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”
Colorita espressione utilizzata da un
collaboratore di giustizia napoletano prima di
iniziare a raccontare, ai magistrati napoletani,
quali fossero le potenzialità economiche
dell’affare rifiuti per la criminalità organizzata.
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Questa affermazione, riferita a fatti
avvenuti negli anni 80 era stata
considerata folcloristica e suggestiva ma si
è rivelata, con il trascorrere degli anni e i
riscontri investigativi, particolarmente
veritiera e in grado di evidenziare con
poche parole la commistione fra criminalità
organizzata, imprenditoria, politica,
malaffare..
GLI INTERESSI DELLA CRIMINALITÀ NEL SETTORE AMBIENTALE
IL TRAFFICO DI RIFIUTI
L’ARCHEOMAFIA
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NON SOLO IN CAMPANIA
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Art. 178. Principi
SECONDO LE CARATTERISTICHE DI
SECONDO L’ORIGINE
PERICOLOSITA’
RIFIUTI URBANI
NON PERICOLOSI
RIFIUTI URBANI
RIFIUTI URBANI
PERICOLOSI
RIFIUTI SPECIALI
NON PERICOLOSI
RIFIUTI SPECIALI
RIFIUTI SPECIALI
PERICOLOSI
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Art. 184 c.2 RIFIUTI URBANI
a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da
locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione;
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d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed
aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso
pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua;
g) i rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla
e) i rifiuti da attività commerciali;
Per coltivazione del fondo, per selvicoltura e per allevamento di animali si intendono le attività
dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di
carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci,
salmastre o marine (1).
Si intendono comunque connesse le attività, esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette
alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che
abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o
dall'allevamento di animali, nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante
l'utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell'azienda normalmente impiegate nell'attività
agricola esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e
forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità come definite dalla legge [2557] (2).
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RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI
I rifiuti speciali pericolosi sono quei rifiuti generati dalle
attività produttive che contengono al loro interno un'elevata
dose di sostanze inquinanti.
Per questo motivo occorre renderli innocui, cioè trattarli in
modo da ridurne drasticamente la pericolosità.
Nella normativa precedente rispetto a quella in vigore
attualmente, tali rifiuti erano definiti come rifiuti tossico
nocivi.
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Raffinazione del petrolio
processi chimici
industria fotografica
industria metallurgica
oli esauriti
solventi
produzione conciaria e tessile
impianti di trattamento dei rifiuti
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IL RIFIUTO VIENE IDENTIFICATO
MEDIANTE IL C.D. CODICE CER
(Classificazione Europea Rifiuti)
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Per gli enti e le imprese che
raccolgono e trasportano rifiuti
e non sono obbligati o non
aderiscono volontariamente al
sistema di controllo della
tracciabilità dei rifiuti (SISTRI)
di cui all'articolo 188-bis,
comma 2, lettera a), i rifiuti
devono essere accompagnati
da un formulario di
identificazione dal quale
devono risultare almeno i
seguenti dati:
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a) nome ed indirizzo del
produttore dei rifiuti e del
detentore;
b) origine, tipologia e
quantità del rifiuto
c) impianto di
destinazione;
d) data e percorso
dell'istradamento;
e) nome ed indirizzo
del destinatario.
2. Il formulario di identificazione di cui al comma 1 deve
essere redatto in quattro esemplari, compilato, datato e
firmato dal produttore dei rifiuti e controfirmate dal
trasportatore che in tal modo dà atto di aver ricevuto i
rifiuti….
Una copia del formulario deve rimanere presso il
produttore e le altre tre, controfirmate e datate in arrivo
dal destinatario, sono acquisite una dal destinatario e
due dal trasportatore, che provvede a trasmetterne una
al predetto produttore dei rifiuti.
Le copie del formulario devono essere conservate per
cinque anni.
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Art.192. Divieto di abbandono.
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3. Fatta salva l'applicazione della sanzioni di
cui agli articoli 255 e 256, chiunque viola i
divieti di cui ai commi 1 e 2 è tenuto a
procedere alla rimozione, all'avvio a recupero
o allo smaltimento dei rifiuti ed al ripristino
dello stato dei luoghi in solido con il
proprietario e con i titolari di diritti reali o
personali di godimento sull'area, ai quali tale
violazione sia imputabile a titolo di dolo o
colpa, in base agli accertamenti
effettuati………omissis
SANZIONI
255. Abbandono di rifiuti
1.Fatto salvo quanto disposto dall'articolo 256, comma 2, chiunque,
in violazione delle disposizioni di cui agli articoli 192, commi 1 e 2,
226, comma 2, e 231, commi 1 e 2, abbandona o deposita rifiuti
ovvero li immette nelle acque superficiali o sotterranee è punito con
la sanzione amministrativa pecuniaria da trecento euro a
tremila euro. Se l'abbandono riguarda rifiuti pericolosi, la
sanzione amministrativa è aumentata fino al doppio.
