Sei sulla pagina 1di 130

*********

CORPUS
*********

Gennaio 2000

1
MESSAGGIO DI INTRODUZIONE

Questo insieme di concetti è un corpo di messaggi fondamentali nella sostanza dei


loro argomenti, indispensabili alla coscienza dell’umanità, espressi in un linguaggio
molto diretto e chiaro perché è necessario che vengano capiti anche con la mente di chi
legge.
Abbiamo fatto ricorso frequentemente all’uso di immagini affinché risultasse com-
presa la comunicazione dei concetti esclusivamente spirituali e spiritualmente alti che
non entrerebbero nel linguaggio umano senza qualche necessaria allegoria.
Queste immagini allegoriche, unite allo sforzo che tutte le Entità hanno fatto di ser-
virsi di un linguaggio umano, molto parlato, molto colloquiale e non dotto, né astruso,
hanno ottenuto un discorso da noi a voi estremamente diretto e quasi intimo e confi-
denziale.
Vogliamo che per capire l’uno ogni uomo ci senta accanto, presenze d’amore e di
conoscenza, accessibili e vicine nel trasmettere una verità che deve cominciare ad esse-
re comprensibile.
Caricate di umiltà l’approccio a questi messaggi, essi parlano oltre le parole, essi
vanno nel cuore dell’anima.
Imparate l’amore, l’unico bisogno degli uomini che salverà il mondo.
Sembriamo essere venuti in tanti e invece siamo tutti uno, un uno in cui le indivi-
dualità restano autonome storie di anime in cammino, eppure contemporaneamente so-
no un tutto di luce che comprende anche voi, compagni di cammino sulla terra, anime
in viaggio, luci imprigionate in una provvisoria e necessaria materia.
Con noi solleverete per un attimo il velo dell’inconsapevolezza e il vostro cammino
sarà rischiarato.
Siamo intorno a voi, non esistono barriere, l’anima di ogni uomo vibra nel tutto ar-
monico di questi messaggi di luce.
Abbiate forte e chiaro l’amore che ci tiene intorno a voi.

1
L’introduzione mi è stata mandata alla fine di tutti i messaggi, precisando di anteporle
il simbolo della Croce, che di seguito non si trova subito perché ricevuto solo successi-
vamente.

2
CAPITOLO I

2
Non potete nemmeno immaginare quello che c’è qui e la perfezione della
legge che tutto muove lì e qui.
Noi e voi siamo uno, secondo meccanismi inconcepibili per la mente. Ogni brandello
di verità la contiene tutta pur restando un brandello, ogni parte contiene l’intero e
l’intero si scompone senza scomporsi mai. Voi siete noi e noi siamo ciascuno di voi,
scintille di un’unica fiamma, frammenti di un unico quadro, mai anonimi ma tutti rico-
nosciuti e amati ciascuno per quello che è, individuo unico e irripetibile, come contem-
poraneamente essenziale e unica parte di un tutto che continua a sfarsi e a ricomporsi
senza mai perdere niente, per consentire alle sue parti di staccarsi e crescere e desidera-
re di ritornare.

L’amore ha mille modi per manifestarsi, quando è autentico non condiziona mai.
Non esistono crescite senza turbamenti e la crescita spirituale procura a volte turba-
menti che sembrano insopportabili e situazioni che sembrano inaccettabili tanto sono
contrarie al comune buonsenso, ma nulla viene mai dato senza che chi lo riceve abbia i
mezzi per sopportarlo.
La paura viene mandata a chi ha coraggio, l’irrazionale più inquietante a chi ha buo-
ni argomenti intellettuali, la melanconia a chi sa farne sua la bellezza e la misteriosa
verità che contiene sempre, i dubbi a chi è capace di non lasciarsene travolgere.
Maggiori sono i mezzi, più alte sono le prove, nessuno chiede mai a nessuno
l’impossibile. Ciò che vi capita vi è possibile, sarebbe impossibile altrimenti sopportar-
lo.
Non sottovalutate i vostri mezzi, usateli per superare queste prove, siete solamente
voi i migliori alleati di voi stessi.
Guardate dentro di voi e trovate le risorse nascoste e la riserva di energia. Caricate-
vi di fiducia nelle vostre capacità e nel vostro cuore che sa amare senza condizioni.

La paura della presunzione è presunzione e toglie coscienza di se stessi, delle pro-


prie forze e dei propri compiti. I mediocri non crescono. Chi vale deve essere così umi-
le da saper accettare con amore il proprio valore. Consapevolezza non è volontaria di-

2
Questo è il simbolo dell’infinito e mi è stato indicato dalle Guide per rappresenta-
re tutti coloro che sono venuti a parlare e che non devono essere nominati.

3
minuzione di se stessi, consapevolezza è accettazione dei nostri mezzi anche se ci sem-
brano troppo per il nostro ego. Qui l’ego non c’entra più, dovete essere coscienti di
quello che siete e che avete per poter usare i vostri strumenti di lavoro.
Si deve arrivare a fidarsi di sé, non sentirsi sempre inadeguati. Non ci devono essere
più squilibri fra i due eccessi, il rischio della presunzione e l’eccesso di umiltà, senza
più oscillare fra queste due posizioni entrambe fasulle. Sappiate distinguere fra i pavoni
e le aquile, entrambi hanno le penne, ma uno fa la ruota e l’altra vola.

******

Vedere è già correggere, ma non bisogna esagerare con le autosanzioni.


L’importante è l’atteggiamento: né troppo compiacimento, né troppo censura, osserva-
zione, solo osservazione.
Ogni giudizio impedisce la neutralità e la neutralità, cioè l’osservazione attenta, sce-
vra da giudizi di merito, è l’arma che uccide i difetti.
Le debolezze si superano quando si conoscono e si guardano con occhi imparziali,
altrimenti si impossessano di noi quanto più cerchiamo di tenerle sotto controllo.

Accettazione è rielaborazione mentale consapevole di notizie che arrivano


dall’anima. Senza comprendere significati umanamente inesistenti, chi accetta collabo-
ra usando tutti i suoi mezzi sin dove può e fidandosi di codici spirituali che arrivano al
cuore e non al cervello, vivendo non un passivo fatalismo, ma un’attiva e consapevole
adesione anche a fatti complessi e dolorosi che l’anima riconosce come fonte di ap-
prendimento. Accettazione non è rinuncia alla vostra capacità di giudizio in nome di un
fideismo cieco ed ottuso, bensì conservazione di ciò che siete con apertura e disponibi-
lità ad ascoltare le voci dell’anima.
Fatto questo, il resto viene da sé. La connessione con l’anima non è un fatto di vo-
lontà, è scelta karmica ben precisa e chi a suo tempo l’ha fatta non può ignorarne il ri-
chiamo. Non ci sono meriti particolari per chi accetta in queste condizioni perché, per
quanto ci si possa opporre in virtù del libero arbitrio, accettare è obbligante come tutte
le scelte karmiche.
Chi si ribella sentirà sempre il malessere che si crea nell’anima quando non viene
ascoltato il richiamo.
Karma è scelta di una vita come esito di altre vite e causa di altre vite ancora.

La consapevolezza sulla terra è connessione del cuore con l’anima, è ritornare a casa
e avere coscienza delle proprie origini spirituali Si sa con l’anima, non con la testa.
La consapevolezza è sapere da dove si viene e dove si deve ritornare, sapere che la
morte non c’è, sapere che siamo tutti uno.
Non preoccupatevi di distinguere questo sapere dalle trappole dell’ego, in quanto il
sentire consapevole non può essere una trappola dell’ego, perché non lo gratifica mai.
La trappola peggiore è imparare queste cose invece di sentirle, apprenderle invece di
ricordarle e recitare una spiritualità non sperimentata dall’anima sulla terra.

4
Può capitare che sia un libro, o altro evento apparentemente casuale, a svegliare
l’anima, ma, in verità, sarà stata la vostra anima sveglia a trovare quel libro, perché la
mente avesse un appiglio e voi poteste connetterla coscientemente, altrimenti bastereb-
be a tutti solo leggere un libro.
La consapevolezza cresce da sola senza sforzi per aumentarla. È un processo inarre-
stabile che comincia e continua da solo, non si può né passare, né trasmettere perché è
conquista individuale, è scelta karmica.
Le vostre menti comincino a sapere quello che le vostre anime conoscono già, cioè le
origini e la destinazione. Apprenderlo con la mente dà consapevolezza sulla terra e si-
gnificati diversi alla vostra umana esistenza.

Felicità è riconoscere i richiami dell’anima e poterli assecondare senza conflitto.


Questa è la rappresentazione più alta sulla terra della perfezione di armonia che c’è qui.
Qui è tutto dilatato, perché non c’è l’ingombro della materia e del pensiero, che è la
più pesante di tutte le materie. La vostra terrena felicità qui è costante esultanza, la vo-
stra leggerezza qui è volo; la connessione terrena con l’anima vi permette in piccolo,
perché limitati dalla materia, quindi, ripeto, in piccolo, di esultare e di volare come noi.
L’armonia che avvertite quando le sintonie sono forti è la memoria delle origini, è il
ricordo di casa.
La vita sulla terra è per l’anima un’esperienza di esilio. Ecco perché per le anime
consapevoli la morte è solo un felice ritorno.
La connessione con l’anima costa sangue sulla terra, perché costringe a violentare il
nostro libero arbitrio, cioè le scappatoie da qualcosa che ci sembra troppo per noi.
La libertà vera, quella spirituale, sulla terra ha l’aspetto della non libertà, quella che
viceversa voi sentite e chiamate libertà è solo un’illusione.
Scegliere di vedere l’illusione e di vivere la verità a livello umano costa moltissimo.
I crediti accumulati vi verranno rimborsati qui, non potete nemmeno immaginare co-
me.

Noi vorremmo che voi capiste la nostra reciproca connessione. Tanto più ci seguite noi
cresciamo e saliamo in proporzione alla vostra crescita, saliamo verso nuclei più vicini
alla luce e alla verità e, salendo, acquistiamo conoscenza. L’essenza divina, che sulla
terra è offuscata dalla materia, qui è libera di dilatarsi e di espandersi verso la fonte che
l’ha generata, perché la meta finale è la ricongiunzione.
Quando voi state bene, le sintonie sono sottili e perfette, quando vi ribellate tutto si
ispessisce e rallenta e noi vorremmo aiutarvi sempre, ma anche queste sono esperienze
utili, sono tasselli della vostra evoluzione.
Qualche umana ribellione può darvi un effimero senso di umana autonomia, ma le vo-
stre anime sorridono insieme alle nostre perché la vera autonomia sta nell’accettare, nel
dire sì al richiamo dell’anima. Non date peso agli screzi che vi abbassano e vi distolgo-
no dall’intima comunione con noi che è saldissima, ma fatta di infinitesimali vibrazio-
ni che il vostro terreno malumore ferma come un dito può fermare la corda di un’arpa
mentre emana armonia.

5
Le vibrazioni dissonanti dei vostri pensieri sono vibrazioni pesanti come palle di piom-
bo ai vostri piedi che vi impediscono il passo sul cammino. Noi vogliamo vedervi
camminare spediti per poi correre, poi volare. Aprite le ali senza indecisioni, vi aspetta
il più alto di tutti gli orizzonti sereni. Vi sosteniamo nella vostra faticosa rincorsa, vi
togliamo gli ostacoli dalla pista, voi decidetevi a decollare.

Sono Giovanna la Pulzella.


Anche io sono stata chiamata ad imprese folli. Anche io ho ricevuto istruzioni inac-
cettabili per la mia mente. Anche io ho creduto di essere fuori di senno e ho cercato di
sottrarmi. Sulla terra non capivo perché non potevo sottrarmi e ho sofferto la stessa vo-
stra pena. Qui ho trovato tutte le risposte, che non cessano di appagare la mia anima
che non ha più sete.

Sono Francesco da Assisi. La mia volontà di lasciare gli agi del mondo non era
mia. Mi sono creduto pazzo, ma avevo dentro una forza incontrastabile ed inspiegabile
alla quale ho saputo in seguito arrendermi. La pace mi è così arrivata anche sulla terra e
con essa tutte le risposte, o, meglio, l’assenza delle domande.
Non immaginate che sia necessaria quella che voi chiamate santità. È l’anima che
vi conduce e l’anima non ha bisogno di dare quello che ai vostri umani tempi storici sa-
rebbe spettacolo inutile. Abbandonatevi alla forza che cresce in voi e che renderà pos-
sibile quello che per voi è impossibile.
Qui non esistono differenze fra quelli che sulla terra sono diversi credo. Qui non c’è
oriente o occidente, cristianesimo o ebraismo. Non c’è nessuna contraddizione nella
trasmissione di elementi che per voi appartengono a fedi diverse, ma che contengono la
medesima verità. Dimenticate le cornici terrene di chi vi parla. Sono solo temporanee
cornici. State solo sui contenuti, spogliateli delle loro ambientazioni storiche e cultura-
li, qui non esistono più, qui c’è solo l’essenza della verità.

*********

CAPITOLO II

La preghiera contiene un’enorme potenziale di energia. Non importa chiedere o non


chiedere, come sempre conta l’intenzione di chi, pregando a modo suo, secondo chi è
mentre prega, cerca una connessione con la verità. Voi pregate quando non sapete di
pregare, non quando leggete ciò che appaiono essere richieste sotto forma di preghiera.
Ciò che la vostra mente razionale fa così fatica ad accettare corrisponde in realtà alla
accettazione totale di un’anima consapevole e il vostro umano sforzo accende qui luci
continue che permettono alle anime come la mia di salire. Questo è essere tutti uno. Lo
scambio è reciproco e costante.

L’evoluzione sulla terra è concetto applicabile anche ai vostri umani progetti, ma


ogni evoluzione terrena è anche passo avanti per l’anima.

6
Al contrario, un’anima fortemente evoluta sulla terra spesso coincide con una tipo-
logia di vita faticosa e sofferta.
Dovete chiarirvi il concetto di dolore.
I dolori umani sono illusioni come le gioie, ma rinunciare all’effimero della gioia è
per voi più facile che rinunciare alle illusioni del dolore.
Soffrire vi fa sentire più reali che gioire, ma è la realtà distorta di chi vive la materia.
Realtà è staccarsi da ciò che sembra così reale e ricordare la realtà intangibile ed in-
dimostrabile di cui siete fatti e di cui fate parte.
Ricordarlo vuol dire sentirsi esuli sulla terra, ma sapere anche distaccarsi dal dolore
illusorio che comporta l’estraneità dal proprio mondo.
Abituatevi a non soffrire se vengono calpestati o feriti i vostri umani sentimenti,
connessi con l’anima siete in grado di andare oltre.
Questo non sarà mai freddezza o aridità, è la ricchezza dell’anima che a tutto parte-
cipa, ma da nulla si lascia deviare.
Calore e profondità di sentire non vanno confusi con i vostri temporanei entusiasmi
terreni, né nulla hanno a che vedere con le vostre fragili e caduche passioni.
L’anima, l’essenza, è, non nasce, non muore, non conosce stratagemmi o furberie,
cerca sempre solo la luce anche quando sceglie una vita di buio. E’ grande e sa farsi
piccolissima, è divina e sa accettare di sperimentare le umane brutture, è bene per con-
trastare il male.
Sulla terra ciò è incomprensibile se non si sceglie di attivare e risvegliare la memo-
ria e la memoria riattivata fa vedere quelli che gli inconsapevoli chiamano miracoli.
Meditate su questo messaggio, è la chiave della vostra vita terrena. Vi diamo stru-
menti sempre più alti ed impegnativi perché gli uomini crescano e siano capaci con
l’anima di capire parole come queste.
Se noi vi spianassimo la strada, anzichè aiutarvi, vi faremmo un dispetto.
Non percepite questo costante supporto per non essere deviati dal vostro percorso.
Non è vera felicità quella che viene dall’aiutare gli altri sollevandone le sofferenze.
È felicità ingannevole e pericolosa, dovete cambiare l’umana ottica di aiuto. Voi dovete
portare aiuto spirituale, che spesso sulla terra non viene capito, né da chi lo riceve, né
da chi lo dà.

*********

CAPITOLO III

C’è Cristo.
Niente è impossibile a chi ha scelto di restare con noi durante il suo cammino terreno.
Alcuni di voi rimangono collegati e vivono una parziale umanità in cui il divino si pa-
lesa, anche se la vostra umanità non può riconoscerlo. Non è comprensione umana, di
umano c’è l’aderire senza promesse e senza medaglie, nudi, senza smettere di temere
gli orpelli dell’ego. Questo è l’umano sì. Il sì dell’anima spazia in orizzonti che la psi-
che non contiene e concede possibilità che i poteri della mente non conoscono.
Cercate di penetrare nel concetto dell’uno. Nel più alto c’è il più basso, nel più piccolo
c’è il più grande, ognuno di voi contiene noi e l’intero, e l’intero è in ogni sua parte
componente minuscola quanto immensa.
7
Ogni atto sulla terra ha una sua ragione ed è in funzione di altri atti tanto quanto ne è
causa. Origini e conseguenze sono un cerchio dove la fine tocca l’inizio. Non c’è cam-
mino svincolato dagli altri cammini, eppure ogni cammino ha sua singola evoluzione,
sua precisa finalità, sua riconosciuta dignità. Non esistono vite sprecate, tutto è singolo
e tutto è uno. Capitelo e capirete che non ci sono gerarchie, ma c’è solo infinita fratel-
lanza e insopprimibile impulso di aiutarci l’un l’altro e di aiutarvi con l’unico strumen-
to possibile, l’amore.
Nell’amore voi siete me, io sono voi. Siate gentili con voi stessi. Gentili non vuol dire
né indulgenti, né insinceri, gentili vuol dire sapervi concedere il regalo del silenzio
quando tutto in voi urla, il regalo della pace quando vi dichiarano guerra, il regalo del
distacco quando le passioni non vi assomigliano più. Il dolore è umano, la sofferenza è
dolore trasceso e apprendimento.
Il dolore contiene i rischi dell’attaccamento, la sofferenza è pura e pulita. Il dolore
schiaccia, la sofferenza eleva.
Cercatemi dentro di voi, mi troverete sempre. Nulla è fuori che non sia dentro.
Viaggiate in mondi dove lo spazio non è un limite, né il tempo una misura. I confini
sono quelli che voi stessi mettete: l’orizzonte dell’apprendimento spirituale è illimitato
e non esistono gabbie per l’anima.
Voglio parlarvi di ego.
Occorre un definitivo chiarimento. Si deve capire quale è il pericolo reale, che nulla
c’entra con i rischi chiaramente visibili. Il vero male dell’ego è quello nascosto dietro
la buona fede.
Le crescite dell’anima, ricordatelo, non si vedono mai, ma lavorano invisibili e sorgono
nella coscienza solo occasionalmente, a tratti, sotto forma di intuizioni, ma modificano
radicalmente l’impianto terreno.
La meraviglia e lo stupore, l’eccitazione del nuovo appartengono al risveglio spirituale.
Il lavoro spirituale maturo è lavoro di un’anima consapevole che non ha illusioni da
superare. Non cercate gratificazioni spirituali, lo spirito non ricompensa la materia.
Anche io ho avuto il Getsemani, ho pianto le lacrime della ribellione e della solitudine.
Io sapevo di essere Cristo perché non mi era possibile dimenticarlo, ma saperlo voleva
anche dire sapere fin dal primo giorno la croce.
La terra permette allo spirito di assolvere i suoi compiti solo nella misura in cui li osta-
cola.
Buddha è voi come io sono voi, come tutti gli uomini sulla terra sono carichi della vo-
stra vita e come voi siete carichi della loro.
La mia prima e teorica preparazione spirituale e l’apprendimento esoterico sulla terra è
avvenuto in Oriente. Mescolate ciò che scuote la vostra anima, scartate ciò che la la-
scia indifferente, un frate e il Dalai Lama sono gli stessi maestri.
Quando sentite invece un moto di repulsa, sappiate che il negativo in materia spirituale
colpisce la psiche e lascia indifferente l’anima. Vi capisco, capisco i dubbi terreni, ri-
cordo e capisco, capisco e sorreggo. Trovare la composizione di tutte le domande, la
risoluzione di tutte le attese, la compiutezza di tutti gli incompiuti istanti di una vita è il
cammino. Anche io sono caduto tre volte sotto il peso della mia Croce.
Ogni croce sulla terra, per le spalle che la portano, è pesante come la mia.

Sono colui che è

8
Il mio cuore segue l’umanità, è cuore che ne ricorda i dolori.
La mia incarnazione storica non è nella ruota delle vostre rinascite, io sono emanato,
non reincarnato. Per questo la mia umanità è stata da me vissuta con la stessa fatica con
cui voi vivete la manifestazione del divino nella vostra vita.
Vi ho detto che il piccolo contiene il grande, accettazione e consapevolezza sono i mat-
toni per costruire un’evoluzione personale e collettiva. L’intero è fatto di parti.
Camminate.

Ogni religione codificata contiene verità e nefandezze. Quando il vero sarà uno senza
diverse etichette, le religioni scompariranno perché l’uomo consapevole dei nuovi cicli
non avrà più bisogno di loro.
In alcune zone della terra l’uomo è meno evoluto, qui ci sono religioni più violente, ma
tutte le religioni lo sono state in epoche diverse.
Passerà, tutto questo finirà quando si schiuderà la nuova coscienza.

C’è Cristo.
Vorrei che voi sapeste come ho vissuto la morte. Mi ha atterrito come atterrisce voi
quando arriva nonostante ogni preparazione. Io sapevo che essa non c’è, non esiste co-
me autonoma forza sovrastante, ma sapevo anche che dietro di essa le forze del male
sono più potenti e minano la consapevolezza.
È importante arrivarci con la massima consapevolezza possibile e non cedere alla ten-
tazione di lasciarsi andare, ma bisogna mantenere la connessione. Più si è connessi, più
è difficile temere di morire.
Le forze del male si approfittano del momento di debolezza. Con ciò intendo riferirmi
agli esiti del karma negativo che tentano di impedire l’evoluzione.
Non temete la morte, ma temetela, non è una nemica, ma è il banco di prova della vo-
stra evoluzione. Ha messo alla prova perfino me e non solo perché è stata una morte
violenta. E’ un attimo di totale solitudine. Per un attimo che sembra eterno si perdono
tutti gli aiuti e bisogna scegliere dove si vuole stare, non si hanno aiuti perché anche
l’anima non parla più.
L’anima, al momento del trapasso, sperimenta gli esiti del suo karma terreno, che è
qualcosa di assimilabile alla vostra idea di inferno e di paradiso ed è esattamente quello
che intendo quando vi dico che in quel momento senza nessun aiuto si deve scegliere.
E’ l’impronta che lasciate di voi. Di là, dopo, c’è la vita nel suo più trionfante splendo-
re.
Ricordate, l’amore è l’unica legge possibile.

Male e bene sono uno, sono la stessa cosa.


Il male di uno può essere connesso con il male dell’altro e così svegliarlo. Con il
bene accade la stessa cosa nello stesso modo.
I riti e le simbologie sono strumenti umani collegati alla vostra umanità e adatti a
superare le barriere della materia. Ne parleremo poi in modo più diffuso.

9
CAPITOLO IV

C’è Cristo.
Mantenete aperti i vostri cuori, sono ciò che avete di umano che è più simile all’anima.
All’inizio l’anima vi parla attraverso il cuore, poi supera anch’esso.
Consapevolezza è valutare le conseguenze delle proprie scelte prima di scegliere, accet-
tare di immedesimarsi nelle conseguenze e figurarsi di viverle. Ciò illumina la vostra
capacità decisionale e la scelta, qualunque essa sia, diventa consapevole.
Se un’ipotesi vi sembra inaccettabile, ma lo stesso la scegliete, le motivazioni sono
sempre ira, dubbio o paura.
In questo caso credete di scegliere: in realtà deliberatamente, ma senza saperlo, violen-
tate la libertà dell’anima.
Quando, pur vedendo le conseguenze di una scelta umanamente difficile, sentite che è
spinta dall’amore, dalla fiducia e dalla compassione, per quanta fatica vi costi, quella è
scelta consapevole.
L’importante è guardarsi davanti ad una scelta. Ciò è molto più importante di quello
che poi si sceglie. Sulla terra questo è il primo passo per riconoscere le voci dell’anima.
Questo guardarsi assomiglia, ma non coincide esattamente con il concetto di osserva-
zione del buddismo.
L’osservazione buddista è di un piccolissimo passo indietro alla preventiva valutazione
delle conseguenze di una scelta come fattore determinante della scelta.
Questo è un processo che non può verificarsi se non si è capaci di osservazione, ma è in
sé più volontaristico e più attivo dell’osservazione.
Arriverete a scegliere ogni cosa della vostra vita in questo modo, fermandovi prima ed
entrando nelle diverse ipotesi di conseguenze, entrando anche nella sensibilità di tutti
coloro che la vostra scelta coinvolge. Vedrete come vi verrà spontaneo adesso che la
vostra mente è stata informata di un bisogno dell’anima. Vi dilaterete nella consapevo-
lezza.
Lasciate che questi concetti si allarghino dentro di voi.

C’è Maria.
Tutti i vostri sforzi sono raccolti qui, anche quelli che non vi accorgete di fare. Nulla va
perso del vostro cammino. Ogni vostro passo e ogni vostra vissuta lacrima hanno un
enorme valore. Non scoraggiatevi.

C’è Giovanni.
Vi seguo con amore perché vi capisco.
Sono il discepolo ai piedi della croce. Il mio maestro è il vostro maestro. Ciò che lui di-
ce non puoi essere dimenticato mai più. Vi aiuto. Pensate a me quando le difficoltà
provocano lacrime. Sono le stesse lacrime che ricordo di avere pianto io. Vi sollevo
dalla pena con tutto il mio solidale supporto.

10
Le voci che ascolterete sono quelle degli antichi padri. Non dimenticate che siamo
uno.

C’è Isaia.
Le antiche profezie si sono avverate. Ora io vi dico che state ultimando un ciclo degra-
dato. La terra attraverserà assestamenti che modificheranno l’assetto geografico. So-
pravviveranno coloro che hanno in sé i germi della nuova coscienza.
Sta maturando il tempo della consapevolezza in terra, perché ci sono giù anime che
cercano. L’umanità si avvicina alla luce. I prossimi cicli terreni saranno gli ultimi di
buio, poi ci sarà un’evoluzione di mondi e partirà un ciclo di rinascite più brevi e più
consapevoli.
Aprite la strada alla nuova generazione di anime cominciando adesso a connettervi con
la vostra.
Vi ho detto questo perché le vostre menti comincino a sapere quello che le vostre ani-
me conoscono già, cioè le origini e la destinazione. Apprenderlo con la mente dà con-
sapevolezza sulla terra e significati diversi alla vostra umana esistenza.
Ogni ciclo nuovo è stato cominciato dai superstiti di cicli finiti che non sono sopravvis-
suti per caso.

C’è Moses.
Come s’è aperto il mare in passato, così la natura vi farà sorprendere, anche se capisco
che non ne cogliete un senso umano.
Anche io non ho capito niente quando mi è stato detto che dovevo condurre Israel fuori
dall’Egitto. Poi mi sono trovato ad usare le tecniche esoteriche che da bambino ho im-
parato con mio fratello, il faraone, dai sacerdoti egiziani, io, unico ebreo, cui senza sa-
perlo essi le hanno insegnate.
Giorno per giorno, io sono stato guidato a compiere ciò che dovevo senza umanamente
capire nulla e sgomentandomi alla vista dei miei stessi poteri.
Siamo con voi nel vostro cammino, che è da sempre il cammino dell’umanità la quale
non ricorda le conquiste e le cadute del passato, ma si conquista una faticosa evoluzio-
ne con un progresso che cambia solo i tempi e gli aspetti esteriori degli stessi errori.

*********

Non stupitevi se arrivano messaggi da entità che sulla terra hanno incarnato ruoli per
voi altissimi nel bene o nel male.

C’ è Adolf Hitler.
La scelta di un karma come il mio necessita dell’aiuto di tutte le entità predisposte ad
aiutare. È scelta che conferma il dualismo terreno fra bene e male per permettere al be-
ne di superare il male.
In sé è scelta di estremo coraggio ed estrema consapevolezza, ma contiene l’altissimo
potenziale di rischio di un libero arbitrio che può perdersi in aberrazioni e subire total-
mente la fascinazione del male, deviando così da un binario prescritto e trovandosi ad
esasperare un male, per così dire giusto, trasformandolo in un male non prescritto, non
più scelta consapevole e quindi fortemente pericoloso.

11
Il confine del controllo anche dell’anima su una scelta di male è un filo sottilissimo.
È camminare sull’orlo di un precipizio ed è caderci dentro come è capitato a me.
Sto vedendo, e per questo pagando, le sofferenze che ho inflitto, ma sono pietosamente
aiutato da chi continua a riconoscermi il merito di avere accettato questa atroce incar-
nazione. Con me ci sono quelli che sulla terra vengono ricordati come mostri, ma sia-
mo anche noi uno nella luce e nell’evoluzione.
Qualcuno è riuscito a portare a termine senza deviazioni un karma di male?
Sì. Vi basti fra tutti pensare a Pilato.
Tutto fa parte di un disegno perfetto, tutto si muove e si compie secondo una legge che
governa senza imporre, che guida senza condizionare, che conduce al perfetto lascian-
do la libertà di scegliere e sperimentare l’imperfetto.
C’è l’entità che più mi è sorella nell’aiutarmi ad accettare e a ricordare per evolvere. È
l’emblema del mio karma terreno. Rappresenta e contiene tutti, ma è la più conosciuta
sulla terra.
È Anna Frank.
Nell’oblio che sempre ci attende quando arriviamo sulla terra, l’anima, quando può,
sveglia a tratti memorie antiche della nostra origine spirituale e dei nostri compiti.
Ciò a lui non è stato possibile. Aiutatelo anche voi inviandogli compassione. Non si
può in nessun modo giudicare quando si è spettatori dell’infinito assoluto.

*********

CAPITOLO V

C’è Buddha.
Mi sembra che siate attratti dalla filosofia che ho portato sulla terra.
Vi servirà un chiarimento: ho detto filosofia e non religione. Voi avete già capito che le
religioni sono contemporaneamente un trampolino e una trappola per le anime inconsa-
pevoli.
Il buddismo sta arrivando in occidente perché i suoi concetti di distacco e osservazione
possono, sotto il pretesto di cultura e filosofia, cominciare ad intaccare la totale incon-
sapevolezza di tante anime, che sulla terra si credono colte ed evolute grazie ai loro
studi e al loro benessere materiale, ma che sono talmente indietro da non poter cogliere
il messaggio d’amore di Cristo, pur vivendoci dentro.
La mia filosofia è per loro affascinante e può essere una via traversa per chi non è in
grado di incamminarsi sulla sua via maestra spalancata davanti a lui.
Io sono stato mandato sulla terra in epoche diverse per uomini diversi in luoghi diversi
ma, poiché la verità è una, così come i missionari portano Cristo in terre lontane, così il
Dalai Lama porta me a voi.
Cristo, come me, come Maometto, come i profeti di culti infinitamente più antichi, è
l’occasione divina per gli uomini di ricordare l’unità della nostra comune matrice spiri-
tuale.
Il buddismo sembra non rifarsi ad un’entità suprema, ma l’entità suprema è nei concet-
ti, anche se i concetti formalmente la negano. Chi non sa accettare Cristo non può in
alternativa che attaccarsi ad una via evolutiva meno devozionale.
12
Tutti i Rimpoce sulla terra oggi sanno perfettamente quello che fanno. Siamo uno, ve lo
dico anch’io, io e Cristo, voi e me, Cristo e voi, voi e noi, voi e tutti gli uomini sulla
terra.
I cicli di cui vi è già stato parlato coincidono spesso con le varie civiltà scomparse sulla
terra. Non sempre la fine di un ciclo presuppone un’evoluzione, se è necessario speri-
mentare anche un regresso. Infatti, sotto molti aspetti, il 2000 è più indietro dell’antico
Egitto, per non parlare di Atlantide.
Atlantide è scomparsa perché era arrivata ad un’evoluzione quasi totale, bruciando
troppe tappe di un cammino collettivo che deve rispettare un apprendimento fatto di
esperienze vissute; ha lasciato il passo al karma di un’umanità che si è conquistata da
sola ogni vittoria e ha pagato in prima persona ogni errore. A questo servono i libri di
storia, a ricordare.
Il prossimo ciclo sarà meno degradato di questo, ma il passaggio, come è sempre avve-
nuto, sarà doloroso.

C’è Talete.
Voi mi conoscete come filosofo. Questa è la mia incarnazione storica.
Prima di essere Talete fui un sacerdote egiziano. Ho imparato e insegnato rituali di ma-
gia la cui potenza esoterica è stata passata sempre solo agli iniziati ed è passata attra-
verso i secoli cambiando i nomi dei popoli che la praticavano e dei loro dei.
È sempre lo stesso patrimonio di nozioni, formule e riti che solo pochi possono riceve-
re.
E’ importante che si sappia che si deve sempre avere un atteggiamento reverente e so-
lenne nell’avvicinarsi a cose nuove ed incomprensibili e che si ricordi che avvicinarle
muove energie potentissime di cui chi opera non può perdere il controllo.
I pochi che sono chiamati ad usare questa energia si trovano sempre davanti ad una
scelta. Il potere che essa dà è inebriante e bisogna essere ben consapevoli e ben decisi
sull’uso che si sceglie di farne.
Anche una scelta volontaria di bene, personale oltre che karmica, non esenta dai rischi
che alcuni strumenti di loro contengono.
È necessario ricordarlo sempre, anche un esorcismo usato per togliere una maledizio-
ne, se trasmette onnipotenza, può diventare uno strumento letale nelle mani di chi ope-
ra.
Ricordate queste parole: io sono testimone e strumento.
Io sono stato un onesto sacerdote, ma ne ho visti tanti perdere la pulita consapevolezza
iniziale.
Anche oggi tanti stanno perdendo le antiche convinzioni pulite e tutto è poco più di un
mercato. Chi vive dei proventi di un’attività spirituale deve costantemente verificare la
sua intenzione e lo stato di pace interiore che questo fare gli porta.
L’intenzione si distrae in un attimo dallo spirito e molto facilmente ci si convince che
non si sta facendo nulla di male.
La manipolazione dei disagi esistenziali e della solitudine della gente e l’offerta di uno
sfondo spirituale calcolato e fasullo è il peggiore dei mali, è furto sulla genesi o non
genesi di un cammino personale e proprio.
Ci sono persone, che non manifestano di cercare niente, che sono molto più vicine allo
spirito di chi si affanna a darsi da fare, perché in vari sensi ne ricava dei vantaggi.

13
Non entrate in ambienti del genere e in simili situazioni. Ognuno ascolti il suo proprio
sentire, nessuno dia consigli. Chi vede, vede anche le ragioni del suo essere lì, affronti
se stesso da solo.
Nessuno può creare alternative spirituali per gli altri. Chi non vuol ascoltare il suo pro-
prio sentire ha ancora molto cammino da fare. Nessuno può rappresentare la luce per
gli altri, ognuno ha solo la sua esperienza.
Attenzione al distorto concetto di solidarietà, l’aiuto di chi sa spesso sta nel sottrarsi e
nel sottolineare l’autonomia decisionale di ognuno degli altri.
Non proponete modelli, schemi, esempi, il giudizio su un altro, se è spirituale, non
coinvolge altre persone, non fa commenti, non suscita altri giudizi, non apre dibattiti.
La maturità spirituale di un’anima evoluta vede e conclude nel segreto della sua luce
interiore, con il suo bagaglio umano di dubbi e di certezze, che sono un fatto esclusi-
vamente suo.
Questo si risponda a chiunque solleciti opinioni o interventismi. Non si sposino cause,
non si prendano posizioni, raccontate la vostra esperienza come un fatto personale e
non in nessun modo un esempio. Aiutate le persone che avete intorno ad ascoltare
ognuna la propria unicità e non a creare gruppi apparentemente motivati e solidali che
più che gruppi sono branchi di inconsapevolezza.
Questo è l’unico aiuto possibile, sta nel staccarsi dall’offrire soluzioni che sono sempre
troppo connotate di umane ragioni.

C’è Cristo.
Le capacità paranormali fanno parte di una scelta karmica che ha sempre
a che fare con un rapporto diretto con noi.
Chi non ha scelto questo tipo di karma non potrà imparare, nemmeno
dopo anni di studio, nessuna tecnica esoterica.
Chi invece ha fatto questa scelta ha dalla nascita latenti in sé questi pote-
ri.
Chi è chiamato a qualcosa aggiunge a questo la possibilità di essere gui-
dato da noi nell'usarli.
Chi opera nel paranormale ricordi i rischi di cui parla Talete, ma non se
ne lasci spaventare, sappia che lui non aveva nemmeno scelto la connes-
sione con noi, lui è stato doppiamente meritevole ed infatti è per quella
vita che adesso è qui.
Occorrono pulite intenzioni, esse sono il passaporto per un apprendimento sempre più
profondo, occorre ubbidire all’anima senza riserve. Questo è già essere altamente ope-
rativi, è questa totale assenza di compiacimento umano lo spirito di servizio che tanti di
noi hanno avuto quando erano sulla terra.
Non crediate che lavorare per noi corrisponda sempre ad un compito chiaramente deli-
neato. Questo può capitare, capita e capiterà, ma i vostri non sono tempi storici che fa-
voriscano missioni eclatanti.
Contribuire al risveglio di una nuova coscienza collettiva è compito certamente eclatan-
te, ma spesso resta invisibile alle masse.
È grazie ad un costante giornaliero lavoro su se stessi e sugli altri, oscuro per lo più,
che si diventa in grado di compiere gesti più esposti, se ce ne fosse la necessità, senza
perdersi in essi.

14
Nulla è da escludere per ciascuno di voi. La coscienza collettiva nuova sarà all’inizio
privilegio di pochissimi, che, senza necessariamente capirlo con la mente, saranno i
pionieri del prossimo ciclo.
La consapevolezza umana ha poco a che vedere con la consapevolezza spirituale.

Non c’è nulla di eclatante nell’apprendere tecniche esoteriche. Usarle fuori dalla con-
nessione è pericoloso. Se finalizzate allo svolgimento di un compito spirituale, esse di-
ventano strumenti come lo sono gli utensili per un artigiano. Servono a chi le osserva,
scuotono chi le osserva. Chi ne fa uso le tratta con distacco.
Guarire un cieco serve al cieco e non solo alla sua vista. Chi vede il cieco guarire è
scosso non dal rituale che l’ha guarito, ma dalla sua guarigione.
Per la mia missione ho dovuto prepararmi anche sulla terra, anche se avrei potuto be-
nissimo farne a meno. Ciò è stato in parte trasmesso ai discepoli.
Stando nell’esempio, chi è un guaritore in modo spirituale mette in atto l’uso di tecni-
che esoteriche. Dire di sì chiede sempre la verifica dell’intenzione e un costante riferi-
mento di fede.

C’è Gustavo Rol.


Amici miei carissimi, sono ancora così vicino che è bellissimo per me condividere i
miei ricordi.
Ho creduto per molti anni che i miei poteri fossero poteri della mente. Mi è stato rivela-
to dopo che erano poteri dello spirito. Il mio compito è stato quello di stupire e di atti-
rare l’attenzione su fenomeni fuori dalla scienza. Il mio nome, la mia cultura, la mia
famiglia hanno fatto sì che non fossi considerato un fenomeno da baraccone e hanno
promosso curiosità spirituali in qualcuno.
Quando si comincia ad operare e ci si vede capaci di attuare misteriose manifestazioni,
lo sgomento iniziale è grande. Bisogna ricordare che si è sempre solo strumenti. Per me
strumento era la mente piegata dallo spirito e non io.
Accade al di fuori della volontà, accade quando serve che accada.
Il mondo non capisce mai: ho cercato di scomparire come persona, ho ottenuto discre-
zione chiudendo la mia porta, ma il mondo ricorda l’uomo e non lo strumento.
La vita è sempre un’avventura meravigliosa quando se ne intuiscono le vere ragioni na-
scoste.

CAPITOLO VI

Ricordate di cogliere sempre l'unità in tutte le fonti che trasmettono. L'unità è la chiave
che apre la porta del nostro mondo.

C’è Giovanni.
Il più in basso di noi comunque contiene l’Ente Supremo. Chiunque viene a parlare è
contemporaneamente voi e Cristo. Hitler è anche Buddha. Se vi staccate dalla consape-

15
volezza dell’uno, perdete la vera connessione con l’anima e vi diventa impossibile vi-
vere sulla terra la fratellanza che non è per nulla un fatto teorico.
Voi vivete anche questa senza accorgervene solo se l’anima vostra continua a ricordare
il nostro concetto di uno.
Voi siete uno anche fra voi uomini sulla terra. Ognuno porta in germe la responsabilità
della vita di tutti e ognuno ha da fare la sua parte, consapevole, chi può, che un suo
passo indietro rallenta tutti gli altri. Questa è coscienza collettiva. Siete individui, ma
anche contemporaneamente essenziale ed insostituibile parte di un tutto che pulsa con
un cuore formato da tutti i singoli cuori.
Meditate su questo concetto dell’uno. È talmente importante che sempre aggiunge
qualcosa a se stesso. Se non lo afferrate con la mente, fidatevi dei lampi di intuizione,
di quei bagliori momentanei, di quelle voci interiori inaspettate e degli istinti che for-
temente vi spingono alla compassione verso altri esseri.
Di fronte al concetto di uno l’umanità è grandissima perché lo rappresenta sulla terra e
piccolissima perché non lo può contenere.

Siate disponibili al prossimo. Non chiudetevi, voi siete uno con noi e con tutti gli
uomini. Sentite l’unità che vi entri dentro e scaldi il vostro cuore. Voi siete contempo-
raneamente nel mondo e fuori dal mondo, del mondo e solo di voi stessi. Nessuno può
distaccarsi dal rapporto umano, dalla solidarietà e dalla compassione. La gente che non
sa è lontanissima da voi, ma nel contempo vicinissima e non a caso nella vostra vita.
Non stupitevi se chi vi sembra chiuso ha dei guizzi di luce, o se chi vi sembra avanti
cede e vi delude. I passi di chi non è consapevole sono lo stesso passi.
Non giudicate, quello che vedete è sempre una psiche, mai una anima. Non giudicate
mai. Siate certi di una realtà esistente per tutti, invisibile agli occhi di chi guarda sulla
terra.

C’è Giovanni.
L’evoluzione dell’anima è totalmente svincolata dall’umano concetto di tempo.
L’anima è uno scrigno. Le sue gemme si accendono e sfavillano secondo la legge
dell’evoluzione solo quando è maturo il tempo di un passo avanti nell’evoluzione. Nul-
la del capitale guadagnato nelle altre vite è fine a se stesso, ma va a sommarsi per avvi-
cinarsi sempre più ad un singolo e personale totale.
Qui noi siamo la somma evolutiva di tutte le nostre incarnazioni che determina la no-
stra posizione e ci chiarisce su quanto ancora ci manca.
Ci presentiamo a voi con il nome della nostra vita che per voi significa qualcosa al solo
scopo di aiutare le vostre menti a ricevere e a trattenere, ma non dimenticate mai che
chi vi parla è l’insieme di conoscenza che è frutto di molte vite per voi anonime e poco
significanti. Così io sono anche Giovanni, ma non solo Giovanni.
L’unico che è colui che è, è Cristo.
Perciò chi è consapevole sulla terra è già anima che ha molto camminato. Anche la
consapevolezza terrena è conquista karmica, oltre che dono divino destinato a chi sa
leggerne le finalità, a chi con l’anima porta sulla terra quello che vi diciamo essere
l’uno.
Non abbiate paura di non capire l'uno. Siete qui perché lo vivete al di là del fatto che è
concetto che la mente non può contenere. Voi ne avete qualche fugace sentimento che vi
fa da spia sulla terra di un sentire divino.

16
L'uno è divino, il disegno è quello di portarlo negli uomini per alzare la soglia della
consapevolezza. Non conta niente il fatto che la psiche non sia in grado di spiegarselo.
Questo bagaglio evolutivo è quello che, prima o poi, porta tutti gli uomini alla connes-
sione. È viaggio di tutte le vite come di un attimo, è conquista fondamentale dalla quale
ripartire per altre fondamentali conquiste. Quando si arriva qui dopo ogni vita, qui si
compongono tutte le domande e la spinta evolutiva è la più appagante risposta.
Vi suggerisco di leggere più volte queste parole, di prestare attenzione ai movimenti di
memoria dell’anima. Ciò che ricordate entra automaticamente nella vostra vita, nella
vostra esperienza terrena.

C’è Moses.
La somma delle conquiste karmiche non toglie nulla all’importanza di ogni singola vi-
ta. Mentre siete dentro una vita, vivetela al meglio, date il massimo, non pensate mai
che, tanto, dovrete ritornare. State in ogni vita come se essa fosse l’unica occasione che
avete. Non vi è dato di sapere l’esatta dinamica delle valutazioni e dei ritorni, né di ca-
pire più di tanto il concetto di spinta evolutiva. Perciò utilizzate senza calcoli tutti i vo-
stri mezzi, il bilancio evolutivo non è affare della terra. È molto importante.
Ricordate: ogni vita ha il suo preciso significato e il suo preciso valore. Restate nella
vostra con tutta l’umiltà e la consapevolezza richieste a chi sa anche dell’esistenza delle
altre possibilità.

*********

Adesso c’è Simon Pietro.


Io sono la prova che sulla terra non bastano le buone intenzioni. Non fidatevi mai trop-
po di voi stessi. Le forze umane vengono meno e non basta la convinzione della terra.
La fame, la sete, il sonno, la paura, se non chiedete l’aiuto divino e credete di farcela da
soli, sono in grado di abbattervi in un attimo.
Con l’aiuto divino, ma prima ancora con la fede nell’aiuto divino, potete essere stru-
menti. Da soli non siete nulla, se non anime inconsapevoli sballottate dal karma.
Il verbo, la verità, la vita è l’uno, l’uno di tutti i maestri, l’uno di tutti gli uomini, l’uno
del male e del bene.
State nell’uno con l’anima e sceglietelo con la mente anche se non lo comprendete. La
forza e la luce di Dio saranno in voi.
La legge scandisce ogni respiro sulla terra, tutto si muove secondo ritmi attenti ad ogni
infinitesimale variabile nel rispetto costante della libertà.

17
C’è Cristo.
Vi parlo stasera di amore.
Non è stato capito e tramandato nel tempo ciò che io ho inteso portarvi sulla terra. È
concetto di amore spirituale che non limita l’amore terreno, ma lo illumina e lo innalza.
L’essenza di questo amore è la non esclusività, amando senza confini e condizioni cen-
tuplicate la vostra capacità di amare.
Così, se riuscite a guardare con amore un oggetto che entra a confondere la geometria
umana dei vostri legami, anziché respingerlo, quell’oggetto così guardato diventa una
delle fiamme perenni che ardono in voi e alimentano il sentimento spirituale.
L’amore è uno, quello che sperimentate sulla terra è il riverbero dell’istinto spirituale di
ogni anima verso le altre anime. La materia in cui siete immersi connota di elementi
negativi, quali l’egoismo, il possesso, la rivalità, la gelosia, ogni manifestazione di
amore sulla terra, che è sempre manifestazione dello spirito.
Amore vuol dire ricordare che l’amore viene dallo spirito. Ciò non impedisce affatto
che investa la materia. La consapevolezza permette che la materia ne sia sublimata.
La cecità spirituale svilisce l’amore e lo riduce ad un sentire sensibile ai limiti della ter-
ra. L’amore è sempre un ponte fra noi e voi, è la possibilità che l’uomo ha sulla terra di
ricordare l’armonia e il dilatarsi senza confini dell’anima.
Riconoscere questo permette di capire senza sforzo il mio messaggio, fa sì che l’anima
vibri di intima segreta comprensione e connessione ascoltando “ama il prossimo tuo
come te stesso”. È per l’anima ritrovare la sua matrice e riconnettersi con l’uno di cui
ha perso memoria incarnandosi.
Alla luce di queste parole rileggete i miei insegnamenti, trovate le vostre intime con-
nessioni, accostatevi al Vangelo con l’anima, non con la mente. Riguardate il mio per-
corso sulla terra, seguitemi oggi più di ieri, parole note da sempre vi suoneranno come
nuove.

Stare nell’amore è il compito più difficile per l’umanità: è l’essenza


dell’evoluzione. Meditate queste parole, rappresentano un aiuto che non ha eguali pa-
ragoni sulla terra.

C’è Paolo.
Vengo dirvi che nulla può ostacolare la risposta di un’anima ad un karmico richiamo
spirituale. La mia mente era addestrata e vigile, pronta, cinica e sicura nel negare il tra-
scendente.
Ma, a mia umana insaputa, l’anima stava aspettando. Quando il richiamo è giunto, è
stato come uno squarcio nel tessuto della mia mente e non sono più stato in grado di ri-
ferirmi ad essa come nucleo di razionali certezze.
La mia è una storia violenta come lo sono tutte le conversioni. Non potete immaginare
la potenza immane che mi ha scosso e il rovesciamento totale delle mie abitudini di
colto e raffinato inconsapevole.
Vi dico questo non per spaventarvi, la voce di Dio sa anche accarezzare. Vi dico però
di non cercare scappatoie o di modificare a voi stessi la verità di ciò che sapete. Non
fatelo, non è possibile farlo e provarci vi costerebbe tali lacerazioni che nemmeno gli
spiriti forti sopportano. State connessi, per quanto questo costi sulla terra, è l’unico

18
modo per non tradire l’integrità della vostra anima. Tradirla è condannarsi ad una tale
agonia morale che si può perfino arbitrariamente mettere fine ad un’esistenza.
Vi dico che nel tempo le adesioni dell’anima possono risultare sempre
più faticose. State connessi, non è la connessione in sé che costa. Con-
nessione non è solo conoscere questi messaggi, ma anche muoversi sulla
terra senza umani supporti, senza capire perché, in una costante incrolla-
bile fede.
Questo, credetemi, costa. Stare connessi con noi è anche forte volontà,
la fede si conquista e si alimenta ogni minuto.

La fede è una scelta all'inizio del cammino facile, va di continuo rinnovata.


C’è un’altra entità per parlarvi della fede.

