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COMITATO REGIONALE TOSCANO

CORSO TECNICI DI I° LIVELLO

LA SCIABOLA

Docente: M° Riccardo Assenzio

Pistoia settembre 2012

Corso Tecnici 1° livello – La Sciabola Pagina 1


Sommario

1. CENNI STORICI SULLA SCHERMA DI SCIABOLA ..................................................... 3


2. CONSIDERAZIONI GENERALI SULLA SCHERMA DI SCIABOLA .............................. 4
3. TERMINOLOGIA ........................................................................................................... 6
4. NOMENCLATURA DELLA SCIABOLA ....................................................................... 11
5. MODO DI IMPUGNARE LA SCIABOLA...................................................................... 19
6. LE POSIZIONI DI PUGNO .......................................................................................... 20
7. LE LINEE E I BERSAGLI ............................................................................................ 22
8. CONVENZIONI DEL COMBATTIMENTO ................................................................... 23
A. MODO DI PORTARE LE STOCCATE ................................................................................. 23
B. BERSAGLIO VALIDO ..................................................................................................... 23
C. MATERIALITÀ ED ANNULLAMENTO DELLA STOCCATA ....................................................... 24
D. VALIDITÀ O PRIORITÀ DELLA STOCCATA ......................................................................... 25

9. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI .................................................................................. 28

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1. Cenni storici sulla scherma di sciabola
La sciabola è un’arma tipicamente italiana. Dall’Italia infatti sono usciti i Maestri che hanno
portato la scherma di sciabola in ogni paese del mondo, compresa e in particolare
l’Ungheria che per vari lustri, e fino a qualche anno fa, è riuscita a primeggiare in quasi
tutte le più grandi competizioni internazionale.

L’arma della sciabola trae la sua origine nel 19esimo secolo in Italia. Giuseppe Radaelli,
nato a Milano nel 1833 e morto nel 1882, era un maestro di sciabola milanese. Direttore
della scuola miliare magistrale di scherma a Milano, e l’insegnante di molti maestri guida
associati più tardi alla scuola miliare magistrale di scherma a Roma, come salvatore
Pecoraro, Carlo Pessina e Luigi Barbasetti. La sua teoria di sciabola era basata sul
fioretto, ed il suo metodo di vibrare i molinelli fu principalmente attraverso l’uso del gomito
(sistema Radaelliano – da “Istruzioni per la schema di sciabola e di spada” edito nel
1876). E’ considerato il padre della moderna scherma di sciabola da cui la sciabola
leggera che prende il suo nome (vedi foto sotto).

Sciabola Radaelli – stretta coccia con due sottili diramazioni metalliche semicircolari che connettono la parte
più larga della guardia con la fine dell’elsa, formando un anello intorno alla mano.

Giuseppe Radaelli nel 1874 fu nominato direttore della “Scuola militare dei Maestri di
scherma”, creata nel 1868 con l’istituzione di due scuole una a Parma (scuola di fioretto) e
una a Milano (scuola di sciabola), successivamente, nel 1874, unificate con sede a Milano.
In seguito ad una pressione politica da parte dei maestri del sud d’Italia, nel settembre del
1883 il Ministro della Guerra annunciò un concorso nazionale per la selezione di un unico
libro, da adottare per tutti i maestri di scherma militari e i loro allievi. Il 15 novembre 1883
furono sottoposti alla Commissione selezionatrice del concorso dieci lavori tra cui il
manuale di Giuseppe Radelli e quello di Masaniello Parise, nato il 2 novembre 1850 a
Torino, dal titolo “Trattato teorico-pratico della Scherma di spada e sciabola” edito nel
1884.
Durante il confronto dei testi , i sostenitori di Parise nella commissione attaccarono i
sistemi Radaelliani di fioretto e di sciabola senza pietà. Nella sciabola essi condannavano
l’uso del gomito, e accusavano i Radaelliani di impugnare l’arma con troppo forza e di

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vibrare le sciabolate con la forza di un martello, e di incoraggiare l’uso dell’uscita in tempo
anziché quella della parata. Quest’ultima era un riferimento diretto al famoso detto di
Radaelli che la “parata non esiste” (Ciò che Radaelli intendeva era certamente che se
l’attacco è fatto al momento giusto, con la necessaria velocità e a misura corretta, esso
non può essere parato).

Dopo che i voti furono contati Parise venne dichiarato il vincitore del concorso e vennero
fatti i preparativi per pubblicare il suo lavoro a spese dello Stato; inoltre il Ministro della
Guerra dichiarò che prima possibile si sarebbe aperta una nuova scuola magistrale
militare di scherma a Roma, con Masaniello Parise come direttore.
Il testo di Parise, che è ancora oggi conosciuto in Italia come la “Bibbia” della scherma, è
la pubblicazione italiana moderna più influente sul soggetto della scherma.
La differenza principale tra la tecnica di sciabola di Radaelli e quella di Parise è che
Radaelli insisteva che il gomito servisse da punto di articolazione, mentre Parise preferiva
il polso. Masaniello scrive:
“Si chiamano Molinelli quei movimenti rotatori che si eseguono con la sciabola, e che si
basano principalmente sull’articolazione del polso, con la minima assistenza del gomito,
per dirigere la sciabola in ogni direzione”.

2. Considerazioni generali sulla scherma di sciabola


La scherma di sciabola, pur basandosi sugli stessi principi di offesa, difesa e controffesa
per la realizzazione dei quali vengono richiesti gli stessi elementi fondamentali di tempo,
di misura e di velocità, inerenti alla scherma di fioretto e di spada, si differenzia
notevolmente da queste. Infatti, mentre il fioretto e la spada sono armi esclusivamente di
punta, con la sciabola i colpi possono essere vibrati tanto di punta, quanto di taglio e di
controtaglio.

Conseguentemente questa maggiore possibilità di offesa e di controffesa richiede un


particolare adattamento difensivo per il quale, sia il gioco di misura che la tecnica di tale
arma, assumono, nella maggior parte dei casi, fisionomia e caratteristiche del tutto diverse
rispetto a quelle delle altre armi. Pertanto, nei confronti con queste ultime la scherma di
sciabola presenta significative difficoltà per quanto riguarda il maneggio e il portamento
dell’arma. Le difficoltà maggiori, però si evidenziano dal punto di vista energetico-
metabolico. La scherma di sciabola infatti, per le sue peculiarità tecnico-tattiche, richiede
un notevole impegno muscolare.

