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Benvenuti in casa Ba - Una nuova famiglia

Unità 1 - Livello A1

lga e Salif sono due stranieri che hanno scelto di vivere in Italia, dove si sono conosciuti e
hanno deciso di sposarsi. Olga è croata ed è arrivata nel nostro Paese quattro anni fa con
la figlia Anna. Salif viene dal Senegal e con lui vive il nipote Fela. Tutti e quattro sono in
viaggio in Italia alla ricerca di una città ideale in cui vivere bene, trovare un buon lavoro e
dove i ragazzi possano studiare. A Terni, prima tappa del loro viaggio, Olga e Salif
finalmente si sposano. Per preparare tutti i documenti necessari si rivolgono allo Sportello
del Cittadino dove un’impiegata gli spiega cosa devono fare. In attesa del giorno del
matrimonio visitano la città umbra e conoscono l’architetto Poyani, responsabile della
Cooperativa “48 mani”. A Gabelletta, dove un gruppo di stranieri si sta costruendo
un’abitazione con le proprie mani, Olga e Salif riflettono sull’importanza della casa nelle
diverse culture.

SCENA 1 – COMUNE DI TERNI


Auguri!
Evviva!
Viva gli sposi!

SCENA 2 - TERNI
SALIF: Sono Salif e vengo dal Senegal.
OLGA: Sono Olga, il mio paese è la Croazia.
ANNA: Ciao! Mi chiamo Anna e sono la figlia di Olga.
FELA: Io sono Fela, il nipote di Salif!
ANNA: Siamo a Terni, in Umbria, nel centro dell’Italia.
SALIF e OLGA: Oggi abbiamo fatto una cosa incredibile! Ci siamo sposati!
FELA: Adesso loro sono marito e moglie ma qualche giorno fa…

un mese prima…
SCENA 3 – PIAZZA DELLA REPUBBLICA
ANNA: Per me voi due siete matti… ma cosa volete fare così all’improvviso?
FELA: Lasciali perdere, Anna!
ANNA: Ma guardali… ci sono tanti documenti da preparare… di’ qualcosa pure tu, Fela!
OLGA: Ehi, ragazzi, venite… così gli spieghiamo… allora, ci hanno detto che a piazza San
Francesco c’è lo Sportello del Cittadino, e lì c'è un servizio apposta per gli stranieri…
possiamo chiedere tutto quello che vogliamo…
ANNA: Vedrai quanti problemi…
FELA: Tu sei sempre pessimista!
SALIF: Insomma, ragazzi, un po’ di entusiasmo: avremo tutti una nuova famiglia!
OLGA: Anna, io e Salif ci vogliamo bene... l’Italia ci ha fatto innamorare... lui è l’uomo
giusto per me, sono sicura, okay?
ANNA: Sei la solita romanticona!
OLGA: Dai, andiamo!

SCENA 4 – SPORTELLO DEL CITTADINO


OLGA: Allora… deve essere qui…
SALIF: Entriamo! Ci sono degli impiegati! Ora chiedo…
OLGA: Buongiorno!
LAURA GIOVANNELLI: Prego, buongiorno!
SALIF Scusi, signora, questo sportello va bene per i documenti di matrimonio per gli
stranieri?
LAURA: Certo! È quello lo sportello degli stranieri, si può accomodare!
SALIF: Grazie.
OLGA: Grazie!
LAURA: Prego!
SALIF: Buongiorno!
OLGA: Buongiorno!
MAURA GIULIOLI: Prego, accomodatevi!
SALIF: Scusi signora… mi chiamo Salif Ba e sono qui per sposarmi con questa bella
signora: lei è Olga Novak…
OLGA: Piacere!
MAURA: Piacere, Maura.
SALIF: Vorrei sapere che cosa dobbiamo fare per sposarci.
MAURA: Allora, per sposarvi dovete andare all’Ufficio Matrimoni dell’Anagrafe Comunale
di Terni e portare con voi il documento, quindi il passaporto e il nullaosta al matrimonio. Il
nullaosta al matrimonio è un documento fondamentale. È un documento fondamentale
perché spiega che non esistono impedimenti secondo le leggi del vostro Paese per
celebrare il matrimonio. Dovete andare al vostro consolato, chiedere questo nullaosta, che
deve contenere i vostri dati anagrafici e lo stato libero e inoltre deve contenere anche le
generalità dei vostri genitori. Poi, se siete residenti in un comune italiano qualunque,
dovete richiedere, all’Ufficio Matrimoni dell’Anagrafe di quel Comune, la pubblicazione di
matrimonio.
SALIF: Scusi, che cosa sono le pubblicazioni?
MAURA: Le pubblicazioni sono una sorta di pubblicità, di notizia che rende nota alla
cittadinanza l’intenzione di due persone di contrarre matrimonio.
SALIF: Ah…
MAURA: Ci sono otto giorni in cui sono affisse queste liste, queste pubblicazioni, trascorsi
i quali ne passano altri tre, poi è possibile celebrare il rito.
SALIF: Quindi… è tutto?
MAURA: A posto. Abbiamo concluso.
OLGA: Grazie.
SALIF: Grazie.
OLGA: Arrivederci!
MAURA: Arrivederci!
SALIF: Grazie, arrivederci!

SCENA 5 - BAR
OLGA: Oh… Finalmente è tutto pronto.
ANNA: Ma pronto cosa?
SALIF: Domani è il grande giorno! Ci sposiamo!
ANNA: Ma perché volete sposarvi proprio mentre siamo in viaggio?
FELA. E dopo il matrimonio che cosa facciamo?
ANNA: Io voglio andare in una città con il mare…
OLGA: Andremo anche al mare, vedrai…
FELA: Io ancora non capisco perché dobbiamo andare in tutte queste città...
OLGA: Ragazzi, ormai noi siamo in Italia da quattro anni...
FELA: Veramente io e lo zio solo da due…
SALIF: È vero, quando siamo arrivati non avevamo niente, è stato difficile trovare un
lavoro, una casa... Ma ora abbiamo meno problemi: possiamo conoscere meglio l’Italia.
Dobbiamo trovare la città e il lavoro che fanno per noi.
OLGA: E pensiamo soprattutto a voi due, sapete? Anna deve finire la scuola, tu devi
andare all’Università… insomma, dovete avere più opportunità di noi…
SALIF: E non dimentichiamo che dobbiamo studiare tutti un po’ meglio la lingua! Se non
impariamo a parlare veramente bene l’italiano, non possiamo migliorare la nostra vita e
trovare un bel lavoro!
ANNA: Figurati! Io lo parlo benissimo, l’italiano!
FELA: Solo perché hai avuto due fidanzati italiani!
OLGA: Che?
ANNA: Eh… no, niente … dice un sacco di scemenze…
SALIF: E poi vorrei trovare il posto giusto per aprire una piccola società…
FELA: Cosa vuoi fare esattamente, zio?
SALIF: Beh, vorrei usare il mio diploma di geometra, vorrei aprire una società di
ristrutturazione di case, negozi…
OLGA: Io vorrei tanto una casa tutta nostra…
ANNA: Vuoi comprare una casa? Ma se dite che non avete i soldi neanche per comprarci
il motorino!
OLGA: Adesso no, però… in futuro… chissà…
FELA: Sapete una cosa? Hamidi, il ragazzo del bar, ha il padre che lavora in
un’associazione nuova…
ANNA: Nuova?
SALIF: Questo ragazzo non parla mai chiaro!
FELA: Voglio dire che ci sono tante persone che lavorano insieme per costruire la casa da
sole, per risparmiare!
SALIF: È interessante! Ma possiamo andare a vedere come funziona?
FELA: Provo a chiamare Hamidi…
SALIF: Chiamalo!
FELA: Pronto, Hamidi? Sono Fela!

