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LA SCIABOLA
L’arma della sciabola trae la sua origine nel 19esimo secolo in Italia. Giuseppe Radaelli,
nato a Milano nel 1833 e morto nel 1882, era un maestro di sciabola milanese. Direttore
della scuola miliare magistrale di scherma a Milano, e l’insegnante di molti maestri guida
associati più tardi alla scuola miliare magistrale di scherma a Roma, come salvatore
Pecoraro, Carlo Pessina e Luigi Barbasetti. La sua teoria di sciabola era basata sul
fioretto, ed il suo metodo di vibrare i molinelli fu principalmente attraverso l’uso del gomito
(sistema Radaelliano – da “Istruzioni per la schema di sciabola e di spada” edito nel
1876). E’ considerato il padre della moderna scherma di sciabola da cui la sciabola
leggera che prende il suo nome (vedi foto sotto).
Sciabola Radaelli – stretta coccia con due sottili diramazioni metalliche semicircolari che connettono la parte
più larga della guardia con la fine dell’elsa, formando un anello intorno alla mano.
Giuseppe Radaelli nel 1874 fu nominato direttore della “Scuola militare dei Maestri di
scherma”, creata nel 1868 con l’istituzione di due scuole una a Parma (scuola di fioretto) e
una a Milano (scuola di sciabola), successivamente, nel 1874, unificate con sede a Milano.
In seguito ad una pressione politica da parte dei maestri del sud d’Italia, nel settembre del
1883 il Ministro della Guerra annunciò un concorso nazionale per la selezione di un unico
libro, da adottare per tutti i maestri di scherma militari e i loro allievi. Il 15 novembre 1883
furono sottoposti alla Commissione selezionatrice del concorso dieci lavori tra cui il
manuale di Giuseppe Radelli e quello di Masaniello Parise, nato il 2 novembre 1850 a
Torino, dal titolo “Trattato teorico-pratico della Scherma di spada e sciabola” edito nel
1884.
Durante il confronto dei testi , i sostenitori di Parise nella commissione attaccarono i
sistemi Radaelliani di fioretto e di sciabola senza pietà. Nella sciabola essi condannavano
l’uso del gomito, e accusavano i Radaelliani di impugnare l’arma con troppo forza e di
Dopo che i voti furono contati Parise venne dichiarato il vincitore del concorso e vennero
fatti i preparativi per pubblicare il suo lavoro a spese dello Stato; inoltre il Ministro della
Guerra dichiarò che prima possibile si sarebbe aperta una nuova scuola magistrale
militare di scherma a Roma, con Masaniello Parise come direttore.
Il testo di Parise, che è ancora oggi conosciuto in Italia come la “Bibbia” della scherma, è
la pubblicazione italiana moderna più influente sul soggetto della scherma.
La differenza principale tra la tecnica di sciabola di Radaelli e quella di Parise è che
Radaelli insisteva che il gomito servisse da punto di articolazione, mentre Parise preferiva
il polso. Masaniello scrive:
“Si chiamano Molinelli quei movimenti rotatori che si eseguono con la sciabola, e che si
basano principalmente sull’articolazione del polso, con la minima assistenza del gomito,
per dirigere la sciabola in ogni direzione”.
3. Terminologia
La Terminologia, nella sua accezione generica, riguarda semplicemente l'uso e lo studio
dei termini cioè delle parole e delle parole composte utilizzate in contesti specifici.
La scherma
è una disciplina cosiddetta “OPEN SKILL”, uno sport di situazione ad abilità aperte in cui il
successo agonistico è legato ad una supremazia tecnico-fisica, ed ad una maggiore abilità
elaborativa rispetto all’avversario.
E’ uno sport di destrezza con notevole impegno muscolare con attività brevi e di elevata
intensità che vanno ripetute nel tempo in maniera aciclica, soprattutto assumendo una
posizione del corpo (gambe scherma) che è innaturale rispetto alla normale postura del
corpo umano e, soprattutto con l’impegno di doverla mantenere per molto tempo.
La tecnica
La tecnica schermistica comprende l’insieme della azioni schermistiche. Una singola
azione può anche essere intesa come una tecnica schermistica.
• Azioni, cioè movimenti (delle gambe, del corpo, del braccio armato) da una posizione di
partenza ad una di arrivo, con determinate modalità, e per un fine preciso;
• schermistiche, in quanto il fine delle azioni è fra quelli specifici della scherma, e cioè
l’offesa e la difesa del bersaglio, l’indagine sulle intenzioni offensive e difensive
dell’avversario, e quindi la preparazione e la simulazione delle azioni di offesa e difesa.