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Nella scherma di sciabola inoltre, essendo ridotte al minimo se non proprio eliminate del
tutto, le parate di contro in contrapposizione ai colpi di taglio, rimane più agevole concepire
e progettare una azione offensiva dato che si può quasi con certezza prevedere quale
sarà la parata che l’avversario opporrà al nostro colpo o ad un simulato colpo e quindi
accingersi con una certa sicurezza ad eluderla, il che non è consentito fare altrettanto con
frequente facilità nella scherma di fioretto dove l’attaccante è sempre nell’alternativa se
l’avversario si risolverà a parare semplice o di contro.
Esempio: Se in contrapposizione all’invito di terza vogliamo vibrare una sciabolata alla
testa siamo sicuri che l’avversario non potrà parare che quinta e se vogliamo ridurre lo
stesso colpo in finta, saremo altrettanto sicuri che al fingere del colpo alla testa (sempre si
intende avendo l’abilità di far risolvere l’avversario alla difesa) la parata da eludere non
potrà essere che la stessa quinta, mentre nella scherma di fioretto, espletando il colpo
diritto in contrapposizione allo stesso invito di terza, l’avversario potrà avvalersi o della
parata di quarta o della contro di terza, oppure della parata di prima (mezza contro);
perciò, volendo eseguire la finta dello stesso colpo diritto, avremo soltanto il dato relativo,
suggeritoci dall’intuito, per eludere una delle tre parate, ma non quello assoluto come nel
caso della finta alla testa.

Risulta evidente, da tale esempio, che organizzare un attacco di sciabola è meno


difficoltoso che organizzarlo di fioretto. Ma, mentre al fioretto come pure alla spada, la
direzione dei colpi è una sola (quella cioè seguita dalla punta), nella scherma di sciabola
abbiamo la direzione dei colpi di taglio, di punta e di controtaglio. Pertanto, molto notevole
ne risulta la differenza per la difesa, sia nel contrapporre l’arma alle varie direzioni che
percorrono i colpi dell’antagonista, sia per la maggiore resistenza che dovrà essere
contrapposta alla maggiore potenza dei colpi di taglio. Ed è proprio in ciò che si
riscontrano quelle serie difficoltà nell’impiego dell’arma accennato precedentemente.
Infatti, per la maggiore ampiezza degli spostamenti dell’arma e per l’appiattimento e
smussamento della sua lama verso il taglio e il controtaglio, ne consegue che facilmente
essi possono generare lo sbandamento dell’arma se questa non è guidata con
accorgimento ed equilibrio.
E’ indispensabile che la direzione dei colpi e delle parate sia segnata dal taglio (dal dorso
in certi particolari casi) e mai dal piatto della lama. Ciò detto è facile comprendere quale
accorgimento e quale adattamento occorra nel passare dall’accenno di un colpo ad un

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altro colpo, oppure dal colpo alla parata o viceversa, oppure da una parata ad altra parata,
onde evitare detto sbandamento.

3. Terminologia
La Terminologia, nella sua accezione generica, riguarda semplicemente l'uso e lo studio
dei termini cioè delle parole e delle parole composte utilizzate in contesti specifici.

La scherma
è una disciplina cosiddetta “OPEN SKILL”, uno sport di situazione ad abilità aperte in cui il
successo agonistico è legato ad una supremazia tecnico-fisica, ed ad una maggiore abilità
elaborativa rispetto all’avversario.
E’ uno sport di destrezza con notevole impegno muscolare con attività brevi e di elevata
intensità che vanno ripetute nel tempo in maniera aciclica, soprattutto assumendo una
posizione del corpo (gambe scherma) che è innaturale rispetto alla normale postura del
corpo umano e, soprattutto con l’impegno di doverla mantenere per molto tempo.

La tecnica
La tecnica schermistica comprende l’insieme della azioni schermistiche. Una singola
azione può anche essere intesa come una tecnica schermistica.
• Azioni, cioè movimenti (delle gambe, del corpo, del braccio armato) da una posizione di
partenza ad una di arrivo, con determinate modalità, e per un fine preciso;
• schermistiche, in quanto il fine delle azioni è fra quelli specifici della scherma, e cioè
l’offesa e la difesa del bersaglio, l’indagine sulle intenzioni offensive e difensive
dell’avversario, e quindi la preparazione e la simulazione delle azioni di offesa e difesa.

La tattica
La tattica è lo studio e l’applicazione delle azioni che mirano a programmare le azioni
dell’avversario, affinché siano prevedibili e siano a nostro vantaggio. Non è possibile
ottenere un tale risultato ad un costo ragionevolmente limitato senza una involontaria
collaborazione dell’avversario, che la fornirà solo se ingannato; o senza beneficiare di un
notevole vantaggio tecnico e fisico, su un avversario alquanto sprovveduto sul piano
tattico.
Le principali azioni che si utilizzano al fine di ingannare l’altro, e fornirgli false informazioni,
sono le finte, simulazioni di azioni che richiedono, per essere efficaci, precise condizioni di
tempo e di misura: devono essere eseguite al passaggio per il punto critico.

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Le finte sono di due tipi: finte tecniche e finte tattiche.
Le finte tecniche comprendono simulazioni di colpi e provocazioni, ma precedono
immediatamente l’azione conclusiva di offesa (es.: finta alla testa e sciabolata al fianco;
finta di parata e tempo al braccio) o di difesa (es.: finta di sciabolata alla testa e parata;
finta di ricerca del ferro e parata). Sono denominate finte tecniche perché si eseguono
quando è altamente probabile (osservazione, programmazione precedente) la reazione
prevista, di tipo automatico, mentre la tecnica adoperata come contraria include la finta e
l’azione conclusiva di offesa.
Le finte tattiche sono precisamente quelle che mirano all’acquisizione di informazioni
(scandaglio), e non a concludere con l’azione di offesa; e alla programmazione
dell’avversario, attraverso un duplice meccanismo: finte chiare e ripetute, per ottenere che
l’altro predisponga un’azione determinata, scelta fra quelle che preferisce o è in grado di
eseguire (traccheggio di preparazione); finte poco chiare e variate, per disturbare e
impedire la programmazione dell’altro (traccheggio di contenimento). In questo tipo di
finte, anche le variazioni di misura si prestano ad essere simulate, insieme a variazioni di
atteggiamento corporeo che hanno il preciso scopo di incidere sulle capacità attentive
dell’avversario.

La strategia
La strategia è la programmazione razionale delle proprie azioni, in funzione della
situazione, per raggiungere uno scopo prestabilito, possibilmente col minimo costo.

