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Riassunto e Traduzione Applied

Attention Theory - Primi 3 capitoli


Psicologia Generale
Università degli Studi di Padova (UNIPD)
12 pag.

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Applied Attention Theory

1. ATTENZIONE

Diversi tipi di Attenzione (varieties of attention):

-> Attenzione selettiva: può essere considerata come un “filtro” che seleziona le informazioni in
input (es. un oggetto), decidendo quali elaborare ulteriormente e quali ignorare. ( conducente
prima focalizza l’attenzione sul compito di guida, anche di fronte a distrazioni).
——-> Due teorie (es. ascolto dicotico): teoria della selezione precoce e teoria della selezione
tardiva.Successivamente vi è focalizzazione: capacità di sottoporre lo stimolo selezionato ad
ulteriori elaborazioni.

-> Attenzione divisa: capacità di prestare attenzione a più cose contemporaneamente,


multitasking parallelo (es. conducente guida la macchina mentre ascolta la radio).
——-> Due i processi base di questa capacità cognitiva: il processo automatico (molto rapido,
non agisce sotto il controllo cosciente, cambiare le marce) ed il processo di controllo (controllo
cosciente con elaborazione parallela di più aspetti, è più lento, a capacità limitata, rapido sguardo
al navigatore).

-> Attenzione sostenuta: indica la capacità di mantenere lo sforzo attentivo per un tempo
prolungato, correlazione positiva tra durata e peggioramento della performance.

———————————————————————————————————————————-

È possibile concettualizzare la metafora dell'attenzione in due


modi diversi: come filtro mentale e come carburante
mentale (risorse cognitive).

La figura rappresenta un modello convenzionale di


elaborazione delle informazioni umane, attraverso un filtro
l'attenzione agisce selezionando alcuni stimoli e filtrandone
altri meno rilevanti.
In caso di attenzione divisa due canali hanno accesso al filtro,
ma l’attenzione che funge anche da carburante pone un limite
al multi-tasking.

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L’Attenzione è strettamente correlata a 4 Applied Domains:

1. Studio degli errori umani = in particolare le distrazioni


2. Stato di Consapevolezza = studio del livello di coscienza circa l’elaborazione e la
comprensione di eventi nell’ambiente.
3. Studio del Carico di Lavoro Mentale = intento di misurare il “fuel” (risorse cognitive), allo
scopo di ottimizzarne l’utilizzo.
4. Interazione Uomo-Automazione = con l’introduzione di macchine in quasi tutti gli ambienti
della vita umana con lo scopo di facilitare il lavoro dell’uomo (diminuendo la richiesta di risorse
cognitive), si rischia però di ridurre anche alla consapevolezza dell’individuo stesso sui processi
automatizzati.

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Dalla ricerca di base alla ricerca applicata (scaling up basic to applied research):
Lo studio dell’attenzione lega lo studio in laboratorio (basic research) e questioni applicate (vita
reale). Agli estremi di questo continuum, ad un'estremità si vede un lavoro teorico elegante e ben
controllato e dall’altro lato la parte empirica ed applicata nella realtà (mancanza di un adeguato
livello di controllo: possibile includere altre cause o inferenze causali).

Obbiettivo principale: combinare al meglio significato statistico e significato pratico, molto


spesso si può prevedere un esito non soddisfacente in un contesto applicativo, grazie ad un
precedente studio teorico.

Modelli (the role of models):


Un aspetto importante del processo di ricerca di base verso le applicazioni pratiche è lo sviluppo i
modelli cognitivi, che possono essere di due tipi:

- Descrittivi: viene descritto il processo attentivo e i meccanismi di elaborazione in modo


qualitativo. Collo di bottiglia: dal momento che un sistema di trattamento dell'informazione
sovraccaricato di input non riesce ad elaborare tutti i dati insieme, il sistema deve selezionare
quali input processare e quali trascurare. Lo stadio in cui ha luogo la memorizzazione (dopo il
collo) gestisce una minore quantità di informazione rispetto allo stato di percezione.

