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Matematica finanziaria

Dispensa per l’Università Parthenope


Corso Economia Aziendale
Lezioni private: +39 371 428 8416
SOMMARIO
Formulario ................................................................................................................................... 2
FUNZIONE VALORE E GRANDEZZE FONDAMENTALI ..................................................................... 5
I REGIMI FINANZIARI ..................................................................................................................... 8
TASSI EQUIVALENTI ..................................................................................................................... 10
INTENSITÀ ISTANTANEA .............................................................................................................. 12
LE OBBLIGAZIONI......................................................................................................................... 12
RENDITA ...................................................................................................................................... 14
IL PIANO DI AMMORTAMENTO................................................................................................... 16
TASSO INTERNO DI RENDIMENTO .............................................................................................. 20
ARBITRAGGIO E I SUOI TEOREMI ................................................................................................ 22
LA LEGGE DEL PREZZO UNICO ..................................................................................................... 22
TEOREMA DI DECRESCENZA RISPETTO ALLA SCADENZA ............................................................ 24
TEOREMA DI INDIPENDENZA DALL’IMPORTO ............................................................................ 25
TEOREMA DI LINEARITÀ DEL PREZZO .......................................................................................... 26
CONTRATTI FORWORD ................................................................................................................ 27
TEOREMA DEI PREZZI IMPLICITI .................................................................................................. 28
LA STRUTTURA PER SCADENZA A PRONTI E A TERMINE ............................................................. 29
METODI PER LA COSTRUZIONE DELLA STRUTTURA PER SCADENZA .......................................... 33
1. IL TASSO DI PARITÀ.......................................................................................................... 33
2. LA MISURAZIONE DELLA STRUTTURA PER SCADENZA COME PROBLEMA DI ALGEBRA
LINEARE ................................................................................................................................... 35
DURATION ................................................................................................................................... 36
LISTA DI ESERCIZI ..................................................................................................................... 39

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Formulario
Interesse ∆𝑾(𝒕) = 𝑾 (𝒕 + 𝝉) − 𝑾(𝒕)

Tasso Di Interesse ∆𝐖(𝐭)


𝒋=
𝐖(𝐭)

Fattore Di 𝐖(𝐭 + 𝛕)
Capitalizzazione 𝒎=
𝐖(𝐭)

Fattore Di Sconto 𝐖(𝐭)


𝒗=
𝐖(𝐭 + 𝛕)

Tasso Di Sconto ∆W(t)


𝒅=
𝑾(𝒕 + 𝝉)

Intensità Di Interesse 𝒋
𝒚=
𝛕

Ris 𝑊(𝑡) = 𝑆. (1 + 𝑖. 𝑡)

Ric 𝑊(𝑡) = 𝑆(1 + 𝑖)𝑡

Tassi Equivalenti Per 𝒊 = 𝒎∗𝒊𝒊


RIS 𝒎

𝒊
𝒊𝒊 =
𝒎 𝒎

Tassi Equivalenti Per 𝒊 = (𝟏 + 𝒊 𝒊 )𝒎 -1


𝒎
RIC
𝟏
𝒊 𝒊 = (𝟏 + 𝒊)𝒎 -1
𝒎

Intensità Istantanea 𝑖
Se è RIS: 𝛿 = 1+𝑖𝑡
Se è RIC: 𝛿(𝑡) = log (1 + 𝑖)
a figurato m al tasso i −𝑚
1 − (1 + 𝑖)
am¬i =
𝑖

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Rendita Immediata 𝑅 ∗ 𝑎𝑚¬𝑖


Posticipata:

𝑅 ∗ am¬i ∗ (1 + i)
Rendita Immediata
Anticipata
Rendita Perpetua 𝑅
Posticipata 𝑖

𝑅
(1 + 𝑖)
𝑖
Rendita Perpetua
Anticipata
Rendita Temporanea 𝑅 ∗ am¬i ∗ (1 + 𝑖)−𝑛
Differita Posticipata

Rendita Perpetua 𝑅
∗ (1 + 𝑖)−𝑛
Differita Posticipata 𝑖

Rendita Temporanea 𝑅 ∗ (1 + 𝑖)−𝑛 ∗ am¬i ∗ (1 + i)


Differita Anticipata

Rendita Perpetua 1
𝑅 ∗ (1 + 𝑖)−𝑛 ∗ + 1
Differita Anticipata 𝑖
𝑚
Impostazione
Elementare 𝑆 = ∑ 𝐶𝑘
𝑘=1

𝑛
Impostazione
Finanziaria ∑ 𝑅 ∗ (1 + 𝑖)−𝑘 = 𝑆
𝑘=1

Teorema Di 𝒗 (𝒕, 𝒔′ ) > 𝒗(𝒕, 𝒔′′ ), 𝒕 ≤ 𝒔′ < 𝒔′′


Decrescenza Rispetto
Alla Scadenza

Teorema Di 𝑽 (𝒕, 𝒙𝒔) = 𝒙𝒔 𝒗 (𝒕, 𝒔)


Indipendenza
Dall’importo
𝑚
Teorema Di Linearità
Del Prezzo 𝑉(𝑡, 𝑥) = ∑ 𝑥𝑘 𝑣( 𝑡, 𝑡𝑘 )
𝑘=1

Teorema Dei Prezzi 𝑣 (𝑡 , 𝑠)


Impliciti 𝑣( 𝑡, 𝑇, 𝑠) = 𝑑𝑜𝑣𝑒 𝑡 ≤ 𝑇 ≤ 𝑠
𝑣 ( 𝑡, 𝑇 )

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Tassi Per La 1
1 𝑘
Struttura A Scadenza 𝑖(𝑡, 𝑡𝑘 ) = −1
𝑣(𝑡, 𝑡𝑘 )

Tasso Di Parità 𝐼 ̅ 1 − 𝑣(𝑡, 𝑡 + 𝑚𝜏)


=
𝐶 ∑𝑚 𝐾=1 𝑣(𝑡, 𝑡 + 𝑘𝜏)

Equazione Di 1 − 𝑝𝑘 ∑𝑘−1
𝑗=1 𝑣(𝑡, 𝑡 + 𝑗)
Bootstrap 𝑣(𝑡, 𝑡 + 𝑘) =
1 + 𝑝𝑘

Duration Titolo

𝑛
Duration Portafoglio 𝛼𝑗 𝑉(𝑡; 𝑥𝑗 )
𝐷(𝑡, 𝑧) = ∑ ∗ 𝐷(𝑡; 𝑥𝑗 )
𝑉(𝑡; 𝑧)
𝑗=1

Duration Tcf 𝑉(0; 𝐼) 𝐶𝑣(0, 𝑚)


𝐷(0; 𝑥) = 𝐷(0; 𝐼) +𝑚
𝑉(0; 𝑥) 𝑉(0; 𝑥)

Duration perpetua 1+𝑖


𝑖
Semielasticità −𝐷(𝑡; 𝑥).

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MATEMETICA FINANZIARIA
Attenzione: Questa dispensa è stata fatta dai miei appunti per gli studenti della Università
Parthenope. Ho preso 30 e lode studiando dagli appunti. Ho scritto l’essenziale e
l’indispensabile per superare l’esame. Contiene la parte teorica. Se avete bisogno di
ripetizioni private per gli esercizi, potete contattarmi su WhatsApp +39 371 428 8416.

FUNZIONE VALORE E GRANDEZZE FONDAMENTALI


L’obiettivo principale del nostro studio è quello di capire come si trasferisce il
valore del denaro nel tempo. Perciò ci sono due grandezze fondamentali: il tempo e il
denaro. Attraverso la funzione valore 𝑊(𝑡) possiamo collegare una variabile all’altra
(l’importo denaro in funzione del tempo). Questa funzione è a valori reali positivi,
definita pe 𝑡 ≥ [0, +∞]. Inoltre, si presenta come una funzione monotona crescente nel
tempo.

Funzione valore dove 𝑡= tempo e 𝑊=


l’importo monetario

L’importo monetario e il tempo possono essere rappresentati dal seguente flusso


temporale:

dove sopra la semiretta abbiamo gli importi e sotto il


tempo. Se l’importo possiede il segno di negativo (-) significa che c’è una uscita di cassa
mentre il segno (+) significa una entrata di denaro. Possiamo pure dire che tale flusso
rappresenta una operazione finanziaria a scadenzario fisso cioè un arbitrario insieme
di importi monetari 𝑥, 𝑥1, 𝑥2, 𝑥3, . . . , 𝑥𝑚 caraterizzati dalle rispettive date di esigibilità

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𝑡1, 𝑡2, 𝑡3, . . . , 𝑡𝑚 con la convenzione che 𝑡1 < 𝑡2 < 𝑡3 <. . . < 𝑡𝑚 essendo 𝑚 il numero
delle scadenze (per esempio, il contratto finanziario scade dopo 5 anni, quindi 𝑚=5).

Una operazione finanziaria può essere inoltre rappresentata dal seguente modo:

{𝑆, −(𝑆 + 1)}/{0,1}

Ove 𝑆= importo iniziale al tempo 0

−(𝑆 + 1) è l’importo finale al tempo 1

L’operazione in questo caso è di indebitamento perché ho avuto una entrata di denaro (𝑆


positivo) e dopo avrò una uscita di denaro ( 𝑆 negativo). Pensate a quando andiamo in
banca per avere un mutuo. Prima abbiamo soldi ma dopo dobbiamo restituirli alla banca.

L’operazione di investimento viene rappresentata così:

{−𝑆, 𝑆 + 1}/{0,1}

Perché prima ho avuto un’uscita di denaro e dopo avrò una entrata.

Riassumendo,

• operazione di investimento: tutte le uscite precedono le entrate


• operazione di finanziamento: tutte le entrate precedono le uscite

È importante sottolineare il fatto che il denaro ha un valore nel tempo chiamato price
of time. È per questo che si pagano gli interessi. Se io possiedo 100 euro nel 2022,
sappiamo che il valore del nostro denaro non sarà più lo stesso nel 2030. Come facciamo
a capire qual è il valore del denaro nel futuro o nel passato? Attraverso le operazioni di
capitalizzazione e attualizzazione.

• Capitalizzare: trasportare il denaro nel futuro.


• Attualizzazione: vogliamo portare il denaro indietro nel tempo.

Partendo dalla funzione valore, possiamo ottenere una serie di concetti importantissimi
per gli esercizi pratici e per capire come attualizzare e capitalizzare.

1. Interessi: differenza tra valore finale e iniziale dell’operazione finanziaria. anche


chiamato incremento della funzione valore. Es. Ho investito un capitale iniziale
di 100 euro nel tempo 0. Nel tempo 5 avrò 150 euro. Qual è l’interesse? 150 –
100= 50
∆𝑾(𝒕) = 𝑾 (𝒕 + 𝝉) − 𝑾(𝒕)
∆𝑾(𝒕) = 150-100
∆𝑾(𝒕) = I=50
2. Tasso di interesse: è sempre rappresentato dal simbolo %. Risponde alla
seguente domanda: per ogni euro che ho investito, quanto mi viene dato in più?

