Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Il software di sistema, o di base, gestisce le risorse hardware del computer. La parte più importante è
il sistema operativo che gestisce processore, memorie, orologio, collegamenti in rete, dispositivo
d'ingresso e di uscita dei dati. Il sistema operativo permette di ignorare le caratteristiche tecniche
dell'hardware, si inserisce tra macchina e utente rendendo il computer una macchina standard.
Il software applicativo è l'insieme dei programmi che aiutano l'uomo a risolvere una vasta tipologia di
problemi.
In quattro categorie.
I supercomputer sono i più potenti, i più veloci e i più costosi. Sono utilizzati principalmente nelle
università e nei centri di ricerca.
I mainframe hanno processori potenti e grande quantità di memoria RAM. Sono particolarmente
utilizzati in multiutenza, ossia da più persone contemporaneamente, ciascuna delle quali utilizza un
terminale collegato al mainframe. Sono molto costosi, pertanto sono utilizzati da grosse società
commerciali, banche, ministeri, aeroporti.
I minicomputer sono elaboratori un po' più piccoli ma in grado di gestire grandi quantità di dati in
multiutenza. Il loro costo è dell'ordine di decene di milioni e sono usati da società di medie
dimensioni.
I personal computer sono quelli usati per lavoro d'ufficio o in ambito domestico da un solo utente per
colta. Una ulteriore distinzione può essere fatta tra computer da tavolo (desktop computer) e portatili
(notebook o palmtop)
L’unità centrale, la memoria centrale, la memoria di massa, le unità periferiche di ingresso e di uscita.
L’unità centrale di elaborazione, detta CPU, (central processing unit) è il ‘cervello’ del computer, in
quanto è responsabile dell’esecuzione dei programmi e del controllo di tutto ciò che avviene
all’interno dell’elaboratore.
La memoria centrale è formata da tre tipi di memorie: la RAM (random access memory) costituisce
il ‘banco di lavoro’ del computer, la ROM (read only memory) è una memoria di sola lettura, la
memoria cache caratterizzata da una elevata velocità è frapposta tra la CPU e la memoria centrale e
aumenta le prestazioni del computer. Le memorie di massa servono per immagazzinare dati e
programmi e si dividono in hard disk (dischi rigidi o fissi), floppy disk (dischi flessibili e rimovibili),
CD ROM (compact disk read only memory, dischi ottici a sola lettura), CD WROM (write once read
many, sui quali è possibile registrare sequenzialmente ma non è possibile alcuna operazione di
modifica o cancellazione) CD WMRA (write many read always, dischi ottici riscrivibili), DVD
(digital versatile disk) di grande capacità di memoria sono utilizzati per le applicazioni multimediali.
Tra le unità periferiche di input, o di ingresso, abbiamo la tastiera, il mouse, la track-ball (un
mouse rovesciato), il touch pad (un dispositivo sensibile al tatto) lo scanner (una specie di
fotocopiatrice che permette di leggere le immagini e le scritte stampate su di un foglio e di
trasformarle in documenti utilizzabili dal computer, la penna ottica utile per leggere i codici a barre,
la tavoletta grafica, lo schermo tattile, i microfoni e i sistemi di riconoscimento della voce.
Tra le unità periferiche di output, o di uscita, abbiamo il monitor, la stampante, il plotter, un
dispositivo grafico di elevata precisione.
4.0 Hardware
Questa sezione tratta della struttura fisica di un computer e degli elementi che lo caratterizzano, dalla
unità centrale, ai dispositivi ingresso e di uscita.
L'Unità Centrale di Elaborazione (in inglese Central Processing Unit, abbreviato CPU) è il microchip
presente nel computer capace di elaborare i dati in ingresso e fornire una risposta in uscita. Essa si
identifica, nei personal computer, col microprocessore. In generale un microprocessore può essere
presente in molti dispositivi elettronici moderni. La CPU è un microprocessore con compiti
particolari. Esso è il cuore del Computer.
0 e 1 vengono chiamati bit (che sta per binary digit, cioè cifra binaria). La più piccola unità di
memoria può conservare o 0 o 1, cioè un bit.
Per dispositivo di input si intende uno strumento per inserire nel computer i dati che saranno elaborati
dalla CPU.
I dispositivi di input sono, oggi, i più disparati e rispondono a diverse esigenze di comunicazione con
la macchina. I dispositivi più comuni e sempre presenti in un personal computer sono:
Tutti i dispositivi elencati costituiscono una interfaccia fra l'uomo e la macchina per facilitare la
comunicazione. I dati inseriti vengono sempre tradotti in numeri binari, che è l'unico linguaggio
compreso dalla CPU.
Per dispositivo di output si intende uno strumento atto a comunicare all'esterno il risultato della
elaborazione dei dati da parte della CPU.
Anche i dispositivi di output, come quelli di input, possono essere i più disparati e rispondono a
diverse esigenze di comunicazione fra macchina e utente. I dispositivi di output più comuni e sempre
presenti in un personal computer sono:
● Monitor, mediante il quale i dati in uscita dalla unità centrale vengono visualizzati su uno
schermo.
● Stampante, mediante la quale i dati vengono stampati su carta. Dispositivi di uscita sono anche
le memorie di massa su cui vengono salvati e conservati nel tempo i dati elaborati.
● Altri dispositivi di output sono di tipo multimediale, ad esempio:
● Altoparlanti per la riproduzione dei suoni
● Scheda d'uscita per videoregistratore o proiettore
● Modem, il quale è un dispositivo di ingresso-uscita per accedere alla linea telefonica
Questa sezione tratta dei dispositivi di memoria. La memoria serve al computer per immagazzinare
dati definitivi o provvisori. Se non vi fossero questi dispositivi la CPU non potrebbe lavorare in
quanto tutti i risultati delle elaborazioni andrebbero perduti.
Le memorie di massa si differenziano per il tipo di tecnologia adottata per memorizzare i dati:
tecnologia magnetica, tecnologia ottica e tecnologia magneto-ottica.
• Disco rigido. (Hard disk). E' presente ormai su tutti i computer, interno
alla macchina e inaccessibile. Esso contiene al suo interno diversi dischi rigidi metallici e
magnetici, per cui può contenere una quantità enorme di dati (oggi normale è l'Hard Disk da
10 Gbyte (cioè 10 miliardi di Byte). Anche l'hard disk va formattato come i dischetti, prima
di ricevere i programmi, le applicazioni e i dati.
● Nastri magnetici. Essi servono per conservare grandi quantità di dati o per fare il backup del
sistema (cioè copia di tutto il contenuto dell'hard disk) per prevenire perdite di dati per
malfunzionamento della macchina, sempre in agguato.
Il computer lavora con dati binari, cioè con informazione che può essere solo presenza o assenza di
corrente, ovvero vero o falso oppure 0 e 1. Il vero o falso o 0 e 1 vengono chiamati bit (che sta per
binary digit, cioè cifra binaria). La più piccola unità di informazione è il bit, per cui il bit è anche
l'unità di misura della memoria. Una cella di memoria può contenere 0 o 1; più cella formano un
numero binario.
Quali sono le unità di misura delle memorie?
Un gruppo di bit formano una parola, che è già una informazione complessa. Il computer è
organizzato con parole minime di 8 bit. Tale parola viene chiamata byte. L'unità di misura delle
memorie del computer, comprese le memorie di massa, è il byte con i multipli KiloByte (Kb=1000
byte), MegaByte (Mb=1.000.000 di byte) e GigaByte (Gb=1.000.000.000 di byte)
Le memorie di massa sono memorie lente. La CPU lavora, invece, a velocità altissime, per cui ha
bisogno di memorie molto veloci per conservare temporaneamente i dati da elaborare. Queste
memorie costituiscono la memoria centrale del computer e ne determinano, insieme alla CPU, la
potenza di elaborazione.
● RAM. (Random Access Memory ovvero Memoria ad accesso casuale). E' la memoria in cui
risiede il programma e i dati in fase di elaborazione. E' costruita con la stessa tecnologia del
processore. Per i computer più recenti la quantità di RAM può essere di 128 Mbyte, ma può
arrivare anche ai gigabyte.
● ROM. (Read Only Memory ovvero Memoria a sola lettura). Contiene dati necessari
all'avviamento della macchina, immessi dal costruttore
Si è già detto delle unità di misura della memoria. 8 bit formano un byte, detto anche parola. Il byte è
alla base della struttura della memoria e ne costituisce, come già detto, l'unità di misura. Nel codice
binario, con 8 bit, si possono rappresentare 256 combinazioni, ovvero 256 numeri (da 0 a 255). Ad
esempio 00000000 rappresenta lo zero, mentre 01000100 rappresenta il numero 132. Le informazioni
vengono trattate utilizzando il byte, nel senso che se si vuol rappresentare un numero superiore a 255
vengono utilizzati due byte o più.
Per rappresentare tutti i simboli alfanumerici è sufficiente un byte. Per esempio, nel codice ASCII, al
numero decimale 32 corrisponde lo spazio fra parole, al numero 48 la cifra 0 etc.
I primi processori costruiti, come il mitico 8088, avevano registri a 8 bit, cioè di 1 byte. Essi per fare
operazioni con numeri grandi dovevano utilizzare molti cicli, salvando e riutilizzando dati intermedi
provvisori. Ciò comportava una certa lentezza. Oggi i moderni processori utilizzano registri a 32 o 64
bit, cioè a 4 o 8 byte. Essi possono contenere numeri molto più grandi di 255 e quindi in un solo ciclo
il processore può fare operazioni più complesse. Per questo motivo, oltre che per l'aumento della
velocità del clock (arrivato dai 4,7MHz dell'8088 a 1GHz degli ultimi
A questa domanda si risponde: quello che risponde meglio alle nostre esigenze. Ma che significa? Un
computer può essere più o meno "potente" è più o meno "veloce". Per renderlo potente occorre
montare i dispositivi adatti, per renderlo veloce occorre scegliere processori e schede madri adeguate.
Da quanto si è detto risulta che le prestazioni di un computer dipendono, oltre che dagli accessori
montati (schede video, schede grafiche etc.), da diversi fattori, che ne determinano la velocità di
funzionamento:
● Tipo di CPU. Un processore a 8 bit è intrinsecamente più lento di uno a 32 bit perché
occorrono meno cicli di clock per configurare una operazione logica o matematica.
● Velocità di Clock. Il clock è la cadenza interna del computer che configura una operazione
elementare. Un processore a 4,76 MHz esegue solo, si fa per dire, 4.760.000 operazioni al
secondo, mentre uno a 800MHz ne esegue 800.000.000. Il secondo è circa 168 volte più veloce
del primo; in altri termini se il primo impiega circa tre minuti per fare una operazione il
secondo impiega solo 1 secondo.
● Memoria cache. La memoria cache è una memoria velocissima perché è integrata nella CPU e
quindi ad essa il processore accede con estrema velocità. I dati transitori possono essere
conservati nella cache oppure nelle altre memorie che sono sempre meno veloci. Quanta
maggiore è la memoria cache di un computer tanto migliori sono le sue prestazioni. 256kb o
512kb di memoria cache sono comuni nei moderni computer.
● RAM. Nella RAM risiedono le istruzioni dei programmi, i dati che servono per lavorare, i dati
transitori. La RAM è una memoria veloce; se la CPU non trova RAM disponibile per
depositare i dati, li deposita sulla memoria di massa, meno veloce. E' chiaro che maggiore è la
quantità di RAM, maggiori saranno le prestazioni del computer, almeno fino ad esaurimento
della richiesta di memoria, nel senso che, se la richiesta di memoria da parte della CPU non
supera mai i 128Mb, anche se sul computer sono presenti 256Mb, il di più non verrà sfruttato.
● Hard Disk. La memoria di massa è lenta di per sé, ma esistono Hard Disk di velocità diverse.
Se la CPU fa molto ricorso all'Hard Disk è chiaro che quelli ad accesso più veloce daranno
migliori prestazioni. La capacità dell'Hard Disk è meno importante: essa determina solo quante
informazioni possiamo memorizzare permanentemente. Hard Disk di 15Gb sono divenuti
comuni.
Lezione 2
Lezione 2
Concetti di base della Tecnologia dell'Informazione e della
Comunicazione - Software
1.0 Software
1.0 Software
Questa sezione tratta del software. Il software è l'insieme dei programmi che permettono al computer
di lavorare. I programmi forniscono alla CPU i comandi in base ai quali elaborare le informazioni.
Senza il software il computer sarebbe una bellissima statua tecnologica senza anima e senza vita.
Un software è sempre un programma scritto in un linguaggio adatto ad essere compreso dalla CPU e
contiene istruzioni che vengono eseguite dal processore.Il software si suddivide in:
● s/w di sistema (o di base) che gestisce le risorse h/w del computer e il loro utilizzo. Di esso
fanno parte i programmi di boot forniti dai produttori di computer e che servono ad avviare la
macchina e il Sistema Operativo che gestisce applicazioni e periferiche del computer.
● s/w applicativo (applicazioni), che risolve molti problemi di diversissima natura, come
scrivere, comunicare, disegnare, fare musica.
All'avvio della macchina, il s/w di sistema prepara l'h/w a fornire in uscita sulle periferiche di output il
necessario rapporto uomo macchina. Il s/w applicativo fornisce alla macchina, tramite il s/w di
sistema, le istruzioni per la elaborazione dei dati di input e la presentazione dei risultati in uscita.
Il Sistema Operativo è un s/w di sistema che si inserisce fra l'h/w della macchina e il s/w applicativo e
permette all'utente di far svolgere al computer compiti particolari senza preoccuparsi della struttura
dell'h/w. In altri termini il sistema operativo (s.o.) si fa carico di comprendere le istruzioni delle
applicazioni e comandare al processore e alle periferiche quel che devono fare. Esso è l'interfaccia che
permette la comunicazione fra uomo e macchina.
Ogni sistema operativo ha una sua interfaccia, cioè un modo per comunicare con l'utente in modo da
impartire al computer i comandi per farlo funzionare.
Nell'ormai vecchio sistema operativo MS- D.O.S. l'interfaccia è a caratteri, cioè su uno schermo nero
occorre digitare i comandi (ad esempio il comando di formattazione di un dischetto o di lettura del
contenuto di un file etc.), in modo sintatticamente corretto altrimenti si ha un errore. Questa
interfaccia è ormai superata.
Quando Apple inventò il mouse si diffuse il sistema operativo a interfaccia grafica (GUI Graphical
User Interface), in cui i comandi vengono impartiti mediante pressione di un pulsante che agisce su un
cursore che si muove sullo schermo sul quale sono presenti icone grafiche. Windows è un sistema a
interfaccia grafica.
Windows è un sistema operativo che è riuscito ad imporsi nel corso degli anni fino a diventare uno
standard in tutto il mondo. Né IBM né altri sono riusciti a contrastare il diffondersi di questo sistema
che ha ormai soppiantato il DOS con tutti i suoi limiti. Tentativi di rompere il suo monopolio vi sono
stati. Non ultimo Linux diffuso gratuitamente. Ma Windows si è tanto radicato presso gli utenti
mondiali che sarà difficile e lungo sostituirlo.
Il DOS è un sistema operativo a caratteri con interfaccia testuale in cui i comandi vengono impartiti
scrivendoli con la tastiera,
Tutti i suoi problemi derivano dalla difficoltà di ricordare e scrivere correttamente i comandi. Inoltre
l'interazione con l'utente è molto spartana, nonostante i tentativi di renderla più gradevole con l'uso del
mouse. In figura si vede l'ambiente DOS in una finestra Windows.
WINDOWS è un sistema operativo con interfaccia grafica in cui i comandi vengono impartiti col
mouse.
Le icone presenti nelle finestre rappresentano i comandi o le azioni che vengono attivate con un
semplice click del mouse. In questo caso non occorre (e non esistono più) digitare comandi, si
digitano solo dati da inserire su richiesta.
A parte la questione estetica, il sistema a interfaccia grafica è molto semplice da usare e intuitiva,
tanto che ha fortemente contribuito alla diffusione del computer a tutti i livelli.
● Le icone sono immagini simboliche che rappresentano un oggetto. Esse sono "calde", nel senso
che cliccandoci sopra col mouse viene avviata un'azione dipendente dall'oggetto rappresentato.
● Gli oggetti sono programmi, cioè file esecutori di applicazioni (p.e. Word), archivi (o file),
cioè contenitori di dati o informazioni di qualunque genere, cartelle, cioè contenitori di file e di
altri oggetti, risorse fisiche come l'unità floppy A:, l'unità C:, l'unità CD-ROM D:, le stampanti
etc.
● I pulsanti, come il pulsante di avvio, non rappresenta un oggetto, ma è "caldo", nel senso che
se viene cliccato col mouse, avvia un'azione
Una Applicazione non è altro che un programma finalizzato a gestire in forma elettronica un campo
dell'attività umana. Per fare un esempio gestire le paghe dei dipendenti di un'azienda. Mentre prima
questa attività veniva svolta manualmente da un ragioniere usando carta e penna, oggi esistono molte
applicazioni per computer capaci di svolgere questo lavoro con maggiore velocità e precisione.
In genere le applicazioni dei computer moderni sono tantissime e per ogni esigenza. Naturalmente
ogni azienda o individuo ha necessità diverse e probabilmente adopererà applicazioni particolari.
Possiamo tentare di classificare le applicazioni presenti sul mercato in tre gruppi (ma potrebbero
essere molti di più):
● Applicazioni per uso aziendale, in cui comprendiamo tutte le applicazioni scritte per usi
particolari d'azienda, per esempio Gestione magazzini, fatturazioni e paghe, processi particolari
d'industria etc.
● Applicazioni di Office Automation, in cui comprendiamo le applicazioni tendenti a snellire e
facilitare il lavoro d'ufficio nella produzione e pubblicazione di documenti, cataloghi etc., per
esempio i wordprocessor, i database, le presentazioni, i fogli elettronici etc.
● Applicazioni multimediali.
L'introduzione del computer nel mondo del lavoro e dello studio ha provocato cambiamenti radicali
nel modo di lavorare e di porsi nella società. Scopo di questa sezione è comprendere come è cambiato
e come cambierà la nostra società basata sulla informazione e come affrontare correttamente il lavoro
con una macchina complessa come il computer.
No. Tutti i lavori comportano rischi dal momento che si ripetono tutti i giorni
situazioni e comportamenti che possono portare col tempo a malattie o a
malformazioni. Occorre perciò essere ben consapevoli dei rischi che si corrono
e dei fattori e accorgimenti che possono essere utili a prevenirli. In particolare
non è bene sottovalutare il lavoro al computer, tant'è che esiste una legge a
tutela dei lavoratori in questo campo
E' lo studio dei modi con cui l'uomo interagisce con le macchine e con
l'ambiente e delle soluzioni atte a tutelarne la salute e ad aumentarne
l'efficienza. Gli studi ergonomici forniscono ai progettisti gli elementi necessari
per realizzare macchine rispondenti alle specifiche previste dalle leggi e adatte
ad aumentare l'efficienza dell'utente, tutelandone nello stesso tempo la salute
Nel lavoro davanti al computer, quali possono essere gli elementi da prendere in considerazione
per uno studio ergonomico?
Il D. Lgs. 626/94, relativo ai rischi derivanti dal lavoro ai videoterminali, prevede che il lavoratore che
svolga un lavoro continuativo su videoterminali ha diritto ad una pausa di quindici minuti ogni due
ore di lavoro e che debba sottoporsi a controlli specialistici periodici, con frequenza almeno biennale.
Un computer non servirebbe a niente senza le applicazioni che permettono di ottenere i risultati voluti.
Inoltre la sicurezza e l'uso dei dati, in un sistema elettronico, ha creato una situazione nuova nel
campo delle leggi che regolamentano la tutela della Privacy e i diritti d'autore. In questa sezione
vengono presi in considerazione gli accorgimenti per la sicurezza dei dati, i diritti d'autore e gli aspetti
giuridici per l'uso dei dati.
Distinguiamo:
● Fare continui salvataggi del lavoro. Appena aperto un documento salvare subito il lavoro. Ogni
cinque minuti salvare le modifiche apportate; ciò non è una perdita di tempo in quanto è
operazione rapidissima cliccare sull'icona del dischetto sulla barra degli strumenti. In caso di
malfunzionamenti si ha sempre la possibilità di riprendere al punto dell'interruzione.
● Fare copie di backup. Il backup è una operazione con la quale si fa copia di tutto il contenuto
del disco fisso o più semplicemente di cartelle importanti, su supporti esterni (CD-ROM,
dischetti, nastri, dischetti zip), in genere di grande capacità di memoria. Questa operazione
richiede un pò di tempo per cui occorre programmarla tutte le volte che il contenuto da salvare
ha subito sostanziali modifiche.
I dati possono andar perduti anche per negligenza. Quando i dischetti diventano molti è facile che si
crei confusione e che non si sappia più dove sono andati a finire i dati salvati. In particolare è
fondamentale:
● Etichettare chiaramente i supporti usati per il backup. Non è sufficiente apporre note appuntate
di cui col tempo si dimentica il significato.
● Custodire il materiale di backup in luogo sicuro lontano dai computer e sotto chiave. I supporti
magnetici (dischetti, nastri, dischetti zip etc.) vanno custoditi in zone prive di campi magnetici
(calamite, cavi elettrici ad alta tensione, trasmettitori di alta potenza etc.) i quali possono
provocare danni irreparabili.
Le applicazioni che vengono usate sono state acquistate e quindi sono un patrimonio dell'azienda. Il
lavoratore ha il dovere di custodirle e renderle disponibili in qualunque momento si verificano, per
svariati motivi, malfunzionamenti del software, per cui occorre reinstallarle. A questo scopo:
● Fare sempre una copia dei CD-ROM o dei dischetti originali e usare le copie solo secondo le
autorizzazioni di licenza .
● Custodire in luogo sicuro lontano dai computer gli originali delle applicazioni
Fare copia dei manuali d'uso e custodire gli originali in luogo sicuro.
Quanto queste protezioni siano efficaci ed eludibili è difficile dire. I sistemi di protezione aziendali
sono sufficientemente sicuri, ma esistono molte persone (Hackers) capaci di penetrare protezioni
anche molto sofisticate. Una enorme quantità di banche dati esistono anche in Internet, dove la
protezione dei dati è molto critica. Una delle preoccupazioni più importanti oggi nel campo della IT,
da parte di banche, ministeri e grandi gestori di dati, è proprio la sicurezza, dal momento che i sistemi
adottati finora si sono rivelati vulnerabili. "War games" è soltanto un film, ma, purtroppo, molto
verosimile.
Perchè un virus possa penetrare nel computer è necessario che esso venga a contatto col supporto che
contiene il virus (cioè il programma virus). In questo modo il programma virus si autoinstalla sulla
macchina e provoca (o a tempo o immediatamente) i danni per cui è stato creato. Un computer può
venire a contatto con un virus attraverso:
● Un dischetto floppy.
● Un CD-ROM
● La rete interna
● La rete Internet
Naturalmente il programma virus non compare mai nelle cartelle contenute nel dischetto, per cui non
possiamo individuarlo con una lettura del supporto. Un virus può essere eliminato solo da un supporto
riscrivibile, come dischetti floppy e hard disk, ma non da un CD-ROM, che non è riscrivibile.
Naturalmente, se si è individuata la presenza di un virus su un supporto la soluzione migliore è
eliminare il supporto.
E' il diritto d'autore. Chiunque abbia creato un prodotto originale ha il diritto di proteggerlo da
sfruttamenti economici e plagi. In tutti i paesi del mondo esistono leggi a protezione dei diritti
d'autore. In particolare nel campo della IT è nata una nuova categoria di autori, gli autori di software
per il computer. Per quanto riguarda la normativa generale sul copyright si rimanda al Codice Civile,
che regolamenta diritti e doveri.
E' presente oggi sul mercato una gran varietà di software, per ogni uso e per ogni esigenza. Dai
programmi per la videoscrittura, ai programmi per la navigazione in internet, da quelli per il disegno a
quelli per fare musica, dai videogiochi all'astronomia ai programmi di simulazione etc.. In funzione
del copyright possiamo distinguere tre tipi di software:
● Software con licenza d'uso. Molte case producono software che danno in licenza d'uso a
pagamento a chi ne faccia richiesta. In genere un software non viene venduto all'acquirente ma
viene dato in licenza d'uso; ciò vuol dire che l'utente può solo usarlo nelle condizioni
specificate nel contratto. Ogni uso improprio che si faccia è punibile a termini di legge.
● Software shareware. E' un software che viene dato in prova gratuita per un determinato periodo
di tempo, scaduto il quale, l'utente deve versare una certa somma, in genere piccola, all'autore
per continuare ad usarlo. Non ha importanza se il software, scaduto il periodo di prova,
continua a funzionare o meno; in ogni caso la somma convenuta è dovuta.
● Software freeware. Molti autori producono software per soddisfazione personale e lo
concedono in libero uso a chi vuole usarlo. In questo caso niente è dovuto all'autore, ma ciò
non vuol dire che il software può essere sfruttato direttamente a scopo di lucro.
La licenza d'uso del software concede alcuni diritti, che sono specificati nel contratto d'acquisto. In
generale:
● Non si devono fare copie per amici o per uso personale al di fuori delle macchine autorizzate
all'uso
● Non si può sfruttare, neanche in parte, il software per creare altro software
● Non si possono dare a terzi routines o file del software se non espressamente previsto dal
contratto
In ogni caso è il codice civile e la normativa esistente in merito ai diritti d'autore che regolano i
rapporti fra diritti e doveri nel contratto fra le parti.
2.2.3 Privacy
Ogni individuo ha il diritto alla riservatezza e può pretendere che i propri dati personali non vengano
diffusi se non per gli usi espressamente previsti dalla legge. Nel mondo del computer, e soprattutto ma
non solo di Internet, si è sviluppata negli ultimi anni vertiginosamente e caoticamente la diffusione di
dati sui quali e con i quali sopravvivono oggi molte attività lavorative rivolte all'individuo, dalla
vendita in rete, alla comunicazione alla pubblicità. Si è reso necessario, perciò, in tutto il mondo un
intervento da parte del diritto, tendente a regolare giuridicamente ogni aspetto dei settori
dell'informatica, in particolare quelli legati alla produzione, gestione, diffusione ed utilizzazione
dell'informazione, attraverso l'uso della I.T.
E' la legge 675 del 1996, varata in attuazione di una direttiva comunitaria, allo scopo di tutelare la
riservatezza dei dati personali sia nel lavoro che nella vita privata. Ciò ha determinato grandi
cambiamenti nei rapporti fra persone e aziende che utilizzano i dati e fra singoli in quanto ha
fermamente ribadito il diritto alla riservatezza e l'uso dei dati al fine di valorizzare l'individuo e non a
screditarlo.
Lezione 3
Uso del computer e gestione dei files
2.0 Il desktop
Ogni volta che si accende il computer il sistema operativo viene avviato ovvero, in termini tecnici, viene caricato
e inizializzato: questa fase viene denominata fase di boot. (Fase di boot deriva dall'espressione "to pull oneself up
by one's bootstraps", che significa qualcosa come - mettersi in piedi da soli, con le proprie forze e senza aiuto
esterno. Infatti, nella fase di boot il sistema operativo "sveglia" uno dopo l'altro i componenti del PC fino a che
tutto il sistema non è pronto per reagire agli stimoli dell'utente.)
In Windows dopo la fase di boot viene visualizzata la schermata principale con il menu Start, eventualmente
Quando viene avviato per la prima volta, Windows visualizza infatti una finestra in cui occorre specificare il
proprio nome e - eventualmente - la password che si desidera utilizzare.
Se non si desidera che qualcuno lavori con il PC durante la propria assenza occorre inserire una password,
altrimenti basta premere il tasto INVIO.
Dopo che la password è stata specificata, Windows è avviato e presenta la schermata principale, il desktop, cioè il
piano della scrivania. E' il posto su cui si dispongono gli oggetti con cui si lavora, cioè documenti, cartelle,
programmi.
Lavorando con il PC, lo schermo di Windows diventerà presto ingombro di cartelle e documenti, ma all'inizio si
vedrà soltanto la barra delle applicazioni, nella parte inferiore dello schermo, con a sinistra il pulsante Start, e
alcune icone sul desktop: di solito Risorse del Computer, Risorse di Rete, il Cestino e l'icona che rappresenta il
browser, il programma per la navigazione in Internet.
Password
La password è una parola segreta che viene immessa per proteggere l'accesso a determinati documenti,
applicazioni o ambienti e che viene usata come una chiave: chi non la conosce rimane chiuso fuori. Mentre si
digitano le lettere o i numeri della password nella casella corrispondente il sistema visualizza soltanto una
sequenza di asterischi, per impedire che la password venga letta.
Per far sì che Windows richieda la password all'accensione del computer bisogna aprire il menù Start, selezionare
la voce Impostazioni/Pannello di controllo, fare doppio clic sull'icona Password e impostare la parola segreta
seguendo le indicazioni di Windows.
Il computer va spento correttamente, chiudendo prima tutte le applicazioni aperte e poi dal menu Start/Chiudi
sessione e Arresta il sistema dalla finestra di dialogo che appare.
Cliccando su OK il sistema viene chiuso. Attendere fino alla comparsa del messaggio "Ora è possibile spegnere il
computer" .
Quando il sistema operativo e le altre applicazioni lavorano, creano sul disco rigido molti file temporanei di
supporto e modificano le impostazioni di sistema. Inoltre le nuove impostazioni delle applicazioni e di Windows
vengono salvate alla chiusura. Per evitare il sovraffollamento di file inutili e, probabilmente, malfunzionamenti
del computer, occorre seguire la procedura di chiusura.
Se il computer viene spento accidentalmente o per malfunzionamenti, al riavvio viene effettuato SCANDISK, una
utility di sistema che controlla il disco rigido, l'allocazione dei file e se ci sono inconvenienti. L'operazione di
scandisk può essere interrotta, ma è consigliabile far terminare la procedura. Al contrario è bene eseguire
SCANDISK, insieme ad altre utility che descriveremo in seguito, periodicamente, per una buona manutenzione
della macchina.
Invece di selezionare dalla finestra di dialogo di chiusura del sistema la voce "Arresta il sistema", si può scegliere
"Riavvia il sistema". In questo modo la macchina non viene spenta ma viene eseguito di nuovo il boot e poi
ricaricato il sistema operativo.
Durante la fase di riavvio del computer possono essere eseguite alcune operazioni, che servono, ad un esperto, a
configurare la macchina.
Premendo, prima che si avvii il sistema operativo, il tasto DEL o CANC o il tasto funzione F2, si possono
modificare le impostazioni di base, la data, le impostazioni dell'hard disk, etc: premendo invece il tasto funzione
F8, Windows viene avviato secondo una serie di scelte che permettono di eseguire un controllo passo passo dei
vari driver caricati e delle operazioni effettuate durante il caricamento del S.O.
Dando uno sguardo allo schermo del monitor dopo il caricamento del sistema operativo, si nota subito che esso è
pieno di molti elementi, di cui occorre conoscere il comportamento per poter operare adeguatamente. Essi sono:
Oggetti, Icone, Pulsanti, Barre e Finestre.
Le icone sono piccoli disegni che simboleggiano documenti, file, programmi, applicazioni, risorse fisiche come
stampanti, dischi fissi, CD-ROM, dischetti floppy. Tutti questi elementi sono oggetti. Sotto il disegno c'è sempre
una scritta esplicativa che riporta il nome del file o del programma, o dell'oggetto.
Le icone servono a distinguere i documenti e i programmi tra loro: ogni programma o applicazione ha una sua
icona caratteristica, e tutti i documenti elaborati con quell'applicazione vengono identificati dalla stessa icona.
Per cominciare a lavorare con Windows è necessario prendere confidenza con icone e finestre. Le icone possono
essere selezionate, trascinate e aperte, in modo che diventino finestre.
Se si punta con il mouse un'icona, per esempio l'icona Risorse del computer, che raffigura il PC, e si fa clic un
sola volta, col pulsante sinistro, questa cambierà colore e apparirà evidenziata, cioè selezionata. Cliccando
invece due volte sull'icona, apparirà la finestra contenente, appunto, le Risorse del computer.
Quando l'icona è selezionata si può fare clic con il mouse sul nome dell'icona, e si vedrà che compare un cursore
intermittente. A questo punto si può cancellare il nome dato da Windows e scriverne un altro:
Risorse del computer, per esempio, può diventare "Il mio PC".
Se invece non si vuole cambiare il nome dell'icona, ma si preferisce sapere quali operazioni permette di fare, è
possibile attivare il menu di scelta rapida, facendo clic sull'icona con il pulsante destro del mouse.
Se, dopo aver selezionato l'icona, si tiene premuto il pulsante sinistro del mouse e si sposta il puntatore, l'icona
verrà "trascinata" sul desktop, seguendo la posizione del puntatore.
Di solito ci si riferisce al trascinamento con i termini "drag & drop" cioè "trascina e rilascia".
Alcune aree dello schermo, però, possono rivelarsi proibite: se si trascina l'icona di Risorse del computer sul
Cestino, per esempio, Windows visualizza un segnale di divieto. Il metodo del trascinamento permette di
selezionare con il mouse anche più icone contemporaneamente. Partendo da un punto in cui non ci siano icone,
bisogna cominciare a trascinare il mouse creando un riquadro sullo schermo: tutte le icone comprese nel riquadro
risulteranno selezionate.
Puntando un'icona dopo qualche attimo compare un fumetto esplicativo sulle funzioni
dell'oggetto rappresentato
Nonostante oggi i floppy disk vengano venduti già formattati, è necessario conoscere questa operazione per una
buona manutenzione dei dischetti e del disco fisso.
Per formattare il dischetto fare doppio click su Risorse del Computer e quindi click col destro su Floppy da 3,5
pollici. Dal menu a discesa selezionare Formatta.
Si apre una finestra di dialogo in cui si può scegliere fra una formattazione veloce, che consiste in una
cancellazione di tutti i file di un dischetto già usato, o completa, necessaria se il dischetto non era mai stato
formattato una prima volta. E' possibile inoltre copiare sul dischetto i file di sistema. Questa operazione era
necessaria una volta, col s.o. MS-DOS, per rendere autopartenti i dischetti; con Windows non è più necessaria-
Per assistere l'utente in caso di necessità Windows è stato dotato di una Guida in linea, che può essere aperta in
ogni momento per rivedere le caratteristiche principali del sistema operativo e cercare soluzioni ai propri
problemi.
Visualizzare la Guida in linea è semplice: basta fare clic sulla voce Guida in linea del menu Start. In questo modo
si apre la finestra Guida di Windows, che è suddivisa in due parti o frame. La parte sinistra permette di
visualizzare le schede Sommario, Indice e Trova, che forniscono gli strumenti per cercare le informazioni. Nella
parte destra vengono mostrate le informazioni trovate.
La guida di Windows può essere consultata in tre modi: scorrendo il Sommario, andando a guardare nell'Indice
analitico e usando la funzione Trova.
Nel Sommario della Guida gli argomenti sono raggruppati per capitoli principali, rappresentati da un'icona a
forma di libro chiuso. Facendo clic sull'icona si visualizzano i sottocapitoli (rappresentati da altre icone di libro) o
gli argomenti (contrassegnati da un punto interrogativo). Se si fa clic sul punto interrogativo le spiegazioni degli
argomenti appaiono nella parte sinistra della finestra.
La scheda Indice fornisce un Indice analitico degli argomenti presenti nella Guida. Lo si può consultare scorrendo
l'elenco degli argomenti oppure scrivendo una parola nella casella che si trova sopra l'Indice: la Guida cercherà
tutte le voci che iniziano con la parola specificata.
Attraverso la scheda Trova, infine, è possibile effettuare una ricerca libera per parole chiave, cioè parole che
possono apparire in qualsiasi punto del testo, anche se per loro non esiste una voce specifica dell'indice.
Le spiegazioni fornite dalla Guida appaiono in una finestra che, con il mouse, si può dimensionare a piacere sullo
schermo, in modo da tenerla aperta mentre si lavora con file e documenti. Nella finestra si trovano anche i pulsanti
che permettono di passare agli argomenti precedenti o successivi o stampare le spiegazioni visualizzate.
Spesso può essere utile tenere una copia dell'argomento trovato dopo una lunga ricerca. In questo caso bisogna:
● fare clic con il tasto destro del mouse all'interno dell'argomento che si desidera copiare e scegliere
Seleziona tutto;
● fare di nuovo clic con il pulsante destro all'interno dell'argomento e scegliere Copia.
Windows copia l'argomento visualizzato negli Appunti, da dove può essere incollato in qualsiasi documento. Si
possono copiare anche parti limitate dell'argomento selezionandole con il mouse.
In alternativa si può fare clic sull'oggetto con il pulsante destro del mouse e scegliere Guida rapida dal menu che
viene visualizzato.
2.0 il Desktop
Come sì è detto già altrove, sul desktop di Windows appaiono alcuni elementi (icone,
oggetti e barre), che sono la via grafica attraverso cui il s.o. comunica con l'utente. Le
icone rappresentano gli oggetti contenuti nel computer, sui quali è possibile fare alcune
operazioni col mouse per avviare azioni proprie dell'oggetto. I pulsanti sono invece
interruttori che avviano azioni determinate dal programma in cui lavorano. Ad esempio
l'icona Risorse del computer rappresenta un oggetto (in questo caso una cartella o
finestra) nel quale sono contenuti altri oggetti, mentre il pulsante Start (o Avvio) è un
pulsante che può essere premuto con un click del mouse attivando un'azione, che in
questo caso è l'apertura di un menu di scelta. Il tipo di azione determinata dal mouse
dipende dal tipo di oggetto rappresentato.
Si è già detto nella sezione precedente delle azioni del mouse (click, doppio click, trascinamento con tasto sinistro
o destro).
Provare, per esercizio, a selezionare, spostare, rinominare, aprire la cartella Risorse del computer. Provare tutte le
azioni possibili col mouse e registrarne gli effetti.
E' la cartella più importante, sempre presente su tutti i computer. Essa contiene le risorse
della macchina sia in termini di memorie di massa (floppy disk, hard disk, CD-ROM) sia
in termini di applicazioni che permettono di impostare o gestire periferiche (stampanti,
collegamenti alla linea telefonica etc.).
Una volta aperta con un doppio click del mouse (oppure selezionandola con un click e poi premendo il tasto
INVIO), essa mostra il suo contenuto:
Innanzitutto le icone rappresentanti le tre risorse memorie di massa: CD-ROM, Floppy Disk e Hard Disk. Anche
queste, pur avendo un'icona diversa da quella delle cartelle, sono cartelle che contengono altre cartelle o file, cioè
oggetti quali applicazioni, documenti o dati. Così come abbiamo aperto la cartella Risorse del computer, possono
essere aperte le altre cartelle. Osservare che le memorie di massa hanno un nome fisso (A:, C:, D:) ereditato dal
DOS che indica il Driver relativo, cioè il meccanismo fisico entro cui viene inserito il dischetto o il CD-ROM. Il
disco fisso C: ha anche un nome, che viene dato al momento della sua formattazione e che può essere cambiato
dall'utente facendo click col destro del mouse sull'icona e scegliendo Proprietà dal menu di scelta rapida. Nel
campo Etichetta può essere immesso il nome che si vuole. Quando viene inserito nel driver A: il dischetto oppure
nel driver D: il CD-ROM, oltre alle indicazioni A: e D: nell'etichetta dell'icona compare anche il nome del
dischetto e del CD-ROM. Il nome del dischetto può essere cambiato come per il disco fisso, mentre il nome del
CD-ROM evidentemente no, essendo esso un dispositivo di sola lettura. Si può cambiare, invece, l'etichetta di un
CD-RW, poiché esso è un dispositivo a lettura/scrittura, sempre che sia collegato al computer il masterizzatore
riscrivibile.
Il Cestino
Un'altra icona sempre presente sul computer (provate a eliminarla!) è il cestino, dove vanno a finire le cartelle, i
documenti e i file che non ci servono più. E' sufficiente trascinare un file o una cartella sul cestino per eliminarla.
In realtà, così facendo, non viene cancellata definitivamente; si può ancora recuperarla aprendo il cestino con un
doppio click del mouse e trascinando la cartella o il file nella cartella dove vogliamo custodirlo, oppure facendo
click col destro e scegliendo Ripristina dal menu di scelta rapida ( il file o la cartella saranno rimessi al loro posto
originario). Attenzione, se il cestino viene svuotato (click col destro e poi Svuota Cestino dal menu) i file e le
cartelle contenute saranno definitivamente perdute.
Un altro modo per eliminare un file o una cartella è selezionarlo con un click del mouse e premendo poi il tasto
CANC, essa viene posta nel cestino da cui può essere recuperata. Se si vuole eliminarli definitivamente senza
passare per il cestino si deve tenere premuto insieme SCHIFT + CANC.
Le altre icone.
Le altre icone presenti sul desktop rappresentano cartelle, file o collegamenti a file o cartelle. Le cartelle, in
genere, hanno un'icona che ricorda la cartella di un classificatore, mentre i file hanno icone che riportano alla
applicazione che li ha prodotti, quindi indicano il tipo di file. Talvolta il s.o. non riconosce il file e quindi gli
assegna un'icona generica. E' possibile collegare un tipo di file ad una applicazione in modo che tutti quei file
siano aperti con quell'applicazione facendo doppio click sulla loro icona. Questa procedura sarà esaminata in altro
luogo.
Alcune icone contengono una freccia rivolta verso l'alto. Essa indica che si tratta di un collegamento ad una
cartella o a un file. Talvolta è utile avere sott'occhio a portata di mouse un file che usiamo spesso; allora è utile
fare un collegamento ad esso, cioè avere un riferimento sul desktop, senza trasferire il file, il quale rimane nella
cartella originale. Cancellando un riferimento, non si elimina il file, ma solo il riferimento ad esso. In altre parole
il collegamento contiene solo le informazioni necessarie per trovare il file nel disco fisso.
Per creare un collegamento ad un file o ad una cartella si può agire in due modi:
1. Trascinare col destro l'icona nel punto desiderato. Rilasciare: si apre un menu di scelta rapida da cui si
sceglie Crea Collegamento.
2. Fare click col destro del mouse e scegliere dal menu di scelta rapida Crea collegamento. Il
collegamento viene creato nella stessa cartella. Se dal menu di scelta rapida si sceglie Invia a e poi Desktop(Crea
collegamento), esso viene creato sul desktop.
Oltre a poter essere aperte, spostate e ridimensionate, le finestre di Windows possono essere visualizzate a
schermo intero, ripristinate, ridotte a icona e, finalmente, chiuse.
Sebbene le finestre siano state inventate per dare all'utente più di un punto di vista sulle diverse attività eseguite
dal computer, una finestra può essere ingrandita fino a occupare tutto lo schermo nascondendo il piano della
scrivania: basta puntare il mouse sul pulsante di ingrandimento e fare clic.
Quando la finestra occupa tutto lo schermo si finirà probabilmente per rimpiangere la possibilità di vedere lo
sfondo del desktop e si vorrà riportare la finestra alle sue dimensioni originarie: in questo caso basta fare clic sul
pulsante di ripristino.
Se invece la finestra comincia a dare fastidio e si preferisce contemplare lo sfondo del desktop o cercare l'icona di
un documento appena salvato, è possibile togliere una finestra dal desktop riducendola a icona: basta puntare il
mouse sul pulsante di riduzione a icona e fare clic. In tal modo la finestra non viene chiusa, ma solo nascosta, e
rimane sempre disponibile. La sua icona diventa un pulsante sulla barra delle applicazioni: per ingrandirla di
nuovo è sufficiente fare clic. Tutte le finestre, aperte o ridotte a icona, infatti, sono rappresentate da pulsanti che
compaiono sulla barra delle applicazioni, e il pulsante che corrisponde alla finestra aperta appare premuto.
Per chiudere una finestra, infine, basta fare clic sul pulsante di chiusura, oppure premere la combinazione di tasti
ALT+F4.
Quando il contenuto di una finestra è troppo grande per essere visualizzato all'interno dell'area di lavoro, è
possibile farlo scorrere. Si può trattare di un elenco di file e cartelle, di un'immagine o di una pagina di testo
troppo lunga e che bisogna "scrollare", per usare un'espressione tratta dall'inglese "to scroll" (far scorrere,
srotolare). Per far scorrere il contenuto di una finestra bisogna fare clic sulle frecce di scorrimento e tenere
premuto il pulsante sinistro del mouse finché la porzione che interessa non è visualizzata.
Ci sono altri modi per far scorrere le finestre. Si può trascinare la casella di scorrimento oppure fare clic
direttamente sulla barra di scorrimento: lo scorrimento è più veloce.
È possibile avere più risorse aperte sul desktop, cioè svolgere più attività contemporaneamente, grazie a una
funzionalità del sistema operativo che si chiama multitasking.
A ogni finestra aperta corrisponde un pulsante sulla barra delle applicazioni che mostra il nome della finestra, lo
stesso riportato sulla barra del titolo. Per attivare una finestra è sufficiente fare clic sul pulsante corrispondente: in
questo modo passare da una finestra all'altra (e quindi da un programma all'altro), è facile come cambiare canale,
soprattutto se le finestre sono a tutto schermo.
È possibile passare da un'applicazione all'altra anche con la tastiera. Bisogna premere il tasto TAB tenendo
premuto il tasto ALT: Windows visualizza una finestra con le icone delle applicazioni attive, all'interno delle
quali è evidenziata l'icona dell'applicazione in primo piano. Premendo più volte il tasto TAB e mantenendo
premuto il tasto ALT, è possibile scegliere la finestra da visualizzare in primo piano.
La configurazione standard della barra dei menu di una finestra tipo di Windows presenta i menu File, Modifica,
Visualizza, Vai, Preferiti, Guida in linea. Il contenuto di ciascuno di questi menu dipende dall'oggetto che è
stato selezionato all'interno della finestra.
Per attivare un menu basta fare clic sulla barra del menu in corrispondenza della voce che interessa. Se non si
desidera selezionare nessuna voce di un menu attivato basta fare clic in una zona libera della finestra.
Quando il menu è attivato si possono far scorrere le voci con il mouse: la voce selezionata viene evidenziata da un
colore diverso. Sulla barra di stato compare una descrizione delle funzioni attivate dalla voce di menu. Per rendere
attiva la funzione corrispondente a una voce di menu bisogna selezionarla con il puntatore del mouse e fare clic.
Le voci di menu visualizzate con un colore a basso contrasto (di solito grigio) indicano che la funzione
corrispondente non è disponibile.
I menu di una finestra possono anche essere aperti premendo il tasto ALT e, di seguito, la lettera che appare
sottolineata nel nome del menu (se si preme ALT e F, per esempio, si visualizza direttamente il menu File. Per
attivare un comando presente in un menu si possono usare i tasti freccia verticali, in modo da selezionare il
comando, e poi premere il tasto INVIO, oppure si può premere direttamente il tasto della lettera sottolineata nel
nome del comando.
Se invece si preme il tasto ALT o il tasto F10 e, subito dopo, la Barra spaziatrice, si visualizza il menu di controllo
della finestra.
La barra delle applicazioni è una riga di icone e pulsanti che si trova di solito nella parte inferiore del desktop.
Oltre al pulsante del menu Start, contiene un pulsante per ogni finestra aperta nel desktop e offre quindi il
vantaggio di spostarsi con facilità tra i vari documenti e programmi in esecuzione contemporaneamente: per
passare da una finestra all'altra basta fare clic sul pulsante relativo. La barra delle applicazioni, inoltre, nasconde
molte funzioni utili. L'area dei messaggi, dove si trova l'orologio, permette a Windows di comunicare con l'utente
attraverso diversi indicatori: l'icona della stampante, per esempio, avvisa che un processo di stampa è in corso,
mentre facendo clic sull'icona del diffusore si può regolare il volume della musica suonata dal PC.
La barra delle applicazioni può essere posizionata su qualsiasi lato dello schermo con una semplice operazione di
trascinamento: basta fare clic su un'area libera della barra e portare il puntatore del mouse sul lato dello schermo
in cui si desidera spostarla. Il bordo superiore della barra può essere trascinato verso il centro dello schermo, in
modo da ingrandirla, o, viceversa, può essere spostato verso la parte esterna dello schermo, così da ridurre la barra
a una sottile linea grigia sul margine del monitor
Per visualizzare la data corrente basta puntare il mouse sull'indicazione dell'ora e lasciare il puntatore fermo per
pochi istanti: la data rimane visualizzata per alcuni secondi e poi scompare da sola. Se si fa doppio clic sull'ora,
invece, Windows apre la finestra di dialogo che permette di modificare le impostazioni del calendario e
dell'orologio.
Se si fa clic con il pulsante destro del mouse su una zona libera della barra e si seleziona la voce Proprietà nel
menu di scelta rapida, si accede alla finestra di dialogo che permette di personalizzare le impostazioni della barra
(in alternativa si può aprire il menu Start, selezionare Impostazioni e fare clic su Barra delle applicazioni e
menu Avvio.
Per scegliere le impostazioni preferite è sufficiente mettere un segno di spunta nelle caselle di opzione.
L'opzione predefinita che propone Windows mostra la barra sempre in primo piano rispetto alle altre finestre
aperte, con l'orologio visibile nell'area dei messaggi.
È possibile togliere l'orologio, oppure fare in modo che la barra stia nascosta sotto il bordo dello schermo e salti
fuori sol-tanto quando il puntatore del mouse si aggira da quelle parti mettendo un segno di spunta nella casella
Nascondi automaticamente.
Nota: Le proprietà sono impostazioni che determinano il funzionamento degli elementi di Windows. Quasi tutti
gli elementi di Windows hanno proprietà che possono essere modi-ficate utilizzando la finestra di dialogo
Proprietà associata a ogni elemento. Per aprire questa finestra bisogna fare clic con il pulsante destro del mouse
sull'elemento e selezionare la voce Proprietà dal menu di scelta rapida.
Orientarsi nel caos delle finestre: Se il desktop è ricoperto da una ventina di finestre e non si trova più un'icona
libera da selezionare, si può utilizzare il comando Riduci a icona tutte le finestre nel menu di scelta rapida che si
apre premendo il pulsante destro del mouse sulla barra delle applicazioni; in questo modo si può ripulire lo
schermo con un solo clic. Le altre voci presenti nel menu permettono di affiancare le finestre aperte in senso
orizzontale o verticale (Affianca orizzontalmente e Affianca verticalmente) oppure impilarle come tegole su un
tetto (Sovrapponi).
Il menu Start
Quando si fa clic sul pulsante Start (O Avvio), se si utilizza Windows 95), situato all'estremità sinistra della barra
delle applicazioni, viene visualizzato il menu Start.
I comandi del menu Start permettono di eseguire le applicazioni che sono installate sul PC, sia per compiere
funzioni specifiche, come scrivere una lettera o disegnare un'immagine, sia per svolgere attività di carattere più
generale, come mettere ordine nei propri documenti o cambiare l'aspetto della scrivania.
Il menu Start è composto da un elenco di voci che a loro volta possono essere costituite da una serie di
ramificazioni o sottomenu.
Per scorrere il menu basta passare con il mouse sulle voci e attivare i menu secondari. Per chiuderlo è sufficiente
fare clic sul desktop. Si può usare anche la tastiera, utilizzando la combinazione di tasti CTRL+ESC per aprire il
menu e i tasti freccia per "sfogliarlo".
• Programmi Visualizza l'elenco delle applicazioni che sono disponibili sul PC e permette di selezionare il
programma che si desidera eseguire. La scelta di questo menu rappresenta in genere il primo metodo utilizzato per
eseguire un programma. Per i programmi d'uso più frequente, però, è utile creare dei collegamenti direttamente
sul desktop, in modo tale da averli più facilmente a portata di mano.
• Preferiti Permette di aprire il menu Preferiti, nel quale l'utente può inserire i file, le cartelle, le pagine Web e
i programmi utilizzati più spesso, in modo da riuscire a ritrovarli ed aprirli più rapidamente. E' un menu che, per
definizione, deve essere personalizzato dall'utente. Crearsi un menu Preferiti a misura delle proprie esigenze è
facile: basta intervenire sulla cartella C:\Windows\Preferiti e aggiungere, spostare o rimuovere documenti
utilizzando gli stessi metodi che consentono di modificare le altre cartelle del computer.
• Dati recenti Visualizza l'elenco degli ultimi file che sono stati aperti. Anche questa opzione ha lo scopo di
facilitare il recupero degli ultimi documenti su cui si è lavorato. Basta selezionare uno di questi file per avviare
l'applicazione utilizzata per crearlo e aprire il documento.
• Impostazioni. Contiene i comandi utilizzabili per controllare il funzionamento del sistema operativo, del
desktop e delle stampanti. L'opzione Pannello di controllo aiuta a installare il software e a modificare le
impostazioni di Windows (data e ora, schermo, periferiche multimediali, modem, mouse, tastiera, ecc.). Con il
comando Stampanti è possibile visionare lo stato delle stampanti collegate e dei processi di stampa in corso. Il
comando Barra delle applicazioni apre la finestra di dialogo che consente di personalizzare la barra delle
applicazioni e il menu Start. Selezionando la voce Opzioni cartella è possibile personalizzare il desktop e le
finestre delle cartelle.
• Trova Permette di cercare file o cartelle quando se ne dimentica il nome o la posizione in cui sono stati
memorizzati.
• Guida in linea Attiva la guida in linea di Windows, lo strumento predisposto per assistere l'utente in caso di
necessità. È una sorta di vademecum che può essere aperto e sfogliato in ogni momento per rivedere le
caratteristiche principali del sistema operativo e cercare la soluzione ai problemi incontrati.
• Esegui Visualizza una finestra di dialogo che permette di aprire un programma, una cartella, un documento o
una risorsa Internet.
• Disconnetti Se il computer è collegato a una rete locale, questo comando consente di chiudere il sistema e
riavviarlo per un altro utente. Si può utilizzare per disconnettersi rapidamente dalla rete e riconnettersi utilizzando
un nome utente differente (per esempio, quando servono un nome utente e una password speciale per utilizzare
particolari risorse di rete), per chiudere la propria sessione di lavoro in modo da consentire l'accesso a un altro
utente, oppure semplicemente per disconnettersi dalla rete e continuare a lavorare sul computer non più collegato.
• Chiudi sessione Visualizza la finestra di dialogo "Fine della sessione di lavoro", che permette di spegnere o
riavviare il sistema. Se si spegne il PC prima di aver chiuso correttamente il sistema, infatti, si rischia di perdere
dati importanti o danneggiare file in uso. Windows ha predisposto una procedura di chiusura che permette di
controllare i programmi e i file aperti e "fare le pulizie domestiche" mettendo tutto in ordine prima che il
computer venga spento. Nella finestra di dialogo sono presenti una serie di opzioni: Stand by è il comando che
permette di concedere al computer "una siesta" e portarlo in modalità di sospensione, in modo da ridurre al
minimo il consumo energetico, quando non lo si utilizza per qual-che tempo, per esempio durante la pausa pranzo
o mentre si è impegnati in altre attività. Arresta il sistema è la voce da scegliere quando si desidera terminare la
sessione di lavoro. Se ci sono ancora finestre di documenti o di applicazioni aperte Windows se ne accorge e lo
segnala, chiedendo se si vuole salvare. Riavvia il sistema permette a Windows di chiudersi e ripartire senza
spegnere il computer. E una soluzione che si adotta quando i programmi si bloccano e il PC si comporta in modo
strano. Riavvia il sistema in modalità MS-DOS è l'opzione con cui è possibile attivare il prompt dei comandi del
sistema MS-DOS.
Per modificare il menu Start o i suoi sottomenu come Programmi e Accessori si può aprire la finestra
Proprietà/Barra delle applicazioni e selezionare la scheda Applicazioni del menu Start, che contiene tutte le
istru-zioni necessarie per aggiungere o togliere delle opzioni dai menu.
I programmi all'interno del menu Start possono essere facilmente risistemati con il trascinamento, in modo
da avere quelli più usati nelle posizioni superiori e quindi non dover cercare ogni volta scorrendo il menu con il
mouse. Farlo è semplice: dopo aver aperto il menu, basta trascinare l'icona del programma nella nuova posizione
in cui si vuole inserirlo. È possibile spostare anche più programmi contemporaneamente, trascinandoli tutti
insieme.
Tutte le operazioni che si eseguono con il computer comportano l'utilizzo di cartelle e documenti, gli "oggetti" di
cui si serve il sistema operativo per organizzare le informazioni.
Con il termine cartelle si indicano le directory, cioè i raccoglitori in cui sono ordinati i file del computer. È un
termine diventato comune con l'avvento dei sistemi a interfaccia utente grafica, quali Windows e Macintosh, in
cui le directory (e le sottodirectory) sono raffigurate con l'icona di una cartella o di una piccola ventiquattrore.
Negli ambienti DOS e UNIX, invece, le cartelle si chiamano ancora directory.
Di solito si paragona il disco rigido del computer a un grande schedario: le cartelle che si trovano sul disco rigido
rappresentano i cassetti dello schedario e contengono a loro volta altre cartelle (sottocartelle) oppure semplici
documenti. Come i cassetti di uno schedario, anche ogni cartella è individuata da un nome preciso.
Nella realtà una cartella è un luogo del disco del PC, o di un dischetto, in cui vengono memorizzati i file. Le
cartelle permettono di identificare delle aree di lavoro in cui archiviare i programmi da eseguire e i documenti
creati o da consultare.
Se la cartella è chiusa si può vedere soltanto la sua icona e il nome assegnato. Quando si apre la cartella, Windows
visualizza una finestra che mostra l'elenco dei documenti o delle altre cartelle che si trovano al suo interno. Sapere
gestire le cartelle è molto importante per un uso efficiente del computer. Windows mette a disposizione due
strumenti che permettono di organizzare i propri documenti: Risorse del computer e Esplora Risorse.
Risorse del computer offre una rappresentazione grafica di ciò che si trova dentro il PC. Le cartelle nella finestra
Risorse del computer sono disposte su vari livelli, poiché ogni cartella può contenere altre cartelle. Quando si fa
doppio clic sull'icona Risorse del computer appare il primo livello, che comprende le unità disco del PC (il disco
rigido, l'unità floppy e quella CD-ROM) e altre cartelle.
Per sapere che cosa contiene un'unità disco o una cartella bisogna fare doppio clic sulla sua icona: apparirà
un'insieme di file o di altre car-telle. Le icone differiscono nell'aspetto in base al tipo di file che rappre-sentano o
ai programmi utilizzati per crearle.
Esplora Risorse è la nuova edizione del programma Gestione Risorse (introdotto da Windows 95) che permette
di gestire cartelle e docu-menti. Per visualizzarlo bisogna fare clic sul pulsante Start, aprire il menu Programmi e
selezionare la voce Esplora risorse.
La finestra di Esplora risorse è suddivisa in due parti. Nel pannello di sinistra ci sono le cartelle; se si fa clic su
una cartella il suo contenuto appare nel pannello di destra. vantaggio del sistema a cartella consiste nel fatto che
permette un'organizzazione gerarchica e strutturata delle informazioni, dove ogni cartella può racchiudere il
numero di sottocartelle e di documenti desiderato ma può essere contenuta in una sola cartella. Questo permette di
descrivere il sistema a cartelle come una specie di albero, chiamato anche albero delle cartelle o gerarchia delle
cartelle.
I sistemi operativi DOS, Windows, OS/2, Macintosh e UNIX hanno tutti un sistema di memorizzazione di cartelle
o directory) e documenti organizzato in una struttura gerarchica o ad albero. La struttura ad albero delle cartelle si
vede bene nel pannello di sinistra della finestra di Esplora Risorse. Nella parte superiore dell'albero si trova il
desktop. Al livello inferiore ci sono le cartelle Risorse del computer, Internet, Risorse di rete, Cestino e tutte le
cartelle e i documenti che sono stati salvati sul desktop. A lato delle cartelle che contengono altre cartelle c'è il
segno "+": facendo clic su questo segno si può ampliare la "ramificazione" dell'albero e entrare nei livelli sempre
più profondi, fino ad arrivare a icone che non hanno segno o contengono il segno "-": significa che si è arrivati
all'ultimo livello. Per tornare indietro, basta fare clic sul segno "-" in modo da chiudere le cartelle aperte in
precedenza.
Per evitare confusione e disordine è importante cercare di organizzare il proprio materiale in modo ordinato.
Come in uno schedario reale, è inutile creare tante cartelle dai nomi poco significativi. Invece, conviene
raggrupparli, metterli in una cartella con nome facilmente ricordabile, e tenere il più sgombra possibile la
scrivania.