- Computazionali: talvolta i modelli descrittivi possono produrre previsione quantitative, dando


luogo a modelli computazionali quantitativi (TR durante il cambio di attenzione, esempio TR
frenata con l’auto).
NB —-> modelli computazionali applicati, una volta convalidati dai dati sulle prestazioni umane,
permettono ai progettisti di sapere se un sistema tecnologico di supporto è adatto o meno
per la mente umana (poiché i TR. dell’uomo posso essere troppo lenti e compromettere altri
processi in corso es. interfaccia all’interno del veicolo che richiede più di 2 secondi di attenzione)

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2. TEORIA DEL CANALE SINGOLO E TEORIA DELL’AUTOMATICITÀ

Single Channel Theory: prevede che il T per eseguire due compiti insieme sarà grande almeno
quanto la somma del T necessario per farne ognuno da solo. Limite dell’attenzione: poter svolgere
bene una sola cosa per volta, per situazioni che richiedono un'elaborazione quasi completa a
canale singolo.
Automaticity Theory: opposta, idea che in alcuni casi l'attenzione può consentire l'esecuzione di
più compiti in parallelo e senza interferenze, con prestazioni automatizzate, che richiedendo poca
o nessuna attenzione (guidare).

TRE PARADIGMI storici di ricerca dell'attenzione:


(1) Il paradigma del periodo refrattario psicologico (PRP)
(2) Il paradigma del mascheramento uditivo (auditory shadowing paradigm)
(3) I paradigmi della ricerca visiva e della condivisione del tempo (time-sharing) che hanno
prodotto prove della possibilità di automaticità nella cognizione e nel comportamento.

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(1) Teoria del Periodo Refrattario Psicologico (PRP):
(Single-Channel Theory and the Psychological Refractory Period)

La Teoria a Canale Singolo nascono dal paradigma del Periodo Refrattario Psicologico PRP.
Svolgimento —> Al sogg. viene chiesto di dare risposte separate e veloci a due stimoli (S1 e S2)
presentati in sequenza ad ad ogni stimolo devono emettere una risposta (R1 e R2). La
separazione temporale tra S1 e S2 è chiamata asincronia dell'inizio dello stimolo (SOA).
Esempio —-> presentati S1 (un tono) a cui deve rispondere premendo un tasto (R1), S2 (una
luce) a cui deve rispondere ripetendo una parola (R2), separati da una SOA che varia. Se la SOA
tra i due stimoli è troppo breve: allora il tempo di risposta a S2 avverrà in ritardo (PRP).
Risultati: SOA breve (inferiore al tempo di risposta a S1) -> La risposta al S2 è ritardata
dall'elaborazione del S1, questo ritardo è chiamato Periodo Psicologico Refrattario (PPR). La
risposta al S1 non è influenzata da S2 (situazione di controllo), mentre ignorando S1 il TR al
secondo stimolo migliora.
Interpretazione: la causa del PPR è che l'essere umano è un processore di informazioni a
singolo canale.
Durante il PRP—> S1 occupa temporaneamente il collo di bottiglia (che può elaborare un’info alla
volta) finché non viene emessa R1, intanto S2 aspetta in coda di essere processato. Il tempo di
attesa è il PPR: prima arriva S2 e più a lungo deve aspettare.

Il ritardo del PRP in R2 aumenta se S1 è più


complesso. Relazione è data dall’ampiezza
dell'intervallo di stimolo (ISI=SOA) tra S1 e S2:
quando ISI è lungo non si hanno ritardi in R2,
quando è breve R2 deve aspettare.
Tempo di attesa= la linea tratteggiata

Grafico che mostra i dati previsti dalla teoria


Singolo Canale: si può osservare il cambiamento
di TR al secondo stimolo in arrivo in funzione all'
ISI quando è breve (TR maggiore) e quando è
lungo (TR minore).
ISI pari a sovrapposizione S1 e S2:
sovrapposizione temporale.

