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ri6 in quanto nella legge speciale m a n c a „ #tT6 P' CASSAZ'°N E . Se,. ... 1 5
Hi deposito- C' ò ' nA r o c . c i v . , o comunque
tifi ca,od
' aii’art.5 28 c d , Oni
CU pres. D’ Aquino - Est. Ferrara
cef J b i l ità. Tale tesi sarebbe esatti *
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; ' d i ni 0 in ì "cioè i l richiamo delia 1 * X
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'a'tta fosse la Pf e n , e S r i’c o rso i n cassazione, avesse c a r a t t
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norme relat.ve al
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(unzione opp d nen
t all’art. 521 cod. an lr oVr( J S°.e 10
'l’iflter de u' azione revocatola, non fa usa
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Avesse fatto richramo solfa. p r oc
la aUd eStreml (1)
n e ià
com’essa si e®P c e . . « N o r m e v i g e n t i , q- S, °
sazion '
prescritto Pe r « E n o r m e , vigenti in materia compresa, a d e * (Omissis) Il fallimento aveva pr o p o s t o azi
£; dunque proc. civ. Invero la limitazione che B h nitido ''• " t a U i pagamenti eseguiti dal fallito, anteriore ’X
Sa di cui all art. 525 n a l e rilevanza che, S e 8, ' tf0
cos) ecceziO Ji f a l l i m e n t o , prima e dopo la cessazione de i Da ' a
opponenti vogliono e ist .b u i r e a) richiamo solo un cont e n u , tranne uno. L a corte d’appello, nella prima
lei in realt bc potuto esimerà! dal dtrlo nel modo pì °
tecnico tornale, ,e»‘"
chiaro e categorico. g) . opponen t i n ell’affermare non p o t e r s .
Sul terzo punto, c a m biario all’effetto in base al q u a | e . C r i t i c a della t e o r i a del giudicato implicito.
attribuire la naturai ingiuntivo, per esserne lo stesso d r
dr. Belli ha chieste i. girata p o s t e rjore alla s c a d e n z a i ria d e l l a cosa giudicata implicita si può intendere in due
Belli divenuto posse girata produttiva solo degli effetti La
.ferimento alla cosa giudicata sostanziale, risultante da una
t i - 0 c 0 '* ' r i v a d i m e r i t o ; o p p u r e con riguardo alla cosa giudicata for-
di cessone ordinaria (omissis).
"sefI te«za d e f ‘ n ‘ che dispiega, entro i l processo, una sentenza interi».
all’ efi‘ c a C l
3
"'fori - «lenificato, cosa giudicata implicita indica preclusione delle
fo U ra- cU
nel Pr l dedotte sebbene si potessero dedurre, nel giudizio che ap-
zione del 'eg ' ’ Xdi richiesi! a pena di nullità; e il le gisla °tor "
deposito Preiiminarc_ Q d .a g g l u n ger ciò nell’ ultimo periodo dell’art. 21 qu
esti° ni 3 sel
tenza definitiva. Pertanto il principio della cosa giudicata
aveva punto bl
g odò a" " e d a l l ’ a l t r o fondamentale criterio dell’ irrilevanza dell’iter
non n e ll’art. 15 dello stesso decreto che l a nul’.
c
come non I aveva citazione a comparlre ; dieci giornj plicita o n S .e dec isione, d o p o che questa ha acquistato forza di cosa giu-
entr0
lità dell opposi* , 1■* dal)a comparizione. Egli si salva, a questo formativ 0 della ìnsomma , dell’equivale nza giuridica di tutte le deci-
dicata. da' c r . e . d éntico il contenuto imperativo, benché esse siano giunte,
°- a tmeno dalla critica frequente di non essersi saputo esprimere.
