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Accademia Nazionale di Scherma Di Napoli

TESI MAGISTRALE

Dal trattato alla pedana.


Il London Tower Fechtbuch come caso studio

Relatore Ch.mo Maestro Melli Marco


Candidato Arch. Adami Daniele

Sessione del 22.12.2019

151
Indice

Introduzione del relatore pag. 2


Introduzione pag. 4
Una piccola precisazione pag. 6
Di Tempo, Misura e soprattutto Velocità pag. 7
Dal trattato alle competizioni pag. 11
Il London Tower Fechtbuch pag. 14
Il sistema schermistico del London Tower Fechtbuch pag. 16
Sull’utilizzo del brocchiere pag. 19
Sull’utilizzo della spada pag. 22
Breve analisi dei regolamenti dei vari tornei pag. 24
Azioni del LTF funzionali al combattimento pag. 28
Un confronto: il lavoro con il Maestro Marco Melli pag. 31
Lezioni di scherma di Spada e Brocchiere pag. 33
Conclusione pag. 41
Bibliografia essenziale pag. 44

1
Introduzione del relatore

Nonostante il mio stupore quando Daniele mi ha chiesto la disponibilità nel


fargli da relatore per la tesi da maestro di scherma, sono bastate poche parole
di presentazione per credere nella necessità e nell’importanza sia didattica che
culturale del suo progetto.
Facendogli promettere di licenziarmi in qualunque momento si fosse reso
conto della mia non utilità nel suo lavoro, ho accettato di buon grado,
nonostante la mia scarsa conoscenza della materia. Fin dai primi incontri, ho
trovato una notevole affinità tra le nostre visioni e interpretazioni della
scherma, nonostante le epoche e le armi fossero diverse. Ho creduto
nell’importanza di evidenziare e fissare i suoi spunti e le conseguenti
riflessioni, per dare maggiore stabilità alla conoscenza di questi due mondi
apparentemente forse distanti, ma profondamente collegati tra di loro, quello
della scherma storica e quello della scherma olimpionica. Letta la stesura finale
della sua ricerca, credo che abbia compiuto un’analisi completa e dettagliata sia
dal punto di vista evolutivo che da quello didattico, col potenziale per divenire
un testo di riferimento per gli appassionati a qualsiasi chiave di interpretazione
della scherma.
Credo inoltre che Daniele sia una persona dotata di notevole cultura ed
estremamente comunicativa, in grado di trasmettere a 360° la passione per la

2
scherma; una persona che saprà darle un notevole contributo sia in termini di
studio che di divulgazione.
A lui va un ringraziamento di cuore per avermi scelto come relatore, e la
promessa di cercare quanto prima, nuove occasioni di collaborazione e
condivisione.
M° Marco Melli

3
Introduzione

Mi sono avvicinato alla scherma storica iscrivendomi all’Ordine delle Lame


Scaligere nel 1999. Rimasi affascinato da questa disciplina per la voglia di
mettermi alla prova con in mente tutti gli ideali cavallereschi del medioevo, con
l’immaginario di film e libri su combattimenti e duelli, non ultimo con la
passione dei giochi di ruolo fantasy alla Dungeons & Dragons.
In questi vent’anni ho visto la scherma storica cambiare, evolvere, crescere.
All’inizio degli anni duemila fare scherma storica significava per lo più trovare
trattati storici e cercare di riprodurne le azioni, in un’ottica di ricerca storica.
L’obiettivo principale era quello di realizzare duelli e coreografie per i tanti
eventi di rievocazione storica, prevalentemente medioevale, che si svolgevano
nei centri storici. La parte “agonistica” era relegata a qualche combattimento in
sala a scopo di studio, per verificare se le tecniche descritte fossero
effettivamente efficaci, ma anche per il semplice piacere personale. Non
esistevano grandi eventi che riunissero le associazioni di scherma storica, il
confronto e la divulgazione erano assai limitati. Internet era ancora di là
dall’essere facilmente fruibile. Ogni sala d’arme era pertanto un piccolo mondo
a sè, spesso chiuso al dibattito con altre realtà. Lentamente però le cose sono
cambiate, ci furono i primi timidi incontri tra associazioni. Poi lo Storicombat
nato dalla geniale mente del Maestro Giovanni Rapisardi segnò un punto di

4
svolta: una competizione con armi in acciaio, realizzate con criteri di
omologazione e sicurezza, uno scontro in pedana dove si combatteva
realmente e l’obiettivo era quello di colpire l’avversario senza esserne colpiti, il
confronto, armi alla mano, con altri praticanti; in una sola parola: scherma. Fu
in quegli anni che la mia visione cambiò, non più semplice ricerca ed
emulazione delle tecniche degli antichi, ma lavoro sullo scontro tra due persone
in una gara fatta di tecnica ed intelligenza. Complici la diffusione di internet,
l’organizzazione di eventi di ampio respiro e di tornei alle varie armi, la
scherma storica è cresciuta in numeri ed in visibilità. Ad oggi la situazione di
quei primi anni si è ribaltata, è aumentata la pratica agonistica e si è ridotta
quella storico/artistica, causa anche di un’evoluzione contemporanea nelle
manifestazioni di rievocazione storica1.
Il mio interesse si è volto così alla preparazione delle competizioni con armi
storiche, in una disciplina che si sta slegando sempre di più dallo studio delle
fonti storiche per avvicinarsi, a volte troppo pericolosamente2, a quella che
definiamo la scherma olimpica. Chi si avvicina alla scherma storica negli ultimi
ha ancora un po’ di quell’immaginario di dame e cavalieri che, a mio parere,
dovrebbe essere preservato, ma rimane a praticare per lo spirito competitivo
del combattimento.
Questo studio, esempio del lavoro che porto avanti in sala, nasce dalla
voglia di riuscire a mantenere vivo lo studio dei trattati delle fonti storiche,
senza per questo risultare anacronistico nel panorama moderno.3

1 Nelle prime manifestazioni storiche a cui partecipavo buona parte dello spettacolo offerto era
dato da combattimenti con le varie armi. Oggi, invece, i duelli sono pressoché spariti, almeno negli
eventi medioevali, sostituiti da battaglie campali, da campi militari ed equipaggiamenti curati per
essere il più storicamente accurati. Ma anche in queste manifestazioni inizia a farsi strada
l’agonismo: sono sempre di più i tornei in armatura dove la scherma ha raggiunto ottimi livelli,
distanziandosi dai tanti suonatori di campane che si aveva occasione di ammirare nei primi tempi.
2 Sempre a mio parere, eh!
3 Essere anacronistici significa una cosa sola: perdere e, con buona pace del barone de Coubertin, a

nessuno piace.

5
Una piccola precisazione: scherma olimpica, scherma storica e varie altre

Nell’ambiente si è abituati a riferirsi alla scherma olimpica o alla scherma


moderna indicando la scherma elettrificata di fioretto, spada e sciabola che si
pratica nelle sale attualmente e che vediamo poi in tante competizioni, esempio
supremo alle olimpiadi, dove porta lustro e medaglie alla nostra nazione.
Con il termine di scherma storica si intende invece lo studio e la pratica della
scherma dei tempi passati, ovvero tutta quella scherma, non più attuale, che si
pratica al di fuori delle attuali competizioni delle tre armi sopra menzionate4.
Personalmente credo che questa divisione stia diventando sempre più solo
terminologica; per quanto mi senta costretto ad usarla per amore di
comprensione, la trovo superata. La cosidetta scherma storica si è evoluta, si
sta slegando da trattati e da stili, appropriandosi delle logiche di preparazione
e di trasmissione della scherma moderna. Pertanto come si parla di scherma di
fioretto o di sciabola, sarebbe corretto iniziare ad eliminare l’aggettivo “storica”
e specificarla invece come scherma di spada a due mani, di striscia, di sciabola
da terreno, di spada e brocchiere e così via...