La velocità
La velocità è, da sempre, considerata fondamento della scherma insieme a scelta di
tempo e misura. Controllare l’altro ed impedire che ci controlli sono due operazioni
fondamentali dello schermitore: perché un’azione abbia successo, sono necessarie
entrambe. Il controllo segue il meccanismo stimolo - risposta:
da una situazione di partenza (misura lunga), al tentativo di ridurre la misura segue
(perché c’è il tempo di farlo, data la misura) la scelta di allungarla di nuovo, o di accettare
lo scambio. In questo secondo caso, il seguito dell’azione, da misura più breve, è in
tempo: i due programmi motori si confrontano in automatismo, e vince il migliore.
Chi ha l’iniziativa e chi la subisce controllano entrambi, fino a quando uno dei due riesce a
superare il controllo dell’altro, impedendo che riesca a mantenere la misura voluta, e
impedendone la sincronizzazione. Sincronizzarsi con l’altro, solo mentalmente o anche dal
punto di vista motorio, è un modo efficace per arrivare alle azioni eseguite in tempo,

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sempre preceduto da una fase di controllo, in cui il movimento segue, e quindi non
accompagna quello dell’altro. Si pensi, ad esempio, ad un attacco marciando, contrastato
da una efficace parata e risposta: già nel movimento di preparazione si può osservare una
certa sincronizzazione dei movimenti dei due avversari, che diviene perfetta al momento
della parata, in cui i due ferri si incontrano giusto in tempo perché l’attacco sia deviato.
Per avere successo, l’attaccante deve evitare la riuscita di questo processo di
sincronizzazione.
Il mezzo principale per ottenere lo scopo è la variazione del ritmo dell’azione.
Variare il ritmo significa variare la velocità (aumentandola, o anche, meno frequentemente,
diminuendola) dello spostamento in avanti o all’indietro (dovuto alle gambe), o del solo
braccio armato, o di entrambi.
La massima velocità ha un costo elevato, e non può essere sostenuta a lungo; inoltre,
rende più difficile coordinare il movimento delle braccia con quello delle gambe, e porta in
breve ad uno scadimento della precisione. Nella scherma è più opportuno ed esatto
parlare di accelerazione, che dà la misura del passaggio da una velocità ad un’altra
diversa: il cambiamento di ritmo. Un ritmo di fondo elevato provoca un notevole
dispendio di energie, e favorisce chi ha maggior resistenza. Un ritmo lento rende possibili
accelerazioni maggiori, favorisce lo schermitore più tecnico e più riflessivo. Infine, le
accelerazioni brusche si prestano per indurre in allarme l’altro, sovraccaricando la sua
capacità di attenzione;
i rallentamenti, invece, si prestano ad allentare la vigilanza dell’altro, in particolare
immediatamente dopo una fase di sovraccarico.

La misura
La distanza, o misura, che si stabilisce fra gli avversari all’inizio di un assalto, quando
ancora le strategie offensive non sono ben delineate, è abbastanza ampia da consentire
ad ognuno di reagire (tempo di reazione) ad un’iniziativa inattesa dell’altro, arretrando.
Questa distanza è però limitata dalla necessità di svolgere un’azione di indagine efficace,
che va condotta da vicino. Quindi, durante la fase di elaborazione, la distanza
dall’avversario (misura di controllo) è, di norma, appena superiore a quella necessaria
per un’azione efficace (misura di azione). La fase di preparazione tende a ridurre al
minimo la differenza fra le due distanze, determinando una misura di passaggio, fra le
due, che possiamo definire come punto critico. Al di là di questo punto (misura maggiore)
è possibile controllare i movimenti dell’altro, sfruttando i meccanismi del tempo di reazione
(prima lo stimolo, poi la risposta). Al di qua del punto critico (misura minore), il tempo di

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reazione è troppo alto: chi ha previsto agisce in tempo; chi non ha previsto reagisce,
ricorrendo agli automatismi, che sono le risposte più veloci fra quelle disponibili, e
sospendendo il sistema di elaborazione. Quando viene raggiunto il punto critico, vi sono
due possibilità fra cui scegliere nel minor tempo possibile: si torna indietro o si lancia
l’azione risolutiva. Si sceglie la prima quando le condizioni trovate non sono quelle attese,
e quando è in corso l’attività di programmazione volontaria dell’altro. Si sceglie la seconda,
invece, quando le condizioni trovate sono quelle richieste. La brevità del tempo di
passaggio per il punto critico richiede, quindi, che ci si arrivi avendolo previsto: la scelta di
tempo è richiesta preliminarmente nel prevedere il verificarsi della condizione favorevole di
misura.
L’assalto inizia in condizioni di misura lunga: perché un’azione di offesa sia possibile, è
necessario che almeno uno dei due prenda l’iniziativa di accorciarla.

Estratto Regolamento Tecnico per le gare di scherma - Regolamento FIE Feb 2012

t.6 Tempo
Il tempo schermistico è la durata d’esecuzione di un’azione semplice.
AZIONI OFFENSIVE E DIFENSIVE
t.7 Definizione
1 Le azioni offensive sono: l’attacco, la risposta e la contro-risposta.
• L’attacco è l’azione offensiva iniziale eseguita distendendo il braccio e
minacciando costantemente il bersaglio valido dell’avversario, - movimento che
deve comunque precedere l’inizio dell’affondo.
• La risposta è l’azione offensiva dello schermitore che ha parato l’attacco.
• La contro-risposta è l’azione offensiva dello schermitore che ha parato la risposta.
2 Le diverse azioni difensive sono le parate.
• La parata è l’azione difensiva eseguita con l’arma per impedire ad un’azione
offensiva di toccare.
SPIEGAZIONI:
t.8 Azioni offensive
1 L’attacco
L’azione è semplice quando è eseguita in un solo movimento:
- sia diretta (nella medesima linea).
- sia indiretta (in un’altra linea).
L’azione è composta quando viene eseguita in più movimenti.
2 Risposta