Il primo passo per organizzare il proprio materiale consiste nel creare nuove cartelle in cui riporre i documenti. Si
possono creare nuove cartelle direttamente sul desktop, dentro la finestra di Esplora risorse o, nel caso di
sottocartelle, nella finestra di una cartella qualsiasi (a eccezione di Risorse del computer) in cui si desidera
inserirle.
Sul desktop basta fare clic con il pulsante destro del mouse e selezionare l'opzione Nuovo, quindi specificare che
si desidera creare una cartella.
All'interno di Esplora risorse, o nella finestra di una cartella, si deve aprire il menu File, scegliere il comando
Nuovo e fare clic su Cartella.
In entrambi i casi si vedrà apparire l'icona di una cartella con il nome "Nuova cartella" evidenziato. A questo
punto bisogna digitare sopra la scritta il nome che si intende dare alla cartella e fare clic con il mouse: la nuova
cartella è pronta per essere utilizzata.
Le cartelle, come i file e gli altri oggetti di Windows, hanno le loro proprietà che possono essere visualizzate ed
esaminate. Le proprietà di un oggetto chiaramente dipendono dal tipo di oggetto. Per esempio le proprietà di una
stampante saranno diverse dalle proprietà di un file documento di Word.
Per accedere alle proprietà di una cartella, fare click col destro del mouse su di essa e scegliere Proprietà dal menu
di scelta rapida:
Nella prima scheda, "Generale", sono contenute tutte le informazioni, come nome, tipo, percorso, dimensione e
contenuto, nome DOS (ricordarsi che il DOS sopporta nomi brevi di 8 lettere e tre lettere di estensione, per cui i
nomi lunghi di Windows vengono troncati e terminano col segno di Tilde, ad indicare che il nome è stato
accorciato.).
Il percorso è l'indirizzo (o path) in cui si trova la cartella. Windows ha conservato la denominazione DOS del
percorso di un file o cartella. Esso viene indicato separando le varie sottocartelle o sottodirectory, con uno slash
inverso, partendo dalla ramificazione più alta. Ad esempio C:\windows\desktop\File001.doc significa che il file di
nome File001.doc si trova nella cartella Desktop, che si trova nella cartella Windows, la quale si trova nel disco
C:.
Gli attributi delle cartelle possono essere modificati selezionando o deselezionando le tre caselle di selezione
• Selezionando con un click del mouse Sola lettura, la cartella e il suo contenuto, sono consultabili per
sola lettura e ne è impedita la modifica.
• Selezionando Archivio, verrà creata una copia di backup tutte le volte che la cartella subirà una
modifica.
• Selezionando Nascosto, la cartella non apparirà nella directory di appartenenza, se nella Opzione
cartella/Visualizza della finestra di appartenenza non è stato scelto Visualizza Tutti i File.
Nel caso il computer sia configurato come server Web, vi è una seconda scheda, nella quale si può scegliere se
condividere la cartella in web, oppure tenerla riservata.
Una cartella diversa dalle altre è la cartella Desktop, è la scrivania, che contiene tutte le altre cartelle.
Sembrerebbe che essa debba essere il tronco, cioè il primo ramo della struttura ad albero delle directory. In realtà
non è così. I contenitori principali di tutte le altre cartelle sono le memorie di massa Hard disk (C:), dischetto
floppy (A:) e CD-ROM (D:). Il Desktop è una cartella che si trova in C: nella cartella Windows (il suo indirizzo è
quindi C:\Windows\Desktop).
Per accedere alle proprietà del Desktop fare click col destro in un punto vuoto e scegliere Proprietà dal menu di
scelta rapida, oppure scegliere Schermo dalla finestra Start/Impostazioni/Pannello di Controllo, oppure doppio
click su Pannello di Controllo della finestra Risorse del computer. Si apre la finestra di dialogo costituita da più
schede, mediante le quali è possibile modificare a piacimento le impostazioni dello schermo:
• il numero dei colori dello schermo che dipendono dalla memoria della scheda video
• la definizione dello schermo in pixel, cioè punti in cui è suddiviso lo schermo. Quanto maggiore è
questa definizione (sempre che sia sopportata dal monitor e dalla scheda video), tanto più piccole appariranno le
icone, ma tanto maggiore è il loro numero visibile.
Mediante la scheda Sfondo è possibile impostare il colore e il motivo dello sfondo; mediante la scheda Screen
Saver è possibile attivare un Salva Schermo, cioè un'immagine in movimento che appare dopo alcuni minuti di
inattività del computer; mediante la scheda Aspetto è possibile cambiare i colori delle finestre e attraverso la
scheda Effetti si possono definire alcuni effetti del Desktop.
Nella cartella Pannello di controllo vi sono altre applicazioni che permettono di vedere e modificare le
impostazioni del sistema operativo. Alcune di esse sono direttamente accessibili mediante le icone sulla barra
delle applicazioni nella zona dei messaggi.
Facendo doppio click sull'icona Sistema appare la finestra di dialogo, in cui è possibile esaminare le
caratteristiche del sistema, le periferiche installate e le risorse impegnate:
Oltre a Schermo e Sistema, nella finestra Pannello di Controllo sono presenti molte cartelle che permettono di
impostare il sistema:
Accesso facilitato: Windows può essere modificato per essere usato, per esempio, da persone con limitazioni
fisiche: si può aumentare il contrasto e la dimensione dei caratteri, oppure impostare i tasti in modo da ridurre la
velocità di ripetizione.
Data ora: E' possibile modificare la data e l'ora di sistema, cioè l'orologio e il calendario interni del PC. L'ora di
sistema determina tutti i parametri di ora e data nei documenti.
Impostazioni internazionali: Grazie a questo programma è possibile impostare il fuso orario e i formati di
valuta, numeri e date adatti al proprio paese. Con questa funzione si può modificare la lingua di sistema non
appena si arriva in un nuovo paese.
Installazione applicazioni: Facendo clic su questa icona si apre una finestra di dialogo che fornisce tutte le
indicazioni necessarie per installare nuove applicazioni o disinstallare programmi non più in uso.
Internet: La finestra di dialogo Proprietà - Internet contiene le impostazioni relative all'impiego del browser e alla
connessione a Internet.
Modem: Se si desidera collegarsi a un servizio in linea bisogna avere un modem. Quando il modem è collegato e
acceso bisogna fare clic sull'icona del modem: Windows si informa sui dati tecnici del modem e lo presenta al PC,
in modo che possa funzionare.
Mouse: Windows permette di cambiare la velocità con cui si muove il puntatore del mouse e di scegliere tra
molte forme di puntatore. Inoltre i mancini possono scambiare il pulsante sinistro con quello destro.
Multimedia: È il centro di controllo di tutti i componenti aggiuntivi che vengono usati dalle applicazioni
multimediali: audio, video, file MIDI, CD musicali.
Nuovo hardware: Quando si aggiunge un nuovo componente hardware al computer bisogna informare Windows
facendo clic su questa icona: Windows si occuperà di presentare il nuovo arrivato al resto del PC.
Password: Facendo clic su questa icona si apre la finestra di dialogo che permette di impostare la password con
cui si entra in Windows, di definire i profili degli utenti che utilizzeranno il computer ed eseguire altre operazioni
relative alla sicurezza.
Periferiche di gioco: È la finestra di dialogo che consente di installare gli accessori dedicati alle attività di gioco.
Rete: La finestra di dialogo Rete contiene le impostazioni di configurazione della rete locale e le impostazioni per
la connessione a Internet.
Risparmio energia: Questo programma contiene i controlli che permettono di spegnere automaticamente il
monitor, il disco rigido e gli altri componenti del computer.
Stampanti: È un collegamento alla gestione delle stampanti: permette di controllare i processi di stampa in corso,
nonché di installare una nuova stampante.
Suoni: Quando si accende il PC Windows fa sentire un trionfale Tada: a ogni evento, come l'apertura di
un'applicazione, lo spegnimento del PC o un segnale di errore, può essere assegnato un suono di questo tipo. La
finestra di dialogo Proprietà - Suoni permette di scegliere i suoni da associare agli eventi.
Tastiera: Questa icona serve per dire a Windows che è stata cambiata la tastiera, oppure per modificare la
velocità di ripetizione dei tasti. Se i tasti che si digitano sulla tastiera non corrispondono a quelli visualizzati sullo
schermo, è possibile che si debba modificare il tipo o la lingua della tastiera.
Telefonia: La finestra di dialogo Proprietà - Composizione numero contiene impostazioni che controllano la
modalità di composizione dei numeri impiegata dal modem.
Tipi di carattere: Windows fornisce una serie di Tipi di carattere (font) standard, ma se ne trovano moltissimi
altri in commercio. Quando si vogliono installare nuovi Tipi di carattere bisogna fare clic su questa icona.
Utente: La procedura guidata Attiva composizione per più utenti aiuta a impostare il nome e la password degli
utenti in modo che il computer possa essere utilizzato da più persone. Per ogni persona è anche possibile
impostare il desktop in modo differente.
Un file è l'oggetto di windows, registrato sulla memoria di massa, che contiene i dati, le informazioni o il
programma relativo ad una applicazione; una cartella può essere vuota o contenere altri oggetti, il file è il punto
d'arrivo, è il protagonista del nostro lavoro, il file non contiene altro se non le informazioni relative alla sua
specie.
Come detto altrove, un file ha sempre un nome e una estensione del nome di tre lettere, la quale indica il tipo di
file. Per accedere alle proprietà del file fare click col destro sulla sua icona e scegliere Proprietà dal menu di scelta
rapida:
Tipo, Percorso, Dimensione, Nome DOS, Data di creazione, Ultima Modifica, Ultimo Accesso.
Selezionando le relative caselle si possono impostare le proprietà Sola Lettura, se si vuole che il file non venga
modificato accidentalmente, Archivio se si vuole creare una copia di backup durante la modifica, Nascosto se si
desidera che il file non compaia nell'elenco della cartella che lo contiene. Perchè si possa ottenere ciò, è
necessario impostare nella finestra di dialogo da Visualizza/Opzioni Cartella Non Mostrare i File Nascosti.
Per cambiare il nome di un'icona bisogna selezionare l'icona e fare clic sulla casella del nome: quando Windows
visualizza un cursore intermittente è possibile digitare il nuovo nome. Per attivare il cursore intermittente nella
casella si può anche fare clic con il pulsante destro sull'icona e scegliere la voce Rinomina dal menu di scelta
rapida. In alter-nativa, è possibile selezionare l'icona e premere il tasto F2: il nome della cartella appare
evidenziato e si può digitare un altro nome.
Man mano che si lavora con il computer aumentano le cartelle e i documenti prodotti e quindi crescono le
esigenze di riorganizzare le proprie procedure di archiviazione. Niente paura: cartelle e documenti possono essere
tagliati e spostati in modo semplice, seguendo vari metodi.
Prima di tutto, però, occorre selezionarli. Per selezionare un file o una cartella si fa click col sinistro del mouse
sull'icona. Volendo si possono selezionare anche più file o cartelle contemporaneamente; per selezionare file o
cartelle consecutivi si fa click sul primo, poi, tenendo premuto il tasto SHIFT cliccare sull'ultimo. La serie di file
e cartelle appaiono sul fondo blu della selezione. Per selezionare file e cartelle sparsi in una finestra o sul
desktop, fare click su ciascun file o cartella tenendo premuto il tasto CTRL.
Per spostare un oggetto è necessario cliccare una volta sulla sua icona, per selezionarlo, e poi fare clic sul
comando Taglia del menu Modifica oppure sul pulsante Taglia, quello con le forbici sulla barra degli strumenti.
Dopo aver aperto la cartella di destinazione bisogna fare clic sul comando Incolla del menu Modifica, o sul
pulsante Incolla della barra degli strumenti, e gli oggetti selezionati saranno trasferiti nella nuova posizione.
La procedura di "copia e incolla" è molto simile: basta fare clic sul comando Copia del menu Modifica, o sul
pulsante Copia che rappresenta l'immagine di due documenti, posizionarsi con il cursore del mouse nella cartella
di destinazione e quindi fare clic sul comando o sul pulsante Incolla. I comandi Taglia, Copia e Incolla possono
essere selezionati anche dal menu di scelta rapida che appare quando si fa clic con il pulsante destro sull'icona di
una cartella o di un documento.
Un'altra tecnica per spostare o copiare cartelle e documenti da un disco all'altro, da una cartella al desktop oppure
tra due cartelle è il trascinamento: in questo caso però bisogna essere molto bravi a controllare i movimenti del
mouse, per non correre il rischio di perdere in giro qualche documento.
Se si utilizzano le finestre delle cartelle, si deve aprire la finestra della cartella di origine e la finestra della cartella
di destinazione o fare almeno in modo che la sua icona sia visibile.
Se si utilizza la finestra di Esplora risorse, invece, è utile aprire la cartella di origine nel pannello di destra della
finestra e fare in modo che la cartella di destinazione sia visibile nell'albero delle cartelle che viene visualizzato a
sinistra.
Dopo aver selezionato gli oggetti da spostare o da copiare, mantenendo premuto il pulsante sinistro del mouse si
devono trascinare le icone sulla cartella di destinazione.
Se la cartella è aperta, si trascinano le icone in un'area vuota della finestra; se è chiusa, si deve trascinare il
puntatore del mouse sull'icona della cartella di destinazione, in modo che venga evidenziata. lì trascinamento si
conclude rilasciando il pulsante del mouse. A questo punto la cartella o il documento vengono trasferiti nella
posizione desiderata.
Utilizzando il pulsante sinistro del mouse gli oggetti trascinati vengono spostati da una cartella all'altra. Se invece
si esegue il trascinamento con il pulsante destro del mouse, quando si arriva alla cartella di destinazione viene
visualizzato un menu che permette di scegliere il tipo di operazione da compiere (spostare, copiare, creare un
collegamento, annullare l'ultima operazione).
Le regole per trascinare le icone cambiano se le operazioni di copia o spostamento avvengono tra unità diverse.
Per copiare qualcosa dal disco rigido a un floppy, per esempio, basta trascinare l'elemento sull'icona del floppy
nella finestra di Risorse del computer o Esplora risorse.
Se dopo aver spostato, copiato o riordinato qualche cartella e documento ci si accorge di aver compiuto degli
errori o ci si trova a rimpiangere la situazione di partenza, si può ritornare sui propri passi e risistemare le cose
come prima attraverso il pulsante Annulla, il comando Annulla del menu Modifica, oppure la combinazione di
tasti CTRL+Z.
I file e cartelle selezionati in una finestra o in Gestione Risorse possono essere cancellati semplicemente
premendo il tasto CANC. In questo caso essi vengono posti nel Cestino e quindi occupano ancora posto sul disco
fisso e possono essere recuperati nel caso ci si pentisse. Quando i file e cartelle non servono proprio più, una volta
selezionati possono essere eliminati definitivamente o svuotando il cestino, o aprendolo, selezionando i file da
eliminare e premendo il tasto CANC, oppure, una volta selezionati nella cartella di appartenenza, premere i tasti
SHIFT+CANC.
Lo strumento TROVA
Quando l'hard disk si riempie di documenti e cartelle può risultare difficile ricordare la localizzazione nell'albero
delle directory, senza contare che i nomi dei documenti possono essere dimenticati. Per ritrovar queste cartelle e
documenti esiste in windows un potente strumento: lo strumento TROVA. Ad esso si accede dal pulsante
Start/Trova/File e Cartelle.
La finestra di dialogo che compare, è costituita da tre schede, che permettono di ricercare file e cartelle
In questa scheda è possibile ricercare i file in base al nome o parte di esso in tutte le risorse del computer. Nel
campo Nome può essere immesso qualunque raggruppamento di caratteri alfa numerici che possano essere
contenuti nel nome vero, compresi i caratteri jolly "?" e "*". Il ? sta al posto di un singolo carattere, mentre
l'asterisco * sta al posto di un intero gruppo di caratteri. In altri termini, immettendo nel campo nome "Doc18??.*"
l'applicazione Trova cercherà nel percorso specificato tutti i file o cartelle che:
In definitiva "Doc1801.doc" e "Doc1803.wav" rispondono ai requisiti e saranno elencati nella parte inferiore ella
finestra. Al contrario "Doc18011.doc" e "Doc2103.wav" non rispondono ai requisiti e non saranno elencati.
Nel campo Testo contenuto si può immettere un testo, che verrà ricercato all'interno dei documenti. Questa
opzione è molto potente e utile per la ricerca di documenti testuali.
Nella casella Cerca in: si può mettere il percorso nel quale cercare e nella casella di spunta si può includere o
escludere le sottocartelle.
Scheda Data
Nella scheda Data i file e le cartelle si possono ricercare per diversi parametri mediante i pulsanti di selezione in
un certo intervallo di tempo.
Scheda Avanzate:
Nella scheda Avanzate si può specificare il tipo di file, ad esempio documento di Word, e la dimensione
approssimativa in Kbyte.
Tutti gli elementi indicati nelle tre schede concorrono alla ricerca dei file e cartelle. Premendo il pulsante Trova la
ricerca viene avviata e le occorrenze vengono elencate nella finestra in basso, che si comporta come una finestra
di gestione risorse, configurabile attraverso le voci dei menu.
Da questa finestra i file trovati possono essere aperti, copiati, cancellati o spostati con le stesse modalità delle altre
finestre attraverso le voci di menù o cliccando col destro sull'icona del file o facendo doppio click.
Lezione 4
Elaborazione testi - Parte Prima
1.0 Introduzione
I word processor, o programmi per l'elaborazione dei testi, sono le applicazioni per PC più diffuse. La maggior
parte dei documenti, infatti, oggi sono prodotti mediante programmi computerizzati. Nel corso degli anni i word
processor si sono arricchiti di funzioni e strumenti che permettono di realizzare in modo sempre più agevole
documenti articolati nei contenuti e sofisticati nell'impaginazione.
Uno dei word processor più diffusi è Microsoft Word 2000. La fascia alta sul mercato dei word processor è
dominata da tre applicazioni: Microsoft Word per Windows, Corel WordPerfect e Lotus Word Pro. Di
Microsoft Word esiste anche una versione per il sistema operativo Mac OS, che permette di utilizzare il
programma con i computer Macintosh. Microsoft Word fa parte della suite Microsoft Office, la quale contiene
le applicazioni usate in ufficio e che saranno oggetto del corso ECDL, quali EXCELL, ACCESS, POWER
POINT.
● da Start/Programmi/Microsoft Word
● cliccando sul pulsante della barra di Office
● facendo doppio click su un documento di Word
In quest' ultimo modo si apre il documento entro l'applicazione, pronto per essere modificato.
Per facilitare la ricerca del documento da aprire, Word 2000 offre una finestra di dialogo ricca di possibilità:
il pulsante Cronologia presenta un elenco di documenti creati o modificati in ordine di data. Questo elenco,
sotto forma di collegamenti ai file, è contenuto nella cartella File Recenti, il cui indirizzo si può vedere aprendo
la casella di testo a discesa Cerca in....
il pulsante Documenti, che è quello selezionato di default, presenta l'elenco dei file contenuti nella cartella
Documenti
il pulsante Desktop presenta l'elenco dei file contenuti nel Desktop
il pulsante Preferiti presenta un elenco di collegamenti ai file contenuti nella cartella Preferiti, il cui indirizzo
può essere visto aprendo la casella a discesa Cerca in...
il pulsante Cartelle Web presenta l'elenco di file e cartelle presenti nella cartella Cartelle Web presente in
Risorse del computer
Aprendo il menu File appare in fondo un elenco degli ultimi file aperti, fra cui si può scegliere il file desiderato.
In Word 2000 si possono aprire più documenti contemporaneamente. Ciascun documento viene aperto in una
finestra diversa di word. Ciascuna finestra è indipendente e può essere configurata con le barre e i pulsanti che
si desidera. Le finestre dei diversi documenti sono gestibili dalla barra delle applicazioni o dal menu Finestre,
possono essere affiancate sia orizzontalmente che verticalmente, e ridimensionate.
Mentre sono aperti documenti per la modifica o in sola lettura per la consultazione, possono essere,
naturalmente, creati nuovi documenti semplicemente scegliendo File/Nuovo dal menu, oppure premendo i tasti
CTRL+N, oppure cliccando sul pulsante nuovo della barra degli strumenti. Un documento viene aperto
senza specifiche di tipo o altro. Tutte le indicazioni si potranno impostare al momento del primo salvataggio
nella finestra di dialogo che si apre.
Una volta scritto, il documento può essere salvato sul disco fisso o su un dischetto. Per salvare il documento
scliere File/Salva dalla barra del menu oppure cliccare sul pulsante salva della barra degli strumenti.
Se il documento viene salvato per la prima volta si apre la finestra di dialogo, altrimenti il salvataggio avviene
automaticamente senza altre richieste da parte di Word. Per visualizzare la finestra di dialogo ed eventualmente
modificare alcune impostazioni, si deve scegliere File/Salva con nome. Si può dare lo stesso nome al file
oppure un altro nome; in questo caso non viene cancellato il primo documento, il quale viene chiuso e rimane,
invece aperto quello salvato con un altro nome.
La finestra di dialogo Salva con nome appare identica a quella Apri, con i pulsanti Cronologia, Documenti,
Desktop, Preferiti e Cartelle Web, per accedere direttamente alle relative cartelle, le caselle di testo a discesa
Nome File, in cui bisogna mettere il nome del file o selezionarlo con un click del mouse dall'elenco della
cartella aperta, e Tipo File, in cui si può scegliere un formato di documento diverso da quello standard
Particolarmente interessanti sono i formati Solo testo, usato per scrivere script, ovvero programmi, che devono
essere interpretati da interpreti (Visual Basic, Java etc.), Rich Text Format (RTF), riconosciuto da molte
applicazione e Pagina Web, con cui il documento viene salvato in formato HTML, cioè nel linguaggio in cui
sono scritte le pagine di Internet e quindi sono visibili in un browser, come Explorer o Netscape.
Nella casella di testo a discesa Salva in: si può scegliere la risorsa e la cartella in cui salvare il file. Se si vuol
salvare sul dischetto occorre selezionare dall'elenco Floppy da 3,15" (A:). Facendo doppio click sulla risorsa
o sulla cartella, il suo contenuto viene mostrato nell'elenco. Prima di far click sul pulsante Salva, accertarsi che
si stia salvando il file nella cartella desiderata dando un'occhiata nella casella Salva in, altrimenti si rischia di
non sapere dove ritrovarlo (naturalmente c'è sempre l'utilità Trova).
Fatte le operazioni di lettura o di modifica del documento, esso può essere chiuso. Per far ciò scegliere Chiudi
dal menu File. Per chiudere tutti i documenti aperti senza uscire dal programma, tenere premuto MAIUSC,
quindi scegliere Chiudi tutto dal menu File.
Le potenzialità di Word 2000 sono tante. Talvolta, pur essendo il programma molto intuitivo, non si riesce a
risolvere un problema o non si capisce come arrivare ad una certa soluzione. In questo caso indispensabile
risulta l'Help in linea. Ad esso si accede mediante il pulsante sulla barra dei menu, oppure premendo il tasto
funzione F1
Word 2000 dispone dell'assistente, che guida e suggerisce soluzioni nel contesto in cui si sta operando.
Cliccando sull'assistente se è visibile, oppure cliccando su Guida in linea Microsoft Word compare l'assistente,
che propone dei temi e una casella di testo in cui si possono digitare parole chiave per la ricerca
dell'argomento. Cliccando poi su Cerca viene presentato un elenco delle occorrenze. Se non soddisfano, si può
tentare un'altra ricerca.
La voce di menu Nascondi Assistente di Office permette di nascondere l'assistente se si ritiene sia
ingombrante, ma esso è pronto a ricomparire non appena si clicca sulla guida.
Cominciamo presentando il layout di base dello schermo e gli strumenti di navigazione all'interno del
documento, così da prendere confidenza con la rappresentazione dei fogli e delle pagine sullo schermo.
Quando si esegue il programma, Word visualizza immediatamente un nuovo documento vuoto sul quale è
possibile iniziare il proprio lavoro. Il foglio di carta è rappresentato da un'ampia area bianca all'interno della
finestra di lavoro. I righelli posti sui lati sinistro e superiore della finestra di lavoro indicano in centimetri le
dimensioni del foglio elettronico e permettono di metterlo in relazione con le dimensioni del foglio di stampa.
Sul lato inferiore e su quello destro della finestra sono posizionate le barre di scorrimento, che consentono di
"scorrere" il foglio o la sequenza di fogli in direzione verticale o orizzontale: le pagine di un documento
elettronico non si possono "sfogliare", infatti, ma soltanto visualizzare nello spazio bidimensionale dello
schermo. Per visionare le pagine in successione bisogna utilizzare la barra di scorrimento verticale: facendo clic
sul triangolino posto sul lato inferiore della barra (il pulsante di scorrimento) e facendo clic, si scorre all'interno
della pagina di riga in riga; il triangolino sul lato superiore, invece, serve per risalire a piccoli passi all'interno
della pagina.
lì doppio triangolino (o pulsante di scorrimento rapido) permette di scorrere il documento scendendo o salendo
da una pagina all'altra, con grande rapidità.
Per spostarsi si può anche trascinare con il mouse la casella di scorrimento: apparirà una piccola finestra che
mostra il numero e l'eventuale titolo della pagina che si sta sfogliando. Nella barra di scorrimento si trova anche
un altro strumento che può risultare utile per sfogliare documenti che hanno una struttura complessa: si tratta
del pulsante Seleziona oggetto da sfogliare, rappresentato sulla barra da un pallino.
Attraverso questo pulsante è possibile spostarsi tra le pagine in modo selettivo, scegliendo, per esempio,
soltanto le parti che contengono immagini, tabelle o parole specifiche. Quando si fa clic su questo pulsante,
infatti, compare una finestra in cui si può scegliere l'elemento in base al quale si vuole sfogliare il documento.
È possibile cambiare modalità di visualizzazione non solo dal menu Visualizza ma anche utilizzando i pulsanti
posti sul lato sinistro della barra di scorrimento orizzontale : quando si sceglie una modalità di
visualizzazione del documento, il pulsante relativo viene attivato e appare "premuto" rispetto agli altri.
Spesso accade che il documento attivo non appare per tutta la sua larghezza e per vedere la parte nascosta
occorra usare le barre di scorrimento orizzontale. Ciò dipende dall'ingrandimento impostato. Attivando la voce
di menu Visualizza/zoom appare la finestra di dialogo Zoom:
In essa si può impostare l'ingrandimento col quale visualizzare la pagina, che può essere al 100% della sua
grandezza o ingrandita o rimpicciolita. La modalità dipende esclusivamente dalle necessità. Per esempio se i
caratteri risultano molto piccoli e quindi poco visibili, si può usare un ingrandimento per lavorare più
comodamente, ma ciò può comportare l'uso delle barre di scorrimento, per muoversi all'interno della pagina. Al
contrario se occorre avere una visione d'insieme della pagina si può scegliere Pagina Intera; probabilmente i
caratteri saranno illegibili, ma in questo modo si ha la visione d'insieme.
Nella casella di testo Percentuale si può mettere un valore a piacere da 0 a 100 in modo da adattare
perfettamente la pagina allo spazio finestra disponibile.
L'ingrandimento della pagina sullo schermo non c'entra niente con la stampa del documento. Esso riguarda
soltanto la modalità di "vedere" il foglio durante il lavoro. Per avere l'idea di ciò che verrà stampato si deve
attivare Anteprima di stampa, di cui parleremo in seguito. I
La visualizzazione "Layout di stampa" permette già di avere un'idea della stampa del documento essendo in
modalità "wyswyg", ciòè "ciò che vedi è ciò che verrà stampato".
Word 2000 ha introdotto una novità rispetto alle edizioni precedenti: le barre intelligenti. Sia la barra dei menu
che le barre degli strumenti sono intelligenti nel senso che si adattano automaticamente all'uso che ne fa
l'utente; se alcune voci di menu non vengono usate di frequente esse non vengono mostrate nell'elenco a
discesa, ma compare in fondo una doppia freccia, che indica che alcune voci sono nascoste. E' sufficiente
cliccare sopra la freccia o attendere qualche secondo perché l'elenco si apra e mostri tutte le voci.
Anche le barre degli strumenti, se contengono molti pulsanti, presentano sulla destra un pulsante con una
freccia rivolta in basso che apre i pulsanti rimanenti.
Naturalmente le barre degli strumenti sono personalizzabili, inserendo o eliminando pulsanti o creando barre
personali.
Per visualizzare una barra degli strumenti basta aprire la voce di menu Visualizza/Barre degli strumenti e
scegliere se aprire o chiudere una barra spuntando o togliendo il segno di spunta dall'elenco. Per modificare una
barra degli strumenti, personalizzarle e crearne di nuove selezionare Visualizza/Barre degli
strumenti/Personalizza. Si apre la finestra di dialogo seguente.
Nella scheda Barre degli strumenti
si possono attivare, nascondere,
creare o eliminare barre.Attraverso
il pulsante "Tastiera" si possono
collegare tasti di scelta rapida alle
voci di menu.
Nella scheda Comandi compaiono
accanto alle voci di menu i pulsanti
relativi ai vari comandi contenuti
nella voce di menu. Per inserire un
pulsante in una barra visibile nella finestra di Word, è sufficiente selezionarlo dall'elenco e trascinarlo sulla
barra nel punto in cui sii vuole inserire. Allo stesso modo si può eliminare un pulsante da una barra trascinando
fuori dalla barra in un punto qualunque.
Finita la personalizzazione, i cambiamenti si possono salvare scegliendo nella casella di testo Salva in.. Normal
oppure Documento1. Nel primo caso i cambiamenti si riferiscono a tutte le finestre di word, nel secondo solo
alla finestra del documento attivo.
Nella scheda Opzioni si possono impostare alcune preferenze, come attivare icone grandi, animare i menu e
altro.
E' bene rammentare che tutto ciò che si può fare in Word, lo si trova nelle voci di menu, mentre nelle barre
degli strumenti possono non essere presenti i pulsanti necessari. Per contro i pulsanti offrono una via rapida per
attivare azioni. Far prima conoscenza di tutte le voci di menu e poi utilizzare i pulsanti, eventualmente
personalizzando le barre a seconda delle proprie esigenze.
La possibilità di sfruttare un documento scritto in word in altri ambienti è un problema che è stato affrontato fin
dalle origini dei wordprocessor. Se non avessimo questa possibilità di scambio, il nostro lavoro sarebbe limitato
e poco efficiente. A questo scopo tutte le applicazioni hanno filtri di importazione ed esportazione, cioè
programmi capaci di trasformare un formato in un altro in modo da poter aprire e modificare i documenti scritti
in altro formato. Ciò è comune non solo ai wordprocessor ma anche a molte applicazioni di produttori di
software diversi.
I filtri di importazione/esportazione possono essere selezionati al momento dell'installazione dell'applicazione,
per cui, se non esistesse il filtro desiderato nell'applicazione installata sul proprio computer, occorre installarla
utilizzando i dischi originali.
I filtri di importazione riguardano la voce Apri del menu File. Se tentiamo di aprire in Word un documento
scritto in altro formato (per esempio p.e Word per Mac oppure WordPerfect o altro), se il filtro relativo è stato
installato, Word apre il documento riconoscendo la formattazione e altri elementi. Se il filtro non esiste, il
documento non viene riconosciuto, ma viene aperto ugualmente con risultati imprevedibili. Se si tratta di
documenti Office (Excell, PowerPoint, Access) viene aperta una finestra di dialogo in cui viene chiesto come
collegare il documento a quello attivo.
Come è stato accennato prima, esistono formati di documenti di carattere generale che vengono riconosciuti da
tutti i wordprocessor senza bisogno di filtri. Per esempio il formato .TXT e il formato .RTF. Il primo non ha
elementi di formattazione, ma solo i codici relativi ai caratteri ASCII. E' evidente che questo formato non serve
per scrivere documenti che devono avere una certa forma comunicativa. Essi servono a scrivere informazioni
veloci o appunti, ma soprattutto per scrivere script, ovvero routines per linguaggi di programmazione o tutto ciò
in cui non è necessaria formattazione di caratteri e di paragrafi.
Il formato .RTF (Rich Text Format) è un formato in cui vi sono alcuni elementi di formattazione di carattere e
di paragrafo. Questo formato è riconosciuto da tutti i wordprocessor e da applicazioni in quanto è uno dei primi
formati nati quando il computer non offriva ancora le potenzialità che offre oggi.
Per aprire un documento .TXT o .RTF è sufficiente scegliere File/Apri dal menu e selezionare il documento.
Una volta modificato, può essere salvato in diversi formati, secondo le necessità.
Basta scegliere il formato nella casella Tipo File. Word propone inizialmente lo stesso formato col quale è stato
aperto, ma ciò non toglie che possiamo salvarlo (esportarlo) in un altro formato.
Da quando Internet è diventato WWW (World Wide Web) è nato un nuovo formato, il quale può essere letto e
interpretato dai browser internet, come Explorer o Netscape: il formato HTML (Hiper Text Markup Language).
HTML è un vero e proprio linguaggio di programmazione col quale può essere impostata una pagina così come
la vediamo quando navighiamo in rete. Scrivere una pagina Web in Html non è facile, poichè bisogna
conoscere il linguaggio; per questo motivo Microsoft Word e gli altri Wordprocessor e altri programmi hanno
dato la possibilità di salvare una pagina, scritta e formattata normalmente, in formato HTML. In altre parole,
senza conoscere il linguaggio html, si può scrivere tranquillamente una pagina in word, abbellirla come si vuole
e poi salvarla nel formato HTML scegliendolo dalla casella di testo Tipo File. In questo modo Word traduce la
pagina scritta in linguaggio html. Questa pagina può essere inviata ad un sito che la pubblica sul web.
Per vedere come apparirà in internet basta scegliere Visualizza/Layout Web dal menu. Se si volesse vedere lo
script, cioè il testo occorre aprire la pagina con un programma come Front Page e visualizzarla come HTML.
Per inserire nuovo testo o modificare quello già scritto è sufficiente posizionarsi con il cursore del mouse nel
punto desiderato e fare clic: il puntatore abbandona la forma a freccia e si trasforma in un trattino verticale
lampeggiante per segnalare il punto di inserimento dei testi, in cui è possibile iniziare a scrivere digitando i
caratteri sulla tastiera, incollare parti di testo o compiere altre operazioni.
Per spostare il punto di inserimento dei testi, spostate il puntatore del mouse nella posizione che desiderate e
fate clic. Potete utilizzare anche la tastiera: i tasti con le frecce permettono di spostare il punto di inserimento su
e giù di una riga di testo alla volta o avanti e indietro di un carattere per volta. Il tasto HOME sposta il cursore
all'inizio della riga corrente, il tasto FINE alla fine della riga. Se il cursore è posizionato alla fine del testo, esso
non si sposta oltre, in basso o a destra, ma soltanto a sinistra o in alto. D'altra parte, se il cursore non scende o
non si sposta a destra, vuol dire che si è arrivati alla fine del testo.
Mentre si scrive può essere necessario modificare la composizione per migliorare la leggibilità del testo: si
possono spostare degli elementi, copiare delle parti e inserirle in altri punti o semplicemente cancellare porzioni
di testo. Per cancellare le parole lettera per lettera bisogna posizionarsi con il puntatore alla fine della parola e
premere il tasto BACKSPACE oppure fare clic davanti alla parola e utilizzare il tasto CANC.
Con la combinazione di tasti CTRL + CANC è possibile cancellare il testo procedendo di parola in parola.
Se invece si vogliono eliminare porzioni più ampie di testo bisogna prima di tutto selezionarle: il modo più
semplice per farlo consiste nel posizionarsi con il puntatore davanti al primo carattere e poi trascinare il mouse
fino alla fine del blocco. Dopo avere selezionato il testo, è possibile cancellarlo con una sola operazione
premendo il tasto CANC.
Talvolta si rende necessario annullare un'operazione, perchè fatta per errore oppure per ripensamento. In questo
caso Word offre uno strumento potente, il comando Modifica/Annulla o il pulsante , il quale
permette di annullare operazioni andando a ritroso. Cliccando sul pulsante si apre un menu a discesa dal quale
si possono annullare diverse azioni precedenti contemporaneamente. Una volta annullate delle azioni, esse
possono essere recuperate cliccando sul pulsante ripristina , che funziona come il pulsante annulla.
Insieme al testo visibile, sul foglio vi sono dei simboli non visibili normalmente, che indicano la presenza in
quel punto di una interruzione di paragrafo o semplicemente un ritorno a capo ( ) oppure una
interruzione di pagina o di sezione. Tali simboli possono esser resi visibili cliccando sul pulsante .
Ricordiamo che per:
• paragrafo si intende l'insieme delle parole contenute fra un segno di fine paragrafo ( ) e un altro.
• Per inserire un un segno di fine paragrafo basta premere il tasto INVIO. Talvolta è necessario andare a
capo senza, però, terminare il paragrafo per non modificare la formattazione. In questo caso premere il tasto
SHIFT+INVIO; non viene inserito il segno di fine paragrafo, ma solo il segno di ritorno a capo ( ).
Come detto anche in precedenza, i caratteri codificabili con un byte sono 256 e i codici relativi vanno da 0 a
255. Ad esempio le lettere dalla a alla z minuscole vanno da 97 a 122. Alcuni codici sono utilizzati dal sistema
per indicare il ritorno a capo, nuova linea etc. Altri ancora vengono definiti da ciascun tipo di font e possono
essere simboli grafici o matematici.
Conoscendo il font e il numero di codice, il carattere può essere inserito mediante il tastierino numerico,
digitando il codice mentre si tiene premuto il tasto ALT. Ancora più semplicemente, un carattere speciale o un
simbolo può essere inserito dal menu Inserisci/Simbolo. In questo modo appare l'elenco dei simboli disponibili:
La finestra di dialogo è formata da due schede. Nella scheda Simboli si può scegliere il font nella casella Tipo
di carattere e poi il carattere cliccando su di esso. Selezionato il carattere o il simbolo, se esso viene utilizzato
spesso, si può assegnate un tasto di scelta rapida mediante il relativo pulsante. Se al simbolo è già associato un
tasto di scelta rapida, esso appare scritto in basso. Col tasto inserisci viene inserito il simbolo e se ne può
scegliere un altro.
Nella scheda Caratteri speciali si trova un elenco dei caratteri adoperati da Word nella formattazione con i
relativi tasti di scelta rapida:
Word impagina automaticamente il testo in funzione della grandezza dei caratteri e delle altre formattazioni di
cui parleremo. Talvolta si rende necessario cambiare pagina volutamente. In questo caso è sufficiente inserire
una interruzione di pagina da Inserisci/Interruzione/di pagina dal menu Inserisci. Dal menu Inserisci si
possono inserire nel testo molte altre cose, che verranno, comunque, spiegate in seguito.
In word,come in tutti i programmi che girano sotto windows, tutte le operazioni vengono eseguite sull'oggetto o
sul testo selezionato. La selezione appare in negativo rispetto al resto del testo.
Vi sono molti modi per selezionare una parte di testo.
Per selezionare il testo e la grafica è possibile utilizzare il mouse o la tastiera. Sono inoltre disponibili metodi
per la selezione di elementi di una tabella, disegni o testo nella visualizzazione Struttura.
Suggerimento Se si conosce la combinazione di tasti per spostare il punto di inserimento, in genere è possibile
selezionare il testo utilizzando la stessa combinazione di tasti e tenendo premuto MAIUSC. CTRL+Freccia
DESTRA, ad esempio, consente di spostare il punto di inserimento alla parola successiva e
CTRL+MAIUSC+Freccia DESTRA consente di selezionare il testo dal punto di inserimento all'inizio della
parola successiva.
Word predispone una serie di strumenti avanzati per compiere ricerche all'interno del testo e sostituire in modo
automatico gli elementi trovati con altri giudicati più appropriati.
La funzione di ricerca e sostituzione permette di compiere in modo automatico le revisioni sul testo, senza che
sia necessario leggere tutto il documento.
Per attivare la funzione di ricerca selezionate il menu Modifica e scegliete la voce Trova. Word apre una
finestra di dialogo nella quale sono presenti tre schede: Trova, Sostituisci e Vai a.
La scheda Trova permette di cercare parole all'interno del testo. Se si seleziona questa opzione compare una
casella di testo nella quale bisogna scrivere la parola ricercata e premere il pulsante Trova Successivo:
Word setaccia l'intero documento evidenziando in sequenza gli elementi che corrispondono al termine
ricercato.
Per visualizzare meglio le operazioni di ricerca è utile ridurre al minimo la finestra di dialogo Trova, in modo
da avere una visione complessiva del testo.
Si può andare avanti nella ricerca premendo più volte il pulsante Trova successivo: il programma continua a
evidenziare i termini trovati fino ad arrivare alla fine del documento.
Se si seleziona questa opzione appaiono due caselle: nella prima è possibile specificare il termine che si vuole
cercare mentre la seconda consente di sostituire la parola trovata con un nuovo termine. Si può decidere di
vagliare caso per caso la sostituzione del termine cercato con un'altra parola utilizzando il pulsante Sostituisci,
oppure sostituire in un'unica operazione tutte le occorrenze della parola cercata selezionando il pul-sante
Sostituisci tutti.
Le opzioni Trova e Sostituisci sono utilissime per correggere un errore che si ripete in tutto il documento. Se
avete sempre sbagliato a digitare un termine, per esempio, potete correggere tutti gli errori con una sola
operazione: scrivete nella casella Trova il nome sbagliato e nella casella Sostituisci con il nome corretto,
quindi fate clic sul pulsante Sostituisci tutto. Il termine sarà modificato automaticamente in tutto il documento.
La terza scheda della finestra Trova, infine, contiene la voce Vai a, che permette non solo di visualizzare
determinati elementi all'interno del documento ma anche di spostarsi direttamente alla posizione nel testo dove
è presente l'elemento.
Nella parte sinistra della finestra si trova un menu in cui sono indicati tutti gli elementi che è possibile cercare
(pagine, titoli, paragrafi, ecc.) e, nella parte destra, una casella in cui vanno inseriti altri criteri di ricerca, per
esempio il numero della pagina che si vuole cercare o il livello di titolo.
Una volta impostati i criteri di ricerca basta selezionare il pulsante Vai a e Word si posiziona direttamente
nell'area del documento che corrisponde al criterio di ricerca.
La scheda Trova della finestra di dialogo Trova e sostituisci offre molte possibilità di ricerca personalizzata.
Se si seleziona il pulsante Altro la finestra si allarga ed evidenzia le opzioni di ricerca disponibili. I pulsanti di
selezione esclusiva posti sul lato sinistro della finestra, per esempio, permettono di restringere o allargare il
campo della ricerca secondo parametri predefiniti.
Il pulsante Maiuscole/minuscole consente di cercare le parole soltanto nell’esatta sequenza di maiuscole e
minuscole con cui sono state digitate nel campo Trova.
Quando si attiva questa opzione il programma cerca una parola trascurandone tutte le occorrenze in contesti
inutili. Se si sta cercando la parola alba, per esempio, il programma ignorerà il termine ogni volta che compare
con la A maiuscola come nome proprio di persona.
Il pulsante Solo parole intere elimina dalla ricerca parole che sono contenute all’interno di altre parole. Per
fare un esempio, mentre la ricerca semplice individua la sequenza di caratteri "mente" anche all’interno della
parola "generalmente", questa opzione permette di evidenziare solo le occorrenze in cui questa parola compare
da sola e non come parte di altre parole.
L’opzione Cerca caratteri jolly permette di cercare caratteri speciali ed effettuare ricerche specifiche
attraverso l’introduzione di una serie di simboli chiamati caratteri jolly.
Word fornisce un elenco di tutti i caratteri jolly che è possibile inserire per rendere specifica la ricerca.
Selezionando il pulsante Speciale, infatti, è possibile visualizzare una lista di tutti i caratteri disponibili
associati alla loro funzione di ricerca.
Inserendo all’inizio della parola o della parte di parola il carattere "<", per esempio, è possibile cercare tutte le
parole che iniziano con tale segmento ma non quelle che lo contengono o che finiscono in questo modo.
Una volta selezionato dal menu Speciale il carattere jolly per la ricerca, esso è inserito direttamente nel campo
Trova: di seguito è necessario introdurre tra parentesi la parola o la parte di parola che si vuole cercare. La
ricerca <(ment), per esempio, permette di trovare "mentitore" o "menta", ma non "comunemente". Infine, è
possibile cercare parole in base al loro formato o a determinate caratteristiche grafiche. Attraverso il pulsante
Formato si possono cercare soltanto le parole evidenziate o scritte con un determinato carattere, le tabelle o gli
elementi grafici di un certo tipo.
Per questa opzione non è necessario specificare nessun elemento testuale nella casella Trova, in quanto la
ricerca procede non sulle parole ma sugli attributi di formattazione che le caratterizzano. Quando si attiva la
funzione Trova in Word è possibile anche chiudere la finestra di dialogo e utilizzare direttamente i pulsanti
presenti sulla barra di scorrimento verticale.
Dopo che è stata imposta una ricerca, infatti, i pulsanti Pagina successiva e Pagina precedente della barra
diventano blu: ciò indica che il programma non si sta più spostando all’interno del documento di pagina in
pagina, ma utilizzando come criterio la presenza dell’elemento indicato per la ricerca.
Lezione 5
Elaborazione testi
Parte Seconda
1.0 Formattazione
1.2.1 Tabulazioni
1.2.2 Aggiungere bordi al testo
1.2.3 Elenchi puntati e numerati
1.3 Maschere
1.0 Formattazione
L'aspetto del testo è determinato dal formato del carattere. È possibile scegliere
il tipo di carattere (font), rendere più grandi o più piccole le lettere, trasformarle
in grassetto, corsivo o sottolineato. Font è l'insieme di lettere, numeri e simboli
che formano un particolare carattere tipografico.
I termini font e carattere tipografico sono utilizzati con lo stesso significato. Di solito il font predefinito
in Word è il Times New Roman, un carattere classico simile a quello utilizzato da molte riviste e
giornali. Per modificarlo si possono scegliere due strade. La prima consiste nel selezionare il menu
Formato dalla barra dei menu e fare clic sulla voce Carattere: Word apre una finestra per la modifica
approfondita, completa di tutte le opzioni per personalizzare i caratteri.
L'altro metodo, più veloce ma meno ricco di opzioni, consiste nel lavorare direttamente sulla barra
degli strumenti Formattazione, modificando il tipo di carattere nella casella Tipo di carattere e
scegliendo la sua dimensione nella casella Dimensione carattere.
In questo caso è sufficiente selezionare il pulsante freccia posto a lato del menu a discesa a fare clic:
compare la lista di tutti i tipi di caratteri, e ciascuna voce è visualizzata secondo l'impostazione grafica
del carattere corrispondente, in modo da dare un'idea dell'effetto grafico prodotto dal carattere.
La scheda Tipo permette di definire stili, dimensioni e caratteristiche del carattere. Al suo interno sono
presenti i menu a discesa per Tipo di carattere, Stile e Dimensioni, gli stessi disponibili nella barra
degli strumenti Formattazione. Selezionando il menu a discesa Tipo di carattere e scegliendo una
delle voci elencate è possibile vedere l'effetto grafico del carattere scelto nella finestra di anteprima.
Per mettere in evidenza determinate parole si può formattarle con il grassetto, il corsivo e il
sottolineato, selezionando l'opzione nella casella Stile.
Per modificare lo stile del testo risulta più comodo utilizzare i pulsanti Grassetto, Corsivo e
Sottolineato posti sulla barra degli strumenti Formattazione: di solito, infatti, la formattazione in
grassetto, corsivo o sottolineato riguarda brevi porzioni di testo, deve essere variata spesso e richiede
pertanto un accesso rapido e agevole ai comandi.
Nella finestra Tipo carattere è possibile modificare le dimensioni del carattere, colorare porzioni di
testo, inserire sottolineature particolari per le singole parole o per intere porzioni di testo. Inoltre, una
lunga lista di caselle di opzione permette di aggiungere effetti particolari al testo, quali il rilievo o
l'ombreggiatura.
Le dimensioni o corpo del carattere è espressa in punti tipografici. La dimensione standard per una
lettera commerciale è 12 punti. I testi di un quotidiano hanno in genere un corpo di 8-9 punti, mentre i
titoli principali possono essere di 72 punti o più.
Spaziatura e posizione è la seconda scheda della finestra Formato carattere e permette di variare lo
spazio tra i caratteri e la loro posizione rispetto alla riga immaginaria di scrittura. In particolare, la
casella Proporzioni consente di dilatare o restringere le proporzioni del testo rispetto alla grandezza
normale.
La casella Spaziatura, invece, permette di introdurre maggiore o minore spazio tra i caratteri rispetto a
quello previsto dal tipo di carattere usato. Introducendo un diverso valore di spaziatura è quindi
possibile modificare la distanza tra le singole lettere del testo.
Attraverso la casella Posizione, invece, è possibile variare la posizione della scrittura da quella
normale dove essa è posta al centro della linea di scrittura, a quella di apice o pedice, dove invece i
caratteri sono posti rispettivamente sopra o sotto tale riga.
Sia per la spaziatura sia la posizione dei caratteri Word propone comunque un valore predefinito, che è
possibile modificare utilizzando i pulsanti di incremento e decremento.
L'ultima scheda della finestra Formato carattere riguarda alcuni "effetti speciali" che è possibile
attribuire al testo (Coriandoli, Luci di Las Vegas, Sfondo lampeggiante...) ma che non sono
trasportabili sulla pagina stampata e saranno stampati come caratteri sottolineati o in corsivo. Queste
impostazioni grafiche possono servire per evidenziare in modo originale delle parti di testo che aiutino
il lavoro di scrittura, o per costruire rudimentali prototipi di presentazione multimediale o di pagine
Web.
Immaginate di avere un blocco di testo perfettamente formattato nel carattere, nelle dimensioni del
carattere, nel tipo di stile e così via. Per creare un altro blocco di testo con lo stesso aspetto non è
necessario ripetere tutta la procedura di formattazione: si può utilizzare il pulsante Copia formato ,
che si trova sulla barra degli strumenti Formattazione. Selezionate un blocco di testo che contiene la
formattazione da utilizzare su un altro blocco di testo e fate clic sul pulsante Copia formato: il cursore
del mouse si trasforma in un cursore a barra con un pennello a sinistra. Selezionate il testo che volete
formattare: quando rilasciate il pulsante del mouse, Word attribuisce al testo le stesse caratteristiche di
formattazione del primo blocco di testo.
Oltre a variare tipo di carattere e grandezza, è possibile intervenire anche sul colore dei caratteri
adattandolo ai propri gusti.
Per modificare il colore di una porzione di testo selezionatela con il mouse e utilizzare il pulsante
Buona parte della formattazione, cioè dell'aspetto attribuito al testo, avviene a livello di paragrafo:
rientro del paragrafo, spaziatura tra le righe, tabulazioni, allineamento dei testi e così via.
Per impostare questi elementi fate clic sulla voce Paragrafo del menu Formato: Word apre una
finestra di dialogo nella quale sono visualizzate due schede, Rientri e spaziatura e Distribuzione
testo.
La scheda Rientri e Spaziatura permette di definire lo spazio tra le lettere e tra le righe del paragrafo,
il rientro di paragrafo e l'allineamento del testo.
La casella Allineamento contiene un menu a discesa dal quale è possibile scegliere l'allineamento a
sinistra, a destra, centrato o giustificato. Di solito l'opzione più utilizzata è la giustificazione del testo,
che permette di ordinare il testo in modo che sia perfettamente allineato con i margini sinistro e destro
del foglio. Quando si seleziona questa funzione Word calcola per ogni riga lo spazio tra i caratteri
presenti e li dispone in modo che le righe siano tutte della stessa larghezza.
Dopo aver selezionato il testo è possibile scegliere l'allineamento preferito semplicemente facendo clic
su uno dei pulsanti che si trovano nella barra degli strumenti Formattazione
La casella Livello struttura, invece, permette di scegliere, da un menu a discesa, i livelli di testo da
assegnare ai paragrafi del documento. I livelli non hanno rilievo grafico: si tratta dì strumenti che
permettono di ordinare e gestire in modo gerarchico i contenuti del testo. I diversi livelli dì struttura
assegnati ai paragrafi potranno essere visualizzati con l'opzione Struttura del menu Visualizza.
Nella scheda Rientri e spaziatura si trovano anche i comandi che permettono di dare rilievo grafico ai
diversi paragrafi in cui è diviso il documento. E' ormai convenzione, infatti, evidenziare con
accorgimenti grafici i diversi paragrafi di un documento: per farlo è possibile dividere i paragrafi
lasciando una riga di spazio, oppure introdurre per la prima riga di ciascun paragrafo un rientro di riga
che aumenti la distanza dal margine.
La prima area della finestra, chiamata Rientri, contiene diverse caselle per stabilire un margine di
rientro, per la prima riga di ciascun paragrafo. Per introdurre il rientro basta fare clic sui pulsanti di
incremento e decremento di ciascuna casella e continuare fino a quando si raggiunge il livello di
rientro desiderato: di solito si usa non superare il mezzo centimetro. Il rientro più utilizzato è quello del
margine sinistro, ma è possibile anche applicare dei rientri a destra, o dei rientri sporgenti, utili quando
si creano elenchi o bibliografie.
I rientri sporgenti permettono di creare una gerarchia ancora più articolata tra le parti del testo e di
organizzare maggiormente la struttura visiva del documento. Per applicare un rientro sporgente è
necessario selezionare la casella Speciale e scegliere dal menu a discesa la voce Sporgente.
La seconda area della finestra è chiamata Spaziatura e permette di introdurre degli spazi tra i diversi
paragrafi e tra le righe all'interno di ciascun paragrafo.
Infatti, se nelle relazioni e nei documenti lunghi è maggiormente utilizzato il rientro di paragrafo per
evidenziare i paragrafi, nelle lettere formali e nei documenti brevi si usa spaziare con una riga vuota i
diversi paragrafi del testo. È possibile impostare questa opzione per l'intero documento modificando i
valori delle caselle Prima e Dopo all'interno dell'area spaziatura: la casella Prima indica lo spazio da
lasciare sopra ciascun paragrafo selezionato, mentre la casella Dopo imposta lo spazio tra un paragrafo
e quello successivo.
La casella Interlinea, invece, non modifica solo la distanza tra i diversi paragrafi, ma si applica a tutte
le righe del documento. Diversi tipi di documento richiedono impostazioni di interlinea differenti: se si
vuole dare maggiore leggerezza al testo per facilitare la lettura di documenti lunghi, per esempio di
relazioni, è utile aumentare il valore della spaziatura da quello di interlinea singola, che è il valore
predefinito, a un valore superiore, per esempio interlinea 1,5 righe o addirittura interlinea doppia, cioè
uno spazio di due righe vuote tra ciascuna riga di scrittura.
La terza area della finestra, infine, è l'Anteprima, che permette di avere una visione del testo formattato
secondo i parametri inseriti.
Per visualizzare il formato di un paragrafo si può selezionare il pulsante ? dalla Barra dei menu,
scegliere la voce Guida rapida e portare il cursore del mouse, che nel frattempo si è trasformato in un
punto interrogativo, all'interno di un paragrafo.
Quando si fa clic compare la descrizione delle formattazioni che sono state applicate al paragrafo e al
carattere.
È possibile modificare i rientri di paragrafo in modo rapido utilizzando gli indicatori posti sul righello
orizzontale di Word . AI confine tra l'area bianca del foglio, che indica la parte
in cui è possibile scrivere, e quella grigia, che rappresenta i margini, si trovano gli indicatori, che
permettono di modificare le impostazioni della larghezza di rientri, margini e colonne. Puntando il
mouse sul punto di incontro dei due indicatori, in modo che il puntatore si trasformi in una freccia
orizzontale a due punte, e trascinandolo, si può spostare il margine del foglio.
Facendo clic sul rettangolino posto sotto l'indicatore inferiore, invece, è possibile spostare il paragrafo
selezionato, in modo che presenti un margine diverso da quello generale.
Spostando solo l'indicatore superiore si può fare rientrare la prima riga rispetto al paragrafo.
L'indicatore inferiore permette di creare dei rientri sporgenti, in cui è il paragrafo a rientrare rispetto
alla prima riga.
La seconda scheda della finestra Formato paragrafo, Distribuzione testo, serve per distribuire in
modo razionale all'interno della pagina le righe dei paragrafi.
La casella d'opzione Controlla righe isolate, per esempio, impedisce che l'ultima riga di un paragrafo
venga stampata in una nuova pagina vuota, o che la prima riga di un paragrafo nuovo sia disposta alla
fine della pagina.
Le caselle d'opzione Mantieni assieme le righe e Mantieni con il successivo permettono di impedire
che il programma inserisca interruzioni di pagina all'interno di uno stesso paragrafo o tra due paragrafi
selezionati, in modo da evitare che due paragrafi collegati così come un paragrafo e il suo titolo si
vengano a trovare su due pagine differenti. La spunta della casella Non sillabare mantiene le parole
intere senza essere spezzate a fine rigo. La sillabazione è utile quando viene scelto l'allineamento
giustificato per evitare grandi spazi fra parole, che risultano antiestetici.
1.1.8 Copiare la formattazione.
Per copiare il formato di un testo selezionato, in un'altra parte di testo occorre selezionare il testo
formattato e poi fare click sul pulsante Copia formato . Il cursore si trasforma in pennello. Portarsi
all'inizio del testo da formattare e selezionarlo col mouse. Quando si rilascia il pulsante del mouse la
formattazione viene applicata al testo.
Finito di copiare il formato, il pulsante Copia formato si disattiva. Per mantenerlo attivo per più
operazioni occorre cliccare due volte. Alla fine rifare click per disattivare il copia formato.
1.2.1 Tabulazioni
Nella finestra Formato paragrafo vi è il pulsante Tabulazioni, che compare in basso su entrambe le
schede della finestra.
righello ; con un clic consecutivo è possibile scegliere il tipo di tabulazione che si vuole inserire,
centrata, allineata a destra o a sinistra, oppure decimale .
Una volta scelto il tipo di tabulazione, per inserirla bisogna fare clic sul righello nel punto in cui si
vuole venga posizionata. A questo punto la tabulazione è inserita ed è possibile vederne l'indicazione
sul righello. Per togliere un'indicazione di tabulazione dal righello basta selezionarla con il mouse e
trascinarla verso il bordo sinistro della pagina di Word.
Per enfatizzare una parte di testo, insieme agli altri modi, vi è anche la possibilità di aggiungere bordi e
rilievi. Per ottenere ciò, selezionare la parte di testo al quale si vuole applicare un bordo e fare click
sulla voce di menu Formato/Bordi e sfondo. Appare la finestra di dialogo in cui si possono impostare
tutti i parametri necessari.
Nella scheda Bordi si possono impostare il tipo di linea, lo spessore, il colore e la disposizione del
bordo. Nella casella a discesa si può scegliere a chi applicare il bordo, al testo selezionato oppure al
paragrafo. Col pulsante Opzioni si può scegliere la distanza del bordo dal testo, col pulsante Linea
Orizzontale si può scegliere una linea grafica da inserire orizzontalmente nel testo.
Nella seconda scheda è possibile impostare un bordo per la pagina, definendone la distanza dai margini
oltre agli altri elementi.
Infine nella scheda Sfondo è possibile scegliere un colore di sfondo per il bordo scelto e definire la
trasparenza o elementi grafici di riempimento.
Gli elenchi sono un ottimo sistema per rappresentare in modo ordinato un insieme di elementi o per
indicare una serie di passi da compiere in sequenza. Inoltre, sono molto semplici da realizzare.
Sulla barra degli strumenti Formattazione di Word, infatti, si trovano due pulsanti specifici ,
che permettono di definire elenchi puntati (in cui un punto viene posto all'inizio di ogni voce) e
numerati (in cui ogni voce è introdotta da un numero).
Provate a realizzare un elenco: dopo aver scritto una serie di nomi, premendo sempre il pulsante
INVIO dopo ogni termine, selezionateli e fate clic su uno dei due pulsanti: Word crea
automaticamente un elenco puntato o numerato É anche possibile rendere più articolato l'elenco
applicando dei rientri ad alcuni punti: dopo averli selezionati, premete il pulsante Aumenta rientro
, che si trova a fianco del pulsante per la creazione dell'elenco puntato. I punti saranno spostati (in
gergo si dice indentati) a destra e indicati da un diverso segno di punto elenco.