4 In questo senso rivendichiamo come scherma storica anche i testi della scherma di fioretto e
sciabola di Pignotti e Pessina e quello di spada di Mangiarotti. Rivendicazione originale del M° G.
Rapisardi.

6
Io voglio essere così, come i ragazzi delle teste di Modì.
(Caparezza)

Di Tempo, Misura e soprattutto Velocità

Tempo, misura e velocità sono, da sempre, indicati come i pilastri della


scherma5. Già dai testi di Fiore de’ Liberi, Maestro di scherma e autore del più
antico trattato di scherma completo oltretutto in Italiano6, se ne coglie
l’importanza. Fiore attornia lo schermidore delle 4 Virtù cardinali: Fortitudo –
Celeritas – Prudentia – Audatia. È facile riconoscere la Velocità nella Celeritas7,
come la Misura nella Prudentia8, per trovare nell’Audatia9 la scelta di tempo
serve solo un po’ di immaginazione (ignoriamo, per questa volta, la Fortitudo).
Col passare dei secoli, poi, variano i nomi e le definizioni, ma rimane invariata
l’importanza di questa triade in qualunque tipo di scherma.

5 Non si approfondiscono i concetti di Misura e Tempo, perché già ampiamente trattati e


sopravvalutati.
6 Il trattato I33 anche se più antico è incompleto e non è in Italiano.
7 Yo tigro tanto son presto a corer e uoltare / Che la sagita del cello non me po auancare. Così scrive il

Maestro Friulano paragonando la velocità dello schermitore a quanto di più veloce, il fulmine,
anche se mette una freccia in mano alla bestia.
8 Meio de mi'louo ceruino non uede creatura / E aquello meto sempre a sesto e mesura. Se non era chiaro

nel concetto stesso di prudenza, la misura viene esplicitamente citata nella glossa della Lince.
9 Piu de mi lione non porta cor ardito / Pero de bataia faço a zaschaduno inuito purtroppo la glossa non

ha nulla a che fare con la scelta di tempo e non ci rende il compito facile, ma possiamo considerare
che un attacco audace sia tale solo perché siano state ben valutate le conseguenze e le possibilità,
altrimente sarebbe solo sconsiderata incoscienza.

7
La misura è comunemente intesa come la distanza che intercorre tra i due
schermidori, declinata nelle varie accezioni: stretta misura, giusta misura,
misura d’affondo, misura camminando e così via; da considerarsi anche in
relazione all’azione ed al suo bersaglio, mani e gambe sono generalmente intese
come bersagli avanzati, mentre testa e busto come bersagli arretrati. Il tempo
viene inteso nella duplice accezione di tempo schermistico, ovvero la durata di
un’azione, e scelta di tempo, ovvero l’intenzione di eseguire l’azione in un
determinato momento10. La velocità viene comunemente definita come la
rapidità con cui si esegue l’azione ed è espressa come Spazio/Tempo (S/V).
A mio modo di vedere però dobbiamo ribaltare questi concetti. Il fattore
fondamentale di tutta la scherma è la velocità, o meglio la scelta della velocità.
Prendendo il discorso un po’ più alla larga consideriamo innanzitutto che
la misura e le distanze sono mutevoli, non solo in relazione al nostro
movimento, ma anche all’oggetto di riferimento. Nella scherma il nostro
riferimento è l’avversario, o più precisamente la parte del corpo a cui tendiamo
come bersaglio. Pertanto, per la nostra misura, avremo a che fare con un
riferimento in movimento, quindi a distanza variabile, non gestita
esclusivamente da noi.
Dobbiamo poi prendere atto che il tempo è stimabile, per noi, solo in
funzione di un movimento o di un cambiamento: un giorno equivale ad una
rotazione della terra, un anno ad una rivoluzione terrestre attorno al sole, un
secondo equivale alla durata di 9.192.631.770 periodi della radiazione
corrispondente alla transizione tra due livelli iperfini11 e così via. Così, per
quanto ci riguarda, la conclusione è che non è la velocità ad essere in funzione
del tempo, ma viceversa è il tempo che è funzione della velocità; dobbiamo
rovesciare la formula in

10 Che chiaramente si prevede come il più favorevole.


11 Santa Wikipedia

8
Tempo = Spazio/Velocità
Ordunque, dal mio punto di vista, la velocità di azione è l’unico parametro
di cui lo schermidore ha il pieno controllo12. Le scelte in combattimento sono
tutte scelte di velocità, che può essere anche nulla (rimanendo fermo) o avere
segno negativo (quando arretro). Quando si inizia a praticare la scherma, la
gestione della velocità viene sempre demandata a “più avanti”, spesso relegata
ad una breve spiegazione quando si parla di finte. L’equivoco quando se ne
parla è che esista solo la velocità massima, quella che si sviluppa quando
gambe, braccia, mano si coordinano per portare un attacco di botta dritta13. In
realtà la gestione della velocità è fondamentale in ogni momento dell’assalto,
nell’avvicinarsi per “stringere” misura deve essere fatto in maniera che risulti
meno aggressiva possibile; nell’eseguire una finta il movimento deve essere
percepibile dall’avversario come minaccia, ma più lento, in modo da poter
gestire più facilmente una variazione di direzione e di rapidità dell’arma;
nell’invitare arretrando, non si deve farlo troppo lentamente per non essere
colpiti, né troppo velocemente per non allontanarsi troppo e non poter sfruttare
l’occasione di colpire; lo schermidore deve poi imparare a regolare la propria
velocità per adeguarla a quella dell’avversario, valutarla, coglierne i ritmi per
accordarsi e poterli spezzare.
Gli esercizi per la velocità comprendono una varia gamma di azioni, più o
meno complesse, partendo dall’afferrare o colpire con l’arma oggetti in
movimento, fino al lavorare con un compagno più o meno collaborativo che
imponga dei ritmi. Abituare l’allievo a ragionare (meglio ancora se

12 In realtà il corpo umano può solo esprimere delle forze che imprimono accelerazioni alle armi,
modificandone la velocità. Ecco, già è complicato sovvertire l’ordine di secoli dichiarando che la
distanza è poco importante ed il tempo non esiste, dichiarare che tutto è forza e accelerazione mi
pareva eccessivo.
13 Si fanno tanti esercizi sulla misura all’inizio per capire qual è il raggio d’azione con una spada in

mano. Si fanno esercizi sulla scelta di tempo per abituarci a scegliere l’attimo. Esercizi sulla
variazione di velocità e la comprensione del ritmo arrivano, quando si fanno, molto dopo, questa,
oltre a tralasciare una parte fondamentale della scherma, è discriminazione!

9
inconsciamente) in termini di variazione di velocità anziché impostarlo a solo
2 velocità Bassa/Alta14 lo rende più completo e più adattabile alle diverse
situazioni che incontrerà in pedana.

14 Come nel caro vecchio adorabile Out Run.

10
Dal trattato alle competizioni

Riprendo in questo capitolo uno scritto di Andrea Rudatis15 sulla


metodologia di studio e di insegnamento sull’arte marziale storica. Rudatis
pone le giuste domande sulla “pratica” della scherma storica, portando le
proprie riflessioni e le conseguenti risposte della sua esperienza per i suoi
personali obiettivi. Che si discostano dai miei. Innanzitutto capire cosa si
intende per “pratica” della scherma storica, perché può assumere significati
molto diversi, con obiettivi e modi assai distanti tra loro. Possiamo avere
l’obiettivo della ricostruzione storica, la riscoperta di un’arte marziale o la
realizzazione di uno sport agonistico.
Questi tre approcci, tutti e tre ugualmente validi, dovrebbero trovare
costantemente motivi di condivisione e di confronto, tenendo ben a mente che,
per quanto legati, sono comunque tre attività ben distinte.
La prima mira allo studio della scherma storica quanto più corretta ed
attendibile rispetto al periodo ed alle fonti oggetto di studio. La seconda16 pone
come obiettivo quello di produrre un sistema di combattimento completo,
volto a portarne al massimo l’efficienza con l’utilizzo di una o più armi.

