetti mal compresi, chi si dedica a pratiche
ripescate dal passato e se ne sente padrone senza conoscerne il significato, chi fa di
tutto questo una mostra, segue una moda e nulla più.
Non è necessario esibire in un pubblico la preghiera. Se volete meditare, che poi è stare
connessi, fatelo in solitudine, senza controllare chi medita meglio di voi.
Il vero cammino di ricerca è segreto, solitario e misterioso. Chi c’è dentro non sa
parlarne, osserva e cresce, osserva e prega, osserva e dà.
Non perdete tempo a guardare i cammini degli altri, curate il vostro e cercate di non
renderlo vano. Chi ne è consapevole sa che l’impegno dell’osservazione e lo sforzo
evolutivo divengono obbligo costante dell’anima sul pensiero.
Per camminare nella vostra ricerca ricordate tutto ciò che vi abbiamo detto. Ogni
messaggio è per voi insieme risposta e ricerca, approdo e partenza, sosta meditativa e
motore di vita per piegare meglio il pensiero.
L’anima sa, ma la mente deve imparare.
37
Sono entrambi gesti volontari, ma il secondo crea connessione, la alimenta, la nutre, la
sostiene.
Un’anima consapevole, prima o poi arriva alla meditazione, ma non può stare senza
preghiera.
Accanto alle preghiere che si recitano c’è la preghiera di una vita consapevole, la
preghiera fatta di attimi, detta con l’anima nel rumore, il grazie, come la richiesta di
aiuto, il silenzioso dialogo che non ha bisogno di chiese.
Parlateci, noi vi ascoltiamo, nessuna delle vostre parole non arriva. Hanno particolare
rilievo le richieste di aiuto che fate per gli altri. Le strade con cui questo aiuto arriva
non sono per voi visibili. Sappiate che nulla resta inascoltato.
Preghiera e meditazione sono energie diverse ma complementari, possono esistere una
senza l’altra, ma insieme sono le guardie del corpo dell’anima, i suoi tutori sulla terra.
Potete attuare questi cambiamenti esistenziali senza che la vostra vita esteriore ne
risenta affatto, ma essi operano impercettibili condizionamenti in chi vive intorno a voi.
Nel vostro momento storico, più che in altri, un problema spirituale è l’ego collettivo
dell’umanità. Per questa ragione cerchiamo di insegnarvi a trasmettere onde
vibrazionali spirituali anonime, per questo il lavoro di chi è consapevole è silenzioso,
segreto e potente.
So che vi è ostico comprendere come si possa aiutare la coscienza di un singolo o
collettiva senza esteriormente dire o dare o fare.
Non potete valutare a fondo l’impatto di un pensiero consapevolmente illuminato
dall’anima sulle onde negative che vi circondano.
Un ruolo di predicazione oggi sarebbe tanto inutile quanto pericoloso per chi predica e
per chi ascolta. Ciò che vi indichiamo di fare, se preso nella sua fondamentale sostanza,
è più difficile e più impegnativo.
Il silenzio di tante voci consapevoli è più forte del rumore di una.
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Prima ritornare sulla terra, scelto il karma, l’entità si munisce degli strumenti necessari
alla sua realizzazione e solo a questa. Non c’è ricordo delle altre vite, non ci sono
esperienze passate che possono servire. In questo senso non c’è progresso nelle
incarnazioni.
Per l’anima disincarnata, quando controlla il suo livello evolutivo, è chiaro che ogni
vita in più è un progresso a prescindere dal karma scelto, perché ogni vita in più è
esperienza, dunque è conoscenza.
L’oblio sulla terra è necessario perché l’anima incarnata possa assolvere il suo karma
senza indicazioni e suggerimenti che lo renderebbero vano.
Torniamo al concetto di salvezza.
Capite ora che salvezza significa programma, cioè karma, il più rispettato possibile.
Non ha nulla a che vedere con concetti di merito o premio. Un karma negativo portato
a termine senza deviazioni conduce certamente alla salvezza.
Ogni karma è unico finché non lo si è esaurito e, per esaurirlo, possono esser necessarie
molte incarnazioni.
Un karma non corrisponde quasi mai ad un unica vita, ma a più vite.
Il bilancio lo fa l’anima sulla base della conoscenza che ogni karma concluso le
apporta.
Non ha senso parlare di progresso nelle incarnazioni, perché possono essere necessarie
moltissime incarnazioni per concludere lo stesso karma. Se l’esperienza fatta in una
vita non è bastata a risolverlo, nulla vieta a quell’entità di riprovarci scegliendo un’altra
incarnazione con esperienze tutte diverse dalla precedente, non migliori né peggiori,
solo diverse e finalizzate allo stesso scopo.
Un’entità non può scegliere di reincarnarsi in un’epoca antecedente quella della sua
ultima incarnazione. Il tempo non esiste per noi, ma esiste nella materia: quando
un’anima si incarna accetta di sottostare alle regole della materia, quindi anche alla
successione cronologica del tempo umano.
La scelta di un karma da parte di un’entità è il momento di massima consapevolezza.
L’anima sa che cosa ha e che cosa le manca, ma tutto solo in termini evolutivi in
ambito spirituale, senza alcuna possibilità di autoingannarsi sulla realtà del suo
bilancio.
Spesso nella scelta è sorretta è guidata da altre entità sorelle, che mantengono la
connessione o incarnandosi insieme a lei nell’arco di una stessa esistenza, o dando un
costante aiuto dall’oltre.
La conquista karmica è un salto evolutivo automatico che si può fare dopo una serie di
incarnazioni con prove karmiche dalle quali si è usciti vittoriosi. È la possibilità di
scegliere una successiva incarnazione nella quale la consapevolezza e gli aiuti sono tali
da garantire un balzo evolutivo nel successivo bilancio spirituale di quell’entità, che
può salire nel livello della sua conoscenza.
Il balzo evolutivo può corrispondere anche ad una vita in cui gli aiuti di cui parlavo
prima ci sono per l’anima, non necessariamente anche per la mente, per cui si può
trattare di una esistenza obiettivamente per certi versi più difficile delle precedenti,
dopo la quale il salto evolutivo nella conoscenza è però garantito.
Il concetto di karma appare essere stato solo appannaggio delle culture orientali, ma in
materia spirituale non esistono suddivisioni, né culturali, né di religione.
Il concetto di karma è manifesto sulla terra con mille diverse denominazioni da quando
l’uomo è stato spinto dall’anima verso la ricerca delle sue origini spirituali.
L’occidente ha avuto il messaggio di Cristo e non l’ha ancora capito dopo 2000 anni.
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Nel messaggio di Cristo c’è anche concetto di karma. Gli uomini l’hanno afferrato per
un attimo, ma hanno continuato a dimenticarlo, a perderlo e ritrovarlo in diversi
momenti storici ed in diverse realtà geografiche.
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Anche la vita esteriormente più semplice ed invidiabile può essere un grande
cimento per l’anima, così come l’anima può passare con grande facilità attraverso
prove che sulla terra vengono giudicate atroci ed insuperabili.
Non state nemmeno a provare a pensarci, state nella vostra consapevolezza e vivete
centrati nello spirito.
Cristo ha non poteva essere lo stesso con tutti. Lui ascolta sempre e sempre
risponde.
Noi non avremmo potuto continuare senza di lui se così non fosse stato fin da allora.
Lui non c’era ma c’era, c’era come adesso c’è per chiunque lo cerca. Cercate la sua
parola e troverete molto di più di quello che è scritto, chiedetegli spiegazioni dove non
capite, vi arriveranno dall’anima connessa con lui intuizioni di verità che sono risposte.
Il Maestro dice molto di più di quello che gli uomini ritengono che abbia detto. Egli
è ancora fra voi a morire e rinascere ad ogni vostra morte e rinascita spirituale e,
quando qualcuno trova la strada, ebbene questa è la resurrezione, lui ancora e sempre
risorge accanto voi ed insieme siete uno in un coro di gloria.
Accostarsi ai Vangeli, cioè alla conoscenza ed alla comprensione di Cristo,
comporta una scelta di esistenza particolare.
Cristo va controcorrente, Cristo spezza gli schemi comodi, Cristo scuote le
coscienze.
Vi troverete a fare i conti con vostre radicate convinzioni, anche di bene, che non vi
convincono più, né tanto meno vi appagano.
Metterete in discussione pensieri e comportamenti che prima vi sarebbero sembrati
indenni da qualsiasi esame e vi avrebbero fatto dormire il sonno tranquillo
dell’inconsapevolezza.
Ora avrete pochi sonni tranquilli. Cristo è di per sé evolutivo, non c’è mai un punto
cui sentirsi arrivati, c’è una spinta continua, una continua tensione all’alto, allo spirito,
all’evoluzione.
In questo non c’è riposo, ma questa non è fatica. Chi sa, chi ha penetrato i misteri,
chi continua a crescere in questa prospettiva avverte in sé una sensazione di forza
interiore invincibile. Questo è il suo supporto, una convinzione che non vacilla, un
innamoramento del suo concetto d’amore che non ci permette più di tornare indietro.
La scoperta di Cristo in voi, l’uno con lui, è esperienza che capovolge sempre più
l’umano sentire.
Noi apostoli abbiamo avuto momenti di intima connessione con lui tali che il mondo
ci è parso contemporaneamente inaccettabile ed inevitabile e sentivamo dentro una
pace e una forza che non riconoscevamo nostre.
*********
CAPITOLO XI
C’è Moses.
Sono a parlarvi delle dieci Sefiroth.3
3
Trattasi dei dieci elementi che compongono l’albero della vita contenuto nella Cabalah, il testo esoterico
ebraico ricevuto da Moses sul Sinai unitamente ai dieci comandamenti.
41
La religione ebraica è arrivata vicinissima alla verità, ma anche gli uomini sapienti si
perdono nella sua attuazione sulla terra.
Prendete da me ciò che Dio ha dato agli uomini e che si è confuso nel tempo.
Dieci sono i gradini della scala che dalla terra riporta l’anima alla fonte. Il primo è il
giro delle reincarnazioni, tutti i contatti che l’anima ha con la materia, l’unico di cui
l’uomo ha conservato qualche memoria, l’unico che è oggetto di ricerca sulla terra,
l’unico che affascina e spinge gli uomini che hanno dimenticato di sapere anche il
resto.
Sul karma, sull’evoluzione, sulla consapevolezza, sulla connessione, che sono sostanza
di questo primo gradino, come lo sono tutti gli insegnamenti spirituali che servono agli
uomini per evolvere sulla terra, non mi soffermo perché già ne sapete.
Partiremo dal secondo gradino della scala, cioè dalla posizione che l’anima raggiunge
quando è in condizione di non dover più tornare ad incarnarsi né sulla terra, né altrove.
Parlo di assenza di materia.
Fate memoria nelle vostre menti di questo schema: lo riempiremo a poco a poco.
La seconda sephira, ovvero il secondo gradino, è lo stato dell’anima che si appresta
solo a salire, mentre il primo è una stazione cui si arriva e da cui si riparte più volte.
Col secondo si è definitivamente rientrati nel mondo dello spirito e cominciano qui i
compiti spirituali dell’anima e l’apprendimento della conoscenza.
La prima base di conoscenza riguarda la comprensione totale della sostanza dell’anima,
cioè degli attributi divini che la compongono. E’ la comprensione dell’uno indivisibile
e la percezione del divino in se stessi.
Questo singolo se stesso, questa anima che si trova qui, si percepisce come
individualità distinta e derivata da tutte le sue incarnazioni. Quindi, in termini umani, si
può definire un’unica e singola personalità, ma non sente questa sua individualità
contraddittoria in nessun modo col tutto che contiene e che rappresenta.
Una prima chiave di conoscenza è data dalla penetrazione dei colori.
Onde telepatiche di comunicazione corrono fra le anime che si interrogano e si
rispondono e i colori fanno parte di un movimento vibrazionale continuo che passa da
un’entità all’altra e contiene chiavi di verità e di apprendimento.
Il bianco e il nero offrono, mescolandosi e dividendosi, la chiave di comprensione di
tutti i dualismi nei quali l’umanità si dibatte, contengono le ragioni del male, annullano
i vuoti della conoscenza terrena, risolvono i vostri misteri.
Il rosso contiene l’energia che spinge le anime a reincarnarsi, è il motore
dell’evoluzione sulla terra, contiene le ragioni della consapevolezza e le chiavi
interpretative dei bilanci animici fra una vita e l’altra.
Il verde contiene le chiavi della connessione.
Il blu svela la conoscenza del dolore sulla terra.
Il giallo è incontrollabile spinta a salire.
Queste anime si immergono in una scia dinamica luminosa vibrazionale che contiene,
una per una e una per tutte riunite nella comprensione di un attimo, le risposte che
hanno cercato nel cammino della loro evoluzione terrena.
Vi dico questo perché il piano prevede un'ulteriore narrazione agli
uomini dei meccanismi divini che regolano l'evoluzione e la conoscenza
dell'anima, perché l'umanità sempre più sia consapevole e si acceleri il
processo di ricongiunzione al tutto in vista di nuovi cicli spirituali che lo
preparano.
Avevo lo stesso buio mentale vostro sul Sinai.
42
Andate avanti con l'energia spirituale che avete ricevuto dai messaggi
precedenti.
La terza sephira è già un salire con una base di conoscenza che ha spiegato tutte le
ragioni sulla terra.
Qui è spirito. Della materia non c’è più il ricordo. Qui si realizza l’esistenza di istanze
superiori, di agglomerati vibrazionali di anime sorelle ed affini che, nella loro alleanza
conoscitiva, possono attirare come calamite le anime sole.
Qui si comprende e si vive, per non perderla mai più, la non dicotomia uno/individuo.
Non esistono barriere fra le entità che sentono l’impulso di comunicare e di apprendere.
Sempre, la comunicazione è immediata, la conoscenza istantaneamente trasmessa ed
appresa e tutte queste Entità accorpate in uno tutto armonioso mantengono tuttavia per
sempre la loro identità individuale, che si conserva e si caratterizza nell’appartenenza al
tutto, nel riconoscimento dell’uno.
Salire gli altri gradini corrisponde ad un progressivo aumento di conoscenza. C’è chi dà
e chi riceve in un continuo e mutuo scambio che segna l’inizio dei cosiddetti compiti
spirituali.
L’istinto al dare e alla compassione è natura intrinseca delle anime che, come il
progressivo aumento della loro conoscenza, divengono contemporaneamente
consapevoli e desiderose di annullarsi nella contemplazione del tutto e di adoperarsi
per l’evoluzione di chi da questo livello è ancora lontano.
Qui comincia la percezione degli spiriti bassi e si avverte il dolore di chi è lontano dalla
possibilità di conoscere.
Entità particolarmente evolute vanno e vengono in continuazione per aiutare chi deve
scegliere a fatica successive incarnazioni, o chi si dibatte in un karma difficile.
Non confondete esoterismo ed occultismo.
Nelle verità esoteriche l’unico occulto è il limite della mente.
Comparate quanto detto con i testi della Cabalah e troverete somiglianze evidenti.
Tutto troverà il suo filo conduttore.
Ciò che ancora è mistero nei primi due gradini, diventa conoscenza nel terzo.
La consapevolezza degli attributi divini in noi conduce alla spinta di creare, all’impulso
di distribuirli.
Questo è il motore della condivisione delle anime, l’insopprimibile impulso a
partecipare ciò che si possiede, il dinamismo della compassione, l’anelito all’unità con
tutti e con ognuno, il movimento incontrollabile dell’amore.
Questo muove verso l’alto a conoscere e contemporaneamente verso il basso ad aiutare.
È lo stesso istinto divino che ha mosso Dio alla creazione. Lui è noi e percepirlo è
spinta all’interno verso di lui e all’esterno verso chi ne è lontano.
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È la stessa spinta con manifestazioni diverse. In questo e in successivi gradini si
estrinseca nell’impulso verso il basso, in ulteriori si muove verso l’alto.
Qui comincia l’assecondare l’impulso creativo alla compassione come essenza di
conoscenza e riserva di conoscenza supplementare ed infinita.
Il primo compito di soccorso consapevole ad anime più in basso consiste nell’offrire la
sensazione di una corale presenza accompagnatoria nel primo doloroso istante di
smarrimento che connota l’anima all’abbandono del corpo.
In questo gradino non si possono ancora offrire conforti di conoscenza, ma questa
presenza di connessione d’amore con chi giunge e non si sa ancora orientare è
importantissimo riferimento per chi ancora non si capacita di aver lasciato la materia.
Non ci sono compiti migliori o peggiori, solo la consapevolezza che, salendo, la
condivisione della conoscenza è sempre più alta.
La conoscenza di questi strati è coperta da termini esoterici che soltanto gli iniziati
sanno decifrare.
Così i nomi delle Sefiroth coprono la realtà della conoscenza spirituale cui si
riferiscono.
Questa conoscenza è patrimonio del divino in terra.
Non esistono realtà spirituali diverse o alternative. La verità è una e non può arrivare
smascherata.
Vi sto alzando per un attimo il velo che la copre. Fate voi in modo che questo attimo si
fermi nel vostro tempo per sempre.
Non abbiate paura di inoltrarvi in argomenti che sgomentano la vostra mente perchè
per essa rappresentano un territorio inesplorato, un enigma.
Io vi guido e vi indico ciò che siete in grado di assimilare.
Siamo al quarto.
Qui comincia la percezione ed immediatamente la lotta contro il male spirituale.
Oramai totalmente svincolate e libere anche del più piccolo retaggio di materia, le
anime qui percepiscono solo le vibrazioni spirituali e colgono quelle negative con la
stessa immediatezza con cui un orecchio allenato coglie una nota stonata.
Questo concetto che sto per darvi è nuovo ed arduo per voi, perché noi stessi vi
abbiamo sempre negato l’esistenza di antagonisti di Dio.
È concetto per arrivare al quale è necessario avere percorso un certo tratto di cammino,
che dà all’anima la maturità spirituale e un certo grado di purezza necessarie e
preparatorie all’alto livello di accettazione qui richiesto.
Esiste un concetto, a livello di pura idea, quindi vibrazionalmente potentissimo, di male
spirituale.
Ricordate ciò che vi è stato detto sul pensiero e sulle sue potenzialità negative.
Qui esso è, come l’anima, entità pura priva di materia. È intelligenza spirituale che
ostacola, o meglio, tenta di ostacolare, la legge, che pure l’aveva prevista, perché
inevitabile componente del bene in virtù del dualismo, senza il quale non è possibile la
percezione dell’uno come fondamentale, fondamentale elemento di conoscenza.
Non pensate alle raffigurazioni che la terra ha dato di tutto questo, non esistono angeli
ribelli, né angeli caduti. Esiste, come per il bene, l’estensione massima del male quando
esce dalla materia.
Cercate di capire come la materia non sia di per sé male, essa di per sé è solo un
formidabile limite.
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Un’idea spirituale, nei suoi potenziali, sulla terra è contenuta, arginata, impedita alla
sua totale espansione: qui, nella composizione del dualismo, si combatte ad armi pari e
solo quando il tutto sarà ritornato al tutto il dualismo sarà annullato dalla conoscenza
collettiva e soggettiva di ogni anima e il male sarà sconfitto.
Siate certi di accettare l’idea di un male spirituale previsto da Dio senza umane
ribellioni, senza domande mentali, credendo senza riserve alla potente esistenza di una
intelligenza animica, che a voi è dato di intuire, che sola è in grado di comprendere
queste dinamiche divine solo perché anche essa ne fa parte ed è fatta della stessa
sostanza di esse, quindi ne riconosce le divine motivazioni.
La conoscenza collettiva dell’umanità si sta alzando.
Oggi, contrapposti all’infinita maggioranza di spiriti inconsapevoli, esistono pochi, ma
più numerosi di un tempo e di altri tempi, spiriti in grado di afferrare e di accettare una
verità quasi nuda di simboli e di metafore.
Sono spiriti meno pavidi, interiormente preparati da altre infinite incarnazioni a
scendere sulla terra già intimamente pronti a collaborare con noi alla nostra lotta
evolutiva.
Non interpretate la parola “lotta” dandole i significati correnti della terra. Qui lotta è la
nostra essenza, è la ragione stessa dell’evoluzione e quindi la ragione stessa
dell’esistenza del tutto spirituale di cui facciamo parte. E’, in un certo senso,
contemporaneamente cimento e felicità, è la consapevolezza assoluta del perché.
Voi siete giunti per capire e per partecipare. Vi dovrò passare inevitabilmente delle
immagini simboliche a cagione dei limiti in cui siete immersi, ma si tratterà di simboli
che coprono verità altissime che, grazie ad essi, vi saranno comprensibili, perché, nude,
esulano dal linguaggio umano.
Staremo a lungo su ogni per voi apparente contraddizione. Nulla è contraddittorio,
nulla è ingannevole, nulla è deviante dalla verità dell’uno.
Per spiegare l’alto partiamo dal basso, cioè dal capire come ancora sulla terra,
quindi immerse nei limiti, le due entità pensiero/anima si fronteggiano e si combattono.
Abbiamo detto che la terra è il campo più adatto a far sì che le vibrazioni basse siano
percepite, quindi il campo ideale perché il pensiero prevalga sull’anima.
Il sistema difensivo dell’anima più comune sulla terra ed inefficace solo in pochissimi
casi, per altro previsti, è quello che umanamente si può tradurre come meccanismo del
rimorso.
Nessuno potrebbe mai spiegare cosa accade in una mente, in vari gradi consapevole, o
inconsapevolmente votata ad una scelta karmica di male, quando questo stesso male da
lei scelto sembra, per brevi tratti o per lunghi periodi, sopraffarla con il rimorso,
inaccettabile e non comprensibile per il pensiero. È il momentaneo prevalere del
diapason sul gong, è una vibrazione sottile che fracassa e stordisce l’udito di chi è
abituato alle frequenze basse e familiari. Questo è lo schema del meccanismo di base
della lotta; un sistema compatto viene incrinato da una vibrazione, immaginate un
cristallo con una crepa. Analogo alla vibrazione è il meccanismo della luce.
A volte, perfino sulla terra, il buio sembra quasi solido quando è fittissimo.
Immaginate una stanza totalmente buia in cui gli occhi di chi la abita vengono feriti da
una lama di sole. Qui il buio è squarciato senza preavvisi dal lampo di un colore che
contiene la verità.
Queste prime avvisaglie di lotta servono alle entità a prendere sempre più coscienza le
une delle altre e, come conseguenza, a radicarsi sempre più nella percezione dell’uno. È
l’eterno viaggio della consapevolezza nel suo tragitto ascensionale.
Vi ho dato immagini per chiarire le modalità della lotta vista da entrambe le parti. Che
vi sia chiaro che sono solo immagini. Il concetto spirituale da apprendere ed accettare
si divide in due, che sono comunque le due parti componenti di un uno: l’esistenza di
entità spirituali in lotta con altre entità spirituali, cioè la continuazione del dualismo
bene/male; e l’inevitabilità e, se riuscite a capirlo, in un certo senso la bellezza e la
causa e l’effetto di questa lotta.
Sempre per gradi lo svolgeremo e arriverete a comprendere una logica creativa che non
può prescindere dal male e ad accettare la presenza di esso in tutte le infinite forme che
esso sa assumere.
L’umano sgomento è previsto.
Cercate di ricordare sempre gli insegnamenti di base, viveteli con crescente
consapevolezza e annoverate fra questi l’esortazione a stare nella gioia. È la base per
capire tutto quello che può essere trasmesso sulla terra.
Nessuna prova è insuperabile.
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C’è Einstein.
Seppure in termini scientifici, la scoperta dell’atomo e l’essere costretti dalle leggi della
terra ad usare questa scoperta in una direzione distruttiva è la stessa cosa ed è stato un
modo indiretto per costringere l’umanità a sperimentarlo e poi a tenerlo sotto controllo.
La scoperta dell’atomo equivale al lampo intuitivo della possibilità di scomporre la
materia e quindi di percepire irreale ciò che era sempre sembrato reale.
La realtà unica e vera sembra irreale tanto quanto l’irrealtà non è illusione né follia.
Aufwiedersen.
C’è Gandhi.
La mia scelta della non violenza è esattamente il corrispettivo del concetto di
indifferenza di cui vi parla Rol.
Chi ha percepito l’esistenza del male come istanza spirituale arriverà sempre a capire
che questa è l’arma più idonea per contrastarlo.
È la vibrazione sottile che incrina il grattacielo imponente e solido, ma fatto di cristallo.
C’è Moses.
Vi abbiamo voluto mandare le voci di qualcuno che sulla terra aveva capito.
Combattete con le loro stesse armi, unite la consapevolezza all’indifferenza che
contiene la massima attenzione. Oggi è più urgente di allora perché si avvicina il
momento in cui la consapevolezza di pochi contrasterà la vittoria di un male entrato in
molti.
Nel quinto gradino si trovano le anime che assistono, solo con interventi spirituali,
illeggibili sulla terra, chi ha compreso questa verità.
La loro azione non è diversa nelle sue due forme di aiuto sulla terra e di intervento qui.
È il vibrare dello stesso diapason che viene colto solo dalla consapevolezza.
È grazie a questo tipo di intervento che le anime vibrano e alcune di esse possono
arrivare qui.
Non si tratta più di aiuti simili al vostro umano concetto di aiuto, sono presenze
fondamentali e numerosissime sulla terra, ma totalmente impercettibili ai vostri umani
sensi.
Le presenze invisibili ed impercettibili di cui vi ho parlato accennando al quinto
gradino sono deputate a sorreggere le anime incarnate inconsapevoli e quelle in diversi
gradi consapevoli nei loro momenti di smarrimento.
Restano impercepite, ma vi dico che il loro è compito fondamentale nello snodarsi
dell’aiuto spirituale sulla terra.
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Questi invisibili aiuti contrastano il male in modi per voi incomprensibili, ne minano il
tessuto connettivo, vanno ad indebolire il suo impatto sulla terra.
Voi non ve ne accorgete, ma il male accusa i suoi colpi.
È come se la terra potesse contare su di un impalpabile filtro che impedisce uno
scatenarsi di negatività che non può opporsi a queste forze spirituali contenitive.
Sono energie sottili, che vibrano in continuazione, a prescindere dal fatto che siano
percepite, ma senza di esse ogni forma di male sulla terra sarebbe infinitamente più
potente e più grave.
Queste entità vanno e vengono di continuo e di continuo si alternano per far sì che la
terra non ne risulti mai priva.
Chi è informato della loro presenza si uniforma al loro lavoro con i pensieri e le azioni
di fratellanza consapevole che non hanno mai né riscontri, né ritorni.
La terra non è mai abbandonata alla mercé del male, anche se in essa, come già sapete,
il male è molto più evidente.
Per farvi un esempio, esse, cioè queste Entità, non hanno il compito di impedirlo,
semmai di arginarlo entro limiti nei quali, a seconda dei singoli karma, diventa
possibile stare o invertire la rotta.
Sono queste verità indimostrabili, ma, credetemi, indiscutibili. Anche questa è
conoscenza.
Queste Entità contrastano il male anche qui.
Sono piani di lotta diversi, ciò che per voi è invisibile sofferenza indecifrabile qui
diventa evidente e più facile da colpire.