Gli elenchi possono essere numerati o contrassegnati da marcature grafiche, come puntini o motivi
geometrici: Word offre una vasta gamma di indicatori per personalizzare il tipo di elenco che si vuole
utilizzare. Per vedere i tipi di elenco a disposizione selezionate il menu Formato e fate clic sulla voce
Elenchi puntati e numerati: Word apre una finestra dove sono presentate le diverse soluzioni
grafiche per risolvere l'impaginazione di elenchi e sottoelenchi in forma numerata o grafica.
La funzione Elenchi, oltre a permettere un'impaginazione più ordinata, consente l'aggiornamento
automatico di un elenco numerato. Quando si aggiunge un nuovo elemento alla lista, infatti, non è
necessario rinumerare tutte le voci: è sufficiente posizionarsi con il puntatore nel punto dove si vuole
aggiungere l'elemento e inserirlo. Word aggiorna da solo tutto l'elenco secondo la nuova numerazione.
Se dopo aver creato un elenco volete tornare al testo normale, selezionatelo e fate di nuovo clic sul
pulsante Elenco che avete utilizzato per realizzarlo: gli indicatori di elenco saranno cancellati.
1.3 Maschere
Molto spesso in ufficio si usano stampati o documenti che presentano sempre la stessa struttura, come
domande, certificazioni etc.. In questi casi è utile avere un modello, il quale può essere adattato alle
diverse esigenze del momento. I modelli, o se vogliamo maschere, possono essere creati dall'utente,
ma ve ne sono già di pronti. Essi sono salvati con l'estensione .dot
Per creare un nuovo modello senza partire da un documento esistente, scegliere Nuovo dal menu File.
Si apre la finestra di dialogo:
Selezionare Modello nella casella di gruppo Crea nuovo. Si può scegliere fra un modello esistente o
crearne uno nuovo vuoto. Nella finestra d'anteprima si può osservare la struttura del modello. Fatte le
scelte fare clic su OK. Scegliere Salva con nome dal menu File. Nella casella Tipo file fare clic su
Modello di documento. Questo tipo di file sarà già selezionato se si sta salvando un file creato come
modello.
Il modello creato può essere salvato in una cartella qualunque, ma è buona norma salvarlo nella
cartella di default, la cartella predefinita Modelli, che verrà specificata automaticamente nella casella
Salva in. Per salvare il modello in una scheda diversa da quella Generale, passare alla sottocartella
corrispondente all'interno della cartella Modelli.
Nella casella Nome file digitare un nome per il nuovo modello, quindi fare clic su Salva. Aggiungere
gli elementi di testo o grafica che si desidera inserire in tutti i nuovi documenti creati sulla base del
modello ed eliminare gli elementi non necessari. Apportare le modifiche desiderate alle impostazioni
dei margini, della dimensione e dell'orientamento della pagina, degli stili e di altri formati.
Fare clic su Salva , quindi scegliere Chiudi dal menu File.
Per lavorare con i modelli occorre aprirne uno, fare le modifiche e salvarlo come documento.
Per aprire un modello da una cartella qualunque, selezionare dal menu File/Apri. Nella finestra di
dialogo che si apre, scegliere Modello di documento nella casella Tipo File. Cercare il modello nella
cartella desiderata e fare click sul pulsante Apri.
Per aprire un modello dalla cartella Modelli, selezionare Nuovo... dal menu File e procedere
selezionando modello dal gruppo Crea Nuovo; scegliere il modello e cliccare sul pulsante OK.
A questo punto si possono effettuare tutti i cambiamenti che si vuole, ma ... attenzione! è meglio
salvare subito, ancor prima di fare la prima modifica, il file come documento, altrimenti, cliccando
inavvertitamente sul pulsante Salva (quello con l'icona del dischetto) si potrebbe salvare il modello
modificato. Per evitare ciò, selezionare Salva con nome dal menu File, scegliere Documento Word
nella casella Tipo File, dare il nome al file e scegliere la cartella di destinazione. A questo punto fare
click sul pulsante Salva.
Nella sezione precedente abbiamo visto come un testo possa essere abbellito applicando la
formattazione di carattere e di paragrafo. Ma Word offre ancora di più. E' possibile, con un unico click
del mouse applicare a un testo o all'intero paragrafo formattazioni di carattere e di paragrafo. L'insieme
delle caratteristiche di formattazione di un paragrafo si chiama stile del paragrafo. Word offre già
molti stili preconfezionati, ma l'utente può crearne di propri.
Per attribuire uno stile a un paragrafo o a un insieme di paragrafi è sufficiente selezionarli, aprire la
casella Stili e scegliere quello voluto; al paragrafo selezionato verranno attribuiti tutti gli elementi di
formattazione di quello stile.
Facendo click sulla freccia della casella Stili, si apre la lista degli stili principali disponibili disponibili.
Ricordiamo che per vedere o stile applicato a un paragrafo si può aprire il menu ?/Guida rapida e
cliccare col cursore col punto interrogativo sul paragrafo.
Per applicare lo stile è sufficiente selezionarlo dall'elenco e fare click sul pulsante Applica.
Fare attenzione! Uno stile Titolo1 (p.e.) definito su un computer può essere diverso dallo stile Titolo1
di un altro computer, se questo stile è stato modificato dall'utente. Ciò non vuol dire che il documento
scritto col primo apparirà alterato sul secondo, in quanto word definisce sempre il formato carattere e
paragrafo elemento per elemento.
Le caratteristiche dello stile appaiono nella descrizione.
Gli stili Titolo già definiti in word possono essere utili quando si vuole creare un testo strutturato a
diversi livelli e si ha intenzione di fare automaticamente un sommario alla fine del documento.
può far uso del pulsante copia formato . Se si deve ripetere più volte la copia formato, fare doppio
click e al termine cliccare ancora per disattivare il pulsante.
I numeri di pagina diventano importanti quando il documento prende più pagine. Word numera
automaticamente le pagine, quando si cambiano le impostazioni di margini o di foglio o di altro.
Per inserire i numeri di pagina nel documento fare click sul menu Inserisci/Numeri di Pagina. Si apre
la finestra di dialogo che permette di impostare i parametri.
Si può decidere di mettere il numero di pagina in alto o in basso, a sinistra al centro o a destra e di
inserirlo sulla prima pagina o no. Il numero di pagina viene inserito nell'intestazione o nel piè di pagina
e può convivere con altri elementi.
Cliccando sul pulsante formato si può
impostare il formato dei numeri.
presentazione di tutto il testo, oppure, come spesso accade, su tutte le pagine a eccezione della
copertina. È anche possibile inserire intestazioni e piè di pagina diversi per la pagine pari e le pagine
dispari, in caso di documenti affiancati, oppure differenziare l'intestazione da una sezione all'altra di
uno stesso documento.
Per inserire questi elementi selezionate la voce di menu Visualizza/Intestazioni e piè di pagina.
Word inserisce all'esterno dei margini superiore e inferiore della pagina due aree tratteggiate, nelle
quali è possibile digitare il testo; inoltre, compare una barra di lavoro che permette di inserire elementi
standard e numerazioni di pagine e di spostarsi tra le diverse intestazioni.
Il pulsante Inserisci numero di pagina, per esempio, permette di inserire automaticamente nel piè di
pagina o nell'intestazione il numero della pagina corrente, il secondo pulsante, invece, inserisce il
numero di pagina relativo, indicando la posizione della pagina rispetto all'intero documento: per
esempio, pagina 3 di 24.
I pulsanti Inserisci data e Inserisci ora inseriscono rispettivamente data e ora di produzione del
documento.
Gli altri pulsanti servono per definire lo stile di intestazione e piè di pagina, inserire dei bordi, variare
l'intestazione in alcune parti del documento o spostarsi tra i diversi elementi.
Word fornisce anche un glossario di elementi standard, a cui è possibile attingere nella creazione delle
proprie intestazioni e piè di pagina. Per visualizzarlo è sufficiente fare clic sul pulsante Inserisci voce
di glossario.
Naturalmente, oltre alle possibilità offerte dai pulsanti della barra dell'intestazione, è possibile
formattare il testo inserito con tutte le modalità offerte dalla voce di menu Formato, sia per quanto
riguarda il carattere che il paragrafo.
È tutto corretto? Una volta che si è finito di scrivere il proprio testo è necessario rileggerlo per
verificare se ci sono imprecisioni, parole ripetute o refusi, ovvero errori di digitazione.
Word offre una serie di strumenti che aiutano a controllare l'ortografia e la grammatica del testo e a
correggere gli errori sia in fase di stesura sia successivamente, durante la revisione del documento.
Mentre si scrive il testo, infatti, Word sottolinea le parole che presentano dei problemi ortografici con
una linea ondulata rossa e segna con una linea verde le imprecisioni grammaticali.
Non sempre questi strumenti sono graditi a chi scrive, soprattutto perché possono disturbare la
leggibilità del testo e confondere l'utente. È possibile iniziare a scrivere e attivare i correttori solo in
fase finale, quando si rilegge il tutto per correggerlo. Per attivare o disattivare gli strumenti di
correzione selezionate il menu Strumenti e fate clic sulla voce Opzioni.
Word apre una finestra che permette di personalizzare le funzioni di correzione del testo o la presenza
di suggerimenti in linea.
Dalla finestra Opzioni selezionate la scheda Ortografia e grammatica e scegliete le caselle d'opzione
che desiderate attivare.
Se si mette un segno di spunta nelle caselle Controllo ortografico durante la digitazione, Ignora
parole maiuscole, Ignora parole con numeri, Ignora indirizzi Internet e percorsi di file, per
esempio, si attiva il correttore automatico durante la digitazione, ma si escludono dalla correzione
alcune categorie di parole (le parole maiuscole, le parole con numeri, gli indirizzi Internet o di file).
Gli errori individuati dal correttore possono essere rivisti "a mano", oppure si può ricorrere ai
suggerimenti di Word. Per utilizzare gli strumenti di correzione di Word selezionate la parola o la frase
sottolineata dal correttore e fate clic con il tasto destro del mouse.
Per attivare questa funzione selezionate il menu Strumenti e fate clic sulla voce Correzione
automatica. Word apre una finestra dalla quale è possibile attivare la funzione di correzione durante la
digitazione e anche inserire una lista di errori che si compiono di frequente e che si vogliono
correggere in modo automatico.
Se selezionate la casella di controllo Sostituisci il testo durante la digitazione, infatti, si attivano in
basso i campi Sostituisci e Con. E' cosi possibile inserire nel campo Sostituisci le voci che si sbagliano
più di frequente e nel campo Con i termini sostitutivi degli errori.
Correggere durante la fase di scrittura aiuta a tenere sotto controllo il testo, ma può anche risultare
dispersivo e frammentare il processo creativo.
Molti preferiscono tenere separati il momento della scrittura da quello della correzione, ed effettuare le
revisioni tutte insieme nella fase finale.
Word permette anche di effettuare una lettura selettiva del documento, fermandosi solo sulle parti
ambigue dal punto di vista grammaticale o ortografico.
Per "saltare" da un errore all'altro selezionate un elemento segnalato dal correttore e fate doppio clic
sul pulsante Stato di ortografia e grammatica , posto sulla barra di stato: con un primo
doppio clic Word apre una finestra di dialogo nella quale si visualizzano i suggerimenti ortografici,
grammaticali o stilistici elaborati dal programma per quella parola; con un secondo doppio clic si passa
all'elemento successivo, "saltando" in un'altra parte del documento.
Dalla finestra di dialogo si può decidere di ignorare il suggerimento (selezionando l'opzione Ignora
frase), o di accettarlo: in questo caso si deve fare clic su una delle opzioni con cui Word consiglia di
sostituire l'errore.
Le stesse funzioni del pulsante Stato ortografia e grammatica sono accessibili dal menu Strumenti.
Se selezionate la voce Controllo ortografia e grammatica, infatti, Word inizia a perlustrare il
documento alla ricerca di errore.
Quando incontra una parola sottolineata dal correttore, il programma apre una finestra di dialogo,
analoga alla precedente ma con funzioni estese, dalla quale è possibile visualizzare i suggerimenti,
accettarli o anche decidere di ignorare tutte le occorrenze di quell'errore all'interno del documento.
Correggere un errore ortografico è semplice, in quanto Word confronta la parola errata con quella
memorizzata del dizionario e propone la correzione.
Più complicata è la correzione grammaticale e ancor più difficile è la correzione sintattica, in quanto
intervengono, in questo caso, elementi di stile e di gusto che possono essere personali. Tuttavia Word
avanza dei suggerimenti su costruzioni di frase che appaiono scorrette o poco usate.
Per attivare il controllo grammaticale bisogna selezionare la casella Controlla grammatica nella
finestra di controllo ortografico che si apre attivando il Controllo Ortografia e Grammatica dal
menu Strumenti, vista in precedenza.
La frase o la parola che sembra non corretta viene evidenziata in verde nella prima finestra di testo e
nella seconda appare il commento di correzione, che può essere accettato o no mediante i pulsanti a
lato.
Nel caso si voglia disattivare la correzione grammaticale, per rendere più veloce
la correzione ortografica, è sufficiente deselezionare la casella Controlla
grammatica
Lezione 6
Elaborazione testi
Parte Terza
2.1 Tabelle
Quando si inizia a scrivere con Word, il programma mostra un' impostazione e un carattere
predefiniti. Si tratta però di impostazioni che possono essere ridefinite in base alle esigenze e ai gusti
dell'utente, che può così personalizzare l'impaginazione del documento.
Impaginare un documento con Word significa impostare tutti gli elementi che caratterizzano le
pagine del documento, la delimitazione dei margini, che permette di stabilire quanto spazio deve
occupare il testo scritto rispetto all'area del foglio, al definizione del paragrafo e altro.
Oltre alla formattazione del carattere e del paragrafo, si deve impostare la pagina per poter avere la
giusta impaginazione. Word provvede automaticamente a distribuire il testo nelle varie pagine a
seconda delle dimensioni del foglio e di tutti gli altri elementi scelti.
Per impostare la pagina fare click su File/Imposta Pagina. Si apre la finestra di dialogo, composta di
quattro schede.
La casella Dimensione foglio presenta un menu a discesa dove sono visualizzati i formati di carta più
diffusi a seconda della funzione e della nazione di utilizzo (in Italia di solito è A4). Se il tipo di
foglio che si vuole utilizzare per la stampa non è presente nell'elenco è possibile personalizzare le
dimensioni utilizzando i pulsanti di incremento e decremento presenti nella finestra per definire
esattamente la larghezza e la lunghezza del foglio. Attenzione alla stampante, però: il formato
definito in Word deve corrispondere ai fogli di carta che verranno inseriti nel cassetto della
stampante.
Si utilizza il termine landscape (paesaggio) per indicare l'orientamento orizzontale del foglio e
portrait (ritratto) per definire l'orientamento verticale.
Nella scheda Layout della finestra Imposta pagina si trovano opzioni sofisticate per l'impostazione
della pagina, per esempio la possibilità di inserire numeri di riga o impaginare il documento con dei
bordi: selezionando i relativi pulsanti si apriranno le finestre di dialogo che permettono di specificare
i parametri per queste impostazioni.
La scheda Margini, permette di definire quanto spazio si vuole lasciare ai bordi del testo.
La finestra presenta cinque campi: i primi quattro, Superiore, Inferiore, Destro e Sinistro,
forniscono le dimensioni di ciascun margine secondo l'impaginazione predefinita.
Il quinto parametro è dedicato alla rilegatura. In alcuni casi, infatti, per esempio nelle tesi di laurea o
negli appunti, i fogli stampati saranno uniti attraverso spirali o cuciture ed è quindi utile lasciare uno
spazio aggiuntivo sul lato interno o superiore del foglio, per far sì che possa essere rilegato.
Il campo Rilegatura serve per aumentare lo spazio di un margine senza modificare la simmetria del
testo rispetto alla pagina: se si aumenta il valore di un margine rispetto agli altri, infatti, la pagina
viene centrata secondo valori asimmetrici e può risultare spostata verso destra o verso sinistra.
Meglio quindi impostare lo spazio per la rilegatura, che permette di lasciare inalterata la centratura
del testo.
Nella scheda Margini si trova anche un riquadro, Distanza dal bordo, che permette di definire la
distanza dal bordo della pagina di Intestazioni e Piè di pagina, spazi predefiniti che si trovano nella
parte superiore o inferiore della pagina dove vengono inseriti elementi standard del documento, quali
il titolo del capitolo, il logo dell'azienda o la data di realizzazione.
Attenzione! La distanza dal bordo di intestazioni e piè di pagina deve essere sempre inferiore a quella
del margine inferiore o superiore: in caso contrario, infatti, il testo del documento viene stampato
sotto l'intestazione o il piè di pagina.
L'opzione Pagine affiancate è utile nel caso si debba stampare il documento in modalità fronte-retro:
mettendo il segno di spunta nella casella relativa i margini interni e esterni delle pagine affiancate
risulteranno uguali.
Se si seleziona la casella Due pagine per foglio è possibile stampare due pagine del documento sullo
stesso foglio, mantenendo simmetrici i margini interni ed esterni: questa opzione è molto utile
quando si realizzano depliant o biglietti di invito che devono essere piegati in due dopo essere stati
stampati.
Una volta definiti i margini e gli altri criteri di impaginazione, è possibile decidere se applicare la
formattazione impostata all'intero documento o solo a una parte definita del testo.
Nella finestra Imposta pagina, infatti, è presente per tutte le schede il menu a discesa Applica a, che
permette di scegliere se applicare l'impostazione a tutto il documento oppure soltanto dal punto in cui
ci si trova in poi. Se in precedenza è stata selezionata una parte di testo compare anche l'opzione
Applica alla parte selezionata.
2.1 Tabelle
Le tabelle vi permettono di organizzare le informazioni in righe e colonne e possono servire non solo
nella presentazione di dati, ma anche per disporre in modo ordinato immagini e testo.
Le tabelle possono essere utili per migliorare l'impaginazione di documenti, soprattutto nel caso di
pagine da pubblicare su Internet, e permettere l'allineamento di immagini e testo in modo da ottenere
un layout regolare e uniforme.
Le tabelle sono costituite da una serie di celle (o caselle) orizzontali e verticali: ogni fila di celle
orizzontali forma una riga, mentre una serie di celle verticali costituisce una colonna.
Una volta costruita, la tabella è facilmente modificabile e adattabile a diverse esigenze. È possibile,
per esempio, modificare la grandezza delle celle: posizionatevi sui bordi della cella in modo che il
cursore assuma la forma di una doppia freccia, fate clic e, tenendo premuto il pulsante del mouse,
spostate il margine aumentando o diminuendo la grandezza di righe e colonne.
Nel caso di tabelle irregolari (cioè con righe e colonne di grandezze differenti) potreste però trovare
più comodo utilizzare gli strumenti di disegno a mano libera.
Se si seleziona la voce di menu Tabella/Disegna tabella, oppure si fa clic sul pulsante Tabelle e bordi
presente nella barra degli strumenti Standard, si apre la barra degli strumenti Tabelle e bordi, che
permette di disegnare direttamente con il mouse righe e colonne di grandezza diversa.
Ordinare i dati
Organizzare i dati in tabelle permette anche di trattarli con alcuni strumenti tipici dei fogli di lavoro,
cioè i documenti realizzati con Excel. È possibile, per esempio, ordinare le voci in modo alfabetico,
numerico o in base alla data, oppure calcolare la somma di una riga o di una colonna di numeri.
Per ordinare gli elementi di una colonna all'interno della tabella selezionate l'intera tabella, fate clic
sul menu Tabella e scegliete la voce Ordina. Word apre una finestra di dialogo nella quale sono
evidenziati i diversi fattori che è possibile ordinare e i parametri di ordinamento. Nelle caselle Ordina
per è passibile definire le colonne che si vogliono ordinare, mentre nella casella Tipo si impostano i
parametri per l'ordinamento: è possibile scegliere se ordinare le colonne in modo alfabetico, numerico
o in base alla data.
Un'altra funzione importata dai fogli di lavoro è quella della somma dei valori di più righe o colonne
nella tabella. Per ottenere la somma di più righe posizionatevi sull'ultima cella della riga e scegliere la
voce Formule dal menu Tabella. Word apre una finestra di dialogo nella quale sono presentate le
opzioni disponibili per compiere operazioni con le celle. Nella casella Formula l'operazione di somma
(SUM) è l'opzione predefinita, identificata con la formula =SUM(LEFT): l'espressione significa che
verranno utilizzati per la somma tutti i valori posti a sinistra della cella selezionata; posizionandosi
invece sulla cella di una colonna sarebbe comparsa la formula =SUM(ABOVE): significa che la
somma avviene tra tutti i valori delle celle poste sopra quella selezionata
Word offre diverse possibilità per abbellire un documento e renderlo perfino multimediale. Si possono
inserire tutti gli oggetti che si vuole, di cui alcuni verranno stampati, mentre altri sono utilizzabili solo
nel documento elettronico. Così possiamo inserire immagini, clip art, disegni, suoni, filmati e altri
oggetti per rendere interattivo il documento. Inserire nel testo un'immagine o un altro elemento
grafico è molto semplice. Basta sceglier la voce di menu Inserisci/immagine. Si sceglie poi l'elemento
da inserire.
Agli elementi grafici inseriti sono collegate due barre di strumenti che permettono di modificare
l'elemento: La barra di strumenti Disegno e la barra di strumenti Immagine.
Gli strumenti per il disegno disponibili, permettono di ottenere disegni vettoriali che possono essere
anche molto complessi.
Se la barra degli strumenti Disegno non appare nella finestra di lavoro di Word aprite il menu
Visualizza, selezionate l'opzione Barre degli strumenti e fate clic sulla voce Disegno.
Word permette sia di disegnare a "mano libera" sia di utilizzare strumenti per tracciare figure e forme
predefinite, per costruire disegni più regolari.
Selezionando la voce Forme, all'interno della barra Disegno, si apre un menu a discesa dove sono
elencati i diversi tipi di forme disponibili.
Il pulsante Linee, per esempio, permette di tracciare linee e figure a mano libera; il pulsante Forme,
invece, permette di aggiungere forme già predefinite al documento. Con i pulsanti Freccia è possibile
disegnare frecce dalle forme più diverse, mentre lo strumento Callout costruisce delle cornici di testo,
come nei fumetti, per commentare illustrazioni o introdurre commenti e note.
Il menu Forme presenta anche la voce Diagrammi di flusso, che permette di costruire diagrammi e
mappe concettuali, utili nei testi di spiegazione e nelle presentazioni aziendali. Ogni voce del menu
apre un menu di scelta rapida. Selezionando la voce Aggiungi testo compare all'interno dell'immagine
un'area di testo nella quale è possibile iniziare a scrivere.
WordArt
WordArt è un'applicazione che permette di inserire all'interno del documento Word elementi testuali
trattati come grafica. Wordart combina forme, colori e caratteri in un unico oggetto. Per inserire un
elemento WordArt posizionatevi con il puntatore nell'area desiderata e fate clic sull'icona WordArt,
situata sulla barra di disegno. Il programma apre una finestra di dialogo in cui si trova una griglia di
opzioni grafiche. Si possono realizzare, per esempio, testi ondulati, tridimensionali o disposti in senso
verticale.
Se selezionate una delle opzioni e fate clic su OK il programma apre la finestra Modifica testo
WordArt, che permette di inserire il testo al quale si vuole applicare la grafica Wordart, nonché il
tipo e le dimensioni di carattere che si vogliono adottare.
Una volta immessi tutti i parametri necessari fate clic su OK e Word inserisce la WordArt nel punto
selezionato.
La WordArt è a tutti gli effetti un'immagine: per selezionarla posizionatevi con il puntatore
sull'elemento in modo che la freccia si trasformi in croce e fate clic; per spostarla all'interno della
pagina trascinatela con il mouse; per modificarne il formato grafico, invece, fate clic (o doppio clic)
sull'area interessata e aprite in tal modo la barra degli strumenti WordArt.
Le ClipArt
Se selezionate la voce Immagine del menu Inserisci (oppure premete il pulsante inserisci immagine
sulla barra di Disegno) e fate clic sulla voce ClipArt, si apre la finestra ClipArt, da cui è possibile
consultare un archivio di immagini, e nelle ultime versioni di Word anche di suoni e filmati, da
aggiungere al testo.
Word 2000 ha migliorato le funzionalità ClipArt in modo da rendere più comoda la gestione e la
ricerca delle immagini e da introdurre possibilità di scambio con il Web, attingendo risorse da siti
Internet.
La finestra Inserisci ClipArt contiene tre schede che raccolgono i diversi tipi di media che si possono
inserire. Le immagini contenute nell'archivio ClipArt possono essere di tipo bitmap (per esempio gif,
.bmp, .jpg) o in formato metafile di Windows (.wmf). Le immagini bitmap sono formate da una serie
di punti che compongono forme e linee. Sono create utilizzando programmi di disegno, per esempio
Microsoft Paint, oppure acquisendo un'immagine per mezzo di uno scanner. Le immagini bitmap non
possono essere convertite in Oggetti di disegno, ma è possibile modificarne le dimensioni e il colore o
ritagliarle utilizzando i pulsanti della barra degli strumenti Immagine. .
Il formato metafile di Windows, invece,
indica che le immagini inserite nel testo
possono essere trattate come disegni e
modificate direttamente con gli strumenti di disegno di Word: è possibile, per esempio, scomporre tali
immagini in più parti per spostarne alcuni pezzi o colorarli in modo diverso. La scheda Immagini
contiene disegni e fotografie nei formati grafici più diffusi (.bmp, .wmf,
.jpg .gif ecc.). La scheda Suoni raggruppa file audio in formato .wav, .mid o .au. La scheda Filmati,
invece, può contenere sia video e animazioni, in formato .avi .mpeg e .mov, sia immagini gif animate,
cioè le piccole animazioni che si vedono sulle pagine Web. I file di ogni scheda sono ordinati in
categorie in base all'argomento rappresentato. Una volta selezionato il tipo di file che si vuole inserire,
per esempio attraverso la scheda Immagini, si può iniziare la ricerca sfogliando tutte le categorie
presenti o effettuare una richiesta "mirata" su specifici temi, formati o tipi di disegno.
Dopo aver individuato la categoria che vi interessa, fate clic sull'icona corrispondente: Word apre la
cartella selezionata e mostra, in formato ridotto, tutte le immagini ClipArt contenute all'interno.
Posizionandosi con il mouse su ciascuna icona è possibile visualizzare una breve descrizione
dell'immagine e verificare quanto "pesa" in termini di memoria.
Se fate clic sull'immagine, invece, si apre la barra dei pulsanti ClipArt, attraverso la quale è possibile
inserire l'immagine all'interno del testo (con il pulsante Inserisci ClipArt), spostarla in un'altra
cartella tematica o vederne un'anteprima.
Una pagina Word può essere abbellita anche dandole uno sfondo colorato con o senza filigrana.
Naturalmente questa possibilità serve ad abbellire una pagina WEB e lo sfondo della pagina è visibile
solo in visualizzazione WEB. Per inserire uno sfondo scegliere il menu Formato/Sfondo/Effetti
riempimento.... Si apre Una finestra di dialogo.
Essa è costituita da tre schede, con le quali è possibile inserire, oltre che un colore di sfondo, anche
una trama o un motivo o un'immagine. Se si volesse stampare il documento word con lo sfondo
occorre salvarla come HTML, visualizzarla con un browser (p.e. Explorer) e quindi impostare la
stampa con lo sfondo.
Se proprio si vuole avere una pagina Word con uno
sfondo colorato, si può inserire una casella di testo
grande a piacere e scrivere il testo all'interno di
essa. Alla casella di testo può essere dato uno
sfondo colorato o una trama che verrà stampata.
Per inserire una casella di testo, visualizzare la barra degli strumenti Disegno e fare click sul pulsante
Casella di Testo e disegnare la casella tracciandola sulla pagina. Una volta tracciata, selezionarla
cliccando sul bordo e cliccare sulla freccetta a destra del pulsante Riempimento .
Inserito un elemento nel documento, sia esso un'immagine, una casella di testo o un disegno, occorre
stare attenti a dove si posiziona e in qual modo è legata al testo. Infatti, modificando la pagina o
inserendo o eliminando del testo, l'immagina si muove e potrebbe non apparire più dove volevamo.
Innanzitutto occorre decidere in qual modo l'immagine dovrà apparire nel testo, per esempio se il testo
deve incorniciare l'immagine, oppure stare sopra e sotto o dietro o davanti etc.. Per ottenere questa
disposizione, selezionare l'immagine cliccandoci sopra; se non si apre automaticamente la barra di
strumenti Immagine, attivarla da Visualizza/Barre degli Strumenti/Immagine. Appare la barra, dalla
quale si può impostare la disposizione del testo. In alternativa si può cliccare col destro sull'immagine
e scegliere la voce di menu Formato immagine dal menu di scelta rapida.
Se l'immagine è in linea col testo, essa viene trattata come fosse testo e si sposta insieme al resto
durante l'impaginazione. Negli altri casi occorre vedere a quale paragrafo è collegata. Ciò è indicato
da un'ancora all'inizio del paragrafo, che compare se si seleziona l'immagine ed è attivo il pulsante
Mostra tutto .
Qualunque elemento inserito in una pagina word può essere ridimensionato e, volendo deformato.
Per ridimensionare un'immagine o altro è sufficiente cliccarci sopra in modo da selezionarla.
Appaiono agli angoli e ai bordi dei quadratini neri detti maniglie, trascinando i quali si può allargare o
Una caratteristica importante di word è la possibilità di importare in una pagina un elemento (oggetto)
esterno prodotto con un'altra applicazione e modificarlo o aggiornarlo con l'applicazione che lo ha
prodotto. Per esempio si può importare un foglio di lavoro Excell e modificarlo all'interno di word.
Per importare un oggetto si deve far click sul menu Inserisci/Oggetto. Si apre una finestra di dialogo.
La finestra è costituita da due schede, la prima permette di creare un nuovo oggetto, la seconda
permette di creare l'oggetto partendo da un file esistente.
Per esempio se vogliamo inserire un foglio Excell già esistente e avere la possibilità di modificarlo in
word, si deve scegliere il file cercandolo con Sfoglia. Se si vuole che l'originale sia collegato in modo
da essere sempre aggiornato si deve selezionare la casella Collega al file.
Per modificare l'oggetto creato fare doppio click sull'oggetto. In questo modo si apre la modalità
modifica ed è come se si lavorasse nell'applicazione propria dell'oggetto
Allo stesso modo si può inserire qualunque file che sia stato prodotto con una applicazione. Così
un'immagine prodotta con Paint può essere inserita come oggetto ed essere modificata con paint. Se
l'immagine è stata prodotta con Corel Draw, può essere inserita e modificata con Corel Draw.
Un oggetto importante che può essere inserito è, per esempio, Equation,
cioè una equazione matematica. Inserendo come oggetto Microsoft
Equation, si apre nella pagina uno spazio in cui si può scrivere
l'equazione, la quale può sempre essere modificata cliccando due volte
sopra.
Scegliendo dall'elenco Microsoft Graph viene inserito un grafico. Cliccando col destro sopra al
grafico e scegliendo Grafico/Modifica dal menu di scelta rapida si apre una finestra in cui è possibile
effettuare tutte le modifiche necessarie, come scelta del tipo e molti altri parametri.
Infine si può inserire un file, selezionando Inserisci/file... dalla barra dei menu. Si apre la finestra di
dialogo in cui è possibile scegliere il file. In genere si inserisce un file di testo, che può essere un file
word o un file di solo testo. Ciò può essere selezionato dalla casella Tipo file. Se viene selezionato un
file non di testo, questo viene aperto ugualmente ma con risultati imprevedibili, in quanto Word
considera solo file di testo.
Inserire un file può tornare utile quando si vuole inserire un testo già scritto in un punto del
documento attivo, o per accodare più file piccoli per formare un documento grande: è più facile
gestire un file piccolo che uno di grandi dimensioni.
Lezione 7
Foglio elettronico
Parte prima
Cos'è un foglio di calcolo? Quando due studenti americani nel 1979 si accorsero (per modo di dire)
che il computer poteva, fra l'altro, anche e soprattutto calcolare, pensarono di dividere lo schermo in
tante caselle, nelle quali mettere soprattutto numeri e formule ed effettuare calcoli automaticamente
fra i numeri contenuti nelle caselle. Era nato il primo foglio elettronico che si chiamava VisiCalc. Da
quel tempo molta strada è stata fatta. I moderni fogli di calcolo, pur conservando l'idea di base, sono
divenuti davvero potenti. Addirittura, oltre che fare calcoli, possono essere programmati per eseguire
procedure anche molto complesse. Il più conosciuto foglio elettronico oggi è senz'altro MICROSOFT
EXCEL 2000, ma molti altri sono stati e sono presenti attualmente sul mercato (come Lotus 123). Il
motivo per cui Excel si è imposto è da ricercare nella sua potenza, ma anche nella sua perfetta
integrazione con gli altri programmi Microsft (Word, Power Point, Access) e con il mondo di Internet.
Un foglio elettronico, o foglio di calcolo (in inglese spreadsheet), è costituito da una tabella in cui è
possibile disporre dati, formule e valori. La principale attrattiva del foglio di calcolo, tuttavia, non
consiste nell'ordinare i dati secondo differenti parametri, ma riguarda soprattutto la possibilità di
creare tabelle dinamiche, in cui compiere operazioni e istituire relazioni tra i dati.
Il foglio di calcolo, infatti, è uno strumento che permette di organizzare dati di qualsiasi genere
secondo criteri di gestione personali, trasformarli in grafici e diagrammi oppure utilizzarli per
formulare ipotesi di sviluppo e costruire modelli previsionali.
Questa versatilità ha portato i fogli di calcolo a essere tra le applicazioni più diffuse e utilizzate da
tutte le fasce di utenti, negli uffici come nell'home computing.
Per esempio, un foglio di calcolo può essere utilizzato per gestire le spese mensili. Le celle della
tabella non servono solo a presentare i dati ma a contenere formule che li mettono in relazione. È
possibile creare una cella dove si sommano tutti i valori di spesa e ottenere il budget complessivo,
un'altra cella invece può servire a mettere in relazione tutte le spese per l'auto in modo da ricavare il
valore della spesa media mensile destinata ai trasporti. Qualora si modifichi uno solo dei valori
all'interno del foglio non è necessario effettuare di nuovo tutti i calcoli, perché il programma provvede
automaticamente ad aggiornare tutti i valori in base alle formule impostate dall'utente.
basati.
Se si raccolgono in un foglio elettronico i dati relativi al budget di un'azienda, per esempio, è possibile
confrontare i valori inseriti per le Entrate e le Uscite e utilizzare le funzioni di Previsione, Tendenza e
Crescita per prevedere gli andamenti futuri.
Il programma mette a disposizione una serie di formule matematiche che possono servire a elaborare i
dati in entrata e costruire in base a essi dei modelli di previsione, definiti Scenari.
Un'altra possibilità offerta dai fogli elettronici è costruire in modo rapido moduli di vario genere
basati sui dati raccolti: i moduli possono essere utilizzati su Internet o distribuiti su carta stampata per
effettuare ordini di acquisto o richieste di informazioni.
In Excel l'unità fondamentale di immagazzinamento dei dati è costituita dalla Cartella di Lavoro, che
viene salvata come documento Excel (Nome.xls). La cartella può contenere uno o più fogli
indipendenti o collegati fra loro. Ogni foglio è costituito da una griglia di rettangoli (celle) per un
totale di 256 colonne (nominate con le lettere dell'alfabeto) e da 65.535 righe numerate, di modo che
ogni cella ha il suo nome individuato dalla lettera della colonna e dal numero della riga, come in un
gioco di battaglia navale.
Per aprire una cartella esistente si può procedere in diversi modi:
● fare doppio click sull'icona del file. Si apre il programma e la cartella relativa al file.
● aprire il programma da Start/Programmi/Microsoft Excel e poi dal menu scegliere File/Apri.
Cercare nella finestra di dialogo che si apre la cartella e cliccare sul pulsante Apri.
Dopo aver modificato la cartella di lavoro, essa può essere salvata in vari modi:
dal menu File/Salva o File/Salva con nome
cliccando sull'icona Salva ( ).
In Excel si possono aprire più cartelle contemporaneamente per trasferire dati o mettere in relazione
dati di cartelle diverse. Per aprire più cartelle si aprono una alla volta dal menu File/Apri. Le finestre
delle varie cartelle possono essere ridimensionate per vederle tutte nella finestra di Excel oppure
possono essere mantenute a tutto schermo e attivarle una alla volta dalla Barra delle Applicazioni
cliccando sul pulsante relativo.
All'apertura del programma, Excel presenta una cartella vuota di nome Cartell1, il cui nome può
essere cambiato quando viene salvata per la prima volta. Nel caso si volesse aprire una nuova cartella
è sufficiente cliccare su File/Nuovo. Si apre una finestra di dialogo.
Nel caso si voglia salvare un file aperto in un'altra cartella dell'hard disk o sul dischetto si deve far
uso del comando di menu File/Salva con nome. In questo caso si apre la solita finestra di dialogo in
cui si può specificare il percorso dove salvare il file e, volendo, anche cambiare il nome del file.
Attenzione! Salvando il file in un'altra cartella o con un altro nome, esistono a questo punto due file:
quello precedente, che viene conservato ma non aggiornato, e quello salvato, che rimane attivo e che
viene modificato con le operazioni successive.
Una cartella attiva può essere chiusa semplicemente dalla voce di menu File/Chiudi. Attenzione!
prima di cliccare su File/Chiudi accertarsi che sia attiva la cartella desiderata, cliccandoci dentro o
cliccando sul relativo pulsante sulla Barra delle Applicazioni (la cartella attiva è riconoscibile dalla
barra del titolo evidenziata.
La Guida rapida ( ) si attiva trascinando l'icona su una parte del foglio elettronico sensibile. Se
viene trovata una occorrenza relativa al contesto, viene aperta una finestra con le spiegazioni sulla
funzione dell'oggetto.
La voce di menu Office sul Web attiva un collegamento al sito Microsoft per gli aggiornamenti sulla
Office, naturalmente se il computer è collegato a Internet.
La voce Rileva problemi e ripristina attiva una procedura di rilevamento di errori o malfunzionamenti
dell'applicazione cercando di risolvere i problemi reinstallando parte dell'applicazione.
Lo schermo di Excel può essere visualizzato in diversi modi. Attivando il menu Visualizza si apre un
menu dal quale possono essere impostati i modi di visualizzazione oltre che personalizzare le barre
degli strumenti.
Quando si vuole avere il massimo campo visivo basta cliccare sulla voce di menu Schermo Intero e
scompariranno tutte le barre di strumenti. Rimane solo la barra del menu. Fatte le operazioni a tutto
schermo, si torna alla visualizzazione in finestra cliccando di nuovo sul menu Visualizza/Schermo
Intero.
Le barre degli strumenti sono diverse e possono essere attivate e disattivate, modificate e reimpostate
a piacimento. Possono essere personalizzate e se ne possono creare di nuove secondo le proprie
esigenze. Può essere modificata e personalizzata anche la barra dei menu.
Per attivare o disattivare una barra di strumenti cliccare sul menu Visualizza/Barre degli strumenti e
scegliere dall'elenco la barra desiderata.
Per aprire la finestra di dialogo che consente le operazioni di modifica delle barre si può attivare il
menu Visualizza/Barre degli strumenti/Personalizza oppure Strumenti/Personalizza. In entrambi i
casi si apre la finestra di dialogo
Questa finestra è costituita da 3 schede, una per i comandi di menu (barra dei menu), una per le barre
degli strumenti (barre dei pulsanti) e una di opzioni. Per operare modifiche e personalizzazioni nei
comandi e nei pulsanti occorre tenere aperta tale finestra ed effettuare le operazioni con
trascinamenti e uso del pulsante destro del mouse. Di seguito sono riportate alcune operazione fra le
tante possibili, a titolo di esempio; molte altre possibilità possono essere cercate sulla guida.
Personalizzare i menu
3. È necessario che la finestra di dialogo Personalizza resti aperta, tuttavia sarà possibile
spostarla.
4. Sulla barra degli strumenti fare clic sul menu contenente il comando che si desidera eliminare.
5. Trascinare il comando che si desidera eliminare fuori dal menu.
È possibile spostare o copiare un menu da una barra degli strumenti a un'altra. È anche possibile
spostare un sottomenu in un punto qualsiasi dello schermo, creando così una barra degli strumenti
mobile. Se un sottomenu non dispone di un quadratino di spostamento non sarà possibile spostarlo.
● Per reimpostare un pulsante, fare clic con il pulsante destro del mouse sul
pulsante, quindi scegliere Reimposta dal menu di scelta rapida.
● Per reimpostare un comando, fare clic sul menu contenente il comando, fare clic
con il pulsante destro del mouse sul comando, quindi scegliere Reimposta dal
menu di scelta rapida.
Note
1. Scegliere Personalizza dal menu Strumenti, quindi scegliere la scheda Barre degli
strumenti.
2. Selezionare la barra degli strumenti di cui si desidera ripristinare le impostazioni originali.
3. Scegliere il pulsante Reimposta.
Nella scheda Opzioni è possibile reimpostare i menu e i pulsanti, cioè visualizzare quello che Excel
mostra alla prima apertura.
Microsoft Excel permette di importare dati e salvare le cartelle in formati diversi. Ciò è
particolarmente utile quando si hanno dati provenienti da altre applicazioni o che si vogliono
trasportare in un'altra applicazione. Per importare o esportare dati è necessario che siano stati installati
i filtri necessari; se non è presente il filtro desiderato, può essere aggiunto mediante il CD di
installazione di OFFICE 2000. Quando si salva un documento per la prima volta oppure quando si
clicca su File/Salva con nome, si apre la finestra di dialogo
Nella casella Tipo file è possibile scegliere il formato da un elenco molto vasto. Per esempio il
formato .TXT (testo) permette di salvare i dati come un file di testo, in cui le varie righe del foglio
sono riportate in righe successive e le varie colonne sono separate da punti e virgola. Tale formato è
riconoscibile da tutte le applicazioni di database. Allo stesso modo si può salvare il foglio nei formati
dei database più diffusi, come dbase III, Access, FoxPro etc.
Allo stesso modo si può aprire in Excel, mediante il comando File/Apri, un database di altro formato
(dbase III, Access etc.). E' sufficiente cliccare su File/Apri e nella finestra di dialogo che si apre
scegliere il formato del file da importare oppure Tutti i file nella casella Tipo file e poi scegliere Apri
Un formato particolarmente utile per salvare un foglio elettronico è il formato HTML. Ciò permette di
avere una pagina da utilizzare in un sito Web, e quindi utilizzabile in Internet o in una rete locale. Per
salvare una cartella Excel in formato WEB cliccare su File/Salva con nome e poi scegliere Pagine
Web nella casella Tipo file. Appare la finestra di dialogo
In questa finestra ci sono caselle e pulsanti con cui si può dare un titolo alla pagina Web, salvare tutta
la cartella o un solo foglio, rendere la pagina web interattiva (cioè si può lavorare con il foglio come
se ci si trovasse in Excel). Esaurite tutte le impostazioni fare click sul pulsante Salva se si vuole
salvare la pagina in una cartella per poi utilizzarla in un momento successivo, oppure fare click sul
pulsante Pubblica. In questo caso la pagina .html viene salvata nel sito scelto (o sul proprio computer
o sul computer del provider presso cui esiste il sito).
Prima di passare all'inserimento dei dati, guardiamo un attimo l'ambiente di lavoro di Microsoft
Excel. Oltre alle normali barre presenti in ogni finestra windows (barra del menu, barre degli
strumenti, barra di stato, barra del titolo etc.) sono presenti alcune caselle e barre tipiche.
La Casella del nome riporta il nome della cella attiva e permette di cercare subito una cella
desiderata, a cui è stato dato un nome (Selezionare una cella, cliccare sulla Casella del nome, scrivere
il nome che si vuol dare alla cella e premere INVIO. Cliccando sulla freccetta della Casella del nome
esce l'elenco dei nomi; cliccando su uno di essi viene attivata la cella di quel nome).
Nella Barra della formula viene inserito il dato o la formula che si sta scrivendo in una cella oppure
appare il dato o la formula presente nella cella attiva. Essa serve anche a modificare il contenuto di
una cella (operazione che si può fare anche direttamente nella cella cliccandoci due volte sopra).
Cliccando sulle schede del foglio si attiva l'uno o l'altro dei fogli della cartella. Coi Pulsanti di
scorrimento si rendono visibili le schede dei fogli eventualmente non visibili. Con le Barre di
scorrimento ci si può muovere in tutto il foglio.
Per digitare i dati all'interno di una cella posizionatevi con il puntatore sopra di essa e fate clic: Excel
evidenzia la cella con un bordo nero, per indicare che la cella è attiva e che potete inserire i dati.
Mentre digitate Excel visualizza quello che state scrivendo nella cella selezionata e nella barra della
formula. Per "fissare" i dati nella cella selezionata dovete eseguire una qualsiasi delle seguenti
operazioni:
● premere INVIO
● fare clic sul pulsante lnvio (il segno di spunta verde) accanto alla
barra della formula
● premere un tasto freccia per selezionare una cella diversa
● fare clic su una cella diversa per selezionarla
Se cambiate idea all'improvviso e non volete che i dati appaiano nella cella selezionata, fate clic sul
pulsante Annulla (la X rossa) accanto alla barra della formula.
Nelle celle si possono digitare numeri, etichette o formule. I numeri possono rappresentare valori,
lunghezze o quantità, come £ 100 o 0,05. Le etichette servono per segnalare che cosa significano i
numeri del vostro foglio di lavoro: etichette tipiche sono "Novembre", 'Vendite", "Entrate" e altre
indicazioni di questo genere. Le formule vi permettono di calcolare risultati in base ai numeri che
digitate: possono essere molto semplici, come la somma di due numeri, oppure molto complesse.
Per muovervi da una cella all'altra potete utilizzare i tasti Freccia, che permettono di spostarsi in tutte
le direzioni, una cella per volta. Il tasto TAB, invece, sposta il cursore alla cella successiva, mentre la
combinazione di tasti MAIUSC + TAB lo riporta alla cella precedente.
Anche la Casella del nome può aiutare a muoversi da una cella all'altra.
Inserire numeri in una cella è molto semplice: selezionare la cella cliccandoci sopra e scrivere il
numero; Excel capirà che quello che abbiamo scritto è un numero. Se vogliamo che un numero
(esempio un numero di telefono) venga interpretato da Excel come testo, iniziare a digitare il numero
facendolo precedere da un apostrofo.
Se vogliamo introdurre il risultato di una operazione (per esempio 3*7/25) iniziare a digitare
l'operazione col segno di uguale (=).
I numeri inseriti vengono allineati a destra. Se la cella non è capace di contenere tutte le cifre
compare una sequenza di #. Se la cella è formattata come generale, il numero viene convertito in
notazione esponenziale. Allargando la cella il numero appare nella sua interezza.
I numeri con la virgola vengono inseriti normalmente con la virgola o col punto come separatore dei
decimali a seconda di come è configurato il computer (verificare ciò da Pannello di
controllo/Impostazioni Internazionali/Numeri; in questa scheda si può scegliere quale separatore
usare).
Caratteri che è possibile utilizzare come numeri In Microsoft Excel i numeri possono contenere
solo i seguenti caratteri:
0123456789+-(),/$%.Ee
I segni di addizione (+) iniziali vengono ignorati e una virgola singola (,) viene interpretata come
separatore decimale. Tutte le restanti combinazioni di numeri e caratteri non numerici vengono
interpretate come testo.
Immissione di frazioni Per evitare che le frazioni vengano interpretate come date, utilizzare uno 0
(zero) iniziale. Immettere ad esempio 0 1/2.
Immissione di numeri negativi Far precedere i numeri negativi da un segno meno (-) o
racchiuderli tra parentesi ().
Allineamento dei numeri Tutti i numeri vengono allineati al bordo destro delle celle. Per
modificare l'allineamento, selezionare la cella, scegliere Celle dal menu Formato, quindi fare clic
sulla scheda Allineamento e selezionare le opzioni desiderate.
Visualizzazione dei numeri Il formato numerico applicato a una cella determina il modo in cui il
numero in essa contenuto verrà visualizzato sul foglio di lavoro. Se si digita un numero in una cella a
cui è stato applicato il formato numerico Generale, è possibile che tale numero venga visualizzato
con un formato differente. Se ad esempio si digita L. 50.000 verrà applicato automaticamente un
formato di valuta. Per modificare il formato numerico, selezionare le celle contenenti i numeri.
Scegliere Celle dal menu Formato, fare clic sulla scheda Numero, quindi selezionare una categoria e
un formato.
Formato numerico Generale Nelle celle a cui è stato applicato il formato numerico predefinito
Generale i numeri vengono visualizzati come interi (789), frazioni decimali (7,89) o in notazione
scientifica (7,89E+08) nel caso in cui il numero sia troppo lungo per essere visualizzato interamente
nella cella. Il formato Generale consente di visualizzare un massimo di 11 cifre, inclusi caratteri quali
"E" e "+" e la virgola (,). Per utilizzare numeri superiori a 11 cifre, è possibile applicare un formato
numerico scientifico incorporato, ad esempio la notazione esponenziale, oppure un formato numerico
personalizzato.
I numeri vengono memorizzati come dati numerici anche se si utilizza il comando Celle per applicare
il formato testo alle celle che li contengono. Affinché alcuni numeri, ad esempio dei numeri di serie,
vengano interpretati come testo, occorre digitarli solo dopo aver applicato il formato testo alle celle
vuote. Se si sono già digitati i numeri, applicare il formato testo alle celle, fare clic su ciascuna cella,
quindi premere F2 e poi INVIO per immettere di nuovo i dati.
Impostazioni internazionali I caratteri che vengono riconosciuti come numeri variano in base alle
opzioni selezionate utilizzando l'icona Impostazioni internazionali nel Pannello di controllo. Tali
opzioni determinano anche il formato predefinito per i numeri. In base alle impostazioni italiane ad
esempio la virgola (,) viene utilizzata come separatore.
Anche inserire un testo in una cella è molto semplice. E' sufficiente selezionare la cella e scrivere. Il
testo digitato appare nella cella e nella barra della formula. Finito di digitare il testo premere invio o
usare uno degli altri modi descritti sopra.
Se si vuol modificare il testo scritto selezionare la cella e modificare il testo nella Barra della formula
oppure fare doppio click sulla cella e modificare il testo direttamente; terminata la modifica premere
INVIO.
Se il testo è lungo e nella cella accanto non sono presenti dati, esso appare tutto invadendo le celle
vuote, altrimenti appare troncato. Per visualizzarlo tutto vedremo come fare quando parleremo della
formattazione.
I simboli presenti in ogni font di caratteri sono accessibili attivando il tasto Bloc Num e digitando il
loro codice dal tastierino numerico tenendo premuto il tasto ALT.
In una cella può essere immessa anche una data e l'ora. Questi dati vengono trattati da Excel in modo
diverso dai numeri e dal testo. Per separare le varie parti di una data, utilizzare il segno di divisione
(/) o il trattino (-), ad esempio 9/5/2002 o 5-set-2002.
Per immettere un'ora utilizzando il sistema a 12 ore, digitare l'ora seguita da uno spazio e quindi da
una a o una p, ad esempio 9.00 p In caso contrario, l'ora verrà immessa come AM.
Suggerimenti
Una formula è un'insieme di operazioni su numeri, funzioni e contenuti numerici di celle e fornisce in
uscita un valore numerico. Ad esempio =35*A3/A5 è una formula che significa moltiplicare 35 per il
contenuto della cella A3 e dividere per il contenuto della cella A5. Una formula è sempre preceduta
dal segno di uguale.
Suggerimenti
Se una selezione contiene un numero, una data o un intervallo temporale, Excel permette di riempire
le celle successive continuando la sequenza progressiva.
Se, per esempio, una cella contiene il valore 1, è possibile continuare a riempire le successive celle
della riga seguendo la sequenza numerica crescente. Se invece si inserisce in una cella il valore
Lunedì, la sequenza riempita da Excel è quella dei giorni della settimana, ma si può provare anche
con i mesi, e così via.
Per riempire una serie di celle in base a una sequenza selezionate una cella e immettete il primo
valore della serie, per esempio un giorno o un mese. Nell'angolo inferiore destro della cella in cui
avete digitato i dati vedrete apparire un quadratino nero di riempimento. Posizionate il cursore del
mouse direttamente sul quadratino in modo che il cursore si trasformi in una croce nera. Tenendo
premuto il pulsante sinistro, trascinate il mouse sulle celle che volete riempire con la serie. Mentre
spostate il mouse, Excel visualizza il mese o il giorno in ogni cella che evidenziata.
Se volete creare una serie crescente dovete trascinare la selezione verso destra o verso il basso,
mentre se volete stabilire un ordine decrescente a partire dalla cella iniziale la selezione va trascinata
verso sinistra o verso l'alto.
Oltre a sequenze numeriche, è possibile produrre delle serie complesse e utilizzare giorni, mesi e altri
intervalli temporali insieme. In questi casi bisogna però specificare il tipo di sequenza che si vuole
inserire. Se il vostro primo dato è 'maggio '96", per esempio, dovete specificare se volete continuare
la serie in base al mese, introducendo quindi giugno, luglio '96 e così via, o se volete invece
procedere in base all'anno, continuando con maggio '97, maggio '98 ecc.
Per specificare il tipo di serie inserite il primo dato della sequenza, quindi effettuate il trascinamento
sulle altre celle tenendo premuto il tasto destro del mouse. Alla fine della selezione compare un menu
di scelta rapida, dove sono elencate tutte le opzioni in base alle quali si può continuare la serie.
La voce Serie, in particolare, apre una finestra di dialogo che permette di scegliere il tipo di serie
numeriche che si vogliono utilizzare -per esempio lineari o progressive - il valore di incremento con
il quale si vuole proseguire la serie e, nel caso di intervalli temporali, le unità di data - come giorno,
mese, anno - in base alle quali continuare la serie.
Una volta selezionate le opzioni da utilizzare è sufficiente premere il pulsante OK perché Excel
inserisca la serie desiderata nell'intervallo di celle.
Le operazioni che vengono effettuate in Excel si ripercuotono sulla cella o sulle celle selezionate. In
Excel è possibile selezionare una sola cella, più celle adiacenti e non, una sola riga o una sola colonna,
più righe e più colonne adiacenti e non. Le celle selezionate (adiacenti o non) costituiscono un
"intervallo".
Tutte le celle di un foglio di lavoro Fare clic sul pulsante Seleziona tutto.
Celle non adiacenti o intervalli di Selezionare la prima cella o il primo intervallo di celle, quindi
celle selezionare le altre celle o gli altri intervalli tenendo premuto
CTRL.
Un intervallo di celle esteso Fare clic sulla prima cella dell'intervallo, quindi sull'ultima
tenendo premuto MAIUSC. Per visualizzare l'ultima cella è
possibile scorrere il foglio.
Un'intera riga
Fare clic sull'intestazione di riga.
Un'intera colonna
Fare clic sull'intestazione di colonna.
Righe o colonne adiacenti Trascinare il puntatore sulle intestazioni di riga o di colonna
oppure selezionare la prima riga o la prima colonna, quindi
selezionare l'ultima riga o l'ultima colonna tenendo premuto
MAIUSC.
Righe o colonne non adiacenti Selezionare la prima riga o la prima colonna, quindi
selezionare le altre righe o le altre colonne tenendo premuto
CTRL.
Un numero maggiore o minore di Fare clic sull'ultima cella che si desidera includere nella
celle rispetto alla selezione corrente selezione tenendo premuto MAIUSC. La nuova selezione sarà
rappresentata dall'intervallo rettangolare che racchiude tutte le
celle comprese tra quella attiva e l'ultima selezionata.
Copiare, spostare, cancellare dati di una cella sono operazioni fondamentali. In generale esse possono
essere condotte come nelle altre applicazioni windows con qualche particolarità, data la distribuzione
dei dati in un reticolo di celle.
Quando si copia una cella trascinandola o facendo clic sul pulsante Taglia o Copia e quindi sul
pulsante Incolla, verrà copiata l'intera cella, inclusi i formati, la formula con il relativo risultato e le
note.
Nella tabella seguente sono riportate diverse modalità di spostamento o copia di dati.
Per cancellare dati contenuti nelle celle selezionare le celle e premere il tasto CANC. Ricordarsi che è
sempre possibile rimediare ad un errore di cancellazione cliccando su Modifica/Annulla nella barra
del menu oppure sul pulsante Annulla ( ) sulla barra degli strumenti
Lezione 8
Foglio elettronico
Parte seconda
Come nelle altre applicazioni Office, è possibile cercare e trovare dati. Il comando è Modifica/Trova:
si apre la finestra di dialogo in cui è possibile specificare gli elementi da cercare.
È possibile cercare testo o numeri specifici che si desidera controllare o modificare e quindi sostituire
automaticamente i dati trovati. È anche possibile selezionare tutte le celle contenenti lo stesso tipo di
dati della cella attiva, ad esempio delle formule, oppure le celle con contenuto diverso dalla cella
attiva.
1. Selezionare l'intervallo di celle in cui si desidera effettuare la ricerca. Per effettuare la ricerca
nell'intero foglio, fare clic su una cella qualsiasi.
2. Scegliere Trova dal menu Modifica.
3. Nella casella Trova immettere il testo o i numeri da cercare.
4. Dalla casella Cerca in selezionare il tipo di informazioni da cercare.
5. Scegliere il pulsante Trova successivo.
Nella finestra di dialogo Trova è presente il pulsante Sostituisci.... Premendo tale pulsante la finestra
si modifica
1. Selezionare l'intervallo di celle in cui si desidera effettuare la ricerca. Per effettuare la ricerca
nell'intero foglio, fare clic su una cella qualsiasi.
2. Scegliere Sostituisci dal menu Modifica.
3. Nella casella Trova immettere il testo o i numeri da cercare.
4. Nella casella Sostituisci con immettere i caratteri da sostituire a quelli esistenti. Per eliminare
i caratteri indicati nella casella Trova, lasciare vuota la casella Sostituisci con.
5. Scegliere il pulsante Trova successivo.
6. Per sostituire solo le occorrenze evidenziate dei caratteri trovati, scegliere Sostituisci. Per
sostituire tutte le occorrenze dei caratteri trovati, scegliere Sostituisci tutto.
Dopo aver selezionato l'intervallo di celle, aprite il menu lnserisci e fate clic sulla voce Celle. Excel
apre una finestra di dialogo che permette di decidere se spostare le altre celle del foglio a destra o in
basso rispetto al punto di inserimento.
Una volta scelta una delle opzioni della finestra di dialogo, il programma completa l'operazione
aggiungendo le celle nel punto indicato.
Si può aprire la finestra di dialogo Inserisci celle anche con la tastiera, premendo la combinazione di
tasti Ctrl e +.
Per inserire una nuova colonna fra due colonne esistenti la procedura è analoga. Posizionatevi su una
cella qualsiasi della colonna dove volete introdurre la nuova unità, aprite il menu Inserisci e scegliete
la voce Colonna: Excel provvede a inserire una colonna vuota nella posizione selezionata. Se, per
esempio, ci si trova sulla colonna D, essa viene spostata a destra di una posizione e al suo posto è
inserita una nuova colonna vuota.
Per inserire nuove righe, scegliete la voce Righe dal menu Inserisci. La nuova riga farà spostare le
altre righe di una posizione.
La larghezza delle righe e l'altezza delle colonne può essere impostata a piacere in due modi:
Il primo modo consiste nel portare il cursore sulle intestazioni nel punto di divisione delle colonne e
delle righe: esso si trasforma in una riga con una freccia a doppia punta. Ciò indica che trascinando a
destra o a sinistra per le colonne o sopra e sotto per le righe si modifica la larghezza e l'altezza.
Trascinare il bordo inferiore dell'intestazione di riga fino ad assegnare alla riga l'altezza desiderata
Suggerimenti
● Adattare la riga al contenuto Per adattare l'altezza della riga al contenuto delle celle, fare
doppio clic sul bordo inferiore dell'intestazione di riga.
● Modificare l'altezza di più righe Per modificare l'altezza di più righe, selezionarle, quindi
trascinare il bordo inferiore dell'intestazione di una delle righe selezionate. Per modificare
l'altezza di tutte le righe del foglio di lavoro, fare clic sul pulsante Seleziona tutto e trascinare
il bordo inferiore di una delle righe.