15 Le tecniche di Fiore dei Liberi dal manoscritto alla sala, Rudatis Andrea, in “Dal trattato alla sala
d’armi. Studi e strumenti della scherma storica” a cura di Lodà Francesco
16 La scelta di Rudatis per non lasciare cose in sospeso.

11
Quello che mi interessa approfondire in questo scritto è la terza opzione,
ovvero quella di recuperare un sistema di combattimento che porti a
dimostrare chi è il migliore a svolgere un’attività strettamente regolata, cioè,
farne uno sport. In questa situazione sono previsti scopi, attrezzature, regole
d’ingaggio e restrizioni assai diverse da quelle del combattimento originario.
Perciò lo studio del trattato, in questo caso il LTF, ma la cosa è valida per ogni
altro testo e periodo storico, va fatto con un occhio di riguardo e con chiaro in
mente l’obiettivo prefissato. Per chiarezza: nei trattati storici l’obiettivo era
uccidere l’avversario, o poco meno; oggi la cosa è assai malvista.
Per chi sceglie questa via resta un’importante questione da risolvere: è
ancora importante dare nozioni storiche ad un allievo che vuole allenarsi per
competizioni di scherma storica? Più avanti, forse, risponderemo a questa
domanda, lasciando comunque libertà alle opinioni contrarie.
Lo studio inizia quindi da quanto ci è pervenuto dal passato, dagli scritti di
chi la scherma l’ha studiata, l’ha praticata, l’ha insegnata: l’inizio non può che
essere il trattato di un maestro d’arme.
La prima cosa da fare è carpire dal trattato quali sono gli obiettivi prefissati
e quali sono i destinatari dell’opera. L’approfondimento deve poi portare alla
luce le logiche lungo le quali si muove l’autore, per delinearne un sistema, per
definire cosa vuole trasmettere, oltre ad una serie di movimenti e sequenze,
spesso facilmente riproducibili, ma che nascondono concetti più difficilmente
assimilabili.
Il proseguo della ricerca può essere fatto anche con il confronto con opere
più o meno simili, o più o meno coeve per verificare quanto di quello che si è
estrapolato sia conosciuto, trattato, trasmesso. O viceversa quale sia
l’originalità della trattazione.
A questo punto il lavoro diventa pratico e le lezioni tramandate possono
essere provate e verificate sul campo, adottando le medesime azioni.

12
Superando poi la mera imitazione trovare nuove azioni adatte che ne rispettino
la logica sottesa, ma che si possano meglio adattare al moderno contesto di
competizione.

13
Non audet stygius pluto tentare, quod aude[t]
Effrenis monachus plenaque dolis anus
(nota successiva iscritta sul London Tower Fechtbuch)

Il London Tower Fechtbuch

Il London Tower Fechtbuch (d’ora in avanti abbreviato in LTF), conosciuto


anche come I.33 o trattato di Walpurgis17 è il più antico trattato di scherma
finora recuperato, è stato scritto in area germanica attorno al 1300,Si occupa
esclusivamente di azioni di spada e brocchiere, mostrando un chierico in atto
di insegnare ad uno studente una serie di azioni. Solo nelle ultime quattro
illustrazioni lo studente è sostituito da una figura mitica pressoché unica nel
panorama della trattatistica schermistica: una donna18. Le azioni di offesa e
controffesa che vengono presentate sono spesso ripetute, le descrizioni sono
ridondanti ed anche le glosse presentano versi in rima che lasciano intendere
come il trattato debba essere mandato a memoria e ripetuto in modo
mnemonico per fissare bene i concetti espressi. In una discussione, Malagutti

17 I33, leggesi primo-trentatrè, era la collocazione del trattato. Walpurgis invece è la donna
raffigurate nelle ultime tavole.
18 La donna viene identificata come Walpurgis, così molto spesso il trattato spesso viene identificato

come Walpurgis Fechtbuch.

14
Federico19 ne ha dato una definizione che sembra ben riassumere l’intero
trattato: “il LTF è una lunga lezione al piastrone fatta con spada e brocchiere”20.
Ha poco senso discutere oltre della travagliata storia di questo trattato, che
risulta oltretutto incompleto per la mancanza di alcuni fogli e probabilmente
con errori di rilegatura avvenuti nei secoli scorsi. Si rimanda al corposo e ben
curato sito Wiktenauer, alla pagina dedicata, od alle tante pubblicazioni
esistenti, in primis quella curata dalla Royal Armouris, dove è attualmente
custodita la copia originale.

19 Appassionato di scherma dell’area Nord-Ovest italiana che si occupa di divulgazione tramite il


suo canale Youtube, spesso giungendo a conclusioni decisamente personali.
20 è curioso come certe illuminazioni vengano da fonti inaspettate, di come una semplice frase possa

accendere la classica lampadina in pensieri che necessitavano semplicemente di una definizione.

15
Ligans ligati contrarij sunt & irati
ligatus fugit ad partes laterum peto sequi
(London Tower Fechtbuch)

Il sistema schermistico del London Tower Fechtbuch

Una delle più approfondite analisi italiane al LTF è quella fatta da Andrea
Morini e Riccardo Rudilosso, pubblicata nell’edizione “Il Cerchio”. Un’altra
ottima analisi è quella di Giorgio Fonda nel blog dedicato a questo trattato e da
lui curato all’indirizzo https://lutegerus.wordpress.com/
La seguente analisi del sistema schermistico del LTF si basa sui miei
personali studi confrontati negli anni con le succitate pubblicazioni e molte
altre.
È affascinante accostarsi ad un trattato storico, sulla scherma nel nostro
caso, meglio ancora se si riesce a farlo senza filtri. Una cosa che ho sempre fatto
con molto piacere è quella di leggere il testo, possibilmente in originale, e
studiarne le azioni, cercarne le logiche, capire su che basi si fonda la scherma
descritta. Quindi, con mente aperta, verificare le mie conclusioni con quelle di
chi ha allo stesso modo studiato lo stesso testo, gioire quando le conclusioni
sono le stesse e lavorare più approfonditamente sulle diversità.
Ordunque, cosa insegna il LTF? Cosa vuole trasmettere? Quali sono le
logiche che si insinuano tra le pieghe delle tonache dei due combattenti?

16
Il LTF è un blues ripetitivo, ossessivo, scritto tra le sette custodie e le cinque
obsessio21. Tutte le lezioni descritte iniziano da una delle sette custodie, descritte
come le posizioni base della scherma di spada e brocchiere, assunta da uno dei
due protagonisti. L’avversario assume in risposta una guardia contraria, che
può essere una obessio o una delle stesse custodie. A questo punto iniziano le
azioni d’offesa a cui seguono le contrarie, le contro contrarie e così via.
La prima considerazione riguarda la distanza tra i due contendenti: sono
disegnati pressochè sempre a stretta misura, raggiungono pertanto i bersagli
avanzati di testa e torso a piè fermo; in poche eccezioni sono disegnati in corpo
a corpo. Questa sembra più una scelta “estetica”, frutto dei disegnatori, che una
rappresentazione realistica: dalle glosse si possono intuire parecchie variazioni
della misura nella descrizione delle azioni.
Una delle glosse, spesso ripetuta, riporta: Hic obmisit scolaris quod non ligauit
prossus sacerdos intrauit & non inmerito quia vbicumque regens custodiam obmittit
quod suum est facere obsessor statim debet intrare 22. Questo mi ha portato a fare
alcune considerazioni su come l’autore intendesse lo svolgersi del fraseggio
schermistico traendone le mie conclusioni. La scena sembra essere questa: il
primo combattente adotta una delle custodie, il secondo risponde assumendo
una obsessio (o talvolta una delle custodie); se il primo omette di fare quello che
deve, il secondo colpisce. Da questo si deduce che, per colpire, il secondo
schermidore deve essere nell’area critica, o poco distante, affinchè il colpo vada
sicuramente a segno. A questa distanza però è rischioso cambiare guardia, è
troppo alto il pericolo di subire un colpo durante il passaggio da una posizione
all’altra, quindi suppongo che la transizione da una posizione all’altra si esegua
ad una distanza di sicurezza. Solo una volta assunta la giusta contraria il

21 Vi dice niente? Questa riga è solo per musicisti.


22 “Se l’avversario non fa niente, colpiscilo!”