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∆𝐖(𝐭)
𝒋=
𝐖(𝐭)
La formula si legge: il tasso di interesse è uguale agli interessi diviso il valore
iniziale. il nostro tasso di interesse in base all’esempio precedente sarà:

50/100= 50% (cioè interessi/ valore iniziale)

3. Fattore di capitalizzazione:
𝐖(𝐭 + 𝛕)
𝒎=
𝐖(𝐭)

𝒎 è il fattore per cui va moltiplicato 𝐖(𝐭) per ottenere il valore di fine periodo,
detto anche valore capitalizzato o montante. 𝒎 è una grandezza adimensionale
perché è il rapporto tra due unità monetarie. Inoltre, per l’ipotesi di crescenza 𝒎
>1 e non viene rappresentato in forma percentuale. La formula si legge: il fattore
di capitalizzazione è uguale al rapporto fra il valore finale montante diviso il
valore iniziale.
Il nostro fattore di capitalizzazione in base all’esempio sarà:
150/100= 1.5 (cioè valore finale /valore iniziale)
Domanda esame

Dato un intervallo con (𝑡, 𝑠) con t<s se W è la funzione valore, allora il fattore
montante 𝑚(𝑡, 𝑠) è:

a) [𝑊(𝑠) − 𝑊(𝑡)]/𝑊(𝑠)
b) 𝑊(𝑡)/𝑊(𝑠)
c) 𝑊(𝑠)/𝑊(𝑡)
𝒓𝒊𝒔𝒑𝒐𝒔𝒕𝒂 𝑪

4. Fattore di sconto:

𝐖(𝐭)
𝒗=
𝐖(𝐭 + 𝛕)

È il fattore che se viene moltiplicato per il valore alla scadenza dell’operazione


finanziaria ci restituisce il valore attuale. Si legge: il fattore di sconto è uguale al
valore iniziale diviso il valore finale dell’operazione finanziaria. Il nostro fattore
di sconto sarà: 100/150 = 0,6667 (valore iniziale/valore finale)
Ricordati che il fattore di sconto è compreso tra 0 e 1.

5. Tasso di sconto: è dato dal rapporto tra l’interesse maturato nel periodo ∆W(t) e
il valore finale W (t + 𝝉). Ci permette di capire quanto ci viene dato in meno oggi
se si chiede un anticipo. (su ogni euro disponibile alla scadenza, se chiediamo un
anticipo oggi, quanto ci viene dato in meno su ogni euro?).
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∆W(t)
𝒅=
𝑾(𝒕 + 𝝉)
Si legge il tasso di sconto è uguale agli interessi diviso il valore finale. Viene
sempre rappresentato con %
Es. se gli interessi sono 50 e il capitale finale 150, il tasso di sconto sarà:
50/150=33,33%
6. Intensità di interesse: non si esprime in percentuale. È il rapporto tra un tasso e
la lunghezza del periodo e ha come dimensione il reciproco di un tempo. Per
capire il suo concetto, partiamo dall’esempio dato. Il tasso di interesse era del 50%
per 5 anni. Significa che il mio investimento è cresciuto del 50% dopo 5 anni. Ma
come faccio a sapere il quanto è cresciuto il mio investimento per ogni anno?
Faccio 50% / 5 anni = 0,1 𝑎𝑛𝑛𝑖 −1
E se io volessi capire il quanto è cresciuto il mio investimento ma per semestre?
Avrei fatto 50%/ 10 semestri = 0.05 𝑠𝑒𝑚𝑒𝑠𝑡𝑟𝑖 −1
Ho messo 10 semestri perché in 5 anni abbiamo 10 semestri.

𝒋
𝒚=
𝛕
Si legge: l’intensità di interesse è uguale al rapporto tra tasso di interesse e
tempo.

I REGIMI FINANZIARI
Un regime finanziario è una legge che esprime il valore di un’operazione (funzione
valore) in funzione del tempo. Esistono vari regimi finanziari, quelli più utilizzati sono la
legge degli interessi semplici ( legge lineare) e la legge degli interessi composti (legge
esponenziale).

Il RIS si riferisce al Regime di Interesse Semplice e indica la cosiddetta legge lineare. In


questo caso gli interessi vengono SEMPRE calcolati sul capitale iniziale e non prende
mai in considerazione gli interessi maturati in passato.

𝑊(𝑡) = 𝑆. (1 + 𝑖. 𝑡)

La formula sopradescritta si legge: il montante finale è uguale al capitale iniziale per (1


più il tasso di interesse per il tempo).

Ogni elemento successivo dell’operazione è uguale al valore anteriore più 𝑖. 𝑆

La differenza tra due termini successivi è costante (𝑖𝑆) e si dice che possiede una
progressione aritmetica di ragione 𝐼 = 𝑖. 𝑆

Es. Il capitale iniziale 𝑆 è 1000. Ogni mese avrò degli interessi semplici pari a 2%

Mese Interessi Capitale finale


1 1000*2%= 20 1000+20=1020
2 1000*2%= 20 1002+20=1040
3 1000*2%= 20 1004+20=1060

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4 1000*2%= 20 1006+20=1080

Hai visto? Il tasso di interesse viene applicato sempre sul valore iniziale 1000 a
prescindere dal fatto che negli altri mesi il capitale finale era rispettivamente
1020,1040,1060 e così via.

rappresentazione grafica del RIS

Il RIC è il regime degli interessi composti. Man mano che maturano gli interessi, questi
vengono reinvestiti insieme al capitale iniziale in modo tale che il tasso di interesse possa
essere calcolato sul capitale finale del periodo precedente a quello preso in
considerazione.

Se facciamo il rapporto tra due termini successivi, avremo un valore costante. Si dice
progressione geometrica in ragione 1+𝑖

𝑊(𝑡) = 𝑆(1 + 𝑖)𝑡

Si legge: il valore finale montante è uguale al valore iniziale per (1 più il tasso di interesse
elevato al tempo).

Es. Il capitale iniziale 𝑆 è 1000. Ogni mese avrò degli interessi pari a 2%

Mese Interessi Capitale finale


1 1000*2%=20 1020
2 1020*2%= 20.4 1040.4
3 1040.4*2%= 20.808 1061.208
4 1061.208*2%=21.2242 1082.4322

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Rappresentazione grafica RIC

Una domanda interessante da porci è: perché scegliere il RIS se il RIC sembra più
vantaggioso? Dobbiamo analizzare il seguente grafico:

è facile vedere che nell’intervallo 0-1 il


RIS è superiore al RIC. Pertanto, se
l’operazione finanziare possiede una
durata inferiore a 1 anno, conviene il RIS.
Se la durata è superiore a 1 anno,
conviene il RIC.

Domanda

L’investimento di una somma S per 8 mesi in regime degli interessi composti al


tasso annuo i=5% produce un interesse Ic. La stessa somma, se investita per lo
stesso tempo, allo stesso tasso di interesse ma in regime degli interessi semplici,
produce un interesse Is. Allora:

a) Is>Ic
b) Is<Ic
c) Non è possibile saperlo senza conoscere il tasso I

Risposta A (perché sono 8 mesi di investimento e come sappiamo se l’operazione


finanziaria ha una durata inferiore a 1 anno, il tasso di interesse semplice è più
vantaggioso del RIC.

TASSI EQUIVALENTI
Ricordati che l’operazione di capitalizzazione o attualizzazione deve essere fatta
con la stessa unità di misura. Non possiamo lavorare con un tasso di interesse ANNUALE
se l’operazione parla di MESI. Perciò dobbiamo fare una conversione attraverso i
cosiddetti tassi equivalenti.

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Tasso equivalente: due tassi di interessi sono equivalenti se producono lo stesso
montante se applicati per la stessa durata.

Ci sono delle formule per i tassi equivalenti in base al regime finanziario.

Tassi equivalenti per il RIS

• Per trasformare un tasso di interesse 𝑖 1 (cioè un tasso che non sia annuale,
𝑚
ma una frazione dell’anno come un tasso mensile, semestrale,
trimestrale...) in un tasso annuale 𝑖:
𝒊 = 𝒎∗𝒊𝒊
𝒎

Es. Il tasso mensile è 2%. Voglio il tasso equivalente annuale. Devo fare:

𝒊 = 𝟏𝟐 ∗ 𝟐%= 24%

dove 𝑚= 12 perché in 1 anno abbiamo 12 mesi

• Per trasformare un tasso di interesse annuale 𝑖 in un tasso 𝑖 1 :


𝑚
𝒊
𝒊𝒊 =
𝒎 𝒎

Es. Il tasso annuale è 2%. Voglio il tasso mensile. Devo fare:


𝟐%
𝒊𝒊 = = 𝟎, 𝟏𝟔𝟔𝟕%
𝒎
𝟏𝟐

Tassi equivalenti per il RIC

• Per trasformare un tasso 𝑖 𝑖 in annuale:


𝑚
𝒊 = (𝟏 + 𝒊 𝒊 )𝒎 -1
𝒎

Es. Il tasso mensile è 2%. Voglio il tasso annuale equivalente

𝑖 = (1 + 2%)12 − 1 =26.8248%

• Per trasformare un tasso annuale 𝑖 in un tasso 𝑖 𝑖


𝑚
𝟏
𝒊 𝒊 = (𝟏 + 𝒊) -1 𝒎
𝒎

Es. Il tasso annuale è 5%. Voglio il tasso mensile equivalente


1
𝑖 𝑖 = (1 + 5%)12 -1= 0.4074%
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Ricordati sempre che ho messe 𝑖 1 perché in 1 anno abbiamo 12 mesi.
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INTENSITÀ ISTANTANEA
L’intensità istantanea (o forza di interesse) rappresenta la sensibilità alle
variazioni temporali della funzione valore. Ci permette di comprendere come cresce un
determinato importo cumulato in un istante del tempo. Conseguentemente, quanto
crescono gli interessi in base a quello cumulato (la velocità di crescita).

𝑑
𝛿(𝑡) = 𝑙𝑜𝑔𝑊(𝑡)
𝑑𝑡
L’intensità 𝛿 (delta) viene calcolata con la derivata perché la derivata prima
rappresenta la pendenza della retta tangente e la pendenza è la velocità di crescita. Non
spaventatevi, non dovete calcolare la derivata all’esame, bensì usare la formula:
𝑖
• Se è RIS: 𝛿 = 1+𝑖𝑡
• Se è RIC: 𝜹(𝒕) = 𝐥𝐨𝐠 (𝟏 + 𝒊) = quella più richiesta all’esame

Il RIS ha un andamento decrescente rispetto al tempo, perché la velocità con cui crescono
gli interessi diminuisce (gli interessi prodotti non vengono reinvestiti perché il tasso di
interesse viene sempre calcolato sul capitale iniziale S) mentre il RIC ha un andamento
costante, cioè la velocità con cui gli interessi crescono è costane perché gli interessi
vengono reinvestiti.

LE OBBLIGAZIONI
Sono dei titoli emessi dai soggetti in deficit finanziario, cioè soggetti che hanno bisogno
di soldi. Possono essere emessi nei seguenti mercati:

• Mercato primario: è il luogo di collocazione dei titoli ove vengono collocati i


titoli di nuova emissione; operano su questo mercato gli emittenti che raccolgono
fondi e si indebitano, e gli investitori che acquistano titoli. Spesso si tratta di
operatori specializzati (intermediari). Sul mercato primario viene fissato il prezzo
di emissione
• Mercato secondario: è il luogo di scambio ove vengono scambiati i titoli già
emessi. Sul mercato secondario viene fissato il prezzo di scambio e viene
consentito al detentore del titolo di liquidare l’investimento. Il mercato secondario
è quello che rende liquido l’investimento in titoli cioè trasformabile in ogni istante
in somma di denaro.