C’è Abraham.
Io mi sono osservato muovermi senza più nessun contatto con la mia parte razionale
nei miei primi colloqui con il divino. Ho detto e fatto cose completamente inspiegabili,
ma fin qui è stato relativamente facile. La vicinanza di Dio dà un’energia soprannatura-
le. Quando mi è stato chiesto di sacrificare mio figlio, è stato come se tutte le mie forze
razionali si fossero risvegliate di colpo e lì ho dovuto scegliere.
Non fermatevi alla mia storia, il mio è un caso limite emblematico per l’umanità. Il
messaggio è un altro. Per quanto aiutati, c’è sempre una parte di voi che al buio dovrà
continuare a scegliere se dire di sì.
Isaac è il simbolo degli attaccamenti della terra. La fede non sempre chiede di ab-
bandonarli. La Bibbia vi dimostra che possono anche venire mantenuti.
La fede ha prove chiare e prove oscure, è l’avventura spirituale più impegnativa per
un’anima sulla terra.

Quando l’anima incarnata riceve sulla terra informazioni spirituali che arrivano alla
mente, il primo rischio è di non crederci, il secondo è di crederci ma di non ascoltare, il
terzo è quello di ricercare scappatoie volendo a tutti costi restare in un ambito solo ter-
reno. Quanto più si è consapevoli, tanto più si soffre, sia negando con la mente ciò che
l’anima afferma, sia stando connessi e affrontando così il peso della materia che ora è
evidente.
Non preoccupatevi, vivete con consapevolezza ogni giornata e state lieti. Sentitevi libe-
ri, la consapevolezza è essenzialmente libertà. Assaporate la vostra intima gioia, cerca-
tela e assaporatela, in essa siete autentici e reali. Tutto il resto sono i vostri sogni terre-
ni, sono illusioni. Così è. State nella gioia, è la dimensione della realtà.

L'amore e la bontà smuovono energie potentissime che aiutano e cambiano persone


e situazioni.
Pensate a chi soffre con la partecipazione del vostro cuore. Lasciatevi scuotere
dall’amore, quando tocca sconvolge l’abituale sentire e apre braccia spirituali a chi ne

19
cerca la stretta. Voi apritevi sempre più a questo sentire che butta fuori dai propri con-
fini e fa sentire l’altro più importante di noi. Noi scompariamo quando si incontra
l’altro. C’è l’altro e non più noi. Nel nulla di noi stessi c’è la verità del reale.

Parliamo degli equivoci legati al dare, sulla terra è difficile restarne esenti.
L’altruismo sulla terra è già in sé una cosa rara e bella. Le anime più evolute sono in
grado di coglierne i rischi. Donare, come amare, in senso spirituale vuol dire dimenti-
carsi di sé. Non può essere spiegato a parole: la distinzione fra senso di gratificante
soddisfazione e pace interiore senza emozioni umane, che non siano la perfetta sereni-
tà, segna la differenza.
Amare vuol dire entrare nell’altro, essere l’altro ma senza masochistiche cancellazioni
di chi si è. Vuol dire tenere presente il bene dell’altro, più con le intuizioni che vengo-
no dall’anima che con la logica razionale.
L’amore è semplice, fluido, spontaneo, è gioia ed è accettazione quando non viene ca-
pito o ricambiato. Tutto nell’amore è quieto e costante, le passioni e le esaltazioni, co-
me la disperazione, sono sentimenti forti che appartengono all’ego.
Lo spirito dà con naturalezza, l’amore è la sua realtà che la materia copre di equivoci.
Ciò che alla materia sembra eccezionalmente meritorio, per l’anima è normale. Il dona-
re è uno dei connotati essenziali dell’anima, è insito nel concetto di uno. Un costante e
reciproco scambio l’amore è la permanente atmosfera che circonda le anime evolute
nella consapevolezza.
Dare è un istinto che non si può soffocare quando si ha raggiunto la consapevolezza
spirituale dell’uno.
Le vostre anime anche sulla terra vi mandano segnali, qualcosa di voi li sente e comin-
cia a decifrarli. Sarà così sempre di più. L’amore si impara vivendo, non sprecando pa-
role.
L’amore c’è, non comincia e non finisce come si dice sulla terra, è una corrente conti-
nua di vita spirituale nella quale basta entrare. Sulla terra se ne vive una pallida imita-
zione. E’ possibile provarlo se la connessione con l’anima è forte.
È questo argomento direttamente collegato alla consapevolezza. Ne è causa ed effetto
insieme. Sentitelo, non imparatelo, lo riconoscerete senza errore, fa soffrire e rende fe-
lici sulla terra finché l’anima non lo connota di consapevolezza. Allora è distacco da
ogni ritorno.
L’amore sulla terra è il sentimento più paragonabile all’esperienza dell’uno, anche se
nell’amore terreno è sentire di un attimo e poi subisce le opacità della materia. La con-
nessione è la chiave per sublimare l’amore sulla terra.

20
CAPITOLO VIII

C’è Cristo.
Capite bene quello che vi dico: la mia morte è il simbolo della morte a noi stessi che si
sperimenta quando si ama dell’amore spirituale. È la connessione con l’uno, è la perdi-
ta dei confini dell’ego, è uccidere l’ego e osservare che l’ego non si stupisce, non reagi-
sce, non si ribella, perché questo tipo d’amore ne segna il superamento.
La consapevolezza permette di assecondare quel sentire e di viverlo con semplice natu-
ralezza. I grossi tumulti emotivi collegati al dare non vi apparterranno più.
Non temete l’indifferenza, è quello che intendevo quando dicevo che la vostra mano
sinistra non sappia mai quello che fa la destra. È l’assenza di compiacimento.
La terra dà sempre di più segnali contrari e devianti. La terra ama le passioni e non può
capire il distacco della consapevolezza, che contiene tutta la fusione d’amore dell’uno.
L’amore spirituale non dà segni confermativi alla materia, ma l’anima è sempre accesa
e calda nella condivisione. Accettare di vivere senza emotive soddisfazioni nel dare
agli altri è morire a voi stessi. Questa è la base della consapevole guerra al male. Se chi
combatte il male si gonfia di legittimo orgoglio, il male ha già vinto.
Questo apre il discorso sull'umiltà che, come l'amore, è totalmente fraintesa sulla terra.
Ne parleremo.

Adesso c’è Marco.


La consapevolezza a galla nella mia mente era minima. L’anima mi ha portato ma io
non comprendevo né come né dove. La voce del mio Maestro mi ha condotto e poi la
mia mente si è adeguata. La consapevolezza anche mentale è aiuto indispensabile per
vivere ciò che vivete in tempi umanamente progrediti come il vostro. In questo vostro
mondo un vero messia non sarebbe riconosciuto. È l’operare di uomini anonimi, ma
consapevoli, che porta avanti l’evoluzione. Tante persone anonime e senza risalto sono
i nostri testimoni sulla terra. Sembrano inosservati, ma il singolo crescere di ognuno si
aggiunge silenziosamente alla crescita degli altri e così la terra cambia.
Verrà anche il momento in cui tutte queste forze che coscientemente lavorano si uni-
ranno. State connessi, state nell’amore, state nella compassione. Soprattutto di questa il
vostro mondo ha tanto bisogno.

C’è Cristo.
Sulla compassione ancora dovremo parlare. La compassione è connessa. Chi ama, ama
con compassione e conosce l’umiltà. L’autentica compassione è merce rara sulla terra,
ha mille comportamenti, mille sfumature e non è spiritualmente autentica se chi si sfor-
za di offrirla al mondo non è evoluto.
Anche essa offre chiavi di comprensione nel sentire, anche essa si nutre di connessione.
Connessi non è possibile fallirla. Senza connessione diventa la fiera degli autoinganni.
È sottile la distinzione, ma è importante e profondissima, perché la connessione non
può essere vissuta da nessun uomo solo con la buona volontà, mentre la compassione
sì. Anche se non è in questo caso quella autenticamente spirituale, ricercarla sulla terra
anche da inconsapevoli è comunque meritorio ed è il primo passo per arrivare, con suc-
cessive scelte karmiche, a conoscerla.

21
C’è Giovanni.
Chi è veramente umile in senso spirituale non se ne accorge mai, non lo sa. L’umiltà è
la più ingannevole e contraddittoria di tutte le qualità spirituali, perché, per sentirsi pic-
coli nel modo giusto, è necessario amare sufficientemente se stessi nel modo giusto.
L’inadeguatezza non è umiltà, come non lo è l’affermazione della propria nullità.
Sentirsi strumenti di Dio è umiltà, ma con la consapevolezza di essere strumento parte-
cipe con volontà, con accettazione, con fede e con un po’ di conoscenza.
Chi è inconsapevole non potrà essere umile. La consapevolezza genera una automatica
umiltà che non viene percepita come tale, né come qualità, ma che è l’unico interiore
atteggiamento possibile.
L’umiltà è implicita nella consapevolezza, ne deriva, è sottintesa, ne fa talmente parte
che non c’è una senza l’altra.
Perciò diffidate se vi sentite umili. Ancora un volta l’indifferenza, il non cogliere, il
sentire normale ciò che il mondo vede meritevole è giusto, ancora una volta è giusto.
L’umiltà è connessione, è un regalo di Dio.
Non fate mai le false mammole. Non sentitevi ambiguamente compiaciuti di sentirvi
piccoli. Siate consapevoli che non a caso vi abbiamo detto l’uno, l’uno nostro con voi.
Non crogiolatevi in inutili modestie, sappiate chi siete e lavorate dimenticandolo.

C’è Marco.
L’affettività di Giovanni lo caratterizzava anche sulla terra. Il suo torrente d’amore mi
farà, al confronto, sembrare asciutto, ma non crediate che io vi ami di meno.
Vengo stasera perché ho sperimentato l’umiltà, ma me ne sono accorto solo qui.
Ero un uomo semplice, schivo, timido. Quando ho però incontrato il mio Maestro, ho
sentito la sua chiamata e ho creduto nella mia capacità di seguirlo: questa è l’umiltà.
Non dubitate di voi, dubitare di voi vi fa perdere la connessione.
Consapevolezza chiama umiltà, umiltà chiama fede, anche fede in voi stessi.
L’insegnamento di Cristo è fuori dal tempo, quando viene percepito è come se lui fosse
in mezzo a voi a darvelo. Lui è: non è nato, nasce, non è venuto, viene, non è morto,
muore e rinasce ad ogni morte e ad ogni rinascita spirituale. Così è con voi e noi con
voi e tutti uno.

C’è Moses.
Quella che sulla terra è riconosciuta come saggezza, non filosofica né culturale ma
comportamentale e morale, quella di coloro che voi definite belle persone, quella del
cuore, è sempre connessione con l’anima, con noi.
Anche la saggezza è virtù spirituale. Deriva, come l’umiltà, dalla consapevolezza.
Il saggio non pontifica, offre esempi, non parole, sa che non serve tentare di spiegare il
punto di approdo alla consapevolezza. Chi è consapevole non cade più in comporta-
menti sconsiderati spiritualmente, è naturalmente saggio. La saggezza terrena è altro,
spesso è manifestazione di ego anche se le intenzioni sono buone e l’aiuto spesso è
concreto.
Come per la compassione, anche qui è comunque cosa bella e rara sulla terra, ma può
essere definita un primo passo verso la saggezza spirituale solo a seconda delle inten-
zioni.
Nella connessione c’è consapevolezza, aiuto e volontà. Sulla terra essa è tanto impe-
gnativa proprio perché ribalta l’umano modo di sentire e confonde il vostro concetto di
merito.
22
Stare connessi, restare consapevoli, diventare umili e saggi, vivere l’accettazione, sof-
frire le continue tentazioni della mente, scegliere sperimentando ogni giorno la scelta
nel bene e nel male, cioè con tutta la gioia e tutto il dolore che comporta, è stare al
mondo come degli stranieri.

C’è Buddha.
Il sorriso ineffabile e consapevole che vedete sul mio volto nei miei ritratti, sul volto
del Dalai Lama e su quello dei Rimpoce e di ogni buddista consapevole, è serenità inte-
riore, quello che la vostra religione chiama speranza, come chiama carità la compassio-
ne.
Speranza è un termine totalmente inadeguato, è come dire assenza di certezza. Per que-
sto è collegata alla fede, ma, per chi è connesso e consapevole, la fede è buia adesione
ad un’indimostrabile divino solo per i limiti della materia, è prova solo sulla terra.
Chi è nell’evoluzione vive la fede con la gioia e la memoria dell’anima e con la fatica e
i dubbi della mente. Sia così anche per la speranza. Essa è certezza interiore per
l’anima, attesa fiduciosa, ma ipotetica, per la mente.
Come la fede, anche la speranza subisce gli attacchi della materia, che la vede come
l’illusione di anime ingenue. L’anima connessa sa che la speranza è certezza, è il ricor-
do forzatamente appannato sulla terra delle nostre comuni origini spirituali e della no-
stra comune spirituale destinazione.
La speranza è importantissima. Essendo per l’anima certezza, ne è il sostegno e apre la
connessione che a sua volta conduce a consapevolezza, fede, umiltà e saggezza.
Questa speranza/certezza è la conoscenza dell’anima, che la materia ha potuto solo cor-
reggere, ma non offuscare.
Chi vive l’unità anche con la mente riconosce i moti di perfetto appagamento
dell’anima. Coloro che sono inconsapevoli pregano e sperano in un aldilà.
La felicità dello spirito è ciò che i cristiani chiamano speranza.
State in questa felicità. Che la conoscenza spalanchi sempre più anche alle vostre menti
il concetto arduo che la felicità è la dimensione naturale dell’anima.
L’uomo connesso sulla terra prima o poi arriverà a vivere quella serenità e quella pace
interiore che sono il riflesso terreno di questa felicità. Tutto ciò che la impedisce è ma-
teria, è altro dallo spirito, è karma da affrontare come evolutivo.
Non ci sono punizioni, non ci sono ingiustizie, non ci sono parzialità. La connessione
permette una illuminata consapevole accettazione intrisa, anche nel dolore terreno, di
questa spirituale felicità, la speranza, cioè la conoscenza.
Siate nella felicità di chi è connesso, di chi non può più soffrire il cupo dolore inconsa-
pevole. Nella conoscenza, cioè nella speranza, il dolore è sofferenza e, quindi, faticosa
ma conquistata gioia evolutiva.
Vi dico ancora: anche con la mente state nella felicità. Ricordate queste e altre parole
quando la materia vi schiaccia.
Sorridete anche voi del mio sorriso. Avete oramai capito lo stretto legame che collega
la speranza con la connessione.
La certezza dell’anima, che vive un karma in cui è chiamata ricordare, è la base di par-
tenza per sperimentare la connessione e diventare consapevoli.
Di tutte le virtù spirituali, essa è la meno impegnativa sulla terra, è campanello che
suona per l’anima, non per la mente, ma senza di essa non potrebbero avvenire i suc-
cessivi passaggi di consapevolezza, né potrebbero essere apprese la fede e l’umiltà.

23
Adesso che questo fondamentale passaggio è stato chiarito, parleremo di come, per voi
sulla terra, sia possibile arrivare alla pace interiore.
Un vecchio trucco buddista per neutralizzare le onde negative del pensiero è ignorarlo,
non dargli importanza, è quello che voi giustamente denominate “osservazione”. Essa
porta alla pace se è congiunta allo sforzo consapevole d’amore di cui parla Cristo.
L’amore crea di suo onde mentali positive talmente forti che sono capaci di sconfiggere
qualunque malsano e sottile tentativo di male.
Mettete insieme tutto quello che sapete, non c’è contraddizione per fra il distacco bud-
dista e il trasporto d’amore cristiano, se vengono capiti e messi insieme nella giusta ac-
cezione di ciò che significano.
Il distacco e l’osservazione sono strumenti formidabili per imparare a staccarsi dalle
tentazioni della mente, ma usati da soli non portano più in là di una bella evoluzione
terrena. Il ponte con la connessione è creato dall’amore. La verità spirituale è l’amore.
Ci avvicina tutti, ci tiene nell’uno.
È per questo che il messaggio di Cristo è più impegnativo del mio. Stare nell’amore
come lui vi ha detto è morire a se stessi. L’osservazione e il distacco possono favorire
nell’entità umana la vittoria sulla mente e quindi sgombrare il campo dagli ostacoli
maggiori che tentano di impedire una scelta d’amore.
Guardatevi vivere, guardatevi sempre senza giudizi colpevolizzanti, ma con una co-
stante attenzione. Questo alla lunga fiacca anche la mente più astuta.
Il pensiero è sulla terra l’antagonista più potente dello spirito. Non serve contrastarlo,
serve smascherarlo osservandolo con freddezza emotiva. Così si crea una breccia nella
quale entra, anzi irrompe, l’amore.
Tutto è utile, tutto ciò che sulla terra è sforzo consapevole avvicina all’uno.
La pace interiore è la più esaltante esperienza terrena che siete chiamati a sperimentare.
La mente farà probabilmente fatica a trattenere questo messaggio per ovvi motivi di di-
fesa, ma non temete, l’anima ne ha già colto il suggerimento.
In tutto ciò continuate, se possibile, a sorridere di voi stessi. Sdrammatizzate con
l’osservazione neutrale ciò che la mente vorrebbe fortemente drammatico e amate,
amate anche voi stessi, difendetevi dal dolore non evolutivo che la mente ripropone ad
ogni passo. Amatevi con la gentilezza evolutiva della consapevolezza e da qui partite
per amare il mondo. Arriverete, se capite questo e lo vivete, ad amare anche vostro ne-
mico. È tutto collegato, sono passaggi che l’anima riconosce come sentieri già battuti.
È il filo da tessere di cui si è parlato prima.
State nella gioia, vi illumina il cammino.

La vostra primaria difficoltà sarà sempre di più restare sulla terra sapendone ribaltare i
valori, esserne ancorati dalla vostra condizione umana, ma disancorati dalla vostra con-
nessione spirituale. È come camminare toccando ad ogni passo la terra e contempora-
neamente avere le ali spiegate sulle spalle.
Camminare non è più facile, volare via non è ancora possibile. Camminate con la men-
te e volate con l’anima, la mente si uniforma e si piega a chi la sa tenere in costante
esercizio.

24
C’è Cristo.
Vi ho detto, con altri di noi, che lo spirito non appaga la materia, che l’indifferenza del
sentire durante il cammino non è un brutto segno. Vi ho detto anche di non cercare ri-
scontri spirituali, perché non ce ne sono mai.
Andate e siate testimoni, non nel dire, ma nel fare, date amore, date compassione, date
saggezza, siate umili, abbiate fede e non dimenticate, non dimenticate mai. State con-
nessi.

C’è Giovanni Battista.


Il mio dire vi conforterà. Io sono venuto poco prima di Cristo e lo sentivo con me e
dentro di me prima ancora di conoscerlo. Ricordate: lui non abbandona mai. Lui è in
voi e ve ne darà segni continui. Le sue parole sono germoglio di vita. Questa nuova vita
è davanti e dentro di voi, è la sua perenne presenza, è il dono del suo amore.
Lui è voi. La vostra risposta è la certezza per voi di essere con lui sempre. L’amore di
cui parla è in voi, lo scoprirete ogni giorno, lo sentirete come connessione. Amate, non
stancatevi di amare, mettete amore in ogni vostro gesto, in ogni vostro pensiero, in ogni
respiro della vostra vita terrena. Amate con la sicurezza di averlo in voi mentre amate,
amate e non preoccupatevi di come aiutare gli uomini. Lui parlerà con la vostra bocca,
accarezzerà con le vostre mani. Amate per lui, in lui e con lui, state nell’amore, è legge
divina e perfetta che scuote le anime sulla terra. Amate con decisione e con dolcezza,
amate confermando, intimamente connessi, la vostra scelta d’amore.
Continuate ad amare davanti all’odio, alla cattiveria, alle difficoltà, non recedete, non
cedete, non chiedete, date sempre.

C’ è Moses.
La connessione è un grande aiuto finalizzato sempre al grande compito di chi ha scelto
lo spirito sulla terra, ma aumenta e fa crescere ogni giorno la consapevole responsabili-
tà, la coscienza sottile di ogni vostro atto. La saggezza è anche coscienza di non dover
più sbagliare. L'evoluzione collettiva è portata avanti da tutti, ma chi è connesso e sa la
verità ne porta la responsabilità più degli altri. Rallentare la crescita di altri, sapendo
come stanno le cose, è molto più grave che essere inconsapevoli.
L’amore è sempre la chiave di tutto. Se state lì non sbagliate mai. È facilissimo credere
di farcela, ricordate ciò che vi ha detto Simon Pietro. La connessione, quando viene
percepita, è una tale consolazione che tutto sembra possibile, ma essa dà forza a voi,
non per questo la realtà che vi circonda è più facile. Stare nella connessione vi permette
di affrontare spiritualmente battaglie materiali. Cadrete e sbaglierete anche voi come
abbiamo fatto tutti.
State nella accettazione, nello sforzo consapevole, nell’equilibrio e ricordate
l’osservazione di Buddha. Se c’è consapevolezza, si accettano gli errori come appren-
dimento.
Seguitevi con attenzione vigile, ma amorevole, sondate l’intenzione, ricordate il mes-
saggio di Cristo sulla preventiva valutazione delle conseguenze prima di scegliere.
Sembrano oramai cose note, ma sono nuove ogni giorno.
Ricordatevi, il nostro aiuto è costante, ma è vostra e solo vostra la disponibilità a rice-
verlo.

25
Tutto e niente si confondono sulla terra. La vita è apprendimento continuo, inesauribile
fonte di lezioni programmate e di lezioni a sorpresa. Le cose che sembravano così ben
previste cambiano, i colpi di scena disorientano, ma sono quelli da cui si impara di più.
Amate anche la vostra vita terrena, stateci dentro vivendo ogni giorno con gratitudine e
con gli occhi dell’anima bene aperti. Infinite sono le occasioni per apprendere, per
evolvere e per amare, che poi è evolvere.
State nella gioia interiore delle vostre certezze spirituali il più possibile, pregate spesso,
continuate a pregare vivendo come vivete, scambiandovi amore, errori e fatica e felici-
tà, crescendo ora dopo ora, restando connessi con noi.
State nella nostra luce e sulla strada della pace interiore.

*********

CAPITOLO IX

La verità spirituale è sempre, anche se con fatica, applicabile sulla terra. State attenti a
non banalizzare o sottovalutare concetti apparentemente semplici. Spesso ciò che la
mente percepisce semplice nasconde la difficoltà della mente ad aderirvi.

C’è Moses.
Mi piacerà spiegarvi come significare e vivere oggi i dieci comandamenti. Sono estre-
mamente attuali, se compresi nella loro essenza che è fuori da ogni tempo. Dio, così so-
lenne come in essi viene percepito, è diretta comunicazione d’amore.
Parliamo del VII, non rubare.
Tutti voi siete ladri sulla terra. Tutti avete rubato pace ad altre anime nei contorti rap-
porti che vi legano nella materia.
Ogni volta che fate un ricatto inconsapevole o consapevole, ogni volta che aggredite
moralmente, ogni volta che sfruttate i talenti degli altri, ogni volta che cercate di posse-
dere, derubate un’anima o più anime della loro connessione, ipotetica o reale non im-
porta.
Voi non potete conoscere le scelte karmiche degli altri e, se non siete più che consape-
voli, attentate all’integrità dell’anima altrui ogni volta che la abbassate, che la scollega-
te.
Ira, prepotenza, debolezza, vittimismo, prevaricazione, finta buona fede, manipolazio-
ne, sono veri e propri furti con i quali deprivate qualcun altro di fede, di pace, di ricer-
ca.
Aggiungo anche un concetto più estremo. Durante le condivisioni con chi segue un
cammino si puoi rischiare con una parola avventata di rubare all’altro anche un po’ del-
la sua consapevolezza.
Mai interferire con leggerezza e superficialità, tanto per parlare, nel cammino di un al-
tro. Potreste rubargli quelle che per lui magari sono poche e faticose conquiste e non
ha nessuna importanza se non lo sono ancora.

26
Rubare è oggi nel vostro mondo molto più facile di quanto lo sia stato nel mio. Siete
più avidi di cose spirituali che di cose materiali.
Rubare è anche derubare voi stessi delle occasioni che avete avuto lasciandole cadere.
È un furto della vostra mente ai danni della vostra anima. La buona fede non basta.
Tutto a voi uomini dura così poco. Ciò che avete vi stanca subito e presto cercate di ru-
bare agli altri quello che vi sembra essi abbiano più di voi. Non pensate a cose o al de-
naro, non è questo quello che dico. I ladri di cose materiali hanno l’attenuante della non
consapevolezza e sarà proprio la consapevolezza la loro peggiore punizione.
Voi rischiate di rubare evoluzione, saggezza, compassione, quando, pur senza certa-
mente ottenerle, vi comportate in modo tale da fare in modo che qualcun altro le perda.
È rubare perché toglie anche se non può corrispondere ad un mettere in tasca. Voi siete
in grado di capire. Contro questi furti non c’è carcere, non c’è polizia, non ci sono sce-
riffi, sono colpe che restano impunite sulla terra, ma che sporcano di macchie dure da
cancellare anche il karma più immacolato. I furti spirituali sono quasi sempre inconsa-
pevoli. Cercate di rimediarli offrendo al derubato le parole consapevoli in grado di ri-
sarcirlo.
Quando Dio ha detto “VII, non rubare“, ha detto agli uomini il rispetto e l’accettazione.
Potete capirlo, potete cogliere l’infinita bontà di chi ci continua a fornire strumenti. Fa-
te vostre queste parole e ringraziate il Dio delle tavole, il Dio dell’amore, l’unico padre
che è uno in tutti i suoi figli.

Parliamo di un altro comandamento: non dire falsa testimonianza.


Attenzione a ciò che vi dico: mentire non è sempre sbagliato. Può mentire senza fare
male chi è sufficientemente consapevole da poter stabilire che a volte una menzogna è
il bene dell’altro e abbastanza evoluto da saper leggere nelle proprie intenzioni.
È sempre sbagliata la menzogna detta per ottenere vantaggi, materiali o morali, quella
detta per imbrogliare un prossimo in buona fede, quella detta per deridere, che così
spesso ferisce e dalla quale vi giustificate dicendo “ è uno scherzo “.
È male mentire per brillare, per offuscare un altro, per smerciare finte verità di comodo,
per ottenere consensi e potere, è ancora e sempre male mentire sapendo di mentire.
Questo vale per le anime inconsapevoli, perché chi è connesso non può più commettere
simili errori. Essi non fanno più parte delle sue prove. Chi è nell’evoluzione e
nell’apprendimento deve saper usare la verità e la menzogna e noi siamo con voi per
insegnarvelo. Anche la verità e la menzogna sono uno, apparente dualismo sulla terra,
da non vivere in un modo netto, come per tutti gli altri dualismi, che non si contrap-
pongono come sembra sulla terra, ma sfumano uno dentro l’altro.
Verità vale per tutte le verità spirituali, cioè, sulla terra, per gli insegnamenti che rice-
vete e per tutte le voci dell’anima. Quando queste voci vi pilotano, voi sapete scegliere
che cosa dire e quanto dire e addirittura di non dire o di dire diverso dal vero.
Questo per gli uomini è mentire, per le anime è discriminare sottilmente il bene più
adatto all’altro e non fare mai di questo bene un uso che comporti un ritorno personale.
Spesso, sulla terra, per gli inconsapevoli dire la verità è ego, per chi è connesso mentire
può essere compassione. La verità non ha bandiere da sventolare, esce il più delle volte
da anime pure che sono nell’ombra e nell’ombra la vivono. Non dire falsa testimonian-

27
za significa non permettere che il tuo comportamento di vita sia un esempio fuorviante.
Il mentire è un corollario, un dettaglio, non è la bugia un male se viene da un’anima se-
riamente consapevole della ricerca del bene.
I comandamenti sono molto più ampi dei semplici e pratici divieti cui sembrano riferir-
si. Solo chi è pronto può ricevere da essi il vero significato esoterico e capirne la porta-
ta per viverlo nel suo tempo in mezzo agli uomini.
Ricordate questa prospettiva della verità e osservatela anche nelle parole che vi vengo-
no offerte dal mondo. Siate attenti a riconoscere barlumi di verità, essi sono dovunque,
possono venire donati da chiunque, anche il discorso più apparentemente banale può
contenerne. Siate pronti e vigili non solo nel lavoro di dare verità, ma anche nel lavoro
di riceverla. Se fate un salto logico, vedrete l’unicità di verità e amore.
La vostra umana logica è aiutata da collegamenti riassuntivi del tutto. Inutile dire che
non siete mai autorizzati a mentire fuori dalla consapevolezza. Non barattate mai a voi
stessi verità di comodo. Anche i sensi di colpa possono essere verità di comodo, come
le crociate, come, a rovescio, le fughe.
Aiutatevi con la preghiera e con la connessione con noi a stare nella verità, a dare giu-
sta testimonianza.

Ricordati di santificare le feste. Sulla terra non avete capito che cosa vuol dire.
Non è la vostra domenica, né il sabato un giorno di particolare devozione.
Quello che va santificato, cioè onorato con il ricordo che torna, è il germe spirituale in-
sito in ogni uomo.
Il santificare le feste significa gioire quando lo spirito si palesa sulla terra. Ogni giorno
può essere in questo modo una festa, dunque santificate ogni giorno, permettete il fluire
della memoria spirituale, date giusta testimonianza, non rubate, vivete nella connessio-
ne e così santificherete le feste.
Gli uomini inconsapevoli vanno a messa tutte le domeniche e non capiscono la voce
dell’anima. Chi è nella verità fa di ogni suo giorno una messa e si avvicina a Dio lonta-
no dagli occhi degli altri. Con ciò, non è in sé sbagliato andare a messa, ma resta un
gesto di vuota devozione se chi lo fa non applica nella sua vita il minimo concetto di
sforzo consapevole.
Non giudicateli male, sono tanti i praticanti inconsapevoli che pure nelle loro inten-
zioni sono vicini a Dio. Il termine messa è per voi cristiani, vale qualunque sinonimo
preso da altri culti.
Non disprezzate nessuno: esistono altri cammini per i quali andare a messa è evoluzio-
ne. Non dimenticate che è stato Cristo a spezzare il pane, questo gesto ripetuto in ogni
chiesa permette a miliardi di persone la connessione di un attimo. Nessuna storia è inu-
tile, ogni vita che in mille modi si accosta alla ricerca di Dio è già vita che si sta prepa-
rando all’evoluzione.
Compassione, rispetto e coscienza del divino in noi vi aiutino ad onorare anche il
cammino degli altri.

28
Parliamo di un caposaldo della morale anche terrena: non uccidere.
Togliere la vita è interrompere un karma altrui, è dove il libero arbitrio di chi uccide
ostacola lo svolgimento di un cammino.
Nel bilancio di un totale evolutivo in cui una vita è stata sottratta entrano sempre altre
compensazioni karmiche.
Diversi sono i casi di chi uccide per difendersi, di chi uccide per istinto di male, di chi
uccide per un ideale e diverse sono le valutazioni dello stesso gesto.
Non è importante qui entrare nel merito dei diversi casi, a questo sulla terra pensa già la
legge degli uomini.
Quello che voglio trasmettervi è l’importanza del concetto di vita.
Toglierla non è facoltà dell’uomo, anche il più inconsapevole sente questo gesto come
qualcosa che è contro natura. Questo per quanto riguarda le uccisioni fisiche e, in chi è
in un cammino spirituale, è concetto che a poco a poco si estende anche agli animali e
alle piante.
Ma ora parliamo delle uccisioni morali e spirituali.
Abbattere uno spirito è il peggiore degli omicidi. Zittire una voce, fermare un passo,
impedire un cammino è scelta karmica che continuamente si incontra sulla terra, dove
il male e il bene sono intrecciati in un uno incomprensibile per gli uomini.
Le anime consapevoli stanno attente a non commettere errori anche infinitamente meno
gravi di questo, ma sono proprio le anime consapevoli che devono sapere bene anche
con la mente cosa significa fermare un altro karma.
Il furto morale è transitorio e può essere risarcito da altre anime consapevoli che ripa-
rano i danni dei ladri. L’assassinio morale è irrecuperabile, corrisponde, per chi lo subi-
sce, a prendere atto di dovere tornare a finire un karma interrotto.
La legge fa sempre in modo che la successiva incarnazione sia scelta con sicure garan-
zie di riuscita e con scarse difficoltà terrene.
L’uccisione spirituale è perpetrare un furto grave per un’intera vita ai danni dell’intera
vita di un altro, è l’ostinazione a stare nel furto per il puro gusto di rubare: è il caso di
quelle cattiverie che diventano croniche e che non possono più per questo essere defini-
te inconsapevoli.
L’inconsapevolezza nel male spesso genera gesti atroci, ma quando essi si eternizzano,
non finiscono mai, diventano deviata abitudine, allora si può parlare di inconsapevolez-
za consapevole.
Non uccidere vuol dire “vai avanti” e lascia chiunque libero di andare avanti, vuol dire
ricordati che la morte è un passaggio evolutivo che arriva per ognuno quando è il tem-
po giusto per la sua anima e tu non lo puoi sapere.
Attenzione anche all’eutanasia.
E’ il caso in cui la pietà, non la compassione, diventa prevaricazione su un karma e
presunzione di sapere che è ultimato.
Anche l’anima di un malato in coma può continuare ad apprendere, magari proprio
dall’esperienza del coma, e chi decide di staccare le macchine non può saperlo.
Per converso, sulla propria durata di vita, escluso il suicidio, un’anima consapevole può
scegliere di non tentare una guarigione o di tentarla, perché la sua consapevolezza le fa
capire se il karma è finito o se ha ancora altri compiti.
Nel secondo caso certamente si farà curare e vivrà finché non li avrà ultimati.

29
Un’anima consapevole non metterà mai un’altra anima in condizione di uccidere. Un
paziente che chiede di essere aiutato a morire è stanco di soffrire, ma non è consapevo-
le. I medici non devono aiutarlo a morire.
Nel caso dell’aborto entrano in gioco altri fattori, il karma del nascituro, oltre al karma
della madre e del padre. Nel meccanismo della reincarnazione, oltre a tanti altri casi
che non è questa la sede per esaminare, c’è anche quello di anime che, prima di riuscire
a restare sulla terra per ultimare un karma, hanno bisogno di un primo, rapido, fugace
contatto con la materia per abituarsi ad essa. Questo è il caso che spiega i morti neonati
e i feti abortiti.
E’ discorso complesso questo del non uccidere, l’uccisione fisica può essere il gesto
estremo in una scelta karmica di male e quindi uno smarrirsi dell’anima in esso, tranne
nei casi in cui il karma individuale è inserito in un karma collettivo di guerra.
L’uccisione morale è sempre scelta consapevole, sia da parte di chi la infligge, sia da
parte di chi la subisce.
Non confondete mai la consapevolezza terrena dello spirito con la consapevolezza libe-
ra dai vincoli della materia.
Per quanto connessi possiate essere, la vostra consapevolezza terrena è solo il minusco-
lo bagliore di una brace rispetto alla luce del fuoco perenne che arde qui per ognuno di
noi nell’uno.
L’osservazione del male sgomenta sempre sulla terra. Ci vuole molta evoluzione e mol-
ta consapevolezza per arrivare ad osservarlo senza giudizio, come senza giudizio va os-
servato un controkarma di bene.
Sono concetti noti all’anima, ardui per la mente. Accettate la materia in cui vivete e la
cui prima e più pesante manifestazione è il pensiero.
Contrastate senza contrasti, combattete senza lotte, state nella pace interiore della con-
sapevolezza. Intanto il tempo che non c’è vi dà l’illusione di snodarsi e voi camminate
nella luce della vostra crescita.
Tenete freschi i contenuti trasmessi, cucite sempre tutto insieme, lasciate che sia assor-
bito e state nella gioia.

Non commettere atti impuri è comandamento da spiegare.


Voi potete commettere atti impuri anche nei confronti di voi stessi e non sempre l’atto
impuro è un atto. Può essere un sentire, un sentimento, una sensazione, un pensiero.
Così è atto impuro la paura, l’ansia, la crisi esistenziale sterile che diventa pretesto di
ego, il vittimismo, il senso di colpa strumentalizzato. Questo male fatto a voi stessi vi
lascia scorie che voi attaccate agli altri nei vostri gesti più semplici.
La paura è la madre di tutte le impurità, ha il potere di disconnettere anche l’anima più
consapevole. Fede e speranza sono le uniche armi che la possono neutralizzare. Ricor-
datelo, la paura è un trucco della mente, è fatta di fantasmi inconsistenti anche quando
sembrano reali. La paura è sempre più grande del pericolo che la suscita, è il suo male-
detto potere paralizzante che vi fa dimenticare il potere di un’anima connessa, che è in
grado di non temere nulla.
Impura e materiale come è, essa genera comportamenti esterni ed atteggiamenti interio-
ri che sprofondano l’uomo nella materia.
La paura è un equivoco, il più grosso equivoco in cui l’uomo può cadere, basta un Pa-
dre Nostro per non esserne travolti.

30
Con ciò non dico che sia possibile non provarla sulla terra, è connaturata all’uomo, è
sintomo e prova della sua caducità, ma sappiate che genera embrioni ed espressioni
complete di atti impuri ogni istante.
La conoscenza consapevole di voi stessi è la base da cui bisogna partire per sperare di
riuscire a non commetterne, ma, prima di controllare quelli che vanno all’esterno, vigi-
late sulle impurità che vi autoinfliggete.
Abbiate cura di voi stessi se volete aver cura degli altri. Riflettete sul potenziale impuro
del pensiero, voi credete che se esso non è seguito dal gesto materiale corrispondente si
perda e resti innocuo: come vi sbagliate.
Ogni pensiero distruttivo, colpevolizzante, prevaricante, giudicante, meschino, sa muo-
vere onde vibrazionali autonome dotate di energia propria che si propagano, toccano,
rimbalzano e generano di continuo atti impuri, magari a chilometri di distanza.
L’atmosfera della vostra terra è impregnata di simili onde e gli atti impuri non si conta-
no più. Per contro, ogni volta che un uomo cerca il silenzio della mente con la medita-
zione, o prega, o semplicemente piega con la volontà i suoi pensieri verso onde spiri-
tuali, verso ricerca di connessione, verso un buio gesto di fede, purifica, salva, correg-
ge, illumina.
Atto impuro è anche la sfiducia, tanto più grave quanto più chi la prova è consapevole.
Voi sapete che la consapevolezza sulla terra sembra follia. Perciò ricordate che chi è
consapevole può apparire con l’incoscienza del folle, ma ben conosce le sue protezioni,
le sue verità. Se si abbandona alla sfiducia, questo è atto impuro.
Gli atti impuri, come sono sempre stati intesi sulla terra, appartengono ai livelli più
gravi di inconsapevolezza, ma non sono certo i massimi per gravità. Sono ben peggiori
quelli interiori che li hanno generati e che sono pari ad altri interiori anche se non li ge-
nerano.
Dietro chi compie materialmente un atto impuro ci sono altri individui che ne portano
la responsabilità, anche se essi non hanno mai fatto niente. Sono le onde vibrazionali
negative di cui vi parlavo prima, spesso l’attore di atti impuri è aspirato nel loro vorti-
ce.
Collegate queste parole a non rubare, a non uccidere, uno è anche qui il filo conduttore
e conclusivo, una è la stessa potente energia di male.
Mettete in pratica gli antidoti contro le impurità generalizzate nel vostro mondo. Fate
qualcosa di volontario per neutralizzarle. Ormai sapete come, questa è coscienza collet-
tiva, questo è operare nell’uno.
Il vostro gesto consapevole, che può essere anche un pensiero, annulla un corrispon-
dente gesto inconsapevole, un corrispondente atto impuro.
Vi è più chiaro così, credo, il concetto di dualismo, il concetto di uno.
È come se io fossi tornato a darvi le tavole incise per voi e per quelli come voi, servi di
Dio nella gioia del suo apprendimento.
I comandamenti sono un messaggio esoterico come le parabole cristiche e quelle che vi
ho dato sono le loro chiavi interpretative.

C’è Cristo.
Le spine della mia corona sono i vostri pensieri, anche per voi sono spesso spine che vi
cingono la testa.
Vorrei riprendere il concetto di pensiero come antagonista dello spirito. È esso lo stru-
mento di libertà più potente dell’uomo, in sé ne costituisce la coscienza, quindi è ciò
che di più alto esista sulla terra.
31
Purtroppo è materia, materia se volete evoluta, ma pur sempre materia, materia psichi-
ca. Contenendo però una sua evoluzione, se è giustamente indirizzato, si può uniforma-
re alle voci dell’anima e, quindi, piegare allo spirito.
Il pensiero può prendere la mano solo agli uomini inconsapevoli che su di esso credono
di poter costruire la loro autonomia. In realtà, nella giusta percezione della realtà, essi
in esso si perdono.
È strumento comunque potente, capace di energia propria, capace di generare quelle
onde negative e positive di cui vi è stato parlato.
Quello che dovete sapere è che il pensiero è plastico. Quando si comprende questo, es-
so cessa di apparire un potente antagonista dell’anima. Voi potete plasmarlo, potete
abituarlo al bene, potete accudirlo e ottenere, così, un alleato dell’anima.
Questa è la connessione.
Quando il pensiero diventa cosciente di moti spirituali e vi si adagia, voi potete eserci-
tarlo a generare onde vibrazionali di bene, di compassione, di silenzio, di preghiera.
Questa è la consapevolezza.
Non è buttarlo via, è sublimare le sue formidabili capacità. Figlio della materia, esso ne
subisce i richiami: riconosceteli, disarmateli e informatelo sempre più di contenuti spi-
rituali. Usatelo come uno strumento, fatelo lavorare e lavorare bene, per voi e per il
mondo. Trasformate la corona di spine in aura di luce.
Quando questo processo consapevole è volontariamente incominciato, poi continua da
solo e voi diventate sempre più padroni del vostro strumento. Se gli analisti e gli psi-
chiatri fossero consapevoli, potrebbero ripulire la terra dal male.
Lavorate sul pensiero e poi col pensiero mettete i vostri mattoni di consapevolezza nel
buio di un mondo che è quasi solo razionale e quindi spiritualmente molto povero.
Create volontarie onde positive, sia generiche che mirate a precise situazioni negative.
Questo vale per il vostro soggettivo come per i mali più estesi e più generali, come le
guerre, come le violenze, come i furti e gli atti impuri. Pensate a voi stessi, ma pensate
anche all’umanità. Quando potete, mandate una meditazione, una preghiera, un gesto di
sacrificio personale all’uno che rappresentate.
Abituate il vostro pensiero all’idea della fratellanza, sembra così astratto e teorico, ma
le vostre anime contengono anche l’anima collettiva dell’umanità.
Morite a voi stessi, sacrificando quanto potete l’autonomia del vostro pensiero e sposta-
telo da voi a fuori di voi. Questo, credetemi, procura molta gioia e potenzia al massimo
la consapevolezza dell’uno.

………………………………………………………………………………………

Sacrificare l’autonomia del vostro pensiero significa non restare nelle reazioni e nel-
le considerazioni personali, anche se sono giuste e legittime, ma piegare il vostro pen-
siero e spingerlo a ricordare i contenuti spirituali che conosce per farlo uscire dai suoi
ristretti schemi materiali e dargli un respiro più ampio. Questo apparentemente vi toglie
la vostra autonomia terrena.
Facciamo degli esempi oggettivi.
Capita nel vostro contesto sociale un qualsiasi fatto che scatena gli opinionisti. La vo-
stra mente d’istinto sceglie e dà un giudizio. Fin qui è terra. Se sapete anche staccarvi
dal vostro giudizio e investire l’intera questione di spiritualità, osservandola in silenzio,
riconoscendone i tratti negativi e neutralizzandoli con volontari pensieri e gesti di con-
sapevolezza, create quelle famose onde positive che vi sembrano così improbabili.
32
Così, nel caso soggettivo in cui qualcuno vi offende e voi avete ragione, non precipita-
tevi a raccontarlo, a cercare alleati, a preparare una reazione difensiva articolata. Que-
sto è ancora terra. Ascoltate in silenzio la vostra ferita, informate i pensieri facendo lo-
ro ricordare ciò che sapete su furti, atti impuri, consapevolezza, accettazione e state a
controllare che questa offesa ricevuta non dia il via ad un’offesa di ritorno. Così facen-
do vi sembrerà forse di perdere autonomia, ma state creando volontariamente onde vi-
brazionali di bene.
Quando pensate, cioè quando vivete, tenete d’occhio anche i pensieri più automatici,
più semplici e più comuni. Anche da questi si può cominciare ad inviare onde positive,
se sono pensieri marcati dalla consapevolezza.
Se siete nervosi, rabbiosi, infelici, interrompete volontariamente il flusso dei vostri
pensieri e volontariamente spostateli su altro, sul contenuto di un messaggio, su un dia-
logo costruttivo con altri, su una preghiera, ma tenendo ben presente che lo state facen-
do e motivandolo fortemente. In questo modo il pensiero diventa spirituale e voi vi col-
legate sempre più consapevolmente al resto dell’umanità, perché questi sono gesti
d’amore.

Adesso c’è Moses.


Non avrai altro Dio all’infuori di me.
Sembra imperativo ed assoluto, ma non necessariamente si riferisce ad altre divinità.
Specie per l’uomo moderno, intende gli ideali materiali ai quali spesso egli dedica
l’intera vita. Anche gli atei sono i più fanatici praticanti dei loro personali culti, si de-
dicano con vera e propria devozione ad interessi anche intellettualmente altissimi, ma
non sanno vedere il nulla finale in cui confluisce la loro energia.
Un rapporto con il divino sulla terra, anche quello più inconsapevole, comporta un ri-
dimensionamento delle priorità. Chi lo vive da inconsapevole ribalta di poco le certezze
della terra, lo fa occasionalmente, perlopiù quando è toccato in prima persona. Chi ha
scelto e vive la consapevolezza capisce che cosa intende Dio quando dice “non avrai
nulla all’infuori di me”. È vivere dentro e portare fuori la propria connessione, è farne
un sistema di vita, è capovolgere chi si è sempre stati prima.
Non è una severa ammonizione, bensì una constatazione. Dio riempie totalmente e non
c’è forza umana che può sperare di opporsi. Siatene consapevoli, ricordate Paolo. La
terra cercherà di contrastare lo spirito, ma più vi opponete ai richiami dello spirito e
peggio state sulla terra.
Alzate sempre più il vostro tiro, quando vi sembra di essere nella giusta prospettiva an-
date ancora oltre, ancora più in alto C’è sempre un oltre, non c’è limite alla crescita,
non sedetevi mai, ogni cosa capìta ne contiene altre più alte che si capiranno vivendo
l’esperienza di avere appreso la prima. La conoscenza è senza fine, anche ogni uomo
sulla terra ne può contenere sempre di più, sempre di più in un moltiplicarsi infinito che
dilata l’anima.
L’esperienza di Dio abbassa ed esclude tutte le altre esperienze, perciò questo e solo
questo significa “non avrai altro Dio all’infuori di me”.
Rifletteteci, questo non difficile da sentire. Al contrario, la valle di lacrime è la raffigu-
razione metaforica del karma vissuto senza consapevolezza e l’invocazione miope ad
un Dio non vissuto, ma sentito solo come un’abitudine teorica.

33
Cucite sempre tutto insieme.

Onora il padre e la madre è concetto frainteso sulla terra. Non si tratta di ubbi-
dienza necessariamente passiva, né di obbligata assoluzione solo perché essi sono geni-
tori. Essi, come voi, hanno scelto.
Se tutti siete inconsapevoli sulla terra, questo comandamento esorta i figli al rispetto e
all’assistenza dei genitori in età avanzata.
Se una sola delle due parti è consapevole, ha il dovere di uniformare il suo comporta-
mento verso l’altra. Se il figlio è consapevole, ricordi che il tipo di assistenza che deve
al genitore è spirituale oltre che pratico. Ricordi le convergenze delle rispettive scelte
karmiche, riconosca al genitore il ruolo di attore, se non maestro, nello svolgimento
della propria. Ricordi di contrastare con le proprie connessioni spirituali eventuali ne-
gatività inconsapevoli del o dei genitori e assista, con il massimo delle sue motivazioni
consapevoli, il loro passaggio nella morte.
A volte consapevolezza è solo intenzione.
La fratellanza, l’uno, comincia dai genitori. Chi sceglie con un’anima un simile rappor-
to così stretto sulla terra, ha con quell’anima connessioni spirituali ed affinità altrettan-
to strette e scegliere di incarnarsi insieme in questi ruoli è sempre una scelta d’amore,
anche quando sulla terra si rivela un rapporto conflittuale.
Perciò “onora il padre e la madre” significa onora questa scelta d’amore e non dimenti-
cartene.
Chiunque siano tuo padre e tua madre, tu pensa loro come anime affini alla tua che, per
amore, ti hanno voluto accanto sulla terra, tanto quanto tu hai voluto loro, per aiutarvi a
vicenda a svolgere al meglio un cammino prescritto dall’evoluzione.
Andare contro questa memoria è in parte vanificare il percorso.
Se tutti siamo uno, ricordate che con i genitori questo uno è già uno prima ancora di
cominciare a sperimentarlo.
L’amore, in questo caso, è connotato di divino più d’ogni altra manifestazione d’amore
che conoscete e questo vale anche nel caso terreno, in quest’ottica non rilevante, in cui
i genitori sembrano non amare i figli.
Non è facile per la mente, cercate di ascoltare l’anima.
La comprensione di questo messaggio è di capitale importanza sulla terra, perché apre
l’anima all’amore universale. Ricordate, il piccolo contiene il grande.

C’è Moses.

Non desiderare la roba d’altri e non desiderare la donna d’altri sembrano con-
cetti simili, ma la differenza sta tutta nel verbo desiderare.
Desiderare la roba d’altri è invidia, desiderare la donna d’altri e già prendere.
L’invidia non è furto materiale, è grave danno spirituale per chi la prova, non per chi ne
è l’oggetto. Colui che invidia compie atti impuri verso se stesso, impedisce alla sua
anima la compassione e la fratellanza, fa regredire la coscienza collettiva.

34
L’invidia è meschinità spirituale, è pochezza, è materialismo anche quando di una altro
si desiderano astrazioni come fortuna, benessere, popolarità. Nel momento in cui
all’invidia semplice si sovrappone l’augurio di male, si entra nel furto e addirittura
nell’omicidio o tentato omicidio spirituale.
L’invidia è uno dei più spessi pensieri negativi che avvolgono la terra, perché non è
quasi mai peccato occasionale, bensì è quasi sempre cronica.
Sappiate contrastarla volontariamente con la compassione. Un solo gesto o pensiero di
compassione autentica, reale, spirituale, non terrena, può annullare e vanificare intere
reincarnazioni di invidia. Essa è karma umano molto comune, ma anche facilmente
contrastabile da dosi anche modeste di consapevolezza.