Trascinare il bordo destro dell'intestazione di colonna fino ad assegnare alla colonna la larghezza
desiderata.
La larghezza di colonna visualizzata corrisponde al numero medio di cifre del tipo di carattere
standard presenti in una cella.
Suggerimenti
● Adattare la larghezza al contenuto Per adattare la larghezza della colonna al contenuto, fare
doppio clic sul bordo destro dell'intestazione di colonna. Per applicare questa operazione a
tutte le colonne del foglio di lavoro, fare clic sul pulsante Seleziona tutto, quindi fare doppio
clic sul bordo destro di una delle intestazioni di colonna.
● Modificare la larghezza di più colonne Per modificare la larghezza di più colonne,
selezionarle, quindi trascinare il bordo destro dell'intestazione di una delle colonne selezionate.
Per modificare la larghezza di tutte le colonne del foglio di lavoro, fare clic sul pulsante
Seleziona tutto e trascinare il bordo destro dell'intestazione di una delle colonne.
● Copiare la larghezza Per copiare la larghezza da una colonna a un'altra, selezionare una cella
nella colonna, fare clic sul pulsante Copia sulla barra degli strumenti Standard, quindi
selezionare la colonna di destinazione. Scegliere Incolla speciale dal menu Modifica e
selezionare il pulsante di opzione Larghezza colonne.
La voce Adatta permette di adattare la larghezza e l'altezza della cella al contenuto. Nascondi e
Scopri permettono di nascondere righe e colonne selezionate e scoprire righe e colonne nascoste. Le
voci Altezza... e Larghezza... fanno aprire una finestra di dialogo in cui immettere il valore
desiderato. Questo valore rappresenta:
● il numero di caratteri contenuti nella larghezza della colonna secondo il carattere standard
attivo
● l'altezza della riga in punti carattere .
● Naturalmente i valori impostati vengono applicati alle righe e alle colonne selezionate.
Quando si elimina una cella, questa viene rimossa dal foglio di lavoro e le celle circostanti vengono
spostate per riempire lo spazio lasciato vuoto. Quando si cancella una cella, ne vengono rimossi il
contenuto (ovvero la formula e i dati), i formati (inclusi quelli numerici e condizionali nonché i
bordi) e le note, ma la cella vuota rimane sul foglio di lavoro.
Note
● Se si fa clic su una cella e si preme CANC o BACKSPACE, verrà rimosso il contenuto della
cella ma non le note o i formati.
● Se si cancella una cella, verranno rimossi i formati, il contenuto, le note o tutte e tre queste
informazioni. Il valore di una cella cancellata è 0 (zero) e una formula che contiene un
riferimento a una cella cancellata riceve il valore 0.
Suggerimento Per rimuovere tutte le note da un foglio di lavoro, scegliere Vai a dal menu
Modifica, scegliere il pulsante Speciale e selezionare Note, quindi scegliere Cancella dal menu
Modifica e infine Note.
Nota I riferimenti assoluti alle celle spostate vengono aggiornati automaticamente in modo da
rifletterne la nuova posizione e tenere aggiornate le formule. Le formule del foglio di lavoro
contenenti un riferimento a una cella eliminata visualizzeranno tuttavia il valore di errore #RIF!.
Quando si ordina un elenco, le righe vengono ridisposte in base al contenuto di una colonna. Per
disporre un elenco in ordine alfanumerico utilizzando i dati contenuti in una colonna, è possibile
specificare un tipo di ordinamento crescente (da 0 a 9, spazi iniziali, punteggiatura e da A a Z).
A meno che non vengano modificate, le opzioni di ordinamento impostate per un elenco verranno
utilizzate anche per gli ordinamenti successivi.
1. Fare clic su una cella della colonna in base alla quale si desidera effettuare l'ordinamento.
Per un risultato ottimale, è preferibile assegnare delle etichette di colonna all'elenco che si desidera
ordinare.
Se occorre effettuare l'ordinamento in base a più di tre colonne, ordinare l'elenco in base a quelle
meno significative. Se ad esempio l'elenco contiene delle informazioni sugli impiegati che si desidera
ordinare per Ufficio, Titolo, Cognome e Nome, sarà necessario ordinare l'elenco due volte. La prima
volta, selezionare Nome dalla casella Ordina per e ordinare l'elenco. La seconda volta, selezionare
Ufficio dalla casella Ordina per, quindi Titolo dalla prima casella Quindi per e infine Cognome
dalla seconda casella Quindi per e ordinare di nuovo l'elenco.
Note
● Se la colonna specificata nella casella Ordina per contiene delle voci duplicate, è possibile
effettuare un ulteriore ordinamento specificando un'altra colonna nella prima casella Quindi
per. Se anche questa colonna contiene degli elementi duplicati, è possibile specificare una
terza colonna di ordinamento nella seconda casella Quindi per.
● Quando si ordinano delle righe appartenenti a una struttura del foglio di lavoro, verranno
ordinati i gruppi di livello più alto (di livello 1) in modo che le righe e le colonne di dettaglio
restino unite anche nel caso in cui siano nascoste.
Note
● L'ordinamento personalizzato viene applicato solo per la colonna specificata nella casella
Ordina per. Per ordinare in base a più colonne utilizzando un criterio personalizzato, è
necessario eseguire i singoli ordinamenti separatamente. Per ordinare ad esempio le colonne A
e B in quest'ordine di importanza, ordinare l'elenco prima in base alla colonna B e specificare il
tipo di ordinamento personalizzato nella finestra di dialogo Opzioni di ordinamento, quindi
ordinare l'elenco in base alla colonna A.
● Se si desidera disporre le voci di un elenco secondo un ordine specifico, ad esempio nel caso di
dati organizzativi, è possibile utilizzare un elenco personalizzato.
I tipi di ordinamento utilizzati in Microsoft Excel consentono di ordinare i dati in base al valore di
questi ultimi anziché in base al formato.
Di seguito vengono riportati i criteri seguiti per l'ordinamento crescente. Per l'ordinamento
decrescente tale ordine va invertito, fatta eccezione per le celle vuote che vengono sempre poste alla
fine.
Numeri I numeri vengono ordinati a partire dal più piccolo numero negativo al più grande numero
positivo.
Gli apostrofi (') e i trattini (-) vengono ignorati. Nel caso in cui l'unica differenza tra due stringhe di
testo è determinata dalla presenza del trattino, il testo che lo include viene ordinato per ultimo.
Valori logici Il valore logico FALSO viene posto prima del valore logico VERO.
A meno che non vengano modificate, le opzioni di ordinamento impostate per un elenco verranno
utilizzate anche per gli ordinamenti successivi.
1. Fare clic su una cella della colonna in base alla quale si desidera effettuare l'ordinamento.
Per tutte le altre modalità di ordinamento vale ciò che è stato detto nel paragrafo precedente riguardo
all'ordinamento crescente.
Excel non solo è utile per organizzare e manipolare numeri, ma può costituire un pratico strumento
per costruire in modo semplice archivi di dati. Strutturando un foglio come un database è possibile
mettere in relazione i dati in base a determinati criteri di ricerca, cercare informazioni e riorganizzarle
secondo nuovi criteri di ordinamento.
Se si vuole rendere più efficiente la propria agenda degli indirizzi, per esempio, è possibile trasferirla
su un foglio elettronico. In questo modo si possono ordinare tutti i nomi dei propri conoscenti in base
alla città di residenza, oppure è possibile effettuare una ricerca per scoprire in tempo utile la data di un
compleanno.
Per strutturare un foglio elettronico come un database è necessario creare delle categorie di
ordinamento in base alle quali organizzare i dati, per esempio, nel caso di un'agenda con indirizzi,
nome, numero di telefono, data del compleanno ecc, in modo che ogni categoria costituisca l'etichetta
di una colonna.
Un foglio elettronico di questo tipo contiene la stessa categoria di dati in ciascuna colonna, e i dati di
ciascuna riga sono correlati tra loro. Continuando con l'esempio dell'agenda, mentre le colonne
dovrebbero contenere i dati dello stesso tipo (nome, indirizzo, ecc.) in ogni riga andrebbero i dati
riferiti alla stessa persona.
Nell'inserire i dati è importante non lasciare alcuna riga vuota e dare alle informazioni
un'impostazione omogenea, per esempio scrivendo date e indirizzi sempre allo stesso modo.
Dopo aver creato una lista di dati omogenei è possibile ordinarli secondo diversi parametri, in modo
da disporre le righe di un elenco in base al contenuto di una colonna.
Nel caso dell'agenda, per esempio, è possibile ordinare gli indirizzi secondo la città di residenza,
oppure in ordine alfabetico in base al cognome e così via.
Per ordinare i dati di una lista selezionate una delle celle che contengono i dati da organizzare, aprite
il menu Dati e fate clic sulla voce Ordina: Excel apre una finestra di dialogo nella quale è possibile
scegliere uno o più parametri di ordinamento.
Una volta selezionate le colonne e il tipo di ordinamento che si vuole effettuare, fate clic sul pulsante
OK e Excel ridispone tutte le righe del foglio in base all'ordine crescente o decrescente dei valori
contenuti nelle colonne selezionate.
Oltre a ordinare la lista in base a parametri stabiliti, è possibile filtrare i dati in modo da visualizzare
soltanto le righe che interessano. Dalla rubrica di indirizzi, per esempio, è possibile ottenere la lista di
tutti gli amici residenti in una certa città.
Il filtro permette non solo di visualizzare i dati che interessano, ma anche di modificarli o produrre
grafici a partire da essi. A differenza dell'ordinamento, lo strumento del filtro non sposta le righe della
lista, ma nasconde le righe che non soddisfano i criteri di selezione.
Per individuare rapidamente gli elementi che volete visualizzare in un elenco, selezionate una cella
del foglio o una voce di campo, aprite il menu e fate clic sulla voce Filtro, quindi scegliete la voce
Filtro automatico dal menu a discesa: Excel inserisce un pulsante di selezione per il filtro automatico
a lato di ogni etichetta di colonna.
Se si fa clic su una delle frecce dei pulsanti di selezione per il filtro è possibile visualizzare un menu
con tutte le voci presenti nella colonna e scegliere la voce in base alla quale filtrare i dati. Per tornare
a vedere tutte le righe del foglio selezionate dal menu la voce Tutto.
Filtri personalizzati
È anche possibile
raffinare la ricerca e
applicare dei filtri
personalizzati, cioè
filtri che possono
essere utilizzati per
visualizzare righe in
grado di soddisfare più
condizioni in una
stessa colonna.
Nella casella Mostra righe selezionate l'operatore di confronto in base al quale filtrare i dati: gli
operatori possono essere Uguale, Maggiore o Minore di, oppure, nel caso di valori testuali, Inizia con,
Finisce, Contiene, ecc.
Una volta inserito l'operatore di confronto, inserite il valore da utilizzare come termine di confronto
nella casella del valore alla sua destra.
In un foglio per la contabilità, per esempio, potrebbe essere necessario selezionare tutte le voci di
spesa che superano £ 200.000.
Nella finestra Personalizza è possibile utilizzare anche due criteri di filtro per la stessa colonna, per
esempio cercare le righe che contengono valori compresi fra £200.000 e £400.000.
Dopo aver selezionato il primo operatore di confronto , si deve fare clic sul pulsante AND e introdurre
un secondo operatore di confronto.
Prima di passare all'uso di formule e funzioni è bene chiarire meglio i riferimenti alle celle e agli
intervalli, in quanto essi sono di norma usati nelle formule e nelle funzioni.
Un riferimento identifica una cella o un intervallo di celle in un foglio di lavoro e viene utilizzato per
la ricerca dei valori che si desidera includere in una formula. Grazie ai riferimenti in una sola formula
è possibile utilizzare i dati contenuti in diverse parti di un foglio di lavoro oppure il valore di un'unica
cella in più formule. È inoltre possibile fare riferimento a celle di altri fogli della stessa cartella di
lavoro, ad altre cartelle di lavoro e a dati presenti in altri programmi. I riferimenti a celle in altre
cartelle di lavoro sono denominati riferimenti esterni e i riferimenti ai dati di altri programmi sono
denominati riferimenti remoti.
In base all'impostazione predefinita, in Excel viene utilizzato lo stile di riferimento A1, in cui le
colonne sono identificate da lettere (da A a IV, per un totale di 256 colonne) e le righe sono
identificate da numeri (da 1 a 65536). Tali lettere e numeri costituiscono le intestazioni di riga e di
colonna. Per fare riferimento a una cella, immettere la lettera della colonna seguita dal numero di riga.
D50 si riferisce ad esempio alla cella posizionata all'intersezione tra la colonna D e la riga 50. Per fare
riferimento a un intervallo di celle, immettere il riferimento della cella nell'angolo superiore
sinistro dell'intervallo, i due punti (:), quindi il riferimento della cella nell'angolo inferiore
destro. Di seguito sono riportati esempi di riferimenti.
Lo Stile di riferimento R1C1 viene usato maggiormente nelle macro e nelle routines Visual Basic.
In questo riferimento si inseriscono dopo R il numero di riga e dopo C il numero di colonna ad
esempio R10C2 indica la cella B10.
Etichette e nomi È possibile utilizzare le etichette delle righe e delle colonne di un foglio di lavoro
per fare riferimento alle celle delimitate da tali righe e colonne. "Prezzo", "Quantità" e "Totale" sono
esempi di etichette utilizzabili. In alternativa, è possibile assegnare nomi descrittivi che rappresentino
Riferimenti 3D Se si desidera analizzare dati presenti in una cella o un intervallo di celle in più fogli
all'interno della cartella di lavoro, utilizzare i riferimenti 3D. Un riferimento 3D include il riferimento
di cella o di intervallo preceduto da un intervallo di nomi di fogli di lavoro. È possibile utilizzare
qualunque nome memorizzato tra il primo e l'ultimo nome del riferimento.
=SOMMA(Foglio2:Foglio13!B5) ad esempio consente di addizionare i valori contenuti nella cella B5
in tutti i fogli compresi tra il Foglio 2 e il Foglio 13 inclusi.
Non è inutile, a questo punto, dare una definizione di formula e funzione.
Una formula è un'insieme di costanti e riferimenti uniti da operatori matematici. Una formula in
Excel inizia con = (uguale). Ad esempio =(A1*235*B3+C5) è una formula che inserisce nella cella il
risultato delle operazioni contenute in essa. Gli operatori matematici riconosciuti da Excel sono
+ Somma
- Sottrazione
* Moltiplicazione
/ Divisione
% Percentuale
^ Elevamento a potenza
= Uguale a
> Maggiore di
< Minore di
>= Maggiore di o uguale a
<= Minore di o uguale a
<> Diverso da
& Concatenamento di testo
Essi sono chiamati anche funzioni in quanto effettuano un calcolo fra dati o fra funzioni.
Una funzione è una ruotine che Excel richiama ogni volta che la incontra e che fornisce un valore
(numerico o di stringa) calcolato dalla routine. Ad esempio somma(intervallo) è una funzione che
calcola la somma dei contenuti dell'intervallo di celle specificato, Adesso() calcola la data odierna.
Excel contiene moltissime funzioni per tutte le esigenze di calcolo. Cercare nella guida alle voci
Funzioni matematiche e trigonometriche, Funzioni statistiche, funzioni del database, funzioni data e
ora etc.. Una funzione termina sempre con aperta e chiusa parentesi () anche se fra di esse non vi sono
parametri.
Le funzioni più importanti sono senza dubbio gli operatori aritmetici (+ - * /) di somma, differenza,
prodotto e quoziente, che permettono di costruire formule per tutte le esigenze insieme all'operatore
elevamento a potenza (^). Ricordiamo ancora che una formula comincia sempre con =(uguale) e può
contenere costanti, riferimenti di celle e di intervalli, funzioni.
Se in una formula sono presenti diversi operatori, l'ordine di esecuzione delle operazioni sarà quello
illustrato nella tabella che segue. Se una formula contiene operatori dotati della stessa precedenza,
come quelli di moltiplicazione e divisione, essi verranno calcolati da sinistra a destra. Per modificare
l'ordine del calcolo, racchiudere tra parentesi la parte della formula che si desidera calcolare prima.
Operatore Descrizione
: (due punti) Operatori di riferimento
(spazio singolo)
; (punto e virgola)
– Negazione (–1)
% Percentuale
^ Elevamento a potenza
*e/ Moltiplicazione e divisione
+e– Addizione e sottrazione
& Concatenazione di stringhe
= < > <= >= <> Confronto
Quando in una cella viene introdotta una formula che contiene riferimenti, se qualche valore
contenuto nei riferimenti cambia, Excel ricalcola le formule e aggiorna i valori nelle celle contenenti
le formule.
Per accedere a tutte le funzioni disponibili in Excel si può attivare il comando Inserisci/Funzione...
dalla barra del menu. Si apre la finestra di dialogo Incolla Funzione che presenta l'elenco di tutte le
funzioni.
In basso è riportata una spiegazione e la sintassi della funzione. Per ulteriori informazioni si può
cliccare sulla guida (?) in basso a sinistra.
Scelta la funzione è sufficiente fare click su di essa. Si apre un'altra finestra in cui è possibile scegliere
le celle o gli intervalli interessati
Nelle funzioni e nelle formule sono contenuti, in genere, celle e intervalli. Per individuare
l'intervallo contenuto in una formula è sufficiente fare doppio click sulla cella che contiene la
formula. Excel evidenzia con un contorno azzurro l'intervallo. Per cambiare il riferimento si può
trascinare il contorno in un'altra posizione oppure modificarlo trascinando col sinistro il quadratino di
riempimento della selezione. Fatte le modifiche è sufficiente premere INVIO.
Se non è possibile calcolare il risultato di una formula, verrà visualizzato un valore di errore. È
possibile ad esempio che si verifichi un errore se si utilizza del testo laddove la formula richiede un
valore numerico, se si elimina una cella a cui fa riferimento una formula oppure se si utilizza una cella
Prima di utilizzare la barra degli strumenti Controllo, scegliere Opzioni dal menu Visualizza e
assicurarsi che nella scheda Visualizza sia selezionato il pulsante di opzione Mostra tutto o Mostra
segnaposti.
2. Fare clic sulla cella in cui è visualizzato l'errore.
Gli errori più ricorrenti, che compaiono in una cella che contiene una formula errata sono:
Un valore di errore ##### si verifica quando la cella contiene un
numero, una data o un'ora che non rientra nella cella oppure quando
Errore #####
contiene una formula di data e/o di ora che genera un risultato
negativo.
Il valore di errore #VALORE! viene visualizzato quando viene
utilizzato un tipo di argomento o di operando errato oppure se la
Errore #VALORE!
caratteristica Correzione automatica formula non è in grado di
correggere la formula.
Il valore di errore #DIV/0! viene visualizzato quando il divisore di una
Errore #DIV/0!
formula è uguale a 0 (zero).
Il valore di errore #NOME? viene visualizzato quando il testo
Errore #NOME?
contenuto in una formula non viene riconosciuto.
Il valore di errore #N/D viene visualizzato quando il valore che occorre
a una funzione o a una formula non è disponibile. Se certe celle del
foglio di lavoro sono destinate a contenere dati non ancora disponibili,
Errore #N/D
immettere il valore #N/D in queste celle. In tal modo le formule che
fanno riferimento a esse non calcoleranno alcun valore e restituiranno
semplicemente il valore #N/D.
Il valore di errore #RIF! viene visualizzato quando un riferimento di
Errore #RIF!
cella non è valido.
Il valore di errore #NUM! viene visualizzato quando si verifica un
Errore #NUM!
problema con un numero contenuto in una formula o in una funzione.
Il valore di errore #NULLO! viene visualizzato quando si specifica
Errore #NULLO!
un'intersezione di due aree che non si intersecano.
Nella seconda sezione si è già parlato di copiare e incollare dati e come ottenere automaticamente
serie di dati. Ricordiamo in questo paragrafo che per copiare o spostare i dati (valori o formule)
contenuti in una selezione, oltre che operare con i comandi Taglia, Copia e Incolla, possono essere
usati i pulsanti sinistro e destro del mouse e il tasto CTRL una volta posizionato il cursore sul bordo
della selezione o sul quadratino di riempimento automatico. I risultati che si ottengono trascinando
con le varie combinazioni di tasti sono:
Abbiamo spiegato nell'introduzione che cos'è un riferimento relativo e assoluto. Aggiungiamo qui
qualche approfondimento.
La potenza del foglio elettronico sta nel fatto che esso calcola proprio facendo riferimento alle celle
del foglio o addirittura di altri fogli o di altre cartelle, di modo che, se vengono modificati i dati dei
riferimenti, vengono ricalcolate tutte le formule e nelle relative caselle appaiono i dati aggiornati.
Nelle tabelle, molto spesso si ha bisogno di totali parziali e complessivi oppure di formule che
calcolino un valore in base ai dati contenuti in righe o colonne. In questi casi sarebbe noioso riscrivere
per ogni riga o colonna la stessa formula con i riferimenti cambiati. Ecco allora che Excel intende, per
default, che il riferimento è relativo, per cui, copiando la formula nella riga successiva,
automaticamente i riferimenti vengono fatti ai dati della riga successiva, a meno che gli indici di riga e
colonna non vengano fatti precedere dal simbolo $; in tal caso Excel intende il riferimento come
assoluto.
Prendiamo ad esempio una formula che calcola la forza di attrazione newtoniana, date le masse di due
corpi e la distanza ( F=k*M*m/d2). I dati siano disposti nel seguente modo:
in A1 sia presente la costante k
nell'intervallo A2:C2 siano presenti M, m, e d. Altri valori di M, m e d siano presenti nelle righe
successive negli intervalli A3:C3, A4:C4 etc.
Nella cella D2 scriviamo la formula, che risulterà
=$A$1*A2*B2/(C2^2)
La cella A1 deve essere un riferimento assoluto perchè nella formula il valore è sempre lo stesso. Le
celle A2, B2 e C2 sono riferimenti relativi, perchè nelle diverse righe i valori di M, m e d cambiano.
Copiando la formula nelle celle D3, D4 etc. essa per ogni riga sarà cambiata automaticamente
rispettando il riferimento. Così in D3 la formula diventa =$A$1*A3*B3/(C3^2) , in D4 diventa
=$A$1*A4*B4/(C4^2) etc.. Se non avessimo messo il simbolo di riferimento assoluto, $, davanti alla
cella A1 le formule sarebbero diventate in D3 =A2*A3*B3/(C3^2), in D4 =A3*A4*B4/(C4^2),
chiaramente errate perchè in A2, A3 etc. sono contenuti valori di M.
Tutte le funzioni matematiche, con la loro sintassi e spiegazioni, si possono trovare nella guida di
Excel cercando "Funzioni matematiche e trigonometriche". Allo stesso modo si possono cercare le
"Funzioni statistiche", le "Funzioni di database" etc. In questo paragrafo trattiamo soltanto la funzione
somma() e nel successivo la funzione media(), semplicemente per fare un esempio ed essendo esse
molto usate.
Funzione SOMMA
Somma tutti i numeri presenti in un intervallo di celle.
Sintassi
SOMMA(num1;num2; ...)
Num1; num2;... sono da 1 a 30 argomenti di cui si desidera il valore totale o somma.
• I numeri, i valori logici e la rappresentazioni di numeri in formato testo digitati direttamente
nell'elenco degli argomenti vengono inclusi nel calcolo. Vedere i primi due esempi che seguono.
La funzione media() fa parte delle "Funzioni statistiche" il cui elenco completo si può trovare nella
guida di Excel
Funzione MEDIA
Essa restituisce la media aritmetica degli argomenti.
Sintassi
MEDIA(num1; num2; ...)
Num1; num2;... sono da 1 a 30 argomenti numerici di cui si desidera calcolare la media.
Osservazioni
• Gli argomenti devono essere numeri o nomi, matrici oppure riferimenti che contengono
numeri.
• Se una matrice o un riferimento contiene testo, valori logici o celle vuote, tali valori
verranno ignorati. Le celle contenenti il valore zero verranno invece incluse nel calcolo.
Suggerimento Quando si calcola la media delle celle, tenere presente la differenza esistente tra celle
vuote e celle che contengono il valore zero, soprattutto nel caso in cui sia stata deselezionata la casella
di controllo Zeri nella scheda Visualizza, che è possibile visualizzare scegliendo Opzioni dal menu
Strumenti. Le celle vuote non vengono conteggiate, al contrario degli zeri.
Esempi
Se l'intervallo A1:A5 viene denominato Punteggi e contiene i numeri 10, 7, 9, 27 e 2:
MEDIA(A1:A5) è uguale a 11
MEDIA(Punteggi) è uguale a 11
MEDIA(A1:A5; 5) è uguale a 10
MEDIA(A1:A5) è uguale a SOMMA(A1:A5)/CONTA.NUMERI(A1:A5) è uguale a 11
Lezione 9
Foglio elettronico
Parte terza
1.0 Formattazione
2.0 Stampa
1.0 Formattazione
1.1 Formattare le celle: numeri
1.1.1 Formattare le celle per inserire numeri interi e decimali
Formattare un foglio di lavoro significa non solo dare ad esso un aspetto esteticamente migliore e
più gradevole, ma soprattutto renderlo più leggibile mettendo in evidenza gli elementi importanti.
Excel offre una gamma vastissima di opzioni di formattazione: potete modificare i caratteri, i bordi,
lo stile dei numeri e l'allineamento per rendere più gradevole l'aspetto dei fogli di lavoro.
La procedura per modificare i caratteri nelle celle non è molto diversa da quella di Word:
evidenziate i caratteri che volete formattare, quindi selezionate un carattere dall'elenco a discesa
Tipo di carattere sulla barra degli strumenti Formattazione e una dimensione per il carattere. Per
applicare uno stile particolare fate clic sul pulsante Grassetto, Corsivo o Sottolineato.
Ma Excel offre di più, in quanto una cella contiene dati. In questo senso essa può essere formattata,
o predisposta, per contenere tipi di dati particolari. Per formattare una cella in base al tipo di dati fare
click su Formato/Celle della barra dei menu; si apre la finestra di dialogo, costituita da diverse
schede.
Innanzi tutto esaminiamo la scheda Numero. In essa è possibile scegliere da
un lungo elenco come vogliamo che appaia un numero nella cella. Attenzione!
anche se un numero apparirà, per esempio, senza cifre decimali, esso è sempre
memorizzato con la precisione con cui è stato immesso (se abbiamo inserito
12,5 e scegliamo come visualizzazione di cella numero intero, nella cella
apparirà 12, ma rimane memorizzato 12,5. Se si cambia il formato numerico
di cella apparirà 12,5).
Selezionando Numero dall'elenco delle categorie appare la casella in cui si può immettere il numero
di cifre decimali da visualizzare, eventualmente il separatore delle migliaia e come appaiono i
numeri negativi. Se inseriamo un numero con 2 cifre decimali e abbiamo scelto come formato cella
4 cifre decimali, verranno aggiunti due zeri in modo che le cifre decimali siano 4. In alcuni campi
scientifici non è indifferente scrivere 12,53 e 12,5300, per cui bisogna stare attenti alle proprie
esigenze. Scegliendo dall'elenco delle categorie Generale, il numero sarà visualizzato con le cifre
decimali immesse senza gli zeri finali dopo la virgola. Se si vuole immettere i numeri con le cifre
decimali volute occorre scegliere la categoria Personalizzato.
Il simbolo # una posizione di una cifra. Introducendo come maschera nel formato personalizzato
#.###### significherà che verranno visualizzate tutte le cifre intere e tutte le decimali fino sei senza
aggiungere zeri finali. In ogni caso conviene prendere confidenza scegliendo formati stabiliti o
sperimentando maschere personalizzate e vedere come verrà visualizzato il numero.
Una funzione importante in Excel è la funzione data. Una cella può essere formattata per contenere
date scegliendo Data dall'elenco delle categorie della scheda Numero. E' possibile scegliere fra
numerosi formati data a seconda delle proprie esigenze.
Attenzione, però! Excel ha il suo modo di interpretare le date.
Poiché le regole che determinano il modo in cui i programmi di calcolo interpretano le date sono
complesse, quando si immettono date è necessario utilizzare il massimo della precisione. Ciò
garantirà un alto livello di precisione nei calcoli delle date.
Ø da 30 a 99 Excel interpreta i valori anno a due cifre da 30 a 99 come gli anni che vanno
dal 1930 al 1999. Ad esempio, se si digita la data 28/5/98, Excel assume che la data sia 28 maggio,
1998.
Utilizzare anni a quattro cifre Per assicurarsi che Excel interpreti i valori anno nel modo
desiderato, è possibile digitare i valori anno a quattro cifre (ad esempio, 2001, piuttosto che 01).
Excel tratta le date come un numero seriale.
La funzione che restituisce tale numero è DATA(anno;mese;giorno).
Anno può avere da una a quattro cifre. L'anno viene interpretato a seconda del sistema di data
utilizzato. In base all'impostazione predefinita, Excel per Windows utilizza il sistema di data 1900 .
● Se anno è compreso tra lo 0 (zero) ed il 1899 (incluso), tale valore viene aggiunto al 1900 per
calcolare l'anno. Ad esempio, DATA(100;1;2) restituirà il 2 gennaio 2000 (1900+100).
● Se anno è compreso tra 1900 e 9999 (incluso), tale valore viene utilizzato come anno.
Ad esempio, DATA(2000;1;2) restituirà il 2 gennaio 2000.
● Se anno è minore di 0 o maggiore di 10000, verrà restituito il valore di errore #NUM!.
Mese è un numero che rappresenta il mese dell'anno. Se mese è maggiore di 12, quel numero di
mesi verrà aggiunto al primo mese dell'anno specificato. Ad esempio, DATA(1998;14;2)
restituirà il numero seriale che rappresenta il 2 febbraio 1999.
Giorno è un numero che rappresenta il giorno del mese. Se giorno è maggiore del numero di giorni
del mese specificato, quel numero di giorni verrà aggiunto al primo giorno del mese. Ad esempio,
DATA(1998;1;35) restituirà il numero seriale che rappresenta il 4 febbraio 1998.
Osservazioni
In Excel, le date vengono memorizzate come numeri seriali in sequenza in modo da potervi
eseguire dei calcoli. Se la cartella di lavoro utilizza il sistema di data 1900, la data 1 gennaio 1900
viene memorizzata come numero seriale 1. Ad esempio, nel sistema di data 1900, la data 1 gennaio
1998 viene memorizzata come numero seriale 35796 perché sono passati 35.795 giorni dal 1
gennaio 1900. Vedere. L'orario viene memorizzato come numero decimale frazione del giorno
aggiunto alla data. La funzione ORARIO(ora;minuto;secondo) restituisce tale numero. In definitiva
scrivendo in una cella formattata data "12/03/2003 13:47" Excel memorizza il numero 37692,57. Le
funzioni ANNO(numero), Mese(numero), Giorno(numero), ora(numero), minuto(numero),
secondo(numero) restituiscono l'anno, il mese, il giorno, l'ora, i minuti e i secondi di un numero
seriale. Se si vuole trasformare un numero seriale in data e ora basta formattare la cella in data in una
delle forme proposte dalla finestra di dialogo.
La funzione DATA risulta particolarmente utile nelle formule in cui anno, mese e giorni sono
formule e non costanti.
La finestra di dialogo permette di scegliere, nella categoria Valuta, il simbolo di valuta e il numero
di cifre decimali. Il formato contabilità permette, inoltre, di avere incolonnati il simbolo di valuta e
le cifre decimali. Ricordare che dalle Impostazioni Internazionali, accessibili da Pannello di
controllo, è possibile impostare il separatore delle migliaia e il separatore decimale.
Un altro tipo di formattazione di cella molto usato è il formato numero percentuale. Anche questo è
selezionabile dall'elenco Categorie della Scheda Numero della finestra di dialogo che si apre
cliccando su Formato Celle... accessibile dal menu Formato oppure cliccando due volte sulla
selezione di celle in modo da attivare il menu di scelta rapida.
Se la cella è formattata come numero percentuale, immettendo il valore 0.35 verrà visualizzato 35%.
In pratica questo formato moltiplica per cento il valore immesso e aggiunge il simbolo %.
Attenzione! Ricordare sempre che la formattazione di cella è solo un modo per visualizzare in
un certo modo il numero immesso; nei calcoli viene sempre usato il numero così come è stato
immesso. Anche se nella cella appare 35%, nei calcoli viene usato il valore 0,35.
Dalla scheda Formato Numero, una cella può essere formattata anche come testo. Ciò significa che
anche se inseriamo in una cella un numero, esso verrà interpretato come se fosse un testo (in altri
termini come se in una cella generica avessimo inserito " '1423 ").
Formattare il testo contenuto nelle celle è cosa diversa. Dalla finestra di dialogo Formato celle si
può scegliere la scheda Carattere.
In essa è possibile scegliere il font, le dimensioni, lo stile, il colore e altre caratteristiche. Il formato
scelto verrà applicato a tutte le celle della selezione su cui si sta operando. E' chiaro che se una cella
è formattata come numero, tale formattazione permane e il formato carattere verrà applicato ai
numeri presenti nelle celle.
Le varie opzioni di formattazione del testo sono accessibili anche dalla barra degli strumenti
Formattazione, attraverso i pulsanti relativi.
Il formato carattere scelto può essere applicato a tutto il contenuto di una cella o di una selezione
oppure ad una parte del contenuto di una cella. Per far ciò bisogna attivare la modalità modifica nella
cella cliccandoci due volte. A questo punto si può selezionare col mouse la parte di testo desiderato e
applicare colore, e formato testo desiderato.
Le modifiche di formattazione di una parte di testo possono essere eseguite anche nella barra della
formula; la formattazione applicata comparirà nella cella.
Scegliendo la scheda Allineamento della finestra di dialogo Formato celle si può impostare la
disposizione del testo all'interno di una cella
Il testo può essere allineato orizzontalmente a sinistra, a destra o centrato, e verticalmente in alto, in
basso e al centro. Nella casella Rientro si può impostare il valore del rientro rispetto al bordo della
cella.
Spuntando la casella Testo a capo, se il testo immesso è troppo lungo per essere contenuto nella
cella, essa si allunga in modo che esso va a capo. Naturalmente se la cella venisse allungata
orizzontalmente il testo si ridispone fino a riempirla tutta. Le celle vicine a destra e a sinistra,
naturalmente, si adegueranno alla nuova larghezza di riga.
Spuntando la casella Riduci e adatta il testo immesso viene adattato alla cella rimpicciolendolo.
Spuntando la cella Unione celle, tutte le celle della selezione vengono unite a formare un'unica cella;
le celle intorno conservano la loro dimensione. L'unione celle permette di creare tabelle complesse,
moduli e altro.
La casella Orientamento, insieme alla casella Gradi, permette di impostare l'orientamento del testo,
verticale o inclinato che sia. Per orientare il testo si può immettere il valore nella casella Gradi,
oppure trascinare col mouse il piccolo rombo rosso.
L'allineamento orizzontale del testo di una selezione di celle si può fare anche direttamente coi
pulsanti relativi della barra Formattazione.
Come accennato sopra, più celle possono essere raggruppate per formare un'unica cella. Ciò
permette di ottenere tabelle molto articolate e incolonnate in modo da formare veri e propri modelli.
Per raggruppare più celle, effettuare la selezione e aprire la finestra di dialogo Formato Cella
cliccando col destro del mouse sulla selezione oppure dal menu Formato/Celle.
Spuntare la casella Unisci celle. Per eliminare il raggruppamento da una selezione, togliere il segno
di spunta.
Per unire celle si può far uso del pulsante Unisci celle ( ) della barra di Formattazione. Le celle
unite possono essere formattate come tutte le altre celle.
Un'altra delle schede della finestra di dialogo Formato celle è la scheda Bordo
In essa si possono impostare i bordi della cella o di una selezione scegliendo il tipo di linea, il colore
e dove inserire i bordi. Ciascun bordo può essere impostato separatamente mediante i pulsanti che
funzionano in modo on-off e cioè cliccando si inserisce il bordo e cliccando ancora si disinserisce. Il
tutto può essere controllato in anteprima nella casella. Nella figura si vede come ciascuna cella può
avere i suoi bordi e i suoi sfondi.
Nella scheda Motivo si può scegliere sia un colore di sfondo che un motivo di sfondo per far
risaltare i dati contenuti nelle celle e rendere più leggibile la tabella.
Infine la scheda Protezione permette di proteggere i dati.
Le celle possono essere bloccate e nascoste. Perchè la protezione possa funzionare è necessario,
dopo aver spuntato le caselle Bloccata e Nascosta, proteggere il foglio di lavoro usando la voce di
menu Strumenti/Protezione... (eventualmente usando una password). Spuntando Bloccata, Excel
impedirà che il contenuto della cella possa essere modificato; spuntando Nascosta, non verrà
visualizzata nella barra della formula la eventuale formula in essa contenuta, ma solo il suo valore.
Formattazione automatica. Alla fine di questo paragrafo, ma sarebbe bene provarla prima,
parliamo della formattazione automatica, che ci permetterà di vedere cosa può fare Excel con la
formattazione delle celle e del testo.
Per attivare la formattazione automatica, selezionare la zona da formattare fare click su
Formato/Formattazione automatica. Si apre la finestra di dialogo, dalla quale si può scegliere un
modello di formattazione:
Naturalmente, una volta scelto il modello, la formattazione può essere modificata a piacere.
Cliccando sul pulsante Opzioni..., vengono visualizzate le caselle di selezione in basso, con le quali
si può attivare o disattivare ogni tipo di formattazione.
Se una cella contiene i risultati delle formule o altri valori che si desidera controllare, è possibile
identificare le celle tramite l'applicazione di formati condizionali. Sarà possibile, ad esempio,
applicare alle celle uno sfondo verde, ovvero l'evidenziazione, per valori di vendita effettiva
superiori ai valori di vendita prevista e uno sfondo rosso per il caso contrario.
Quando cambiano le condizioni, se il valore delle celle cambia e non corrisponde più alle condizioni
specificate, il formato condizionale previsto per tali celle verrà temporaneamente eliminato. I
formati condizionali rimangono applicati alle celle fino a quando non vengono rimossi, anche se
Il pulsante Aggiungi permette di inserire una seconda condizione e anche una terza. Nelle prime due
caselle si sceglie la condizione e nelle altre due si possono inserire o valori costanti, oppure
riferimenti a celle, selezionabili direttamente sul foglio, cliccando sul quadratino a destra.
Excel dispone, naturalmente, anche di un controllo ortografico, che può essere attivato dal menu
Come si vede dalla finestra di dialogo, si può scegliere il dizionario e, attraverso i pulsanti, si
possono effettuare tutte le operazioni di correzione.
Cliccando su Strumenti/Correzione automatica si apre una finestra di dialogo in cui è possibile
attivare la correzione durante la digitazione e impostare gli errori ricorrenti da correggere
automaticamente.
Nella casella di testo Sostituisci può essere inserito un errore che facciamo di frequente e
correggerlo col contenuto della casella Con. In questo modo si può personalizzare la correzione
durante la digitazione.
Per stampare correttamente il proprio lavoro è importante imparare a regolare l'aspetto del foglio, in
modo che le stampe corrispondano a ciò che si visualizza sullo schermo.
Anteprima di stampa
Prima di tutto conviene utilizzare la funzionalità Anteprima di stampa, che permette di verificare
l'aspetto che il foglio assumerà una volta stampato, impaginazione inclusa: aprite il menu File e
selezionate il comando Anteprima di stampa, oppure fate clic sul pulsante Anteprima di stampa (
Excel di solito riempie una pagina intera con i dati di un foglio di lavoro, poi inizia a stampare su
una seconda pagina. Per assicurarvi che la suddivisione delle pagine sia ordinata e abbia un senso
Quando si devono stampare più fogli relativi agli stessi dati è utile inserire
intestazioni e piè di pagina che ne facilitino la lettura, indicando, per esempio,
il titolo o il numero di pagina.
Per aggiungere un'intestazione o un piè di pagina aprite il menu File e selezionate il comando
Imposta pagina, quindi fate clic sulla scheda Intestazione e piè di pagina della finestra di dialogo
Imposta pagina.
Dopo aver scelto le impostazioni che preferite fate clic su OK e intestazioni e piè di pagina saranno
inseriti in tutte le pagine del foglio.
Spesso i fogli di lavoro sono più larghi che lunghi: in questi casi potete modificare l'orientamento del
foglio di lavoro (di solito l'orientamento predefinito è quello verticale) e selezionare l'orientamento
orizzontale: nella finestra Imposta pagina, selezionare la scheda Pagina e, nel riquadro
Orientamento, fate clic sul pulsante Orizzontale.
2.0 Stampa
2.1 Stampare semplici fogli elettronici
2.1.1 Usare le opzioni di base della stampa. Anteprima
Stampare un foglio elettronico non è la stessa cosa che stampare un documento .doc. Il fatto è che un
testo si estende solo in verticale, mentre un foglio elettronico si estende sia in orizzontale che in
verticale, in modo che nessun formato di carta o di stampante riuscirebbe a contenerlo tutto.
Nei paragrafi precedenti si è già parlato di molte impostazioni ed anche dell'anteprima di stampa. Se
in Word l'anteprima di stampa non è praticamente necessaria in quanto il programma è wyswyg, cioè
vediamo direttamente sullo schermo come il documento verrà stampato, in Excel non è così, proprio
perchè un foglio di lavoro non è un testo in prosa. Allora il miglior modo di procedere alla stampa
del documento è quello di controllarlo con l'anteprima.
Cominciamo con l'esaminare la finestra di dialogo che si apre cliccando su File/Stampa.
La finestra è simile a quella di Word; in più offre la possibilità di stampare, oltre ad una selezione,
anche i fogli attivi e tutta la cartella. Offre anche la possibilità di stampare le pagine da... a... .
Andiamo con ordine.
Stampa tutto. Excel suddivide il foglio in pagine a seconda della grandezza delle celle e alla
formattazione. Vi sono due modi per vedere il contenuto delle pagine:
Ø usare la visualizzazione/Anteprima interruzione di pagina. In questo caso sul foglio
appaiono in azzurro le linee di separazione di pagina orizzontali e verticali e, stampato in grigio, il
numero di pagina. Trascinando col mouse le linee di interruzione, si possono reimpostare le pagine.
Naturalmente non è una modalità wyswyg, per cui non sono visibili margini, intestazioni etc.
Ø usare l'anteprima di stampa cliccando sul pulsante Anteprima. Nella finestra che si apre,
si possono scorrere e visionare le pagine una ad una con la possibilità di reimpostare margini,
intestazioni etc. Una lente di ingrandimento per cursore permette di ingrandire punti particolari. Fare
di nuovo click per ritornare alla visione totale.
Stampa pagine da... a... Per scegliere le pagine da stampare occorre sapere i numeri di pagine. Essi
si possono trovare o in visualizzazione Anteprima interruzione di pagina oppure in Anteprima di
stampa. Individuate le pagine, si può scegliere l'intervallo da stampare.
Come detto prima, l'anteprima di stampa in Excel è necessaria per avere l'idea precisa di ciò che
verrà stampato.
Per attivare l'anteprima di stampa si può agire in diversi modi:
Ø cliccare sul pulsante Anteprima di stampa della barra degli strumenti standard ( )
Ø usare il comando File/Anteprima di stampa
Ø cliccare sul pulsante della finestra di dialogo che si apre col comando File/Stampa
Facendo riferimento alla figura del paragrafo precedente, i pulsanti "succ." e "prec." permettono di
scorrere avanti e indietro le pagine, il pulsante "Stampa.." apre la finestra di dialogo di stampa, il
pulsante "Imposta.." apre la finestra di dialogo Imposta pagina già esaminata in altro paragrafo, il
pulsante "Margini.." visualizza sul foglio le linee dei margini, le quali possono essere trascinate
direttamente allo scopo di inserire nella pagina qualche riga o qualche colonna del foglio. Il pulsante
"Anteprima di interruzione di pagina" chiude la finestra Anteprima di stampa e apre il foglio
elettronico in visualizzazione anteprima interruzione di pagina
Tornando alla finestra di dialogo Stampa, nell'area "Stampa" si può selezionare mediante le caselle
di scelta esclusiva se stampare l'intero foglio di lavoro o l'intera cartella oppure soltanto la selezione.
Stampare l'intero foglio di lavoro. Innanzi tutto si può stampare uno o più fogli di lavoro a scelta.
Per selezionare più fogli di lavoro, cliccare, tenendo premuto il tasto CTRL, sull'etichetta del foglio
Stampare tutta la cartella. Stampare tutta la cartella equivale a selezionare tutti i fogli in cui sono
presenti dati. Anche in questo caso, se si vogliono includere o escludere dalla stampa zone, occorre
impostarle come area di stampa.
L'ultima voce del riquadro Stampa è "Selezione". Questa opzione permette di stampare solo la zona
selezionata del foglio attivo. Talvolta si ha necessità di comprimere in un unico foglio stampato la
selezione. In questo caso, come già detto in altro paragrafo, si può decidere il rapporto di stampa
della selezione. Cliccando su File/Imposta pagina oppure cliccando sul pulsante Imposta.. della
visualizzazione Anteprima di stampa, si apre la finestra di dialogo Imposta pagina, che abbiamo
esaminato in altro paragrafo. Nella scheda "Pagina" si può impostare il rapporto o adattare alla
pagina.
Ciò fatto, non dimenticare di rivedere l'anteprima per esser sicuri che tutto sia a posto.
Si può cliccare, alla fine, sul pulsante Stampa.
Lezione 10
Foglio elettronico
Parte quarta
Come in Word anche in Excel è possibile inserire in un foglio elettronico elementi e oggetti
provenienti da file o da altre applicazioni, come immagini, grafici, testi, suoni e filmati. Il
procedimento è sostanzialmente analogo. Cliccando sulla voce di menu Inserisci, si apre l'elenco
delle opzioni, fra cui, in particolare Immagine e Oggetto...
Cliccando sulla voce Immagine si apre l'elenco, da cui, come si può vedere, si può scegliere fra una
clipart o un'immagine da file (in questo caso si apre la finestra di dialogo solita per la ricerca e
l'apertura dei file) o un wordart o forme varie o prelevare direttamente l'immagine da uno scanner o
fotocamera collegata.
Interessante è la voce Organigramma, la quale permette di inserire simboli per realizzare strutture
gerarchiche e organigrammi. Cliccando sulla voce si apre la finestra Organization Chart che permette
di costruire carte gerarchiche anche molto complesse.
A questo si deve aggiungere che la barra degli strumenti "Disegno", attivabile da Visualizza/Barre
degli strumenti, ha molti pulsanti che permettono di inserire caselle di testo, disegni, wordart etc.. Il
tutto può essere raggruppato per formare un'unica immagine spostabile e ridimensionabile.
Inserisci/Oggetti.. permette, invece di inserire elementi creati con altre applicazioni e modificabili
attraverso di esse. Cliccando su Oggetti.. si apre la finestra di dialogo seguente:
Nella prima scheda si può scegliere dall'elenco l'oggetto da creare. Cliccando, per esempio, su Audio
Wave, si apre il registratore di suoni, col quale si può registrare un pezzo che verrà indicato sul foglio
con un piccolo altoparlante. Facendo doppio click col mouse si apre un menu di scelta rapida con le
voci per suonare il pezzo o modificarlo mediante il Registratore di suoni.
Per inserire un testo complesso e formattato si può inserire l'oggetto Documento di Microsoft Word.
Si apre una finestra di word nelle quale è possibile scrivere direttamente e formattare oppure,
mediante il menu Inserisci/File..., importare un file word esistente. Il testo apparirà in una casella
spostabile e ridimensionabile.
Gli oggetti inseriti sul foglio possono essere spostati e ridimensionati a piacere.
Facendo click sull'oggetto, sia essa immagine o altro, esso viene selezionato e compaiono i quadratini
di ridimensionamento ai bordi e agli angoli del riquadro, sui quali il cursore del mouse acquista
l'aspetto di doppia freccia indicando che si può trascinare per ingrandirlo o rimpicciolirlo; passando il
cursore sul riquadro esso acquista l'aspetto di freccia a quattro punte, indicando che può essere
spostato sul foglio.
Cliccando col destro del mouse sull'oggetto, si apre un menu di scelta rapida, col quale si possono
effettuare diverse operazioni.
Facendo doppio click sull'oggetto viene aperto per la modifica all'interno dell'applicazione con cui è
stato creato. Una volta effettuate le modifiche, dal menu File si può scegliere di tornare a Excel.
Un discorso a parte meritano i grafici, in quanto Excel di per sé configura serie di dati che possono
essere trasformati in grafico.
Office offre la possibilità di creare grafici all'interno di tutte le sue applicazioni (Word, Power Point
etc.), fornendo la griglia per inserire i dati e poi offrendo gli strumenti per creare il grafico desiderato
e per modificarlo.
Un grafico può essere inserito in una applicazione anche come oggetto da Inserisci/Oggetto.., se con
Office è stato installato Grafico di Microsoft Graph 2000, che comparirà nell'elenco degli oggetti
inseribili.
Quando si costruisce un grafico, i valori di ogni riga o colonna del foglio di lavoro diventano una
serie di dati. In un foglio relativo alle spese mensili di un'azienda, per esempio, le singole colonne del
foglio, come Trasporti, Affitto, Personale ecc, costituiscono ciascuna una serie di dati che può essere
visualizzata sotto forma di curva o barra nel grafico e viene contraddistinta da un colore o motivo
diverso.
Si chiama serie di dati un gruppo di dati correlati tracciati in un grafico. A ogni serie di dati è
associato un colore o motivo unico. In un grafico è possibile tracciare una o più serie di dati,
rappresentati nella legenda del grafico.
Ogni valore di una singola cella costituisce un punto dati che va a formare la serie: l'andamento della
serie è dato dai diversi valori, o punti dati, contenuti all'interno della colonna e descrive la variazione
nel tempo per quella categoria di spesa. In questo modo è possibile osservare l'andamento di una
variabile del foglio non più sotto forma di unità distinte e isolate tra loro (i valori delle singole celle),
ma in forma analogica come flusso o curva di dati.
I grafici di Excel sono composti da diversi elementi: nell'asse delle ascisse sono contenute le
categorie del foglio che si vogliono utilizzare come serie del grafico, per esempio le voci di spesa
dell'azienda; l'asse delle ordinate, invece, di solito contiene i valori in base ai quali variano le
categorie. È comunque possibile invertire tale impostazione in modo da ottenere un grafico con le
categorie disposte in senso orizzontale. Nell'area fra l'asse delle ascisse e delle ordinate si trova il
tracciato dei dati, che descrive l'andamento delle categorie rispetto ai parametri stabiliti.
Corredano poi il grafico elementi testuali, quali legende e titoli, che permettono di interpretare il
disegno. Le intestazioni di riga e colonna sono utilizzate come etichette di categoria e legenda. Se
l'insieme da rappresentare non include le intestazioni, Excel genera delle intestazioni implicite.
In Excel è possibile includere il grafico nel foglio di lavoro che contiene i dati oppure crearlo su un
foglio dedicato. In entrambi i casi il grafico è collegato ai dati di origine e sarà aggiornato
automaticamente in caso di variazione.
Excel permette di realizzare vari tipi di grafici, ognuno dei quali può mettere in evidenza diverse
caratteristiche dei dati, grafici a linee, a istogrammi, a torte etc..
Excel è dotato di una procedura guidata che ha lo scopo di facilitare la costruzione di grafici anche
agli utenti meno esperti. Dopo aver selezionato l'intervallo di celle contenente i dati necessari per la
realizzazione del grafico, fate clic sul pulsante Creazione guidata Grafico ( ), posto sulla barra
degli strumenti (in alternativa potete scegliere il comando Grafico del menu Inserisci): il programma
apre una serie di finestre di dialogo attraverso le quali è possibile scegliere il tipo di grafico che si
vuole inserire, i dati che si vogliono utilizzare per creare il tracciato e la posizione del grafico
all'interno della cartella di lavoro.
La prima finestra della Creazione guidata permette di scegliere tra i diversi tipi di grafico
disponibili.
Nel menu Tipi di grafico sono elencati i diversi formati che si possono dare ai dati, mentre nel
riquadro Scelte disponibili sono visualizzate le diverse versioni, per esempio piatte o tridimensionali,
del grafico scelto. Selezionando un tipo di grafico dal menu è possibile leggere una breve descrizione
della sua struttura; inoltre, è possibile vedere un'applicazione del modello scelto selezionando il
pulsante Tenere premuto per visualizzare l'esempio.
Una volta scelto il tipo di grafico che volete utilizzare, premete il pulsante Avanti per passare alla
finestra Dati di origine, in cui sarà visualizzato l'aspetto del vostro grafico.
Fate clic su uno dei pulsanti di selezione esclusiva Serie in: per modificare il modo in cui Excel
utilizza i dati per organizzare il grafico. Se si seleziona il pulsante Righe Excel utilizza le eventuali
etichette di riga sull'asse y del grafico, mentre facendo clic sul pulsante Colonne saranno le etichette
di colonna ad essere impiegate sull'asse x.
Fate clic su Avanti per fare apparire la finestra Opzioni del grafico.
Questa finestra contiene diverse schede che permettono di attribuire un nome agli elementi del
grafico, come gli assi delle categorie e le legende, di personalizzare il disegno della griglia o spostare
la posizione della legenda rispetto al grafico. Per inserire il titolo, per esempio, selezionate la scheda
Titoli, fate clic nella casella Titolo del grafico e digitate il nome scelto.
Dopo aver inserito le opzioni desiderate, fate clic su Avanti: si arriva al quarto passaggio, che
permette di decidere dove collocare il grafico.
La finestra Posizione foglio, infatti, consente di scegliere se collocare il grafico sullo stesso foglio di
lavoro che contiene i dati (fate clic su Come oggetto in e selezionate il foglio di lavoro in cui va
inserito) oppure su un altro foglio all'interno della cartella di lavoro (fate clic su Crea nuovo foglio).
Dopo aver definito la collocazione del grafico premete il pulsante Fine e Excel disegnerà il grafico.
Anche dopo essere stato costruito un grafico può essere facilmente modificato: è possibile correggere
i titoli, aggiungerne altri, cambiare i colori della legenda e così via. Gli elementi del grafico che
possono essere modificati si chiamano oggetti. Di seguito riepiloghiamo gli oggetti principali che si
trovano in un grafico:
● Area del grafico: il riquadro nel quale è rinchiuso il grafico, bordi inclusi.
● Area del tracciato: l'area costituita dal grafico vero e proprio (a torta, a barre, a linee...)
● Asse delle categorie <asse X>: l'asse che contiene le categorie del tracciato, di solito è l'asse
orizzontale o della x.
● Asse dei valori <asse y>: l'asse che contiene i valori del tracciato, di solito si tratta della
verticale o della y.
● Legenda: un piccolo riquadro che descrive la serie dei dati del tracciato e spiega che cosa
rappresenta ogni elemento del grafico.
● Titolo del grafico: il testo che descrive il grafico. Viene automaticamente centrato nella parte
superiore dell'area del grafico
● Valori: gli elementi individuali di una serie di dati. Possono essere rappresentati come barre,
punti su una linea, fetta di una torta ecc.
● Griglia: linee che partono da un asse e attraversano il tracciato in modo da facilitare la lettura
dei valori delle serie.
Gli oggetti sono identificati dalle etichette degli oggetti, che ne visualizzano il nome. È possibile far
apparire le etichette semplicemente posizionando il cursore del mouse sopra l'oggetto di cui si vuole
vedere il nome. Se le etichette non fossero visibili aprite il menu Strumenti, selezionate Opzioni e
fate clic sulla casella Mostra nomi della scheda Grafico.
Per modificare il titolo del grafico fate clic sul titolo in modo che appaia contornato da un bordo,
quindi fate clic in un punto qualunque all'interno del titolo per visualizzare il cursore a barra e
digitate le modifiche. Se volete cambiare lo stile di formattazione applicato al titolo o alle voci della
legenda, invece, selezionateli in modo che appaiano i bordi di contorno e fate clic con il pulsante
destro del mouse. Si aprirà un menu di scelta rapida, in cui dovete scegliere il comando Formato
titolo grafico (o Formato legenda): Excel mostra la finestra di dialogo relativa, che permette di
scegliere il tipo di carattere, lo stile, le dimensioni, il colore e le altre opzioni di formattazione da
applicare agli elementi selezionati. La finestra per modificare la formattazione si può far apparire
anche facendo doppio clic sulla voce su cui si vuole intervenire.
Per lavorare su un grafico più agevolmente, potete aprire la barra degli strumenti Grafico, che
contiene numerosi pulsanti utili per visualizzare e modificare gli elementi del grafico. Aprite il menu
Visualizza e selezionate Barre degli strumenti/Grafico.
● Oggetti grafico: utilizzando questo elenco è possibile selezionare uno degli elementi del
grafico senza dover fare clic su di esso.
● Formato oggetto selezionato: permette di modificare la formattazione dell'elemento
selezionato nell'elenco Oggetti grafico. Le opzioni di formattazione disponibili dipendono
dall'oggetto selezionato. Se l'oggetto è l'area del grafico, per esempio, si può modificare il
motivo, il tipo carattere e le proprietà, mentre se si tratta dell'asse delle categorie si può
cambiare il motivo, la scala, il tipo carattere, il tipo di numero e l'allineamento.
● Tipo di grafico: consente di scegliere un tipo di grafico diverso per la rappresentazione dei
dati
● Legenda: facendo clic sul questo pulsante si può aggiungere una legenda a destra dell'area del
tracciato, oppure, se il grafico la contiene già, rimuoverla.
● Tabella dati: visualizza sotto il grafico una tabella che contiene i dati utilizzati per crearlo,
oppure, se la tabella è già presente, permette di cancellarla.
● Per riga: traccia la serie di dati del grafico in base alle righe dei dati.
● Per colonna: traccia la serie di dati del grafico in base alle colonne dei dati.
● Inclina il testo in basso: modifica l'aspetto delle etichette degli assi x in modo che appaiano
inclinate verso il basso.
● Inclina il testo in alto: modifica l'aspetto delle etichette degli assi x in modo che appaiano
inclinate verso l'alto.
È possibile utilizzare gli strumenti Per riga e Per colonna della barra degli strumenti Grafico per
cambiare la direzione della serie dei dati che generano il tracciato. Lo strumento Per riga organizza il
grafico derivando i valori delle serie dei dati dalle righe, mentre lo strumento Per colonna permette di
derivare i valori delle serie dei dati dalle colonne
Se il grafico si trova nello stesso foglio di lavoro che contiene i dati, quando si seleziona l'area del
grafico appare un bordo colorato attorno alle etichette e ai dati utilizzati per creano. È possibile
spostare il bordo in modo da ridefinire l'intervallo dei dati rappresentati nel grafico, per esempio per
aggiungere una serie di dati. La procedura da seguire è molto semplice: digitate i dati e le etichette
che volete aggiungere nelle celle adiacenti ai dati esistenti. Selezionate l'area del grafico facendo clic
sull'area vuota tra il bordo del grafico e l'area del tracciato e quindi trascinate il quadratino
nell'angolo in basso a destra del bordo di delimitazione fino a includere i nuovi dati nella selezione:
quando rilasciate il pulsante del mouse Excel visualizza il grafico che rappresenta il nuovo intervallo
di dati.
Formattare i grafici
Una volta definiti i contenuti del grafico, ci si può sbizzarrire a modificarne l'aspetto "estetico",
operando su colori, bordi e opzioni di formattazione varie. Excel crea i grafici a colori. Se la vostra
stampante è in bianco e nero, i colori saranno riprodotti con diverse tonalità di grigio. Può quindi
essere utile, per esempio, scegliere uno sfondo bianco e motivi molto diversi per le serie adiacenti, in
modo da distinguerle facilmente. Se il grafico sarà stampato a colori, invece, si possono utilizzare
differenti motivi e colori per dare maggiore enfasi ai vari dati.
Per formattare una serie di dati fate clic su di essa con il pulsante destro del mouse e selezionate il
comando Formato serie dati. Si aprirà la finestra di dialogo Formato serie dati, con la scheda
Motivo in primo piano.
Le opzioni all'interno della scheda sono diverse a seconda del grafico su cui state lavorando. Se si
tratta di un istogramma, per esempio, potete selezionare un colore per la colonna dalla tavolozza nel
riquadro Area. Per sfumare il colore fate clic su Riempimento e selezionate una sfumatura.
