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ALLEGATO I
• RISCHIO BASSO
CATEGORIA B
• RISCHIO MEDIO
CATEGORIA C
• RISCHIO ELEVATO
ATTIVITA’ NON RIENTRANTI
NELL’ALLEGATO I PER LE QUALI SONO IN
VIGORE LE REGOLE TECNICHE DI
PREVENZIONE INCENDI
ATTENZIONE!!!
Per tutti gli altri locali di pubblico spettacolo (cinematografi,
auditori e sale convegni, discoteche e sale da ballo, ecc.), a
prescindere dalla capacità e dalla superficie in pianta, il decreto
si applica integralmente!!!
PROCEDURE PARTICOLARI PER I
LOCALI DI PUBBLICO SPETTACOLO
ART. 141 del
regolamento di • Dovrà essere acquisito il parere preventivo sul
progetto da parte della competente Commissione
attuazione del di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo.
TULPS
Nel caso di attività
C.P.V.L.P.S. – UTG - Prefettura sino a 200 persone
(nel nostro caso sino
a 100) le verifiche
della C.V.L.P.S.
C.C.V.L.P.S. – Comune dove ha possono essere
asseverate da un
sede l’attività! tecnico abilitato!!!
MISURE PER L’ESODO DEL
PUBBLICO DALLA SALA
AFFOLLAMENTO – (RIFERITO AI MQ. DI PAVIMENTAZIONE DEL LOCALE)
Locali lettere e) Densità di affollamento = 0,7 pers/mq.
CAPACITÀ DI DEFLUSSO – (RIFERITO AL MODULO DI USCITA = 0,60 M.)
50 per locali con pavimento a 37,5 per locali con pavimento a quota
quota compresa tra +/- 1 m compresa tra +/- 7,5 m rispetto al piano di
rispetto al piano di riferimento. riferimento.
33 per locali con pavimento a La capacità di deflusso per i locali
quota > 7,5 m e < 7,5 m rispetto al all’aperto non deve essere superiore a 250.
piano di riferimento.
SISTEMA DELLE VIE DI
USCITA
Il sistema di vie di uscita, in base al massimo affollamento previsto ed alle capacità di
deflusso, deve immettere il pubblico in luogo sicuro all’esterno.
Altezza dei percorsi > 2 m. Gradini h < 18 cm., p > u.s. distribuiti con uniformità
30 cm. + disp. luminosi e simmetria rispetto all’asse
longitudinale della sala.
Pendenza corridoi e Rampe sulle vie di esodo Interruzione piani inclinati a
passaggi < 12%. in presenza di handicap distanza > 1,2 m. rispetto ai
motorio < 8%. gradini.
Pavimentazioni e gradini U.S. sempre mantenute No superfici vetrate e specchi
non sdrucciolevoli. sgombre anche dalle sulle vie di esodo.
intemperie (neve, ecc.).
Gli eventuali guardaroba non possono essere previsti nelle scale o nelle loro immediate
vicinanze, ed, in ogni caso, devono essere ubicati in modo tale che il loro utilizzo da
parte degli spettatori, non costituisca ostacolo alla normale circolazione ed al deflusso
del pubblico.
SISTEMA DELLE VIE DI
USCITA
NUMERO DELLE USCITE
Per i locali < 150 persone possono essere ubicate in posizioni ragionevolmente
previste due sole uscite. contrapposte.
L’ingresso u.s. se apribile nel verso Tutte le U.S. devono essere apribili nel verso
dell’esodo e a semplice spinta. dell’esodo e a semplice spinta.
con un minimo di
almeno uno ogni uno per ciascun
due estintori per
200 m2 di impianto a
piano o per
pavimento rischio specifico
compartimento
INOLTRE
11.2 Installazione di estintori ai vari piani e nei pressi di attività a
rischio specifico.
13 SEGNALETICA DI SICUREZZA
14 GESTIONE DELLA SICUREZZA
17 ISTRUZIONI DI SICUREZZA
COSA È LA RESISTENZA AL
FUOCO ?
