Sei sulla pagina 1di 108

corso preparazione colloqui avviso incarichi funzione

16 dicembre 2022

1° parte:
- dal coordinamento agli incarichi di organizzazione;
- responsabilità dell’esercente le professioni sanitarie;
- leadership;
- sviluppo professionale;
L’ESERCIZIO PROFESSIONALE

gli assetti organizzativi nel passato …

per buona parte dell’800 l’assistenza era svolta da personale religioso;

nel marzo 1854 allo scoppio della guerra in Crimea alla Nightingale venne proposto di organizzare un gruppo di
infermiere e lavorare in ospedali militari. Alla Nightingale si devono le teorie del nursing, dell’ambiente e la
intuizione di una tecnica infermieristica che avesse propria autonomia in quanto diversa dalla disciplina medica;

la legge Crispi del 17 luglio 1890 trasformò le Opere Pie in Istituti pubblici di assistenza e beneficenza (Ipab), che
passarono sotto il controllo pubblico dei Comuni, attraverso le Congregazioni di Carità. La legge proibiva la
presenza del clero negli organi di gestione. Quindi definisce il superamento dell’assistenza legata a religiosi;
un ruolo di infermiere con mansioni direttive viene espresso nel Regio Decreto del 1925. Il decreto stabilisce che
l’Infermiere può e deve formarsi e seguire un apposito percorso che lo possa abilitare al ruolo delle Funzioni
Direttive («Presso le scuole-convitto può essere istituito un terzo anno di insegnamento per la abilitazione a
funzioni direttive.»);
il Regio Decreto 21 novembre 1929, n. 2330 dispone (art. 26) che nel percorso formativo dell’abilitazione a
funzioni direttive sia compresa “tecnica ospitaliera con speciale riguardo alle funzioni di caposala”;
L’ESERCIZIO PROFESSIONALE

di abilitazione a funzioni direttive si parla anche nel Regio Decreto n. 1265/1934 (Testo unico delle leggi sanitarie) in cui si
ribadisce (all’art. 135) la obbligatorietà della frequenza di un terzo anno in aggiunta ai due previsti per il conseguimento del
titolo;

l’ art.41 del D.P.R 27 marzo 1969, n.128 individua le mansioni del caposala:
• controlla e dirige il servizio degli infermieri e del personale ausiliario;
• controlla il prelevamento e la distribuzione dei medicinali, del materiale di medicazione e di tutti gli altri materiali in
dotazione ed è responsabile della tenuta dell'archivio;
• controlla la qualità e quantità delle razioni alimentari per i ricoverati e ne organizza la distribuzione;

il D.M. Sanità 8 febbraio 1972 ha modificato significativamente le disposizioni presenti nei Regi Decreti del 1925 e 1934:
“Modificazioni al programma del Corso AFD”. Il corso comprende anche materie a carattere giuridico-gestionale finalizzate
all’ottenimento della funzione direttiva;

un ulteriore sviluppo del ruolo di caposala si ha all’interno delle riforme che hanno portato poi alla stesura e all’approvazione
della Legge 833/78 (nascita del Sistema Sanitario Nazionale) le sue mansioni cambiano, gli vengono assegnate nuove
competenze, dirige il personale infermieristico e quello ad esso subordinato, coordina i prelievi e il controllo della terapia
farmacologica, gestisce i presidi medicali, gli archivi e le diete dei pazienti;
L’ESERCIZIO PROFESSIONALE

con il D.P.R. 761/1979 il personale con il ruolo di caposala è collocato nel Profilo Professione di Operatore Professionale
Coordinatore di prima categoria. I coordinatori assicurano il conseguimento degli obiettivi stabiliti dagli organi dell' unità
sanitaria locale e i relativi adempimenti da parte dei servizi, nel rispetto della autonomia degli stessi, ai coordinatori è
corrisposta una indennità nella misura stabilita dall'accordo nazionale unico;

il D.P.R. 821/1984 definisce la figura dell’operatore professionale coordinatore. Con questo decreto al coordinatore vengono
riconosciute capacità e competenze autonome professionali e manageriali, nonché attività didattiche finalizzate alla
formazione di infermieri;

il D.M. 13/09/1988 (cd decreto Donat Cattin) definisce gli standard ospedalieri per ogni singola specialità. Per ogni unità
operativa viene designato un coordinatore il quale non viene considerato come parte dell’organico e le sue mansioni sono
sempre meno collegate allo svolgimento delle attività assistenziali e sempre più orientate alla soluzione di problemi di
funzionamento dell’unità operativa. Al coordinatore vengono chieste sempre meno le competenze tecnico-specialistiche
favorendo il ruolo manageriale e di supervisione sulle attività di tirocinio e di formazione;
L’ESERCIZIO PROFESSIONALE

Legge 26 febbraio 1999, n. 42


Disposizioni in materia di professioni sanitarie
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 50 del 2 marzo 1999

• la denominazione di «professione sanitaria ausiliaria» è sostituita da «professione sanitaria» (il Regio Decreto 27 luglio 1934 n.1265
- Testo unico delle leggi sanitarie definisce «professione sanitaria ausiliaria» quella di infermiera diplomata, levatrice ed assistente sanitaria visitatrice);
• definizione del campo proprio di attività e di responsabilità delle professioni sanitarie (personale sanitario infermieristico, tecnico e
della riabilitazione, come definito all'art. 6, comma 3, del D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502), il campo è determinato:
• dai profili professionali;
• dagli ordinamenti didattici dei rispettivi corsi di diploma universitario e di formazione post-base;
• dai codici deontologici;
• fatte salve le competenze previste per le professioni mediche e per le altre professioni del ruolo sanitario;
• i diplomi conseguiti in base alla normativa precedente all’istituzione dei percorsi universitari, sono equipollenti ai fini
dell’esercizio professionale e dell'accesso alla formazione post-base;
• il coordinatore ha la responsabilità diretta per le attività cui è preposto e formula proposte operative per l’organizzazione
del lavoro nell’ambito dell’attività affidatagli;
• abrogazione il mansionario (D.P.R. 225 del 14 marzo 1975) ad eccezione della parte che riguarda l’infermiere generico;
LEGGE 26 FEBBRAIO 1999, N.42
“Disposizioni in materia di professioni sanitari
3 ATTI GUIDA 2 LIMITI
PROFILO PROFESSIONALE
Decreto ministeriale 14 settembre 1994, n. 739
Gazzetta Ufficiale 9 gennaio 1995, n. 6
Regolamento concernente l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’infermiere

Articolo 1
1. È individuata la figura professionale dell’infermiere con il seguente profilo: l’infermiere è l’operatore sanitario che, in
possesso del diploma universitario abilitante e dell’iscrizione all’albo professionale è responsabile dell’assistenza
generale infermieristica.
2. L’assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa è di natura tecnica, rela-zionale, educativa. Le
principali funzioni sono la prevenzione delle malattie, l’assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età e l’educazione
sanitaria.
3. L’infermiere:
a) partecipa all’identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività;
b) identifica i bisogni di assistenza infermieristica della persona e della collettività e formula i relativi obiettivi;
c) pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico;
d) garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche;
e) agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli altri operatori sanitari e sociali;
f) per l’espletamento delle funzioni si avvale, ove necessario, dell’opera del personale di supporto;
g) svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie pubbliche o private, nel territorio e nell’assistenza
domiciliare, in regime di dipendenza o libero-professionale;
4. L’infermiere
contribuisce alla formazione del personale di supporto e concorre direttamente
all’aggiornamento relativo al proprio profilo professionale e alla ricerca.

5. La formazione infermieristica post-base per la pratica specialistica è intesa a fornire agli infermieri
di assistenza generale delle conoscenze cliniche avanzate e delle capacità che permettano loro di
fornire specifiche prestazioni infermieristiche nelle seguenti aree:
a) sanità pubblica: infermiere di sanità pubblica;
b) pediatria: infermiere pediatrico;
c) salute mentale-psichiatria: infermiere psichiatrico;
d) geriatria: infermiere geriatrico;
e) area critica: infermiere di area critica

6. In relazione a motivate esigenze emergenti dal Servizio sanitario nazionale,potranno essere


individuate, con decreto del Ministero della sanità, ulteriori aree richiedenti una formazione
complementare specifica.

7. Il percorso formativo viene definito con decreto del Ministero della sanità e si conclude con il
rilascio di un attestato di formazione specialistica che costituisce titolo preferenziale per l’esercizio
delle funzioni specifiche nelle diverse aree, dopo il superamento di apposite prove valutative. La
natura preferenziale del titolo è strettamente legata alla sussistenza di obiettive necessità del servizio
e recede in presenza di mutate condizioni di fatto.
competenze extra profilo
D.P.R. 27/03/1992 (art. 10 «Il personale infermieristico professionale, nello svolgimento del servizio di
emergenza, può essere autorizzato a praticare iniezioni per via endovenosa e fleboclisi, nonché a
emergenza extraospedaliera svolgere le altre attività e manovre atte a salvaguardare le funzioni vitali, previste dai protocolli decisi
dal medico responsabile del servizio.»)

Linee guida Ministero della Sanità n.1/1996 («Al personale infermieristico è attribuita responsabilità
nell'ambito dei protocolli della Centrale e svolge funzioni di ricezione, registrazione e selezione delle
chiamate, determinazione dell'apparente criticità dell'evento segnalato, codificazione delle chiamate e
triage delle risposte secondo il sistema delle codifiche definito dal decreto del Ministro della sanità del 15
maggio 1992. Contestualmente, nelle situazioni critiche, consultano il medico assegnato alla centrale,
e gli forniscono gli elementi necessari ad assumere le decisioni negli interventi complessi,
mantenendo i collegamenti con il personale di bordo dei mezzi di soccorso.»)
Linee guida triage 25/10/2001 («L’ infermiere di Triage ha il compito di definire il livello di priorità alla
visita medica attraverso una prima valutazione del rischio, con il supporto di apposite scale,
esposizione a radiazioni ricercando i comportamenti che indicano che il minore deve essere trattato il più presto possibile.»)
ionizzanti D.Lgs. 26/05/2000 n.187 (comma 3, art. 5 «Gli aspetti pratici per l'esecuzione della procedura o di
parte di essa possono essere delegati dallo specialista al tecnico sanitario di radiologia medica o
all'infermiere o all'infermiere pediatrico, ciascuno nell'ambito delle rispettive competenze
professionali.»)
Centri Trasfusionali
D.P.C.M. 01/09/2000 («Svolge le funzioni infermieristiche inerenti la raccolta di sangue ed
emocomponenti, l'aferesi terapeutico, le vaccinazioni necessarie ai donatori e politrasfusi, l'attività
assistenziale in day-hospital, se previsto. Nell'ambito del day-hospital si rende inoltre garante
dell'igiene ambientale, dell'attivazione e gestione delle procedure di ammissione e dimissione degli
utenti, della verifica periodica della qualità. dell'assistenza e del grado di soddisfazione dei bisogni
utilizzo defibrillatori dell'utenza.»)