17
secondo può avvicinarsi al primo schermitore in relativa sicurezza e di seguito
colpire, se l’altro non reagisce.
Tutte le azioni descritte nel trattato, a mio parere, si svolgono quindi a
questo modo: uno dei due schermidori sarà paziente avendo assunta una delle
custodie, l’altro sarà agente, prendendo l’iniziativa, adottando la dovuta
contraria e, riducendo la distanza, si avvicinerà alla misura critica. Da questa
premessa iniziano tutte le azioni descritte.
Assumere una custodia od una obsessio protegge alcuni bersagli,
scoprendone altri; nella scherma attuale potremmo definirli come inviti. Nel
trattato l’assunzione di una determinata posizione provoca un numero molto
limitato di attacchi da parte dell’avversario, si pensi ad esempio come la
risposta ad Halbschilt sia sempre “cade sub gladium quoque scutum”.
Tutta la scherma del trattato è una sequenza di inviti a cui seguono azioni e
contrarie con lo scopo di poter colpire l’avversario in relativa sicurezza, nella
maggior parte delle volte dopo aver eseguito uno schiltslac, che blocchi spada e
brocchiere avversari. La frase schermistica si svolge in un raffinato gioco di
legamenti, cavazioni e parate di contro cercando continuamente di guadagnare
gradi per sottomettere la spada avversaria.
Iniziamo innanzitutto a vedere quali sono gli strumenti che adopereremo: il
brocchiere e la spada.

18
Sull’utilizzo del brocchiere

Il brocchiere controintuitivamente, non veniva usato direttamente per


parare: la sua funzione principale, soprattutto nel LTF, è quella di proteggere
la mano armata. Tutte le parate erano fatte con la spada, con il sostegno del
brocchiere a coprire l’arto.
La seconda funzione del brocchiere, quando non proteggeva la mano
armata, poiché quest’ultima non era sotto minaccia perché arretrata o defilata,
era quella di essere ben disteso in avanti e sfruttarne al massimo il cono di
protezione.
Infine, più raramente, troviamo azioni di offesa, soprattutto nella scherma
rinascimentale, in cui il brocchiere si disgiunge dalla spada per andare a
proteggere la testa, anziché la mano.
Nel nostro contesto di studio attuale, moderno e agonistico, quale risulta
essere il migliore utilizzo del brocchiere?
Il fatto di avere una seconda arma porta di norma ad una misura di controllo
più ridotta rispetto alla spada sola, per cui gli schermidori si trovano molto
spesso più vicini. Adottando guardie con la mano armata avanzata, questa
deve essere protetta dal brocchiere, proprio come insegnato nel LTF, con la
mano sinistra appoggiata alla destra ed il brocchiere a coprire le traiettorie più
rapide dei colpi avversari. Adottando guardie con la spada più arretrata,

19
sempre come indicato dai vari trattati storici, il brocchiere va tenuto invece
molto avanzato, per sfruttare al meglio il cono di protezione. E fin qui tutto
come da trattato.
In fase offensiva il brocchiere può proteggere la mano armata, ma risulta
piuttosto scomodo e riduce la misura di attacco. Vi sono due opzioni piuttosto
valide qualora si risolvesse ad essere agenti e prendere l’iniziativa. La prima è
quella di proteggere direttamente la testa od il busto a seconda della situazione,
per parare un colpo in tempo o di risposta dell’avversario a bersagli più
vantaggiosi. Nel LTF l’azione principale, descritta in maniera rindondante, è
quella dello schiltslach, ovvero del colpo di scudo portato sul brocchiere
avversario per bloccare entrambe le mani ed aprire la via alla spada. Nel
contesto attuale la cosa è spesso impraticabile, in quanto viene a mancare una
condizione fondamentale per il buon esito dell’azione: l’avversario dovrebbe
avere il brocchiere a protezione della mano ben appoggiato all’impugnatura.
Per questo l’uso del colpo di brocchiere per bloccare le azioni avversarie è assai
raramente praticabile. Così una seconda opzione potrebbe essere quella di
portare il brocchiere decisamente verso la guardia della spada avversaria per
impedirgli ogni movimento di offesa, mentre sferriamo l’attacco, ovvero fare
in modo che il cono di protezione del brocchiere si ampli in modo tale da
chiudere ogni azione pericolosa.
In fase difensiva il brocchiere dovrebbe accompagnare sempre la mano della
spada nelle parate per ampliare la protezione del ferro, come da tradizione. Nel
nostro contesto può diventare molto vantaggioso parare solamente con il
brocchiere e nel medesimo tempo portare un colpo di risposta all’avversario.
Tale tipo di azione era storicamente poco usata ed assai sconsigliata, perché il
solo brocchiere si rivelava spesso insufficiente a fermare un colpo di taglio o di
punta, che scivolando sulla penna trovavano comunque una via per arrivare a
bersaglio. Nell’ambiente attuale invece si può dimostrare assai efficace per

20
smorzare o bloccare un colpo mentre abbiamo l’opportunità di portare una
stoccata all’avversario sbilanciato e scoperto.
Il brocchiere può essere utilizzato anche per offendere in caso di azioni in
corpo a corpo. La quasi totalità dei regolamenti, per questioni di sicurezza,
vieta di colpire con il bordo del brocchiere, ma in buona parte ammettono la
percossa alla maschera avversaria con l’umbone, spesso con la clausola che il
colpo sia portato con leggerezza o che venga anche solo mimato l’atto di poter
colpire. Le azioni a stretta misura ed a corpo a corpo non sono infrequenti nella
scherma storica, così una parte dell’allenamento dovrebbe essere dedicata
anche a questo tipo di attacchi.

21
“You can't give her that!' she screamed. 'It's not safe!'
IT'S A SWORD, said the Hogfather. THEY'RE NOT MEANT TO BE SAFE.
'She's a child!' shouted Crumley.
IT'S EDUCATIONAL.
'What if she cuts herself?'
THAT WILL BE AN IMPORTANT LESSON.”
― Terry Pratchett, Hogfather

Sull’utilizzo della spada

La spada è l’arma di offesa per eccellenza, per colpire di taglio o di punta,


financo di pomolo alla maschera nelle entrate in corpo a corpo. Come già detto
per il brocchiere, sono frequenti le azioni a stretta misura, così diviene
fondamentale la pratica di colpire in spazi ristretti e con movimenti contenuti.
Generalmente, nei regolamenti attuali, non sono ammessi colpi con i bracci
dell’elsa, invece la maggior parte dei regolamenti ammette i colpi di pomolo.
Nell’assalto sono da preferire colpi di taglio veloci e con poco caricamento
ai bersagli avanzati, in particolar modo la mano armata, il gomito del
brocchiere e la gamba avanzata. Mentre i bersagli arretrati, testa e busto, sono
preferibili gli attacchi con la punta, sono più difficili da prevedere per
l’avversario, permettono di scoprire meno bersagli per azioni in tempo o di
risposta e spesso sono più remunerativi in termini di punteggio.
La spada è preposta anche alla maggior parte delle azioni di difesa: le
parate. Come visto precedentemente, il brocchiere, spesso, non è difesa
sufficiente per fermare un colpo: così è la spada a dover fermare il colpo
avversario, di taglio o di punta che sia, con il brocchiere in ausilio nella doppia
funzione di proteggere la mano ed aumentare la linea difensiva.