Le stesse vibrazioni pesanti che con tanta apparente facilità operano sulla terra anche
qui hanno lo stesso scopo separativo.
A differenza degli uomini, qui le anime possiedono un livello acquisito di
consapevolezza che fa loro intuire come la compattezza della conoscenza dell’uno sia
la prima arma del bene da contrapporre. Unità contro separazione.
Visualizzate un enorme tappeto persiano in cui ogni singolo filo è talmente intrecciato
con gli altri nel formare complessi disegni che chi provasse a scucirlo potrebbe al
massimo solo tagliarlo, non certo scomporre il disegno.
Così qui le entità sono riunite in nuclei di fratellanza indivisibile che continuamente si
aggregano con altri nuclei in una continua mobilità creativa d’amore che confonde le
forze che cercano di scindere questi nuclei.
Vi do altre figurazioni.
Il tappeto subisce gli attacchi di forbici, di lame, di tarme. I buchi in esso sono sempre
provvisori, mani invisibili ricuciono, il disegno resta intatto anche quando in esso
appaiono squarci.
Qui non esistono più evoluzioni personali o compiti soggettivi, qui tutto è corale, la
consapevolezza dell’uno è comune e queste entità contrappongono le loro conquiste
evolutive a forze spirituali intelligenti, ma singole, che tentano di insinuare incertezza,
ombra, dubbio.
Il male è entità unica che lavora servendosi di singole entità, il bene è l’uno di Dio con
noi e con voi.
Non esiste qui niente altro che la percezione di due volontà e la loro silenziosa lotta. E’
un’atmosfera, è conoscenza, è percezione, è consapevolezza.
Non figuratevi battaglie, vittorie, feriti, siamo in un clima solo vibrazionale, dove la
conoscenza di ciò che avviene è consapevolezza, è forza interiore, è gioia spirituale
profonda.
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Qui non è possibile conoscere cedimenti, siamo sorretti da tutti gli altri, dallo stesso
scopo che è dinamico e contiene le energie dell’uno e ce ne mostra le modalità e le
ragioni.
Sulla terra, come vi ho già detto, questo lavoro trova maggiori ostacoli, ma la
consapevolezza di queste entità è identica, è unica, come identico è il loro slancio
aggregante.
È fondamentale capire l’essenza motivazionale di questo livello e l’interazione
continua fra materia e spirito.
L’amore è consapevolezza, non logica.
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Il nostro essere nell’uno contemporaneamente immobili e mobilissimi colma le
distanze non solo spaziali, ma anche intellettuali ed animiche che alla mente paiono
inconcepibili.
Tutte le Entità spirituali hanno le stesse caratteristiche, parametrate al loro compito e
grado di conoscenza evolutiva.
Chi sta in qualsiasi livello possiede la conoscenza dei livelli inferiori, conoscenza che è
esperienza evolutiva e parte attiva del continuo divenire, ma sono divise dalla
conoscenza dei livelli superiori, potrei dire da una specie di opacità, come un qualcosa
che impedisce la vista e l’accesso prematuro.
È la perfezione della legge che scandisce le acquisizioni evolutive e tutto continua a
muoversi verso l’alto, secondo quello che voi potreste definire automatismo, che è solo
perfezione.
Non confondetevi, l’anima conosce questa perfezione e costantemente ne avverte la
nostalgia.
Siamo vicinissimi, pur appartenendo a piani diversi.4
*********
4
Pur se Moses ha premesso che le Sephirot sono dieci, le spiegazioni si sono fermate alla quinta.
51
Questa verità non va attuata, non è possibile attuare nulla, va semplicemente saputa,
essa lavora da sola dentro chi la scopre.
Il privilegio di ricevere questa verità porta con sé l’accettazione di una passività davanti
all’assoluto. Passivi, badate bene, non è immobili, è riconoscenti: è insieme riconoscere
un’immensa perfezione e per questa perfezione provare riconoscenza.
Passivi vuol dire finalmente, se avete capito, finalmente strumenti. Non conta affatto
fare o non fare, fare più o fare meno, conta solo avere capito questa unità che le
racchiude tutte, che unifica e risolve tutte le contraddizioni.
Il vostro cammino sarà più chiaro se seguirete questa stella.
È tutto così semplice, tutti i concetti che avete ricevuto si riassumono in questo disegno
perché, ricordatevi sempre man mano che salite nell’apprendimento, che la verità è
semplice.
Questa è l’unica realtà .
La mente, il pensiero, complicano l’assoluta semplicità della luce di una stella che
splende sempre di più quanto più ad essa ci si avvicina.
Si vede poco quando è ancora troppo lontana per noi e il telescopio è un’illusione. È
facile credere di essere vicini solo perché il telescopio la ingrandisce.
Seguite la vostra stella, è accesa di fronte a voi.
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Andate oltre il dolore soggettivo, uscite dall’ego calpestato e offeso. Siamo tutti sulla
terra solo delle comparse. Capovolgete questa stella, la sua luce vi scalderà l’anima e vi
sgombrerà il cammino.
Anche la conoscenza contribuisce all’evoluzione della consapevolezza e non importa se
la conoscenza non è immediatamente comprensibile. La consapevolezza deriva da un
cammino karmico, quindi da diverse esperienze che, sommate, portano ad essere ad un
certo punto pronti a ricevere parti di conoscenza. Questa conoscenza è quindi
conseguenza di una consapevolezza raggiunta e causa di una maggiore consapevolezza
da raggiungere. Ancora una volta effetto e causa sono uno.
C'è Agostino.
I misteri teologici mi hanno troppo affascinato. Non complicate l'assoluta semplicità
della stella. Questa conoscenza è necessaria, ma avvicinatevi ad essa senza soggezione,
con naturalezza, seguendo la mano di chi vi conduce senza confondervi. State nel
concetto di semplicità, esso è indispensabile, il resto è solo utile. La presa intellettuale
di questi concetti è forte. State nel semplice.
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La sensazione di vuoto e di nulla sembra umanamente negativa, invece è la morte
definitiva dell’ego.
Fateci caso, quando non sentite, non vedete, non fate nulla perché non c’è nulla da fare,
pensate al centro della stella, vedrete come il vostro male e il vostro bene entrano ed
escono continuamente uno dall’altro per comporsi alla luce della vostra consapevolezza
in una perfetta quiete.
Osservate, fateci caso, conoscere il pieno non basta se non si conosce il vuoto. La
cavità è il nucleo dello spirito.
Il senso di vuoto, che tanto sulla terra vi opprime, letto spiritualmente, correttamente
vissuto, è un attimo di consapevolezza massima.
Questa era un’informazione necessaria, fatela entrare, lasciatela riposare in voi.
La composizione definitiva è quiete, non più movimento, quiete che vi sto insegnando
a percepire occasionalmente nei momenti che voi chiamate, con umana angoscia,
vuoto.
Perciò state sempre sui vertici, ma anche sul nucleo, capite il concetto di movimento
evolutivo, ma anche il concetto di quiete evolutiva.
È solo un fatto di osservazione consapevole che genera sempre più consapevolezza.
C’è Moses.
Stasera parleremo di un grado di consapevolezza diverso da quello di cui abbiamo
sempre parlato, che si appoggia e nasce da quello che voi, ad oggi, credete che essa sia.
Essa parte da lì, resta un po’ lì e poi se ne distacca per diventare altro.
Il livello superiore di consapevolezza di oggi va oltre anche il sentire propri,
nell’intimo, contenuti un tempo esaltanti.
Più essa cresce, più appare piatta come il tracciato di un elettroencefalogramma diventa
una linea retta quando il paziente è morto, cioè è finalmente consapevole della sua
natura spirituale.
Non scambiate mai per regresso una flessione nel sentire umano inerente ai
contenuti spirituali. Più la consapevolezza cresce e meno se ne ha la misura ed è
sempre meno appagante. Si lavora perché l’anima è lì ed il pensiero piegato lo è
sempre meno.
Si lavora senza più capire nemmeno a livelli alti di capire e, quando non si capirà più
niente del tutto, arriverà finalmente la gioia.
La gioia è forte al primo contatto con risposte spirituali, ma è ancora gioia umana. Poi,
come tutte le cose umane, si spegne con l’abitudine e, quando ritorna, è fatta di un’altra
sostanza, è uguale ma è diversa e non c’è più nessuna abitudine che possa smorzarla.
Non è questione di tempo, né di comprensione, questo è un viaggio nel quale ci si trova
arrivati senza quasi sapere di essere mai partiti.
È lo stupore quieto di non avere più stupori, è lo stato di una gioia della quale non si
vedono le cause.
L’ego si perde e si sfrangia quando non si accorge che si perde e si sfrangia. Non
temete lo smarrire i riferimenti, guardateli allontanarsi, scoprite improvvisamente che
essi non ci sono più, ma vivete questa scoperta come una grande conquista.
Questa è la consapevolezza nuova, non aspettatevi di riconoscerla intellettualmente o
emotivamente. C’è e voi sapete che c’è e la vivete, ve la passate, crescete in essa e così
vi staccate da voi stessi e il vostro amore per gli altri diventa spirituale.
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Non pensate di dovere per forza rinunciare ad altre cose della terra. Questo passaggio è
inavvertito, non doloroso, perché l’amore, quando diventa spirituale, arricchisce
sempre, non depriva mai.
Vi troverete ad essere così e ad essere perfettamente felici, senza avvertire il peso di
nessuna rinuncia.
Le rinunce, vissute come tali, appartengono ancora al primo grado di consapevolezza,
quello precedente. Perciò non abbiate sgomento, non temete sofferenze, qui si va oltre
senza, vi ripeto, senza accorgersene.
C’è Cristo.
State cominciando a capire cosa intendo per morire a se stessi.
Quando vi sentite sanguinare, pensate a me. Io sono nella vostra sofferenza, io vi
comprendo e vi sollevo, io ho sanguinato con voi, i vostri chiodi sono i miei chiodi e
come me risorgerete dalla morte. La morte dell’ego è la vita. Seguitemi e starete
nell’amore.
C’è Buddha.
Parliamo di quello che ho insegnato come vacuità, altrimenti detta esagono (l’esagono
è il centro della stella), o ancora altrimenti detta diverso livello di consapevolezza.
La parola vacuità è umanamente spaventosa. Il concetto spirituale è più affascinante ad
un approccio ancora intellettuale. Non si può esercitarsi a stare nella vacuità, essa ti si
cuce addosso come un abito che tu non ti sei accorto di indossare.
Così, mesi e anni di pratiche con lo scopo di raggiungerla magari riescono ad appagare
l’anima, solo perché così facendo essa ricorda di conoscerla, ma nello stesso modo ci si
può trovare dentro chi non la ha mai sentita nominare.
Quando si realizza vagamente, senza sobbalzi di meraviglia, di continuare a vivere
come prima stando dentro, ma anche disorientando la propria vecchia bussola che
ormai confonde i punti cardinali solo perché non importa più riconoscerli, allora si può
dire che ci si sta avvicinando; e se l’accorgersene non muove nessuna emozione, allora
si è ancora di un passo più vicino. Eppure, nello stesso momento in cui si percepisce il
proprio nuovo distacco, insieme si percepisce anche che una certa parte di sé non è mai
stata così partecipe.
Il vuoto permette di vedere tutti gli angoli prima ingombri, nel vuoto adesso c’è posto
per un sentire più pulito, di cui il distacco è la testimonianza.
Intellettualmente si paventa il rischio della freddezza, ma basta sperimentarlo per
smentirla immediatamente. È un calore completamente diverso, è un percepire ogni
esperienza, ogni persona, nella sua sostanza spirituale.
Queste sono le parole umane più vicini al concetto, ma in realtà non si percepisce nulla
di leggibile al termine percezione. Questa sostanza spirituale è respirata, è automatica
come il respiro. Non ti accorgi, eppure respiri, non ti accorgi, eppure magari più volte
in un giorno sei nella vacuità.
Capovolgere la stella non è inavvertito, è sempre tentativo consapevole, obiettivo da
perseguire. La vacuità non è mai obiettivo da perseguire, ma più stelle si riescono a
raddrizzare, sempre più ci si sposta inavvertitamente dal vertice all’esagono e si sta lì,
si sta lì mentre si lavora per se stessi e per gli altri, senza accorgersi, se non a tratti e
senza emozione, che questo lavoro è diventato come respirare.
Non cercate la vacuità come una meta, sembra un forte paradosso ma essa è contenuta
nella stessa energia in cui è contenuto l’amore.
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Più e si è vuoti e più si è nell’amore spirituale.
Verrà qualcun altro, che è l’amore, a spiegarvi queste identità fra l’amore e il vuoto.
C’è Cristo.
L’amore, quando è morte a se stessi, quando non vede più le rassicurazioni dei
riscontri, quando diventa un fiume che si abbandona alla corrente e non può resistere al
richiamo del mare, l’amore che diventa automatico come il respiro, allora è vacuità, pur
restando amore.
Non pensate al vuoto come vuoto, cioè assenza di tutto, e all’amore come pieno, cioè
presenza del tutto. Non è così. Il vuoto è pieno e il pieno è vuoto.
Queste parole ulteriori possano aiutare chi fa fatica a comprendere le precedenti. Capite
l’uno fra me, Buddha e tutti. Non ci sono incongruenze fra vacuità e amore.
L’amore è la più spirituale di tutte le conquiste spirituali. L’amore, nelle sue mille
applicazioni, è sempre la verità, è energie di luce, è vibrazione sottile, è movimento
verso l’uno e il tutto anche e perfino quando è frainteso sulla terra.
Sublimatelo il più possibile, ma concedevi sempre di farvene toccare e scaldare.
C’è Moses.
Lo sguardo di chi è nella vacuità non è mai né vuoto, né assente. La partecipazione è
forte, più forte di prima, perché è solo partecipazione spirituale.
Questi occhi sono vuoti di ego, vuoti dei lampi di giudizio, vuoti di intese terrene, sono
gli occhi puri di chi li usa per guardare oltre quello che essi vedono, sono gli occhi che
guardano dentro invece che solo fuori.
*********
CAPITOLO XII
56
C’è Moses.
La matematica e, in particolare, la logica che la presiede, ha radici antichissime ed è
nata come manifestazione esoterica, una specie di codice cifrato traducibile con una
logica superiore.
I numeri sono nati come simboli combinabili fra di loro e la loro antica funzione di
simboli è stata in piccola parte riscoperta dalla numerologia che comincia ad andare
oltre la loro applicazione scientifica. Essa si è imposta nel tempo come strumento del
progresso umano.
Anticamente la scienza era al servizio della spiritualità.
I meccanismi intellettuali di una mente umana meno materialistica erano un tramite di
comprensione del divino e la cultura era privilegio degli operatori del sacro, cioè degli
antichi sacerdoti, i quali erano anche maghi, indovini e veggenti, perché possedevano le
chiavi dei simboli che quasi sempre sono geometriche.
Eravamo agli albori di un rapporto uomo-Dio ancora primitivo. Erano le prime forme
di un contatto embrionale che poi si è perso nell’applicazione terrena delle leggi
matematiche.
Oggi l’uomo è più pronto ad un rapporto paritario di dialogo e non è più necessaria la
soggezione ad una divinità lontana ed astrusa. Tuttavia questi antichi simboli
conservano una energia potente di connessione e oggi, se giustamente interpretati ed
usati da chi è venuto a testimoniare e a servire, possono trasmettere ancora le antiche
chiavi dei misteri.
I numeri vanno dall’1 allo 0 e si compongono e scompongono all’infinito.
Quante volte vi abbiamo nominato l’uno, è il primo. Immaginate un cerchio, il simbolo
che rappresenta il tutto, vedetelo come uno 0 e metteteli insieme. L’uno si accoppia col
tutto, l’uno è il tutto, si moltiplica e si divide all’infinito. E’ il simbolo del mistero
dell’unità che si scompone senza perdere mai nulla di cui abbiamo parlato tanto.
Tutte le verità più alte si sintetizzano in uno o più numeri e tutti i numeri contengono
l’uno e finiscono, prima o poi, in un infinito che è uno 0.
I simboli matematici continuano questo discorso analogico e simbolico. Nulla si
aggiunge o si toglie, sulla terra le apparenti somme si rivelano sottrazioni animiche e
viceversa, così come lo spirituale si divide per moltiplicare.
Il più è il simbolo della croce non a caso, spesso l’avere è croce karmica più difficile
del non possesso.
Combinati con i numeri, questi segni possono schiudere uno sterminato orizzonte di
aperture spirituali che nulla più hanno dell’aridità della loro applicazione materiale e
non sono poi così diversi da una lirica preghiera.
Se riflettete sull’uno, e quante volte lo abbiamo fatto insieme, senza ricordare il
simbolo aritmetico, e poi, come adesso, ve lo richiamo, potete capire come l’umanità
viva immersa dentro simboli la cui essenza è totalmente spirituale.
Vi sarà di aiuto aver conosciuto questa realtà perché, essendo più sensibili a
riconoscerli, vi sentirete meno abbandonanti e meno esuli nel mondo.
Ogni numero significa una realtà spirituale, alcuni hanno parentele molto strette e
vanno spiegati insieme. Vi daranno un supporto che non è spiegabile con nessuna
parola umana.
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Il 4 è un segno che ricorda il corpo centrale di un 2 senza la testa e contiene in più sulla
coda una croce netta. Del 2 è anche il primo multiplo.
Avete capito da soli che il 2 è il dualismo, il 4 è il dualismo non risolto, il dilemma
esistenziale raddoppiato, che sulla terra è l’unica vera croce per gli uomini.
È simbolo del dualismo e rimanda alla croce, che è il più, cioè la somma, cioè l’avere
contrapposto all’essere.
Il 4 è la fatica dello spirito contro la materia, ma è anche un numero pari, cioè un
numero tondo, cioè uno 0.
Ogni dualismo, infine, tornerà a comporsi nel tutto.
È un numero di lotta, ma contiene la certezza della pace, è quindi fortemente spirituale,
non è ascetico, non è dogma, è il dolore dell’uomo che attraversa mille strade per
trovare la consapevolezza.
Il 4 è compassione.
La stessa croce è nel 7. Infatti il 7 contiene il 4 e lo somma al 3, diventando
l’evoluzione del concetto di lotta con la certezza della pace.
3 è il triangolo, è la geometria di Dio e del suo mistero.
7 è Dio che raccoglie e accoglie il dolore delle anime che lo cercano senza ancora
esserne consapevoli.
Nel 7 c’è consapevolezza e vicinanza al 3. Nel 7, non solo si risolve il 4, ma con un
altro tre si arriva al 10, all’1, al tutto.
7 è connessione.
Il corpo del 9 è una grande testa, ovvero uno 0 e un’esile gamba quasi sproporzionata.
Il 9 moltiplica il 3 per tre volte, dilata la geometria di Dio.
Il 9 è veggenza. La sua gamba è la materia che fa comunque parte della veggenza sulla
terra.
Inoltre, il 9 è un 6 rovesciato. È mettere il servizio a Dio in alto, al primo posto, e
relegare la materia, cioè la gamba, in giù..
Il 6 è la promessa di questo, ma deve ancora passare per il 7, sublimarlo nell’8, per
potere diventare 9.
Insieme, 4, 7, 9 sono la sintesi del vostro viaggio, da dove siete partiti a dove state
arrivando, forti della conoscenza dell’uno e dello 0.
Ogni volta che userete questi numeri, aggiungete al vostro lavoro il
ricordo di queste parole e che essi siano per voi una consapevole
consolazione.
Questa è scienza e filosofia, è terra e cielo, è noi e voi.
Il 5 è formato da un mezzo 7 capovolto da sinistra a destra e da un mezzo 0. È la metà
del cammino, infatti è la metà di 10.
Il 6 è lo 0 completo, anche se tenuto ancora in basso, il 7 è consapevolezza, l’8
l’infinito, il 9 lo zero in alto.
*********
58
CAPITOLO XIII
C’è Cristo.
La verità non è pura e bellissima, non è l’ideale concetto alato cui tende ogni ricerca, la
verità contiene tanti orrori, tanta fatica, a volte infinita umana delusione.
Nella sua essenza non è umana, sebbene sia presente anche sulla terra. Essa,
diversamente dalle aspettative degli uomini, non contiene risposte e non ne dà. Essa è,
è al di là di tutte le domande e di tutte le risposte, la si coglie, la si osserva, la si respira,
non la si comprende mai.
Nella verità, in questo coglierla, si colgono contemporaneamente l’accettazione,
l’osservazione, la vacuità.
Essa è una, ma ognuno ne ha una percezione diversa e ogni tipologia di percezione è
vera.
Il falso è verità, la morte è verità, il buio è verità, il rifiuto della verità è verità,
l’ingiustizia è verità, il male è verità. Non è una perla rara chiusa in uno scrigno, è
mescolata in mezzo a voi, fa parte di voi, è nella vostra natura spirituale, è nei simboli e
fuori dai simboli, è semplice e complessa, è dualistica e unitaria, è nel fare e
nell’essere, è intorno a voi e dentro di voi, è nel silenzio e nel rumore, è nel sudore e
nel riposo. L’avete e continuate a cercarla, la incontrate di continuo e non la
riconoscete. Essa chiede solo di essere vista, siete voi a pensare che si nasconda, perché
non sapete accettarne la sostanza fatta di bene e di male e continuate a idealizzarla e
cercare una cosa bellissima che non troverete mai, perché non c’è.
La verità, come il divino, siete voi. Non continuate a cercarla in irraggiungibili altezze,
è tutto qui, così semplicemente vicino.
Anche noi, che nell’immaginario collettivo inconsapevole siamo creduti altissimi,
astratti, irraggiungibili, vi diamo segno quotidiano della nostra concreta vicinanza.
Torniamo da voi attraverso il non tempo di epoche remotissime, annulliamo con poche
parole lo spazio concettuale che vi separa dalla comprensione di concetti per voi
inimmaginabili, che in un attimo diventano vostri.
Anche la verità è vostra, non è appannaggio degli spiriti, non è inconciliabile con la
vita, non è un’ardua conquista. E’ la dimensione in cui siete immersi, è semplice come
un giorno che comincia, è l’amore e la compassione quando l’amore non c’è, è anche
l’amore che non c’è. Tutto l’alto che state vivendo è lì, non è in alto; se fosse in alto,
troppo in alto, per gli uomini non sarebbe l’uno.
Le mie sono parole incoraggianti, non inquietanti. Non state nella soggezione, non
sentite astruso un messaggio che sta riconducendo a voi, alle vostre capacità umane,
tutti gli altri messaggi che umanamente vi sono sembrati altissimi. La verità non è
altissima, la verità è.
Vi sentirete consolati e aiutati da quanto vi ho detto quando questo contenuto sarà,
entro breve, assimilato.
La stella è lì, l’esagono è lì, la verità è lì, è tutto semplicemente vicino, come noi siamo
vicini, come io sono lì.
Mi capirete, non abbiate timore.
Capirete il paradosso di vivere il dolore con gioia, la gioia spirituale, il distacco
dall'ego.
59
Il dolore trasceso è sofferenza evolutiva che sta nella vacuità e apre la strada alla gioia
senza ragione. Capirete perché sentirete dentro, vivrete l'unità priva di vincoli, la
fratellanza senza attese e senza contratti, il dare e il ricevere indifferenziati.
Non capirete se le vostre lacrime sono dolore o esperienza dell'unità, sarete mossi da
trasporti sempre più vuoti di emozione, sarete distaccati da voi, non mai dagli altri, e
capirete che il giusto distacco è nella partecipazione. Vi sentirete rotelle di un
meccanismo, membra di un unico corpo, parti di un tutto e finalmente il tutto.
C’è Giovanni.
Io ho camminato di fianco a Cristo guaritore, ho visto la semplicità e il distacco con cui
operava e il velo di tristezza che aveva negli occhi ogni volta che la gente si eccitava
davanti al miracolo.
Le guarnigioni miracolose sono il mezzo di quelle che dovrebbero essere le vere
guarigioni, i miracoli interiori, i passaggi alla consapevolezza.
Cristo vedeva pochi miracoli interiori e soffriva per le malattie spirituali del mondo.
Ciò non toglie che l’incredibile sia il miglior mezzo per scuotere l’inconsapevolezza.
Perciò chi sa è chiamato sempre ad un lavoro di servizio all’umanità.
Essa è per lo più sorda, ma qualcuno è pronto per sentire e sta aspettando un’occasione
per svegliarsi.
Guardate oltre questo senso di piccolezza, chi guarisce fisicamente quasi sempre
capovolge la sua vita e comincia a contribuire. Questo è l’obiettivo.
C’è Moses.
Vi parlerò della giusta devozione.
La vicinanza al divino vi porterà ad una prostrazione (nel senso di essere prostrati in
ginocchio) interiore naturale che non ha nulla a che vedere con atteggiamenti di
penitenza.
Voi potete stare in piedi o seduti in una chiesa ed essere contemporaneamente
inginocchiati, potete sentirvi fratelli di Cristo e continuare a percepirne la maestà e
potete respirare e onorare l’onnipotenza di Dio, accettando che si manifesti in voi, con
semplicità.
Non occorre enfatizzare la vostra riconosciuta piccolezza, questo sminuisce la
grandezza di Dio.
Nel piccolo c’è il grande, come nel vuoto c’è il pieno. A Dio non importano le
cerimonie, che sono tanto care agli uomini, Dio vi legge e vi guida.
Non ringraziatelo secondo gli umani schemi della gratitudine, il vostro sì è la
gratitudine di chi non si accorge di sapere, ma sa l’interdipendenza fra Dio e le anime.
Chi sa questo è già nella giusta devozione, sa che nell’ininterrotto rapporto anima-Dio
c’è il creato che riconosce il creatore, è automatico, è.
Siete nel giusto quando Dio è talmente vicino a voi che non vi stupisce più e lo
spirituale sulla terra è diventato la vostra abituale dimensione senza riti.
Ciò non vuole intimidirvi davanti ai gesti che vi sono cari, continuate serenamente ad
accendere le vostre candele: è il vostro sentire interiore, è la vostra intenzione, è l’uno
con Dio che vi fa stare nella differenza.
Questa è la devozione consapevole, è in ginocchio, è dentro, è soggezione senza
timidezza, è sapere di appartenere a quello che vi fa soggezione, non è ‘staccarsi da’
per onorare, è ‘stare in’ per onorare.
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Io sono stato Moses, cioè contemporaneamente nessuno e Moses, nessuno e Dio, il
tramite di Dio, il procuratore di Dio per gli ebrei.
Guai se mi fossi dimenticato di essere procuratore di Dio per riposarmi nell’essere
nessuno, ma guai anche se, nei panni del procuratore di Dio, avessi smesso di onorarlo.
È automatico, viene da sé, è compreso nella giusta intenzione.
Non preoccuparti di prostrarvi, lui vi innalza se siete già in ginocchio e quanto più vi
innalza più resterete spiritualmente in ginocchio.
C’è Buddha.
Quando sparisce un ciclo terreno, con esso scompaiono dalla realtà fisica che esisteva
tutti coloro, che sempre sono la maggioranza, che si identificavano con quella realtà
fisica.
Chi resta non sempre percepisce di sopravvivere, perché non sempre la fine di un ciclo
corrisponde ad una catastrofe.