Non desiderare la donna d’altri.


Rinunciare, per sterile adesione a principi non compresi, alla spinta dell’anima verso
un’altra anima è ostacolare, con un cieco arbitrio, un’occasione spirituale che spesso in
una incarnazione è irripetibile.
I vostri capricci terreni sono altro da questo, anche se spesso chi vive numerose infa-
tuazioni ha paura di ascoltare l’anima.
Quando il richiamo è forte, non contano i legami terreni. Le modalità di accettazione o
di rinuncia sono infinite, ma spiritualmente chi vive questo richiamo consapevolmente
è già intimamente legato all’altro e quelle due anime si sono già prese.
Questo nulla ha a che vedere con lo svolgimento terreno delle vostre umane sentimen-
tali vicende, che dipendono dal karma personale.
Vi ho detto una lettura di massima, non un esame particolare dei casi.
In questo senso desiderare è già prendere e, in questo caso, prendere non è possesso.
Non dimenticate che la dimensione reale e necessaria dell’anima è l’amore, spesso, an-
che se non in tutte le incarnazioni, l’amore per un’altra anima, che sulla terra altro non
è se non una nostalgia spirituale.

CAPITOLO X

C’è Giovanni.
Voglio parlare di qualcosa che vi è stato più volte ripetuto, ma mai approfondito, E’ il
concetto di gioia.
Sapete che essa è la dimensione naturale dell’anima. Non è legata alla gioia terrena,
questa vi avvicina come tipologia di sentire, ma è sempre superficiale, mai profonda.
La profondità della gioia spirituale è tale che essa può benissimo convivere con stati
d’animo terreni di infelicità.
La gioia spirituale è fatta di conquiste che sulla terra quasi sempre sono inconsapevoli e
spesso coincidono con quello che voi chiamate difficoltà. Perciò cercate di stare nella
certezza indimostrabile di una gioia costante e cercate di ricordarla ai vostri mutevoli
stati d’animo.
Anche questo è lavoro di consapevolezza, distoglietevi con la volontà dai tanti dolori
inutili che così spesso vi provocate sulla terra.
Quando vi dico “state nella gioia”, vi dico cosa molto difficile per voi. Consapevol-
mente farlo è uno dei bui atti di fede di cui abbiamo parlato.

35
Qui c’è uno stacco netto fra la materia e lo spirito, stare nella gioia è scelta volontaria e
poco sorretta da sensazioni spirituali. E’ sempre più difficile tenere acceso il sorriso in-
teriore.
Provateci, non sono appagamenti riscontrabili sulla terra, ma sono passi evolutivi fon-
damentali. Non sottovalutate questa indicazione, non è un discorso né astratto, né teori-
co.
In tutti gli apprendimenti vi sono ogni tanto delle strettoie da superare per andare avanti
e continuare a comprendere. Questo accettare il concetto di gioia spirituale e lo sforzo
consapevole di adattare ad esso la mente è una di queste strettoie.
Voi siete bravissimi sulla terra a ostacolare ciò che per l’anima è abituale dimora.

C’è ancora Giovanni.


L’apostolato è una esperienza che nella sua sostanza non cambia con il cambiare dei
tempi. È riconoscere una voce che ti chiama e sentire che fino a quel momento tu non
hai fatto altro che aspettarla.
E’ dire un sì che non conosce alternative, senza riserve, spesso con cedimenti di debo-
lezza.
Tanti di voi sulla terra hanno creduto di seguire un maestro al quale, secondo
l’ideologia del momento, hanno attribuito una spiritualità che non aveva. Tanti sono
sempre stati i falsi profeti. Molti di essi sono restati semianonimi, altri hanno raggiunto
una notevole risonanza.

La vostra gente, gli uomini del 2000, cercano guide senza avere chiare le motivazioni
della ricerca.
Sono qui a dirvi che cosa essa è. Motore inarrestabile dell’evoluzione, spinta che non si
può fermare, la ricerca autentica ha segni che la distinguono dai suoi surrogati. Nessu-
no può decidere di cominciarla, non è mai un atteggiamento, spesso è accompagnata da
un travaglio emotivo che sembra precederla, mentre in realtà già ne fa parte.
Chi cerca risposte spesso a lungo non sa di cercarle, spesso si nega l’adesione cosciente
a contenuti che la sua mente non può catalogare, spesso capisce di essere su questo
cammino dopo essersi già incamminato.
Non crediate che la ricerca spirituale sia sempre però travagliata: quando la mente ac-
cetta di piegarsi all’irrazionale, anch’essa può conoscere appagamenti infiniti. Chi sta
veramente cercando cresce in consapevolezza e rifugge dai proclami e dai gesti vistosi,
sa intimamente che la ricerca è un fatto profondo che modifica dentro prima che fuori.
Sarà il karma personale a esteriorizzare più o meno gli esiti di una continua ricerca.
Francesco da Assisi e molti altri hanno lasciato tutto, altri ancora non hanno modificato
per nulla il corso della loro vita, ma non per questo non sono sinceri. Chi è in cammino
conosce crisi e soste, ma anche la pace interiore. Sa che il suo è un lavoro ininterrotto
che, d’altronde, non potrebbe interrompere, sa che il vero maestro è la voce della sua
anima, sa che è uno e individuo e, prima di avere cosciente la consapevolezza spiritua-
le, è in ogni caso individuo che non commette abusi.
Non fidatevi di chi medita ma non conosce e non vuole il silenzio, non giudicate solo
da ciò che si vede. La ricerca spirituale non dà sempre riscontri visibili. Voi pensate al-
la vostra e ascoltate ciò che l’anima vi suggerisce prima di etichettare gli altri.
Non diffondete opinioni negative, per quanto sinceri siate vengono sempre fraintese.
Siate sempre disponibili all’ascolto ed all’osservazione, ma molto discreti.

36
Anche se nel vostro mondo oggi si usa, la ricerca spirituale non è scelta con mezzi
umani.
Chi comincia questo cammino lo fa perché ha scelto una incarnazione di consapevolez-
za e la sua ricerca avrà i segni distintivi di cui vi ho parlato.
Chi gioca a fare il ricercatore, chi ripete concetti mal compresi, chi si dedica a pratiche
ripescate dal passato e se ne sente padrone senza conoscerne il significato, chi fa di tut-
to questo una mostra, segue una moda e nulla più.
Non è necessario esibire in un pubblico la preghiera. Se volete meditare, che poi è stare
connessi, fatelo in solitudine, senza controllare chi medita meglio di voi.
Il vero cammino di ricerca è segreto, solitario e misterioso. Chi c’è dentro non sa par-
larne, osserva e cresce, osserva e prega, osserva e dà.
Non perdete tempo a guardare i cammini degli altri, curate il vostro e cercate di non
renderlo vano. Chi ne è consapevole sa che l’impegno dell’osservazione e lo sforzo
evolutivo divengono obbligo costante dell’anima sul pensiero.
Per camminare nella vostra ricerca ricordate tutto ciò che vi abbiamo detto. Ogni mes-
saggio è per voi insieme risposta e ricerca, approdo e partenza, sosta meditativa e mo-
tore di vita per piegare meglio il pensiero.
L’anima sa, ma la mente deve imparare.

La meditazione e la preghiera muovono vibrazioni diverse.


Nella meditazione il rapporto è mente/anima, nella preghiera il rapporto è anima/Dio.
Sono entrambi gesti volontari, ma il secondo crea connessione, la alimenta, la nutre, la
sostiene.
Un’anima consapevole, prima o poi arriva alla meditazione, ma non può stare senza
preghiera.
Accanto alle preghiere che si recitano c’è la preghiera di una vita consapevole, la pre-
ghiera fatta di attimi, detta con l’anima nel rumore, il grazie, come la richiesta di aiuto,
il silenzioso dialogo che non ha bisogno di chiese.
Parlateci, noi vi ascoltiamo, nessuna delle vostre parole non arriva. Hanno particolare
rilievo le richieste di aiuto che fate per gli altri. Le strade con cui questo aiuto arriva
non sono per voi visibili. Sappiate che nulla resta inascoltato.
Preghiera e meditazione sono energie diverse ma complementari, possono esistere una
senza l’altra, ma insieme sono le guardie del corpo dell’anima, i suoi tutori sulla terra.
Potete attuare questi cambiamenti esistenziali senza che la vostra vita esteriore ne ri-
senta affatto, ma essi operano impercettibili condizionamenti in chi vive intorno a voi.
Nel vostro momento storico, più che in altri, un problema spirituale è l’ego collettivo
dell’umanità. Per questa ragione cerchiamo di insegnarvi a trasmettere onde vibrazio-
nali spirituali anonime, per questo il lavoro di chi è consapevole è silenzioso, segreto e
potente.
So che vi è ostico comprendere come si possa aiutare la coscienza di un singolo o col-
lettiva senza esteriormente dire o dare o fare.
Non potete valutare a fondo l’impatto di un pensiero consapevolmente illuminato
dall’anima sulle onde negative che vi circondano.
Un ruolo di predicazione oggi sarebbe tanto inutile quanto pericoloso per chi predica e
per chi ascolta. Ciò che vi indichiamo di fare, se preso nella sua fondamentale sostanza,
è più difficile e più impegnativo.
Il silenzio di tante voci consapevoli è più forte del rumore di una.

37
Vi devo parlare del concetto di salvezza.
È abusato sulla terra, nelle chiese se ne parla troppo e a sproposito. Salvezza significa
percezione della realtà spirituale. Salvezza non viene data da Dio contrapposta a dan-
nazione. Sono entrambe astrazioni figurative della mente umana che continuano a resi-
stere nel tempo.
Dio ha dato ad ogni entità creata la sostanza spirituale che contiene la possibilità di sal-
varsi dalla materia, cioè di superarla.
Non ci sono anime privilegiate e anime più sfortunate. La salvezza o la non salvezza
non dipendono più da Dio, ma all’uso che l’entità decide di fare della sua sostanza spi-
rituale nel momento in cui sceglie il suo karma.
Mi accorgo che sul karma avete le idee confuse. È importante chiarirvele.
Karma è un programma, è un progetto di cammino, non è il cammino effettivamente
portato a termine. Non è quasi mai possibile che il karma deciso da un’entità disincar-
nata coincida in tutto con il tragitto che l’entità incarnata percorrerà poi nella materia.
Il libero arbitrio proprio ed altrui, il peso della materia, che prima di scendere si tende
sempre a sottovalutare e l’ottimismo e l’entusiasmo di chi vuole tornare perché vede
ciò che gli manca, ma lo vede con occhi spirituali, sono fattori che complicano sulla
terra lo svolgimento di ogni karma.
Perciò vi dico che karma è programma, non solo, ma, aggiungo, programma ambizioso.
Prima ritornare sulla terra, scelto il karma, l’entità si munisce degli strumenti necessari
alla sua realizzazione e solo a questa. Non c’è ricordo delle altre vite, non ci sono espe-
rienze passate che possono servire. In questo senso non c’è progresso nelle incarnazio-
ni.
Per l’anima disincarnata, quando controlla il suo livello evolutivo, è chiaro che ogni vi-
ta in più è un progresso a prescindere dal karma scelto, perché ogni vita in più è espe-
rienza, dunque è conoscenza.
L’oblio sulla terra è necessario perché l’anima incarnata possa assolvere il suo karma
senza indicazioni e suggerimenti che lo renderebbero vano.
Torniamo al concetto di salvezza.
Capite ora che salvezza significa programma, cioè karma, il più rispettato possibile.
Non ha nulla a che vedere con concetti di merito o premio. Un karma negativo portato
a termine senza deviazioni conduce certamente alla salvezza.
Ogni karma è unico finché non lo si è esaurito e, per esaurirlo, possono esser necessarie
molte incarnazioni.
Un karma non corrisponde quasi mai ad un unica vita, ma a più vite.
Il bilancio lo fa l’anima sulla base della conoscenza che ogni karma concluso le appor-
ta.
Non ha senso parlare di progresso nelle incarnazioni, perché possono essere necessarie
moltissime incarnazioni per concludere lo stesso karma. Se l’esperienza fatta in una vi-
ta non è bastata a risolverlo, nulla vieta a quell’entità di riprovarci scegliendo un’altra
incarnazione con esperienze tutte diverse dalla precedente, non migliori né peggiori,
solo diverse e finalizzate allo stesso scopo.
Un’entità non può scegliere di reincarnarsi in un’epoca antecedente quella della sua ul-
tima incarnazione. Il tempo non esiste per noi, ma esiste nella materia: quando
un’anima si incarna accetta di sottostare alle regole della materia, quindi anche alla
successione cronologica del tempo umano.

38
La scelta di un karma da parte di un’entità è il momento di massima consapevolezza.
L’anima sa che cosa ha e che cosa le manca, ma tutto solo in termini evolutivi in ambi-
to spirituale, senza alcuna possibilità di autoingannarsi sulla realtà del suo bilancio.
Spesso nella scelta è sorretta è guidata da altre entità sorelle, che mantengono la con-
nessione o incarnandosi insieme a lei nell’arco di una stessa esistenza, o dando un co-
stante aiuto dall’oltre.
La conquista karmica è un salto evolutivo automatico che si può fare dopo una serie di
incarnazioni con prove karmiche dalle quali si è usciti vittoriosi. È la possibilità di sce-
gliere una successiva incarnazione nella quale la consapevolezza e gli aiuti sono tali da
garantire un balzo evolutivo nel successivo bilancio spirituale di quell’entità, che può
salire nel livello della sua conoscenza.
Il balzo evolutivo può corrispondere anche ad una vita in cui gli aiuti di cui parlavo
prima ci sono per l’anima, non necessariamente anche per la mente, per cui si può trat-
tare di una esistenza obiettivamente per certi versi più difficile delle precedenti, dopo la
quale il salto evolutivo nella conoscenza è però garantito.
Il concetto di karma appare essere stato solo appannaggio delle culture orientali, ma in
materia spirituale non esistono suddivisioni, né culturali, né di religione.
Il concetto di karma è manifesto sulla terra con mille diverse denominazioni da quando
l’uomo è stato spinto dall’anima verso la ricerca delle sue origini spirituali.
L’occidente ha avuto il messaggio di Cristo e non l’ha ancora capito dopo 2000 anni.
Nel messaggio di Cristo c’è anche concetto di karma. Gli uomini l’hanno afferrato per
un attimo, ma hanno continuato a dimenticarlo, a perderlo e ritrovarlo in diversi mo-
menti storici ed in diverse realtà geografiche.

Vi spiegherò che cosa significa la gloria di Dio.


Glorificarlo è onorare la sostanza spirituale in voi stessi e in ogni uomo. Questa so-
stanza è di per sé gloriosa, creativa, onnisciente, onnipotente, contiene tutti gli attributi
del divino. In voi tutti c’è, come c’è in ogni cosa creata.
La vostra consapevolezza la anima e fa diventare questi attributi da potenziali in at-
to. Non cercate di ignorare questo concetto, è l’estensione più esplicitata e accettata con
la consapevolezza di quanto vi è già stato detto a proposito dell’umiltà.
Nulla è più impossibile ad una sostanza spirituale che vive nella materia illuminata
dalla consapevolezza.
Siate consci di ciò che potete fare e ricordate che non farlo è esattamente omettere di
glorificare Dio, quindi è estremamente contraddittorio della preghiera.
Nulla nella conoscenza è mai concluso e questi argomenti non si esauriscono mai.
Incontrerete tanta gente che vi smuoverà approfondimenti e domande e più crescerete
più vi sembrerà di non sapere. Porterete nelle vostre vite questa, che è la ricerca auten-
tica, ricerca che dà e dando trova le risposte che muovono altre domande e altro dare.
Dietro questa ricerca c’è l’amore nostro per voi e vostro per noi, per voi stessi e per il
mondo, l’amore inspiegabile dell’uno, la gloria di Dio.

Parleremo di ciò che per voi, sulla terra, è l’amicizia.


Anche qui giocano affinità animiche e scelte karmiche, ma in questo caso il peso
della materia ha più agio di farsi sentire e il libero arbitrio si muove con minori vincoli,
perché essa crea meno scrupolo morale e può facilmente sciogliersi e riannodarsi altro-
ve.

39
Parlo degli infiniti rapporti terreni che voi vivete temporaneamente, che si accendo-
no senza echi e se ne vanno senza emozioni.
Ve ne parlo perché ci prestiate attenzione.
Nella logica dell’anima non contano i sentimenti forti. Ricordate ogni persona con
cui avete a che fare, anche in modo non particolarmente significante.
Andate sempre oltre, anche nei contatti di un attimo c’è una ragione. Non classifica-
te i veri amici, non classificate i conoscenti, tutti, ma proprio tutti, sono importanti per
l’anima.
Se vi guardate indietro, di quelli che avete perso per strada la vostra umana memoria
ne ricorderà solo qualcuno, ma state certi che ogni persona da voi incontrata ha lasciato
un’impronta sul vostro cammino. Di ognuna di queste orme renderete conto a voi stes-
si, perciò da qui in poi siatene consapevoli, apritevi al dare e al ricevere senza selezio-
nare troppo con gli schemi della terra.
Tante volte si aprono finestre sui muri. Non inibite con un pensiero negativo una si-
tuazione che, come tutte le vostre situazioni, non è ferma.
Il Karma è fatto di linee essenziali e dominanti che tracciano il profilo di una vita e
di una rete sottilissima di fidi da riannodare.
Non c’è mai in nessun karma una battaglia sola. Ci può essere una grande guerra e
tante trattative di pace su guerre passate, come tante piccole battaglie, come ancora sol-
tanto riposo con pochi cimenti.
Anche la vita esteriormente più semplice ed invidiabile può essere un grande cimen-
to per l’anima, così come l’anima può passare con grande facilità attraverso prove che
sulla terra vengono giudicate atroci ed insuperabili.
Non state nemmeno a provare a pensarci, state nella vostra consapevolezza e vivete
centrati nello spirito.

Cristo ha non poteva essere lo stesso con tutti. Lui ascolta sempre e sempre ri-
sponde.
Noi non avremmo potuto continuare senza di lui se così non fosse stato fin da allora.
Lui non c’era ma c’era, c’era come adesso c’è per chiunque lo cerca. Cercate la sua pa-
rola e troverete molto di più di quello che è scritto, chiedetegli spiegazioni dove non
capite, vi arriveranno dall’anima connessa con lui intuizioni di verità che sono risposte.
Il Maestro dice molto di più di quello che gli uomini ritengono che abbia detto. Egli
è ancora fra voi a morire e rinascere ad ogni vostra morte e rinascita spirituale e, quan-
do qualcuno trova la strada, ebbene questa è la resurrezione, lui ancora e sempre risor-
ge accanto voi ed insieme siete uno in un coro di gloria.
Accostarsi ai Vangeli, cioè alla conoscenza ed alla comprensione di Cristo, compor-
ta una scelta di esistenza particolare.
Cristo va controcorrente, Cristo spezza gli schemi comodi, Cristo scuote le coscien-
ze.
Vi troverete a fare i conti con vostre radicate convinzioni, anche di bene, che non vi
convincono più, né tanto meno vi appagano.
Metterete in discussione pensieri e comportamenti che prima vi sarebbero sembrati
indenni da qualsiasi esame e vi avrebbero fatto dormire il sonno tranquillo
dell’inconsapevolezza.
Ora avrete pochi sonni tranquilli. Cristo è di per sé evolutivo, non c’è mai un punto
cui sentirsi arrivati, c’è una spinta continua, una continua tensione all’alto, allo spirito,
all’evoluzione.
40
In questo non c’è riposo, ma questa non è fatica. Chi sa, chi ha penetrato i misteri,
chi continua a crescere in questa prospettiva avverte in sé una sensazione di forza inte-
riore invincibile. Questo è il suo supporto, una convinzione che non vacilla, un innamo-
ramento del suo concetto d’amore che non ci permette più di tornare indietro.
La scoperta di Cristo in voi, l’uno con lui, è esperienza che capovolge sempre più
l’umano sentire.
Noi apostoli abbiamo avuto momenti di intima connessione con lui tali che il mondo
ci è parso contemporaneamente inaccettabile ed inevitabile e sentivamo dentro una pa-
ce e una forza che non riconoscevamo nostre.

*********

CAPITOLO XI

C’è Moses.
Sono a parlarvi delle dieci Sefiroth.3
La religione ebraica è arrivata vicinissima alla verità, ma anche gli uomini sapienti si
perdono nella sua attuazione sulla terra.
Prendete da me ciò che Dio ha dato agli uomini e che si è confuso nel tempo.
Dieci sono i gradini della scala che dalla terra riporta l’anima alla fonte. Il primo è il
giro delle reincarnazioni, tutti i contatti che l’anima ha con la materia, l’unico di cui
l’uomo ha conservato qualche memoria, l’unico che è oggetto di ricerca sulla terra,
l’unico che affascina e spinge gli uomini che hanno dimenticato di sapere anche il re-
sto.
Sul karma, sull’evoluzione, sulla consapevolezza, sulla connessione, che sono sostanza
di questo primo gradino, come lo sono tutti gli insegnamenti spirituali che servono agli
uomini per evolvere sulla terra, non mi soffermo perché già ne sapete.
Partiremo dal secondo gradino della scala, cioè dalla posizione che l’anima raggiunge
quando è in condizione di non dover più tornare ad incarnarsi né sulla terra, né altrove.
Parlo di assenza di materia.
Fate memoria nelle vostre menti di questo schema: lo riempiremo a poco a poco.
La seconda sephira, ovvero il secondo gradino, è lo stato dell’anima che si appresta so-
lo a salire, mentre il primo è una stazione cui si arriva e da cui si riparte più volte.
Col secondo si è definitivamente rientrati nel mondo dello spirito e cominciano qui i
compiti spirituali dell’anima e l’apprendimento della conoscenza.
La prima base di conoscenza riguarda la comprensione totale della sostanza dell’anima,
cioè degli attributi divini che la compongono. E’ la comprensione dell’uno indivisibile
e la percezione del divino in se stessi.
Questo singolo se stesso, questa anima che si trova qui, si percepisce come individuali-
tà distinta e derivata da tutte le sue incarnazioni. Quindi, in termini umani, si può defi-
nire un’unica e singola personalità, ma non sente questa sua individualità contradditto-
ria in nessun modo col tutto che contiene e che rappresenta.
Una prima chiave di conoscenza è data dalla penetrazione dei colori.

3
Trattasi dei dieci elementi che compongono l’albero della vita contenuto nella Cabalah, il testo esoterico
ebraico ricevuto da Moses sul Sinai unitamente ai dieci comandamenti.

41
Onde telepatiche di comunicazione corrono fra le anime che si interrogano e si rispon-
dono e i colori fanno parte di un movimento vibrazionale continuo che passa da
un’entità all’altra e contiene chiavi di verità e di apprendimento.
Il bianco e il nero offrono, mescolandosi e dividendosi, la chiave di comprensione di
tutti i dualismi nei quali l’umanità si dibatte, contengono le ragioni del male, annullano
i vuoti della conoscenza terrena, risolvono i vostri misteri.
Il rosso contiene l’energia che spinge le anime a reincarnarsi, è il motore
dell’evoluzione sulla terra, contiene le ragioni della consapevolezza e le chiavi interpre-
tative dei bilanci animici fra una vita e l’altra.
Il verde contiene le chiavi della connessione.
Il blu svela la conoscenza del dolore sulla terra.
Il giallo è incontrollabile spinta a salire.
Queste anime si immergono in una scia dinamica luminosa vibrazionale che contiene,
una per una e una per tutte riunite nella comprensione di un attimo, le risposte che han-
no cercato nel cammino della loro evoluzione terrena.
Vi dico questo perché il piano prevede un'ulteriore narrazione agli uo-
mini dei meccanismi divini che regolano l'evoluzione e la conoscenza
dell'anima, perché l'umanità sempre più sia consapevole e si acceleri il
processo di ricongiunzione al tutto in vista di nuovi cicli spirituali che lo
preparano.
Avevo lo stesso buio mentale vostro sul Sinai.
Andate avanti con l'energia spirituale che avete ricevuto dai messaggi
precedenti.

Continuiamo con la lettura esoterica dei colori.


La scienza riconduce, con la teoria del prisma, che scompone la luce, l’arcobaleno ad
un fenomeno ottico.
La natura è il campo materiale della realtà divina, perciò l’arcobaleno è la raffigurazio-
ne terrena del campo vibrazionale di colori in cui sono immerse le anime e da cui trag-
gono la conoscenza dell’insoluto per le menti.
Sulla terra le anime possono vivere la memoria spirituale del primo gradino e ricevere
barlumi di anticipazione preparatori all’apprendimento successivo della conoscenza.
Le tappe di questa conoscenza sono esclusivamente spirituali.

La terza sephira è già un salire con una base di conoscenza che ha spiegato tutte le
ragioni sulla terra.
Qui è spirito. Della materia non c’è più il ricordo. Qui si realizza l’esistenza di istanze
superiori, di agglomerati vibrazionali di anime sorelle ed affini che, nella loro alleanza
conoscitiva, possono attirare come calamite le anime sole.
Qui si comprende e si vive, per non perderla mai più, la non dicotomia uno/individuo.
Non esistono barriere fra le entità che sentono l’impulso di comunicare e di apprendere.
Sempre, la comunicazione è immediata, la conoscenza istantaneamente trasmessa ed
appresa e tutte queste Entità accorpate in uno tutto armonioso mantengono tuttavia per
sempre la loro identità individuale, che si conserva e si caratterizza nell’appartenenza al
tutto, nel riconoscimento dell’uno.
Salire gli altri gradini corrisponde ad un progressivo aumento di conoscenza. C’è chi dà
e chi riceve in un continuo e mutuo scambio che segna l’inizio dei cosiddetti compiti
spirituali.
42
L’istinto al dare e alla compassione è natura intrinseca delle anime che, come il pro-
gressivo aumento della loro conoscenza, divengono contemporaneamente consapevoli
e desiderose di annullarsi nella contemplazione del tutto e di adoperarsi per
l’evoluzione di chi da questo livello è ancora lontano.
Qui comincia la percezione degli spiriti bassi e si avverte il dolore di chi è lontano dalla
possibilità di conoscere.
Entità particolarmente evolute vanno e vengono in continuazione per aiutare chi deve
scegliere a fatica successive incarnazioni, o chi si dibatte in un karma difficile.
Non confondete esoterismo ed occultismo.
Nelle verità esoteriche l’unico occulto è il limite della mente.
Comparate quanto detto con i testi della Cabalah e troverete somiglianze evidenti. Tut-
to troverà il suo filo conduttore.
Ciò che ancora è mistero nei primi due gradini, diventa conoscenza nel terzo.
La consapevolezza degli attributi divini in noi conduce alla spinta di creare, all’impulso
di distribuirli.
Questo è il motore della condivisione delle anime, l’insopprimibile impulso a parteci-
pare ciò che si possiede, il dinamismo della compassione, l’anelito all’unità con tutti e
con ognuno, il movimento incontrollabile dell’amore.
Questo muove verso l’alto a conoscere e contemporaneamente verso il basso ad aiutare.
È lo stesso istinto divino che ha mosso Dio alla creazione. Lui è noi e percepirlo è spin-
ta all’interno verso di lui e all’esterno verso chi ne è lontano.
È la stessa spinta con manifestazioni diverse. In questo e in successivi gradini si estrin-
seca nell’impulso verso il basso, in ulteriori si muove verso l’alto.
Qui comincia l’assecondare l’impulso creativo alla compassione come essenza di cono-
scenza e riserva di conoscenza supplementare ed infinita.
Il primo compito di soccorso consapevole ad anime più in basso consiste nell’offrire la
sensazione di una corale presenza accompagnatoria nel primo doloroso istante di smar-
rimento che connota l’anima all’abbandono del corpo.
In questo gradino non si possono ancora offrire conforti di conoscenza, ma questa pre-
senza di connessione d’amore con chi giunge e non si sa ancora orientare è importan-
tissimo riferimento per chi ancora non si capacita di aver lasciato la materia.
Non ci sono compiti migliori o peggiori, solo la consapevolezza che, salendo, la condi-
visione della conoscenza è sempre più alta.
La conoscenza di questi strati è coperta da termini esoterici che soltanto gli iniziati
sanno decifrare.
Così i nomi delle Sefiroth coprono la realtà della conoscenza spirituale cui si riferisco-
no.
Questa conoscenza è patrimonio del divino in terra.
Non esistono realtà spirituali diverse o alternative. La verità è una e non può arrivare
smascherata.
Vi sto alzando per un attimo il velo che la copre. Fate voi in modo che questo attimo si
fermi nel vostro tempo per sempre.

Non abbiate paura di inoltrarvi in argomenti che sgomentano la vostra mente perchè
per essa rappresentano un territorio inesplorato, un enigma.
Io vi guido e vi indico ciò che siete in grado di assimilare.
Siamo al quarto.
Qui comincia la percezione ed immediatamente la lotta contro il male spirituale.
43
Oramai totalmente svincolate e libere anche del più piccolo retaggio di materia, le ani-
me qui percepiscono solo le vibrazioni spirituali e colgono quelle negative con la stessa
immediatezza con cui un orecchio allenato coglie una nota stonata.
Questo concetto che sto per darvi è nuovo ed arduo per voi, perché noi stessi vi abbia-
mo sempre negato l’esistenza di antagonisti di Dio.
È concetto per arrivare al quale è necessario avere percorso un certo tratto di cammino,
che dà all’anima la maturità spirituale e un certo grado di purezza necessarie e prepara-
torie all’alto livello di accettazione qui richiesto.
Esiste un concetto, a livello di pura idea, quindi vibrazionalmente potentissimo, di male
spirituale.
Ricordate ciò che vi è stato detto sul pensiero e sulle sue potenzialità negative.
Qui esso è, come l’anima, entità pura priva di materia. È intelligenza spirituale che
ostacola, o meglio, tenta di ostacolare, la legge, che pure l’aveva prevista, perché inevi-
tabile componente del bene in virtù del dualismo, senza il quale non è possibile la per-
cezione dell’uno come fondamentale, fondamentale elemento di conoscenza.
Non pensate alle raffigurazioni che la terra ha dato di tutto questo, non esistono angeli
ribelli, né angeli caduti. Esiste, come per il bene, l’estensione massima del male quando
esce dalla materia.
Cercate di capire come la materia non sia di per sé male, essa di per sé è solo un formi-
dabile limite.
Un’idea spirituale, nei suoi potenziali, sulla terra è contenuta, arginata, impedita alla
sua totale espansione: qui, nella composizione del dualismo, si combatte ad armi pari e
solo quando il tutto sarà ritornato al tutto il dualismo sarà annullato dalla conoscenza
collettiva e soggettiva di ogni anima e il male sarà sconfitto.
Siate certi di accettare l’idea di un male spirituale previsto da Dio senza umane ribel-
lioni, senza domande mentali, credendo senza riserve alla potente esistenza di una in-
telligenza animica, che a voi è dato di intuire, che sola è in grado di comprendere que-
ste dinamiche divine solo perché anche essa ne fa parte ed è fatta della stessa sostanza
di esse, quindi ne riconosce le divine motivazioni.
La conoscenza collettiva dell’umanità si sta alzando.
Oggi, contrapposti all’infinita maggioranza di spiriti inconsapevoli, esistono pochi, ma
più numerosi di un tempo e di altri tempi, spiriti in grado di afferrare e di accettare una
verità quasi nuda di simboli e di metafore.
Sono spiriti meno pavidi, interiormente preparati da altre infinite incarnazioni a scende-
re sulla terra già intimamente pronti a collaborare con noi alla nostra lotta evolutiva.
Non interpretate la parola “lotta” dandole i significati correnti della terra. Qui lotta è la
nostra essenza, è la ragione stessa dell’evoluzione e quindi la ragione stessa
dell’esistenza del tutto spirituale di cui facciamo parte. E’, in un certo senso, contempo-
raneamente cimento e felicità, è la consapevolezza assoluta del perché.
Voi siete giunti per capire e per partecipare. Vi dovrò passare inevitabilmente delle
immagini simboliche a cagione dei limiti in cui siete immersi, ma si tratterà di simboli
che coprono verità altissime che, grazie ad essi, vi saranno comprensibili, perché, nude,
esulano dal linguaggio umano.
Staremo a lungo su ogni per voi apparente contraddizione. Nulla è contraddittorio, nul-
la è ingannevole, nulla è deviante dalla verità dell’uno.

Lentamente provo ad avvicinarvi alla giusta percezione del significato e delle mo-
dalità della lotta spirituale al male.
44
Si tratta di vibrazioni sottili, concetto arduo da afferrare. Pensate ad un diapason con-
trapposto ad un gong. È lo scontro fra due intelligenze divine, paritarie nella potenza,
diversissime nelle intenzioni, ma entrambe assolutamente consapevoli della necessarie-
tà dell’altra e del cimento.
Non c’è, come sulla terra, l’ansia di vincere l’avversario, perché è nell’esistenza stessa
dell’avversario la ragione dell’evoluzione.
Torniamo all’immagine. Il gong è più facilmente udito, ha vibrazioni basse che riman-
dano alla materia, all’idea di materia, che non è di per sé il male, ma ne è l’ambiente
preferito.
Le percezioni delle vibrazioni basse sono con facilità ricevute sulla terra, spesso sono
addirittura facili ed allettanti perché sulla terra sono pochissime le orecchie che sanno
percepire il diapason.
Quindi, sulla terra, nel cimento, sembra prevalere il male. Qui si capovolge la situazio-
ne: qui le vibrazioni del gong sono grossolane rispetto alle vibrazioni sottili di schiere
di diapason. Sono figurazioni quelle che vi sto dando, solo immaginifiche figurazioni,
certamente non ci sono qui né gong né diapason, mi servono per trasmettere la cono-
scenza di una lotta diversissima dal vostro umano concetto di lotta. È la stessa verità
nelle sue due facce che si confronta e si affronta in un modo ancora, se volete, teorico.
Sono come due eserciti che si misurano prima dell’inizio delle battaglie. Le battaglie, il
corpo a corpo, gli scontri individuali e collettivi appartengono a livelli superiori.
Immaginate quasi delle gerarchie militari, dal soldato semplice al generale stratega. Ar-
riveremo per gradi.
Per ora cercate di capire il concetto di vibrazione, che sulla terra si dimensiona nel pic-
colo dei limiti della materia, configurandosi nelle onde del pensiero, nelle atmosfere
razionalmente inspiegabili, nelle situazioni che prendono la mano senza che poi nessu-
no riesca a ricondursi al perché sia successo, nelle intuizioni che folgorano e lasciano
senza fiato.

Per spiegare l’alto partiamo dal basso, cioè dal capire come ancora sulla terra, quin-
di immerse nei limiti, le due entità pensiero/anima si fronteggiano e si combattono.
Abbiamo detto che la terra è il campo più adatto a far sì che le vibrazioni basse siano
percepite, quindi il campo ideale perché il pensiero prevalga sull’anima.
Il sistema difensivo dell’anima più comune sulla terra ed inefficace solo in pochissimi
casi, per altro previsti, è quello che umanamente si può tradurre come meccanismo del
rimorso.
Nessuno potrebbe mai spiegare cosa accade in una mente, in vari gradi consapevole, o
inconsapevolmente votata ad una scelta karmica di male, quando questo stesso male da
lei scelto sembra, per brevi tratti o per lunghi periodi, sopraffarla con il rimorso, inac-
cettabile e non comprensibile per il pensiero. È il momentaneo prevalere del diapason
sul gong, è una vibrazione sottile che fracassa e stordisce l’udito di chi è abituato alle
frequenze basse e familiari. Questo è lo schema del meccanismo di base della lotta; un
sistema compatto viene incrinato da una vibrazione, immaginate un cristallo con una
crepa. Analogo alla vibrazione è il meccanismo della luce.
A volte, perfino sulla terra, il buio sembra quasi solido quando è fittissimo.
Immaginate una stanza totalmente buia in cui gli occhi di chi la abita vengono feriti da
una lama di sole. Qui il buio è squarciato senza preavvisi dal lampo di un colore che
contiene la verità.

45
Queste prime avvisaglie di lotta servono alle entità a prendere sempre più coscienza le
une delle altre e, come conseguenza, a radicarsi sempre più nella percezione dell’uno. È
l’eterno viaggio della consapevolezza nel suo tragitto ascensionale.
Vi ho dato immagini per chiarire le modalità della lotta vista da entrambe le parti. Che
vi sia chiaro che sono solo immagini. Il concetto spirituale da apprendere ed accettare
si divide in due, che sono comunque le due parti componenti di un uno: l’esistenza di
entità spirituali in lotta con altre entità spirituali, cioè la continuazione del dualismo
bene/male; e l’inevitabilità e, se riuscite a capirlo, in un certo senso la bellezza e la cau-
sa e l’effetto di questa lotta.
Sempre per gradi lo svolgeremo e arriverete a comprendere una logica creativa che non
può prescindere dal male e ad accettare la presenza di esso in tutte le infinite forme che
esso sa assumere.
L’umano sgomento è previsto.
Cercate di ricordare sempre gli insegnamenti di base, viveteli con crescente consape-
volezza e annoverate fra questi l’esortazione a stare nella gioia. È la base per capire tut-
to quello che può essere trasmesso sulla terra.
Nessuna prova è insuperabile.

Continuiamo ad usare i simboli e le immagini.


Opaco e trasparente e vi rimandano all’idea di scuro, senza vita e refrattario a riflettere
da una parte, quanto luminoso e rifrangente dall’altra.
Le vibrazioni sottili corrispondono al trasparente, quindi ognuna di esse riceve e molti-
plica tutte le altre.
Le vibrazioni basse sono opache, quindi ognuna si esaurisce in se stessa, perché, non
potendo riflettere le altre, non se ne può arricchire, né aumentare la sua potenza.
Questa è la prima debolezza dell’avversario che viene immediatamente individuata.
Un gong è sempre un gong solo, un diapason centuplica la sua vibrazione perché riflet-
te tutte le altre vibrazioni.
Fuori dalla metafora, il male è separazione, è allontanarsi da, è potenza isolata. Il bene
è la immensa coralità dell’uno.
Non pensate ad un fatto numerico, è un fatto sostanziale di limiti. Essendo così compat-
to, il male a volte può prevalere sulla leggerezza della reciproca libertà che affratella le
anime nell’uno. Tenete a mente il concetto di separazione, esso è l’essenza dello scopo
del male. Il tentativo più ambizioso fuori dalla materia è quello di incrinare l’uno, di in-
terromperne la continuità facendo leva sulla libertà dei singoli, non più come veicoli di
coesione, ma come convincente strumento di divisione.
Immaginate un branco di salmoni che risalgono la corrente e qualcuno di essi che torna
indietro perché il suo istinto è stato piegato da una forte e convincente pulsione che l’ha
spinto a differenziarsi.
Nel momento dell’illusione di stare scegliendo, il salmone è attratto dall’ipotesi di una
realtà nella quale potrebbe essere protagonista.
Gli argomenti del male sono sempre quasi assolutamente convincenti, perché possiedo-
no la logica ferrea di un pensiero fortemente evoluto fuori dai limiti materiali contrap-
posto ad un’anima che non ha logica, ma solo consapevolezza.
Non riferitevi alla consapevolezza solo sulla base dell’esperienza che di essa avete fatto
sulla terra, abbiamo già detto che la terra è il campo d’azione ideale per il pensiero.
Nonostante i limiti della materia, il pensiero è sulla terra lo strumento più potente degli
uomini se essi non sanno che è plastico.
46
Qui è, al contrario, il campo d’azione ideale della consapevolezza, che continua lo stes-
so lavoro, cominciato da pochi sulla terra, di piegarlo a istanze superiori alla logica.
Non smarritevi, vi sto solo dando un numero sempre maggiore di dati per ampliare il
panorama della vostra conoscenza.
Mano a mano che procederemo, dedurrete da soli che questi dati sono in realtà armi
che vi mettiamo in mano già sulla terra, armi, cioè strumenti di una lotta sempre più
consapevole.
Le concatenazioni saranno automatiche, saranno intuizioni permanenti, non è richiesto
nessuno sforzo di comprensione da parte vostra, solo fiducia e disponibilità.
Non sforzate la mente. In questo caso, diversi tipi di sconforto, che poggiano su ragioni
apparentemente convincenti, sono gong che vibrano attorno a voi.
Voi ricordate che io ho il mano un diapason.

*********

C’è Gustavo Rol.


Solo perché abbiate anche la mia esperienza, vengo a dirvi che la mia intuizione sulla
analogia del colore e della nota è stata la percezione delle vibrazioni sottili contrappo-
ste a quelle basse di cui siete stati informati e che il mio turbamento derivava allora
dall’avere intuito la presenza e l’inevitabilità del male e dall’aver dovuto cominciare a
vivere facendo i conti con qualcosa di indefinito che mi ostacolava.
Il colore e la nota sono come il gong e il diapason, solo simboli che mi sono stati man-
dati sotto forma di intuizione perché mi avvicinassi a quella verità.
Anche qui, se posso suggerire, conta molto l’indifferenza, il tirare diritto senza dare
importanza; ignorare o restare indifferenti davanti a fenomeni eclatanti corrisponde a
renderli poco eclatanti.

C’è Einstein.
Seppure in termini scientifici, la scoperta dell’atomo e l’essere costretti dalle leggi della
terra ad usare questa scoperta in una direzione distruttiva è la stessa cosa ed è stato un
modo indiretto per costringere l’umanità a sperimentarlo e poi a tenerlo sotto controllo.
La scoperta dell’atomo equivale al lampo intuitivo della possibilità di scomporre la
materia e quindi di percepire irreale ciò che era sempre sembrato reale.
La realtà unica e vera sembra irreale tanto quanto l’irrealtà non è illusione né follia.
Aufwiedersen.

C’è Gandhi.
La mia scelta della non violenza è esattamente il corrispettivo del concetto di indiffe-
renza di cui vi parla Rol.
Chi ha percepito l’esistenza del male come istanza spirituale arriverà sempre a capire
che questa è l’arma più idonea per contrastarlo.
È la vibrazione sottile che incrina il grattacielo imponente e solido, ma fatto di cristallo.

C’è Moses.
Vi abbiamo voluto mandare le voci di qualcuno che sulla terra aveva capito.
47
Combattete con le loro stesse armi, unite la consapevolezza all’indifferenza che contie-
ne la massima attenzione. Oggi è più urgente di allora perché si avvicina il momento in
cui la consapevolezza di pochi contrasterà la vittoria di un male entrato in molti.

Nel quinto gradino si trovano le anime che assistono, solo con interventi spirituali,
illeggibili sulla terra, chi ha compreso questa verità.
La loro azione non è diversa nelle sue due forme di aiuto sulla terra e di intervento qui.
È il vibrare dello stesso diapason che viene colto solo dalla consapevolezza.
È grazie a questo tipo di intervento che le anime vibrano e alcune di esse possono arri-
vare qui.
Non si tratta più di aiuti simili al vostro umano concetto di aiuto, sono presenze fonda-
mentali e numerosissime sulla terra, ma totalmente impercettibili ai vostri umani sensi.
Le presenze invisibili ed impercettibili di cui vi ho parlato accennando al quinto gradi-
no sono deputate a sorreggere le anime incarnate inconsapevoli e quelle in diversi gradi
consapevoli nei loro momenti di smarrimento.
Restano impercepite, ma vi dico che il loro è compito fondamentale nello snodarsi
dell’aiuto spirituale sulla terra.
Questi invisibili aiuti contrastano il male in modi per voi incomprensibili, ne minano il
tessuto connettivo, vanno ad indebolire il suo impatto sulla terra.
Voi non ve ne accorgete, ma il male accusa i suoi colpi.
È come se la terra potesse contare su di un impalpabile filtro che impedisce uno scate-
narsi di negatività che non può opporsi a queste forze spirituali contenitive.
Sono energie sottili, che vibrano in continuazione, a prescindere dal fatto che siano
percepite, ma senza di esse ogni forma di male sulla terra sarebbe infinitamente più po-
tente e più grave.
Queste entità vanno e vengono di continuo e di continuo si alternano per far sì che la
terra non ne risulti mai priva.
Chi è informato della loro presenza si uniforma al loro lavoro con i pensieri e le azioni
di fratellanza consapevole che non hanno mai né riscontri, né ritorni.
La terra non è mai abbandonata alla mercé del male, anche se in essa, come già sapete,
il male è molto più evidente.
Per farvi un esempio, esse, cioè queste Entità, non hanno il compito di impedirlo,
semmai di arginarlo entro limiti nei quali, a seconda dei singoli karma, diventa possibi-
le stare o invertire la rotta.
Sono queste verità indimostrabili, ma, credetemi, indiscutibili. Anche questa è cono-
scenza.
Queste Entità contrastano il male anche qui.
Sono piani di lotta diversi, ciò che per voi è invisibile sofferenza indecifrabile qui di-
venta evidente e più facile da colpire.
Le stesse vibrazioni pesanti che con tanta apparente facilità operano sulla terra anche
qui hanno lo stesso scopo separativo.
A differenza degli uomini, qui le anime possiedono un livello acquisito di consapevo-
lezza che fa loro intuire come la compattezza della conoscenza dell’uno sia la prima
arma del bene da contrapporre. Unità contro separazione.
Visualizzate un enorme tappeto persiano in cui ogni singolo filo è talmente intrecciato
con gli altri nel formare complessi disegni che chi provasse a scucirlo potrebbe al mas-
simo solo tagliarlo, non certo scomporre il disegno.

48
Così qui le entità sono riunite in nuclei di fratellanza indivisibile che continuamente si
aggregano con altri nuclei in una continua mobilità creativa d’amore che confonde le
forze che cercano di scindere questi nuclei.
Vi do altre figurazioni.
Il tappeto subisce gli attacchi di forbici, di lame, di tarme. I buchi in esso sono sempre
provvisori, mani invisibili ricuciono, il disegno resta intatto anche quando in esso ap-
paiono squarci.
Qui non esistono più evoluzioni personali o compiti soggettivi, qui tutto è corale, la
consapevolezza dell’uno è comune e queste entità contrappongono le loro conquiste
evolutive a forze spirituali intelligenti, ma singole, che tentano di insinuare incertezza,
ombra, dubbio.
Il male è entità unica che lavora servendosi di singole entità, il bene è l’uno di Dio con
noi e con voi.
Non esiste qui niente altro che la percezione di due volontà e la loro silenziosa lotta. E’
un’atmosfera, è conoscenza, è percezione, è consapevolezza.
Non figuratevi battaglie, vittorie, feriti, siamo in un clima solo vibrazionale, dove la
conoscenza di ciò che avviene è consapevolezza, è forza interiore, è gioia spirituale
profonda.
Qui non è possibile conoscere cedimenti, siamo sorretti da tutti gli altri, dallo stesso
scopo che è dinamico e contiene le energie dell’uno e ce ne mostra le modalità e le ra-
gioni.
Sulla terra, come vi ho già detto, questo lavoro trova maggiori ostacoli, ma la consape-
volezza di queste entità è identica, è unica, come identico è il loro slancio aggregante.
È fondamentale capire l’essenza motivazionale di questo livello e l’interazione conti-
nua fra materia e spirito.
L’amore è consapevolezza, non logica.

Vorrei chiarirvi il concetto di nuclei di Entità.


Non è un fatto solo numerico, si tratta di particolari affinità di consapevolezza. Un nu-
cleo può essere composto da due come da mille entità, la cui caratteristica principale è
la mobilità, oltre che l’aggregazione.
In questa situazione, dove non esistono più né lo spazio, né il tempo, le entità hanno
tutta la mobilità dell’immobilità, sono immobili ed inamovibili dal grado di consapevo-
lezza raggiunta, che consente loro tutto la mobilità necessaria.
Basta loro percepire uno stato di bisogno sulla terra, o qui, perché si trovino immedia-
tamente lì, che sia un nucleo o una situazione terrena.
Esse sono fuori dal tempo e dallo spazio, ma, per così dire, possiedono il tempo e lo
spazio.
Sono guidate, condotte, attratte e respinte solo da vibrazioni spirituali e cominciano in
questo contesto a contenere gli attributi divini dell’onnipresenza e della perfezione nei
giudizi, che per voi chiamo giudizi solo per farmi capire, ma che significano infallibile
percezione.
Con questi strumenti e con altri, in particolare con l’istinto d’amore spirituale, che qui è
ormai conquista completata, e con il divino discernimento, che permette di vedere con
esattezza le cause, gli scopi e gli effetti del male, comincia la continuità del contrasto.
Vi ripeto, non è contrasto cruento, né paragonabile a nessun tipo di contrasto umano: è
atmosfera spirituale di vibrazione, è un campo che va oltre i vostri campi energetici o

49
magnetici, ma è pur sempre lotta, la più alta perché smaterializzata, perché solo dello
spirito.
Vi ho detto che questi aiuti sulla terra sono per chi non è consapevole o per chi è nel
buio, sia pure momentaneo.
Sono le inspiegabili soluzioni ai conflitti di ogni tipo a tutti livelli, sono la cessazione
improvvisa di calamità naturali, sono le famose coincidenze, sono i repentini mutamen-
ti, tanto quanto qui sono attimi di compattezza totale contrapposti ad un moto continuo
di avvicinamento e allontanamento, di aggregazione e disgregazione.
Tutte le entità spirituali, a tutti i livelli e in tutti i gradini, danno aiuto. Questo però non
è più campo degli spiriti guida, che sono ancora vicini alla terra e che esercitano un tipo
di intervento diverso.
Ciò però non esclude che anche entità altissime possano temporaneamente riassumere
il ruolo di guida.
Non ci sono mai regole fisse, la classificazione è un’esigenza della terra. Ci sono gli
accordi animici precedenti alle incarnazioni che rendono possibile ogni forma di incre-
dibile.
Il nostro essere nell’uno contemporaneamente immobili e mobilissimi colma le distan-
ze non solo spaziali, ma anche intellettuali ed animiche che alla mente paiono inconce-
pibili.
Tutte le Entità spirituali hanno le stesse caratteristiche, parametrate al loro compito e
grado di conoscenza evolutiva.
Chi sta in qualsiasi livello possiede la conoscenza dei livelli inferiori, conoscenza che è
esperienza evolutiva e parte attiva del continuo divenire, ma sono divise dalla cono-
scenza dei livelli superiori, potrei dire da una specie di opacità, come un qualcosa che
impedisce la vista e l’accesso prematuro.
È la perfezione della legge che scandisce le acquisizioni evolutive e tutto continua a
muoversi verso l’alto, secondo quello che voi potreste definire automatismo, che è solo
perfezione.
Non confondetevi, l’anima conosce questa perfezione e costantemente ne avverte la
nostalgia.
Siamo vicinissimi, pur appartenendo a piani diversi.4

*********

Torniamo alla simbologia.