D.M. 9 marzo 2007:
“E’ una delle fondamentali strategie di protezione da perseguire
per garantire un adeguato livello di sicurezza della costruzione in
condizioni di incendio. Essa riguarda la capacità portante in caso
di incendio, per una struttura, per una parte della struttura o per
un elemento strutturale nonché la capacità di
compartimentazione rispetto all’incendio per gli elementi di
separazione sia strutturali, come muri e solai, sia non strutturali,
come porte e tramezzi.”
(R/REI/EI)
LA CAPACITÀ PORTANTE IN
CASO DI INCENDIO
APPROCCIO
= PRESTAZIONALE
SÌ NO
SEGUIRE PER LA
DETERMINAZIONE
DELLE PRESTAZIONI DI SÌ NO
RESISTENZA AL FUOCO
APPROCCIO PRESCRITTIVO APPROCCIO PRESCRITTIVO
(D.M. 9/3/2007) (D.M. 14/1/2008)
SÌ NO SÌ
CLASSE R/REI IN FUNZIONE VERIFICA PER TUTTA LA DURATA CLASSE R/REI IN FUNZIONE
DEL LIVELLO DI DELL’INCENDIO DEL LIVELLO DI
PRESTAZIONE IMPOSTO (ed anche con classe R/REI ridotta) PRESTAZIONE IMPOSTO
ESEMPI DI ATTIVITÀ “NORMATE”
Regola tecnica
Attività
IMPIANTI TERMICI
D.M. 12 aprile 1996
A GAS
Nessun requisito specifico di resistenza al fuoco Nessun requisito specifico di resistenza al fuoco
LIVELLO dove le conseguenze del collasso delle dove le conseguenze della perdita dei requisiti
1 strutture siano accettabili o dove il rischio di stessi siano accettabili o dove il rischio di
incendio sia trascurabile; incendio sia trascurabile;
Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco
LIVELLO delle strutture per un periodo sufficiente a per un periodo sufficiente all’evacuazione degli
2 garantire l’evacuazione degli occupanti in luogo occupanti in luogo sicuro all’esterno della
sicuro all’esterno della costruzione; costruzione;
Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco
LIVELLO
delle strutture per un periodo congruo con la per un periodo congruo con la gestione
3
gestione dell’emergenza; dell’emergenza;
Requisiti di resistenza al fuoco delle strutture Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire,
LIVELLO
per garantire, dopo la fine dell’incendio, un dopo la fine dell’incendio, un limitato
4
limitato danneggiamento delle strutture stesse; danneggiamento della costruzione;
PROVE – all. B
CALCOLI- all. C
TABELLE – all. D
MEZZI ED IMPIANTI DI
ESTINZIONE INCENDI
ESTINTORI
devono essere di tipo approvato dal M.I.
PER ATTIVITA’
SINO A 25 POSTI ALMENO 1
LETTO BASTANO PER PIANO
SOLO ESTINTORI
IMPIANTI
SISTEMI DI VIE
DI
DI ESODO E
PROTEZIO
SPAZI CALMI
NE ATTIVA
GESTIONE DELLA
SICUREZZA
PROVVEDIMENTI VERIFICHE
VIE DI ESODO DI SICUREZZA PERIODICHE
PRIVE DI DURANTE LAVORI
DI DEI SISTEMI DI
OSTACOLI
MANUTENZIONE SICUREZZA
IL PERSONALE DEVE
ESSERE IN GRADO
Primo intervento ed
Azioni da svolgere azionamento del sistema
di allarme
REGISTRO DEI CONTROLLI
PERIODICI
DEVE RIPORTARE TUTTI GLI INTERVENTI E
CONTROLLI:
IMPIANTI ELETTRICI
IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE
IMPIANTI DI SICUREZZA
PRESIDI ANTINCENDIO
CONTROLLO DELLE AREE A RISCHIO SPECIFICO
RIUNIONI DI ADDESTRAMENTO ED ESERCITAZIONI DI EVACUAZIONE
ISTRUZIONI DI SICUREZZA
All'ingresso della struttura ricettiva devono essere esposte precise
istruzioni relative al comportamento del personale e del pubblico
in caso di sinistro ed una planimetria dell'edificio per le squadre
di soccorso riportante la posizione:
- delle scale e delle vie di evacuazione;
- dei mezzi e degli impianti di estinzione disponibili;
- dei dispositivi di arresto degli impianti di distribuzione del gas e
dell'elettricità;
- del dispositivo di arresto del sistema di ventilazione;
- del quadro generale del sistema di rivelazione e di allarme;
- degli impianti e locali che presentano un rischio speciale;
- degli spazi calmi.