Le obbligazioni non garantiscono dei diritti amministrativi a chi le acquista come i


dividendi oppure la partecipazione nell’assemblea. L’unico diritto è quello di ricevere il
valore di rimborso (anche detto valore facciale o valore nominale) alla scadenza. Alcuni
titoli posso garantire il pagamento di interessi (cd. Cedole) durante la durata del titolo.
Ci sono diverse tipologie di titoli:

• ZCB (zero coupon bond): significa che non ci sono delle cedole. L’unico valore
che l’investitore otterrà sarà il valore nominale alla scadenza del titolo. Anche il

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TCN ( titolo a cedola nulla) funziona in questo modo. Il BOT è un esempio di
titolo di stato senza cedola.

In questa rappresentazione potete vedere un


ZCB ove P= il prezzo di emissione (se si tratta di un mercato primario) oppure il
prezzo di negoziazione (se è un mercato secondario). C= il valore nominale
(valore di rimborso).

• Coupon bond: sono dei titoli che garantiscono delle cedole. Il TCF ( titolo a
cedola fissa) è un esempio. Il BTP è un esempio di titolo di stato che garantisce
delle cedole semestralmente.

in questa rappresentazione vedete un


Coupon bond ove P= prezzo
I= sono le cedole
C= valore facciale/ valore nominale/ valore di rimborso

State attenti perché come vedete all’istante finale di scadenza del titolo dobbiamo
sempre aggiungere al valore nominale (C) il valore della cedola (I) (ovviamente
lo facciamo quando si tratta di un coupon bond)

Esiste una relazione tra P e C. Infatti, i titoli possono essere quotati:


• Alla pari: se P=C (prezzo=valore facciale)
• Sopra la pari: se P>C ( prezzo> valore facciale)
• Sotto la pari: se P<C(prezzo< valore facciale)

Il valore della cedola si calcola sul valore nominale perché è una percentuale del valore
nominale. Il tasso che viene utilizzato si chiama tasso cedolare e viene calcolato come:

𝐼
𝑗=
𝐶

Cioè il tasso cedolare è uguale al rapporto tra la cedola (interesse) e il valore facciale.

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DOMANDA

Il titolo obbligazionario (-99,3,3,3,101) / (0,0.5,1,1.5,2)

a) È stato emesso alla pari


b) È stato emesso sotto la pari
c) È stato emesso sopra la pari

Risposta C, perché il prezzo 99 è maggiore del valore facciale 98. Perché C= 98?
Essendo un titolo con cedole, sappiamo che il valore finale è costituito dal valore
facciale più gli interessi. Le cedole valgono 3, quindi dobbiamo fare 101-3 per
trovare il valore nominale che in questo caso è 98.

RENDITA
La rendita è una operazione finanziaria 𝑟 costituita da una successione limitata o illimtata
di pagamenti positivi periodici, detti rate.

Ci sono diverse tipologie di rendite. Consideriamo 𝑡1= la data di pagamento della prima
rata e 𝑡0= la data di inizio della rendita. Avremo:

• Rendita anticipata o posticipata: è anticipata se 𝑡0 = 𝑡1 (la data di pagamento


coincide con la data di inizio della rendita)
È posticipata se 𝑡1 = 𝑡0 + 1 (la data di pagamento non coincide con la data di
inizio della rendita bensì avviene in un periodo successivo).

• Rendita immediata o differita: in una rendita immediata la durata di inizio


coincide con l’istante contrattuale. In una rendita differita la rendita comincia ad
essere pagata dopo 𝑛 anni.
• Rendita temporanea o perpetua: la temporanea significa che ha un numero
limitato di rate mentre quella perpetua possiede un numero infinito di rate.

Domanda

In una rendita differita di 3 anni e con rata annuale anticipata, la prima rata
viene pagata:

a) All’inizio del 3 anno


b) Alla fine del 3 anno
c) All’inizio del 4 anno

Risposta A

La principale tipologia di rendita è quella a rate costanti. Perciò per trovare il valore
attuale possiamo utilizzare delle formule che vengono a facilitare il loro calcolo di
attualizzazione. Di seguito, vi presento le formule:

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attenzione: la principale formula richiesta all’esame è la rendita immediata posticipata.
Le altre difficilmente vengono richieste.

1) Rendita immediata posticipata:

𝑅 ∗ 𝑎𝑚¬𝑖

Si legge Rata per 𝑎 figurato 𝑚 al tasso 𝑖

Dove
−𝑚
1 − (1 + 𝑖)
am¬i =
𝑖

𝑚= tempo

2) Rendita immediata anticipata:


𝑅 ∗ am¬i ∗ (1 + i)
3) Rendita perpetua posticipata
𝑅
𝑖
4) Rendita perpetua anticipata:
𝑅
(1 + 𝑖)
𝑖
5) Rendita temporanea differita posticipata
𝑅 ∗ am¬i ∗ (1 + 𝑖)
−𝑛

Ove 𝑛 sarebbe il numero di anni/mesi/semestri di differimento. E 𝑚 sarebbe la


scadenza della rendita. Per esempio, se la rendita possiede una durata di 10 anni ma è differita di
3 anni, avremo m= 10 e n=3

6) Rendita perpetua differita posticipata

𝑅
∗ (1 + 𝑖)−𝑛
𝑖

7) Rendita temporanea differita anticipata


𝑅 ∗ (1 + 𝑖)−𝑛 ∗ am¬i ∗ (1 + i)
8) Rendita perpetua differita anticipata
1
𝑅 ∗ (1 + 𝑖)−𝑛 ∗ + 1
𝑖

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IL PIANO DI AMMORTAMENTO
Ammortizzare un debito significa restituirlo. Se abbiamo chiesto dei soldi,
molto probabilmente non possiamo restituirlo in un’unica soluzione. L’ammortamento
più famoso fa riferimento al mutuo ma anche ai titoli obbligazionari.

Gli ammortamenti possono essere classificati in:

• Ammortamento in un’unica soluzione (BOT, CTZ, ZCB)


• Ammortamento a redditi staccati (BTP- emessi alla pari)
• Ammortamento graduale (mutui , Usuali mutui a medio termine per il credito
industriale ed il credito immobiliare, contratti di vendita rateale e di leasing).

1) Ammortamento in un’unica soluzione


Il debitore rimborsa alla fine della durata del prestito il montante del debito cioè
il valore iniziale del prestito insieme agli interessi. La parte blu rappresenta il
prestito e la parte arancione gli interessi.

2) Ammortamento a redditi staccati


Il debitore paga periodo per periodo i soli interessi di competenza ed alla
scadenza finale del contratto rimborsa l’intero debito unitamente agli interessi
di competenza dell’ultimo periodo.

3) Ammortamento graduale
Il debitore rimborsa gradualmente il debito attraverso il pagamento di rate

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periodiche.( non necessariamente sono tutte uguali). La rata che viene versata
periodicamente, comprende una parte di debito che viene rimborsato ( in
questo modo il debito man mano diminuisce) e comprende la quota di interessi
sul debito ancora esistente.

La legge finanziaria sottostante è quella degli interessi composti.

I versamenti delle rate normalmente avvengono ad intervalli regolari uniformi, detti


periodi, ed il tasso di interesse ha come unità di tempo di riferimento tale periodo. ( quindi
se la rata è pagata mensilmente l’interesse sarà mensile, se è pagata semestralmente ,
l’interesse sarà semestrale ecc).
Colui che presta il capitale è chiamato mutuante o creditore. Colui che riceve il prestito
è chiamato mutuatario o debitore.
La durata del prestito è il tempo intercorrente tra la data di cessione del capitale mutuato
e la data del rimborso.

Avevamo detto che ammortizzare significa estinguere il debito. Se prendiamo in


considerazione l’ammortamento graduale, possiamo stabilire la seguente relazione:

𝑅𝑘 = 𝐶𝑘 + 𝐼𝑘

Cioè la Rata è uguale alla quota capitale più alla quota di interesse
Tutte le informazioni di estinzione del debito sono nel piano di ammortamento che è
un documento che contiene gli aggiornamenti della situazione debitoria alla fine di ogni
periodo e sono regolati dalle relazioni di ricorrenza.

Cosa sono le relazioni di ricorrenza? sono le equazioni che permettono di calcolare


tutte le variabili del piano di ammortamento del periodo k, una volta determinate tutte le
variabili del periodo k-1

Il piano di ammortamento è costituito dalle seguenti variabili:


• S= importo iniziale del debito
• i= tasso di interesse del periodo
• n= numero delle rate
• La rata 𝑹𝒌= pagata periodicamente dal debitore e costituita dalla quota capitale
più quota di interesse
• La quota capitale 𝑪𝒌= è la restituzione di una parte del debito. È la quota che
rimborsa il prestito iniziale; per cui la somma di tutte le quote capitale ci dà il
prestito iniziale.
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• Quota interessi 𝑰𝒌 = sono gli interessi maturati sul debito residuo, cioè su ciò che
rimane da pagare. (si calcola facendo tasso di interesse*debito residuo)
• Debito residuo 𝑫𝒌= quello che ancora deve essere rimborsato. Il debito residuo
si calcola sottraendo al debito residuo del periodo precedente la quota capitale
pagata. ( debito residuo precedente – quota capitale )
• Debito estinto 𝑬𝒌= è ciò che è stato pagato fino ad ora, si calcola sommando le
quote capitale pagata all’istante k al debito estinto precedente. ( debito estinto
precedente +la quota capitale pagata)
Piano di ammortamento:

Per sapere se un debito è stato estinto, utilizziamo le cd. Condizioni di chiusura


che possono essere:

a) Impostazione elementare: il debito iniziale S deve essere uguale alla somma


delle quote capitale. Solo così avremo un debito estinto. Ricordati che un
ammortamento con quote cotanti di capitale viene chiamato ammortamento
italiano.
𝑚

𝑆 = ∑ 𝐶𝑘
𝑘=1

nell’ammortamento italiano, la quota interesse diminuisce mentre la quota


capitale è sempre uguale.

b) Impostazione finanziaria: il debito iniziale S deve essere uguale alla somma


di tutte le rate attualizzate. Solo così avremo un debito estinto. Ricordati che
un ammortamento con delle rate costanti viene chiamato ammortamento
francese.

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∑ 𝑅 ∗ (1 + 𝑖)−𝑘 = 𝑆
𝑘=1

Nell’ammortamento francese, la quota capitale (azzurra) aumenta mentre la quota


di interessi (arancione) diminuisce.

Noi sappiamo che quando le rate sono uguali, esiste una formula che ci permette
di risparmiare tempo. Quindi la formula precedente può essere riscritta in:
𝑅 ∗ am¬i = S
Cioè la rata moltiplicata per a figurato m al tasso i è uguale al debito iniziale.
Conseguentemente:
𝑆
=𝑅
am¬i

Domanda aperta

Quali sono le condizioni di chiusura di un piano di ammortamento mettendo in evidenza


quali sono le grandezze coinvolte e in quali piani di ammortamento trovano applicazione.

La risposta è la spiegazione precedente. Devi parlare della impostazione finanziaria e


elementare.