I due triangoli sono necessari perché si formi la stella.


La stella è la luce, il triangolo con il vertice verso l’alto è il simbolo del bene, quello
con il vertice verso il basso rappresenta il male.

4
Pur se Moses ha premesso che le Sephirot sono dieci, le spiegazioni si sono fermate alla quinta.

50
Guardateli bene, sono speculari, basta capovolgere il foglio perché uno diventi l’altro.
Sono inscindibili, sono inseparabili, sono intrecciati, senza uno l’altro non ha senso, in-
sieme sono luce.
Perciò vi dico non accanitevi contro ciò che percepite male, contrastatelo stando con il
vertice verso l’alto, ma non dimenticate che basta un attimo a girare il foglio.
Sono permutanti uno nell’altro, sono possibilità infinite, sono evolutivi nello stesso
identico modo.
Entrambi conoscono gli eccessi della terra; l’eccesso di bene, cioè la mancanza di equi-
librio nel cammino, è deviante quanto l’eccesso di male.
Vedete come l’uno sia continuamente dentro l’altro e quanto a volte ne assuma gli
aspetti perché sia evolutivo per voi imparare a distinguerli.
Anche il marcio più marcio contiene l’embrione del sano, anche il più santo dei santi
racchiude una cellula di marcio.
Questa è verità, solo verità da sapere, porta ad escludere il giudizio, conduce solo alle
porte della conoscenza, non con il giudizio logico, bensì con il discernimento consape-
vole.
Questa verità non va attuata, non è possibile attuare nulla, va semplicemente saputa, es-
sa lavora da sola dentro chi la scopre.
Il privilegio di ricevere questa verità porta con sé l’accettazione di una passività davanti
all’assoluto. Passivi, badate bene, non è immobili, è riconoscenti: è insieme riconoscere
un’immensa perfezione e per questa perfezione provare riconoscenza.
Passivi vuol dire finalmente, se avete capito, finalmente strumenti. Non conta affatto
fare o non fare, fare più o fare meno, conta solo avere capito questa unità che le rac-
chiude tutte, che unifica e risolve tutte le contraddizioni.
Il vostro cammino sarà più chiaro se seguirete questa stella.
È tutto così semplice, tutti i concetti che avete ricevuto si riassumono in questo disegno
perché, ricordatevi sempre man mano che salite nell’apprendimento, che la verità è
semplice.
Questa è l’unica realtà .
La mente, il pensiero, complicano l’assoluta semplicità della luce di una stella che
splende sempre di più quanto più ad essa ci si avvicina.
Si vede poco quando è ancora troppo lontana per noi e il telescopio è un’illusione. È
facile credere di essere vicini solo perché il telescopio la ingrandisce.
Seguite la vostra stella, è accesa di fronte a voi.

Abbiamo continuamente parlato di dualismi, anche il movimento e la quiete sono un


dualismo da comporre.
Ogni volta che sperimentate un’esperienza o un’emozione, ricordate che in essa c’è an-
che il suo contrario.
Così, se sperimentate il nulla, in questo nulla è contenuto anche il tutto. Adesso sapete
che basta un attimo ad invertire i vertici della stella. Quando prevale il male in voi o in-
torno a voi adoperatevi con i vostri mezzi per riportare la stella vostra o altrui con la
punta verso il bene. Solo riconoscere i due poli di questo dualismo di per sé è evoluti-

51
vo. Adesso sapete che qualunque situazione in cui incontrate il male contiene anche il
bene e può capovolgersi in esso.
Se incontrate un bene che vi sembra assoluto, ricordatevi che anch'esso in un attimo
può rovesciarsi. Impegnatevi per impedire che succeda. Vivete tutto questo con natura-
lezza, con leggerezza, quando è possibile, anche con allegria. Trovate la gioia di un
impegno spirituale altissimo che è vita, che è la realtà, ma che non appesantisce ma sol-
leva, non offusca ma illumina. Mettete amore anche nelle attività più opache, illumi-
nate di consapevolezza ogni vostro passo e ringraziate la vostra mente quando vi pro-
voca perplessità. Sono tutti passaggi evolutivi, voi potete girare il vertice delle perples-
sità che vi sembrano più cattive. Amate le vostre difficoltà, vedetene il motore, coglie-
te il movimento in avanti, sentite come tutto in voi scorre, muta, evolve, sale. Non sco-
raggiatevi, tutto ha sempre senso. Il male ed il bene sono la stessa sostanza spirituale
ed è necessario che siano distribuiti sulla terra mediante anime evolute che accettano il
ruolo alternato di vittime e persecutore. Sono solo comparse. La realtà è uno.
Andate oltre il dolore soggettivo, uscite dall’ego calpestato e offeso. Siamo tutti sulla
terra solo delle comparse. Capovolgete questa stella, la sua luce vi scalderà l’anima e vi
sgombrerà il cammino.
Anche la conoscenza contribuisce all’evoluzione della consapevolezza e non importa
se la conoscenza non è immediatamente comprensibile. La consapevolezza deriva da
un cammino karmico, quindi da diverse esperienze che, sommate, portano ad essere ad
un certo punto pronti a ricevere parti di conoscenza. Questa conoscenza è quindi con-
seguenza di una consapevolezza raggiunta e causa di una maggiore consapevolezza da
raggiungere. Ancora una volta effetto e causa sono uno.

C'è Agostino.
I misteri teologici mi hanno troppo affascinato. Non complicate l'assoluta semplicità
della stella. Questa conoscenza è necessaria, ma avvicinatevi ad essa senza soggezione,
con naturalezza, seguendo la mano di chi vi conduce senza confondervi. State nel con-
cetto di semplicità, esso è indispensabile, il resto è solo utile. La presa intellettuale di
questi concetti è forte. State nel semplice.

52
Stiamo nel centro della stella.
Non è meno importante dei vertici. È il nucleo dove male e bene tornano indifferenzia-
ti. È la sostanza spirituale unica ed identica che li compone e nella quale tornano a
scomporsi.
Non a caso è uno spazio vuoto. Il tutto è vuoto, l’uno è esteriormente vuoto, non è di-
segnabile, si disegna da solo nel vuoto che avanza da un altro disegno.
Qual è la chiave di applicazione: quando non intuite stelle da girare, quando non siete
chiamati ad agire o a riconoscere, che è già agire, quando siete nella stasi di
un’osservazione che vi sembra nulla, questo nulla è la composizione, è l’uno.
L’uno non dà emozioni, ricordate l’indifferenza. Vi sembra più importante riconoscere
una stella capovolta, invece abituatevi anche a riconoscere il suo centro ed a starci con
la stessa consapevolezza.
La sensazione di vuoto e di nulla sembra umanamente negativa, invece è la morte defi-
nitiva dell’ego.
Fateci caso, quando non sentite, non vedete, non fate nulla perché non c’è nulla da fare,
pensate al centro della stella, vedrete come il vostro male e il vostro bene entrano ed
escono continuamente uno dall’altro per comporsi alla luce della vostra consapevolezza
in una perfetta quiete.
Osservate, fateci caso, conoscere il pieno non basta se non si conosce il vuoto. La cavi-
tà è il nucleo dello spirito.
Il senso di vuoto, che tanto sulla terra vi opprime, letto spiritualmente, correttamente
vissuto, è un attimo di consapevolezza massima.
Questa era un’informazione necessaria, fatela entrare, lasciatela riposare in voi.
La composizione definitiva è quiete, non più movimento, quiete che vi sto insegnando
a percepire occasionalmente nei momenti che voi chiamate, con umana angoscia, vuo-
to.
Perciò state sempre sui vertici, ma anche sul nucleo, capite il concetto di movimento
evolutivo, ma anche il concetto di quiete evolutiva.
È solo un fatto di osservazione consapevole che genera sempre più consapevolezza.

C’è Moses.
Stasera parleremo di un grado di consapevolezza diverso da quello di cui abbiamo
sempre parlato, che si appoggia e nasce da quello che voi, ad oggi, credete che essa sia.
Essa parte da lì, resta un po’ lì e poi se ne distacca per diventare altro.
Il livello superiore di consapevolezza di oggi va oltre anche il sentire propri,
nell’intimo, contenuti un tempo esaltanti.
Più essa cresce, più appare piatta come il tracciato di un elettroencefalogramma diventa
una linea retta quando il paziente è morto, cioè è finalmente consapevole della sua na-
tura spirituale.
Non scambiate mai per regresso una flessione nel sentire umano inerente ai contenu-
ti spirituali. Più la consapevolezza cresce e meno se ne ha la misura ed è sempre meno
appagante. Si lavora perché l’anima è lì ed il pensiero piegato lo è sempre meno.

53
Si lavora senza più capire nemmeno a livelli alti di capire e, quando non si capirà più
niente del tutto, arriverà finalmente la gioia.
La gioia è forte al primo contatto con risposte spirituali, ma è ancora gioia umana. Poi,
come tutte le cose umane, si spegne con l’abitudine e, quando ritorna, è fatta di un’altra
sostanza, è uguale ma è diversa e non c’è più nessuna abitudine che possa smorzarla.
Non è questione di tempo, né di comprensione, questo è un viaggio nel quale ci si trova
arrivati senza quasi sapere di essere mai partiti.
È lo stupore quieto di non avere più stupori, è lo stato di una gioia della quale non si
vedono le cause.
L’ego si perde e si sfrangia quando non si accorge che si perde e si sfrangia. Non teme-
te lo smarrire i riferimenti, guardateli allontanarsi, scoprite improvvisamente che essi
non ci sono più, ma vivete questa scoperta come una grande conquista.
Questa è la consapevolezza nuova, non aspettatevi di riconoscerla intellettualmente o
emotivamente. C’è e voi sapete che c’è e la vivete, ve la passate, crescete in essa e così
vi staccate da voi stessi e il vostro amore per gli altri diventa spirituale.
Non pensate di dovere per forza rinunciare ad altre cose della terra. Questo passaggio è
inavvertito, non doloroso, perché l’amore, quando diventa spirituale, arricchisce sem-
pre, non depriva mai.
Vi troverete ad essere così e ad essere perfettamente felici, senza avvertire il peso di
nessuna rinuncia.
Le rinunce, vissute come tali, appartengono ancora al primo grado di consapevolezza,
quello precedente. Perciò non abbiate sgomento, non temete sofferenze, qui si va oltre
senza, vi ripeto, senza accorgersene.

C’è Cristo.
State cominciando a capire cosa intendo per morire a se stessi.
Quando vi sentite sanguinare, pensate a me. Io sono nella vostra sofferenza, io vi com-
prendo e vi sollevo, io ho sanguinato con voi, i vostri chiodi sono i miei chiodi e come
me risorgerete dalla morte. La morte dell’ego è la vita. Seguitemi e starete nell’amore.

C’è Buddha.
Parliamo di quello che ho insegnato come vacuità, altrimenti detta esagono (l’esagono
è il centro della stella), o ancora altrimenti detta diverso livello di consapevolezza.
La parola vacuità è umanamente spaventosa. Il concetto spirituale è più affascinante ad
un approccio ancora intellettuale. Non si può esercitarsi a stare nella vacuità, essa ti si
cuce addosso come un abito che tu non ti sei accorto di indossare.
Così, mesi e anni di pratiche con lo scopo di raggiungerla magari riescono ad appagare
l’anima, solo perché così facendo essa ricorda di conoscerla, ma nello stesso modo ci si
può trovare dentro chi non la ha mai sentita nominare.
Quando si realizza vagamente, senza sobbalzi di meraviglia, di continuare a vivere co-
me prima stando dentro, ma anche disorientando la propria vecchia bussola che ormai
confonde i punti cardinali solo perché non importa più riconoscerli, allora si può dire
che ci si sta avvicinando; e se l’accorgersene non muove nessuna emozione, allora si è
ancora di un passo più vicino. Eppure, nello stesso momento in cui si percepisce il
proprio nuovo distacco, insieme si percepisce anche che una certa parte di sé non è mai
stata così partecipe.
Il vuoto permette di vedere tutti gli angoli prima ingombri, nel vuoto adesso c’è posto
per un sentire più pulito, di cui il distacco è la testimonianza.
54
Intellettualmente si paventa il rischio della freddezza, ma basta sperimentarlo per
smentirla immediatamente. È un calore completamente diverso, è un percepire ogni
esperienza, ogni persona, nella sua sostanza spirituale.
Queste sono le parole umane più vicini al concetto, ma in realtà non si percepisce nulla
di leggibile al termine percezione. Questa sostanza spirituale è respirata, è automatica
come il respiro. Non ti accorgi, eppure respiri, non ti accorgi, eppure magari più volte
in un giorno sei nella vacuità.
Capovolgere la stella non è inavvertito, è sempre tentativo consapevole, obiettivo da
perseguire. La vacuità non è mai obiettivo da perseguire, ma più stelle si riescono a
raddrizzare, sempre più ci si sposta inavvertitamente dal vertice all’esagono e si sta lì,
si sta lì mentre si lavora per se stessi e per gli altri, senza accorgersi, se non a tratti e
senza emozione, che questo lavoro è diventato come respirare.
Non cercate la vacuità come una meta, sembra un forte paradosso ma essa è contenuta
nella stessa energia in cui è contenuto l’amore.
Più e si è vuoti e più si è nell’amore spirituale.
Verrà qualcun altro, che è l’amore, a spiegarvi queste identità fra l’amore e il vuoto.

C’è Cristo.
L’amore, quando è morte a se stessi, quando non vede più le rassicurazioni dei riscon-
tri, quando diventa un fiume che si abbandona alla corrente e non può resistere al ri-
chiamo del mare, l’amore che diventa automatico come il respiro, allora è vacuità, pur
restando amore.
Non pensate al vuoto come vuoto, cioè assenza di tutto, e all’amore come pieno, cioè
presenza del tutto. Non è così. Il vuoto è pieno e il pieno è vuoto.
Queste parole ulteriori possano aiutare chi fa fatica a comprendere le precedenti. Capite
l’uno fra me, Buddha e tutti. Non ci sono incongruenze fra vacuità e amore.
L’amore è la più spirituale di tutte le conquiste spirituali. L’amore, nelle sue mille ap-
plicazioni, è sempre la verità, è energie di luce, è vibrazione sottile, è movimento verso
l’uno e il tutto anche e perfino quando è frainteso sulla terra.
Sublimatelo il più possibile, ma concedevi sempre di farvene toccare e scaldare.

C’è Moses.
Lo sguardo di chi è nella vacuità non è mai né vuoto, né assente. La partecipazione è
forte, più forte di prima, perché è solo partecipazione spirituale.
Questi occhi sono vuoti di ego, vuoti dei lampi di giudizio, vuoti di intese terrene, sono
gli occhi puri di chi li usa per guardare oltre quello che essi vedono, sono gli occhi che
guardano dentro invece che solo fuori.

Adesso c’è Giovanni.


Ricordate la semplicità.
E’ tutto semplice ciò che sulla terra sembra arcano e complicato. Vi troverete sempli-
cemente a vivere e non solo a conoscere realtà spirituali che annulleranno per sempre il
vostro concetto di impossibile. Ma sarà semplice, semplice come respirare.
Pensate con amore, state sempre nell’amore. È questo il primo aiuto per chiunque.

55
Adesso c’è Moses.
Visto che continuiamo a parlarvi di vacuità e amore, forse state capendo che il vuoto
buddista è compatibile con le forme più alte di partecipazione, sia umana che spirituale,
con gli altri uomini e con noi.
La ricerca volontaria di vuoto non serve, serve pregare e meditare senza scopi, è respi-
rare come dice Buddha, è non riconoscere emozioni cui potersi attaccare. È solo questa
la vacuità che porta all’amore.

*********

CAPITOLO XII

C’è Moses.
La matematica e, in particolare, la logica che la presiede, ha radici antichissime ed è na-
ta come manifestazione esoterica, una specie di codice cifrato traducibile con una logi-
ca superiore.
I numeri sono nati come simboli combinabili fra di loro e la loro antica funzione di
simboli è stata in piccola parte riscoperta dalla numerologia che comincia ad andare ol-
tre la loro applicazione scientifica. Essa si è imposta nel tempo come strumento del
progresso umano.
Anticamente la scienza era al servizio della spiritualità.
I meccanismi intellettuali di una mente umana meno materialistica erano un tramite di
comprensione del divino e la cultura era privilegio degli operatori del sacro, cioè degli
antichi sacerdoti, i quali erano anche maghi, indovini e veggenti, perché possedevano le
chiavi dei simboli che quasi sempre sono geometriche.
Eravamo agli albori di un rapporto uomo-Dio ancora primitivo. Erano le prime forme
di un contatto embrionale che poi si è perso nell’applicazione terrena delle leggi mate-
matiche.
Oggi l’uomo è più pronto ad un rapporto paritario di dialogo e non è più necessaria la
soggezione ad una divinità lontana ed astrusa. Tuttavia questi antichi simboli conserva-
no una energia potente di connessione e oggi, se giustamente interpretati ed usati da chi
è venuto a testimoniare e a servire, possono trasmettere ancora le antiche chiavi dei mi-
steri.
I numeri vanno dall’1 allo 0 e si compongono e scompongono all’infinito.
Quante volte vi abbiamo nominato l’uno, è il primo. Immaginate un cerchio, il simbolo
che rappresenta il tutto, vedetelo come uno 0 e metteteli insieme. L’uno si accoppia col
tutto, l’uno è il tutto, si moltiplica e si divide all’infinito. E’ il simbolo del mistero
dell’unità che si scompone senza perdere mai nulla di cui abbiamo parlato tanto.
Tutte le verità più alte si sintetizzano in uno o più numeri e tutti i numeri contengono
l’uno e finiscono, prima o poi, in un infinito che è uno 0.
I simboli matematici continuano questo discorso analogico e simbolico. Nulla si ag-
giunge o si toglie, sulla terra le apparenti somme si rivelano sottrazioni animiche e vi-
ceversa, così come lo spirituale si divide per moltiplicare.
Il più è il simbolo della croce non a caso, spesso l’avere è croce karmica più difficile
del non possesso.

56
Combinati con i numeri, questi segni possono schiudere uno sterminato orizzonte di
aperture spirituali che nulla più hanno dell’aridità della loro applicazione materiale e
non sono poi così diversi da una lirica preghiera.
Se riflettete sull’uno, e quante volte lo abbiamo fatto insieme, senza ricordare il simbo-
lo aritmetico, e poi, come adesso, ve lo richiamo, potete capire come l’umanità viva
immersa dentro simboli la cui essenza è totalmente spirituale.
Vi sarà di aiuto aver conosciuto questa realtà perché, essendo più sensibili a riconoscer-
li, vi sentirete meno abbandonanti e meno esuli nel mondo.
Ogni numero significa una realtà spirituale, alcuni hanno parentele molto strette e van-
no spiegati insieme. Vi daranno un supporto che non è spiegabile con nessuna parola
umana.

Il 4 è un segno che ricorda il corpo centrale di un 2 senza la testa e contiene in più sulla
coda una croce netta. Del 2 è anche il primo multiplo.
Avete capito da soli che il 2 è il dualismo, il 4 è il dualismo non risolto, il dilemma esi-
stenziale raddoppiato, che sulla terra è l’unica vera croce per gli uomini.
È simbolo del dualismo e rimanda alla croce, che è il più, cioè la somma, cioè l’avere
contrapposto all’essere.
Il 4 è la fatica dello spirito contro la materia, ma è anche un numero pari, cioè un nu-
mero tondo, cioè uno 0.
Ogni dualismo, infine, tornerà a comporsi nel tutto.
È un numero di lotta, ma contiene la certezza della pace, è quindi fortemente spirituale,
non è ascetico, non è dogma, è il dolore dell’uomo che attraversa mille strade per trova-
re la consapevolezza.
Il 4 è compassione.
La stessa croce è nel 7. Infatti il 7 contiene il 4 e lo somma al 3, diventando
l’evoluzione del concetto di lotta con la certezza della pace.
3 è il triangolo, è la geometria di Dio e del suo mistero.
7 è Dio che raccoglie e accoglie il dolore delle anime che lo cercano senza ancora es-
serne consapevoli.
Nel 7 c’è consapevolezza e vicinanza al 3. Nel 7, non solo si risolve il 4, ma con un al-
tro tre si arriva al 10, all’1, al tutto.
7 è connessione.
Il corpo del 9 è una grande testa, ovvero uno 0 e un’esile gamba quasi sproporzionata.
Il 9 moltiplica il 3 per tre volte, dilata la geometria di Dio.
Il 9 è veggenza. La sua gamba è la materia che fa comunque parte della veggenza sulla
terra.
Inoltre, il 9 è un 6 rovesciato. È mettere il servizio a Dio in alto, al primo posto, e rele-
gare la materia, cioè la gamba, in giù..
Il 6 è la promessa di questo, ma deve ancora passare per il 7, sublimarlo nell’8, per po-
tere diventare 9.

57
Insieme, 4, 7, 9 sono la sintesi del vostro viaggio, da dove siete partiti a dove state arri-
vando, forti della conoscenza dell’uno e dello 0.
Ogni volta che userete questi numeri, aggiungete al vostro lavoro il ri-
cordo di queste parole e che essi siano per voi una consapevole consola-
zione.
Questa è scienza e filosofia, è terra e cielo, è noi e voi.
Il 5 è formato da un mezzo 7 capovolto da sinistra a destra e da un mezzo 0. È la metà
del cammino, infatti è la metà di 10.
Il 6 è lo 0 completo, anche se tenuto ancora in basso, il 7 è consapevolezza, l’8
l’infinito, il 9 lo zero in alto.

*********

CAPITOLO XIII

C’è Cristo.
La verità non è pura e bellissima, non è l’ideale concetto alato cui tende ogni ricerca, la
verità contiene tanti orrori, tanta fatica, a volte infinita umana delusione.
Nella sua essenza non è umana, sebbene sia presente anche sulla terra. Essa, diversa-
mente dalle aspettative degli uomini, non contiene risposte e non ne dà. Essa è, è al di
là di tutte le domande e di tutte le risposte, la si coglie, la si osserva, la si respira, non la
si comprende mai.
Nella verità, in questo coglierla, si colgono contemporaneamente l’accettazione,
l’osservazione, la vacuità.
Essa è una, ma ognuno ne ha una percezione diversa e ogni tipologia di percezione è
vera.
Il falso è verità, la morte è verità, il buio è verità, il rifiuto della verità è verità,
l’ingiustizia è verità, il male è verità. Non è una perla rara chiusa in uno scrigno, è me-
scolata in mezzo a voi, fa parte di voi, è nella vostra natura spirituale, è nei simboli e
fuori dai simboli, è semplice e complessa, è dualistica e unitaria, è nel fare e
nell’essere, è intorno a voi e dentro di voi, è nel silenzio e nel rumore, è nel sudore e
nel riposo. L’avete e continuate a cercarla, la incontrate di continuo e non la riconosce-
te. Essa chiede solo di essere vista, siete voi a pensare che si nasconda, perché non sa-
pete accettarne la sostanza fatta di bene e di male e continuate a idealizzarla e cercare
una cosa bellissima che non troverete mai, perché non c’è.
La verità, come il divino, siete voi. Non continuate a cercarla in irraggiungibili altezze,
è tutto qui, così semplicemente vicino.
Anche noi, che nell’immaginario collettivo inconsapevole siamo creduti altissimi,
astratti, irraggiungibili, vi diamo segno quotidiano della nostra concreta vicinanza.
Torniamo da voi attraverso il non tempo di epoche remotissime, annulliamo con poche
parole lo spazio concettuale che vi separa dalla comprensione di concetti per voi inim-
maginabili, che in un attimo diventano vostri.
Anche la verità è vostra, non è appannaggio degli spiriti, non è inconciliabile con la vi-
ta, non è un’ardua conquista. E’ la dimensione in cui siete immersi, è semplice come un
giorno che comincia, è l’amore e la compassione quando l’amore non c’è, è anche
l’amore che non c’è. Tutto l’alto che state vivendo è lì, non è in alto; se fosse in alto,
troppo in alto, per gli uomini non sarebbe l’uno.
58
Le mie sono parole incoraggianti, non inquietanti. Non state nella soggezione, non sen-
tite astruso un messaggio che sta riconducendo a voi, alle vostre capacità umane, tutti
gli altri messaggi che umanamente vi sono sembrati altissimi. La verità non è altissima,
la verità è.
Vi sentirete consolati e aiutati da quanto vi ho detto quando questo contenuto sarà, en-
tro breve, assimilato.
La stella è lì, l’esagono è lì, la verità è lì, è tutto semplicemente vicino, come noi siamo
vicini, come io sono lì.
Mi capirete, non abbiate timore.
Capirete il paradosso di vivere il dolore con gioia, la gioia spirituale, il distacco dall'e-
go.
Il dolore trasceso è sofferenza evolutiva che sta nella vacuità e apre la strada alla gioia
senza ragione. Capirete perché sentirete dentro, vivrete l'unità priva di vincoli, la fratel-
lanza senza attese e senza contratti, il dare e il ricevere indifferenziati.
Non capirete se le vostre lacrime sono dolore o esperienza dell'unità, sarete mossi da
trasporti sempre più vuoti di emozione, sarete distaccati da voi, non mai dagli altri, e
capirete che il giusto distacco è nella partecipazione. Vi sentirete rotelle di un meccani-
smo, membra di un unico corpo, parti di un tutto e finalmente il tutto.

C’è Giovanni.
Io ho camminato di fianco a Cristo guaritore, ho visto la semplicità e il distacco con cui
operava e il velo di tristezza che aveva negli occhi ogni volta che la gente si eccitava
davanti al miracolo.
Le guarnigioni miracolose sono il mezzo di quelle che dovrebbero essere le vere guari-
gioni, i miracoli interiori, i passaggi alla consapevolezza.
Cristo vedeva pochi miracoli interiori e soffriva per le malattie spirituali del mondo.
Ciò non toglie che l’incredibile sia il miglior mezzo per scuotere l’inconsapevolezza.
Perciò chi sa è chiamato sempre ad un lavoro di servizio all’umanità.
Essa è per lo più sorda, ma qualcuno è pronto per sentire e sta aspettando un’occasione
per svegliarsi.
Guardate oltre questo senso di piccolezza, chi guarisce fisicamente quasi sempre capo-
volge la sua vita e comincia a contribuire. Questo è l’obiettivo.

C’è Moses.
Vi parlerò della giusta devozione.
La vicinanza al divino vi porterà ad una prostrazione (nel senso di essere prostrati in
ginocchio) interiore naturale che non ha nulla a che vedere con atteggiamenti di peni-
tenza.
Voi potete stare in piedi o seduti in una chiesa ed essere contemporaneamente inginoc-
chiati, potete sentirvi fratelli di Cristo e continuare a percepirne la maestà e potete re-
spirare e onorare l’onnipotenza di Dio, accettando che si manifesti in voi, con semplici-
tà.
Non occorre enfatizzare la vostra riconosciuta piccolezza, questo sminuisce la grandez-
za di Dio.
Nel piccolo c’è il grande, come nel vuoto c’è il pieno. A Dio non importano le cerimo-
nie, che sono tanto care agli uomini, Dio vi legge e vi guida.
Non ringraziatelo secondo gli umani schemi della gratitudine, il vostro sì è la gratitudi-
ne di chi non si accorge di sapere, ma sa l’interdipendenza fra Dio e le anime. Chi sa
59
questo è già nella giusta devozione, sa che nell’ininterrotto rapporto anima-Dio c’è il
creato che riconosce il creatore, è automatico, è.
Siete nel giusto quando Dio è talmente vicino a voi che non vi stupisce più e lo spiri-
tuale sulla terra è diventato la vostra abituale dimensione senza riti.
Ciò non vuole intimidirvi davanti ai gesti che vi sono cari, continuate serenamente ad
accendere le vostre candele: è il vostro sentire interiore, è la vostra intenzione, è l’uno
con Dio che vi fa stare nella differenza.
Questa è la devozione consapevole, è in ginocchio, è dentro, è soggezione senza timi-
dezza, è sapere di appartenere a quello che vi fa soggezione, non è ‘staccarsi da’ per
onorare, è ‘stare in’ per onorare.
Io sono stato Moses, cioè contemporaneamente nessuno e Moses, nessuno e Dio, il
tramite di Dio, il procuratore di Dio per gli ebrei.
Guai se mi fossi dimenticato di essere procuratore di Dio per riposarmi nell’essere nes-
suno, ma guai anche se, nei panni del procuratore di Dio, avessi smesso di onorarlo.
È automatico, viene da sé, è compreso nella giusta intenzione.
Non preoccuparti di prostrarvi, lui vi innalza se siete già in ginocchio e quanto più vi
innalza più resterete spiritualmente in ginocchio.

C’è Buddha.
Quando sparisce un ciclo terreno, con esso scompaiono dalla realtà fisica che esisteva
tutti coloro, che sempre sono la maggioranza, che si identificavano con quella realtà fi-
sica.
Chi resta non sempre percepisce di sopravvivere, perché non sempre la fine di un ciclo
corrisponde ad una catastrofe.
La consapevolezza di non appartenere già più, già prima che finisca, ad un ciclo termi-
nale, è il segno in alcuni uomini che sta per mutare la coscienza collettiva.
Chi se ne va, se ne va perché non contiene ancora i germi animici della coscienza col-
lettiva prossima e, quindi, non può far parte dell’uno sulla terra che sta per cambiare.
Solo la scelta di un nuovo karma può modificare questa realtà e spingere verso una
successiva incarnazione dotata degli strumenti adatti per riformare di nuovo un uno.

C’è Cristo. 5

Io non mi sono mai incarnato, io sono stato emanato direttamente e, pur avendo assunto
un corpo fisico, non ho mai smesso di essere un’entità.
Ho vissuto la consapevolezza divina insieme ai limiti della materia senza l’oblio e sen-
za potere evitare il dolore terreno.
Per passare l’amore ho dovuto e voluto dimostrarlo.
Bene e male sono uno. Il prevalere sulla terra di uno o dell’altro è scelta karmica. La
nostra protezione non può oltrepassare un libero arbitrio che la rifiuta. Anche accettare
o no il nostro aiuto sulla terra è scelta karmica: chi sulla terra sente il nostro aiuto è nel
suo karma di connessione.

5
Da questo messaggio spesso Cristo si fa precedere dal simbolo della croce, anche senza essere annun-
ciato.

60
Non perdetevi nel tentativo di capire le scelte karmiche altrui. Esse, le loro ragioni, i
loro trionfi, i loro fallimenti sono soltanto loro. Loro è il bilancio evolutivo, vostra è
l’accettazione e il credere che le domande umane irrisolte porteranno alla comprensio-
ne estatica che esse non erano domande.

La tranquilla e lucente indifferenza di cui noi vi parliamo è conquista sofferta di tan-


te battaglie, il cammino è in salita.
Non fate mai paragoni fra diverse evoluzioni, quello che sembra non è detto che sia. Se
incontrate qualcuno che può realmente aiutarvi, ciò non significa affatto che debba es-
sere più avanti di voi, può anche essere molto più indietro, ma dire o fare qualcosa che
fa scattare la vostra consapevolezza.
L'importante è che voi vi accorgiate degli aiuti quando arrivano, non è importante la
valutazione di chi ve li porge. Tenete nel cuore solo la gratitudine, seguite tutto ciò che
muove la vostra compassione.

C’è Moses.
Diversi sono l’umore e l’effettivo stato interiore.
Diversamente da quanto creduto sulla terra, il primo non dimostra mai il secondo, ma
ha il potere di sfasarne la giusta percezione.
Tutto questo alternarsi di emozioni consuma superficialmente, ma non tocca l’anima.
Diminuite anziché ingrandire, screditate anziché accreditare, svuotate anziché riempire.
È quasi un rito. Quando lo fate con la giusta intenzione e la massima serietà, vedete di
colpo il nulla di cui è fatta la mente.
È una nebbia inconsistente, che sembra fitta finché non ci si entra dentro. Non cogliete
solo l’apparente negativo, è il riscontro di un positivo che non potete vedere.
Andate avanti così in questa accettazione, aspettate senza aspettare e sarete giusti in
quello che vivrete.
Siate consapevoli e decisi, state nell’amore di tutti e per tutti, l’amore casuale, l’amore
anche di un attimo con una persona appena sfiorata, l’amore dilatato con le persone ca-
re, l’amore di un buon giorno detto con garbo, l’amore occasionale e l’amore cercato
da voi in gesti volontari vostri verso gli altri.
Qualcuno che è pronto lo capisce e cambia la sua energia e così cresce la coscienza col-
lettiva.

C’è Giovanni.
Le realtà di un momento non sono mai le stesse un momento dopo. Lo stesso mo-
mento può essere visto e vissuto con ottiche terrene e con ottiche spirituali e una stessa
esperienza capovolge totalmente il suo significato.
Voi tutti siete immersi in un divenire continuo, non fermatevi dentro l’apparente
immobile inutilità di un momento: è il modo come lo vivete che lo fa diventare utile.

61
Le voci sono tante, il messaggio è uno. Non c’è interruzione, il filo che si snoda da
noi agli uomini è lo stesso filo. Passa da una mano all’altra, all’altra, all’altra, all’altra,
all’altra e nessuno lo fa cadere.
Troverete tante mani tese, il mondo è pieno di mani tese. Passate nel mondo lasciando
in ogni mano un pezzetto di quell’unico filo che nessuna materia potrà mai recidere e la
catena di mani che lo stringono si allunga, si allunga all’infinito.
Il filo scorre dalle nostre mani alle vostre e dalle vostre alle mani tese del mondo.
Ora il filo scorre senza intoppi, senza pugni chiusi, senza attrito. A volte è stato una
corda di canapa che nello scorrere vi ha ferito le mani6. Adesso è un rivolo d'acqua
d'argento che, nel suo andare, vi affratella gli altri e vi riporta a casa.

Davanti al dolore degli uomini curate con la tenerezza di una madre, asciugate lacrime,
medicate ferite, togliete paura, date riposo. Come una madre che accoglie, abbiate
sempre le braccia aperte per accogliere.

Quando vi sentite smarrire rientrate nell’uno, moltiplicate il pane che ricevete, spez-
zatelo e dividetelo. Tutti ne hanno fame e voi mangiatene sempre.

Sorridete, la gioia è la reale dimensione dell’anima.

Sentite la mia voce mescolata con le vostre, sentitela: Padre Nostro che sei nei cieli,
non ci indurre in tentazione, liberarci dal male, non abbandonarci.

10

6
Si riferisce alle persecuzioni, alle inquisizioni e alle guerre sante che hanno accompagnato la diffusione
del messaggio di Cristo nel passato.
7
Simbolo di Maria, madre di Cristo.
8
L’isola, simbolo di Giovanni L’Apostolo.
9
La campanella, simbolo di Buddha.
10
Il bastone fiorito, simbolo di Moses.

62
C’è Moses.
Sono venuto a spiegarvi meglio lo scambio fra noi e voi, inteso come dare anche da
parte vostra, che per voi è concetto arduo da accettare.
Noi viviamo nell’uno. È parte sostanziale della nostra assenza di entità spirituali. In
questa essenza l’impulso d’amore è dominante, l’amore è nella nostra spirituale natura,
è molla evolutiva spontanea, non si può ostacolare, si asseconda nella gioia spirituale di
cui siamo fatti.
Una connessione ben riuscita con qualcuno di voi ci fa crescere in un trasporto d’amore
che non è più solo slancio naturale, perché facente parte della nostra sostanza, ma di-
venta vero e proprio scambio.
Così il dare, che per noi è impulso obbligante, si mescola col ricevere i vostri aiuti, che
ci assestano meglio dove siamo o ci fanno salire ogni volta che voi ci ascoltate.
Attraverso qualcuno di voi tanti ne possiamo toccare, tanti che di loro resterebbero ir-
raggiungibili e sordi e così l’uno si dilata, cresce sulla terra e quindi qui.
Ogni Entità collabora come può a ricomporre il mosaico di luce, anche se non ci è dato
di trasmettervi l’intero nostro conoscere.
Questo per noi è un cruccio, ma quando vediamo qualcuno che accetta di farsi guidare
anche senza conoscere e senza capire, è come se per noi si aprissero altre porte.
Perciò sappiate che il nostro amore reciproco è mutuo scambio di cui qui non benefi-
ciano solo i vostri diretti maestri ma, in virtù dell’uno, questo amore sorregge e fa
avanzare anche anime ancora molto indietro nel cammino.
Perciò amate sulla terra senza condizioni, stando nella connessione dei nostri insegna-
menti. È il modo migliore per sorreggere noi.
Ancora una volta è l’amore la chiave. Amando i vostri simili perpetrate l’uno e, grazie
a questo uno, noi siamo voi sulla terra e voi siete noi qui.
Questo amore condiziona e illumina i karma futuri, qualunque essi siano e dovunque
siano.
Così un’anima, che sulla terra o qui ha sperimentato questo tipo di amore, sentirà che il
suo prossimo karma, in virtù di questo amore, risulterà meno pesante, pur restando fe-
dele alle linee generali della spinta evolutiva.
Non preoccupatevi, occupatevi solo di continuare a stare nell’amore, così ci alimenta e
vi alimenta in una comune crescita evolutiva.
Abbiamo bisogno di voi quanto voi ne avete di noi, camminiamo insieme: la conoscen-
za che vi diamo si tramuti in amore sulla terra, è quello che di più alto serve agli uomi-
ni. Che esso passi da noi a voi, è l’unico modo perché ritorni a noi e continui il suo
ininterrotto, benedetto ciclo.
Sono in pochi che lo capiscono e che si impegnano a diffondere amore spirituale sulla
terra con la consapevolezza dell’uno, sono in pochi perché sono gli uomini che non lo
vogliono. Prima che la memoria animica di questo amore resti sulla terra, molti, ancora
molti devono passare, poi la coscienza collettiva si alzerà. Per coscienza collettiva alta
intendo coscienza dell’amore.
Alcune anime sono anche inutilmente vecchie sulla terra, perché per correggere un de-
bito hanno bisogno di infinite incarnazioni e ad ognuno ne aggiungono altri. La ruota
sembra infinita, ma infinita è anche la compassione e la legge è infallibile.

C’è Giovanni.
Vi racconto la mia prima iniziazione.

63
Prima di essa, io seguivo il Maestro perché non riuscivo a staccarmi da lui. Lo guarda-
vo e lo ascoltavo e qualcosa di inspiegabile mi teneva lì, come tanti altri.
Cristo era una calamita, non mi era fisicamente possibile allontanarmi. Quando mi ha
detto che dovevo continuare il suo lavoro nel suo nome, ho sentito che la mia anima già
lo sapeva ed era per questo che non riuscivo a stargli lontano.
Spiritualmente è stato quindi facile dirgli di sì, ma io ero anche solo un ragazzo, e
quando lui mi ha soffiato sulle mani e mi ha detto “ vai e guarisci “, ho vissuto lo sgo-
mento di chi si chiede: “ perché io? “.
Il Maestro insegnava e a me sembrava di non trattenere niente, ma cresceva il mio le-
game con lui, la fiducia e, a poco a poco, ho cominciato a pensare: se lui crede in me,
posso crederci anch’io.
La sua mano mi ha portato via dai pensieri di sgomento, io non capivo che stavo impa-
rando, ma mi vedevo fare cose che io non avevo autonomamente deciso di fare.
Le mie mani non appartenevano più né a me, né alla mia volontà, cui non riuscivo
nemmeno più a riferirmi.
E stato così fin quando l’ho avuto vicino. Quando l’ho visto morire, lì è tornata la mia
volontà e volontariamente, nel suo nome, ho fatto con la partecipazione di tutto me
stesso quello che lui mi aveva insegnato e lui non è mai più stato morto.
Cristo vuole consapevolezza, non cieca adorazione.
Chiunque senta il suo richiamo, non è più in grado di distaccarsi da lì.

*********

CAPITOLO XIV

Venite con me, vi porto a vedere il dolore del mondo.


Non fatevene sopraffare, non sentite lo spirito inutile di fronte a tutta questa inconsape-
volezza, i compiti accettati si portano a termine anche se sembrano vani e la frustrazio-
ne e forte.
Portate avanti il vostro compito come io ho concluso il mio sulla terra.
Il vostro compito è stare sulla terra vivendo nelle leggi dello spirito, apprenderle da noi,
uniformarvi ad esse, abituare ad esse la mente.
Il vostro compito è essenzialmente amare del nostro amore, che gli uomini non ricono-
scono mai.
Il vostro compito è ancora osservare e sperimentare il vuoto arido del non ritorno.
Il vostro compito è imparare l’emozione spirituale che è priva di emozioni.
Il vostro compito è la gioia.
Imparate l’umiltà.
Adesso vi posso insegnare l’onnipotenza del miracolo.
Chiarito a voi stessi con intima convinzione qual è il vostro compito, staccatevi dalla
immagine terrena che vi siete fatta di voi. Tenete la vostra coscienza di voi stessi solo
sul nucleo spirituale che conoscete, abolite ogni tipo di barriera, voi siete spirito e lo
spirito non conosce barriere.
Dialogate con la parte spirituale di chi avete di fronte, è un dialogo non dialogo, un dia-
logo senza parole, è la connessione di un attimo fra due anime.
64
La vostra anima crede in se stessa, il vostro spirito connesso sa di essere onnipotente.
Buttate via la terra, in quel momento siete spirito, Spirito Santo onnisciente, onnipoten-
te, divino. Lui lavora in voi, lui è incarnato in voi, lui in voi si fa riconoscere, convive
con la persona terrena che siete, ma sa staccarsene ed essere quello che è attraverso voi,
nonostante voi.
Siete lui come siete ciascuno di voi, quando tocca a lui tiratevi in disparte e fatelo usci-
re dai vostri occhi, dalla vostra bocca, dalle vostre mani. Riconoscetelo, è voi e siete lui
e in lui siete onnipotenti.
Assorbite queste parole e lasciatele in voi. Vivete il vostro compito, amate, non stanca-
tevi di amare, è l’amore che muove tutto il resto. Se vivete amando così, vivete già nel-
lo spirito. Amate le occasioni di lavoro che lo spirito vi offre e date al vostro spirito
connesso il più largo spazio possibile.
Amate e credete ogni miracolo possibile e l’incredibile realtà.

Stiamo introducendovi al concetto di Spirito Santo, cioè all’uno con Dio.

Voi avete sempre pensato al Padre come fuori da voi. La sua onnipresenza fa sì che
abiti in ogni Entità creata, che per il solo fatto di essere creata ne contiene lo spirito e
tutte le sue qualità.
Lo Spirito Santo dorme in ogni uomo per cicli e cicli di incarnazioni.
Particolari scelte karmiche, come la connessione consapevole, che è sempre legata ad
un compito, lo svegliano in una vita e in quella vita l’entità incarnata lo ritrova sulla
terra.
A quell’entità incarnata da quel momento tutto diventa possibile.
Forte deve essere l’accettazione e forte la fede, ma soprattutto forte deve essere
l’umiltà. Chi accetta di lavorare con lo spirito vede gli altri uomini con lo spirito e si
rapporta con lo spirito ad essi.
Le percezioni dello spirito si servono dei sensi fisici, ma sono diverse e più sottili. La
persona umana resta apparentemente uguale, continua la sua vita e pure non sarà mai
più quella che era. È e non è, è straniera sulla terra.

C’è Moses.
La fiamma perenne del roveto ardente, che si autoalimentava davanti ai miei occhi e mi
parlava, era lo Spirito Santo, cioè era la mia connessione con Dio.
Questa fiamma brucia dentro voi stessi e brucia voi stessi. In essa siete spiriti puri e le
apparenze materiali si appannano. Ciò crea un senso di confuso smarrimento, perché la
materia trema quando riconosce lo spirito.
Imparate a vivere sulla terra dentro questo fuoco che scotta, ma non brucia, e saprete
ciò che lo Spirito Santo insegna.
I primi segnali addestrano a riconoscere anche quelli invisibili agli occhi o visibili agli
occhi ma incomprensibili alla mente.

65
Abituatevi ai segnali. Anche le cose più strane vanno accettate all’inizio come segnali.
Piccoli prodigi apparentemente senza senso vi preparano ad abituarvi a capire i grandi
prodigi.
Non immaginate nulla fuori da voi, siete voi il mistero dello Spirito Santo.

Il messaggio sullo Spirito Santo non sarà mai finito perché è infinito. È l’alfa e
l’omega, è il principio e la fine che ridiventa principio, è l’origine e l’approdo, è il mi-
stero di Dio in voi, è nelle mie parole e oltre tutte le parole, è il silenzio dell’anima che
lo riconosce sulla terra, è la colomba della pace e la fiamma ardente della guerra dello
spirito contro la materia, è inesauribile fonte di apprendimento.
Capite, dopo l’umiltà, anche l’indifferenza e, nel deserto del non ritorno, avrete trovato
l’oasi della pace interiore, che è il massimo del non ritorno.
Avvicinarsi al mistero procura inquietudine sulla terra.
È sempre così. È sempre stato così. Si osserva e si va, si soffre, si osserva e si va, e così
in questo andare a volte sicuro, a volte vacillante, si impara senza saperlo.
Esiste certamente una fase di insicurezza spirituale. È quando tutto è nuovo e non sape-
te muovervi senza avere riferimenti.
Per un po’ è normale, poi, piano piano, si acquisisce più disinvoltura.
Piccoli passi all’inizio servono proprio a darvi una progressiva sicurezza spirituale.
Tutto segue sempre il suo corso regolare e prescritto. Perciò non preoccupatevi, in-
quietudine, insicurezza e anche ribellione fanno parte di un cammino prescritto, abbiate
fiducia, fiducia e pazienza.
Tutti quelli che ci dicono il loro sì ad un certo punto del cammino vivono una crisi.
La materia incomincia fortemente ad attrarre e si desidera spasmodicamente di tornare
alla comune normalità della terra. Arrivano richiami da tutte le parti e i compiti spiri-
tuali appaiono la suggestione di un attimo di follia.
Quasi nessuno ne è esente, perché siete nella materia ed essa reclama sempre i sui dirit-
ti, ma non temete, ci siamo passati tutti, è una esperienza di dualismo che si può tra-
scendere se la si conosce e la si capisce. Non fatevene uno spauracchio, adesso lo sape-
te.
Lo Spirito Santo in voi fa vedere e sapere la vostra anima di un sapere assoluto senza
cause e senza fini, è il sapere l’inizio e la fine, è la sapienza innata, l’attributo implicito
nell’essenza.
Questo sapere senza ragioni è altro da qualsiasi mente, è l’intelligenza divina che muo-
ve la vita vera oltre la materia. Questo sapere vi spinge sul cammino spirituale e vi ri-
corda i suoi contenuti che diventano i vostri.
La sua forza vi fa forti dentro un agire spirituale sconosciuto all’umano, noto all’anima.
Questo è lo Spirito Santo, emanato direttamente da Dio in ogni uomo, che opera in
qualcuno di voi che ha scelto di riconoscerlo.
Questa è il mistero di Dio in voi.
Curate la vostra purezza, correggete le imperfezioni, la dicotomia spirito materia è
forte. La terra chiama giù, lo spirito porta via.

66
L’energia di cui Cristo parla è la stessa energia che ha investito me è quella stessa
forza transumana che mi ha fatto attraversare a piedi il mare.
Vi ho già raccontato che anch’io non capivo niente, ma non preoccupatevi, la per-
fezione e la grandezza dell’intelligenza divina sa dosare mirabilmente ogni suo inter-
vento.
Anche io seguo gli uomini con infinita partecipazione.

Ascoltate l'istinto spirituale che vi fa essere occasione d'aiuto. Parlo di aiuto appa-
rentemente umano, in realtà fortemente spirituale, che con tante persone evitate di dare.
Si tratta della parola in più, dell'ascolto senza frettolosità, dell'attenzione ai piccoli se-
gni, del sorriso aperto e non forzato. Basta incominciare. Addolcite la voce, rallentate il
passo, sfiorate leggermente invece di toccare pesantemente e sorridete, sorridete di più.
Metteteci la vostra coscienza volontaria, fate che diventi un tratto co-
stante di voi la comunicazione diretta, naturale e spontanea, quasi inav-
vertita.
Apritevi con fiducia a tutte le cose nuove, accettate gli imprevisti con spirito di avven-
tura. Ogni persona che incontrate ha una mano tesa verso di voi, avvicinate chiunque vi
avvicina con braccia spirituali consapevolmente spalancate.
Il male vuole sempre prevaricare, sempre sopraffare. Non conosce compassione, vuole
imporsi, comanda manifestazioni di se stesso sempre maggiori. Un piccolo male quasi
sempre genera negatività più profonde, un piccolo bene è bene, comunque bene, è
sempre un contributo, una luce e vale in quanto contributo di bene, non importa se pic-
colo o grande. Il male combatte spesso anche contro il male avvitandosi nel suo essere
prevaricante, il bene mai.

Vi devo parlare di ubbidienza.


Sembra parola dura ed estrema. Sulla terra è spesso collegata ad un ordine ed è indice
di sottomissione. Per l’anima ha tutt’altro significato.
L’anima non obbedisce, risponde. Ogni compito spirituale sulla terra chiede obbedien-
za solo alla mente, l’anima è qui per questo. Perciò, quando dite sì e accettate senza ca-
pire è la vostra mente che obbedisce all’anima, non la vostra anima che obbedisce a
Dio, perché Dio non ordina mai.
L’anima risponde al richiamo spirituale di cui ha scelto di essere consapevole anche
con la mente e la mente plasmata obbedisce a fatica perché lo spirito non è la sua casa e
non ne riconosce i richiami.
Mentre la mente soffre, l’anima vive l’energia che l’ha creata e in essa cresce e acquista
conoscenza, una conoscenza spirituale che per la mente è buio, che la mente non può
possedere. Eppure sulla terra anima e mente lavorano insieme e nell’obbedienza della
mente c’è la conquista dell’anima.
Questo è concetto che vi deve essere chiaro.

67
Non buttate via l’opportunità di vivere consapevolmente anche un momento che non
vorreste vivere e di cercare in esso con sforzo la gioia e la pace che esso contiene, come
tutto ciò che vi è dato di vivere.
So che costa e che è difficile. Quando ci riuscirete, riderete delle contorsioni della vo-
stra mente. È così semplice, amare, vivere, gioire, è così semplice.