ISTRUZIONI DI SICUREZZA
Istruzioni da esporre a Istruzioni da esporre in
ciascun piano ciascuna camera
9.2 Estintori (13A - 89BC) almeno n. 1 ogni 200 mq. di pavimento con un
minimo di 2 estintori per piano.
10 Segnaletica di sicurezza conforme al d.lgs. 81/2008 per l’individuazione
dei percorsi di fuga e dei presidi antincendio.
12.1 Vie di esodo sgombre da qualsiasi materiale.
12.9 Scaffalature nei locali deposito distanti almeno 60 cm. dal soffitto.
REAZIONE AL FUOCO
e
D.M. 15 MARZO 2005
Requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione installati in attività
disciplinate da specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi in base al
sistema di classificazione europeo.
62
CLASSI DI REAZIONE AL FUOCO EUROPEE
EN 13501-1
A1 - A1FL - A1L - A CA -
PRODUZIONE
A2 PRODUZIONE A2FL PRODUZIONE A2L PRODUZIONE B1 CA FUMO
FUMO FUMO FUMO (S1,S2,S3)
B (S1,S2,S3)
BFL (S1,S2,S3)
BL (S1,S2,S3)
B2 CA GOCCIOLAMENTO
GOCCIOLAMENTO GOCCIOLAMENTO
EQUIVALENTI CLASSE 1
Bfl-s1 Bfl-s2
Bfl-s1 Bfl-s2
Cfl-s1 Cfl-s2
Cfl-s1 Cfl-s2
Dfl-s1 Dfl-s2
Dfl-s1 Dfl-s2
E fl
E fl
F fl F fl
66
Strutture Sanitarie fino a 25 posti letto; Strutture
ambulatoriali di superficie complessiva fino a 500 mq.
TITOLO IV – Allegato al D.M. 18 settembre 2002
STRUTTURE CHE EROGANO PRESTAZIONI DI ASSISTENZA
SPECIALISTICA IN REGIME AMBULATORIALE, SIA ESISTENTI
CHE DI NUOVA COSTRUZIONE;
STRUTTURE, FINO A 25 POSTI LETTO, CHE EROGANO
PRESTAZIONI A CICLO DIURNO IN REGIME DI RICOVERO
OSPEDALIERO E/O RESIDENZIALE, SIA ESISTENTI CHE DI
NUOVA COSTRUZIONE;
STRUTTURE ESISTENTI, FINO A 25 POSTI LETTO, CHE
EROGANO PRESTAZIONI IN REGIME RESIDENZIALE A CICLO
CONTINUATIVO
Tali tipologie di strutture possono essere ubicate in edifici
ad uso civile, serviti anche da scale ad uso promiscuo!!!.
CLASSIFICAZIONE DELLE AREE
TIPO A aree od impianti a rischio specifico – Allegato I al dpr 151/2011
(impianti produzione del calore, autorimesse, ecc.)
TIPO B aree a rischio specifico accessibili al solo personale dipendente
(laboratori di analisi e ricerca, depositi, lavanderie, ecc.) ubicate nel
volume degli edifici.