Se volete mettere in risalto elementi particolari del grafico potete provare ad applicare un bordo. Per
esempio, potete mettere un bordo attorno all'area del grafico in modo da creare un riquadro, oppure
incorniciare il titolo per evidenziarlo. Si può scegliere lo stile, il colore, lo spessore e l'eventuale
ombreggiatura del bordo e dargli un effetto tridimensionale. Per applicare un bordo fate clic con il
pulsante destro del mouse in un'area vuota del grafico e selezionate il comando Formato area
grafico. Si aprirà la scheda Motivo della finestra Formato area grafico:
nell'area Bordo fate clic sul pulsante di selezione esclusiva Personalizzato e quindi su Stile per
selezionare uno stile fra quelli disponibili. Con il pulsante Colore potete scegliere un colore per la
linea, mentre la casella Spessore visualizza l'elenco delle opzioni disponibili per le dimensioni della
linea. Dopo aver impostato le vostre opzioni fate clic su OK.
Nella scheda Motivo si trovano anche i comandi per applicare uno sfondo al grafico: selezionate un
colore dalla tavolozza nel riquadro Area e fate clic su Riempimento se invece di uno sfondo
omogeneo volete applicare una sfumatura, un motivo, una trama o un'immagine.
Per incorniciare un titolo, invece, fate clic su di esso con il pulsante destro del mouse e scegliete
Formato titolo grafico: attivate il pulsante Bordo Personalizzato e scegliete le opzioni per definire
il vostro bordo.
È possibile modificare l'ordine delle serie di dati in un grafico per facilitarne la lettura oppure per
raggrupparle secondo uno schema che si ritiene più logico. Per cambiare l'ordine delle serie di dati
fate clic su una serie con il pulsante destro del mouse e scegliete il comando Formato serie dati.
Selezionate la scheda Ordine delle serie della finestra di dialogo Formato serie dati, scegliete una
serie nella casella Ordine delle serie e quindi fate clic sul pulsante Sposta in alto o Sposta in basso
per modificare la posizione della serie nel grafico. I cambiamenti sono visualizzati nell'anteprima
disponibile all'interno della finestra. Quando siete soddisfatti dei risultati raggiunti fate clic su OK.
La finestra di dialogo sarà chiusa e il grafico sarà aggiornato col nuovo ordine delle serie di dati.
Anche la formattazione dell'asse X o dell'asse Y può essere modificata per meglio rispondere alle
caratteristiche del grafico. Se, per esempio, volete modificare la formattazione dell'asse Y dal
formato Numero al formato Valuta, fate clic con il pulsante destro del mouse sull'asse Y e scegliete il
comando Formato asse. Si aprirà la finestra di dialogo Formato asse, in cui deve essere selezionata
la scheda Numero. Scegliete l'opzione Valuta nella casella Categoria: la casella Esempio mostra
come le celle selezionate appariranno dopo l'applicazione della nuova formattazione; fate clic su OK
in modo che il grafico sia aggiornato con le nuove opzioni.
Quando si crea un grafico Excel definisce automaticamente le scale dei valori degli assi derivandole
dai valori utilizzati per creare il grafico. È comunque possibile cambiare questa scala, per esempio se
le serie dati risultano troppo vicine e la scala automatica non riesce a evidenziare le differenze.
Selezionate la scheda Scala della finestra Formato asse: le opzioni che si trovano sotto le
Impostazioni automatiche sono quelle predefinite dal programma. Le opzioni Valore minimo e
Valore massimo definiscono il valore iniziale e quello finale su cui è impostato l'asse, mentre Unità
di base e Unità principale specificano l'unità di suddivisione dell'asse tra i due estremi. Per
modificare la scala dell'asse selezionate le caselle e digitate i valori di riferimento, quindi fate clic su
OK. lì grafico sarà aggiornato con la nuova scala dell'asse.
Grafici 3D
Se avete scelto di rappresentare i vostri dati attraverso un grafico 3D, potete intervenire sulla
visualizzazione tridimensionale modificandone l'elevazione e la rotazione. L'elevazione crea un
effetto visivo simile a quello che si avrebbe osservando il grafico da punti di vista a diverse altezze,
mentre la rotazione muove il grafico intorno all'asse verticale.
Per regolare la visualizzazione di un grafico 3D fate clic con il pulsante destro del mouse su un'area
vuota del grafico e selezionate il comando Visualizzazione 3D dal menu di scelta rapida.
Excel apre la finestra Visualizzazione 3D: digitate i valori nelle caselle Elevazione e Rotazione
oppure premete i pulsanti relativi.
L'effetto ottenuto con l'applicazione delle nuove impostazioni viene mostrato dal grafico di esempio
che si trova nella finestra di dialogo. Fate clic su OK e il grafico sarà aggiornato con le nuove
modalità di visualizzazione.
Se il grafico che avete costruito vi sembra non aiutare la comprensione visiva dei dati, provate con un
tipo diverso. Fate clic sull'area del tracciato e premete il pulsante destro del mouse.
Scegliete la voce Tipo di grafico dal menu di scelta rapida : si aprirà la finestra di dialogo Tipo di
grafico, che permette di scegliere una nuova modalità di rappresentazione per i dati oppure una nuova
scelta disponibile per lo stesso grafico.
Nello stesso menu si trovano altri comandi che permettono di modificare gli elementi del grafico e
richiamano delle finestre di dialogo del tutto simili a quelle che fanno parte della procedura di
Creazione guidata Grafico. La voce Opzioni grafico permette di cambiare le opzioni standard del
grafico selezionato, per esempio aggiungere il titolo e la griglia per rendere più facile la
comprensione dei dati. Facendo clic su questa voce si apre la finestra di dialogo Opzioni grafico, che
contiene tutte le opzioni disponibili per il tipo di grafico scelto.
Per visualizzare la griglia del grafico, per esempio, scegliete la scheda Griglia e quindi selezionate le
caselle di controllo corrispondenti alla griglia che volete aggiungere. Nella finestra apparirà
un'anteprima delle opzioni scelte. Se invece avete bisogno di spostare la legenda, che di solito viene
posizionata alla destra del grafico, scegliete la scheda Legenda e quindi selezionate la posizione che
preferite.
Con il comando Dati di Origine è possibile cambiare l'origine dei dati su cui si basa il grafico: si
possono aggiungere o eliminare dei dati aggiungendo o escludendo una o più serie di dati. I
cambiamenti operati sono visualizzati nell'anteprima della finestra, che può servire per decidere se
accettare o rielaborare le variazioni. Per eliminare una serie di dati per esempio, fate clic sul comando
Dati di Origine, scegliete la scheda Serie e selezionate il nome della serie che cercate, quindi fate
clic su Elimina e poi su OK: la serie di dati sarà tolta dal grafico.
La voce Posizione, infine, permette di aprire la finestra di dialogo Posione grafico, con cui si può
assegnare una nuova posizione al grafico. Per spostare in un foglio dedicato un grafico incorporato
nello stesso foglio di lavoro dei dati, per esempio, selezionate questo comando, fate clic su Crea
nuovo foglio e quindi su OK. La finestra di dialogo verrà chiusa e il grafico sarà posizionato su un
foglio nuovo di nome Grafico1. Questo foglio fa parte della stessa cartella di lavoro e viene inserito
alla sinistra del foglio contenente i dati rappresentati nel grafico. Il grafico resta comunque collegato
con i dati del foglio di lavoro e sarà aggiornato automaticamente al variare dei dati.
Terminata la Creazione guidata il grafico è inserito nel foglio di lavoro scelto; se sono necessarie
modifiche è comunque possibile spostarlo in un'altra posizione, ridimensionarlo o migliorarne le
caratteristiche grafiche.
Prima di tutto fate clic sul mouse in modo da selezionarlo: appariranno alcuni rettangoli neri, le
maniglie, agli angoli e ai lati del bordo del grafico. Per spostare il grafico in una nuova posizione
senza modificarne le dimensioni posizionate il cursore del mouse all'interno del grafico e, tenendo
premuto il pulsante sinistro del mouse, trascinatelo in modo che il cursore si trasformi in una freccia
quadrupla. Quando siete arrivati nella posizione voluta rilasciate il pulsante sinistro del mouse.
Per ingrandire o ridurre il grafico, invece, posizionate il cursore del mouse sopra una maniglia e
tenete premuto il pulsante sinistro in modo che il cursore si trasformi in una doppia freccia.
Trascinate il mouse (Excel visualizza un contorno della dimensione del grafico che segna il
movimento del puntatore) e rilasciatelo quando siete soddisfatti delle dimensioni raggiunte.
Utilizzando le maniglie centrali è possibile modificare la posizione di un solo lato per volta, con le
maniglie d'angolo si possono controllare due lati contemporaneamente. Se trascinate la maniglia
centrale inferiore, per esempio, potete spostare il lato inferiore del grafico per allungarlo o
accorciarlo, mentre con la maniglia nell'angolo inferiore sinistro sposterete contemporaneamente sia
il lato inferiore sia quello sinistro.
Il grafico può essere spostato o ridimensionato solo se lo avete inserito come oggetto grafico nel
foglio di lavoro in cui sono contenuti anche i dati.
Se premete il tasto MAIUSC mentre agite su una delle maniglie ai vertici, il ridimensionamento sarà
proporzionale, rispetterà cioè il rapporto tra altezza e larghezza della finestra.
Per eliminare un grafico è sufficiente fare clic sull'area del grafico per selezionarlo e premere il tasto
CANC. I dati che lo hanno originato restano invariati nel foglio di lavoro.
Lezione 11
Foglio elettronico
Parte quinta
1.1 Introduzione
1.2 Creazione di una tabella Pivot
1.3 Analisi ed interpretazione dei dati
1.4 Viste mirate
1.5 I campi calcolati
1.6 I formati
1.7 Le opzioni
1.8 Operazioni sulle tabelle pivot
1.9 I grafici pivot
1.1 Introduzione
Uno degli utilizzi più gettonati dei fogli elettronici in generale è quello relativo all'impostazione di tabelle.
Tuttavia siamo talmente abituati a lavorare con queste ultime che molte volte non ci rendiamo conto che
con opportune manipolazioni è possibile ottenere da esse una grande quantità informazioni, il cui numero
ed utilità va ben al di la di quanto non possano dire, così come sono tradizionalmente presentati, i dati che
vi sono ospitati.
Il segreto per rendere eloquente una qualsiasi tabella sta nell'interpretarla non semplicemente come un
insieme di numeri ordinati in righe e colonne ma come un vero e proprio data base, per la precisione come
un "archivio tabellare".
Nelle celle della prima riga si trovano i nomi dei campi, mentre le righe sottostanti corrispondono ai
singoli record. A questo punto, se interroghiamo il nostro archivio con gli strumenti opportuni, possiamo
spremere da esso tutte le informazioni che custodisce potenzialmente, ma che altrimenti non si sarebbero
mai palesate.
In essa sono riportati i dati relativi agli ordini pervenuti nei primi tre messi dell'anno dai venditori di una
azienda che opera nel campo delle periferiche per computer. Così come si presenta, la nostra tabella non
dice moltissimo e si limita a fotografare le situazioni relative ai singoli periodi temporali, ma se la
esploriamo con lo strumento adatto, possiamo trasformarla in una miniera di informazioni. Si può andare
dal fatturato globale per venditore a quello per venditore e prodotto, e dal giro di affari realizzato per un
articolo a quello relativo ad uno solo di questi.
Inoltre, è possibile conteggiare quante stampanti ha piazzato un venditore nell'arco del trimestre, le vendite
che si riferiscono ad un certo mese, e così via. Si noti che la struttura di tale tabella è volutamente
semplice, al fine di consentirne una lettura immediata e di propiziare la comprensione degli esempi pratici
che su di essa si basano. Ovviamente si può lavorare con grandi quantità dati strutturati in modo anche
molto articolato, ed è proprio in queste condizioni che si apprezzano meglio le potenzialità delle tabelle
pivot.
Considerando le loro caratteristiche molto variegate non è facile darne una sintetica descrizione. In linea di
massima, possiamo dire che prendono origine da una tabella che ospita i dati da analizzare (o meglio, da
un data base tabellare), e che sono in grado di trasformare successivamente la loro architettura per
interpretare le informazioni originali sotto diverse ottiche.
La procedura, peraltro molto semplice, prevede che si crei dapprima una struttura vuota, e che
successivamente si costruisca in tempo reale lo schema secondo il quale devono essere presentati i risultati
dell'analisi, posizionando semplicemente nel suo ambito i riferimenti alle informazioni da analizzare.
Tutto risulterà più chiaro con un esempio pratico. Vediamo come si deve operare per ottenere dalla nostra
tabella un report che sintetizzi per ogni mese e per ogni venditore, il fatturato totale conseguito sui tre
articoli venduti. Il tutto, ovviamente corredato con gli opportuni totali generali.
Posizionare il cursore su una qualsiasi tabella da analizzare. Con questa semplice mossa si indica ad Excel
quale sarà la zona su cui deve operare. Vale la pena di osservare che la tabella non deve presentare
soluzioni di continuità, nel senso che non possono essere presenti righe o colonne vuote.
Apriamo il menu Dati e selezioniamo la voce Rapporto tabella pivot e grafico pivot. Così facendo viene
visualizzata la prima maschera in cui si articola la procedura, in cui si deve indicare la tipologia dei dati da
analizzare, e se si vuole procedere ad una analisi numerica o grafica. Per quanto ci riguarda selezioniamo i
bottoni rispettivamente corrispondenti alle voci Elenco o data base Microsoft Excel e Tabella pivot.
Nota - L'analisi può essere condotta anche su dati residenti all'esterno del foglio di lavoro corrente, su più zone differentemente
posizionate, o partendo da un'altra tabella pivot. In ogni caso le procedure sono abbastanza analoghe e differiscono solo per alcuni
dettagli, in particolare quelli relativi alla dichiarazione della posizione dei dati.
Clicchiamo sul pulsante Avanti ed accediamo così ad una nuova maschera. Dal momento che abbiamo già posizionato il cursore
all'interno della tabella, Excel ci propone come zona di analisi le coordinate di quella occupata dalla tabella stessa. Fare clic sul pulsante
Avanti per accettarle e proseguire. Così facendo si accede alla maschera in cui si deve indicare la posizione in cui devono essere
visualizzati i risultati
Per quanto riguarda la loro posizione si può scegliere fra il foglio di lavoro in cui si trova la tabella originale o un altro foglio. Scegliamo
la seconda proposta. Si può così operare più agevolmente. Premere il pulsante Fine.
A questo punto si determina l'apertura di un nuovo foglio di lavoro nel cui angolo superiore sinistro (in corrispondenza della cella A1,
tanto per intenderci), è visualizzata la struttura vuota di una tabella a due entrate.
Contemporaneamente, nell'area di lavoro si apre un box che ospita un menu operativo e i riferimenti ai nomi dei campi del nostro
archivio tabellare originale. Quando si porta il cursore su di essi si trasformano in pulsanti. L'area dei risultati è suddivisa in quattro zone
ben distinte, e precisamente:
1. L'area riservata ai riferimenti di riga in cui si trascineranno i pulsanti corrispondenti ai campi che devono figurare come righe
della tabella
2. L'area riservata ai riferimenti di colonna in cui si trascineranno i pulsanti corrispondenti ai campi che devono figurare come
A questo punto, sulla scorta di queste informazioni, si può impostare la struttura della tabella dei risultati.
Trasciniamo nella zona Righe i pulsanti Venditore e Mese. Quest'ultimo si affiancherà al primo. L'ordine in cui si inseriscono i pulsanti
è molto importante perché determina come vengono visualizzati i dati. In questo caso verranno esibiti i fatturati conseguiti da ogni
venditore nei tre mesi del trimestre
Trasciniamo nell'area Dati il pulsante Fatturato, sul quale verranno eseguite le elaborazioni previste.
Quella standard è la Somma (quella che ci interessa), ma è possibile condurre, come vedremo, altri tipi di
elaborazione. Qui si conclude la procedura, dal momento che in questa occasione non abbiamo previsto
l'utilizzo dell'area di pagina. Non appena si rilascia il pulsante Fatturato nell'area Dati viene creata la
tabella con i risultati dell'analisi che, se abbiamo operato correttamente, si dovrebbe presentare nel modo
seguente:
Quella che abbiamo appena creato è una tabella a due entrate che esprime l'analisi specificata tramite il posizionamento dei pulsanti.
La cosa stupefacente è che non si tratta di una analisi statica ma dinamica, nel senso che si può procedere a nuove interpretazioni dei dati,
agendo semplicemente sui pulsanti che compaiono nella tabella stessa e, che per la precisione, sono i tre che abbiamo trascinato nell'area
delle righe e delle colonne, più uno, posizionato in alto a sinistra, che indica il tipo di elaborazione che è stata condotta sui dati relativi al
campo Fatturato (la somma) rispettando le condizioni che abbiamo stabilito impostando la tabella.
Se abbiamo dei ripensamenti sullo schema di presentazione dei dati possiamo sempre intervenire creando nuove situazioni: basta togliere
o aggiungere pulsanti.
Ad esempio, aggiungendo il campo Pagato nella zona Colonne otterremo il seguente risultato:
In questo caso la tabella si presenta articolata in due sezioni, ognuna delle quali riporta rispettivamente i dati delle transazioni andate a
buon fine o ancora inevase.
Se, invece, tanto per continuare con gli esempi, eliminiamo il campo Mesi, semplicemente trascinandolo fuori dalla zona Righe, la
struttura si autodimensiona per interpretare i dati solo relativamente ai tre venditori, consolidandoli nell'arco del trimestre.
Una volta impostata la struttura definitiva, se ne possono ricreare altre agendo semplicemente sui pulsanti a disposizione.
Innanzitutto è possibile procedere ad una diverso tipo di elaborazione dei dati. Ecco come operare. Fare doppio clic sul pulsante con
sopra impresso la scritta Somma di Fatturato. Così facendo viene aperto un box di in cui , nella finestra Riepiloga per, si sceglie il tipo
di elaborazione desiderata fra quelle proposte (Conteggio, Media, Massimo, Minimo, e così via)
Nel box sono presenti due pulsanti, Numero e Opzioni. Facendo clic sul primo si accede alla maschera
per l'assegnazione dei formati numerici
Tramite il secondo pulsante, invece, si determina l'estensione del box ed è possibile stabilire come deve
essere interpretato il risultato dell'elaborazione dei dati, selezionando la corrispondente modalità
nell'elenco a discesa associato alla casella Mostra dati. I valori possono essere espressi in percentuale di
riga, di colonna, o del totale generale, oppure si può richiedere che vengano calcolati i delta rispetto ad un
riferimento da specificare. E si potrebbe continuare a lungo. Chi vuole documentarsi su tutti i tipi di
interpretazione possibili può accedere alla guida in linea di Excel, aprire la scheda di ricerca libera e
digitare nella casella dedicata il termine Tabelle pivot.
Se optiamo per la modalità di visualizzazione dei dati Discordanza da, e nelle finestre Campo base e Elemento base selezioniamo
rispettivamente Mese e Precedente, i nostri risultati verranno interpretati non più in senso assoluto ma come la differenza (positiva o
negativa) rispetto al dato precedentee
Provate ad immaginare una tabella di origine con centinaia di righe e pensate all'utilità di questo strumento!
Se la tabella pivot interpreta l'analisi di un grande insieme di dati le sue dimensioni possono essere anche
molto estese, e potrebbe essere difficile mettere nella dovuta evidenza quelle informazioni che ci
interessano particolarmente.
Aprendo gli elenchi a discesa associati ai pulsanti di campo si può stabilire quali dati devono essere
visualizzati. Se, per esempio, vogliamo vedere solo quelli relativi al venditore Verdi e al mese di
Gennaio, aprendo gli elenchi a discesa associati ai pulsanti Venditore e Mese vengono rispettivamente
aperti l'elenco dei nomi dei venditori e dei mesi.
A questo punto, basta deselezionare quelli che non devono comparire nel rapporto, e il gioco è fatto.
Ovviamente, si può ripercorrere il cammino a ritroso per ristabilire la situazione originale. Quando si
analizzano archivi di grandi dimensioni si rivela preziosa anche la possibilità di visualizzare i risultati
suddividendoli in pagine, ognuna delle quali è relativa a una determinata tipologia di informazioni. Così,
se i dati sorgenti si riferiscono a più periodi temporali (anni, mesi, trimestri, settimane o giorni) si può
creare una pagina riservata ad ogni periodo, e visualizzare solo quella desiderata selezionandola
nell'elenco a discesa associato pulsante che la rappresenta nell'area Pagina.
Per fare un esempio pratico, rifacendoci sempre alla nostra tabella esemplificativa, potremmo creare tre
pagine corrispondenti ai tre mesi cui si riferiscono i dati. In tal caso, quando si imposta la tabella pivot,
anziché trascinare il campo Mese nell'area delle righe, lo si posiziona direttamente nell'Area di pagina.
I dati ospitati nella omonima area della tabella possono essere elaborati, come si è visto, solo secondo ben determinate tipologie di
calcolo.
Se, però, fosse necessario manipolarli in modo personalizzato si può ricorrere ai cosiddetti campi calcolati. In pratica, è possibile
aggiungere alla tabella pivot nuovi campi in cui sono ospitate le formule responsabili dei calcoli desiderati.
Come al solito, conviene fare un esempio pratico. Immaginiano che dopo aver consolidato i dati della tabella originale si vogliano
calcolare le provvigioni da riconoscere ai venditori valorizzandole nella misura del 5 percento del giro d'affari conseguito.
Per risolvere il problema possiamo aggiungere un campo calcolato che valorizzi tale percentuale .
● Portare il cursore su una qualunque cella della tabella pivot, e fare clic con il pulsante destro del mouse. Con questa operazione si
determina l'esibizione di un menu in cui si opta per la voce Formule, e nel corrispondete sottomenu si seleziona Campo
calcolato
● Nella maschera che viene visualizzata inserire nella casella di testo Nome, quello da assegnare al campo calcolato (Provvigioni
5%, per esempio). Nella casella di testo sottostante, invece, impostare la formula di calcolo facendo riferimento ai nomi di campo
elencati nella finestra Campi. La formula è la seguente: = Fatturato*5/100
● Fare clic sul pulsante Aggiungi per inserire il nuovo campo nell'elenco, quindi premere il pulsante Ok per visualizzare i risultati
seguenti
1.6 I formati
Le tabelle che abbiamo creato sono una vera e propria miniera di informazioni, ma non si può proprio dire che siano belle a vedersi.
Fortunatamente, dal momento che l'occhio vuole la sua parte, abbiamo la possibilità di presentarle in modo piacevole applicando uno dei
● Posizionare il cursore su una qualsiasi cella della tabella. Fare clic destro, e nel menu che si apre contestualmente optare per la
voce Formato. Così facendo si accede alla galleria dei formati
● Selezionare quello desiderato, quindi premere applicarlo alla nostra spartana tabella pivot, che si
presenta ora nel modo seguente
1.7 Le opzioni
La creazione di una tabella pivot ha luogo secondo i parametri che sono raccolti in una speciale maschera cui si accede dal menu
contestuale al clic destro sulla tabella, selezionando la voce Opzioni tabella.
Per attivare o disattivare un parametro togliere o mettere la spunta alla casella associata alla corrispondente voce. La maggior parte delle
voci della maschera sono autoesplicative, ma qualora ci fossero problemi di interpretazione c'è sempre a disposizione l'aiuto contestuale.
Per saperne di più sulle funzioni svolte da una singola opzione, fare clic sul punto interrogativo posizionato in alto a destra della
maschera, portare il cursore (che si è trasformato nello stesso simbolo) sulla voce relativamente alla quale si vogliono lumi e fare clic.
Così facendo viene visualizzato un riquadrino con le informazioni desiderate.
Di seguito illustriamo sinteticamente le procedure per portare a termine alcune operazioni di routine che coinvolgono le tabelle pivot.
Aggiornamento dei dati - Una tabella pivot è legata ai dati sorgenti e ne riflette le modifiche che vengono ad essi eventualmente
apportate. L'aggiornamento può essere eseguito in ogni momento facendo clic destro sulla tabella e selezionando la voce Aggiorna. Si
può anche richiedere che la tabella venga aggiornata automaticamente tutte le volte che viene aperta la cartella che la ospita. In tal caso,
accedere ala maschera delle opzioni, e nella sezione Opzioni dati spuntare la casella corrispondente alla voce Aggiorna all'apertura.
Visualizzare o nascondere i dettagli - Se si vuole nascondere l'esplosione di una voce, per esempio la ripartizione del fatturato
stampanti fra i vari venditori, basta evidenziare l'intestazione del gruppo o il nome di un venditore, fare clic destro e selezionare nel menu
contestuale la voce Raggruppa e struttura. Nel corrispondente sottomenu optare Nascondi dettaglio. Seguire la procedura inversa, o
annullare l'operazione, per ritornare alla situazione di partenza. Se la procedura descritta si esegue evidenziando una cella della zona
dati, la tabella si contrae al massimo livello e può non essere più possibile ritornare all'originale.
Eliminare una tabella - Fare clic destro sulla tabella, nel menu contestuale optare per Seleziona, e nel corrispondente sottomenu per
Intera tabella. A selezione avvenuta premere semplicemente il tasto di cancellazione.
Copia di una tabella - Selezionare l'intera tabella con la procedura appena descritta, aprire il menu Modifica e selezionare Copia.
Posizionare il cursore dove deve avvenire la replica, riaprire il menu Modifica e selezionare Incolla. La replica non tiene conto della
larghezza delle colonne, che devono essere ridimensionate a mano. Ecco un piccolo trucco per evitare la noiosa operazione. Una volta
copiata la tabella, portarsi su una cella della colonna che coincide con la prima colonna della tabella stessa, ma che sia esterna ad essa,
riaprire il menu Modifica e selezionare Incolla speciale. Nella maschera che viene visualizzata spuntare la casella Larghezza colonne,
quindi premere Ok, per ottenere il desiderato assestamento delle colonne. È molto importante che il cursore sia all'esterno della tabella
perché in caso contrario il ridimensionamento non ha luogo.
Le tabelle pivot di Excel 2000 sono supportate da una opzione decisamente inedita.
Ci riferiamo agli omonimi grafici, che possono essere creati direttamente utilizzando i dati da analizzare o basandosi su una tabella
pivot.
L'enorme utilità di questi diagrammi è che possiedono le medesime caratteristiche di interattività delle tabelle da cui prendono il nome,
pertanto si possono assestare in tempo reale a seconda delle viste che vogliamo interpretare.
Per creare un grafico da una tabella pivot esistente basta farvi sopra clic destro, e selezionare nel menu contestuale la voce Grafico
pivot. Il diagramma verrà immediatamente realizzato in un foglio di lavoro dedicato.
Vediamo, invece, come si costruire un grafico pivot partendo dai dati originali. In pratica, lanciata la procedura per la creazione di una
tabella pivot, basta optare per Grafico pivot. Così facendo si accede al foglio in cui verrà creato il diagramma, dove è visualizzata una
struttura analoga a quella che abbiamo utilizzato per impostare le tabelle. Trascinando i pulsanti nelle varie aree si crea il grafico che
interpreta esattamente il tipo di analisi che vogliamo condurre. Tutte le possibili varianti si ottengono agendo opportunamente sugli
elenchi a discesa associati ai pulsanti. Per cambiare il tipo di grafico, invece, fare clic destro su di esso e selezionare la voce Tipo di
grafico per accedere alla galleria dei modelli.
Lezione 12
Foglio elettronico
Parte sesta
1.1 Premessa
1.2 Un po' di teoria
1.3 Ricerche e operatori
1.4 I Filtri automatici
Questa lezione, l'ultima relativa al foglio elettronico, è accompagnata da un file che si può scaricare facendo clic qui: si tratta del file
zippato di un elenco excel di 2.382 libri, con relativi autori, editore e prezzo.
In realtà lo si può fare molto bene, e in maniera decisamente semplice anche con Microsoft Excel. Basta sfruttare a fondo, le
funzionalità dedicate che operano nell’ambito del menu Dati. E c’è di più: impostando opportune espressioni si possono eseguire analisi
statistiche anche molto sofisticate sui contenuti di un archivio.
Prima di cominciare, però, è importante chiarire il concetto di base dati, non solo da un punto di generale, ma soprattutto nell’ottica
secondo la quale viene interpretato all’interno di Excel.
Un data base, una base dati, o più semplicemente un archivio, rappresentano in ogni caso un insieme di dati omogenei raggruppati in
unità elementari che vengono definite record.
I record, a loro volta, si articolano in un certo numero di campi, una sorta di etichette la cui funzione è quella di classificare
convenientemente i dati che vi vengono inseriti. I campi si definiscono in base ai dati che ospitano, così si parla di campi testo, campi
numerici, campi data, se rispettivamente contengono testi, valori numerici o date.
Facciamo un esempio. Un data base Libri, raccoglie tutte le informazioni disponibili relative a questi ultimi, e i suoi record li
classificano finemente utilizzando i campi. I record, per esempio, saranno articolati in più campi: Argomento (campo testo), Titolo
(campo testo), Prezzo (campo numerico) e così via, e ogni campo conterrà i corrispondenti dati dei libri posseduti.
Insomma, possiamo paragonare un data base ad uno schedario, e le schede cartacee in esso contenute ai record del nostro data base, o
archivio che dir si voglia.
A questo punto, come avevamo anticipato, vediamo come i dati in cui si articola un archivio vengono interpretati in ambiente foglio
elettronico: ne più ne meno come una tradizionale tabella. Nelle celle della prima riga, quella che solitamente viene riservata alle
intestazioni, si trovano i nomi dei campi, mentre le righe sottostanti corrispondono ai singoli record.
Sotto questo punto di vista, pertanto, una qualsiasi tabella Excel che presenti la suddetta struttura può essere assimilata ad un data base,
e non a caso viene definita un archivio tabellare.
Si noti che la tabella non deve presentare soluzioni di continuità, nel senso che non devono esservi righe o colonne interamente vuote.
Per estrarre da un data base le informazioni che ci interessano, possiamo interrogarlo in vari modi. Per esempio, facendo riferimento al
nostro archivio esemplificativo, è possibile individuare tutte le registrazioni relative ai libri relativi ad un determinato argomento, o
quelli scritti da uno specifico autore.
Queste interrogazioni vengono definite semplici perché ottemperano ad un solo criterio, ma i criteri possono anche essere combinati fra
loro.
Per esempio, si potrebbero individuare tutti i record che si riferiscono contemporaneamente ad un certo autore e a un certo editore.
Quest’ultima tipologia di interrogazione viene definita una ricerca in And (o inclusiva), perché viene ristretto il campo della ricerca.
Infatti, nel nostro archivio, le registrazioni che si riferiscono, poniamo, all’argomento BIOGRAFIE, sono 55, ma quelle in cui anche il
campo Autore soddisfa a un secondo vincolo (che il libro sia stato scritto, per esempio, da Sperone Gigi) sono decisamente meno, per
l’esattezza 2.
Alle ricerche restrittive in And fanno da contrappunto quelle cosiddette estensive ( o in Or).
In questo caso il campo di ricerca si può invece estendere notevolmente. Così, se vogliamo individuare i libri che possono essere
indifferentemente una biografia o un dizionario, il numero di registrazioni individuate è sicuramente superiore.
Gli operatori And e Or che vengono utilizzati per tali tipologie di ricerca sono definiti operatori booleani, ma vi sono altri operatori
(cosiddetti relazionali), che consentono di interrogare un archivio utilizzando altri criteri.
Ci riferiamo agli operatori uguale a, diverso da, maggiore di, minore di, e così via che consentono di impostare filtri anche molto
sofisticati, e possono essere utilizzati, tanto per fare un esempio, per estrarre i record relativi ai libri il cui è importo è maggiore di un
30.000 lire.
Excel mette a disposizione due procedure per eseguire una ricerca nell’ambito di un data base tabellare: filtri automatici e ai filtri
avanzati che si attivano entrambi aprendo il menu Dati e selezionando le omonime voci.
L’applicazione di un filtro automatico consente di eseguire estemporaneamente semplici interrogazioni di un archivio tabellare, mentre
utilizzando un filtro avanzato si possono impostare interrogazioni anche molto sofisticate che prevedono l’utilizzo estensivo degli
operatori booleani e relazionali.
I risultati che si possono ottenere avvalendosi di questo tipo di filtri presentano qualche limitazione, ma sono comunque più che
sufficienti per esplorare efficacemente il contenuto di un data base. In compenso sono estremamente facili da utilizzare e la loro risposta
è immediata.
Ma ecco come procedere, per estrarre dal nostro data base esemplificativo i record relativi ai libri con argomento BIOGRAFIE. Fare
clic su una qualsiasi cella della tabella-archivio, aprire il menu Dati e selezionare la voce Filtro automatico.
A fianco dei nomi dei campi compare un pulsantino con sopra impresso un triangolino con il vertice orientato verso il basso. Facendovi
sopra clic si apre un elenco a discesa che ospita tutti dati (unici) che sono contenuti in quel campo dell’archivio. In altre parole, se in un
campo compare anche tre volte una certa voce, questa verrà riportata una sola volta.
A questo punto, selezionare il nome dell'argomento che ci interessa, BIOGRAFIE, determinando l’immediata contrazione della tabella
in modo tale che vengono mostrati solo i record che contengono nel campo Prodotto la voce che abbiamo selezionato.
Come si vede la risposta del sistema è immediata mentre la corrispondente procedura è decisamente semplice. In ogni caso, dal
momento che sulla tabella risultante da una prima interrogazione se ne possono condurre altre sempre nello stesso modo, ecco aperta la
strada alla esecuzione di un ricerca in And.
Di seguito svilupperemo una semplice macro per automatizzare le ricerche. Si tratta di una esercitazione che si rivelerà molto utile se in
futuro ci dovesse capitare di rendere automatica qualche semplice applicazione. Quello che ci prefiggiamo di fare è impostare un
programmino che determini l’esibizione di due box in cui si dichiarano rispettivamente il campo in cui effettuare la ricerca, e la voce da
individuare, dopodiché, a inserimenti avvenuti viene eseguita l’interrogazione. La corrispondente macro verrà poi associata ad un
pulsante in modo che chiunque, anche completamente all’oscuro della esistenza dei filtri automatici, possa comunque condurre una
ricerca. In pratica, stiamo sviluppando una interfaccia che rende trasparente la procedura di interrogazione demandandola alla semplice
pressione di un pulsante senza dover necessariamente passare attraverso la trafila dei menu. Tanto per strafare, è stato previsto anche un
pulsante la cui pressione riporta l’archivio alle condizioni originali per dare modo di condurre una nuova ricerca partendo da zero Vale
la pena di osservare che se dopo aver condotto una interrogazione si preme ancora il primo pulsante, è possibile eseguire un nuovo
filtraggio dei risultati per eseguire una ricerca in And.
Il primo passo da compiere è registrare una semplice macro che esegua una qualsiasi ricerca, dopodiché ne analizzeremo il listato e la
modificheremo opportunamente per metterla in grado di operare a seconda dei nostri input. Di seguito descriviamo sinteticamente le
procedure di registrazione e gli interventi di modifica.
Registrare una macro significa eseguire alla tastiera la procedura da automatizzare, previa attivazione della funzionalità di
registrazione. Ecco come si procedere.
● Accedere al foglio di lavoro in cui è ospitato il nostro archivio, aprire il menu Strumenti e optare per la voce Macro. Nel
corrispondente sottomenu selezionare la voce Registra nuova macro per visualizzare la maschera che gestisce la
denominazione di quella che intendiamo registrare
● Nella casella Nome macro digitarne il nome, possibilmente esplicativo delle sue funzioni. Aprire l’elenco a discesa associato
alla casella Memorizza macro in e selezionare Questa cartella di lavoro. Così facendo si evita che nella maschera delle macro
figurino anche quelle associate ad altri modelli Excel eventualmente aperti in memoria. Il nome che viene digitato nella casella
(Ricerca, per esempio) andrà a sovrascrivere quello proposto per default (Macro1) considerando che questa, come probabile, è
la prima macro che stiamo registrando.
Nota – Vale la pena di fare qualche osservazione relativa alla denominazione di una macro. Innanzitutto, si ricordi che i nomi non
possono contenere spazi, pertanto se il nome fosse composto bisogna sostituire gli spazi con l’underscore. I nomi devono iniziare con
un carattere e la loro lunghezza non può superare i 255 caratteri.
● Premere il tasto Ok per attivare il registratore. Per indicare che il registratore è attivo, nell’area di lavoro viene visualizzata una
barretta con due icone. La prima, quella con impresso un quadratino, se premuta determina l’arresto del registratore. La
utilizzeremo fra poco.
● A questo punto eseguire la procedura di interrogazione. Fare clic sulla cella D12 dell’archivio (o su una qualsiasi altra cella),
aprire il menu Dati e selezionare Filtro automatico. Aprire l’elenco associato al campo Autore e selezionare un qualsiasi
nominativo: Aristotele, per esempio. Ottenuto il risultato, riportare il cursore in D12, e nella barretta con le due icone fare clic su
quella con sopra impresso il quadrato. Così facendo si interrompe la registrazione.
La macro che abbiamo registrata può essere rieseguita indefinitamente. Ecco come provarla.
● Ripristinare l’archivio aprendo il menu Dati e selezionando la voce Mostra tutto. Quindi, riaprire il menu Dati e deselezionare
Filtro automatico.
● Sempre restando nel foglio di lavoro in cui è ospitato il nostro archivio, aprire il menu Strumenti, optare per Macro, e nel
sottomenu ancora per Macro.
● Nella maschera che viene visualizzata selezionare il nome del nostro programmino (Ricerca), quindi fare clic sul pulsante
Esegui. Se abbiamo operato correttamente dovrebbero comparire i risultati della interrogazione che abbiamo registrato.
Nota – La macro esegue sempre la medesima ricerca nel campo Autore, e così come è non serve a molto. In altre parole non è
interattiva. Fortunatamente, però, possiamo modificarla opportunamente per renderla più versatile. Il nostro obiettivo è quello di
metterla in grado di eseguire una qualsiasi ricerca in qualsiasi campo, ma prima di metterci all’opera vale la pena di dare un’occhiata al
listato del programmino che il registratore di Excel ha creato automaticamente.
Ecco come procedere per visualizzare il codice della macro che abbiamo appena registrato.
● Aprire il menu Strumenti, optare per Macro e selezionare ancora Macro nel corrispondente sottomenu. Così facendo si accede
alla maschera per la gestione delle macro.
● Evidenziare il nome del programma (Ricerca) e premere il pulsante Modifica per accedere all’Editor del Visual Basic,
nell’ambito del quale il listato si presenta così (ho aggiunto i numeri di riga per poter meglio descrivere i passaggi):
10. Range("D12").Select
11. End Sub
I passi che ci interessano sono quelli che vanno dallo 07 allo 09. Analizziamoli in dettaglio.
Passo 07: Seleziona una cella della tabella-archivio, in questo caso la cella D12.
Passo 09: Specifica il campo in cui ricercare e il criterio di ricerca (Campo 2 e Aristotele). Si noti che anziché il nome del campo viene
dichiarato il suo numero d’ordine, e che il nome dell’autore, essendo una stringa, viene posto fra virgolette.
A questo punto, si delinea la strategia per rendere interattiva la nostra macro e metterla in grado di ricevere input dall’esterno in modo
da farle eseguire ogni volta il tipo di interrogazione desiderata.
In pratica, la dove si fa riferimento al numero del campo e al criterio di ricerca bisogna inserire un segnaposto (una variabile, nel gergo
degli addetti ai lavori) in cui verrà registrata la nostra risposta rispettivamente all’invito di dichiarare il numero d’ordine del campo e il
criterio di interrogazione da utilizzare. Inoltre, bisogna aggiungere alcuni passi che si occupino di dimensionare le due variabili e di
visualizzare i messaggi di richiesta. Ecco come si presenta il precedente listato dopo le suddette modifiche, che si digitano direttamente
all’interno del codice stesso in ambiente Editor del Visual Basic.
Passi 07 e 08: Tramite l’istruzione Dim dichiarano rispettivamente le variabili Campo e Criterio.
Passi 09 e 10: L’istruzione InputBox determina la visualizzazione dei messaggi di richiesta, e le nostre risposte vengono registrate
nelle corrispondenti variabili. Da questo momento, ogni volta che si farà riferimento a Campo e Criterio è come se si specificassero in
chiaro i valori che sono stati assegnati alle suddette variabili.
Passo 13: Come si può vedere, i riferimenti al campo e al criterio sono stati sostituiti con il nome delle corrispondenti variabili
rendendo così interattiva la macro.
Torniamo ora al foglio in cui è ospitato l’archivio, accediamo tramite menu alla maschera di gestione delle macro
(Strumenti/Macro/Macro), selezioniamo il nome del programma: se premiamo il pulsante Esegui viene così visualizzato il primo box
di richiesta.
Viene così visualizzato il secondo box di richiesta: digitare il criterio e premere Ok per visualizzare il risultato della ricerca.
Si noti che l’inserimento del criterio non prevede il rispetto dell’ortografia maiuscola e minuscola. In altre parole, Aristotele,
ARISTOTELE, o AriStoTelE sono esattamente la stessa cosa.
Il numero d’ordine del campo indica la posizione che questo occupa nell’ambito della riga di intestazione dell’archivio (1 per il primo
posto, due per il secondo, e così via). Vale la pena di osservare che se si riesegue la macro e si lancia una nuova interrogazione senza
ripristinare l’archivio, è come se si eseguisse una ricerca in And.
Concludiamo ricordando che quando si digita il criterio di ricerca nel box che lo richiede, è possibile esprimerlo utilizzando le
cosiddette wildard. Per chi non lo ricordasse le wildcard sono dei veri e propri caratteri jolly (l’asterisco e il punto interrogativo) che
consentono di formulare il criterio stesso anche se non ne ricordiamo esattamente l’ortografia, o per renderlo più generalizzato.
In particolare, l’asterisco sostituisce un qualsiasi gruppo di caratteri, mentre il punto interrogativo un solo carattere. Così, per ricercare
Aristotele, possiamo anche scrivere A*, perché l’asterisco sta anche per tutti i caratteri mancanti, oppure Aristot??e, dal momento che i
due punti interrogativi interpretano rispettivamente la e e la l. Ovviamente, se si utilizzano le wildcard, fra i risultati della ricerca
potrebbero comparire anche record che non ci interessano.
Nota – Quando abbiamo modificato la macro non ci siamo preoccupati di intervenire sulle coordinate della cella in cui viene posizionato
il cursore all’inizio della ricerca. Ne consegue che la macro deve essere assolutamente lanciata dal foglio in cui è ospitato l’archivio da
interrogare. Se, invece, le venisse assegnato un nome, si può operare da qualsiasi foglio della cartella. Denominare celle o zone,
soprattutto quando si lavora con le macro è una buona abitudine che si dovrebbe prendere se si vuole rendere più spedito e a prova di
errore l’utilizzo di un foglio di lavoro. In particolare, se si lavora con le macro, ci si mette al riparo dagli inevitabili errori che si
generano nel caso in cui , dopo aver sviluppato un programma, si aggiungono o cancellano righe o colonne. Infatti, le zone su cui la
macro deve intervenire potrebbero non essere più quelle corrette, con tutte le conseguenze del caso. Ma ecco molto sinteticamente come
si svolge la procedura di denominazione:
● Aprire il menu Inserisci e selezionare la voce Nome. Nel menu contestuale che viene esibito optare per Definisci. Così facendo
si accede alla maschera per la definizione dei nomi
● Nella casella di testo dedicata digitare il nome da assegnare alla zona o alla cella evidenziata.
● Premere il pulsante Aggiungi, quindi Ok per rendere definitiva l’assegnazione. La maschera consente anche di eliminare un
nome assegnato in precedenza. Basta selezionarlo nell’elenco, quindi premere il pulsante Elimina.
Chi per eseguire il programmino che abbiamo registrato non volesse passare attraverso la maschera delle macro, può più elegantemente
associarne il lancio alla pressione di un pulsante. Anche in questo caso ci limitiamo alle informazioni essenziali.
● Aprire il menu Visualizza, selezionare la voce Barre degli strumenti e nel corrispondente sottomenu spuntare la voce Visual
Basic. Così facendo viene visualizzata nell’area di lavoro la barra strumenti del Vba
● Fare clic sulla seconda icona (quella con sopra impresso un martello e una chiave inglese) per visualizzare la cosiddetta Casella
degli strumenti dalla quale preleveremo il pulsante da associare alla macro
● Nella suddetta casella fare clic sul simbolo del pulsante, portare il cursore nell’area di lavoro (dove si trasforma in un mirino a
croce) e disegnare un rettangolo lungo stretto con le dimensioni che si vogliono dare al pulsante. Rilasciando il tasto del mouse
viene visualizzato il pulsante, che si presenta evidenziato.
● Fare clic destro sul pulsante ancora evidenziato, e selezionare nel menu contestuale la voce Proprietà. Così facendo viene esibita
la cosiddetta Casella delle proprietà del pulsante
● Cercare nella lista di sinistra il termine Caption e digitare nella cella di destra il testo dell’etichetta con cui si vuole
contrassegnare il pulsante. Nel nostro caso digiteremo Ricerca. La scritta viene trasferita in tempo reale sulla superficie del
pulsante.
● Chiudere la casella delle Proprietà.
Per determinare l’esecuzione della macro alla pressione del pulsante si procede nel seguente modo:
● Fare clic destro sul pulsante e selezionare nel menu contestuale la voce Visualizza codice. Con questa scelta si accede all’Editor
del Visual Basic.
● Il codice del pulsante è composto da due sole righe e il cursore lampeggia in mezzo ad esse. Digitare alla posizione del cursore il
nome della macro che deve essere lanciata quando si preme il pulsante (macro Ricerca).
● Ritornare in ambiente Excel facendo clic sul pulsante (in calce al video) corrispondente al modello.
● Disattivare nella barra degli strumenti del Vba l’icona con sopra impressi la squadra e la matita, che si era attivata
automaticamente contestualmente al clic destro sul pulsante.
● Se abbiamo operato correttamente, tutte le volte che si preme il pulsante viene lanciata la macro di ricerca.
In caso di malfunzionamenti si consiglia di accertarsi che l’icona con sopra impressi squadra e matita non sia attivata, oppure provare
a riposizionare il cursore su una qualsiasi cella del foglio di lavoro.
Se dopo avere eseguito una interrogazione se ne vuole eseguire una seconda è necessario ripristinare l’archivio. Per evitare di passare
tramite il menu conviene registrare la corrispondente e semplicissima macro, quindi associarla ad un pulsante che potremo etichettare
Ripristina. Il listato della macro, che chiameremo anch’essa Ripristina è il seguente:
02. '
03. ' Ripristina Macro
04. ' Macro registrata il … da …
05. '
06. Range("D12").Select
07. ActiveSheet.ShowAllData
08. Range("D12").Select
09. End Sub
Nota – La macro opera correttamente solo sulle tabelle risultanti da una interrogazione. Se la si lancia con l’archivio già ripristinato
viene visualizzato un messaggio di errore. In questi casi premere semplicemente il pulsante Fine nel box che viene visualizzato. Così
facendo, dall’editor del Vba in cui si era entrati a seguito dell’errore si può ritornare direttamente in ambiente Excel e condurre
correttamente la ricerca. I più esperti che hanno seguito i nostri corsi sulle macro possono inserire un controllo che, qualora il pulsante
venisse premuto a sproposito, esibisce un messaggio di errore o, più semplicemente, inibisce l’esecuzione della macro.
Chi non fosse soddisfatto dei risultati ottenuti interrogando l’archivio con i filtri automatici, può complementarli anche molto
significativamente utilizzando le funzioni statistiche data base ospitate nella libreria di Excel, che si rivelano preziose per analizzare i
contenuti di archivi anche molto importanti.
Per esempio, riferendoci alla nostra base dati campione, possiamo effettuare il conteggio di quanti libri ci sono nella categoria saggi e
determinarne, ad esempio, l’ammontare globale.
Le funzioni che utilizzeremo operano sostanzialmente come le equivalenti matematiche (Somma, Media, Max, Min, e via dicendo) ma
differiscono da queste perché prevedono due nuovi argomenti oltre a quello che indica la zona su cui condurre le elaborazioni. Ci
riferiamo alla specifica del campo dell’archivio su cui bisogna operare e all’indicazione dei criteri da utilizzare per individuare i dati da
elaborare.
Infine, dal punto di vista sintattico, le funzioni data base sono caratterizzate dal prefisso DB (per esempio, DB.SOMMA, DB.MEDIA, e
così via…). Ma vediamo come si utilizzano, a cominciare dalla loro sintassi che è la seguente:
Zona archivio è rappresentata dalle coordinate di quella che ospita la base dati, ma dopo quanto si è detto a proposito dei nomi vale la
pena di assegnargliene uno. Per quanto riguarda il nostro modello esemplificativo l’abbiamo denominata Archivio. Fra l’altro, per dare
modo di aggiungere nuovi record e fare in modo che vengano ugualmente presi in considerazione, vale la pena di comprendere nella
denominazione una zona più ampia. L’argomento Nome Campo è il nome di quello in cui deve avere luogo l’esplorazione. Lo si indica
con il nome in chiaro (fra virgolette), oppure con un numero che ne indica la posizione ricordando che al primo campo dell’archivio
viene assegnato il numero 1, al secondo il 2 e così via. Se si opta per la specifica numerica le virgolette non devono essere messe. E
veniamo al terzo argomento (Zona criteri), che per l’appunto corrisponde alle coordinate (o meglio, al nome) del gruppo di celle che
ospita i criteri di interrogazione. Tale zona va strutturata in modo particolare. Vediamo come.
In pratica, si tratta di una zona articolata in due o più righe e una o più colonne. Nelle celle della prima riga si inseriscono i nomi dei
campi coinvolti nella interrogazione, mentre nelle sottostanti i corrispondenti criteri. Conviene fare subito un esempio pratico.
Se vogliamo operare sui record che si riferiscono alla categoria BIOGRAFIE, la zona criteri si articola semplicemente in due celle l’una
sopra l’altra (una riga e una colonna). Nella cella superiore si digita il nome del campo (Argomento), e nella sottostante il criterio di
interrogazione (BIOGRAFIE).
È appena il caso di ricordare che il nome del campo deve essere la copia esatta di quello dell’archivio, pertanto la cosa migliore da farsi
e trasferirlo con un copia e incolla.
Se, invece, si utilizza una colonna aggiuntiva, e nella sua prima cella si digita il nome del campo Autore, e in quella sottostante
Aristotele, i record elaborati sono solo quelli che si riferiscono ai libri con argomento BIOGRAFIE ed autore Aristotele.
Se nell’impostare una espressione che prevede l’utilizzo di una funzione data base si omette l’argomento criteri l’elaborazione
coinvolgerà tutto il contenuto dell’archivio relativamente al campo specificato.
Chi vuole saperne di più sulle procedure per la formulazione dei criteri può consultare in proposito la guida in linea di Excel. Ecco come
procedere:
● Nel menu operativo fare clic sul punto interrogativo. Nel menu che viene visualizzato optare per Guida in linea.
● Accedere alla scheda di ricerca libera della guida e digitare nella casella dedicata il termine Criteri. Fra gli argomenti che
vengono individuati consultare il primo e il terzo (figura 19).
A questo punto dovremmo saperne abbastanza per cominciare a lavorare con le funzioni data base.
Funzione DB.SOMMA
Questa funzione somma i contenuti di un campo numerico riferendosi ai record che soddisfano i criteri specificati nella omonima zona.
Funzione DB.MEDIA
Questa funzione media i contenuti di un campo numerico riferendosi ai record che soddisfano i criteri specificati nella omonima zona.
Operano in modo del tutto analogo alle altre ma restituiscono rispettivamente il valore minimo o massimo di un campo numerico dei
record che vengono processati in base ai criteri fissati nell’omonima zona.
Funzione DB.CONTA.VALORI
Effettua il conteggio il numero di celle non vuote di un certo campo di testo dei record che vengono processati in base ai criteri
specificati.
La rappresentazione attraverso '0' e '1' (attraverso cioè un sistema di codifica binaria, che
utilizzi due sole cifre) ha un importante vantaggio: i dati binari sono facilmente
rappresentabili (e manipolabili) all'interno di un computer.
Questa celletta corrisponde a un bit di informazione.
Un bit, infatti, non è altro che la quantità di informazione fornita dalla scelta fra due
alternative diverse, considerate come egualmente probabili.
In effetti, l'uso in campo informatico del termine 'digitale' non si riferisce di norma solo al fatto
che l'informazione è rappresentata in forma numerica, ma al fatto che è rappresentata in
forma numerica sulla base di una codifica binaria, e dunque attraverso bit (il termine bit
corrisponde alla contrazione dell'inglese binary digit, numero binario).
Rappresentare in forma binaria una qualsiasi informazione numerica è compito
relativamente facile.
16 8 4 2 1
0 0 0 0 0 0
1 0 0 0 0 1
2 0 0 0 1 0
3 0 0 0 1 1
4 0 0 1 0 0
5 0 0 1 0 1
6 0 0 1 1 0
7 0 0 1 1 1
8 0 1 0 0 0
9 0 1 0 0 1
10 0 1 0 1 0
11 0 1 0 1 1
12 0 1 1 0 0
13 0 1 1 0 1
14 0 1 1 1 0
15 0 1 1 1 1
16 1 0 0 0 0
Nel caso dei numeri, infatti, non dobbiamo fare altro che passare da una notazione all'altra.
Codificare invece in formato binario una informazione di tipo testuale risulta più complesso.
Tuttavia un testo non è altro che una successione di caratteri, e i caratteri di base – quelli
compresi nell'alfabeto della lingua usata - sono in un numero che varia col variare delle
lingue, ma che è comunque - almeno per le lingue basate sull'alfabeto latino - finito e
piuttosto ristretto. E’ sufficiente allora stabilire una tabella di corrispondenza fra caratteri da
un lato e numeri binari dall'altro. Dovremo ricordarci di includere fra i caratteri da codificare
tutti quelli che vogliamo effettivamente differenziare in un testo scritto: se vogliamo poter
distinguere fra lettere maiuscole e minuscole dovremo dunque inserirvi l'intero alfabeto sia
maiuscolo che minuscolo, se vogliamo poter inserire nei nostri testi anche dei numeri
decimali dovremo inserire le dieci cifre (0,1,2,3,4,5,6,7,8,9), se vogliamo poter utilizzare
segni di interpunzione (punto, virgola, punto e virgola....) dovremo inserire i caratteri
corrispondenti, e così via... senza dimenticare naturalmente di includere lo spazio per
separare una parola dall'altra!
Una tabella di questo tipo si chiama tabella di codifica dei caratteri. Per molto tempo, la
codifica di riferimento è stata la cosiddetta codifica ASCII (American Standard Code for
Information Interchange; attenzione: si scrive ASCII ma si legge con la 'c' dura: 'aski').
Il codice ASCII
(caratteri alfanumerici e segni di interpunzione)
33 ! 49 1 65 A 81 Q 97 a 113 q
34 " 50 2 66 B 82 R 98 b 114 r
35 # 51 3 67 C 83 S 99 c 115 s
36 $ 52 4 68 D 84 T 100 d 116 t
37 % 53 5 69 E 85 U 101 e 117 u
40 ( 56 8 72 H 88 X 104 h 120 x
41 ) 57 9 73 I 89 Y 105 i 121 y
42 * 58 : 74 J 90 Z 106 j 122 z
43 + 59 ; 75 K 91 [ 107 k 123 {
45 - 61 = 77 M 93 ] 109 m 125 }
47 / 63 ? 79 O 95 _ 111 o 127 _
48 0 64 @ 80 P 96 ` 112 p
La codifica ASCII originaria (ASCII stretto) permetteva di distinguere 128 caratteri diversi; la
tabella di caratteri attualmente più usata, denominata ISO Latin 1, distingue 256 caratteri, i
primi 128 dei quali sono 'ereditati' dall'ASCII stretto. L'indicazione ISO indica l'approvazione
da parte dell'International Standardization e 'Latin 1' indica che si tratta della tabella di
riferimento per gli alfabeti di tipo latino. È questa la codifica di caratteri utilizzata dalla
maggior parte dei sistemi operativi (Windows, Macintosh...). Come ogni tabella di codifica
dei caratteri, anche la tabella ISO Latin 1 codifica i caratteri da essa previsti (che come si è
accennato sono 256) facendo corrispondere a ciascuno un numero binario. Il primo di questi
Questi numeri sono tutti espressi attraverso una notazione 'lunga' esattamente otto cifre
binarie, ovvero 8 bit. In sostanza, possiamo 'scriverlo' utilizzando otto cellette affiancate, in
ciascuna delle quali può esserci uno '0' o un '1' (nel caso considerato, le cellette conterranno
tutte degli '1').
Le otto cellette possono quindi essere usate come 'contenitore' per rappresentare - in
formato binario - un qualunque carattere della tavola di codifica: ci si dovrà solo ricordare, se
il numero binario che codifica un determinato carattere è più 'corto' di otto cifre, di farlo
precedere da tanti '0' quante sono le cellette rimaste vuote. Così, ad esempio, per
rappresentare il carattere corrispondente al numero binario '10' si riempiranno le cellette in
questo modo: '00000010'.
Riassumendo: 8 bit possono differenziare fra 256 combinazioni diverse, e dunque una
'parola' lunga 8 bit (otto cellette) può rappresentare, attraverso la sua particolare
combinazione di '0' e '1', uno qualunque dei 256 caratteri della nostra tavola di codifica.
E’ interessante sottolineare che avendo a disposizione 256 caratteri, il codice ISO Latin 1
non può tuttavia essere veramente 'universale'; si pensi infatti all'immensa varietà di
caratteri utilizzati dalle lingue basate su alfabeti diversi da quello latino: dal greco al cirillico,
dal giapponese al mandarino… Proprio per questo motivo, è stato avviato un progetto
estremamente ambizioso: definire una tavola di codifica basata non su 7 o su 8 bit, ma su
ben 16 bit, che consentono oltre 65.000 (per l'esattezza, 65.536) diverse combinazioni di '0'
e '1', e permettono dunque di codificare oltre 65.000 caratteri. Questa tavola si chiama
Unicode, comprende finora (versione 2.0) 38.885 caratteri, e rappresenta uno sforzo
immenso di sistematizzazione non solo dal punto di vista informatico, ma anche da quello
linguistico.
Il testo scritto è costruito combinando fra loro unità discrete (i singoli caratteri) scelte
all'interno di un alfabeto abbastanza limitato. Ma immagini e suoni sono fenomeni che
sembrano intrinsecamente analogici, nei quali cioè abbiamo a che fare con sfumature
continue.
Se si ha a che fare con un numero finito, prefissato e non troppo grande di entità discrete, la
codifica numerica è in fondo facile: basta contare le diverse entità discrete che possono
presentarsi, e attribuire a ciascuna un numero che la rappresenti nella codifica. Ma come si
opera con le infinite differenze e sfumature di un'immagine o di un suono?
Per capire in che modo il problema sia stato risolto, partiamo da un'osservazione pratica.
Abbiamo tutti familiarità con la televisione, che è uno strumento per visualizzare immagini in
movimento (per adesso, mettiamo da parte i suoni). Quando guardiamo la televisione, le
immagini che vediamo ci appaiono di norma abbastanza facili da interpretare: possiamo
identificare forme e strutture, e ad esempio riconoscere il volto di un attore o di un'attrice. Se
ci avviciniamo molto allo schermo, tuttavia, noteremo che quella che a una certa distanza ci
era apparsa come un'immagine ben definita e continua si 'sgrana' in piccoli puntini luminosi
e colorati (i cosiddetti pixel - termine inglese corrispondente alla contrazione di picture
elements). L'immagine che vediamo è in realtà il risultato dell'integrazione dei tanti singoli
'segnali' luminosi emessi da ciascuno dei singoli pixel. La griglia di pixel è talmente fitta da
darci un'impressione di continuità.
Nel caso dei suoni, invece, la trasformazione del dato analogico in dato digitale si basa su
un processo di 'segmentazione' dell'onda sonora di partenza.
Con un procedimento non troppo dissimile da quello già considerato a proposito della
grigliatura in pixel di una immagine, questa funzione può essere 'segmentata' in regioni
abbastanza piccole da poter essere considerate come se si trattasse di singoli punti.