u g " r d °rnèr oeréhè una delle prime applicazioni sioni, di cu* sta coman do, p e r diversa via. In questa prima configura-
Meglio cos , pere» una „ dell’art. 21 doveva esser
{ a lln formulazion giudicata implicita non ha molta utilità. Anzi
teoria
1 ziotte, l a ‘ s |ène « cosa giudicata implicita » si può dir qui corretta
— ““
Mario Ricca- Barberis nemmeno 1 esp r i s o l u z i o n e delle questioni non sollevate in giudi-
e precisa : nmt r i s o | U z j o n e di quelle effettivamente discusse; quanto
Prof. ord. nella R. Università di Torino
rio è impHctla g seC0|lde è s u p erfluo, come esame di cosa irri-
(1) Perettì Orivi, Il procedimento per ingiunzione nella legislazione Italiana, Torino, V esame delle P n pass ata in giudicato, che racchiude la pronun-
1938, n. 31, pag.232; Micali, Il procedimento per Ingiunzione e p e r convalida di sfratto, levattle, dopo l a sente. ,
Roma, 1937, parte La, art. 21, pag. 140, n. 2. , Cla sulla lite- teoria ln discorso è più comune, e, fino a un
(2) App. Torino, 22 e 19 aprile 1938, nella Giurisprudenza-Fo ro subalpino, LXXV(1938),
747 e 721 ; Trib. Locri, 28 dicembre 1937, in Olur. lt., XC (1938), 1, 2 , 1 9 2 ; A p p . Bologna, 19
V altra acce essa riguarda | e sentenze che non
luglio 1937, in Temi emiliana, XV (1938), 1, 2, 114. certo segno, p i u • interlocutor i e insomma. Unanimemente
pongono fine a a c a che avviata C on una di queste sentenze la riso-
9
Xe dTuna determinata questione, e passata l a sentenza in cosa giudt-
Aw. Prof. Francesco Carnelutti - Direttore responsabile
Selci Umbro, 1938 - X V I . — Soc. An. T i p . « P l i n i a n a » l938 . _ Rtv. d i dir. proc. do. - Num. 4 - ?■ H-
- 247 -
- 246 -
formale
tata ’ antecedente lotfco > di quella, che fon/''' '' .morto controverso presentava una fatti- . .
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ssa: CÌOè
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’ esistenza di più fatti ovvero dai!’ esigenza di
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HO parlato di concordia giurisprudenziale ; di questa concordia og11Uno
„za di taluni altri. Il giudicato interlocutorio avviava hL*
impii. feti elementi della fattispecie complessa. Ebbene-
può/convin ersi sfogliando
convincersi g i repertori, dove
d a d{;cìlle
la dottrina del giudicato
dl ma88lnle> parafra8i e
«uesto giudicato, fosse precluso il successivo esame circa r
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Partendo dall’indagine di talune fra queste applicazioni, resistenza degli a l t r i elementi della fattispecie, la giurispn- ®
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negativamente. ‘.se
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Ttm dal proposito di stabilire alcuni limiti della teoria, mi accorsi di
Xer muovere /questa una critica generate e comprensiva, che ne melte Cosi alla corte di cassazione (I), preceduta dalla corte <r
filano (2), è parso che l’ammissione di prore sul latto ccsbSTÌ *
in forse la stessa fondatezza in astratto.
diritto non impedisca nel seguito della causa la dimostra;'
estintivo del diritto medesimo, come la prescrizione. La cor
2. - Seguirò tuttavia il filo logico che mi trasse, per cammino indut-
Bologna (3) ritenne che la pronuncia interlocutoria sull’ bue-
tivo, dalla constatazione particolare alla conclusione generale. Avevo di-
contratto non faccia cosa giudicata sulla validità de! cer-
nanzi il seguente caso clinico. Un’ interlocutoria, divenuta irrevocabile, ave-
che dopo quella pronuncia, sia possibile far valere l’ invalidità del c-’ "
va ammesso una prova testimoniale sull’ esistenza d’un accordo di remissione
parziale di debito, fra il liquidatore d’ una cassa rurale e un ente debitore per mancanza dei poteri necessari a concluderlo. Ric-
di questa; riassunta l a causa dopo l’istruttoria, il patrocinio della cassa cone di cassazione, nella causa di responsabilità mossa all’
osservava che l ’ intesa, quando pure fosse esistita, sarebbe stata inefficace, delle strade ferrate da un privato, che era stato investito dal tra», ■ -
piazzale ferroviario dove era potuto entrare attraverso i cancelli Z-eW-r I
perchè priva dell’ autorizzazione ministeriale, di cui il liquidatore predetto
ritenne che la sentenza, la quale aveva ammesso prore per stabilire ”Z-
deve munirsi, per gli atti eccedenti l’ordinaria amministrazione, a norma
putabilità del guidatore del convoglio, non precise essiva isns-
dell’ art. 20 della legge 6 giugno 1932, n. 656, sull’ ordinamento delle casse
l o r i a intesa a dimostrare l’assenza d’un altre . a fattispecie,
rurali ed agrarie. Si poneva il quesito se quest’eccezione fosse preclusa
dal giudicato. Sembrava di poter argomentare cosi : dato che una sentenza ossia della colpa degli agenti ferroviari nell' aver lascialo i cancelli aperuML
ha ammesso prove sull’esistenza dell’accordo, questo è stato dunque rite- Infine, l a corte d’appello di Catania ( 5) stabili che. per .