22
I colpi in tempo possono essere fatti sia con la spada sola, sia con l’ausilio
del brocchiere. In questo secondo caso sono spesso più sicuri, ma di più lenta e
difficile esecuzione. Un arresto su una punta avversaria, con il brocchiere a
garantire l’opposizione, aumenta la sicurezza della controffesa, ma riduce la
misura di offesa ed aumenta il tempo di preparazione.
La spada è utilizzata anche per le azioni sul ferro avversario: il LTF riporta
parecchie azioni di legamento e/o trasporto della lama avversaria, spesso
accompagnate dal succitato schiltslach, per renderlo inoffensivo e colpire in
tutta sicurezza.
Un altro tipo di azioni demandate alla spada ed usate frequentemente nel
LTF sono quelle di chiusura della linea di attacco, quello che spesso Fiore de’
Liberi cita come coverta: ovvero stringere la misura e anticipare il colpo di
attacco dell’avversario portando la lama a parare il colpo più probabile che
scaturisca dalla guardia avversaria, per bloccare il colpo sul nascere ed avere
maggiori possibilità di un’offesa proficua.

23
Breve analisi dei regolamenti dei vari tornei

Nel mondo attuale della scherma storica vi sono diversi tipi di tornei o
competizioni ed i regolamenti, in questo momento di ampia sperimentazione,
sono assai vari; senza entrare troppo nel dettaglio se ne analizzano i più
comuni, dividendoli in macro categorie.
Combattimento continuato
In questo tipo di competizioni l’assalto si svolge senza interruzioni, fino a
che uno dei due schermidori non raggiunga un determinato punteggio,
vincendo l’assalto. Durante lo svolgimento dell’assalto non viene dato nessun
alt dopo che uno degli schermidori ha portato un colpo valido, ma il colpo
viene registrato da uno o più giudici, in maniera similare a quanto avviene
negli incontri di boxe, per esempio. Colpi a bersagli diversi possono anche
avere punteggi diversi, normalmente busto e testa danno punteggi maggiori
rispetto agli arti.
Questo tipo di assalto porta ad uno schermire molto attento, in cui è molto
poco conveniente scoprirsi e lanciarsi in attacchi azzardati, per non trovarsi alla
mercé dell’avversario, che può portare un maggior numero di colpi o
raggiungere bersagli più remunerativi, anche dopo aver subito un colpo. Ha il
vantaggio di essere un combattimento in cui non ha nessuna importanza quale
schermidore colpisce prima o se i colpi di risposta (colpo dopo) arrivano nel

24
corretto lasso di tempo. D’altro canto porta due grossi problemi, da una parte
un arbitraggio molto complicato con poco controllo sulla bontà dell’operato dei
vari giudici, dall’altra una scherma portata troppo spesso al gioco stretto, con
azioni di presa e di lotta, con conseguente difficoltà di interpretazione.
Spesso in questo tipo di competizioni vengono inserite sanzioni per la
cosidetta “scherma inverosimile”, il combattere incurante del principio di
conservazione, ovvero attaccare senza curarsi di essere colpiti, cercando di
portare una serie di colpi più velocemente dell’avversario senza preoccuparsi
di essere colpiti a propria volta, con l’obbiettivo di raggiungere la vittoria prima
dell’avversario. Questa clausola, trovata sovente anche in altri regolamenti, è
spesso fonte di contestazione per il suo carattere di arbitrarietà
nell’applicazione.
Combattimento con “alt” al colpo e “colpo dopo”
In questo tipo di competizioni l’assalto si svolge con un giudice che ferma il
combattimento ad ogni colpo andato a segno, con gli schermidori che tornano
ai posti di partenza. Si prevede inoltre che dopo il primo colpo valido portato
a segno lo schermidore che ha subito il colpo abbia la possibilità di portare a
propria volta un colpo di risposta entro un tempo schermistico, ovvero il “colpo
dopo”. Colpi a bersagli diversi (o con modalità diverse) danno punteggi
diversi. Spesso il colpo doppio, ovvero un colpo contemporaneo tra gli
schermidori, viene penalizzato, portando, dopo un certo numero, alla
conclusione dell’incontro e dichiarando la sconfitta di entrambi gli
schermidori; nella fase dei gironi, o portando al “golden hit” ovvero a chi porta
il primo colpo valido (senza colpi doppi o colpi dopo) nelle fasi eliminatorie
dirette. Talvolta determinate azioni o determinati bersagli, annullano un
eventuale “colpo dopo”.
Questo tipo di regolamento è, al momento, il più utilizzato. La diversità dei
punteggi tra i vari bersagli è uno dei punti dolenti del regolamento poiché

25
spesso è difficile capire il limite dei vari bersagli, complicato ulteriormente
dalla presenza della seconda arma. Altra penalizzazione è l’affidarsi
all’arbitrarietà nel considerare i tempi del colpo doppio e colpo dopo, essendo
il primo penalizzato e non il secondo, aggiungendo inoltre che anche la validità
dei quest’ultimo è legata alla sensibilità del giudice sul fatto che sia stato tirato
in un tempo sufficientemente breve o meno.
Combattimenti senza differenza di punteggio e senza colpo dopo
Questo tipo di combattimenti è quello che si avvicina maggiormente agli
assalti dell’attuale scherma di spada olimpica. Viene considerato valido solo
chi tocca per primo, ogni colpo portato a segno vale un punto
indipendentemente dal bersaglio raggiunto, nell’eventualità di un colpo
doppio non viene assegnato nessun punteggio. Talvolta è previsto che dopo un
certo numeri di colpi doppi l’assalto venga considerato concluso sul punteggio
raggiunto.
Questo tipo di combattimenti è a mio giudizio poco confacente alla scherma
storica in quanto porta facilmente ad una scherma più aggressiva e meno
conservativa, troppo simile alla scherma di spada dove il concetto di “colpire
senza essere colpiti” cede al “chi tocca per primo”; porta spesso a strategie e
tatticismi che poco hanno a che fare con lo spirito del combattimento storico23.

In Europa, in questo momento si stanno testando molti tipi di tornei con i


più disparati regolamenti: assalti “al primo sangue”, assalti con possibilità di
doppia morte, assalti con un numero di scambi prefissati, etc etc…
Qualche parola in più merita un tipo di regolamento in cui viene applicata
una convenzione schermistica, simile a quella utilizzata in fioretto e sciabola.
In questi assalti, nei casi di colpo doppio, il punto viene assegnato a chi per

23Soprattutto per questo motivo regolamenti di questo tipo fanno storcere il


naso a parecchi praticanti di scherma storica.

26
primo ha iniziato l’azione d’attacco. La convenzione nacque storicamente (e si
sta riproponendo in questo momento con lo stesso obiettivo) cercando di
recuperare la logica del duello ed il principio di conservazione della vita: chi
viene minacciato deve preoccuparsi innanzitutto di difendersi anziché
attaccare.
Con l’intento di riportare la scherma ad una logica realistica, la convenzione
ha raggiunto l’obiettivo diametralmente opposto, portando ad una scherma
più aggressiva, dove i doppi sono ancora più frequenti, ma soprattutto dove
chi ha la priorità d’attacco non si cura della difesa ottenendo un vantaggio nel
farsi colpire per poi colpire a sua volta.
Questo tipo di tornei rappresenta per ora una percentuale trascurabile, ma
è un segnale interessante di come la scherma storica stia seguendo, più o meno
consapevolmente, i passi della scherma di fioretto, spada e sciabola.