Definizioni:
a) Affollamento
b) Percorso protetto
c) Uscita di piano
d) Via di uscita
AFFOLLAMENTO
lungo le vie di
in prossimità di
esodo, in Distanza max di
aree a maggior
prossimità degli percorrenza < 30 m
pericolo
accessi
con un minimo di
almeno uno ogni uno per ciascun
due estintori per
100 m2 di impianto a
piano o per
pavimento rischio specifico
compartimento
IN PARTICOLARE
AFFOLLAMENTO (PRESENZE)
• UFFICI DI TIPO 1
• UFFICI DI TIPO 2
• UFFICI DI TIPO 3
UFFICI DI TIPO 1 (26-100 persone)
Possono essere ubicati in edifici ad uso
civile serviti da scale ad uso promiscuo.
OLTRE AI CRITERI DEL D.M. 10 marzo 1998
• gli elementi portanti e separanti devono avere caratteristiche di resistenza al fuoco
almeno R/REI/EI 30 per i piani fuori terra e almeno R/REI/EI 60 per i piani
interrati;
• b) i locali ubicati ai piani interrati devono disporre di almeno due vie di uscita
alternative adducenti verso luoghi sicuri dinamici;
• c) gli impianti devono essere realizzati in conformità alla regola dell’arte e alle
disposizioni di prevenzione incendi vigenti;
• d) le attività accessorie devono essere conformi alle disposizioni di cui al punto 8 del
Titolo II.
ATTIVITA’ ACCESSORIE
• Locali per riunioni, conferenze e trattenimenti;
• Locali per servizi logistici (cucine, consumazione
pasti e foresteria < 25 posti letto);
• Archivi e depositi;
• Autorimesse.
INOLTRE
OCCORRE GARANTIRE:
• ESTINTORI PER ATTIVITA A BASSO
RISCHIO DI INCENDIO (punto 5.2
dell’allegato V al D.M. 10.3.1998);
• SEGNALETICA DI SICUREZZA;
• ORGANIZZAZIONE E GESTIONE
DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO.
UFFICI DI TIPO 2 (101-300 persone)
PUNTO Titolo II DEL D.M. 22.02.2006
3 UBICAZIONE E ACCESSO ALL’AREA
4 SEPARAZIONI - COMUNICAZIONI
5.1 RESISTENZA AL FUOCO
5.2 REAZIONE AL FUOCO
5.3 COMPARTIMENTAZIONE (SUPERFICI 1° COLONNA)
6 MISURE PER L'EVACUAZIONE IN CASO DI EMERGENZA (IN
EDIFICI ESISTENTI - ALLEGATO III D.M. 10.03.1998)
7 AERAZIONE
8 ATTIVITÀ ACCESSORIE
9 SERVIZI TECNOLOGICI
10.1 ESTINTORI
10.2 RETE IDRICA ANTINCENDIO (livello 1 della norma UNI 10779)
11, 12, 13, 14 IMPIANTI DI RIVELAZIONE, SEGNALAZIONE E ALLARME,
GESTIONE DELLA SICUREZZA.
COMPARTIMENTAZIONE
Altezza antincendi Edifici isolati Destinazione mista
in mt.
< 12 …. mt. 6.000 4.000
Da 12 a 24 …. 4.000 3.000
da 24 a 54 …. 2.000 1.500
UNI 9795
• Inoltre dovrà essere previsto un impianto
ad altoparlanti udibile in tutti i locali.
SEGNALETICA DI SICUREZZA
( d.lgs. 9 aprile 2008 n° 81 – titolo V)
• SCOPO
• CAMPO DI APPLICAZIONE
• CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE
• SCELTA DELL’AREA
• COMPARTIMENTAZIONE
• SCALE
• ASCENSORI
• COMUNICAZIONI
• AREE A RISCHIO SPECIFICO
SCOPO
EDIFICI CON ALTEZZA ANTINCENDIO UGUALE O
SUPERIORE A 12 METRI
ALTEZZA ANTINCENDIO
ALTEZZA MASSIMA MISURATA DAL
LIVELLO INFERIORE DELL’APERTURA
PIU ALTA DELL’ULTIMO PIANO
ABITABILE E/O AGIBILE, ESCLUSE
QUELLE DEI VANI TECNICI, AL LIVELLO
DEL PIANO ESTERNO PIU BASSO
ACCESSIBILE .