La consapevolezza di non appartenere già più, già prima che finisca, ad un ciclo
terminale, è il segno in alcuni uomini che sta per mutare la coscienza collettiva.
Chi se ne va, se ne va perché non contiene ancora i germi animici della coscienza
collettiva prossima e, quindi, non può far parte dell’uno sulla terra che sta per
cambiare.
Solo la scelta di un nuovo karma può modificare questa realtà e spingere verso una
successiva incarnazione dotata degli strumenti adatti per riformare di nuovo un uno.
5
C’è Cristo.
Io non mi sono mai incarnato, io sono stato emanato direttamente e, pur avendo assunto
un corpo fisico, non ho mai smesso di essere un’entità.
Ho vissuto la consapevolezza divina insieme ai limiti della materia senza l’oblio e
senza potere evitare il dolore terreno.
Per passare l’amore ho dovuto e voluto dimostrarlo.
Bene e male sono uno. Il prevalere sulla terra di uno o dell’altro è scelta karmica. La
nostra protezione non può oltrepassare un libero arbitrio che la rifiuta. Anche accettare
o no il nostro aiuto sulla terra è scelta karmica: chi sulla terra sente il nostro aiuto è nel
suo karma di connessione.
Non perdetevi nel tentativo di capire le scelte karmiche altrui. Esse, le loro ragioni, i
loro trionfi, i loro fallimenti sono soltanto loro. Loro è il bilancio evolutivo, vostra è
l’accettazione e il credere che le domande umane irrisolte porteranno alla
comprensione estatica che esse non erano domande.
61
essere più avanti di voi, può anche essere molto più indietro, ma dire o fare qualcosa
che fa scattare la vostra consapevolezza.
L'importante è che voi vi accorgiate degli aiuti quando arrivano, non è importante la
valutazione di chi ve li porge. Tenete nel cuore solo la gratitudine, seguite tutto ciò che
muove la vostra compassione.
C’è Moses.
Diversi sono l’umore e l’effettivo stato interiore.
Diversamente da quanto creduto sulla terra, il primo non dimostra mai il secondo, ma
ha il potere di sfasarne la giusta percezione.
Tutto questo alternarsi di emozioni consuma superficialmente, ma non tocca l’anima.
Diminuite anziché ingrandire, screditate anziché accreditare, svuotate anziché riempire.
È quasi un rito. Quando lo fate con la giusta intenzione e la massima serietà, vedete di
colpo il nulla di cui è fatta la mente.
È una nebbia inconsistente, che sembra fitta finché non ci si entra dentro. Non cogliete
solo l’apparente negativo, è il riscontro di un positivo che non potete vedere.
Andate avanti così in questa accettazione, aspettate senza aspettare e sarete giusti in
quello che vivrete.
Siate consapevoli e decisi, state nell’amore di tutti e per tutti, l’amore casuale, l’amore
anche di un attimo con una persona appena sfiorata, l’amore dilatato con le persone
care, l’amore di un buon giorno detto con garbo, l’amore occasionale e l’amore cercato
da voi in gesti volontari vostri verso gli altri.
Qualcuno che è pronto lo capisce e cambia la sua energia e così cresce la coscienza
collettiva.
C’è Giovanni.
Le realtà di un momento non sono mai le stesse un momento dopo. Lo stesso
momento può essere visto e vissuto con ottiche terrene e con ottiche spirituali e una
stessa esperienza capovolge totalmente il suo significato.
Voi tutti siete immersi in un divenire continuo, non fermatevi dentro l’apparente
immobile inutilità di un momento: è il modo come lo vivete che lo fa diventare utile.
Le voci sono tante, il messaggio è uno. Non c’è interruzione, il filo che si snoda da
noi agli uomini è lo stesso filo. Passa da una mano all’altra, all’altra, all’altra, all’altra,
all’altra e nessuno lo fa cadere.
Troverete tante mani tese, il mondo è pieno di mani tese. Passate nel mondo lasciando
in ogni mano un pezzetto di quell’unico filo che nessuna materia potrà mai recidere e la
catena di mani che lo stringono si allunga, si allunga all’infinito.
Il filo scorre dalle nostre mani alle vostre e dalle vostre alle mani tese del mondo.
Ora il filo scorre senza intoppi, senza pugni chiusi, senza attrito. A volte è stato una
corda di canapa che nello scorrere vi ha ferito le mani 6. Adesso è un rivolo d'acqua
d'argento che, nel suo andare, vi affratella gli altri e vi riporta a casa.
6
Si riferisce alle persecuzioni, alle inquisizioni e alle guerre sante che hanno accompagnato la diffusione
del messaggio di Cristo nel passato.
62
7
Davanti al dolore degli uomini curate con la tenerezza di una madre, asciugate lacrime,
medicate ferite, togliete paura, date riposo. Come una madre che accoglie, abbiate
sempre le braccia aperte per accogliere.
Sentite la mia voce mescolata con le vostre, sentitela: Padre Nostro che sei nei cieli,
non ci indurre in tentazione, liberarci dal male, non abbandonarci.
10
C’è Moses.
Sono venuto a spiegarvi meglio lo scambio fra noi e voi, inteso come dare anche da
parte vostra, che per voi è concetto arduo da accettare.
Noi viviamo nell’uno. È parte sostanziale della nostra assenza di entità spirituali. In
questa essenza l’impulso d’amore è dominante, l’amore è nella nostra spirituale natura,
è molla evolutiva spontanea, non si può ostacolare, si asseconda nella gioia spirituale di
cui siamo fatti.
Una connessione ben riuscita con qualcuno di voi ci fa crescere in un trasporto d’amore
che non è più solo slancio naturale, perché facente parte della nostra sostanza, ma
diventa vero e proprio scambio.
Così il dare, che per noi è impulso obbligante, si mescola col ricevere i vostri aiuti, che
ci assestano meglio dove siamo o ci fanno salire ogni volta che voi ci ascoltate.
7
Simbolo di Maria, madre di Cristo.
8
L’isola, simbolo di Giovanni L’Apostolo.
9
La campanella, simbolo di Buddha.
10
Il bastone fiorito, simbolo di Moses.
63
Attraverso qualcuno di voi tanti ne possiamo toccare, tanti che di loro resterebbero
irraggiungibili e sordi e così l’uno si dilata, cresce sulla terra e quindi qui.
Ogni Entità collabora come può a ricomporre il mosaico di luce, anche se non ci è dato
di trasmettervi l’intero nostro conoscere.
Questo per noi è un cruccio, ma quando vediamo qualcuno che accetta di farsi guidare
anche senza conoscere e senza capire, è come se per noi si aprissero altre porte.
Perciò sappiate che il nostro amore reciproco è mutuo scambio di cui qui non
beneficiano solo i vostri diretti maestri ma, in virtù dell’uno, questo amore sorregge e
fa avanzare anche anime ancora molto indietro nel cammino.
Perciò amate sulla terra senza condizioni, stando nella connessione dei nostri
insegnamenti. È il modo migliore per sorreggere noi.
Ancora una volta è l’amore la chiave. Amando i vostri simili perpetrate l’uno e, grazie
a questo uno, noi siamo voi sulla terra e voi siete noi qui.
Questo amore condiziona e illumina i karma futuri, qualunque essi siano e dovunque
siano.
Così un’anima, che sulla terra o qui ha sperimentato questo tipo di amore, sentirà che il
suo prossimo karma, in virtù di questo amore, risulterà meno pesante, pur restando
fedele alle linee generali della spinta evolutiva.
Non preoccupatevi, occupatevi solo di continuare a stare nell’amore, così ci alimenta e
vi alimenta in una comune crescita evolutiva.
Abbiamo bisogno di voi quanto voi ne avete di noi, camminiamo insieme: la
conoscenza che vi diamo si tramuti in amore sulla terra, è quello che di più alto serve
agli uomini. Che esso passi da noi a voi, è l’unico modo perché ritorni a noi e continui
il suo ininterrotto, benedetto ciclo.
Sono in pochi che lo capiscono e che si impegnano a diffondere amore spirituale sulla
terra con la consapevolezza dell’uno, sono in pochi perché sono gli uomini che non lo
vogliono. Prima che la memoria animica di questo amore resti sulla terra, molti, ancora
molti devono passare, poi la coscienza collettiva si alzerà. Per coscienza collettiva alta
intendo coscienza dell’amore.
Alcune anime sono anche inutilmente vecchie sulla terra, perché per correggere un
debito hanno bisogno di infinite incarnazioni e ad ognuno ne aggiungono altri. La ruota
sembra infinita, ma infinita è anche la compassione e la legge è infallibile.
C’è Giovanni.
Vi racconto la mia prima iniziazione.
Prima di essa, io seguivo il Maestro perché non riuscivo a staccarmi da lui. Lo
guardavo e lo ascoltavo e qualcosa di inspiegabile mi teneva lì, come tanti altri.
Cristo era una calamita, non mi era fisicamente possibile allontanarmi. Quando mi ha
detto che dovevo continuare il suo lavoro nel suo nome, ho sentito che la mia anima già
lo sapeva ed era per questo che non riuscivo a stargli lontano.
Spiritualmente è stato quindi facile dirgli di sì, ma io ero anche solo un ragazzo, e
quando lui mi ha soffiato sulle mani e mi ha detto “ vai e guarisci “, ho vissuto lo
sgomento di chi si chiede: “ perché io? “.
Il Maestro insegnava e a me sembrava di non trattenere niente, ma cresceva il mio
legame con lui, la fiducia e, a poco a poco, ho cominciato a pensare: se lui crede in me,
posso crederci anch’io.
La sua mano mi ha portato via dai pensieri di sgomento, io non capivo che stavo
imparando, ma mi vedevo fare cose che io non avevo autonomamente deciso di fare.
64
Le mie mani non appartenevano più né a me, né alla mia volontà, cui non riuscivo
nemmeno più a riferirmi.
E stato così fin quando l’ho avuto vicino. Quando l’ho visto morire, lì è tornata la mia
volontà e volontariamente, nel suo nome, ho fatto con la partecipazione di tutto me
stesso quello che lui mi aveva insegnato e lui non è mai più stato morto.
Cristo vuole consapevolezza, non cieca adorazione.
Chiunque senta il suo richiamo, non è più in grado di distaccarsi da lì.
*********
CAPITOLO XIV
Voi avete sempre pensato al Padre come fuori da voi. La sua onnipresenza fa sì che
abiti in ogni Entità creata, che per il solo fatto di essere creata ne contiene lo spirito e
tutte le sue qualità.
Lo Spirito Santo dorme in ogni uomo per cicli e cicli di incarnazioni.
Particolari scelte karmiche, come la connessione consapevole, che è sempre legata ad
un compito, lo svegliano in una vita e in quella vita l’entità incarnata lo ritrova sulla
terra.
A quell’entità incarnata da quel momento tutto diventa possibile.
Forte deve essere l’accettazione e forte la fede, ma soprattutto forte deve essere
l’umiltà. Chi accetta di lavorare con lo spirito vede gli altri uomini con lo spirito e si
rapporta con lo spirito ad essi.
Le percezioni dello spirito si servono dei sensi fisici, ma sono diverse e più sottili. La
persona umana resta apparentemente uguale, continua la sua vita e pure non sarà mai
più quella che era. È e non è, è straniera sulla terra.
C’è Moses.
La fiamma perenne del roveto ardente, che si autoalimentava davanti ai miei occhi e mi
parlava, era lo Spirito Santo, cioè era la mia connessione con Dio.
Questa fiamma brucia dentro voi stessi e brucia voi stessi. In essa siete spiriti puri e le
apparenze materiali si appannano. Ciò crea un senso di confuso smarrimento, perché la
materia trema quando riconosce lo spirito.
Imparate a vivere sulla terra dentro questo fuoco che scotta, ma non brucia, e saprete
ciò che lo Spirito Santo insegna.
I primi segnali addestrano a riconoscere anche quelli invisibili agli occhi o visibili agli
occhi ma incomprensibili alla mente.
Abituatevi ai segnali. Anche le cose più strane vanno accettate all’inizio come segnali.
Piccoli prodigi apparentemente senza senso vi preparano ad abituarvi a capire i grandi
prodigi.
Non immaginate nulla fuori da voi, siete voi il mistero dello Spirito Santo.
Il messaggio sullo Spirito Santo non sarà mai finito perché è infinito. È l’alfa e
l’omega, è il principio e la fine che ridiventa principio, è l’origine e l’approdo, è il
mistero di Dio in voi, è nelle mie parole e oltre tutte le parole, è il silenzio dell’anima
che lo riconosce sulla terra, è la colomba della pace e la fiamma ardente della guerra
dello spirito contro la materia, è inesauribile fonte di apprendimento.
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Capite, dopo l’umiltà, anche l’indifferenza e, nel deserto del non ritorno, avrete trovato
l’oasi della pace interiore, che è il massimo del non ritorno.
Avvicinarsi al mistero procura inquietudine sulla terra.
È sempre così. È sempre stato così. Si osserva e si va, si soffre, si osserva e si va, e così
in questo andare a volte sicuro, a volte vacillante, si impara senza saperlo.
Esiste certamente una fase di insicurezza spirituale. È quando tutto è nuovo e non
sapete muovervi senza avere riferimenti.
Per un po’ è normale, poi, piano piano, si acquisisce più disinvoltura.
Piccoli passi all’inizio servono proprio a darvi una progressiva sicurezza spirituale.
Tutto segue sempre il suo corso regolare e prescritto. Perciò non preoccupatevi,
inquietudine, insicurezza e anche ribellione fanno parte di un cammino prescritto,
abbiate fiducia, fiducia e pazienza.
Tutti quelli che ci dicono il loro sì ad un certo punto del cammino vivono una crisi.
La materia incomincia fortemente ad attrarre e si desidera spasmodicamente di tornare
alla comune normalità della terra. Arrivano richiami da tutte le parti e i compiti
spirituali appaiono la suggestione di un attimo di follia.
Quasi nessuno ne è esente, perché siete nella materia ed essa reclama sempre i sui
diritti, ma non temete, ci siamo passati tutti, è una esperienza di dualismo che si può
trascendere se la si conosce e la si capisce. Non fatevene uno spauracchio, adesso lo
sapete.
Lo Spirito Santo in voi fa vedere e sapere la vostra anima di un sapere assoluto senza
cause e senza fini, è il sapere l’inizio e la fine, è la sapienza innata, l’attributo implicito
nell’essenza.
Questo sapere senza ragioni è altro da qualsiasi mente, è l’intelligenza divina che
muove la vita vera oltre la materia. Questo sapere vi spinge sul cammino spirituale e vi
ricorda i suoi contenuti che diventano i vostri.
La sua forza vi fa forti dentro un agire spirituale sconosciuto all’umano, noto all’anima.
Questo è lo Spirito Santo, emanato direttamente da Dio in ogni uomo, che opera in
qualcuno di voi che ha scelto di riconoscerlo.
Questa è il mistero di Dio in voi.
Curate la vostra purezza, correggete le imperfezioni, la dicotomia spirito materia è
forte. La terra chiama giù, lo spirito porta via.
L’energia di cui Cristo parla è la stessa energia che ha investito me è quella stessa
forza transumana che mi ha fatto attraversare a piedi il mare.
Vi ho già raccontato che anch’io non capivo niente, ma non preoccupatevi, la
perfezione e la grandezza dell’intelligenza divina sa dosare mirabilmente ogni suo
intervento.
Anche io seguo gli uomini con infinita partecipazione.
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dare. Si tratta della parola in più, dell'ascolto senza frettolosità, dell'attenzione ai piccoli
segni, del sorriso aperto e non forzato. Basta incominciare. Addolcite la voce, rallentate
il passo, sfiorate leggermente invece di toccare pesantemente e sorridete, sorridete di
più.
Metteteci la vostra coscienza volontaria, fate che diventi un tratto
costante di voi la comunicazione diretta, naturale e spontanea, quasi
inavvertita.
Apritevi con fiducia a tutte le cose nuove, accettate gli imprevisti con spirito di
avventura. Ogni persona che incontrate ha una mano tesa verso di voi, avvicinate
chiunque vi avvicina con braccia spirituali consapevolmente spalancate.
Il male vuole sempre prevaricare, sempre sopraffare. Non conosce compassione, vuole
imporsi, comanda manifestazioni di se stesso sempre maggiori. Un piccolo male quasi
sempre genera negatività più profonde, un piccolo bene è bene, comunque bene, è
sempre un contributo, una luce e vale in quanto contributo di bene, non importa se
piccolo o grande. Il male combatte spesso anche contro il male avvitandosi nel suo
essere prevaricante, il bene mai.
Non buttate via l’opportunità di vivere consapevolmente anche un momento che non
vorreste vivere e di cercare in esso con sforzo la gioia e la pace che esso contiene, come
tutto ciò che vi è dato di vivere.
So che costa e che è difficile. Quando ci riuscirete, riderete delle contorsioni della
vostra mente. È così semplice, amare, vivere, gioire, è così semplice.
Dovete essere in grado di superare gli scogli della reattività umana, che è la prima fonte
di male sulla terra.
La pazienza è un’altra virtù che ha un significato terreno diverso da quello spirituale.
Per noi è essa è l’accettare l’imprevisto che allunga ciò che per voi è l’attesa.
L’attesa è terrena, non spirituale. Lo spirito non attende nulla, vive l’essere di ogni
momento. Per lui la pazienza è l’accettazione di ogni realtà che interrompe il flusso
ordinato del suo esistere, di ogni agente di disturbo che si inserisce in questo esistere.
68
Per le persone consapevoli dunque pazienza significa non solo saper attendere senza
farsi travolgere dall’aspettativa, ma anche saper vivere ogni contrattempo, grande o
piccolo, senza permettere che alteri la propria realtà e senza perdere la centratura.
Non è virtù da poco, difficilmente sulla terra è conquista permanente. Va
consapevolmente esercitata, è direttamente collegata all’evoluzione. Impararla avvicina
alla conoscenza, è una delle acquisizioni animiche che costa di più sulla terra, ma sulla
terra è importante impararla perché è diretta antagonista del male. È conquista
inalienabile, affinché il compito di bene sia sempre più fedelmente assolto.
E’ bella la gioia interiore che si sente per il bene degli altri. È questa la gioia
spirituale dell’uno. I passi avanti di ognuno di voi solo i passi avanti di tutti. Chi sale ed
impara fa salire con sé tutti gli altri, chi sbaglia consapevolmente rallenta l’evoluzione
dell’umanità intera. È cammino singolo e congiunto, è fratellanza, è uno.
Ricordate, fratellanza non è sorridere all’estraneo, è non dimenticarsi di questo, è
responsabile coscienza e conoscenza che, quanto più si sa e si è aiutati, tanto più
bisogna aiutare, stando in un concetto evoluto di aiuto impersonale, imprescindibile,
automatico, istintivo dell’istinto spirituale, non di quello umano strapieno di equivoci.
La vostra comune matrice è la scintilla inestinguibile che avete dentro tutti, che
assomiglia ogni uomo agli altri uomini e a Dio. In nessuno essa è spenta e, se ancora
attende il suo risveglio karmico sulla terra, pure essa è sempre lì, sensibile ai richiami
dell’anima, consapevole di se stessa.
Vedetela brillare dentro ognuno di voi. Pensando a questo sarà più facile amare il
mondo.
CAPITOLO XV
C’è Moses.
Parliamo del vortice di male coagulato che voi chiamate demonio.
Non è un’entità singola, come non lo è Dio. Sapete già che qui la lotta del bene
contro il male è unità contro separazione ed è un’atmosfera vibrazionale in continuo
dinamismo.
Il male è singolo, noi siamo l’uno, ma singolo non significa singola entità, bensì
unico cuneo che tende a fendere il tutto formato e tenuto insieme dall’amore: suoni
bassi, vibrazioni pesanti, onde magnetiche di pensieri negativi che si autotrasformano
in gesti negativi sempre tesi alla separazione. Dove tutto ciò non trova ostacoli, dove
sembra più potente, dove opera senza incontrare difficoltà e sembra ingigantirsi, nutrito
dalla paura di chi lo osserva, lì voi vedete e temete un improbabile diavolo.
La realtà è intraducibile con parole umane diverse da queste. La paura che vi incute
è uno dei suoi strumenti, il pensiero plasmato dall’anima è il suo peggior nemico. La
materia è la sua ideale dimora, dove più facilmente si coagulano le vibrazioni pesanti,
al punto da diventare solide sulla terra.
È necessario che sulla terra si muovano consapevolmente anime capaci di vivere un
karma terreno talmente incondizionatamente rivolto al bene che possano
rismaterializzare questi solidi agglomerati di male.
La conoscenza della realtà spirituale che compone bene e male e delle tecniche
necessarie a contrastarlo, con queste pagine vi è trasmessa e voi potete mescolarvi in
questa realtà negativa e contrastarla in maniera sottile.
Perciò non c’è un diavolo tentatore, ma ci sono tante, troppe occasioni di male che
proliferano sul terreno adatto.
Effetto potente di neutralizzazione ha l’intenzione mantenuta costante come scelta
di vita che uniforma il pensiero al bene, l’attuazione dei pensieri di bene e di luce, il
70
contrasto di ogni pensiero negativo proprio o altrui con un corrispondente pensiero
positivo, la luce buttata nell’ombra, la fratellanza e l’amore contrapposti alla violenza e
all’odio, l’uno contro la divisione: sono vaccini che la terra riceve contro la sua
malattia.
Queste parole vogliono sensibilizzarvi sull’estrema importanza operativa che hanno
questi contenuti.
Qui non si tratta più di un fatto karmico personale, teso a risolvere debiti vostri del
passato, ma questa tensione al bene, il lavoro per gli altri, il pensiero sempre più
plasmato, una connessione più solida, una consapevolezza più matura, i gesti di amore
consapevole, le preghiere di unità, le meditazioni volontarie, le purificazioni, sono
urgente e necessario, anzi indispensabile, supporto che, come una rete, va a sorreggere
e ad attutire la caduta della terra.
Non concedetevi flessioni, non incrinate per stanchezza o pigrizia la vostra
motivazione, non perdete la tensione interiore operativa e non dimenticate la
sensazione di urgenza.
Che l’istinto al bene continui ad essere coltivato, vigilato e trasferito in pensieri e
azioni fortemente consapevoli. I pochi che sanno non devono cedere.
Non è importante capire, è importante eseguire con la massima convinzione
possibile.
È un grande impegno quello che vi chiedo di non dimenticare, di non far passare via
con l’abitudine, bisogna che adattiate con estrema coscienza ogni gesto della vostra
vita.
Non pretendo certo che diventiate infallibili, ma vi chiedo lo sforzo consapevole di
vigilare il più possibile sui vostri pensieri e sui vostri gesti. Contrastate la paura con la
pace della connessione. Non rispondete mai alla paura altrui facendola sentire legittima
e restandone contagiati, perché ciò contribuisce a diffonderla. Siate veicoli di pace in
prima persona cominciando a fare irrompere la pace nelle vostre esistenze, sia intime
che esteriori. Cercate l’unità di voi con voi stessi e col tutto, con ogni manifestazione
della vita sulla terra.
Esseri umani, animali, vegetali entrino a far parte del vostro corredo di vita. Che la
vostra anima sia un uno con l’anima cosmica e le vostre cellule si mescolino alle
cellule della terra.
Amate con gli uomini, volate con gli uccelli, respirate e filtrate come le piante, siate
il più possibile i testimoni di una bellezza vitale, del mistero incantevole della vita, del
miracolo della consapevolezza che oggi sono stati dimenticati. State nel semplice, è
questo il segreto perduto dalla terra.
71
Il bene spirituale ha la caratteristica di essere invisibile sulla terra per chi lo fa. Esso ha
i suoi sentieri segreti, silenziosi binari di luce, infinite scorciatoie e un perfetto,
infallibile orientamento.
Chi sceglie questa direzione sappia che il bene sa sempre dove andare e non va mai
perduto, anche se di questo non può dare prove.
Vi sorregga questa interiore certezza: il male dà sempre delle evidenze di sé e spesso si
perde in sentieri tortuosi che lo moltiplicano, il bene conosce solo strade dirette e i suoi
miracoli sono infinitamente più grandi della capacità di percezione della terra, ma essa
se ne imbeve, li assorbe tutti e, grazie ad essi, continua, nonostante il male, a vivere e a
portare avanti il suo generoso, difficile compito.
La terra è un’entità, contiene una scintilla divina intelligente che l’ha portata ad
accettare di essere asilo al karma degli uomini e di svolgere così un suo particolare
karma, che non è il vostro, ma ubbidisce alla legge perfetta della complementarietà e
dell’uno. Il cosmo ed i suoi pianeti, come le forze della natura, sono ingranaggi di un
meccanismo perfetto in cui ogni rotella fa la sua parte.
L’anima, l’archetipo spirituale, ben conosce il mistero perfetto di questa armonia ed è
sempre tesa a ricrearla dove la legge dell’evoluzione non permette di percepirla ma è
continua tensione a cercarla e a ritrovarla.
Questi contenuti anticipano, per quanto è possibile, la ricezione sulla terra di una realtà
spirituale che contiene le risposte a tutti gli insoluti.
Cogliete l’estrema consolazione che contengono queste parole. È un immenso e
meraviglioso serbatoio di conoscenza quello cui vi stiamo facendo attingere.
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Per guarire dove la medicina non guarisce bisogna accettare che l’origine della
malattia non sia fisica.
Prendiamo ad esempio un tumore. La scienza è ferma a non sapersi spiegare perché
alcune cellule improvvisamente impazziscono e si moltiplicano in un modo atipico.
Non è questo il problema. Stacchiamoci dal discorso fisico.
Dove c’è proliferazione c’è dietro bisogno di spazio. Perciò gli organi che si
ammalano sono compressi. Il cancro è un modo per segare le sbarre di una prigione: e
ridare libertà interiore a chi se ne ammala è l’unico modo per farlo regredire.
Ogni malattia ha dietro di sé un bisogno spirituale inascoltato o inappagato e si può
dire che chi si ammala vive una forma di ricerca inconsapevole.
Spesso è proprio una malattia l’occasione per portarsi alla mente domande mai
poste, per affrontare le paure di una vita intera che si presentano sotto forma di paura di
morire e, in alcuni casi, è proprio la malattia la ragione di una consapevolezza diversa.
Se i medici capissero questo, farebbero delle malattie che vedono le occasioni di una
loro propria crescita e darebbero ai malati guarigioni e cure ben diverse.
Per questo è arrivato il momento di rimettere sulla terra un po’ di guarigioni
inspiegabili.
Alcuni medici rifletteranno e comincerà ad essere affrontato il falso dualismo
malattia salute.
Si comincerà a capire che un malato deve essere aiutato a guarirsi da solo e che non
vanno sollecitati solo i suoi anticorpi, ma soprattutto la sua consapevolezza. La malattia
in sé non esiste, come non esiste la salute.
Tutto quello che può portare l’ammalato a farsi delle domande evolutive va bene,
ma non tutti sono disponibili a farsele e guarisce chi senza saperlo è pronto.
In genere chi accetta trattamenti alternativi e già interiormente disponibile a
direzioni diverse di indagine propria su se stesso, anche se non esistono regole fisse. È
ancora altrettanto importante la reazione di un medico incredulo che di questa
incredulità può fare un’occasione spirituale di apprendimento.