La tattica
La tattica è lo studio e l’applicazione delle azioni che mirano a programmare le azioni
dell’avversario, affinché siano prevedibili e siano a nostro vantaggio. Non è possibile
ottenere un tale risultato ad un costo ragionevolmente limitato senza una involontaria
collaborazione dell’avversario, che la fornirà solo se ingannato; o senza beneficiare di un
notevole vantaggio tecnico e fisico, su un avversario alquanto sprovveduto sul piano
tattico.
Le principali azioni che si utilizzano al fine di ingannare l’altro, e fornirgli false informazioni,
sono le finte, simulazioni di azioni che richiedono, per essere efficaci, precise condizioni di
tempo e di misura: devono essere eseguite al passaggio per il punto critico.
La strategia
La strategia è la programmazione razionale delle proprie azioni, in funzione della
situazione, per raggiungere uno scopo prestabilito, possibilmente col minimo costo.
La velocità
La velocità è, da sempre, considerata fondamento della scherma insieme a scelta di
tempo e misura. Controllare l’altro ed impedire che ci controlli sono due operazioni
fondamentali dello schermitore: perché un’azione abbia successo, sono necessarie
entrambe. Il controllo segue il meccanismo stimolo - risposta:
da una situazione di partenza (misura lunga), al tentativo di ridurre la misura segue
(perché c’è il tempo di farlo, data la misura) la scelta di allungarla di nuovo, o di accettare
lo scambio. In questo secondo caso, il seguito dell’azione, da misura più breve, è in
tempo: i due programmi motori si confrontano in automatismo, e vince il migliore.
Chi ha l’iniziativa e chi la subisce controllano entrambi, fino a quando uno dei due riesce a
superare il controllo dell’altro, impedendo che riesca a mantenere la misura voluta, e
impedendone la sincronizzazione. Sincronizzarsi con l’altro, solo mentalmente o anche dal
punto di vista motorio, è un modo efficace per arrivare alle azioni eseguite in tempo,
La misura
La distanza, o misura, che si stabilisce fra gli avversari all’inizio di un assalto, quando
ancora le strategie offensive non sono ben delineate, è abbastanza ampia da consentire
ad ognuno di reagire (tempo di reazione) ad un’iniziativa inattesa dell’altro, arretrando.
Questa distanza è però limitata dalla necessità di svolgere un’azione di indagine efficace,
che va condotta da vicino. Quindi, durante la fase di elaborazione, la distanza
dall’avversario (misura di controllo) è, di norma, appena superiore a quella necessaria
per un’azione efficace (misura di azione). La fase di preparazione tende a ridurre al
minimo la differenza fra le due distanze, determinando una misura di passaggio, fra le
due, che possiamo definire come punto critico. Al di là di questo punto (misura maggiore)
è possibile controllare i movimenti dell’altro, sfruttando i meccanismi del tempo di reazione
(prima lo stimolo, poi la risposta). Al di qua del punto critico (misura minore), il tempo di
Estratto Regolamento Tecnico per le gare di scherma - Regolamento FIE Feb 2012
t.6 Tempo
Il tempo schermistico è la durata d’esecuzione di un’azione semplice.
AZIONI OFFENSIVE E DIFENSIVE
t.7 Definizione
1 Le azioni offensive sono: l’attacco, la risposta e la contro-risposta.
• L’attacco è l’azione offensiva iniziale eseguita distendendo il braccio e
minacciando costantemente il bersaglio valido dell’avversario, - movimento che
deve comunque precedere l’inizio dell’affondo.
• La risposta è l’azione offensiva dello schermitore che ha parato l’attacco.
• La contro-risposta è l’azione offensiva dello schermitore che ha parato la risposta.
2 Le diverse azioni difensive sono le parate.
• La parata è l’azione difensiva eseguita con l’arma per impedire ad un’azione
offensiva di toccare.
SPIEGAZIONI:
t.8 Azioni offensive
1 L’attacco
L’azione è semplice quando è eseguita in un solo movimento:
- sia diretta (nella medesima linea).
- sia indiretta (in un’altra linea).
L’azione è composta quando viene eseguita in più movimenti.
2 Risposta
Estratto dal “Regolamento dei materiali” edito dall F.I.S. – Commissione SEMI
Caratteristiche comuni
m.1.1 - Esistono tre tipi di armi: il fioretto, la spada e la sciabola.
m.1.2 - Tutte le armi sono ammesse a condizione di essere conformi al presente
regolamento e alle norme di sicurezza in esso inserite.
m.1-3 - L'arma è costruita in modo da non poter normalmente ferire il tiratore o il suo
avversario. Eventuali interventi correttivi di rettifica, di limatura o altre modifiche in una
lama, alla coccia e alla punta sono vietati.
m.1.4 - È vietato affilare il bordo o i bordi della punta.