SCENA 6 - GABELLETTA (Terni) – COOPERATIVA 48 MANI


SALIF Buongiorno
OLGA: Buongiorno!
POYANI: Buongiorno!
SALIF: Lei è il signor Poyani?
POYANI: Si!
FELA: L’architetto Poyani, zio!
POYANI: Salve!
OLGA: Salve! Piacere! Olga. La disturbiamo, no?
POYANI: No, no, assolutamente…
OLGA: Volevamo chiedere, ecco… abbiamo sentito che c’è questa bellissima attività…
volevamo sapere com’è nata…
POYANI: È una bella iniziativa, si… è nata più di due anni fa… è stato frutto di una
collaborazione tra Comune, Consulta degli immigrati e un’altra associazione, la Cidis di
Perugia. Lo scopo è stato rafforzare i rapporti tra la popolazione del posto e gli immigrati
venuti a Terni…
FELA: Anche i giovani?
POYANI: Anche i giovani, anche le persone singole…
POYANI: Nello stesso momento è una risposta al problema abitativo che c’è qui a Terni…
SALIF: Non deve essere stato facile raggruppare così tanti…
POYANI: No, non è facile… tutti diversi, che venivano da esperienze diverse…
SALIF: E i proprietari lavorano loro stessi le loro case?
POYANI: Si.
SALIF: Ma hanno avuto una formazione prima?
POYANI: No, no, assolutamente no…
SALIF: Sul posto, lavorando…
POYANI: Loro sono venuti da un’esperienza diversa… c’è chi fa il muratore ma c’è chi fa il
pasticcere!
SALIF: Dove trovate il tempo per lavorare?
POYANI: Sabato e domenica, di solito…
OLGA: Anche le donne lavorano?
POYANI: Si, anche le donne…
SALIF: Quindi si può dire che costruirsi la propria casa è il vero progetto di integrazione?
POYANI: Si.
SALIF: E quante nazionalità siete riusciti a raggruppare in questo bellissimo progetto?
POYANI: Sono quattro nazionalità diverse.
OLGA: Va bene, la ringraziamo tantissimo…
SALIF: … e complimenti per questo bellissimo progetto…
POYANI: Grazie!
OLGA: Spero che ci incontriamo di nuovo… a presto, buongiorno!
POYANI: Arrivederci!
SALIF: Arrivederci!

SCENA 7 – GABELLETTA - COOPERATIVA 48 MANI


SALIF: È veramente un bel progetto!
OLGA: Si, si, ma veramente…
SALIF: Sai come la chiamo io? La costruzione dell’integrazione!
OLGA: Bello! Entriamo?
SALIF Che cosa significa per te avere una casa tutta tua?
OLGA: Ma noi in Croazia abbiamo tutti una casa nostra! E per te, Salif?
SALIF: Per noi la casa è tutto… e presto ne avremo una tutta nostra, vedrai!

il giorno dopo…
SCENA 8 – LANCIA DI LUCE
OLGA: Ciao, tesoro, eccomi! Ciao tesoro, eccomi, scusami, lo so che sono in ritardo …
ANNA: Dai, lo sai che abbiamo tantissime cose da fare…
OLGA: Ma… cosa dobbiamo fare? Non siamo venute qui per fare una passeggiata?
ANNA: Ma quale passeggiata! Domani è il tuo matrimonio! Dobbiamo comprare il vestito!
Forza, andiamo! In centro ci sono tanti negozi.
OLGA: Ma non ci penso neanche! Tu mi conosci! Io sto bene così, con un abito semplice,
comodo…
ANNA: Ma il giorno del tuo matrimonio…
OLGA: Il giorno del mio matrimonio mi vesto come al solito, come sto meglio. A Salif
piaccio così…
ANNA: Sei proprio una romanticona, eh? A proposito, sai cosa ho letto sulla guida?
OLGA: Cosa?
ANNA: A Terni c’è la tomba di San Valentino.
OLGA: E chi è?
ANNA: Ma come? È il santo degli innamorati! Si festeggia il 14 febbraio! Vengono gli
innamorati di tutto il mondo… e poi i festeggiamenti durano tutto il mese… se vieni a Terni
il 14 febbraio ti regalano un bel mazzo di fiori…
OLGA: Però… che bel posto abbiamo scelto per sposarci, allora, eh?
ANNA: Già. Però adesso… andiamo a comprare il vestito.
OLGA: Ti ho detto che non mi interessa! Piuttosto, andiamo a vedere la basilica , dai!
ANNA: Romanticona che sei!

nel frattempo…
SCENA 9 – CASCATA DELLE MARMORE
SALIF: Sei sicuro che questo è il posto giusto per rilassarsi?
FELA: Certo! Hai bisogno di pace prima di iniziare una giornata così importante! Guarda
che meraviglia!
SALIF: È bellissima, ma… non sono tranquillo per niente!
FELA: Lo so, mette paura… lo sai questo monumento a chi è dedicato?
SALIF: Dimmelo tu, visto che sai tutto.
FELA: A George Byron. Un grandissimo poeta inglese.
SALIF: E da quando sei appassionato di poesia?
FELA: L’ho studiata a scuola…
SALIF: Tu? Il ragazzo con il pallone da calcio in testa?
FELA: Certo. È inutile che fai lo spiritoso.
SALIF: E com’è questa poesia? Voglio ascoltarla.
FELA: Ma se tu non mi ascolti mai…
SALIF: Io? Io ti ascolto anche troppo! Ma scusa, non ti piace di più l’hip hop della poesia?
FELA: Può darsi. Comunque anch’io mi informo sui luoghi dove andiamo, sai?
SALIF: Mi fa piacere… Allora, voglio ascoltare questa poesia, dai… o ti vergogni?
FELA: Io?… Ecco, qui la traduzione, vediamo quanto sei bravo a leggere l’italiano… e a
recitare!
SALIF: Lascia perdere! Io conosco tutti i libri di Lepold Sedar Senghor, sai! Sono un
grande esperto di poesia!
FELA: E allora forza! O non sei tanto sicuro del tuo italiano?
SALIF: Io… io… sono sicurissimo del mio italiano! Senti qua: Caduta di acque! / Veloce
come la luce, la lampeggiante massa / spumeggia, scuotendo l’abisso...

il giorno dopo…
SCENA 10 – COMUNE DI TERNI
OLGA: Pronti?
SALIF: Paura?
OLGA: Io? Figurati!
FELA: E tu, zio?
SALIF: Sto benissimo. Sono felice.
FELA: Hai visto? Questo è l’effetto della gita di ieri alle cascate!
ANNA: Ma guardate mia madre invece! Perché non si vuole mettere un vestito da sposa?
SALIF: È bellissima!
ANNA: Beh… sì! Sei bellissima, mamma!
OLGA: Non mi prendete in giro… vogliamo andare?
SALIF: Andiamo!
SCENA 11 – COMUNE DI TERNI
ASSESSORE PACIFICI: Siete voi che vi dovete sposare stamattina? Io sono l’assessore
Pacifici!
SALIF: Io sono Salif Ba.
ASSESSORE: Come ti chiami tu?
OLGA: Io sono Olga Novak
ASSESSORE: Tu invece?
ANNA: Sono sua figlia, Anna
ASSESSORE: Tu?
FELA: Io sono Fela, il nipote dello sposo.
ASSESSORE: Adesso andiamo nella sala del Consiglio dove officeremo il matrimonio. Per
noi è molto importante ospitarvi nella nostra città.
SALIF: Una bella città avete…
OLGA: Vogliamo… possiamo già entrare, no?
ASSESSORE: Come no! Ma si figuri!
OLGA: Andiamo allora!
ANNA: No, aspettate!
OLGA: Anna? Che ti prende?
ANNA: Devo fare una cosa importantissima… torno subito!
SALIF: Anna!