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La norma sanziona l’abbandono di rifiuti di modeste
dimensioni, quindi con esclusione del deposito incontrollato
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La difficoltà di questi
accertamenti sta nel
riuscire ad attribuire la
condotta di abbandono di
rifiuti al suo autore,
legandola esclusivamente
al solo rinvenimento tra i
rifiuti di uno o più
documenti univocamente
a lui riconducibili.
fasi dell’accertamento
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1.Dopo aver fatto aver fatto i preliminari rilievi fotografici, verrà
aperto il contenitore e verranno analizzati i rifiuti
Se dall’analisi della tipologia dei rifiuti dovesse apparire
chiaro che si tratta di una busta contenente rifiuti
compatibili con quelli propri dei cestini porta rifiuti
presenti in strada o in un luogo pubblico, (ad esempio
un bar) risulterà subito evidente che no sarà possibile
imputare la condotta ad un determinato soggetto.
L’organo accertatore, a questo punto, una volta rinvenuto l’
indizio potrà e dovrà porre in essere tutte le attività
istruttorie possibili, quali assumere a sommarie
informazioni il presunto autore, sentire eventuali
testimoni, ricercare ulteriori ed univoci indizi in modo tale
da attribuire la condotta di abbandono a quello che
potrebbe essere il solo «proprietario» del rifiuto.
L’autore affermerà sempre di non aver
abbandonato nessun rifiuto, non riuscendo a
spiegarsi come mai quel documento potesse
trovarsi in quel luogo.
Eventuali testimoni sono difficili da reperire anche
in considerazioni dei luoghi isolati in cui di norma
avviene l’abbandono.
QUINDI
BISOGNA SEGUIRE UNA STRADA DIFFERENTE
Nell’ambito delle sanzioni amministrative oltre alla persona del
trasgressore ,inteso quale autore materiale della condotta illecita,
viene individuato anche l’obbligato in solido., ed è identificato con il
proprietario della cosa che servì o fu destinata a commettere la
violazione.
Tenuto conto che al primo comma lett. a) dell’art. 183 del Dlgs.
152/2006 viene specificato che è rifiuto qualunque sostanza od
oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione di disfarsi o
abbia l’obbligo di disfarsi.
Pertanto se la proprietà del bene è certa, (perché
per esempio riconosciuto dallo stesso
proprietario o perché univocamente attribuibile
ad un determinato soggetto) è altrettanto certo
che quel bene sia stato non correttamente
smaltito e se anche per ipotesi il suo produttore
avesse affidato ad un terzo l’onere del suo
smaltimento ne risponderebbe ugualmente, in
quanto ha accettato il rischio che una cosa di sua
proprietà venisse illecitamente smaltita.
In un solo caso potrebbe esimersi dalla responsabilità,
nel caso in cui avesse correttamente conferito il suo
rifiuto.
Per tale ragione, l’organo accertatore deve verificare che i
documenti siano stati rinvenuti in un sacchetto chiuso unitamente a
rifiuti domestici indifferenziati, quindi non conferibili, in quello
stato, al servizio di raccolta pubblico e che tali rifiuti siano
incompatibili con quelli che possono essere contenuti in un cestino
pubblico di raccolta, quindi oggetto di un lecito conferimento da
parte del presunto autore.
Per tale ragione unitamente alle circostanze di luogo e di tempo è
fondamentale prima della contestazione caratterizzare i rifiuti
rinvenuti.
In materia di gestione dei rifiuti e tali sono anche i rifiuti
domestici, vige il principio della responsabilità del
proprietario/produttore per il loro corretto smaltimento.
Il proprietario del rifiuto deve sempre conferirlo in modo
corretto, secondo le regole proprie di quella tipologia di
rifiuto. Pertanto poco importa che sia stato materialmente lui
a porre in essere la condotta di abbandono, ciò che conta è
che il rifiuto sia stato smaltito in modo non corretto.
Anche qualora lo affidi a terzi deve comunque conferirlo a
soggetti abilitati al loro ritiro e smaltimento.
Non facendolo accetta il rischio di uno smaltimento illecito
del suo rifiuto e di questo risponde.
Se non si dovesse accogliere questa ricostruzione è
pressoché impossibile poter sanzionare un abbandono
illecito. Per l’autore dell’illecito basterebbe semplicemente
negare di aver abbandonato l’oggetto rinvenuto essendo
quasi del tutto impossibile per l’organo accertatore provare il
contrario.