L. 15/03/2004 n. 69 (art. 1 «E' consentito l'uso del defibrillatore semiautomatico in sede intra ed
extraospedaliera anche al personale sanitario non medico,»)
CODICE DEONTOLOGICO
Testo approvato dal Consiglio Nazionale il 13 aprile 2019

DEONTOLOGIA: indica il complesso delle norme di comportamento che disciplinano


l’esercizio di una professione
SONO EMANATE DAGLI ORGANI RAPPRESENTATIVI DI UNA PROFESSIONE

- l’esposizione è sotto forma di articoli


- Un corpus di regole e di principi di autodisciplina.
- E’ un patto esplicito dei professionisti con la società
- Definisce le regole che orientano il professionista a svolgere “bene” la propria
professione.

PRECETTO EXTRAGIURIDICO (ovvero regole interne della categoria) efficacia interna


solo alla categoria
L’ESERCIZIO PROFESSIONALE

in base alla legge 10 agosto 2000, n. 251 (Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione,
della prevenzione nonché della professione ostetrica) la formazione post-base è SOLO in ambito universitario;

la legge 1 febbraio 2006 n. 43 (“disposizioni in materia di professioni infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico sanitarie
e del prevenzione”) istituisce gli ordini e gli albi per tutte le professioni sanitarie e ne sancisce l’obbligatorietà dell’iscrizione,
stabilisce inoltre che per l’accesso alla funzione di coordinamento è necessario il master di coordinamento. I professionisti
sanitari sono ripartiti in:
• professionista laureato;
• professionista specialista (con master);
• professionista coordinatore (con master in coordinamento o management o per le funzioni di coordinamento rilasciato
dall’università);
• professionista dirigente;
l'esercizio della funzione di coordinamento è espletato da coloro che sono in possesso dei seguenti requisiti:
a) master di primo livello in management o per le funzioni di coordinamento nell'area di appartenenza, rilasciato
dall‘università;
b) esperienza almeno triennale nel profilo di appartenenza.;
il certificato di abilitazione alle funzioni direttive nell'assistenza infermieristica, incluso quello rilasciato in base alla pregressa
normativa, è valido per l'esercizio della funzione di coordinatore;
L’ESERCIZIO PROFESSIONALE

dal punto di vista contrattuale ed economico, e quindi giuridico, il Coordinatore viene riconosciuto solo nel 2001 grazie
all’art.10 del secondo biennio economico 2000-2001 del CCNL 1998 -2001 del Comparto Sanità. A chi ricopre questo ruolo
viene riconosciuta una particolare indennità economica di funzione, che comprende:
• una parte fissa;
• una parte variabile (correlata al livello di complessità):
-grado di livello del coordinamento da effettuare (U.O./dipartimento/distretto ecc.);
-numero delle persone da coordinare negli specifici contesti di intervento;
-complessità della tecnologia utilizzata;
-presenza o meno di relazione complessa;

il coordinatore viene inquadrato al livello contrattuale in posizione D, per poi passare in posizione DS nel biennio economico
2002/2003 con il CCNL 2002-2005 (art. 19);

ai sensi del CCNL Sanità 2006-2009 il coordinatore è un professionista in possesso del master di primo livello in management
rilasciato dall’ università a cui viene riconosciuta autonomia responsabilità professionale con capacità organizzative proprie e
funzioni di direzione e coordinamento orientate ai bisogni e al diritto alla salute e sicurezza della persona assistita;
INCARICHI FUNZIONALI

• INCARICHI DI ORGANIZZAZIONE

• INCARICO PROFESSIONALE Concreta applicazione


della
Legge 1 febbraio 2006, n. 43
Contenuto e requisiti degli incarichi di funzione del per il personale del ruolo
sanitario e dei profili di collaboratore professionale assistente sociale e
assistente sociale senior
Incarico di organizzazione
• comporta l'assunzione di specifiche responsabilità nella gestione dei processi assistenziali
e formativi connessi all'esercizio della funzione sanitaria e socio sanitaria incarico di
organizzazione va graduata secondo i criteri di complessità definiti dalla
regolamentazione ogni singola azienda;
• la funzione di coordinamento previste dalla legge 43/2006 è confermata e valorizzata;
• per l'esercizio della sola funzione di coordinamento è necessario il possesso dei requisiti
di cui all'articolo 6 comma 4 e 5 della legge 43 del 2006;
• requisito richiesto per il conferimento di ulteriori incarichi di organizzazione è il possesso
di almeno 5 anni di esperienza professionale nella categoria D. La laurea magistrale
specialistica rappresentano l'elemento di valorizzazione ai fini dell'affidamento degli
incarichi di maggiore complessità;
Incarico professionale
• attuazione dell'art. 6 della legge 43 del 2006;
• può essere professionista specialista e professionista esperto;
• il requisito per il conferimento dell'incarico di professionista specialista e il
possesso del master specialistico di primo livello;
• il requisito per il conferimento dell'incarico di professionista esperto è
costituito dall'aver ha acquisito competenze avanzate tramite percorsi
formativi complementari regionali ed attraverso l'esercizio di attività
professionale riconosciute dalle stesse regioni;
• gli incarichi di organizzazione sono sovraordinati agli incarichi di
professionista specialista e di professionista esperto;
Istituzione e graduazione degli incarichi di funzione
• le aziende in relazione alle esigenze di servizio istituiscono con gli atti previsti
dagli stessi incarichi di cui e precedenti articoli nei limiti delle risorse
disponibili del fondo denominato condizioni di lavoro incarico (art 80);
• le aziende provvedono alla graduazione degli incarichi di funzione individuano
l'importo della relativa indennità entro il valore minimo e massimo;
• nella graduazione degli incarichi si dovrà tenere conto della dimensione
organizzativa di riferimento del livello di autonomia responsabilità della
posizione del tipo di specializzazione richiesta della complessità ed
implementazione delle competenze della rispetto agli obiettivi dell'azienda o
ente;
Conferimento, durata e revoca degli incarichi di funzione
• gli incarichi possono essere conferiti al personale inquadrato nella categoria D;
• sono conferibili anche il personale con rapporto di lavoro a tempo parziale
qualora il valore economico di tali incarichi sia definito in misura inferiore a €
3.227 con rideterminazione in proporzione alla durata della prestazione
lavorativa;
• le aziende formulano in via preventiva i criteri selettivi e le modalità per
conferire gli incarichi;
• gli incarichi sono attribuibili dall'azienda a domanda dell'interessato sulla base
di avvio della selezione;
• l’incarico è a termine tra un minimo di tre anni di un massimo di 5, gli incarichi
possono essere rinnovati previa valutazione positiva senza attivare la procedura
per una durata massima di 10 anni;
Conferimento, durata e revoca degli incarichi di funzione
• la revoca degli incarichi prima della scadenza può avvenire con atto scritto e
motivato per diversa organizzazione dell'ente derivante dalla modifica
dell'atto aziendale per valutazione negativa o anche per il venir meno dei
requisiti richiesti per l'attribuzione;
• la revoca comporta la perdita del trattamento economico accessorio alla
titolarità dello stesso, il dipendente resta comunque inquadrato nella categoria
di appartenenza e viene restituito alle funzioni del profilo di appartenenza;
• nel periodo di permanenza dell'incarico il dipendente può partecipare alle
selezioni per le progressioni economiche;
i contratti collettivi nazionali sanità
GLI INCARICHI

C.C.N.L. Sanità 2016-2018

C.C.N.L. Sanità 2019-2021


le modifiche della regolamentazione degli incarichi sono legate alla diversa classificazione del personale

C.C.N.L. Sanità 2016-2018 C.C.N.L. Sanità 2019-2021


è mantenuta la classificazione del personale esistente (CCNL (art. 15) il personale è ripartito in ruoli:
Sanità 1998-2001 e s.m.i.) in categorie: • sanitario;
• A; • sociosanitario;
• B/Bs; • amministrativo;
• C; • tecnico;
• D/Ds; • professionale;

(art. 15) il sistema di classificazione è articolato in aree, che corrispondono a


(art. 12) il personale è suddiviso in aree prestazionali : differenti livelli di conoscenze, abilità e competenze professionali:
• Area delle professioni sanitarie; • area del personale di supporto ;
• Area delle professioni socio-sanitarie; • area degli operatori;
• Area di amministrazione dei fattori produttivi; • area degli assistenti;
• Area tecnico-ambientale; • area dei professionisti della salute e dei funzionari;
• area del personale di elevata qualificazione ;
(art. 12) le aree sono configurate come aggregazioni di profili (art. 15) nell’ambito di ciascuna area sono individuati i profili professionali, da
aventi un carattere prestazionale intendersi come insiemi omogenei più specifici delle competenze professionali
proprie dell’area
C.C.N.L. Sanità 2019-2021
allegato A

RUOLI

sociosanitar amministrati professional


sanitario tecnico
io vo e

Coadiutore Operatore
Area del personale di supporto / /
amministrativo tecnico
/

Coadiutore Operatore
Operatore
Area degli operatori /
sociosanitario
amministrativo tecnico /
senior specializzato

Assistente
A Area degli assistenti / /
Assistente informatico/ Assistente
amministrativo Assistente dell’informazione
R tecnico
Specialista della
E Professioni sanitarie comunicazione
infermieristiche/ istituzionale/
E Area dei professionisti della salute e dei Professione sanitaria ostetrica/
Assistente
Collaboratore Collaboratore Specialista nei
Professioni sanitarie della amministrativo- tecnico rapporti con i
funzionari sociale
riabilitazione/ professionale professionale media- giornalista
Professioni sanitarie della pubblico/
prevenzione Assistente
religioso

Area del personale di elevata qualificazione stessi profili dell’area dei professionisti della salute e dei funzionari con l’aggiunta del suffisso “di elevata qualificazione”
C.C.N.L. Sanità 2016-2018 C.C.N.L. Sanità 2019-2021
Capo II Incarichi funzionali Capo III Sistema degli Incarichi

(art. 24) il sistema degli incarichi è costituito dalle tipologie di incarico,


dalla loro graduazione e dalle procedure di assegnazione

(art. 14) gli incarichi di funzione sono di due tipologie: (art. 24) gli incarichi sono di tre tipologie:
• incarico di organizzazione; a) incarico di posizione (personale area di elevata qualificazione);
• incarico professionale; b) incarico di funzione organizzativa (personale area dei professionisti della salute e dei
funzionari);

c) incarico di funzione professionale (personale area dei professionisti della salute e dei
funzionari, personale area degli assistenti e personale area degli operatori);