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> Applicazioni della teoria del Single Channel per la previsione del carico di lavoro
(Workload):

Ci sono circostanze in cui usiamo una modalità analoga alla teoria al singolo canale:
1. Quando informazioni necessitano di visione foveale e sono ampiamente separate
2. Quando più compiti richiedono un'elaborazione in rapida sequenza (es. conducente deve
rispondere ad un pericolo stradale improvviso, mentre un passeggero pone una domanda).
3. Quando due compiti richiedono un alto livello di coinvolgimento cognitivo (es. quando si cerca
di ascoltare due conversazioni coinvolgenti contemporaneamente).

Teoria a Singolo Canale, applicazioni utili in due aree importanti:


A. Identificare le circostanze in cui gli operatori che eseguono compiti critici per la sicurezza
[Mandare messaggi al cellulare durante la guida].
B. Previsione del carico di lavoro: modelli progettati per dare previsione su quanto una persona
possa avere una performance di successo in abilità multitasking (esempio: valutare se i requisiti
imposti al pilota sono eccessivi).
Il carico di lavoro dovrebbe essere proporzionale al rapporto tra il tempo richiesto per un compito.
Un approccio utilizzato per la previsione del workload è la timeline analysis, con la quale il
progettista del sistema costruisce un profilo temporale del carico di lavoro che gli operatori
incontrano durante una missione tipica: come l'atterraggio di un aereo o l'avviamento di un
impianto di produzione di energia elettrica.

La timeline del compito è


mostrata nella parte superiore
della figura (ogni linea è in
compito che viene svolto).
Supponendo che attività
complesse non possano
essere eseguite in parallelo, in
basso è mostrato quando il
carico di lavoro viene superato
(80%), vi sarà un sovraccarico,
con probabili ritardi o
abbandoni.

Le zone di picco di carico di lavoro o workload , in cui il carico calcolato supera il 100%, possono
essere identificate come potenziali colli di bottiglia. Evidenze suggeriscono che errori appaiono
più frequentemente quando la percentuale di occupazione del canale (TR/TA) supera l’80%.
Indicata nel secondo grafico vi è la linea che indica il carico di lavoro quando raggiunge l’80%.
L’assunzione del tempo come componente chiave per le performance sulla base del Singolo
Canale non tiene conto dell’automaticità (sforzo ridotto) e il multitasking.

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(2) Paradigma del mascheramento uditivo (Auditory Shadowing):
teoria della selezione precoce o tardiva (early versus late selection theory)
Viene chiesto al soggetto di ascoltare e ripetere le parole che ascolta ad uno dei due orecchi
senza pause, ignorando le informazioni emesse all’altro orecchio (ascolto dicotico). È stato
osservato che l'attenzione dell'ascoltatore si blocca verso il canale uditivo da ignorare.
Due teorie emergono dai risultati:
> Teoria della selezione Precoce: la selezione dell’informazione avviene parallelamente prima
dell’elaborazione del contenuto semantico (prima del collo di bottiglia), e l’informazione non
rilevante e quindi verso cui non focalizziamo l’attenzione decade progressivamente. (riusciamo a
ricordare solo caratteri elementari: timbro voce).
Le evidenze di Morey (1959) e Treisman (1964) hanno provato che alcuni elementi da ignorare
vengono elaborati anche a livello percettivo e semantico:
- Moray: scoprì che la gente a volte notava il suono del proprio nome nel messaggio
incustodito.
- Treisman (1964) scoprì che il contenuto del messaggio inatteso veniva notato quando si
trattava di materiale concettuale simile, tanto che se una frase era appropriata al contesto del
massaggio da ascoltare veniva ripetuta per errore.

> Teoria della selezione Tardiva: tutti i messaggi, rilevanti e irrilevanti, sono elaborati a livello
semantico. Il filtro selettivo opera solo quando bisogna emettere la risposta. (si presume che il
collo di bottiglia si verifichi dopo la percezione e il riconoscimento dello stimolo).