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Domanda

In un ammortamento francese con 20 rate e tasso positivo, le quote capitale della quarta
e quinta rata soddisfano:

a) Non sono confrontabili senza conoscere il tasso


b) C4<C5
c) C4>C5
RISPOSTA b

In un piano di ammortamento, il debito estinto al tempo k:

a) Si ottiene sommando al debito estinto al periodo k-1 la quota capitale


b) Si ottiene sottraendo alla quota capitale il debito residuo al periodo k
c) Si ottiene sottraendo al debito estinto al periodo k la quota capitale

Risposta A

TASSO INTERNO DI RENDIMENTO


Si definisce tasso interno di rendimento di 𝑥 il tasso di interesse 𝑖 ∗ della legge di sconto
esponenziale conformemente alla quale l’operazione finanziaria risuta equa. Si tratta
quindi di trovare il 𝑖 ∗ della seguente equazione:
𝑚

∑ 𝑥𝑘 ∗ (1 + 𝑖 ∗)−(𝑡𝑘−𝑡0) = 0
𝑘=0

L’equazione precedente sta dicendo che la somma di tutti gli importi monetari attualizzati
deve essere uguale a 0.

Sappiamo che per attualizzare un importo dobbiamo usare il fattore di sconto 𝑣 =


(1 + 𝑖)−𝑡 . Pertanto, possiamo inserire nell’equazione del TIR la 𝑣:
𝑚

∑ 𝑥𝑘 𝑣 𝑡𝑘 = 0
𝑘=0

Essendo il TIR un tasso della legge esponenziale, valgono le seguenti proprietà:

PROPRIETA’ FUNZIONALI DELLA LEGGE

ESPONENZIALE

• Proprietà invariantiva: Se un’operazione finanziaria è equa all’istante t secondo


una assegnata legge esponenziale, lo è in qualsiasi altro istante.

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• proprietà additiva; Se due operazioni finanziarie sono eque in un medesimo
istante, anche l’operazione finanziaria somma è equa allo stesso istante, secondo
la stessa legge esponenziale.
• proprietà di uniformità nel tempo: Se un’operazione finanziaria è equa
all’istante t secondo una assegnata legge esponenziale, se trasliamo tutti i flussi di
un intervallo di lunghezza τ, avremo ancora un’operazione equa nell’istante t + τ.

La proprietà invariantiva e la proprietà additiva possono essere riunite per definire la:

• Proprietà di scindibilità; Se abbiamo due operazioni eque in due istanti diversi


secondo una medesima legge esponenziale, la somma di queste due operazioni è
un’operazione equa, secondo la stessa legge, in un qualsiasi istante.

Qual è la condizione affinché un operazione possa avere il TIR?

Condizione sufficiente affinché l’equazione del TIR ammetta un’unica


soluzione 𝒗 ∗ positiva è che gli importi 𝒙𝟎, 𝒙𝟏, 𝒙𝟐, 𝒙𝟑. . . , 𝒙𝒎 cambino segno
una sola volta.

In altre parole, significa che il flusso di pagamenti x deve contenere dapprima tutti esborsi
e dopo tutti incassi (o viceversa ossia dapprima tutti incassi e dopo tutti esporsi). Es.

(−95,8,8,8,100)/(0,1,2,3,4)

Abbiamo un unico cambio di segno( -98 e dopo gli altri numeri sono tutti negativi).
Significa che l’operazione ammette un tir unico positivo.

Questo è possibile in base al teorema di Cartesio che dice:

teorema di Cartesio: sia 𝑁 il numero delle variazioni nella successione dei segni
dei coeficienti di 𝑝𝑚 (𝑣) e sia h il numero delle radici positive di 𝑝𝑚 (𝑣) = 0.
Allora 𝑁 − ℎ è un numero pari positivo o nullo.

Si ricava quindi che affinché l’operazione di investimento abbia un tasso di rendimento


positivo è necessario e sufficiente che la somma degli incassi futuri sia maggiore del
prezzo di acquisto.

Domanda

Data l’operazione finanziaria (-100,5,5,x,x,x)/(0,1,2,3,4,5) con x>0 allora il TIR

A) Esiste, è unico e positivo


B) Esiste, è unico ma potrebbe essere sia positivo che negativo
C) Non esiste

Risposta A

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ARBITRAGGIO E I SUOI TEOREMI


Immaginiamo di avere un mercato perfetto. Questo significa che si rispettano le seguenti
condizioni:

• Non ci sono costi di transazione,


• Non ci sono gravami fiscali,
• I titoli sono infinitamente divisibili
• Le vendite sono allo scoperto: è possibile vendere titoli che non si posseggono,
• Gli agenti sono massimizzatori di profitto,
• Price taker, non hanno la possibilità di influenzare individualmente i prezzi dei
titoli.

Se abbiamo un mercato perfetto, non è possibile realizzare un arbitraggio. Fare un


arbitraggio significa costruire una strategia che non mi richiede alcun esborso di denaro
e che mi garantisce un profitto sicuro. L’arbitraggio può essere:

• Immediato: all’istante 0 l’agente è riuscito ad avere un guadagno e il flusso futuro


di pagamenti sono tutti nulli.
• Arbitraggio a scadenza: il guadagno non avviene nell’istante 0, ma
successivamente.

In base a ciò, possiamo formulare questi teoremi:

LA LEGGE DEL PREZZO UNICO


La legge del prezzo unico dice che in un mercato perfetto in cui vale il principio di
arbitraggio due contratti che producono lo stesso payoff (ossia lo stesso flusso di
pagamenti) in ogni situazione possibile, devono avere lo stesso prezzo.
Abbiamo un contratto che paga il flusso:

𝑥 = {𝑥1 , 𝑥2 , … , 𝑥𝑚 }
sullo scadenzario 𝑡 = {𝑡1 … . . 𝑡𝑚}, acquistabile al prezzo c in t, e abbiamo un secondo
contratto che, sullo stesso scadenzario, paga il flusso;
𝑥′ = {𝑥1′ , 𝑥2′ … . . 𝑥𝑚

}
acquistabile in t al prezzo c’.
Se risulta;
𝑥𝑘 = 𝑥′𝑘 k= 1,2, ….m

cioè se i due contratti producono lo stesso payoff ( lo stesso flusso di pagamenti) a tutte
le scadenze, deve aversi che il prezzo del primo contratto è uguale al prezzo del
secondo contratto. 𝑐 = 𝑐′
Questa è la tesi.

Adesso dobbiamo dimostrare che se questa legge non viene rispettata, ci sarebbe un
arbitraggio ( e questo non è possibile perché in un mercato perfetto non ci devono essere

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arbitraggi). La dimostrazione la facciamo per assurdo cioè ipotizziamo una condizione
diversa da quella prevista.

La legge diceva che i prezzi devono essere uguali 𝑐 = 𝑐′

Ipotizziamo per assurdo che 𝑐 > 𝑐′

In questo caso, ci sarebbe un arbitraggio. Come?

Allora, se c >c’ significa che:

• Vendo c all’istante 0 ( costa di più, quindi lo vendo per guadagnare di più).


Ovviamente dovrò dare in 𝑡1, 𝑡2, 𝑡3, 𝑡4, . . . , 𝑡𝑚 soldi al mio acquirente avendo
un’uscita di denaro negli altri istanti temporali.
• Acquisto c’ perché costa di meno all’istante 0. Ovviamente avrò un’entrata di
denaro negli istanti successivi perché il mio venditore dovrà pagarmi degli
interessi (cioè dovrà remunerarmi per l’investimento fatto).

Queste azioni possono


essere riassunte in una
tabella di playoff.

adesso vi spiego il teorema


utilizzando dei numeri.
Immaginiamo di avere un titolo il cui prezzo all’istante 0 è 98 e mi garantisce un flusso
di pagamento sullo scadenzario (5,5,5,105) / (1,2,3,4).

Adesso ho un altro titolo che mi garantisce il seguente flusso sullo scadenzario (5,5,5,105)
/ (1,2,3,4).

Riesci a vedere che è lo stesso flusso e lo stesso scadenzario? Questo significa che il titolo
1 e 2 hanno lo stesso prezzo.

𝑝𝑟𝑒𝑧𝑧𝑜 𝑡𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 1 = 𝑝𝑟𝑒𝑧𝑧𝑜 𝑡𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 2


98= 98

Tutti e due costano 98 euro all’istante 0. Se non fosse così, sarebbe possibile realizzare
un arbitraggio con la seguente strategia:

stabiliamo una condizione diversa dicendo che il titolo 1 abbia un prezzo più grande;
quindi, mettiamo titolo 1 con prezzo 99. Pertanto:

99>98

Azione A: vendo il titolo 1, significa che dovrò in futuro dare al mio acquirente il
seguente flusso (5,5,5,105) / (1,2,3,4).

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Azione B: acquisto il titolo 2, significa che riceverò dal mio venditore il seguente flusso
(5,5,5,105) / (1,2,3,4).

0 1 2 3 4
Vendo titolo 1: -5 -5 -5 -105
+99 euro
Acquisto titolo 2: +5 +5 +5 +105
-98 euro
Guadagno 1 euro 0 0 0 0
(99-98)

Ho appena realizzato un arbitraggio immediato poiché ho avuto un guadagno di 1 euro


mentre tutti gli altri flussi sono nulli.

TEOREMA DI DECRESCENZA RISPETTO ALLA SCADENZA


Immaginiamo di avere due titoli ZCB (zero coupon bond cioè titolo senza cedole che non
ci garantisce il pagamento di interessi) unitari (il cui valore alla scadenza è pari a 1).

Tutte e due vengono negoziati in 𝑡 = 0 però hanno date di scadenze diverse: uno scade
in 𝑠’ e l’altro in 𝑠’’. la rappresentazione grafica è la seguente:

ove 𝑣(𝑡, 𝑠 ′ ) rappresenta il


′′
prezzo del primo ZCB unitario e 𝑣(𝑡, 𝑠 ) il prezzo del secondo ZCB unitario. Si vede
che tutti e due ci garantisce un valore finale di 1 euro.

Allora in base a questo teorema, dobbiamo rispettare la seguente condizione:

𝒗 (𝒕, 𝒔′ ) > 𝒗(𝒕, 𝒔′′ ), 𝒕 ≤ 𝒔′ < 𝒔′′

Come si legge: il prezzo del ZCB unitario che scade in s primo deve essere maggiore
del prezzo del secondo ZCB unitario che scade in s secondo essendo l’istante di tempo t
minore o uguale di s’ e s’ minore di s’’.

Cosa significa? Più è lunga la durata dell’operazione meno si deve pagare per avere il
titolo perché il tempo per maturare gli interessi è maggiore, meno è lunga la durata
dell’operazione più si deve pagare perché l’intervallo di tempo entro il quale si possono
maturare gli interessi è minore. Il prezzo è decrescente rispetto alla scadenza.

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Per dimostrare che questo è vero, anche qua dobbiamo fare una dimostrazione per assurdo
(domanda dell’orale). Stabiliamo una condizione diversa da quella di partenza:

𝒗 (𝒕, 𝒔′ ) < 𝒗(𝒕, 𝒔′′ ), 𝒕 ≤ 𝒔′ < 𝒔′′

È allora possibile realizzare un arbitraggio non rischioso adottando la seguente strategia


di compravendita:

azione A: acquisto in t dello ZCB unitario 𝒗 (𝒕, 𝒔′ ) con scadenza s’ (lo acquisto perché
costa di meno);

azione B: vendita allo scoperto in t dello ZCB unitario 𝒗(𝒕, 𝒔′′ ), con scadenza s’’ (lo
vendo perché costa di più);

azione C: acquisto in s’ dello ZCB unitario con scadenza in s’’.

la tabella di payoff sarà:

𝑡 𝑠’ 𝑠’’
−𝑣(𝑡, 𝑠’) 1 0
𝑣(𝑡, 𝑠’’) 0 −1
0 −𝑣(𝑠’, 𝑠’’) 1
𝑣(𝑡, 𝑠’’) − 𝑣(𝑡, 𝑠’) 1 − 𝑣(𝑠’, 𝑠’’) 0

Questa tabella ci dimostra che è possibile in questo caso fare un arbitraggio (in t abbiamo
avuto un guadagno). Dato che fare un arbitraggio è vietato nel nostro mercato perfetto,
allora la condizione di partenza deve essere sempre rispettata.