CAMPO DI APPLICAZIONE
MODIFICHE SOSTANZIALI
•Rifacimento di oltre il 50% dei solai
•Rifacimento strutturale delle scale
•Aumento di altezza
CARATTERISTICHE
COSTRUTTIVE
CLASSIFICAZIONE SECONDO LA
TABELLA IN FUNZIONE
DELL’ALTEZZA ANTINCENDIO
Tipo di Altezza Max superficie max superficie di Tipo dei vani Caratterist.
edificio antincendio del competenza di ogni scala e di R/REI/EI
compartimento scala per piano almeno un
(mq) (mq) vano
ascensore
500 almeno 60
protetto
se non sono Accostamento
osservati autoscale
i requisiti di VV.F. almeno
ad ogni piano
550 almeno a 60
prova
di fumo
interno
600 a prova di 60
fumo
SCELTA DELL’AREA
• ACCESSO ALL’AREA • ACCOSTAMENTO
1. Larghezza: 3,50 mt. AUTOSCALE
2. Altezza libera. 4,00 mt. Per gli edifici di tipo “a” e “b”
3. Raggio di volta: 13,00 mt. deve essere assicurato
4. Pendenza: < 10% l’accostamento dell’autoscala
5. Resistenza al carico: come da tabella; in caso
contrario almeno:
• “a” tipo protette
• 20 t. ( 8 asse anteriore e 12
asse posteriore con passo • “b” a prova di fumo interne
4,00 mt. )
SCALE
• EDIFICI DI TIPO”a”, “b” e “c” larghezza > 1,05 mt.
• EDIFICI DI TIPO “d” ed “e” larghezza > 1,20 mt.
• Rampe rettilinee
• Non rettilinee a condizione che la pedata a 40 cm. dal
montante centrale sia > 30 cm.
• Aerazione in sommità non inferiore a 1,00 mq.; è
ammessa la presenza di dispositivi per la protezione dagli
agenti atmosferici (alette).
FINE PRIMO MODULO
GRAZIE!
ATTIVITA’ SOGGETTE AI CONTROLLI DI
PREVENZIONE INCENDI NON NORMATE DA
SPECIFICHE DISPOSIZIONI
CATEGORIE A - B - C
A- B C
SCIA SCIA SCIA
(Il Comando verificata la (Il Comando verificata la (Il Comando verificata la
completezza dell’istanza e completezza dell’istanza e completezza dell’istanza e
della documentazione della documentazione della documentazione
rilascia la ricevuta ) rilascia la ricevuta) rilascia la ricevuta)
ART. 4 – CONTROLLI DI
PREVENZIONE INCENDI
• Per le attività di cui all’Allegato I, categoria A e B, il
Comando, entro sessanta giorni dal ricevimento
dell’istanza di cui al comma 1, effettua controlli,
attraverso visite tecniche, volti ad accertare il rispetto
delle prescrizioni previste dalla normativa di
prevenzione degli incendi, nonché la sussistenza dei
requisiti di sicurezza antincendio.
• I controlli sono disposti anche con metodo a campione o
in base a programmi settoriali, per categorie di attività o
nelle situazioni di potenziale pericolo comunque
segnalate o rilevate.
• Il Comando, a richiesta dell’interessato, in caso di esito
positivo, rilascia copia del verbale della visita tecnica.
ART. 4 – CONTROLLI DI
PREVENZIONE INCENDI (Catg. C)
• Per le attività di cui all’Allegato I categoria
C, il Comando, entro sessanta giorni dal
ricevimento dell’istanza di cui al comma 1,
effettua controlli, attraverso visite tecniche,
volti ad accertare il rispetto delle prescrizioni
previste dalla normativa di prevenzione degli
incendi, nonché la sussistenza dei requisiti di
sicurezza antincendio.