27
Non c'è più niente da bruciare, solo le bianche ceneri.»
(Ashita No Joe)

Azioni del LTF funzionali al combattimento

Il trattato riporta una serie di azioni24 studiate e descritte per un contesto,


per quanto non ben specificato, molto differente dalla pedana e dalla scherma
attuale. Ma, se confidiamo che la scherma sia una sola, possiamo estrapolarle e
modificarle per adattarle in un combattimento “sportivo”.
Iniziamo ad analizzare custodie ed obsessio. In situazione sportiva le azioni
sono probabilmente più veloci di quanto lo fossero nel contesto del LTF25,
pertanto, a mio parere, sono da preferire posizioni di guardia con la spada
avanzata o che possano presentare una reale minaccia, come la Prima e Sesta
custodia, Langort, Langort Inferior e Halbschilt. Le guardie alte (Seconda, Terza e
Quarta Custodia e Krucke) sono più difficili da mantenere26 e con linee
d’attacco troppo prevedibili. La Quinta Custodia lascia la spada troppo lontana
ed il corpo troppo scoperto. Le altre obsessio come Vidilpoge, Specificata Langort
o Shutzen sono posizioni particolari che limitano inutilmente le azioni dello

24 Senza considerare teorie varie per cui il LTF non sia un vero trattato di
scherma, ma solo un eserciziario.
25 Praticare la scherma in piena sicurezza, senza timore di reali ferite o morte

rende molti più veloci.


26 Anche giacche imbottite ed equipaggiamento protettivo con discreto

ingombro e peso rendono queste posizioni meno funzionali.

28
schermidore. Le guardie più frequentemente usate nelle competizioni sono
Halbschilt o Coda longa e stretta e Porta di ferro stretta per chi proviene dallo studio
della scuola bolognese del XVI Secolo.
Possiamo adattare la logica del LTF di ingresso in misura in due maniere.
Avvicinarsi all’avversario con una guardia di forte provocazione come una
Prima Custodia o una Langort inferior, avendo ben cura di coprire i bersagli
avanzati con il brocchiere, invitando l’avversario a reagire con un colpo che
sarà con buona probabilità di taglio alla testa o di punta al busto. A questo
punto si applica l’adeguata difesa. Il LTF vorrebbe che fosse seguita da
legamento della spada avversaria, ma nel nostro contesto risulta spesso più
efficace un rapido colpo di taglio al distacco. L’altra azione è quella di
sorprendere l’avversario sul movimento del primo piede con un taglio alla
mano, eseguendo il cade sub gladium quoque scutum da cui potrebbe prendere
l’avvio la sequenza di parata, seguita da legamento e svincolo con mutatio gladii.
Tutto ciò sarebbe molto coreografico, ma l’avversario probabilmente si limiterà
a parare e rispondere con un taglio di roverso o tenterà un arresto in tempo.
Azione cardine di tutto il trattato è la ricerca dello Schiltslac, il colpo di
scudo, portato a seguito di un trasporto, contro il brocchiere avversario per
incastrargli entrambe le mani e poter colpire senza pericolo con la spada.
Questo presuppone innanzitutto che spada e brocchiere siano congiunti,
quindi colpire e spingere lo scudo avversario implica bloccare la mano armata
tra il brocchiere ed il corpo avversario impedendogli o rendendogli molto
difficili i movimenti.
Riprodurre esattamente questa azione è spesso impossibile: raramente
spada e brocchiere dell’avversario sono congiunti, soprattutto per chi ha
trascorsi di studi sulla scuola bolognese e poi, tentare un trasporto, porta spesso
ad una facile cavazione o altro colpo in tempo. Nella logica di impedire gli
attacchi di spada dell’avversario possiamo adattare quest’azione

29
concentrandoci solo sulla spada avversaria, principiando con un legamento di
terza, accennando un trasporto, ma agendo immediatamente con il brocchiere
per avvicinarsi e financo colpire la mano armata avversaria, sfruttando così il
massimo cono di protezione offerto dallo scudo per limitare le azioni della
spada avversaria, quindi colpire velocemente sfruttando la copertura così
ottenuta.
La scherma del LTF è assai veloce: notiamo parecchi colpi in tempo e relativi
controtempi, addirittura si sorprende l’avversario afferrando la propria spada
sul forte con la mano sinistra e afferrando il debole dell’avversario con la mano
destra: azione molto inusuale, ma utilizzabile pari pari anche nel
combattimento attuale. Tenere la spada al forte con la sinistra, quindi con parte
della lama che spunta da una parte del brocchiere e l’impugnatura dall’altra,
porta ad avere un notevole strumento di difesa, che può essere facilmente
utilizzato anche in attacco, ruotandolo dopo una parata e portando una punta
con la spada impugnata a martello. L’azione deve cominciare con una notevole
dose di inganno, partendo da una Prima Custodia o una Specificata Langort, dove
si afferra la lama senza che l’avversario possa accorgersene. Azione questa un
po’ al limite del regolamento che non è detto che ammetta l’afferrare la lama
dell’avversario al debole, come l’afferrare la propria lama. Può essere usata
anche dopo aver invitato l’avversario a colpire alla testa, parando con la mano
sinistra e, chiudendo misura, proseguendo con una punta dall’alto alla
clavicola destra dell’avversario, lungo una traiettoria decisamente inaspettata.

30
Ma ora, chi ha una borsa la
prenda; e parimente una sacca;
e chi non ha spada, venda il
mantello e ne compri una.
Luca 22:36

Un confronto: il lavoro con il Maestro Marco Melli

Apro una piccola parentesi su come è stata sviluppata la preparazione di


questa tesi. Avendo ben chiaro l’obiettivo che volevo raggiungere, si apriva la
questione di trovare un relatore con cui affrontare lo studio necessario. La scelta
cadde sul Maestro Melli, che avevo avuto modo di incontrare solo una volta,
molto brevemente, quasi dieci anni prima. Al primo incontro si è mostrato un
po’ perplesso per la scelta27, ma ha accettato molto volentieri la sfida,
dimostrando la sua grande disponibilità. I motivi che mi hanno portato a
presentarmi a lui sono vari. Innanzitutto è un ottimo maestro di sciabola, con
una visione focalizzata sull’assalto e sul confronto agonistico; ha collaborato
con gruppi di scherma storica, pur senza approfondirla personalmente28, ma
dimostrando una notevole apertura mentale verso ogni aspetto di questa
disciplina; infine è una persona di cui ho molto sentito parlare in termini
lusinghieri e mi pareva un ottimo modo per conoscerlo.

27Molto perplesso in realtà.


28Questo era uno dei motivi di estrema perplessità che mostrò quando ci incontrammo la prima
volta, dichiarando di sapere molto poco di spada e brocchiere.

31
I nostri incontri si sono sviluppati nel segno del confronto, senza gli schemi
preconfezionati di chi ha studiato sui trattati storici, ma con l’adattabilità di chi
la scherma la fa quotidianamente e adegua le proprie capacità alle situazioni
inusuali. Così mentre io eseguivo le azioni descritte nel LTF lui rispondeva con
movimenti originali e linee di attacco inaspettate. Lo scambio è stato
decisamente proficuo, abbiamo studiato alcuni gesti descritti nel trattato,
confrontandoli con quelli della moderna scherma29 e ripensandoli per adattarli
al contesto sportivo. Ci siamo così scambiati lezioni di spada e brocchiere per
lezioni di sciabola, discutendone modalità, punti di contatto e opportunità. Il
lavoro che segue è frutto di questi incontri.