(art. 19) gli incarichi possono essere conferiti al personale inquadrato (art. 24) gli incarichi sono relativi al personale afferente alle seguenti
nella categoria D aree:
• area di elevata qualificazione;
• area dei professionisti della salute e dei funzionari;
• area degli assistenti;
• area degli operatori;
C.C.N.L. Sanità 2016-2018 C.C.N.L. Sanità 2019-2021
(art. 25) l’incarico di posizione è finalizzato ad assicurare lo svolgimento
di funzioni organizzative e professionali caratterizzate da livelli di
competenza e responsabilità professionale, amministrativa e gestionale
nonché autonomia, conoscenze e abilità particolarmente elevate, atte
ad organizzare e coordinare fattivamente l’attività propria e dei colleghi
in proficua collaborazione con i medesimi, anche in presenza di eventi
straordinari, costituendo il collegamento con i dirigenti di riferimento
C.C.N.L. Sanità 2016-2018 C.C.N.L. Sanità 2019-2021
(art. 24) gli incarichi sono così sovraordinati (art. 24):
(art. 16) gli incarichi di organizzazione relativi all’unità di appartenenza,
sono sovraordinati agli incarichi professionali • gli incarichi di posizione sono sovraordinati agli incarichi di funzione
organizzativa;
• gli incarichi di funzione organizzativa sono sovraordinati agli incarichi
di funzione professionale;

(art. 18) la sovraordinazione tra gli incarichi è determinata dal livello di (art. 24) la sovraordinazione interna alla singola tipologia incarichi di
funzione organizzativa e di funzione professionale è determinata dal
complessità connesso a ciascuno di essi secondo il modello organizzativo livello di complessità connesso a ciascun incarico secondo il modello
presente nell’Azienda o Ente organizzativo presente nell’Azienda o Ente

(art. 18) nella graduazione degli incarichi si dovrà, in ogni caso, tenere (art. 26) la graduazione degli incarichi di posizione è effettuata tenendo
conto della dimensione organizzativa di riferimento, del livello di conto dei seguenti fattori:
autonomia e responsabilità della posizione, del tipo di specializzazione • dimensione organizzativa di riferimento;
richiesta, della complessità ed implementazione delle competenze, della
• presenza di eterogeneità e dinamicità delle condizioni ambientali di riferimento;
valenza strategica rispetto agli obiettivi dell’Azienda o Ente
• grado di complessità, autonomia e responsabilità, anche amministrativa e gestionale, e controllo
secondo gli obiettivi di pertinenza dell’incarico oggetto di assegnazione;
• livello di governo dei processi nell’attività/servizio di riferimento;
• grado di competenza specialistico - funzionale o professionale;
• valenza strategica dell’incarico oggetto di assegnazione rispetto alla mission e agli obiettivi
propri dell’Azienda o Ente;
• affidamento di programmi di aggiornamento, tirocinio e formazione in rapporto alle esigenze
formative dell’Azienda o Ente;
C.C.N.L. Sanità 2016-2018 C.C.N.L. Sanità 2019-2021
(art. 19) l’incarico è a termine. L’Azienda o Ente sulla base delle proprie (art. 27) gli incarichi di posizione sono conferiti a tempo determinato ed
esigenze organizzative ne determina la durata tra un minimo di tre anni hanno una durata di cinque anni
e un massimo di cinque anni. Gli incarichi possono essere rinnovati,
previa valutazione positiva, senza attivare la procedura e di cui al (art. 27) gli incarichi di posizione possono essere rinnovati a seguito
comma 3, per una durata massima complessiva di 10 anni della valutazione positiva al termine dell’incarico unitamente all’assenza
di provvedimenti disciplinari negli ultimi due anni superiori alla multa
C.C.N.L. Sanità 2016-2018 C.C.N.L. Sanità 2019-2021
Art. 29 Contenuto e requisiti degli incarichi di funzione professionale

Gli incarichi di funzione professionale riguardano gli appartenenti ad una


delle seguenti aree:
• Area dei professionisti della salute e dei funzionari;
• Area degli assistenti;
• Area degli operatori.

Per gli appartenenti al Ruolo sanitario e sociosanitario sono previsti i


seguenti incarichi di funzione professionale:
• professionista specialista: possesso del master di primo livello per le
funzioni specialistiche secondo quanto disposto dall’art. 6 della Legge
n. 43/2006;
• professionista esperto: acquisizione di competenze avanzate tramite
percorsi formativi complementari individuati dall’Azienda o Ente;
• funzione professionale: 5 anni di esperienza professionale maturati
nel profilo di appartenenza.
C.C.N.L. Sanità 2016-2018 C.C.N.L. Sanità 2019-2021
Per gli appartenenti ai Ruoli amministrativo, professionale e tecnico è
previsto il seguente incarico di funzione professionale:
• funzione professionale: 5 anni di esperienza professionale maturati
nel profilo di appartenenza .

Per le aree degli assistenti e degli operatori: almeno quindici anni di


esperienza nel profilo di appartenenza, il titolo di abilitazione se
richiesto per l’esercizio della professione.
procedura conferimento incarichi di funzione
con la Determina 281/DG del 27/05/2019 è stato approvato il regolamento per il
conferimento, la valutazione e la revoca degli incarichi di funzione (area comparto CCNL
21/05/2018);

con la Determina 779/AV1 del 27/06/2022 è stato approvato il piano incarichi di funzione
dell’Area delle professioni sanitarie e dell’Area del servizio sociale professionale;

con Determina 1156/AV1 del 10/10/2022 è stato pubblicato l’avviso interno di conferimento
incarichi di funzione A2, con ammissione ed esclusione candidati e nomina commissioni;

con Determina 1227/AV1 del 02/11/2022 è stato pubblicato l’avviso di selezione interna di
conferimento di incarichi di funzione A3 afferenti all'Area delle professioni sanitarie e del
servizio sociale professionale dell’AV1;
regolamento ASUR (Determina 281/DG 27/05/2019)
articolo 1 - Definizione degli incarichi di funzione
• incarichi di organizzazione;
• incarichi professionali;