ART. 4 – CONTROLLI DI
PREVENZIONE INCENDI (Catg. C)
• Entro quindici giorni dalla data di
effettuazione delle visite tecniche
effettuate sulle attività di cui al presente
comma, in caso di esito positivo, il
Comando rilascia il certificato di
prevenzione incendi.
DOCUMENTAZIONE RELATIVA
AD ATTIVITA' NON REGOLATE
DA SPECIFICHE DISPOSIZIONI
ANTINCENDIO;
DOCUMENTAZIONE RELATIVA AD
ATTIVITA' NON REGOLATE DA
SPECIFICHE DISPOSIZIONI ANTINCENDIO
RELAZIONE TECNICA
La relazione tecnica evidenzia l'osservanza dei
criteri generali di sicurezza antincendio, tramite
l'individuazione dei pericoli di incendio, la
valutazione dei rischi connessi e la descrizione
delle misure di prevenzione e protezione
antincendio da attuare per ridurre i rischi.
DOCUMENTAZIONE RELATIVA AD
ATTIVITA' NON REGOLATE DA
SPECIFICHE DISPOSIZIONI ANTINCENDIO
RELAZIONE TECNICA
• Individuazione dei pericoli di incendio;
• Descrizione delle condizioni ambientali;
• Valutazione qualitativa del rischio incendio;
• Compensazione del rischio incendio
(strategia antincendio);
• Gestione dell'emergenza.
DOCUMENTAZIONE RELATIVA AD
ATTIVITA' NON REGOLATE DA
SPECIFICHE DISPOSIZIONI ANTINCENDIO
ELABORATI GRAFICI
• Planimetria generale in scala (da 1:2000 a 1:200), a seconda delle dimensioni
dell'insediamento.
• l'ubicazione delle attivita';
• le condizioni di accessibilita' all'area e di viabilita' al contorno, gli accessi
pedonali e carrabili;
• le distanze di sicurezza esterne;
• le risorse idriche della zona (idranti esterni, corsi d'acqua, acquedotti e riserve
idriche);
• gli impianti tecnologici esterni (cabine elettriche, elettrodotti, rete gas, impianti di
distribuzione gas tecnici);
• l'ubicazione degli elementi e dei dispositivi caratteristici del funzionamento degli
impianti di protezione antincendio e degli organi di manovra in emergenza degli
impianti tecnologici;
• quanto altro ritenuto utile per una descrizione complessiva dell'attivita' ai fini
antincendio, del contesto territoriale in cui l'attivita' si inserisce ed ogni altro utile
riferimento per le squadre di soccorso in caso di intervento.
DOCUMENTAZIONE RELATIVA AD
ATTIVITA' NON REGOLATE DA
SPECIFICHE DISPOSIZIONI ANTINCENDIO
ELABORATI GRAFICI
• piante in scala da 1:50 a 1:200, a seconda della
dimensione dell'edificio o locale dell'attività.
• la destinazione d'uso ai fini antincendio di ogni locale con
indicazione delle sostanze pericolose presenti, dei macchinari
ed impianti esistenti e rilevanti ai fini antincendio;
• l'indicazione dei percorsi di esodo, con il verso di apertura
delle porte, i corridoi, i vani scala, gli ascensori, nonche' le
relative dimensioni ;
• le attrezzature mobili di estinzione e gli impianti di protezione
antincendio, se previsti;
• l'illuminazione di sicurezza.