Interlocutoria irrevocabile, ai fini dell’app i dr,
nuto, in astratto, efficace e rilevante, e una difesa diretta a dimostrare lo
opposto, ossia l’invalidità c inconcludenza dell’ accordo, non è ammissìbile. una prova circa pretese inadempienze contrattuali, non sia attuto predasi
Nonostante però l ’ esteriore semplicità di questo ragionamento, trovai che la questione dell’ esistenza d’ una clausola risolutiva espressa
esso velava un sofisma, giustamente evitato dalla giurisprudenza migliore
ecclesiastici, nel Foro it., 1938, 1, 252: qui citazioni relative . . - e A-xs-trùl.
in ipotesi analoghe (1).
anche se l'interlocutoria ammusiva di prove sull’esistenza dell? c c - v j . e -, .tsk* c x _ ...
Carattere comune a codesti altri casi giurisprudenziali era il seguente. .dicala rispetto alla questione dell* autorizzazione, la cosa gì ad cita «inei-ry s. . per
( 1 ) Nel caso specifico, credo che la cosa giudicata non Impedisse di far valere la man* mancanza dell* autorizzazione come fatto nuovo, successivo ah lotti
canza dell' autorizzazione al contratto anche per un altro motivo. L* autorizzazione, per quanto alla cosa giudicata, emanante da questa.
ritengo, non precede necessariamente l ' a t t o , per cui essa è prescritta, può anzi ventre dopo ( 1 ) Sentenza 31 maggio 1935, n . 2085, Rtp. Fara it , voce Cl»N gsadÀvfa daìr. a. Ut
del corpi morali e l'autorizzazione governativa, negli Studi di
l ' a t t o (clr. Forti, Oli acquisti (2) Sentenza 13 novembre 1934, Foro Lombardia, 310
diritto pubblico, 1937, 11, 47 ; di recente, il parere del Consiglio di Stato, 9 febbraio 1937, nella (3) Sentenza 28 agosto 1934, Temi emil., Xd.
Olur. lt., 1937, I I I , 161, e l a mia noia Acquisti non autorizzati d ' immobili da parte d ' e n t i (4) Sentenza IO aprile 1926, Foni ammiri, 128.
,(5) Sentenza 26 gennaio 1923, Rtp. Foro it., voce Cose giudicata « a
Ài
- 248 - - 249 -
dersi, che egh è, cioè, analfabeta? Disposta, con una sentenza interlocu-'
XTdaUa non decisa: quando la prima è tale che alla decisione d’es sa toria divenuta p o i irrevocabile, un’ indagine sulla questione dipendente non
n si s a potuto giungere, se non in quanto Sia stata incontroversa, o sia
si sarà, cosi, implicitamente risolta anche quella pregiudiziale?
stata almeno nella mente del giudicante, risoluta la seconda. « E necessario, Ma i n verità, non abbiamo, nelle ipotesi delineate, due questioni di
Xnna la corte di cassazione, che la decisione espressa presupponga con fatto distinte e interdipendenti; ma abbiamo la medesima questione con-
relazione logica e legale un’ altra decisione di altra questione della lite . (1). siderata i n due aspetti inscindibili. Negli esempi addotti, la questione non
Ma io osservo: tra due questioni di fatto, tra loro distinte, e rilevanti è già, se Caio si sia trovato nel luogo dove Tizio pretende che l’abbia dif-
risnetto al rapporto litigioso, corre una relazione che è sempre di coordi- famato, nè, rispettivamente, se Mevio sappia scrivere: questi sono dei dubbi
nazione che non ì mai di subordinazione dell’ una a l l ’ a l t r a : non è perciò solo indirettamente rilevanti nella controversia. La questione vera è solo
mai legittima in questo campo l’ applicazione della teoria del giudicato im- il punto incerto che sia immediatamente rilevante: la questione vera è, nel
plicito Due questioni che siano distinte sono per ciò stesso anche indipen- p r i m o caso, se Caio abbia leso con parole l’onore di Tizio ; nel secondo
denti Qui bisogna nettamente distinguere il profilo processuale del pro- caso, se M e v i o si sia obbligato verso Sempronio con scrittura privata. L’ in-
blema dal profilo di diritto sostanziale. Può essere che, dal punto di vista terlocutoria che dispone sulla questione direttamente rilevante non preclude
del diritto sostanziale, un elemento della fattispecie del rapporto giuridico il dubbio preliminare, anzi l o lascia aperto, in seno all’ indagine sulla
sovrasti gli altri elementi : nel processo peraltro, agli occhi del giudice, questione (1).