Ognuno di questi punti sarà identificato dai suoi valori sugli assi del piano cartesiano, e
questi valori, naturalmente, sono dei numeri: sappiamo dunque bene come rappresentarli
attraverso una codifica binaria. Ecco allora che la successione di questi valori (assieme alle
necessarie informazioni sullo spettro delle frequenze considerate e sulla 'frequenza di
campionatura', che ci dicono in sostanza quanto è esteso lo spettro sonoro considerato e
quanto è accurata la nostra segmentazione della funzione d'onda, ovvero quanto 'fitta' è la
nostra griglia) ci fornisce quella rappresentazione numerica, e dunque quella digitalizzazione
dell'onda sonora, che stavamo cercando. Naturalmente, un sonoro stereofonico ci imporrà di
considerare separatamente le onde sonore dei due canali corrispondenti agli altoparlanti di
destra e di sinistra.
- l'occupazione della CPU; ogni periferica sottrae delle risorse alla CPU, che
quindi perde momentaneamente parte della sua potenza elaborativa per far
fronte alle richieste di tale periferica; sempre meglio scegliere modelli con
una bassa percentuale di occupazione della CPU (IBM e anche i più recenti
modelli Maxtor), che così può rimanere disponibile per svolgere mansioni
più importanti.
Interfaccia
Tutti i moderni hard disk sono ormai progettati con interfaccia EIDE che ne
garantisce la compatibilità con tutti i computer, e sono conformi allo
standard Ultra-DMA 33, che consente una velocità di trasferimento di 33
Tempo di accesso
Modalità di trasferimento
Il flusso di dati che un disco può scambiare con la RAM dipende dal
protocollo da esso utilizzato nella trasmissione dei dati.
MODE 1 0.5- 2
MODE 2 2-4
MODE 3 4-8
MODE 4 8-16
Capacità
Se i primi dischi, e si parla di una decina d'anni fa, non superavano i 20-40
Mb, ora si è arrivati anche ai 35-50 GB, anche se tagli di questo tipo sono
per ora unicamente riservati al mercato professionale. Sta comunque di
fatto che le applicazioni sono sempre più avide di spazio su disco (Office
2000 ne è un esempio perfetto) e di conseguenza si sta assistendo alla
diffusione di unità molto capaci anche su PC di fascia economica. Una
capacità di 6,4-8,4 Gb sta ormai diventando il minimo, e l'acquisto di hard
disk di tagli più elevati è sempre più conveniente grazie al migliore
rapporto prezzo-capacità dovuto all'abbassamento del costo per MB.
Velocità di rotazione
Il mouse e' il piu' popolare dispositivo di accesso al computer; si chiama in francese "souris", in
spagnolo "raton", in tedesco "maus" e solo gli italiani, invece di chiamarlo "topo", lo chiamano
"mouse". Il suo utilizzo prevede una serie di abilita' a livello manipolativo:
• Una alta precisione nei movimenti, per collocare il cursore del mouse su zone dello
schermo che a volte possono essere molto piccole.
● La capacita' di realizzare movimenti molto piccoli, che corrispondono a piccoli spostamenti del
mouse sullo schermo.
● Una ampiezza nei movimenti tale da permettere al cursore del mouse di raggiungere ogni
punto dello schermo del computer.
● La capacita' di afferrare e reggere il mouse, per cambiare la sua posizione quando necessario.
● La capacita' di effettuare a piacimento una pressione sui pulsanti del mouse con una forza
sufficiente, senza che avvengano pressioni indesiderate dei tasti, e senza che il mouse cambi di
posizione durante la pressione dei pulsanti.
● La capacita' di effettuare il "doppio click" del mouse (due pressioni consecutive in rapida
successione di uno dei pulsanti)
● La capacita' di trascinare il mouse muovendolo su un piano orizzontale.
Il principio di funzionamento del mouse è abbastanza semplice: si tratta di tradurre il movimento sul
piano orizzontale in un numero di impulsi elettrici proporzionale allo spostamento nelle due direzioni.
Gli impulsi vengono poi "contati" dalla circuiteria elettronica del computer e tradotti nella misura
dello spostamento che stabilisce la posizione del cursore sullo schermo.
I modelli più diffusi sono di tipo ottico/meccanico. Il cuore è costituito da una pallina di gomma
tenuta in posizione in un apposito alloggiamento da piccoli rulli a molla in modo che possa rotolare
sul piano del tavolo. Il moto di rotolamento della pallina viene trasmesso a due rulli disposti
orizzontalmente, uno in direzione longitudinale e l'altro in direzione trasversale. La rotazione di
ciascuno dei rulli è, in assenza di slittamenti, proporzionale allo spostamento del mouse nelle due
direzioni, rispettivamente longitudinale e trasversale.
I due rulli terminano ciascuno con una rotella sul cui bordo sono ricavate numerose fessure radiali a
distanza regolare. La rotazione della rotella viene convertita in impulsi elettrici da un trasduttore
ottico il cui raggio luminoso (più precisamente infrarosso) viene intercettato dal bordo della rotella.
Il dispositivo ottico è leggermente più complicato in quanto è necessario non solo contare il numero di
impulsi dovuti al passaggio delle fessure davanti al trasduttore ottico, ma anche il verso del moto.
Quindi ogni rotella è dotata di due trasduttori leggermente sfasati che consentono, appunto, di
determinare il verso di rotazione.
Il Mouse è poi dotato di pulsanti (da uno a tre, nei casi piu' comuni) che agiscono su microinterruttori
contenuti nel mouse generando anch'essi dei segnali elettrici.
La parte restante del processo viene svolta dal "driver" che analizza i caratteri ricevuti dalla porta, ne
ricava i due contaggi di impulsi, il loro verso e lo stato dei pulsanti e li rende disponibili ai programmi
grafici che sono cosí in grado di effettuare le azioni corrispondenti.
Tipologie di mouse
Esistono tre principali tipologie di collegamento al computer e quindi tre differenti tipologie di mouse.
Vediamo quali.
Mouse con collegamento seriale. Utilizza la stessa porta usata dal modem ovvero una presa
trapezoidale a 9 o 25 poli (controllare il numero di poli dello spinotto).
Mouse con collegamento di tipo PS/2. Sfrutta un connettore installato direttamente sulla scheda
madre, di forma circolare a 6 poli, identico a quello di alcuni modelli di tastiere.
Mouse con collegamento di tipo USB: uno standard per il collegamento delle periferiche basato su
di un connettore piatto.
Alcuni errori nell'uso dei mouse e di altri dispositivi di immissione dati possono aumentare il rischio
di disturbi o infortuni. Rispettando queste raccomandazioni si può ridurre tale rischio.
● Come per la tastiera, cercare di mantenere la mano, il polso e l'avambraccio in posizione neutra
mentre si usa il mouse o un altro dispositivo di immissione dati.
● Se si usa il pollice per ruotare la pallina della trackball o della spaceball, tenerlo in posizione
rilassata e naturale e mantenere mano, polso e avambraccio in una posizione neutra.
● E' sufficiente esercitare una pressione minima per azionare i pulsanti o la rotella di scorrimento
del mouse, del mouse a scorrimento, della trackball o di un altro dispositivo di immissione
dati. Una forza eccessiva può provocare una tensione superflua dei tendini e dei muscoli delle
mani, dei polsi e degli avambracci.
● Quando si usano mouse, trackball, stilo e tavoletta grafica o altri dispositivi di immissione dati,
posizionarli il più vicino possibile alla tastiera e tenerli allo stesso livello, in modo da non
doversi allungare per usarli.
Mouse Speciali
Non tutti gli utenti sono in grado di utilizzare il classico mouse, per le ragioni piu' svariate: una ridotta
mobilita' delle mani, l'impossibilita' di stringere il mouse per il suo trascinamento, una lentezza dei
movimenti tale da rendere impossibile il "doppio click", la scarsa precisione nel movimento delle
mani, l'impossibilita' di sollevare il mouse per cambiarlo di posto, la difficolta' di effettuare sui
pulsanti la pressione necessaria alla loro attivazione, o la totale impossibilita' ad utilizzare gli arti
superiori.
Esistono numerosi accorgimenti per aggirare alcune difficolta' che possono impedire l'utilizzo del
mouse, e una grande varieta' di ausili, strumenti e dispositivi in grado di sostituire in tutto e per tutto il
mouse tradizionale.
E' possibile impostare il sistema operativo in modo tale da ridurre la velocita' di spostamento del
cursore del mouse (la cosiddetta "freccina"), in modo da richiedere una minore precisione nei
movimenti, permettendo l'utilizzo del mouse anche a persone con ridotte capacita' di manipolazione.
Le uniche controindicazioni a questo tipo di soluzione sono la maggiore ampiezza dei movimenti
richiesta per far percorrere al cursore del mouse il suo percorso sullo schermo del computer, e la
necessita' di sollevare e spostare il mouse piu' frequentemente per collocarlo in una nuova posizione.
Riducendo la velocita' del doppio click nelle impostazioni del sistema operativo si consente l'utilizzo
del mouse anche a persone che non sono in grado di effettuare movimenti rapidi e hanno una lenta
risposta motoria.
pulsanti si effettuano anche in questo caso con rilevatori addizionali attivabili con il soffio, la
pressione o il suono.
Mouse a tastiera
Si tratta di programmi che configurano il tastierino numerico situato alla destra delle normali tastiere
per computer, in modo che ad ogni tasto corrisponda una precisa direzione di spostamento del cursore
del mouse. e' un ausilio indicato per utenti che non hanno problemi nell'utilizzo della tastiera, ma che
trovano difficolta' nell'eseguire i movimenti necessari per il funzionamento del mouse. La funzione di
"doppio click" puo' essere realizzata in questo caso con la pressione di un unico tasto. Un'altra
funzione utile e' quella di blocco/sblocco del trascinamento del mouse, che assegna ad un tasto del
tastierino numerico la funzione di "interruttore di trascinamento", evitando di tenere continuamente
premuto il pulsante del mouse per trascinare e spostare oggetti da una finestra all'altra.
Mouse a pulsanti
Nel caso in cui un utente non sia in grado di utilizzare la tastiera come dispositivo di accesso al
calcolatore, ma sia in condizioni di operare su cinque o piu' pulsanti indipendenti, e' possibile
adoperare un mouse a pulsanti, con funzioni simili a quelle descritte per il "mouse a tastiera", che in
questo caso non vengono realizzate attraverso il tastierino numerico del computer, ma attraverso i
pulsanti di questo dispositivo esterno. I pulsanti devono essere scelti in modo che abbiano le
dimensioni piu' adatte per il tipo di mobilita' dell'utilizzatore. Anche la posizione dei pulsanti e la
pressione richiesta per la loro attivazione devono tenere conto del livello di mobilita' posseduto
dall'utente che fara' uso di questo particolare tipo di mouse. La funzione di trascinamento degli oggetti
e' realizzata attraverso degli interruttori che bloccano e sbloccano il "click" dei pulsanti, e anche la
funzione di "doppio click" puo' essere assegnata ad un apposito pulsante.
Struttura stabilizzatrice
Per rendere accessibile l'utilizzo del mouse a utenti che hanno dei movimenti delle mani bruschi,
molto ampi o tremolanti sono state realizzate delle strutture speciali che offrono un alto grado di
resistenza al movimento. Collocando una mano all'interno di questi dispositivi i movimenti bruschi e
il tremolio vengono frenati, ed e' possibile muovere il mouse con un buon grado di fermezza e di
precisione. L'impiego di questo tipo di ausili va tuttavia valutato caso per caso in base alle
caratteristiche degli eventuali utilizzatori.
Mouse vocale
Alcuni sistemi di riconoscimento della voce forniscono un sistema di emulazione del mouse simile a
quello descritto per il "mouse a tastiera" con la differenza che i comandi vengono impartiti attraverso
delle istruzioni vocali anziche' tramite il tastierino numerico del computer.
Il pixel occupa una zona quadrata, il cui lato varia da monitor a monitor. Il numero di pixel di base e il
numero di pixel in altezza sono le dimensioni in pixel del monitor (per esempio 1024 x 768 pixel).
Un monitor multisync consente di modificare la dimensione del pixel (per esempio passando da 640 x
480 su tutto lo schermo a 800 x 600: in tal modo il singolo pixel diventa più piccolo).
Monitor meno recenti hanno dimensioni fisse e non modificabili, per esempio 640 x 480 pixel. Un
monitor multisync può invece essere regolato indifferentemente su una qualunque delle dimensioni in
pixel che supporta (e che sono supportate anche dalla scheda grafica).
Poichè le dimensioni fisiche del monitor naturalmente non variano, modificare le dimensioni in pixel
del monitor significa in realtà modificare il lato del pixel; per esempio passando da 640 x 480 pixel a
800 x 600 pixel, il lato del pixel diminuisce (perché nella stesso spazio in cui prima c'erano 640 pixel,
ora ce ne sono 800).
La risoluzione (resolution) del monitor è il numero di pixel per unità di misura (pollice o
centimetro):
In memoria, ogni pixel del monitor è rappresentato con un certo numero di bit. Questo numero viene
detto profondità di colore. Per esempio se ad ogni pixel sono riservati 8 bit (quindi 256 livelli) per il
rosso e altrettanti per il verde e il blu, la profondità di colore è di 24 bit (e quindi ogni pixel può
assumere un colore tra 16.777.216 colori).
Il refresh del monitor, invece, è quel che in italiano si definiva "frequenza di quadro", ovvero il
numero di "fotogrammi" al secondo in gergo cinematografico.
I monitor vengono normalmente specificati per frequenze quali 56, 60, 72 o 80 Hz.
Alle frequenze più elevate corrisponde una maggiore fluidità del movimento, tuttavia questo valore
NON dipende dal monitor ma dalla scheda video del vostro PC.
Il monitor deve solo essere in grado di sopportare il carico di lavoro imposto dalla scheda video.
La tecnologia del tubo a raggi catodici risale ai primi anni del 1900, ma è ancora molto utilizzata,
specialmente dopo lo sviluppo della televisione negli anni '50 e '60. Confrontata con altri tipi di
tecnologia di monitor è economica, affidabile e versatile.
L'immagine viene prodotta sulla superficie interna del tubo da uno o più fasci elettronici che
colpiscono il rivestimento, costituita da una superficie fosforescente. La scansione avviene
velocemente, abbastanza velocemente da dare l'impressione che si tratti di una immagine fissa.
Ogni pixel di un monitor CRT è in realtà costituito da tre minuscoli punti di materiale fosforescente
che non è possibile vedere individualmente ad occhio nudo. Si tratta dei tre fosfori (niente a che fare
con l'elemento chimico fosforo), uno rosso (red, R), uno verde (green, G) e uno blu (blue, B).
I tre cannoni elettronici (rispettivamente per il rosso, verde e blu) emettono tre fasci di elettroni che
spazzano progressivamente l'intero raster. Quando i tre fasci colpiscono un pixel, un particolare
meccanismo magnetico-meccanico con l'uso di una maschera forata (shadow mask) fa in modo che il
primo fascio colpisca il fosforo R, il secondo colpisca il fosforo G e il terzo quello B.
I fosfori sono sistemati in terne circolari (Precision InLine) o in striscie verticali (Trinitron).
I tre fosfori del pixel vengono eccitati dai tre fasci di elettroni che li rendono fosforescenti (l'aggettivo
"fosforescente" significa letteralmente, "produttore di luce"). I fosfori sono molto vicini per cui è
impossibile distinguerli a occhio nudo, e la mescolanza dei loro colori avviene, in effetti, nell'occhio
dell'osservatore (tecnicamente si tratta del processo di sintesi additiva spaziale).
Ogni pixel del monitor può dunque assumere un colore determinato da una certa luminosità dei
fosfori rosso, verde e blu. Variando l'intensità con la quale i tre fasci elettronici colpiscono i tre
fosfori, varia il colore percepito.
Se l'immagine deve essere mantenuta il fosforo necessita di essere continuamente alimentato con
elettroni perché la persistenza del fosforo (il tempo in cui la luce viene messa) è breve: da 40
microsecondi a 3 secondi. Per immagini in movimento è meglio una persistenza breve, ma la
persistenza lunga riduce lo sfarfallio.
Cristalli liquidi
La tecnologia CRT sta per essere sostituita dalla tecnologia dei cristalli liquidi (LCD, liquid cristal
display).
I cristalli liquidi sono composti organici che possono avere sia le proprietà dei liquidi sia le proprietà
dei cristalli: come i liquidi possono essere versati ma come i cristalli mantengono una struttura
molecolare ordinata.
Le molecole nei cristalli liquidi si possono considerare disposte su livelli; i cristalli liquidi nematici
ritorti (twisted nematic, "nematico" significa filiforme) hanno le molecole del livello superiore
orientate ad angolo retto con le molecole del livello inferiore. Quando viene applicato un campo
elettrico, le molecole si allineano parallelamente tra loro. Quindi il cristallo liquido può essere in uno
di due stati: twisted on oppure twisted off. Quando il cristallo liquido è twisted on ha l'utile proprietà
di cambiare la polarizzazione della luce polarizzata di 90°, quando twisted off riflette la luce
incidente.
I monitor a cristalli liquidi hanno numerosi vantaggi: alta risoluzione, uniformità nello spazio e nel
tempo (perché ogni singolo pixel può essere indirizzato separatamente e non viene influenzato dai
pixel adiacenti). Inoltre sono sottili (1-2 centimetri) e leggeri, necessitano di una potenza elettrica
molto bassa, non espongono l'utente ai pericoli dei raggi catodici.
Presentano tuttavia anche alcuni difetti: una risoluzione temporale molto bassa (problemi con le
immagini dinamiche); bassa luminanza e basso contrasto cromatico; gamut di colore ridotto rispetto ai
monitor CRT (soprattutto a causa del primario blu). Inoltre sono ancora molto più costosi dei monitor
CRT (circa 200.000 lire a pollice, agosto 2000).
● a matrice passiva:
❍ TN, twisted nematic;
● a matrice attiva:
❍ TFT, thin film transistor.
I tipi monitor a matrice passiva più usati sono TN e STN. Il monitor TN è caratterizzato da un
bassissimo consumo (usa la luce ambiente per illuminare lo schermo) ed ha trovato presto
applicazione nel campo dei computer portatili. Tra gli svantaggi vi sono un contrasto piuttosto ridotto
e un angolo di "corretta visione" piuttosto ristretto (circa 20°), dovuti anche alla presenza dello strato
di elettrodi trasparenti davanti al video.
Il monitor STN è una evoluzione del TN in cui le molecole della fase nematica (e quindi anche la luce
polarizzata incidente) subiscono una rotazione di 270° invece che di 90°. I vantaggi principali sono un
maggiore contrasto (circa il triplo) ed un maggiore angolo di "corretta visione" (circa il doppio)
rispetto ai TN. Presentano tuttavia maggiori problemi di birifrangenza, per cui qualche volta possono
verificarsi spostamenti di colore. Esistono comunque opportuni metodi correttivi che permettono di
ovviare a questi inconvenienti.
Il monitor a matrice attiva (TFT, thin film transistor) è il più moderno. In questo monitor
l'indirizzamento di ogni singolo pixel avviene tutto alle spalle del display stesso e i pixel sono attivati
da un apposito transistor. Quindi non è più necessario porre davanti al video una serie di elettrodi: è
sufficiente la presenza di una unica lastra trasparente con funzioni di "terra". Il contrasto è quattro
volte maggiore rispetto agli STN e l'angolo di visuale è più ampio.
Plasma
La tecnologia al plasma si basa sulla luce fluorescente. In ogni cella del display si trova il gas,
normalmente una miscela di Neon e Xenon, che in un campo elettrico modifica le proprie
caratteristiche. Applicando una tensione il gas ionizza e diventa un plasma che cede luce ultravioletta
non visibile. La parte esterna del pannello è ricoperta con fosfori RGB che rendono visibile la luce.
Tre celle adiacenti costituiscono un pixel.
Un clock di 30 kHz è sufficiente a visualizzare una immagine senza sfarfallio. Questa caratteristica ha
tuttavia effetto anche sulla visualizzazione di immagini mobili. Mentre un colore viene già acceso,
l'altro non è ancora illuminato. Per minimizzare questo problema i diversi costruttori utilizzano metodi
diversi.
La tecnologia al plasma consente di realizzare monitor di grandi dimensioni, la cui diagonale varia da
25" a 50" che è 1 metro e 27 centimetri. Nonostante queste dimensioni i monitor al plasma non hanno
alta risoluzione: il lato del pixel non è diminuibile a piacere. Così dimensioni maggiori di 852 per 480
pixel con un PDP a 42" sono difficilmente raggiungibili. Al contrario i monitor a cristalli liquidi e
CRT possono raggiungere dimensione di punto di 0.3 millimetri.
BIOS
Breve storia del DOS
Comandi DOS di uso frequente
Il diritto d'autore
Privacy
Il programma di configurazione di un PC
(impropriamente detto BIOS)
Iniziamo con una breve nota storica che dà ragione del nome "improprio" di BIOS, abitualmente
attribuito al programma di configurazione di un PC, da molti chiamato anche "programma di Setup".
Nei vecchi sistemi operativi, in particolare nel DOS, il BIOS (acronimo di Basic Input Output
System) era una parte del Sistema Operativo destinata al controllo dell'hardware collegato al
computer, che conteneva anche alcuni driver importanti (programma di gestione dei floppy, della
stampante e, in alcuni casi recenti, degli hard disk). Il BIOS era uno dei tre file che costituivano il
nucleo (o kernel, o parte residente) del DOS, ma anche di altri sistemi contemporanei o precedenti.
Sgombrato il campo dalla denominazione impropria, chiamiamo questo programma con il suo vero
nome: programma di configurazione del PC. Si tratta semplicemente del programma che, ad ogni
avvio della macchina, comunica al Sistema Operativo (o meglio alla sua parte residente, caricata
all'avvio e in memoria RAM fin quando il computer non viene spento) tutte le informazioni che
riguardano l'hardware del PC, oltre a effettuare una diagnosi dello stato di questo hardware.
Qualcuno potrebbe obiettare: "Che bisogno c'è di scomodare un programma per questo? La macchina
non è già configurata al momento dell'avvio?". Il problema non è che la macchina non sia già
configurata: il programma di configurazione, infatti, permette all'utente (ad ogni avvio del computer)
di cambiare quante volte vuole tale configurazione o, meglio, le sue opzioni. Ad esempio, un utente
può aver bisogno di far "partire" la macchina da un CD-ROM, anziché, come avviene di solito, dal
disco rigido. Oppure può cambiare il tipo di drive per floppy, che gli è stato fornito, con un altro tipo.
E altre cose ancora. Infine, il programma di configurazione - eseguito ad ogni avvio - controlla che
quanto memorizzato come configurazione della macchina sia presente e funzionante e, in caso
contrario, si arresta segnalando errori.
L'utente, dunque, con un minimo di cura, può cambiare varie cose nella configurazione della
macchina. Alcune modifiche sono facili e intuitive anche per i non addetti ai lavori, altre necessitano
di conoscenze tecniche approfondite. Vorremmo consentire a tutti di effettuare le prime, e mettere
alcuni utenti particolarmente intraprendenti in condizione di non dover ricorrere a un tecnico per
ripristinare lo stato di buon funzionamento della macchina.
Innanzitutto, quando accendiamo il PC, possiamo notare che vi sono due fasi principali (tra le due ne
esiste in verità una terza, non visibile all'utente, che può essere resa evidente solo se si ha una
stampante accesa e se si fa caso alla sequenza di accensione delle lucine che indicano lo stato di
funzionamento del drive per dischetti, del CD e del disco rigido). Le tre fasi sono, rispettivamente:
Il programma di configurazione è accessibile all'utente soltanto nella prima fase: durante il controllo
della RAM, vediamo numeri che variano in successione rapida nella parte alta del monitor, e in basso
una frase che indica il tasto da premere per entrare nel menu del programma di configurazione. Ad
esempio:
oppure:
La schermata iniziale di un programma di configurazione, che appare dopo aver premuto il tasto
apposito, è simile a quella della fig. 1 (è un'immagine ripresa dall'esterno con una fotocamera digitale,
perché quando la schermata appare, la macchina non è ancora stata avviata).
Possiamo notare un insieme di campi (righe), divisi in due gruppi da una linea verticale. Ciascuna
riga è il titolo di un'opzione che - selezionata tramite i tasti cursore - fa accedere a una schermata
ulteriore. Il menu riportato si riferisce a una scheda madre piuttosto vecchia (Chaintec mod. 5TDM2,
1998, capace di ospitare CPU fino a 300 MHz circa). Le voci del menu si riferiscono a schermate
relative ai seguenti argomenti:
Prima di esaminare le opzioni più importanti, ricordiamo che le schede madri più recenti hanno anche
altre funzioni, che vanno dal caricamento di valori ottimizzati dal costruttore, a controlli sofisticati dei
dispositivi inseriti nella piastra stessa. Per vedere le opzioni, i valori che si possono inserire e i
consigli del costruttore agli installatori, conviene procurarsi il manuale fornito con la scheda
madre. Oppure, conoscendo la sigla identificativa della scheda madre (negli esempi mostrati,
5TDM2), con un buon motore di ricerca si può rintracciare il sito del fabbricante e scaricare il
manuale da Internet.
L'uso del programma di configurazione viene di solito considerato come riservato solo a persone
esperte (assemblatori o appassionati hobbisti del montaggio della macchina). Ma ritengo che anche un
utente comune, magari non interessato a mettere le mani sul programma, possa ricavare conoscenze
utili all'utilizzo della macchina dalla lettura di questa piccola presentazione. E forse qualche
suggerimento non superfluo.
Vediamo ora la prima opzione, quella evidenziata in rosso nella schermata generale. La schermata di
dettaglio, che si ottiene premendo il tasto Invio dalla selezione impostata appena si accede al menu - è
visibile alla fig. 2.
Questa è la prima schermata modificabile: i parametri possono tutti essere cambiati a mano. Per
modificare un parametro (le istruzioni relative sono riportate nel riquadro in basso - per tutte le
schermate - e sono citate qui in corsivo) basta spostarsi su di esso (cioè selezionarlo, "Select Item")
tramite i tasti cursore, e usare i tasti PgUp/PgDn, oppure +/-, per modificarne il valore. Se le scelte
sono prestabilite dal programma, agiranno solo PgUp/pgDn, mentre se è l'utente a scegliere un valore
(ad es per la data e l'ora), allora agiranno + e -. Ad esempio, nel caso sia stato selezionato il campo
con il mese (Jan = Gennaio), premendo il tasto + si passa a Feb, mentre con il - si passa a Dec. Con
gli stessi tasti potremo cambiare giorno e anno, dopo esserci spostati sui campi relativi con i cursori. Il
tasto F1 consente di visualizzare le opzioni di ogni scelta, mentre il tasto ESC abbandona la schermata
e torna a quella di menu.
Dopo i campi con data e ora, seguono quattro righe (sono sempre quattro) nelle quali occorre
inserire le caratteristiche dei dischi rigidi collegati alla macchina. I dati non vanno digitati, ma saranno
inseriti in queste posizioni dalla funzione IDE HDD AUTODETECTION (mostrata più avanti):
Quindi, di solito, al momento di selezionare questa schermata li troveremo già compilati. Essi
indicano il tipo di selezione prevista in esecuzione (Type), la dimensione dei dischi, le caratteristiche
di formattazione (Cyls, Head, Precomp, LandZ, Sector) e il modo in cui il disco è stato formattato
(selezionabile tra Normal - FAT 16, LBA - FAT 32 automatica, Large - FAT 32 imposta, e Auto -
selezionato dal programma). Il Type è relativo al tipo di inserimento dei dati o alla presenza/assenza
del disco: infatti le schede madri hanno ora tutte 2 canali EIDE (IDE Enhanced), ciascuno dei quali
può ospitare 2 unità (disco rigido, CD Rom/DVD, unità Zip) denominate Master e Slave, e come tali
identificate. Sul campo Type potremo agire - per modificarlo - scegliendo i valori predefiniti (Auto,
che fa scegliere il disco al programma in modo automatico; User, che permette di selezionare il tipo di
disco da un elenco di dischi già inserito; None, che consente di selezionare Nessun disco: questa
opzione va utilizzata per i CD ROM e gli Zip). La macchina mostrata nella figura aveva installati due
dischi rigidi: uno come Master del canale IDE Primario, della capacità di 8,5 GB, l'altro come Master
del canale IDE Secondario, della capacità di 6,5 GB.
- due righe di configurazione delle unità a dischetti (Drive A e Drive B), con valori predefiniti,
selezionabili con PgUp PgDn tra
● None (nessuno)
● 360 Kb, 5.25 in.
● 1.2 Mb, 5.25 in.
● 720 Kb, 3.5 in.
● 1,44 Mb, 3.5 in.
● 2.88 Mb, 3.5 in.
- una riga per il tipo di scheda Video e le opzioni del monitor, con valori selezionabili tra:
(le prime tre opzioni sono state poste per compatibilità con scelte speciali di monitor e schede di
vecchio tipo, ormai in disuso da alcuni anni. La quarta opzione EGA/VGA è quella utilizzata ora)
- una riga per indicare su quale quale tipo di errore (selezionabile tra cinque possibilità) si desidera
l'arresto del programma di configurazione. Le possibilità disponibili sono:
Infine, a sinistra delle tre righe citate, un riquadro indica le quantità di memoria RAM presenti sulla
macchina, suddivise in Base (usata dal SO), Estesa, e Altra (Superiore). Nell'esempio di figura 2, la
macchina aveva 128 Mb di RAM, suddivisi in 640Kb di memoria Base, 130.048 Kb (127 Mb) di
memoria estesa, e 384 Kb di memoria superiore.
Le schermate successive
Ci occupiamo qui solo delle schermate che possono interessare l'utente comune, tralasciando i dettagli
tecnici delle opzioni, che richiedono alcune conoscenze di hardware.
Nella schermata intitolata BIOS FEATURES SETUP (fig.3), le opzioni significative sono le seguenti:
- prima riga: permette di abilitare/disabilitare un programma antivirus (presente tra le opzioni della
scheda madre). La disabilitazione è spesso richiesta dall'installazione di un sistema operativo,
dopodiché si può abilitare di nuovo. Questa opzione non esiste su tutte le schede madri.
- quinta riga (Quick Power-on Self Test): questa opzione è necessaria per un controllo rapido
(abilitata) o approfondito (disabilitata) della RAM. Il controllo della RAM viene ripetuto tre volte se
l'opzione è disabilitata.
- sesta riga (Boot sequence): questa opzione (in alcune piastre è sostituita da tre opzioni) decide su
quali unità e in quale ordine (sequenza) verrà cercato il Nucleo del SO da caricare in RAM all'avvio
(boot) del sistema, cioè da quale unità verrà avviato il sistema. Nel nostro esempio, il SO viene
cercato prima nella unità A (dischetto), poi nel disco rigido. Questa opzione va modificata (le
possibilità sono predefinite, quindi occorre usare PgUp/PgDn per sceglierle) se si desidera avviare il
sistema da CD ROM
- quattordicesima riga (Security option): qui comparirà un'indicazione se si è scelto di utilizzare una
password. Nella nostra figura è indicato che il BIOS (System) è protetto da pw.
Le altre opzioni - di solito ai valori scelti come preimpostati (default) - sono poco utili agli utenti e
vanno lasciate come sono.
Anche la schermata CPU & CHIPSET SETUP agisce sulle opzioni della scheda madre. In particolare,
consente di modificare le caratteristiche del microprocessore installato, permettendo sia di
riconoscerlo automaticamente, sia di farlo funzionare a una velocità diversa da quella prevista (ad
esempio, maggiore). questa forzatura viene detta overclock e non sempre viene accettata: una volta
impostata una velocità maggiore, la scheda madre può non funzionare e il computer non partire
affatto. Non se ne consiglia quindi l'utilizzo.
Intorno all' Ottobre 1980, IBM cominciò a cercare nel mercato un sistema
operativo per il nuovo PC-IBM. Essa inizialmente cercò di usare il CP/M
della Digital Reseach, il sistema operativo industriale standard di allora. .
Ci sono varie storie popolari che raccontano gli attriti tra DR e IBM. La
storia più popolare narra che Gary Kildall o DR ha snobbato gli esecutivi
della IBM volando con il suo aeroplano il giorno in cui avevano fissato
l'appuntamento. Un'altra storia narra che Kildall non ha voluto rilasciare il
sorgente del CP/M alla IBM, tuttavia lo aveva sempre fornito alle altre
compagnie.
sistema operativo per i loro nuovi PC. Microsoft comprò tutti i diritti del 86-
DOS nel Luglio 1981 (ormai giunto nella versione 1.0 rilasciata dalla
Seattle nell'Aprile del 1981) e "IBM personal Computer DOS 1.0" fu pronto
per la data di introduzione dei PC nel mercato nell'Ottobre 1981.
E' divertente riflettere sul fatto che i PC IBM originariamente non erano
stati progettati per funzionare con MS-DOS. Il sistema operativo designato
era una versione di CP/M per 8086. Dall'altra parte, quando il DOS fu
scritto il PC IBM non esisteva ancora! Comunque sia il PC-DOS fu fornito
insieme ai PC IBM, il CP/M-86 della Digital Researchche aveva la pretesa
di essere il principale sistema operativo per PC mancava in due cose: La
Digital Research chiedeva $495 per il CP/M-86 ( si consideri che il PC-
DOS era praticamente gratuito ) e molti sviluppatori di software trovarono
più facile portare il software per CP/M verso MS-DOS che verso la nuova
versione di CP/M.
IBM non fornì il DOS come prodotto a se stante fino a quando la seconda
generazione AT/339 fu commercializzata (PC-DOS 1.1 = MS-DOS 1.24).
Per gli IBM venduti senza sistema operativo potevi ordinare uno tra i tre
disponibili, nell'ipotesi che che avevi il disk drive opzionale e l'espansione
di memoria di 64K ( il modello base aveva 16K ed il connettore per il
registratore a cassette). Questi sistemi operativi erano IBM Personal
Computer DOS 1.0, una versione dell'UCSD P-system, il quale era un
sistema operativo integrato con il pascal, come il BASIC ed il Kernel del
Commodore 64, il CP/M-86 della Digital Research, questo era una opzione
poiché non essendo disponibile eri costretto a comprarlo successivamente.
Fin quando il DOS da $35.95 era l'alternativa più economica alle altre scelte
tutti quanti lo comprarono.
1.00 PC-DOS Agosto 1981 Primo rilascio della IBM, basilarmente è la stessa cosa del
86-DOS
1.10 PC-DOS Giugno 1982 Correzione di alcuni Bugs, Supporto per i floppy drive a
doppia faccia.
1.25 MS-DOS Luglio 1982 come il PC-DOS v1.10, è il primo rilascio non-IBM del
DOS
2.00 PC-DOS Marzo 1983 Per PC/XT, Supporto per subdirectory tipo Unix, device
drivers installabili, ridirezione dell'I/O, supporto per il disco fisso,
handle calls.
1.85 PC-DOS Aprile 1983 versione interna alla IBM , estende la v1.10.
2.01 MS-DOS Maggio 1983 Primo supporto per formati di contea differenti, Kanji [ ?
].
2.10 PC-DOS Ottobre 1983 Per IBM PCjr, corretti i Bugs della 2.0. Nessun supporto
di paese.
2.11 MS-DOS Dicembre 1983 Basilarmente un incrocio tra PC-DOS 2.10 e MS-DOS
2.01.
3.00 PC-DOS Agosto 1984 1.2 meg drive per PC/AT, alcune nuove chiamate di
sistema, nuovi programmi esterni, 16-bit FAT, supporto specifico per
le reti IBM.
3.05 MS-DOS Novembre 1984 Primo rilascio Non-IBM della versione 3.x.
3.10 PC-DOS Novembre 1984 Corretti gli errori della 3.0, implementato il supporto
benrico per le reti.
3.20 PC-DOS Gennaio 1986 720k 3.5 inch drive supporto, supporto speciale per
laptops (IBM PC Convertible), XCOPY. Diverse versioni
nazionalizzate rilasciate per entrambi MS-DOS e PC-DOS.
4.00 MS-DOS Aprile 1986 Multitasking (Solo per l'Europa) - Ritirato dal mercato
dopo brevissimo tempo.
3.30 PC-DOS Aprile 1987 per PS/2 series, 1.44 meg supporto, supporto per multiple
partizioni DOS, code page cambiabili, Migliorato il supporto per le
lingue straniere, qualche nuova chiamata di sistema, supporto per gli
orologi degli AT'.
3.31 MS-DOS Novembre 1987 Supporto per le partizioni superiori a 32 meg. Versioni
differenti da diffrenti OEMs (non Micro$oft). Compaq e Wyse sono i
più comuni.
3.40 PC-DOS - 1988 Versione interna alla IBM - non rilasciata (4.0 sviluppo della
4.0).
4.00 PC-DOS Agosto 1988 limite di 32mb di disco fisso ufficialmente rotto,
supporto leggero per EMS, altre chiamate di funzioni aggiunte,
arricchito il supporto per le reti a mezzo di comandi esterni. Supporto
per il PCjr abbandonato.
3.21R MS-DOS Settembre 1989 DOS in ROM, Supporto del Flash File System per
laptops.
5.00 MS-DOS Giugno 1991 Supporto per: memoria alta, uso fino a 8 hard disks,
editor della riga di comado e aliasing, 2.88 floppies,ROMable OEM kit
available.
5.02 PC-DOS Agosto? 1992 Versione che può funzionare su altri che la IBM costruì.
MS-DOS, come gli altri sistemi eperativi, gestisce il flusso di informazioni tra le varie parti del
sistema. Quando si digita o si sceglie un comando per indicare al sistema di eseguire una determinata
operazione, si utilizza MS-DOS.
Le versioni piu' recenti del sistema operativo della Microsoft (dalla ver. 5.0 alla 6.22, ma anche la
ver. 7.0 contenuta in Windows 95) consentono di gestire file e directory, curare la manutenzione dei
dischi, ottimizzare l'uso della memoria, velocizzare i programmi.
SYS Copia i file di sistema di MS-DOS e l'inteprete dei comandi sul disco specificato.
TYPE Visualizza il contenuto di un file di testo.
UNDELETE Ripristina i file cancellati precedentemente con il comando DEL.
UNFORMAT Ripristina i dati di un disco cancellati con il comando FORMAT.
VER Visualizza la versione di MS-DOS in uso.
VOL Visualizza l'etichetta e il numero di serie di volume del disco.
XCOPY Copia i file (ad esclusione dei file nascosti e di sistema) e la struttura delle directory
ATTRIB
Visualizza o modifica gli attributi dei file. Questo comando visualizza, imposta o rimuove gli attributi
assegnati ai file e alle directory, quali l'attributo di sola lettura, di archivio, di file di sistema e di file
nascosto.
Sintassi
Per visualizzare tutti gli attributi di tutti i file presenti nella directory corrente, utilizzare la seguente
sintassi:
ATTRIB
Opzioni
DISKCOPY
Copia il contenuto di un disco floppy nell'unita' di origine su un floppy formattato o non formattato
Sintassi
Opzioni
/V Verifica che le informazioni vengano copiate correttamente. L'utilizzo di questa opzione rallenta
l'operazione.
/M Indica a DISKCOPY di usare solo memoria convenzionale per memorizzazioni provvisorie.
DISKCOPY usa di solito il disco rigido per tale operazione, sicche' non si debbono scambiare i
floppy.
CHDIR (CD)
Sintassi
CHDIR [unita':][path]
CHDIR[..]
CD [unita':][percorso]
CD[..]
CHKDSK
Genera e visualizza una relazione sullo stato del disco e riporta gli errori individuati sul disco. Il
rapporto sullo stato mostra gli errori rilevati nel sistema di archiviazione MS-DOS, consistente nella
tavola allocazione file e nelle directory. Anche CHKDSK fornisce un riepilogo dell'uso del disco.
(CHKDSK non verifica che le informazioni nei file possano essere lette senza errori.) Se vi sono
errori su disco, CHKDSK visualizza un messaggio.
Note: Il programma ScanDisc e' il metodo consigliato per correggere problemi su disco, da preferire al
comando CHKDSK /F. Per ulteriori informazioni, vedere il comando .
Sintassi
Per visualizzare una relazione sullo stato del disco dell'unita' corrente, utilizzare la seguente sintassi:
CHKDSK
Opzioni
/F Corregge gli errori su disco. Non utilizzare questa opzione se si sta eseguendo CHKDSK da altri
programmi. Per ulteriori informazioni, consultare "Utilizzo di CHKDSK con file aperti" in . In
generale, per correggere gli errori del disco, utilizzare invece di CHKDSK.
/V Visualizza il nome di ciascun file contenuto in tutte le directory, durante il controllo del disco.
COPY
Copia uno o piu' file in un'altra posizione. Il comando COPY puo' essere utilizzato anche per unire
file. Se vengono copiati piu' file, MS-DOS visualizza il nome di ciascun file man mano che viene
copiato.
Sintassi
Opzioni
/A Indica un file di testo ASCII. L'opzione /A ha effetto su tutti i file che essa precede nell'elenco dei
nomi di file sulla riga di comando, fino a quando COPY non incontra un'opzione /B. In tal caso,
l'opzione /B ha effetto su tutti i file che la precedono. Quando l'opzione /A segue un nome di file, essa
avra' effetto su quel file e su tutti i file ad essa successivi, fino a quando COPY non incontra l'opzione
/B. In tal caso, l'opzione /B avra' effetto su tutti i file che la precedono. Un file di testo ASCII puo'
utilizzare il carattere di fine file (CTRL+Z) per indicare la fine di un file. Durante l'unione di file, il
comando COPY considera per definizione i file come file di testo ASCII.
/B Indica un file binario. L'opzione /B ha effetto su tutti i file che la precedono sulla riga di comando,
fino a quando il comando COPY non incontra un'opzione /A. In tal caso, l'opzione /A avra' effetto su
tutti i file che la precedono. Se l'opzione /B segue un nome di file, essa avra' effetto su quel file e su
tutti i file ad essa successivi, fino a quando COPY non incontra un'opzione /A. In tal caso, l'opzione
/A avra' effetto su tutti i file che la precedono. L'opzione /B specifica che l'interprete dei comandi
deve leggere il numero di byte specificati dalle dimensioni dei file nella directory. L'opzione /B e' il
valore predefinito di COPY, tranne quando esso sta unendo dei file.
DEFRAG
Riorganizza i file su un disco per ottimizzare le prestazioni del disco stesso. Non utilizzare questo
comando durante l'esecuzione di Windows.
Sintassi
DEFRAG [unita':] [/F] [/S[:]ordine] [/B] [/SKIPHIGH] [/LCD | /BW | /G0] [/H] DEFRAG [unita':]
[/U] [/B] [/SKIPHIGH] [/LCD | /BW | /G0] [/H]
Opzioni
/F Compatta i file e garantisce che nel disco non siano presenti spazi vuoti tra i file.
/U Compatta i file e lascia spazi vuoti, se presenti, tra i file.
/B Riavvia il computer dopo avere riorganizzato i file.
/H Sposta file nascosti
DEL (Erase)
Sintassi
Opzione
DELTREE
Sintassi
DIR
Visualizza l'elenco dei file e delle sottodirectory di una directory. Quando si utilizza il comando DIR
senza parametri od opzioni, esso visualizza l'etichetta di volume e il numero di serie del disco.
Visualizza inoltre una directory o un file per riga, inclusa l'estensione del file, la relativa dimensione
in byte e l a data e l'ora dell'ultima modifica. Infine, il comando riporta il numero totale dei file
elencati, la quantita' totale di memoria occupata ed il numero di byte lasciati liberi sul disco.
Sintassi
Opzioni
/P Visualizza l'elenco una schermata per volta. Per passare alla schermata successiva, e' sufficiente
premere un tasto.
/W Visualizza l'elenco in formato ampio, elencando fino a cinque file o directory per riga.
/A[[:] attributi] Visualizza solo le directory e i file con gli attributi specificati. Se questa opzione viene
omessa, il comando DIR visualizza tutti i file tranne quelli nascosti e di sistema. Se l'opzione viene
utilizzata senza specificare gli attributi, DIR visualizza tutti i file, compresi quelli nascosti e di
sistema. L'elenco che segue descrive ciascuno dei valori che e' possibile utilizzare per attributi. I due
punti (:) sono facoltativi. E' possibile utilizzare una qualsiasi combinazione di questi valori senza
separarli con spazi. H File nascosti
DOSKEY
Doskey e' un programma residente in memoria e viene utilizzato per personalizzare e automatizzare la
riga di comando MS-DOS. Quando viene installato, Doskey occupa circa 3 Kb di memoria residente.
Sintassi
[/HISTORY][/INSERT|/OVERSTRIKE] [nomemacro=[testo]]
EDIT
Avvia MS-DOS Editor che consente di creare e modificare file di testo ASCII. MS-DOS Editor e' un
editor a schermo intero che consente di creare, modificare, memorizzare e stampare file di testo
ASCII. In MS-DOS Editor e' possibile scegliere i comandi da menu e specificare le informazioni e le
preferenze nelle finestre di dialogo. MS-DOS Editor comprende un'ampia Guida in linea per
richiedere informazioni relative alle sue procedure ed ai suoi comandi.
Sintassi
ATTENZIONE: Per poter utilizzare MS-DOS Editor e' necessario che il file QBASIC.EXE si trovi
nella directory corrente, nel relativo percorso di ricerca o nella stessa directory del file EDIT.COM. Se
il file QBASIC.EXE viene eliminato per liberare spazio sul disco, MS-DOS Editor non potra' essere
eseguito.
EMM386
Abilita o disabilita il supporto di memoria espansa EMM386 su un computer con processore 80386 o
superiore. Il comando EMM386 abilita o disabilita anche il supporto del coprocessore Weitek. Non
utilizzare questo comando durante l'esecuzione di Windows. Esso inoltre provvede supporto di
memoria espansa e accesso alla memoria superiore. Per un'introduzione sull'utilizzo dei driver di
periferica EMM386.EXE, vedere .
Sintassi
EMM386 [ON|OFF|AUTO]
Per visualizzare lo stato attuale del supporto di memoria espansa EMM386, utilizzare la sintassi
seguente:
EMM386
Parametri
ON|OFF|AUTO Attiva il driver di periferica EMM386.EXE (se impostato su ON), sospende il driver
di periferica EMM386.EXE (se impostato su OFF) oppure posiziona il driver di periferica
EXPAND
Espande un file compresso. E' possibile utilizzare questo comando per recuperare uno o piu' file dai
dischi di installazione o di aggiornamento inclusi nel pacchetto di MS-DOS 6.22. I file non possono
essere utilizzati finche' non vengono decompressi.
Sintassi
Se viene digitato quanto segue, EXPAND chiedera' di immettere la posizione e/o il nome che si
desidera assegnare al file espanso:
EXPAND [unita':][percorso]nomefile
EXPAND chiedera' di immettere la posizione e il nome del file compresso da espandere, quindi la
posizione e/o il nome da assegnare al file espanso, se si digita quanto segue:
EXPAND
FDISK
Avvia il programma Fdisk, che configura il disco rigido per l'utilizzo di MSDDOS. Fdisk visualizza
una serie di menu per facilitare la suddivisione in partizioni del disco rigido per MSDDOS. Per
avviare il programma di Fdisk, seguire questa sintassi:
FDISK
Per visualizzare le informazioni sulla partizione senza avviare il programma Fdisk, utilizzare la
seguente sintassi:
FDISK /STATUS
Opzioni
/STATUS Visualizza una panoramica delle partizioni del disco rigido del computer, senza avviare il
programma Fdisk.
FORMAT
Formatta il disco nell'unita' specificata per accettare i file di MSDDOS. Il comando FORMAT crea
una nuova directory principale e una tabella di assegnazione dei file per il disco. E' anche possibile
controllare le aree danneggiate sul disco ed eliminare tutti i dati sul disco. Per consentire a MSDDOS
di utilizzare un disco nuovo, utilizzare innanzi tutto questo comando per formattare il disco.
Sintassi
Avvertenza: Non formattare un disco floppy in misura maggiore a quella attribuitagli. Se il disco e'
stato formattato e non si sta utilizzando il parametro /U, la vecchia tabella di assegnazione dei file e la
directory principale verranno salvate per poter annullare la formattazione del disco. Se e' stato
formattato il disco sbagliato utilizzare il comando il piu' presto possibile.
Opzioni
/Q Specifica una formattazione veloce di un disco. Tramite questa opzione, FORMAT elimina la
tabella di assegnazione dei file (FAT) e la directory principale di un disco formattato in precedenza,
ma non esamina il disco per verificare la presenza di aree danneggiate. Si dovrebbe utilizzare
l'opzione /Q per formattare solo dischi gia' formattati in precedenza che non sono sicuramente
danneggiati.
/F:size Specifica la dimensione del disco floppy da formattare. Se possibile, utilizzare questa opzione,
invece delle opzioni /T e /N. Utilizzare uno dei seguenti valori per la dimensione: 720, 1440
/B Riserva dello spazio per i file di sistema IO.SYS e MSDOS.SYS su un disco appena formattato
(come file nascosti). Nelle versioni precedenti di MSDDOS, era necessario riservare questo spazio
prima di utilizzare il comando SYS per copiare i file di sistema sul disco. Questa opzione viene
mantenuta MSDDOS versione 6.0 solo per ragioni di compatibilita'.
/S Copia i file di sistema in uso IO.SYS, MSDOS.SYS e COMMAND.COM dall'unita' disco di avvio
del sistema su un disco formattato che puo' essere utilizzato come disco di sistema. Se FORMAT non
riesce a trovare i file di sistema in uso, richiede l'inserimento di un disco di sistema.
/C Ricontrolla i cluster danneggiati. Per impostazione predefinita, se un'unita' contiene cluster segnati
come "danneggiati" FORMAT non ricontrolla i cluster; li lascia semplicemente segnati come
"danneggiati". Utilizzare l'opzione /C se si desidera che FORMAT ricontrolli tutti i cluster
danneggiati sull'unita'. (Nelle versioni precedenti di MS-DOS FORMAT ricontrollava sempre i cluster
danneggiati.)
KEYB
Avvia il programma Keyb che configura una tastiera in base ad una lingua specifica. Utilizzare Keyb
per configurare una tastiera per una lingua diversa dall'inglese statunitense. Per un'introduzione al
programma Keyb, vedere il capitolo "Personalizzazione per uso internazionale"nel Manuale
dell'utente di MS-DOS.
Sintassi
Parametri
xx Specifica il codice della tastiera. Vedere la tabella alla fine dell'argomento per un elenco dei valori
validi per questo parametro.
yyy Specifica la tabella codici. Vedere la tabella alla fine dell'argomento per un elenco dei valori
validi per questo parametro. Se non viene specificato un valore, KEYB utilizza la tabella codici
corrente.
Opzioni
/E Indica che la tastiera installata e' avanzata. tale opzione risulta utile se si utilizza una tastiera
avanzata su un computer 8086.
/ID:nnn Specifica il tipo di tastiera in uso. Questa opzione e' necessaria solo per i paesi che hanno piu'
schemi di tastiera per la stessa lingua (Francia, Italia e Regno Unito). Vedere la tabella seguente per
un elenco dei valori validi per nnn.
La seguente tabella elenca i valori validi per xx, yyy e nnn per ogni paese o lingua supportata da
KEYBOARD.SYS
LABEL
Crea, modifica o elimina l'etichetta di volume (nome) di un disco. MS-DOS visualizza l'etichetta di
volume all'interno dell'elenco della directory. MS-DOS visualizza anche il numero di serie del
volume, se e' disponibile.
Sintassi
LABEL [unita':][etichetta]
Per indicare a MS-DOS di visualizzare l'etichetta di volume ed il numero di serie correnti, se esistono,
e di richiedere l'immissione di un'etichetta o l'eliminazione di quella esistente, utilizzare la seguente
sintassi:
LABEL
MEM
Visualizza la quantita' di memoria utilizzata e la quantita' di memoria libera nel sistema. E' possibile
utilizzare il comando MEM per visualizzare le informazioni relative alle aree di memoria utilizzate,
alle aree di memoria libere ed ai programmi caricati in memoria.
Sintassi
Per visualizzare lo stato della memoria utilizzata e della memoria libera del sistema, utilizzare la
seguente sintassi:
MEM
Opzioni
/CLASSIFY Elenca i programmi che sono stati caricati effettivamente nella memoria e visualizza la
quantita' di memoria convenzionale e di memoria superiore utilizzata da ogni programma. MEM
/CLASSIFY fornisce anche un sommario dell'utilizzo di memoria ed elenca i blocchi di memoria piu'
grandi a disposizione. E' possibile utilizzare l'opzione /CLASSIFY con /PAGE, ma non con altre
opzioni di MEM. L'opzione /CLASSIFY si puo' abbreviare in /C. /FREE Elenca le aree di memoria
convenzionale e superiore libere. MEM
/FREE visualizza l'indirizzo del segmento, la dimensione di ogni area di memoria convenzionale
libera e il blocco piu' grande libero in ogni area di memoria superiore. E' possibile utilizzare l'opzione
/FREE con /PAGE, ma non con altre opzioni di MEM. Si puo' abbreviare /FREE in /F.
/PAGE Fa una pausa dopo ogni schermata di output. Questa opzione puo' essere utilizzata con altre
opzioni di MEM.
MKDIR (MD)
Crea una directory. E' possibile utilizzare il comando MKDIR per creare una struttura di directory su
piu' livelli.
Sintassi
MKDIR [unita':]percorso
MD [unita':]percorso
MSCDEX
Fornisce accesso alle unita' CD-ROM. MSCDEX puo' essere caricato dal file AUTOEXEC.BAT o dal
prompt dei comandi. Il driver di periferica che fa parte dell'unita' CD-ROM deve essere caricato dal
file CONFIG.SYS. Per maggiori informazioni, vedere l'argomento Nota. Il comando MSCDEX non
dovrebbe essere utilizzato dopo che Windows e' stato avviato.
Sintassi
Parametri
/D:periferica1 [/D:periferica2... ] Specifica la signature del driver del primo driver di periferica CD-
ROM. Il parametro periferica1 deve coincidere con il parametro speicificato dall'opzione /D sul
comando CONFIG.SYS che avvia il driver di periferica corrispondente CD-ROM. Il comando
MSCDEX deve includere almeno un'opzione /D. Per installare dei driver di periferica CD-ROM
addizionali, specificare un'opzione addizionale /D per ciascun driver.
/E Specifica che il driver CD-ROM deve essere predisposto in modo da espandere memoria, se ne
esiste disponibile, per archiviare dei buffer di settore.
/V Indica a MSCDEX di visualizzare delle statistiche di visualizzazione della memoria quando viene
avviato.
/L:lettera Specifica le lettere dell'unita' da assegnare alla prima unita' CD-ROM. Se si ha piu' di
un'unita' CD-ROM, MS-DOS assegna delle unita' addizionali conseguenti alle lettere dell'unita'
disponibili.
PATH
Imposta un percorso di ricerca per file eseguibili. MS-DOS utilizza il comando PATH per cercare i
file eseguibili nelle directory specificate. Il percorso di ricerca predefinito e' solo la directory corrente.
Sintassi
PATH [[unita':]percorso[;...]]
PATH
Per eliminare tutte le impostazioni dei percorsi di ricerca e lasciare soltanto quella predefinita (la
directory corrente), utilizzare la seguente sintassi:
PATH ;
Quando e' specificato da solo, elimina tutte le impostazioni dei percorsi e indica a MS-DOS di
ricercare soltanto nella directory corrente.
Stampa un file di testo durante l'elaborazione di altri comandi MS-DOS. Se si dispone di una
periferica di output, collegata ad una delle porte seriali o parallele del sistema, con il comando PRINT
sara' possibile stampare in background.
Sintassi
er installare il comando PRINT utilizzando i parametri predefiniti o per visualizzare il contenuto della
coda di stampa senza modificarla, la sintassi sara' la seguente:
Opzioni
/D:periferica Specifica il nome della periferica di stampa. I valori validi delle porte parallele sono
LPT1, LPT2 e LPT3. I valori validi delle porte seriali sono COM1, COM2, COM3 e COM4. Il valore
predefinito e' PRN. I valori PRN e LPT1 si riferiscono alla stessa porta parallela. L'opzione /D deve
precedere il nome di qualsiasi file sulla riga di comando.
PROMPT
Modifica l'aspetto del prompt dei comandi di MS-DOS. E' possibile personalizzare l'aspetto del
prompt dei comandi in maniera tale da visualizzare una qualsiasi stringa di testo, con informazioni
quali il nome della directory corrente, l'ora e la data e il numero della versione di MS-DOS.
Sintassi
PROMPT [testo]
Testo
$Q = (segno di uguale)
$$ $ (simbolo del dollaro)
$T Ora corrente
$D Data corrente
$P Unita' e percorso corrente
$V Numero della versione di MS-DOS
$N Unita' corrente
$G > (segno di maggiore)
$L < (segno di minore)
$B | (pipe)
$_ INVIO-NUOVA RIGA
$E Il codice escape ASCII (codice 27)
$H BACKSPACE (elimina un carattere che e' stato scritto sulla riga di prompt)
RENAME (REN)
Cambia il nome di uno o piu' file. E' possibile assegnare un nuovo nome a tutti i file che
corrispondono al nome specificato. Non e' possibile utilizzare questo comando per assegnare un
nuovo nome a file di unita' diverse o per spostarli in nuove directory. Per rinominare le sottodirectory
o spostare i file, utilizzare il comando .
Sintassi
RMDIR (RD)
Elimina (rimuove) una directory. Prima di eliminare una directory, e' necessario eliminare prima tutti i
file e le sottodirectory contenuti in essa. La directory deve essere vuota, fatta eccezione per i simboli
"." e "..".
Sintassi
RMDIR [unita':]percorso
RD [unita':]percorso
SCANDISK
Avvia Microsoft ScanDisk, un'utilita' di scansione e ripristino che controlla una data unita' per rilevare
degli errori e correggere eventuali problemi. Per un'introduzione all'uso di ScanDisk, consultare .
Sintassi
SCANDISK
Usare la sintassi seguente per controllare eventuali errori su due o piu' dischi:
Opzioni
/AUTOFIX Corregge gli errori senza chiedere prima conferma. Per impostazione predefinita,
avviando ScanDisk con l'opzione /AUTOFIX tutti i cluster persi rilevati sull'unita', verranno salvati
come file nella directory principale dell'unita'. Per fare in modo che ScanDisk elimini i cluster persi
invece di salvarli, includere l'opzione /NOSAVE. Utilizzando l'opzione /AUTOFIX, se vengono
rilevati errori verra' richiesto un disco Undo. Per evitarlo, includere l'opzione /NOSUMMARY. Non e'
possibile utilizzare l'opzione /AUTOFIX unitamente alle opzioni /CHECKONLY o /CUSTOM.
/CHECKONLY Controlla una data unita' per rilevarvi degli errori, ma non li corregge. Non si puo'
usare questa opzione unitamente alle opzioni /AUTOFIX or /CUSTOM.
/NOSAVE Fa in modo che ScanDisk elimini tutti i cluster persi rilevati. Puo' essere utilizzato solo
unitamente all'opzione /AUTOFIX. (Se si avvia ScanDisk con l'opzione /AUTOFIX omettendo
l'opzione /NOSAVE, ScanDisk salvera' il contenuto dei cluster persi come file nella directory
principale dell'unita'.)
/SURFACE Esegue automaticamente una scansione della superficie dell'unita' dopo aver controllato
altre aree. Con una scansione della superficie di un'unita' non compressa, ScanDisk conferma che i
dati possono essere scritti e letti con sicurezza. Con la scansione di un'unita' compressa ScanDisk
conferma che i dati possono essere decompressi. E' consigliabile esaminare periodicamente la
superficie di tutte le unita'. In base all'impostazione predefinita, una volta terminato l'esame del file
system di una data unita', ScanDisk chiede se si desidera effettuare una scansione della superficie.
Con l'opzione /SURFACE tale scansione viene effettuata senza chiedere conferma. Se si usa
/SURFACE unitamente all' opzione /CUSTOM esso ha la precedenza sulle impostazioni di Superficie
nella sezione [Custom] del file SCANDISK.INI.
SMARTDRV
Avvia o configura il programma SMARTDrive il quale crea una cache del disco nella memoria estesa.
Una cache del disco puo' velocizzare in modo significativo le operazioni di MS-DOS. Quando viene
utilizzato per l'operazione di caching del disco, SMARTDrive viene caricato utilizzando il comando
SMARTDRV nel file AUTOEXEC.BAT o al prompt dei comandi. SMARTDrive puo' anche eseguire
un doppio buffering, il quale e' compatibile per i controller del disco rigido che non possono
funzionare con la memoria fornita da EMM386 o Windows eseguito in modalita' 386 avanzata. Per
utilizzare il doppio buffering, caricare il driver di periferica utilizzando un comando DEVICE nel file
CONFIG.SYS. Il comando SMARTDRV non sara' caricato dopo che Windows e' stato avviato.