SCENA 12 – GIOIELLERIA
Anna entra in una gioielleria

SCENA 13 – COMUNE DI TERNI


OLGA: Ma dov’è? Perché fa così proprio oggi?
SALIF: Sicuramente c’è un motivo!
FELA: Ma se dimentica sempre tutto!… ora mi sente quando torna… non mi devo più
fidare di lei…
ANNA: Eccomi, eccomi!
OLGA: Anna!
FELA: Anna!
ANNA: Scusami, Fela, è che ieri con la mamma... tra la basilica e san Valentino... me ne
sono proprio scordata... Mamma, Salif... questo è un regalo che abbiamo fatto io e Fela,
sono piccolissime ma… avevamo pochi soldi…
OLGA: Ragazzi, siete meravigliosi!
SALIF: Sono bellissime… grazie!
SALIF: La nuova famiglia!
FELA: E io che ci faccio con questa?
ANNA: In Croazia ai matrimoni c’è sempre una mela… tutti ci infilano i soldi e poi la sposa
la lancia per buon augurio!
OLGA: Grazie!
ASSESSORE: Allora la infilo io!
SALIF: Da noi invece gli sposi si scambiano il cibo come segno di cura reciproca… ma
adesso vogliamo entrare, però?
OLGA: Si!
FELA: Eh no!
SALIF e OLGA: Ma come?
FELA: Prima di cominciare… un po’ di relax per lo zio…
OLGA: Andiamo!
SALIF: Vogliamo entrare adesso ?

Auguri!
Evviva!
Viva gli sposi!

Benvenuti in Italia!

Unità 1 - Livello A1
Orale

Le parole dell'italiano: i saluti e il verbo essere

Unità 1 - Livello A1

La storia di Salif e di Olga, di Anna e di Fela ci insegna tante cose. Beh, intanto, ci insegna
che l’amore è importante, e che l’Italia fa innamorare le persone. Sentite, per esempio, che
cosa dice Olga: OLGA: Io e Salif ci vogliamo bene... L’Italia ci ha fatto innamorare... Lui è
l’uomo giusto per me, sono sicura.
La storia di Salif e di Olga ci insegna anche tante cose importanti sulla lingua italiana.
Intanto, ci insegna quali sono i saluti in italiano: sono, nell’ordine, ciao, buongiorno,
buonasera, buonanotte e arrivederci. Il primo, ciao, è un saluto informale. Si usa fra
ragazzi, con gli amici, oppure in famiglia. Ricordate che cosa dice Anna? ANNA: Ciao! Mi
chiamo Anna e sono la figlia di Olga. E adesso sentite come Olga saluta Anna, la figlia,
quando arriva in ritardo all’appuntamento: OLGA: Ciao tesoro eccomi, scusami, lo so che
sono in ritardo… Attenzione: nel filmato Olga dice ciao ad Anna quando la incontra,
però ciao si può adoperare anche quando si va via: Anna avrebbe potuto tranquillamente
dire a Olga: Ciao mamma, vado via!
Buongiorno e buonasera sono saluti formali: li usiamo quando incontriamo una persona (o
anche quando andiamo via da una persona) che non conosciamo, o che conosciamo
poco. Sentite, per esempio, come Salif saluta l’architetto che non conosce:
SALIF: Buongiorno! Lei è il signor Poyani? E adesso invece sentite come Olga saluta il
signore che sta con il bambino in bicicletta: OLGA: Buonasera, arrivederci! Perché Salif
dice buongiorno e Olga dice buonasera? Perché Salif e l’architetto si incontrano di
mattina, invece Olga parla al signore di pomeriggio, dopo pranzo. La sera, poi, dopo cena,
quando andiamo a dormire, diciamo buonanotte: nel filmato non lo abbiamo sentito,
perché ancora non abbiamo visto i nostri amici andare a dormire.
L’ultimo saluto di cui dobbiamo parlare è arrivederci: è un saluto formale che usiamo alla
fine di un incontro con persone che non conosciamo o che conosciamo poco. Torniamo
per un attimo allo sportello dei cittadino di Terni e sentiamo come finisce l’incontro fra
l’impiegata, Salif e Olga: MAURA: A posto. Abbiamo concluso. Arrivederci. SALIF,
OLGA: Grazie, arrivederci.
Oltre che i saluti, la storia di Olga e di Salif ci insegna anche altre cose, per esempio le
forme del presente del verbo più usato in italiano: il verbo essere. Sentiamo: SALIF: Io
sono Salif Ba. FELA: Tu sei sempre pessimista! OLGA: Lui è l’uomo giusto per me, sono
sicura. SALIF: Lei è Olga Novak. OLGA: Ragazzi, ormai noi siamo in Italia da quattro
anni... ANNA: Per me voi due siete matti… FELA: Adesso loro sono marito e
moglie! Ricapitoliamo: io sono, tu sei, lui o lei è, noi siamo, voi siete, loro sono…
attenzione! Dicendo il verbo essere ho detto io sono, tu sei, lui o lei è, ma in realtà queste
piccole parole che precedono il verbo e che si chiamano pronomi personali, possono
anche non esserci in italiano, anzi: in italiano diciamo più spesso sono, sei, è, senza
pronomi. Ascoltate i nostri amici: SALIF: Sono Salif e vengo dal Senegal ANNA: Sei
proprio una romanticona, eh? OLGA: Ma dov’è? ANNA: Siamo a Terni, in
Umbria. OLGA: Ragazzi, siete meravigliosi! SALIF: Sono bellissime! Se però il pronome
serve per distinguere in modo chiaro una persona da un'altra, allora dobbiamo usarlo: lui è
del Senegal, lei è della Croazia. Poi, il verbo essere in italiano si usa anche per
dire c’è e ci sono. Queste due forme servono per indicare la presenza di una persona o di
una cosa in un luogo. Ricordate? OLGA: Ci hanno detto che a piazza San Francesco c’è
lo Sportello del Cittadino ANNA: A Terni c’è la tomba di San Valentino. SALIF: Ci sono
degli impiegati! ANNA: In centro ci sono tanti negozi C’è indica la presenza di una sola
persona o una sola cosa; ci sono indica la presenza di più di una persona o di più di una
cosa. E adesso vi saluto con una delle parole che abbiamo appena imparato: Arrivederci!
Nella puntata di oggi abbiamo visto e sentito: I saluti dell’italiano: ciao, buongiorno,
buonasera, buonanotte e arrivederci. Il presente indicativo del verbo essere: sono, sei, è,
siamo, siete, sono. L’uso di c’è e ci sono: c’è lo sportello del cittadino, ci sono degli
impiegati.

Per usare l'italiano: io sono cinese. Tu parli italiano?

Unità 1 - Livello A1
Quali sono i saluti in italiano? Sono ciao, buongiorno, buonasera, buonanotte, arrivederci e salve. I
nostri amici li usano tutti:

MARCIA Finalmente! Ciao, Mario!