TEOREMA DI INDIPENDENZA DALL’IMPORTO


Il teorema di indipendenza dall’importo dice che in un mercato perfetto in cui vale il
principio di arbitraggio, cioè non si può avere un guadagno senza assumere rischi, il
Prezzo al tempo t di uno ZCB non unitario, che paga valore facciale pari a 𝒙𝒔 alla
scadenza s, deve essere uguale al prezzo in t del portafoglio contenente 𝒙𝒔 unità di ZCB
unitari con uguale scadenza e valore facciale unitario (pari a 1 euro):

𝑽 (𝒕, 𝒙𝒔) = 𝒙𝒔 𝒗 (𝒕, 𝒔)

Per dimostrare che questa tesi è valida, ipotizziamo una condizione diversa
(dimostrazione per assurdo):

𝑽 (𝒕, 𝒙𝒔) < 𝒙𝒔 𝒗 (𝒕, 𝒔)

È allora possibile effettuare un arbitraggio adottando la seguente strategia:

azione A: acquisto in 𝑡 del titolo con valore facciale 𝑥𝑠 (perché costa di meno)

azione B: vendita allo scoperto in 𝑡 di 𝑥𝑠 ZCB unitari con scadenza 𝑠.

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Tabella di payoff:

Vediamo che in 𝑡 abbiamo un guadagno poiché avevamo detto che 𝑉 costava di meno
rispetto a 𝑥𝑠 𝑣

TEOREMA DI LINEARITÀ DEL PREZZO


Immaginiamo di avere un titolo 𝑉(𝑡, 𝑥) coupon bond (perché paga delle cedole). Allora
il prezzo di questo titolo deve essere uguale al portafoglio costituito dalla somma di una
quantità 𝑥𝑘 di ZCB unitari di prezzo 𝑣(𝑡, 𝑡𝑘 ).
𝑚

𝑉(𝑡, 𝑥) = ∑ 𝑥𝑘 𝑣( 𝑡, 𝑡𝑘 )
𝑘=1

Se questa condizione non viene rispettata, allora avremo un arbitraggio ma come


sappiamo questo non è possibile in un mercato perfetto.

Dimostriamo per assurdo impostando la seguente condizione:


𝑚

𝑉(𝑡, 𝑥) < ∑ 𝑥𝑘 𝑣( 𝑡, 𝑡𝑘 )
𝑘=1

In questo caso la strategia che consente l’arbitraggio è:

azione A: acquisto in 𝑡 del titolo 𝑉(𝑡, 𝑥) perché costa di meno

azione B: vendita in t di una quantità 𝑥𝑘 di ZCB unitari di prezzo 𝑣(𝑡, 𝑡𝑘 ) con scadenza
𝑡𝑘 .

La tabella di payoff è:

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Anche in questo caso si ricava un profitto nell’istante 𝑡 realizzando un arbitraggio


immediato e allo stesso tempo garantendo un flusso di importi nulli.

CONTRATTI FORWORD
I contratti forward coinvolgono tre date. È una compravendita differita in cui due parti
convengono contrattualmente, al tempo t, di scambiarsi a una data futura T e a un prezzo
prefissato una determinata quantità di un bene.

Pertanto, abbiamo:

𝑡: la data in cui si realizza un contratto e si stipula il prezzo, però NON AVVIENE il


pagamento e neanche la consegna del titolo,

𝑇: la data in cui avviene il pagamento e la consegna del titolo,

𝑠: la data di scadenza del titolo

Si dice “contratto stipulato in 𝑡 , per consegna in 𝑇 e scadenza in 𝑠”. (si legge contratto
stipulato in t piccolo, per consegna in T grande e scadenza in s). Il tempo t rappresenta
semplicemente la data di sottoscrizione del contratto. Quindi è un prezzo “fatto “in 𝑡 per
la consegna in 𝑇.

Il contratto forward si chiama anche contratto A TERMINE.

Le altre tipologie di contratti visti anteriormente con soltanto due date vengono chiamati
a PRONTI.

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la immagine rappresenta queste due tipologie di


contratti. Il primo scadenzario è il contratto a pronti e il suo prezzo è rappresentato così:
𝑣(𝑡, 𝑠). Il secondo rappresenta il contratto a termine con prezzo pari a 𝑣(𝑡, 𝑇, 𝑠).

Esempio di contratto a termine: Caio decide di acquistare a termine un contratto forward


in t=0 per consegna tra 5 anni e scadenza 15 anni. Il prezzo 𝑣(𝑡, 𝑇, 𝑠) = 99 e quello
facciale è 100. Avremo:

Como possiamo vedere, il contratto è stato fatto in 0, ma il prezzo e la consegna avviene


solo in 𝑡 =5.

TEOREMA DEI PREZZI IMPLICITI


Tenendo in considerazione il contratto a termine, possiamo adesso parlare del teorema
dei prezzi impliciti. Per evitare arbitraggi non rischiosi deve sussistere la seguente
uguaglianza:

𝑣 (𝑡 , 𝑠)
𝑣( 𝑡, 𝑇, 𝑠) = 𝑑𝑜𝑣𝑒 𝑡 ≤ 𝑇 ≤ 𝑠
𝑣 ( 𝑡, 𝑇 )

Questo significa che il prezzo a termine 𝒗 (𝒕, 𝑻, 𝒔) fatto in 𝑡, per consegna in 𝑇 di uno
ZCB unitario con scadenza in 𝑠 è uguale al rapporto tra il prezzo a pronti di uno ZCB
unitario con scadenza in 𝑠 e il prezzo a pronti di uno ZCB unitario con scadenza in 𝑇.

Cioè:

𝑣( 𝑡, 𝑇, 𝑠): prezzo a termine del titolo ZCB unitario fatto in t, per consegna in T e scadenza
in s

𝑣 (𝑡 , 𝑠):contratto a pronti di uno ZCB unitario con scadenza in s

𝑣 ( 𝑡, 𝑇 ): prezzo a pronti di uno ZCB unitario con scadenza in T

Per dimostrare che questa condizione è valida, facciamo la dimostrazione per assurdo:

𝑣 (𝑡 , 𝑠)
𝑣( 𝑡, 𝑇, 𝑠) <
𝑣 ( 𝑡, 𝑇 )

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Per facilitare la dimostrazione, portiamo il denominatore della frazione al lato sinistro:

𝑣 (𝑡 , 𝑠)
𝑣( 𝑡, 𝑇, 𝑠) <
𝑣 ( 𝑡, 𝑇 )

diventando:

𝑣( 𝑡, 𝑇, 𝑠) ∗ 𝑣 ( 𝑡, 𝑇 ) < 𝑣(𝑡, 𝑠)

Possiamo quindi fare un arbitraggio attraverso la seguente strategia:

azione A: vendita di un ZCB unitario a pronti 𝑣(𝑡, 𝑠) con scadenza in s

azione B: acquisto a pronti di una quantità pari a 𝑣(𝑡, 𝑇, 𝑠) dello ZCB unitario 𝑣(𝑡, 𝑇)
che scade in T

azione C: acquisto a termine, per consegna in 𝑇, dello ZCB unitario 𝑣(𝑡, 𝑇, 𝑠) con
scadenza 𝑠

questo ci garantisce la tabella payoff:

𝒕 𝑻 𝒔
𝒗(𝒕, 𝒔) 0 −1
−𝒗(𝒕, 𝑻)𝒗(𝒕, 𝑻, 𝒔) 𝑣(𝑡, 𝑇, 𝑠) 0
𝟎 −𝑣(𝑡, 𝑇, 𝑠) 1
𝑽(𝒕, 𝒔) − 𝒗(𝒕, 𝑻)𝒗(𝒕, 𝑻, 𝒔) 0 0

e conseguentemente abbiamo un arbitraggio immediato all’istante t ossia un guadagno.

Domanda esame
laInstun’operazione finanziaria di acquisto a termine di un titolo cedola nulla, stipulata al
tempo t e con pagamento del prezzo a termine P in 𝑇 > 𝑡

a) Il rimborso è fissato in T
b) Il prezzo è fissato in T
c) Il prezzo è fissato in t

RISPOSTA C (se il contratto è a termine, il prezzo è stipulato sempre all’istante iniziale t)

LA STRUTTURA PER SCADENZA A PRONTI E A TERMINE


Utilizzando i teoremi precedenti, possiamo trovare la struttura per scadenza a pronti e a
termine.

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Struttura per scadenza dei prezzi a pronti: l’insieme dei prezzi di ZCB unitari di tutte
le scadenze che ci permette di descrivere completamente il mercato al tempo 𝑡. (in poche
parole grazie a questi prezzi possiamo conoscere il prezzo di QUALSIASI TITOLO nel
mercato).

Possiamo anche trovare l’insieme dei tassi di interessi a pronti di questo mercato
attraverso la formula:
1
1 𝑘
𝑖(𝑡, 𝑡𝑘 ) = −1
𝑣(𝑡, 𝑡𝑘 )

Dove k= tempo

Struttura per scadenza dei prezzi a termine: l’insieme dei prezzi a termine di ZCB
unitari di tutte le scadenze che ci permette di descrivere completamente il mercato al
tempo t. Cioè ci permette di trovare il prezzo dei contratti forward.

Possiamo anche trovare l’insieme dei tassi di interessi a termine di questo mercato
attraverso la formula:
1
1 𝑘
𝑖(0, 𝑘 − 1, 𝑘) = −1
𝑣(𝑡, 𝑡𝑘 )

Attenzione: per il contratto a termine, 𝑘 rappresenta il tempo trascorso tra l’istante finale
𝑠 e l’istante di scambio del contratto 𝑇. esempio: il contratto a termine è fatto in 0 per
consegna in 5 anni e scadenza in 7 anni. Quindi k sarà la differenza tra l’istante finale 7
e l’istante di scambio del contratto 5 anni.

𝑘= 7-5= 2 anni

Importante: la struttura dei tassi a termine domina la struttura dei tassi a pronti nei
periodi in cui la struttura a pronti è crescente. La struttura dei tassi a termine è dominata
dalla struttura dei tassi a pronti nei periodi in cui la struttura a pronti è decrescente.

Domanda esame:

Se la struttura per scadenza dei tassi di interesse a pronti è crescente, allora:

a) La struttura per scadenza dei tassi a pronti domina quella dei tassi a
termine.
b) La struttura per scadenza dei tassi a termine è decrescente
c) Struttura per scadenza dei tassi a termine domina quella dei tassi a
pronti.
COME FACCIO A TROVARE LA STRUTTURA?Risposta: c Eccovi un esempio:

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siano 𝑉(0, 𝑥1) = 99,96 euro, 𝑉(0; 𝑥2) = 190,25 e 𝑉(0; 𝑥3) = 270,50 euro i prezzi di
mercato al tempo 𝑡 = 0 i tre zero coupon bond con valori di rimborso 𝑥1 = 100 euro,
𝑥2 = 200 euro e 𝑥3 = 300 euro, esigibili ai tempi 𝑡1 = 1, 𝑡2 = 2 𝑒 𝑡3 = 3.