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La risposta è immediata o a tempo perso: è questione di fatto e di rapidità di
esecuzione.
Le risposte sono:
a) semplici dirette:
• Risposta dritta: risposta che tocca l’avversario senza aver lasciato la linea dove la
parata è stata fatta
• Risposta sul ferro: risposta che tocca l’avversario scivolando sul ferro dopo la
parata
b) semplici indirette:
• Risposta di cavazione: risposta che tocca l’avversario nella linea opposta a quella
dove la parata è stata fatta (passando sotto il suo ferro, se la parata ha avuto luogo
in linea alta, e sopra il suo ferro, se la parata ha avuto luogo in linea bassa).
• Risposta di coupé: risposta che tocca l’avversario nella linea opposta a quella
dove la parata è stata fatta (passando, in ogni caso, la lama davanti alla punta
avversaria).
c) composte:
• Risposta di circolata: risposta che tocca l’avversario nella linea opposta a quella
dove la parata è stata eseguita, ma dopo aver percorso attorno alla lama avversaria
una circonferenza completa.
• Risposta di uno e due: risposta che tocca l’avversario nella linea dove la parata è
stata eseguita, ma dopo essere stata inizialmente nella linea opposta, passando al
disotto del ferro avversario.
3 Contrattacco
I contrattacchi sono azioni offensive o difensive-offensive eseguite durante
l’offensiva dell’avversario:
a) Arresto: contrattacco eseguito sull’attacco.
b) Contrazione: (arresto in opposizione): contrattacco eseguito chiudendo la linea
ove deve finire l’attacco (Cfr. t.56 e seg., t.64 e seg., t.76 e seg.)
c) Uscita in tempo (Cfr. Art. t.59 e t.79)
4 Altre azioni offensive
a) Rimessa: Azione offensiva semplice immediata che segue una prima
azione,senza ritirare il braccio, dopo una parata o una ritirata dell’avversario, sia
che egli abbia lasciato il ferro senza rispondere, sia che abbia risposto in ritardo, o
indirettamente o con azione in più tempi.

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b) Raddoppio: Nuova azione, semplice o composta, su un avversario che c)
Ripresa d’attacco: Nuovo attacco eseguito immediatamente dopo il ritorno in
guardia.
d) Controtempo: Tutte le azioni eseguite dall’attaccante su un arresto del suo
avversario.
t.9 Azioni difensive
Le parate sono semplici, dirette, quando sono eseguite nella stessa linea
dell’attacco. Sono circolari (di contro) quando sono eseguite sulla linea opposta a
quella dell’attacco.
t.10 Posizione di “punta in linea” (o “ferro in linea” o “arma in linea”)
La punta in linea è una posizione particolare nella quale lo schermitore mantiene il
braccio armato disteso e minaccia costantemente con la punta dell’arma il bersaglio
valido del suo avversario (Cfr. art. t.56.3.a/b/c, t.60.4.e, t.60.5.a, t.76, t.80.3.e,
t.80.4.a/b).

4. Nomenclatura della sciabola


Estratto dal trattato “La Sciabola” edito dalla Federazione Italiana scherma - CONI
Come il fioretto e la spada, anche la sciabola si compone ugualmente della lama e della
guardia (vedi figg. 1 e 2).
Nella lama, che è di acciaio temperato e la cui lunghezza deve essere inferiore a 880 mm.,
si distinguono:
a) il codolo, cioè la parte grezza, quadrangolare, che resta dopo la lama, avente
’estremità a vite;
b) il tallone, ossia la parte più robusta, non scanalata, che dà origine alla lama
propriamente detta;
c) la scanalatura, gli incavi cioè che solcano in senso longitudinale il mezzo della lama
per due terzi di essa, al fine di diminuirne il peso;
d) il taglio, parte più sottile della lama dal lato della guardia, che ha inizio al termine del
primo terzo della lama rispetto al tallone, e va fino alla punta;
e) il dorso, ossia la parte più spessa in opposto al taglio;
f) il contro-taglio, la parte affinata che comprende l’ultimo terzo della lama dalla parte del
dorso, e che ha esattamente inizio dove hanno termine le scanalature e va fino alla punta;
g) la punta, estremità della lama rispetto al tallone, la quale è appiattita e arrotondata.

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La lama, oltre a non superare, come si è detto, la lunghezza di 880 mm., deve avere alla
sua estremità (alla punta) una larghezza minima di 4 mm., ed il suo spessore minimo,
parimente all’estremità, di mm 1,2.
Essa, inoltre, non deve essere né troppo rigida né troppo flessibile e soprattutto non deve
curvarsi lateralmente lungo il taglio.

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Nella guardia sono compresi:
a) la coccia — che serve a proteggere la mano — è liscia a superficie unita e costruita di
un sol pezzo in lamina metallica (ferro o alluminio). Essa presenta una forma convessa a
curva continua, senza orlature né fori nei quali la punta dell’arma avversaria possa
impigliarsi. La sua lunghezza, misurata nel medesimo senso del taglio della lama, deve
essere inferiore ai 150 mm., e la sua larghezza, misurata perpendicolarmente a detto
senso, inferiore ai 140 mm. In altri termini, la coccia deve poter passare in un calibro di
controllo che misuri 150 mm. per 140, col piatto della lama tenuto parallelo ai lati di 150
mm.;
b) l’impugnatura o manico — generalmente di legno zigrinato o in plastica e con due
ghiere di metallo a rafforzamento delle estremità — ha forma pressoché cilindrica
appiattita dalla parte corrispondente a quella del dorso della lama, e leggermente ricurva
all’estremità inferiore per l’adattamento della concavità della mano;
c) il pomolo o bottone che avvitandosi all’estremità del codolo, permette di tenere
solidamente unite le varie parti dell’arma.

Estratto dal “Regolamento dei materiali” edito dall F.I.S. – Commissione SEMI
Caratteristiche comuni
m.1.1 - Esistono tre tipi di armi: il fioretto, la spada e la sciabola.
m.1.2 - Tutte le armi sono ammesse a condizione di essere conformi al presente
regolamento e alle norme di sicurezza in esso inserite.
m.1-3 - L'arma è costruita in modo da non poter normalmente ferire il tiratore o il suo
avversario. Eventuali interventi correttivi di rettifica, di limatura o altre modifiche in una
lama, alla coccia e alla punta sono vietati.
m.1.4 - È vietato affilare il bordo o i bordi della punta.

Descrizione generale
m.2.2 - Un’impugnatura in cui il codolo è fissato da un dado di fissaggio o in altro modo
che consenta alla mano del tiratore di reggere l'arma. Essa può essere costituita da uno o
più parti; in quest'ultimo caso, si compone in manico (che normalmente contiene la mano)
e pomolo (parte posteriore del manico che serra il manico al codolo).
m.2.3 - Una coccia metallica fissata - il lato convesso verso la parte anteriore - tra la lama
e l’impugnatura che serve a proteggere la mano che regge l'arma. La coccia può
contenere un’imbottitura (vedi m.5.2) per ammortizzare i colpi; conterrà inoltre una presa
elettrica di coccia per la connessione con il passante.