articolo 2 - Contenuto e requisiti degli incarichi di organizzazione


• è coinvolto il personale sanitario ed i collaboratori professionali assistenti sociali, nonché
il personale amministrativo, tecnico e professionale;
• la funzione di coordinamento (prevista dalla Legge 43/2006) rientra nella graduazione
degli incarichi di organizzazione;
• è richiesto il possesso di almeno 5 anni di esperienza nella categoria D;
• l’incarico di organizzazione a valenza Dipartimentale può ricomprendere la funzione di
coordinamento (Legge 43/2006);
regolamento ASUR (Determina 281/DG 27/05/2019)
articolo 3 - Contenuto e requisiti degli incarichi professionali
• è coinvolto il personale sanitario ed i collaboratori professionali assistenti sociali, nonché
il personale amministrativo, tecnico e professionale;
• è richiesto il possesso di almeno 5 anni di esperienza nella categoria D;
• è richiesto il possesso del master specialistico di 1° livello (nel caso dell’incarico di
professionista specialista);
• è richiesto il possesso di competenze avanzate o aver svolto attività professionali
riconosciute a livello regionale (nel caso dell’incarico di professionista esperto);
regolamento ASUR (Determina 281/DG 27/05/2019)
articolo 4 - Istituzione degli incarichi di funzione
• la Direzione Generale definisce l’assetto degli incarichi di funzione, tale assetto è
realizzato per il tramite delle Direzioni di Area Vasta;
• gli incarichi di funzione NON costituiscono posti di dotazione organica e SONO
modificabili (variazione organizzazione interna, diversa programmazione attività
istituzionali, processi di efficentamento, ecc.);
• gli incarichi di funzione sono graduati;
• nella graduazione degli incarichi di organizzazione si tiene conto dei seguenti parametri;
• rilevanza delle risorse umane assegnate e dei profili professionali direttamente gestiti o coordinati;
• dimensione organizzativa di riferimento;
• livello di autonomia e responsabilità dell’incarico;
• grado si specializzazione e professionalità richieste dai compiti affidati;
• complessità ed implementazione delle competenze attribuite;
• valenza strategica rispetto agli obiettivi dell’ASUR;
regolamento ASUR (Determina 281/DG 27/05/2019)
articolo 4 (continua)
• nella graduazione degli incarichi professionali si tiene conto dei seguenti parametri;
• dimensione organizzativa di riferimento;
• livello di autonomia e responsabilità dell’incarico;
• grado si specializzazione e professionalità richieste dai compiti affidati;
• complessità ed implementazione delle competenze attribuite;
• valenza strategica rispetto agli obiettivi dell’ASUR;
• alla graduazione degli incarichi di funzione corrisponde la differenziazione economica
della relativa indennità;
regolamento ASUR (Determina 281/DG 27/05/2019)
articolo 5 - Conferimento, durata e revoca degli incarichi di funzione
• possono essere conferiti anche al personale con rapporto di lavoro a tempo parziale;
• nel periodo di svolgimento dell’incarico l’operatore può partecipare ai bandi di
progressione;
• le diverse tipologie di incarico NON sono cumulabili tra loro;
• il conferimento di un incarico di funzione NON determina una progressione automatica di
carriera;
• gli incarichi di funzione, relativi all’assetto funzionale dell’Area Vasta, sono conferiti
tramite provvedimento del Direttore di Area Vasta, quelli relativi all’assetto funzionale
della Direzione Generale sono conferiti tramite provvedimento del Direttore Generale;
regolamento ASUR (Determina 281/DG 27/05/2019)
articolo 6 - Procedura di conferimento
• la Direzione di Area Vasta/Direzione Generale emettono gli avvisi;
• per ognuno degli incarichi gli avvisi descrivono:
• la tipologia di incarico (organizzazione/professionale);
• il peso ed il valore economico della indennità correlata;
• i contenuti, le funzioni e le responsabilità proprie di ognuno degli incarichi;
• gli incarichi di organizzazione riguardanti la sola funzione di coordinamento (Legge
43/2006) sono raggruppati per Area Vasta, ai relativi avvisi può partecipare il personale
appartenente all’Area Vasta;
• gli incarichi di organizzazione a valenza Dipartimentale/Macroarea/Area Professioni
Sanitarie nei quali sono ricomprese le funzioni di coordinamento (Legge 43/2006) sono
raggruppati per Dipartimento/Area, ai relativi avvisi può partecipare il personale
appartenente al Dipartimento/Area;
regolamento ASUR (Determina 281/DG 27/05/2019)
articolo 6 (segue)
• tutti gli altri incarichi sono raggruppati per Dipartimentale/Macroarea/Area Professioni
Sanitarie, nel caso di Unità Operative amministrative gli incarichi, non riguardanti funzioni
trasversali, sono raggruppati per Unità Operativa, ai relativi avvisi può partecipare il
personale appartenente al Dipartimento/Macroarea/Area/Struttura;
• la valutazione di candidati è demandata ad apposite commissioni:
• nel caso di incarichi relativi alla sola funzione di coordinamento (Legge 43/2006): Presidente della
Commissione è il Dirigente Professioni Sanitarie dell’area, Componenti sono 2 titolari di incarico di
funzione da almeno 3 anni;
• per tutti gli altri incarichi dell’Area Sanitaria: Presidente della Commissione è il Dirigente Professioni
Sanitarie dell’area, Componenti sono il Direttore del Dipartimento/Macroarea/Struttura dove è collocato
l’incarico ed un titolare di incarico di funzione da almeno 3 anni;
• per tutti gli altri incarichi dell’Area Tecnica: Presidente della Commissione è il Direttore del
Dipartimento/Macroarea/Struttura dove è collocato l’incarico, Componenti sono ed un Dirigente del ruolo
tecnico/professionale ed un titolare di incarico di funzione da almeno 3 anni;
• per tutti gli altri incarichi dell’Area Amministrativa: Presidente della Commissione è il Direttore del
Dipartimento/Macroarea/Struttura dove è collocato l’incarico, Componenti sono ed un Dirigente del ruolo
amministrativo ed un titolare di incarico di funzione da almeno 3 anni;
regolamento ASUR (Determina 281/DG 27/05/2019)
articolo 7 - Valutazione dei titoli e del colloquio
• la Commissione ha a disposizione 80 punti:
• 40 per i titoli di cui:
• professionali: max 25 punti;
• di studio, accademici, abilitazioni: max 7 punti;
• pubblicazioni: max 4 punti;
• corsi di formazione e aggiornamento: max 4 punti;
• 40 per il colloquio;
• il superamento del colloquio prevede di raggiungere un punteggio di almeno 24/40;
• la data ed il luogo del colloquio sono comunicati con almeno 15 giorni di anticipo;
• la graduatoria di merito ha durata biennale, nell’arco di questo tempo la graduatoria potrà
essere utilizzata per il conferimento di ulteriori incarichi che si rendessero disponibili, nel
caso di incarichi di funzione di nuova istituzione si dovrà procedere all’emissione di nuovi
avvisi, la graduatoria potrà essere utilizzata per conferire solo temporaneamente gli
incarichi di istituzione;
regolamento ASUR (Determina 281/DG 27/05/2019)
articolo 8 - Durata e conferimento dell’incarico
• gli incarichi di funzione sono conferiti dal Direttore di Area Vasta/Direttore Generale;
• gli incarichi di funzione sono a termine, la durata è stabilita dalla Direzione Generale, la
durata varia tra i 3 ed i 5 anni, possono essere rinnovati in caso di valutazione positiva, la
durata massima complessiva non può superare i 10 anni;
• la revoca prima della scadenza avviene con provvedimento motivato (diversa
organizzazione, venir meno dei requisiti, due valutazioni annuali negative, rinuncia
dell’interessato, passaggio al part time se il valore dell’indennità di incarico è di almeno
€3.227,85);
• il titolare di incarico collocato in aspettativa non retribuita conserva l’incarico fino alla
naturale scadenza, l’incarico potrà essere rinnovato in caso di rientro in servizio;
• il titolare di incarico collocato in aspettativa retribuita conserva l’incarico fino al rientro in
servizio ed ha diritto al rinnovo, qualora l’incarico scada nel periodi di assenza, purché la
valutazione dell’incarico sia stata fatta relativamente ad almeno una annualità;
regolamento ASUR (Determina 281/DG 27/05/2019)
articolo 9 - Incarichi temporanei
• un incarico temporaneo può essere conferito in caso di assenza di almeno sei mesi del
titolare;
• per il conferimento degli incarichi temporanei si utilizza la medesima graduatoria descritta
all’art. 7;
regolamento ASUR (Determina 281/DG 27/05/2019)
articolo 10 - Trattamento economico accessorio
• ai titolari di incarichi di funzione spetta l’indennità professionale specifica (per i profili per
i quali è prevista), la quota legata alla performance e la quota relativa alle particolari
condizioni di lavoro;
• l’indennità relativa agli incarichi di organizzazione assorbe, di norma, il compenso per
lavoro straordinario, però nel caso incarichi di organizzazione con indennità inferiori ad €
3.227,85 spetta il compenso per lavoro straordinario;
• di norma i titolari di incarichi di organizzazione non effettuano turni di pronta disponibilità,
fatto salvo per incarichi di organizzazione con indennità inferiori ad € 3.227,85;
regolamento ASUR (Determina 281/DG 27/05/2019)
articolo 11 - Valutazione degli incarichi di funzione
• la valutazione degli incarichi di funzione è prevista all’art. 20 del CCNL 21/05/2018;
• la valutazione è realizzata:
• annualmente;
• a fine incarico;
• la valutazione di fine incarico è finalizzata al rinnovo, alla revoca o all’affidamento di altri
incarichi;
• la valutazione annuale è effettuata dal Dirigente della struttura di concerto con il Dirigente
delle Professioni Sanitarie dell’area di riferimento;
• la valutazione di fine incarico è effettuata, in prima istanza, dal Dirigente della struttura di
concerto con il Dirigente delle Professioni Sanitarie dell’area di riferimento ed in seconda
istanza dal Collegio di Valutazione;
regolamento ASUR (Determina 281/DG 27/05/2019)
articolo 11 (segue)
• prima della scadenza dell’incarico il titolare deve presentare, al Direttore della struttura,
una dettagliata relazione sull’attività svolta e sui resultati conseguiti, il Direttore di
struttura invierà, prima della scadenza dell’incarico, questa relazione e la valutazione di
prima istanza al Collegio di Valutazione che potrà (indipendentemente dal fatto che la
valutazione di prima istanza sia negativa o positiva) confermare o riformare (fornendo la
motivazione) la valutazione di prima istanza;
• la valutazione positiva costituisce titolo per il rinnovo dell’incarico o per il conferimento di
altro incarico interno al Dipartimento/Macroarea/Struttura di appartenenza;
• in caso si prospetta una valutazione di fine incarico negativa il Collegio di Valutazione
convoca il titolare di incarico per un contraddittorio;
• la valutazione finale negativa, così come due valutazioni intermedie negative determinano
la revoca dell’incarico, il dipendente viene restituito alle funzioni del proprio profilo e per i
successivi due anni non potrà partecipare ad avvisi per incarichi di funzione;
regolamento ASUR (Determina 281/DG 27/05/2019)
articolo 12 - Indennità di coordinamento ad esaurimento
• ai Collaboratori Professionali Sanitari - Caposala (e non sanitari di altri profili, compresi
gli assistenti sociali, purché in categoria D) con reali funzioni di coordinamento al
31/08/2001 spetta in via permanente l’indennità di coordinamento prevista al comma 2, art.
10, CCNL 20/09/2001, la medesima indennità spetta anche dipendenti in categoria Ds;
• l’indennità di coordinamento è ad esaurimento ed è assorbita dall’indennità di incarico di
organizzazione;
regolamento ASUR (Determina 281/DG 27/05/2019)
articolo 13 - Norma transitoria
• gli incarichi di coordinamento e gli incarichi di posizione organizzativa attribuiti alla data di
sottoscrizione del CCNL del 21/05/2018, nonché gli incarichi relativi ad procedure avviate entro
la data di sottoscrizione del CCNL del 21/05/2018 restano in vigore fino al completamento delle
procedure di conferimento degli incarichi tramite il presente regolamento;
• I TITOLARI DI FUNZIONE DI COORDINAMENTO ALLA DATA DI ENTRATA IN VIGORE DEL
PRESENTE REGOLAMENTO, nell’ambito delle procedure di assegnazione di incarichi di
organizzazione per la sola funzione di coordinamento (Legge 43/2006), HANNO FACOLTA’ DI
ESPRIMERE OPZIONE, al momento di presentazione delle domande relative agli avvisi interni,
CON DIRITTO DI PRECEDENZA, ALL’ATTRIBUZIONE DELL’INCARICO IN CORSO DI
SVOLGIMENTO o in alternativa ad altro incarico, non è possibile esprimere questa opzione se
nel triennio precedente il dipendente ha riportato due valutazioni annuali negative;
• dalla data di conferimento degli incarichi di funzione cessano gli incarichi di coordinamento e
posizione organizzativa precedenti (fatta salva l’indennità di coordinamento ad esaurimento).
comma 1, art. 2, D.Lgs. 81/2008
PREPOSTO
«persona che, in ragione delle competenze professionali e
nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla
natura dell'incarico conferitogli, sovrintende alla attività
lavorativa e garantisce l'attuazione delle direttive ricevute,
controllandone la corretta esecuzione da parte dei
lavoratori ed esercitando un funzionale potere di
iniziativa»
art. 19, D.Lgs. 81/2008
obblighi del preposto

a) sovrintendere e vigilare sull'osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro obblighi di legge,
nonché delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di uso dei mezzi di
protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione e, in caso di
rilevazione di comportamenti non conformi alle disposizioni e istruzioni impartite dal datore di lavoro e
dai dirigenti ai fini della protezione collettiva e individuale, intervenire per modificare il comportamento
non conforme fornendo le necessarie indicazioni di sicurezza. In caso di mancata attuazione delle
disposizioni impartite o di persistenza dell'inosservanza, interrompere l'attività del lavoratore e
informare i superiori diretti;

b) verificare affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni accedano alle zone
che li espongono ad un rischio grave e specifico;

c) richiedere l'osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e
dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato e inevitabile, abbandonino il
posto di lavoro o la zona pericolosa;
d) informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa
il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione;

e) astenersi, salvo eccezioni debitamente motivate, dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro
attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave ed immediato;

f) segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le deficienze dei mezzi e delle
attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, sia ogni altra condizione di pericolo
che si verifichi durante il lavoro, delle quali venga a conoscenza sulla base della formazione ricevuta;

f-bis) in caso di rilevazione di deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e di ogni condizione di
pericolo rilevata durante la vigilanza, se necessario, interrompere temporaneamente l'attività e,
comunque, segnalare tempestivamente al datore di lavoro e al dirigente le non conformità rilevate;

g) frequentare appositi corsi di formazione secondo quanto previsto dall’art. 37;


«persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e
funzionali adeguati alla natura dell'incarico conferitogli, sovrintende alla attività
lavorativa e garantisce l'attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta
esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa»

è ben evidente che


il preposto dev’essere individuato tra chi,
per fini istituzionali, ha competenze in tema
di organizzazione del lavoro
la regolamentazione presso l’AV1
Determina N.1383/AV1 del 28/11/2018

“Regolamento aziendale gestione della sicurezza e tutela


della salute nei luoghi di lavoro: identificazione delle unità
produttive, dei dirigenti e dei preposti - Det.
n.278/ASURDG del 02/04/2012 e determina
n.597/ASURDG del 19/10/2018”
art. 5
“Di specificare che si intendono quali PREPOSTI ALLA
SICUREZZA dell’AV1, , i dipendenti con funzioni di
omissis

coordinamento che sovrintendono ad un settore, reparto,


servizio, ecc..., con funzioni di immediata supervisione del
lavoro e di diretto controllo sulle modalità esecutive della
prestazione. “
omissis
La responsabilità dell’esercente le
professioni sanitarie
un privato cittadino può incorrere in:

2 FONDAMENTALI RESPONSABILITA’

1. civile: qualunque fatto, doloso o colposo, che arreca ad altri un danno;


2. penale: se delinque, se ha un comportamento contrario alle norme penali;
RESPONSABILITÀ
PROFESSIONALE

il dipendente della pubblica amministrazione (non dirigente) nell’esercizio delle proprie


funzioni può incorrere in:

2 FONDAMENTALI RESPONSABILITA’

alle quali si aggiungono:


3. amministrativo-contabile: se arreca danno erariale alla PA;

4. disciplinare: se viola obblighi previsti dal CCNL, dalla legge o dal codice di comportamento;
RESPONSABILITÀ
PROFESSIONALE

il dipendente della pubblica amministrazione (dirigente) nell’esercizio delle proprie funzioni


può incorrere in:

2 FONDAMENTALI RESPONSABILITA’

alle quali si aggiungono:


3. amministrativo-contabile: se arreca danno erariale alla PA;

4. disciplinare: se viola obblighi previsti dal CCNL da legge o dal codice di comportamento;

5. dirigenziale: per chi non raggiunge i risultati posti dal vertice;


La RESPONSABILITÀ CIVILE

Forma di responsabilità che si traduce nel dovere di risarcire il danneggiato

Il diritto civile è un diritto privato

si pone come finalità la tutela degli interessi privati e la reintegrazione del


diritto leso

Uno stesso fatto può essere fonte sia di responsabilità civile che responsabilità penale
La RESPONSABILITÀ CIVILE
Sul piano normativo giurisprudenziale e dottrinale sono
state operate delle fondamentali distinzioni:

1- La responsabilità precontrattuale

2- La responsabilità extracontrattuale

3- Responsabilità contrattuale
La RESPONSABILITÀ CIVILE
La responsabilità precontrattuale
La fase preliminare alla stipulazione di un contratto è dominata dalle trattative e dallo scambio di proposte tra
le parti, tese al raggiungimento o meno di un accordo ovvero addirittura alla revocazione della proposta o
dell'accettazione prima della conclusione dello stesso, senza che a loro carico possano nascere specifiche
responsabilità.
Tuttavia, il legislatore al fine di garantire una tutela incisiva e puntuale anche nella fase delle trattative ha
previsto le specifiche disposizioni di cui agli artt. 1337 e 1338 c.c., che stabiliscono determinati obblighi a
carico delle parti nel processo di formazione del contratto, sanzionando gli eventuali comportamenti dolosi
o colposi posti in essere in violazione degli stessi. Tale tipo di responsabilità, relativa alla lesione dell'altrui
libertà negoziale, è denominata "precontrattuale".

la responsabilità precontrattuale indica la responsabilità per lesione della libertà negoziale altrui,
realizzata con un comportamento, diverso dai canoni di lealtà, correttezza e serietà, posto in essere
al momento delle trattative e della formazione del vincolo contrattuale.
La RESPONSABILITÀ CIVILE
La responsabilità extracontrattuale
detta "aquiliana" (dal nome della legge romana che disciplinò per prima la responsabilità ex delicto)
art. 2043 cc "qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto,
obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno".
(es. incidente stradale)

Nessun precedente vincolo


giuridico
Principio del nemidem ledere (principio
di non ledere i principi protetti)

è quella che consegue allorché un soggetto viola non già un dovere specifico, derivante da un preesistente rapporto
obbligatorio , bensì un dovere generico
La RESPONSABILITÀ CIVILE

elementi fondamentali per far sorgere la responsabilità extracontrattuale:


1- fatto illecito
2- danno ingiusto
3- nesso di causalità (giuridica e materiale) tra il fatto e il danno
4- la colpevolezza dell'agente
5- l'imputabilità del fatto lesivo
La RESPONSABILITÀ CIVILE
Responsabilità contrattuale

Art. 1218 c.c. "il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto
al risarcimento del danno se non prova che l'inadempimento o il suo ritardo è stato
determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non
imputabile".

RESPONSABILITA’ CONTRATTUALE
Nasce quando vi è una violazione di un preesistente specifico rapporto obbligatorio (es. contratto), ovvero
quando un rapporto obbligatorio contratto prima dell’evento di danno
La RESPONSABILITÀ CIVILE

onere della prova


Responsabilità extracontrattuale è a carico del danneggiato (attore) per la dimostrazione del fatto illecito in tutti
i suoi elementi, incluso l’atteggiamento soggettivo dell’autore (colpa o dolo). Si prescrive in 5 anni.

Responsabilità contrattuale l’onere della prova è invertito


Nella responsabilità contrattuale, trova applicazione il principio della presunzione della colpa, spettando
all'attore/creditore solo l'onere della prova dell'inadempimento e dell'entità del danno, mentre, di converso, al
debitore spetterà, per sottrarsi all'obbligo risarcitorio, dimostrare l'impossibilità sopravvenuta della prestazione
per cause a lui non imputabili. Si prescrive in 10 anni.

valutazione del danno


Responsabilità extracontrattuale - vanno risarciti tutti i danni siano essi prevedibili o non prevedibili
Responsabilità contrattuale quando non si ravvisi il dolo, sono da risarcire solo i danni prevedibili al momento in
cui è sorta l’obbligazione.
L’amministrazione dell’Azienda sanitaria risponde verso i pazienti per
responsabilità contrattuale

Il dipendente del SSN risponde verso l’amministrazione per responsabilità


contrattuale

Il dipendente del SSN risponde verso gli eventuali danni arrecati ai pazienti
per responsabilità extracontrattuale
La RESPONSABILITÀ CIVILE
c.c. 2236 se la prestazione implica la soluzione di problemi tecnici di speciale
difficoltà, il prestatore d’opera non risponde dei danni se non in caso di dolo o
colpa grave

La colpa COLPA LIEVE deriva dalla violazione della diligenza media


professionale
in campo
sanitario è
graduabile e si COLPA GRAVE compimento da parte del professionista di
divide in due un errore grossolano, dovuto specialmente alla violazione di
distinte regole fondamentali e alla mancata adozione delle attività
categorie precauzionali minime (colpa non scusabile)
Responsabilità penale (è una responsabilità personale, quindi ne risponde il singolo)

Il reato è un fatto giuridico umano (commissivo od omissivo) vietato


dall'ordinamento giuridico di uno Stato, cui si ricollega una sanzione penale

Elemento di un reato OGGETTIVO

1. Condotta azione oppure omissione di compiere un’azione

2. L’evento conseguenza di una condotta

3. Nesso di causalità rapporto necessario che deve intercorrere tra la condotta e l’evento
Responsabilità penale
A SECONDA DELLA VOLONTÀ DEL SOGGETTO SI DISTINGUE

Doloso: si caratterizza per la volontarietà della condotta offensiva e per la previsione di un evento dannoso

Preterintenzione o oltre l'intenzione, quando dall'azione od omissione deriva un evento dannoso o pericoloso
più grave di quello voluto dall'agente

Colposo o contro l'intenzione, quando l'evento, anche se preveduto, non è voluto dall'agente e si verifica a
causa:
1- Negligenza: compimento di una attività senza la dovuta attenzione, è l’atteggiamento di chi non compie
un’azione che invece avrebbe dovuto compiere;
2- Imperizia: si realizza quando un soggetto tiene una determinata condotta che presuppone la conoscenza di
regole tecniche non rispettate per incapacità od inettitudine tecnica o professionale (es: il giovane medico che
non si astiene dall’effettuare un intervento chirurgico al di là delle sue possibilità);
3- Imprudenza: si realizza quando un soggetto tiene una determinata condotta contraria alle regole sociali che
indicano i doveri di accortezza e di prudenza (es.: conducente di un veicolo che passa con il giallo e provoca un
incidente mortale), è l’atteggiamento di chi agisce in modo da mettere in pericolo sé stesso o gli altri mediante
un comportamento avventato e incosciente ;
RESPONSABILITA’ AMMINISTRATIVO-CONTABILE
è la responsabilità che ricade sul dipendente pubblico che attraverso il proprio
comportamento arreca un danno patrimoniale alla Pubblica Amministrazione,

ad esempio il dipendente sottoscrive un provvedimento che comporta utilizzo improprio di


fondi,

è accertata dalla Corte dei Conti, sono previsti due gradi di giudizio (1° e 2° grado);

questa responsabilità opera solo quando il comportamento è dettato da:


• dolo;
• colpa grave;
nei casi in cui il danno patrimoniale è stato provato ma il comportamento non è dettato da dolo o colpa grave si ha la responsabilità civile;
RESPONSABILITA’ DISCIPLINARE Art. 64 Obblighi del dipendente (CCNL)
Le violazioni da parte dei lavoratori, degli obblighi disciplinati all’art. 64:
a) collaborare con diligenza, osservando le norme del presente contratto, le disposizioni per
l'esecuzione e la disciplina del lavoro impartite dall'Azienda o Ente anche in relazione alle
norme vigenti in materia di sicurezza e di ambiente di lavoro;
b) rispettare il segreto d'ufficio nei casi e nei modi previsti dalle norme dell’ordinamento ai
sensi dell'art.24 della legge n. 241/1990;
c) non utilizzare a fini privati le informazioni di cui disponga per ragioni d'ufficio;
d) nei rapporti con il cittadino, fornire tutte le informazioni cui lo stesso abbia titolo, nel
rispetto delle disposizioni in materia di trasparenza e di accesso all'attività amministrativa
previste dalla Legge n. 241/1990
RESPONSABILITA’ DISCIPLINARE Art. 64 Obblighi del dipendente
e) rispettare l'orario di lavoro, adempiere alle formalità previste per la rilevazione delle
presenze e non assentarsi dal luogo di lavoro senza l'autorizzazione del dirigente o del
responsabile preposto;
f) durante l'orario di lavoro, mantenere nei rapporti interpersonali e con gli utenti condotta
adeguata ai principi di correttezza ed astenersi da comportamenti lesivi della dignità della
persona;
g) non attendere ad occupazioni estranee al servizio e ad attività che ritardino il recupero
psico-fisico nel periodo di malattia od infortunio;
h) eseguire le disposizioni inerenti l'espletamento delle proprie funzioni o mansioni che gli
siano impartite dai superiori;
i) vigilare sul corretto espletamento dell'attività del personale sottordinato ove tale compito
rientri nelle proprie responsabilità;
j) avere cura dei locali, mobili, oggetti, macchinari, attrezzi, strumenti ed automezzi a lui
affidati;
RESPONSABILITA’ DISCIPLINARE Art. 64 Obblighi del dipendente
k) non valersi di quanto è di proprietà dell'Azienda o Ente per ragioni che non siano di servizio;
l) non chiedere né accettare, a qualsiasi titolo, compensi, regali o altre utilità in connessione con la prestazione
lavorativa, salvo i casi di cui all’art. 4, comma 2 del D.P.R. n. 62/2013;
m) osservare scrupolosamente le disposizioni che regolano l'accesso ai locali dell'Azienda o Ente da parte del
personale e non introdurre, salvo che non siano debitamente autorizzate, persone estranee all'Azienda o Ente
stesso in locali non aperti al pubblico;
n) comunicare all'Azienda o Ente la propria residenza e, ove non coincidente, la dimora temporanea, nonché
ogni successivo mutamento delle stesse;
o) in caso di malattia, dare tempestivo avviso all'ufficio di appartenenza salvo comprovato impedimento;
p) astenersi dal partecipare all'adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere direttamente o
indirettamente interessi finanziari o non finanziari propri, del coniuge, di conviventi, di parenti, di affini entro
il secondo grado.
q) comunicare all’Azienda o Ente la sussistenza di provvedimenti di rinvio a giudizio in procedimenti penali.
RESPONSABILITA’ DISCIPLINARE
CCNL 2016/18 art. 65 Sanzioni disciplinari
Le violazioni da parte dei lavoratori, degli obblighi disciplinati all’art. 64 (Obblighi
del dipendente) danno luogo, secondo la gravità dell’infrazione, all’applicazione
delle seguenti sanzioni disciplinari previo procedimento disciplinare:
a) rimprovero verbale;