Calcolare la struttura per scadenza dei prezzi a pronti e a termine, e quella dei tassi di
interesse a pronti e a termine su base annua nel caso in cui il tempo è espresso in anni.

Risoluzione:

la prima cosa da fare è disegnare i tre titoli:

a seconda cosa è fare una tabella che rappresenta la struttura per scadenza a pronti e a
termine:

k 𝑉(0, 𝑥𝑘 ) xk 𝑣(0, 𝑘) 𝑖(0, 𝑘)


(tempo) (𝑟𝑎𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑡𝑎 𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑧𝑧𝑖 𝑑𝑒𝑖 𝑡𝑖𝑡𝑜𝑙𝑖)
0
1 99.96 100 0.9996 0,04002%
2 190.25 200 0.9513 2,5304%
3 270.50 300 0.9017 3,5106%

Struttura a termine
Struttura a
𝑣(0, 𝑘 i(0, k-1,k) pronti
− 1, 𝑘)
0
0,9996 0,04002%
0,9517 5,07513%
0,9479 5,49638%

Per trovare la struttura a pronti utilizziamo il teorema dall’indipendenza dall’importo:

𝑽 (𝒕, 𝒙𝒔) = 𝒙𝒔 𝒗 (𝒕, 𝒔)

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Noi conosciamo 𝑽 (𝒕, 𝒙𝒔) = 99,96 e 𝒙𝒔 = 100. Pertanto, 𝒗 (𝒕, 𝒔) sarà (dobbiamo fare il
rapporto fra prezzo del titolo e valore alla scadenza):

v (0,1) = 99.96/100 = 0.9996

facciamo la stessa cosa per l’istante 2

v (0,2) =190,25/200 = 0,9513

per l’istante 3:

v (0,3) = 270,50/300=0,9017

Per trovare la struttura a pronti degli interessi devo utilizzare la formula:


1
1 𝑘
𝑖(𝑡, 𝑡𝑘 ) = −1
𝑣(𝑡, 𝑡𝑘 )
1
1 1
i(0,1)= 0.9996 − 1 = 0,04002%

1
1 2
i(0,2)= 0.9513 − 1 = 2.5304%

1
1
i(0,3)= 0.90173 − 1 = 3.5106%

Per trovare la struttura dei prezzi a termine devo utilizzare il teorema dei prezzi
impliciti:

𝑣 (𝑡 , 𝑠)
𝑣( 𝑡, 𝑇, 𝑠) =
𝑣 ( 𝑡, 𝑇 )

Quindi:

v(0,0,1) =v(0,1)=0,996 (coincide con lo stesso valore a pronti)


𝑣(0,2) 0,9513
v(0,1,2)= 𝑣(0,1)= 0,9996= 0,9517

𝑣(0,3)
v(0,2,3)=𝑣(0,2)=0,9479

per trovare la struttura dei tassi di interesse a termine utilizziamo:


1
1 𝑘
𝑖(0, 𝑘 − 1, 𝑘) = −1
𝑣(𝑡, 𝑡𝑘 )

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Il primo tasso di interesse a termine coincide con quello il primo tasso di interesse a pronti,
quindi sarà: 0,0400%
1
1 2−1
i(0,1,2)= 0,9517 − 1=5,07513%

1
1 3−2
i(0,2,3)= 0,9479 − 1=5,49638%

METODI PER LA COSTRUZIONE DELLA STRUTTURA PER SCADENZA


1. IL TASSO DI PARITÀ
Attraverso il tasso di parità possiamo determinare la struttura per scadenza con la cd.
Equazione di bootstrap.

Ma Cos’è il tasso di parità? Si definisce tasso di parità (par yield) del titolo il valore 𝐼 /̅ 𝐶
del tasso cedolare per cui il valore del titolo, calcolato in base alla struttura per scadenza
in vigore al tempo 𝑡, coincide con il valore di parità C. affinché quoti alla pari il valore I
della cedola deve soddisfare alla:
𝑚

𝐼 ∑ 𝑣(𝑡, 𝑡 + 𝑘𝜏) + 𝐶𝑣(𝑡, 𝑡 + 𝑚𝜏) = 𝐶


𝑘=1

Dove I= interessi

v=tasso di sconto

C=valore facciale

Quindi l’espressione dice che la somma degli interessi attualizzati attraverso il fattore di
sconto più il valore facciale attualizzato deve essere uguale al valore facciale C.
ovviamente questo significa che il titolo è quotato alla pari perché valore facciale C= al
prezzo iniziale del titolo C.

Si può trovare la espressione esplicita per ricavare il tasso di parità attraverso i seguenti
passaggi:

1) Dividiamo l’equazione originaria per C

𝐼 ∑𝑚
𝑘=1 𝑣(𝑡, 𝑡 + 𝑘𝜏) + 𝐶𝑣(𝑡, 𝑡 + 𝑚𝜏) = 𝐶
𝐶

2) Dividendola per C, avremo:


𝐼 ̅ ∑𝑚
𝐾=1 𝑣(𝑡, 𝑡 + 𝑘𝜏)
+ 𝑣(𝑡, 𝑡 + 𝑚𝜏) = 1
𝐶
Facciamo dei passaggi per ricavare I/C:

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𝐼 ̅ ∑𝑚
𝐾=1 𝑣(𝑡, 𝑡 + 𝑘𝜏)
= 1 − 𝑣(𝑡, 𝑡 + 𝑚𝜏)
𝐶

Tasso di parità: 𝐼 ̅ 1 − 𝑣(𝑡, 𝑡 + 𝑚𝜏)


=
𝐶 ∑𝑚 𝐾=1 𝑣(𝑡, 𝑡 + 𝑘𝜏)

Nel mercato è presente il tasso di parità swap. Si trova nelle operazioni di interest rate
swap. L’interest rate swap è un’operazione di scambio in cui il flusso cedolare a tasso
variabile su k anni, riferito un fissato valore facciale (la cd. Gamba variabile), viene
scambiato a prezzo nullo con un corrispondente flusso cedolare a tasso fisso, con stesso
scadenzario e stesso valore facciale (la cd. Gamba fissa). Il tasso swap a k anni è il tasso
cedolare della gamba fissa che viene utilizzato nello scambio.

il metodo che utilizza il tasso di parità per trovare la struttura per scadenza si chiama
bootstrap. L’equazione è:

1 − 𝑝𝑘 ∑𝑘−1
𝑗=1 𝑣(𝑡, 𝑡 + 𝑗)
𝑣(𝑡, 𝑡 + 𝑘) =
1 + 𝑝𝑘

Ossia, il prezzo di un zcb unitario dell’istante 𝑡 è uguale al rapporto tra 1 – tasso di parità
dell’istante k per la somma di tutti i prezzi di zcb unitari precedenti diviso per 1+ tasso di
parità.

Quindi 𝑝𝑘 = 𝑡𝑎𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑝𝑎𝑟𝑖𝑡à

Domanda esame

Il tasso di parità:

a) Um tasso cedolare
b) Um tasso di rendimento
c) Um tasso nominale
Risposta A

Domanda esame

Il candidato dia la definizione di tasso di parità, ne scriva l’espressione esplicita e


mostri tutti i passaggi che portano alla definizione di tale formula.

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2. LA MISURAZIONE DELLA STRUTTURA PER SCADENZA COME
PROBLEMA DI ALGEBRA LINEARE (poco chiesto all’esame)
È possibile ricavare i prezzi di ZCB unitari dall’osservazione di prezzi di coupon bond, e
quindi dall’osservazione di prezzi di pacchetti (cioè di combinazioni lineari) di ZCB.
Ossia è possibile trovare la struttura per scadenza attraverso una combinazione lineare.

se abbiamo un titolo 𝑉𝑗 sappiamo che in base al teorema della linearità del prezzo è
possibile ricavare il suo prezzo attraverso la seguente equazione:

𝑉𝑗 = ∑𝑚
𝑘=1 𝑥𝑗 𝑘 𝑣𝑘 , j=1,2,…,n.

Cioè il prezzo del coupon bond sarà uguale alla somma di tutti gli importi 𝑥𝑗 𝑘 attualizzati
per il fattore si sconto 𝑣.

È possibile rappresentare questo problema in una forma matriciale:

𝑋𝑣 = 𝑉

Dove

𝑋= la matrice con gli importi monetari

𝑣= i fattori si sconto

𝑉= i prezzi dei titoli

Assegnata una matrice 𝑀, è sempre possibile definirne il 𝑟𝑎𝑛𝑔𝑜 𝑟(𝑀) come l’ordine
massimo dei suoi minori non nulli, cioè come la dimensione più grande della matrice
quadrata contenuta in 𝑀 (il rango è il valore minore o uguale al minimo 𝑡𝑟𝑎 𝑛 𝑒 𝑚 →
𝑟 (𝑟𝑎𝑛𝑔𝑜) ≤ 𝑚𝑖𝑛 (𝑛, 𝑚) ove 𝑛= quantità di titolo e 𝑚= scadenze).

Nel caso della matrice 𝑋, il rango 𝑟(𝑋) individua il numero massimo di flussi di
pagamenti 𝑥𝑗 linearmente indipendenti tra loro. Ne consegue he la differenza 𝑛 − 𝑟(𝑋)
indica quanti tra gli 𝑛 titoli trattati possono essere considerati ridondanti, possono essere
cioè ottenuti come portafogli costituiti con i restanti 𝑟(𝑋) titoli.

Se si assume che le condizioni di un mercato perfetto vengono rispettate, ci si può sempre


ricondurre al caso 𝑛 ≤ 𝑚, cioè alla situazione in cui il numero di titoli trattati non supera
il numero delle date di scadenza. Infatti, dato che comunque deve essere 𝑟 (𝑟𝑎𝑛𝑔𝑜) ≤
𝑚𝑖𝑛 (𝑛, 𝑚), allora se 𝑛 > 𝑚 almeno 𝑛 − 𝑚 titoli saranno necessariamente ridondanti.
Per escludere la possibilità di arbitraggi, questi titoli dovranno essere ben quotati e
potranno quindi essere trascurati nella determinazione della struttura per scadenza.

Se assumiamo rispettate le ipotesi di mercato, ossia: 𝑟 (𝑟𝑎𝑛𝑔𝑜) ≤ 𝑚𝑖𝑛 (𝑛, 𝑚) Allora per
il teorema di Rouché-capelli tale condizione è compatibile (ammette soluzione, non
necessariamente unica) se e solo se la matrice X e la matrice X|V, ottenuta aggiungendo
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alla X il vettore V come (m+1) -esima colonna (matrice completa), hanno stesso rango.
Cioè:

𝑟(𝑋) = 𝑟(𝑋|𝑉)

Se supponiamo che la matrice dei coefficienti ha rango 𝑛, la condizione di compatibilità


è data da r(X|V) = n. se questa uguaglianza non fosse rispettata (se cioè il rango della
matrice completa fosse a n+1), il sistema non ammetterebbe soluzione: il vettore dei
prezzi V non sarebbe ottenibile come combinazione lineare delle colonne di X e sarebbero
di nuovo violate le ipotesi di perfezione del mercato. La condizione r(X|V) =n non è
comunque sufficiente a garantire l’unicità della soluzione, che si avrà solamente sotto la
condizione aggiuntiva 𝑛 = 𝑚, ipotizzando cioè che il numero di titoli (non ridondanti)
osservati sia uguale al numero delle scadenze. Se è invece 𝑚 > 𝑛, il sistema
𝑋𝑣 = 𝑉 è indeterminato, in quanto sarà sempre possibile scegliere arbitrariamente 𝑚 − 𝑛
fattori di sconto vk e determinare conseguentemente in modo unico solo i rimanenti n;
esisteranno cioè ∞m−n di strutture per scadenze diverse che non violano il principio di
arbitraggio.