29 Il lavoro di confronto si è sviluppato con la moderna sciabola.

32
It's no good trying to place your hand
where I can't see because I understand
that you're different from me
(No Good Trying, Syd Barrett)

Lezioni di scherma di Spada e Brocchiere

Si racconta che, nell’ultimo incontro, Syd Barret abbia proposto un’ultima


canzone ai Pink Floyd, prima di uscire o essere cacciato dal gruppo, dal titolo
“Have You Got It Yet?”.30 Barret si presentò in sala prove e iniziò a suonare un
pezzo all’apparenza semplice e lineare, anche molto allegro, ripetendo
continuamente il verso “have you got it yet?” (ce l’hai/ce l’avete?). Gli altri
poco dopo iniziarono a seguirlo, ma ogni volta che sembravano aver afferrato
la chiave qualcosa non funzionava, la canzone non si lasciava suonare, Barret
modificava ritmo e melodia, ma continuava a chiedere: “Have you got it yet?”
finchè gli altri non si accorsero di essere vittime del suo eccentrico senso
dell’humor.
Un maestro dovrebbe essere capace di portare il suo allievo in pedana
pronto a chiedere al proprio avversario “have you got it yet?”.
Lavorare su spada e brocchiere, come in tutte le discipline di armi doppie,
ci costringe a fare i conti con l’utilizzo contemporaneo di entrambe le braccia,
per eseguire azioni diversi con tempi e velocità spesso estranei. Le prime
lezioni si concentreranno sul prendere confidenza con il movimento della
spada e del brocchiere, lavorando sia separatamente, prima con una poi con
l’altro, sia in maniera congiunta.

30 In questo momento è d’obbligo l’ascolto di “I never Lied to You” - Syd Barret.

33
Le lezioni avranno ovviamente diversi obiettivi, alcune saranno più
tecniche (e noiose) volte ad imparare ed affinare i movimenti, acquisire
cognizioni quali il tempo e la misura, altre invece saranno più vivaci, volte a
far acquisire le capacità di improvvisare, reagire agli stimoli e acquisire
dimestichezza con il combattimento. Detto ciò avremo:
- lezioni tecniche;
- lezioni cognitive;
- lezioni allenanti o di spratico.
Ovviamente una non esclude l’altra e, per quanto orientate, in ogni lezione
risulta esserci comunque un po’ di tutte e tre.
Il maestro nelle prime fasi avrà cura di far lavorare l’allievo con la sola
spada, impratichendolo innanzi tutto sull’acquisizione del senso della misura.
Si eseguiranno esercizi con colpi di taglio e di punta:
● a piè fermo;
● a misura d’allungo;
● a misura camminando;
● con variazioni di misura.
Assimilata la gestione della misura è il momento di passare alla gestione di
tempo e velocità: è importante il lavoro su accelerazione e decelerazione del
passeggio in fase di avvicinamento e sulle diverse velocità dei movimenti della
spada. Si inseriscono, in questo momento, i primi concetti sulle finte. A questo
lavoro si aggiunge quello sulla precisione; nella scherma di spada e brocchiere
ho riscontrato quanto sia proficuo un allenamento sulle punte al braccio tirate
con le diverse angolazioni.
Esempi di esercizi con la sola spada:
 Partendo da fuori misura l’allievo si avvicina lentamente al maestro
cercando di sorprenderlo di prima intenzione.

34
 Partendo da fuori misura l’allievo si avvicina velocemente al
maestro cercando di provocarne la reazione per difendersi, di
misura o con il ferro, e quindi rispondere.
 L’allievo esegue una finta tirando un primo colpo più lento ai
bersagli avanzati per provocare la parata del maestro e portare,
accelerando, un secondo colpo ai bersagli arretrati.
 L’allievo esegue una finta tirando un primo colpo alla velocità
massima ai bersagli arretrati per provocare la parata del maestro e
portare un secondo colpo, decelerando, ai bersagli arretrati.
 L’allievo lega la spada avversaria, esegue un trasporto e colpisce di
taglio al distacco.
 L’allievo lega la spada avversaria e colpisce di filo con opposizione.
 Il maestro esegue diversi inviti con la mano armata, l’allievo
risponde tirando punte alla mano ed al polso con adeguata
angolazione.
Il lavoro prosegue con gli esercizi sull’utilizzo del brocchiere.
I primi esercizi serviranno ad impratichire l’allievo nell’uso del brocchiere
a protezione della mano armata. Il maestro metterà in guardia l’allievo
utilizzando Habschilt come guardia fondamentale
L’allievo dovrà imparare a muovere il brocchiere per coprire la mano
armata nelle parate come negli attacchi.
Esempi di esercizi con l’uso di spada e brocchiere, l’allievo assume
Halbschilt:
 Il maestro tirerà colpi di taglio alla mano scoperta, l’allievo a pie
fermo copre il bersaglio con il brocchiere.
 Il maestro finterà un colpo al bersaglio arretrato e tirerà un colpo
alla mano armata, l’allievo si premurerà di parare tenendo ben
protetta la mano.

35
 Su invito del maestro, l’allievo porterà un attacco al bersaglio
arretrato, il maestro porterà un attacco in tempo al bersaglio
avanzato dell’allievo che si premurerà di coprirlo con il brocchiere.
Si riprendono gli esercizi fatti con la spada sola.

Abituato all’uso delle due armi, il maestro inizierà a far lavorare l’allievo
sui concetti di tempo, misura e velocità. Gli esercizi fondamentali in questa fase
si basano sul far portare i colpi a diverse misure ed in seguito a determinati
stimoli, visivi, uditivi e tattili; ciò fino alla completa autonomia di scelta, ovvero
sarà completamente dell’allievo la scelta della velocità, del tempo e della
misura con cui portare l’attacco.
Secondo quanto descritto del LTF il maestro allenerà l’allievo all’ingresso in
misura, con una obsessio o invito ed agire di conseguenza.
Esempi di esercizi ed azioni d’allenamento
 L’allievo adottando Halbschilt si avvicinerà all’area critica, il
maestro si avvicinerà allenando l’allievo a colpire sul movimento
del primo piede.
 L’allievo adottando Halbschilt si avvicinerà all’area critica, il
maestro farà mostra di colpire l’allievo tra spada e brocchiere,
l’allievo reagirà parando e rispondendo di taglio.
 L’allievo adottando Halbschilt si avvicinerà all’area critica, il
maestro farà mostra di colpire l’allievo tra spada e brocchiere,
l’allievo reagirà parando, legando il ferro avversario ed eseguendo
un trasporto verso il basso, quindi avanzerà e bloccherà con il
brocchiere spada e brocchiere avversari (schiltslac) per poi colpire.
Gli esercizi proseguono quindi con il perfezionamento degli inviti da parte
dell’allievo, lavorando sulla gestione di velocità e misura, sui movimenti, sullo
scoprire determinati bersagli per indurre l’avversario a portare i colpi previsti.

36
Esempi di esercizi sugli inviti.
 L’allievo si pone in Langort inferior e si avvicina, il maestro attacca
alla testa, l’allievo para e risponde.
 L’allievo si pone in Langort inferior e si avvicina, il maestro attacca
alla testa, l’allievo para di tasto, lega e trasporta verso il fianco,
quindi avanza bloccando con il brocchiere spada e brocchiere
avversari (schiltslac) per poi colpire.
 Il lavoro si arricchisce con gli attacchi composti (parate e risposte,
elusione di parate, finte e quant’altro), l’utilizzo del brocchiere
unito per parate e attacchi e disgiunti per inviti, azioni in tempo in
particolare di arresto, utilizzo del brocchiere e sfruttamento
massimo del cono di protezione portandolo a bloccare il brocchiere
avversario o a chiudere le azioni della spada avversaria.
Esempi di esercizi su azioni complesse
 Il maestro si assetta in Coda Longa e Stretta, l’allievo lega la spada
avversaria e inizia un trasporto, il maestro esegue una cavazione,
l’allievo anticipa avanzando decisamente il brocchiere verso la
mano avversaria per prevenire l’attacco e colpisce.
 Il maestro si assetta in Langort Inferior, l’allievo si avvicina
anticipando il sottano chiudendo la linea di attacco inferiore con
spada e brocchiere e colpisce.
 Il maestro si assetta in Seconda o Quarta Custodia, l’allievo si avvicina
anticipando il fendente chiudendo la linea di attacco superiore con
spada e brocchiere e colpisce.
 Su avanzamento del Maestro l’allievo tira una punta al busto, il
maestro para di quarta e risponde alla testa, l’allievo elude la parata
e colpisce la gamba avanzata, coprendo la testa con il brocchiere.