PAULINE Oh, ciao, Julia!
Ciao è un saluto informale. Non possiamo dire ciao a tutte le persone che incontriamo: possiamo
dire ciao solo agli amici e alle persone di famiglia. Ciao va bene sempre: la mattina, il pomeriggio,
la sera, la notte.
KHADIJA. Buongiorno! Prego!
Buongiorno si dice la mattina, fino all’ora di pranzo, e si può dire a tutti: si può dire a un amico e si
può dire anche a una persona che conosciamo poco, o che non conosciamo. Un’altra parola che si
può dire a tutti è buonasera:
GIUSEPPE. Buonasera! Benvenuto al corso serale di italiano!
ZOU: Buonasera, io sono Zou Chen.
Buonasera si dice il pomeriggio, da dopo il pranzo fino all’ora di cena. Anche buonasera si può dire
a tutti. Buonanotte, invece, si dice dopo la cena, quando andiamo a dormire. ANGEL lo dice per
sbaglio prima della cena, e infatti Giuseppe lo corregge:
ANGEL Buonanotte!
GIUSEPPE Adesso si dice “Buonasera!”. È ancora presto…
Anche buonanotte si può dire a tutti.
L’ultimo saluto è arrivederci. Arrivederci lo diciamo quando andiamo via o quando salutiamo
qualcuno che va via, proprio come fa Giuseppe:
GIUSEPPE: Beh…Arrivederci!
Arrivederci possiamo dirlo a tutti, ma di solito lo diciamo alle persone che non conosciamo bene,
come fa Giuseppe con Marcia e Mario. Invece, agli amici e alle persone di famiglia, quando
andiamo via o quando finiamo una telefonata, diciamo ciao, come fa Pauline con la sua amica Julia:
PAULINE: … sì, sì, a dopo, ciao!
C’è un altro saluto che dobbiamo ricordare: è salve.
ZOU
Piacere
ANGEL
Salve!
Salve nell’italiano di oggi si usa molto, sia al posto di ciao sia al posto di buongiorno e buonasera.
Salve si adopera molto perché per salutare va bene sempre, sia quando si dà del tu sia quando si dà
del lei. A proposito:
Agli amici, ai compagni di lavoro, alle persone di famiglia diamo del tu, perché siamo in confidenza
con loro. Pavel dà del tu a Kevin, perché sono compagni di lavoro:
PAVEL… Tu sei troppo lento…
Quando invece non siamo in confidenza con una persona, o non la conosciamo bene, le diamo del
lei. Giuseppe non è un amico di Marcia. Perciò le dà del lei:
GIUSEPPE… Ora vedo… Ma… lei è italiana?
GIUSEPPE Io sono Giuseppe. E lei?
Alla fine Marcia si arrabbia, perché Giuseppe le dà del tu:

Benvenuti in casa Ba - festa di compleanno

Unita 2 - Livello A1
La famiglia Ba si trova a Macerata, nelle Marche, proprio il giorno del compleanno di Olga.
Lei non vorrebbe festeggiarlo ma sua figlia Anna, con la complicità di Fela e Salif, ha
organizzato una piccola festa in una ‘stuzzicheria multietnica’. Nei giorni precedenti i nostri
amici hanno visitato Macerata, con lo splendido Sferisterio, e conosciuto altri stranieri che,
come loro, vivono in Italia. Tutti insieme sono andati a trovare Daniel Amanze, un
nigeriano che dirige l’ACSIM, associazione che si occupa di servizi per gli immigrati.
Daniel gli ha dato informazioni sulla casa e sui corsi di italiano per stranieri. Olga e Anna
hanno incontrato un gruppo di donne pakistane che sta imparando l’italiano.

SCENA 1 – STUZZICHERIA MULTIETNICA


OLGA: Che bella sorpresa mi avete fatto!
ANNA: Beh, è il primo compleanno dopo il matrimonio… bisogna festeggiarlo!
OLGA: Uno, due, tre…!

alcuni giorni prima…


SCENA 2 – PIAZZA DELLA LIBERTA’
OLGA: Finalmente siamo arrivati nelle Marche. Sono un po’ stanca, ma mi piace molto questo
viaggio che facciamo tutti insieme.
SALIF: Sì, Olga. Le città italiane sono tutte bellissime. Non è facile trovare quella più adatta a noi.
ANNA: Io vorrei andare al mare…
OLGA: Qui non c’è il mare, però è molto vicino…
FELA: Siamo a Macerata. E adesso?
ANNA: Ecco, bravo, Fela. E adesso? Io non la capisco proprio questa vostra idea… finalmente
siamo in vacanza e voi ci portate in giro per le città…
OLGA: Insomma, ragazzi: voi due siete troppo agitati …Anna, te l’ho detto. Vogliamo trovare una
città dove star bene…
SALIF: Dove trovare il lavoro che desideriamo…
OLGA: E dove tu e Fela potete studiare e poi essere felici…
ANNA: Sì, sì, lo sappiamo… dove ci sono tutti i servizi e le strutture necessarie… Ma io vorrei
andare al mare!
OLGA: Salif, amore, tu che dici? Cosa facciamo adesso? Qui non conosciamo nessuno…
SALIF: Non preoccuparti, Olga... ti ricordi Jamilah, quella mia amica nigeriana?
OLGA: Sì.
SALIF: Mi ha detto che qui in città c’è un altro nigeriano, si chiama Daniel Amanze, che ha fondato
un’Associazione apposta per gli stranieri…
ANNA: Bene. Salif, tu hai anche il suo numero?
SALIF: Certo. Ma prima godiamoci questo bellissimo spettacolo. Siamo in vacanza!
OLGA: E quella cos’è?
ANNA: Aspetta, guardo sulla guida… quella è la Torre dell’Orologio! Fela! Ma guardate! Sta
sempre al cellulare!
FELA: Che ti importa, scusa?
ANNA: Guardati un po’ intorno, dai!
SALIF: Fela, passami il cellulare, chiamo questo signore per un appuntamento.
FELA: Zio, è dottore, il dottor Daniel Amanze. Ti hanno detto che è laureato…
SALIF: Va bene, non c’è bisogno di tante formalità… dai, Fela: io telefono, tu intanto vai a leggere
come si chiama questa piazza…
FELA: Piazza della Libertà.
ANNA: Libertà. La libertà è la cosa più bella del mondo. Almeno io la penso così.
OLGA: Tutti i giovani pensano di vivere in un mondo libero ma non è sempre così…
SALIF: Alcuni dei miei antenati non erano liberi, erano venduti come schiavi.
FELA: Non so cos’è la libertà ma posso andare a vedere le partite della Roma quando voglio,
leggere i libri e i giornali che mi piacciono, perciò va bene così.
SALIF: Ragazzi, si è fatto tardi, eh? Dobbiamo andare.
OLGA: Sì, andiamo!