DURATION
La duration è un indice temporale e di variabilità che viene rappresentato dalla
formula:

Quindi la duration è la media aritmetica ponderata delle vite a scadenza delle poste
di un flusso (degli importi di un titolo). In altre parole, la formula si legge come il rapporto
tra la somma delle poste di un flusso attualizzate moltiplicate per la vita a scadenza 𝑡𝑘 −
𝑡 (cioè il tempo) e la somma delle poste di un flusso attualizzate. Naturalmente, la
duration si misura in unità temprali.

La duration può essere anche definita come il baricentro delle distribuzioni delle
masse. Cosa significa? Ci permette di trovare un punto medio temporale in cui
l’investitore riesce ad ottenere indietro la maggior parte degli investimenti realizzati. Per
esempio, se io sono un investitore e dico che la duration del mio portafoglio è 5 anni
significa che dopo cinque anni riesco ad ottenere indietro la maggior parte del denaro che
ho investito. ne consegue che la duration di un titolo sarà sempre compresa tra la più
piccola delle vite a scadenza delle poste e la più grande.

La duration esprime approssimativamente la perdita percentuale di prezzo subita


dal titolo per un aumento dell’1% del tasso di interesse.

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Se la duration presenta una struttura piatta, significa che il tasso di interesse
utilizzato è sempre costante.

La formula vista anteriormente è la duration di un singolo titolo. Se vogliamo


trovare la duration di portafoglio, dobbiamo fare (sia il portafoglio 𝑧 costituito dai titoli
𝑥𝑗 ):
𝑛
𝛼𝑗 𝑉(𝑡; 𝑥𝑗 )
𝐷(𝑡, 𝑧) = ∑ ∗ 𝐷(𝑡; 𝑥𝑗 )
𝑉(𝑡; 𝑧)
𝑗=1

Ossia, la duration è la somma della quantità alfa del titolo 𝑥𝑗 moltiplicata per il
valore attuale del titolo 𝑥𝑗 moltiplicata per la duration del titolo 𝑥𝑗 tutto diviso per il valore
attuale del portafoglio z.

Inoltre, abbiamo anche la formula della duration di un titolo costituito da una


rendita (un titolo TCF, titolo a cedola fissa):

𝑉(0; 𝐼) 𝐶𝑣(0, 𝑚)
𝐷(0; 𝑥) = 𝐷(0; 𝐼) +𝑚
𝑉(0; 𝑥) 𝑉(0; 𝑥)

Si legge la duration della rendita moltiplicata per il valore attuale della rendita diviso il
valore attuale del titolo TCF Più 𝑚 (tempo, scadenza del titolo) per il valore facciale C
del titolo per il fattore di sconto dell’istante 𝑚 tutto diviso per il valore attuale del titolo
TCF.

La duration di una rendita è:

1+𝑖 𝑚
𝐷(0; 𝐼) = −
𝑖 (1 + 𝑖)𝑚 − 1

Il valore attuale della rendita è

𝑉(0, 𝐼) = 𝑎𝑚 ¬𝑖 ∙ 𝐼
Ossia come vi ricordate dallo studio delle rendite:

1 − (1 + 𝑖)−𝑚
𝑎𝑚 ¬𝑖 =
𝑖
Partendo dall’equazione di origine della duration del TCF e facendo le
sostituzioni, avremo la seguente formula finale:

1+𝑖 𝑚 𝐼 ∙ 𝑎𝑚 ¬𝑖 𝐶𝑣(0, 𝑚)
𝐷(0; 𝑥) = − 𝑚
∗ +𝑚
𝑖 (1 + 𝑖) − 1 𝑉(0; 𝑥) 𝑉(0; 𝑥)

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Considerazioni importanti:

In tutti i casi in cui il titolo possiede un I>0, la duration risulta funzione


decrescente sia del tasso di valutazione i che del tasso cedolare.

Inoltre, se si aumenta la vita a scadenza del titolo, la duration risulta avere


andamento strettamene crescente quado il tasso di valutazione non supera il tasso
cedolare, cioè se I/C>=𝑖; invece per valore più bassi della cedola, cioè per I/C<𝑖, la
duration del titolo arriva a superare il livello asintotico, crescendo fino a un valore
massimo, raggiunto il quale comincia a decrescere, avvicinandosi dall’alto al valore (1 +
𝑖)/𝑖.
1+𝑖
Inoltre, si può calcolare la duration di una rendita perpetua con 𝑖

Un altro indice importante è il cd. Momento di secondo ordine e rappresenta la


media pesata dei quadrati degli scarti temporali 𝑡𝑘 − 𝑡 e fornisce quindi una misura di
dispersione temporale del flusso 𝑥 rispetto a 𝑡.

La semi elasticità misura la rapidità di variazione del prezzo per unità di capitale
e viene espressa come −𝐷(𝑡; 𝑥) se è in funzione della elasticità istantanea. Se è in
−1
funzione del tasso di interesse essa sarà 1+𝑖 ∗ 𝐷(0; 𝑥)

Domanda esame

La duration di una rendita a rata costante, calcolata in struttura piatta, è:

a) Funzione crescente del tasso di interesse


b) Funzione decrescente del numero di rate
c) Funzione decrescente del tasso di valutazione
Risposta C

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LISTA DI ESERCIZI
1. Investite un importo S=9000 euro con leggi di interessi composti al tasso annuo
composto 𝑖𝑐 per ottenere W=12000 euro dopo T=3 anni e mezzo. Si determini il
tasso periodale di interesse 𝑗𝑐 ,l’intensità di interesse 𝑦𝑐 , il tasso annuo 𝑖𝑐 e il
tempo necessario 𝑇𝑐 al raddoppio della somma investita .si ripeta nell’ipotesi che
l’investimento sia regolato con legge di interessi semplici al tasso annuo semplice
𝑖𝑠 , e che produca lo stesso valore 𝑊 dopo lo stesso tempo T, determinando 𝑗𝑠 ,𝑦𝑠 ,𝑖𝑠
e 𝑇𝑠 .

2. Un’impresa necessita di un finanziamento di 100000 euro e ha a disposizione le


seguenti opportunità:
a. Restituire 118000 euro in un’unica soluzione dopo 2 anni;
b. Rimborsare due rate annuali posticipate rispettivamente di importo 52000 e
58000;
c. Rimborsare due rate annuali posticipate di pari importo calcolate utilizzando
il tasso annuo composto 5 %;

sì calcolino i tassi interni di rendimento delle tre opportunità esprimendo i tassi in


base annua e in forma percentuale e l’importo delle rate nell’ipotesi c. ipotizzando
che l’impresa basi le sue decisioni considerando il solo tasso interno di rendimento
si indichi quale opportunità verrà adottata spiegando il perché.

3. Un’impresa necessita di un finanziamento di 120.000 euro e ha a disposizione le


seguenti opportunità:
a. Restituire 125.000 euro in un’unica soluzione dopo 2 anni;
b. Rimborsare due rate annuali posticipate rispettivamente di importo 58000 e
66000.
c. Rimborsare due rate annuali posticipate di pari importo calcolate utilizzando
il tasso annuo composto 2.2%.
Si calcolino i tassi interni di rendimento delle tre opportunità esprimendo i
tassi in base annua e in forma percentuale e l’importo delle rate nell’ipotesi c.
ipotizzando che l’impresa basi le sue decisioni considerando il solo tasso
interno di rendimento si indichi quale opportunità verrà adottata spiegando
perché.

4. Carla ha appena ricevuto un’eredità di 50000 euro e decide di investirli in un conto


di deposito fino a che non crescano del 25%. Una banca propone due opportunità:
a. Il conto viola, che remunera l’investimento al tasso 𝑖𝑎 = 2,5% annuo
composto
b. Il conto giallo, nel quale il deposito cresce al tasso 𝑖𝑏 = 3% annuo semplice

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Per quanti anni Ta e Tb Carla dovrà mantenere l’investimento per raggiungere
lo scopo, rispettivamente nelle due opportunità, e qual è il corrispondente
tasso interno di rendimento di base annua i*a e i*b?

5. Una banca riceve un’identica richiesta di finanziamento da due imprese on lo


stesso merito creditizio, di importo pari a S=12000 euro. La prima impresa A
propone di rimborsare il finanziamento in un’unica soluzione, dopo 22 mesi, al
tasso annuo lineare del 2,65%. La seconda impresa B propone di rimborsare il
finanziamento di due rate uguali, pagabili dopo 7 e 14 mesi, calcolato con una
legge esponenziale di tasso annuo 2,25%. Si determini i tassi interni di rendimento
delle due operazioni, esprimendoli in forma percentuale e su base annua, e la rata
che l’impresa B propone di pagare.
Per motivi di bilancio, la banca può scegliere dI finanziare una sola delle due
imprese. Quale sceglierà e perché?

6. Un capitale di 6000 euro viene ammortizzato al tasso annuo i=3,20% a rata


costante pagabile posticipatamente alla fine di ogni bimestre in 8 mesi e 20 giorni,
con una rata di preammortamento pagabile dopo 20 giorni.
Assumendo la durata commerciale dell’anno e del mese, compilare il piano di
ammortamento.

7. Il mutuo mandarino prevede il prestito di una somma S euro da rimborsare in 6


rate trimestrali posticipate al tasso annuo i =4,3% con le seguenti caratteristiche:
• Le prime due rate sono di preammortamento,
• La terza e la quarta rata rimborsano ciascuna un quarto del debito iniziale,
• Le ultime due rate sono uguali,
si compili il piano di ammortamento per un prestito di S=15000 euro.

8. Un imprenditore decide di accendere un mutuo per una somma di S=100000 euro,


da restituirsi in 4 rate semestrali al tasso annuo i=7%. L’ammortamento del mutuo
prevede che le prime tre rate siano uguali fra loro e la quarta rata sia il 50% in più
della prima. Si compili il piano di ammortamento.

9. Ottieni un prestito da un istituto di credito, per l’importo di S=200000 euro. Lo


devi restituire in quattro rate semestrali posticipate, secondo un ammortamento di
tasso annuo composto 2,01% e ottieni dall’istituto che l’ammostamento soddisfi
le seguenti caratteristiche:
• Il debito residuo dopo il pagamento della prima rata è i tre quarti del debito
iniziale,
• Le ultime due rate sono uguali,
• La seconda rata è un quarto del debito iniziale.
Compili il piano di ammortamento giustificando gli importi inseriti.

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10. Nel mercato sono quotati i seguenti titoli, tutti on nominale 100:
• TCN a 6 mesi con prezzo 98.4;
• TCN a 1.5 anni con prezzo 96;
• TCF a 1 anno, con prezzo 99.50 e cedola semestrale di 1.20

Determini la struttura per scadenza dei tassi di interesse a pronti e a termine.


Riportare i risultati nella tabella. Si calcoli il prezzo di un TCF a 1.5 anni, con
cedola semestrale di 2.