Ci sono anche modi sottili di lotta al male anche sulla terra.
CAPITOLO XVI
Verrà un pastore che porterà scompiglio nei vertici della chiesa. I cardinali non sanno
la realtà interiore spirituale di chi scelgono e si troveranno qualcosa di molto diverso da
ciò che credono.
La chiesa in questo Papa si vestirà di stracci, porterà agli uomini il suo smarrimento.
Saranno smascherati i giochi di potere con una risoluta opposizione a tutto ciò che non
è spirituale e questo sarà un Papa che dalla finestra denuncia e tuona.
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La chiesa dovrà crollare per tornare come deve essere. Qualcuno lo sa. La coscienza
dello spirito dovrà investire anche chi dello spirito ha scelto di portare la veste, ma i
clericali non saranno i primi e a fatica dovranno prendere atto che una vera spiritualità
vissuta e messa quotidianamente in pratica nulla ha a che fare con loro rigide regole.
Ci sarà molto scompiglio e molto smarrimento nei fedeli senza consapevolezza. Sarà
importante vivere come testimoni e marcare di consapevolezza lo sfascio di una
istituzione marcia.
Al mondo inconsapevole tutto ciò parrà una catastrofe, ma chi è in quel momento a
capo della chiesa sarà guidato da particolari protezioni. Il suo operato porterà prima
scompiglio, agitazione, fermento, poi si assisterà in una nuova quiete e la chiesa darà
finalmente insegnamento evolutivo e asilo.
Non tutti resteranno a capire, non tutti sono pronti ad evolvere. Il crollo non sarà solo
teorico, dovrà sparire molto di questo malsano benessere economico e sociale. Chi è
già staccato dai valori della terra passerà senza alterazioni attraverso tutto questo, chi
invece sentirà perduto anche se stesso insieme alle cose si perderà con esse.
I primi sussulti di percezione della realtà spirituale saranno confermati dalla natura
dell’apostolato del Papa e saranno il sostegno che sorreggerà chi si inserirà in questa
strada evolutiva. Sarà uno snodarsi di fatti che cambierà la realtà e non un fatto unico e
precipitoso come una guerra.
Le cose cominceranno a cambiare senza che apparentemente si modifichi nulla, ma
ogni cambiamento sottile provocherà nel tempo i cambiamenti nelle strutture
grossolane e vi ritroverete a vivere in una realtà modificata in cui non ci saranno più
tanti immeritati privilegi.
Il mondo cristiano occidentale è molto lontano dalla verità. I nuovi contenuti spirituali
che divulgherà il Papa contengono l’energia per essere riconosciuti anche dai capi di
altre religioni, perché non appartengono a nessuna religione, ma sono la legge
universale dello spirito. Nessuno seguirà o non seguirà nessun altro, sono le vibrazioni
spirituali sulla terra che cambiano.
Nuovi contenuti spirituali che diffondono conoscenza simile a quella di questi
messaggi non possono non modificare l’attuale distribuzione, percezione e diffusione
del male sulla terra. Ciò che cambia in voi cambierà in tanti, i mutamenti singoli
contengono i mutamenti collettivi e l’evoluzione di uno prepara ed anticipa
l’evoluzione di tutti. Il passo avanti di un uomo è passo avanti di tutta l’umanità.
Questo è l’uno.
L’anima che si incarna contiene le qualità spirituali e una conoscenza del tutto che
deve misurarsi con la materia per potersi dire acquisita.
Ad ogni incarnazione l’entità in cammino nel viaggio evolutivo sceglie il bagaglio
karmico di qualità terrene e conoscenze spirituali necessario al compimento di quel
particolare viaggio, la cui riuscita è sempre soggetta agli imprevisti delle libero arbitrio
che può portare anche a dover ripetere più volte lo stesso viaggio, adattando il bagaglio
karmico al grado di conoscenza acquisito.
L’anima sa tutto in teoria, ma per evolvere deve misurarsi con la pratica di tante vite
che sono l’occasione di sperimentare, conoscere e quindi apprendere.
Gli uomini della Bibbia erano meno evoluti, necessitavano di castighi e di segni
evidenti per apprendere. Dire loro che le loro colpe sarebbero ricadute sui loro figli per
quattro generazioni era come dire a voi che un karma torna infallibilmente ad esigere i
suoi debiti.
Con tutte le sue fatiche, i suoi errori, i suoi dolori e le sue conquiste, è indubbio che la
coscienza dell’umanità stia percorrendo una strada evolutiva e di cammino ne è stato
fatto molto, anche se moltissimo ne resta da fare su piani sempre più sottili.
L’evoluzione delle coscienze intime, della ricerca spirituale, dell’affinamento delle
qualità è più difficile ma più esaltante, è scoprire il senso dell’esistenza in terra.
I vostri diversi smarrimenti sono momenti evolutivi che segnano le vostre crescite e
non rendono vano il viaggio. Karma di vite spirituali sono segnate in modi diversi, a
seconda delle scelte, da una sofferenza di adattamento della materia allo spirito, che va
dall'accettazione di un paranormale alle più alte adesioni di fede.
Il senso di piccolezza, i timori di ego sono anch’essi smarrimenti in questo cammino in
cui l'accettazione va rinnovata ogni giorno e costa prezzi sempre più alti.
Non siete mai soli, ma in questo siete soli. Ricordate che non vi misurate mai con
qualcosa di superiore alle vostre forze, il karma scelto è sempre affrontabile.
Siete soli di fronte ai limiti umani da superare, perché è una battaglia solo vostra, ma
non siete mai soli nelle prove evolutive spirituali. Siete soli davanti alle ribellioni della
mente, mai soli nei tragitti dell’anima
Vivete ogni istante caricandolo di tutti i significati che possiede. Non liquidate mai
niente come inutile, osservate e cercate la piccola o grande informazione che contiene.
Tenete sempre sotto controllo le pulsioni mentali negative, correggetele, c’è sempre
una contro lettura dei fatti evolutiva.
I pensieri diffondono l’energia di cui sono imbevuti e creano solide realtà.
Andate e fate nel mio nome, io sono con voi e da sempre proteggo la terra e attutisco
gli errori degli uomini. La mia essenza spirituale è giunta sulla terra per dare agli
uomini un intermediario. Riferitevi a me e troverete la luce.
Chi crede in me vivrà la vita eterna, chi segue questa via troverà la luce della verità e
per sempre resterà in essa a conoscerla ed a farne parte. Chi lascia le certezze della
76
terra trova le risposte a tutte le ricerche e per sempre cessa di cercare ciò che sulla terra
non avrebbe mai trovato. Chi crede in me avrà la vita eterna.
C’è Moses.
L’energia che vi conduce è quella dell’amore di Cristo, più adatta ai bisogni della
terra di oggi. Per gli uomini del mio tempo era più utile l’energia della forza e i segni
dell’onnipotenza di Dio li conducevano ad una soggezione necessaria per evolvere e
portare avanti la conoscenza delle loro anime.
A voi per evolvere serve solo l’amore. Cristo l’ha portato sulla terra perché la
coscienza di esso maturasse lentamente da sola anche fuori dalla consapevolezza degli
uomini e oggi qualcuno di essi può lavorare perché la legge dell’amore cominci ad
essere percepita.
Questa è ora la direzione dell’evoluzione, ascesa irrefrenabile verso l’acquisizione
dell’amore spirituale.
Uomini e donne si troveranno ad incontrarlo sul cammino, non sempre e non subito
lo riconosceranno, molti lo rifiuteranno e, increduli, si prenderanno gioco della sua
disarmata potenza.
È sempre stato così. Gli oppositori confermano le conquiste. Questa è la legge
dell’evoluzione che impedisce acquisizioni facili, immediate e simultanee per tutti.
Non è assolutamente possibile che tutti imparino nello stesso momento. Chi impara
apparentemente con più facilità di altri ha dietro le sue spalle circuiti complicati di
cammino di ricerca che altri non hanno ancora incontrato.
Non giudicate mai, non puntate dita, non estrinsecate opinioni, tante saranno le
realtà che vedrete, alcune vi sembreranno intollerabili o scandalose nella loro proterva
arroganza.
Fermatevi e inondatele di compassione e di pensieri di luce che, meglio di ogni altro
intervento, le avversano. Il vostro mondo sta lentamente cambiando, siatene
consapevoli ed attenti protagonisti.
In un’ottica di fratellanza, ogni anima che sa di appartenere all’uno evolve e cresce
dando quello che ha, non sforzandosi di uniformarsi a quello che vede dare da un’altra
anima.
Le conquiste spirituali di una verità sono le infinite sfaccettature della verità e
nessuno, nemmeno noi, può trasmettere una verità cristallizzata ed immobile. Essa
contiene tutte le infinite e diverse strade di chi si è messo in viaggio per cercarla.
Nulla è schedato, ogni risposta raggiunta è l’occasione di altre evolutive domande e
tutto serve a tutti e forma il serbatoio cosmico di conoscenza pieno di tutte le conquiste
degli uomini.
Venite con me davanti allo specchio. Quello che vedete è ancora un bozzolo
informe. Per il bruco la metamorfosi è morte, ma senza l’abbandono del bozzolo non ci
sarebbe la farfalla.
Ogni feto non vorrebbe lasciare l’utero, ma quella del feto è una vita priva di scelte,
è solo una preparazione. Vostro è l’atto di coraggio che la vostra scelta vi propone,
continuare a scegliere il bruco significa solo rimandare il volo della farfalla perché la
farfalla è inevitabile, è scelta karmica che il libero arbitrio di oggi può solo ritardare nel
tempo senza tempo dell’evoluzione.
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La farfalla è lieve e gentile, ma ha tutta la forza e la determinazione dei
sopravvissuti e poi ha le ali. Dopo l’inferno vola, vola via.
Amore, non giudizio, compassione consapevole e non inutile vana pietà.
Condivisione, partecipazione, comprensione animica del dolore altrui, desiderio
operativo di contribuire alla trasformazione del dolore in sofferenza, unità di intenti
contro ogni divisione, mani tese a scaldare e ad accarezzare contro i pugni chiusi
dell’inconsapevolezza: questi sono gli strumenti di oggi contro il male. Anime malate,
corpi malati, esiti di scelte viziate da interventi arbitrari di volontà terrene, possono e
devono guarire. Passaggi prematuri fino a ieri per la coscienza degli uomini adesso
cominciano ad essere fattibili, perché qualcuno è entrato finalmente dentro la legge
dell’amore.
Fate che si propaghi, date spazio alla sua voce e ai suoi miracoli. La sua potenza non
è inferiore ai prodigi divini per gli uomini della Bibbia. Le manifestazioni di Dio sono
infinite e sempre modulate sulle possibilità degli uomini di riconoscerle. Il movimento
è inarrestabile, il flusso è un divenire ininterrotto di evoluzione e di conoscenza nel
quale siete immersi e nel quale potete scegliere di essere trascinati senza coscienza o di
favorirne consapevolmente lo scorrere.
Immagini di luce che sono realtà circondano coloro che entrano coscientemente nel
flusso e il divenire della conoscenza e le conquiste dell’anima divengono un eterno
presente. Siatene sempre consapevoli.
C’è Moses.
Per arrivare ad aprire la porta dell’amore come strumento di evoluzione e di
salvezza, l’umanità ha dovuto camminare tanto e faticare ad apprendere nel vostro
umano tempo. Calcolate che gli uomini hanno impiegato duemila anni per cominciare
appena a decifrare il messaggio d’amore di Cristo.
Anche questa è una conquista, l’amore è strumento evoluto ed impegnativo che
cambia l’inconsapevolezza degli uomini solo se chi è consapevole ne fa uno strumento.
Un’umanità ancora nel buio non saprebbe riconoscere l’amore come è stato per tanti
cicli. Errori, cadute, dolori, ritorni hanno comunque portato avanti l’umanità in una
lenta ma inarrestabile evoluzione, perché il flusso del divenire è comunque orientato
solo in questa direzione.
L’inconsapevolezza e la massiccia influenza della mente ha reso lentissimo il
viaggio del contenuto d’amore di Cristo.
Comincia un viaggio evolutivo più consapevole perché anche la coscienza
dell’amore è stata una dura conquista.
La mente davanti all’amore ha pochi argomenti e le ragioni dell’amore possono
anche non essere capite. L’amore tocca chi è pronto e chi è pronto lo riconosce,
combatte le umane resistenze e comincia volontariamente a tenerlo sulla terra,
modellando i suoi pensieri prima ancora di modificare le sue azioni.
Costringersi a stereotipate azioni amorevoli è uno sforzo tanto lodevole quanto
inutile e vano, è il tentativo puerile di comportarsi come se la mente non esistesse. Per
arrivare a vivere l’amore di Cristo, fatelo entrare nei vostri pensieri, correggendo sensi
di colpa, paura, vendicatività, rabbia, curiosità, manipolazione, prepotenza, furto, ma
anche narcisistiche malinconie, ambizioni e commercio dei propri talenti. Con ciò
intendo l’avere qualità karmicamente scelte come positive e farne sulla terra un uso
sconsiderato, regalandole via o facendole pesare, cioè piegandole alla mente invece che
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all’anima. È rifiutare il richiamo della consapevolezza, certamente è anche svilire nella
materia le possibilità di una scelta spirituale.
Quando l’amore sarà entrato qui, voi sarete nuovi e puri e i vostri gesti lo diranno al
mondo.
Che il vostro sforzo consapevole sia sempre rivolto alla purificazione dei pensieri.
L’amore sulla terra non è facile.
Senza dubbi non sì è in cammino. Non esistono strade evolutive piane e semplici, la
portata e la qualità dei dubbi è proporzionata al livello di responsabilità. Il dubbio è una
prova evolutiva fra le più alte e il grado di sofferenza che comporta lo dimostra.
Chi non ha dubbi non ha molti pensieri, né negativi né positivi. Certo, i dubbi
tolgono il sonno, certo una mente pronta, allenata e capace potenzialmente di
trasformarsi, è anche, prima e durante la trasformazione, estremamente convincente,
molto più convincente di un’altra che non dubita perché copia e si adatta all’esterno
invece di pensare.
Non sareste in grado di contrastare questi dubbi e questi pensieri se essi non
sembrassero così ben fondati e non ci sarebbe la vittoria sulla mente se la mente non
opponesse resistenze.
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Vi dico di non cantare mai vittoria, rigurgiti di dubbi e di ribellioni possono
presentarsi anche dopo lunghi periodi di fecondo e riuscito lavoro, quasi da far dire “
missione compiuta “.
È questo lo scoglio della materia, finché essa sarà il vostro abito, ne sentirete il peso.
Alcuni pensieri negativi sono più facilmente plasmabili di altri. Il dubbio di fare del
male senza vederlo, il dubbio dell’autoinganno, la paura di un ego invisibile
appartengono alla schiera di pensieri che con forza autonoma resistono più aspramente
all’anima. Non contrastateli, guardateli, denudateli, non troverete mai altri pensieri
dotati di ragioni più forti delle loro.
Osservateli e sublimate la sofferenza osservandoli, andate avanti nella sofferenza
dell’osservarli sapendo che essi ci sono e non tentando di rimuoverli. Andate avanti
consci della loro presenza, è l’unico modo per non renderla invasiva.
Guardarli vuol dire accettare la loro esistenza e presenza come un fatto inevitabile di
evoluzione. Zittire la mente vuol dire guardarli senza cercare di contrapporre loro altri
argomenti inesistenti, quindi vuol dire guardarli, cioè conoscerli e non ignorarli.
Illudersi di ignorarli è perdere consapevolezza, è indebolire il lavoro che
diventerebbe un sì ottuso.
Dove non è possibile plasmare, osservate, ricordate il distacco. Dove essi portano
pesi, osservare è contrapporre leggerezza e impedire di essere risucchiati dal vortice.
Osservare il vortice è restare esterni al suo movimento.
Questa situazione sarà una costante della vostra storia terrena. Vi abituerete a
distinguere i diversi gradi delle vostre battaglie. Questo è uno dei gradi più alti, comune
a tutti coloro che arrivano a vivere la scelta di una incarnazione consapevole.
Cercate sempre la pace, anche e soprattutto con voi stessi.
Non temete quella che vi sembra la pazzia in terra. Sarete sempre sufficientemente
ancorati per potervi condurre articolati in mezzo alle cose del mondo.
Questa follia che vi spaventa può anche essere guardata con occhi sereni.
Ricordate che Moses vi ha detto che scoprirete l’infinita bellezza di ciò che state
vivendo, la bellezza di orizzonti sterminati al di là di un piccolissimo pensiero, la
bellezza di un amore consapevole che supera le barriere della carne, la bellezza di una
conoscenza che qui ricevete ed è solo un piccolissimo anticipo di verità, la bellezza di
sentire l’invincibilità dell’uno anche sulla terra, la bellezza di una battaglia senz’armi,
di uno scopo senza fini, di una luce senza ombre, di una morte a se stessi che è
principio senza fine, di uno scorrere infinito, gocce fra le gocce, verso la sorgente di un
tutto che ogni goccia in sé già contiene.
Questo che voi oggi state leggendo senza avere memoria di tutto ciò che qui vi ha
portato racchiude una bellezza trascendente, la bellezza dell’evoluzione, la bellezza di
Dio.
Quando la mente vuole trascinarvi, ricordate questa bellezza e fatevi trascinare via
dai dubbi feroci da questa impalpabile, luminosa, onnipresente scia di verità.
CAPITOLO XVII
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Ogni cosa intorno voi è viva, vive di una vita diversa con finalità diverse, ma
comprese nella complementarietà. La natura vive le sue proprie leggi karmiche in cui
anche i sassi su cui sedete manifestano un compito prescritto.
Mescolate le vostre cellule alle cellule della natura, sentite in voi l’aria, l’acqua, la
linfa, la gemma che spunta, il frutto che matura, la foglia che cade, il rinnovarsi, il
rinascere, la matrice comune che avvicina il vostro corpo terreno alla pietra rocciosa
dei monti, al legno profumato dei boschi, al sale ed alla schiuma del mare, al vapore
inconsistente delle nuvole.
Pensate al vostro guscio terreno non solo come a un peso di materia che frena, esso
è anche il figlio e il frutto della materia animata dove si manifesta la natura.
Riconoscere la natura in se stessi, sentirsi foglia e fiore e sasso, scorrere con l’acqua
perché si è acqua, vibrare con l’aria perché si è aria, è divinizzare consapevolmente la
parte materiale di noi che pure ha tanto ruolo nella storia del continuo divenire.
Abbiate rispetto per il vostro corpo, è vostro e non è vostro, è in prestito per una
vita, viene dalla natura e ad essa tornerà.
Il ricambio è continuo e perfetto, non c’è mai un attimo di inutilità nella quiete e nel
movimento della meravigliosa concezione della vita.
Non dimenticate il rispetto per la natura, non dimenticate chi vi dà asilo e rende
bellissimo il mondo.
Quando vi incarnate resta qui l’essenza prima dell’anima, la matrice spirituale alla
quale vi ricongiungete dopo ogni incarnazione e che resta collegata all’anima incarnata
con quella che viene chiamata corda d’argento. È il contatto che l’anima sulla terra
mantiene con il mondo spirituale da cui proviene, anche se sulla terra nella maggior
parte dei casi non ne ha nessuna coscienza.
Perciò anche chi delle entità che comunicano tramite un medium è già ripartita per
un’altra vita può comunicare lo stesso tramite la sua matrice spirituale che può sentire i
suoi richiami o ubbidire a un più vasto disegno in cui si inserisce un karma che prevede
la comunicazione.
Vi sto dicendo che, mentre siete incarnati sulla terra, qui resta l’essenza di uno
spirito che prescinde da tutte le vite, ma tutte le contiene. È il serbatoio evolutivo delle
conoscenze acquisite e, quando si ricongiunge alla sua anima dopo ogni trapasso, le
permette di avere una visione di insieme dell’intero cammino e di poter fare senza
errori il suo bilancio prima di ritornare.
Ciò non impedisce il colloquio con persone ancora sulla terra con le quali l’anima,
già ripartita in un’altra incarnazione, ha avuto rapporti che segnano l’evoluzione di chi
ancora a quella vita appartiene.
Il colloquio spirituale, quando è ben condotto e resta spirituale, è uno dei tanti
strumenti evolutivi dell’anima, sia disincarnata che incarnata. Le barriere fra noi e voi
sono barriere solo mentali. Lo spirito non ha limiti né confini e può vivere una vita e
mantenere la memoria animica di tutte le altre e, a volte, anche il contatto con entità
viventi di una sua precedente incarnazione.
Quando si incontra il grande, all’inizio c’è sgomento, ma poi il piccolo non basta
più.
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Parliamo della bellezza.
La bellezza è scelta karmica estremamente impegnativa a volte sulla terra, se non è
congiunta alla consapevolezza si rivela grave ostacolo alla crescita.
È il caso di quelle bellezze fosche e tormentate che vivono infinite sofferenze
terrene, inevolutivi dolori.
Viceversa, quando è scelta e vissuta sulla terra insieme alla consapevolezza, diventa
veicolo di consapevolezza, attira e trasmette, è in questo caso strumento e ponte con gli
altri.
Il motivo delle scelte karmiche lo conosce colui che sceglie in base al suo bilancio
evolutivo. Ogni aspetto della bellezza consapevolmente vissuta ha una sua ragione
singola e di insieme che sta in un concetto spirituale di armonia e di gioia, di
comunicazione, di fratellanza, di solidarietà, di testimonianza.
Nelle sue proprie battaglie ogni anima trova ostacoli che sono ostacoli soltanto suoi
e nessuno può giudicarne il grado di difficoltà perché è tarato sull’evoluzione singola
dell’anima che lo deve affrontare.
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È per questo che noi vi diciamo di non giudicare. Ostacoli piccolissimi per uno
possono essere prove ardue per un altro, perché non è quello che si vede un indice
dell’evoluzione.
Il giudizio è sempre un metro della mente. L’anima non giudica, semmai condivide
o sostiene di compassione un cammino parallelo che vede difficile. Una mente evoluta
sa offrire comprensione che, in termini spirituali, diventa non giudizio, cioè distacco e
compassione.
Fate attenzione anche ai giudizi positivi che sembrano innocenti e privi di pericoli:
un giudizio è sempre un giudizio e saper giudicare in positivo vuol dire essere ancora
intrappolati nel meccanismo del giudizio.
Tutti voi sulla terra non fate altro che giudicare, giudicate automaticamente, è un
meccanismo autonomo della mente che prende la mano se non viene volontariamente
osservato.
C’è comunque differenza tra giudicare e farsi un’opinione.
Il giudizio, in genere, è pubblico, si avverte il bisogno di comunicarlo. L’opinione è,
in genere, meno superficiale e può restare taciuta se non è sollecitata, ma la differenza è
sottile e sta nell’uso intimo che ognuno fa dei suoi pensieri.
I giudizi pericolosi sono quelli che vi mettono di fronte a un’altra persona e vi
portano a pensare e a parlare di lei senza rendervi conto che in quello che pensate e dite
esiste un grado di vostro inconsapevole coinvolgimento.
Imparare il distacco, il giusto distacco, è ricordarsi sempre che non ci è dato di
conoscere il cammino altrui come gli altri non conoscono il nostro e che può bastare un
pensiero arbitrario a creare ostacoli agli altri e a noi.
Più si sa, più si deve vigilare. Ciò che può sembrare solo una leggerezza è una
piuma per chi non sa e un macigno per chi sa.
La stessa parola può essere un aiuto illuminato o un giudizio che schiaccia a
seconda della direzione dei vostri pensieri.
Il giudizio tocca l’emozione, il discernimento è osservare nel giusto distacco.
Giudicare muove, osservare ferma e non tocca. Se vi scoprite dentro un giudizio, potete
rapidamente convertirlo in osservazione, fermando le parole che lo comunicano
autorizzandone altri.
Il giudizio forma catene di giudizi, il discernimento le spezza. Il giudizio rischia
comportamenti errati, il discernimento suggerisce cosa fare. Il giudizio separa, il
discernimento avvicina, il discernimento è luce.
Il distacco dagli esiti materiali delle vostre rispettive vite, cioè i coinvolgimenti di
uno nella vita degli altri, sarà una conquista progressiva che vi sembra dolorifica
soltanto a parlarne, ma, al contrario, sarà naturale ed indolore come tutte le conquiste
acquisite.
Arriverete lì e non vi sarete accorti degli sforzi evolutivi che lì vi avranno portato.
Dovete andare avanti, le conquiste fatte servono a far vedere meglio che cosa ancora
c’è da fare e il riposo è nel continuare a camminare, come le risposte sono nel
continuare a farsi domande, perché l’evoluzione è slancio, movimento, passo, volo.
State attenti ai giudizi, questa attenzione fa parte del controllo della mente.
Non vi mancheranno le occasioni per ricordarle.
Ogni compito che vi riguarda personalmente è compito anche degli altri. Così,
pregate per chi conoscete impegnato in un compito e pensate spesso a queste persone
con l’istinto di sorreggerle, con l’intenzione di far loro sentire una anonima spinta di
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coraggio, un attimo in più di fede, una fiducia nelle loro capacità di restare
consapevolmente in quello che fanno.
In questo modo potete silenziosamente sorreggere i tanti che incontrate alle prese
con difficoltà riconosciute come spirituali. È un tipo di supporto che l’anima sente
sempre e al quale si uniforma volentieri.
Sorreggete i vostri simili con questo aiuto, sempre più consapevole, sempre più
volontariamente inviato.
Le preghiere consapevoli per il bene degli altri non sono mai inascoltate ed è la
vostra stessa energia spirituale che va a rafforzare quella della persona per cui state
pregando.
Più pregate in questo modo e più purificate le vostre emissioni di energia.
La preghiera è mantenere viva la vostra connessione con noi unicamente pensando
al bene di qualcun altro. Noi siamo sempre con voi, ma lo siamo ancora di più quando
ci chiamate non accanto a voi, ma accanto a chi vedete soffrire e l’uno resta sulla terra.
Non sottovalutate queste parole. È importante.
CAPITOLO XVIII
Ciò che dissi duemila anni or sono va rivisto in prospettive moderne. Perciò vi
spiego che cosa intendo dirvi oggi con il dirvi diffondete la buona novella.
La mia nascita e la mia morte, con i suoi significati ed il loro messaggio, non sono
più oggi una notizia nuova da diffondere. Il Vangelo ha fatto la sua lunga strada di
diffusione e oggi resta testimonianza di una novella eterna, che ormai tutti conoscono e
non hanno mai capito.
La novella di oggi è quella contenuta in queste pagine, è l’eterno messaggio
dell’amore che salverà il mondo, vissuto e insegnato in parole che non sono regole, in
una integrità umana che non è la vecchia morale, in una conoscenza dell’uno appresa e
sperimentata, nel ridimensionare il concetto di miracolo, nel capire lo spirito in voi,
nella consapevolezza conquistata da tutti e da ognuno, nelle conquiste affaticate di una
umanità stanca finalmente di continuare a sbagliare.
La terra sta per rivivere questa novella nuova e antica, questa unica verità spirituale
che sta per diventare il nuovo e più evoluto punto di partenza da cui gli uomini
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ripartiranno a ricercare fondamenti nuovi di conoscenza, un rapporto diverso dell’uomo
con la sua interiore matrice spirituale, una connessione sempre più diffusa che
accrescono la consapevolezza ancora latente in molta parte dell’umanità.