ART. 4 – SEGNALAZIONE CERTIFICATA
DI INIZIO ATTIVITA’ (SCIA)
Alla segnalazione sono allegati:
• asseverazione, a firma di tecnico abilitato, attestante la conformita'
dell'attivita' ai requisiti di prevenzione incendi e di sicurezza antincendio,
alla quale sono allegati:
1) certificazioni e dichiarazioni, secondo quanto specificato nell'Allegato II al
D.M. 7/8/2012 , atte a comprovare che gli elementi costruttivi, i prodotti, i
materiali, le attrezzature, i dispositivi e gli impianti rilevanti ai fini della
sicurezza antincendi, sono stati realizzati, installati o posti in opera secondo
la regola dell'arte, in conformita' alla vigente normativa in materia di
sicurezza antincendio;
2) per le attivita' soggette di categoria A, relazione tecnica ed elaborati grafici, a
firma di tecnico abilitato, conformi a quanto specificato nell'Allegato I,
lettera B, del D.M. 7/8/2012 (Attività regolate da specifiche regole tecniche).
• attestato del versamento effettuato a favore della Tesoreria provinciale
dello Stato, ai sensi dell'articolo 23 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n.
139.
ALLEGATO II
Le certificazioni e le dichiarazioni devono
essere atte a comprovare che gli elementi
costruttivi, i prodotti, i materiali, le
attrezzature, i dispositivi, gli impianti ed i
componenti d'impianto, rilevanti ai fini della
sicurezza in caso d'incendio, sono stati
realizzati, installati o posti in opera secondo la
regola dell'arte, in conformita' alla vigente
normativa in materia di sicurezza antincendio.
ALLEGATO II
La documentazione, ove non già definita da
specifiche normative (p.e. D.M. 22.01.2008, n. 37) ,
deve essere redatta utilizzando gli appositi modelli
definiti dalla Direzione Centrale della Prevenzione
e Sicurezza Tecnica del Dipartimento dei Vigili del
Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile,
pubblicati nel sito istituzionale
http://www.vigilfuoco.it
UN UTILE RIFERIMENTO PER LE ATTIVITA'
NON REGOLATE DA SPECIFICHE
DISPOSIZIONI ANTINCENDIO
(*)
NUOVO D.M. 10.MARZO 1998
Soggetti formatori esperienza di almeno 90 Per i docenti della parte teorica è richiesto
ore come docente in materia antincendio o almeno il possesso di un diploma di scuola
frequenza con esito positivo di un corso di media superiore ad indirizzo tecnico.
almeno 90 ore erogato dal C.N.VV.F.
Definizioni;
Obiettivi della valutazione dei rischi di incendio
Criteri per procedere alla valutazione dei rischi di incendio
DEFINIZIONI
• PERICOLO DI INCENDIO
(Proprietà di un materiale o attrezzatura, oppure di pratiche di lavoro, avente il
potenziale di causare un incendio.)
• RISCHIO DI INCENDIO
(Probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di accadimento di un incendio
e che si verifichino conseguenze sulle persone presenti.)
Malfunzionamento di parti
meccaniche rotanti quali cuscinetti,
motori; Urti; Rottura violenta di
materiali metallici; ecc.
Esempio di accensione per autocombustione
o riscaldamento spontaneo
I. Vie di esodo
II. Mezzi ed impianti di spegnimento
III. Rivelazione ed allarme incendio
IV. Informazione e formazione
VIE DI ESODO
• Riduzione dei percorsi di esodo.
• Protezione delle vie di esodo.
• Incremento delle vie di esodo ed uscite (U.S.).
• Potenziamento dell’illuminazione di emergenza.
• Misure specifiche per persone disabili (luoghi sicuri)
• Incremento degli addetti all’emergenza.
• Limitazione dell’affollamento.
• Installazione di sistemi di evacuazione fumo e calore.
• Creazione di sentiero luminoso a pavimento e/o parete
(circa 60 cm. dal pavimento).
MEZZI ED IMPIANTI DI SPEGNIMENTO
Oltre ai sistemi più ricorrenti (estintori, rete idranti e/o naspi)
• AFFOLLAMENTO
• LUOGO SICURO – LUOGO SICURO STATICO E
DINAMICO
• PERCORSO PROTETTO
• USCITA DI PIANO
• VIA DI USCITA
• SPAZIO DI RIFUGIO - SPAZIO CALMO
• CORRIDOIO CIECO
• RESISTENZA AL FUOCO
• REAZIONE AL FUOCO
AFFOLLAMENTO
OBIETTIVO
L'obiettivo delle misure per la rivelazione degli incendi e
l'allarme è di assicurare che le persone presenti nel luogo
di lavoro siano avvisate di un principio di incendio prima
che esso minacci la loro incolumità.