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Dimensioni
m.3 Ogni arma ha la sua forma e le misure specifiche.
m.3.1 La lunghezza della lama include il bottone e ogni altro pezzo davanti alla convessità
della coccia, anche se non collegato ad essa.
m.3.2 La lunghezza totale dell’arma e quella delle sue diverse parti, corrisponde alle
distanze che separano i piani paralleli tra loro e perpendicolari all'asse della lama; questi
piani si trovano:
a) all’estremità anteriore dell'arma;
b) al punto in cui la lama esce dalla superficie convessa anteriore della coccia;
c) nella parte posteriore della coccia;
d) tra il manico e il pomolo;
e) alla fine del’impugnatura.
m.3.3 La lunghezza totale dell’arma è la distanza tra i piani a) ed e); la lunghezza della
lama quella tra a) e b); la lunghezza del manico quella tra b) ed e) e la profondità della
coccia tra b) e c).
m.3.4 La lunghezza massima totale dell’arma è inferiore alla lunghezza massima
ammissibile della lama e del manico addizionati tra loro; queste due lunghezze devono, in
conseguenza, compensarsi per formare la lunghezza totale dell’arma.
m.3.5 Per misurare la lunghezza totale sia dell’arma che della lama, è necessario che
quest’ultima non presenti alcuna curvatura; durante la misurazione essa sarà quindi
mantenuta piatta su una superficie piana.
m.3.6 Tra i piani d) ed e) si possono trovare solo il pomolo o il dado di fissaggio.

Impugnatura
m.4.1 ……………….. Nella sciabola, la lunghezza massima del manico è di 17 cm.
m.4.2 L’impugnatura deve passare attraverso la sagoma (gabarit) in cui passa la coccia.
Essa è costruita in modo tale da non poter, normalmente, ferire il tiratore o il suo
avversario.
m.4.3 E’ consentito ogni sistema di impugnatura a condizione che soddisfi il regolamento
che ha per obiettivo di mettere in condizioni di parità i vari tipi di arma…..
m.4.4 L’impugnatura non può includere nessun dispositivo che favorisca l'uso dell’arma
come arma da lancio.
m.4.5 Il manico non può includere alcun dispositivo in grado di aumentare in alcun modo
la protezione che la coccia fornisce alla mano o al polso del tiratore e il codolo o l’attacco
elettrico che oltrepassino la coccia sono severamente proibiti.

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m.4.6 Se l’impugnatura (o il guanto) include un dispositivo o un attacco o una forma
speciale (ortopedica) che fissa la mano sull’impugnatura, l’impugnatura deve soddisfare le
due condizioni seguenti:
a) determinare e garantire un’unica posizione della mano sull’impugnatura;
b) quando la mano occupa sull’impugnatura questa posizione, la punta del pollice,
completamente allungato, non può essere ad una distanza superiore a 2 cm dalla
superficie interna della coccia.

Coccia (vedi m.9, m.17, m.24).


m.5.1 La faccia convessa della coccia, con superficie liscia e poco lucida, ha una forma
tale da non poter arrestare o trattenere la punta dell’arma avversaria. I bordi non possono
essere in rilievo.
m.5.2
a) All’interno della coccia dev’esserci, obbligatoriamente, un cuscinetto largo abbastanza
da proteggere i fili elettrici dalle dita del tiratore.
L'imbottitura della faccia interna della coccia deve avere uno spessore inferiore a 2 cm e
essere disposta in modo da non aumentare la protezione che la coccia dà alla mano.
b) La disposizione degli organi di connessione elettrica deve essere tale da rendere
impossibile per il tiratore provocare rotture o contatti durante il combattimento.
c) d) e) f) ……. omissis
m.5.3 All'interno della coccia, il sistema di connessione è libero, a condizione che soddisfi
le seguenti condizioni:
a) deve essere facile da attaccare e staccare;
b) deve consentire le ispezioni da parte con l'uso di dispositivi semplici, come un
temperino o una moneta;
c) deve permettere di applicare facilmente la punta avversaria contro la parte messa a
terra;
d) deve essere dotato di un dispositivo di sicurezza per evitare la disconnessione durante
il combattimento;
e) deve assicurare il contatto dei conduttori elettrici in modo assoluto: un’interruzione,
anche temporanea, durante il funzionamento delle apparecchiature, non deve essere
possibile;
f) non deve includere pezzi che permettano di stabilire un passaggio di corrente tra i
terminali.
m.5.4

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a) La resistenza ohmica da rispettare per il fioretto e la spada è di 2 ohm max.
b) Coloro che vogliono montare armi elettrificate, senza possedere mezzi per effettuare
controlli elettrici, sono avvisati che i limiti di resistenza dei circuiti indicati per ciascuna
arma sono scelti in modo che ogni montatore che applichi un minimo di attenzione al suo
lavoro possa ottenerli.
c) Si raccomanda loro di:
i) di ben disossidare la superficie esterna della coccia e le superfici di contatto all'interno di
questa;
ii) di non danneggiare l'isolamento dei fili, soprattutto quando essi passano nella
scanalatura della lama in corrispondenza del bottone o della coccia;
iii) di evitare accumuli di colla nelle scanalature della lama.
m.5.5
a) b) …….. omissis
c) le lame, le cocce di spada e fioretto, e la guardia della sciabola sono interamente
metalliche, salvo che nella sciabola dove la parte della coccia dal lato del pomolo è isolata
(guaina isolante), le cocce non possono essere coperte nella parte esterna da nessun
materiale (plastica o altro).
Le cocce e la guardia della sciabola (il cappuccio) non possono portare alcuna pubblicità.
Questo è valido anche per la parte isolata della guardia della sciabola.
d) Il tiratore o la persona che cerca di segnare stoccate in modo non regolare sia con
l’arma sia con la manipolazione del dispositivo di segnalazione saranno esclusi dalla
competizione o dal campo di gara e, dopo l'identificazione, saranno passibili di sanzioni
complementari.

SCIABOLA
Lunghezza
m.21 La lunghezza massima totale della sciabola è di 105 cm (vedi m.3).
Peso
m.22 Il peso totale della sciabola pronta per essere utilizzata è inferiore a 500 grammi.
Lama (vedi schema)
m.23
m.23.1 La lama è in acciaio di sezione all’incirca rettangolare. Ha una lunghezza massima
di 88 cm; la larghezza minima della lama deve trovarsi nel bottone e dev’essere di 4 mm; il
suo spessore, ugualmente appena di sotto il bottone, deve essere come minimo 1,2 mm.