b) rimprovero scritto (censura);

c) multa di importo variabile fino ad un massimo di quattro ore di retribuzione;

d) sospensione dal servizio con privazione della retribuzione fino a dieci giorni;

e) sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da 11 giorni fino ad un massimo di sei mesi;

f) licenziamento con preavviso;

g) licenziamento senza preavviso;


CCNL 2016/18 art. 65 Sanzioni disciplinari
Sono altresì previste, dal D.Lgs. n. 165/2001, le seguenti sanzioni disciplinari:
a)sospensione dal servizio con privazione della retribuzione fino ad un massimo di quindici giorni, ai sensi dell’art.55-bis,
comma 7;
b)sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da un minimo di tre giorni fino ad un massimo di tre mesi, ai sensi
dell’art.55-sexies, comma 1;
c)sospensione dal servizio con privazione della retribuzione fino ad un massimo di tre mesi, ai sensi dell’art.55-sexies, comma
3

SANZIONE DEL RIMPROVERO VERBALE Il


responsabile della struttura presso cui presta servizio il
dipendente, previa audizione del dipendente a difesa sui l’autorità disciplinare competente per i
fatti addebitati, procede all’irrogazione della sanzione procedimenti disciplinari dei dipendenti e per le
del rimprovero verbale. L’irrogazione della sanzione forme e i termini del procedimento disciplinare
deve risultare nel fascicolo personale. trovano applicazione le previsioni art. 55-bis del D.
Lgs n. 165 del 2001.

SANZIONI SUPERIORI AL RIMPROVERO VERBALE il responsabile della struttura presso cui presta servizio il dipendente, segnala
immediatamente, e comunque entro dieci giorni, all’ ufficio procedimenti disciplinari (U.P.D.) i fatti ritenuti di rilevanza disciplinare di cui
abbia avuto conoscenza
Articolo 55-bis D. Lgs n. 165 del 2001
Forme e termini del procedimento disciplinare
4. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 55-quater, commi 3-bis e 3-ter, PER LE INFRAZIONI PER LE QUALI È PREVISTA
L'IRROGAZIONE DI SANZIONI SUPERIORI AL RIMPROVERO VERBALE, il responsabile della struttura presso cui presta servizio il
dipendente, segnala immediatamente, e comunque entro dieci giorni, all'ufficio competente per i procedimenti disciplinari i
fatti ritenuti di rilevanza disciplinare di cui abbia avuto conoscenza.
L’UPD , con immediatezza e comunque non oltre trenta giorni decorrenti dal ricevimento della predetta segnalazione, ovvero
dal momento della conoscenza dei fatti ritenuti di rilevanza disciplinare, provvede alla contestazione scritta dell'addebito
- convoca l'interessato, con un preavviso di almeno venti giorni, per l'audizione in contraddittorio a sua difesa.
- Il dipendente può farsi assistere da un procuratore ovvero da un rappresentante dell'associazione sindacale cui aderisce o
conferisce mandato. In caso di grave ed oggettivo impedimento, ferma la possibilità di depositare memorie scritte, il
dipendente può richiedere che l'audizione a sua difesa sia differita, per una sola volta.
- Salvo quanto previsto dall'articolo 54-bis, comma 4, il dipendente ha diritto di accesso agli atti istruttori del procedimento.
- L’ UPD conclude il procedimento, con l'atto di archiviazione o di irrogazione della sanzione, entro 120 giorni dalla
contestazione dell'addebito.
- Gli atti di avvio e conclusione del procedimento disciplinare, nonché l'eventuale provvedimento di sospensione cautelare del dipendente, sono
comunicati dall'ufficio competente di ogni amministrazione, per via telematica, all'Ispettorato per la funzione pubblica, entro venti giorni dalla
loro adozione. Al fine di tutelare la riservatezza del dipendente, il nominativo dello stesso è sostituito da un codice identificativo
Legge 8 marzo 2017 n. 24
conosciuta anche come legge Gelli-Bianco

Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e


della persona assistita, nonché in materia di
responsabilità professionale degli esercenti le
professioni sanitarie
Legge 8 marzo 2017 n. 24
focus:
• sicurezza delle cure e della persona assistita;
• modalità di gestione delle responsabilità professionale degli
esercenti le professioni sanitarie;

in estrema sintesi:
la legge mette in primo piano la sicurezza del paziente
affermando che questa sicurezza si realizza creando le condizioni
affinché i professionisti sanitari lavorino con serenità e
sottolineando l’importanza della prevenzione e della gestione del
rischio clinico
Legge 8 marzo 2017 n. 24
obiettivo:
realizzare un nuovo equilibrio tra sicurezza delle cure e limite al
contenzioso

questa legge si inserisce in un contesto nel quale sono aumentati


esponenzialmente i contenziosi, la spesa sanitaria, il costo delle polizze
assicurative per i sanitari e si è sempre più diffusa la cd medicina difensiva
Legge 8 marzo 2017 n. 24
Art. 1 Sicurezza delle cure in sanità
comma 1. La sicurezza delle cure è parte costitutiva del diritto alla salute ed è perseguita
nell'interesse dell'individuo e della collettività.
comma 2. La sicurezza delle cure si realizza anche mediante l'insieme di tutte le attività
finalizzate alla prevenzione e alla gestione del rischio connesso all'erogazione di prestazioni
sanitarie e l'utilizzo appropriato delle risorse strutturali, tecnologiche e organizzative.
comma 3. Alle attività di prevenzione del rischio messe in atto dalle strutture sanitarie e
sociosanitarie, pubbliche e private, è tenuto a concorrere tutto il personale, compresi i liberi
professionisti che vi operano in regime di convenzione con il Servizio sanitario nazionale.
Legge 8 marzo 2017 n. 24
Art. 2 Attribuzione della funzione di garante per il diritto alla salute al Difensore civico
regionale o provinciale e istituzione dei Centri regionali per la gestione del rischio sanitario
e la sicurezza del paziente.
comma 4. In ogni regione è istituito, con le risorse umane, strumentali e finanziarie
disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico della
finanza pubblica, il Centro per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente,
che raccoglie dalle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private i dati regionali sui
rischi ed eventi avversi e sul contenzioso e li trasmette annualmente, mediante procedura
telematica unificata a livello nazionale, all'Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla
sicurezza nella sanità, di cui all'articolo 3.
Legge 8 marzo 2017 n. 24
Art. 3 Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità
comma 1. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Ministro della
salute, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province
autonome di Trento e di Bolzano, è istituito, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, presso
l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS), l'Osservatorio nazionale delle buone pratiche
sulla sicurezza nella sanità, di seguito denominato «Osservatorio».
comma 2. L'Osservatorio acquisisce dai Centri per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del
paziente, di cui all'articolo 2, i dati regionali relativi ai rischi ed eventi avversi nonché alle cause, all'entità,
alla frequenza e all'onere finanziario del contenzioso e, anche mediante la predisposizione, con l'ausilio
delle società scientifiche e delle associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie di cui
all'articolo 5, di linee di indirizzo, individua idonee misure per la prevenzione e la gestione del rischio
sanitario e il monitoraggio delle buone pratiche per la sicurezza delle cure nonché per la formazione e
l'aggiornamento del personale esercente le professioni sanitarie.
comma 4. L'Osservatorio, nell'esercizio delle sue funzioni, si avvale anche del Sistema informativo per il
monitoraggio degli errori in sanità (SIMES), istituito con decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle
politiche sociali 11 dicembre 2009, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 8 del 12 gennaio 2010.
Legge 8 marzo 2017 n. 24
Art. 4 Trasparenza dei dati
comma 2. La direzione sanitaria della struttura pubblica o privata, entro sette giorni dalla
presentazione della richiesta da parte degli interessati aventi diritto, in conformità alla disciplina
sull'accesso ai documenti amministrativi e a quanto previsto dal codice in materia di protezione
dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, fornisce la
documentazione sanitaria disponibile relativa al paziente, preferibilmente in formato elettronico;
le eventuali integrazioni sono fornite, in ogni caso, entro il termine massimo di trenta giorni dalla
presentazione della suddetta richiesta. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della
presente legge, le strutture sanitarie pubbliche e private adeguano i regolamenti interni adottati
in attuazione della legge 7 agosto 1990, n. 241, alle disposizioni del presente comma.
comma 3. Le strutture sanitarie pubbliche e private rendono disponibili, mediante pubblicazione
nel proprio sito internet, i dati relativi a tutti i risarcimenti erogati nell'ultimo quinquennio,
verificati nell'ambito dell'esercizio della funzione di monitoraggio, prevenzione e gestione del
rischio sanitario (risk management) di cui all'articolo 1, comma 539, della legge 28 dicembre
2015, n. 208, come modificato dagli articoli 2 e 16 della presente legge.
Legge 8 marzo 2017 n. 24
Art. 5 Buone pratiche clinico-assistenziali e raccomandazioni previste dalle linee guida
comma 1. Gli esercenti le professioni sanitarie, nell'esecuzione delle prestazioni sanitarie
con finalità preventive, diagnostiche, terapeutiche, palliative, riabilitative e di medicina
legale, si attengono, salve le specificità del caso concreto, alle raccomandazioni previste
dalle linee guida pubblicate ai sensi del comma 3 ed elaborate da enti e istituzioni pubblici e
privati nonché dalle società scientifiche e dalle associazioni tecnico-scientifiche delle
professioni sanitarie iscritte in apposito elenco istituito e regolamentato con decreto del
Ministro della salute, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della
presente legge, e da aggiornare con cadenza biennale. In mancanza delle suddette
raccomandazioni, gli esercenti le professioni sanitarie si attengono alle buone pratiche
clinico-assistenziali.