tutti gli elementi hanno la stessa importanza ; e l’ esistenza d’ ognuno di
essi è in egual grado requisito di fondatezza della domanda di merito. 3. — Bisogna studiare allora, se la teoria della cosa giudicata impli-
Dice bene la corte suprema che « d i regola non è prescritto un ordine le- cita abbia applicazione in altro campo, i n relazione a differenti nessi tra
gale nella cognizione delle questioni di merito » (2). Un esempio : è chiaro questioni controverse.
che, nella fattispecie complessa, risultante dal negozio stipulato sotto con-
dizione sospensiva e dalla condizione, valore predominante spetta all’ eie- (1) Unicamente distinguendo dalla questione, direttamente rilevante, fi dubbio solo media-
tamente rilevante, s i può evitare l o «sminuzzamento» e il dissolvimento del concetto di que-
(1) Sentenza 15 giugno 1936, Rep. Foro lt., voce detta, n. 70.
s t i o n e . In realtà, n o n solo le questioni che sorgono, ma anche quelle che possono sorgere net
(2) Sentenza ultima citata ; analogamente la sentenza annotata.
processo, sono in numero Unito : 1 semplici dubbi, Invece, possono essere Innumerevoli. Vedi
in senso divergente, Carnelutti, Capo di sentenza, in Rlv. dir. proc. civ., 1933, I, 122.
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(1) Vedi già Meneslrina, La pregludl'lali riti processo citile, 1904, 46.
(2) Il che è poi Inevitabile, quando I medeoiinl falli, su cui è conflitto, e che bisogna
d i merito
nppneu.e con f latruttoria, siano rilevanti rispello alla questione
della validi d contrailo fi
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adone processuale : si pensi al caso. In cui la discussione
competenza, nel contratto
«es., ZMlp nuuncllt 2 rifletta s u l quesito della validità della clausola derogatrice della
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■’ ■» . Pagg. 4-6. racchiusa.
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» presc ritto un ordin e legal e nella cogn ù » d*1 10 ; )
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abbia deciso affermativamente tutte
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caso *. noa qireai
vando nuove questioni di fatto, ossia adducendo la mancati*' . ' s °lle ’erto tit° 10
cambiano del quale i l possessore s’era valso, fos e quel me"
d allri
nienti integrativi della fattispecie del rapporto, o l a presenza dt ’ d e 5 imo e identico titolo t i cu uso doveva ritenersi illecito, non fosse più
Circos
lanzè possibile sollevar questione i n astratto sull’antigiuridleltà dell’uso de
questo bene possa essere un bene processuale : col che s’ accorcia Ja dista cambiale (2). La stessa corte gtudicò che, divenuta irrevocabile, in u
cala processuale e cosa giudicata sostanziale. Nel Chiovenda, e specialmén
C 9a
° K'udi causa d’ infortunio, una sentenza che aveva disposto un’ indagine per veri")
6 061 rece
Chiovenda, era invece molto evidente la tendenza a l i m i t a r e l a cosa giudi nt care l’esistenza d un fatto che doveva reputarsi «concausa., ossia motivo
8er,So
prio al campo del diritto sostanziale: il Chiovenda aveva persino ( i n Co ° di colpa concorrente da parte dell’infortunato, non fosse più consentito
giucl
elastine, Riv. It. scienze glur., 1933, 41) rettificato come « e r r o r e » r a ff e r ata e
rniaZÌOne de
di discutere sull’ appartenenza di quel fatto al concetto generale di con-
4.a ed., 1928, 913, «che l a cosa giudicata si produca anche p e r l e se . i Principi
cansa (3).
sull’ ammissibilità del mezzi di prova o su quelle eccezioni processuali
Queste massime sono molto esatte. Però non importano applicazione
temporanea esenzione dalla azione avversaria».