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m.23.2 L’estremità (della lama) è ripiegata su se stessa, o ribattuta su se stessa, per
formare un bottone che, visto dall’alto, deve avere una sezione quadrata o rettangolare di
minimo 4, massimo 6mm, la dimensione massima deve trovarsi entro i 3mm dalla punta
della lama.
m.23.3 L’estremità della lama può anche essere realizzata con un bottone pieno che deve
avere la medesima sezione del bottone ripiegato (vedi disegno).
m.23.4 Se la lama presenta una curvatura, essa dev’essere cedevole, continua e
presentare una “freccia” inferiore a 4 cm. Sono vietate le lame le cui punte sono ad uncino
o che si piegano nel senso del taglio.
m.23.5 La lama deve avere una flessibilità corrispondente ad un aumento (“freccia”) di 4
cm minimo e 7 cm massimo misurati nelle seguenti condizioni:
a) la lama è fissata orizzontalmente a 70 cm dal bordo del pulsante.
b) un peso di 200 grammi è sospeso a 1 cm dalla punta del pulsante.
c) la”freccia” è misurata alla fine del pulsante tra la posizione non carica e carica (vedi
schema più avanti).

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Coccia (vedi m.5)
m.24.1 La coccia è piena, in pezzo unico e liscia verso l'esterno. Ha una forma convessa
continua senza bordi o buchi.
m.24.2 Essa deve passare attraverso una sagoma (gabarit) rettangolare di 15 x 14 cm di
sezione per una lunghezza di 15 cm, con la lama parallela all’asse della sagoma.
m.24.3 Nella coccia dev’esserci una presa per inserirvi la spina del passante, secondo i
sistemi consentiti.
m.24.4 Le due femmine della presa di coccia devono essere in contatto diretto con la
massa della coccia stessa, costituendo così un circuito chiuso attraverso il passante, il
rullo, il cavo di pedana e l’apparecchio segnalatore.
m.24.5 La resistenza l'arma non può superare 1 ohm.
m.24.6 L'interno della coccia dev’essere completamente isolato con una vernice isolante o
con un cuscinetto.
m.24.7 L’esterno della coccia dev’essere isolata tra i 7 e gli 8 cm dal pomolo.
m.24.8 L’impugnatura e il pomolo devono essere completamente isolati.

5. Modo di impugnare la sciabola


Modo di impugnare la sciabola La maniera di impugnare la sciabola è della massima
importanza. Quando è bene impugnata, lo schermidore, attraverso un particolare studio
dei movimenti del braccio e della mano, potrà acquistare una irreprensibile precisione nel

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maneggio dell’arma, ottenere cioè quell’insieme di equilibrio, direzione e stretta graduale
della mano sull’impugnatura che nel comune linguaggio schermistico dicesi « portamento
del ferro ».

Ecco come deve essere impugnata:


si introducono le ultime quattro dita della mano tra la coccia ed il manico che lo si dispone
trasversalmente nel senso longitudinale del palmo della mano, per modo che,
chiudendola, l’ultima falange del dito indice risulta sulla parte arrotondata del manico
stesso in contrapposizione al pollice che viene disposto sulla parte piatta e discosto
almeno un centimetro dalla coccia. Le altre dita aderiscono intorno al manico la cui parte
inferiore deve poggiare sulla eminenza ipotenare della mano, onde avere un sicuro punto
di appoggio nella vibrazione dei colpi di taglio e di resistenza nelle parate (vedi fig. 3).

6. Le posizioni di pugno
Le diverse posizioni nelle quali può trovarsi, nelle varie contingenze, la mano armata dello
schermidore, diconsi «posizioni di pugno ».
Tali posizioni, che si ottengono ruotando la mano sull’asse longitudinale dell’avambraccio,
sono sette, delle quali quattro normali e tre intermedie: posizione di pugno di « prima », di
« seconda », di « terza », di « quarta », di « prima in seconda », di « seconda in terza » e
di « terza in quarta ».
Impugnata la sciabola nel modo anzidetto, il taglio della lama, rispetto a ciascuna delle
sette posizioni di pugno, deve risultare nel modo seguente (vedi figg. 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10):
pugno di prima: taglio in alto (dorso della mano a sinistra);
pugno di seconda: taglio a destra (dorso della mano in alto);
pugno di terza: taglio in basso (dorso della mano a destra);
pugno di quarta: taglio a sinistra (dorso della mano in basso);
pugno di prima in seconda: taglio in diagonale in alto a destra;
pugno di seconda in terza: taglio in diagonale in basso a destra;
pugno di terza in quarta: taglio in diagonale in basso a sinistra.

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7. Le linee e i bersagli
Il bersaglio valido nella scherma di sciabola è costituito da tutta la porzione del corpo
situata al disopra della linea orizzontale, che passa dalla sommità delle pieghe formate
dalle cosce e dal tronco dello schermidore in guardia.
Ma in conseguenza alla posizione del braccio e dell’arma, solo una parte della superficie
che costituisce il suddetto bersaglio valido ne risulterà scoperta, parte più o meno ampia in
rapporto alle varie posizioni cui si troveranno disposti il braccio e l’arma dello sciabolatore.
Generalmente sulla linea alta si considera situata la testa; sulla linea bassa il fianco; sulla
linea interna la fascia (guancia sinistra), il petto e l’addome sulla linea esterna la faccia
(guancia destra).
Ma rispetto alla posizione del braccio armato, altre parti del bersaglio valido, oltre a quelle
sopra indicate, potranno risultare rispettivamente sulle dette quattro linee e cioè:

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sulla linea alta (vedi invito o legamento di seconda) anche il petto, la faccia (guancia
destra e sinistra) ed il braccio superiormente;
sulla linea bassa (vedi invito di quinta) anche l’addome ed il petto;

8. Convenzioni del combattimento


Estratto Regolamento Tecnico per le gare di scherma - Regolamento FIE Feb 2012

a. Modo di portare le stoccate

t.70 1 La sciabola è un’arma di punta, taglio e controtaglio.