N.B. L’OBBLIGO DI ATTENERSI ALLE LINEE GUIDA OVVERO ALLE BUONE PRATICHE
ASSISTENZIALI È ORA SANCITO DALLA LEGGE
Legge 8 marzo 2017 n. 24
Art. 6 Responsabilità penale dell'esercente la professione sanitaria
comma 1. Dopo l'articolo 590-quinquies del codice penale è inserito il seguente: «Art. 590-
sexies (Responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario). - Se i fatti
di cui agli articoli 589 e 590 sono commessi nell'esercizio della professione sanitaria, si
applicano le pene ivi previste salvo quanto disposto dal secondo comma. Qualora l'evento
si sia verificato a causa di IMPERIZIA, la punibilità è esclusa quando sono rispettate le
raccomandazioni previste dalle linee guida come definite e pubblicate ai sensi di legge
ovvero, in mancanza di queste, le buone pratiche clinico-assistenziali, sempre che le
raccomandazioni previste dalle predette linee guida risultino adeguate alle specificità del
caso concreto». 2. All'articolo 3 del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con
modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, il comma 1 è abrogato.
Legge 8 marzo 2017 n. 24
Art. 7 Responsabilità civile della struttura e dell'esercente la professione sanitaria
comma 1. La struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata che, nell'adempimento
della propria obbligazione, si avvalga dell'opera di esercenti la professione sanitaria, anche
se scelti dal paziente e ancorché non dipendenti della struttura stessa, risponde, ai sensi
degli articoli 1218 e 1228 del codice civile, delle loro condotte dolose o colpose.
comma 3. L'esercente la professione sanitaria di cui ai commi 1 e 2 risponde del proprio
operato ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile, salvo che abbia agito nell'adempimento
di obbligazione contrattuale assunta con il paziente. Il giudice, nella determinazione del
risarcimento del danno, tiene conto della condotta dell'esercente la professione sanitaria ai
sensi dell'articolo 5 della presente legge e dell'articolo 590-sexies del codice penale,
introdotto dall'articolo 6 della presente legge.
Legge 8 marzo 2017 n. 24
Art. 7 Responsabilità civile della struttura e dell'esercente la professione sanitaria (segue)
comma 4. Il danno conseguente all'attività della struttura sanitaria o sociosanitaria, pubblica
o privata, e dell'esercente la professione sanitaria è risarcito sulla base delle tabelle di cui
agli articoli 138 e 139 del codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7
settembre 2005, n. 209, integrate, ove necessario, con la procedura di cui al comma 1 del
predetto articolo 138 e sulla base dei criteri di cui ai citati articoli, per tener conto delle
fattispecie da esse non previste, afferenti alle attività di cui al presente articolo.
comma 5. Le disposizioni del presente articolo costituiscono NORME IMPERATIVE ai sensi
del codice civile.

N.B. LE AZIENDE SANITARIE PUBBLICHE E PRIVATE NON POSSONO ASSUMERE


PERSONALE SANITARIO CON ACCORDI CHE PREVEDONO DEROGHE A QUANTO
DISPOSTO DA QUESTO ARTICOLO, COSI’ COME NON E’ POSSIBILE VINCOLARE
L’EROGAZIONE DI UNA PRESTAZIONE SANITARIA ALL’ACCETTAZIONE DEL PAZIENTE DI
RINUNCIARE ALLE TUTELE DI QUESTO ARTICOLO
Legge 8 marzo 2017 n. 24
Art. 8 Tentativo obbligatorio di conciliazione
comma 1. Chi intende esercitare un'azione innanzi al giudice civile relativa a una controversia di
risarcimento del danno derivante da responsabilità sanitaria è tenuto preliminarmente a
proporre ricorso ai sensi dell'articolo 696-bis del codice di procedura civile dinanzi al giudice
competente.
comma 2. La presentazione del ricorso di cui al comma 1 costituisce condizione di procedibilità
della domanda di risarcimento. E' fatta salva la possibilità di esperire in alternativa il
procedimento di mediazione ai sensi dell'articolo 5, comma 1-bis, del decreto legislativo 4 marzo
2010, n. 28. In tali casi non trova invece applicazione l'articolo 3 del decreto-legge 12 settembre
2014, n. 132, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 novembre 2014, n. 162.
L'improcedibilità deve essere eccepita dal convenuto, a pena di decadenza, o rilevata d'ufficio
dal giudice, non oltre la prima udienza. Il giudice, ove rilevi che il procedimento di cui all'articolo
696-bis del codice di procedura civile non è stato espletato ovvero che è iniziato ma non si è
concluso, assegna alle parti il termine di quindici giorni per la presentazione dinanzi a se'
dell'istanza di consulenza tecnica in via preventiva ovvero di completamento del procedimento.
Legge 8 marzo 2017 n. 24
Art. 9 Azione di rivalsa o di responsabilità amministrativa
comma 1. L'azione di rivalsa nei confronti dell'esercente la professione sanitaria può essere
esercitata solo in caso di dolo o colpa grave.
comma 2. Se l'esercente la professione sanitaria non è stato parte del giudizio o della
procedura stragiudiziale di risarcimento del danno, l'azione di rivalsa nei suoi confronti può
essere esercitata soltanto successivamente al risarcimento avvenuto sulla base di titolo
giudiziale o stragiudiziale ed è esercitata, a pena di decadenza, entro un anno dall'avvenuto
pagamento.
comma 3. La decisione pronunciata nel giudizio promosso contro la struttura sanitaria o
sociosanitaria o contro l'impresa di assicurazione non fa stato nel giudizio di rivalsa se
l'esercente la professione sanitaria non è stato parte del giudizio.
comma 4. In nessun caso la transazione è opponibile all'esercente la professione sanitaria
nel giudizio di rivalsa.
Legge 8 marzo 2017 n. 24
Art. 10 Obbligo di assicurazione
comma 1. Le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private devono essere
provviste di copertura assicurativa o di altre analoghe misure per la responsabilità civile
verso terzi e per la responsabilità civile verso prestatori d'opera, ai sensi dell'articolo 27,
comma 1-bis, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla
legge 11 agosto 2014, n. 114, anche per danni cagionati dal personale a qualunque titolo
operante presso le strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche e private, compresi coloro
che svolgono attività di formazione, aggiornamento nonché di sperimentazione e di ricerca
clinica. La disposizione del primo periodo si applica anche alle prestazioni sanitarie svolte
in regime di libera professione intramuraria ovvero in regime di convenzione con il Servizio
sanitario nazionale nonché attraverso la telemedicina. Le strutture di cui al primo periodo
stipulano, altresì, polizze assicurative o adottano altre analoghe misure per la copertura
della responsabilità civile verso terzi degli esercenti le professioni sanitarie anche ai sensi e
per gli effetti delle disposizioni di cui al comma 3 dell'articolo 7, fermo restando quanto
previsto dall'articolo 9. Le disposizioni di cui al periodo precedente non si applicano in
relazione agli esercenti la professione sanitaria di cui al comma 2.
Legge 8 marzo 2017 n. 24
Art. 10 Obbligo di assicurazione (segue)
comma 3. Al fine di garantire efficacia alle azioni di cui all'articolo 9 e all'articolo 12, comma
3, ciascun esercente la professione sanitaria operante a qualunque titolo in strutture
sanitarie o sociosanitarie pubbliche o private provvede alla stipula, con oneri a proprio
carico, di un'adeguata polizza di assicurazione per colpa grave.
Legge 8 marzo 2017 n. 24
Art. 10 Obbligo di assicurazione (segue)
comma 6. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, da emanare entro centoventi giorni dalla data di
entrata in vigore della presente legge, di concerto con il Ministro della salute e con il Ministro dell'economia e delle
finanze, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province
autonome di Trento e di Bolzano, sentiti l'IVASS, l'Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (ANIA), le
Associazioni nazionali rappresentative delle strutture private che erogano prestazioni sanitarie e sociosanitarie, la
Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, le Federazioni nazionali degli ordini e
dei collegi delle professioni sanitarie e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative delle categorie
professionali interessate, nonché le associazioni di tutela dei cittadini e dei pazienti, sono determinati i requisiti
minimi delle polizze assicurative per le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private e per gli esercenti le
professioni sanitarie, prevedendo l'individuazione di classi di rischio a cui far corrispondere massimali
differenziati. Il medesimo decreto stabilisce i requisiti minimi di garanzia e le condizioni generali di operatività
delle altre analoghe misure, anche di assunzione diretta del rischio, richiamate dal comma 1; disciplina altresì le
regole per il trasferimento del rischio nel caso di subentro contrattuale di un'impresa di assicurazione nonché la
previsione nel bilancio delle strutture di un fondo rischi e di un fondo costituito dalla messa a riserva per
competenza dei risarcimenti relativi ai sinistri denunciati. A tali fondi si applicano le disposizioni di cui all'articolo
1, commi 5 e 5-bis, del decreto-legge 18 gennaio 1993, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
1993, n. 67.
Legge 8 marzo 2017 n. 24
Art. 13 Obbligo di comunicazione all'esercente la professione sanitaria del giudizio basato
sulla sua responsabilità
comma 1. Le strutture sanitarie e sociosanitarie di cui all'articolo 7, comma 1, e le imprese
di assicurazione che prestano la copertura assicurativa nei confronti dei soggetti di cui
all'articolo 10, commi 1 e 2, comunicano all'esercente la professione sanitaria
l'instaurazione del giudizio promosso nei loro confronti dal danneggiato, entro
quarantacinque giorni dalla ricezione della notifica dell'atto introduttivo, mediante posta
elettronica certificata o lettera raccomandata con avviso di ricevimento contenente copia
dell'atto introduttivo del giudizio. Le strutture sanitarie e sociosanitarie e le imprese di
assicurazione entro dieci giorni comunicano all'esercente la professione sanitaria, mediante
posta elettronica certificata o lettera raccomandata con avviso di ricevimento, l'avvio di
trattative stragiudiziali con il danneggiato, con invito a prendervi parte. L'omissione, la
tardività o l'incompletezza delle comunicazioni di cui al presente comma preclude
l'ammissibilità delle azioni di rivalsa o di responsabilità amministrativa di cui all'articolo 9.
Legge 8 marzo 2017 n. 24
Art. 15 Nomina dei consulenti tecnici d'ufficio e dei periti nei giudizi di responsabilità
sanitaria
comma 1. Nei procedimenti civili e nei procedimenti penali aventi ad oggetto la
responsabilità sanitaria, l'autorità giudiziaria affida l'espletamento della consulenza tecnica
e della perizia a un medico specializzato in medicina legale e a uno o più specialisti nella
disciplina che abbiano specifica e pratica conoscenza di quanto oggetto del procedimento,
avendo cura che i soggetti da nominare, scelti tra gli iscritti negli albi di cui ai commi 2 e 3,
non siano in posizione di conflitto di interessi nello specifico procedimento o in altri
connessi e che i consulenti tecnici d'ufficio da nominare nell'ambito del procedimento di cui
all'articolo 8, comma 1, siano in possesso di adeguate e comprovate competenze
nell'ambito della conciliazione acquisite anche mediante specifici percorsi formativi.
Legge 8 marzo 2017 n. 24
Art. 16 Modifiche alla legge 28 dicembre 2015, n. 208, in materia di responsabilità
professionale del personale sanitario
comma 1. All'articolo 1, comma 539, lettera a), della legge 28 dicembre 2015, n. 208, il
secondo periodo è sostituito dal seguente: «I verbali e gli atti conseguenti all'attività di
gestione del rischio clinico non possono essere acquisiti o utilizzati nell'ambito di
procedimenti giudiziari».
LA LEADERSHIP
Utilizzo delle proprie capacità per attivare le potenzialità di altre persone affinché diano il
meglio di sé nell'organizzazione per la quale lavorano
LEADERSHIP E MANAGEMENT
Va intesa come complementare al management