Automaticità (Automaticity):

I processi messi in atto simultaneamente con precisione e velocità sono possibili quando sono
appresi ed abituali ed avvengono in modo automatico, senza oscillazione d’attenzione.
L'automaticità non emerge dalla sola pratica, ma dalla pratica svolta con un insieme coerente
di stimoli che non variano (se infatti gli stimoli cambiassero di prova in prova aumenterebbe il
tempo di elaborazione di un compito non favorendo l’automaticità del doppio compito) ed è
presente sia nelle abilità cognitive, sia in quelle motorie.
Quando i processi sono meno automatici e si svolge più di un compito ci deve essere una
rapida oscillazione della mente da un compito all'altro, e conseguente aumento di tempo.

La Teoria dell’Automaticità viene Applicata in almeno due aree:


1. Incremento di skills attentive: componenti automatizzate lasceranno più risorse per quei
compiti che non sono automatizzati per mancanza di coerenza (compiti diversi in
successione). Esempio l’automaticità di guida dell’autovettura permette di notare in tempo il
pedone che attraversa la strada. In secondo luogo le componenti automatizzate lasciano
spazio per componenti aggiuntive.
2. La seconda applicazione ella teoria dell'automaticità rivisita l'approccio al modello di timeline
modeling per la previsione del Workload. Un modello che incorpora lo sviluppo di abilità
di automaticità dovrebbe consentire una certa sovrapposizione dei compiti e condivisione del
tempo senza causare sovraccarico.

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3. LA RICERCA VISIVA:
La ricerca visiva viene utilizzata per individuare o localizzare un oggetto la cui presenza o
posizione all'interno del campo di ricerca non è nota a priori (viene applicata ad esempio durante la
pratica di guida, lettura del menù).

> Obiettivo della ricerca visiva può variare in base allo scopo finale:
- Target atteso —> [processi Top-down] caso in cui il target di ricerca è un elemento con
proprietà specifiche ed è atteso (esempio quando il conducente cerca il numero di un’abitazione
specifico).
- Target inatteso —> [processi Bottom-up] caso in cui non viene specificato alcun oggetto
target e il compito è quello di notare gli oggetti di potenziale interesse (alla guida notiamo il
segno di STOP anche se non lo stiamo cercando in modo specifico. Motivo per cui è importante
che, nella creazione di segnaletica, etichette il progettista massimizzi la visibilità bottom-up).

> Compiti di ricerca possono essere caratterizzati dalla struttura spaziale e temporale del
campo di stimolo.
- A livello spaziale —> i compiti di ricerca variano in base a se il campo di ricerca è strutturato
(ben organizzato, ad esempio il menu del ristorante, radiografia) o il campo è libero (casuale,
ad esempio la radiografia dello zaino di un viaggiatore).
- A livello spazio-temporale —> Così, come nella conoscenza anticipata del target: un campo
di stimolo strutturato nello spazio e nel tempo può aiutare a rendere possibile una ricerca
efficiente attraverso la previsione dello stimolo attraverso l'elaborazione top-down.

Un modello di ricerca applicata:

➙ Lo studio sull’abilità di ricerca visiva ha lo scopo di fornire approfondimenti teorici sulle


prestazioni umane al fine di ottimizzare la riuscita di compiti in cui è fondamentale ridurre al
minimo la possibilità di fare errori (esempio -> ricerca di potenziali tumori in una mammografia).
➙ Altro esempio è per esempio ottenere informazioni sul tempo minimo necessario durante la
ricerca visiva prima di prendere una decisione e applicarla (ad esempio, spostando l’attenzione
dalla strada al gps), per definire quando i tempi di ricerca visiva supereranno i limiti di
sicurezza.
Le prove degli studi: comprendono ricerca visiva, processi percettivi, attentivi e decisionali (per
mettere in relazione le prestazioni del mondo reale con i meccanismi percettivi e cognitivi
individuati dalla ricerca di base).