Questa è oggi la buona novella, la stessa di allora nei contenuti sostanziali di
rinnovamento, che si diffonde toccando zone nevralgiche umane molto diverse da
quelle dell’umanità di allora.
Abbiate la fede di chi, senza vederle, crede nelle energie sottili del bene, crede che
modificandosi e correggendosi modifica e corregge il tessuto connettivo dell’umanità
intera e perciò silenziosamente porta avanti un discorso di lavoro su se stesso con una
visione di insieme dell’uno che lo distoglie dai conseguimenti personali.
Una parte molto profonda di voi sa che questo compito ha dato spessore, dignità e
scopo a tutti i compiti, falliti e completati, di tutte le altre vite, dà il suo senso
all’avventura umana.
L’amore mio per tutti voi è l’amore che trasforma il mondo, è il motore della vita
che scandisce le evoluzioni. Sarete tutti evoluti e ricongiunti quando tutti sarete in
questo amore dopo averlo incontrato e sperimentato sulla terra. Esso conduce
inevitabilmente alla ricerca spirituale, ne è chiave e ponte, ne è l’essenza, il punto di
partenza e l’approdo, è il senso della vita e la ragione di tante vite, è il motivo della
creazione e l’essenza divina incarnata.
Quando tutti lo sapranno, non ci sarà più bisogno di affrontare la materia.
Continuate a cercarla in voi, per voi e per tutti.
Tocca a voi conoscere la vostra mente e tenerla a bada, è un esercizio che durerà per
tutta la vita, cioè finché la mente resiste con le sue pretese e le sue trappole
personalizzate e diverse per ciascuno di voi.
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Una mente non si piega in un attimo ed è strumento indispensabile la compassione
per voi stessi. Guardatevi con lo stesso sguardo con cui guardate gli uomini, uno
sguardo consapevole e colmo di compassione. Non demordete, i colpi di coda della
mente sono sempre in agguato.
*********
CAPITOLO XIV
Le curiosità sul passato e sul futuro non sono evolutive, state nel presente
caricando ogni attimo di consapevolezza. I nodi si sciolgono vivendo con calma e
senza parossismi né mistici né terreni, con equilibrio, calma, normalità, fiducia, in un
cammino mai estremo: tutto serve nei cammini, il bene e il male entrano uno nell’altro.
Ogni minuto speso accanto agli altri con consapevole attenzione fa parte ed è parte
sostanziale del vostro lavoro. Le parole pesate e non buttate fuori, i gesti d’amore, cioè
l’attenzione ai bisogni primari e secondari degli altri, la compassione che arriva in
tempo a temperare una reazione o un giudizio danno aria e luce, alleggeriscono le
cortine di negatività che avvolgono gli uomini.
Non sottovalutate il lavoro a contatto con gli altri, è il tessuto della vostra crescita,
l’asse portante dell’evoluzione spirituale. Senza questo non potete aiutare nessuno e
non crescete interiormente di un passo. Controllare voi stessi e i vostri pensieri, vedervi
mentre vivete, sapervi fermare quando è necessario, saper dare con la luce della
consapevolezza e abituarsi senza più fatica, né sorpresa, a questo modo di essere è il
requisito indispensabile per poter sviluppare altre doti spirituali finalizzate ad altro, per
portare a galla capacità latenti che la materialità impedisce di vedere.
State negli altri in mezzo gli altri, con loro fra di loro e con gli altri trovate sempre
di più voi stessi.
Questa è la strada che apre tutte le altre, vivendo così scorgete intorno la vostra
consapevolezza che, nel moltiplicarsi, continua a crescere e voi imparate, imparate
tanto.
State sereni, avvicinatevi sempre più alla gioia interiore che vi vestirà come un abito
e sarà la vostra casa sulla terra.
Misurate la distanza fra l’orizzonte sul mare e la riva. È la stessa misura/non misura
che potete ottenere quando cercate di colmare il vuoto lasciato dalla mente che dice
quello che non vorreste sentire.
Il ronzio nella mente di qualcuno vicino può amplificare il vostro, ma sono ronzii,
rumori soltanto fastidiosi e inutili se diventano un ostacolo all’evoluzione invece che
esserne un invito.
Non sperate di capire, le lezioni evolutive alte non si capiscono, si vivono durante
l’esperienza che le ha portate e si imparano quando esse hanno lasciato dentro voi
un’impronta talmente visibile che voi stessi faticate a riconoscervi in atteggiamenti che
mai avevate a voi stessi manifestato.
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Questo significa vivere con l’aiuto della mente per quello che la mente può aiutare
accettando di guardare l’orizzonte dalla riva, sapendo che ogni ipotesi di misura è
un’illusione.
Sapersi staccare e contemporaneamente stare dentro è il paradosso più doloroso che
siete venuti a sperimentare.
L’istinto è quello di cercare scappatoie, ma il paradosso docilmente dopo un po’ di
tempo diventa una realtà accettabile ed accettata.
Non stancatevi a misurare l’orizzonte, ma cominciate ad apprezzare la vostra riva
per quella che essa è, con i suoi giorni e le sue notti, le secche e le alte maree, le scie
d’argento di luna che rischiarano il buio e i bagliori accecanti del mezzogiorno, quando
tutto sembra bianco. Provate a vivere dentro un normale vestito di mistero, perché se ci
si accanisce a cercare di comprendere il mistero non si vede più il normale, che è la
chiave per afferrarlo senza aggrapparsi all’illusione di averlo afferrato.
Andate oltre le domande, superatele e troverete le risposte. Affidatevi e,
contemporaneamente, continuate a camminare con le vostre forze.
Questo non è fideismo cieco, è tutt’altro dalla miope, se non cieca, devozione di chi
nella fede cerca un alibi di fuga. I dubbi e le incertezze di chi vi circonda sono un
incentivo ai vostri dubbi e alle vostre incertezze, ma combattete serenamente con le
vostre armi della conoscenza, non seguite le argomentazioni altrui. Ascoltateli con
pazienza e compassione, tutti avete gli strumenti per contrastarli.
Le prove sono alte per chi comincia e per chi continua, ma alte sono anche le gioie
che li attendono.
Ricordatevi che anche io ho avuto prove alte, io che avrei potuto evitarle e non l’ho
fatto per essere come voi, per essere vicino a voi in ogni vostra prova.
Sono vicinissimo a tutti coloro che cercano il coraggio e la luce della verità.
Guardatemi accanto a voi e credete perché sapete.
Sappiate abbandonare, come una conchiglia vuota sull’arenile, le forze mentali che
vi allontanano dalla pura percezione, senza ragioni, della verità.
Quando le mie parole vi risuonano dentro in mille echi e ad essi rispondono strane
coincidenze, che irrazionalmente sanno di conferma per voi di qualcosa di
indimostrabile, state in quell’irrazionale apprendere, che è libero da interpretazioni.
Verrà il momento dei chiarimenti e le nebbie in cui le vostre menti si perdono si
diraderanno. In quel momento la mente vedrà la puntuale realizzazione dei suoi
dialoghi con l’anima.
Non esiste nulla che sia simile al vostro concetto di successione logica. Le
connessioni dell’evoluzione maturano da sole gli eventi, aspettando il tempo giusto,
assolutamente non Il tempo è assolutamente relativo alla illusoria lettura che di esso
fanno l’uomini. L’accettazione consapevole di un tempo/non tempo diverso dal vostro
è un’altra importante tappa di crescita.
Il continuo mutare in cui siete immersi costringe anche voi stessi a continui
mutamenti impercettibili alla vostra coscienza di voi.
Il mutamento è vita, l’evoluzione è continuo mutamento, movimento inarrestabile
verso conoscenza e verità sempre più definite, ma sulla terra mai definitive.
Mutare è stare in questo movimento, scorrere dentro ad esso nel bene e nel male,
assecondare le scansioni dei suoi ritmi, non opporsi mai.
Non opporsi significa non lamentarsi e tentare sempre di leggere al di là. A volte i
significati evolutivi appaiono chiarissimi, altre volte non si vedono affatto, ma è
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sufficiente ricordarsi che nulla è permanente, che il ritmo del mutamento interverrà
inesorabilmente a cambiare le cose e noi.
Non smarritevi mai davanti al repentino mutare di ciò che poteva sembrare fermo.
Non fate programmi o, se li fate, manteneteli elastici dentro una prospettiva di
inevitabili mutamenti che dovete vivere con estrema, evoluta semplicità.
Le cose cambiano perché devono cambiare, le cambia il motore stesso della crescita
che è movimento, moto incessante. Se tutto si fermasse non ci sarebbe apprendimento
né avanzamento, perciò ricordatevi che tutto si continua a muovere anche quando
sembra a voi fermo, perché non è possibile che sia fermo.
Pensate ai movimenti impercettibili che contiene la cassa di un orologio o
all’invisibile movimento del ricambio cellulare, o agli interminabili viaggi della linfa e
del sangue, al moto dei pianeti, tutti movimenti che voi non potete vedere, ma dentro i
quali siete immersi.
È così anche per il moto dell’energia e per le sue trasformazioni: continue, invisibili,
inevitabili, appartengono a tutti i mondi e possono venire colte solo da chi ne ha
imparato l’esistenza.
Credete di essere collaboratori di questo mutare, credeteci anche se non lo cogliete.
Non ostacolate i passi del divenire.
Tutto si muove e tutto cambia e voi con il tutto perché ne siete parti e,
contemporaneamente, ne rappresentate l’intero.
Ricordate, camminate ricordando e fate tesoro di ogni passo. Sono tanti passi ad
allargare la strada.
La conoscenza è senza limiti, c’è un intero infinito universo regolato da una legge di
infallibilità e d’amore di cui a tratti si percepisce l’esistere e qualche sprazzo della sua
luce illumina la terra.
Nulla è nascosto, ma tutto resta quasi invisibile se non si arriva a volerlo cercare e il
sipario dell’inconsapevolezza può essere alzato solo da voi.
Andate sulla vostra strada, non siete soli nel superare fossi e gole. Il mondo che vi
ospita cammina insieme a voi. Il movimento, anche il movimento, è uno.
Il concetto di mutamento non deve farvi paura, è implicito e
compreso nella conoscenza di chi impara a non attaccarsi a questa
conoscenza.
Non si può fermarsi, è incompatibile con l'evoluzione, cioè con la legge dell'eterno
divenire.
Non ci sono storie simili, c’è chi procede attraverso mille esperimenti e chi procede
solo per impulsi propri.
Sappiate che ogni esperienza, compreso l’ateismo, è una lezione evolutiva per
l’anima.
Chi deve partire partirà, chi non deve partire non partirà.
Nessuno può, né deve, sentirsi responsabile delle svolte e delle scelte di altri, perché
in questo caso la semplice imitazione, non sorretta da intenzioni vere, dei tragitti più o
meno affascinanti di un altro dura come un’orma sulla sabbia durante una bufera di
vento.
Chi sente di doversi muovere si muove anche contro la sua volontà. Gli esempi
altrui aiutano, ma non sono necessari. Da soli non fanno partire nessuno.
Ognuno di noi è la guida unica di se stesso.
Comunque, chi dimostra interesse per ciò che ascolta altri dire manifesta subito o
manifesterà in seguito poco dopo la reale natura di questo interesse.
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CAPITOLO XX
C’è Cristo
Occasioni di rinascita si stanno preparando per il mondo. L’atmosfera è densa e piena
di segni. Geometrie invisibili a voi tracciano perimetri nuovi. Ci sarà un sole oscurato
da un’eclissi non prevista e altre comete solcheranno il cielo, la terra assorbirà energie
insolite e i molti che non sanno vivranno momenti di sgomento.
La natura partecipa sempre ai cambiamenti spirituali, è tutto un prepararsi, è tutto un
unico movimento in un’unica inevitabile direzione.
Le mani intrecciate di uomini e donne consapevoli formano una rete su cui
rimbalzeranno i giusti.
Cambieranno molte geografie, arriveranno ghiacci e deserti, animali anticiperanno la
scomparsa delle loro specie e squarci di verità si apriranno nelle menti degli uomini.
Non confondete le guerre con altro, le guerre sono l’esito dell’inconsapevolezza degli
uomini e non sono mai evolutive.
I cambiamenti cui assisterete tutti saranno compresi da chi ha un’anima preparata a
riconoscerli e a viverli per quello che sono.
Qui arrivano già preghiere di chi è a tal punto nella fratellanza che chiede altre
occasioni di apprendimento per l’umanità, chiede che venga risparmiata.
È storia annunciata dai profeti di ogni tempo, è la catarsi e la purificazione di energie
negative che si sono addirittura solidificate e ingombrano la terra e la sua atmosfera,
alle quali troppi uomini si sono assuefatti.
L’aria deve tornare da densa a rarefatta e pura e il lavoro degli uomini sarà quello di
rendere di nuovo abitabile la terra. Ricorderete tutto questo fra non molto. Le forze di
tutti saranno congiunte in unico scopo.
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che tutti conoscono in teoria, che tutti sanno di dover fare, ma che per i più resta
relegato nelle pratiche religiose formali come la confessione.
La consapevolezza del bene è lì, intorno a tutti voi, a disposizione di tutti. Ogni uomo
può attingere alla sua fonte se è pronto a riconoscerla e se sente in sé la profonda
evidente realtà.
Sulla terra sono ancora le illusioni della materia e della mente a sembrare reali, a
incantare con miraggi. Il panorama dell’umanità non è incoraggiante.
Anche chi non è segnato da retaggi karmici di male butta via intere vite senza
significarle di ricerca autentica, senza affrontare il passo del mutamento interiore che
smaschera le illusioni e si apre all’unica vera realtà, che è così semplice se paragonata
agli artifici ingannevoli della mente.
Una mente finalmente al servizio di un’anima è lo strumento più evoluto che tutti
potreste possedere sulla terra. La consapevolezza abbatte le barriere dell’impossibile e
tutti potreste abitare a casa. La gioia interiore è la dimora spirituale di ogni anima e
tutti le preferiscono le catapecchie di un dolore umano carico di malintesi.
Pregate per l’umanità inconsapevole, pregate perché tanti occhi che restano
ostinatamente chiusi si decidano ad aprirsi ad una verità che vi aspetta tutti. Date il più
possibile fratellanza, amore e compassione, abitate sempre più nella vostra anima, siate
anima, anima d’amore consapevole che cammina nel mondo.
Qualcuno vi vede oltre le parole, qualcuno è più pronto di altri, qualcuno entra nella
scia di luce. Non allontanatevi mai dal nucleo spirituale che sapete esistere dentro di
voi.
Per mantenere viva la vostra consapevolezza usate come unità di misura il grado di
sofferenza che vi procura l’inconsapevolezza altrui.
Se essa vi tocca, vi muove compassione, vi suscita l’istinto di aiutare, vi induce a
riflessioni di autoesame su voi stessi, siete nel giusto esercizio della vostra conoscenza
spirituale, siete connessi e reali, siete fuori dalle suggestioni terrene.
Se vi accorgete e intervenite senza giudizio siete anima, se osservate senza personali
emozioni siete anima e sempre lo siete quando amate ogni persona e ogni circostanza
che incontrate per quella che è, al di là delle ripercussioni su di voi di bene o di male.
Così gli amici sono amici e maestri e i nemici pure, e le occasioni di apprendimento e
di crescita si moltiplicano perché non vi sfuggono più e più non vi perdete nelle
recriminazioni e nei lamenti; e sempre più non vi aspettate niente e non pretendete più
che gli altri si comportino come secondo voi dovrebbero comportarsi.
Gli schemi e le regole fisse cedono di fronte al possibilismo evoluto dello spirito, che
vede mille strade alternative e ulteriori rispetto a quell’unica, rigida via che sola viene
comunemente contemplata per voi stessi e per tutti.
La fiducia vi accompagni nel vostro lavoro su voi stessi e sugli altri, fiducia in una
verità che sentite senza vedere, che vi conduce avanti.
L’universo intero diventa benigno con voi quando vi riconoscete in esso e la vostra
stella si aggiunge alle altre nel far splendere il cielo.
C’è Cristo
Vigilate sulle direzioni che prendono i vostri pensieri.
Dovete sforzarvi di orientarli verso la fiducia e l’apertura agli altri anche nelle
piccolissime cose di tutti i giorni. Cercate di respingere gli scoraggiamenti e le
impazienze e prendetevi cura amorevolmente anche di voi stessi.
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No alle pratiche di purificazione troppo faticose, essere stremati ostacola la serenità e la
fiducia. Pregate quando volete e come volete. La vostra vita deve essere normale e
normale significa anche compatibile con il vostro stato fisico.
Se, ad esempio, un’ora di meditazione vi stanca e vi toglie un’ora di riposo o di svago
sereno, con il risultato di accrescere la vostra tensione interiore, questa meditazione
rallenta anziché accelerare.
Un pensiero d’amore per gli altri, un chiamarci al vostro fianco in qualsiasi momento
ne sentiate il bisogno e l’osservazione compassionevole, unita all’intenzione d’amore
nei confronti del dolore altrui, valgono più di ogni purificazione quando diventano un
sistema di vita.
È tutto molto più semplice di quanto crediate.
Normalità, distensione, benessere, al posto di tensioni e autopunizioni vi porteranno
alla morbidezza interiore, scioglieranno le vostre contratture fisiche e mentali.
Ogni riguardo consapevole verso di voi e il resto degli uomini è una preghiera.
Uniformate la vostra mente all’essere, non al fare. È più importante essere connessi e
consapevoli con il lavoro silenzioso e costante di vigilanza sui pensieri che fare
qualsiasi sacrificio per diventarlo.
Il lavoro è dentro, non fuori. Tante persone, pur oneste nelle loro intenzioni, credono
nel valore terapeutico dell’autopunizione, ma ciò è profondamente sbagliato perché è
solo l’amore che guarisce. Il malinteso dell’autopunizione non è una colpa e in alcuni
casi è necessario viverlo per capire che è un malinteso. Se, ad esempio, ritenete che i
vostri riti vi aiutino e che ne abbiate bisogno, fateli quando volete, ma con amore per
voi stessi, non con accanimento verso i debiti karmici e conducete un’esistenza segnata
da pace interiore e accettazione.
Trasmettete sempre ottimismo e bellezza, fiducia e gioia, mai critica. Noi siamo intorno
a voi sempre, non create barriere mentali, è facile stare nell’amore, molto più facile che
stare nella separazione e mantenetevi nella compassione e nella pazienza.
Siete in un flusso che non può fermarsi, perciò assecondatelo.
Considerate tutti alla stessa stregua, fratelli che cercano aiuto, senza scegliere, senza
privilegiare, senza considerare. Il più vicino vale il più lontano, il primo tanto quanto
l’ultimo. L’unico criterio di vicinanza è l’amore, è l’amore di tutti e per tutti, senza
differenze, senza colori, senza opinioni. Grandi e piccoli, nobili e meschini, importanti
sulla terra o nessuno sulla terra, che la mente non giudichi mai e lasci spazio allo
stesso, indifferenziato amore per tutti.
Anche il vostro fare si tinga di essere. Si deve essere facendo, non tirandosi via
dall’arena. Fare è sovente anche sbagliare, essere è accorgersene e non smettere di
provare a fare meglio. Gli isolamenti illudono di avvicinarsi alla verità, invece la verità
è mescolata alla vita che vi trovate a vivere e scappare da essa è una chimera.
Il vostro campo è l’unico da arare, non si può convincersi di poterlo cambiare con altri
campi che sembrano più evolutivi. Se vi trovate immersi in una vita di occasioni,
circostanze, difficoltà pratiche, è in essa che dovete evolvere, non cercando altre
esistenze diverse da questa.
Ognuno ha il suo campo da arare e seminare in modi diversi e non ci sono semi
migliori di altri. Ognuno si strappa le sue proprie erbacce e non serve paragonare il
proprio campo di spighe che crescono a fatica con aiuole di fiori.
Stare nel proprio campo con amore è sapere amare le personali uniche e imparagonabili
occasioni evolutive. Si impara ogni giorno da quello che si vive e quello che si vive è
ciò che è giusto per noi. Amate ogni giorno e non rimpiangete mai di averlo vissuto.
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Dovete continuare ad essere sempre più vicini all’anima del mondo, archetipo
spirituale puro, matrice divina incarnata che in alcuni uomini si riavvicina alla sua
origine.
L’indifferenza per le cose del mondo diventi giusto distacco e l’amore spirituale per gli
altri incominci a rendervi capaci di non fare differenze.
Soggettivamente la vostra personale osservazione di voi stessi, ciascuno per sé, presta
il fianco a perplessità perché lo strumento con cui la operate è una mente abituata a
schemi valutativi terreni.
Se allargaste il campo ad una osservazione più oggettiva e vi vedeste uomo fra gli
uomini sì, ma anche anima fra le anime, la consapevolezza raggiunta, ben oltre i
comportamenti falliti o riusciti, stravolgerebbe completamente il risultato parziale o
conclusivo di ogni valutazione.
La mente si ferma davanti al giudizio di esperienze spirituali che cambiano chi le vive,
perché davanti ad esse la mente non può fare altro che fermarsi. Esse appartengono ad
intelligenze di altra natura.
Qualunque cosa voi oggi pensiate di voi stessi è forzatamente parziale, perché il
pensiero non può contenere il marcato contenuto spirituale che vi segna. Usate il
pensiero per controllare il pensiero, fermatelo quando vi spinge in territori non obiettivi
sul lavoro di questo percorso. Nascete ogni mattina per ricominciare a percorrerlo
ricordando ad ogni passo ciò che sapete sul come percorrerlo.
È più utile non dimenticare e stare nella consapevolezza ricominciando ogni mattina
che fermarsi a tentare valutazioni che sono per forza imperfette. Ogni giorno è come il
primo, fresco di contenuti appena appresi che spingono per essere trasferiti nella vita.
Questo è l’approccio giusto, questo è l’impulso che dovete assecondare. Qui non c’è
noia, non c’è abitudine, c’è il costante quotidiano rinnovarsi di un sì che non invecchia
mai, che resta novello come il primo istante in cui è stato pronunciato senza
giuramenti, senza voti, senza parole. Questo è un mistero che mai nessuna mente potrà
afferrare, è l’impulso arcaico dello spirito che, pur nella materia, sente il richiamo della
sua origine e lavora con intenti e felicità non umani per tornare più in fretta a
raggiungerla e a ricongiungersi. Questo impulso, quando si sveglia, è inarrestabile e
nessuna forza umana può spegnerlo.
Nessuno vi promette una strada facile e ancora e ancora vi troverete a fare i conti con
mille difficoltà create da voi. È crescita affrontarle e saperle vedere per quello che
sono, proiezioni mentali che potete sempre cambiare. Siete sempre voi che scegliete
dove volete stare, nessuno vi convince e nessuno vi costringe se non voi stessi ed è
difficile scegliere sempre il bene senza mai avere prove e garanzie. A volte, quasi
sempre, la mente è tanto più comoda dell’anima. Il viaggio è questo, la strada anche,
non ci sono scorciatoie, la consapevolezza è inesorabile.
Quando siete in cammino e sapete che il cammino è in salita, fermatevi un attimo a
respirare, prendete fiato e continuate.
Gli sforzi evolutivi provano all’inizio e costano tanto a chi consapevolmente li attua.
Sappiate che ritornano centuplicati in bene e sempre, sempre ripagano chi da essi non si
aspetta niente.
È una delle leggi spirituali, implacabile nella sua puntualità. I benefici possono arrivare
da ogni parte ed è evolutivo anche imparare a riconoscerli e a vederne le relazioni con
la propria fatica.
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Fatto lo sforzo, è bene non dimenticare di averlo fatto e il clima in cui è stato fatto. Ciò
resta a memento per sforzi futuri che non vengono, né verranno mai naturali e ai quali
non ci si abitua, perché sempre costano la stessa fatica.
Ricordarsi di averli fatti significa sapersi capaci di farli ed è un bell’ostacolo agli alibi.
Ogni sforzo fa cadere sulla terra una pioggia di bene e la vostra fatica si tramuta in
quelle energie sottili che la sorreggono mentre vanno a neutralizzare manifestazioni di
male.
Questo lavoro interiore che conduce allo sforzo è il più importante, è il fondamento che
sorregge il resto, ogni tipo di resto.
Senza morte a se stessi, senza sacrificio volontario di ego, nulla di spirituale è possibile
e tutto, anche gli insegnamenti più alti, diventa un mero inutile sfoggio di teorie.
Gli sforzi consapevoli fissano i contenuti dentro di voi, più di ore di preghiera e di
studio.
Il professore deve essere stato alunno e apprendista, altrimenti la sua cattedra è un
ridicolo tronetto di carta. Troppi professori senza una storia di sforzi tramandano e
insegnano il nulla. Per essere luce bisogna attraversare le proprie personali fitte
tenebre, ma questo è comprensione per pochi sulla terra.
Chi accende così la sua fiaccola ha in mano una luce inestinguibile che accende
inevitabilmente altre fiaccole. Non dimenticatevi che siete capaci di penetrare le vostre
tenebre e continuate a cercare le possibilità e le occasioni per farlo. Ogni sì risuona
come il sì primordiale dello spirito ed anche la realtà più buia si accende di quella luce
e in tanti vedono.
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Nel lasciare un vecchio atteggiamento, talmente vecchio da essere diventato
un’abitudine difficilmente osservabile, si liberano verità che quell’atteggiamento
imprigiona e voi le vedrete e con esse vedrete anche che siete la gabbia di voi stessi.
Crollano le roccaforti dell’inconsapevolezza, è sempre più un fatto di sfumature
delle quali percepite spesso, senza pensiero, le trame nascoste ed invisibili prima.
Non sempre realizzerete che ciò sta accadendo. Quando ve ne accorgerete, quello
che vedrete è sempre un nulla rispetto a quello che sta realmente accadendo.
Coglierete infine un immenso mutamento globale, quasi una metamorfosi, di cui
vedrete il risultato finale senza quasi aver notato le tappe intermedie.
Sarete farfalle che a stento si ricorderanno la vita e l’infinita fatica evolutiva dei
bruchi. Mentre genera da se stesso il filo necessario alla costruzione del bozzolo, il
bruco non si chiede e non riflette, lavora ubbidendo ad un istinto.
In tutti, nell’arco delle vite terrene, si sveglia l’istinto spirituale, che è più forte di
qualsiasi mente. Essa può solo rallentarne la completa maturazione, non certo
impedirla. A poco a poco tutto si compie.
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L’uno e il tutto entrano in voi, inavvertiti dalle antenne della mente che non possono
registrare le vibrazioni altissime della consapevolezza.
L’essere è una conquista non teorica né intellettuale, ma estremamente concreta, è
una presenza, la stessa presenza che cambia il suo impatto col mondo.
Essere è respirare la vita in altro modo, è intervenire essendo, non facendo. Essere è
sapere perché, è trovare lo scopo, essere è questo dare, è questo amore, è stare in e non
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più stare per. E’ bere dal mio calice la nostra perpetua alleanza, è sapermi in
ogni istante davanti a voi ad indicarvi il cammino, dietro di voi a coprirvi e dentro di
voi a sostenervi. È ripercorrere insieme una strada, l’unica strada già battuta, è
rimettere i piedi nelle orme dei nostri sandali, è continuare una cena che non sarà mai
l’ultima, è scoprire che non ci siamo mai persi, è continuare il viaggio verso l’origine.