il giorno dopo…

SCENA 3 – SEDE ACSIM


SALIF: Siamo arrivati, eh!
OLGA: Buongiorno!
SALIF: Buongiorno!
DANIEL: Buongiorno!
SALIF: Lei, signore, è il dottor Amanze? Io mi chiamo Salif, Salif Ba e vengo da Dakar.
DANIEL AMANZE: Piacere, signor Ba…
SALIF: Piacere mio.
OLGA Io sono Olga, la moglie di Salif.
DANIEL: Piacere...
ANNA: Veramente loro sono sposini …
DANIEL: Ah sì?
OLGA: Anna!
ANNA: Io sono Anna.
DANIEL: Daniel, è un piacere!
FELA: Io sono Fela.
DANIEL: Piacere, Daniel!
OLGA: Possiamo accomodarci?
DANIEL: Prego!
OLGA: Grazie!
ANNA: Scusi, dottore, io e Fela vorremmo visitare la città.
DANIEL: Ma dovete farlo da soli?
ANNA: Sì. Non è un problema.
FELA: Zio, Olga, vi dispiace se andiamo un po’ in giro?
OLGA: Benissimo.
SALIF: Va bene, però non fate tardi, eh?
ANNA: Okay.
FELA: Okay.
OLGA: A dopo!
ANNA: Buongiorno!
DANIEL: Buona passeggiata!
OLGA: Noi vogliamo fermarci in un posto adatto, trovare un buon lavoro…
SALIF: … dove far studiare i nostri ragazzi
OLGA: Insomma… ci hanno detto che tu potresti essere la persona giusta per darci qualche
informazione.
DANIEL: Spero di essere utile per voi.
OLGA: Di cosa principalmente ti occupi qui in associazione?
DANIEL: Noi ci occupiamo di diverse problematiche sull’immigrazione, quindi a cominciare dagli
sportelli informativi, delle questioni abitative e della formazione professionale…
SALIF: Del lavoro?
DANIEL: Del lavoro…
SALIF: Ma ci sono degli ostacoli nel cammino dello straniero per accedere alla casa?
DANIEL: Certamente. Ecco perchè… noi siamo entrati proprio in pieno ad aiutare, a togliere queste
barriere…
OLGA: Come bisogna fare allora?
DANIEL: Interveniamo in primis, garantendo per un eventuale alloggio. Per poter operare su questo
noi abbiamo la legge regionale 2 del ’98, che ci autorizza ad intervenire, quindi…
SALIF: Sono curioso di sapere quali sono le informazioni che chiedete.
DANIEL: Guarda… ecco…
SALIF: Possiamo riempire questo?
DANIEL: Sì, sì, sì. Quelli sono… dove si dovrebbe scrivere nome, cognome e poi dove si è nati…
tutti i dati… se uno ha già trovato lavoro allora noi interveniamo a chiedere di partecipare alle spese
di questo alloggio, mentre se è una persona che non ha lavoro possiamo anche coinvolgere il
Comune, per l’eventuale programma che si chiama PIF, un programma individuale che può dare un
sostegno da parte dei comuni in attesa che quella persona trovi lavoro.
SALIF: Tu lavori solo qua all’Acsim?
DANIEL: No. Io sono un libero professionista.
OLGA: Daniel, ma chi non parla italiano? Oltre ai CTP ci sono altri corsi di italiano?
DANIEL: Abbiamo corsi di lingua che vengono anche gestiti da noi… andiamo anche a Corridonia,
dove vi posso accompagnare, con la dottoressa Santori.
OLGA: Che cosa fanno loro esattamente?
DANIEL: C’è una scuola di lingua per straniere, soprattutto per le donne immigrate.
SALIF: Veramente domani ho promesso a Fela di andare a correre un po’. Dobbiamo tenerci in
forma!
OLGA: Ah, ma non si preoccupi. Guardi, ci vado volentieri io. Anzi, mi interessa molto questa
scuola femminile… penso che possa interessare anche ad Anna.
SALIF: Penso di sì.
OLGA: Allora ci vediamo domani direttamente.
DANIEL: Benissimo.
SALIF: Grazie, Daniel, sei stato molto gentile.
OLGA: A domani.
DANIEL: Ciao.
SALIF: Ciao.

allo Sferisterio…
SCENA 4 - SFERISTERIO
ANNA: Questo è lo Sferisterio. Il teatro all’aperto di Macerata.
ANNA: Fela! Guarda cosa dice la guida… “Lo Sferisterio è stato costruito tra il 1820 e il 1829 per
il gioco della palla con il bracciale, un’antica disciplina sportiva…”
FELA: Leggi cosa mangiano qui di buono.
ANNA: Ma… te l’ho letto prima! Non mi ascolti? E sempre con questa palla… qui mangiano i
vincisgrassi!
FELA: Vinci… cosa?
ANNA: I vincisgrassi sono un primo piatto tipico delle Marche… ti ricordi le lasagne?
FELA: Quella pasta al forno con sugo, carne, parmigiano…?
ANNA: Esatto. I vincisgrassi sono come le lasagne ma dentro ci sono anche le uova, il burro e
persino il vinsanto!
FELA: Il vino… santo?
ANNA: Sciocco! Si chiama così perché viene messo nelle bottiglie durante la settimana di Pasqua,
che qui chiamano “settimana santa”!
FELA: Hai studiato, eh?
ANNA: Io leggo la guida! E poi, se dobbiamo fare questo viaggio, cerchiamo di imparare qualcosa!
L’ho scritto anche nel mio “curiosario”…
FELA: Che?
ANNA: Curiosario. È un diario dove scrivo i fatti più curiosi, le novità… L’ho preso a Terni, ha un
nome italiano, però … l’ho inventato io!
FELA: Ma cosa c’è dentro?
ANNA: Mah… biglietti, ricevute, un po’ di tutto… disegni, poesie… dai, è un diario!
FELA: Allora senti questa per il tuo curiosario! Sai che qui con il formaggio pecorino giocano a
palla?
ANNA: Si chiama “ruzzola”. Ed è un gioco a squadre. I giocatori fanno rotolare il pecorino lungo
una strada…
FELA: Uffa! Sai sempre tutto, tu…
FELA: Ma… come si chiama questo posto?
ANNA: Sferisterio.
FELA: Perché?
ANNA: Te l’ho detto prima. Qui giocavano con la palla che è una sfera e quindi…
FELA: È uno stadio!
ANNA: Fela!
FELA: Posso giocare…
ANNA: Aspetta… leggo meglio… Dal 1921 si mettono in scena opere liriche… lirica… sai che
cos’è?
FELA: No.
ANNA: È un tipo di musica molto importante, tipica della cultura italiana.
FELA: Lirica, lirica… ma la lira non è la vecchia moneta italiana?
ANNA: Sì, ma è anche un’altra cosa. Lirica deriva da una parola, la lira, che è uno strumento che
veniva suonato per accompagnare la poesia. Ma adesso ‘lirica’ vuol dire anche ‘opera’, come l’Aida
di Verdi, la Tosca di Puccini… chissà quali opere sono state rappresentate in questo Sferisterio in
tutti questi anni… il nonno in Croazia le ascolta con un vecchio giradischi… il nonno è un
appassionato… il suo compositore preferito è Rossini…
FELA: Deve essere bello cantare qui. Le luci, la musica. Senti questa, Anna!
Uno due tre e quattro/Allo stadio divento matto/Cinque, sei sette e otto/Non ci vengo col
cappotto/Nove e dieci, sai mi piaci…/tu e io siamo felici…