Dovete essere in grado di superare gli scogli della reattività umana, che è la prima fonte
di male sulla terra.
La pazienza è un’altra virtù che ha un significato terreno diverso da quello spirituale.
Per noi è essa è l’accettare l’imprevisto che allunga ciò che per voi è l’attesa.
L’attesa è terrena, non spirituale. Lo spirito non attende nulla, vive l’essere di ogni
momento. Per lui la pazienza è l’accettazione di ogni realtà che interrompe il flusso or-
dinato del suo esistere, di ogni agente di disturbo che si inserisce in questo esistere.
Per le persone consapevoli dunque pazienza significa non solo saper attendere senza
farsi travolgere dall’aspettativa, ma anche saper vivere ogni contrattempo, grande o
piccolo, senza permettere che alteri la propria realtà e senza perdere la centratura.
Non è virtù da poco, difficilmente sulla terra è conquista permanente. Va consapevol-
mente esercitata, è direttamente collegata all’evoluzione. Impararla avvicina alla cono-
scenza, è una delle acquisizioni animiche che costa di più sulla terra, ma sulla terra è
importante impararla perché è diretta antagonista del male. È conquista inalienabile, af-
finché il compito di bene sia sempre più fedelmente assolto.

E’ bella la gioia interiore che si sente per il bene degli altri. È questa la gioia spiri-
tuale dell’uno. I passi avanti di ognuno di voi solo i passi avanti di tutti. Chi sale ed
impara fa salire con sé tutti gli altri, chi sbaglia consapevolmente rallenta l’evoluzione
dell’umanità intera. È cammino singolo e congiunto, è fratellanza, è uno.
Ricordate, fratellanza non è sorridere all’estraneo, è non dimenticarsi di questo, è re-
sponsabile coscienza e conoscenza che, quanto più si sa e si è aiutati, tanto più bisogna
aiutare, stando in un concetto evoluto di aiuto impersonale, imprescindibile, automati-
co, istintivo dell’istinto spirituale, non di quello umano strapieno di equivoci.
La vostra comune matrice è la scintilla inestinguibile che avete dentro tutti, che as-
somiglia ogni uomo agli altri uomini e a Dio. In nessuno essa è spenta e, se ancora at-
tende il suo risveglio karmico sulla terra, pure essa è sempre lì, sensibile ai richiami
dell’anima, consapevole di se stessa.
Vedetela brillare dentro ognuno di voi. Pensando a questo sarà più facile amare il
mondo.

Vi devo parlare di verità, la verità dell’origine e la verità dell’uno, la verità che vi


portate dentro sulla terra quando vi incarnate.
È verità che non si può insegnare né trasmettere da uno all’altro, è certezza animica che
non può essere contenuta nelle parole, ma sulla terra si può solo a tratti intuire. Qui si è
in essa e di essa si fa parte. Sulla terra è affiorante sulla materia, è motore che muove il
sì che alcuni, senza capire, sentono vero.
Verità spirituale è vivere nella composizione dei dualismi, è morire nascendo, è dare e
ricevere, è partire ed essere già arrivati, è il punto di luce dove i dolori del buio della
terra si sanano nella loro spiegazione che li annulla e vi fa per questo scegliere di ritor-
nare.

68
Verità è la strada di mille karma intrecciati e divisi e il loro bilancio, verità è sempre
evoluzione, ascesa, apprendimento, consapevolezza.
Verità è voce interiore che sa e suggerisce sovrastata dai rumori del mondo.
Verità è dentro, non mai fuori. Per questo sulla terra non la trovate. Ma oramai lo sape-
te, cercate dentro, dove essa vi parla, dove essa brilla, dove voi siete connessi e con-
giunti con essa e con noi.
Accettate di essere essa. È concetto arduo per la mente. Accettate sulla terra di essere
verità. Solo credendoci potete diffonderla semplicemente vivendo.
La verità non ha sacerdoti, non ha più profeti, non ha seguaci, può solo avere dei testi-
moni. Capitelo e accettatelo nel profondo, voi siete la verità sulla terra.
Vi chiedo di riflettere su questo e di farlo vostro intimamente. La vostra consapevolez-
za ha ancora tanto da imparare e la vostra mente tanto da accettare. Il viaggio è scortato
dall’uno, cioè da tutti noi. Il bagaglio a volte pesa, ma voi potete riposare con noi.

Vedete la vostra insofferenza come oggetto di compassione e state nel vuoto il più
possibile, non fuggite nel silenzio come rifugio intellettuale, come idea di sollievo, ma
fate del silenzio un esercizio quotidiano al vuoto ed alla compassione. Allenatevi a
smettere di soffrire, sempre un po’ meno, ogni giorno un po’ meno e sempre più consa-
pevoli, sempre più distaccati, sempre più sereni.
Svuotatevi, imparate a svuotarvi, a osservare la tensione che esce da voi e a trasfor-
marla in compassione verso chi più vi prova, irritazione e ansia si smaterializzano
nell’amore e l’ego muore per sempre.
Non cedete alla difficoltà di seguirmi sulla terra. Ascoltate la vostra anima e amate
ogni fratello. Io sono in ognuno che amate e amando loro amate me.
Il dubbio sarà sempre più il vostro compagno, accettatelo, pregate, purificatevi e
continuate a dire di sì. Morite a voi stessi, è una dolce morte, è passare alla vita.
Aiutatevi con meditazione e preghiera e la vostra luce vi rischiarerà sempre più il
cammino, pregate con l’intenzione della connessione e sempre più ci troverete lì.
Amate nonostante gli errori, gli sforzi, la fatica, l’amore arriva sempre e sempre
guarisce, sempre ripara, sempre salva il mondo. Amate, amate così e di più, consapevo-
li che questo amore riporta più in fretta casa anche voi.
Amatevi e amate, che questo diventi il vostro illuminato stile di vita.

CAPITOLO XV

C’è Moses.
Parliamo del vortice di male coagulato che voi chiamate demonio.
Non è un’entità singola, come non lo è Dio. Sapete già che qui la lotta del bene con-
tro il male è unità contro separazione ed è un’atmosfera vibrazionale in continuo dina-
mismo.
Il male è singolo, noi siamo l’uno, ma singolo non significa singola entità, bensì
unico cuneo che tende a fendere il tutto formato e tenuto insieme dall’amore: suoni
bassi, vibrazioni pesanti, onde magnetiche di pensieri negativi che si autotrasformano
in gesti negativi sempre tesi alla separazione. Dove tutto ciò non trova ostacoli, dove
sembra più potente, dove opera senza incontrare difficoltà e sembra ingigantirsi, nutrito
dalla paura di chi lo osserva, lì voi vedete e temete un improbabile diavolo.

69
La realtà è intraducibile con parole umane diverse da queste. La paura che vi incute
è uno dei suoi strumenti, il pensiero plasmato dall’anima è il suo peggior nemico. La
materia è la sua ideale dimora, dove più facilmente si coagulano le vibrazioni pesanti,
al punto da diventare solide sulla terra.
È necessario che sulla terra si muovano consapevolmente anime capaci di vivere un
karma terreno talmente incondizionatamente rivolto al bene che possano rismaterializ-
zare questi solidi agglomerati di male.
La conoscenza della realtà spirituale che compone bene e male e delle tecniche ne-
cessarie a contrastarlo, con queste pagine vi è trasmessa e voi potete mescolarvi in que-
sta realtà negativa e contrastarla in maniera sottile.
Perciò non c’è un diavolo tentatore, ma ci sono tante, troppe occasioni di male che
proliferano sul terreno adatto.
Effetto potente di neutralizzazione ha l’intenzione mantenuta costante come scelta
di vita che uniforma il pensiero al bene, l’attuazione dei pensieri di bene e di luce, il
contrasto di ogni pensiero negativo proprio o altrui con un corrispondente pensiero po-
sitivo, la luce buttata nell’ombra, la fratellanza e l’amore contrapposti alla violenza e
all’odio, l’uno contro la divisione: sono vaccini che la terra riceve contro la sua malat-
tia.
Queste parole vogliono sensibilizzarvi sull’estrema importanza operativa che hanno
questi contenuti.
Qui non si tratta più di un fatto karmico personale, teso a risolvere debiti vostri del
passato, ma questa tensione al bene, il lavoro per gli altri, il pensiero sempre più pla-
smato, una connessione più solida, una consapevolezza più matura, i gesti di amore
consapevole, le preghiere di unità, le meditazioni volontarie, le purificazioni, sono ur-
gente e necessario, anzi indispensabile, supporto che, come una rete, va a sorreggere e
ad attutire la caduta della terra.
Non concedetevi flessioni, non incrinate per stanchezza o pigrizia la vostra motiva-
zione, non perdete la tensione interiore operativa e non dimenticate la sensazione di ur-
genza.
Che l’istinto al bene continui ad essere coltivato, vigilato e trasferito in pensieri e
azioni fortemente consapevoli. I pochi che sanno non devono cedere.
Non è importante capire, è importante eseguire con la massima convinzione possi-
bile.
È un grande impegno quello che vi chiedo di non dimenticare, di non far passare via
con l’abitudine, bisogna che adattiate con estrema coscienza ogni gesto della vostra vi-
ta.
Non pretendo certo che diventiate infallibili, ma vi chiedo lo sforzo consapevole di
vigilare il più possibile sui vostri pensieri e sui vostri gesti. Contrastate la paura con la
pace della connessione. Non rispondete mai alla paura altrui facendola sentire legittima
e restandone contagiati, perché ciò contribuisce a diffonderla. Siate veicoli di pace in
prima persona cominciando a fare irrompere la pace nelle vostre esistenze, sia intime
che esteriori. Cercate l’unità di voi con voi stessi e col tutto, con ogni manifestazione
della vita sulla terra.
Esseri umani, animali, vegetali entrino a far parte del vostro corredo di vita. Che la
vostra anima sia un uno con l’anima cosmica e le vostre cellule si mescolino alle cellu-
le della terra.
Amate con gli uomini, volate con gli uccelli, respirate e filtrate come le piante, siate
il più possibile i testimoni di una bellezza vitale, del mistero incantevole della vita, del
70
miracolo della consapevolezza che oggi sono stati dimenticati. State nel semplice, è
questo il segreto perduto dalla terra.

Il contagio di negatività che passa da una mente all’altra è altissimo, ma lo stesso


potere imitativo lo possiedono i pensieri di luce.
Siate certi che, non appena sarete entrati nell’abitudine ormai radicata e naturale verso i
pensieri plasmati, essi attaccheranno la loro vibrazione positiva a tutti pensieri che in-
contrano.
Ogni volta che ci riuscite già avviene così, sono mutamenti impercettibili ai vostri sensi
di cui mai potrete accorgervi.
La richiesta dello sforzo consapevole di controllo dei vostri pensieri è impegnativa per-
ché mai potrete sulla terra avere un riscontro dei risultati.
Il bene spirituale ha la caratteristica di essere invisibile sulla terra per chi lo fa. Esso ha
i suoi sentieri segreti, silenziosi binari di luce, infinite scorciatoie e un perfetto, infalli-
bile orientamento.
Chi sceglie questa direzione sappia che il bene sa sempre dove andare e non va mai
perduto, anche se di questo non può dare prove.
Vi sorregga questa interiore certezza: il male dà sempre delle evidenze di sé e spesso si
perde in sentieri tortuosi che lo moltiplicano, il bene conosce solo strade dirette e i suoi
miracoli sono infinitamente più grandi della capacità di percezione della terra, ma essa
se ne imbeve, li assorbe tutti e, grazie ad essi, continua, nonostante il male, a vivere e a
portare avanti il suo generoso, difficile compito.
La terra è un’entità, contiene una scintilla divina intelligente che l’ha portata ad accetta-
re di essere asilo al karma degli uomini e di svolgere così un suo particolare karma, che
non è il vostro, ma ubbidisce alla legge perfetta della complementarietà e dell’uno. Il
cosmo ed i suoi pianeti, come le forze della natura, sono ingranaggi di un meccanismo
perfetto in cui ogni rotella fa la sua parte.
L’anima, l’archetipo spirituale, ben conosce il mistero perfetto di questa armonia ed è
sempre tesa a ricrearla dove la legge dell’evoluzione non permette di percepirla ma è
continua tensione a cercarla e a ritrovarla.
Questi contenuti anticipano, per quanto è possibile, la ricezione sulla terra di una realtà
spirituale che contiene le risposte a tutti gli insoluti.
Cogliete l’estrema consolazione che contengono queste parole. È un immenso e mera-
viglioso serbatoio di conoscenza quello cui vi stiamo facendo attingere.

La vera realtà dell’uomo è la sua anima, la mente è uno strumento evolutivo da plasma-
re, scomodo e pericoloso, altrimenti non sarebbe evolutivo.
Chi arriva a capire che le vere ragioni sono quelle dell’anima già si è staccato dalle ra-
gioni della terra e il suo lavoro consiste, a questo punto, nell’adattare un pensiero ribel-
le a queste ragioni.
Il difficile sta proprio in questo: un contenuto spirituale teorico piace al pensiero di un
ricercatore, ma quando lo costringe a mutare ogni abitudine della sua vita è solo la
spinta dell’anima che lo tiene nel lavoro su se stesso che non ha più nessun fascino in-
tellettuale o estetico.

71
L’anima vive sulla terra immersa nella conoscenza e nella nostalgia del suo uno e spin-
ge sempre per tornare a questo, il che non significa necessariamente morire, si può tor-
nare a casa anche stando sulla terra e lavorando in questo uno ritrovato. Arrivare a que-
sto è il movimento naturale dell’anima che per questo si è incarnata.
Il famoso distacco, che tanto vi spaventa all’inizio del cammino, quando sarete arrivati
qui vi spalancherà interiormente le porte della gioia più perfetta.
Questo è un meraviglioso meccanismo naturale, meraviglioso perché semplice.
Vedete che la mia lontananza dalla terra è solo virtuale. Per chi mi ha creduto morto io
non sono più in mezzo ai vostri dolori. Per chi sa l’uno io sono sempre lì e sorreggo di
compassione la faticosa evoluzione di chi si crede abbandonato. Nessun filo d’erba è
lasciato solo sulla terra.

Per guarire dove la medicina non guarisce bisogna accettare che l’origine della ma-
lattia non sia fisica.
Prendiamo ad esempio un tumore. La scienza è ferma a non sapersi spiegare perché
alcune cellule improvvisamente impazziscono e si moltiplicano in un modo atipico.
Non è questo il problema. Stacchiamoci dal discorso fisico.
Dove c’è proliferazione c’è dietro bisogno di spazio. Perciò gli organi che si amma-
lano sono compressi. Il cancro è un modo per segare le sbarre di una prigione: e ridare
libertà interiore a chi se ne ammala è l’unico modo per farlo regredire.
Ogni malattia ha dietro di sé un bisogno spirituale inascoltato o inappagato e si può
dire che chi si ammala vive una forma di ricerca inconsapevole.
Spesso è proprio una malattia l’occasione per portarsi alla mente domande mai po-
ste, per affrontare le paure di una vita intera che si presentano sotto forma di paura di
morire e, in alcuni casi, è proprio la malattia la ragione di una consapevolezza diversa.
Se i medici capissero questo, farebbero delle malattie che vedono le occasioni di una
loro propria crescita e darebbero ai malati guarigioni e cure ben diverse.
Per questo è arrivato il momento di rimettere sulla terra un po’ di guarigioni inspie-
gabili.
Alcuni medici rifletteranno e comincerà ad essere affrontato il falso dualismo malat-
tia salute.
Si comincerà a capire che un malato deve essere aiutato a guarirsi da solo e che non
vanno sollecitati solo i suoi anticorpi, ma soprattutto la sua consapevolezza. La malattia
in sé non esiste, come non esiste la salute.
Tutto quello che può portare l’ammalato a farsi delle domande evolutive va bene,
ma non tutti sono disponibili a farsele e guarisce chi senza saperlo è pronto.
In genere chi accetta trattamenti alternativi e già interiormente disponibile a direzio-
ni diverse di indagine propria su se stesso, anche se non esistono regole fisse. È ancora
altrettanto importante la reazione di un medico incredulo che di questa incredulità può
fare un’occasione spirituale di apprendimento.
Ci sono anche modi sottili di lotta al male anche sulla terra.

Pensate all’AIDS, che cosa significa essere immunodepressi.


È l’ultima stazione del lavoro mentale di sopravvivenza sulla terra. Quando la mente
non ha più argomenti sufficienti a soddisfare una ricerca di verità deviata, quando le
esperienze fatte sono state inutilmente affamate ed estreme e non hanno dato risposte,
quando le risorse fisiche sono state sfruttate senza rispetto e ancora non si arriva a porsi

72
altre domande, il guscio dell’involucro terreno si arrende e diventa più vulnerabile di
un neonato.
Se il malato di cancro ha bisogno di spazio, il malato di AIDS ha bisogno di rico-
minciare. È come un reduce che torna da una guerra che gli ha portato via tutto e non
ha più nessuna risorsa. Bisogna dargli una casa, vestiti, cibo, bisogna soddisfare i biso-
gni elementari e ricostruire con lui, tenendolo per mano, l’abc delle cose importanti e
della fiducia in se stesso e nella sua capacità di ricostruirsi degli obiettivi, questa volta
giusti.
Qualcuno che guarirà diffonderà il panorama nuovo che gli si è spalancato davanti e
così sempre più guariti diventeranno dei guaritori e tutti saranno anonimi perché non
c’è il maestro e il messia, c’è un filo rosso di consapevolezza nuova che passa di mano
in mano. Saranno guariti i rappresentanti di tutte le peggiori patologie e i primi che
apriranno questa strada e aiuteranno gli altri con la loro esperienza hanno scelto un
karma di servitori e strumenti, anche se sono diverse le occasioni di consapevolezza e
la malattia è stata mezzo di conquistata evoluzione necessaria per poterlo trasferire ad
altri.
Essi saranno una équipe sempre più numerosa e avranno un impulso irrefrenabile di
diffondere, di parlare, di tirarne fuori altri e poi ancora altri e altri ancora e la coscienza
spirituale sarà come un germoglio che a poco a poco fa verde il deserto.
State nella consapevolezza, non dimenticate il controllo sui vostri pensieri e l’aiuto
invisibile e costante agli altri. Radicatevi sempre più in questa abitudine di reale fratel-
lanza non retorica.
Io parlo oltre le parole, che sono un debole mezzo per arrivare all’udito. Tutti sento-
no, ma non tutti sono lì per ascoltare e quelli che in verità ascoltano non sanno con la
mente di ascoltare.
I contenuti spirituali utilizzano la mente, ma essa non è il canale deputato a riceverli.
Non c’è sulla terra un posto ufficiale per lo spirito, esso permea, aleggia, circonda, pe-
netra, sfiora o scuote, ma non ha un indirizzo dove saperlo trovare. Alcune menti pla-
smate lo riconoscono, ma non ne saprebbero parlare.
Non stupitevi se non riuscite a mettere insieme con la mente, anche per voi che
ascoltate non sono più di tanto utili le orecchie. Le mie parole vi toccano nella mente
quando indicano sentieri da percorrere, ma si raccolgono tutte in un sentire non fisico,
in un serbatoio di conoscenza cui voi attingete di continuo senza saperlo.
Ciò che vi ho detto rientra in questo sistema di passaggio di conoscenza che voi non
potete cogliere con la vostra umanità limitante, ma cogliete con lo spirito che c’è in
ciascuno di voi vivo e operante.
La buona volontà è quella di chi sulla terra non smette di credere e di operare nel
bene spirituale con la consapevole accettazione di non poter capire.
Questa è la sofferenza che ingenera dubbi e debolezza, è l’assenza di umane prove,
è il rischio della vostra credibilità ai vostri stessi umani occhi, è la paura di interferire
nelle strade altrui senza un motivato diritto.
Per questo vi dico: chi è nella buona volontà, vivrà la libertà dell’anima.

73
CAPITOLO XVI

Verrà un pastore che porterà scompiglio nei vertici della chiesa. I cardinali non sanno
la realtà interiore spirituale di chi scelgono e si troveranno qualcosa di molto diverso da
ciò che credono.
La chiesa in questo Papa si vestirà di stracci, porterà agli uomini il suo smarrimento.
Saranno smascherati i giochi di potere con una risoluta opposizione a tutto ciò che non
è spirituale e questo sarà un Papa che dalla finestra denuncia e tuona.
La chiesa dovrà crollare per tornare come deve essere. Qualcuno lo sa. La coscienza
dello spirito dovrà investire anche chi dello spirito ha scelto di portare la veste, ma i
clericali non saranno i primi e a fatica dovranno prendere atto che una vera spiritualità
vissuta e messa quotidianamente in pratica nulla ha a che fare con loro rigide regole.
Ci sarà molto scompiglio e molto smarrimento nei fedeli senza consapevolezza. Sarà
importante vivere come testimoni e marcare di consapevolezza lo sfascio di una istitu-
zione marcia.
Al mondo inconsapevole tutto ciò parrà una catastrofe, ma chi è in quel momento a ca-
po della chiesa sarà guidato da particolari protezioni. Il suo operato porterà prima
scompiglio, agitazione, fermento, poi si assisterà in una nuova quiete e la chiesa darà
finalmente insegnamento evolutivo e asilo.
Non tutti resteranno a capire, non tutti sono pronti ad evolvere. Il crollo non sarà solo
teorico, dovrà sparire molto di questo malsano benessere economico e sociale. Chi è
già staccato dai valori della terra passerà senza alterazioni attraverso tutto questo, chi
invece sentirà perduto anche se stesso insieme alle cose si perderà con esse.
I primi sussulti di percezione della realtà spirituale saranno confermati dalla natura
dell’apostolato del Papa e saranno il sostegno che sorreggerà chi si inserirà in questa
strada evolutiva. Sarà uno snodarsi di fatti che cambierà la realtà e non un fatto unico e
precipitoso come una guerra.
Le cose cominceranno a cambiare senza che apparentemente si modifichi nulla, ma
ogni cambiamento sottile provocherà nel tempo i cambiamenti nelle strutture grossola-
ne e vi ritroverete a vivere in una realtà modificata in cui non ci saranno più tanti im-
meritati privilegi.
Il mondo cristiano occidentale è molto lontano dalla verità. I nuovi contenuti spirituali
che divulgherà il Papa contengono l’energia per essere riconosciuti anche dai capi di
altre religioni, perché non appartengono a nessuna religione, ma sono la legge univer-
sale dello spirito. Nessuno seguirà o non seguirà nessun altro, sono le vibrazioni spiri-
tuali sulla terra che cambiano.
Nuovi contenuti spirituali che diffondono conoscenza simile a quella di questi messag-
gi non possono non modificare l’attuale distribuzione, percezione e diffusione del male
sulla terra. Ciò che cambia in voi cambierà in tanti, i mutamenti singoli contengono i
mutamenti collettivi e l’evoluzione di uno prepara ed anticipa l’evoluzione di tutti. Il
passo avanti di un uomo è passo avanti di tutta l’umanità. Questo è l’uno.

La consapevolezza arriva o può mutare in tantissimi modi, non esistono veicoli


esterni che la trasportano, sono le scelte personali che ci spingono di incontrarla.

74
C’è Moses.
Venire a conoscenza dei progetti e dell’energia divina, che alle nostre menti umane
sembrano sempre incredibili e privi di fattibilità, crea uno sgomento ed un’inquietudine
che ben mi ricordo.
C’è un alone di potente mistero che ci impedisce di liquidare tutto come follia. Chi è
informato degli eventi prima che essi accadano è messo in condizione di viverli come
fonte di apprendimento per se stesso e per gli altri e spesso capita che soffra quando
vede gli altri rifiutarsi di imparare.
Sono scelte consapevoli e la conoscenza che si possiede è ampiamente sufficiente, se
sorretta dalla fede, a giustificare ciò che si vede accadere senza perdere la testa e conti-
nuando a lavorare per il bene di tutti.
Perciò non sostate nell’inquietudine di un’attesa che potrebbe sembrare lunghissima e
col tempo minare la vostra consapevolezza spirituale per la quale gli eventi sono sol-
tanto occasioni.

L’anima che si incarna contiene le qualità spirituali e una conoscenza del tutto che
deve misurarsi con la materia per potersi dire acquisita.
Ad ogni incarnazione l’entità in cammino nel viaggio evolutivo sceglie il bagaglio
karmico di qualità terrene e conoscenze spirituali necessario al compimento di quel
particolare viaggio, la cui riuscita è sempre soggetta agli imprevisti delle libero arbitrio
che può portare anche a dover ripetere più volte lo stesso viaggio, adattando il bagaglio
karmico al grado di conoscenza acquisito.
L’anima sa tutto in teoria, ma per evolvere deve misurarsi con la pratica di tante vite
che sono l’occasione di sperimentare, conoscere e quindi apprendere.

Gli uomini della Bibbia erano meno evoluti, necessitavano di castighi e di segni
evidenti per apprendere. Dire loro che le loro colpe sarebbero ricadute sui loro figli per
quattro generazioni era come dire a voi che un karma torna infallibilmente ad esigere i
suoi debiti.
Con tutte le sue fatiche, i suoi errori, i suoi dolori e le sue conquiste, è indubbio che la
coscienza dell’umanità stia percorrendo una strada evolutiva e di cammino ne è stato
fatto molto, anche se moltissimo ne resta da fare su piani sempre più sottili.
L’evoluzione delle coscienze intime, della ricerca spirituale, dell’affinamento delle
qualità è più difficile ma più esaltante, è scoprire il senso dell’esistenza in terra.
I vostri diversi smarrimenti sono momenti evolutivi che segnano le vostre crescite e
non rendono vano il viaggio. Karma di vite spirituali sono segnate in modi diversi, a
seconda delle scelte, da una sofferenza di adattamento della materia allo spirito, che va
dall'accettazione di un paranormale alle più alte adesioni di fede.
Il senso di piccolezza, i timori di ego sono anch’essi smarrimenti in questo cammino in
cui l'accettazione va rinnovata ogni giorno e costa prezzi sempre più alti.
Non siete mai soli, ma in questo siete soli. Ricordate che non vi misurate mai con
qualcosa di superiore alle vostre forze, il karma scelto è sempre affrontabile.
Siete soli di fronte ai limiti umani da superare, perché è una battaglia solo vostra, ma
non siete mai soli nelle prove evolutive spirituali. Siete soli davanti alle ribellioni della
mente, mai soli nei tragitti dell’anima

75
Vivete ogni istante caricandolo di tutti i significati che possiede. Non liquidate mai
niente come inutile, osservate e cercate la piccola o grande informazione che contiene.
Tenete sempre sotto controllo le pulsioni mentali negative, correggetele, c’è sempre
una contro lettura dei fatti evolutiva.
I pensieri diffondono l’energia di cui sono imbevuti e creano solide realtà.
Andate e fate nel mio nome, io sono con voi e da sempre proteggo la terra e attutisco
gli errori degli uomini. La mia essenza spirituale è giunta sulla terra per dare agli uo-
mini un intermediario. Riferitevi a me e troverete la luce.
Chi crede in me vivrà la vita eterna, chi segue questa via troverà la luce della verità e
per sempre resterà in essa a conoscerla ed a farne parte. Chi lascia le certezze della ter-
ra trova le risposte a tutte le ricerche e per sempre cessa di cercare ciò che sulla terra
non avrebbe mai trovato. Chi crede in me avrà la vita eterna.

C’è Moses.
L’energia che vi conduce è quella dell’amore di Cristo, più adatta ai bisogni della
terra di oggi. Per gli uomini del mio tempo era più utile l’energia della forza e i segni
dell’onnipotenza di Dio li conducevano ad una soggezione necessaria per evolvere e
portare avanti la conoscenza delle loro anime.
A voi per evolvere serve solo l’amore. Cristo l’ha portato sulla terra perché la co-
scienza di esso maturasse lentamente da sola anche fuori dalla consapevolezza degli
uomini e oggi qualcuno di essi può lavorare perché la legge dell’amore cominci ad es-
sere percepita.
Questa è ora la direzione dell’evoluzione, ascesa irrefrenabile verso l’acquisizione
dell’amore spirituale.
Uomini e donne si troveranno ad incontrarlo sul cammino, non sempre e non subito
lo riconosceranno, molti lo rifiuteranno e, increduli, si prenderanno gioco della sua di-
sarmata potenza.
È sempre stato così. Gli oppositori confermano le conquiste. Questa è la legge
dell’evoluzione che impedisce acquisizioni facili, immediate e simultanee per tutti.
Non è assolutamente possibile che tutti imparino nello stesso momento. Chi impara ap-
parentemente con più facilità di altri ha dietro le sue spalle circuiti complicati di cam-
mino di ricerca che altri non hanno ancora incontrato.
Non giudicate mai, non puntate dita, non estrinsecate opinioni, tante saranno le real-
tà che vedrete, alcune vi sembreranno intollerabili o scandalose nella loro proterva ar-
roganza.
Fermatevi e inondatele di compassione e di pensieri di luce che, meglio di ogni altro
intervento, le avversano. Il vostro mondo sta lentamente cambiando, siatene consape-
voli ed attenti protagonisti.
In un’ottica di fratellanza, ogni anima che sa di appartenere all’uno evolve e cresce
dando quello che ha, non sforzandosi di uniformarsi a quello che vede dare da un’altra
anima.
Le conquiste spirituali di una verità sono le infinite sfaccettature della verità e nes-
suno, nemmeno noi, può trasmettere una verità cristallizzata ed immobile. Essa contie-
ne tutte le infinite e diverse strade di chi si è messo in viaggio per cercarla.
Nulla è schedato, ogni risposta raggiunta è l’occasione di altre evolutive domande e
tutto serve a tutti e forma il serbatoio cosmico di conoscenza pieno di tutte le conquiste
degli uomini.

76
Venite con me davanti allo specchio. Quello che vedete è ancora un bozzolo infor-
me. Per il bruco la metamorfosi è morte, ma senza l’abbandono del bozzolo non ci sa-
rebbe la farfalla.
Ogni feto non vorrebbe lasciare l’utero, ma quella del feto è una vita priva di scelte,
è solo una preparazione. Vostro è l’atto di coraggio che la vostra scelta vi propone,
continuare a scegliere il bruco significa solo rimandare il volo della farfalla perché la
farfalla è inevitabile, è scelta karmica che il libero arbitrio di oggi può solo ritardare nel
tempo senza tempo dell’evoluzione.
La farfalla è lieve e gentile, ma ha tutta la forza e la determinazione dei soprav-
vissuti e poi ha le ali. Dopo l’inferno vola, vola via.
Amore, non giudizio, compassione consapevole e non inutile vana pietà. Condivi-
sione, partecipazione, comprensione animica del dolore altrui, desiderio operativo di
contribuire alla trasformazione del dolore in sofferenza, unità di intenti contro ogni di-
visione, mani tese a scaldare e ad accarezzare contro i pugni chiusi
dell’inconsapevolezza: questi sono gli strumenti di oggi contro il male. Anime malate,
corpi malati, esiti di scelte viziate da interventi arbitrari di volontà terrene, possono e
devono guarire. Passaggi prematuri fino a ieri per la coscienza degli uomini adesso
cominciano ad essere fattibili, perché qualcuno è entrato finalmente dentro la legge
dell’amore.
Fate che si propaghi, date spazio alla sua voce e ai suoi miracoli. La sua potenza non
è inferiore ai prodigi divini per gli uomini della Bibbia. Le manifestazioni di Dio sono
infinite e sempre modulate sulle possibilità degli uomini di riconoscerle. Il movimento
è inarrestabile, il flusso è un divenire ininterrotto di evoluzione e di conoscenza nel
quale siete immersi e nel quale potete scegliere di essere trascinati senza coscienza o di
favorirne consapevolmente lo scorrere.
Immagini di luce che sono realtà circondano coloro che entrano coscientemente nel
flusso e il divenire della conoscenza e le conquiste dell’anima divengono un eterno pre-
sente. Siatene sempre consapevoli.

C’è Moses.
Per arrivare ad aprire la porta dell’amore come strumento di evoluzione e di salvez-
za, l’umanità ha dovuto camminare tanto e faticare ad apprendere nel vostro umano
tempo. Calcolate che gli uomini hanno impiegato duemila anni per cominciare appena
a decifrare il messaggio d’amore di Cristo.
Anche questa è una conquista, l’amore è strumento evoluto ed impegnativo che
cambia l’inconsapevolezza degli uomini solo se chi è consapevole ne fa uno strumento.
Un’umanità ancora nel buio non saprebbe riconoscere l’amore come è stato per tanti
cicli. Errori, cadute, dolori, ritorni hanno comunque portato avanti l’umanità in una len-
ta ma inarrestabile evoluzione, perché il flusso del divenire è comunque orientato solo
in questa direzione.
L’inconsapevolezza e la massiccia influenza della mente ha reso lentissimo il viag-
gio del contenuto d’amore di Cristo.
Comincia un viaggio evolutivo più consapevole perché anche la coscienza
dell’amore è stata una dura conquista.
La mente davanti all’amore ha pochi argomenti e le ragioni dell’amore possono an-
che non essere capite. L’amore tocca chi è pronto e chi è pronto lo riconosce, combatte
77
le umane resistenze e comincia volontariamente a tenerlo sulla terra, modellando i suoi
pensieri prima ancora di modificare le sue azioni.
Costringersi a stereotipate azioni amorevoli è uno sforzo tanto lodevole quanto inu-
tile e vano, è il tentativo puerile di comportarsi come se la mente non esistesse. Per ar-
rivare a vivere l’amore di Cristo, fatelo entrare nei vostri pensieri, correggendo sensi di
colpa, paura, vendicatività, rabbia, curiosità, manipolazione, prepotenza, furto, ma an-
che narcisistiche malinconie, ambizioni e commercio dei propri talenti. Con ciò inten-
do l’avere qualità karmicamente scelte come positive e farne sulla terra un uso sconsi-
derato, regalandole via o facendole pesare, cioè piegandole alla mente invece che
all’anima. È rifiutare il richiamo della consapevolezza, certamente è anche svilire nella
materia le possibilità di una scelta spirituale.
Quando l’amore sarà entrato qui, voi sarete nuovi e puri e i vostri gesti lo diranno al
mondo.
Che il vostro sforzo consapevole sia sempre rivolto alla purificazione dei pensieri.
L’amore sulla terra non è facile.

Noi vi continuiamo a ripetere di contrastare i pensieri negativi perché sappiamo che


sulla terra è un lavoro difficilissimo smontare la vostra logica e camminare contro un
istinto suggerito dalla mente. La mente vi possiede e vi dà un’illusione di grande auto-
nomia, ma voi non vi rendete conto che essa vi rende autonomi solo nell’affermazione
di un ego più o meno strutturato a seconda del karma.
Per questo correggere la mente e dirottare i pensieri verso altri contenuti è così diffi-
cile, perché vi sembra di andare contro la vostra stessa natura che è la natura dell’ego.
Sottoponetevi a questo esercizio costante, sappiate che i pensieri danno forma a so-
lide realtà e che il mondo è la realtà pensata dagli uomini. Se si può sperare di cam-
biarlo è da qui che si deve partire, da piccole, singole rivoluzioni di uomini consapevo-
li. Convertire una mente, plasmarne i pensieri è una rivoluzione che sconcerta e diso-
rienta i pensieri altrui che incontra e crea nuove e sconcertanti realtà alternative.
È questo il primo ed il perenne lavoro, più importante di qualsiasi rivelazione, ne-
cessaria e fondamentale premessa e condizione per diffondere unità e consapevolezza.
Voi uomini, e solo voi, potrete farlo. La vostra evoluzione è sempre conquista vostra
e, in virtù dell’uno, la conquista singola si allarga a conquista collettiva formata da mi-
gliaia di singole consapevolezze.
State su questo, vivete in questo, riconoscete le provocazioni e non cadete nei loro
tranelli. Osservate i vostri pensieri autonomi, osservate che cosa pensate di voi stessi e
degli altri, modificate dove potete sempre di più anche se vi sentirete diventare deboli
senza il supporto delle ragioni mentali e vi sembrerà di perdere riferimenti sicuri.
Contagerete le realtà ed i pensieri a voi adiacenti. Coraggio, ci vuole coraggio.

Senza dubbi non sì è in cammino. Non esistono strade evolutive piane e semplici, la
portata e la qualità dei dubbi è proporzionata al livello di responsabilità. Il dubbio è una
prova evolutiva fra le più alte e il grado di sofferenza che comporta lo dimostra.
Chi non ha dubbi non ha molti pensieri, né negativi né positivi. Certo, i dubbi tolgo-
no il sonno, certo una mente pronta, allenata e capace potenzialmente di trasformarsi, è
anche, prima e durante la trasformazione, estremamente convincente, molto più con-

78
vincente di un’altra che non dubita perché copia e si adatta all’esterno invece di pensa-
re.
Non sareste in grado di contrastare questi dubbi e questi pensieri se essi non sem-
brassero così ben fondati e non ci sarebbe la vittoria sulla mente se la mente non oppo-
nesse resistenze.
Vi dico di non cantare mai vittoria, rigurgiti di dubbi e di ribellioni possono presen-
tarsi anche dopo lunghi periodi di fecondo e riuscito lavoro, quasi da far dire “ missio-
ne compiuta “.
È questo lo scoglio della materia, finché essa sarà il vostro abito, ne sentirete il peso.
Alcuni pensieri negativi sono più facilmente plasmabili di altri. Il dubbio di fare del
male senza vederlo, il dubbio dell’autoinganno, la paura di un ego invisibile apparten-
gono alla schiera di pensieri che con forza autonoma resistono più aspramente
all’anima. Non contrastateli, guardateli, denudateli, non troverete mai altri pensieri do-
tati di ragioni più forti delle loro.
Osservateli e sublimate la sofferenza osservandoli, andate avanti nella sofferenza
dell’osservarli sapendo che essi ci sono e non tentando di rimuoverli. Andate avanti
consci della loro presenza, è l’unico modo per non renderla invasiva.
Guardarli vuol dire accettare la loro esistenza e presenza come un fatto inevitabile di
evoluzione. Zittire la mente vuol dire guardarli senza cercare di contrapporre loro altri
argomenti inesistenti, quindi vuol dire guardarli, cioè conoscerli e non ignorarli.
Illudersi di ignorarli è perdere consapevolezza, è indebolire il lavoro che divente-
rebbe un sì ottuso.
Dove non è possibile plasmare, osservate, ricordate il distacco. Dove essi portano
pesi, osservare è contrapporre leggerezza e impedire di essere risucchiati dal vortice.
Osservare il vortice è restare esterni al suo movimento.
Questa situazione sarà una costante della vostra storia terrena. Vi abituerete a distin-
guere i diversi gradi delle vostre battaglie. Questo è uno dei gradi più alti, comune a
tutti coloro che arrivano a vivere la scelta di una incarnazione consapevole.
Cercate sempre la pace, anche e soprattutto con voi stessi.

Non temete quella che vi sembra la pazzia in terra. Sarete sempre sufficientemente
ancorati per potervi condurre articolati in mezzo alle cose del mondo.
Questa follia che vi spaventa può anche essere guardata con occhi sereni.
Ricordate che Moses vi ha detto che scoprirete l’infinita bellezza di ciò che state vi-
vendo, la bellezza di orizzonti sterminati al di là di un piccolissimo pensiero, la bellez-
za di un amore consapevole che supera le barriere della carne, la bellezza di una cono-
scenza che qui ricevete ed è solo un piccolissimo anticipo di verità, la bellezza di senti-
re l’invincibilità dell’uno anche sulla terra, la bellezza di una battaglia senz’armi, di
uno scopo senza fini, di una luce senza ombre, di una morte a se stessi che è principio
senza fine, di uno scorrere infinito, gocce fra le gocce, verso la sorgente di un tutto che
ogni goccia in sé già contiene.
Questo che voi oggi state leggendo senza avere memoria di tutto ciò che qui vi ha
portato racchiude una bellezza trascendente, la bellezza dell’evoluzione, la bellezza di
Dio.
Quando la mente vuole trascinarvi, ricordate questa bellezza e fatevi trascinare via
dai dubbi feroci da questa impalpabile, luminosa, onnipresente scia di verità.

79
CAPITOLO XVII

Ogni cosa intorno voi è viva, vive di una vita diversa con finalità diverse, ma com-
prese nella complementarietà. La natura vive le sue proprie leggi karmiche in cui anche
i sassi su cui sedete manifestano un compito prescritto.
Mescolate le vostre cellule alle cellule della natura, sentite in voi l’aria, l’acqua, la
linfa, la gemma che spunta, il frutto che matura, la foglia che cade, il rinnovarsi, il rina-
scere, la matrice comune che avvicina il vostro corpo terreno alla pietra rocciosa dei
monti, al legno profumato dei boschi, al sale ed alla schiuma del mare, al vapore incon-
sistente delle nuvole.
Pensate al vostro guscio terreno non solo come a un peso di materia che frena, esso
è anche il figlio e il frutto della materia animata dove si manifesta la natura.
Riconoscere la natura in se stessi, sentirsi foglia e fiore e sasso, scorrere con l’acqua
perché si è acqua, vibrare con l’aria perché si è aria, è divinizzare consapevolmente la
parte materiale di noi che pure ha tanto ruolo nella storia del continuo divenire.
Abbiate rispetto per il vostro corpo, è vostro e non è vostro, è in prestito per una vi-
ta, viene dalla natura e ad essa tornerà.
Il ricambio è continuo e perfetto, non c’è mai un attimo di inutilità nella quiete e nel
movimento della meravigliosa concezione della vita.
Non dimenticate il rispetto per la natura, non dimenticate chi vi dà asilo e rende bel-
lissimo il mondo.

Quando vi incarnate resta qui l’essenza prima dell’anima, la matrice spirituale alla
quale vi ricongiungete dopo ogni incarnazione e che resta collegata all’anima incarnata
con quella che viene chiamata corda d’argento. È il contatto che l’anima sulla terra
mantiene con il mondo spirituale da cui proviene, anche se sulla terra nella maggior
parte dei casi non ne ha nessuna coscienza.
Perciò anche chi delle entità che comunicano tramite un medium è già ripartita per
un’altra vita può comunicare lo stesso tramite la sua matrice spirituale che può sentire i
suoi richiami o ubbidire a un più vasto disegno in cui si inserisce un karma che prevede
la comunicazione.
Vi sto dicendo che, mentre siete incarnati sulla terra, qui resta l’essenza di uno spi-
rito che prescinde da tutte le vite, ma tutte le contiene. È il serbatoio evolutivo delle
conoscenze acquisite e, quando si ricongiunge alla sua anima dopo ogni trapasso, le
permette di avere una visione di insieme dell’intero cammino e di poter fare senza er-
rori il suo bilancio prima di ritornare.
Ciò non impedisce il colloquio con persone ancora sulla terra con le quali l’anima,
già ripartita in un’altra incarnazione, ha avuto rapporti che segnano l’evoluzione di chi
ancora a quella vita appartiene.
Il colloquio spirituale, quando è ben condotto e resta spirituale, è uno dei tanti stru-
menti evolutivi dell’anima, sia disincarnata che incarnata. Le barriere fra noi e voi sono
barriere solo mentali. Lo spirito non ha limiti né confini e può vivere una vita e mante-

80
nere la memoria animica di tutte le altre e, a volte, anche il contatto con entità viventi
di una sua precedente incarnazione.
Quando si incontra il grande, all’inizio c’è sgomento, ma poi il piccolo non basta
più.

Parliamo della bellezza.


La bellezza è scelta karmica estremamente impegnativa a volte sulla terra, se non è
congiunta alla consapevolezza si rivela grave ostacolo alla crescita.
È il caso di quelle bellezze fosche e tormentate che vivono infinite sofferenze terre-
ne, inevolutivi dolori.
Viceversa, quando è scelta e vissuta sulla terra insieme alla consapevolezza, diventa
veicolo di consapevolezza, attira e trasmette, è in questo caso strumento e ponte con gli
altri.
Il motivo delle scelte karmiche lo conosce colui che sceglie in base al suo bilancio
evolutivo. Ogni aspetto della bellezza consapevolmente vissuta ha una sua ragione sin-
gola e di insieme che sta in un concetto spirituale di armonia e di gioia, di comunica-
zione, di fratellanza, di solidarietà, di testimonianza.

Parliamo del concetto di coscienza.


Non è ancora consapevolezza, ma ne è l’anticamera. La voce della coscienza è la
voce di un cuore buono che, se pure ancora immerso negli equivoci del buonismo e
della bontà, tuttavia manifesta il bisogno di cercare indicazioni per nuove strade che gli
permettano di evolvere.
La voce della coscienza chiama gli inconsapevoli che sono pronti al passaggio, non
tutti la ascoltano perché il passaggio costa e molti preferiscono restare nella terra di
nessuno di una vita inconsapevolmente buona.
Voi non potrete più sentire la voce della coscienza quando la vostra anima sarà or-
mai sufficientemente evoluta da chiamarvi consapevolmente oltre i richiami del cuore.
Un buon cuore, per quanto sembri paradossale, è più indietro di una mente consape-
vole, che pure resiste ad essere plasmata. Una mente che resiste è già conscia del ci-
mento con cui si misura, un cuore buono può essere ancora totalmente inconsapevole e
del tutto lontano dall’inizio di un cammino.
La bontà sulla terra, quando non si accompagna all’intelligenza curiosa della ricerca,
non è un segno di evoluzione. Perciò una persona negativa, se è intelligente, prima o
poi avverte il richiamo della coscienza e solo il suo karma fa sì che risponda o no, men-
tre un buono che non si chiede mai niente si preclude anche l’esperienza potenzialmen-
te fortemente evolutiva della cattiveria.
Perciò non evitate chi vi sembra negativo, è molto più facile aiutarlo e magari anche
imparare qualcosa che aiutare o imparare da un buono.
I dualismi si compongono dove c’è attrito fra i due termini e, soffrendo questo attri-
to, si cresce.
Ritroverete un giorno tutte le persone cui avete dedicato energia, l’energia del vo-
stro amore che accetta di regalarsi senza spiegazioni e senza prove e avrete in un attimo
tutte le spiegazioni e le risposte che vi sono mancate.
Voi siete recipienti in cui viene qui versato un sapere che impregna e condiziona
anche quando non promette niente. Questo sapere traboccherà da solo fuori dai vostri
recipienti e andrà a riempire tanti altri vasi vuoti in attesa.

81
Nelle sue proprie battaglie ogni anima trova ostacoli che sono ostacoli soltanto suoi
e nessuno può giudicarne il grado di difficoltà perché è tarato sull’evoluzione singola
dell’anima che lo deve affrontare.
È per questo che noi vi diciamo di non giudicare. Ostacoli piccolissimi per uno pos-
sono essere prove ardue per un altro, perché non è quello che si vede un indice
dell’evoluzione.
Il giudizio è sempre un metro della mente. L’anima non giudica, semmai condivide
o sostiene di compassione un cammino parallelo che vede difficile. Una mente evoluta
sa offrire comprensione che, in termini spirituali, diventa non giudizio, cioè distacco e
compassione.
Fate attenzione anche ai giudizi positivi che sembrano innocenti e privi di pericoli:
un giudizio è sempre un giudizio e saper giudicare in positivo vuol dire essere ancora
intrappolati nel meccanismo del giudizio.
Tutti voi sulla terra non fate altro che giudicare, giudicate automaticamente, è un
meccanismo autonomo della mente che prende la mano se non viene volontariamente
osservato.
C’è comunque differenza tra giudicare e farsi un’opinione.
Il giudizio, in genere, è pubblico, si avverte il bisogno di comunicarlo. L’opinione è,
in genere, meno superficiale e può restare taciuta se non è sollecitata, ma la differenza è
sottile e sta nell’uso intimo che ognuno fa dei suoi pensieri.
I giudizi pericolosi sono quelli che vi mettono di fronte a un’altra persona e vi por-
tano a pensare e a parlare di lei senza rendervi conto che in quello che pensate e dite
esiste un grado di vostro inconsapevole coinvolgimento.
Imparare il distacco, il giusto distacco, è ricordarsi sempre che non ci è dato di co-
noscere il cammino altrui come gli altri non conoscono il nostro e che può bastare un
pensiero arbitrario a creare ostacoli agli altri e a noi.
Più si sa, più si deve vigilare. Ciò che può sembrare solo una leggerezza è una piu-
ma per chi non sa e un macigno per chi sa.
La stessa parola può essere un aiuto illuminato o un giudizio che schiaccia a secon-
da della direzione dei vostri pensieri.
Il giudizio tocca l’emozione, il discernimento è osservare nel giusto distacco. Giudi-
care muove, osservare ferma e non tocca. Se vi scoprite dentro un giudizio, potete rapi-
damente convertirlo in osservazione, fermando le parole che lo comunicano autoriz-
zandone altri.
Il giudizio forma catene di giudizi, il discernimento le spezza. Il giudizio rischia
comportamenti errati, il discernimento suggerisce cosa fare. Il giudizio separa, il di-
scernimento avvicina, il discernimento è luce.
Il distacco dagli esiti materiali delle vostre rispettive vite, cioè i coinvolgimenti di
uno nella vita degli altri, sarà una conquista progressiva che vi sembra dolorifica sol-
tanto a parlarne, ma, al contrario, sarà naturale ed indolore come tutte le conquiste ac-
quisite.
Arriverete lì e non vi sarete accorti degli sforzi evolutivi che lì vi avranno portato.
Dovete andare avanti, le conquiste fatte servono a far vedere meglio che cosa ancora
c’è da fare e il riposo è nel continuare a camminare, come le risposte sono nel continua-
re a farsi domande, perché l’evoluzione è slancio, movimento, passo, volo.
State attenti ai giudizi, questa attenzione fa parte del controllo della mente.
Non vi mancheranno le occasioni per ricordarle.

82
Ogni compito che vi riguarda personalmente è compito anche degli altri. Così, pre-
gate per chi conoscete impegnato in un compito e pensate spesso a queste persone con
l’istinto di sorreggerle, con l’intenzione di far loro sentire una anonima spinta di corag-
gio, un attimo in più di fede, una fiducia nelle loro capacità di restare consapevolmente
in quello che fanno.
In questo modo potete silenziosamente sorreggere i tanti che incontrate alle prese
con difficoltà riconosciute come spirituali. È un tipo di supporto che l’anima sente
sempre e al quale si uniforma volentieri.
Sorreggete i vostri simili con questo aiuto, sempre più consapevole, sempre più vo-
lontariamente inviato.
Le preghiere consapevoli per il bene degli altri non sono mai inascoltate ed è la vo-
stra stessa energia spirituale che va a rafforzare quella della persona per cui state pre-
gando.
Più pregate in questo modo e più purificate le vostre emissioni di energia.
La preghiera è mantenere viva la vostra connessione con noi unicamente pensando
al bene di qualcun altro. Noi siamo sempre con voi, ma lo siamo ancora di più quando
ci chiamate non accanto a voi, ma accanto a chi vedete soffrire e l’uno resta sulla terra.
Non sottovalutate queste parole. È importante.