Il MODELLO PROPOSTO sostiene che inizialmente l’osservatore mette in atto un processo


preattentivo dove si orienta sulla disposizione globale degli stimoli, valutando il layout generale,
se il target è altamente visibile, sarà rilevato in questa fase, in caso contrario, l'osservatore
dovrà effettuare una scansione focale dell’immagine. Una volta trovato il target viene fatto un
giudizio mentale, in cui il target estrapolato dal campo di ricerca viene confrontato con la
rappresentazione mentale del target per poi emettere una decisione. Una risposta che definisce
l’assenza dell’target si verifica quando il ricercatore conclude che la probabilità di trovare il
bersaglio supera il costo e lo sforzo di ulteriori ricerche.
Durante questo processo, potrebbe verificarsi una miss (cioè una falsa risposta negativa): il
ricercatore non porta il target all'interno del lobo visivo oppure non riesce a rilevare il target dopo
averlo portato all'interno del lobo visivo.

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La Distinzione Parallelo-Seriale (the parallel–serial distinction)

Modalità di ricerca visiva:


- Ricerca Parallela -> La ricerca visiva inizia con una valutazione globale del campo di ricerca,
gli item e lo stimolo vengono processati contemporaneamente (corrispondenza con
T.Automaticità). Il tempo necessario per trovare un target non aumenta all’aumentare del
numero dei target.
- Ricerca Seriale -> Basata su una serie di shift attentivi per ispezionare i vari oggetti, i singoli
elementi sono processati uno dopo l’altro (corrispondenza con Single-Channel). In questo caso
se aumenta il numero di target aumenta il tempo necessario a trovare il target-bersaglio.

Si distingue altri due tipi di ricerca visiva:


- Autodefinito: la ricerca termina una volta rilevato il target (es. ricerca di oggetti bagagli)
- Esaustivo: la ricerca continua attraverso l'intero campo di ricerca anche se il target viene
rilevato (mammografia, la ricerca deve continuare e non fermarsi alla prima lesione rilevata)
Nb. La ricerca visiva su dei target presenti può essere autodefinita o esaustiva, indipendentemente
dal fatto che l'elaborazione sia parallela o seriale.

Distinguere la ricerca seriale da quella parallela: variare il numero dei target e misurare gli
effetti sul TR.
Il pannello superiore illustra la
visualizzazione di due condizioni di numero dei
target usati durante l’'attività di ricerca visiva
utilizzando le icone del traffico come stimoli.
Il compito di chi osserva è quello di
determinare se una particolare icona (simbolo
di primo soccorso) è presente tra un numero
variabile di icone non-target.
I grafici in basso rappresentano modelli RT di
diverse forme di modelli di ricerca.

- Il modello parallelo: (basso sx) prevede che i TR per la ricerca automatica del target presente
(linea continua) non saranno influenzati dal numero dei target; mentre i TR per la ricerca esaustiva
o autodeterminata quando il target è assente i tempi di reazione aumenteranno, aumento
determinato dal tempo di elaborazione dell’assenza dell’elemento (funzione concava tratteggiata).
- Il modello seriale: (basso dx) quando il target è presente vi è un aumento lineare dei TR in
funzione della quantità di target, poiché ad ogni prova dovrà essere ispezionato un numero
maggiore di elementi (linea continua). Quando il target è assente la funzione di ricerca sarà due
volte più grande perché tutti gli elementi dovranno essere ispezionati durante la ricerca.

—-> Va considerato che il comportamento di ricerca reale, sembra riflettere un complesso di


processi paralleli e seriali intrecciati e interagenti, con la possibilità di più scansioni agli stessi
target.

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Le proprietà del modello di ricerca seriale autodefinito
permettono di approssimare il tempo di ricerca come segue: b -> tempo per ispezionare ogni non-target
item.
(1) RT = a1 + bN/2 quando il target è presente a1 -> somma del tempo di identificazione del
target e della risposta seguente.
(2) RT = a2 + bN quando il bersaglio è assente
a2 -> tempo necessario per decidere che il
target non è presente.

Se chiesto ad un soggetto di trovare uno specifico numero tra tanti numeri di vari colori, i TR sono
maggiori quando le persone non sanno di quale colore è il target.
—-> Colore non conosciuto: ricerca seriale.
—-> Colore conosciuto: ricerca automatica parallela.