il giorno dopo, a Corridonia…


SCENA 5 – CORRIDONIA
OLGA: Buongiorno!
NORMA SANTORI: Buongiorno!
ANNA: Buongiorno!
OLGA: Lei è la signora Santori?
SANTORI: Sì, sono io.
OLGA: Piacere, sono Olga.
SANTORI: Piacere.
OLGA: Vengo dalla Croazia. Questa è mia figlia Anna.
ANNA: Piacere, sono Anna.
OLGA: Spero che non la disturbiamo…
SANTORI: No…
OLGA: Il signor Daniel ci ha detto che lei è disponibile a farci vedere quello che fate in questa
struttura e il suo lavoro…
SANTORI: Sì, infatti vi stavo aspettando. Accomodiamoci, vi faccio conoscere la classe…
OLGA: Ci può dire chi troviamo…
SANTORI: In classe troverete un gruppo di donne pakistane che vivono con le loro famiglie qui a
Corridonia. Stanno frequentando un corso di lingua italiana.
OLGA: Possiamo?
SANTORI: Prego!
OLGA: Grazie!
SANTORI: Prego, da questa parte…
OLGA: Disturbiamo?
INSEGNANTE: C’è un piccolo errore qui… va bene, vai a posto!
SANTORI: Questa è la nostra classe!
OLGA: Buongiorno!
SANTORI: Lo spazio è stato messo a disposizione dal Comune di Corridonia. La mattina
svolgiamo lezioni di lingua italiana per le donne immigrate e il martedì pomeriggio lo sportello
informativo.
OLGA: Ciao a tutti!
DONNE: Ciao!
OLGA: Io sono Olga e noi siamo della Croazia.
ANNA: Voi, signore, siete contente di imparare l’italiano?
DONNA: Sì.
ANNA: Sì, vi aiuta?
OLGA: Dove ti serve principalmente l’italiano? A casa parli italiano?
DONNA: Io piace parlare italiano. Perché servire parlare maestre, dottore, vita!
OLGA: Dopo volete andare a lavorare?
DONNA: Io piace, mio marito non piace! Sì…
OLGA: I tuoi figli vanno a scuola qui in Italia?
DONNA: Sì, sì. Scuola italiana, amici italiani…
OLGA: Pensi che questa cosa, per i vostri figli, può garantire anche un futuro in questo paese, in
Italia?
DONNA: Aiutare… mio marito!
ANNA: Ah, nel lavoro…
OLGA: Va bene, non vi disturbiamo più… buono studio! E auguri a tutte!
DONNE: Grazie!
OLGA: Prego! Grazie tante! Ciao!
SCENA 6 - CORRIDONIA
ANNA: Ah, senti mamma, me l’hai promesso… questa sera andiamo in un locale carino? So che
c’è un posto, lo chiamano ‘stuzzicheria’, dove cucinano i cibi di tutti i paesi del mondo… è il posto
giusto per una famiglia come la nostra… ci andiamo?
OLGA: Per me va bene.
ANNA: Ci andiamo questa sera?
OLGA: Beh, chiediamo anche a Salif e Fela?
ANNA: Va bene! Andiamo!
OLGA: Andiamo!
SCENA 7 – STUZZICHERIA MULTIETNICA
SALIF: Una stuzzicheria… con piatti da tutto il mondo… carina!
OLGA: Ma quanti piatti interessanti!
ANNA: Sicuramente buoni!
OLGA: Ah, ecco… questa è la pecena pura… un piatto tipico del mio paese! In Italia si chiama
purè al forno.
FELA: Il kebab! Buono! Quello che riso è?
ANNA: Allora… questo è riso indonesiano e questo qua… è riso cinese fritto!
SALIF: E sapete questo pane di dov’è?
FELA: Di dov’è?
SALIF: Egiziano!
FELA: Bello!
OLGA: Queste sono le polpette di lenticchie rosse. Buone!
SALIF: Vedete? Le culture si possono riunire in una cucina…
FELA: Mangiamo?
OLGA: E certo!
FELA: Anna, mi passi un piatto per favore?
OLGA: Chi la vuole la pecena pura?
SALIF: Io!
OLGA: Vuoi?
FELA: L’assaggio anch’io!
ANNA: Anche il pane egiziano… Fela? Puoi venire con me per piacere?
FELA: Subito Anna!
OLGA: Ma dove andate?
ANNA: È un segreto!
OLGA: Anna ma… volevi venire in una stuzzicheria…
ANNA: Non ti preoccupare… tu aspetta qui!
SALIF: Sempre misteriosi quei due, eh?
OLGA: Ma cosa combinano?
SALIF: Aspetta e vedrai!
OLGA: Ma lo sai?
SALIF: Forse…
ANNA: Mamma…
OLGA: No!
ANNA: Oggi è il tuo compleanno. Lo so che tu non vuoi… ma noi volevamo festeggiare
ugualmente. Buon compleanno!
OLGA: Grazie! Ma tu lo sapevi allora… Uno, due, tre…!
ANNA, SALIF, FELA: Auguri!
OLGA: Grazie!

Benvenuti in Italia!

Unità 2- Livello A1
SKETCH A – UNA STORIA D'AMORE
SKETCH B – QUANDO E' TROPPO E' TROPPO
SKETCH C – SOTTO IL NASO
SKETCH D – LA TORTA DI JULIA