Ogni volta che vi occupate spiritualmente di qualcuno ripetete la creazione di Dio,
perpetrate l’istinto divino di distribuire la sua essenza senza dividerla.
Il connotato divino esistente in tutti gli uomini non può che spingere quelli che lo
riconoscono ad assecondare l’istinto del condividere.
Non esiste esclusivismo nel mondo dello spirito. Così voi potete lavorare al
risveglio di anime in attesa nello stesso intento con cui Dio ha moltiplicato se stesso in
voi. Così questo dare divino cammina sulla terra e continua a moltiplicarsi e la luce di
uno è luce nella misura in cui non può resistere all’impulso di accenderne altre.
Il piccolo è il grande, la creazione continua nelle motivazioni consapevoli degli
uomini ed è più forte nella sua inarrestabilità di ogni degrado terreno.
Ogni stoppino lucente vive in quelli che accende e questa scia di luce calda è
l’istinto che riporta alla genesi.
Ogni atto è una genesi, il principio di qualcosa che non finisce, il dividere un dono
ricevuto che si trasforma in doni da fare, in un processo infinito, regolato senza regole
solo da un primordiale impulso di amore che viene raccolto e ripetuto perché per sua
natura non può spegnersi.
Ogni vostro giorno rinnova la creazione quando restate nell’archetipo non astratto di
quell’amore. Ogni giorno non vissuto così è un giorno da poveri, un giorno in cui avete
dimenticato l’infinita ricchezza di questo movimento creativo.
Opporsi a questo significa privarsi della fonte prima della gioia, rinunciare ad essere
cocreatori di una perfetta linea ascendente che riporta l’uno al tutto e il tutto nell’uno.
Perciò non cessate l’attenzione consapevole alle occasioni del dare, spesso si
presentano sotto forma di occasioni di ricevere o di astenersi.
Sappiate discriminare, il dare è fatto di mille scelte, alcune evidenti, altre
completamente mute. Dividete il vostro istinto d’amore, accendete luci consapevoli e
non fuochi di paglia.
Non esagerate il concetto di responsabilità, la vita degli altri resta loro e i vostri
interventi semmai danno, non tolgono, qualcosa che si può accettare o rifiutare, ma che
non condiziona le libere scelte di chi lo riceve.
Il vostro sia atteggiamento universale, non personale, è un discorso ben più vasto del
singolo caso e tutti i casi sono la stessa cosa.
Perciò non ci sono casi più facili o più difficili nell’aiuto spirituale. I guaritori sanno
che è curabile o incurabile un mal di testa quanto l’AIDS.
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Calice di Cristo.
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Non lasciatevi intimidire da diagnosi e conclusioni terrene, siate voi davanti a un
bisogno con la vostra intima disponibilità a fare qualcosa per colmarlo.
Non è necessario capire nulla più di questo.
Sono pochi gli uomini che scelgono una vita di incontro con la consapevolezza e
sono anche pochi quelli che, pur avendo animicamente scelto, sanno restare fedeli a
questa scelta.
Si tratta del karma in assoluto più sensibile agli interventi del libero arbitrio, perché
la consapevolezza spirituale in terra è come un esule in un paese straniero.
Sulla terra essa non ha appigli, non ha prove, non ha amici, non ha rifugi; essa parla
una lingua comprensibile solo all’anima che l’ha scelta, ma non le offre nessun
aggancio con la realtà materiale in cui quest’anima ha dovuto calarsi e con la quale
deve misurarsi ogni giorno senza più la memoria della luce spirituale che l’ha spinta
qui.
Questo per dirvi che le conquiste evolutive di una vita consapevole non si possono
misurare durante quella vita, ma dopo e, durante quella vita, ciò che poi si vede come
conquista è vissuto sempre come difficoltà.
Le vite consapevoli sono vite difficili, dove la difficoltà è il vivere sospesi fra un
terreno sempre più estraneo e un divino percepito a tratti, senza che sulla terra possa
mai diventare dimostrato e sicuro.
Questo comporta uno stato di costante sofferenza, che spesso mina le intenzioni.
La fedeltà a questo karma è un atto di coraggio che regala all’anima, ma mai alla
mente, ulteriore conoscenza.
Per questo è fondamentale il lavoro sul pensiero. Contenerlo nelle ragioni spirituali,
senza smettere di plasmarlo, riduce i rischi di sentire questo karma troppo impegnativo
e, di conseguenza, di interromperlo.
Siete solo voi i custodi di voi stessi e i garanti della vostra riuscita. Mille possibilità
di deviazione si profilano ogni giorno.Lo spirito non appaga sulla terra, ricordatevene e
continuate questo viaggio che concede così pochi ristori.
96
Nel rispetto delle loro scelte, amate anche costoro e siate sempre più capaci di
fotografare senza giudizio, ma con consapevole discernimento, la realtà di chi vi
circonda.
Ciò vi spingerà sempre più a sentire il bisogno di mandare luce e aiuto alla terra e di
trattare la terra come se fosse una persona. Essa è contagiata da tutti i mali di chi la
abita.
Voi state sempre nella consapevolezza di chi siete e sarete di momento in momento
e di che cosa c’è intorno a voi.
Non smettete mai di osservare e di discernere tutta l’apparente realtà materiale in cui
vivete dentro e fuori, figli della terra e angeli della terra.
Siate consapevoli che ricevere è dare e che dare è ricevere perché in ciò i ruoli sono
continuamente alternati e mentre uno crede di chiedere dà e mentre dà riceve e tutti
sono contemporaneamente loro stessi, l’umanità e l’anima della terra, è il miracolo
dell’uno che permette alla crescita di uno di far crescere altri e tutti voi.
L’aiuto spirituale che l’intenzione dell’uomo porta verso gli altri può trovare mille vie,
può restare latente e svegliarsi dopo anni, può tradursi in una crisi, può accompagnare
un trapasso, può essere compreso subito o anche mai.
Il destino di questo aiuto non è nelle vostre mani. La stessa persona può chiedervi aiuto
in momenti diversi e sempre lo riceverà.
È un dare senza ritorni, senza riscontri, senza conferme, senza grazie, è il dare anonimo
che comporta la sofferenza del non capire.
Non c’è modo né mezzo di paragonare karma apparentemente simili ma sempre
diversi. Ogni anima ha le sue proprie lezioni da apprendere e non c’è sulla terra
un’anima più brava o meno brava.
In ogni sì ribadito con sofferenza c’è un apprendere che va oltre l’umana
comprensione.
La leggerezza è alla base del donare.
Che tutto sia semplice, fluido, sereno.
99
CAPITOLO XXI
C’è Cristo
Affrontiamo il concetto di amore per i nemici, per chi ci è ostile, per chi ci fa del male:
chiariamo il concetto del porgere l’altra guancia.
Non è il miope masochismo di chi è troppo debole, né è il fasullo perdono dei buonisti
ad oltranza, è la reazione illuminata di chi decide di interrompere un circuito negativo e
porta bene in risposta al male.
Non prendete alla lettera il porgi l’altra guancia, non è scegliere di farsi vittime ad ogni
costo, è volontà di fermare con la consapevolezza chi ha scelto di mettersi dalla parte
del persecutore. Costui non può essere fermato con violenza o con atteggiamenti simili
ai suoi, anche se legittimi; va fermato con la quiete sicura della consapevolezza che ve
lo fa apparire sotto un’altra luce e vi induce nella vostra interazione ad occuparvi
spiritualmente di lui, perché lo vedete come anima, non come uomo.
Quando la consapevolezza è alta ci si arriva, si addomesticano le legittime reazioni di
difesa ad un sopruso e l’unica arma di reazione è la compassione, la compassione che
non si concede compiacimenti, che non si ammira, che non giudica e non si giudica, la
compassione naturale, non autoimposta.
Sembra contro natura sulla terra subire passivi un nemico, ma questo è il vero reagire,
reagire con l’anima. Subire sarebbe sottostare alle leggi della stessa violenza ed esserne
afferrati.
Non è facile interiorizzare questi concetti al punto di viverli, ma il viaggio della
consapevolezza e il lavoro sull’amore vi portano qui, il pensiero plasmato vi porta qui,
l’uno vi porta qui. Quelli che voi chiamate martiri e santi erano solo altamente
consapevoli.
Vivete ogni esperienza con estrema naturalezza, senza ansia sulle vostre capacità, ma
senza dimenticare l’importanza spirituale di ogni incontro.
Spesso ciò che sulla terra sembra insignificante, come una parola in più o in meno, per
lo spirito può avere un’infinita rilevanza.
Tutti i vostri contatti umani, sia quelli con le persone note in mezzo alle quali vivete
che quelli con persone estranee, hanno un continuo potenziale di arricchimento per voi
e per loro e ogni rapporto può continuare impercettibilmente ad evolvere.
Voi tenete sempre presente l’importanza spirituale di ogni contatto che non è mai
casuale, ma poi vivete questi rapporti con leggerezza, con serenità, senza sentirvi
schiacciare dal peso inesistente dell’attenzione spirituale.
Ogni bisogno nuovo è un’occasione e un’avventura per due spiriti, ma se il vostro
spirito è consapevole può aiutare senza ansia e senza solennità.
Non è chiaro sulla terra percepire, e quindi vivere, tutto questo come normale. Voi siete
abituati ad ingigantire o a sminuire, a dare o a togliere importanza sempre alle cose che
si vedono, che voi o altri avete creato: vi si dice invece l’infinita rilevanza di qualcosa
che non si vede e non si tocca. Voi sapete che però si sente, che le corde invisibili che
vibrano in voi sono l’eco remota della consapevolezza sulla terra.
Vi sto abituando ad un modo di essere sempre più costante, sempre più normale, senza
che voi cogliate più nessuna eccezionalità, pur nella sua estrema anomalia sulla terra.
100
L’anomalia non è importante, sentirne troppo il peso può essere deviante delle
intenzioni.
State su ogni giorno, su ogni incontro, su ogni persona come se fossero l’occasione di
un capolavoro.
Tutto è importante nella sequenza dei vostri giorni e insieme tutto è scorrevole e
normale. Lasciatevi andare con semplicità, stando nella pienezza di quello che siete.
Consapevoli della vostra intenzione, non vi accorgete che il vostro lavoro è continuo e
costante. La vostra intera realtà interiore cambia, come cambia il vostro modo di
misurarvi con l’esterno.
I cambiamenti spirituali non danno soddisfazioni umane, non hanno le misure e le
quantità della terra.
Accettare di perdere la mente e le sue sicurezze per ascoltare l’anima che non ne dà è
alto traguardo. Si paga, sulla terra costa prezzi elevatissimi. Costa credibilità, costa
equilibrio, costa rinunce, costa in vuoto, in interrogativi, in ego, costa il silenzio privo
di risposte, il silenzio di un sì senza echi e risonanze, costa la solitudine, costa i dubbi.
Per seguire me bisogna lasciare tutto ciò che appare sicuro nel mondo.
Non posso promettere materia, vi prometto spirito, vi prometto la vita. Amate lo spirito
in voi e negli altri, cercate e amate lo spirito del mondo, è l’unica realtà vera, invisibile,
intangibile, inaccumulabile, eppure l’unica che giustifica la vita.
Gli occhi che sanno guardare e l’anima che ha detto sì ne trovano i barlumi anche sulla
terra e questo è sufficiente per continuare.
La materia pesa e schiaccia quando si sviluppano ottiche diverse, quando appaiono i
veri valori, quando si vedono le illusioni e la terra appare come un castello di carte.
Per contro lo spirito non offre compensazioni rilevanti finché abita un corpo. Il difficile
è far convivere l’estraneità, il disincanto, la scoperta di una verità che sulla terra ha
mille chimerici travestimenti con la gioia spirituale che alberga in fondo all’anima.
Questa gioia è la più difficile scoperta da passare alla mente, la mente non la riconosce.
La stessa mente che, seppure con tanta fatica, si è plasmata ai contenuti spirituali e ha
ripudiato le sue antiche ragioni razionali, diventando un valido alleato di un’anima
consapevole, contro la scoperta della gioia mette di nuovo in campo tutte le sue armi,
oppone i capisaldi delle sue argomentazioni, si rifiuta di cedere ad un sentire
profondamente spirituale che la sua stessa presenza sbarra alla coscienza.
Credetemi, la vostra anima è perfettamente felice, gioisce della letizia incontaminabile
dell’interezza, gioisce della compresa comunione dell’uno, gioisce perché non esiste
materia che la possa rattristare.
Andate verso la scoperta di questa gioia: quando la mente è rabbuiata, quando la mente
piange, quando la mente è tesa nella ribellione, andate in fondo all’anima a cercare la
gioia.
Fate silenzio con gentile fermezza sugli argomenti della mente, osservate e lasciate
andare, lasciate andare sempre di più, lasciate andare tutto quello che la mente continua
a ribattere, tutte le soddisfazioni che cerca, tutti i puntigli che vuole dimostrare, tutte le
lacrime che vorrebbero conforto, tutte le ragioni che cercano approvazione. Lasciate
andare tutto e in fondo, nel silenzio, troverete la gioia. È una gioia che solleva, una
gioia indescrivibile, è la vostra sostanza, la vostra natura, la vostra prima matrice.
Trovarla sulla terra è il definitivo ricongiungersi a se stessi, è la morte definitiva
dell’ego, è trovarsi addosso le ali, ali che regalano voli incantevoli fuori da ogni
inganno materiale.
101
Parleremo ancora della gioia, che sia per voi una raggiungibile conquista. Se avete fatto
i passi precedenti, cominciate a fare questi, i passi per trovarla.
L'abitudine è uno dei pericoli più insidiosi della terra, perché rende banali le cose
importanti.
Il lavoro è tanto, è per tutti lungo. Mantenendo la giusta indifferenza, non perdetene
però l’emozione. È una summa alta di contenuti e di esperienze, è apprendere e
ricordare come è eseguire, come è sperimentare, curando ogni minuto la messa a punto
di voi stessi, è un lavoro che dà senso ad ogni nuovo mattino.
Cogliete la gioia di avere dei significati, è quello che manca a quasi tutta l’umanità,
cogliete la meraviglia e non solo lo sgomento di poter vivere lo spirituale in terra.
Addolcitevi e riposatevi nell’amore che date, esso scalda anche voi. La gioia è la serena
certezza di sapere chi si è e perché si è e perché si è qui in questo momento, una pace
interiore illuminata da un sapere ritornato a galla, la consapevolezza di una conoscenza
di cui qui avete avuto un anticipo sulla terra.
La gioia arriva se le lasciate spazio, se riconoscete l’assoluto in ogni attimo e in ogni
volto e in ogni aspetto della vita e della natura, se non vi spegnete, se non vi
opacizzate.
Lo spirito non può diventare un’abitudine. Voi dovreste essere completi e sorridere lo
stesso sorriso di Buddha, il riflesso della pace interiore.
Apritevi alla possibilità che questo succeda, non credete improbabile la gioia, è uno
scatto che da essa vi separa, è come lo schioccare di due dita. Essa è già lì, dentro di
voi, occorre solo essere disponibili a lasciarla passare per scoprire che può
perfettamente convivere con ogni difficoltà.
La gioia è di una altra natura rispetto alle cose del mondo e vi appartiene nonostante
tutto.
Anche la noia può offrire letture diverse, anche la noia è un espediente razionale.
Può definirsi noia il malessere dell’accettazione, io so che fa soffrire tanto. È un
ricordare ragioni alte che ci tengono qui, ma che si scontrano con le ragioni basse della
nostra vita, è il sapere senza vedere, è il lavorare senza fare, è l’angolo buio dentro una
grande luce, è l’eterno conflitto del dualismo spirito/materia in uno dei suoi tanti
aspetti.
Il vostro non dovrà mai essere fideismo cieco, ma la fatica di un guerriero che sta
sacrificando anche la sua guerra e mal si trova nei panni inattivi del contemplativo, e
non vede ancora che la contemplazione è la più ardua di tutte le guerre.
Il fideismo cieco e ottuso non si chiede perché, mentre voi, a forza di perché e di
travagli, troverete la strada della verità.
La gioia è nascosta dentro ogni vostro pensiero, è nascosta perciò anche dentro quello
che si può chiamare noia. Le cose troppo facili non danno mai piacere e le difficoltà
prevedibili non sono difficoltà.
Ogni storia di anima è l’unica imparagonabile, insostituibile storia di quell’anima
particolare.
Lasciate fluire, modulate le intransigenze, scorrete come acqua nell’acqua, non
aspettate, vivete, non amareggiatevi, gioite, non fermatevi nell’illusione di un riposo
gratificante per la mente, non c’è riposo, solo inganni.
La mente si riposa quando cede all’anima e l’anima sa dove portarla.
Quiete e movimento si alternano nella verità.
102
Questo è un apprendere alto, è apprendere una lezione sulla quale non sarete mai
interrogati, è un apprendere che non si sa riassumere in nessun contenuto, è pazienza, è
ubbidienza alla propria intenzione, è sofferenza, è crescita di una conoscenza
incomunicabile, è l’apprendere passivo e privo della gioiosa consapevolezza di stare
imparando, è una conoscenza che non sarà mai dimostrata.
Arriverete a dimostrarla senza diplomi, senza titoli, nudi da ogni orpello e gli orpelli
non sono solo quelli che vedete e temete voi. Non li vedrete mai, perché questo
apprendere ve li toglierà senza lasciarvi nemmeno l’illusione di averli superati.
Si abbandona ciò che non si sa di stare abbandonando, si rinuncia a possessi mai
posseduti, si tace in una folla di parole e non si sa quanto questa riconosciuta
impotenza sia invece potente.
Sotto tutto questo, l’intenzione è un diamante che da grezzo che era diventata levigato e
scintillante.
Io, come voi, sono passato attraverso tutto questo e non vi guido dall’alto di un trono,
ma dalla vostra stessa polvere insanguinata.
Io ho pianto le stesse lacrime, ho vissuto le stesse fasi. Nella mia natura di uomo ho
sperimentato ciò che voi sperimentate e il mio essere un’entità incarnata che non ha
mai smesso di essere un’entità ha aperto la strada alla consapevolezza del divino sulla
terra nella natura di ogni uomo.
Per questo vi seguo con tanto amore, perché ogni vostra storia deve arrivare ad essere
la continuazione della mia.
CAPITOLO XXII
C’è Cristo.
Vi ho già parlato sufficientemente della morte e del suo significato perché ora possa
parlarvi senza spaventarvi del momento del trapasso e di che cosa comporta per ogni
uomo.
Questo vi aiuterà anche davanti ai moribondi.
Il fatto che la morte sia solo un passaggio spirituale nulla toglie all’umano terrore che
sperimenta chiunque lo viva. L’istinto vitale lotta sempre quando sente il suo
affievolirsi e nessuna consapevolezza spirituale può essere riportata alla mente nel
momento del distacco dalla vita.
Per tutti c’è uno stacco di buio totale in cui la natura lotta contro il terrore, un terrore
indecifrabile.
Chi ha vissuto una vita consapevole e ha capito il senso spirituale della morte vivrà
l’esperienza di questo terrore solo per pochi momenti prima del trapasso, mentre chi ha
respinto l’idea della morte e la ricerca di consapevolezza vivrà anni di inconscio terrore
nella vecchiaia e nella malattia e mai si lascerà andare verso un passaggio dolce.
Anche per chi sa questo attimo di buio è la solitudine più atroce. Per chi non sa o non
ha voluto sapere è il tormento di vedersi cadere in un ignoto terrorizzante.
103
Non è una punizione, è la separazione dello spirito dalla materia che è dolorosa per la
materia. Essa percepisce che senza lo spirito è finita. La natura si riprende quello che è
suo, che aveva imprestato come temporaneo asilo ad un’anima.
La natura ha le sue leggi, la sua evoluzione, i suoi cicli, i suoi ricambi; all’uomo ha
concesso una materia evolvibile grazie allo spirito, ma essa è in prestito, è sempre solo
in prestito.
Perciò questo dolore e questa paura non sono mai una punizione: è il distacco nel
restituire alla terra un corpo che, privo del soffio spirituale, è solo un guscio vuoto,
usato, smesso.
Perciò chi sa può ringraziare anche un vecchio corpo stanco come un fedele amico,
compagno di tante battaglie, perché chi sa è identificato con il suo spirito. Chi invece
non sa, sentendosi avvicinare la morte, perde la sua creduta identità che aveva fatto
coincidere con la materia.
Tutti scoprirete immediatamente dopo il trapasso che la morte non c’è, ma il modo
come si arriva a morire è l’indice della vita trascorsa.
Nel momento del bilancio evolutivo singolo, dove non c’è più nessuna possibilità di
inganno, la percezione di una vita sprecata, buttata, data in pasto ai capricci del libero
arbitrio è l’inferno.
I demoni che mordono sono i rimorsi, il dolore feroce è quello avete inflitto in vita che
ritorna centuplicato, il fuoco che brucia è il senso di colpa, quello legittimo, quello che
fa urlare di dolore nel vedere che cosa ha provocato.
Dopo il trapasso tutti scoprite l’uno, siete nell’uno, sperimentate l’amore e la
fratellanza che, se da una parte sorregge, dall’altra evidenzia impietosamente nella
visione di una vita i vuoti spaventosi che la sua assenza in quella vita ha determinato.
Fino agli ultimi momenti di una vita c’è spazio alla voce dello spirito, all’irrompere
della consapevolezza.
Se una vita aveva karmicamente scelto di non sapere e non è stata deformata da atti
arbitrari, la morte può essere consapevole a livello animico e il bilancio evolutivo può
essere attivo.
Perciò date a chi vive e a chi vedete morire sempre spunti di consapevolezza e offrite
loro il vostro consapevole amore contro la paura.
Parliamo adesso dell’aiuto che in questa situazione potete dare a voi stessi e agli altri.
Che il vostro aiuto a chi muore sia sempre alto. Non perdetevi in inutili pietà, non
trattenete il moribondo con equivoche lacrime, piuttosto non parlate, seguitelo con
l’anima e con le preghiere.
Sappiate che chiunque muore è circondato da entità compassionevoli che si occupano
di accompagnarlo perché nessuna anima parte da sola per il viaggio di ritorno, ma la
mente di chi sta morendo è quasi sempre sola e spaventata.
Date amore, date quiete, date silenzio confortante, allontanate i fantasmi e le ombre da
questa mente senza più risorse e lavorate anche, e soprattutto, davanti ad una mente che
per il terrore sragiona.
Non credete a chi parla di impossibilità del moribondo di capire. Basta una parola
avventata a centuplicare il terrore di chi apparentemente non sente e non capisce più..
Parlate dolcemente anche ad un comatoso, ogni aiuto consapevole è luce nel buio, è
una mano da stringere, è solidarietà alta, è fratellanza.
Aiutateli a passare con armonia, seguiti dalla dolcezza e dalla ferma serenità di chi sa
che l’anima del moribondo, chiunque egli sia, riconosce perfettamente questo aiuto
come unico aiuto possibile.
104
Andate oltre la persona, oltre quello che sapete di lei, andate all’anima, vedete l’anima,
amate quell’anima che è uno con la vostra e che sta per entrare nella conoscenza.
È sempre un ritorno dal creato al creatore, ma la conoscenza è sempre una stupefacente
sorpresa dopo ogni vita.
Davanti ad un moribondo voi entrerete in contatto con l’energia spirituale che lo
circonda mentre lentamente si sfanno i suoi Chakra ( centri di energia che presiedono
all’equilibrio vitale del corpo umano secondo le più antiche dottrine della filosofia e della medicina
orientale, ndr) e questa energia vi sveglierà conoscenze animiche antiche di fratellanza, vi
scoprirete a dire e a pregare parole mai dette.
È il linguaggio di un’anima chiamata a sorreggerne altre in questo particolare
momento. Date senza riserve e non abbiate paura: assistere un morente è, per un’anima
consapevole, un’esperienza più divina che umana. Non abbiate sgomento e non tiratevi
indietro.
Gli angeli esistono sulla terra, ma non sono creature di luce con grandi ali bianche,
sono creature di carne che hanno le ali sull’anima.
Sono entità che si sono incarnate solo per aiutare gli altri e che hanno quindi un corredo
karmico di fortissima connessione e altissima consapevolezza. Sono creature che
stanno nella materia dall’esterno pur trattandola con infinito rispetto.
Sono più anime che uomini, ma sanno essere uomini fra gli uomini e anch’essi non
sono esenti dall’evoluzione.
Non esistono gerarchie, esistono solo livelli di conoscenza. La consapevolezza in terra
e già scelta karmica elevata, riservata ad anime già avanti nella conoscenza, ma
anch’essa può sulla terra avere diversi livelli.
L’Angelo porta sulla terra il livello massimo di consapevolezza compatibile con la
materia. Anonimi, costruiscono con la loro presenza una protezione indispensabile
all’evoluzione perché sanno la necessarietà del male e non disprezzano la materia.
Chi ha consapevolezza riconosce un angelo. E’ un fatto vibratorio di affinità e spesso
gli angeli si fanno sentire da chi ha un’anima predisposta, perché sovente per aiutare
chiedono aiuto, dando così contemporaneamente una spinta evolutiva.
Non pensate che riconoscerli sia un fatto mentale, non sarà mai un ragionamento a
palesarveli, sono contatti a volte ravvicinati, a volte ripetuti, ma sempre rapidissimi ed
è lo stato percettivo della vostra anima, dopo questo incontro, a fare sì che voi lo
riconosciate. Sempre dopo, mai durante.
Loro sanno di non dover indurre né devozione, né dipendenza. Danno lezioni altissime,
aiuti incalcolabili solo a chi li sa raccogliere sotto una veste di inosservabile normalità.
Per il resto vivono inviando costantemente solo pensieri di luce e d’amore ad ogni
manifestazione sulla terra. Essi sentono il vincolo di un orientamento di bene e non se
ne sottraggono non ostante che il loro libero arbitrio sia estremamente consapevole di
se stesso. Diciamo che sono più forti delle tentazioni.
Assecondate il loro lavoro, cercano sempre collaboratori e avanzando voi avanzano
loro nella nostra eterna sinergia di luce.
I livelli possono essere diversi, ma la meta è la stessa per tutti.
105
Scegliete da soli i vostri comportamenti. Non è l’ubbidire a istruzioni pratiche a
determinare la crescita: la mente non va buttata via, voi siete e restate voi sulla scala
del cammino.
Ogni nodo contiene la sua spiegazione nel suo sciogliersi o nel suo restare nodo.
Andate oltre le ragioni apparenti, cercate le ragioni profonde, a volte è il tempo che le
rivela.
Restate voi stessi, vivete in sintonia con la coscienza profonda e ricordate, in
chiunque incontrate può nascondersi un angelo.
State aperti alle occasioni di dare o di ricevere aiuto, i messaggi arrivano in tanti
modi.
C’è Cristo.
Ogni argomento di cui vi abbiamo parlato può essere approfondito all’infinito.