11. Sia dato un mercato in cui al tempo t0 = 0 siano presenti tre titoli obbligazionari
i quali, in riferimento ad
uno scadenzario t = {t1, t2, t3} = {1, 2, 4} trimestri, siano così composti:
• uno zero coupon bond che garantisce 150 euro in t1 al prezzo di 147 euro;
• uno zero coupon bond che garantisce 100 euro in t2 al prezzo di 96 euro;
• un contratto che garantisce 200 euro in t3 al prezzo, pattuito in t0 e pagabile in
t2, di 192 euro.
Si calcoli il tasso a termine i(t0, t1, t3) implicato dalla struttura dei prezzi
assegnata, esprimendolo in forma
percentuale e su base annua. Siano inoltre x uno zcb unitario con maturity in t3 e
y = {10, 10}/{t2, t3}. determinare quali prezzi 𝑝𝑥 e 𝑝𝑦 rispettivamente devono
avere affinché il mercato sia privo di arbitraggi non rischioso.

12. Sia dato un bullet bond di x1 con valor facciale 100 euro, maturity 2 anni, cedole
pagabili semestralmente al tasso nominale annuo i=5%. Con riferimento ad una
struttura dei tassi a pronti su base annua data da i(0,0.5)=
10.25%,i(0,1)=10.50%,i(0,1.5)=11.05%,i(0,2)=11,70% determinare la duration
del titolo x1. Indicato poi con x il portafoglio composto da una quota 𝛼1 = 1 del
titolo x1 e da una quota 𝛼2 di uno zero coupon bond x2 che paga 100 euro in t=0.5,
determinare 𝛼2 in modo che D(0,x)=1.

13. Si consideri un mercato in cui sono quotati i seguenti titoli: un TCN a pronti x con
prezzo 96, scadenza un anno e valore facciale 100 e un TCN a temine y con prezzo
pattuito in t=0 e pagabile tra 6 mesi pari a 98, scadenza un anno e valore facciale
100. Si determinino le strutture dei prezzi a pronti e a termine, esprimendo i tassi
in base annua e forma percentuale (riportare i dati in tabella). Si determinino
inoltre prezzo e duration (in anni) di un BTP con scadenza un anno, nominale
5000 euro e tasso nominale del 4%.

14. Sia dato un titolo 𝑥1 che paga un flusso di importi (11,11,111) ai tempi
t=(0.5,1,1.5). on riferimento ad una struttura dei tassi a pronti data da :

i(0,0.5)=11,25%
i(0,1)= 11,50%

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i(0,1.5)= 12,05%

determinare la duration del titolo x1. Indicato poi on x il portafoglio composto da


una 𝛼1 del titolo x1 e da una quantità 𝛼2 = 3 di uno ZCB x2 che paga 100 euro
in t=0.5, determinare 𝛼1 in modo che D(0, x)=1

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DOMANDE TEORICHE
1. Dato un intervallo [t,s] con t < s, se W è la funzione valore, allora il fattore di
sconto v(t,s) è

a) [W(s) −W(t)]/W(s).

b)W(t)/W(s).
c) W(s)/W(t).

2. L’intensità di interesse è

a) il prodotto fra tasso periodale di interesse e durata dello scambio.


b) il rapporto fra tasso periodale di interesse e durata dello scambio.
c) la somma fra fattore di sconto e tasso periodale di interesse.

3. In una rendita con rata annuale posticipata e differita di 5 anni, la prima rata
viene pagata

a) alla fine del 5° anno.

b) alla fine del 6° anno.

c) all’inizio del 5° anno.

4. Il valore attuale di una rendita posticipata a rate costanti differita di t anni è


uguale:

a) al valore attuale di una rendita immediata posticipata a rate costanti capitalizzato per
t anni

b) al valore attuale di una rendita immediata posticipata a rate costanti attualizzato


per t anni

c) al valore attuale di una rendita immediata anticipata a rate costanti attualizzato per t
anni

5. L’ammortamento di una somma ad un certo tasso annuo composto costante


a) ha sempre debito residuo crescente.

b) è un’operazione equa rispetto alla legge esponenziale individuata da quel tasso,


purché il tasso non sia troppo elevato.
c) è un’operazione equa rispetto alla legge esponenziale individuata da quel tasso.

6. Nell’ammortamento francese con tasso positivo, la successione delle quote


capitali

a) ha andamento irregolare.

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b) è crescente.
c) è costante.

7. In una operazione finanziaria di acquisto di un TCF alla data di emissione, nel


caso di quotazione alla pari, il TIR
a) è maggiore del tasso cedolare.

b) coincide con il tasso cedolare.

c) è minore del tasso cedolare.

8. Dato un titolo cedolare a cedola fissa


a) Il tasso cedolare coincide con il tasso nominale annuo
b) Il tasso cedolare è il rapporto fra il valore della cedola e il valore finale
c) Il tasso cedolare è il rapporto fra il valore della cedola e il valore facciale

9. L’operazione cedolare con periodicità trimestrale {−96,2,2,2,100}/{0,1,4,7,10}


a) è stata acquistata alla data di emissione.

b) è stata acquistata dopo la data di emissione

c) è stata acquistata prima della data di emissione

10. Dato un intervallo [t,s] con t < s, se W è la funzione valore, allora il fattore
montante m(t,s) è

a) [W(s) −W(t)]/W(s).

b) W(t)/W(s).
c) W(s)/W(t).

11. L’investimento di una somma S per 1 anno e 4 mesi in regime degli interessi
composti al tasso annuo i= 4% produce un interesse Ic. La stessa somma, se
investita per lo stesso tempo, allo stesso tasso di interesse ma in regime degli
interessi semplici, produce un investimenti Is allora:

a) Is > Ic
b) Is < Ic

c) Non è possibile confrontare Is e Ic senza conoscere il tasso i.

12. Data l’operazione finanziaria {100, 10, 20 ,50 ,30 ,110}/{0, 1, 2, 3, 4, 5}, senza
fare nessun tipo calcolo è comunque possibile dire che :
a)potrebbe avere più di un tasso interno di rendimento .
b) ammette un unico tasso interno, che è positivo.
C) non ammette tasso interno di rendimento

13. Si consideri il portafoglio z= 2x+y e y sono due titoli. Se i prezzi di mercato dei
due titoli e del portafoglio al tempo 0 sono tali che P(0;z) >2 P(0;x)+ P (0,y), allora

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posso costruire un arbitraggio non rischioso
a) vendendo allo scoperto il portafoglio e comprando 2 quote di x e una quota di y
b)comprando il portafoglio e vendendo allo scoperto 2 quote di x e una di y
c) vendendo alla scoperto il portafoglio e 2 quote di x e comprando una quota di y

14. in riferimento a tre scadenze t ≤ T ≤ s usando il teorema dei prezzi impliciti


possiamo stabilire una relazione tra prezzi :

a) a pronti in t e a pronti in T
b) a pronti in t e a termine contratti in t e pagabili in T
C) a pronti in t e a pronti in T e a pronti in s

15. il tasso di parità è:


a) un tasso cedolare
b)un tasso di rendimento
c) un tasso nominale

16. la duration di un TCN è:


a) Uguale alla vita a scadenza
b) Minore della vita a scadenza
c) compresa tra la data di pagamento della prima cedola e la data di scadenza

17. Dato un intervallo [t,s] con t < s, se W è la funzione valore, allora il fattore di
sconto v(t,s) è

a) [W(s) −W(t)]/W(s).

b) W(t)/W(s).
c) W(s)/W(t).

18. Nella legge degli interessi composti con tasso annuo di interesse i e intensità
istantanea di interesse δ, per t<s il fattore montante risulta
a) m(t,s)=𝑒 −𝛿(𝑠−𝑡)
b) m(t,s)=𝑒 𝛿(𝑠−𝑡)
c) m( t, s)= (1 + 𝑖)𝑡−𝑠

19.Sia x un importo positivo; il tasso interno di rendimento dell’operazione


finanziaria {x, 0, x, 0}/{0,1, 2,3}

a)non esiste
b)esiste, è unico ed è negativo.
C) esiste, ma non è unico

21.Sapendo che l’operazione finanziaria {Xo, X1}/{0,1} è un arbitraggio non


rischioso e sapendo che Xo > 0, allora
a) x1 ha segno negativo ma in valore assoluto è minore di Xo .
b) x1≥ 0
c) x1 può avere qualunque segno
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22.Sia t0< 𝒕𝟏 < 𝒕𝟐, il teorema dei prezzi impliciti stabilisce una relazione fra
prezzi

a) a pronti contratti in t0 e a pronti contratti in t1.


b) a pronti contratti in t0 e a termine contratti in t0 e pagabili in
t1.

C) a pronti contratti in t0, e a pronti contratti in t1 e a pronti contratti in t2.

23. Se la struttura per scadenza dei tassi di interesse a pronti è crescente, allora:

a)la struttura per scadenza dei tassi a pronti domina quella dei tassi a termine.
b) la struttura per scadenza dei tassi a termine è decrescente.
c) la struttura per scadenza dei tassi a termine domina quella dei tassi a pronti

14.la duration di titolo a cedola fissa, a parità delle altre condizioni:


a) diminuisce se aumenta il tasso cedolare.
B) aumenta se diminuisce la vita residua
c) diminuisce se aumenta la scadenza

25.L’investimento di una somma per n>1 anni in regime semplice al tasso annuo
i > 𝟎 produce un interesse I. Se invece, a parità di tutto il resto si usa il regime
composto, l’interesse prodotto è:

a)uguale a I
B)maggiore di
I
c) minore di I

26. Date le operazioni finanziarie {2,22, 0 ,10 ,100}/{1, 2, 3, 4, } e {-100, 0 ,-


20,2,2}/{0,1, 2, 3, 4, } la loro somma è l’acquisto di
a)una rendita immediata, temporanea , posticipata
b)uno TCF con scadenza 4 anni
c)un TCF quotato alla pari

27. Data l’op. fin. {-100, 50, 50,x, x, x}/{0,1, 2, 3, 4,5} con x> 𝟎 allora il TIR
a) esiste, è unico e positivo
b)esiste, è unico ma potrebbe essere sia positivo che negativo
c) non esiste

28. In un ammortamento francese con 20 rate e tasso positivo, le quote capitale


della quarta e quinta rata soddisfano
a)non sono confrontabili senza conoscere il tasso
b) C4< 𝐶5
C) C4> 𝐶5

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29. In un’operazione finanziaria di acquisto a termine di un titolo a cedola nulla ,
stipulata al tempo t e con pagamento del prezzo a termine P in T> 𝒕 ,
a) il rimborso è fissato in T
b) il prezzi è fissato in T
c) il prezzo è fissato in t.

30. L’investimento di una somma S per 7 mesi in regime degli interessi composti al
tasso annuo i= 3% produce un interesse Ic. La stessa somma, se investita per lo
stesso tempo, allo stesso tasso di interesse ma in regime degli interessi semplici,
produce un investimento Is allora:

a) Is > Ic
b) Is < Ic
c) Non è possibile confrontare Is e Ic senza conoscere il tasso i.

31. In un piano di ammortamento il debito estinto al tempo k


a) Si ottiene sommando al debito estinto al periodo k-1 la quota capitale
b) Si ottiene sommando alla quota capitale il debito residuo al periodo
c) si ottiene sottraendo al debito estinto al periodo k la quota capitale

32. In un mercato perfetto, gli agenti


a) sono massimizzatori di profitto.
B) sono avversi al
profitto.
C) sono differenti al profitto.

33. La duration di un titolo ne misura


a) il rischio di fallimento dell’emittente
b) la liquidità
c) il rischio di tasso di interesse

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