TEORIA DELL’INTEGRAZIONE DELLE CARATTERISTICHE:

Feature Integration Theory (FIT) -—> Treisman (1980) propone una teoria dove gli elementi
complessi che noi vediamo nel campo visivo siano caratterizzati dalla congiunzione di proprietà
rudimentali.
Gli attributi semplici (colore, forma, ecc) sono codificate pre-attentivamente in rappresentazioni
mentali chiamate feature maps (mappe della funzionalità). Ogni mappa è specializzata in un
particolare attributo (es. colore rosso), un oggetto con più caratteristiche sarà quindi
rappresentato dall’interazione tra più feature maps.
Il processo attentivo tramite attenzione focalizzata è necessaria per legare tra di loro le varie
mappe, creando una rappresentazione completa dell’oggetto.
Se il tempo di processamento per completare il processo di attenzione focalizzata, le
caratteristiche di più oggetti possono essere confuse o combinate in modo inappropriato
(congiunzioni illusorie). Visualizzando rapidamente un display che contiene un quadrato rosso e
una croce blu, ad esempio, il soggetto può percepire una croce rossa e un quadrato blu.
A livello applicativo —> Gps: sarà possibile individuare certi tipi di eventi in maniera pre-
attentiva, però per individuare un particolare evento (colore + forma nella mappa) necessitiamo di
attenzione focale. I dati hanno inoltre confermato che i tempi di ricerca delle icone aumentano con
l'aumentare della complessità di esse.

Guida Attenzionale (attentional guidance)

La FIT è diventata rapidamente un punto di riferimento nella scienza cognitiva. La ricerca


visiva è sistematicamente guidata dalle proprietà della scena e dal compito dell’osservatore,
poiché nella scena visiva tendiamo a cercare oggetti simili al target che abbiamo di riferimento.
Durante la ricerca visiva l’attenzione viene attirata su punti di elevata salienza —-> un target che
genera un grande picco di salienza rispetto allo sfondo sarà quindi facilmente individuabile. Un
target che non è altamente saliente rispetto agli altri elementi del campo di ricerca richiederà una
scansione focale.
Processo bottom-up: necessario giocare sulla salienza del target, nonostante un processo di tipo
top-down porterebbe a migliorare i risultati prestazionali.

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<—- La distribuzione della
salienza bottom-up in una
scena stradale. Le macchie
scure sul pannello di destra
indicano punti di elevata
salienza all'interno della
scena rappresentata a
sinistra, punti di alto
contrasto visivo. Nella scena
raffigurata, i picchi di salienza si verificano nel punto in cui si trovano i segnali stradali in primo
piano e, in misura minore, le cime degli alberi che sporgono sopra l’orizzonte, sono in forte
contrasto di luminanza con il loro sfondo.

Cosa determina l'efficienza della ricerca? (what determines search efficiency?)

La convenzione moderna è quella di descrivere la ricerca come più o meno efficiente.


Buon livello di efficienza visiva: determinato dalle caratteristiche visive di base.
- Il colore (un bersaglio rosso emerge tra i distrattori verdi);
- Il movimento (un bersaglio mobile tra i distrattori statici);
- Similarità target dai distrattori (ricerca lenta se target e distrattori sono molto simili)
- L’orientamento differisce dall’orientamento dei distrattori (TR + veloci per target con
orientamento diverso)
- Dimensione del target (TR + veloci per dimensione target diversa dai distrattori)
- Unicità del target (TR + veloci quando target possiede una caratteristica unica che lo distingue
dagli altri)
- Conoscenza del target (quando il target è nuovo, non familiare, rispetto ai distrattori)

ESEMPI:

Es 1: La ricerca visiva di un target è più difficile quando i distrattori sono eterogenei rispetto a
quando sono omogenei. La ricerca di un'icona di un file di testo sullo schermo di un computer
desktop è probabilmente più veloce se le altre icone che riempiono lo schermo sono tutte di un
solo tipo, come i PDF che se sono di tipi diversi.