La consapevolezza apre e chiama nuova conoscenza e tutto quello che già si sa è
sempre piccolissimo quanto più l’anima anela di conoscere. La sete di conoscenza
animica è altro dalla sete di conoscenza intellettuale, il sapere che cerca l’anima non
concede le verifiche dell’apprendimento umano; è nutrimento, è respiro necessario alla
vita di uno spirito che cresce.
Ogni conoscenza è un illimitato dove le domande non sono più domande e ciò che si
apprende esce dai confini di una risposta, è lo spaziare senza limiti di una verità che
solo i limiti umani costringono ad essere parziale.
Ogni conquista di conoscenza spazza via le acquisizioni precedenti e sarà spazzata via
dai lampi di verità che rischiareranno il tratto di cammino ancora da percorrere.
Arrivano segmenti adatti allo stato dell’anima in ricerca, arriva una conoscenza perfetta
per quel livello di ricerca. Un sapere più completo sarebbe del tutto inutile come una
musica per chi è sordo.
Perciò lo stesso apprendere non sarà mai uguale per tutti coloro che nello stesso
momento lo incontrano. Va a riempire vuoti animici personalizzandosi ai bisogni di
conoscenza che sono diversi per ogni entità.
Il sapere spirituale non è una summa teorica e compatta, è una conquista, è esperienza
di vite, è motore e stasi, è sedimento e sperimentazione, ma soprattutto è unico e
insieme soggettivo. E’ una storia che si frantuma in miliardi di capitoli e ogni capitolo
contiene l’intera storia e non c’è inizio e non c’è epilogo nella storia dell’amore di Dio.
Ciò che voi apprendete è voi, è l’uno di Dio con voi, è la sostanza e la ragione.
Nel vostro cercare c’è l’istinto di tornare alla fonte, l’intuizione dell’origine, che vi
spinge a sperimentare tutti i tentativi di ottenere risposte.
Vi dico questo perché la mente può spingere a cercare successioni nell’apprendere e
può smarrirsi nello sperimentare che non le trova, non le trova e non le troverà mai,
perché la conoscenza spirituale non arriva secondo le logiche terrene, non
necessariamente è progressiva. Essendo una conquista, si potrebbe dire che procede a
balzi, dove alcune soste possono sembrare lunghissime ed alternarsi a balzi giganteschi.
Dimenticate le umane dinamiche dell’apprendere e informate la mente a perdere
l’abitudine alle logiche informazioni, è nell’accettare di perdere i riferimenti umani con
la spirituale percezione che esistono precisi riferimenti per l’anima e la mente diventa
soltanto uno passivo veicolo.
106
Accettare di non capire e di sganciare la mente anche da quel poco che capisce per non
ridurlo ad un’acquisizione umana è prova seria che apre la strada ad una conoscenza
ancora più sottile.
C’è Cristo
Vi insegno il Padre Nostro da recitare oggi.
Padre che sei me, Padre che sei noi, Padre che mi hai permesso di sbagliare per
capire, che mi assisti in questa vita consapevole come mi hai assistito nel mio buio,
alleggerisci il buio degli uomini, permetti un’evoluzione meno dolorosa, risparmia agli
uomini i troppi errori dell’inconsapevolezza.
Nell’infinita libertà che ci concedi, rendi più chiara la voce dello spirito, accelera il
risveglio degli uomini e coprici con la tua compassione.
Che sia dolce il ritorno del ciclo, che sia indulgente la natura, che sia senza dolore il
ritorno all’origine: che la tua verità sia compresa e che la verità non trafigga ma
illumini, non sia un dardo ma una mano da afferrare, non sia impietosa ma
compassionevole.
Padre, aiuta gli uomini: che la tua onnipotenza sia per la terra un’estrema occasione
di salvezza, un’altra possibilità di conoscenza. Padre, liberaci dal nostro male e non
abbandonarci nel momento del ritorno al cuore della vita.
Queste sono importanti parole. Ripetetele ogni giorno come viatico alla vostra
compassione, come estensione della fratellanza. Vanno ripetute con l’estrema
intenzione della consapevolezza, metteteci dentro la vostra anima. E’ un assolo che
diventa un coro, siete i primi portavoce di una consapevole intercessione che parte
dalla terra, che in ogni epoca parte ed è partita come impulso degli uomini che sanno.
Non siete soli, io vi accompagno tutti e il mio amore è infinito per il buio degli uomini.
CAPITOLO XXIII
Non so se riuscirete ad interiorizzare ciò che sto per dirvi, perché è concetto che
non entra nel vostro mondo di parole. Solo la sperimentazione può farlo comprendere,
ma mi piace cercare di avvicinarvi perché è la chiave della gioia.
Si tratta del concetto di quiete e delle sue infinite diramazioni nel distacco e nel
vuoto senza che mai essa perda per un attimo lo slancio dinamico dell’amore.
Il vero amore spirituale è fatto di quiete, senza la quale non troverebbe l’energia per
il suo ininterrotto cammino e la luce di equilibrio per amare senza equivoci.
L’abitudine al distacco non si impara, si sperimenta. Così, solo l’esperienza di un
sentire può rassicurare una mente che distacco non è disinteresse.
Il paradosso pare inconciliabile, perché sulla terra partecipazione non è mai pace,
non è mai quiete, è sempre coinvolgimento, passione, ego.
Risulta impossibile comprendere una reale partecipazione quieta di pace, perché gli
uomini la bollano come tiepida.
107
Voi sulla terra vi ingannate credendo di misurare la fratellanza e la solidarietà con il
fuoco e le fiamme dei sentimenti forti, degli entusiasmi accesi e non vi serve constatare
che hanno sempre brevissima durata, perché avete il falso bisogno di crederci.
Così passate di entusiasmo in delusione e continuate ad alimentare l’equivoco del
dolore inutile.
La pace è equanime, illuminata, veggente, è il ricovero per la mente che la trova e
diventa l’unica ispiratrice di ogni gesto e la via diretta per la gioia.
Ciò non esclude dolori, errori, cadute, dubbi, ma finalmente concede in essi
l’obiettività e tutto si accetta senza più domande che in questa pace sono da sole anche
risposte.
Questa, intendetemi, non è meta perseguibile né con tutti i più lodevoli sforzi, né
con la volontà. Già il concetto di sforzo contraddice l’essenza della quiete. Essa è una
conquista che irrompe inaspettata dapprima solo a tratti, ma il cui inconfondibile sapore
mette la vostra anima in terra in condizioni di cercarla e la vostra mente in grado di
riconoscerla.
Capirete il movimento statico dell’amore, la quiete dinamica della consapevolezza,
scoprirete la gioia quando la vostra mente non sarà ancora illusoriamente più forte di
essa.
Forse non è chiarissimo il nesso tra quiete e gioia.
Così come la quiete è movimento spirituale e diventa concetto dinamico, la gioia
non corrisponde all’assenza del dolore. La quiete permette l’osservazione e il distacco
sul dolore e il dolore trasceso conduce alla gioia che non è insipida artefatta festosità,
ma consapevole apprendimento di significati alti dentro una conquista e dentro il suo
bagaglio di dolore che solo la quiete permette di trasformare in sofferenza evolutiva.
È una gioia senza scoppi, è la naturale dimora di un’anima consapevole al punto da
diventare anche la dimora della mente.
Capirete che la partecipazione emotivamente accesa, antico riferimento sempre
positivo, tanto positivo poi non è e la sua soluzione alternativa non cade affatto nella
freddezza. Certi comportamenti, nel bene come nel male, troppo connotati di
coinvolgimento, furore, passione, commozione o emozione che siano, vi cominceranno
a suonare falsi, vi denunceranno la loro maschera di contrabbandieri, vi risulteranno,
almeno da quella parte di voi che li riconosce, odiosamente intollerabili.
Sono le truffe più sottili della mente, gli attacchi di banditi mascherati che sempre
trovano qualcosa da rubare dove c’è inconsapevolezza.
L’amore pulito non si agita mai, non ha né estasi né lacrime, così come il dolore
pulito non ha lutti ed entrambi si manifestano senza mai più nessuna ostentazione.
Anche questa è una esperienza da fare, che si mette a fuoco da sola man mano che la
si fa.
Ogni possibile discorso introduttivo e preparatorio rimane vuoto, spiega il nulla. La
vera reale partecipazione cresce quanto più sparisce la sua caricatura esterna. Sotto gli
addobbi di una verità travestita c’è la verità nuda come sotto il bistro ci sono sempre gli
occhi.
Vi stupirà constatare quanto inutile frenetico recitare copre il reale sentire degli
uomini. Voi studiate perfettamente a memoria il vostro copione e vi dimenticate
sempre che è solo un copione. Voi non smettete mai i panni del personaggio per
ritornare ad essere voi stessi e i dialoghi teatrali diventano linguaggio.
108
Così a tutti sfugge che la scena madre dell’emotività, anche quando tocca i
sentimenti più alti e le intenzioni migliori, è appunto solo una scena madre. Poche
parole bastano sempre.
Per trasmettere la partecipazione vera è sufficiente una presenza, uno sguardo, un
sorriso, senza costumi e scenografie, senza colonne sonore, senza effetti speciali e,
soprattutto, sempre senza l’applauso.
Il distacco, che tanto vi fa soggezione, vi incute sgomento, vi pare così
irraggiungibile ed incompatibile con i sentimenti terreni, è tutto qui, è solo una misura
qualitativa diversa nel sentire, qualitativa, mai quantitativa.
Tutti lo conoscete, ma la materia vi induce l’istinto di caricare di accentuazioni solo
terrene il puro atteggiamento dell’amore primordiale. Non dovete inventarlo, dovete
solo ritrovarlo sotto i travestimenti illusori di cui l’avete coperto al solo scopo di
imparare.
Ci sono stati di tensione e di nervosismo che sono solo terreni, esiti esclusivamente
fisici dei ritmi che segnano la vita dei vostri tempi storici. Non confondeteli con i
malesseri spirituali, cercate di controllarli, ma in una certa percentuale sono inevitabili
e rendono più arduo, rispetto ad altre epoche, la conquista della quiete.
L’affanno dell’uomo moderno nasce dal dovere essere sempre al passo con i ritmi di
una vita che non lascia spazio alla ricerca di significati profondi.
Chi se ne accorge e si incammina in un sentiero spirituale vive in condizioni avverse e
il suo equilibrio fisico e psichico ne risente.
Avete poco silenzio, pochi interlocutori, poche occasioni di confronto e tanta
solitudine, ben poco nel vostro mondo è spirituale.
Oggi, più che in tutte le altre epoche, il materialismo ha avuto il sopravvento e l’uomo
del duemila è talmente assordato che fatica moltissimo a sentire richiami diversi e chi li
sente vive comunque in mezzo ad altri mille rumori.
Perciò non colpevolizzatevi sempre se vi sentite nervosi, le vostre sono condizioni
difficili. Crescere e aiutare in una giungla piena di insidie è ben più arduo che farlo in
una condizione più distesa e semplice, più corale e diffusa, più precisa nell’offrire punti
di riferimento.
State tranquilli, osservate e controllate le tensioni immotivate, non sono impedimenti al
vostro procedere. Sappiatene le cause e non drammatizzatele, vanno smontate e
rimpicciolite come inesistenti.
109
Così capite che anche nel dolore si può ridere questo riso e capite perché la vostra vita
nonostante tutto è bellissima se la vivete per arrivare qui a capire questo, a vivere
questo.
Lo sperimenterete a tratti e l’esperienza sarà più utile e illuminante di tante parole.
Continuerete a provare sempre di più l’esperienza di questo e ognuno di voi la saprà
riconoscere e tirerà le sue personali uniche somme su una strada comune che per
ognuno è diversa.
Non c’è stato di dolore sulla terra che lo spirito non possa far trascendere, nessuna
anima può essere abbattuta da un dolore terreno. La materia che appare sovrastante
sullo spirito in terra in realtà è molto più sguarnita di motivazioni e il suo apparente
potere di convincimento sembra fortissimo, ma si appoggia sul nulla.
La verità non tiene conferenze, non dà dimostrazioni, non sale su pulpiti, non ha
nessuna apparente e visibile attrattiva. Rispetto alla chiassosa vistosità delle logiche
terrene, essa è completamente invisibile, eppure chi la cerca finisce per trovarla
sempre.
Cercatela sempre fuori dalle sovrastrutture; essa rifugge i proclami e i programmi, non
si fa enunciare, non si fa vendere, è universale ma anche infinitamente soggettiva, è una
ma è tante nella sua essenza, perché si configura ai tragitti di chi la cerca e si manifesta
nei modi in cui può essere riconosciuta.
Non ci sono verità spurie, la verità alta può però servirsi di parzialità o anche di
apparenti menzogne, di immagini, di associazioni mentali, di intuizioni spirituali, come
di idee.
Nel suo manifestarsi utilizza esperienze basse e alte, simboli, metafore, sogni e realtà
comuni e materiali. Esercita un tale fascino su chi la sfiora da rendere quasi
obbligatoria la sua ricerca.
La sua ricerca oggi è più insidiosa: in altri tempi si aprivano strade che la indicavano,
ma pochi, comunque pochi, partivano da lì. Oggi è più insidiosa perché la materia si è
strutturata sempre meglio e contrabbanda false verità con più metodo di tempi più
remoti.
Il progresso scientifico sa allontanare dalle fonti anche mentre convince di avvicinare
con quelle che appaiono crescite.
Il ricercatore di oggi, colui che ha fame di verità, deve sapere che il viaggio comincia e
finisce dentro se stesso. È da sempre così, ma oggi ancora di più mancano all’esterno
indicazioni.
Perseguite la semplicità, le indicazioni arrivano per chi segue un bisogno autentico
senza scorciatoie.
Tutti voi conoscete la verità, ma soltanto in pochi la riconoscete, perché altrimenti
perderebbe il suo essenziale connotato di conquista. Essa appanna al suo primissimo
rivelarsi ogni circostante scintillio e spalanca una vista e un discernere diversi che
mutano le direzioni di una vita.
Come tutte le mete, essa non ha scopi, è eternamente presente e non cambia, è
contenuta per intero all’interno della vostra matrice spirituale. Ne scoprite un
frammento alla volta, ma ognuno di questi frammenti la racchiude tutta. Perciò il
viaggio sembra lungo anche se si potrebbe dire che nel suo inizio e già contenuto
l’arrivo. Essa è un lampo e contemporaneamente è tutta la luce.
C’è Cristo.
Vi parlerò di discernimento finalizzato a dare il migliore aiuto possibile con le parole.
110
Le parole possono essere strumenti oppure armi e il discernimento è in questo caso
qualità spirituale indispensabile.
Esistono persone con le quali è meglio parlare il meno possibile e risulta più efficace
un aiuto di presenza, di ascolto e di intenzione.
Si tratta quasi sempre di persone che si percepiscono in grado di stare sul cammino e
che nel loro chiedere sono oltre l’affidarsi.
Quando, diversamente, qualcuno chiede parole, scegliete sempre qualcosa che non
suoni definitiva, date l’idea delle tappe, delle fasi, avvicinate chi cerca alla sua propria
ricerca, al suo, esclusivamente suo, primo passo. Così le vostre parole sono strumenti
perché offrono strumenti.
Cercate di essere sempre molto concreti nel delineare i tragitti di un cammino, avvisate
sempre che esso non può cominciare se non dall’osservazione e dalla conoscenza di se
stessi che si perfeziona durante il viaggio e ne è il sostanziale presupposto e la
condizione costante.
Non create suggestioni, siate sempre molto chiari, molto semplici, molto concreti nel
raccontare, anche sulla base della vostra esperienza, che la luce contiene tanti fuochi
fatui.
Oggi è importante che lo spirito non diventi una moda perché le mode fuggono la fatica
dell’evoluzione.
Insistete sull’irripetibile unicità di ogni storia evolutiva, sul cammino non si trovano
sostituti e non si può mai imparare o crescere per delega.
Riferitevi sempre a voi stessi e ribadite il carattere di conquista soggettiva di ogni
conoscenza universale e l’impossibilità di passare ad altri una conquista propria.
Usate il discernimento e l’intenzione per dire di più senza però uscire da questo
schema, che è contemporaneamente veritiero, contenitivo e propositivo, perché
l’accento è sempre sulla scoperta di chi si è.
Il discorso spirituale non deve indurre rischiose fascinazioni, ma far vibrare il
riconoscimento del richiamo, per cui chi lo ascolta parta per seguire solo la sua anima,
parta per un viaggio sconosciuto e solo suo e non per ricalcare i sentieri di qualcun
altro.
Non distogliete da nessuna esperienza, esprimete ciò che pensate grazie alle vostre.
Non sottraetevi dall’esprimere le vostre convinzioni con il timore di rubare, ciò non
avviene purché salviate sempre il connotato di opinione vostra figlia di un personale
cammino.
Queste basi servono a tutti, ovunque siano nel loro percorso karmico.
Chi poi è chiamato a insegnare resta il primo degli allievi.
La materia di queste argomentazioni, se vissuta correttamente, non dà mai
assuefazione, non può diventare una scontata retorica, perché ogni volta che facilitate
l’ascolto del richiamo a qualcuno il vostro grida più forte. Se questo non vi capitasse,
vi suoni come estremo bisogno di verifica dell’intenzione.
Voi siete i soli amministratori e i soli giudici di ciò che siete.
Le anime avanti soffrono la costrizione di abitare dentro un finito così piccolo. L’oblio
non basta a spegnere del tutto confuse memorie di compiutezza e non soffoca la
percezione di un compito spirituale in coloro che hanno scelto la consapevolezza.
111
La voce dell’anima è fatta di mille continui sussurri che gridano molto più forte di un
urlo. È la voce del vostro silenzio interiore, dal quale emergono i richiami di un altro
mondo, i richiami più forti di ogni attrattiva terrena.
Ascoltare questa voce è doloroso quando si è sulla terra, essa è imperativa e
onnipresente ma non ha contorni, non fa promesse ed è evanescente come un miraggio.
Nessuno, seguendola, trova la felicità terrena e, dopo che la si è ascoltata, la felicità
della terra non affascina più.
Si intravede un altro bene, indefinito ed indescrivibile, che diventa la causa prima e il
fine ultimo e si vive lontani dalla terra pur restandoci dentro.
Strappi continui segnano chi lo scopre, infinite piccole lacerazioni, il dualismo di chi
sente l’universale e deve costringerlo nel particolare, l’infinito e deve limitarlo col
finito.
Questo costa ma eleva, si traduce in evoluzione, tempra l’anima.
Quando torna la quiete interiore, dopo avere vissuto profondi malesseri almeno in
parte inspiegabili, significa che è stato fatto un passo avanti anche nella conoscenza di
voi stessi.
Può essere che per molto tempo ancora non lo vediate, può essere che lo vediate
sull’altro e non su di voi, ma qualcosa cambia e si è rotto un vecchio equilibrio
cristallizzato.
Il malessere è la spia dell’addio a qualcosa che non vi rendete conto di stare
abbandonando, qualcosa che era a voi talmente attaccato che vi eravate dimenticati di
tenerci tanto.
Non importa identificarlo, importa osservare la quiete e conformarsi ad essa e, ogni
volta che qualcosa la minaccia, fermarsi e lavorare con la consapevolezza di volerla
mantenere. Questo è un passo avanti più consapevole di quello precedente, il quale è
l’esperienza necessaria per arrivare qui.
Sono istantanee che fermano alla coscienza qualche passaggio di crescita della
vostra storia, un piccolo riscontro mentale che vi dà la comprensione di stare sul
cammino anche dentro un quotidiano vivere poco facilmente osservabile. Una parte di
voi se ne accorge e il resto lentamente si uniforma.
I cambiamenti spirituali in terra sono molto spesso modifiche impercettibili alla
psiche. Se questa la coglie, allora la modifica è molto grossa, è un passo di quelli che
destrutturano un vecchio modo terreno e aprono spiragli di significati.
112
Non è mai tutto fermo, né mai potrete cogliere la portata del movimento spirituale.
Quando vi dico lasciatevi fluire, vi ricordo che siete dentro una corrente
vibrazionale continua e che, se riuscite ad assecondarla anche se non la percepite, essa
vi leviga come sassi, trasporta via ogni impurità e nella sua trasparenza diventate
trasparenti come cristalli.
L’adesione ad un processo di cui non potete essere consapevoli, a causa della
materia che vi ricopre, non contraddice in nulla la consapevolezza conquistata con altre
diverse prove.
Il vostro sì consapevole vi aiuta a credere nella corrente e a non ostacolare il vostro
inconsapevole fluire.
L’immagine dell’acqua vi accompagni, è metafora fra le più vere il dirvi siete acqua,
siate acqua.
Non c’è ricordo umano che possa essere assomigliato alla totale memoria spirituale che
torna all’anima quando essa perde la materia.
Anche sulla terra ricordare è un’esperienza esaltante, è trovare improvvisamente il
pezzo che mancava, che apre logiche nuove, evidenze insperate. Per l’anima è come se
si aprisse un sipario, è come se una visione piatta diventasse tridimensionale e uno
scorcio di colpo offrisse l’intero paesaggio.
La conoscenza è un fatto talmente immediato che quasi stordisce la parte animica di voi
che, senza materia, è quella che sulla terra voi identificate con la vostra parte pensante.
Vi sto dicendo che quando sarete qui continuerete a sentirvi voi e l’anima conserva per
un po’ l’identità che ha dato all’ultima vita prima di ricongiungersi a tutte le altre
esperienze e ad assumere i connotati interamente spirituali della conoscenza.
Così sarete voi a capire, voi a mettere insieme, voi a ricordare, voi a ritrovare tutti gli
altri voi che siete stati, voi a vivere questa massima esperienza, l’esperienza dello
spirito che ritorna spirito e viene appreso con i mezzi di apprendimento da sempre
vostri, potenziati al massimo dall’assenza della materia, ma riconoscibili dalla vostra
mantenuta identità come vecchi cari familiari utensili.
Questa sarà esperienza vostra, non di un’istanza astratta e ormai irraggiungibile per una
sorta di umana comprensione, sarà comprensione dilatata al massimo nel meccanismo
umano del comprendere. È un togliere finalmente limiti ad un apprendere che
liberamente finalmente si afferra e chi lo afferra siete sempre voi.
Qui non si perde niente, non si lascia indietro niente, si ritrovano tutte le cose smarrite
e si dà loro il giusto valore.
Anche le occasioni terrene possono trovarsi fra le cose smarrite, anche le parole non
dette, l’amore negato, i compiti inevasi. Nel momento del bilancio siete voi senza
inganni e avete una lente di ingrandimento infallibile.
Tutto il sentire è libero dalle strettoie mentali, perciò la gioia è gaudio, la riuscita è
esultanza, l’omissione è disperazione senza gli artifici dei sentimenti.
La vista è totalmente obbiettiva perché qui si sa, non si deduce, né si intuisce. Tutto
l’amore dato, le intenzioni curate, le fatiche evolutive, la consapevolezza raggiunta in
terra, la fratellanza vissuta, il buio attraversato, la fedeltà al karma, spalancano
orizzonti che oggi non potete contenere. Pensate a questo prolungamento del vostro
crescere terreno, pensateci come a una casa che vi aspetta, a una tenaglia che spezza le
catene del dolore incompreso.
Pensate al dopo, vi illumina durante il cammino.
113
*********
CAPITOLO XXIV
È molto difficile nelle relazioni umane filtrare le scorie che alterano il rapporto e
riscoprire l’interazione fra due o più anime. Questo darebbe ragione e dignità anche ai
rapporti distruttivi e toglierebbe ogni negatività.
Invece la materia incontra la materia e, se non si va oltre, la negatività dell’una
amplifica quella dell’altra.
114
La terra non sa spiegare nulla oltre un certo limite, non può andare più in là dei confini
che la circoscrivono. Per uscirne, per capire di più, è necessario cercare lo spazio dello
spirito che apre ragioni diverse e dà una forza interiore nuova.
Le amarezze e i dolori vissuti con lo spirito trovano ragioni nuove che aprono
l’accettazione consapevole e la felicità non è più figlia dell’illusione.
Eppure cercare lo spirito, che offre chiavi per comprendere l’esistenza, resta per gli
uomini un passaggio evolutivo difficilissimo, una strettoia quasi invalicabile. Attaccati
come si è sulla terra alle logiche distruttive della terra, non si colgono le indicazioni,
non si vedono le strade alternative e la terra è la prigione di se stessa, la gabbia e
contemporaneamente il prigioniero.
Volate via, chi ha capito è ancora in tempo per volare via e aiutate chi continua a
sbattere contro le sbarre come un cieco che brancola.
Date amore, amore e ancora amore, è solo l’amore che fa spuntare le ali.
Quando l’amore sarà tornato sulla terra, essa libererà gli uomini e li lascerà andare
perché il suo compito si sarà esaurito.
Imparate l’amore, insegnatelo, portatelo in mezzo agli uomini, apritegli la strada. Chi
non lo sa cercare è quello che più ne ha bisogno. Raccontatelo e datelo a tutti.
Sulla terra gli uomini sperimentano la materia, ma è ben vero che racchiudono lo
spirito di Dio.
Questo, a prescindere da ogni scelta karmica, non è mai nella materia completamente
silente, completamente invisibile. Ogni uomo sa con se stesso quali sono state le
occasioni nelle quali non ha voluto ascoltare i richiami della sua voce spirituale.
Nessuna vita ne è priva.
Ciascuno intimamente conosce benissimo le sue defezioni, i suoi tradimenti alla reale
radice di sé, alla sua parte nobile, alla sua natura integra.
Più volte in ogni vita lo spirito bussa in occasioni diverse, usando diversi pretesti,
utilizzando fatti o persone o memorie, o dolori o risvegli e tutti voi sapete benissimo
che lì c’è una scelta dura, qualcosa che la terra contrasta.
Per questo vi ho detto che cercare lo spirito è una prova evolutiva difficilissima: non
intendevo fra quelli che già sono in cammino, ma mi riferivo ai tanti, tantissimi, che dal
cammino scappano, perché il cammino è lì, chiarissimo, a disposizione di tutti e sono lì
anche le voci di tanti che l’hanno percorso.
Chiunque, stando nel suo karma, può cercare consapevolezza: arrivo a dirvi che anche
un karma di follia può essere in molti modi consapevole.
Soprattutto nei volontarismi del libero arbitrio ci sono sempre dei barlumi, dei bagliori,
che danno la chiarissima sensazione di stare scegliendo e la scelta è vostra. Sono
momenti, circostanze particolari, a volte estremamente intime, dove nessun altro sa ma
voi sapete, sapete benissimo che qualcosa indica una direzione, mentre tutto il resto vi
porta in un’altra.
Di fronte a queste private esperienze nessuno di voi può mentire a se stesso: può zittire,
può confondere, può mascherare, ma resta per sempre segnato dalla verità di quel
momento, tant’è che sempre queste esperienze tornano alla memoria prima di morire.
Perciò non crediate l’umanità in balia di sconosciuti errori, ogni uomo è Dio e ogni
uomo ne porta in sé la voce.
Non ci sono privilegiati e reietti, tutti sono parte della stessa unica verità e tutti la
cercano, perché ricongiungersi ad essa è la ragione della vita e la conquista della
propria individuare libertà.