2 Tutti i colpi portati di taglio, di piattonata o di controtaglio sono considerati come
stoccate valide (colpi di taglio e controtaglio).
3 È proibito portare colpi con la coccia. Ogni stoccata provocata da un colpo portato
con la coccia deve essere annullata ed il tiratore che ha messo questa botta deve
essere penalizzato con le sanzioni previste dagli art. t.114, t.116 e t.120.
4 I colpi attraverso il ferro, cioè quelli che toccano nel contempo la superficie valida
e la sciabola dell’avversario sono validi ogni volta che arrivano nettamente sul
bersaglio.
5 È proibito in qualsiasi momento raddrizzare la lama sulla pedana. Ogni infrazione
sarà punita secondo gli art. t.114, t.116 e t.120.

b. Bersaglio valido

t.71 Contano solo le stoccate portate sul bersaglio valido. Il bersaglio valido comprende
ogni parte del corpo posta al di sopra della linea orizzontale che passa dagli angoli
formati dalle cosce e dal tronco del tiratore nella posizione “in guardia” (vedi la
figura).
t.72 1 Una stoccata che arriva al di fuori del bersaglio valido non è considerata come
stoccata; essa non arresta la frase schermistica e non annulla le stoccate che
seguono.
2 Se il tiratore sostituisce una superficie valida con una non valida, sia per mezzo di
una copertura che con un movimento anormale, l’arbitro applicherà le sanzioni
previste dagli articoli t.114, t.116 e t.120 e la stoccata eventualmente portata dal
tiratore falloso sarà annullata.

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c. Materialità ed annullamento della stoccata
t.73 Le prove alla sciabola sono giudicate con l’ausilio di un apparecchio elettrico segna
- stoccate.
1 Per giudicare la materialità della stoccata solo l’indicazione dell’apparecchio
segna - stoccate fa fede. L’arbitro non potrà dichiarare toccato uno schermitore,
senza che l’apparecchio abbia registrato regolarmente la stoccata ad eccezione
delle stoccate di penalizzazione. Non si terrà, inoltre, conto delle stoccate lanciate
prima dell’ “A voi” e dopo l’ “Alt”. (vedi t.18.1/3).
2 L’arbitro deve tenere conto dei possibili guasti del materiale elettrico, annullando
la stoccata che stava per attribuire in seguito alla segnalazione dell’apparecchio, se
egli constata, dopo controlli effettuati sotto la sua scrupolosa sorveglianza, prima di
ogni ripresa effettiva del combattimento e senza che sia stato cambiato alcunché
nei confronti del materiale utilizzato in tale occasione (vedi art. t.35/d):
• sia che una stoccata data dal tiratore dichiarato toccato non provochi un segnale
di stoccata;
• sia che il segnale provocato dal tiratore dichiarato toccato non resti fissato
sull’apparecchio;
• sia che un segnale di stoccata sul tiratore dichiarato toccato si produca senza che
ci sia effettivamente una stoccata o che tale segnale sia stato provocato da una
stoccata sulla coccia o su di una superficie non valida.
3 Se la sciabola del tiratore segnalato come toccato non è conforme all'art.
m.24.6/7/8, (isolamento dell’interno e dell’esterno della coccia, dell’impugnatura e
del pomolo) non ci sarà annullamento, anche se una stoccata vibrata sull’arma
provoca il segnale.
4 L’arbitro, inoltre, dovrà applicare le seguenti regole:
a) solo l’ultima stoccata precedente la constatazione del difetto può essere
annullata;
b) il tiratore che, senza essere autorizzato dall’arbitro, procede a modifiche o cambi
del proprio materiale, prima che l’arbitro abbia espresso la sua decisione, perde
ogni diritto all’annullamento della stoccata (vedi t.35.2.d);
c) dopo una ripresa effettiva del combattimento, un tiratore non può più pretendere
l’annullamento di una stoccata accordata contro di lui prima della ripresa del
combattimento;
d) la constatazione di un difetto riscontrato nel materiale elettrico (compreso il
materiale dei due tiratori stessi) non da diritto ad un annullamento automatico della

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stoccata; e) non è necessario che il difetto constatato si ripeta ad ogni prova; ma
bisogna che esso sia stato constatato con certezza almeno una volta dall’arbitro nel
corso di prove eseguite da lui stesso o sotto la sua direzione; f) il fatto che il tiratore
segnalato come toccato abbia spezzato la sua lama motiva l’annullamento.

d. Validità o priorità della stoccata


t.74 Nota preliminare
Solo all’arbitro ha il diritto di decidere circa la validità o la priorità della stoccata,
applicando i principi che seguono, i quali costituiscono le convenzioni proprie
dell’arma della sciabola.
t.75 Rispetto della frase d’arma
1 Ogni attacco correttamente eseguito (vedi t.7) deve essere parato o
completamente schivato e la frase schermistica deve essere continua.
2 L’attacco è correttamente eseguito quando la distensione del braccio, con la
punta o con il taglio della lama che minaccia costantemente il bersaglio valido,
precede l’inizio dell’affondo.
3 L’attacco con affondo è correttamente eseguito:
a) per un “attacco semplice” (vedi t.8.1) quando l’inizio di allungamento del braccio
precede lo slancio di affondo ed il colpo arriva, al più tardi, quando il piede anteriore
tocca la pedana;
b) per un “attacco composto” (vedi t.8.1) quando l’inizio di allungamento del
braccio al momento della prima finta (vedi art. t.77.1), precede lo slancio di affondo
ed il colpo arriva, al più tardi, quando il piede anteriore tocca la pedana;
4 L’attacco per passo-avanti e affondo è correttamente eseguito:
a) per un “attacco semplice” (vedi t.8.1) quando l’inizio di allungamento del braccio
precede il passo-avanti ed il colpo arriva, al più tardi, quando il piede anteriore
tocca la pedana;
b) per un “attacco composto” (vedi t.8.1) quando l’inizio di allungamento del
braccio, nella presentazione corretta della prima finta (vedi t.77.1) è seguito dal
passo-avanti, poi dall’affondo e il colpo arriva, al più tardi, quando il piede anteriore
tocca la pedana.
5 Il passo in avanti, la flèche e tutti i movimenti in avanti del piede posteriore che
oltrepassino il piede anteriore sono proibiti. Ogni infrazione comporterà
l’applicazione delle sanzioni previste dalle infrazioni del 1° gruppo (t.114, t.116 e