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Es. a: Più facile rilevare un oggetto con
caratteristica unica (Q tra gli O) che rilevare un
oggetto privo di tale caratteristica tra i distrattori che
possiedono la caratteristica (O tra le Q).
Es. b: Verticale e orizzontale sembrano essere
codificati dal sistema visivo come valori predefiniti
di orientamento della linea: pertanto, la ricerca di un
bersaglio inclinato tra i distrattori verticali è
generalmente efficiente (sinistra), mentre la ricerca
di un bersaglio verticale tra i distrattori inclinati è
lenta (destra).
Es. c: Più facile rilevare un target con aspetto non
familiare tra distrattori familiari che il contrario. Una
lettera invertita è facilmente individuabile tra i
distrattori correttamente orientati (sinistra), ma una
lettera bersaglio con corretto orientamento si trova
con difficoltà tra i distrattori non familiari (destra).

——> La simbologia di visualizzazione dovrebbe essere progettata in modo tale che i bersagli
siano codificati in modo veloce e efficienza. L'importanza di questo principio è illustrata da un
incidente aereo che si è verificato quando un pilota non si è reso conto che l'aeroporto in
avvicinamento non era dotato di radar (unica indicazione era l'assenza di una lettera R, mentre gli
aeroporti dotati di radar erano etichettati con una R). Più efficace sarebbe stato codificare
l’assenza di radar con la presenza di un simbolo o una caratteristica unica.

Guida all'attenzione e design del display (Display Design)


Nelle scene del mondo reale, il disordine percepito rallenta la ricerca visiva allo stesso modo dei
distractors.
Il tempo necessario a un controllore per rilevare un conflitto di traffico aereo, aumenta in funzione
lineare all’aumento del numero di aeromobili all'interno del display. Allo stesso modo, il tempo
necessario per localizzare un oggetto su una mappa digitale aumenta all’aumentare del numero
dei simboli sullo schermo.

Esempio: Lettura di una mappa, a sinistra ridotto ingombro di target ed al centro ingombro
elevato. TR aumentati linearmente all’aumentare del numero di segni sulla mappa, con un costo
maggiore al centro.
Nel pannello di destra, vi è un gioco di colori per favorire un aumento di contrasto (es. laghi e
fiumi), per procedere in
automatico senza costi di
interpretazione
dell’informazione
maggiori (ha permesso di
acquisire gli oggetti
bersaglio più
velocemente di circa un
secondo).

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—-> OBIETTIVO PROGETTISTA DI DISPLAY: è quindi quello di potenziare la ricerca nonostante i
possibili clutters (ingombi). Un modo per farlo è quello di incoraggiare il filtraggio attenzionale del
disordine basato sulle caratteristiche visive (giocare su strategie di colore sembra essere
particolarmente efficace nel diminuire i TR). Esempio: nel controllo aereo colori sono collegati a
determinate altezze, facilitando e velocizzando il controllo e consentendo ai controllori di ricercare
conflitti solo tra aeromobili nella stessa gamma di altitudine.
Nel caso più estremo, le informazioni a bassa priorità possono essere rimosse completamente dal
display (decluttering). (Per persone con difficoltà di riconoscimento dei colori è stato trovata una
modalità che si basa sulla diversa luminosità dei vari simboli)

Raggruppamento SPAZIALE e ricerca (Spatial Grouping and Search)

L’efficienza della ricerca è mediata dall'organizzazione della scena, la struttura spaziale può
aiutare la ricerca visiva:
1. Una struttura ben organizzata può consentire un migliore tracciamento degli elementi (es.
ricerca file test in mezzo a documenti vari o tutti pdf).
2. Il raggruppamento di elementi correlati riduce al l'incertezza spaziale: una volta individuato il
raggruppamento di elementi rilevanti si direziona l’attenzione all’interno di quella regione.
3. La vicinanza spaziale tra gli item dello stesso gruppo e incoraggiare il ricercatore a
processare più gruppi in parallelo.