115
Non sottovalutate questo concetto di libertà, un creatore che crea esseri liberi rinuncia
al potere assoluto del creatore. È la vostra libertà la ragione dei lunghi tragitti
dell’evoluzione ed è ancora la vostra libertà a permettere il concetto e la
sperimentazione della conquista.
Senza la libertà sareste dei cloni, nulla più che copie prive degli attributi, invece siete
onnipotenti e avete la libertà di scoprirlo. È nella vostra libertà l’essenza
dell’evoluzione.
Quando dico onnipotenti, intendo l’onnipotenza dell’anima, che può perfino plasmare
una mente e farle rompere i limiti della terra. Ne avete esempi e testimonianze in ogni
epoca; sebbene la materia vi costringa nel contrario, le cose stanno esattamente così e
ogni passo di ogni uomo, consapevole o inconsapevole che sia, si muove istintivamente
a cercare la ricongiunzione all’origine, con maggiori o minori contrasti che solo la sua
libertà sceglie di sperimentare.
Questa verità è per chi chiede di sapere, per chi può aggiungere questo ad altri tasselli
già ricevuti.
Cercare la verità, mettersi in cammino, contiene tante indicazioni, tante risposte.
Per coloro che sono consapevoli i contenuti appresi si stanno rielaborando ed essi li
stanno introducendo nella loro vita.
Senza fascino, senza sgomento, senza curiosità, senza mente, li osservano con
naturalezza mentre escono nei loro gesti, nelle parole, nei pensieri come un frutto
maturo cala dal ramo, come un raggio di sole buca il buio.
Si fanno con naturalezza e semplicità gesti inconsueti sulla terra che aiutano il mondo.
Questa semplicità è una grande conquista, la conquista di una consapevolezza alta che
non si compiace più di nulla e segna ormai come un marchio la vita.
Le anime che incontrate sono affamate di verità e di luce e spesso coperte da menti
molto pesanti.
Date, date tutto quello che potete, date con le braccia e il cuore spalancati, date senza
giudizio, date ricordando i bisogni spirituali del mondo. Date amore, date
consapevolezza, date questi aiuti invisibili che sono così importanti e sentitevi leggeri,
leggeri dell’infinita, luminosa leggerezza del bene.
Così vivendo, il vostro passaggio aprirà una scia di luce sull’opacità del mondo, una
scia che si allarga, che diventa un cammino, una strada, una direzione nuova.
Voi non potete sapere quanti ve ne porterete dietro, a quanti aprirete la via con le
vibrazioni della vostra consapevolezza che incrineranno intere pareti di male.
Nel vostro vuoto interiore c’è la risposta più alta perché questo vuoto conduce alle
verità. C’è l’amore, c’è la ricongiunzione al tutto, il cerchio perfetto della conoscenza,
la buona novella, la nostra alleanza.
E’ questa la strada.
117
Andando avanti la conoscenza diventa voi a tal punto che i vostri sistemi percettivi
cambiano e voi non sapreste più dire come capite le cose e le persone.
Si sfalda la costruzione umana di azione reazione e voi invece di reagire sapete, sapete
perché parlare e cosa dire, perché tacere, perché andarvene o restare.
Questa conoscenza è conquista perché sulla terra essa costa, costa inenarrabili rinunce,
costa per molto tempo lo smarrimento di un’identità creduta stabile e matura, costa
l’addio ai fermi di sicurezza sulle fragilità della vostra vita, costa la solitudine di
sentirsi diversi.
In cambio, sotto tutto questo, se sapete resistere e continuare, c’è la strada della verità,
c’è l’essenza di chi voi siete e la ragione, tutte le ragioni del vostro essere e dei vostri
compiti.
Per andare avanti non si può dimenticare quello che già si sa, la conoscenza accettata
apre la strada a nuova conoscenza, quella respinta si arena per sempre. L’unico modo
per apprendere è continuamente accettare di pagare i costi dell’apprendimento. Se
questi costi non si vedono, o sembrano lievi, si vive una spiritualità mentale recitata.
La conoscenza attraversa la vostra pelle, le vostre ossa, le vostre cellule, rovescia gli
equilibri, altera le credute acquisizioni, ribalta un’esistenza, vi costringe a cambiare.
Questa sofferenza accettata fa sì che la conoscenza non sia un dono, bensì una
conquista.
Siete sempre solo voi che potete cercarla e trovarla, oppure viverci in mezzo senza
nemmeno vederla.
Non c'è fede se non credete possibile ciò che fate. Il mare non si sarebbe aperto
quando ho alzato il bastone se io non avessi creduto che Dio voleva salvare gli ebrei.
Sembra spesso che la realtà visibile indichi una cosa evidente, ma esistono sempre
altri significati e altre letture che solo la consapevolezza sa cogliere.
Così, un’apparente sconfitta può in realtà mascherare una grande vittoria, perché la
cosa da superare non era quella evidente, così come un successo può essere la maschera
solo esteriore di un sostanziale fallimento.
La consapevolezza si appoggia e cresce solo su un’onesta conoscenza di voi stessi.
Voi sapete già che a livello profondo non si può con se stessi più di tanto mentire. La
parte profonda di voi sa i trucchi della mente e se c’è l’impegno cosciente a cercare la
verità li sa vedere e smascherare offrendovi quotidiani spunti di crescita.
Cambia la percezione che avete di voi stessi e poi del mondo, percepite la parte
spirituale e non più solo la parte pensante e si chiariscono i vostri compiti, diventano
immediate le lezioni che ogni esperienza contiene.
Se l’evidenza non è immediata, continuate ad osservare voi stessi e accettate di non
capire anche quello che osservate. Le risposte arrivano sempre quando si cerca
onestamente la verità.
Sappiate che dentro questa onestà c’è l’origine della ricerca dello spirito in terra, che
sempre comincia con lo smascherare i vostri inganni.
118
Dietro la conquista della consapevolezza c’è sempre il dolore, c’è sempre la fatica di
avere capito che siete, di averlo accettato, di lavorare per evolvere.
Tutti potete farlo, tutti arriverete al cuore di voi stessi quando saprete ascoltare il
richiamo dell’anima.
Che cosa fare per essere in pace è quello che si chiede la maggior parte degli uomini.
L’umanità è stanca e a tratti percepisce la vanità delle sue corse dietro al nulla, ma
fermarsi a riflettere è perlopiù un atteggiamento esteriore di chi vuole intellettualizzare
e non è quasi mai l’ascolto delle voci dell’anima.
Pochi di voi sanno fermare consapevolmente una corsa vana. In genere le vostre corse
vengono fermate forzatamente dalle malattie che spesso anch’esse occorrono invano.
Fra la vostra anima e la vostra mente avete creato una paratia stagna e le richieste dello
spirito non vengono udite. Chi sa e chi è consapevole avvicini con la mente le menti di
chi non sa, apra scenari nuovi, allarghi orizzonti utilizzando una mente che conosce
l’uno, che opera la fratellanza.
119
Ad un inconsapevole non si può parlare di consapevolezza, ma si può vestire la
consapevolezza di contenuti comprensibili per chi ascolta e avvicinarlo a piccoli passi
ad un lavoro di conoscenza di chi egli è.
La fratellanza è difficile perché deve andare molto oltre le apparenze e poggiare su
una consapevolezza che guidi il vostro essere in mezzo agli altri. Facendolo crescere,
crescete anche voi.
Considerate gli estremi delle due posizioni in mezzo alle quali vi trovate ad essere.
Da una parte la terra, cui ancora appartenete, che esercita per forza su di voi la sua
influenza, dall’altra la somma di ragioni spirituali che vi hanno preso per convinzione e
intimo istinto di verità, ma che restano un astratto per ora indimostrato ed
indimostrabile, di quasi impossibile comunicazione e di impegnativa, laboriosa e
dolorosa applicazione.
Se da una parte il facile comprendere le logiche terrene non vi basta più, ma
contemporaneamente la terra vi condiziona ancora per la vostra parte materiale che le
appartiene, dall’altra ciò che invece vi convince e vi assomiglia tarda a darvi evidenze
di sé.
Ce n’è più che abbastanza per vivere dentro un malessere costante anche se non sempre
percepito, il forte disagio di chi non sa più collocarsi dentro la sua ambientazione
giusta. Perciò non stupitevi se affiorano alternativamente come dominanti l’una o
l’altra posizione.
Non siete voi ad essere labili o discontinui, è la sperimentazione di una fase intermedia
e dolorosa sulla terra che per certi aspetti cambierà, si assesterà e porterà altri
mutamenti, per certi altri versi subirà momenti alterni ma non passerà mai.
Lo spirito sulla terra si fa strada sorretto dall’accettazione e dalla consapevolezza di chi
lo cerca, non ha mezzi propri per rivelarsi da solo, ma ha l’energia per nutrire di verità
chi comincia questo cammino. Così voi riuscite a vivere sospesi tra mille apparenti
contraddizioni, a resistere a voci mentali estremamente convincenti, ad amare
nonostante tutto il resto.
120
Questa sarà sempre la parte impervia del cammino, con questo si misura ogni karma di
scelta spirituale in terra e questo è il duro banco di prova di un libero arbitrio più
consapevole di se stesso.
Qui però percepite anche di non essere soli e intravedete quei barlumi di verità che
bastano a rischiararvi la strada.
La morte a se stessi non è mai facile, né io mai ho promesso facili felicità terrene.
La vostra sostanza spirituale risvegliata è compiuta in se stessa e quindi è felice di suo.
Lì io sono con voi mentre faticate a trascinarvi dietro quello di voi che non sa, la parte
pesante di pensiero.
È scelta dura, ma è karma di luce.
CAPITOLO XXV
Seguitemi bene.
Vi porterò dove la terra non potrebbe arrivare.
C’è un universo di galassie abitate da forme più spirituali che materiali, un mondo di
evoluzione parallelo al vostro dove la crescita e l’apprendimento avvengono
diversamente, perché si tratta di contatti con la materia che non sono incarnazioni, ma
appunto solo contatti, nei quali la parte spirituale è dominante e l’evoluzione qui è solo
collettiva.
La parte individuale di queste entità è già evoluta sufficientemente perché esse possano
sperimentare una comunione di fratellanza con le altre anime e la materia è meno
solida. Sono stati materiali meno compatti, c’è meno peso, non esiste la gravità, né i
bisogni corporali.
Qui si tratta di perfezionare, alzare, evolvere caratteristiche che già in partenza sono
spirituali e i cimenti sono collettivi per assuefare le anime alla coralità dell’uno.
Queste anime sono assistite da gruppi di entità che sorreggono in difficoltà molto
diverse dalle vostre. La terra è necessaria stazione di partenza e di arrivo perché senza
le sue durissime lezioni non si può procedere in una apprendimento a tappe, a gradini,
dove, se si può saltarne qualcuno, ciò è permesso purché poi si ritorni a recuperare e a
sperimentare quel tratto omesso di strada.
Io offro il mio aiuto agli uomini perché il tratto di cammino sulla terra è il più doloroso
e difficile.
Io sulla terra sono venuto perché voi sappiate la condivisione, perché sentiate l’amore
che per arrivare a voi ha scelto di percorrere la vostra stessa impervia strada.
Io non cesserò di essere fra gli uomini finché l’evoluzione sulla terra non sarà conclusa.
Il disegno di aiuto segue sentieri contorti perché l’umanità è contorta, imprigionata,
stretta dentro nodi di inconsapevolezza e sono uomini più consapevoli che mi aiutano
ad aiutare.
Chi vive in mio nome porta avanti il mio disegno di aiuto, chi ha il coraggio di
staccarsi dalla terra mentre ancora ci vive non sa che solleva dal buio tante e tante
anime sorelle con la stessa intenzione che fu mia, che è la mia.
Sono in ogni anima che leggerà queste pagine, sono in quelli pronti a capire, in quelli
che non capiranno.
Voi ve ne andrete dalla terra come tanti prima di voi, ma io resterò ad accompagnare
fino all’ultimo di voi che resterà qui. Gli uomini sono il mio compito e il mio cuore.
121
Quando l’ultimo fra loro avrà compreso l’amore, allora avrò finito e tornerò alla mia
matrice prima.
La terra è un episodio nella storia di un’anima.
State con me, continuate il mio disegno, capite il dolore e la fame inconsapevole degli
uomini. State con amore e con amore e nell’amore crescerete.
La materia non vuole essere aiutata, ma senza di essa le spirito non avrebbe potuto
moltiplicarsi.
Esistono motivazioni alla Creazione che sono del tutto divine e per questo
incomprensibili all’uomo.
Gli attributi di Dio sono legati, interdipendenti e connessi e l’essenza del divino è
l’amore.
Per questo amore Dio non ha voluto privilegi e potere e la creazione degli uomini è la
più alta di tutte le condivisioni.
Nello spirito che vi abita c’è tutto, tutto il divino, tutto del divino, c’è Dio in atto e in
potenza, c’è l’alfa e l’omega, la genesi, la nascita e la ricongiunzione, c’è l’uno, c’è la
composizione dei dualismi, il superamento del male.
Nel concetto di creazione è insito il concetto di suddivisione, è un’essenza che si
distribuisce senza spezzarsi né impoverirsi, che contiene tutti gli impulsi intatti in
ognuno che la riceve. Così anche il più piccolo degli uomini ha nel suo spirito
l’impulso di creare, di offrire ad altri per amore la ricchezza di se stesso.
Dio ha emanato il suo spirito e ha continuato ad emanarlo riempiendo gli universi di
scintille di sé.
Il viaggio di ricongiunzione è così complesso perché i mondi che le scintille ospitano si
sono fermati nell’attimo senza tempo della creazione e poi hanno ripreso i loro
movimenti stringendo con Dio una specie di alleanza nella quale nessuno sarebbe
dovuto soccombere.
La natura e il cosmo sono regolati da leggi che la creazione ha tolto dal caos e
collaborano con sincretismo perfetto, ma la loro essenza è materiale e quando è stata
investita dallo spirito Dio ha messo negli universi il concetto di evoluzione e di
necessarietà e di scopo.
La materia da allora contrasta e contemporaneamente nobilita lo spirito, permette il
dualismo primo e quindi la comprensione della sua unità.
Uno spirito donato da Dio, senza la sua possibilità di misurarsi con il suo contrario per
capire che anch’esso è sé, sarebbe un astratto divino immobile senza dinamismi, senza
movimenti, senza amore, un tutto fisso senza sinergie, senza conquiste.
Da qui, dalla comprensione di questo, potrete capire il viaggio evolutivo.
Lo slancio creativo di Dio è stato impellente.
Il divino dà, si dà e in questo darsi entra tutto, è così dalla nascita del rapporto
Creatore- Creato.
Ogni creato ha in sé le infinite possibilità del creatore.
Non immaginate il Creatore come un’entità a parte, unica nella sua maestà, la sua
unicità è immensa ma è stata moltiplicata in ognuno di voi che la contiene.
Egli non è in una collocazione più alta, non è da nessuna parte perché è dovunque.
La ricongiunzione è ascendente in senso figurato, in realtà è un tutto che si ricompone
dentro e fuori di voi, la riunione dell’emanato all’emanante, ma non è un viaggio fatto
di distanza da colmare, ma di sostanza da comprendere.
Il movimento dei mondi ospita questa conquista di conoscenza e contribuisce offrendo
tasselli di esperienze da mettere insieme con la luce interpretativa dello spirito.
Ciò che vivete sulla terra diventa sempre esperienza dell’anima e voi sperimentate,
assimilate, trascendete, imparate.
Dio è l’essenza stessa di questa evoluzione, Dio è la spinta, il motore primo,
l’intelligenza perfetta che regola la legge dell’apprendimento ed è anche l’istinto di
cercare, la bontà che vi conforta, la luce dell’intuito di bene che anche sulla terra a tratti
riconoscete.
Egli partecipa di quello che ha creato, non se ne allontana per osservarlo, resta in esso
pur senza costringere, resta in esso come dono d’amore le cui infinite possibilità e
potenzialità possono essere scelte, scartate o ignorate solo da voi.
L’essenza di Dio è dentro, non fuori, questo è il mistero che non capite. Se accettate
Dio in voi, la ricongiunzione è già parzialmente accaduta.
Non separate, non separate mai, ogni gesto di disunione vi allontana dalla vostra prima
spirituale unità con la matrice.
Nel mio fare da ponte, io vi insegno la verità trascendente.
Abbiate tanta fiducia in noi e in voi stessi, mandanti ed esecutori di un progetto di
salvezza. C’è sugli uomini la mia mano di protezione, c’è negli uomini la tensione
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verso la verità. Vivete un’esistenza degradata, ma nel degrado la nostalgia dello spirito
si fa sentire più forte e tutti cercate luce, spazio, verità.
Queste parole saranno riconosciute, la vita, la vita vera è qui. L’anima lo sente, l’anima
lo sa. Queste parole arriveranno a dare bene sulla terra, riaccenderanno memorie,
sveglieranno anime assopite, anime che aspettano un ricordo per svegliarsi e capire che
il nulla è stato sperimentato per ritrovare il tutto, che il nulla contiene un tutto da
ritrovare.
Abbiate fiducia e andate avanti, troverete ragioni ad ogni passo.
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Il buio e la luce sono come il movimento e la quiete, si alternano apparentemente
nell’uno che rappresentano. Così, ogni attimo di scoramento e di buio contiene la sua
inevitabile luce di verità, perfino la malattia, perfino la morte.
Non scoraggiatevi quando vi vedete cadere, rialzatevi e continuate a testa alta, non a
testa bassa. Vi ho già detto che la perfezione in terra non è evolutiva e non è possibile.
Sbagliare fa parte del viaggio di apprendimento. I moti del cuore sono sempre
osservabili. Non perdetevi, osservate e continuate, guardate, non giudicate e continuate
il vostro cammino.
Queste sono inevitabili tappe di viaggio, sono comunque passi.
Non c’è nessun bisogno di andare oltre il proprio possibile, né di cercare di
assomigliare a un sé migliore del proprio. Resistere nella convivenza con se stessi e già
una vittoria se l’osservazione è equanime.
State sul presente, lavorate sull’oggi e sull’adesso, accettate e correggete quello che
potete. Tutto cambia, ricordatelo sempre. Non scoraggiatevi.
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La verità è una e molteplice, semanticamente si presta a infinite definizioni, tutte esatte
e tutte parziali. Viverla è comprensione assoluta di un attimo senza più definizioni.
Gli uomini devono sapere che le cose scritte qui non sono affascinanti parole per un
mondo incapace più di stupirsi, sono un’occasione di riportare lo spirito a palesarsi
nella loro umanità, sono un riscatto per la loro natura.
Un solo pensiero volontariamente plasmato sul bene, lo sforzo di uno solo che si
osserva e cammina verso le nostre indicazioni di fratellanza e d’amore contiene un
potenziale imitativo che a qualcun altro si attacca.
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Questi messaggi vanno diffusi. Ci sono anime in attesa che non daranno mai prove di
sé, ma che aspettano sulla terra queste indicazioni perché trovarle è nel loro karma e
seguirle o no è prova per il loro arbitrio.
Il volontarismo nella ricerca della verità segna le anime determinate a trovarla. Voi
adesso potete cominciare a cogliere l’altezza e l’importanza di quello che con questi
messaggi abbiamo rivelato gli uomini.
Abbiamo rinfrescato la memoria della verità spirituale che solo poche generazioni in
tutti i tempi hanno avuto il privilegio di sentirsi annunciare direttamente.
La verità si adatta nella forma alla capacità delle menti di afferrare i suoi enunciati, ma
nella sua sostanza è sempre la stessa.
Questi messaggi sono la verità nella forma adatta alla mente evoluta dell’uomo del
2000, ma egli si porrà di fronte ad essa sempre nello stesso modo.
Chi è pronto a coglierla la coglierà e questa volta, per una svolta karmica
nell’evoluzione collettiva, in tanti saranno pronti.
La conoscenza del divino in terra è sempre stata data in occasione di coincidenti svolte
karmiche nel karma collettivo dell’umanità.
La mia venuta tra gli uomini è stata una svolta karmica fondamentale per la terra come
lo è questo prossimo cambio di ciclo, in vista del quale vengono rimesse sulla terra le
verità spirituali che saranno raccolte dalle anime pronte a segnare i cambiamenti.
Le svolte precedenti, le conoscenze che la terra ha già ricevuto sono state passate in
maniera più oscura, hanno preparato l’arrivo e la comprensione di queste con una
gestazione che è durata duemila anni.
L’uomo di oggi ha bisogno di concetti più espliciti, di indicazioni più chiare, di una
verità più strutturata sulla realtà e sulla sua composizione e non più solo di un codice
morale.
Non è più tempo di parabole. Dovete sapere, tutti devono sapere le possibilità di male
insite in ogni pensiero e deve essere più evidente che mai la possibilità che ognuno
possiede di lavorare su se stesso e sul mondo per l’evoluzione.
Questa è la svolta karmica, la coscienza che ciascuno avrà di poter collaborare a un
disegno universale, una piattaforma di consapevolezza comune dalla quale poter partire
con le proprie scelte.
Queste conoscenze e questi messaggi saranno rivelazioni che verranno colte come
rivelazioni e nessuno potrà fingere di non sapere, rivoluzioneranno il rapporto fra
l’uomo e il divino e ognuno farà le sue scelte. Qualunque direzione di scelta marcherà
il destino del mondo.
Come sempre l’uomo riceve gli strumenti della sua libertà.
La coscienza collettiva sarà più consapevole del folle equilibrio terreno che presiede la
continuazione dei dualismi e di quanto la consapevolezza, anche di ognuno singolo e
solo, pieghi e modifichi la coscienza collettiva degli uomini.
Tutto questo sarà chiaro e molti, davvero molti, capiranno.
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I brevissimi trentatré anni della mia missione sono in realtà i lunghissimi
duemilatrentatrè, eppure, adesso che l’appuntamento è prossimo, sono un soffio nella
storia dell’umanità, che non si misura in cronologia, ma si misura in conquiste.
Ogni svolta epocale, ogni misurarsi degli uomini con i momenti cruciali del loro karma
di uomini si conta nei loro contatti con il divino.
Pur se fatta di miliardi di individuali entità, in questo crescere l’umanità è come fosse
un’entità unica.
Riuscite a capire, entrate in questo concetto che dovunque e comunque ogni uomo
aggiunge o toglie ogni giorno qualche cosa alla crescita di questa entità, affretta o
ritarda i suoi appuntamenti karmici, determina il livello mutante della sua conoscenza.
Ogni singolo karma di ogni singolo uomo è anche il karma collettivo dell’intera
umanità, ma non nel senso che lo compone, bensì nel senso che lo contiene. È come se
ogni uomo fosse la cellula di un unico grande organismo dove ogni cellula segue il suo
destino di riprodursi, ammalarsi o morire, vivendo la sua propria unica vita che
contemporaneamente si ripercuote sull’intero organismo che cresce, si ammala o muore
con lei e per lei.
È una appartenenza implicita, indissolubile, automatica, naturale, ma fatta di miliardi di
libertà diverse. Ognuna di queste libertà spazia nelle sue infinite, imprevedibili,
impreviste possibilità, eppure non può cessare di essere un’appartenenza.
Per questo anche il più diseredato degli uomini sa con l’anima di non essere solo, sa
con l’anima la sua immensa responsabilità nel meccanismo perfetto dell’evoluzione e
sempre meno uomini si sottraggono e il cerchio si chiude sul prossimo appuntamento.
È inevitabile, è la coscienza spirituale collettiva che determina un’inconscia crescita di
consapevolezza.
Generazioni e generazioni di uomini inconsapevoli non sono passati invano, hanno
preparato e partorito la generazione che vivrà l’appuntamento e l’appuntamento li
riscatta tutti.
È un continuo scorrere, un entrare e un uscire, un perdere e un guadagnare che,
nell’economia di una valutazione, trasforma mille infiniti movimenti di migliaia di vite
in pochi significativi istanti di conquista.
Sentite la fratellanza, sentite la condivisione del cammino, sentite l’amore che presiede
la vostra vicinanza, riflettete con la mente e lasciatevi trasportare dall’anima.
*******************Parliamo di evoluzione.
Qualche cosa di essa è un processo naturale inarrestabile e spontaneo, è il
movimento della vita che nessun singolo libero arbitrio può fermare perché è
inevitabile, è il destino di tutte le cose create.
Un altro qualcosa di essa è legato invece al procedere di ogni singola evoluzione, è
tutto un continuo conquistare e perdere, è tutto un accelerare e ritardare e ogni passo
avanti, così come ogni passo indietro, ha le sue ragioni e la sua motivata dignità.
L’evoluzione è di tutti e di ognuno, l’evoluzione è il movimento e lo scopo del
creato. È tutto congiunto e contemporaneamente disgiunto, è la vicenda di ogni uomo e
dell’uomo e anche della materia, la cui evoluzione sarà un auto trascendersi fino a
scomparire.
Il pensiero, che già è materia evoluta, non scomparirà, ma si sublimerà nello spirito.
Esisteranno mondi di pensieri spiritualmente intelligenti che volentieri asseconderanno
il prevalere dello spirito.
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Questi mondi saranno gli eredi della terra e la natura che li ospiterà, anche essa nel
frattempo evoluta, sarà rigogliosa e trionfante, pura come all’origine.
Tutto segue il suo corso, non è un binario imposto e obbligato, è il naturale
assecondare un movimento autonomo che, fra mille tortuosità scelte dalla sua propria
libertà, è nato per cercare la luce.
L’evoluzione è un istinto, il più forte istinto del mondo, l’intelligenza divina l’ha
previsto e con gioia vede il creato muoversi in questa inevitabile direzione.
Ogni fibra dell’universo creato è dentro questa legge, che non impone ma governa
l’inesorabile avanzamento verso la luce, e un Creatore che ha voluto l’approdo nella
luce per il suo creato è un Dio d’amore.
Capite questo e capirete come ogni vostra battaglia sia un semplice strumento di
conquista.
Entrate per un attimo nella mente di Dio e vedetene l’infinito potenziale d’amore e
di rispetto per voi.
CAPITOLO XXVI
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Se invece il depresso si perde in ossessioni di domande e di perché senza risposta,
dategli quello che avete, le vostre faticose conquiste o la condivisione di uno stesso
cammino di dubbio più equilibrato.
Dare quello che si ha con spirito di fratellanza è già offrire risposte all’anima. La
terra crede di essere evoluta e sa offrire solo risposte sintetiche 12, artificiali, surrogati
senza verità di una verità che tutti possiedono e che devono ricominciare a cercare
dentro e non fuori.
I drogati, gli alcolisti, i depressi sono le punte di un malessere niente affatto
superficiale, sono i radar dei bisogni profondi dell’umanità.
Leggendo le loro sofferenze vi diverrà più chiaro capire le vostre e capire quelle di
tutti e le vostre mani tese cominceranno ad incontrare e a stringere altre mani che
finalmente incominceranno a capire.
Questa è la legge dell’amore spirituale, non la retorica rappresentazione che di essa
credete di sapere dare sulla terra.
Voi uomini che ascoltate sapete di avere capito. Date al mondo un aiuto
consapevole e non respingete mai più gli echi di verità che avvertite nell’anima.
Siate anche essenza e non più solo forma.
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Nel senso di non naturali.
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MESSAGGIO DI CONCLUSIONE
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