BENVENUTI IN ITALIA!
SKETCH A Una storia d'amore
PERSONAGGI:
RAGAZZA JULIA
GIUSEPPE CASSIERE CINEMA
Interno sera – biglietteria di un cinema
Giuseppe, un uomo italiano dall'aria cordiale, è seduto dietro alla cassa di un cinema. A fianco
della cassa la locandina del film “Matrimonio all'italiana”, con la foto di Sophia Loren e
Mastroianni che si guardano innamorati.
Arriva Julia, una giovane donna ucraina, un po' timida e riservata. Si ferma davanti alla locandina
e con sguardo sognante ammira la foto del film.
Il cassiere la nota (i due già si conoscono).
CASSIERE
Buongiorno, signorina.
JULIA
Buongiorno, signore.
CASSIERE
Oggi come sta?
JULIA ( un po' ritrosa)
Benissimo, grazie.
CASSIERE (indicando la locandina)
Questo film è unico... Sono belli, eh?
JULIA (divertita)
E loro chi sono?
CASSIERE (saputello)
Non conosce questi attori?
Julia scuote la testa.
CASSIERE
Loro sono Sophia Loren e Marcello Mastroianni... due grandi attori del cinema italiano...
Julia legge il titolo del film.
JULIA
Matrimonio all'italiana... allora il film parla d'amore?
CASSIERE
Molti film del regista De Sica parlano d'amore...
JULIA
Ma è una storia triste?
CASSIERE
Gioia e tristezza stanno sempre insieme... come nella vita... Ecco la storia... Lei, Sophia Loren, è
una donna bellissima e molto intelligente, si chiama Filumena e vuole sposare lui, il grande
Marcello Mastroianni... ma lui non vuole... non si decide...
Ad ogni frase Giuseppe indica gli attori sulla foto e li guarda con ammirazione.
JULIA
Allora non stanno insieme?
CASSIERE
Beh... sì e no.
JULIA
Ma allora ?
CASSIERE
Beh… lui non vuole sposare lei... anche se è innamorato... poi c'è la madre di lui ... ci sono i tre
figli di lei...
JULIA
Sono confusa... non capisco...
CASSIERE
E' normale, parliamo di un film pieno di sentimenti veri... si piange e si ride...
JULIA
Ma alla fine parlano di matrimonio?
CASSIERE
Sì, sì, certo… alla fine si sposano... ma noi parliamo troppo e il film inizia... ed è così bello ma così
bello che…
Il cassiere mette il cartello “Torno subito” o “Chiuso” sulla cassa.
CASSIERE
Non resisto... ho deciso, lo rivedo insieme a lei... Andiamo.
E insieme entrano nella sala.
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BENVENUTI IN ITALIA!
SKETCH B Quando è troppo è troppo!
PERSONAGGI:
MOGLIE PAULINE
MARITO PAVEL
SIGNORE INSISTENTE GIUSEPPE
Esterno giorno – Fermata dell'autobus
Pauline e Pavel stanno in piedi alla fermata dell'autobus. Sono visibilmente stanchi e stanno
aspettando da un po' l'autobus che non arriva. Si allungano varie volte per controllare che arrivi.
Pavel guarda l'orologio e si rivolge a Pauline.
PAVEL
Come stai, cara? Sei stanca?
PAULINE
No, no, sto abbastanza bene...
PAVEL
Siamo in piedi da questa mattina...
Si avvicina Giuseppe, il tipico personaggio che attacca bottone.
GIUSEPPE
Buongiorno... come state?
PAVEL (sorpreso, ma gentile)
Molto bene, grazie...
GIUSEPPE
E lei, signora?
PAULINE (riservata)
Bene, grazie...
GIUSEPPE
Io mi chiamo Giuseppe... e lei come si chiama?
PAVEL
Io mi chiamo Pavel...
GIUSEPPE
E la signora?
PAULINE
Io mi chiamo Pauline.
GIUSEPPE
Aspettate da molto?
PAVEL
Da un po'...
GIUSEPPE
Dieci minuti?
PAVEL
Sì, stiamo qui da circa dieci minuti...
GIUSEPPE
Aspettate il 40, vero?
PAULINE
Si, e non arriva...
GIUSEPPE
E per fortuna è una bella giornata e non piove.
Si sente un tuono lontano. Pavel e Pauline si guardano sconcertati.
GIUSEPPE
Vuole una caramella?
PAULINE
Sì, grazie.
GIUSEPPE
Prego.
A volte mi stanco di aspettare e vado a casa a piedi... Anche voi fate così?
Pavel e Pauline si scambiano un altro sguardo d'intesa, mentre Giuseppe continua a parlare.
GIUSEPPE
Io faccio il portiere di un albergo e sto in piedi dalla mattina alla sera... che fatica!! Anche voi state
molto in piedi?
PAVEL
A volte...
GIUSEPPE
Il mio però è un bel lavoro... noi portieri parliamo ogni giorno con tanta gente... Io devo essere
sempre molto cortese: Buongiorno signora... buongiorno signore... come va? Sta bene? Grazie...
prego... Anche voi al lavoro parlate molto?
PAULINE (taglia corto)
Io lavoro in una casa... e lui in un'officina...
Pauline scambia un'altra occhiata con Pavel e si allunga per controllare se l'autobus è in arrivo,
ma scuote la testa.
GIUSEPPE
Oggi, è arrivata una signora molto elegante. E io subito: Buongiorno, signora, come va? le chiedo.
E lei risponde: Male e sviene. Capisce signora, sviene!!! Sta distesa per terra e io chiamo subito il
118, il numero per le emergenze sanitarie...
Giuseppe si allunga per vedere se arriva l'autobus.
GIUSEPPE
Ah, eccolo forse... No, no, non è il 40...
Mentre Giuseppe è girato i due sorridendo ne approfittano e facendosi dei segni d'intesa scappano
via.
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BENVENUTI IN ITALIA!
SKETCH C Sotto il naso
PERSONAGGI:
CLIENTE KEVIN
LIBRAIO ANGEL
Int. Giorno – Libreria Il commesso Angel è alle prese con mucchi di libri che sta cercando di
mettere a posto negli scaffali della libreria. Angel porta spesse lenti da miope e controlla i titoli dei
libri avvicinandoli al viso. E' decisamente goffo.
ANGEL (tra sé)
I Promessi sposi di Alessandro Manzoni qui...
E infila il libro in uno scaffale.
ANGEL
La Divina Commedia di Dante Alighieri invece qui... così si vede bene...
E infila il volume nello scaffale più basso. Entra Kevin.
KEVIN
Buongiorno, signor Angel.
Il commesso con alcuni libri ancora in mano si avvicina a un passo da Kevin, lo scruta un attimo e
poi finalmente lo riconosce.
ANGEL
Buongiorno, signor Kevin, come sta?
KEVIN
Bene, grazie, e lei?
ANGEL
Non c'è male, cerco di mettere un po' d’ordine negli scaffali...
Angel si aggiusta gli occhialoni e riprende a sistemare i libri che ha in mano.
KEVIN
Ma… di solito siete due commessi nel negozio….
ANGEL
Sì, siamo due, ma l'altro sta sempre male... Non ne parliamo...
KEVIN
Mi dispiace (taglia corto). Mio figlio fa l'ultimo anno della scuola media e in classe parlano spesso
della Costituzione italiana... perciò vorrei comprargli il libro.
ANGEL
Ma certo... La Costituzione... bene, bene... è un testo molto importante... per vivere in Italia si deve
conoscere la Costituzione... Sa che esiste tradotta in tante lingue?….. ma dove sta... ???
E Angel fruga fra i libri di uno scaffale.
ANGEL
Sta proprio qui... sono sicuro...
Il commesso comincia a tirare fuori vari libri dallo scaffale. Li guarda avvicinandoli alle lenti... Ma
nessuno è la Costituzione.
ANGEL
No, non sta qui... forse sta là... (e prende un altro libro). Tenere in ordine una libreria... è difficile...
I libri stanno sempre dove non li cerchi...
Prende un altro volume lo avvicina alle lenti e scuote il capo...
ANGEL
No, no, non è lui. Forse è tra i libri che parlano di storia...
Kevin segue il commesso con lo sguardo, mentre sale alcuni gradini di una scala a libretto e
quando l'uomo si ferma sovrappensiero e tira un lungo sospiro si preoccupa.
KEVIN
Signor Angel, come sta? Sta bene?
ANGEL (riprendendosi)
Molto bene, grazie...
Intanto mentre Angel continua la sua ricerca Kevin scopre che su un ripiano c'è una pila di testi
della Costituzione. Ne prende uno.
KEVIN
Signor Angel, eccola...
ANGEL
Non lo ha sentito, non vede la Costituzione nelle sue mani e continua a cercare
Si, un momento, un momento e la trovo
KEVIN (insiste)
Signor Angel...
ANGEL
Come?
Kevin sventola il libro della Costituzione. Angel scende dalla scala si avvicina al cliente e risoluto
prende risolutamente in mano il libro della Costituzione che ha trovato Kevin.
ANGEL
Ecco! Trovata!...
Kevin lo guarda allibito.
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BENVENUTI IN ITALIA!
SKETCH D La torta di Julia
PERSONAGGI:
PRIMA APPRENDISTA CUOCA KHADIJA
SECONDA APPRENDISTA CUOCA JULIA
CAPOCUOCA MARCIA
Int. Giorno - Cucina professionale
Ci sono due forni e un tavolo di lavoro. Sul tavolo vari ingredienti per fare le torte: farina, uova,
zucchero, lievito, latte, e vari utensili: mestoli di legno, frustina, cucchiai, ciotole, etc...
Davanti ai forni due ragazze: Khadija e Julia stanno aspettando apprensive la cottura delle loro
torte. Portano il grembiule e in testa una crestina (quella obbligatoria per chi lavora in cucina). Le
ragazze continuano a guardare attraverso il vetro del forno.
JULIA
Sono pronte?
KHADIJA
No, non ancora... è presto!
Certo, abbiamo fatto proprio bene a iscriverci a questo di formazione per cuochi….
JULIA
Eh già, così abbiamo una possibilità in più di trovare un buon lavoro….
Arriva Marcia, la capocuoca, una donna sicura di sé, ma cordiale. Anche lei indossa il grembiule e
la crestina.
MARCIA
Ragazze, come state?
JULIA (timida)
Bene, grazie.
KHADIJA (entusiasta)
Bene, e lei?
MARCIA
Bene, grazie... e il vostro lavoro?...
JULIA
Aspettiamo la cottura delle nostre torte... manca poco...
MARCIA (un po' esaltata)
Siete state attente con le dosi? Se gli ingredienti stanno bene insieme... parlano tra loro...
JULIA
Parlano!?
MARCIA
Sì, in qualche modo parlano… le uova, per esempio, parlano con lo zucchero... il latte con la
farina... il cacao con il burro...
Mentre parla Marcia tocca gli ingredienti posti su un tavolo della cucina come fossero oggetti
preziosi.
KHADIJA
Scusi, signora...
MARCIA
Sìììì!
KHADIJA
(impertinente e ammirata)
Ma il lievito con chi parla?
MARCIA
Ma è ovvio... il lievito... (non sa che rispondere e prende tempo) il lievito... il lievito è come un
direttore d'orchestra... lui parla con tutti gli ingredienti...
JULIA (ripete fra sé)
Con tutti gli ingredienti.
Intanto, mentre le ragazze guardano intimidite la capocuoca, squilla il campanello del timer.
MARCIA (risoluta)
Ma noi parliamo troppo… Tiriamo fuori le torte... forza ragazze...
Titubanti Julia e Khadija aprono i loro rispettivi forni e tirano fuori le torte. Quella di Khadija è
perfettamente lievitata, alta bella, mentre quella di Julia è bassa, molliccia e cruda. Marcia tocca
la prima soffice e gonfia e fa un sorriso, poi passando alla seconda tortiera intinge il dito in quella
di Julia che guarda la sua torta esterrefatta.
JULIA
Ma dov’è l'errore?
Marcia con un gesto enfatico appoggia una mano al forno di Julia.
MARCIA
Semplice, risolto il mistero, il forno è freddo.
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Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale

Le parole dell'italiano: rivolgersi agli altri, lavorare, contare

Unità 2 - Livello A1
La torre dell’Orologio, lo Sferisterio, il rap di Fela: insomma è proprio un viaggio tutto musica e
ritmo quello che questa settimana i nostri amici hanno fatto a Macerata. Seguiamo un po’ il loro
esempio e occupiamoci della musica e del ritmo delle parole dell’italiano.
Intanto, avete sentito quante parole diverse Olga, Salif, Anna e Fela usano per rivolgersi agli altri?
Quando parlano fra di loro oppure con i loro amici, cioè con persone con cui sono in confidenza,
allora adoperano il tu e si chiamano per nome. Sentite cosa dice quella romanticona di Olga a Salif:
OLGA: Salif, amore, tu che dici?
E invece, come si rivolge a Fela Salif?
SALIF: Dai, Fela: io telefono, tu intanto vai a leggere come si chiama questa piazza…
Allora, tutti, in famiglia, adoperano il tu, che va bene per rivolgersi agli altri in modo informale, ma
se gli altri sono più di uno, allora dobbiamo adoperare il voi, che è una specie di somma: tu +
un’altra persona oppure tu + tante altre persone. Ne volete la prova? Ascoltate che cosa dice Olga ai
due ragazzi:
OLGA: Insomma, ragazzi: voi due siete troppo agitati.
Invece, quando i nostri amici parlano con persone che non conoscono, che non sono, o magari non
sono ancora, loro amici, parlano in modo formale, usano il lei e chiamano quella persona signore se
è un uomo e signora se è una donna.
SALIF: Buongiorno! Lei, signore, è il dottor Amanse?
DANIEL: Piacere signor Ba…
OLGA: Lei è la signora Santori?
Ma, a proposito… non devo dimenticare di dirvi che queste due parole, signore e signora, hanno
un uso un po’ particolare.
Intanto, si trovano prima del cognome: È lei la signora Santori? Poi, il maschile signore davanti al
cognome perde sempre la e, e diventa signor: Piacere, signor Ba.
Prima abbiamo visto che, quando parliamo a più amici o a più persone di famiglia, al posto del tu
adoperiamo il voi. Il voi è una forma tuttofare perché la adoperiamo anche nelle situazioni formali
quando parliamo a più persone a cui diamo il lei:
Quando Anna nella scuola di italiano incontra le studentesse che non conosce e dice:
ANNA: Voi, signore, siete contente di imparare l’italiano?
Devo avvertirvi poi che in alcune situazioni non adoperiamo signore e signora per parlare con
persone che non conosciamo, ma usiamo i titoli come avvocato, ingegnere, professoressa,
direttrice…. Di solito questi titoli si danno alle persone che sono andate all’università. Il titolo che
si usa più di tutti è dottoressa per la donna e dottore per l’uomo, proprio come dice Fela, quando
corregge lo zio Salif:
FELA: Zio, è dottore, il dottor Daniel Amanze
Ma passiamo a un altro argomento. Proprio la chiacchierata fra Olga, Salif e Daniel ci dà la
possibilità di imparare le forme del presente di un verbo che, sono sicuro, interessa un po’ tutti
quanti: il presente del verbo lavorare, uno di quelli che finiscono in –are.
Ascoltiamo che cosa dice uno dei nostri amici:
SALIF: Tu lavori solo qua all’Acsim?
Tu lavori: le tre persone singolari del presente di lavorare sono: lavoro, lavori, lavora. Come
lavorare funzionano quasi tutti i verbi italiani che all’infinito finiscono in –are, come per
esempio parlare, oppure cantare e ancora imparare:
io parlo, tu parli, lui o lei parla; io canto, canti, canta, imparo, impari, impara. A proposito di
imparare, l’ultima cosa che possiamo imparare oggi sono i numeri dell’italiano fino a dieci. Sarà
facilissimo impararli col rap di Fela, che ce li ha messi tutti in ordine e tutti insieme. Perciò, oggi
posso anche salutarvi a suon di musica:
Uno due tre e quattro
Allo stadio divento matto
Cinque sei sette e otto
Non ci vengo col cappotto
Nove e dieci, sai, mi piaci
Tu e io siamo felici…
Nella puntata di oggi abbiamo visto e sentito:
Le parole per rivolgersi agli altri: tu, lei, voi, signore, signora
I titoli: dottore, dottoressa, avvocato, ingegnere, direttrice
Le tre persone singolari del presente dei verbi in -are: lavoro, lavori, lavora
I numeri da uno a 10: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci

Per usare l'italiano: grazie, signore. Prego, signorina!

Unità 2 - Livello A1
Quando incontriamo una persona, dopo i saluti le domandiamo: Come stai? Come sta?

PAVEL Come stai, cara?


CASSIERE Oggi come sta?
Se le persone sono due o più di due, chiediamo: Come state?
GIUSEPPE Buongiorno, come state?
Come si risponde a queste domande gentili?
ANGEL Buongiorno, signor Kevin, come sta?
KEVIN Bene, grazie, e lei?
MARCIA Ragazze, come state?
JULIA Bene, grazie.
KHADIJA Bene, e lei?
Di solito diciamo: Bene, grazie. E tu?, oppure “Bene, grazie. E lei?”. Ma possiamo anche
rispondere: Abbastanza bene, oppure: benissimo; oppure: Molto bene, oppure: “Non c’è male”,
PAULINE No, no, sto abbastanza bene…
JULIA Benissimo, grazie.
PAVEL Molto bene, grazie.
ANGEL Non c’è male, cerco mettere di po’ d’ordine negli scaffali…
Attenzione: le domande sono gentili, le risposte sono gentili. Anche se stiamo male, rispondiamo
così. Invece, agli amici o alle persone di famiglia possiamo anche rispondere: “Non troppo bene”,
“Male”, “Malissimo”.
Prima abbiamo sentito tante volte la parola grazie. Diciamo grazie quando una persona dice o fa
una cosa gentile. A un grazie si risponde con un’altra parola gentile: prego.
GIUSEPPE Vuole una caramella?
PAULINE Sì, grazie.
GIUSEPPE. Prego.
Riprendiamo il verbo essere. Ecco le tre persone plurali del presente di essere: Siamo, siete, sono.
PAVEL Siamo in piedi da questa mattina.
KEVIN Ma… di solito siete due commessi nel negozio…
CASSIERE Loro sono Sophia Loren e Marcello Mastroianni.
Possiamo usare queste forme da sole, oppure possiamo usarle con i pronomi e dire noi siamo, voi
siete, loro sono, come dice il signore del cinema. Noi, voi, loro sono i pronomi personali plurali.
E adesso completiamo il presente di parlare: noi parliamo, voi parlate, loro parlano.
CASSIERE … ma noi parliamo troppo e il film inizia.
GIUSEPPE Anche voi al lavoro parlate molto?
KEVIN … in classe parlano spesso della Costituzione italiana.
Anche al plurale, tutti i verbi che finiscono in -are (come lavorare, portare, comprare, aspettare e
tanti altri) funzionano come parlare:
Noi lavoriamo, voi lavorate, loro lavorano. Noi portiamo, voi portate, loro portano.
Adesso, conosciamo tutto il presente di essere: io sono, tu sei, lui o lei è; noi siamo, voi siete, loro
sono. Conosciamo anche tutto il presente dei verbi in –are, come parlare: io parlo, tu parli, lui o lei
parla; noi parliamo, voi parlate, loro parlano.
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Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale

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