Vincoli CONTESTO alla ricerca (Contextual Constraints on Search)

I target sono più facili da trovare e riconoscere quando appaiono in un contesto associato, e
quindi con accezione di prevedibilità di ricerca nel luogo (più probabile trovare la caffettiera in
cucina che non nella scarpiera). Questi vincoli spaziali giocano un ruolo importante nel guidare
l'attenzione durante la ricerca visiva. La velocità di ricerca del target è di conseguenza collegata
alla conoscenza ed esperienza vissuta in un determinato contesto, tale da diventare familiare.
Esperimento: ai soggetti è stato chiesto di trovare un bersaglio a forma di T tra i distractors a
forma di L, all'interno di un layout ripetuto, la posizione dell'obiettivo era sempre la stessa. I
soggetti impararono rapidamente a sfruttare questa prevedibilità spaziale con TR minori.
Test post-sperimentali: hanno scoperto che i soggetti non erano consapevoli delle
informazioni contestuali che influenzano il loro comportamento di ricerca. Venne definito come
sistema di memoria implicito permette una ricerca visiva efficiente, riducendo al minimo le richieste
di elaborazione cognitiva cosciente.

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Il lobo visivo e il campo visivo utile (The Visual Lobe and the Useful Field of View)
Il lobo visivo (chiamato anche campo visivo utile) è l'area che circonda il punto di vista dal quale
l'informazione viene elaborata ad ogni fissazione e si misura proponendo target a diverse
distanze dal punto di fissazione.
Dimensione campo visivo utile varia a seconda delle caratteristiche dello stimolo e esigenze del
compito:
- è più piccolo con piccoli target (rispetto a quando è grande o saliente);
- tende ad essere più piccolo negli anziani (rispetto ai giovani);
- si restringe quando l'osservatore è sottoposto ad alti livelli di stress o carico cognitivo.
- un compito secondario (esempio uditivo) può ridurre il lobo visivo, poichè mediato dal carico
attentivo.
La dimensione del lobo visivo influisce sulle prestazioni di ricerca perché dissuade
l'osservatore dal controllare attentamente il campo di ricerca. Un grande lobo visivo permette
all'osservatore di elaborare una porzione maggiore dell'immagine ad ogni sguardo (con TR più
veloci, esempio di vita reale: evitare incidenti stradali).
—> La relazione tra le misurazioni del lobo visivo e le prestazioni di ricerca ha suggerito che
potrebbe essere possibile migliorare l'efficienza di ricerca attraverso l'addestramento per
espandere il lobo visivo.

Accuratezza della ricerca (Search Accuracy)


L'obiettivo della ricerca visiva è quello di portare il target all'interno del lobo visivo,
abbastanza vicino al punto di fissazione per essere riconosciuto.
> Prove in cui è presente il target, una fissazione vicino al target non garantisce un rilevamento
riuscito: in molti compiti un osservatore può sembrare che guardi direttamente al bersaglio ma
senza rilevarlo.
• Esaminando i modelli di movimento oculare dei radiologi alla ricerca di noduli polmonari nelle
radiografie toraciche è stato osservato che circa il 70% di miss (false risposte negative) sono il
risultato del mancato riconoscimento di un bersaglio anche dopo averlo fissato direttamente o
molto vicino.
• Operatori altamente addestrati nella ricerca di coltelli in un'attività di controllo bagagli possono
avere grandi difficoltà a riconoscere un nuovo tipo di coltello la prima volta che lo si incontra in
una borsa piena di oggetti.

> Nelle prove in cui è assente target l’osservatore deve continuare a scansionare fino a
raggiungere una decisione di assenza del target. La teoria vorrebbe l’osservatore concluda
l’assenza di un target solo dopo un’accurata ricerca seriale, ma gli esseri umani adottano modalità
più complesse.
• Gli osservatori possono terminare la ricerca senza ispezionare luoghi che sembrano improbabili
contenere un bersaglio poiché fuori contesto per il target, e la ricerca può terminare prima di
raggiungere il bersaglio;
• Molto importante è la frequenza del target: quando la frequenza del target diminuisce aumenta il
miss. Tali risultati suggeriscono che un modo valido per migliorare i tassi di rilevamento degli
obiettivi in compiti come il controllo dei bagagli in aeroporto, dove le vere minacce sono
incontrate di rado, è quello di introdurre target occasionali, un approccio che le agenzie di
sicurezza aerea hanno di fatto iniziato ad adottare.

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