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t.120). La stoccata eventualmente portata dal tiratore che ha commesso l’infrazione
sarà annullata.
La stoccata, invece, correttamente portata dall’avversario sarà considerata valida.
t.76 Per giudicare la correttezza di un attacco occorre considerare:
a) Se l’attacco parte quando l’avversario è nella posizione “punta in linea” (vedi
t.10), l’attaccante deve prima deviare l’arma dell’avversario. Gli arbitri devono stare
attenti affinché un semplice sfioramento del ferro non sia considerato sufficiente per
deviare il ferro dell'avversario.
b) Se, nella ricerca del ferro avversario per deviarlo, non lo si trova (cavazione in
tempo) il diritto all’azione passa all’avversario.
c) Se l’attacco parte quando l’avversario non è in posizione “punta in linea”,
l’attacco può essere portato o con un colpo dritto, o con una cavazione, o con un
coupé, o essere preceduto da finte (vedi t.77.1) che obblighino l’avversario alla
parata.
t.77 1 Negli attacchi composti le finte devono essere eseguite correttamente, vale
a dire:
a) la finta del colpo di punta: il braccio che si distende, la punta che minaccia
costantemente la superficie valida;
b) la finta del colpo di taglio: il braccio in distensione, la lama ed il braccio facenti
un angolo ottuso di circa 135°, la lama di taglio che minaccia una superficie valida.
2 In un attacco composto, se l’avversario trova ferro durante una delle finte, ha
diritto alla risposta.
3 In un attacco composto l’avversario ha diritto d’arrestare; ma per essere
valido, l’arresto deve precedere la finale dell’attacco di un “tempo schermistico”,
vale a dire che l’arresto deve toccare prima che l’attaccante abbia cominciato
l’ultimo movimento della finale dell’attacco.
t.78 Attacco per battuta sul ferro:
a) in un attacco per battuta sul ferro, tale attacco è correttamente eseguito e
conserva la sua priorità quando la battuta è fatta sulla parte debole della lama
avversaria, cioè sui 2/3 superiori di questa;
b) in un attacco eseguito per battuta sul ferro, quando la battuta è eseguita sul forte
della lama avversaria, cioè sul 1/3 inferiore di quest’ultima, tale attacco è mal
eseguito e la battuta offre all’avversario la priorità della risposta immediata.

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t.79 1 La parata dà diritto alla risposta; la risposta semplice può essere diretta o
indiretta, ma per annullare ogni azione successiva dell’attaccante, deve essere
eseguita immediatamente, senza indecisione o sospensione.
2 Contro i colpi di taglio, controtaglio e piattonata, la parata ha lo scopo d’impedire
l’accesso alla superficie valida verso la quale sono diretti i colpi dell’avversario,
pertanto:
a) la parata è correttamente eseguita quando, prima della finale dell’azione
offensiva, essa impedisce l’arrivo del colpo avversario, chiudendo la linea nella
quale tale azione offensiva deve terminarsi;
b) quando una parata è correttamente eseguita, l’azione offensiva
dell’avversario deve essere considerata parata e giudicata come tale
dall’arbitro stesso, anche se, per effetto della flessibilità della lama,
l’estremità di questa va a toccare il bersaglio verso cui era diretta.
t.80 Giudizio
In applicazione di tali convenzioni fondamentali dell’arma della sciabola, l’arbitro
deve giudicare come segue:
1 Quando, in una frase schermistica, i tiratori sono ambedue toccati
simultaneamente, si può avere o “l’azione simultanea” o il “colpo doppio”.
La prima è dovuta alla concezione ed all’azione simultanea d’attacco dei due
tiratori; in tal caso i colpi dati sono annullati ad entrambi.
2 Il colpo doppio, al contrario, è la conseguenza di un’azione nettamente sbagliata
di uno dei tiratori. Di conseguenza, se non vi è un tempo schermistico tra i due
colpi, si avrà:
3 l’attaccato è il solo toccato:
a) se tira un arresto su un colpo semplice;
b) se, invece di parare, tenta di schivare senza riuscirci;
c) se, dopo una parata, si ferma momentaneamente (risposta a tempo perso) dando
all’avversario il diritto di riprendere il suo attacco (raddoppio, rimessa o ripresa
d’attacco);
d) se, su un attacco composto, arresta senza aver il vantaggio di un tempo
schermistico;
e) se, essendo in posizione di “punta in linea” (vedi t.10), dopo una battuta o una
presa di ferro che devia la sua arma, tira o rimette il ferro in linea, invece di parare
un colpo direttamente portato dall’avversario.
4 l’attaccante solo è toccato:

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a) se l’attacco parte quando l’avversario è in posizione “punta in linea” (vedi t.10)
senza deviare il ferro avversario. Gli arbitri devono essere molto attenti affinché un
semplice sfioramento del ferro non sia considerato come sufficiente per deviare il
ferro dell’avversario;
b) se cerca il ferro, non lo trova (per cavazione in tempo dell’avversario) e continua
l’attacco;
c) se, in un attacco composto, nel corso del quale l’avversario ha trovato ferro,
continua il suo attacco mentre l’avversario ha risposto immediatamente;
d) se, in un attacco composto, si ha un ripiegamento del braccio, o un momento
d’esitazione durante il quale l’avversario arresta o porta un attacco, mentre
l’attaccante continua la sua azione;
e) se, in un attacco composto, è arrestato con un tempo schermistico di anticipo
prima della sua azione finale d’attacco;
f) se tocca per rimessa, raddoppio o ripresa d’attacco, dopo una parata
dell’avversario seguita da una risposta immediata, semplice, eseguita in un solo
tempo e senza ritirare il braccio.
5 I tiratori sono rimessi in guardia, ogni volta che l’arbitro, in un colpo doppio, non
può giudicare nettamente da quale parte è stato commesso l’errore. Uno dei casi
più difficili da giudicare si verifica quando vi è un colpo d’arresto genera dei dubbi in
merito al vantaggio sufficiente sul finale di un attacco composto. In generale, in tal
caso, il colpo doppio è la conseguenza di un errore simultaneo dei due tiratori, che
giustifica la rimessa in guardia:
errore dell’attaccante per indecisione, lentezza, o per finte insufficientemente
efficaci, errore dell’attaccato a causa di ritardo o lentezza dell’arresto.

9. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
- Trattato di Sciabola – Federazione Italiana Scherma – CONI Scuola Centrale dello
Sport 1970
- Dispense di spada – Maestro di scherma Giancarlo Toran settembre 1999
- Regolamento Tecnico per le gare di scherma – aggiornamento dal Regolamento FIE
febbraio 2012
- Regolamento dei materiali - Federazione Italiana Scherma – Commissione SEMI
gennaio 2010
- Storia della Scherma – Maestro di scherma William M. Gaugler 2007

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