...... ...................................................................................... '
Ora, questo mutamento d i parere del Chiovenda segna u n della teoria del giudicato Implicito. Con la sentenza che ammise a prova
Passo avanti n <
regresso? Questo è un punto cruciale della teoria della c— -* dati fatti, l a questione giuridica, la questione insomma della rilevanza di
C0M giUdi 0
profonda investigazione, l o ho sostenuto l a concezione materiale della “'’. . '"erit«ebb" ’ ?’ uu «v ;" a quei fatti, è stata giudicata non implicitamente, ma esplicitamente : un giudi-
C Sa giudica
Natura della cosa giudicata, Riv. dir. proc. civ., 1935, 1, 215 segg ) ( | i . ° *a (conf zio, p i ù o meno motivato, a seconda della necessità e magari anche rapido
llnl
essere fortemente persuaso. Ciò non mi vieta d’inclinare a l l ’ o p i n i o n e rh ° “ ‘
le
e sintetico, sulla concludenza dei fatti, il decidente non può non aver for-
relative a questioni processuali siano capaci d i cosa giudicata soatnn,! i “ nChe
" M f O"n d o '««menu mulato, nell’atto di disporre un’ istruttoria su quei fatti medesimi. Altro è
ficaio della dottrina materiale è, che l a sentenza contenga u n redoli ’ f ’ 111
lvo
° C O S t i t u t—
signi- p o i i l veder, se la questione giuridica sia stata esaminala sotto ogni aspetto.
porto da essa accertato: se codesto rapporto è processuale la ‘ » w (jpl r Irv
costitutiva processuale. Che questuili™ efficacia operi, no’r ra „ | „ , e „ l e , , -™ “ Avverrà di frequente che non lo sia stata; che qualcuno dei dubbi parti-
processo (un eccezione vediamo nell’ art. 341 cod. proc civ ■ „ '. . .
ne
— l"’’ a "’»»>■«
m b i t o ,1 colari, proponibili rispetto alla questione giuridica, come parti o radici di
l ' a r t . M c o d . proc. pen. il Calamandrei, La Unlnta come Editata questa, non siano stati risolti, e magari nemmeno discussi.
Rlr —a ne|.
civ., 1938, I, 125-127) dipende non da una differenza di natura tra l <Ur. p nc Qui ritorna la distinzione fra dubbio e questione, fondamentale e già
slonl di diritto sostanziale, ma dalla differenza del rispetti "•tur. oJeHtra deci, i
U
prima accennata. Sarebbe sbagliato dire che i dubbi non risolti in modo
contengono l'accertamento di situazioni ewenzlalmente etri * Fr
“'■" ■■1Processuali
al,a,mo espresso, l o siano stati i n guisa Implicita. La verità è che quei dubbi non
1
vennero in essere. I n un nuovo processo, " o t r à p r o d " *
eMimere
’ IC8atC ’fei
i,On
la stessa: percih t. c 0 .a Oleata non ha giuoco e ’ ......... ’''. U a '
............
lenza 0 sulla capacità processuale non vincola i K | ù d l H , , "•'“Mon (1) Sent. 5 febbraio 1929, n. 524, Rep. Foro, voce Cosa giudicata civile, n. 20.
------- ne sull» conipe-
Ma, con quest, riserva, „„„ c ' è " d ' P r 0 " W ■>'
l (2) Sent. 5 novembre 1934, Temi em., 331.
posterlori.
ritti sostanziali e la cosa giudicati
8 d
“ On acco,,lu,,a r e l a (3) Sent. 9 novembre 1934, Ivi, 1935, 1. L a sentenza annotata trascura il criterio espresso
" ” “ l d m l l c q t„ B o p r a d | .
«lenza: per a„.u,i . " r ‘ „ Z *'< M. da tutta questa giurisprudenza, perchè ritiene non preclusa, dopo il giudicato interlocutorio
*«* Cogl P I O C e d c sulla questione di fatto relativa a l carattere fraudolento degli atti impugnati, la questione giu-
«H «u e ricomponendo poi
ridica, se siano atti revocabili I pagamenti, eseguiti con mezzi normali e fuori dal periodo
sospetto, d i crediti scaduti.
- 256 -
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