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Le lezioni poi si svolgeranno modificando e componendo le diverse azioni,
per creare sequenze più lunghe e complesse. Nelle prime fasi il maestro darà
all’allievo indicazioni precise su quali sono le azioni richieste, poi, man mano
che questi progredisce, è consigliabile che sia lui stesso a trovare le soluzioni
più adatte, in base alle proprie attitudini, alle proprie abilità, alle proprie
preferenze.

La preparazione alle competizioni passa anche da un’attenzione che, nella


scherma moderna, è molto rara: lo studio del regolamento. Abbiamo visto
come nelle varie competizioni siano utilizzati regolamenti completamente
diversi. Rimane sempre valido il principio di “colpire senza essere colpiti”,
quindi allenarsi per arrivare a toccare senza dare all’avversario la possibilità né
di anticipare, né di rispondere è sicuramente vincente, ma non sempre
attuabile. Restano così una serie di azioni in cui entrambi gli schermidori
colpiscono, in questi casi le diverse attribuzioni di punteggio portano a
conseguenze anche diametralmente opposte: un’azione vincente con un
regolamento diventa perdente in un altro e viceversa.
Riporto di seguito alcune osservazioni e note strategiche per gestire gli
allenamenti in riferimento ai diversi regolamenti.
Negli assalti a combattimento continuato, il primo tipo di regolamento
analizzato, l’attenzione in allenamento si focalizzerà sulla copertura in fase di
attacco e sul doppiare i colpi in uscita. Tendenzialmente il maestro si lascia
colpire e risponde, l’allievo dovrà trovarsi preparato alla risposta del maestro,
che sia con una copertura, una parata o altri tipi di difesa, per poi portare un
secondo colpo sciogliendo misura e recuperando la distanza di sicurezza.
L’allenamento dovrà comprendere anche l’acquisire l’abitudine (per quanto
anti-schermistica e poco istintiva) di colpire rapidamente l’avversario dopo
essere stati colpiti e difendersi da un ulteriore colpo. Il maestro allenerà l’allievo

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sorprendendolo con un primo colpo, ma spingendolo a difendersi da un
secondo colpo e attaccare a sua volta, per poi sciogliere misura e recuperare la
distanza di sicurezza. Gli esercizi da proporre per questi assalti dovranno
focalizzarsi sul mantenere alta, o addirittura aumentare, la concentrazione
dell’atleta dopo essere stati colpiti o dopo aver colpito, quando invece
l’attenzione tenderebbe istintivamente a calare rapidamente.
Negli assalti con il “colpo dopo” l’allenamento seguirà all’incirca le stesse
logiche del combattimento continuato. L’attenzione dopo il colpo ha però un
periodo piuttosto breve, rispetto al combattimento continuato, in quanto è
breve il tempo della possibile risposta. Altra attenzione da porre è quella di
allenare attacchi semplici e veloci ai bersagli avanzati. I bersagli arretrati,
spesso più premianti, devono essere cercati con azioni composte e soprattutto
nelle risposte dopo aver subito colpi per sfruttare il momento propizio con
l’avversario più facilmente scoperto e con un calo di attenzione, senza
oltretutto preoccuparsi di coprirsi da un colpo successivo31.
L’allenamento cambia invece nelle competizioni ove non sia previsto il
“colpo dopo” ed inoltre non vi sia differenza di punteggio in riferimento ai
bersagli. In questo caso diventa premiante riuscire a portare a segno veloci
colpi ai bersagli avanzati come gambe e mani, un po’ trascurando i bersagli
arretrati. Gli allenamenti si concentreranno quindi su attacco e difesa delle
mani e delle braccia, sul portare attacchi con buone coperture alle braccia, su
inviti ed offese in tempo. Si alleneranno gli attacchi ai bersagli arretrati portati
con ottime coperture e con grande esplosività. Importante quindi impratichire
l’allievo nel sorprendere l’avversario sull’avanzamento e su movimenti
repentini come le fleche, curandosi poco o nulla di una risposta che, in caso,
arriverebbe comunque fuori tempo.

31Una volta colpiti può avere senso coprirsi da un secondo colpo solo in caso di un arbitraggio non
all’altezza della situazione.

39
L’allenamento però dovrebbe sempre e comunque concentrarsi sulla ricerca
delle inclinazioni dell’allievo lasciando in secondo piano gli adeguamenti per i
diversi stili schermistici dei trattati e quelli per i diversi regolamenti
schermistici. Essendo il mondo della scherma storica ancora in fase di notevoli
cambiamenti, alla ricerca di una definizione, che non è detto che sopraggiunga
in tempi brevi, il maestro che si impegna a formare uno schermidore si deve
concentrare sull’affinamento dei movimenti e delle azioni ad esso più
funzionali, ma soprattutto nella ricerca e nello sviluppo delle sue attitudini
strategico-tattiche.

40
Depongo la mia spada, non c’è bisogno Dio
che adesso tu mi creda tanto son figlio mio.
(Maler)

Conclusione

Lo studio e la preparazione della scherma rappresentano un lavoro


fortemente individuale che richiede a chi insegna una molteplicità di
competenze. Ma soprattutto richiede attenzione, in ogni momento, quando la
si pratica, quando la si insegna, quando la si vive.
Il lavoro svolto finora ha voluto mostrare come sia possibile allenare a
combattere come insegnato nel London Tower Fechtbuch, adattandone i princìpi,
anche nelle moderne competizioni. Formare un allievo per competere
basandosi solo su queste logiche sarebbe però riduttivo e, soprattutto, limitante
nei suoi confronti, innanzitutto per la varietà di scherma che questi si troverà
ad affrontare ed in più per la mancata possibilità che egli possa esprimere la
sua propria scherma.
La scherma è un linguaggio fatto di movimenti e di acciaio, raccontiamo così
la nostra storia al nostro avversario, parlando del nostro passato, di ciò che
abbiamo vissuto, di ciò che abbiamo imparato, di ciò a cui aspiriamo e con
sottigliezza gli chiediamo di assecondarci in questo nostro cammino. E
pazienza se quello che raccontiamo non sarà quasi mai la verità.

41
Come la letteratura, la scherma è un’altra attività che “si occupa di cosa
voglia dire essere un cazzo di essere umano”32. Ci coinvolge come persone
anche al di fuori della sala, fin troppi trattati parlano dei vantaggi della scherma
nella vita di tutti i giorni, di come renda l’uomo più nobile più accorto, più
saggio. Dubito un po’ di questa affermazione, ma sono decisamente sicuro di
come la scherma influisca molto sulla vita delle persone.
Compito del maestro quindi è di far raccontare agli allievi la loro personale
storia; per quanto li si possa allenare secondo le logiche di un trattato, che sia il
LTF o un qualunque altro, ogni persona ha la propria scherma da mostrare, lo
farà con la propria storia alle spalle, con le proprie abilità e con quello che gli o
le darà maggior soddisfazione.

32 da David Wallace Foster

42
Bibliografia essenziale

Sito Wiktenauer, https://wiktenauer.com/wiki/Main_Page.


Forgeng, Jeffrey L. The Medieval Art of Swordsmanship: A Facsimile &
Translation of Europe's Oldest Personal Combat Treatise, Royal Armouries MS
I.33 (Royal Armouries Monograph). Chivalry Bookshelf, 2003.
"Manoscritto I.33" a cura di Morini Andrea, Rudilosso Riccardo, Federica
Germana Giordani, il Cerchio edizioni, 2012
Flos Duellatorum di Fiore de’ Liberi, a cura di Giovanni Rapisardi, Editore
“Seneca Edizioni” collana Gladiatoria,
Il Fior di battaglia di Fiore dei Liberi da Cividale – Il Codice Ludwig XV 13
del Paul Getty Museum, a cura di Massimo Malipiero, Editore Ribis (Miramar
s.r.l.), in associazione con il J. Paul Getty Museum, Los Angeles,

43

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