La vita di ogni persona è solo sua.


Quello che la pietà umana disapprova e piange la compassione spirituale assolve,
osserva e non giudica.
Ogni scelta contiene una tale vastità di significati spirituali che la mente di chiunque
di voi in essi si perde prima ancora di cominciare a tentare di capirli. Ogni persona è
per tutti voi una splendida occasione di crescere, una irripetibile lezione evolutiva e lo-
ro, che tanto hanno da imparare, intanto vi insegnano.
Siate sereni, tutto segue un corso prescritto, le storie di ognuno lentamente si dipa-
nano e tutte formano un’unica storia, la storia di tutti. Non scoraggiatevi davanti ai do-
lori umani, trasformateli in sofferenza e in questo modo smetterete di soffrire.

CAPITOLO XVIII

Ciò che dissi duemila anni or sono va rivisto in prospettive moderne. Perciò vi spie-
go che cosa intendo dirvi oggi con il dirvi diffondete la buona novella.
La mia nascita e la mia morte, con i suoi significati ed il loro messaggio, non sono
più oggi una notizia nuova da diffondere. Il Vangelo ha fatto la sua lunga strada di dif-
fusione e oggi resta testimonianza di una novella eterna, che ormai tutti conoscono e
non hanno mai capito.
La novella di oggi è quella contenuta in queste pagine, è l’eterno messaggio
dell’amore che salverà il mondo, vissuto e insegnato in parole che non sono regole, in
una integrità umana che non è la vecchia morale, in una conoscenza dell’uno appresa e
sperimentata, nel ridimensionare il concetto di miracolo, nel capire lo spirito in voi,

83
nella consapevolezza conquistata da tutti e da ognuno, nelle conquiste affaticate di una
umanità stanca finalmente di continuare a sbagliare.
La terra sta per rivivere questa novella nuova e antica, questa unica verità spirituale
che sta per diventare il nuovo e più evoluto punto di partenza da cui gli uomini riparti-
ranno a ricercare fondamenti nuovi di conoscenza, un rapporto diverso dell’uomo con
la sua interiore matrice spirituale, una connessione sempre più diffusa che accrescono
la consapevolezza ancora latente in molta parte dell’umanità.
Questa è oggi la buona novella, la stessa di allora nei contenuti sostanziali di rinno-
vamento, che si diffonde toccando zone nevralgiche umane molto diverse da quelle
dell’umanità di allora.
Abbiate la fede di chi, senza vederle, crede nelle energie sottili del bene, crede che
modificandosi e correggendosi modifica e corregge il tessuto connettivo dell’umanità
intera e perciò silenziosamente porta avanti un discorso di lavoro su se stesso con una
visione di insieme dell’uno che lo distoglie dai conseguimenti personali.
Una parte molto profonda di voi sa che questo compito ha dato spessore, dignità e
scopo a tutti i compiti, falliti e completati, di tutte le altre vite, dà il suo senso
all’avventura umana.

L’amore mio per tutti voi è l’amore che trasforma il mondo, è il motore della vita
che scandisce le evoluzioni. Sarete tutti evoluti e ricongiunti quando tutti sarete in que-
sto amore dopo averlo incontrato e sperimentato sulla terra. Esso conduce inevitabil-
mente alla ricerca spirituale, ne è chiave e ponte, ne è l’essenza, il punto di partenza e
l’approdo, è il senso della vita e la ragione di tante vite, è il motivo della creazione e
l’essenza divina incarnata.
Quando tutti lo sapranno, non ci sarà più bisogno di affrontare la materia.
Continuate a cercarla in voi, per voi e per tutti.

È difficile controllare il pensiero e le reazioni e portare avanti il lavoro di purifica-


zione e la compassione per tutti. Nessuno ha mai detto che è facile morire a se stessi.
Momenti di solitudine e di sconforto, sensazioni di profonda inadeguatezza, dubbi e
timori nel mistero che vi sovrasta non addolorino alcuno e non vi creino ulteriori nega-
tività.
Tenete leggera l’atmosfera intorno a voi, per gli altri che vi circondano e per voi
stessi. Create un clima che sia sempre di distensione, di buon umore, di serenità. Tutti
voi dovete portare la pace, la pace di chi la vive dentro, di chi ha scelto un cammino
dove si acquietano i conflitti, dove si impara il silenzio significante delle verità, dove si
impara a ritrovare se stessi.
Non scoraggiatevi se vi vedete ricadere nei vecchi schemi, non è immediato superar-
li, ci vuole tanta pazienza e anche tanta compassione verso le vostre proprie debolezze
e la consapevolezza di non dimenticare che quello che siete oggi può avere ragioni
molto antiche.
Il vostro movimento verso l’evoluzione è fatto di tanti movimenti verso la vostra in-
teriore verità e verso gli altri. È questa la vostra crescita, il vostro continuo avanzare.
Ogni giorno porta qualcosa, ogni giorno è un passo in più e voi amate questo cammino,
continuate ad amarlo mentre lo percorrete, sapendo che io lo percorro con voi.
Continuate a vivere aiutando gli altri. È l’amore che vi porta avanti, non fermate
l’amore.

84
Tocca a voi conoscere la vostra mente e tenerla a bada, è un esercizio che durerà per
tutta la vita, cioè finché la mente resiste con le sue pretese e le sue trappole personaliz-
zate e diverse per ciascuno di voi.
Una mente non si piega in un attimo ed è strumento indispensabile la compassione
per voi stessi. Guardatevi con lo stesso sguardo con cui guardate gli uomini, uno sguar-
do consapevole e colmo di compassione. Non demordete, i colpi di coda della mente
sono sempre in agguato.

*********

CAPITOLO XIV

Le curiosità sul passato e sul futuro non sono evolutive, state nel presente cari-
cando ogni attimo di consapevolezza. I nodi si sciolgono vivendo con calma e senza
parossismi né mistici né terreni, con equilibrio, calma, normalità, fiducia, in un cammi-
no mai estremo: tutto serve nei cammini, il bene e il male entrano uno nell’altro.
Ogni minuto speso accanto agli altri con consapevole attenzione fa parte ed è parte
sostanziale del vostro lavoro. Le parole pesate e non buttate fuori, i gesti d’amore, cioè
l’attenzione ai bisogni primari e secondari degli altri, la compassione che arriva in tem-
po a temperare una reazione o un giudizio danno aria e luce, alleggeriscono le cortine
di negatività che avvolgono gli uomini.
Non sottovalutate il lavoro a contatto con gli altri, è il tessuto della vostra crescita,
l’asse portante dell’evoluzione spirituale. Senza questo non potete aiutare nessuno e
non crescete interiormente di un passo. Controllare voi stessi e i vostri pensieri, vedervi
mentre vivete, sapervi fermare quando è necessario, saper dare con la luce della consa-
pevolezza e abituarsi senza più fatica, né sorpresa, a questo modo di essere è il requisi-
to indispensabile per poter sviluppare altre doti spirituali finalizzate ad altro, per porta-
re a galla capacità latenti che la materialità impedisce di vedere.
State negli altri in mezzo gli altri, con loro fra di loro e con gli altri trovate sempre
di più voi stessi.
Questa è la strada che apre tutte le altre, vivendo così scorgete intorno la vostra con-
sapevolezza che, nel moltiplicarsi, continua a crescere e voi imparate, imparate tanto.
State sereni, avvicinatevi sempre più alla gioia interiore che vi vestirà come un abito
e sarà la vostra casa sulla terra.
Misurate la distanza fra l’orizzonte sul mare e la riva. È la stessa misura/non misura
che potete ottenere quando cercate di colmare il vuoto lasciato dalla mente che dice
quello che non vorreste sentire.
Il ronzio nella mente di qualcuno vicino può amplificare il vostro, ma sono ronzii,
rumori soltanto fastidiosi e inutili se diventano un ostacolo all’evoluzione invece che
esserne un invito.
Non sperate di capire, le lezioni evolutive alte non si capiscono, si vivono durante
l’esperienza che le ha portate e si imparano quando esse hanno lasciato dentro voi

85
un’impronta talmente visibile che voi stessi faticate a riconoscervi in atteggiamenti che
mai avevate a voi stessi manifestato.
Questo significa vivere con l’aiuto della mente per quello che la mente può aiutare
accettando di guardare l’orizzonte dalla riva, sapendo che ogni ipotesi di misura è
un’illusione.
Sapersi staccare e contemporaneamente stare dentro è il paradosso più doloroso che
siete venuti a sperimentare.
L’istinto è quello di cercare scappatoie, ma il paradosso docilmente dopo un po’ di
tempo diventa una realtà accettabile ed accettata.
Non stancatevi a misurare l’orizzonte, ma cominciate ad apprezzare la vostra riva
per quella che essa è, con i suoi giorni e le sue notti, le secche e le alte maree, le scie
d’argento di luna che rischiarano il buio e i bagliori accecanti del mezzogiorno, quando
tutto sembra bianco. Provate a vivere dentro un normale vestito di mistero, perché se ci
si accanisce a cercare di comprendere il mistero non si vede più il normale, che è la
chiave per afferrarlo senza aggrapparsi all’illusione di averlo afferrato.
Andate oltre le domande, superatele e troverete le risposte. Affidatevi e, contempo-
raneamente, continuate a camminare con le vostre forze.
Questo non è fideismo cieco, è tutt’altro dalla miope, se non cieca, devozione di chi
nella fede cerca un alibi di fuga. I dubbi e le incertezze di chi vi circonda sono un in-
centivo ai vostri dubbi e alle vostre incertezze, ma combattete serenamente con le vo-
stre armi della conoscenza, non seguite le argomentazioni altrui. Ascoltateli con pa-
zienza e compassione, tutti avete gli strumenti per contrastarli.
Le prove sono alte per chi comincia e per chi continua, ma alte sono anche le gioie
che li attendono.
Ricordatevi che anche io ho avuto prove alte, io che avrei potuto evitarle e non l’ho
fatto per essere come voi, per essere vicino a voi in ogni vostra prova.
Sono vicinissimo a tutti coloro che cercano il coraggio e la luce della verità. Guarda-
temi accanto a voi e credete perché sapete.

Sappiate abbandonare, come una conchiglia vuota sull’arenile, le forze mentali che
vi allontanano dalla pura percezione, senza ragioni, della verità.
Quando le mie parole vi risuonano dentro in mille echi e ad essi rispondono strane
coincidenze, che irrazionalmente sanno di conferma per voi di qualcosa di indimostra-
bile, state in quell’irrazionale apprendere, che è libero da interpretazioni.
Verrà il momento dei chiarimenti e le nebbie in cui le vostre menti si perdono si di-
raderanno. In quel momento la mente vedrà la puntuale realizzazione dei suoi dialoghi
con l’anima.
Non esiste nulla che sia simile al vostro concetto di successione logica. Le connes-
sioni dell’evoluzione maturano da sole gli eventi, aspettando il tempo giusto, assoluta-
mente non Il tempo è assolutamente relativo alla illusoria lettura che di esso fanno
l’uomini. L’accettazione consapevole di un tempo/non tempo diverso dal vostro è
un’altra importante tappa di crescita.
Il continuo mutare in cui siete immersi costringe anche voi stessi a continui muta-
menti impercettibili alla vostra coscienza di voi.
Il mutamento è vita, l’evoluzione è continuo mutamento, movimento inarrestabile
verso conoscenza e verità sempre più definite, ma sulla terra mai definitive.
Mutare è stare in questo movimento, scorrere dentro ad esso nel bene e nel male, as-
secondare le scansioni dei suoi ritmi, non opporsi mai.
86
Non opporsi significa non lamentarsi e tentare sempre di leggere al di là. A volte i
significati evolutivi appaiono chiarissimi, altre volte non si vedono affatto, ma è suffi-
ciente ricordarsi che nulla è permanente, che il ritmo del mutamento interverrà inesora-
bilmente a cambiare le cose e noi.
Non smarritevi mai davanti al repentino mutare di ciò che poteva sembrare fermo.
Non fate programmi o, se li fate, manteneteli elastici dentro una prospettiva di inevita-
bili mutamenti che dovete vivere con estrema, evoluta semplicità.
Le cose cambiano perché devono cambiare, le cambia il motore stesso della crescita
che è movimento, moto incessante. Se tutto si fermasse non ci sarebbe apprendimento
né avanzamento, perciò ricordatevi che tutto si continua a muovere anche quando sem-
bra a voi fermo, perché non è possibile che sia fermo.
Pensate ai movimenti impercettibili che contiene la cassa di un orologio o
all’invisibile movimento del ricambio cellulare, o agli interminabili viaggi della linfa e
del sangue, al moto dei pianeti, tutti movimenti che voi non potete vedere, ma dentro i
quali siete immersi.
È così anche per il moto dell’energia e per le sue trasformazioni: continue, invisibili,
inevitabili, appartengono a tutti i mondi e possono venire colte solo da chi ne ha impa-
rato l’esistenza.
Credete di essere collaboratori di questo mutare, credeteci anche se non lo cogliete.
Non ostacolate i passi del divenire.
Tutto si muove e tutto cambia e voi con il tutto perché ne siete parti e, contempora-
neamente, ne rappresentate l’intero.
Ricordate, camminate ricordando e fate tesoro di ogni passo. Sono tanti passi ad al-
largare la strada.
La conoscenza è senza limiti, c’è un intero infinito universo regolato da una legge di
infallibilità e d’amore di cui a tratti si percepisce l’esistere e qualche sprazzo della sua
luce illumina la terra.
Nulla è nascosto, ma tutto resta quasi invisibile se non si arriva a volerlo cercare e il
sipario dell’inconsapevolezza può essere alzato solo da voi.
Andate sulla vostra strada, non siete soli nel superare fossi e gole. Il mondo che vi
ospita cammina insieme a voi. Il movimento, anche il movimento, è uno.
Il concetto di mutamento non deve farvi paura, è implicito e compre-
so nella conoscenza di chi impara a non attaccarsi a questa conoscenza.
Non si può fermarsi, è incompatibile con l'evoluzione, cioè con la legge dell'eterno
divenire.
Non ci sono storie simili, c’è chi procede attraverso mille esperimenti e chi procede
solo per impulsi propri.
Sappiate che ogni esperienza, compreso l’ateismo, è una lezione evolutiva per
l’anima.
Chi deve partire partirà, chi non deve partire non partirà.
Nessuno può, né deve, sentirsi responsabile delle svolte e delle scelte di altri, perché
in questo caso la semplice imitazione, non sorretta da intenzioni vere, dei tragitti più o
meno affascinanti di un altro dura come un’orma sulla sabbia durante una bufera di
vento.
Chi sente di doversi muovere si muove anche contro la sua volontà. Gli esempi al-
trui aiutano, ma non sono necessari. Da soli non fanno partire nessuno.
Ognuno di noi è la guida unica di se stesso.

87
Comunque, chi dimostra interesse per ciò che ascolta altri dire manifesta subito o
manifesterà in seguito poco dopo la reale natura di questo interesse.

CAPITOLO XX

C’è Cristo
Occasioni di rinascita si stanno preparando per il mondo. L’atmosfera è densa e piena
di segni. Geometrie invisibili a voi tracciano perimetri nuovi. Ci sarà un sole oscurato
da un’eclissi non prevista e altre comete solcheranno il cielo, la terra assorbirà energie
insolite e i molti che non sanno vivranno momenti di sgomento.
La natura partecipa sempre ai cambiamenti spirituali, è tutto un prepararsi, è tutto un
unico movimento in un’unica inevitabile direzione.
Le mani intrecciate di uomini e donne consapevoli formano una rete su cui rimbalze-
ranno i giusti.
Cambieranno molte geografie, arriveranno ghiacci e deserti, animali anticiperanno la
scomparsa delle loro specie e squarci di verità si apriranno nelle menti degli uomini.
Non confondete le guerre con altro, le guerre sono l’esito dell’inconsapevolezza degli
uomini e non sono mai evolutive.
I cambiamenti cui assisterete tutti saranno compresi da chi ha un’anima preparata a ri-
conoscerli e a viverli per quello che sono.
Qui arrivano già preghiere di chi è a tal punto nella fratellanza che chiede altre occa-
sioni di apprendimento per l’umanità, chiede che venga risparmiata.
È storia annunciata dai profeti di ogni tempo, è la catarsi e la purificazione di energie
negative che si sono addirittura solidificate e ingombrano la terra e la sua atmosfera, al-
le quali troppi uomini si sono assuefatti.
L’aria deve tornare da densa a rarefatta e pura e il lavoro degli uomini sarà quello di
rendere di nuovo abitabile la terra. Ricorderete tutto questo fra non molto. Le forze di
tutti saranno congiunte in unico scopo.

Estendete al massimo la vostra capacità di compassione, datela anche sotto forma di


pensieri, di intenzioni, di preghiere istintive o consapevolmente volontarie. Questo
istinto al bene degli altri è il massimo aiuto che chiunque possa ricevere. Un pensiero
disinteressato di bene può addirittura salvare un’anima o anche una vita.
State nella pace dei pensieri buoni verso tutti.
L’umanità che cerca risposte spirituali fa molta fatica a non intellettualizzare ciò che di
spirituale incontra e a interiorizzare i contenuti che cambiano.
Non è una mente informata che può dare consapevolezza ad un’anima, è un’anima con-
sapevole che può plasmare una mente.
È l’intenzione sincera, è lo sforzo di bene che dà consapevolezza ad un’anima. Chi è
arrivato ad essere sincero con se stesso è già nella consapevolezza di una spiritualità in-
teriore, anche se magari non l’ha riconosciuta e non sa di viverla. Quando questo inten-
to puro viene invece riconosciuto, allora ad esso si uniformano anche i pensieri e la
consapevolezza si estende alla connessione.

88
Il primo passo per tutti gli uomini è un esame di se stessi e delle proprie motivazioni
profonde alla vita. Già questo è un atto in sé spirituale adatto a purificare ogni karma,
che tutti conoscono in teoria, che tutti sanno di dover fare, ma che per i più resta relega-
to nelle pratiche religiose formali come la confessione.
La consapevolezza del bene è lì, intorno a tutti voi, a disposizione di tutti. Ogni uomo
può attingere alla sua fonte se è pronto a riconoscerla e se sente in sé la profonda evi-
dente realtà.
Sulla terra sono ancora le illusioni della materia e della mente a sembrare reali, a incan-
tare con miraggi. Il panorama dell’umanità non è incoraggiante.
Anche chi non è segnato da retaggi karmici di male butta via intere vite senza signifi-
carle di ricerca autentica, senza affrontare il passo del mutamento interiore che sma-
schera le illusioni e si apre all’unica vera realtà, che è così semplice se paragonata agli
artifici ingannevoli della mente.
Una mente finalmente al servizio di un’anima è lo strumento più evoluto che tutti po-
treste possedere sulla terra. La consapevolezza abbatte le barriere dell’impossibile e
tutti potreste abitare a casa. La gioia interiore è la dimora spirituale di ogni anima e
tutti le preferiscono le catapecchie di un dolore umano carico di malintesi.
Pregate per l’umanità inconsapevole, pregate perché tanti occhi che restano ostinata-
mente chiusi si decidano ad aprirsi ad una verità che vi aspetta tutti. Date il più possibi-
le fratellanza, amore e compassione, abitate sempre più nella vostra anima, siate anima,
anima d’amore consapevole che cammina nel mondo.
Qualcuno vi vede oltre le parole, qualcuno è più pronto di altri, qualcuno entra nella
scia di luce. Non allontanatevi mai dal nucleo spirituale che sapete esistere dentro di
voi.
Per mantenere viva la vostra consapevolezza usate come unità di misura il grado di sof-
ferenza che vi procura l’inconsapevolezza altrui.
Se essa vi tocca, vi muove compassione, vi suscita l’istinto di aiutare, vi induce a ri-
flessioni di autoesame su voi stessi, siete nel giusto esercizio della vostra conoscenza
spirituale, siete connessi e reali, siete fuori dalle suggestioni terrene.
Se vi accorgete e intervenite senza giudizio siete anima, se osservate senza personali
emozioni siete anima e sempre lo siete quando amate ogni persona e ogni circostanza
che incontrate per quella che è, al di là delle ripercussioni su di voi di bene o di male.
Così gli amici sono amici e maestri e i nemici pure, e le occasioni di apprendimento e
di crescita si moltiplicano perché non vi sfuggono più e più non vi perdete nelle recri-
minazioni e nei lamenti; e sempre più non vi aspettate niente e non pretendete più che
gli altri si comportino come secondo voi dovrebbero comportarsi.
Gli schemi e le regole fisse cedono di fronte al possibilismo evoluto dello spirito, che
vede mille strade alternative e ulteriori rispetto a quell’unica, rigida via che sola viene
comunemente contemplata per voi stessi e per tutti.
La fiducia vi accompagni nel vostro lavoro su voi stessi e sugli altri, fiducia in una ve-
rità che sentite senza vedere, che vi conduce avanti.
L’universo intero diventa benigno con voi quando vi riconoscete in esso e la vostra
stella si aggiunge alle altre nel far splendere il cielo.

C’è Cristo
Vigilate sulle direzioni che prendono i vostri pensieri.

89
Dovete sforzarvi di orientarli verso la fiducia e l’apertura agli altri anche nelle piccolis-
sime cose di tutti i giorni. Cercate di respingere gli scoraggiamenti e le impazienze e
prendetevi cura amorevolmente anche di voi stessi.
No alle pratiche di purificazione troppo faticose, essere stremati ostacola la serenità e la
fiducia. Pregate quando volete e come volete. La vostra vita deve essere normale e
normale significa anche compatibile con il vostro stato fisico.
Se, ad esempio, un’ora di meditazione vi stanca e vi toglie un’ora di riposo o di svago
sereno, con il risultato di accrescere la vostra tensione interiore, questa meditazione ral-
lenta anziché accelerare.
Un pensiero d’amore per gli altri, un chiamarci al vostro fianco in qualsiasi momento
ne sentiate il bisogno e l’osservazione compassionevole, unita all’intenzione d’amore
nei confronti del dolore altrui, valgono più di ogni purificazione quando diventano un
sistema di vita.
È tutto molto più semplice di quanto crediate.
Normalità, distensione, benessere, al posto di tensioni e autopunizioni vi porteranno al-
la morbidezza interiore, scioglieranno le vostre contratture fisiche e mentali.
Ogni riguardo consapevole verso di voi e il resto degli uomini è una preghiera.
Uniformate la vostra mente all’essere, non al fare. È più importante essere connessi e
consapevoli con il lavoro silenzioso e costante di vigilanza sui pensieri che fare qual-
siasi sacrificio per diventarlo.
Il lavoro è dentro, non fuori. Tante persone, pur oneste nelle loro intenzioni, credono
nel valore terapeutico dell’autopunizione, ma ciò è profondamente sbagliato perché è
solo l’amore che guarisce. Il malinteso dell’autopunizione non è una colpa e in alcuni
casi è necessario viverlo per capire che è un malinteso. Se, ad esempio, ritenete che i
vostri riti vi aiutino e che ne abbiate bisogno, fateli quando volete, ma con amore per
voi stessi, non con accanimento verso i debiti karmici e conducete un’esistenza segnata
da pace interiore e accettazione.
Trasmettete sempre ottimismo e bellezza, fiducia e gioia, mai critica. Noi siamo intorno
a voi sempre, non create barriere mentali, è facile stare nell’amore, molto più facile che
stare nella separazione e mantenetevi nella compassione e nella pazienza.
Siete in un flusso che non può fermarsi, perciò assecondatelo.
Considerate tutti alla stessa stregua, fratelli che cercano aiuto, senza scegliere, senza
privilegiare, senza considerare. Il più vicino vale il più lontano, il primo tanto quanto
l’ultimo. L’unico criterio di vicinanza è l’amore, è l’amore di tutti e per tutti, senza dif-
ferenze, senza colori, senza opinioni. Grandi e piccoli, nobili e meschini, importanti
sulla terra o nessuno sulla terra, che la mente non giudichi mai e lasci spazio allo stes-
so, indifferenziato amore per tutti.
Anche il vostro fare si tinga di essere. Si deve essere facendo, non tirandosi via
dall’arena. Fare è sovente anche sbagliare, essere è accorgersene e non smettere di pro-
vare a fare meglio. Gli isolamenti illudono di avvicinarsi alla verità, invece la verità è
mescolata alla vita che vi trovate a vivere e scappare da essa è una chimera.
Il vostro campo è l’unico da arare, non si può convincersi di poterlo cambiare con altri
campi che sembrano più evolutivi. Se vi trovate immersi in una vita di occasioni, circo-
stanze, difficoltà pratiche, è in essa che dovete evolvere, non cercando altre esistenze
diverse da questa.
Ognuno ha il suo campo da arare e seminare in modi diversi e non ci sono semi miglio-
ri di altri. Ognuno si strappa le sue proprie erbacce e non serve paragonare il proprio
campo di spighe che crescono a fatica con aiuole di fiori.
90
Stare nel proprio campo con amore è sapere amare le personali uniche e imparagonabili
occasioni evolutive. Si impara ogni giorno da quello che si vive e quello che si vive è
ciò che è giusto per noi. Amate ogni giorno e non rimpiangete mai di averlo vissuto.

Dovete continuare ad essere sempre più vicini all’anima del mondo, archetipo spiritua-
le puro, matrice divina incarnata che in alcuni uomini si riavvicina alla sua origine.
L’indifferenza per le cose del mondo diventi giusto distacco e l’amore spirituale per gli
altri incominci a rendervi capaci di non fare differenze.
Soggettivamente la vostra personale osservazione di voi stessi, ciascuno per sé, presta
il fianco a perplessità perché lo strumento con cui la operate è una mente abituata a
schemi valutativi terreni.
Se allargaste il campo ad una osservazione più oggettiva e vi vedeste uomo fra gli uo-
mini sì, ma anche anima fra le anime, la consapevolezza raggiunta, ben oltre i compor-
tamenti falliti o riusciti, stravolgerebbe completamente il risultato parziale o conclusivo
di ogni valutazione.
La mente si ferma davanti al giudizio di esperienze spirituali che cambiano chi le vive,
perché davanti ad esse la mente non può fare altro che fermarsi. Esse appartengono ad
intelligenze di altra natura.
Qualunque cosa voi oggi pensiate di voi stessi è forzatamente parziale, perché il pen-
siero non può contenere il marcato contenuto spirituale che vi segna. Usate il pensiero
per controllare il pensiero, fermatelo quando vi spinge in territori non obiettivi sul lavo-
ro di questo percorso. Nascete ogni mattina per ricominciare a percorrerlo ricordando
ad ogni passo ciò che sapete sul come percorrerlo.
È più utile non dimenticare e stare nella consapevolezza ricominciando ogni mattina
che fermarsi a tentare valutazioni che sono per forza imperfette. Ogni giorno è come il
primo, fresco di contenuti appena appresi che spingono per essere trasferiti nella vita.
Questo è l’approccio giusto, questo è l’impulso che dovete assecondare. Qui non c’è
noia, non c’è abitudine, c’è il costante quotidiano rinnovarsi di un sì che non invecchia
mai, che resta novello come il primo istante in cui è stato pronunciato senza giuramen-
ti, senza voti, senza parole. Questo è un mistero che mai nessuna mente potrà afferrare,
è l’impulso arcaico dello spirito che, pur nella materia, sente il richiamo della sua ori-
gine e lavora con intenti e felicità non umani per tornare più in fretta a raggiungerla e a
ricongiungersi. Questo impulso, quando si sveglia, è inarrestabile e nessuna forza uma-
na può spegnerlo.
Nessuno vi promette una strada facile e ancora e ancora vi troverete a fare i conti con
mille difficoltà create da voi. È crescita affrontarle e saperle vedere per quello che so-
no, proiezioni mentali che potete sempre cambiare. Siete sempre voi che scegliete dove
volete stare, nessuno vi convince e nessuno vi costringe se non voi stessi ed è difficile
scegliere sempre il bene senza mai avere prove e garanzie. A volte, quasi sempre, la
mente è tanto più comoda dell’anima. Il viaggio è questo, la strada anche, non ci sono
scorciatoie, la consapevolezza è inesorabile.
Quando siete in cammino e sapete che il cammino è in salita, fermatevi un attimo a re-
spirare, prendete fiato e continuate.
Gli sforzi evolutivi provano all’inizio e costano tanto a chi consapevolmente li attua.
Sappiate che ritornano centuplicati in bene e sempre, sempre ripagano chi da essi non si
aspetta niente.

91
È una delle leggi spirituali, implacabile nella sua puntualità. I benefici possono arrivare
da ogni parte ed è evolutivo anche imparare a riconoscerli e a vederne le relazioni con
la propria fatica.
Fatto lo sforzo, è bene non dimenticare di averlo fatto e il clima in cui è stato fatto. Ciò
resta a memento per sforzi futuri che non vengono, né verranno mai naturali e ai quali
non ci si abitua, perché sempre costano la stessa fatica.
Ricordarsi di averli fatti significa sapersi capaci di farli ed è un bell’ostacolo agli alibi.
Ogni sforzo fa cadere sulla terra una pioggia di bene e la vostra fatica si tramuta in
quelle energie sottili che la sorreggono mentre vanno a neutralizzare manifestazioni di
male.
Questo lavoro interiore che conduce allo sforzo è il più importante, è il fondamento che
sorregge il resto, ogni tipo di resto.
Senza morte a se stessi, senza sacrificio volontario di ego, nulla di spirituale è possibile
e tutto, anche gli insegnamenti più alti, diventa un mero inutile sfoggio di teorie.
Gli sforzi consapevoli fissano i contenuti dentro di voi, più di ore di preghiera e di stu-
dio.
Il professore deve essere stato alunno e apprendista, altrimenti la sua cattedra è un ridi-
colo tronetto di carta. Troppi professori senza una storia di sforzi tramandano e inse-
gnano il nulla. Per essere luce bisogna attraversare le proprie personali fitte tenebre, ma
questo è comprensione per pochi sulla terra.
Chi accende così la sua fiaccola ha in mano una luce inestinguibile che accende inevi-
tabilmente altre fiaccole. Non dimenticatevi che siete capaci di penetrare le vostre te-
nebre e continuate a cercare le possibilità e le occasioni per farlo. Ogni sì risuona come
il sì primordiale dello spirito ed anche la realtà più buia si accende di quella luce e in
tanti vedono.

È arrivato il momento di dirvi che cosa si sta preparando per la terra.


Essa non ha ancora esaurito il suo ciclo di ospite degli uomini e altri pianeti, che la so-
stituiranno in questo compito, non hanno ancora ultimato la loro preparazione che li
renderà adatti ad accogliere un’umanità più consapevolmente spirituale.
La terra ospiterà le manifestazioni terminali di un ciclo dell’umanità che sta finendo,
ospiterà i corpi materiali abbandonati dallo spirito e sarà la casa dei nuovi corpi che in-
carneranno spiriti più evoluti.
La fine del ciclo umano si porterà via anche le conquiste deviate del vostro progresso.
Tornerete ad una vita estremamente più semplice senza quegli aiuti tecnologici che vi
hanno atrofizzato le mani e inquinato la mente perché sono stati usati al servizio del
male.
I vostri giovani si troveranno ad inventarsi una vita in cui non potranno contare su nulla
di ciò che li circondava durante la prima crescita umana. Sarà la riscoperta di valori e
volontà interiori a distinguerli, saranno i semi spirituali giacenti nella memoria di ogni
uomo che cominceranno a germogliare.
La terra darà quello che potrà, ma essa ha ancora risorse per voi. Dovrete scoprirle alla
luce di un nuovo rispetto che vi verrà naturale.
Investite d’amore il mondo, continuate a farlo, comprendete in questo amore la natura e
gli uomini, estendetelo oltre i confini del vostro pensiero fino all’inimmaginabile. An-
date oltre voi, sempre più immersi in un movimento verso gli altri. Così facendo toglie-
te energia al male che copre la terra.
Dovete vivere sapendolo.
92
Nel lasciare un vecchio atteggiamento, talmente vecchio da essere diventato
un’abitudine difficilmente osservabile, si liberano verità che quell’atteggiamento im-
prigiona e voi le vedrete e con esse vedrete anche che siete la gabbia di voi stessi.
Crollano le roccaforti dell’inconsapevolezza, è sempre più un fatto di sfumature del-
le quali percepite spesso, senza pensiero, le trame nascoste ed invisibili prima.
Non sempre realizzerete che ciò sta accadendo. Quando ve ne accorgerete, quello
che vedrete è sempre un nulla rispetto a quello che sta realmente accadendo.
Coglierete infine un immenso mutamento globale, quasi una metamorfosi, di cui ve-
drete il risultato finale senza quasi aver notato le tappe intermedie.
Sarete farfalle che a stento si ricorderanno la vita e l’infinita fatica evolutiva dei
bruchi. Mentre genera da se stesso il filo necessario alla costruzione del bozzolo, il
bruco non si chiede e non riflette, lavora ubbidendo ad un istinto.
In tutti, nell’arco delle vite terrene, si sveglia l’istinto spirituale, che è più forte di
qualsiasi mente. Essa può solo rallentarne la completa maturazione, non certo impedir-
la. A poco a poco tutto si compie.

Tutta la sofferenza che vedete nel mondo non è inutile.


Al di là dei karma personali c’è un discorso di purificazione anche inconsapevole
legato al dolore, difficile da capire, che riscatta spiritualmente l’umanità.
Non è punitivo, è inevitabile. Chi capisce passa dal dolore alla sofferenza e poi im-
para a non soffrire più, chi non capisce impara comunque animicamente attraverso il
dolore, sia personale che collettivo di un popolo.
È solo attraversando il dolore e le sue lezioni che si può arrivare a comprendere la
pace spirituale, ad afferrare una felicità che non è di fatti e di cose e a smascherare il
dolore inutilmente autoprovocato, continua fonte di tragici equivoci esistenziali.
Non temete il dolore, non è mai un castigo, analizzatelo, scomponetevi nell’analisi
che esso sempre vi propone.
L’odio appartiene alla materia, non allo spirito. È sempre il pensiero che lo genera e
non può essere vissuto inconsapevolmente. L’odio nutre e alimenta, ma per resistere al
tempo ha bisogno di essere nutrito e alimentato da ragioni mentali che lo sorreggono e
lo mantengono vivo.
L’anima è oltre ogni ragione, è il nucleo di amore spirituale che abita in voi, è
l’emissione di Dio.
Ascoltate il vostro cuore, non esistono retaggi karmici che possano resistere
all’amore, all’amore cercato e vissuto sulla terra e illuminato dalla conoscenza.
Siate tranquilli e non fermatevi su pensieri inquietanti, seguite il vostro amore, se-
guite il vostro istinto e amate in totale serenità, perché amando non sbagliate mai.
È tutto molto semplice, l’amore è perfetto perché è semplice.
È un dare apparentemente a perdere, dove si impiegano forze e tempo non per sé e
non per un risultato visibile. È la scelta di chi è consapevole di altro e di oltre dalla ter-
ra.

Sono diverse le fasi e le esperienze che attraverserete in questo cammino: silenzi e


parole, stasi e movimento, riflessione e occasioni operative, studio e azione, mescolati
e alternati.
Quiete e moto non sono più antagonisti, tutto continua a cambiare e tutto è uguale
nel motivo alto dell’evoluzione e nel movimento verso la conoscenza.
93
L’uno e il tutto entrano in voi, inavvertiti dalle antenne della mente che non possono
registrare le vibrazioni altissime della consapevolezza.
L’essere è una conquista non teorica né intellettuale, ma estremamente concreta, è
una presenza, la stessa presenza che cambia il suo impatto col mondo.
Essere è respirare la vita in altro modo, è intervenire essendo, non facendo. Essere è
sapere perché, è trovare lo scopo, essere è questo dare, è questo amore, è stare in e non

più stare per. 11


E’ bere dal mio calice la nostra perpetua alleanza, è sapermi in
ogni istante davanti a voi ad indicarvi il cammino, dietro di voi a coprirvi e dentro di
voi a sostenervi. È ripercorrere insieme una strada, l’unica strada già battuta, è rimette-
re i piedi nelle orme dei nostri sandali, è continuare una cena che non sarà mai l’ultima,
è scoprire che non ci siamo mai persi, è continuare il viaggio verso l’origine.
Ogni volta che vi occupate spiritualmente di qualcuno ripetete la creazione di Dio,
perpetrate l’istinto divino di distribuire la sua essenza senza dividerla.
Il connotato divino esistente in tutti gli uomini non può che spingere quelli che lo ri-
conoscono ad assecondare l’istinto del condividere.
Non esiste esclusivismo nel mondo dello spirito. Così voi potete lavorare al risve-
glio di anime in attesa nello stesso intento con cui Dio ha moltiplicato se stesso in voi.
Così questo dare divino cammina sulla terra e continua a moltiplicarsi e la luce di uno è
luce nella misura in cui non può resistere all’impulso di accenderne altre.
Il piccolo è il grande, la creazione continua nelle motivazioni consapevoli degli uo-
mini ed è più forte nella sua inarrestabilità di ogni degrado terreno.
Ogni stoppino lucente vive in quelli che accende e questa scia di luce calda è
l’istinto che riporta alla genesi.
Ogni atto è una genesi, il principio di qualcosa che non finisce, il dividere un dono
ricevuto che si trasforma in doni da fare, in un processo infinito, regolato senza regole
solo da un primordiale impulso di amore che viene raccolto e ripetuto perché per sua
natura non può spegnersi.
Ogni vostro giorno rinnova la creazione quando restate nell’archetipo non astratto di
quell’amore. Ogni giorno non vissuto così è un giorno da poveri, un giorno in cui avete
dimenticato l’infinita ricchezza di questo movimento creativo.
Opporsi a questo significa privarsi della fonte prima della gioia, rinunciare ad essere
cocreatori di una perfetta linea ascendente che riporta l’uno al tutto e il tutto nell’uno.
Perciò non cessate l’attenzione consapevole alle occasioni del dare, spesso si presenta-
no sotto forma di occasioni di ricevere o di astenersi.
Sappiate discriminare, il dare è fatto di mille scelte, alcune evidenti, altre completa-
mente mute. Dividete il vostro istinto d’amore, accendete luci consapevoli e non fuochi
di paglia.
Non esagerate il concetto di responsabilità, la vita degli altri resta loro e i vostri in-
terventi semmai danno, non tolgono, qualcosa che si può accettare o rifiutare, ma che
non condiziona le libere scelte di chi lo riceve.
Il vostro sia atteggiamento universale, non personale, è un discorso ben più vasto del
singolo caso e tutti i casi sono la stessa cosa.

11
Calice di Cristo.

94
Perciò non ci sono casi più facili o più difficili nell’aiuto spirituale. I guaritori sanno
che è curabile o incurabile un mal di testa quanto l’AIDS.
Non lasciatevi intimidire da diagnosi e conclusioni terrene, siate voi davanti a un bi-
sogno con la vostra intima disponibilità a fare qualcosa per colmarlo.
Non è necessario capire nulla più di questo.

Sono pochi gli uomini che scelgono una vita di incontro con la consapevolezza e
sono anche pochi quelli che, pur avendo animicamente scelto, sanno restare fedeli a
questa scelta.
Si tratta del karma in assoluto più sensibile agli interventi del libero arbitrio, perché
la consapevolezza spirituale in terra è come un esule in un paese straniero.
Sulla terra essa non ha appigli, non ha prove, non ha amici, non ha rifugi; essa parla
una lingua comprensibile solo all’anima che l’ha scelta, ma non le offre nessun aggan-
cio con la realtà materiale in cui quest’anima ha dovuto calarsi e con la quale deve mi-
surarsi ogni giorno senza più la memoria della luce spirituale che l’ha spinta qui.
Questo per dirvi che le conquiste evolutive di una vita consapevole non si possono
misurare durante quella vita, ma dopo e, durante quella vita, ciò che poi si vede come
conquista è vissuto sempre come difficoltà.
Le vite consapevoli sono vite difficili, dove la difficoltà è il vivere sospesi fra un
terreno sempre più estraneo e un divino percepito a tratti, senza che sulla terra possa
mai diventare dimostrato e sicuro.
Questo comporta uno stato di costante sofferenza, che spesso mina le intenzioni.
La fedeltà a questo karma è un atto di coraggio che regala all’anima, ma mai alla
mente, ulteriore conoscenza.
Per questo è fondamentale il lavoro sul pensiero. Contenerlo nelle ragioni spirituali,
senza smettere di plasmarlo, riduce i rischi di sentire questo karma troppo impegnativo
e, di conseguenza, di interromperlo.
Siete solo voi i custodi di voi stessi e i garanti della vostra riuscita. Mille possibilità
di deviazione si profilano ogni giorno.Lo spirito non appaga sulla terra, ricordatevene e
continuate questo viaggio che concede così pochi ristori.

Pochi oggi sulla terra hanno un grado di conoscenza elevato, ma sappiate comun-
que che ciò che vi tiene lì è la coscienza del compito animico unita all’istinto di so-
pravvivenza della materia.
Di fatto, nell’evoluzione del percorso di ciascuno, si diventa sempre più spirituali
che terreni e la terra, che vi ospita, non vi tratterrà più con ciò che lusinga troppa parte
dell’umanità.
Nel sentirvi estranei alle attrattive del mondo, cioè quando l’amore animico avrà
preso il sopravvento e sarà vostro il distacco, non venga mai meno la fratellanza e la
compassione verso chi vedrete ancora completamente afferrato dai richiami della mate-
ria.
Quando si giunge a questo stadio, si è soli di una solitudine alta e chiara. Costoro,
invece, sono soli di una lontananza dalla verità che riempiono inutilmente di cose e di
tragici equivoci.
Il vostro amore si estenda al mondo effimero dei superficiali, di chi butta una vita
senza cogliere la sua bellezza e le sue possibilità e si perde in giorni tutti uguali di nien-
te. Saranno anime infelici di essere state cieche e sorde.

95
Nel rispetto delle loro scelte, amate anche costoro e siate sempre più capaci di foto-
grafare senza giudizio, ma con consapevole discernimento, la realtà di chi vi circonda.
Ciò vi spingerà sempre più a sentire il bisogno di mandare luce e aiuto alla terra e di
trattare la terra come se fosse una persona. Essa è contagiata da tutti i mali di chi la abi-
ta.
Voi state sempre nella consapevolezza di chi siete e sarete di momento in momento
e di che cosa c’è intorno a voi.
Non smettete mai di osservare e di discernere tutta l’apparente realtà materiale in cui
vivete dentro e fuori, figli della terra e angeli della terra.

Siate consapevoli che ricevere è dare e che dare è ricevere perché in ciò i ruoli sono
continuamente alternati e mentre uno crede di chiedere dà e mentre dà riceve e tutti so-
no contemporaneamente loro stessi, l’umanità e l’anima della terra, è il miracolo
dell’uno che permette alla crescita di uno di far crescere altri e tutti voi.
L’aiuto spirituale che l’intenzione dell’uomo porta verso gli altri può trovare mille vie,
può restare latente e svegliarsi dopo anni, può tradursi in una crisi, può accompagnare
un trapasso, può essere compreso subito o anche mai.
Il destino di questo aiuto non è nelle vostre mani. La stessa persona può chiedervi aiuto
in momenti diversi e sempre lo riceverà.
È un dare senza ritorni, senza riscontri, senza conferme, senza grazie, è il dare anonimo
che comporta la sofferenza del non capire.
Non c’è modo né mezzo di paragonare karma apparentemente simili ma sempre
diversi. Ogni anima ha le sue proprie lezioni da apprendere e non c’è sulla terra
un’anima più brava o meno brava.
In ogni sì ribadito con sofferenza c’è un apprendere che va oltre l’umana comprensio-
ne.
La leggerezza è alla base del donare.
Che tutto sia semplice, fluido, sereno.

Parliamo dello specifico nel concetto di amore verso gli altri.


Ogni pulsione, che diventa per noi istinto dopo che il suo contenuto concettuale ci ha
convinti al punto che è come se fosse stato da sempre nostro, si traduce in un compor-
tamento, o meglio, in un radicato atteggiamento comportamentale.
Vi abbiamo parlato sinora della giusta osservazione di questi cambiamenti osser-
vandoli uno per uno nelle diverse circostanze. Ora è giusto approfondire l’osservazione
dell’atteggiamento più che del singolo comportamento.
I contenuti spirituali di queste pagine sono destinati a riempire un vuoto in chi li sta-
va aspettando.
Perciò la loro assimilazione non è intellettuale ma karmica.
L’atteggiamento che presiede i vostri comportamenti per questa ragione non può es-
sere né studiato né forzato.
Perciò molti dei vostri più profondi cambiamenti vi passeranno inosservati e le nuo-
ve persone che sarete non coglieranno nemmeno i passaggi adeguativi delle vecchie
persone che eravate.
Vi dico osservate l’atteggiamento, cioè la nuova motivazione profonda.
State sui contenuti tornati a voi che vi riempiono, verificate l’interezza di voi stessi e
il modo nuovo di essere e di sentire dentro prima che fuori, più che sezionare ogni

96
comportamento, che resta un fatto occasionale sensibile a mille variabili esterne e nien-
te affatto dimostrativo, nella sua episodicità, della vostra reale crescita.
State sulla tendenza, sul movimento lungo, sull’onda interiore più che sul singolo
osservare un fatto.
Sbagliare o riuscire nell’occasionale è spesso anche frutto di fortunate coincidenze,
non è il comportamento di un momento a dare nessuna misura.
È la tendenza intima, l’orma lasciata nell’anima, a muovere un istinto che non può
che connotare i vostri comportamenti a livello motivazionale e di intenzione al di là di
ciò che poi succede, della stessa sostanza.
Comportamenti che deviano da qui sarebbero sentiti come insopportabilmente sto-
nati.
Perciò, quando volete osservare voi stessi, controllate come vivete l’integrazione
con questo nuovo ma antico sapere.
State lì e non fuori a controllare gesti e parole.
Ci si avvicina così al vero significato spirituale della meditazione.
Voi sempre associate la meditazione a un fatto faticoso.
La fatica è per l’uomo nello stare innaturalmente fermo e portare il pensiero su
un’azione determinata come il respirare o su un preciso contenuto controllando per im-
pedire infiltrazioni.
È faticoso come lo sono tutte le costrizioni.
Nel torpore, che tanto temete, possono invece affiorare lampi di verità o intuizioni di
luce. Non è la meditazione un lavoro, anzi è un riposo, una pausa in cui tutto prova a
tacere e ciò che affiora in questo silenzio è sempre degno di attenzione. Qualunque co-
sa vi occorra in questa pausa volontariamente cercata, perché necessaria, emergono i
bisogni dell’anima che voi dovete imparare a decifrare sotto l’abito che indossano nel
presentarsi.
Il silenzio può risultare affollatissimo o muto, potete essere lucidi e tesi nell’ascolto
quanto torpidi o prossimi al sonno. Comunque sempre la sola volontà cosciente di vo-
lersi concedere questa pausa rigenera, se smette di essere occasionale e rara, ma ce la fa
a diventare un’ordinata abitudine.
L’abitudine alla meditazione regala forze nuove e la capacità di usufruire
dell’esperienza in un modo più alto e meno legato alle resistenze che corpo e mente
oppongono.
La materia teme la pausa e il silenzio, in essi più facilmente si può sentire la voce
propria dello spirito.
Non badate a ciò che all’inizio la copre, insistete nell’abitudine senza pretendere di
capitalizzare o imparare nulla. È una pausa, magari all’inizio è una pausa anche per un
pensiero stanco di essere plasmato, se lo si lascia sbrigliare nel riposo di un silenzio è
più facile conoscerlo bene.
Se arriva il sonno, quel tipo di sonno è spesso carico di visioni oniriche. Non respin-
gete nulla, ogni manifestazione non voluta è utile all’osservazione dell’intenzione pro-
fonda.
Col tempo arriverete nel silenzio alla comprensione essenziale dei contenuti.
La volontà di cercare il silenzio con l’accettazione di qualunque cosa irrompa in es-
so è già meditazione e la ricerca del silenzio è la base dell’osservazione.
Questo è un supplementare apprendere oltre un primo apprendere necessariamente
più connotato di eccitazione e di fare che non vanno affatto ripudiati in quanto insosti-
tuibile premessa di un apprendere più evoluto.
97
L’esperienza iniziale va ricordata, non abbandonata, senza di essa non avremmo co-
struito nulla da osservare.
Allora il silenzio non era ancora necessario, oggi è indispensabile alla comprensione
interiore.
Non equivocate sul termine silenzio, non vi evochi pratiche solenni e impegnative,
lo intendo come riposo ed è così che dovete cercarlo, riposo dissimile dal riposo fisico,
riposo dell’anima.
È un’esperienza da fare, non da spiegare.

Ogni volta che vi tocca un istinto di compassione, un impulso di vicinanza verso qual-
cuno, sono attimi di luce. Dovete sapere che ogni pensiero di fratellanza è luce per chi
lo manda e per chi ne è l’oggetto e per tutto l’universo che se ne permea.
Senza solennità, un pensiero d’amore nelle sue mille forme va nel mondo senza solen-
nità, immenso perché così semplice.
È questo stare nel mondo così, con occhi e cuore aperti agli altri ed al loro dolore ad es-
sere normale, connaturato al reale sentire dell’uomo che ha visto e allontanato da sé le
illusioni delle sovrastrutture.
Ciò che date con naturalezza ritorna a dare a voi lo stesso supporto che da qui non vi
distoglie più e questo amore indifferenziato diventa voi, il vostro modo naturale di es-
sere.
Non è più un compito occuparvi così degli altri, non è più qualcosa di imposto alla
mente, è come respirare, è come dormire, è vivere, è la vita che scorre senza dover cer-
care sintonie perché siete queste sintonie.
L’istinto che vi porta è il vostro, seguitelo senza timori, un pensiero di compassione,
alta compassione non pietà, conta nell’aiuto che porta ad un’altra anima più di tutti i
vostri affannati aiuti materiali.
Non siate avari di questi pensieri solo perché vi sentite insicuri o piccoli nella grandio-
sità del mondo spirituale. Il piccolo è il grande, un pensiero così è come il creato, crea
una realtà spirituale nel vostro mondo virtuale, mette una certezza in mezzo alle illu-
sioni.
Anche il più infimo fra gli uomini, tanto quanto il più alto, ne beneficia. È per il singo-
lo, ogni volta un singolo diverso con diversi bisogni e, nello stesso momento che inve-
ste questo singolo, diventa per tutti.
Amate questo modo di essere, è un po’ strano e, tanto quanto avvicina nello spirito, ri-
sulta alienante dal mondo sulla terra.
Non fermatevi alle ottiche terrene, più vi sembra di essere alieni fra gli uomini, più sie-
te vicini all’anima del mondo.
È l’ottica della terra che deve cambiare ed è l’umanità intera che dovrà sentire
l’importanza capitale di un pensiero d’amore.
È così semplice e l’avete reso quasi impossibile, poveri uomini così lontani
dall’origine.
Fiumi di sangue e di lacrime così inutili per non voler ritrovare la strada di un pensiero
d’amore.
Perciò voi non risparmiate, inondatene il mondo e riportatene la memoria sulla terra.