Descrizione generale
m.2.2 - Un’impugnatura in cui il codolo è fissato da un dado di fissaggio o in altro modo
che consenta alla mano del tiratore di reggere l'arma. Essa può essere costituita da uno o
più parti; in quest'ultimo caso, si compone in manico (che normalmente contiene la mano)
e pomolo (parte posteriore del manico che serra il manico al codolo).
m.2.3 - Una coccia metallica fissata - il lato convesso verso la parte anteriore - tra la lama
e l’impugnatura che serve a proteggere la mano che regge l'arma. La coccia può
contenere un’imbottitura (vedi m.5.2) per ammortizzare i colpi; conterrà inoltre una presa
elettrica di coccia per la connessione con il passante.
Impugnatura
m.4.1 ……………….. Nella sciabola, la lunghezza massima del manico è di 17 cm.
m.4.2 L’impugnatura deve passare attraverso la sagoma (gabarit) in cui passa la coccia.
Essa è costruita in modo tale da non poter, normalmente, ferire il tiratore o il suo
avversario.
m.4.3 E’ consentito ogni sistema di impugnatura a condizione che soddisfi il regolamento
che ha per obiettivo di mettere in condizioni di parità i vari tipi di arma…..
m.4.4 L’impugnatura non può includere nessun dispositivo che favorisca l'uso dell’arma
come arma da lancio.
m.4.5 Il manico non può includere alcun dispositivo in grado di aumentare in alcun modo
la protezione che la coccia fornisce alla mano o al polso del tiratore e il codolo o l’attacco
elettrico che oltrepassino la coccia sono severamente proibiti.
SCIABOLA
Lunghezza
m.21 La lunghezza massima totale della sciabola è di 105 cm (vedi m.3).
Peso
m.22 Il peso totale della sciabola pronta per essere utilizzata è inferiore a 500 grammi.
Lama (vedi schema)
m.23
m.23.1 La lama è in acciaio di sezione all’incirca rettangolare. Ha una lunghezza massima
di 88 cm; la larghezza minima della lama deve trovarsi nel bottone e dev’essere di 4 mm; il
suo spessore, ugualmente appena di sotto il bottone, deve essere come minimo 1,2 mm.
6. Le posizioni di pugno
Le diverse posizioni nelle quali può trovarsi, nelle varie contingenze, la mano armata dello
schermidore, diconsi «posizioni di pugno ».
Tali posizioni, che si ottengono ruotando la mano sull’asse longitudinale dell’avambraccio,
sono sette, delle quali quattro normali e tre intermedie: posizione di pugno di « prima », di
« seconda », di « terza », di « quarta », di « prima in seconda », di « seconda in terza » e
di « terza in quarta ».
Impugnata la sciabola nel modo anzidetto, il taglio della lama, rispetto a ciascuna delle
sette posizioni di pugno, deve risultare nel modo seguente (vedi figg. 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10):
pugno di prima: taglio in alto (dorso della mano a sinistra);
pugno di seconda: taglio a destra (dorso della mano in alto);
pugno di terza: taglio in basso (dorso della mano a destra);
pugno di quarta: taglio a sinistra (dorso della mano in basso);
pugno di prima in seconda: taglio in diagonale in alto a destra;
pugno di seconda in terza: taglio in diagonale in basso a destra;
pugno di terza in quarta: taglio in diagonale in basso a sinistra.
b. Bersaglio valido
t.71 Contano solo le stoccate portate sul bersaglio valido. Il bersaglio valido comprende
ogni parte del corpo posta al di sopra della linea orizzontale che passa dagli angoli
formati dalle cosce e dal tronco del tiratore nella posizione “in guardia” (vedi la
figura).
t.72 1 Una stoccata che arriva al di fuori del bersaglio valido non è considerata come
stoccata; essa non arresta la frase schermistica e non annulla le stoccate che
seguono.
2 Se il tiratore sostituisce una superficie valida con una non valida, sia per mezzo di
una copertura che con un movimento anormale, l’arbitro applicherà le sanzioni
previste dagli articoli t.114, t.116 e t.120 e la stoccata eventualmente portata dal
tiratore falloso sarà annullata.
9. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
- Trattato di Sciabola – Federazione Italiana Scherma – CONI Scuola Centrale dello
Sport 1970
- Dispense di spada – Maestro di scherma Giancarlo Toran settembre 1999
- Regolamento Tecnico per le gare di scherma – aggiornamento dal Regolamento FIE
febbraio 2012
- Regolamento dei materiali - Federazione Italiana Scherma – Commissione SEMI
gennaio 2010
- Storia della Scherma – Maestro di scherma William M. Gaugler 2007