L'allarme deve dare avvio alla procedura per l'evacuazione
dei luoghi di lavoro nonché l'attivazione delle procedure
d'intervento.
MISURE PER I LUOGHI DI LAVORO DI
PICCOLE DIMENSIONI
CALORE
RAFFREDDAMENTO
ESTINTORI D’INCENDIO
La normativa tecnica attuale
suddivide gli estintori in:
• L’estintore portatile è un
estintore concepito per essere
portato e utilizzato a
mano e che, pronto all'uso, ha una
massa minore o uguale a 20 kg.
• L’estintore carrellato è un
estintore trasportato su ruote, di
massa totale maggiore
di 20 kg e contenuto di estinguente
fino a 150 kg.
ESTINTORI PORTATILI
• Estintore idrico
• Estintore a schiuma
• Estintore a polvere
• Estintore ad anidride carbonica (CO)2
• Estintore ad idrocarburi alogenati (Halon)
NUMERO ESTINTORI PORTATILI
TIPO DI SUPERFICIE (MQ.) PROTETTA DA UN ESTINTORE
ESTINTORE IN FUNZIONE DEL LIVELLO DI RISCHIO
BASSO MEDIO ELEVATO
13A 89B 100 - -
21A 113B 150 100 -
34A 144B 200 150 100
55A 233B 250 200 200
Per quanto attiene gli estintori carrellati, che sono integrativi di
quelli portatili, la scelta dei loro tipo e numero deve essere fatta
in funzione della classe dì incendio, del livello di rischio e del
personale addetto al loro uso.
IMPIANTI FISSI DI SPEGNIMENTO
MANUALI ED AUTOMATICI
In relazione alla valutazione dei rischi, ed in
particolare quando esistono particolari rischi di
incendio che non possono essere rimossi o ridotti,
in aggiunta agli estintori occorre prevedere
impianti dì spegnimento fissi, manuali od
automatici. In ogni caso, occorre prevedere
l'installazione di estintori portatili per consentire al
personale di estinguere i principi di incendio.
TIPOLOGIE DI IDRANTI ANTINCENDIO
I dispositivi di erogazione di una rete di idranti sono costituiti da più parti:
•idranti a muro,
•idranti a colonna o di soprasuolo
• idranti sottosuolo.
Con riferimento agli attacchi filettati di tipo unificato possiamo distinguere tra i
diametri
•DN 45
•DN 70
•DN 100.
Una attrezzatura particolare, assimilabile agli idranti, è poi costituta dal naspo.
Idrante a muro
• è costituito da un semplice rubinetto di tipo
unificato (DN 45 o DN 70), ed è normalmente
ubicato in una cassetta standard, contenente
anche una tubazione flessibile (manichetta
antincendio) munita di raccordi, ed una lancia
(corredo).
DEVE !!!!
formare e informare il lavoratore sui
principi di base della prevenzione incendi
e sulle azioni da attuare in caso di
incendio
Il DATORE DI LAVORO
deve provvedere affinchè tutti i lavoratori
ricevano un adeguata formazione su:
• Rischi di incendio all’interno dell’attività lavorativa e in base alle
mansioni svolte.
• Misure di prevenzione e protezione.
• Ubicazioni delle vie di uscita.
• Procedure da adottare in caso di incendio (azioni, allarme,
evacuazione allertamento 115).
• L’informazione deve essere fornita al lavoratore all’atto
dell’assunzione.
• L’informazione deve essere fornita in maniera tale che il personale
apprenda facilmente.
•ecc
Il DATORE DI LAVORO
inoltre deve provvedere a designare gli
ADDETTI AL SERVIZIO ANTINCENDIO
GRAZIE PER
L’ATTENZIONE