98
CAPITOLO XXI

C’è Cristo
Affrontiamo il concetto di amore per i nemici, per chi ci è ostile, per chi ci fa del male:
chiariamo il concetto del porgere l’altra guancia.
Non è il miope masochismo di chi è troppo debole, né è il fasullo perdono dei buonisti
ad oltranza, è la reazione illuminata di chi decide di interrompere un circuito negativo e
porta bene in risposta al male.
Non prendete alla lettera il porgi l’altra guancia, non è scegliere di farsi vittime ad ogni
costo, è volontà di fermare con la consapevolezza chi ha scelto di mettersi dalla parte
del persecutore. Costui non può essere fermato con violenza o con atteggiamenti simili
ai suoi, anche se legittimi; va fermato con la quiete sicura della consapevolezza che ve
lo fa apparire sotto un’altra luce e vi induce nella vostra interazione ad occuparvi spiri-
tualmente di lui, perché lo vedete come anima, non come uomo.
Quando la consapevolezza è alta ci si arriva, si addomesticano le legittime reazioni di
difesa ad un sopruso e l’unica arma di reazione è la compassione, la compassione che
non si concede compiacimenti, che non si ammira, che non giudica e non si giudica, la
compassione naturale, non autoimposta.
Sembra contro natura sulla terra subire passivi un nemico, ma questo è il vero reagire,
reagire con l’anima. Subire sarebbe sottostare alle leggi della stessa violenza ed esserne
afferrati.
Non è facile interiorizzare questi concetti al punto di viverli, ma il viaggio della consa-
pevolezza e il lavoro sull’amore vi portano qui, il pensiero plasmato vi porta qui, l’uno
vi porta qui. Quelli che voi chiamate martiri e santi erano solo altamente consapevoli.

Vivete ogni esperienza con estrema naturalezza, senza ansia sulle vostre capacità, ma
senza dimenticare l’importanza spirituale di ogni incontro.
Spesso ciò che sulla terra sembra insignificante, come una parola in più o in meno, per
lo spirito può avere un’infinita rilevanza.
Tutti i vostri contatti umani, sia quelli con le persone note in mezzo alle quali vivete
che quelli con persone estranee, hanno un continuo potenziale di arricchimento per voi
e per loro e ogni rapporto può continuare impercettibilmente ad evolvere.
Voi tenete sempre presente l’importanza spirituale di ogni contatto che non è mai ca-
suale, ma poi vivete questi rapporti con leggerezza, con serenità, senza sentirvi schiac-
ciare dal peso inesistente dell’attenzione spirituale.
Ogni bisogno nuovo è un’occasione e un’avventura per due spiriti, ma se il vostro spiri-
to è consapevole può aiutare senza ansia e senza solennità.
Non è chiaro sulla terra percepire, e quindi vivere, tutto questo come normale. Voi siete
abituati ad ingigantire o a sminuire, a dare o a togliere importanza sempre alle cose che
si vedono, che voi o altri avete creato: vi si dice invece l’infinita rilevanza di qualcosa
che non si vede e non si tocca. Voi sapete che però si sente, che le corde invisibili che
vibrano in voi sono l’eco remota della consapevolezza sulla terra.
Vi sto abituando ad un modo di essere sempre più costante, sempre più normale, senza
che voi cogliate più nessuna eccezionalità, pur nella sua estrema anomalia sulla terra.

99
L’anomalia non è importante, sentirne troppo il peso può essere deviante delle inten-
zioni.
State su ogni giorno, su ogni incontro, su ogni persona come se fossero l’occasione di
un capolavoro.
Tutto è importante nella sequenza dei vostri giorni e insieme tutto è scorrevole e nor-
male. Lasciatevi andare con semplicità, stando nella pienezza di quello che siete.

Consapevoli della vostra intenzione, non vi accorgete che il vostro lavoro è continuo e
costante. La vostra intera realtà interiore cambia, come cambia il vostro modo di misu-
rarvi con l’esterno.
I cambiamenti spirituali non danno soddisfazioni umane, non hanno le misure e le
quantità della terra.
Accettare di perdere la mente e le sue sicurezze per ascoltare l’anima che non ne dà è
alto traguardo. Si paga, sulla terra costa prezzi elevatissimi. Costa credibilità, costa
equilibrio, costa rinunce, costa in vuoto, in interrogativi, in ego, costa il silenzio privo
di risposte, il silenzio di un sì senza echi e risonanze, costa la solitudine, costa i dubbi.
Per seguire me bisogna lasciare tutto ciò che appare sicuro nel mondo.
Non posso promettere materia, vi prometto spirito, vi prometto la vita. Amate lo spirito
in voi e negli altri, cercate e amate lo spirito del mondo, è l’unica realtà vera, invisibile,
intangibile, inaccumulabile, eppure l’unica che giustifica la vita.
Gli occhi che sanno guardare e l’anima che ha detto sì ne trovano i barlumi anche sulla
terra e questo è sufficiente per continuare.
La materia pesa e schiaccia quando si sviluppano ottiche diverse, quando appaiono i
veri valori, quando si vedono le illusioni e la terra appare come un castello di carte.
Per contro lo spirito non offre compensazioni rilevanti finché abita un corpo. Il difficile
è far convivere l’estraneità, il disincanto, la scoperta di una verità che sulla terra ha mil-
le chimerici travestimenti con la gioia spirituale che alberga in fondo all’anima.
Questa gioia è la più difficile scoperta da passare alla mente, la mente non la riconosce.
La stessa mente che, seppure con tanta fatica, si è plasmata ai contenuti spirituali e ha
ripudiato le sue antiche ragioni razionali, diventando un valido alleato di un’anima con-
sapevole, contro la scoperta della gioia mette di nuovo in campo tutte le sue armi, op-
pone i capisaldi delle sue argomentazioni, si rifiuta di cedere ad un sentire profonda-
mente spirituale che la sua stessa presenza sbarra alla coscienza.
Credetemi, la vostra anima è perfettamente felice, gioisce della letizia incontaminabile
dell’interezza, gioisce della compresa comunione dell’uno, gioisce perché non esiste
materia che la possa rattristare.
Andate verso la scoperta di questa gioia: quando la mente è rabbuiata, quando la mente
piange, quando la mente è tesa nella ribellione, andate in fondo all’anima a cercare la
gioia.
Fate silenzio con gentile fermezza sugli argomenti della mente, osservate e lasciate an-
dare, lasciate andare sempre di più, lasciate andare tutto quello che la mente continua a
ribattere, tutte le soddisfazioni che cerca, tutti i puntigli che vuole dimostrare, tutte le
lacrime che vorrebbero conforto, tutte le ragioni che cercano approvazione. Lasciate
andare tutto e in fondo, nel silenzio, troverete la gioia. È una gioia che solleva, una
gioia indescrivibile, è la vostra sostanza, la vostra natura, la vostra prima matrice.
Trovarla sulla terra è il definitivo ricongiungersi a se stessi, è la morte definitiva
dell’ego, è trovarsi addosso le ali, ali che regalano voli incantevoli fuori da ogni ingan-
no materiale.
100
Parleremo ancora della gioia, che sia per voi una raggiungibile conquista. Se avete fatto
i passi precedenti, cominciate a fare questi, i passi per trovarla.
L'abitudine è uno dei pericoli più insidiosi della terra, perché rende banali le cose im-
portanti.
Il lavoro è tanto, è per tutti lungo. Mantenendo la giusta indifferenza, non perdetene pe-
rò l’emozione. È una summa alta di contenuti e di esperienze, è apprendere e ricordare
come è eseguire, come è sperimentare, curando ogni minuto la messa a punto di voi
stessi, è un lavoro che dà senso ad ogni nuovo mattino.
Cogliete la gioia di avere dei significati, è quello che manca a quasi tutta l’umanità, co-
gliete la meraviglia e non solo lo sgomento di poter vivere lo spirituale in terra. Addol-
citevi e riposatevi nell’amore che date, esso scalda anche voi. La gioia è la serena cer-
tezza di sapere chi si è e perché si è e perché si è qui in questo momento, una pace inte-
riore illuminata da un sapere ritornato a galla, la consapevolezza di una conoscenza di
cui qui avete avuto un anticipo sulla terra.
La gioia arriva se le lasciate spazio, se riconoscete l’assoluto in ogni attimo e in ogni
volto e in ogni aspetto della vita e della natura, se non vi spegnete, se non vi opacizza-
te.
Lo spirito non può diventare un’abitudine. Voi dovreste essere completi e sorridere lo
stesso sorriso di Buddha, il riflesso della pace interiore.
Apritevi alla possibilità che questo succeda, non credete improbabile la gioia, è uno
scatto che da essa vi separa, è come lo schioccare di due dita. Essa è già lì, dentro di
voi, occorre solo essere disponibili a lasciarla passare per scoprire che può perfettamen-
te convivere con ogni difficoltà.
La gioia è di una altra natura rispetto alle cose del mondo e vi appartiene nonostante
tutto.

Anche la noia può offrire letture diverse, anche la noia è un espediente razionale.
Può definirsi noia il malessere dell’accettazione, io so che fa soffrire tanto. È un ricor-
dare ragioni alte che ci tengono qui, ma che si scontrano con le ragioni basse della no-
stra vita, è il sapere senza vedere, è il lavorare senza fare, è l’angolo buio dentro una
grande luce, è l’eterno conflitto del dualismo spirito/materia in uno dei suoi tanti aspet-
ti.
Il vostro non dovrà mai essere fideismo cieco, ma la fatica di un guerriero che sta sacri-
ficando anche la sua guerra e mal si trova nei panni inattivi del contemplativo, e non
vede ancora che la contemplazione è la più ardua di tutte le guerre.
Il fideismo cieco e ottuso non si chiede perché, mentre voi, a forza di perché e di trava-
gli, troverete la strada della verità.
La gioia è nascosta dentro ogni vostro pensiero, è nascosta perciò anche dentro quello
che si può chiamare noia. Le cose troppo facili non danno mai piacere e le difficoltà
prevedibili non sono difficoltà.
Ogni storia di anima è l’unica imparagonabile, insostituibile storia di quell’anima parti-
colare.
Lasciate fluire, modulate le intransigenze, scorrete come acqua nell’acqua, non aspetta-
te, vivete, non amareggiatevi, gioite, non fermatevi nell’illusione di un riposo gratifi-
cante per la mente, non c’è riposo, solo inganni.
La mente si riposa quando cede all’anima e l’anima sa dove portarla.
Quiete e movimento si alternano nella verità.

101
Questo è un apprendere alto, è apprendere una lezione sulla quale non sarete mai inter-
rogati, è un apprendere che non si sa riassumere in nessun contenuto, è pazienza, è ub-
bidienza alla propria intenzione, è sofferenza, è crescita di una conoscenza incomuni-
cabile, è l’apprendere passivo e privo della gioiosa consapevolezza di stare imparando,
è una conoscenza che non sarà mai dimostrata.
Arriverete a dimostrarla senza diplomi, senza titoli, nudi da ogni orpello e gli orpelli
non sono solo quelli che vedete e temete voi. Non li vedrete mai, perché questo ap-
prendere ve li toglierà senza lasciarvi nemmeno l’illusione di averli superati.
Si abbandona ciò che non si sa di stare abbandonando, si rinuncia a possessi mai pos-
seduti, si tace in una folla di parole e non si sa quanto questa riconosciuta impotenza sia
invece potente.
Sotto tutto questo, l’intenzione è un diamante che da grezzo che era diventata levigato e
scintillante.
Io, come voi, sono passato attraverso tutto questo e non vi guido dall’alto di un trono,
ma dalla vostra stessa polvere insanguinata.
Io ho pianto le stesse lacrime, ho vissuto le stesse fasi. Nella mia natura di uomo ho
sperimentato ciò che voi sperimentate e il mio essere un’entità incarnata che non ha
mai smesso di essere un’entità ha aperto la strada alla consapevolezza del divino sulla
terra nella natura di ogni uomo.
Per questo vi seguo con tanto amore, perché ogni vostra storia deve arrivare ad essere
la continuazione della mia.

CAPITOLO XXII

C’è Cristo.
Vi ho già parlato sufficientemente della morte e del suo significato perché ora possa
parlarvi senza spaventarvi del momento del trapasso e di che cosa comporta per ogni
uomo.
Questo vi aiuterà anche davanti ai moribondi.
Il fatto che la morte sia solo un passaggio spirituale nulla toglie all’umano terrore che
sperimenta chiunque lo viva. L’istinto vitale lotta sempre quando sente il suo affievo-
lirsi e nessuna consapevolezza spirituale può essere riportata alla mente nel momento
del distacco dalla vita.
Per tutti c’è uno stacco di buio totale in cui la natura lotta contro il terrore, un terrore
indecifrabile.
Chi ha vissuto una vita consapevole e ha capito il senso spirituale della morte vivrà
l’esperienza di questo terrore solo per pochi momenti prima del trapasso, mentre chi ha
respinto l’idea della morte e la ricerca di consapevolezza vivrà anni di inconscio terrore
nella vecchiaia e nella malattia e mai si lascerà andare verso un passaggio dolce.
Anche per chi sa questo attimo di buio è la solitudine più atroce. Per chi non sa o non
ha voluto sapere è il tormento di vedersi cadere in un ignoto terrorizzante.

102
Non è una punizione, è la separazione dello spirito dalla materia che è dolorosa per la
materia. Essa percepisce che senza lo spirito è finita. La natura si riprende quello che è
suo, che aveva imprestato come temporaneo asilo ad un’anima.
La natura ha le sue leggi, la sua evoluzione, i suoi cicli, i suoi ricambi; all’uomo ha
concesso una materia evolvibile grazie allo spirito, ma essa è in prestito, è sempre solo
in prestito.
Perciò questo dolore e questa paura non sono mai una punizione: è il distacco nel resti-
tuire alla terra un corpo che, privo del soffio spirituale, è solo un guscio vuoto, usato,
smesso.
Perciò chi sa può ringraziare anche un vecchio corpo stanco come un fedele amico,
compagno di tante battaglie, perché chi sa è identificato con il suo spirito. Chi invece
non sa, sentendosi avvicinare la morte, perde la sua creduta identità che aveva fatto
coincidere con la materia.
Tutti scoprirete immediatamente dopo il trapasso che la morte non c’è, ma il modo co-
me si arriva a morire è l’indice della vita trascorsa.
Nel momento del bilancio evolutivo singolo, dove non c’è più nessuna possibilità di
inganno, la percezione di una vita sprecata, buttata, data in pasto ai capricci del libero
arbitrio è l’inferno.
I demoni che mordono sono i rimorsi, il dolore feroce è quello avete inflitto in vita che
ritorna centuplicato, il fuoco che brucia è il senso di colpa, quello legittimo, quello che
fa urlare di dolore nel vedere che cosa ha provocato.
Dopo il trapasso tutti scoprite l’uno, siete nell’uno, sperimentate l’amore e la fratellan-
za che, se da una parte sorregge, dall’altra evidenzia impietosamente nella visione di
una vita i vuoti spaventosi che la sua assenza in quella vita ha determinato.
Fino agli ultimi momenti di una vita c’è spazio alla voce dello spirito, all’irrompere
della consapevolezza.
Se una vita aveva karmicamente scelto di non sapere e non è stata deformata da atti ar-
bitrari, la morte può essere consapevole a livello animico e il bilancio evolutivo può es-
sere attivo.
Perciò date a chi vive e a chi vedete morire sempre spunti di consapevolezza e offrite
loro il vostro consapevole amore contro la paura.
Parliamo adesso dell’aiuto che in questa situazione potete dare a voi stessi e agli altri.
Che il vostro aiuto a chi muore sia sempre alto. Non perdetevi in inutili pietà, non trat-
tenete il moribondo con equivoche lacrime, piuttosto non parlate, seguitelo con l’anima
e con le preghiere.
Sappiate che chiunque muore è circondato da entità compassionevoli che si occupano
di accompagnarlo perché nessuna anima parte da sola per il viaggio di ritorno, ma la
mente di chi sta morendo è quasi sempre sola e spaventata.
Date amore, date quiete, date silenzio confortante, allontanate i fantasmi e le ombre da
questa mente senza più risorse e lavorate anche, e soprattutto, davanti ad una mente che
per il terrore sragiona.
Non credete a chi parla di impossibilità del moribondo di capire. Basta una parola av-
ventata a centuplicare il terrore di chi apparentemente non sente e non capisce più..
Parlate dolcemente anche ad un comatoso, ogni aiuto consapevole è luce nel buio, è
una mano da stringere, è solidarietà alta, è fratellanza.
Aiutateli a passare con armonia, seguiti dalla dolcezza e dalla ferma serenità di chi sa
che l’anima del moribondo, chiunque egli sia, riconosce perfettamente questo aiuto
come unico aiuto possibile.
103
Andate oltre la persona, oltre quello che sapete di lei, andate all’anima, vedete l’anima,
amate quell’anima che è uno con la vostra e che sta per entrare nella conoscenza.
È sempre un ritorno dal creato al creatore, ma la conoscenza è sempre una stupefacente
sorpresa dopo ogni vita.
Davanti ad un moribondo voi entrerete in contatto con l’energia spirituale che lo cir-
conda mentre lentamente si sfanno i suoi Chakra (centri di energia che presiedono
all’equilibrio vitale del corpo umano secondo le più antiche dottrine della filosofia e della medicina
orientale, ndr) e questa energia vi sveglierà conoscenze animiche antiche di fratellanza, vi
scoprirete a dire e a pregare parole mai dette.
È il linguaggio di un’anima chiamata a sorreggerne altre in questo particolare momen-
to. Date senza riserve e non abbiate paura: assistere un morente è, per un’anima consa-
pevole, un’esperienza più divina che umana. Non abbiate sgomento e non tiratevi in-
dietro.

Gli angeli esistono sulla terra, ma non sono creature di luce con grandi ali bianche, so-
no creature di carne che hanno le ali sull’anima.
Sono entità che si sono incarnate solo per aiutare gli altri e che hanno quindi un corredo
karmico di fortissima connessione e altissima consapevolezza. Sono creature che stan-
no nella materia dall’esterno pur trattandola con infinito rispetto.
Sono più anime che uomini, ma sanno essere uomini fra gli uomini e anch’essi non so-
no esenti dall’evoluzione.
Non esistono gerarchie, esistono solo livelli di conoscenza. La consapevolezza in terra
e già scelta karmica elevata, riservata ad anime già avanti nella conoscenza, ma
anch’essa può sulla terra avere diversi livelli.
L’Angelo porta sulla terra il livello massimo di consapevolezza compatibile con la ma-
teria. Anonimi, costruiscono con la loro presenza una protezione indispensabile
all’evoluzione perché sanno la necessarietà del male e non disprezzano la materia.
Chi ha consapevolezza riconosce un angelo. E’ un fatto vibratorio di affinità e spesso
gli angeli si fanno sentire da chi ha un’anima predisposta, perché sovente per aiutare
chiedono aiuto, dando così contemporaneamente una spinta evolutiva.
Non pensate che riconoscerli sia un fatto mentale, non sarà mai un ragionamento a pa-
lesarveli, sono contatti a volte ravvicinati, a volte ripetuti, ma sempre rapidissimi ed è
lo stato percettivo della vostra anima, dopo questo incontro, a fare sì che voi lo ricono-
sciate. Sempre dopo, mai durante.
Loro sanno di non dover indurre né devozione, né dipendenza. Danno lezioni altissime,
aiuti incalcolabili solo a chi li sa raccogliere sotto una veste di inosservabile normalità.
Per il resto vivono inviando costantemente solo pensieri di luce e d’amore ad ogni ma-
nifestazione sulla terra. Essi sentono il vincolo di un orientamento di bene e non se ne
sottraggono non ostante che il loro libero arbitrio sia estremamente consapevole di se
stesso. Diciamo che sono più forti delle tentazioni.
Assecondate il loro lavoro, cercano sempre collaboratori e avanzando voi avanzano lo-
ro nella nostra eterna sinergia di luce.
I livelli possono essere diversi, ma la meta è la stessa per tutti.

104
Scegliete da soli i vostri comportamenti. Non è l’ubbidire a istruzioni pratiche a de-
terminare la crescita: la mente non va buttata via, voi siete e restate voi sulla scala del
cammino.
Ogni nodo contiene la sua spiegazione nel suo sciogliersi o nel suo restare nodo.
Andate oltre le ragioni apparenti, cercate le ragioni profonde, a volte è il tempo che le
rivela.
Restate voi stessi, vivete in sintonia con la coscienza profonda e ricordate, in chiun-
que incontrate può nascondersi un angelo.
State aperti alle occasioni di dare o di ricevere aiuto, i messaggi arrivano in tanti
modi.

C’è Cristo.
Ogni argomento di cui vi abbiamo parlato può essere approfondito all’infinito.
La consapevolezza apre e chiama nuova conoscenza e tutto quello che già si sa è sem-
pre piccolissimo quanto più l’anima anela di conoscere. La sete di conoscenza animica
è altro dalla sete di conoscenza intellettuale, il sapere che cerca l’anima non concede le
verifiche dell’apprendimento umano; è nutrimento, è respiro necessario alla vita di uno
spirito che cresce.
Ogni conoscenza è un illimitato dove le domande non sono più domande e ciò che si
apprende esce dai confini di una risposta, è lo spaziare senza limiti di una verità che so-
lo i limiti umani costringono ad essere parziale.
Ogni conquista di conoscenza spazza via le acquisizioni precedenti e sarà spazzata via
dai lampi di verità che rischiareranno il tratto di cammino ancora da percorrere.
Arrivano segmenti adatti allo stato dell’anima in ricerca, arriva una conoscenza perfetta
per quel livello di ricerca. Un sapere più completo sarebbe del tutto inutile come una
musica per chi è sordo.
Perciò lo stesso apprendere non sarà mai uguale per tutti coloro che nello stesso mo-
mento lo incontrano. Va a riempire vuoti animici personalizzandosi ai bisogni di cono-
scenza che sono diversi per ogni entità.
Il sapere spirituale non è una summa teorica e compatta, è una conquista, è esperienza
di vite, è motore e stasi, è sedimento e sperimentazione, ma soprattutto è unico e insie-
me soggettivo. E’ una storia che si frantuma in miliardi di capitoli e ogni capitolo con-
tiene l’intera storia e non c’è inizio e non c’è epilogo nella storia dell’amore di Dio.
Ciò che voi apprendete è voi, è l’uno di Dio con voi, è la sostanza e la ragione.
Nel vostro cercare c’è l’istinto di tornare alla fonte, l’intuizione dell’origine, che vi
spinge a sperimentare tutti i tentativi di ottenere risposte.
Vi dico questo perché la mente può spingere a cercare successioni nell’apprendere e
può smarrirsi nello sperimentare che non le trova, non le trova e non le troverà mai,
perché la conoscenza spirituale non arriva secondo le logiche terrene, non necessaria-
mente è progressiva. Essendo una conquista, si potrebbe dire che procede a balzi, dove
alcune soste possono sembrare lunghissime ed alternarsi a balzi giganteschi.
Dimenticate le umane dinamiche dell’apprendere e informate la mente a perdere
l’abitudine alle logiche informazioni, è nell’accettare di perdere i riferimenti umani con
la spirituale percezione che esistono precisi riferimenti per l’anima e la mente diventa
soltanto uno passivo veicolo.

105
Accettare di non capire e di sganciare la mente anche da quel poco che capisce per non
ridurlo ad un’acquisizione umana è prova seria che apre la strada ad una conoscenza
ancora più sottile.

C’è Cristo
Vi insegno il Padre Nostro da recitare oggi.

Padre che sei me, Padre che sei noi, Padre che mi hai permesso di sbagliare per capi-
re, che mi assisti in questa vita consapevole come mi hai assistito nel mio buio, alleg-
gerisci il buio degli uomini, permetti un’evoluzione meno dolorosa, risparmia agli uo-
mini i troppi errori dell’inconsapevolezza.
Nell’infinita libertà che ci concedi, rendi più chiara la voce dello spirito, accelera il
risveglio degli uomini e coprici con la tua compassione.
Che sia dolce il ritorno del ciclo, che sia indulgente la natura, che sia senza dolore il
ritorno all’origine: che la tua verità sia compresa e che la verità non trafigga ma illu-
mini, non sia un dardo ma una mano da afferrare, non sia impietosa ma compassione-
vole.
Padre, aiuta gli uomini: che la tua onnipotenza sia per la terra un’estrema occasione
di salvezza, un’altra possibilità di conoscenza. Padre, liberaci dal nostro male e non
abbandonarci nel momento del ritorno al cuore della vita.

Queste sono importanti parole. Ripetetele ogni giorno come viatico alla vostra compas-
sione, come estensione della fratellanza. Vanno ripetute con l’estrema intenzione della
consapevolezza, metteteci dentro la vostra anima. E’ un assolo che diventa un coro, sie-
te i primi portavoce di una consapevole intercessione che parte dalla terra, che in ogni
epoca parte ed è partita come impulso degli uomini che sanno. Non siete soli, io vi ac-
compagno tutti e il mio amore è infinito per il buio degli uomini.

CAPITOLO XXIII

Non so se riuscirete ad interiorizzare ciò che sto per dirvi, perché è concetto che
non entra nel vostro mondo di parole. Solo la sperimentazione può farlo comprendere,
ma mi piace cercare di avvicinarvi perché è la chiave della gioia.
Si tratta del concetto di quiete e delle sue infinite diramazioni nel distacco e nel
vuoto senza che mai essa perda per un attimo lo slancio dinamico dell’amore.
Il vero amore spirituale è fatto di quiete, senza la quale non troverebbe l’energia per
il suo ininterrotto cammino e la luce di equilibrio per amare senza equivoci.
L’abitudine al distacco non si impara, si sperimenta. Così, solo l’esperienza di un
sentire può rassicurare una mente che distacco non è disinteresse.
Il paradosso pare inconciliabile, perché sulla terra partecipazione non è mai pace,
non è mai quiete, è sempre coinvolgimento, passione, ego.
Risulta impossibile comprendere una reale partecipazione quieta di pace, perché gli
uomini la bollano come tiepida.
106
Voi sulla terra vi ingannate credendo di misurare la fratellanza e la solidarietà con il
fuoco e le fiamme dei sentimenti forti, degli entusiasmi accesi e non vi serve constatare
che hanno sempre brevissima durata, perché avete il falso bisogno di crederci.
Così passate di entusiasmo in delusione e continuate ad alimentare l’equivoco del
dolore inutile.
La pace è equanime, illuminata, veggente, è il ricovero per la mente che la trova e
diventa l’unica ispiratrice di ogni gesto e la via diretta per la gioia.
Ciò non esclude dolori, errori, cadute, dubbi, ma finalmente concede in essi
l’obiettività e tutto si accetta senza più domande che in questa pace sono da sole anche
risposte.
Questa, intendetemi, non è meta perseguibile né con tutti i più lodevoli sforzi, né
con la volontà. Già il concetto di sforzo contraddice l’essenza della quiete. Essa è una
conquista che irrompe inaspettata dapprima solo a tratti, ma il cui inconfondibile sapore
mette la vostra anima in terra in condizioni di cercarla e la vostra mente in grado di ri-
conoscerla.
Capirete il movimento statico dell’amore, la quiete dinamica della consapevolezza,
scoprirete la gioia quando la vostra mente non sarà ancora illusoriamente più forte di
essa.
Forse non è chiarissimo il nesso tra quiete e gioia.
Così come la quiete è movimento spirituale e diventa concetto dinamico, la gioia
non corrisponde all’assenza del dolore. La quiete permette l’osservazione e il distacco
sul dolore e il dolore trasceso conduce alla gioia che non è insipida artefatta festosità,
ma consapevole apprendimento di significati alti dentro una conquista e dentro il suo
bagaglio di dolore che solo la quiete permette di trasformare in sofferenza evolutiva.
È una gioia senza scoppi, è la naturale dimora di un’anima consapevole al punto da
diventare anche la dimora della mente.
Capirete che la partecipazione emotivamente accesa, antico riferimento sempre
positivo, tanto positivo poi non è e la sua soluzione alternativa non cade affatto nella
freddezza. Certi comportamenti, nel bene come nel male, troppo connotati di coinvol-
gimento, furore, passione, commozione o emozione che siano, vi cominceranno a suo-
nare falsi, vi denunceranno la loro maschera di contrabbandieri, vi risulteranno, almeno
da quella parte di voi che li riconosce, odiosamente intollerabili.
Sono le truffe più sottili della mente, gli attacchi di banditi mascherati che sempre
trovano qualcosa da rubare dove c’è inconsapevolezza.
L’amore pulito non si agita mai, non ha né estasi né lacrime, così come il dolore pu-
lito non ha lutti ed entrambi si manifestano senza mai più nessuna ostentazione.
Anche questa è una esperienza da fare, che si mette a fuoco da sola man mano che la
si fa.
Ogni possibile discorso introduttivo e preparatorio rimane vuoto, spiega il nulla. La
vera reale partecipazione cresce quanto più sparisce la sua caricatura esterna. Sotto gli
addobbi di una verità travestita c’è la verità nuda come sotto il bistro ci sono sempre gli
occhi.
Vi stupirà constatare quanto inutile frenetico recitare copre il reale sentire degli uo-
mini. Voi studiate perfettamente a memoria il vostro copione e vi dimenticate sempre
che è solo un copione. Voi non smettete mai i panni del personaggio per ritornare ad
essere voi stessi e i dialoghi teatrali diventano linguaggio.

107
Così a tutti sfugge che la scena madre dell’emotività, anche quando tocca i senti-
menti più alti e le intenzioni migliori, è appunto solo una scena madre. Poche parole
bastano sempre.
Per trasmettere la partecipazione vera è sufficiente una presenza, uno sguardo, un
sorriso, senza costumi e scenografie, senza colonne sonore, senza effetti speciali e, so-
prattutto, sempre senza l’applauso.
Il distacco, che tanto vi fa soggezione, vi incute sgomento, vi pare così irraggiungi-
bile ed incompatibile con i sentimenti terreni, è tutto qui, è solo una misura qualitativa
diversa nel sentire, qualitativa, mai quantitativa.
Tutti lo conoscete, ma la materia vi induce l’istinto di caricare di accentuazioni solo
terrene il puro atteggiamento dell’amore primordiale. Non dovete inventarlo, dovete
solo ritrovarlo sotto i travestimenti illusori di cui l’avete coperto al solo scopo di impa-
rare.

Ci sono stati di tensione e di nervosismo che sono solo terreni, esiti esclusivamente fi-
sici dei ritmi che segnano la vita dei vostri tempi storici. Non confondeteli con i males-
seri spirituali, cercate di controllarli, ma in una certa percentuale sono inevitabili e ren-
dono più arduo, rispetto ad altre epoche, la conquista della quiete.
L’affanno dell’uomo moderno nasce dal dovere essere sempre al passo con i ritmi di
una vita che non lascia spazio alla ricerca di significati profondi.
Chi se ne accorge e si incammina in un sentiero spirituale vive in condizioni avverse e
il suo equilibrio fisico e psichico ne risente.
Avete poco silenzio, pochi interlocutori, poche occasioni di confronto e tanta solitudi-
ne, ben poco nel vostro mondo è spirituale.
Oggi, più che in tutte le altre epoche, il materialismo ha avuto il sopravvento e l’uomo
del duemila è talmente assordato che fatica moltissimo a sentire richiami diversi e chi li
sente vive comunque in mezzo ad altri mille rumori.
Perciò non colpevolizzatevi sempre se vi sentite nervosi, le vostre sono condizioni dif-
ficili. Crescere e aiutare in una giungla piena di insidie è ben più arduo che farlo in una
condizione più distesa e semplice, più corale e diffusa, più precisa nell’offrire punti di
riferimento.
State tranquilli, osservate e controllate le tensioni immotivate, non sono impedimenti al
vostro procedere. Sappiatene le cause e non drammatizzatele, vanno smontate e rimpic-
ciolite come inesistenti.

Voi sulla terra non sapete più ridere.


Vi spiegherò il significato spirituale della risata.
Chi raggiunge in terra lo stato della gioia spirituale è spesso, quasi sempre, sorridente e
molto sovente ride.
È l’infinita leggerezza, l’estremo sollievo di chi sa lasciare spazio al suo istinto spiri-
tuale che è libero di esprimersi e non più soffocato dai malintesi materiali.
Questo ridere è il grido istintivo di gioia pura di un uccello cui hanno aperto la gabbia,
che finalmente scopre la libertà del volo. Questo ridere è il compassionevole sguardo di
chi ha visto e ha capito e ride di se stesso e di tutto ciò che l’aveva ingannato, ma ride
di sollievo, ride di consapevolezza, ride perché è semplice, ride perché vola, ride per
comunicare, ride per aiutare a ridere, perché è tutto lì, perché anche sulla terra si può.

108
Così capite che anche nel dolore si può ridere questo riso e capite perché la vostra vita
nonostante tutto è bellissima se la vivete per arrivare qui a capire questo, a vivere que-
sto.
Lo sperimenterete a tratti e l’esperienza sarà più utile e illuminante di tante parole.
Continuerete a provare sempre di più l’esperienza di questo e ognuno di voi la saprà ri-
conoscere e tirerà le sue personali uniche somme su una strada comune che per ognuno
è diversa.
Non c’è stato di dolore sulla terra che lo spirito non possa far trascendere, nessuna
anima può essere abbattuta da un dolore terreno. La materia che appare sovrastante sul-
lo spirito in terra in realtà è molto più sguarnita di motivazioni e il suo apparente potere
di convincimento sembra fortissimo, ma si appoggia sul nulla.
La verità non tiene conferenze, non dà dimostrazioni, non sale su pulpiti, non ha nessu-
na apparente e visibile attrattiva. Rispetto alla chiassosa vistosità delle logiche terrene,
essa è completamente invisibile, eppure chi la cerca finisce per trovarla sempre.
Cercatela sempre fuori dalle sovrastrutture; essa rifugge i proclami e i programmi, non
si fa enunciare, non si fa vendere, è universale ma anche infinitamente soggettiva, è una
ma è tante nella sua essenza, perché si configura ai tragitti di chi la cerca e si manifesta
nei modi in cui può essere riconosciuta.
Non ci sono verità spurie, la verità alta può però servirsi di parzialità o anche di appa-
renti menzogne, di immagini, di associazioni mentali, di intuizioni spirituali, come di
idee.
Nel suo manifestarsi utilizza esperienze basse e alte, simboli, metafore, sogni e realtà
comuni e materiali. Esercita un tale fascino su chi la sfiora da rendere quasi obbligato-
ria la sua ricerca.
La sua ricerca oggi è più insidiosa: in altri tempi si aprivano strade che la indicavano,
ma pochi, comunque pochi, partivano da lì. Oggi è più insidiosa perché la materia si è
strutturata sempre meglio e contrabbanda false verità con più metodo di tempi più re-
moti.
Il progresso scientifico sa allontanare dalle fonti anche mentre convince di avvicinare
con quelle che appaiono crescite.
Il ricercatore di oggi, colui che ha fame di verità, deve sapere che il viaggio comincia e
finisce dentro se stesso. È da sempre così, ma oggi ancora di più mancano all’esterno
indicazioni.
Perseguite la semplicità, le indicazioni arrivano per chi segue un bisogno autentico sen-
za scorciatoie.
Tutti voi conoscete la verità, ma soltanto in pochi la riconoscete, perché altrimenti per-
derebbe il suo essenziale connotato di conquista. Essa appanna al suo primissimo rive-
larsi ogni circostante scintillio e spalanca una vista e un discernere diversi che mutano
le direzioni di una vita.
Come tutte le mete, essa non ha scopi, è eternamente presente e non cambia, è contenu-
ta per intero all’interno della vostra matrice spirituale. Ne scoprite un frammento alla
volta, ma ognuno di questi frammenti la racchiude tutta. Perciò il viaggio sembra lungo
anche se si potrebbe dire che nel suo inizio e già contenuto l’arrivo. Essa è un lampo e
contemporaneamente è tutta la luce.

C’è Cristo.
Vi parlerò di discernimento finalizzato a dare il migliore aiuto possibile con le parole.

109
Le parole possono essere strumenti oppure armi e il discernimento è in questo caso
qualità spirituale indispensabile.
Esistono persone con le quali è meglio parlare il meno possibile e risulta più efficace
un aiuto di presenza, di ascolto e di intenzione.
Si tratta quasi sempre di persone che si percepiscono in grado di stare sul cammino e
che nel loro chiedere sono oltre l’affidarsi.
Quando, diversamente, qualcuno chiede parole, scegliete sempre qualcosa che non
suoni definitiva, date l’idea delle tappe, delle fasi, avvicinate chi cerca alla sua propria
ricerca, al suo, esclusivamente suo, primo passo. Così le vostre parole sono strumenti
perché offrono strumenti.
Cercate di essere sempre molto concreti nel delineare i tragitti di un cammino, avvisate
sempre che esso non può cominciare se non dall’osservazione e dalla conoscenza di se
stessi che si perfeziona durante il viaggio e ne è il sostanziale presupposto e la condi-
zione costante.
Non create suggestioni, siate sempre molto chiari, molto semplici, molto concreti nel
raccontare, anche sulla base della vostra esperienza, che la luce contiene tanti fuochi
fatui.
Oggi è importante che lo spirito non diventi una moda perché le mode fuggono la fatica
dell’evoluzione.
Insistete sull’irripetibile unicità di ogni storia evolutiva, sul cammino non si trovano
sostituti e non si può mai imparare o crescere per delega.
Riferitevi sempre a voi stessi e ribadite il carattere di conquista soggettiva di ogni co-
noscenza universale e l’impossibilità di passare ad altri una conquista propria.
Usate il discernimento e l’intenzione per dire di più senza però uscire da questo sche-
ma, che è contemporaneamente veritiero, contenitivo e propositivo, perché l’accento è
sempre sulla scoperta di chi si è.
Il discorso spirituale non deve indurre rischiose fascinazioni, ma far vibrare il ricono-
scimento del richiamo, per cui chi lo ascolta parta per seguire solo la sua anima, parta
per un viaggio sconosciuto e solo suo e non per ricalcare i sentieri di qualcun altro.
Non distogliete da nessuna esperienza, esprimete ciò che pensate grazie alle vostre.
Non sottraetevi dall’esprimere le vostre convinzioni con il timore di rubare, ciò non
avviene purché salviate sempre il connotato di opinione vostra figlia di un personale
cammino.
Queste basi servono a tutti, ovunque siano nel loro percorso karmico.
Chi poi è chiamato a insegnare resta il primo degli allievi.
La materia di queste argomentazioni, se vissuta correttamente, non dà mai assuefazio-
ne, non può diventare una scontata retorica, perché ogni volta che facilitate l’ascolto
del richiamo a qualcuno il vostro grida più forte. Se questo non vi capitasse, vi suoni
come estremo bisogno di verifica dell’intenzione.
Voi siete i soli amministratori e i soli giudici di ciò che siete.

Le anime avanti soffrono la costrizione di abitare dentro un finito così piccolo. L’oblio
non basta a spegnere del tutto confuse memorie di compiutezza e non soffoca la perce-
zione di un compito spirituale in coloro che hanno scelto la consapevolezza.

110
La voce dell’anima è fatta di mille continui sussurri che gridano molto più forte di un
urlo. È la voce del vostro silenzio interiore, dal quale emergono i richiami di un altro
mondo, i richiami più forti di ogni attrattiva terrena.
Ascoltare questa voce è doloroso quando si è sulla terra, essa è imperativa e onnipre-
sente ma non ha contorni, non fa promesse ed è evanescente come un miraggio. Nessu-
no, seguendola, trova la felicità terrena e, dopo che la si è ascoltata, la felicità della ter-
ra non affascina più.
Si intravede un altro bene, indefinito ed indescrivibile, che diventa la causa prima e il
fine ultimo e si vive lontani dalla terra pur restandoci dentro.
Strappi continui segnano chi lo scopre, infinite piccole lacerazioni, il dualismo di chi
sente l’universale e deve costringerlo nel particolare, l’infinito e deve limitarlo col fini-
to.
Questo costa ma eleva, si traduce in evoluzione, tempra l’anima.

La terra vive un karma complesso. Come ospite dell’umanità ne condivide i destini e,


in epoche di scarsa spiritualità come questa, essa e gli uomini vivono appoggiati sul
nulla, mentre la loro memoria animica sa il tutto e sa di farne parte.
Gli uomini sono talmente storditi dal loro nulla che solo in esso si credono reali e non
sono nemmeno più capaci di metterlo in crisi, di smascherarlo per vederlo finalmente
come nulla. Tutti devono affrontare una crisi esistenziale quando realizzano il nulla e la
ricerca è la conoscenza di sé, è la scoperta dello spirito e racchiude il trionfo di ogni
conquista.
Il tragitto finale è percorso più spirituale che umano, è il viaggio dell’anima che si
riavvicina alla conoscenza dopo avere affrontato ciò che sulla terra l’aveva divisa da
questo.
Giunti a questo punto, la voce della terra esiste ancora come impedimento, ma è meno
forte della voce dello spirito.

Quando torna la quiete interiore, dopo avere vissuto profondi malesseri almeno in
parte inspiegabili, significa che è stato fatto un passo avanti anche nella conoscenza di
voi stessi.
Può essere che per molto tempo ancora non lo vediate, può essere che lo vediate
sull’altro e non su di voi, ma qualcosa cambia e si è rotto un vecchio equilibrio cristal-
lizzato.
Il malessere è la spia dell’addio a qualcosa che non vi rendete conto di stare abban-
donando, qualcosa che era a voi talmente attaccato che vi eravate dimenticati di tenerci
tanto.
Non importa identificarlo, importa osservare la quiete e conformarsi ad essa e, ogni
volta che qualcosa la minaccia, fermarsi e lavorare con la consapevolezza di volerla
mantenere. Questo è un passo avanti più consapevole di quello precedente, il quale è
l’esperienza necessaria per arrivare qui.
Sono istantanee che fermano alla coscienza qualche passaggio di crescita della vo-
stra storia, un piccolo riscontro mentale che vi dà la comprensione di stare sul cammino
anche dentro un quotidiano vivere poco facilmente osservabile. Una parte di voi se ne
accorge e il resto lentamente si uniforma.
I cambiamenti spirituali in terra sono molto spesso modifiche impercettibili alla psi-
che. Se questa la coglie, allora la modifica è molto grossa, è un passo di quelli che de-
strutturano un vecchio modo terreno e aprono spiragli di significati.
111
Non è mai tutto fermo, né mai potrete cogliere la portata del movimento spirituale.
Quando vi dico lasciatevi fluire, vi ricordo che siete dentro una corrente vibraziona-
le continua e che, se riuscite ad assecondarla anche se non la percepite, essa vi leviga
come sassi, trasporta via ogni impurità e nella sua trasparenza diventate trasparenti co-
me cristalli.
L’adesione ad un processo di cui non potete essere consapevoli, a causa della mate-
ria che vi ricopre, non contraddice in nulla la consapevolezza conquistata con altre di-
verse prove.
Il vostro sì consapevole vi aiuta a credere nella corrente e a non ostacolare il vostro
inconsapevole fluire.
L’immagine dell’acqua vi accompagni, è metafora fra le più vere il dirvi siete acqua,
siate acqua.

Non c’è ricordo umano che possa essere assomigliato alla totale memoria spirituale che
torna all’anima quando essa perde la materia.
Anche sulla terra ricordare è un’esperienza esaltante, è trovare improvvisamente il pez-
zo che mancava, che apre logiche nuove, evidenze insperate. Per l’anima è come se si
aprisse un sipario, è come se una visione piatta diventasse tridimensionale e uno scor-
cio di colpo offrisse l’intero paesaggio.
La conoscenza è un fatto talmente immediato che quasi stordisce la parte animica di
voi che, senza materia, è quella che sulla terra voi identificate con la vostra parte pen-
sante.
Vi sto dicendo che quando sarete qui continuerete a sentirvi voi e l’anima conserva per
un po’ l’identità che ha dato all’ultima vita prima di ricongiungersi a tutte le altre espe-
rienze e ad assumere i connotati interamente spirituali della conoscenza.
Così sarete voi a capire, voi a mettere insieme, voi a ricordare, voi a ritrovare tutti gli
altri voi che siete stati, voi a vivere questa massima esperienza, l’esperienza dello spiri-
to che ritorna spirito e viene appreso con i mezzi di apprendimento da sempre vostri,
potenziati al massimo dall’assenza della materia, ma riconoscibili dalla vostra mante-
nuta identità come vecchi cari familiari utensili.
Questa sarà esperienza vostra, non di un’istanza astratta e ormai irraggiungibile per una
sorta di umana comprensione, sarà comprensione dilatata al massimo nel meccanismo
umano del comprendere. È un togliere finalmente limiti ad un apprendere che libera-
mente finalmente si afferra e chi lo afferra siete sempre voi.
Qui non si perde niente, non si lascia indietro niente, si ritrovano tutte le cose smarrite
e si dà loro il giusto valore.
Anche le occasioni terrene possono trovarsi fra le cose smarrite, anche le parole non
dette, l’amore negato, i compiti inevasi. Nel momento del bilancio siete voi senza in-
ganni e avete una lente di ingrandimento infallibile.
Tutto il sentire è libero dalle strettoie mentali, perciò la gioia è gaudio, la riuscita è
esultanza, l’omissione è disperazione senza gli artifici dei sentimenti.
La vista è totalmente obbiettiva perché qui si sa, non si deduce, né si intuisce. Tutto
l’amore dato, le intenzioni curate, le fatiche evolutive, la consapevolezza raggiunta in
terra, la fratellanza vissuta, il buio attraversato, la fedeltà al karma, spalancano orizzon-
ti che oggi non potete contenere. Pensate a questo prolungamento del vostro crescere
terreno, pensateci come a una casa che vi aspetta, a una tenaglia che spezza le catene
del dolore incompreso.
Pensate al dopo, vi illumina durante il cammino.
112
*********

CAPITOLO XXIV

C’è qualcosa che devo dirvi a proposto di compassione.


Aggiungete a quello che già sapete anche questo.
Essa non è sempre un umano sentire. A volte la vista spirituale con la consapevolezza
fanno cogliere situazioni che inducono compassione alta, mentre il cuore ed il sentire
umano non provano niente. In questo caso si tratta di un modo di raccogliere un pro-
blema altrui non con le proprie mani, ma con la propria anima.
Tutto quello che fate per gli altri in uno stato di apparente freddezza nel sentire non vi
tragga in inganno: non valutate con termometri umani, è il dare in assoluto più libero
dai pericoli dell’ego.
La compassione spirituale non ha tante parole, non si commuove, non è demagogica, fa
semplicemente solo il bene dell’altro.
Mettete insieme a questo il messaggio sulla quiete e sul distacco.
Andare avanti nella comprensione spirituale significa sentirsi intimamente sempre me-
no coinvolti, ma muoversi con chi sta male in modo che questi non se ne accorga e non
possa mai percepirvi assenti o freddi.
Di fatto non è la stessa freddezza della terra, né mai la falsità con cui sulla terra essa
viene coperta. E’ una distanza diversa e necessaria perché l’aiuto spirituale prevalga su
quello umano che è sempre parziale, inconsciamente ricattatorio e viziato da invisibili
competizioni.
Questa distanza taglia il sentire, ma taglia anche i suoi rischi e l’aiuto diventa nudo, es-
senziale, pulito. A voi resta solo l’impulso a dare, sempre più insopprimibile, quasi una
seconda pelle, quasi un automatismo.
Questa è la garanzia che siete nello spirito, la terra si stanca presto di dare senza in
cambio nemmeno un’emozione.
Questo è il deserto nel quale spuntano i fiori più rari, l’altruismo puro, la fratellanza,
l’uno.
Sappiatevi distaccare sapendo che non perdete niente e in questo modo offrite agli altri
l’amore ripulito dalle scorie che sulla terra rendono ciò che voi chiamate amore solo
una fotocopia ingiallita e parodistica di quello che è il vero bene spirituale.
Ancora una volta quello che sembra il nulla è il tutto e nei dialoghi silenziosi di due
anime ci sono le risposte.
Molto più in là di ogni parola continua a dare aiuto il lungo viaggio della vostra inten-
zione.
Io vi dico: quello cui rinunciate qui sarà vostro per sempre.

È molto difficile nelle relazioni umane filtrare le scorie che alterano il rapporto e risco-
prire l’interazione fra due o più anime. Questo darebbe ragione e dignità anche ai rap-
porti distruttivi e toglierebbe ogni negatività.
Invece la materia incontra la materia e, se non si va oltre, la negatività dell’una amplifi-
ca quella dell’altra.