Sintassi
Quando si avvia SMARTDrive dal file AUTOEXEC.BAT o dal prompt dei comandi, utilizzare la
seguente sintassi:
Per visualizzare lo stato corrente dopo che e' stato caricato SMARTDrive, usare la sintassi seguente:
SMARTDRV
Se si specifica una lettera dell'unita' senza un segno di addizione o sottrazione, l'opzione di caching di
lettura e' attivata e quella di scrittura e' disattivata. Se si specifica una lettera dell'unita' seguita da un
segno di addizione, le due opzioni sono attivate. Se si specifica una lettera dell'unita' seguita da un
segno di sottrazione, le opzioni sono disattivate. Se non si specifica una lettera dell'unita', le unita'
dischi floppy, CD-ROM e le unita' create utilizzando Interlnk sono attivate con l'opzione di lettura ma
non di scrittura, i dischi fissi conentrambe le opzioni attivate e le unita' di rete e le schede di memoria
Microsoft Flash vengono ignorate. Per maggiori informazioni su come DriveSpace effettua il caching
delle unita' compresse, vedere Note.
Dimcacheiniz Specifica la dimensione in kilobyte della cache quando SMARTDrive viene avviato
(quando Windows non viene eseguito).
DimCacheWin Specifica, in kilobyte, in che misura SMARTDrive ridurra' la dimensione della cache
per Windows. Quando viene avviato Windows, SMARTDrive riduce la dimensione della cache per
recuperare memoria per l'utilizzo di Windows.
Opzioni
/X Disattiva il caching write-behind per tutte le unita'. E' possibile quindi attivare il caching per le
singole unita' usando il parametro unita'+|-.
/U Non carica il modulo caching CD-ROM di SMARTDrive anche se si possiede un'unita' CD-ROM.
Se viene caricato SMARTDrive con l'opzione /U, non e' possibile attivare il caching dell'unita' CD-
ROM. Se e' caricato SMARTDrive senza l'opzione /U, e' possibile disattivare o attivare il caching di
singole unita' CD-ROM usando il parametro dell'unita'+|-.
/C Scrive tutte le informazioni di cui e' stato eseguito il caching dalla memoria sui dischi.
SMARTDrive scrive informazioni dalla memoria sul disco a volte quando altra attivita' del disco e'
rallentata. Si potrebbe utilizzare questa opzione se si sta spegnendo il computer e ci si vuole assicurare
che le informazioni cache sono state scritte sul disco. SMARTDrive scrive tutte le informazioni cache
sul disco se si riavvia il computer premendo CTRL+ALT+CANC, ma non se si spegne o si preme il
pulsante di riavvio.
Avvertenza: Controllare che SMARTDrive abbia completato l'opzione di cache di scrittura prima di
riavviare o spegnere il computer. Questo non e' necessario se si riavvia il computer premendo
CTRL+ALT+CANC. Per fare in modo che SMARTDrive scriva tutte le informazioni di cui e' stato
eseguito il caching sui dischi, digitare SMARTDRV /C al prompt dei comandi. Dopo che l'attivita' del
disco e' stata interrotta, e' possibile riavviare il computer per sicurezza o spegnere il computer.
SUBST
Associa un percorso ad una lettera di unita'. La lettera di unita' assegnata rappresenta un'unita' virtuale
dato il suo possibile uso come unita' fisica all'interno dei comandi. Non usare il comando SUBST
quando Windows e' in esecuzione.
Sintassi
SUBST unita'1: /D
Per visualizzare i nomi delle unita' virtuali attive, utilizzare la seguente sintassi:
SUBST
Opzione
SYS
Crea un disco di avvio, copiando sul disco i file di sistema di MS-DOS (IO.SYS and MSDOS.SYS),
l'interprete dei comandi MS-DOS (COMMAND.COM) e la parte di MS-DOS che fornisce accesso
alle unita' compresse (DRVSPACE.BIN). Il comando SYS copiera' il file DRVSPACE.BIN solo se
tale file si trova nella directory principale dell'unita' o della directory di origine. IO.SYS,
MSDOS.SYS and DRVSPACE.BIN sono file nascosti e pertanto in genere non compaiono negli
elenchi delle directory visualizzate dal comando DIR. Per visualizzare questi file, digitare DIR /A.
Sintassi
TYPE
Visualizza il contenuto di un file di testo. Utilizzare il comando TYPE per visualizzare un file di testo
senza modificarlo.
Sintassi
TYPE [unita':][percorso]nomefile
UNDELETE
Ripristina i file eliminati in precedenza con il comando. UNDELETE fornisce tre livelli di protezione
dei file da eliminazioni accidentali: metodo Sentry di eliminazione, metodo Registro di eliminazione e
metodo Standard. Per maggiori informazioni relative ai singoli livelli di protezione, vedere Note. Per
informazioni relative alla versione di Undelete per Windows, consultare il capitolo "Gestione del
sistema" nel Manuale dell'utente di MS-DOS oppure la Guida di Undelete per Windows.
Sintassi
Opzioni
/LIST Elenca i file eliminati che sono disponibili per il recupero, ma non recupera alcun file. Il
parametro [unita':][percorso]nomefile e le opzioni /DT, /DS e /DOS controllano l'elenco fornito
dall'opzione.
/DOS Recupera soltanto i file elencati come file eliminati da MS-DOS, chiedendo conferma per
ciascuno di essi. Se esiste un file di registrazione dell'eliminazione, l'opzione indica a Undelete di
ignorarlo.
/UNLOAD Rimuove la porzione del programma Undelete che risiede in memoria, impedendo in tal
modo il ripristino dei file eliminati.
UNFORMAT
Ripristina un disco cancellato dal comando FORMAT. UNFORMAT ripristina solo unita' disco rigido
o floppy locali, mentre non puo' essere utilizzato per ripristinare unita' di rete. Il comando
UNFORMAT puo' inoltre ricostruire una tabella delle partizioni del disco danneggiate su un'unita'
disco rigido.
Sintassi
Opzioni
/L Elenca tutti i file e le sottodirectory trovate da UNFORMAT. Se questa opzione non viene
specificata, UNFORMAT elenca solo le sottodirectory e i file frammentati. Per sospendere lo
scorrimento dell'elenco visualizzato, premere la combinazione di tast i CTRL+S. Per riprendere lo
VER
Sintassi
VER
VOL
Sintassi
VOL [unita':]
XCOPY
Copia file (ad eccezione dei file di sistema e nascosti) e directory, incluse le sottodirectory. Con
questo comando e' possibile copiare tutti i file di una directory, compresi i file nelle relative
sottodirectory.
Sintassi
XCOPY origine [destinazione] /Y|/-Y] [/A|/M] [/D:data] [/P] [/S] [/E] [/V] [/W]
Opzioni
/Y Indica che XCOPY sostituisce i file esistenti senza chiedere conferma. Per impostazione
predefinita, se si specifica un file come file di destinazione, XCOPY chiedera' se si desidera
sovrascrivere il file esistente. (Le versioni precedenti di MS-DOS sostituiscono semplicemente il file
esistente.) Se il comando XCOPY e' parte di un file batch, XCOPY si comportera' come nelle
precedenti versioni. Specificando questa opzione si ha la precedenza su tutte le impostazioni
predefinite e correnti della variabile d'ambiente COPYCMD. /
-Y Indica che XCOPY chiede la conferma quando sostituisce un file esistente. Specificando questa
opzione si ha la precedenza su tutte le impostazioni predefinite e correnti della variabile d'ambiente
COPYCMD.
/S Copia le directory e le sottodirectory, purche' non siano vuote. Se viene omessa questa opzione,
XCOPY ha effetto solo all'interno di una singola directory.
/E Copia qualsiasi sottodirectory, anche se vuota. Con questa opzione e' necessario utilizzare l'opzione
/S.
Il diritto d'autore
di Francesco Lanorte
Il diritto d'autore è, giuridicamente parlando, molto giovane. Questa esigenza coincide con
l'invenzione della stampa e con la conseguente nascita dell'attività editoriale, produttiva di forti
interessi economici, e la circolazione di un gran numero di esemplari stampati.
Per comprendere in pieno il diritto d'autore e la sua storia bisogna tenere in considerazione la
distinzione che si crea tra l'esistenza di un diritto di proprietà immateriale (corpus mysticum)
disgiunto da quello del possesso materiale del bene (corpus mechanicum), ossia tra il diritto
dell'autore di un brano musicale, di un manoscritto, di un quadro o di una statua, e il diritto di chi
possiede materialmente questi beni. In Italia un primo decreto in materia fu emanato dal governo
rivoluzionario piemontese nel 1799, seguito da una legge più completa promulgata nel 1801 nella
Repubblica Cisalpina. Successivamente, dopo la restaurazione, furono emessi nei diversi stati italiani
differenti provvedimenti legislativi: ma data la grossa frammentazione politica della penisola queste
leggi erano quasi inutili per il loro limitato ambito applicativo. Per ovviare in parte a questo
inconveniente, la Toscana, lo stato Sardo e l'Austria nel 1840 stipularono una convenzione per una
protezione comune del diritto d'autore.
La prima vera legge italiana risale al 1865, subito dopo l'unificazione della penisola, e poi, tradotta nel
testo unico 19 settembre 1881 n. 1012, rimase in vigore fino al 1926, quando venne sostituita da una
nuova normativa. Infine la legge 22 aprile 1941 n. 633 e relativo regolamento del 18 giugno 1942 n.
1369, ha regolamentato più estesamente ed efficacemente la materia e, con alcune successive
modifiche e integrazioni, è tuttora in vigore. Inoltre disposizioni sul diritto d'autore si trovano nel
nostro Codice Civile del 1942 agli articoli 2575-2583.
Negli ultimi anni la nostra legge è stata massiciamente modificata, per adeguarsi ai nuovi mezzi di
comunicazione dell'opera dell'ingegno, attraverso l'accoglimento delle direttive CEE in materia. Per
contrastare il fenomeno della pirateria le ultime modifiche apportate alla legge hanno gravemente
inasprito le pene per coloro che possiedono o commerciano opere dell'ingegno contraffatte.
Il 19 settembre 2000 è entrata in vigore la legge n. 248 del 28 agosto 2000, intitolata “Nuove norme
di tutela del diritto d'autore”, meglio nota come "legge antipirateria", pubblicata in Gazzetta Ufficiale
del 4 settembre 2000 n. 206. Negli ultimi quattro anni il progetto ha superato i pareri delle
commissioni a cui era stata assegnata con diverse modifiche, per essere poi approvato dalla Camera
dei Deputati il 21 giugno 2000, e dal Senato della Repubblica il 25 luglio 2000. La legge consente
finalmente al nostro Paese, dopo anni di discussioni e non senza forti polemiche, di dotarsi di uno
strumento normativo importante in grado di prevedere sanzioni adeguate al sistema comunitario, e
soprattutto di predisporre strumenti organizzativi di analisi e coordinamento per contrastare il
fenomeno alla radice. Siamo, infatti, ai primi posti tra i Paesi produttori di video, cd musicali, cd rom
con programmi e videogiochi e persino dvd. La situazione è tale che produttori e commercianti sono
giustamente preoccupati. Ma anche da parte dei magistrati e dalle forze di polizia si è segnalata
invano l'esiguità delle pene previste dal codice penale e dalle leggi speciali (obiettivamente tra le più
basse d'Europa, e tra l'altro applicate con molta incertezza e comprensione per chi è colto in
flagranza).
L’art. 1 della legge 248/2000 sostituisce integralmente l’articolo 16 della legge n. 633 del 1941 (che
di seguito richiameremo con l’acronimo LDA), che ha per oggetto il diritto di diffondere, ovvero quel
diritto, che spetta all’autore, di diffondere la propria opera al pubblico. Il nuovo articolo 16 stabilisce:
“Il diritto esclusivo di diffondere ha per oggetto l’impiego di uno dei mezzi di diffusione a distanza,
quali il telegrafo, il telefono, la radiodiffusione, la televisione ed altri mezzi analoghi, e comprende la
comunicazione al pubblico via satellite e la ritrasmissione via cavo, nonché quella codificata con
condizioni di accesso particolari.” Come si può di notare, l’elencazione della legge non ha carattere
esaustivo o tassativo, poiché si parla genericamente di “uno dei mezzi di diffusione a distanza”.
Successivamente vengono elencati alcuni di questi mezzi, senza con ciò indicarli tutti.
All’autore spetta, senza alcun dubbio, il diritto di utilizzare economicamente l’opera diffondendola
con qualsiasi mezzo di diffusione a distanza, qualunque esso sia, compresa la trasmissione mediante
pay-tv. Ovviamente, come succede per tutti i diritti di utilizzazione economica dell’opera
dell’ingegno, anche questo diritto può essere ceduto, senza che ciò incida sul diritto morale
dell’autore, in special modo quello di rivendicare la paternità dell’opera.
In precedenza, con la legge n. 93 del 5 febbraio 1992, che disciplina la cosiddetta “copia privata
senza scopo di lucro”, nel campo della riproduzione su nastri, CD o videocassette, il legislatore aveva
stabilito che una percentuale sul prezzo di vendita del supporto vergine deve essere corrisposta agli
autori. Prima di analizzare la nuova disciplina, ricordiamo cosa prevedevano le norme prima della
modifica:
1) era libera la riproduzione di singole opere o brani di opere per uso personale dei lettori, effettuata a
a mano con mezzi non idonei allo spaccio o diffusione dell’opera nel pubblico. Tale disciplina è
rimasta invariata.
2) era libera la fotocopia di opere esistenti nelle biblioteche, fatta per uso personale o per i servizi
della biblioteca.
3) era vietato lo spaccio delle copie nel pubblico, e in genere ogni utilizzazione di concorrenza con i
diritti di utilizzazione economica spettanti all’autore. Tale disciplina è rimasta invariata.
Con la nuova normativa, invece, la situazione cambia. Il nuovo art. 68 dice:
“È libera la riproduzione di singole opere o brani di opere per uso personale dei lettori, fatta a mano o
con mezzi di riproduzione non idonei a spaccio o diffusione dell'opera nel pubblico.
È libera la fotocopia da opere esistenti nelle biblioteche, fatta per i servizi della biblioteca o, nei limiti
e con le modalità di cui ai commi quarto e quinto, per uso personale.
È vietato lo spaccio di dette copie nel pubblico ed in genere ogni utilizzazione in concorrenza con i
diritti di utilizzazione spettanti all'autore.
In breve si può riassumere così il nuovo articolo 68:
1) innanzitutto rimane libera la riproduzione di singole opere o brani di opere per uso personale dei
lettori, ma se la riproduzione è effettuata mediante fotocopia o xerocopia o analogo mezzo, non può
essere superiore al 15% del volume esclusa la pubblicità.
2) il responsabile del centro o punto di riproduzione deve corrispondere un compenso, quantificato ex
lege salvo diverso accordo e legato al numero delle pagine riprodotte, destinato a essere ripartito tra
gli autori e gli editori.
In particolare, non è consentito:
1) riprodurre interi volumi o fascicoli, salvo opere rare fuori catalogo presso biblioteche pubbliche;
2) riprodurre per un’utilizzazione in concorrenza con i diritti di utilizzazione economica dell’autore;
3) riprodurre oltre il limite del 15% per uso personale;
4) riprodurre senza il pagamento del compenso, quando previsto;
5) spacciare delle copie, fatte per uso personale, nel pubblico.
Questa Legge introduce pene severissime nei confronti di chi viola il diritto di autore. Appare tuttavia
evidente come vengono messi sullo stesso piano i dilettanti che duplicano in CD-ROM magari solo
per curiosità o per provare un certo programma a casa e chi duplica e rivende illegalmente i CD-
ROM.
La grande differenza rispetto alla precedente Legge del 1992 e’ nella terminologia. La Legge
precedente infatti prevedeva pene solo se la duplicazione illegale del software era fatta a fini di lucro
mentre nella nuova stesura e’ stabilito che sia reato se la duplicazione del software e’ fatta anche solo
per trarne profitto. La differenza e’ sostanziale perché il privato che duplicava un CD-ROM
semplicemente per provare un determinato programma a casa con la Legge precedente praticamente
non veniva punito, con la nuova Legge invece commette un reato perché la giurisprudenza considera
profitto anche il semplice risparmio di spesa per non avere comperato il bene.
Ma il punto più discusso della nuova Legge e’ l’avere introdotto l’obbligo di etichettare i supporti
informatici e/o musicali con il contrassegno SIAE anche se distribuiti da soggetti non iscritti alla
SIAE. Il regolamento di attuazione della disciplina di apposizione del contrassegno sulle opere
dell’ingegno emanato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 luglio 2001, n. 338
prevede un elenco dei programmi non soggetti all’obbligo del contrassegno, come ad esempio i
programmi scaricati per via telematica, il software interno ( "firmware") di apparati cellulari (il
bollino sul telefonino?) e di altri apparecchi industriali e tecnici, e le patches, cioè le correzioni o gli
aggiornamenti che i produttori di software periodicamente rilasciano. Rimangono tuttavia molti
interrogativi aperti e fra questi il dilemma se, acquistato un programma in un paese dell’Unione
europea, l’acquirente non sia tenuto ad apporre il "bollino". Il quesito non è peregrino, dal momento
che le legge sul diritto d’autore sanziona l’importazione, a fine di profitto, di programmi contenuti in
supporti non contrassegnati. Ma se il prezzo nel paese di provenienza è inferiore a quello praticato in
Italia? Vi è certamente profitto (inteso come risparmio di spesa), ma vi è lesione dei diritti del titolare?
Il nuovo provvedimento (D.lgs. 28 dicembre 2001, n. 467, in G.U. del 16/01/2002, n. 13) modifica
sostanzialmente il quadro normativo previsto dalla legge 675/96, introducendo nuove tipologie di dati,
i dati quasi-sensibili, dando alle imprese più agevolazioni (informativa e consenso più snello) e
permettendo alle associazioni di trattare i dati dei loro associati senza ricorrere al consenso.
Notificazione
Innanzitutto vengono ridotti i casi di obbligo della notificazione al Garante (prevista dall'art. 7 L.
675/96), verranno notificati solo i trattamenti che siano suscettibili di recare pregiudizio ai diritti e alle
libertà dell'interessato e in altre determinate circostanze.
Quindi, invece di un elenco in negativo, verrà previsto dal Garante un elenco in positivo di soggetti
tenuti alla Notificazione. Questa norma entrerà in vigore non appena il Garante predisporrà gli
elenchi.
Informativa e consenso
L'informativa dovrà contenere il nome di almeno un responsabile a cui rivolgersi per ottenere le
informazioni previste dall'art. 13 L. 675/96 (diritto dell'interessato), non sarà più necessario elencare
tutti i responsabili, interni ed esterni, migliorando, così, l'iter burocratico e la gestione delle
informative.
Nei rapporti commerciali non è più necessario il consenso dell'interessato quando si dia luogo
all'esecuzione di misure precontrattuali "adottate". E' il caso degli istituti di credito e delle
assicurazioni che finalmente potranno trattare i dati e comunicarli a terzi senza il consenso
dell'interessato.
Inoltre non è più necessario il consenso se il trattamento persegue un interesse legittimo del titolare o
di un terzo destinatario dei dati. I casi di esonero del consenso saranno individuati dal Garante entro
gennaio 2003.
Le nuove sanzioni
L'omessa adozione delle misure minime di sicurezza, previste dal DPR 318/99, è punita con la
reclusione fino a due anni o con l'ammenda da 5164,6 a 41316, 6 euro (da 10 a 80 milioni di lire).
Chi non si è ancora adeguato alle misure minime (password, antivirus, Documento Programmatico
sulla Sicurezza, ecc.) potrà sanare l'irregolarità al massimo entro sei mesi dall'accertamento e dietro
pagamento di una somma pari a un quarto del massimo della contravvenzione (10329,14 euro - 20
milioni di lire).
La mancata o falsa notificazione è depenalizzata, si pagherà una sanzione amministrativa da 5164.6 a
30987, 4 euro (da 10 a 60 milioni).
Fornire al Garante notizie false o presentare documenti contraffatti comporta la pena detentiva da sei
mesi a tre anni.
La mancata informativa comporterà una sanzione da 1549,37 a 9296,22 euro (da 3 milioni a 18
milioni di lire) e se riguarda i dati sensibili, giudiziari e i nuovi dati quasi sensibili potrà arrivare fino a
15493,71 euro (30 milioni di lire). La contravvenzione per mancata informativa potrà, inoltre, essere
aumentata fino al triplo quando risulti inefficace in ragione delle condizioni economiche del
contravventore.
L'organo competente a ricevere il rapporto e ad irrogare le sanzioni sarà il Garante.
Dati "quasi-sensibili"
Nasce una nuova categoria di dati, che si affianca ai dati comuni e a quelli sensibili": i dati cosiddetti
"semi o quasi sensibili". Si tratta del trattamento di dati (individuati dal nuovo art. 24-bis L. 675/96
rubricato "Altri dati particolari) che presenta rischi specifici per i diritti e le libertà fondamentali,
nonché per la dignità dell'interessato.
Tale trattamento è ammesso nel rispetto di misure ed accorgimenti a garanzia dell'interessato che
saranno prescritti dal Garante entro gennaio 2003.
E' il caso tipico dei nominativi inseriti nelle centrali dei rischi a cui fanno riferimento gli istituti di
credito, dati diversi dal semplice indirizzo o nominativo ma meno riservati dei dati sulla salute.
Privacy e telefono
Entro il 30 giugno 2002 i fornitori di servizi di telecomunicazioni accessibili al pubblico dovranno
documentare al Garante la predisposizione di misure idonee affinché le chiamate effettuate da
qualsiasi terminale possano essere pagate con modalità alternative alla fatturazione.
Inoltre i fornitori di servizi di telecomunicazioni dovranno predisporre procedure adeguate per
garantire l'annullamento del mascheramento del chiamante da parte dei servizi abilitati a ricevere
chiamate di emergenza, questo per evitare scherzi e chiamate di disturbo.
Normative di riferimento
Inizia a fine 1985 il dibattito fra i sostenitori di Macintosh ed i possessori di un PC con installato
Windows.
Nonostante gli sforzi di Microsoft per velocizzare le operazioni, i processori dell'epoca avrebbero
messo in crisi chiunque e lavorare con una RAM da 256 - 312 K e monitor CGA (640x200 pixel) o
più raramente EGA (640x350 pixel) risultava particolarmente penoso.
A parte i difetti iniziali, per lo più dovuti dalla dipendenza dal DOS, Windows 1.0 introduceva già il
concetto di applicazioni indipendenti dalle periferiche. Mentre in DOS necessitavano numerosi driver
in Windows si fa riferimento ad una sola GDI (Graphics Device Interface) e ogni diverso pacchetto
applicativo può fare uso dello stesso driver di Windows.
La prima versione di Windows non fu un grande successo.
Nel novembre 1987 esce la versione 2.0 e a fine 1988 è disponibile la 2.1 (meglio nota poi come
Windows/286 e Windows/386). I miglioramenti introdotti nella 2.0 consistono nella nascita del DDE
(Dynamic Data Exchange), soluzione in grado di facilitare le comunicazioni fra applicativi diversi.
Finalmente si può scegliere tra finestre affiancate oppure sovrapposte e lo standard SAA (System
Application Architecture) rende le applicazioni più simili tra loro, facilitando l'apprendimento.
In questo periodo si incominciano ad utilizzare dei computer AT (Processore Intel 80286) con hard
disk da 10-20 MB e a sfruttare tutti i 640 K di RAM del DOS. Le prestazioni risultano sempre molto
limitate, ma si incomincia ad intravedere l'uscita dal tunnel.
Compare nel 1988 la versione Windows/286 in grado di utilizzare 64K di memoria estesa pur
rimanendo in modalità reale del processore. In questo modo si superava il limite di 640K del DOS; ciò
in aggiunta alla disponibilità della specifica LIM EMS 4.0 (Lotus.Intel-Microsoft Expandede Memory
Specification) consentiva un miglior utilizzo della memoria.
La versione Windows/386 richiedeva l'utilizzo dei nuovi processori 386 con bus dati a 32 bit, ma
offriva ulteriori incrementi di velocità e potenza.
La comparsa di Windows 3.0 nel maggio del 1990 segna un momento storico: l'aspetto friendly
(amichevole) e le icone del nuovo Program Manager sono molto gradite e la flessibilità è grande.
Questa versione di Windows determina di fatto il successo di tutti gli sforzi di Microsoft e gli
applicativi compaiono a centinaia.
Windows 3.1 nel 1992 completa l'opera, eliminando la modalità reale, migliorando tutti i tipi di
supporto (reti, stampanti, ecc.), velocizzando il File Manager e aprendo la via ai programmi
multimediali.
Anche i messaggi "Errore dell'applicazione irreversibile" diminuiscono o sono comunque ben spiegati
tramite i nuovi servizi API (Application Programming Interface).
Windows 95
Le novità introdotte da Windows 95 sono molteplici e sostanziali tanto da poter parlare di un prodotto
nuovo rispetto alle versioni precedenti.
Tra le molteplici caratteristiche della nuova architettura, la più rilevante è senza dubbio il fatto che
Windows 95 è un vero e proprio sistema operativo a 32 bit. Ciò significa la possibilità di sfruttare a
pieno la velocità e le capacità di indirizzamento dei processori Intel 32 bit (80386, 80486 e Pentium).
Come secondo aspetto, ma non meno importante, la nuova implementazione interna di Windows 95
chiude finalmente il capitolo MS-DOS; siamo infatti di fronte ad un sistema integrato, nel senso che la
vecchia dualità tra MS DOS e Windows con tutte le problematiche connesse ( acquisto e installazione
separata, coesistenza difficile dei due mondi) è ormai solo un ricordo: l'utente dopo l'avvio macchina
si trova direttamente a livello di interfaccia grafica.
Altra grande novità rispetto alle versioni precedenti è la funzione Plug and Play (PnP) che ha reso
molto più semplice l'installazione e la configurazione di nuovi dispositivi hardware.
Windows 95 è il capostipite della famiglia di sistemi operativi a cui siamo abituati: ha introdotto il
menu "Start", la "Barra delle applicazioni", il desktop come area operativa e tutta una serie di
tecnologie che utilizziamo ancora oggi, anche se perfezionate e rese più semplici. Si sono susseguite
molte versioni caratterizzate da una stringa di caratteri e lettere dopo "95" (ad esempio, "osr2"), chiaro
segnale degli enormi problemi di stabilità del prodotto.
Windows NT
separava Windows NT e Windows 95 sia come stabilità, sia come compatibilità. Microsoft ha
cominciando da tempo il progressivo abbandono di Windows NT.
Windows 98
Windows 98 è il diretto discendente di Windows 95, da cui eredita moltissimo. Il principio innovatore
di questa versione è l'integrazione con il web: il sistema operativo incorpora già il browser Internet
Explorer, a cui è legato a doppio filo: questa integrazione modifica anche molti degli aspetti grafici
del sistema, come "Esplora Risorse", ora molto simile a una pagina web, e il funzionamento delle
icone, dove si è tentato, in modo piuttosto fallimentare, di sostituire il doppio click con un click unico.
Oltre all'aspetto esteriore, questa versione di Windows porta con se una infinita serie di bugfix e di
migliorie alla stabilità, anche se ancora si è ben lontani da poter chiamare questo sistema "affidabile".
Windows 98 SE
SE
La "Second Edition" di Windows 98 è sostanzialmente un Windows 98 aggiornato in alcuni
componenti, come il browser o il sistema multimediale. Le differenze con la prima versione sono
praticamente nulle
Windows ME
con un minimo di esperienza. "Sotto il cofano" le migliorie di sistema sono sostanziali: innanzitutto si
impedisce di "Riavviare in modalità MS-Dos", benché questo sia ancora presente, probabilmente
come anticipazione della totale rimozione dello stesso nelle versioni future, viene introdotto un
sistema di protezione dei file di sistema, viene migliorata la stabilità generale anche grazie a una più
attenta gestione della memoria, viene introdotto il "System Restore" per sistemare velocemente i
problemi.
Windows ME è l'ultima incarnazione di Windows 95: le versioni successive introdurranno modifiche
Windows 2000
Lanciato sul mercato praticamente in contemporanea a Windows ME, Windows 2000 è il sistema
operativo per l'utenza professionale: ufficiosamente è infatti chiamato Windows NT 5.0, da cui eredita
la vocazione professionale e la parziale inadeguatezza ad eseguire applicazioni ludiche o di
intrattenimento. Windows 2000 introduce inoltre notevoli migliorie dal punto di vista della stabilità
operativa, a discapito però di requisiti hardware decisamente maggiori: possiamo affermare, in un
certo senso, che Windows 2000 apra la strada ai sistemi con quantità mostruose di ram a cui siamo
abituati oggi. Anche il look di Windows 2000 è molto migliorato rispetto al vecchio NT: salvo alcuni
aspetti grafici minori, l'estetica è identica a quella di Windows ME, chiaro segnale delle intenzioni di
Microsoft di fondere i due settori applicativi nel nascente Windows XP.
Windows XP
L'ultimo nato di casa Microsoft: con questo nuovo sistema l'informatica diventa un'esperienza,
"eXPerience" appunto; un sistema operativo decisamente valido.
XP, al momento, è l'ultima versione di Windows rilasciata da Microsoft, ma e' molto probabile che le
prossime versioni non introdurranno a breve novità sufficienti a giustificare l'aggiornamento.
La product key di windows, necessaria per poter istallare il sistema operativo, si trova in una
chiave del registro di configurazione.
Se dovete reinstallare windows sul vostro computer e non avete voglia di cercare il cd rom di
istallazione, potete leggere la vostra product key nel registro di configurazione.
HKEY_LOCAL_MACHINE
SOFTWARE
Microsoft
Windows
CurrentVersion
Nella parte destra saranno elencate una serie di chiavi, tra cui "ProductKey" o "ProductId", il
cui valore sarà quello richiesto dall'istallazione di windows.
HKEY_LOCAL_MACHINE
SOFTWARE
Microsoft
Windows NT
CurrentVersion.
Molto spesso può essere utile accedere al lettore cd quando si usa il dos.
Ecco cosa modificare in un floppy o un hd con installato sopra solo il dos.
C:MSCDEX.EXE /D:MSCD000
Riavviare il computer.
Quando il dos si sarà stato ricaricato il lettore cd sarà rilevato come nuova unità, "D:" per
esempio.
Se fosse utile (ma forse gia lo sapete) si può ottenere il simbolo dell'euro con una
combinazione di tasti.
Sui computer dotati di tastiera con simbolo dell'euro invece è possibile far apparire l'euro
premendo alt gr contemporaneamente al tasto E.
C’è un modo semplice ed immediato per "catturare" le schermate di Windows95. Utilizzando questo
metodo potrai evitare di installare sul tuo disco rigido inutili programmini shareware che servono allo
stesso scopo.
Dunque, per catturare la schermata corrente di Windows95 (schermo intero) premi semplicemente il
tasto PrintScreen (Stamp) della tastiera.
In entrambi i casi l’immagine catturata verrà posta negli Appunti. Utilizza un qualunque programma
di grafica o di ritocco fotografico (per provare puoi usare anche il Paintbrush di Windows95) e scegli
dal menù Modifica la voce Incolla. Il gioco è fatto....
Nel registro sono contenute praticamente tutte le informazioni relative alla configurazione del proprio
PC. Ad esempio:
L'elenco continua con tutto ciò che riguarda il pannello di controllo (che altro non è che una
rappresentazione grafica di alcune parti del registro) e altro ancora...
Si consideri che i due file in questione potrebbero essere, per ovvie ragioni di sicurezza, nascosti. In
ogni caso non è necessario visualizzarli per poter modificare il registro di configurazione.
Facciamo doppio click sul file Regedit.exe per una prima occhiata al registro di configurazione.
Noteremo subito che la finestra del programma è divisa verticalmente in due parti, seguendo lo stile di
Esplore Risorse.
Nella colonna sinistra di Regedit.exe si trovano sei cartelle ('chiavi' o 'keys') principali, la cui struttura
ramificata contiene centinaia di sottocartelle ('sottochiavi' o 'subkeys'); a destra apparirà il contenuto
delle chiavi, nel formato nome - valore. Ciascuna delle sei cartelle contiene informazioni di
configurazione differenti.
HKEY_CLASSES_ROOT
Contiene informazioni sulle OLE e sulle DDE (ad esempio: la struttura delle estensioni dei file).
Ognuna delle subkey si riferisce ad un tipo di file e include le associazioni di quel tipo di file (ad
esempio quale programma deve essere utilizzato per aprire i file .txt, quale per i file .doc, quale per i
file .htm, etc etc).
HKEY_CURRENT_USER
Contiene informazioni per l'utente corrente, che vengono reperite nella HKEY_USERS. Se non
stiamo utilizzando alcun profilo utente lì viene mostrata la configurazione standard (quella che
utilizziamo all'avvio del computer). In questo key ci sono cinque subkey standard:
● AppEvents contiene lo schema riguardante i suoni che sentiamo quando facciamo qualche
cosa, includendo percorsi e nomi dei file.
● Control Panel contiene le informazioni che sono state impostate nel pannello di controllo.
● Keyboard layouts contiene la disposizione dei tasti della tastiera.
● Network contiene lo stato corrente della rete.
● Software contiene una marea di informazioni sui programmi istallati.
Ognuno di questi cinque subkeys compare sia nel HKEY_CURRENT_USER che nel HKEY_USERS.
HKEY_LOCAL_MACHINE
Contiene informazioni sul nostro computer e sui programmi istallati. Anche qui sono presenti alcune
subkey:
L'installazione di nuove periferiche hardware con le vecchie versioni di DOS e Windows non era un
compito facile, soprattutto per l'utente medio che ha una conoscenza limitata del funzionamento dei
computer. Ogni componente necessita di accedere a risorse di sistema come IRQ e canali DMA, del
tutto sconosciute alla maggior parte degli utenti, e l'errata configurazione di un componente può
portare a conflitti che provocano il cattivo funzionamento del sistema.
● IRQ sta per Interrup ReQuest line (Linea di richiesta di interrup); molte periferiche utilizzano
un IRQ per segnalare alla CPU che necessitano del suo controllo.
● DMA sta per Direct Memory Access (Accesso diretto alla memoria), e molte periferiche
utilizzano canali DMA per accedere alla memoria direttamente, anziché attraverso la CPU.
Per consentire tutti questi obbiettivi è indispensabile la collaborazione tra produttori hardware,
progettisti BIOS e programmatori di sistemi operativi.
Il concetto di Plug and Play è stato formalizzato nel marzo 1993 alla Windows Hardware Conference
da Microsoft, Intel e Compaq. Le specifiche Plug and Play per BIOS, APM, ISA, SCSI, LPT, COM,
ESCD, PCI, PCMCIA, VL E VESA DDC sono state completate e rese disponibili ai produttori di
hardware. Queste specifiche sono state ottenute mediante un lavoro di interscambio di notizie svoltosi
su Compuserve. Il Plug and Play è parte integrante dell'accordo dei produttori di PC per l'anno 1995.
Lo standard Plug and Play rende molto più semplice l'installazione di nuove periferiche, poiché in
questo caso esse vengono configurate automaticamente da Windows.
Per i dispositivi interni, si deve ancora aprire il computer e installare fisicamente la periferica, ma poi
è sufficiente lanciare la procedura automatica di installazione hardware dal pannello di controllo:
George P. Landow
I tasti di scelta rapida permetteranno di non usare il mouse mentre si lavora con Word utilizzando
semplicemente la tastiera in modo da risparmiare tempo.
Alt + F3 Visualizza la finestra Crea voce di glossario (dopo aver evidenziato il testo)
Quando si preme il tasto Ins sulla tastiera, la modalità di scrittura non passa da Inserimento a
Sovrascrittura, o viceversa. In alcune versioni di Word questo è un cambiamento voluto. Il tasto non è
per default utilizzato per passare da una modalità all’altra.
Per attivare in modo definitivo la funzionalità: dal menu Strumenti, cliccate su Personalizza; nella
cartella Comandi, fate clic sul pulsante Tastiera; nella casella Categorie, selezionate Tutti i
comandi; nella lista dei comandi, selezionate Sovrascrivi; posizionate il punto di inserimento nella
casella Nuova combinazione, premete Ins sulla tastiera; fate clic sul pulsante Assegna; quindi su
Chiudi.
In alternativa selezionate l’Opzione di Sovrascrittura: dal menu Strumenti, fate clic su Opzioni, poi
sulla cartella Modifica; nelle Opzioni di modifica, abilitate o disabilitate la voce Modalità
sovrascrittura.
Nel caso si tentasse di cambiare la lingua predefinita utilizzando l’opzione Imposta Lingua dal menu
Strumenti Lingua, o modificando lo stile Normale, tale impostazione sarà ignorata (anche se si
utilizza il pulsante Predefinito della Finestra di Dialogo Lingua).
Word imposta come lingua predefinita per gli strumenti di correzione, quella corrispondente alla
tastiera correntemente impostata (Pannello di controllo Tastiera). Se lo stile Normale è impostato con
una lingua diversa da quella impostata per la tastiera, Word, applica in ogni caso al testo formattato
con detto stile, le impostazioni della lingua della tastiera. Per esempio, se lo stile Normale è definito
con la lingua inglese e si sta utilizzando una tastiera italiana, il testo nei nuovi documenti sarà
formattato con le impostazioni della lingua in italiano.
Possibili soluzioni
Primo Metodo: Modifica del Normal.Dot. Aprite il File Normal.Dot che si trova nella directory
su Chiudi per tornare al documento. Abilitate la visualizzazione dei simboli di paragrafo mediante il
pulsante riportante il simbolo di Pi Greco (vicino alla percentuale di visualizzazione) o andando nel
menu Strumenti - Opzioni - Visualizza - Tutti. Cancellate l’Interruzione di Pagina dal documento.
Salvate il documento come Modello.
Intestazione-piè di pagina differenti per pagine Pari/Dispari:
Create un nuovo Documento scegliendo: File-Nuovo-Documento vuoto. Inserite due interruzioni di
pagina premendo per due volte Ctrl + Invio (questo genera un documento di 3 pagine). Posizionatevi
all’inizio del documento premendo Ctrl + Home. Scegliete Intestazioni e Piè di Pagina dal Menu
Visualizza; fate clic sul pulsante Impostazione Pagina sulla Barra dell’Intestazione-Piè di Pagina.
Selezionate la Cartella Layout. Scegliete Nuova Pagina nella casella a discesa Inizio Sezione,
abilitate l’opzione Diversi per Pari e Dispari e premere Ok. Create l’intestazione della prima pagina,
che varrà per le Pagine Dispari; cliccate sul pulsante Alterna Intestazioni-Piè di Pagina per
spostarvi sul Piè di Pagina della prima pagina. Create il Piè di Pagina per le pagine Dispari; premete
sul pulsante Pag. Giù per posizionarvi e creare le Intestazioni della seconda pagina che varrà per le
Pagine Pari. Cliccate sul pulsante Alterna Intestazioni-Piè di Pagina per posizionarvi e creare i Piè
di Pagina della seconda pagina. Cliccate sul pulsante Chiudi per tornare al documento. Abilitate la
visualizzazione dei simboli di paragrafo mediante il pulsante riportante il simbolo di Pi-greco (vicino
alla percentuale di visualizzazione) o andando nel menu Strumenti Opzioni Visualizza Tutti.
Cancellate le Interruzioni di Pagina dal documento. Salvate il documento come Modello.
Intestazione-Piè di pagina differenti per la prima pagina e per pagine P/D:
Procedete inizialmente come nel secondo caso. Quindi, quando scegliete Nuova Pagina nella casella
a discesa Inizio Sezione, abilitate le opzioni Diversi per Pari e Dispari, Diversi per la prima pagina e
premere Ok. Create l’intestazione della prima pagina. Cliccate sul pulsante Alterna Intestazioni/Piè
di Pagina per spostarvi sul Piè di Pagina della prima pagina e creare poi il Piè di Pagina della Prima
Pagina. Premete il pulsante Pag. Giù per posizionarvi e creare le Intestazioni della seconda pagina
che varrà per le Pagine Pari. Fate clic su Alterna Intestazioni-Piè di Pagina, quindi create i Piè di
Pagina della seconda pagina.
Premete il pulsante Pag. Giù per posizionarvi e creare le Intestazioni della terza pagina che varrà per
le Pagine Dispari. Cliccate sul pulsante Alterna Intestazioni-Piè di Pagina per posizionarvi e creare i
Piè di Pagina della terza pagina. Cliccate sul pulsante Chiudi per tornare al documento. Abilitate la
visualizzazione dei simboli di paragrafo mediante il pulsante riportante il simbolo di Pi-Greco (vicino
alla percentuale di visualizzazione) o andando nel menu Strumenti - Opzioni - Visualizza - Tutti.
Cancellate le Interruzioni di Pagina dal documento. Salvate il documento come Modello.
Le parole apostrofate non vengono sillabate da Word per Windows se è attiva l’opzione per la
sostituzione delle virgolette semplici con le virgolette inglesi. Per riprodurre il problema: attivate le
virgolette inglesi. Scrivete del testo terminando la riga con una parola preceduta da un apostrofo. La
parola non viene sillabata.
Soluzione. Per sillabare le parole precedute da un apostrofo, disattivate l’opzione per la sostituzione
delle virgolette semplici in virgolette inglesi dal menu relativo alla versione di Word in uso. In Word
7, menu Strumenti - Opzioni -Formattazione automatica. Opzione: Virgolette semplici con
virgolette inglesi. In Word 97, menu Strumenti - Correzione automatica - Formattazione
automatica. Opzione: Virgolette semplici con virgolette inglesi.
In Word è possibile numerare le colonne o inserire più numeri di pagina su di una stessa pagina. Nel
caso per esempio si utilizzi una foglio in formato A3 per creare due pagine in formato A4 affiancate.
Tale operazione è possibile sfruttando il campo formula. La formula generica da utilizzare è "Npag *
Ncol - K", dove Npag rappresenta il numero delle pagine (contando il singolo foglio); Ncol è uguale
al numero delle colonne per pagina; K è un indice che parte dal valore Ncol -1 e si decrementa di
un’unità.
Posizionatevi nell’Intestazione (o piè di pagina) del documento, premete Ctrl + F9 digitate un "=",
inserite Npag*, inserite il campo pagina dalla Barra Strumenti delle intestazioni e piè di pagina,
quindi la costante K. Per due Colonne si avrà: {=2*{Pagina}-1} | {=2*{Pagina}}
Le modifiche effettuate al formato Indirizzo Busta o Indirizzo Mittente non vengono mantenute.
Primo caso: se modificate gli stili dell’Indirizzo busta o Indirizzo Mittente usando il comando Stile
del menu Formato, e quindi selezionate l’opzione Aggiungi al modello per rendere permanente la
modifica, vengono mantenute alcune ma non tutte le caratteristiche dello stile.
Possibili soluzione.i
Metodo 1. Per modificare la maggior parte delle caratteristiche dello stile dell’Indirizzo busta o
Indirizzo Mittente usare la seguente procedura: dal menu Strumenti scegliete Buste ed Etichette;
selezionate la scheda Buste; fate clic sul pulsante Opzioni. Regolate la posizione dell’indirizzo
mittente e dell’indirizzo destinatario usando le opzioni Da sinistra e Dall’alto. Impostate infine il
carattere e la dimensione, eseguendo le modifiche richieste. Nella finestra di dialogo Buste fate clic su
Aggiungi al documento. Le operazioni elencate finora modificano le impostazioni della sola busta
corrente. Per rendere queste modifiche quelle predefinite anche per le buste successive: dal menu
Formato, scegliete Stile. Fate clic su Libreria. La finestra sulla sinistra mostra gli stili del documento
corrente; quella sulla destra mostra gli stili disponibili in Normal.Dot (o il modello richiesto). Se
questo non avviene, selezionate Normal.Dot (o il modello desiderato) dall’elenco degli stili
disponibili. Scegliere lo stile dell’Indirizzo Busta dal documento corrente (finestra di sinistra), quindi
fate clic sul pulsante Copia. Rispondete sì quando Word chiede se si vuole sostituire lo stile corrente.
Ripetete il procedimento per lo stile dell’indirizzo del Mittente. Le modifiche rimarranno permanenti
per le buste successive.
Questo metodo mantiene tutte le caratteristiche dei caratteri e la posizione sulla pagina (da sinistra e
dall’alto). Non lo si può comunque usare per impostare il formato della lingua e le caratteristiche di
numerazione, elenchi puntati, bordi o cornici, tranne quelli di posizione sulla busta.
Metodo 2: create un modello busta personalizzato, formattando un documento con una dimensione
personalizzata (per esempio, scegliete Imposta pagina dal menu Formato, attivate la scheda
Dimensioni e impostate la Dimensione Busta a 10).
Metodo 3: create una macro per modificare il formato dopo che la busta viene aggiunta a un
documento.
Metodo di Formattazione dello Stile: dal menu Formato, scegliete Stile. Nell’elenco degli Stili,
scegliete Indirizzo Busta o Indirizzo Mittente. Fate clic sul pulsante Modifica. Selezionate la
casella di controllo Aggiungi al modello per aggiungere la modifica di stile al modello. Scegliete il
pulsante Formato; configurate le caratteristiche dello stile che desiderate modificare. Congedate le
finestre aperte. Lo stile e` stato ora modificato. Le modifiche rimarranno permanenti per le buste
successive fatta eccezione per alcune caratteristiche.
7.0 Normal.Dot
al momento di creare un documento non specificate alcun modello, Word associa automaticamente al
vostro documento il modello Normal.Dot, da cui ricava formati, orientamento della pagina, stili,
margini. Se vi accorgete di dover modificare spesso questi elementi per i vostri documenti, vi
conviene modificare una tantum le impostazioni predefinite. Recuperate il file Normal.Dot nella
cartella \MsOffice\Modelli. Ogni modifica apportata al modello, cambia in modo effettivo il
funzionamento standard di Word. Effettuando gli opportuni cambiamenti (Interlinea: 1,5, dimensione
carattere: 12, tipo carattere: Arial) adatterete il funzionamento dell’applicativo al vostro stile di
lavoro. Avrete realizzato una vera e propria versione personalizzata di Word.
Problemi di word
Microsoft Word non purga dal file salvato le parti di testo cancellate durante la redazione del documento,
soprattutto se si usa un'opzione chiamata salvataggio veloce. Se il documento scritto con Microsoft Word
viene distribuito in forma elettronica (ad esempio su un floppy, o pubblicandolo su Internet o inviandolo
come allegato a un e-mail), chi lo scarica o riceve può leggere anche le versioni cancellate del
documento.
Per prima cosa ho verificato di aver abilitato il salvataggio veloce andando in Strumenti > Opzioni > Salva
(o qualcosa di simile, a seconda della versione di Word che usate).
A questo punto ho riaperto il documento, verificando di avere sempre attiva l'opzione di salvataggio
veloce, e l'ho riscritto modificandone alcune parti per creare un nuovo preventivo indirizzato alla
dittaImmaginario S.r.l.. In pratica ho fatto quello che fanno molte aziende: per risparmiare tempo, si
utilizza un documento preesistente come falsariga per scriverne uno nuovo molto simile.
Ma se il destinatario apre il file usando il Blocco Note (operazione banalissima), come potete fare voi
stessi se scaricate il file, vi troverete dentro il testo integrale del preventivo precedente, con una
evidente violazione alla privacy.
Ecco un campione di quello che trovate nel file del documento Word. Ho attivato la funzione "a capo
automatico" per facilitare la lettura.
Come si può chiaramente notare sono ancora presenti i dati del preventivo originario: infatti il salvataggio
veloce di Word salva il testo precedente in un punto del file e tutte le modifiche in un altro, più avanti,
come mostrato qui sotto.
Fra l'altro,analizzando attentamente il Blocco Note si possono ricavare anche molte informazioni su di me:
● il mio nome
● il nome del drive e della directory Windows in cui tengo la mia contabilità
● il numero di una mia fattura e di un mio cliente
● il nome del drive e della directory in cui tengo la copia di lavoro del mio sito Web
● il modello di stampante che uso
● il nome del drive e directory del modello di documento usato per creare il preventivo
Sono informazioni che nel mio caso non mi infastidisce divulgare, ma in casi più delicati potrebbero
rivelare informazioni utili a un concorrente o a un aspirante intruso informatico.
Considerazioni finali
Le amministrazioni pubbliche (Comuni, Ministeri, enti pubblici) non dovrebbero usare Word come
formato per pubblicare online i propri documenti, come spessissimo fanno, per vari motivi:
• se l'autore del documento non sa del problema descritto qui (e moltissimi lo ignorano),
c'è il rischio che i documenti pubblicati facciano trapelare informazioni riservate: ad esempio,
i nomi dei richiedenti delle pratiche, i loro redditi e interessi, le loro condizioni mediche, magari
i loro orientamenti sessuali.
• i documenti Word possono contenere i cosiddetti "macrovirus", per cui chi li scarica è
obbligato a sottoporli a un controllo antivirus: questo significa mettere a rischio la sicurezza
informatica dei computer dei cittadini, e soprattutto significa metterla a rischio inutilmente, dato
che ci sono dozzine di altri formati che non comportano questo rischio (le forme pure di RTF,
PDF e HTML, per citarne alcuni).
L'IPERTESTO
Il termine ipertesto fu coniato nel 1965 da Theodor Holm Nelson. In realtà la teoria dell'ipertesto, per
quanto ciò possa risultare un paradosso, è più vecchia ancora del termine che ora la descrive. Non è
difficile capire il perché; per decenni la tecnologia ha inseguito la fantasia e l'ingegno degli studiosi,
rendendo spesso le innovazioni realizzabili solo molto tempo dopo la loro intuizione. Nel 1962
Douglas Engelbart iniziò un progetto per lo sviluppo di un sistema in grado di aumentare la
produttività degli operatori informatici, liberando il computer dalla schiavitù del calcolo numerico e
dedicando le sue potenzialià anche all'elaborazione di testi. Per la prima volta si poneva il problema
dell'interazione e quindi del rapporto efficiente tra uomo e macchina ed in un certo senso Engelbart
raccolse, cercando di realizzare le suggestioni futuriste catalizzate dal progetto Memex di Vannemar
Bush: organizzazione, rappresentazione e accessibilità di informazioni strutturate in una enorme mole
le esigenze, files collegati ed interazione per mezzo di un linguaggio a comandi le risposte in quello
che può essere considerato il primo ipertesto oppure di questo l'ultimo antenato: NLS, presentato nel
1968 alla Fall Joint Computer Conference. Sono gli stessi anni in cui proprio Nelson lancia il suo
progetto Xanadu con l'obiettivo di costruire un sistema in grado di assicurare lo scambio di documenti
in formato elettronico attraverso la comunicazione tra basi di dati in modo assolutamente trasparente
per l'utente, anni in cui, quindi, diversi studiosi si pongono il problema della nuova struttura da dare
alla documentazione elettronica.Nella utopica visione di Nelson, Xanadu era la base di un universo
informativo globale ed orizzontale - da lui definito docuverse (docuverso) - costituito da una
sconfinata rete ipertestuale distribuita su una rete mondiale di computer. Il progetto Xanadu, il cui
nome deriva dal misterioso palazzo 'posto magico di memoria letteraria' immaginato nella poesia del
romantico inglese S. T. Coleridge Kubla Kahn, non è mai stato realizzato concretamente, malgrado i
molti tentativi a cui Nelson ha dato vita.
L' Hypertext Editing System è stato il primo ipertesto realizzato da Andries van Dam nel 1967 nei
laboratori della Brown University, grazie ad un contratto di ricerca dell'IBM; il sistema fu presentato
come sistema di tipografia in linea a clienti IBM, tra i quali testate importanti quali Time/Life, che
trovarono il sistema eccessivamente "futuribile". Anche all'interno della propria università, van Dam
incontrò notevoli difficoltà nel permettere che si utilizzassero dei computer per trattare parole,
piuttosto che numeri. L'IBM vendette poi il sistema allo Houston Manned Spacecraft Center, dove
venne utilizzato per produrre documentazione relativa alle missioni Apollo. Poco dopo, nel 1968,
venne realizzato Il File Retrieval and Editing System (FRESS), sia per superare i limiti dell'HES
(indipendenza delle periferiche di I/O, uso di link bidirezionali, funzionalità di "undo/redo", ...), sia
sotto l'influenza della presentazione del NLS da parte di Engelbart. In seguito furono realizzati diversi
sistemi ipertestuali, anche commerciali, tra i quali ricordiamo ZOG/KMS, realizzato nel 1983 e
strutturato su menù gestibili con un meccanismo di touch-screen, NoteCards, realizzato nel 1985
presso lo Xerox Parc che aveva un'interfaccia grafica a finestre in cui potevano scorrere testi e
immagini e che potevano essere aperte tramite link, Guide, il primo ad avere un certo successo
commerciale grazie probabilmente alla disponibilità di tre tipi differenti di bottoni per eseguire link. Il
primo (replacement) permetteva la sostituzioni in linea di parti di testo con versioni espanse dello
stesso. Il secondo (note) permetteva l'apertura di finestre di pop-up, mentre il terzo (reference)
permetteva il salto ad un altro nodo dell'ipertesto ed infine Hypercard, che tra il 1987 e il 1992 fu
diffuso gratuitamente dalla Apple sui Macintosh, diventando di fatto l'ipertesto più diffuso prima
dell'avvento del Web.
L'ipertesto è un testo composto da blocchi di testo e da collegamenti elettronici fra questi blocchi.
Ipertesto, un termine coniato da Theodor Holm Nelson negli anni sessanta, si riferisce a una forma di
testo elettronico, a una tecnologia dell'informazione radicalmente nuova e a una modalità di
pubblicazione. "Con ipertesto", spiega Nelson, "intendo scrittura non sequenziale -testo che si dirama
e consente al lettore di scegliere; qualcosa che si fruisce al meglio su uno schermo interattivo. Così
come è comunemente inteso, un ipertesto è una serie di brani di testo tra cui sono definiti dei
collegamenti che consentono al lettore differenti cammini (Nelson 1981)-
CONCETTI
Veniamo ora al senso più ampio del termine. Reperire informazioni su un determinato argomento per
un ricercatore spesso è molto difficile, e la difficoltà sta nel fatto di ottenere un quantitativo di
informazioni tali che i risultati possano tenere il passo con la realtà, cioè esiste un "problema di
selezione" il reperimento delle informazioni di fronte ad una massa crescente di materiale in qualsiasi
campo di conoscenza umana. Ecco perché si cerca di utilizzare nuovi mezzi per il reperimento; uno di
questo è l'ipertesto. Il web è un mezzo che provvede grossomodo al trasferimento di ipertesti collegati.
Una delle caratteristiche fondamentali dell'ipertesto è di essere composto da masse di testi (lessìe)
collegati che non sono organizzati lungo un asse principale. In altri termini il metatesto o insieme di
documenti -l'entità che corrisponde a ciò che nella tecnologia a stampa è il libro, l'opera, il testo
singolo- non ha centro. Sebbene questa assenza di centro possa creare problemi al lettore e all'autore,
essa comporta anche che chi usa l'ipertesto fa dei suoi interessi il principio organizzativo effettivo (o
centro) dell'indagine che sta svolgendo. L'ipertesto diventa un sistema infinitamente decentrabile e
ricentrabile, in parte perché esso trasforma qualsiasi documento che ha più di un collegamento in un
centro transitorio, in un documento-indice che il lettore utilizza per orientarsi e per decidere dove
andare in seguito. Non tollera una voce univoca, piuttosto la voce è sempre quella che sgorga dalle
esperienze combinate della focalizzazione del momento, del racconto che emerge dal nostro percorso
di lettura e nel suo continuo farsi. Tutti i sistemi ipertestuali consentono al singolo lettore di scegliere
il proprio centro di indagine e di esperienza. La conseguenza pratica di questo principio è che il lettore
non è vincolato ad alcun tipo di organizzazione o di gerarchia particolare. Proprio i collegamenti
aumentano sia la velocità sia il contenuto della ricerca e della conoscenza quindi (vedi internet).
Negli ultimi decenni la teoria letteraria e l'ipertesto informatico, aree di ricerca apparentemente
scollegate, si sono avvicinate sempre più. Teorici della letteratura e dell'informatica manifestano una
convergenza notevole ma possono dare entrambi testimonianze di cambiamenti di grande rilievo dopo
aver indagato sul periodo contemporaneo. Converranno sul fatto che dobbiamo abbandonare i sistemi
concettuali basati sulle idee di centro, margine, gerarchia e linearità, e sostituirvi le idee di
multilinearità, nodi, collegamenti e reti. Questo mutamento segna una rivoluzione del pensiero umano.
Nell'ipertesto i teorici della letteratura avranno, o hanno già adesso, un nuovo laboratorio dove
applicare le loro idee, oltre alle convenzionali biblioteche di testi a stampa. La cosa più importante è
forse che l'esperienza di leggere ipertesti o di leggere con l'ipertesto rende notevolmente più chiare
molte delle idee più significative della teoria letteraria. Nel racconto ipertestuale cambieranno le
forme, come la "favola" o "trama" Aristotelica di principio, mezzo e fine o cambieranno i generi
letterari prodotti da insiemi di queste tecniche. In particolare fino ad oggi l'esame degli effetti degli
ipertesti sulla forma letteraria hanno seguito due strade: 1- o hanno cercato di identificare elementi di
ipertestualità nei testi a stampa e di suggerire la possibile forma del racconto ipertestuale, o 2- hanno
dedotto le regole del racconto ipertestuale da principi primi, in particolare dall'eliminazione della
linearità come principio dominante della forma.
L'ipertesto offre alla teoria letteraria un laboratorio empirico, un terreno di pratica, affinamento ed
estensione , uno spazio, in altri termini, in cui sperimentare l'immaginazione. Esso snatura la natura
del libro stampato, ma molte idee vengono rese più chiare ed in un probabile futuro potrà essere
utilizzato per aumentare l'efficacia dell'insegnamento e dell'apprendimento. Potremo decentrare molti
presupposti della nostra cultura a proposito della lettura, della scrittura, del ruolo dell'autore e della
creatività. L'ipertesto elettronico si può considerare quindi la più recente estensione della scrittura, e
solleva molte domande aperte sulla cultura e sul potere dell'individuo.
George P. Landow
Biografia
Tra i maggiori teorici dell'ipertestualità, George P.Landow insegna English and Art History alla
Brown University degli Stati Uniti. Landow si è laureato all'Università di Princeton, ed ha ottenuto il
master all'Università di Brandeis. Landow ha scritto ed insegnato in diversi paesi letteratura, arte,
religione dell'Ottocento, così come teoria della letteratura, informatica educativa e cultura digitale. Ha
insegnato all'Università di Columbia, di Chicago, al Brasenose College, a Oxford, alle università di
Brown e a Yale.
Landow ha contribuito ad organizzare diverse esibizioni internazionali, tra cui Fantastic Art and
Design in Britain, 1850 to 1930 (1979). I progetti di Landow nell'informatica delle discipline classiche
coinvolgono diversi studenti laureati in letteratura inglese e storia dell'arte che hanno utilizzato
elaborazioni di testi avanzate, conferenze elettroniche e composizione tipografica sul mainframe
dell'università per creare gruppi di progetto, con lo scopo della pubblicazione di libri.
Dal 1985 al 1992 Landow ha collaborato in un team all'Institution for Research in Information and
Scholarship, che ha sviluppato Intermedia a Brown. Ha diretto, pubblicato e parzialmente scritto vari
documenti ipermediali. Il Dickens Web, una piccola selezione di questo materiale ha vinto nel 1990 il
premio Educom/Criptal come materiale didattico più innovativo nelle discipline classiche.
Landow gestisce una serie di grossi progetti sul Web, alcuni dei quali derivati da materiale didattico
sviluppato per Intermedia. Ha creato il Victorian Web , che contiene materiali su tutti gli aspetti della
letteratura e società dell'epoca vittoriana
Links di interesse
Home page di G. Landow - l'home page rimanda ai tre siti di letteratura e cultura digitale di Landow
(lingua inglese)
G. Landow, Brown University - pagina personale del filosofo presso il Web della Brown University,
dove Landow è professore di Inglese (lingua inglese)
Interviste:
Hypertext 2.0 - intervista all'autore di "Hypertex" e dell'ampliata versione "Hypertext 2.0" (lingua
inglese)
La grande potenza del testo quando diventa ipertesto - da Mediamente una intervista a Landow
intorno alla potenzializzazione del testo scritto in forma ipertestuale
Fonts TrueType
Cos'è e come viene usato un font su computer?