Entrambi sono essenziali nell'azione organizzativa

la leadership non può semplicemente delegare alla gestione manageriale; invece di distinguere i
manager dai leader, dovremmo vedere i manager come leader e la leadership come una buona gestione
manageriale
LEADERSHIP E MANAGEMENT

Esercitare il management significa gestire , dare Leadership significa condurre , portare avanti (es. una
continuità e stabilità riducendo l'incertezza che
puntando a mettere ordine in un sistema innovazione insieme alle persone coinvolte , vedendo in
organizzativo complesso e potenzialmente esse una risorsa nel loro mondo emozionale una fonte di
disordinato
energia)
AZIONI MANAGERIALI:
- analisi dei problemi
- presa di decisioni L'essenza della leadership sta sostanzialmente in due
SCOPO: Adottare strategie e procedure che rendano dimensioni la VISIONE e la capacità di ACCENDERE GLI
la struttura organizzativa razionale , efficiente e
stabile ANIMI
LEADERSHIP E MANAGEMENT

LEADER MANAGER
- occupa una posizione di autorità formalmente
- non ha necessariamente una nomina ufficiale conferita riconosciuta
- riesce a far mettere in atto le sue decisioni nella - ha l'autorità autorità di far mettere in atto le sue
misura in cui gli altri sono disposti ad accettarle decisioni
- influenza gli altri verso la realizzazione degli - responsabile della pianificazione , predetermina
obiettivi in modo formale e informale politiche , norme procedure per conseguire risultati del
- e disposto ad assumere rischi interessato a servizio
esplorare nuove strade - tende a mantenere una struttura razionale , stabile ,
- si relaziona con gli altri sul piano personale in ordinata e controllata
maniera tendenzialmente empatica - si relaziona con gli altri sulla base del proprio ed è il
- si ritiene gratificato dalle proprie realizzazioni loro ruolo
- può essere o non essere altrettanto bravo come - si ritiene gratificato dal conseguimento dei fini
manager istituzionali
- può essere o non essere altrettanto bravo come leader
STILI (modo abituale di comportarsi) DI LEADERSHIP
• autoritario-coercitivo
• paternalistico prescrittivo
• affiliativo-direttivo
• democratico non vi sono stili giusti o sbagliati in assoluto ,
ma stili più adatti e meno adatti per le varie
• trascinatore - coinvolgente
situazioni, e dimensioni potenzialmente
• allenatore (coach)
efficaci e inefficaci in ogni stile
• permissivo - orientato alla delega

Stili dominanti
Stili secondari (usati solo in determinate circostanze)
LA LEADERSHIP SITUAZIONALE
• Non esiste una forma unica ottimale da ritenere applicabile a tutte le
situazioni
• Necessità di comportamenti direzionali differenti a seconda del differente
grado di maturità dei collaboratori
Distingue nello stile direzionale due dimensioni:
1. dimensione strumentale (attiene ai COMPITI del gruppo): il leader spiega ai collaboratori quali sono gli
obiettivi da conseguire e le attività da svolgere, le modalità di azione, gli standard o le norme cui attenersi
e così via;
2. dimensione espressiva (attiene alla RELAZIONE all’interno del gruppo): il leader comunica con i
collaboratori e offre loro un supporto emozionale, li ascolta, gli spiega il perché delle proprie emozioni,
ecc.;
LA LEADERSHIP SITUAZIONALE
alto compito/bassa relazione
è l'orientamento del leader, che mediante una comunicazione a una sola via
(dall'alto verso il basso), afferma, da disposizioni precise e dettagli sui compiti
e sulle modalità e i tempi del loro svolgimento, preoccupandosi poco delle
relazioni interpersonali ho dandone per scontata l'adeguatezza;

alto compito/alta relazione


è una modalità che se applicata adeguatamente garantisce da parte del capo
una chiara e compiuta definizione dei compiti del gruppo e mediante una
comunicazione a due vie che fornisce un supporto emozionale ai suoi
componenti;
LA LEADERSHIP SITUAZIONALE
alta relazione/basso compito
il leader (in particolare quello democratico) da per scontato che i collaboratori
abbiano le competenze necessarie per lo svolgimento dei compiti, si riserva
quindi soprattutto il ruolo di facilitatore che sviluppa una comunicazione a due
vie, rafforza la fiducia in l'autostima dei collaboratori e ne sviluppa le capacità
e la motivazione;

bassa relazione/basso compito


l'applicazione efficace di questa modalità si attua con la delega, grazie alla
quale il gruppo è libero di assumere decisioni, mentre il capo attua solo una
supervisione generale e limita all'essenziale le proprie interazioni sociali;
LA LEADERSHIP TRASFORMATIVA
Il suo ruolo acquista un valore particolare nei momenti di discontinuità,
trasformazione e riorganizzazione, in queste situazioni, la sua funzione è quella
di vedere il cambiamento e il suo impatto orientare il gruppo all'accettazione
di nuovi assetti organizzativi, riconoscendo che l'abbandono dei vecchi modelli
di comportamento può generare meccanismi di resistenza.
LA LEADERSHIP TRASFORMATIVA

principali caratteristiche
- avere una chiara visione della struttura organizzativa e del suo
funzionamento congruente con la visione aziendale e alimentata dalla
tensione verso un futuro migliore rispetto ad oggi;

- sostenere il personale mentre realizza il processo di cambiamento


utilizzando meccanismi operativi coerenti fornendogli stimoli intellettuali
che incoraggino la creatività e l'adozione di comportamenti nuovi;
EMPOWERMENT
il termine empowerment indica un processo di crescita, sia dell’individuo sia del
gruppo, basato sull'incremento dell’autostima, dell’autoefficacia e
dell'autodeterminazione così da far emergere risorse latenti e portare
l'individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale. In italiano
termini simili possono essere "valorizzazione", "potenziamento" o
"riqualificazione" o "responsabilizzazione"

può essere tradotto con favorire l'acquisizione di potere o rendere abili e


capaci di
EMPOWERMENT
Una pratica sistematica dell'empowerment richiede:
- da un lato, a tutti i livelli manageriali, coordinatori e dirigenti che abbiano una
visione globale ma sappiano anche fissare obiettivi precisi, abbiano un sicuro
ascendente sui collaboratori, sappiano comunicare e insegnare, creando un
clima di partecipazione, serenità e aiuto reciproco e dando al personale
sostegno e sicurezza;
- dall'altro, collaboratore disposti alla sperimentazione al cambiamento, prima
di tutto a passare da un'ottica di mero esecutore ad un'ottica di professionista
che lavora per processi, vuole fornire un'assistenza appropriata e sicura, in
linea con l'evoluzione delle best practice
Sviluppo professionale

definizione di competenze:
• COMPETENZE DI BASE;
• COMPETENZE TECNICO-PROFESSIONALI;
• COMPETENZE TRASVERSALI;
Sviluppo professionale
Il capitale umano ha acquisito una maggiore importanza per lo sviluppo
dell'organizzazione da quale ha interesse a fargli acquisire governare applicare
un patrimonio di conoscenze sempre più vasto per operare in modo efficace
ed efficiente in un ambiente soggetto a continue rapidi cambiamenti

Si deve passare ad una logica basata sulle mansioni ad una logica basata
sulle competenze

passare dalle competenze di ruolo alle competenze di processo

È necessario quindi un impegno costante all'apprendimento in particolare


attraverso l’esperienza
Sviluppo professionale
management delle competenze:
1 INDIVIDUAZIONE DELLE COMPETENZE attraverso l'analisi delle richieste
ambientali a partire dal piano sanitario nazionale regionale, quindi
identificare le competenze che professionisti devono possedere per
realizzare alle performance che l'organizzazione si attende;
2 traduzione delle competenze individuate in comportamenti osservabili
(definizione di indicatori);
3 realizzazione dei una mappatura per la rilevazione delle competenze
esistenti (mappando le core competences mediante strumenti come
questionari di vario tipo interviste esercizi di gruppo e altri);
Sviluppo professionale
Management delle competenze
4 gestione delle competenze due sottofasi diagnosi e sviluppo:
4.1 DIAGNOSI il censimento delle competenze possedute permette il confronto con le
competenze definite come necessarie, si individua categoria per categoria la distanza
da colmare;
4.2 SVILUPPO
- pianificazione di percorsi formativi;
- incontri fra manager per la diffusione a discussione dei risultati ottenuti da alcuni
best performer;
- il Servizio delle Professioni Sanitarie potrebbe diffondere documenti o newsletter
che informino regolarmente sulle esperienze significative di acquisizione
consolidamento che applicazione di competenze professionali all'interno
dell'organizzazione;
Sviluppo professionale
Competenze manageriali:
1 consapevolezza organizzativa, costruzione di relazioni, capacità tecnico
professionali e manageriali;
2 capacità di persuasione ed influenza verso la tensione al risultato;
3 cooperazione, saper lavorare in gruppo, pensiero analitico, iniziativa;
4 sviluppo dei collaboratori;
5 fiducia in sé, assertività, attitudine al comando, leadership di gruppo,
ricerca di informazioni, pensiero concettuale.
Sviluppo professionale
Competenze manageriali
la gestione manageriale si impara sul campo, attraverso le sfide e le
esperienze, è opportuno che la formazione non sia solo in aula, ma
appunto sul campo, traendo significato e riflettendo sull'esperienza, in
modo solitario o insieme ad altri manager;

Potrebbero piacerti anche