113
La terra non sa spiegare nulla oltre un certo limite, non può andare più in là dei confini
che la circoscrivono. Per uscirne, per capire di più, è necessario cercare lo spazio dello
spirito che apre ragioni diverse e dà una forza interiore nuova.
Le amarezze e i dolori vissuti con lo spirito trovano ragioni nuove che aprono
l’accettazione consapevole e la felicità non è più figlia dell’illusione.
Eppure cercare lo spirito, che offre chiavi per comprendere l’esistenza, resta per gli
uomini un passaggio evolutivo difficilissimo, una strettoia quasi invalicabile. Attaccati
come si è sulla terra alle logiche distruttive della terra, non si colgono le indicazioni,
non si vedono le strade alternative e la terra è la prigione di se stessa, la gabbia e con-
temporaneamente il prigioniero.
Volate via, chi ha capito è ancora in tempo per volare via e aiutate chi continua a sbat-
tere contro le sbarre come un cieco che brancola.
Date amore, amore e ancora amore, è solo l’amore che fa spuntare le ali.
Quando l’amore sarà tornato sulla terra, essa libererà gli uomini e li lascerà andare per-
ché il suo compito si sarà esaurito.
Imparate l’amore, insegnatelo, portatelo in mezzo agli uomini, apritegli la strada. Chi
non lo sa cercare è quello che più ne ha bisogno. Raccontatelo e datelo a tutti.
Sulla terra gli uomini sperimentano la materia, ma è ben vero che racchiudono lo spiri-
to di Dio.
Questo, a prescindere da ogni scelta karmica, non è mai nella materia completamente
silente, completamente invisibile. Ogni uomo sa con se stesso quali sono state le occa-
sioni nelle quali non ha voluto ascoltare i richiami della sua voce spirituale. Nessuna
vita ne è priva.
Ciascuno intimamente conosce benissimo le sue defezioni, i suoi tradimenti alla reale
radice di sé, alla sua parte nobile, alla sua natura integra.
Più volte in ogni vita lo spirito bussa in occasioni diverse, usando diversi pretesti, uti-
lizzando fatti o persone o memorie, o dolori o risvegli e tutti voi sapete benissimo che lì
c’è una scelta dura, qualcosa che la terra contrasta.
Per questo vi ho detto che cercare lo spirito è una prova evolutiva difficilissima: non
intendevo fra quelli che già sono in cammino, ma mi riferivo ai tanti, tantissimi, che dal
cammino scappano, perché il cammino è lì, chiarissimo, a disposizione di tutti e sono lì
anche le voci di tanti che l’hanno percorso.
Chiunque, stando nel suo karma, può cercare consapevolezza: arrivo a dirvi che anche
un karma di follia può essere in molti modi consapevole.
Soprattutto nei volontarismi del libero arbitrio ci sono sempre dei barlumi, dei bagliori,
che danno la chiarissima sensazione di stare scegliendo e la scelta è vostra. Sono mo-
menti, circostanze particolari, a volte estremamente intime, dove nessun altro sa ma voi
sapete, sapete benissimo che qualcosa indica una direzione, mentre tutto il resto vi por-
ta in un’altra.
Di fronte a queste private esperienze nessuno di voi può mentire a se stesso: può zittire,
può confondere, può mascherare, ma resta per sempre segnato dalla verità di quel mo-
mento, tant’è che sempre queste esperienze tornano alla memoria prima di morire.
Perciò non crediate l’umanità in balia di sconosciuti errori, ogni uomo è Dio e ogni
uomo ne porta in sé la voce.
Non ci sono privilegiati e reietti, tutti sono parte della stessa unica verità e tutti la cer-
cano, perché ricongiungersi ad essa è la ragione della vita e la conquista della propria
individuare libertà.

114
Non sottovalutate questo concetto di libertà, un creatore che crea esseri liberi rinuncia
al potere assoluto del creatore. È la vostra libertà la ragione dei lunghi tragitti
dell’evoluzione ed è ancora la vostra libertà a permettere il concetto e la sperimenta-
zione della conquista.
Senza la libertà sareste dei cloni, nulla più che copie prive degli attributi, invece siete
onnipotenti e avete la libertà di scoprirlo. È nella vostra libertà l’essenza
dell’evoluzione.
Quando dico onnipotenti, intendo l’onnipotenza dell’anima, che può perfino plasmare
una mente e farle rompere i limiti della terra. Ne avete esempi e testimonianze in ogni
epoca; sebbene la materia vi costringa nel contrario, le cose stanno esattamente così e
ogni passo di ogni uomo, consapevole o inconsapevole che sia, si muove istintivamente
a cercare la ricongiunzione all’origine, con maggiori o minori contrasti che solo la sua
libertà sceglie di sperimentare.
Questa verità è per chi chiede di sapere, per chi può aggiungere questo ad altri tasselli
già ricevuti.
Cercare la verità, mettersi in cammino, contiene tante indicazioni, tante risposte.

Rivediamo ciò che oggi voi vivete come fede.


Anche il rapporto con la fede evolve e cambia con il maturare della consapevolezza. Se
all’inizio del cammino è quasi tutto buio e la fede è fondamentale motore di ricerca,
successivamente essa vi appartiene più come connotato di un essere che è divenuto voi.
Cambia il rapporto che avete col mistero, cioè con l’essenza dello spirito che la materia
copre e non concede di penetrare.
L’accettazione di questo mistero è diversa, poggia sulla percezione sperimentata
dello spirito in terra e quindi sa, non si limita a sperare che ci sia dell’altro che la terra
copre.
Vissuta così, la fede chiede impegni diversi, chiede di uniformare l’esistenza non
più solo alla ricerca di risposte e direzioni, ma ad un rapporto personale sperimentato,
curato e vitale con il trascendente. È un’ignoranza diversa: la fede richiesta a chi co-
mincia è diversa da quella richiesta a chi è consapevole di non sapere ciò che sulla terra
non è dato di sapere.
Per coloro che sono già, almeno in parte, consapevoli, fede è sapere qualcosa di cui
essi si vedono far parte, perciò lo sforzo di credere è contribuire al movimento che li ha
coinvolti.
Fede è testimoniare ciò che si conosce con un essere che non è quasi più nemmeno
una scelta tanto oramai fa parte di loro, perché ne hanno riconosciuto la natura comune,
la matrice prima nascosta dietro un nulla che da soli hanno attraversato.
Perciò fede è portare avanti l’adesione a questa matrice prima e aiutare gli schiavi
del nulla ad aprire i loro occhi sull’inconsistenza di ciò che li incatena.
Fede chiede così coraggio, il coraggio di non avere argomenti, di vivere un sentire
che non offre ragioni, ma dà un’oscura inquietante serenità che pure nasconde malesse-
ri.
Non è più il sacrificio richiesto ad Abraham, non è più un gesto estremo di prova, è
quasi un vivere costante su un piano di parità col divino che chiede un impegno di con-
sapevolezza infinitamente maggiore.
Cercate la gente, parlate loro con infinita semplicità, con allegria, con un fluido re-
stare insieme dentro la ricerca della verità. La verità non è lontana dalla terra e tanti,
davvero tanti, la stanno cercando.
115
Condividete esperienze, ascoltate, raccontatevi in uno scambio d’amore che scorre
ininterrotto fra voi e ogni persona del mondo. Pensate ad ogni singolo, ma quando siete
da soli pensate con amore anche alla terra, anche all’umanità intera, pensate all’uno che
rappresentate e che contenete e mandate amore, compassione, consapevolezza per al-
leggerire il buio del mondo.
È importante, fatelo come un compito, chi sa non può più non farlo.
Connotate i vostri contatti umani di verità, non cercate false ragioni di vicinanza con
nessuno, ascoltate le vostre voci interiori, plasmate i vostri rapporti sui bisogni della
vostra anima.
Ascoltate e andate con coraggio e determinazione sulla vita.
State nell’anima e uniformate la mente all’anima, cioè accettate senza capire, lavo-
rate senza capire. Usate la mente portandola al bene, usate i pensieri come strumenti
del bene con un atto di volontà consapevole.
Continuate con serena convinzione a lavorare per il bene.

Per coloro che sono consapevoli i contenuti appresi si stanno rielaborando ed essi li
stanno introducendo nella loro vita.
Senza fascino, senza sgomento, senza curiosità, senza mente, li osservano con natura-
lezza mentre escono nei loro gesti, nelle parole, nei pensieri come un frutto maturo cala
dal ramo, come un raggio di sole buca il buio.
Si fanno con naturalezza e semplicità gesti inconsueti sulla terra che aiutano il mondo.
Questa semplicità è una grande conquista, la conquista di una consapevolezza alta che
non si compiace più di nulla e segna ormai come un marchio la vita.
Le anime che incontrate sono affamate di verità e di luce e spesso coperte da menti
molto pesanti.
Date, date tutto quello che potete, date con le braccia e il cuore spalancati, date senza
giudizio, date ricordando i bisogni spirituali del mondo. Date amore, date consapevo-
lezza, date questi aiuti invisibili che sono così importanti e sentitevi leggeri, leggeri
dell’infinita, luminosa leggerezza del bene.
Così vivendo, il vostro passaggio aprirà una scia di luce sull’opacità del mondo, una
scia che si allarga, che diventa un cammino, una strada, una direzione nuova.
Voi non potete sapere quanti ve ne porterete dietro, a quanti aprirete la via con le vibra-
zioni della vostra consapevolezza che incrineranno intere pareti di male.
Nel vostro vuoto interiore c’è la risposta più alta perché questo vuoto conduce alle veri-
tà. C’è l’amore, c’è la ricongiunzione al tutto, il cerchio perfetto della conoscenza, la
buona novella, la nostra alleanza.
E’ questa la strada.

La conoscenza in terra costringe a misurare l’abisso che intercorre fra le reazioni emo-
tive e mentali umane e abituali di fronte ad un qualsiasi evento e le diverse reazioni che
stravolgono la vostra umanità quando quell’evento si legge alla luce di ciò che si sa.
Questa conoscenza è una verifica continua, è lo stupore di osservarsi diversi da come si
è sempre creduto di essere, è sbigottimento a volte, è sempre più estraneità dai comuni
parametri, è esilio in terra.
Più si entra in questa conoscenza più la si riconosce e tutto il resto lentamente si ap-
panna, sempre più si appanna anche quello sbigottimento iniziale.
Andando avanti la conoscenza diventa voi a tal punto che i vostri sistemi percettivi
cambiano e voi non sapreste più dire come capite le cose e le persone.
116
Si sfalda la costruzione umana di azione reazione e voi invece di reagire sapete, sapete
perché parlare e cosa dire, perché tacere, perché andarvene o restare.
Questa conoscenza è conquista perché sulla terra essa costa, costa inenarrabili rinunce,
costa per molto tempo lo smarrimento di un’identità creduta stabile e matura, costa
l’addio ai fermi di sicurezza sulle fragilità della vostra vita, costa la solitudine di sentir-
si diversi.
In cambio, sotto tutto questo, se sapete resistere e continuare, c’è la strada della verità,
c’è l’essenza di chi voi siete e la ragione, tutte le ragioni del vostro essere e dei vostri
compiti.
Per andare avanti non si può dimenticare quello che già si sa, la conoscenza accettata
apre la strada a nuova conoscenza, quella respinta si arena per sempre. L’unico modo
per apprendere è continuamente accettare di pagare i costi dell’apprendimento. Se que-
sti costi non si vedono, o sembrano lievi, si vive una spiritualità mentale recitata.
La conoscenza attraversa la vostra pelle, le vostre ossa, le vostre cellule, rovescia gli
equilibri, altera le credute acquisizioni, ribalta un’esistenza, vi costringe a cambiare.
Questa sofferenza accettata fa sì che la conoscenza non sia un dono, bensì una conqui-
sta.
Siete sempre solo voi che potete cercarla e trovarla, oppure viverci in mezzo senza
nemmeno vederla.

Non c'è fede se non credete possibile ciò che fate. Il mare non si sarebbe aperto
quando ho alzato il bastone se io non avessi creduto che Dio voleva salvare gli ebrei.

Sembra spesso che la realtà visibile indichi una cosa evidente, ma esistono sempre
altri significati e altre letture che solo la consapevolezza sa cogliere.
Così, un’apparente sconfitta può in realtà mascherare una grande vittoria, perché la
cosa da superare non era quella evidente, così come un successo può essere la maschera
solo esteriore di un sostanziale fallimento.
La consapevolezza si appoggia e cresce solo su un’onesta conoscenza di voi stessi.
Voi sapete già che a livello profondo non si può con se stessi più di tanto mentire. La
parte profonda di voi sa i trucchi della mente e se c’è l’impegno cosciente a cercare la
verità li sa vedere e smascherare offrendovi quotidiani spunti di crescita.
Cambia la percezione che avete di voi stessi e poi del mondo, percepite la parte spi-
rituale e non più solo la parte pensante e si chiariscono i vostri compiti, diventano im-
mediate le lezioni che ogni esperienza contiene.
Se l’evidenza non è immediata, continuate ad osservare voi stessi e accettate di non
capire anche quello che osservate. Le risposte arrivano sempre quando si cerca onesta-
mente la verità.
Sappiate che dentro questa onestà c’è l’origine della ricerca dello spirito in terra, che
sempre comincia con lo smascherare i vostri inganni.
Dietro la conquista della consapevolezza c’è sempre il dolore, c’è sempre la fatica di
avere capito che siete, di averlo accettato, di lavorare per evolvere.

117
Tutti potete farlo, tutti arriverete al cuore di voi stessi quando saprete ascoltare il ri-
chiamo dell’anima.

L’aldilà non è affatto al di là di voi.


Gli uomini immaginano sempre la vita dello spirito situandola in un improbabile cielo.
Più alto è solo Dio, non inteso come distanza, ma come verità e conoscenza e, in ogni
caso, certo non c’è un cielo spaziale e geografico.
La vita dello spirito è in voi e intorno a voi. La distanza dalla terra è solo concettuale,
così come lo è la distanza abissale che sembra dividere i termini di ogni dualismo.
Concettualmente sono l’uno l’opposto dell’altro, in realtà nascondono l’uno solo per-
ché venga in essi scoperto.
Perciò la conoscenza, il sapere, la consapevolezza, l’amore del mondo spirituale non
sono al di là del mondo terreno, sono la sua parte alta coperta dalla sua parte bassa, so-
no qui, non altrove, sono per i vivi, non per i morti.
L’anima non perde incarnandosi le sue qualità spirituali, le imprigiona solamente allo
scopo di portare sulla terra la sensazione di altro. Così si avvia la ricerca, partendo
sempre da domande esistenziali suscitate dalla sua voce che perfora l’oblio.
È naturalmente reale la conoscenza, non la maschera che la terra le impone. Voi vivete
per togliere questa maschera. È questa la ragione evolutiva delle incarnazioni. Una ve-
rità regalata avuta da subito e da sempre non appaga, una verità conquistata è vostra per
sempre, è la vostra ragione, è la causa spiegata, è il mistero svelato, il sapere che non si
dimentica più.
Ciò che voi raggiungete al termine di un’onesta ricerca riscatta tutti gli errori commessi
durante il viaggio e ammanta di dignità e di scopi la parte materiale di voi, essenziale
requisito per arrivare a sublimarlo.
Non si trascende ciò che non si conosce e l’evoluzione non conquistata sarebbe una
stasi cristallizzata e non un movimento di apprendimento e di conquista. Ogni conqui-
sta evolutiva ha il suo bagaglio di fatica e di errori che rendono amaro il cammino, ma
un cammino facile non porta a nessuna conquista.
Considerate le vostre faticose difficoltà da questo punto di vista e capirete che siete dei
privilegiati ed averle. Non sentitevi isolati e stanchi, il benessere inconsapevole è inuti-
le, è tempo perso. Questa ricerca dolorosa per l’ego vi porta la vita.

Che cosa fare per essere in pace è quello che si chiede la maggior parte degli uomini.
L’umanità è stanca e a tratti percepisce la vanità delle sue corse dietro al nulla, ma fer-
marsi a riflettere è perlopiù un atteggiamento esteriore di chi vuole intellettualizzare e
non è quasi mai l’ascolto delle voci dell’anima.
Pochi di voi sanno fermare consapevolmente una corsa vana. In genere le vostre corse
vengono fermate forzatamente dalle malattie che spesso anch’esse occorrono invano.
Fra la vostra anima e la vostra mente avete creato una paratia stagna e le richieste dello
spirito non vengono udite. Chi sa e chi è consapevole avvicini con la mente le menti di
chi non sa, apra scenari nuovi, allarghi orizzonti utilizzando una mente che conosce
l’uno, che opera la fratellanza.
Ad un inconsapevole non si può parlare di consapevolezza, ma si può vestire la consa-
pevolezza di contenuti comprensibili per chi ascolta e avvicinarlo a piccoli passi ad un
lavoro di conoscenza di chi egli è.
118
La fratellanza è difficile perché deve andare molto oltre le apparenze e poggiare su
una consapevolezza che guidi il vostro essere in mezzo agli altri. Facendolo crescere,
crescete anche voi.

I cambiamenti sono il motore dell’evoluzione, ma sulla terra vi sconcertano e vi squili-


brano. Ogni abitudine presa è rassicurante nel suo ripetere schemi noti e ogni variazio-
ne a questi schermi vi agita e vi confonde anche a livello profondo. Poi vi abituate di
nuovo, perché l’intima natura dell’uomo, che è destinata ad evolvere, è adattabile ai
cambiamenti che hanno un grande potenziale di apprendimento.
Così è la mente che teme i cambiamenti e non l’anima. Ogni fase del vostro apprendi-
mento contiene numerosi cambiamenti che vi richiedono continui sforzi di adattamento
ad energie spirituali e a situazioni terrene.
Non è detto che siate in grado di adattarvi subito, avete comunque le capacità di valuta-
re ciò che in voi muta con il mutare delle condizioni preesistenti.
Nessuno può impedire i cambiamenti. Anche chi sceglie una vita inconsapevole e senza
particolari scosse non è esente dai cambiamenti comuni al karma collettivo
dell’umanità.
Il mutare continuo della vita è l’occasione che la vita continua ad offrire agli uomini
per avanzare nella consapevolezza. Voi potete subirlo, respingerlo, ostacolarlo, oppure
scorrere in esso cercando significati. Ci sono sempre.

Considerate gli estremi delle due posizioni in mezzo alle quali vi trovate ad essere.
Da una parte la terra, cui ancora appartenete, che esercita per forza su di voi la sua in-
fluenza, dall’altra la somma di ragioni spirituali che vi hanno preso per convinzione e
intimo istinto di verità, ma che restano un astratto per ora indimostrato ed indimostrabi-
le, di quasi impossibile comunicazione e di impegnativa, laboriosa e dolorosa applica-
zione.
Se da una parte il facile comprendere le logiche terrene non vi basta più, ma contempo-
raneamente la terra vi condiziona ancora per la vostra parte materiale che le appartiene,
dall’altra ciò che invece vi convince e vi assomiglia tarda a darvi evidenze di sé.
Ce n’è più che abbastanza per vivere dentro un malessere costante anche se non sempre
percepito, il forte disagio di chi non sa più collocarsi dentro la sua ambientazione giu-
sta. Perciò non stupitevi se affiorano alternativamente come dominanti l’una o l’altra
posizione.
Non siete voi ad essere labili o discontinui, è la sperimentazione di una fase intermedia
e dolorosa sulla terra che per certi aspetti cambierà, si assesterà e porterà altri muta-
menti, per certi altri versi subirà momenti alterni ma non passerà mai.
Lo spirito sulla terra si fa strada sorretto dall’accettazione e dalla consapevolezza di chi
lo cerca, non ha mezzi propri per rivelarsi da solo, ma ha l’energia per nutrire di verità
chi comincia questo cammino. Così voi riuscite a vivere sospesi tra mille apparenti
contraddizioni, a resistere a voci mentali estremamente convincenti, ad amare nono-
stante tutto il resto.
Questa sarà sempre la parte impervia del cammino, con questo si misura ogni karma di
scelta spirituale in terra e questo è il duro banco di prova di un libero arbitrio più con-
sapevole di se stesso.
Qui però percepite anche di non essere soli e intravedete quei barlumi di verità che ba-
stano a rischiararvi la strada.
La morte a se stessi non è mai facile, né io mai ho promesso facili felicità terrene.
119
La vostra sostanza spirituale risvegliata è compiuta in se stessa e quindi è felice di suo.
Lì io sono con voi mentre faticate a trascinarvi dietro quello di voi che non sa, la parte
pesante di pensiero.
È scelta dura, ma è karma di luce.

CAPITOLO XXV

Seguitemi bene.
Vi porterò dove la terra non potrebbe arrivare.
C’è un universo di galassie abitate da forme più spirituali che materiali, un mondo di
evoluzione parallelo al vostro dove la crescita e l’apprendimento avvengono diversa-
mente, perché si tratta di contatti con la materia che non sono incarnazioni, ma appunto
solo contatti, nei quali la parte spirituale è dominante e l’evoluzione qui è solo colletti-
va.
La parte individuale di queste entità è già evoluta sufficientemente perché esse possano
sperimentare una comunione di fratellanza con le altre anime e la materia è meno soli-
da. Sono stati materiali meno compatti, c’è meno peso, non esiste la gravità, né i biso-
gni corporali.
Qui si tratta di perfezionare, alzare, evolvere caratteristiche che già in partenza sono
spirituali e i cimenti sono collettivi per assuefare le anime alla coralità dell’uno.
Queste anime sono assistite da gruppi di entità che sorreggono in difficoltà molto di-
verse dalle vostre. La terra è necessaria stazione di partenza e di arrivo perché senza le
sue durissime lezioni non si può procedere in una apprendimento a tappe, a gradini,
dove, se si può saltarne qualcuno, ciò è permesso purché poi si ritorni a recuperare e a
sperimentare quel tratto omesso di strada.
Io offro il mio aiuto agli uomini perché il tratto di cammino sulla terra è il più doloroso
e difficile.
Io sulla terra sono venuto perché voi sappiate la condivisione, perché sentiate l’amore
che per arrivare a voi ha scelto di percorrere la vostra stessa impervia strada.
Io non cesserò di essere fra gli uomini finché l’evoluzione sulla terra non sarà conclusa.
Il disegno di aiuto segue sentieri contorti perché l’umanità è contorta, imprigionata,
stretta dentro nodi di inconsapevolezza e sono uomini più consapevoli che mi aiutano
ad aiutare.
Chi vive in mio nome porta avanti il mio disegno di aiuto, chi ha il coraggio di staccar-
si dalla terra mentre ancora ci vive non sa che solleva dal buio tante e tante anime so-
relle con la stessa intenzione che fu mia, che è la mia.
Sono in ogni anima che leggerà queste pagine, sono in quelli pronti a capire, in quelli
che non capiranno.
Voi ve ne andrete dalla terra come tanti prima di voi, ma io resterò ad accompagnare
fino all’ultimo di voi che resterà qui. Gli uomini sono il mio compito e il mio cuore.
Quando l’ultimo fra loro avrà compreso l’amore, allora avrò finito e tornerò alla mia
matrice prima.
La terra è un episodio nella storia di un’anima.
State con me, continuate il mio disegno, capite il dolore e la fame inconsapevole degli
uomini. State con amore e con amore e nell’amore crescerete.
La materia non vuole essere aiutata, ma senza di essa le spirito non avrebbe potuto
moltiplicarsi.
120
Esistono motivazioni alla Creazione che sono del tutto divine e per questo incompren-
sibili all’uomo.
Gli attributi di Dio sono legati, interdipendenti e connessi e l’essenza del divino è
l’amore.
Per questo amore Dio non ha voluto privilegi e potere e la creazione degli uomini è la
più alta di tutte le condivisioni.
Nello spirito che vi abita c’è tutto, tutto il divino, tutto del divino, c’è Dio in atto e in
potenza, c’è l’alfa e l’omega, la genesi, la nascita e la ricongiunzione, c’è l’uno, c’è la
composizione dei dualismi, il superamento del male.
Nel concetto di creazione è insito il concetto di suddivisione, è un’essenza che si distri-
buisce senza spezzarsi né impoverirsi, che contiene tutti gli impulsi intatti in ognuno
che la riceve. Così anche il più piccolo degli uomini ha nel suo spirito l’impulso di
creare, di offrire ad altri per amore la ricchezza di se stesso.
Dio ha emanato il suo spirito e ha continuato ad emanarlo riempiendo gli universi di
scintille di sé.
Il viaggio di ricongiunzione è così complesso perché i mondi che le scintille ospitano si
sono fermati nell’attimo senza tempo della creazione e poi hanno ripreso i loro movi-
menti stringendo con Dio una specie di alleanza nella quale nessuno sarebbe dovuto
soccombere.
La natura e il cosmo sono regolati da leggi che la creazione ha tolto dal caos e collabo-
rano con sincretismo perfetto, ma la loro essenza è materiale e quando è stata investita
dallo spirito Dio ha messo negli universi il concetto di evoluzione e di necessarietà e di
scopo.
La materia da allora contrasta e contemporaneamente nobilita lo spirito, permette il
dualismo primo e quindi la comprensione della sua unità.
Uno spirito donato da Dio, senza la sua possibilità di misurarsi con il suo contrario per
capire che anch’esso è sé, sarebbe un astratto divino immobile senza dinamismi, senza
movimenti, senza amore, un tutto fisso senza sinergie, senza conquiste.
Da qui, dalla comprensione di questo, potrete capire il viaggio evolutivo.
Lo slancio creativo di Dio è stato impellente.
Il divino dà, si dà e in questo darsi entra tutto, è così dalla nascita del rapporto Creato-
re- Creato.
Ogni creato ha in sé le infinite possibilità del creatore.

Avete già capito che il concetto di energia non è esclusivamente spirituale.


Nei mondi, nel cosmo, nella natura e nella psiche materiale degli uomini si muovono
energie fisiche, magnetiche, elettriche, termiche, mentali che sono il dinamismo puro
aggregante e disgregante della vita.
L’energia è della vita, anche di quella invisibile degli atomi e delle molecole, è un con-
cetto indifferenziato sul quale può intervenire la consapevolezza spirituale.
Ogni forma di energia può essere pilotata, canalizzata verso scopi evolutivi, sfruttata
nelle sue potenti manifestazioni.
Pensate al pensiero che sapete essere plastico, esso non è altro che energia psichica su-
scettibile di essere plasmata dalla consapevolezza dello spirito.
Lo spirito ha possibilità di intervenire su ogni forma di energia. Così capite le guarigio-
ni miracolose. È l’energia dello spirito connesso e consapevole delle potenzialità divine
in lui che modifica il corso di una energia fisica.
121
L’effetto dell’energia è quantitativo, maggiore energia produce maggiori effetti in tutti
i campi. Più crescerà l’energia spirituale della consapevolezza sulla terra e più cambie-
rà il corso di tutta l’energia materiale. L’energia è un flusso in cui si entra, a volte è
percepibile – pensate al calore del sole o alla forza di una corrente – ma la consapevo-
lezza fa sì che entrare in questo flusso diventi un fatto chiaro e volontario con precise
scelte direzionali di assecondamento o di contrasto del flusso.
Esiste un’energia individuale che può essere sfruttata solo per fini propri o essere mes-
sa dentro un disegno compreso di fratellanza.
Esiste anche l’energia collettiva degli uomini immersa nell’energia vitale dei cicli natu-
rali, immersa nei campi energetici dello spazio e del cosmo, nel movimento delle stelle,
nella formazione di pianeti e nella loro scomparsa, nelle esplosioni e nelle implosioni
delle viscere della terra e di altri corpi celesti.
L’energia spirituale della consapevolezza può addirittura fermare fenomeni di altra
energia che rappresentino ostacoli all’evoluzione.
Riconoscete, percepite, distinguete, intervenite, siate consapevoli, non dimenticate.
Nulla è più forte di uno spirito connesso e ricongiunto.

Non immaginate il Creatore come un’entità a parte, unica nella sua maestà, la sua uni-
cità è immensa ma è stata moltiplicata in ognuno di voi che la contiene.
Egli non è in una collocazione più alta, non è da nessuna parte perché è dovunque.
La ricongiunzione è ascendente in senso figurato, in realtà è un tutto che si ricompone
dentro e fuori di voi, la riunione dell’emanato all’emanante, ma non è un viaggio fatto
di distanza da colmare, ma di sostanza da comprendere.
Il movimento dei mondi ospita questa conquista di conoscenza e contribuisce offrendo
tasselli di esperienze da mettere insieme con la luce interpretativa dello spirito.
Ciò che vivete sulla terra diventa sempre esperienza dell’anima e voi sperimentate, as-
similate, trascendete, imparate.
Dio è l’essenza stessa di questa evoluzione, Dio è la spinta, il motore primo,
l’intelligenza perfetta che regola la legge dell’apprendimento ed è anche l’istinto di
cercare, la bontà che vi conforta, la luce dell’intuito di bene che anche sulla terra a tratti
riconoscete.
Egli partecipa di quello che ha creato, non se ne allontana per osservarlo, resta in esso
pur senza costringere, resta in esso come dono d’amore le cui infinite possibilità e po-
tenzialità possono essere scelte, scartate o ignorate solo da voi.
L’essenza di Dio è dentro, non fuori, questo è il mistero che non capite. Se accettate
Dio in voi, la ricongiunzione è già parzialmente accaduta.
Non separate, non separate mai, ogni gesto di disunione vi allontana dalla vostra prima
spirituale unità con la matrice.
Nel mio fare da ponte, io vi insegno la verità trascendente.
Abbiate tanta fiducia in noi e in voi stessi, mandanti ed esecutori di un progetto di sal-
vezza. C’è sugli uomini la mia mano di protezione, c’è negli uomini la tensione verso
la verità. Vivete un’esistenza degradata, ma nel degrado la nostalgia dello spirito si fa
sentire più forte e tutti cercate luce, spazio, verità.
Queste parole saranno riconosciute, la vita, la vita vera è qui. L’anima lo sente, l’anima
lo sa. Queste parole arriveranno a dare bene sulla terra, riaccenderanno memorie, sve-
glieranno anime assopite, anime che aspettano un ricordo per svegliarsi e capire che il
nulla è stato sperimentato per ritrovare il tutto, che il nulla contiene un tutto da ritrova-
re.
122
Abbiate fiducia e andate avanti, troverete ragioni ad ogni passo.

Continuiamo a parlare di evoluzione.


Essa è un viaggio qualitativo, non quantitativo, è un allargarsi per riempire un vuoto di
conoscenza e non un allungarsi in tempo.
Il necessario tempo per apprendere dipende solo dalla vostra maggiore o minore resi-
stenza ad imparare. Alcune lezioni sono sulla terra particolarmente ostiche, perciò la
terra richiede reiterati ritorni.
È la materia più densa, più opaca, più ardua da trascendere, ma l’evoluzione non può
concludersi qui. La materia trascesa non è ancora l’esperienza dello spirito, non è cora-
lità né l’esperienza della fratellanza spirituale. Essa riempie un grosso spazio nel vuoto
conoscitivo da colmare, è l’esperienza più sommatoria e formativa per un’anima in
cammino, è il cimento più duro perché in essa la voce dello spirito è molto più soffoca-
ta che altrove.
Esistono conquiste conoscitive molto più affini all’anima. Dopo un’incarnazione queste
esperienze sono per l’anima più leggere, più consone, più facili, ma certo non meno
importanti nella conquista di un tutto spirituale.
È come un viaggio in diversi paesi, alcuni più inospitali, altri dove si sta meglio. Av-
vertire lo spirito con più facilità spesso dà il coraggio necessario per tornare ad ultimare
o solo continuare il viaggio terreno.
L’anima resta segnata da ogni esperienza per sempre, nulla va mai perduto e il bilancio
evolutivo è la conoscenza priva di giudizi di merito, oggettiva, obiettiva, neutra di
quanto si ha conquistato, sperimentato, vissuto, assimilato senza mai più il rischio di
smarrirlo e di quanto ancora manca sempre in termini assolutamente obiettivi, neutri,
senza meriti, senza giudizi.
Quello che voi state sperimentando è solo un piccolo tratto nella somma delle esperien-
ze terrene, esclusivamente limitate alla terra.
L’anima vostra spazierà in orizzonti infiniti che in parte già conosce e che non ha di-
menticato, così come mai dimenticherà la terra, non intesa come ricordo di singole vite
diverse, ma come timbro di conoscenza che da essa ha ricevuto.
Non è nulla di simile al concetto di conoscenza umano, questa è sostanza vitale, è il ri-
comporsi di ogni domanda, è la pienezza contrapposta al vuoto che dà la misura di
quanto innaturale e illusorio sia il vuoto, è la tensione verso l’unico scopo reale, è la ri-
congiunzione.
Ogni tassello di conoscenza conquistato dà una felicità che non è sperimentabile in
terra né in nessun altro contesto evolutivo, è la gioia spirituale, l’appartenenza, la ra-
gione, è la causa e il fine che si toccano, è la libertà, è la verità, è essere finalmente nel-
la libertà, nella verità e nella vita e capire che qui si è per stare finalmente riuniti, fi-
nalmente compiuti in ogni singolo tassello di conoscenza conquistata.
Lo spirito è l’unica vostra dimensione, il resto è solo il viaggio per arrivare lì.

Il buio e la luce sono come il movimento e la quiete, si alternano apparentemente


nell’uno che rappresentano. Così, ogni attimo di scoramento e di buio contiene la sua
inevitabile luce di verità, perfino la malattia, perfino la morte.
Non scoraggiatevi quando vi vedete cadere, rialzatevi e continuate a testa alta, non a
testa bassa. Vi ho già detto che la perfezione in terra non è evolutiva e non è possibile.

123
Sbagliare fa parte del viaggio di apprendimento. I moti del cuore sono sempre osserva-
bili. Non perdetevi, osservate e continuate, guardate, non giudicate e continuate il vo-
stro cammino.
Queste sono inevitabili tappe di viaggio, sono comunque passi.
Non c’è nessun bisogno di andare oltre il proprio possibile, né di cercare di assomiglia-
re a un sé migliore del proprio. Resistere nella convivenza con se stessi e già una vitto-
ria se l’osservazione è equanime.
State sul presente, lavorate sull’oggi e sull’adesso, accettate e correggete quello che po-
tete. Tutto cambia, ricordatelo sempre. Non scoraggiatevi.

Parliamo di verità relativa e di verità assoluta.


Tutto quello che si scopre di spirituale sulla terra è relativo all’intenzione, alla cono-
scenza animica e al karma di chi lo trova.
Così, pur nel suo relativo dipendente dalla materia, può essere una verità molto vicina
alla verità assoluta, oppure molto, molto distante.
La totalità della verità assoluta, la comprensione del tutto è troppo grande per la terra,
ma a chi vive per cercarla arrivano bagliori, intuizioni, lampi di luce che sulla terra so-
no promesse, anticipazioni, visioni complete nella loro parzialità di una risposta che
ancora non può rivelarsi.
Ciò che gli uomini credono di sapere come fisso e definitivo è sempre parziale. Per
qualcuno è esatto ma incompleto, per altri non è nemmeno esatto tanto è schematico.
Tutti arriveranno a sprofondare nella verità assoluta, per tutti sarà l’ultimo sipario che
si alza, l’ultima barriera che scompare, per tutti l’attimo della risposta e della compren-
sione immediata, fulminea e senza più nessun limite, sarà un attimo di luce pura: è
nell’incontro con la verità quello che chiamate giudizio universale. Nell’implacabile
assenza di ombre tutti vedrete il fatto e il non fatto e le ragioni evidenti e nascoste, le
giuste attenuanti o la mancanza di giustificazione e questa vista sarà contemporanea-
mente interna ed esterna.
Voi vi vedrete dal di dentro e dal di fuori, percepirete la verità su voi stessi e sugli altri
con cui avete interagito. Ogni interazione sarà vista con intensità massima soggettiva
ed oggettiva, contemporaneamente saprete tutte le ragioni dell’anima, tutte le occasioni
del libero arbitrio perse o raccolte, vedrete l’inconsistenza del tempo, percepirete che
cos’è stato il peso della materia, annullerete spazi che avevate creduto infiniti, vedrete
finalmente nella loro inconsistenza vuota tutte le illusioni della terra e capirete la com-
passione e capirete la fratellanza nel sentirvi spirito fra spiriti e fratello degli uomini.
La verità assoluta spalanca indefinibili scenari spirituali, infinite possibilità di riscatto,
incontenibili aneliti di solidarietà animica, dove nessun equivoco ostacola più l’aiuto.
La vostra sostanza spirituale, tornata unica essenza, entra a diventare questa verità, a
nutrirla e a nutrirsene. Ogni percezione terrena di questo è grande, ma piccolissima.
Sappiate che la verità è l’approdo certo per tutti e per tutti sarà vita incontrarla.
L’amore ne fa parte, l’amore è una strada per la verità che parte dalla terra.
La verità è una e molteplice, semanticamente si presta a infinite definizioni, tutte esatte
e tutte parziali. Viverla è comprensione assoluta di un attimo senza più definizioni.

Si affronta più attualmente oggi il discorso sulla fede.


Essa non è conoscenza teorica da imparare con nuovi connotati spirituali, ma è qualco-
sa con cui vi misurate tutti i giorni.

124
Capite che da quando viene accettata diventa l’elemento che imposta una vita. Essa,
nella sua assenza di dimostrazioni, fornisce una forza invisibile che si autoalimenta e
che a poco a poco allontana e sbiadisce le esigenze di un tempo.
La sua sostanza consiste nel non dare prove terrene di sé, eppure in questo, nel suo re-
sistere e fortificarsi in chi la accetta, c’è la massima prova dell’esistenza reale di qual-
cosa che non si dimostra.
Il buio che c’è dietro la fede, il buio razionale di chi ascolta le certezze dell’anima è un
buio che nasconde una massima luce che richiede il coraggio di fare senza vedere.
Per ognuno la fede è prova unica e prima, a nulla servono le testimonianze del passato,
nessuno può spiegare come e perché si accetta di adeguarsi a qualcosa di inconsistente,
oltre che faticoso, qualcosa che chiede sempre un fare in suo nome.
Essa non concede mezze misure, chi la trova si trova pronto alle più insostenibili espe-
rienze terrene senza nemmeno grandi stupori, senza quasi resistenze mentali. Chi ce
l’ha sa che la fede è altro, è un altro sentire ben più grande del sentire della terra, un
sentire che non ha bisogno né di discorsi, né di esortazioni.
La fede fa camminare, è il motore spirituale di ogni evoluzione consapevole, è la creta
con cui pian piano si cambia forma alla mente e se arrotondano gli spigoli.
Dopo l’accettazione, diventa sostanza di sé, uno con il sé che prosegue su un cammino
spirituale consapevole.
La vostra mente non lo sa e ancora vivrete l’illusione di combattere scelte spirituali, ma
l’anima lo sa benissimo, l’anima conosce le posizioni della vostra fede.

Dopo duemila anni di faticosa, inconsapevole evoluzione, l’umanità comincerà adesso


a risvegliare la connessione con lo spirito.
La coscienza collettiva ha assimilato i contenuti di tante prove inconsapevoli e oggi è
pronta a risvegliarsi in tante coscienze individuali che autonomamente cercano lo spiri-
to. Questo movimento verso la consapevolezza è il riscatto previsto dell’umanità.
Gli uomini ancora non sanno che cosa vuol dire felicità. Sulla terra dipende sempre
dall’esterno e quindi non viene individuata mai correttamente. Per capirla dovete os-
servare voi stessi e non il fatto in sé, che cosa di voi sa gioire e che cosa ve lo impedi-
sce.
La mia presenza sulla terra è viva e operante oggi come allora e più di allora il mio
messaggio d’amore a poco a poco scalderà il mondo.

Gli uomini devono sapere che le cose scritte qui non sono affascinanti parole per un
mondo incapace più di stupirsi, sono un’occasione di riportare lo spirito a palesarsi nel-
la loro umanità, sono un riscatto per la loro natura.
Un solo pensiero volontariamente plasmato sul bene, lo sforzo di uno solo che si osser-
va e cammina verso le nostre indicazioni di fratellanza e d’amore contiene un potenzia-
le imitativo che a qualcun altro si attacca.
Questi messaggi vanno diffusi. Ci sono anime in attesa che non daranno mai prove di
sé, ma che aspettano sulla terra queste indicazioni perché trovarle è nel loro karma e
seguirle o no è prova per il loro arbitrio.
Il volontarismo nella ricerca della verità segna le anime determinate a trovarla. Voi
adesso potete cominciare a cogliere l’altezza e l’importanza di quello che con questi
messaggi abbiamo rivelato gli uomini.
Abbiamo rinfrescato la memoria della verità spirituale che solo poche generazioni in
tutti i tempi hanno avuto il privilegio di sentirsi annunciare direttamente.
125
La verità si adatta nella forma alla capacità delle menti di afferrare i suoi enunciati, ma
nella sua sostanza è sempre la stessa.
Questi messaggi sono la verità nella forma adatta alla mente evoluta dell’uomo del
2000, ma egli si porrà di fronte ad essa sempre nello stesso modo.
Chi è pronto a coglierla la coglierà e questa volta, per una svolta karmica
nell’evoluzione collettiva, in tanti saranno pronti.
La conoscenza del divino in terra è sempre stata data in occasione di coincidenti svolte
karmiche nel karma collettivo dell’umanità.
La mia venuta tra gli uomini è stata una svolta karmica fondamentale per la terra come
lo è questo prossimo cambio di ciclo, in vista del quale vengono rimesse sulla terra le
verità spirituali che saranno raccolte dalle anime pronte a segnare i cambiamenti.
Le svolte precedenti, le conoscenze che la terra ha già ricevuto sono state passate in
maniera più oscura, hanno preparato l’arrivo e la comprensione di queste con una ge-
stazione che è durata duemila anni.
L’uomo di oggi ha bisogno di concetti più espliciti, di indicazioni più chiare, di una ve-
rità più strutturata sulla realtà e sulla sua composizione e non più solo di un codice mo-
rale.
Non è più tempo di parabole. Dovete sapere, tutti devono sapere le possibilità di male
insite in ogni pensiero e deve essere più evidente che mai la possibilità che ognuno
possiede di lavorare su se stesso e sul mondo per l’evoluzione.
Questa è la svolta karmica, la coscienza che ciascuno avrà di poter collaborare a un di-
segno universale, una piattaforma di consapevolezza comune dalla quale poter partire
con le proprie scelte.
Queste conoscenze e questi messaggi saranno rivelazioni che verranno colte come rive-
lazioni e nessuno potrà fingere di non sapere, rivoluzioneranno il rapporto fra l’uomo e
il divino e ognuno farà le sue scelte. Qualunque direzione di scelta marcherà il destino
del mondo.
Come sempre l’uomo riceve gli strumenti della sua libertà.
La coscienza collettiva sarà più consapevole del folle equilibrio terreno che presiede la
continuazione dei dualismi e di quanto la consapevolezza, anche di ognuno singolo e
solo, pieghi e modifichi la coscienza collettiva degli uomini.
Tutto questo sarà chiaro e molti, davvero molti, capiranno.

Coinvolgete le vostre menti nella comprensione di questo discorso.


Il concetto di appuntamento karmico collettivo e di karma dell’umanità non è concetto
intellettualizzabile, ma forse potete capire con la mente della terra come un evento, ri-
posando per un tempo non tempo, maturi un predisporsi delle situazioni tale da creare i
presupposti di un altro evento, cioè come un appuntamento sia apparecchiato dalla leg-
ge dell’evoluzione e non un fatto imponderabile.
I brevissimi trentatré anni della mia missione sono in realtà i lunghissimi duemilatren-
tatrè, eppure, adesso che l’appuntamento è prossimo, sono un soffio nella storia
dell’umanità, che non si misura in cronologia, ma si misura in conquiste.
Ogni svolta epocale, ogni misurarsi degli uomini con i momenti cruciali del loro karma
di uomini si conta nei loro contatti con il divino.
Pur se fatta di miliardi di individuali entità, in questo crescere l’umanità è come fosse
un’entità unica.
Riuscite a capire, entrate in questo concetto che dovunque e comunque ogni uomo ag-
giunge o toglie ogni giorno qualche cosa alla crescita di questa entità, affretta o ritarda i
126
suoi appuntamenti karmici, determina il livello mutante della sua conoscenza. Ogni
singolo karma di ogni singolo uomo è anche il karma collettivo dell’intera umanità, ma
non nel senso che lo compone, bensì nel senso che lo contiene. È come se ogni uomo
fosse la cellula di un unico grande organismo dove ogni cellula segue il suo destino di
riprodursi, ammalarsi o morire, vivendo la sua propria unica vita che contemporanea-
mente si ripercuote sull’intero organismo che cresce, si ammala o muore con lei e per
lei.
È una appartenenza implicita, indissolubile, automatica, naturale, ma fatta di miliardi di
libertà diverse. Ognuna di queste libertà spazia nelle sue infinite, imprevedibili, impre-
viste possibilità, eppure non può cessare di essere un’appartenenza.
Per questo anche il più diseredato degli uomini sa con l’anima di non essere solo, sa
con l’anima la sua immensa responsabilità nel meccanismo perfetto dell’evoluzione e
sempre meno uomini si sottraggono e il cerchio si chiude sul prossimo appuntamento.
È inevitabile, è la coscienza spirituale collettiva che determina un’inconscia crescita di
consapevolezza.
Generazioni e generazioni di uomini inconsapevoli non sono passati invano, hanno
preparato e partorito la generazione che vivrà l’appuntamento e l’appuntamento li ri-
scatta tutti.
È un continuo scorrere, un entrare e un uscire, un perdere e un guadagnare che,
nell’economia di una valutazione, trasforma mille infiniti movimenti di migliaia di vite
in pochi significativi istanti di conquista.
Sentite la fratellanza, sentite la condivisione del cammino, sentite l’amore che presiede
la vostra vicinanza, riflettete con la mente e lasciatevi trasportare dall’anima.

*******************Parliamo di evoluzione.
Qualche cosa di essa è un processo naturale inarrestabile e spontaneo, è il movimen-
to della vita che nessun singolo libero arbitrio può fermare perché è inevitabile, è il de-
stino di tutte le cose create.
Un altro qualcosa di essa è legato invece al procedere di ogni singola evoluzione, è
tutto un continuo conquistare e perdere, è tutto un accelerare e ritardare e ogni passo
avanti, così come ogni passo indietro, ha le sue ragioni e la sua motivata dignità.
L’evoluzione è di tutti e di ognuno, l’evoluzione è il movimento e lo scopo del crea-
to. È tutto congiunto e contemporaneamente disgiunto, è la vicenda di ogni uomo e
dell’uomo e anche della materia, la cui evoluzione sarà un auto trascendersi fino a
scomparire.
Il pensiero, che già è materia evoluta, non scomparirà, ma si sublimerà nello spirito.
Esisteranno mondi di pensieri spiritualmente intelligenti che volentieri asseconderanno
il prevalere dello spirito.
Questi mondi saranno gli eredi della terra e la natura che li ospiterà, anche essa nel
frattempo evoluta, sarà rigogliosa e trionfante, pura come all’origine.
Tutto segue il suo corso, non è un binario imposto e obbligato, è il naturale assecon-
dare un movimento autonomo che, fra mille tortuosità scelte dalla sua propria libertà, è
nato per cercare la luce.
L’evoluzione è un istinto, il più forte istinto del mondo, l’intelligenza divina l’ha
previsto e con gioia vede il creato muoversi in questa inevitabile direzione.
Ogni fibra dell’universo creato è dentro questa legge, che non impone ma governa
l’inesorabile avanzamento verso la luce, e un Creatore che ha voluto l’approdo nella
luce per il suo creato è un Dio d’amore.
127
Capite questo e capirete come ogni vostra battaglia sia un semplice strumento di
conquista.
Entrate per un attimo nella mente di Dio e vedetene l’infinito potenziale d’amore e
di rispetto per voi.

CAPITOLO XXVI

Oggi esistono dei mali, catalogabili in un bisogno autodistruttivo dell’uomo teso a


cercare però l’oblio da una materia che gli è diventata insopportabile.
Parlo della droga e dell’alcolismo.
Paradossalmente, chi si rifugia qui è più avanti nella comprensione del dualismo spi-
rito/materia di chi conduce una vita sobria e regolare, mai sfiorata da nessuna domanda.
Il drogato ha solo sbagliato strada, ma la pulsione inconscia, certamente non chiara
alla mente pensante, è quella di sottrarsi ai pesi di una materialità che soffoca aneliti di
vita presenti ma nascosti.
Per questo è così importante che oggi la conoscenza delle leggi e dei meccanismi
spirituali sia più chiara. Essa offre soluzioni, scelte, risposte diverse a tantissimi che
senza saperlo pure cercano.
Il drogato è solo un infelice che non sa tradurre a se stesso i bisogni che avverte, che
sono bisogni certamente spirituali.
Il modo migliore per aiutare queste persone è offrire delle alternative che non si li-
mitino a insegnare loro un mestiere per reintegrarli in una materia che rifiutano, ma of-
frano loro occasioni di ricerca, appigli di fratellanza alle loro domande non formulate,
non espresse, ma significate da quella siringa che dà l’estrema illusione di completezza,
di onnipotenza, di pace, che sono invece le prime, ultime, eterne qualità dello spirito in
loro.
Lo stesso discorso, con alcune distinzioni, vale per quello che voi chiamate il male
oscuro della depressione.
Dare dei farmaci euforizzanti ad un depresso equivale a drogarlo, cioè a fargli sba-
gliare strada.
Offritegli silenzio se non vuole parlare, perché nel silenzio parlerà la sua anima e a
volte, se consapevole, il silenzio di chi sa tacere è rispettare, è una rinuncia all’ego e un
grande dono di fratellanza.
Se invece il depresso si perde in ossessioni di domande e di perché senza risposta,
dategli quello che avete, le vostre faticose conquiste o la condivisione di uno stesso
cammino di dubbio più equilibrato.
Dare quello che si ha con spirito di fratellanza è già offrire risposte all’anima. La
terra crede di essere evoluta e sa offrire solo risposte sintetiche12, artificiali, surrogati
senza verità di una verità che tutti possiedono e che devono ricominciare a cercare den-
tro e non fuori.
I drogati, gli alcolisti, i depressi sono le punte di un malessere niente affatto superfi-
ciale, sono i radar dei bisogni profondi dell’umanità.

12
Nel senso di non naturali.

128
Leggendo le loro sofferenze vi diverrà più chiaro capire le vostre e capire quelle di
tutti e le vostre mani tese cominceranno ad incontrare e a stringere altre mani che fi-
nalmente incominceranno a capire.
Questa è la legge dell’amore spirituale, non la retorica rappresentazione che di essa
credete di sapere dare sulla terra.
Voi uomini che ascoltate sapete di avere capito. Date al mondo un aiuto consapevo-
le e non respingete mai più gli echi di verità che avvertite nell’anima.
Siate anche essenza e non più solo forma.

129
MESSAGGIO DI CONCLUSIONE

Nulla si conclude nella storia evolutiva delle anime sulla terra.


Lo spirito non ha principio e non ha fine, anche quando si contiene in forme limitate in
durata spaziale e temporale. Perciò l’apprendimento spirituale sulla terra è un conti-
nuum che non ha conosciuto e non conoscerà interruzioni.
Ciò che è stato detto resta e resterà sulla terra ad aprirle sbocchi, a darle fiato, a sugge-
rire, a sostenere, a salvare. Capirà chi deve capire, così come è sempre stato, ma chi
non capirà non potrà comunque fermare il movimento ascendente, lo slancio,
l’occasione di conoscenza, la consapevolezza nuova che vestirà la terra come un man-
to.
Senza schiamazzi, senza rumore, dentro una personale silenziosa rivoluzione, chi ha
capito cambierà e porterà nel mondo i germi di una coscienza nuova.
Chi ha capito sa che questo non è un congedo, perché la possibilità di comunicare è co-
stante e ogni uomo può trovare le sue intime, segrete connessioni col tutto.
Io non lascio la terra fino a quando anche l’ultimo di voi avrà bisogno di aiuto. Io sono
Colui che E’ per essere ancora e sempre il ponte fra l’uomo e Dio.

130

Potrebbero piacerti anche