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ANTEAS APS Torino

Anna Cremonte Pastorello di Cornour,


Gianfranco Amprimo, Bepi Bertolino e Beppe Baffert
presentano

Seconda parte
Le Piazze e i Mercati
Tratto dal volume
Torino, città storicamente ricca di
produzione di cereali, di vino e di altre
derrate alimentari, disponeva di vaste
estensioni di prati e di pascoli adatti
all’allevamento del bestiame. Tali
produzioni erano superiori ai consumi della
sua popolazione e ciò ha comportato da
sempre lo sviluppo di vaste e varie aree
mercatali nella città.

A partire dalla seconda metà del Seicento,


l’espansione verso Porta Nuova, il Po e
verso Nord (in direzione di Rivoli), consentì
una diversificazione dei mercati già
esistenti.

Dalle prime aree di aggregazione


commerciale già attive e fiorenti nel XVI
secolo, partì la spinta verso aree mercatali
sempre più ampie capaci di dare migliore
risposta sia alla produzione che ai consumi.
Dalla metà del Seicento i mercati acquisirono una caratteristica di specificità sulle merci
vendute. Per comodità ogni piazza avrebbe venduto un po’ di tutto, ma in linea di massima
chi voleva comprare il vino doveva andare in piazza Carlina, i cereali in Piazza delle Armi
(San Carlo), frutta e verdura in Piazza delle Erbe (Palazzo di Città) e nella piazza “della
frutta” davanti alle Porte di Palazzo, polli e selvaggina di fronte al Duomo, olio d’oliva e
agrumi davanti a San Rocco nell’osteria del Gamellotto, legna e carbone nello spiazzo
davanti alla Cittadella, poi trasferito in piazza Castello e della Legna (attuale p. Solferino)
In ogni area si poteva entrare solo da
una certa porta e seguendo un
percorso che teneva conto sia delle
merci che venivano trasportate sia dei
carri che le trasportavano. Per evitare
che i carri congestionassero il traffico,
passare da una parte all’altra della
città era possibile solo girando attorno
alle mura. Inoltre non si potevano
consegnare merci a domicilio prima
della fine dei mercati. E per entrare
nella intricata e strettissima Città
Vecchia (quella che oggi corrisponde al
Quadrilatero) occorreva utilizzare carri
piccoli, carretti e carriole.
La presenza dei mercati a Torino
tra l’800 e il ‘900
Legenda

1818-1853 1853-1912 1912-1940

.
Nella rappresentazione della città i
Bamboccianti non potevano non
riportare, nelle loro opere,
i mercati con i loro personaggi.
E’ il viaggio a ritroso che vi proponiamo
con le prossime slides.
Fine 1900
INIZIAMO CON LA PIAZZA DELLA FRUTTA (ATTUALE PORTA PALAZZO)

“Contornata da grandi Fabbriche


con portici uniformi, disegno del
Cavaliere D. Filippo Juvarra vi si fa
il Mercato d’ogni sorta di frutti,
Pesci e Butiro all’ingrosso ed al
minuto. Da un lato di essa si
vendono li Panni lini usati, e nuovi”.

Correva l’anno 1753 e tal Gaspare


Craveri, nella sua “Guida de’
forestieri per la Real Città di Torino
così descriveva l’allora Piazza del
Mercato, il grande spazio pubblico
progettato, a partire dal 1716, sul
luogo esatto dal quale entrarono in
città nel settembre del 1706 il duca
Vittorio Amedeo II e il cugino
Eugenio di Savoia-Soissons, dopo la
vittoriosa battaglia contro i
Francesi.
Ricco di figure dagli sguardi spiritosi, scenette di genere e personaggi intenti a fare le
compere, il dipinto testimonia la ricchezza e la varietà sociale che era possibile
incontrare nella Torino dei Savoia, a testimonianza di come già nel Settecento Porta
Palazzo rappresentasse il cuore pulsante del mercato più importante della città.

Si vede in lontananza
la Torre Civica
che sarà distrutta nel
periodo napoleonico
Porta Palazzo oggi

L’attuale zona delle mercerie e dei fiori


corrisponde alla piazza rappresentata
nel quadro del Graneri
Pietro Maurizio Bolckman – Veduta del mercato in Piazza Castello
Guardiamo i particolari

La Via Nuova attuale Via Roma


(molto più larga del reale)
e a destra il Monviso?
E’ una rappresentazione
(sicuramente fantasiosa che ci
confonde); a destra vediamo il
Palazzo Reale e il Pavillon
(molto più in alto della realtà).
La cupola potrebbe essere
quella dalla Basilica
Mauriziana e il campanile di
San Lorenzo (?)
Giovanni Michele Graneri: «Mercato in Piazza della Armi» ora piazza San Carlo

Possiamo notare due grandi assenze: il Monumento a Emanuele Filiberto


e la facciata della Chiesa di San Carlo
Giochi e confidenze fra bambini La rissa e la guardia
Curiosità per un
occhio molto attento.
Gli spazi fra le
colonne del portico
furono riempite per
garantire la stabilità
Si ripete la scena dell’asino già dei palazzi
vista nel quadro sul
«Miracolo di Torino» e in fondo
«La Porta Nuova»
L'estrazione della lotteria in Piazza delle Erbe di
Giovanni Michele Granieri
Il Palazzo di Città ieri e oggi: nel ‘700 non c’era la statua del Conte Verde (I duji ch’a ruso)
Giovanni Michele Graneri: Mercato al Borgo del Pallone”

IL BALÔN IERI E OGGI


Giovanni Michele Graneri: Borgo Dora
Vi presentiamo alcuni
personaggi
dei mercati di cui
parleremo in modo
più approfondito
nella prossima Pillola
Alcuni testi e immagini sono state tratte da questi due volumi

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