In fin dei conti, sembrerebbe un compito quasi banale spiegare a un calcolatore che una i minuscola in
Helvetica si realizza sovrapponendo un quadrato a un rettangolo, secondo certe proporzioni. La realtà
è molto più complessa: la definizione di un insieme di caratteri, che all'osservatore casuale potrebbe
sembrare semplicemente equivalente a definire un certo numero di sagome, è un compito molto più
vicino alla realizzazione di un programma che alla stesura di un documento grafico.
In figura vediamo la sagoma di una K maiuscola in Times Roman. Immaginiamo ora di voler rendere
quella lettera in corpo 8 sullo schermo del calcolatore. La soluzione è semplice: sovraimponiamo alla
sagoma del carattere un reticolo: se il centro di ogni quadratino è contenuto all'interno del profilo del
carattere, accendiamo il pixel corrispondente sullo schermo. In caso contrario, lo spegnamo.
Il programma che prende un font (come Times), esegue una sequenza di istruzioni per determinare la
sagoma di un carattere (come la K), e poi sovraimpone un reticolo per ricavare la matrice di punti che
verrà stampata, si chiama rasterizzatore: tutte le stampanti laser che dispongono di caratteri stampabili
a ogni dimensione, come la Hewlett Packard LaserJet o le LaserWriter di Apple, ne contengono uno.
Adobe Type Manager, il diffuso programma disponibile per Macintosh e in ambiente Windows, è un
rasterizzatore usato per rappresentare i caratteri sullo schermo di un personal computer.
Il sistema TrueType, dunque, si compone di un rasterizzatore per i personal computer e di font create
per funzionare con questo. La stessa cosa vale per il sistema Adobe e per tutti gli altri metodi
alternativi, non molto sfruttati nel mondo dei personal computer: quello che cambia è il modo in cui il
sistema viene implementato.
Oggi è disponibile il rasterizzatore per Apple Macintosh, in grado di pilotare oltre al computer anche
tutte le stampanti della casa che non usano PostScript: con esso, Apple fornisce i font Helvetica,
Times, Courier e Symbol. Il rasterizzatore per Windows e OS/2 seguirà in futuro: non abbiamo
anteprime di Microsoft sulla sua disponibilità.
Il sistema Adobe
Il rasterizzatore Adobe, quello utilizzato nelle stampanti laser PostScript e nel programma Adobe
Type Manager, è un programma piuttosto complesso, che contiene molti sofisticati algoritmi per
ottimizzare l'aspetto dei font. Per esempio, esso sa evitare il problema delle lacune nei caratteri: se
venisse posto di fronte al caso del nostro esempio, agirebbe per eliminare lo spazio bianco che separa
le due metà della lettera K.
Il linguaggio che descrive l'aspetto dei font Adobe, di converso, è molto schematico ed è composto di
un sottoinsieme limitato dei comandi PostScript: ventiquattro di essi, per la precisione.
Oltre alle descrizioni di ogni carattere in questo minilinguaggio, ogni font Adobe contiene una serie di
suggerimenti (in inglese, hinting) per il rasterizzatore. I suggerimenti aiutano il rasterizzatore a
realizzare al meglio il font: si tratta tipicamente di consigli grazie ai quali tutte le lettere verranno
stampate con grazie di dimensioni uguali, e che permetteranno di aumentare la rassomiglianza tra lo
Helvetica Bold e l'Helvetica Light.
Il sistema TrueType
fornisce molte più possibilità del sistema Adobe, è anche più difficile da dominare. Per rimediare a
questo problema alcune case hanno sviluppato degli strumenti che permetteranno ai designer di font di
portare le loro creazioni nel formato TrueType senza dover perdere tempo nell'apprendimento delle
specifiche di TrueType.
In sintesi, quindi, TrueType sposta l'accento dal rasterizzatore ai font. Vediamo cosa succede in
pratica.
Quando il rasterizzatore TrueType esegue il programma che descrive la lettera K in Times Roman, il
programmino che corrisponde alla K maiuscola, messo di fronte alla necessità di rappresentare la
lettera in uno spazio limitato (solo otto punti di altezza) produce una sagoma modificata rispetto a
quella ottimale (di figura 1).
A questo punto, quando il rasterizzatore applica il reticolato e ne ottiene la matrice di punti che
saranno stampati o mostrati a video, appare una sagoma adeguata a rappresentare la lettera.
Un'ultima osservazione: come il nostro esempio ci insegna, la rappresentazione dei caratteri su
dispositivi a bassa risoluzione, o se preferite la loro rappresentazione in dimensioni limitate, è un
banco di prova pregnante. Infatti, ci possiamo aspettare che qualsiasi sistema renda adeguatamente
quando ha a disposizione un reticolato di centinaia di punti molto piccoli e molto ravvicinati:
eventuali imperfezioni saranno invisibili all'occhio nudo. C'è un rovescio della medaglia: non a tutti
interessa che il sistema di rappresentazione dei font usato eccella in questo campo. Per un grafico che
utilizzi unità di fotocomposizione, la capacità di TrueType di ottimizzare le prestazioni di uno
schermo ha un valore molto relativo, e infatti il sistema Adobe PostScript è nato proprio per pilotare
stampanti a grande risoluzione.
Una volta individuato il tipo di font che si vuole utilizzare, per introdurlo nella lista di tipi di carattere
riconosciuti da Word è sufficiente selezionare il file contenente il tipo di carattere, in formato .TTF o
.FON, e copiarlo nella cartella Tipi di carattere, accessibile da Pannello di controllo. In questo
modo il carattere è inserito nella configurazione di Windows e viene riportato nell'elenco Tipi di
carattere di tutti i documenti di Office 2000.
WinZip
1.0 Cosa sono gli archivi compressi
2.0 Utilizzo di WinZip
3.0 Installazione
4.0 Disinstallazione
5.0 Decomprimere e comprimere dati
Nella gestione dei dati sul computer, spesso si ha l'esigenza di ridurre al minimo lo spazio occupato dai files (numero di
bytes): comprimere i files in cambio di tempo di cpu offre numerosi vantaggi:
1. permette di trasferire su floppy disk un documento esteso che altrimenti non ci starebbe ed archiviarlo,
oggi sempre meno usato in quanto viene sempre meno usato il floppy;
2. riduce lo spazio occupato sul disco fisso da parte di files che non si utilizzano giornalmente e non si
possono archiviare in una cartella di backup, oppure per conservare copie di sicurezza;
3. ultimo motivo ma molto usato, riduce i tempi di spedizione e di ricevimento di files tramite Posta
Elettronica. Comprimere i files è infatti il metodo più corretto per inviare dati tramite rete o via E-Mail.
WinZip è un software prodotto dalla societá Nico Mac Computing inc. © distribuito in versione dimostrativa
(shareware) ed è uno dei programmi più utilizzati per la gestione di archivi compressi sotto Windows 95, 98, Nt 4.0 e
2000. Lo potete scaricare dal sito della casa produttrice www.winzip.com o copiarlo da qualsiasi CD allegato alle riviste
di informatica, è disponibile soltanto nella versione inglese. E' necessario pagare la licenza per poterlo utilizzare
correttamente.
3.0 Installazione
Quando avrete memorizzato sul disco il file di installazione, attivate il Setup che in primo luogo vi chiede il nome della
cartella dove memorizzare i files del programma sul vostro computer. E' consigliabile selezionare sempre Next, facendo
cosí una installazione classica, (è possibile modificare in seguito le varie opzioni) e Quick Search che permette di fare
una ricerca selettiva dei files .ZIP del disco fisso.
Winzip copia i files necessari e crea tutte le icone nel menu Programmi. Ulteriori informazioni sono contenute nel file
WinZip.hlp, installato nella stessa cartella del programma eseguibile e richiamabile nel programma stesso dal menu
Help.
4.0 Disinstallazione
Usare la procedura standard di Windows 95/98, 2K, XP, per disinstallare i programmi.
1. Selezionare dal pulsante Avvio o Start: Impostazioni, Pannello di controllo, quindi Installazione applicazioni.
2. Dall'elenco degli applicativi registrati selezionare WinZip e cliccare il pulsante Rimuovi per cancellare tutti i
files del programma e le modifiche apportate a Windows.
2. supportare numerosi altri formati di compressione con algoritmo del tipo Arc, Arj, Lzh, Uuencode, ecc.
4. comprimere in formato zip ed inviare tramite posta elettronica con poche manovre semplici anche archivi
relativamente grandi,
6. disporre di menu a comparsa agendo sul tasto destro del mouse, stile Gestione Risorse.
Tutte queste funzioni o quasi sono presenti anche nelle versioni precedenti e lavorano altrettanto bene.
Una volta installato, Winzip assegna a tutti i file con estensione .zip la propria icona.
Decompressione di un file
Questa operazione consiste nell'estrarre da un archivio zip il suo contenuto in modo da poterlo utilizzare. L'operazione è
rapida e semplice:
1. Da Avvio / Esplora (o da Gestione risorse o Risorse del computer) collocarsi sul file con
estensione .zip da decomprimere.
2. Con un doppio clic sul file si apre Winzip, oppure, con il tasto destro del mouse scegliere Extract
to e passare al punto 6.
3. Se si utilizza WinZip in versione non registrata, all'avvio viene sempre richiesto di accettare le
condizioni d'uso cliccare quindi su I Agree
4. Si apre la finestra principale di Winzip che visualizza il contenuto del file compresso, ossia l'elenco
dei files contenuti nel file .zip.
5. Per decomprimere tutti i files contenuti nell'archivio zip, premere sul tasto Extract nella barra
degli strumenti e scegliere Action e Select all per selezionarli tutti.
6. Nel settore Folders/Drivers della finestra di dialogo, posizionarsi nella cartella dove si intendono
depositare i files, oppure selezionare New Folder per creare una nuova cartella.
Compressione di un file.
Dopo essere stato installato, Winzip assegna a tutti i files con estensione .zip (quelli compressi) la propria icona e
inserisce l'opzione "add" alle funzioni visualizzabili con il tasto destro del mouse in Esplora o gestione risorse. Per
comprimere un file o un gruppo di files occorre fare le seguenti operazioni:
1. Da Avvio / Esplora (o da Gestione risorse o Risorse del computer) posizionarsi nella cartella contente i files
da comprimere e selezionarli.
2. Cliccando sul tasto destro del mouse, dal menu a discesa selezionare Add to zip.
4. Nel quadro Add to archive della finestra di dialogo, scrivere il nome ed il percorso che intendiamo dare al file
compresso .zip. Nella parte Action lasciate la scritta Add and replace files ed in Compression selezionare
Maximum slowest (la massima compressione possibile).
6. La compressione è completata quando il pulsante in basso a sinistra cambia colore, da rosso diventa verde.
Esistono altre Opzioni in Folder e Attributes che consentono, per esempio, di includere nel file compresso anche
eventuali sotto cartelle (include subfolders) ed i files in esse contenuti.
L'opzione "password" serve per impedire la decompressione da persone non autorizzate, tramite una chiave
alfanumerica: il file .zip così creato potrà essere aperto e decompresso solo da chi conosce la password fissata.
Se dal punto 2) si seleziona Zip and Mail Winzip comprime il file in oggetto inserendolo direttamente in un messaggio
di Posta Elettronica per spedire il quale si dovrà aggiungere soltanto l'indirizzo del destinatario ed il testo di
accompagnamento.
Se dal punto 2) si seleziona Create Self-Extractor (Exe) verrà creato un file compresso, di poco più grande, ma
autoestraente che potrà quindi venire decompresso anche su un computer dove non sia installato Winzip.
Compressione e decompressione.
Figura 1
Figura 2
Schermata che si
presenta
all'apertura. Per
creare un archivio
nuovo bisogna
selezionare il
pulsante New.
Figura 3
Finestra dove
viene definito il
nome dell'archivio
compresso
(nell'esempio:
prova), dopo di
che selezionare il
pulsante OK.
Figura 4
Si apre quindi
questa finestra
dove si deve
selezionare il
percorso per
raggiungere i files
che si vogliono
comprimere
nell'archivio. Nel
riquadro in alto
Add from
(nell'esempio
Ordbg) e nel
riquadro Nome
file; lasciare *.* se
si vogliono inserire
tutti i files
altrimenti
cliccando sul
primo file
prescelto e,
tenendo premuto il
pulsante Ctrl della
tastiera, cliccare
uno alla volta tutti i
files che si
vogliono inserire
nell'archivio
compresso, alla
fine i files prescelti
saranno
evidenziati con
colore blu, quindi
premere il
pulsante Add.
Figura 5
Si ottiene come
risultato questa
immagine con
l'elenco dei files
inseriti
nell'archivio
compresso
(nell'esempio
erano stati scelti
tutti i files).
Figura 6
Se si vogliono
estrarre tutti i files
da un'archivio
compresso si
deve cliccare due
volte
sull'immagine del
file compresso
(nel nostro
esempio:
prova.zip) si apre
la finestra iniziale
da cui si
selezionano la
voci Action e
Select All ed
infine si preme il
pulsante Extract.
Figura 7
Si dovrá ora
scegliere la
cartella di
destinazione dei
files che verranno
estratti
dall'archivio.
Figura 8
Se da un archivio
si vuole eliminare
qualche file si
deve selezionare il
menu Action
Delete come si
vede in questa
figura.
Figura 9
Si aprirá questa
finestra dove
scegliere il tipo di
cancellazione che
si vuole ottenere.
Figura 10
Se invece si
vogliono
aggiungere files
ad un archivio si
sceglie il menu
Action Add e
quando appare
questa finestra
selezionare il o i
files da
aggiungere e
quindi agire sul
pulsante Add.
Il righello di Word
Stampa unione
Un semplice esempio di macro
Creare una pagina HTML in Word
Il righello
Nel menu Visualizza di Word esiste un comando, Righello, che può essere contrassegnato da un segno di
spunta.
Questo semplice strumento, posizionato normalmente nella parte alta dell'area di lavoro, è estremamente utile
per formattare il testo,assegnando ai paragrafi rientri, margini e tabulazioni.
Per capire meglio il suo funzionamento bisogna provare ad avviare Microsoft Word e di impostare, oltre alla
visualizzazione del Righello, anche quella dei segni di paragrafo e degli spazi facendo clic sul relativo pulsante
nella barra degli strumenti Standard.
Il paragrafo di Word è la parte di testo compresa tra un simbolo ¶ e quello successivo che viene visualizzato
quando si digita Invio sulla tastiera. Questo simbolo "contiene" importanti informazioni che riguardano la
formattazione del paragrafo stesso: impostandone la visualizzazione sarà più chiaro il modo in cui è suddiviso un
documento di testo.
Rientro sinistro, sporgente e prima riga. Con il rientro a sinistra spostate contemporaneamente quelli
sporgenti a prima riga
Il Righello vero e proprio che adotta l'unità di misura impostata con il comando Strumenti|Opzioni|Standard
e la selezione nell'apposita casella. L'impostazione adottata in questo tutorial è Centimetri
Rientro destro
Per eseguire le varie operazioni connesse agli elementi del righello si adotta la tecnica che gli americani
chiamano drag & drop e in Italia è definita semplicemente "trascinamento" e che consiste nel premere il pulsante
sinistro del mouse quando il cursore è in un punto specifico e poi spostarlo in un altro punto prima di lasciare
andare il pulsante stesso.
Cominciamo con il vedere l'effetto dei vari tipi di rientro su una pagina: posizioniamo il punto di inserimento - la
barra lampeggiante nella finestra Word che indica dove verranno digitate le prossime lettere - all'interno di un
paragrafo che sia lungo almeno tre o quattro righe. Sul righello posizioniamo il cursore su Rientro sinistro e
trasciniamo l'indicatore un paio di centimetri verso destra, ossia in corrispondenza del numero 2.
Notiamo che il primo paragrafo ora risulta "sfasato" rispetto agli altri.
Ora, sempre operando sullo stesso paragrafo, trasciniamo nella posizione iniziale, che corrisponde al valore 0
(zero), l'indicatore Rientro sporgente in modo da allineare l'intero paragrafo al margine sinistro della pagina,
come già era all'inizio dell'operazione, lasciando però la prima riga "rientrata" verso destra, nel nostro caso di un
paio di centimetri.
Le posizioni degli indicatori sul righello si sono, per così dire, separate, poiché il margine della prima riga e quello
delle altre non coincidono più; se spostiamo il punto di inserimento all'interno di un differente paragrafo notiamo
invece come ciò non sia avvenuto, a ulteriore conferma di come le modifiche vengano applicate solo al paragrafo
attivo.
Se la nuova impostazione ci piace è possibile applicarla rapidamente anche ad altri paragrafi in vari modi.
Per esempio si può selezionare con il mouse il simbolo con il quale termina il paragrafo che abbiamo scelto
come "modello" e impartire il comando Modifica | Copia; selezioniamo poi il simbolo con il quale termina il
paragrafo che vgliamo modificare e impartiamo il comando Modifica | Incolla.
Il margine destro funziona nello stesso modo: posizioniamo il punto di riferimento all'interno di un paragrafo e
trasciniamo l'indicatore Rientro destro di qualche centimetro verso sinistra, per esempio all'altezza del valore
16.
Ad un intero paragrafo
A più paragrafi consecutivi, selezionando il primo con 3 clic del pulsante sinistro del mouse e poi, tenendo
premuto il tasto Maiusc, facendo clic all'interno dell'ultimo paragrafo della serie.
Sempre con il righello si possono impostare le tabulazioni, che permettono di incolonnare più righe di dati, quasi
a formare una tabella, anche se le vere e proprie colonne si ottengono con il comando Tabella | Converti |
Testo in tabella che crea una griglia all'interno della quale vengono posizionate le stringhe di testo e numeri.
Esistono vari tipi di tabulazione e possiamo verificarlo facendo clic più volte con il pulsante sinistro del mouse sul
pulsante Tabulazione sinistra e alternando così l'attivazione dell'uno o dell'altro tipo. Prima di impostare le
tabulazioni è necessario che avere in mente in quale modo vogliamo disporre i nostri dati perché è più comodo
impostare preventivamente il tipo di tabulazione corrispondente, nonostante sia possibile apportare modifiche in
un secondo momento. Per operare sulle tabulazioni abbiamo bisogno di creare tre o quattro brevi paragrafi
consecutivi, ciascuno lungo meno di una riga e ognuno "diviso" in due parti, separate dal segno di tabulazione
(che si ottiene premendo il tasto con due frecce rivolte l'una a destra e l'altra a sinistra sulla parte sinistra della
tastiera).
Ora selezioniamo i paragrafi ai quali vogliamo applicare la tabulazione, posizionando il cursore del mouse alla
sinistra del primo e trascinandolo all'altezza dell'ultimo. Se desideriamo che la seconda parte di ogni riga sia
allineata a destra facciamo clic sul tipo di tabulazione alla destra del Righello finché è visualizzato il simbolo
Tabulazione destra. Ora, lungo il "nastro" del righello scegliamo il punto nel quale volete far terminare la colonna
di dati (qualora abbiamo deciso di applicare una tabulazione sinistra di tratta invece del punto nel quale la
colonna ha inizio) e facendo clic, per esempio all'altezza del valore 15.
Il testo si è spostato, allineandosi a 15 centimetri dal margine della pagina. Questa tabulazione può essere
facilmente spostata, trascinando il relativo simbolo sul righello. Bisogna fare molta attenzione alla parte di testo
che è selezionata, perché è solo su questi paragrafi che interverranno le modifiche. Pertanto se abbiamo
impostato la tabulazione per quattro paragrafi e vogliamo reimpostarla per uno solo, è necessario che sia
selezionato esclusivamente quel paragrafo. Viceversa, se decidiamo che la tabulazione è superflua, possiamo
eliminarla facendo clic sul simbolo all'interno del righello e trascinandolo fuori dal righello stesso.Quando
abbiamo finito di impostare l'intero documento, paragrafo per paragrafo, possiamo verificare il risultato finale del
nostro lavoro passando alla modalità visualizzazione Layout di stampa di Word, impartendo il relativo comando
dal menu Visualizza oppure facendo clic sul terzo pulsantino da sinistra nella barra di scorrimento orizzontale.
Si noti che questa modalità prevede due righelli: qualora non fosse visualizzato quello verticale impartiamo il
comando Strumenti | Opzioni... e nella scheda Visualizza selezioniamo la casella di controllo Righello verticale
(solo visualizzazione stampa).
Si noti che in entrambi i righelli vi sono delle aree grigie: si tratta di zone nelle quali è possibile stampare, cioè
che fanno ancora parte del foglio, ma che "escono" dai margini così come sono stati impostati con il comando
File | Imposta pagina... Il nostro testo (o le eventuali immagini inserite) possono "sbordare" in queste zone
anche se, di norma, l'effetto che si ottiene non è dei più gradevoli.
La stampa unione
La "stampa unione" è una tecnica molto interessante (anche se poco conosciuta) con la quale è
possibile stampare o inviare per posta elettronica un documento base (come una lettera, una relazione,
ecc.) fondendo in esso informazioni di qualsiasi genere provenienti da una base di dati. Per rendere
meglio l’idea si immagini di dover mandare un invito per una riunione d’ufficio a tutti i dipendenti di
una grande azienda. Piuttosto che cambiare manualmente i dati di ogni dipendente per ogni invito da
stampare, è possibile automatizzare questa procedura creando un documento base ed inserendo al suo
interno dei campi che attingeranno i valori da un file dati precedentemente creato.
I file di dati
I file di dati che saranno la base per la stampa unione (detti "origine dati") possono essere creati con
diversi programmi: possiamo utilizzare le tabelle Word, un foglio elettronico Excel, un database
Access, ma anche database formato .dbf.
Le informazioni dell’origine dati vengono solitamente visualizzati sotto forma di tabella. Le righe di
questa tabella vendono chiamate record e contengono i dati di un singolo soggetto, le colonne
vengono chiamate campi e ognuna di esse contiene un tipo di informazione.
La prima riga viene normalmente utilizzata per inserire i nomi dei campi con le seguenti limitazioni: il
nome non può superare la lunghezza di 40 caratteri, deve iniziare con una lettera e non contenere
spazi.
Il documento principale è quel documento nel quale desideriamo inserire i campi "stampa unione":
per crearlo è sufficiente editare il testo necessario, lasciando uno spazio dove devono essere inseriti i
dati.
Possiamo iniziare il lavoro scegliendo la voce Stampa unione dal menù Strumenti; dalla finestra di
dialogo che appare, possiamo decidere se utilizzare un documento principale già esistente o crearne
uno sul momento.
Il passo successivo sarà quello di scegliere l’origine dati. Se non abbiamo un’origine dati e decidiamo
quindi di crearne una, ci apparirà una finestra di dialogo dove avremo un’insieme di nomi di campo
predefiniti, che possiamo personalizzare aggiungendo o eliminando campi. Una volta decisi i campi
da utilizzare li mettiamo nell’ordine che desideriamo tramite le frecce Sposta e clicchiamo su OK; ci
verrà chiesto di dare un nome all’origine dati e salvarla. Infine avremo la possibilità di modificare il
file dati.
Possiamo quindi inserire i dati di cui abbiamo bisogno per il nostro lavoro nella finestra di dialogo
Modulo dati; fatto ciò ritorneremo al documento principale e potremo inserire i campi unione negli
spazi vuoti ad essi destinati.
Se, in qualsiasi momento, decidiamo di cambiare o aggiungere dati per la stampa unione sarà
sufficiente scegliere il comando di modifica dalla finestra Prepara stampa unione ed apportare le
dovute variazioni al lavoro.
Per procedere alla stampa unione sarà sufficiente posizionarsi sul documento principale nei punti in
cui immettere i dati, premere il pulsante Inserisci campo unione della barra degli strumenti Stampa
Unione che sarà comparsa quando abbiamo iniziato questo processo e scegliere alcuni campi della
lista. Quindi scegliere il comando Unisci dalla finestra Prepara stampa unione: ci verrà chiesto di
scegliere dove effettuare la stampa unione (se creare un nuovo documento, se stamparla o se inviarla
tramite posta elettronica), il numero di record da utilizzare e se stampare i campi vuoti. Infine
eseguiamo il comando Unisci per avviare il processo di unione.
Le macro
Cosa è una macro
Una macro è costituita da una sequenza di comandi e istruzioni raggruppati in un unico comando, che
consente di velocizzare le operazioni più frequenti. È infatti possibile evitare di eseguire lunghe
procedure manuali creando una macro che effettuerà automaticamente la serie di operazioni
desiderate.
Esempio di macro
Per avere una idea di cosa è e di come si crea una macro proviamo a crearne una che consenta ad
esempio di avere a disposizione nelle barre degli strumenti un pulsante che inserisce automaticamente
nel piè di pagina di un documento il suo percorso, ovvero la posizione in cui è stato memorizzato.
La macro sarà prima registrata e poi associata ad una icona delle barre degli strumenti.
2. Nella finestra Registra macro assegnare alla macro un nome, ad esempio Percorso
3. Nella sezione Assegna la macro a fare una spunta sul riquadro Barre strumenti
4. Cliccando su Chiudi inizia la registrazione della macro (il puntatore risulterà modificato,
nella sua parte inferiore comparirà un’audiocassetta, sarà inoltre visibile sullo schermo la barra
degli strumenti Interrompi contenente i pulsanti Interrompi registrazione e Pausa di
registrazione). Dato che da questo momento tutte le operazioni eseguite dall’utente vengono
registrate, prime di interrompere la registrazione è consigliabile eseguire solo i passaggi indicati
qui di seguito
6. Nella barra degli strumenti Intestazione e piè di pagina Clic sull’icona Alterna
intestazione/Piè di pagina
9. Assegnare una dimensione del carattere ridotta (si consigliano 7 punti) selezionando la
casella Dimensione carattere, digitando “7” e premendo Invio
11. Selezionare la voce Informazioni documento nella casella Categorie e la voce FileName
nella casella Nomi dei campi
13. Nella scheda Parametri generici selezionare Tutto minuscole e fare clic sul pulsante
Aggiungi al campo
14. Nella scheda Parametri specifici fare clic sul pulsante Aggiungi al campo
15. Clic su OK per uscire dalla finestra Opzioni campo e clic nuovamente su OK per uscire
dalla finestra Campo
16. Clic sul pulsante Interrompi registrazione (non sull’icona Chiudi ) per terminare la
registrazione della macro.
Una volta realizzata la macro può risultare comodo poterla richiamare per mezzo di un pulsante posto
nelle barre degli strumenti. Procedere nel seguente modo:
3. Nella sezione Comandi, tra le varie macro presenti comparirà anche quella appena creata da
noi (dovrebbe chiamarsi Normal.NewMacros.Percorso). Selezionarla e trascinarla sulle barre
degli strumenti rilasciandola nel punto in cui desideriamo che venga posta (ad esempio
all’estrema destra, dopo lo Zoom).
5. Fare clic con il tasto destro sulla scritta Normal.NewMacros.Percorso, nel menu di scelta
rapida (la finestra Personalizza deve essere aperta per far comparire questo menu) nel campo
Nome cancellare tutto e inserire uno spazio
6. Sempre nel menu di scelta rapida richiamare la voce Cambia icona pulsante e selezionare,
l’icona che raffigura lo smile (o, se si preferisce, un’altra)
Per verificare il funzionamento della macro aprire documenti creati in precedenza ed eseguire la
macro clic sulla sua icona.
Come detto la macro Percorso inserisce automaticamente nel piè di pagina di un documento
l’indicazione della posizione di salvataggio del documento. Il documento deve essere quindi prima
salvato; nel caso che sia stata eseguita la macro prima che al documento sia stato attribuito un nome e
salvato o anche nel caso che il documento venga rinominato o salvato in una posizione diversa, si
deve aggiornare il percorso facendo nuovamente clic sull’icona della macro. Per uscire dal piè di
pagina fare doppio clic al di fuori di esso.
Una pagina Web è un documento composto da testo, grafica, tabelle e collegamenti ipertestuali ad altre pagine
Web, che può essere pubblicata su Internet (un collegamento ipertestuale è una funzione, associata ad un testo o
ad un’immagine, che consente di spostarsi rapidamente da un documento all’altro).
1. possiamo realizzare una pagina Word normale e al momento di salvarla dare il comando Salva come
HTML o Salva come Pagina WEB a seconda delle versioni di Word
2. possiamo usare il comando Nuovo e scegliere una Pagina Web vuota o l’Auto-composizione pagina
Web.
Se optiamo per l’autocomposizione ci verrà chiesto di scegliere da una lista il tipo di pagina e lo stile da
utilizzare.
Il tipo di pagina determina la funzione che avrà sul Web, lo stile individua lo sfondo e le icone che verranno
utilizzate; mentre selezioniamo questi dati, il programma carica la pagina e lo stile relativi consentendoci di
vederne le impostazioni in anteprima.
Considerando il fatto che un documento Web è destinato alla visualizzazione tramite un browser, nel creare
queste pagine bisogna tenere presente alcuni punti:
● evitare di creare pagine troppo lunghe, spezzettare gli argomenti troppo vasti e inserirli in diverse pagine
collegandoli fra loro con dei link (collegamenti ipertestuali);
● impostare i dati in tabelle, risulteranno più leggibili;
● controllare la funzionalità delle pagine da diversi browser, in quanto ognuno visualizza le diverse
formattazioni in modo differente;
● utilizzare immagini di dimensioni contenute, altrimenti gli utenti si stancheranno di aspettarne il
caricamento e cambieranno pagina.
Una pagina Web può essere molto varia e ricca e Word offre numerosi strumenti per renderla tale:
● In primo luogo è possibile assegnare uno sfondo: i documenti Web possono essere forniti di sfondo che
sia costituito da un’unica tinta o da un motivo. Word consente di utilizzare una vasta gamma di colori e
mette a disposizione numerose trame, dalle più semplici alle più appariscenti; in questo caso bisogna
stare attenti a che il documento risulti chiaramente leggibile;
● è possibile cambiare colore al testo ed ai link: i collegamenti di testo, che vengono visualizzati come
parole sottolineate, devono avere sempre un colore differente da quello del testo per essere riconosciuti.
Il colore standard è blu elettrico per quelli da visitare e viola per quelli già visionati; se desideriamo
possiamo cambiarli (come per il normale testo), a condizione però che ricordiamo la nuova
corrispondenza colore - sito da visitare/visitato;
● è possibile formattare il testo: come per un normale documento Word, anche in una pagina Web
possiamo cambiare la dimensione e lo stile dei caratteri ed assegnare loro degli attributi (corsivo,
grassetto, ecc.); teniamo presente però che non tutte le caratteristiche di formattazione saranno visibili
dal browser;
● si possono inserire linee orizzontali: Word dispone di un carnet di linee orizzontali che servono a
suddividere il testo in porzioni (per separare, ad esempio, argomenti diversi), donando un gradevole
aspetto grafico al documento;
● si possono utilizzare elenchi puntati e numerati: come per i normali documenti Word, anche questi
documenti possono avere elenchi puntati e numerati, costituiti da piccole immagini che vengono
applicate all’inizio di ogni paragrafo.
Un metodo rapido per inserire link nelle pagine è digitare l’indirizzo del collegamento, sia in locale
(file://c:\nome della cartella\nome del file) o sul Web (http://www.nome del sito).
Se lo si desidera, è possibile cambiare il nome mantenendo il collegamento: basta cliccare col tasto destro del
mouse sul link, dare il comando di selezione da Collegamento ipertestuale, quindi inserire il testo desiderato.
Quando non si conosce esattamente l’indirizzo è consigliabile, dopo aver selezionato il testo o l’immagine che
dovrà diventare link, dare il comando Inserisci – Collegamento ipertestuale e, tramite il pulsante Sfoglia,
andare a ricercare il documento destinatario.
Le immagini sono un elemento fondamentale nelle pagine per Internet, rendono il contesto visivo più gradevole
e, addirittura, in alcuni casi sono la base del sito stesso.
I file grafici che possono accettare le pagine Web sono GIF e JPEG, anche se in fase di lavorazione possiamo
inserire anche quelli accettati da Word che si occuperà di convertirli al momento del salvataggio.
Per inserire un file grafico scegliamo il comando Inserisci / Immagine / Da file, quindi scegliere una delle
ClipArt disponibili o una immagine nostra.
Gli strumenti per inserire e formattare tabelle sono sostanzialmente gli stessi che abbiamo finora usato in Word,
hanno solo in meno quelle funzionalità che i browser non riconoscono. L’utilizzo delle tabelle nella creazione
di pagine HTML risulta molto utile in quanto consente di ottenere effetti altrimenti difficilmente realizzabili,
quali allineamento di testo e grafica o disposizione del testo in colonne.
Esercizi di Excel
Parte prima
Il foglio elettronico, ed in particolare Excel, può risultare al neofita piuttosto ostico: non ci si deve
scoraggiare continuando ad esercitarsi su casi concreti con molta perseveranza.
Questa settimana cominceremo ad analizzare alcune delle funzionalità più interessanti del foglio
elettronico per cercare di aumentare il grado di familiarità con questo strumento.
In caso di domande, richieste od altro ancora non esitate a contattare lanorte@mediacom.it : nel limite
del possibile vi verrà data una risposta.
E' possibile definire un insieme di celle utilizzando il mouse in combinazione con il tasto [Ctrl].
Questo metodo è particolarmente utile per selezionare diversi insiemi di celle, cui applicare i
medesimi comandi, all'interno del foglio di lavoro.
1. Tenere premuto il pulsante sinistro del mouse e trascinare la selezione fino all'ultima cella,
rilasciando il pulsante del mouse a selezione avvenuta;
2. Tenere premuto il tasto [Ctrl] e quindi cliccare il pulsante sinistro del mouse dalla prima cella,
trascinando la selezione fino all'ultima cella dell'insieme non adiacente da selezionare; a
selezione avvenuta rilasciare il tasto [Ctrl] e il pulsante del mouse.
A questo punto potete effettuare una qualsiasi operazione su tutti i dati selezionati
contemporaneamente!
E' possibile introdurre dati in un insieme di celle selezionato utilizzando un metodo che velocizza
l'operazione,Dopo aver introdotto il valore nella cella e aver premuto [Invio], il puntatore di cella
attiva si muoverà automaticamente nella cella successiva all'interno dell'insieme selezionato, anche se
l'insieme è costituito da diverse colonne.
Immaginiamo di voler inserire rapidamente nella tabella indicata in figura gli importi delle fatture con
le rispettive Imposte sul valore aggiunto (Iva); possiamo procedere in questo modo:
Nota:
Come avrete notate seguendo passo passo le operazioni indicate, in questo caso si tratta di un
inserimento verticale veloce, in quanto in ciascuna colonna della selezione viene selezionata la cella
immediatamente adiacente in verticale; per l'inserimento orizzontale veloce utilizzare il tasto [Tab] al
posto di [Invio].
Il completamento automatico
Ex003
Excel dispone di funzionalità che aiutano l'utente nell'esecuzione di alcune attività particolari.
La funzionalità Completamento automatico e Seleziona da elenco serve a velocizzare l'introduzione
di informazioni in una colonna di testo. Durante l'introduzione di liste può essere normale avere delle
ripetizioni. Per esempio in una colonna in cui il nome è Regioni le possibilità di inserimento
includono Lombardia, Piemonte, Liguria, etc, e queste voci possono essere ripetute molte volte.
Durante la digitazione delle informazioni nella colonna, Excel compila automaticamente una lista di
voci. Digitando le prime lettere, Excel confronta queste lettere con le voci da lui già conosciute e, se
trova corrispondenza, completa la parola. Per non utilizzare il completamento proposto da Excel è
sufficiente proseguire con la digitazione.
La funzionalità Seleziona da elenco è un modo veloce di introdurre del testo in una colonna poiché
consente di selezionare una voce da un elenco. Durante la digitazione delle informazioni nella
colonna, Excel compila automaticamente una lista di voci. Quando attivata, la funzionalità Seleziona
da elenco visualizza le voci disponibili in un elenco ordinato in forma alfabetica e pertanto consente
di selezionare una voce dall'elenco piuttosto che digitarla nuovamente.
Si faccia attenzione che le opzioni Completamento automatico e Seleziona da elenco sono attive
solo in colonne di testo e senza righe vuote. In presenza di righe vuote all'interno della colonna le
opzioni Completamento automatico e Seleziona da elenco ripartono con la compilazione della lista
ex novo.
Per attivare la funzione Seleziona da elenco come illustrato in figura si è proceduto nel modo
seguente:
1. Si è selezionata la cella B9
2. Si è cliccato con il pulsante destro del mouse sulla cella B9
3. Si è cliccato sul comando Seleziona da elenco....
A questo punto con il solo utilizzo del mouse, senza dover ridigitare nulla, si ha la possibilità si
selezionare una qualunque voce appartenente all'elenco.
Inserimento automatico
Ex004
In Excel è possibile utilizzare l'opzione Riempimento automatico per generare una serie standard. Tra gli
esempi di serie standard possiamo includere i mesi dell'anno e i giorni della settimana.
Facciamo un esempio con i giorni della settimana
Ma quali sono le serie standard, ovvero quali sono i dati che il nostro programma riconosce come serie
standard? Per saperlo è sufficiente selezionare in successione Strumenti - Opzioni... e quindi selezionare la
cartella Elenchi. Ecco quello che ci appare
Si capisce quindi che le cosiddette serie standard (un concetto fino ad ora rimasto astratto) altro non sono
che degli elenchi separati da virgole riportati in questa sezione nel menù opzioni.
Nel caso del programma montato sul mio computer quindi le serie standard sono 4.
I più attenti avranno ormai intuito che le serie standard non sono un dogma, ma possono essere variate a
nostro piacimento o per nostra comodità.
Immaginiamo ad esempio di voler creare una serie relativa ai cinque sensi umani: vista, udito, gusto, olfatto
e tatto. Possiamo procedere nel modo seguente
1. Posizioniamoci con il mouse nell'area al di sotto della scritta voci di elenco: noteremo che un
cursore comincia a lampeggiare in quell'area;
2. Digitiamo la serie che vogliamo introdurre separando le singole componenti con una virgola
3. Clicchiamo sul tasto aggiungi ed otterremo questo risultato
Calcolo automatico
Ex005
L'opzione Calcolo automatico esegue semplici calcoli su un insieme di celle selezionate, senza dover
digitare la formula. Il risultato del calcolo compare nella barra di stato.
Come potete osservare nella parte bassa del foglio di lavoro Excel, in quella che viene usualmente
indicata con il nome di barra di stato, compare la scritta Somma=2.720,54 che rappresenta la somma
della selezione D6:D11. Questo risultato è temporaneo e non è consolidato nel foglio di lavoro. La
funzione Calcolo automatico si attiva mediante clic con il pulsante destro del mouse nell'apposito
rettangolo in basso.
Ma la funzione somma non è l'unica funzione disponibile: se infatti clicchiamo con il pulsante destro
del mouse nell'apposito rettangolo ecco che cosa ci appare
Funzione Risultato
Non presente Nessuna visualizzazione nel rettangolo Calcolo automatico
Calcolo automatico visualizza il valore medio calcolato sul contenuto
Media
delle celle selezionate
Conta Calcolo automatico visualizza il numero delle celle selezionate
Calcolo automatico visualizza il numero delle celle selezionate contenenti
Conta num
un valore numerico
Calcolo automatico visualizza il valore maggiore contenuto nelle celle
Max
selezionate
Calcolo automatico visualizza il valore minore contenuto nelle celle
Min
selezionate
Calcolo automatico visualizza la somma dei valori contenuti nelle celle
Somma
selezionate
CTRL+MAIUSC+* (asterisco) Selezionare l'area corrente intorno alla cella attiva. L'area corrente è
l'area dati racchiusa tra righe e colonne vuote
CTRL+MAIUSC+ tasti di direzione Estendere la selezione all'ultima cella non vuota della stessa colonna o
della stessa riga della cella attiva
MAIUSC+BACKSPACE Selezionare solo la cella attiva quando sono selezionate più celle
CTRL+MAIUSC+BARRA Con un oggetto già selezionato, selezionare tutti gli oggetti di un foglio
SPAZIATRICE
BLOC SCORR, MAIUSC+HOME Estendere la selezione alla cella nell'angolo superiore sinistro della
finestra
BLOC SCORR, MAIUSC+FINE Estendere la selezione alla cella posta nell'angolo inferiore destro della
finestra
Premere Per
FINE, MAIUSC+ tasti di direzione Estendere la selezione all'ultima cella non vuota della stessa colonna o
della stessa riga della cella attiva
FINE, MAIUSC+HOME Estendere la selezione all'ultima cella utilizzata del foglio di lavoro
(angolo inferiore destro)
FINE, MAIUSC+INVIO Estendere la selezione all'ultima cella della riga corrente. Questa
combinazione di tasti non è disponibile se sono state selezionate le
caselle di controllo Tasti alternativi per il trasferimento dalla scheda
Trasferimento visualizzata scegliendo Opzioni dal menu Strumenti.
Esercizi di Excel
Parte seconda
Cerchiamo di risolvere il seguente problema: si tratta di calcolare delle somme che rappresentano i
totali delle vendite di alcuni prodotti.
1. Possiamo usare una calcolatrice e poi scrivere i risultati nelle rispettive celle (è come utilizzare
una Ferrari per andare al supermercato a fare la spesa)
2. In modo più intelligente possiamo selezionare ad esempio la cella E3 e scrivere
=220+1200+180; nella cella verrà visualizzato il risultato;
3. Oppure possiamo selezionare la cella E3 e scrivere =B3+C3+D3; in questo modo otterremo lo
stesso risultato con un grosso vantaggio: se modifichiamo il valore in una delle celle in
questione, il totale verrà automaticamente aggiornato.
4. In maniera ancora più rapida possiamo utilizzare la funzione SOMMA (oppure il
corrispondente tasto sulla barra Standard); selezioniamo la cella E3 e selezioniamo Inserisci e
Funzione...; scegliamo quindi Tutte (come categoria) e SOMMA (come nome funzione)
Ci verrà richiesto l'intervallo su cui effettuare l'operazione; si noti che excel proporrà in
modo automatico una selezione: sta a noi accettare l'intervallo proposto oppure
modificarlo.
Le funzioni del foglio Excel possono operare sui numeri ma anche sui testi. Vediamo ora un
interessante esercizio per meglio comprendere quale possa essere l'enorme utilità di alcune delle
funzioni standard di Excel.
Questo stesso esercizio può essere risolto in maniera molto più semplice in altri modi, ma vi consiglio
di sforzarvi nell'esecuzione di questi passaggi: la comprensione dell'utilizzo di funzioni come queste
può aprirvi nuovi orizzonti sull'utilizzo di questo potentissimo strumento. In caso di difficoltà non
esitate a chiedere maggiori ragguagli a lanorte@mediacom.it.
Mi sono collegato al sito delle Poste Italiane e ho scaricato il file relativo ai CAP (Codici di
avviamento postale) di Bergamo. Il file, che si può scaricare liberamente, è però in formato testo.
L'estensione di questo file è infatti .txt: ciò significa che non si tratta di un vero e proprio database.
Una volta scaricato il file sul vostro computer ed avviato la decompressione (per fare ciò dovete
necessariamente avere installato il software Winzip) vi troverete di fronte al file 006.txt.
cliccando SI dovrebbe aprirsi il programma Wordpad con una schermata di questo tipo
Potete quindi leggere i CAP di tutte le vie di Bergamo ed utilizzando la funzione Trova potete cercare
il CAP corrispondente ad una determinata via; ma se cercate, ad esempio, tutte le vie che hanno CAP
24128 vi trovate di fronte ad una difficoltà enorme: dovrete in sostanza ripetere la ricerca per ciascuna
via che soddisfa al requisito.
Proviamo a vedere quali operazioni possiamo eseguire su questi dati in Excel per ottenere un vero e
proprio database.
In Wordpad scegliamo l'opzione Modifica e Seleziona tutto; a questo punto selezioniamo Modifica e
Copia.
Apriamo Excel, posizioniamoci nella cella A1, clicchiamo il tasto destro del mouse e selezioniamo
Incolla; otterremo questo risultato
Come potete notare Excel ha copiato il contenuto del file .txt tutto nelle celle della colonna A.
La struttura dei dati può apparire a prima vista caotica, ma ha una sua logica, compresa la quale
saremo in grado di eseguire delle operazioni interessanti.
Analizzando attentamente il contenuto delle singole celle possiamo renderci conto di un particolare
che forse era più evidente in Wordpad: le singole categorie di dati (Città, CAP, Via etc.) cominciano
in ciascuna riga sempre dopo un ben determinato numero di caratteri. Il CAP inizia sempre dopo 4
caratteri, la via sempre dopo 12 caratteri e così via.
Cerchiamo ora di estrarre nella cella B1 la sigla della Città BG. Posizioniamoci sulla cella B1 e
selezioniamo rispettivamente Inserisci e Funzione...
Cliccando OK parte la procedura guidata che ci chiederà in questo caso tre input
1. Testo: in questa cella bisogna inserire il nome della cella sulla quale si vuole eseguire
l'operazione (nel nostro caso A1);
2. Inizio: in questa cella si digita la posizione del primo carattere da estrarre (nel nostro caso 1)
3. Num_caratt: specifica il numero di caratteri che devono essere estratti (nel nostro caso 2)
Se tutto ha funzionato correttamente, nella cella B2 ci sarà scritto BG. A questo punto dobbiamo
ripetere l'operazione per tutte le righe.
A questo punto possiamo ripetere lo stesso procedimento nella cella C1 per estrarre il CAP.
E così via per gli altri dati. Alla fine potremo ottenere la seguente schermata
Abbiamo ottenuto un vero e proprio database sul quale potremo eseguire tutte le operazioni di cui
abbiamo bisogno. A questo punto, terminata l'estrazione dei dati possiamo eliminare la prima colonna.
Provate ad eliminarla ed osservate il risultato: avete una idea di come sia possibile risolvere il
problema? Rifletteteci e se proprio non riuscite scrivete a lanorte@mediacom.it
Cerchiamo di risolvere il seguente problema: si tratta di calcolare nelle celle C8, D8 e E8 l'Iva del
20% sull'imponibile di Gennaio, Febbraio e Marzo
Primo metodo
Secondo metodo
Selezioniamo la cella C8 e scriviamo la formula =C6*C3. In questo modo non solo il risultato verrà
Evidentemente qualcosa non è andato per il verso giusto. Il problema sta nella distinzione tra
riferimento relativo e riferimento assoluto: trascinando infatti il quadratino di riempimento otterremo
automaticamente nella cella D8 la formula =D6*D3; il riferimento a D6 è corretto, ma in D3 non c'è
nulla, in quanto l'aliquota IVA e sempre nella cella C3.
Inserendo il simbolo $ prima della lettera C e prima del numero 3, abbiamo reso la cella C3 un
riferimento assoluto nella funzione, mentre il riferimento C6 continua a rimanere relativo.
Come abbiamo avuto modo di constatare con questo semplice esercizio, con operazioni di
trascinamento o di spostamento i riferimenti relativi nelle funzioni cambiano, mentre i riferimenti
assoluti rimangono costanti.
Scegliamo ora Tutte (come categoria) e CERCA.VERT (Come nome funzione); comparirà la seguente
schermata di aiuto
Valore: è il valore del quale di vuole trovare una corrispondenza nella tabella; nel nostro caso si tratta
della cella B6.
Matrice_tabella: è la tabella di riferimento; nel nostro caso è l'intervallo tra E6 ed F10
Indice: è il numero della colonna della tabella di riferimento; la prima colonna di valori nella tabella è
la colonna 1. Nel nostro caso, poiché vogliamo che nella cella C6 venga restituito il nome del prodotto
(presente nella colonna 2), scriveremo 2.
A questo punto possiamo trascinare il quadratino di riempimento fino alla cella C14. ottenendo questo
risultato
Ancora una volta c'è stato un errore dovuto ai riferimenti relativi. Selezionando la cella C6 nella barra
della formula compare =CERCA.VERT(B6;E6:F10;2). Come si può notare la tabella di riferimento è
rappresentata da E6:F10 e questo riferimento deve restare costante. Dovremo quindi inserire i simboli
$. La formula corretta sarà quindi =CERCA.VERT(B6;$E$6:$F$10;2).
Trascinando il quadratino di riempimento fino alla cella C14 questa volta otterremo il risultato
desiderato
Cerchiamo di risolvere il seguente problema : dalla tabella rappresentata in figura (scaricata dal Sito
delle Camere di Commercio) si vuole ricavare il settore di attività delle singole aziende, rappresentato
dai primi due numeri delle celle della colonna B
Ovviamente potremmo farlo digitando manualmente i singoli codici, ma poiché sono più di 100 righe
l'operazione risulta alquanto lunga e noiosa.
Possiamo anche in questo caso utilizzare le potenzialità offerte dalle funzioni di Excel.
Selezioniamo la cella C2 e successivamente inserisci funzione.
Selezioniamo Tutte (come Categoria) e SINISTRA (come Nome funzione); fatto ciò comparirà la
seguente schermata di aiuto:
Testo: è la stringa di testo che contiene i caratteri da estrarre; nel nostro caso la cella B2
Num_caratt: specifica il numero di caratteri da estrarre da SINISTRA; nel nostro caso 2
Questo esercizio rappresenta solo una curiosità, dal momento che difficilmente può avere una utilità
pratica. Tuttavia è interessante per comprendere il gran numero di funzioni presenti in forma standard
all'interno di questo programma.
Immaginiamo di voler scrivere nelle celle di una colonna (o riga) una serie crescente di numeri
romani. Per far questo con rapidità possiamo procedere nel modo seguente:
Digitiamo nella colonna A una serie crescente di numeri naturali, magari utilizzando il procedimento
indicato nell'esercizio precedente; selezioniamo la cella B2 e successivamente Inserisci e Funzione...
Nella cella Num inseriamo il numero che desideriamo convertire in numeri romani e cioè nel nostro
caso A1. Premiamo il tasto Enter ed otterremo come risultato I.
Se a questo punto trasciniamo il quadratino di riempimento lungo le celle della colonna B otterremo il
seguente risultato
A questo punto possiamo eliminare la colonna A che non serve più; eliminando la colonna otteniamo
questo risultato:
Dal risultato possiamo intuire che abbiamo compiuto una operazione sbagliata. A voi il compito di
capire quale errore è stato commesso e come si possa operare in maniera corretta per ottenere il
risultato desiderato. Se proprio non trovate la soluzione scrivete una e-mail a lanorte@mediacom.it
Con questo esercizio cerchiamo di scoprire alcune delle incredibili possibilità di calcolo offerte da
questo programma.
Vogliamo in un primo momento calcolare la radice quadrata di una serie di numeri
Scegliamo Matematiche e trig. (come categoria) e RADQ (Come Nome funzione). Fatto ciò comparirà
la seguente schermata di aiuto:
Num: è il numero di cui si vuole calcolare la radice quadrata; nel nostro caso la cella A2.
A questo punto premiamo ENTER e quindi trasciniamo il quadratino di riempimento lungo le celle
della colonna B, ottenendo rapidamente il seguente risultato
Più complesso è invece il calcolo della radice cubica, dal momento che non esiste una funzione
standard per calcolarla. Senza perdersi d'animo e ricordando alcune semplici regole aritmetiche,
possiamo risolvere il problema scrivendo la radice cubica come X1/3
Selezioniamo la cella C2 e quindi in successione Inserisci e Funzione..
Scegliamo Matematiche e trig. (come categoria) e POTENZA (Come Nome funzione). Fatto ciò
comparirà la seguente schermata di aiuto:
A questo punto dovrebbe essere chiaro come è possibile in modo semplice ed immediato calcolare
una radice qualunque.
Esercizi di Excel
Parte terza
Questa settimana verranno presentati alcuni esercizi sull'uso delle funzioni e della formattazione
condizionale.
In caso di domande, richieste od altro ancora non esitate a contattare lanorte@mediacom.it .
Torniamo ancora sulla funzione CERCA.VERT e, visto il gran numero di insegnanti che si collegano
al sito, cerchiamo di risolvere il tipico problema di assegnazione di un giudizio ad uno studente sulla
base di una tabella predefinita.
Come potete notare nella tabella di destra abbiamo individuato una corrispondenza tra un punteggio,
un giudizio sintetico ed un voto di tipo anglosassone con le lettere dell'alfabeto latino
Selezioniamo la cella D6 e successivamente selezioniamo Inserisci e Funzione...
Scegliamo ora Tutte (come categoria) e CERCA.VERT (Come nome funzione); comparirà la seguente
schermata di aiuto
Valore: è il valore del quale di vuole trovare una corrispondenza nella tabella; nel nostro caso si tratta
della cella C6.
Matrice_tabella: è la tabella di riferimento; nel nostro caso è l'intervallo tra F6 ed H10
Indice: è il numero della colonna della tabella di riferimento; la prima colonna di valori nella tabella è
la colonna 1. Nel nostro caso, poiché vogliamo che nella cella D6 venga restituito il giudizio sintetico
scriveremo 2; ovviamente se avessimo voluto il voto di tipo anglosassone avremmo dovuto scrivere 3.
Cliccando a questo punto OK otterremo questo risultato
A questo punto possiamo trascinare il quadratino di riempimento fino alla cella D15. ottenendo questo
risultato
Come già spiegato in altri esercizi c'è stato un errore dovuto ai riferimenti relativi. Selezionando la
cella D6 nella barra della formula compare =CERCA.VERT(C6;F6:H9;2). Come si può notare la
tabella di riferimento è rappresentata da F6:H9 e questo riferimento deve restare costante. Dovremo
quindi inserire i simboli $. La formula corretta sarà quindi =CERCA.VERT(C6;$F$6:$H$9;2).
Trascinando il quadratino di riempimento fino alla cella D15 questa volta otterremo il risultato
desiderato
Vediamo ora un esercizio più complesso la cui soluzione richiede l'uso di più funzioni logiche in sequenza
(ovvero nel linguaggio informatico nidificate). La soluzione dell'esercizio, soprattutto dell'assegnazione del
premio D, non è intuitiva, perchè richiede una certa dimestichezza nell'utilizzo delle funzioni logiche.
L'esercizio è tuttavia utile per comprendere l'immensa potenzialità dell'uso combinato delle funzioni logiche:
se si considera che Excel consente la nidificazione di formule fino a 7 livelli, si può comprendere come tale
metodica possa essere applicata ad una vastissima gamma di problemi.
Problema
La ditta Pincopallino S.r.l., azienda del settore metalmeccanico, decide di incentivare la produttività dei
propri dipendenti mediante l’attribuzione di premi. Tali premi dipendono da più fattori combinati fra loro: le
assenze, la quantità di pezzi prodotti, l’usura degli utensili e gli scarti di produzione.
Si richiede l’impostazione di un file di Excel in grado di restituire automaticamente, per ogni operaio, i
relativi premi, secondo il seguente schema.
In questo caso si dovranno impostare delle funzioni logiche combinando la funzione SE con gli operatori
logici E ed O) in grado di effettuare dei test sui valori presenti nelle celle e di restituire un risultato
dipendente dall’esito del test stesso.
La funzione SE
La funzione SE (in inglese IF) corrisponde al blocco decisionale degli algoritmi e permette di verificare un
test: se tale test risulta vero restituisce un valore; in caso contrario ne restituisce un altro.
Il test può essere effettuato, mediante gli operatori di confronto (vedi tabella successiva), su valori o formule
che potranno dare come risultato VERO o FALSO. Naturalmente in Excel il test può anche prevedere il
confronto dei valori di due celle o del valore di una cella con un valore costante. Se il contenuto di una cella o
il risultato che la funzione deve restituire prevede l’inserimento di una stringa di testo, questa deve essere
posta fra virgolette.
Quando il test da eseguire riguarda più condizioni che si devono verificare alternativamente o
simultaneamente, allora si utilizzeranno rispettivamente gli operatori logici O ed E.
La funzione restituisce VERO se tutti gli argomenti (logico1; logico2; …) sono verificati e restituisce FALSO
se uno o più argomenti non sono verificati. Gli argomenti sono test effettuati su valori o formule che potranno
dare come risultato VERO o FALSO. La formula può considerare fino a 30 condizioni che si possono
verificare. Questo operatore è spesso utilizzato come test nella funzione SE quando si devono verificare
contemporaneamente più condizioni.
Proviamo ora ad impostare le formule che restituiranno per ogni operaio gli eventuali premi da attribuire.
SE(C4>2000;"Premio A";"")
Il test della funzione (C4>2000) verifica se la produzione per il primo operaio è maggiore di 2.000 unità; in
caso affermativo la funzione restituirà l’etichetta Premio A; in caso negativo la cella risulterà vuota
(virgolette senza alcun testo). Si trascina la formula per tutta la colonna F.
La formula dovrà considerare due condizioni che si dovranno verificare contemporaneamente per poter
attribuire il premio in questione.
Pertanto si utilizzerà una funzione SE combinata con l’operatore logico E e dovremo scrivere nella cella G2
SE(E(B2<10;C2>2000);"Premio B";"")
La funzione prevede due test: le assenze minori di 10 (B2<10) e la produzione maggiore di 2000 unità
giornaliere (C2>2000). Se entrambi i test risulteranno veri allora la formula restituirà l’etichetta Premio B; in
caso contrario la cella rimarrà vuota. Si trascina la formula per tutta la colonna G.
La formula dovrà considerare due condizioni; se almeno una delle due sarà verificata si potrà attribuire il
premio C.
Si imposta una funzione SE combinata con l’operatore logico O e dovremo scrivere nella cella H2
SE(O(E2<0,5;D2<20);"Premio C";"")
Anche in questo caso la funzione prevede due test: il coefficiente di usura minore di 0,5 (E2<0,5) e gli scarti
minori di 20 unità (D2<20). Se almeno uno dei due test risulta vero allora la formula restituirà l’etichetta
Premio C; se i due test risulteranno falsi la cella rimarrà vuota. Si trascina la formula per tutta la colonna H.
Premio D: assenze minori di 10 e coefficiente di. usura minore di 0,5 oppure produzione maggiore di
2000 e scarti minori di 20
Il test della formula sarà dato dalla combinazione di quattro test; il premio è attribuito nel caso in cui risultino
veri i primi due oppure il terzo e il quarto.
La formula è data dalla combinazione della funzione SE e di entrambi gli operatori logici E ed O e dovremo
scrivere nella cella I2
SE(O(E(B2<10;E2<0,5);E(C2>2000;D2<20));"Premio D";"")
A prima vista sembra una cosa assurda: sforzatevi tuttavia di rileggere la formula più volte per cercare
di assimilare la sintassi e la logica che sono sottintese. Ricordate che per poter essere in grado di
risolvere problemi pratici con Excel (o con qualunque altro programma informatico) dovete imparare
a ragionare nei termini imposti dalla logica dell'elaboratore!
La prima coppia di test verifica se le assenze sono minori di 10 e il coefficiente di usura è minore di 0,5
(E(B2<10;E2<0,5)); la seconda coppia di test verifica se la produzione è maggiore di 2000 unità e gli scarti
sono minori di 20 unità (E(C2>2000;D2<20)).
Se almeno una delle due coppie di test risulta vera allora la formula restituirà l’etichetta Premio D; se nessuna
coppia di test risulta vera la cella rimarrà vuota. Si trascina la formula per tutta la colonna I.
Nota: come avete notato abbiamo risolto il problema scrivendo direttamente le formule nelle caselle
(modalità solitamente preferibile); tuttavia nessuno ci vieta di utilizzare le procedure guidate di Excel.
Vediamo ora un semplice esercizio con la funzione SE; la conoscenza della funzione SE, così come
della funzione E, O e NON (ovvero le cosiddette funzioni logiche) può risolvere una grande varietà di
problemi.
Si tratta di un banalissimo rendiconto finanziario suddiviso per mese: quello che vogliamo ottenere
nella casella C7, D7 e E7 è la parola Attivo nel caso che nella casella C7, D7 e E7 ci sia un numero
positivo (cioè gli incassi siano superiori ai costi) e la parola Passivo nel caso che nella casella C7, D7
e E7 ci sia un numero negativo (cioè gli incassi siano inferiori ai costi).
Ovviamente potremmo scrivere semplicemente la parola passivo ed attivo, ma l'utilizzo delle funzioni
logiche può farci iniziare a comprendere l'immensa potenzialità del foglio di calcolo. Basta poi solo
un poco di fantasia per applicare questi concetti ad un gran numero di problemi reali.
Selezioniamo la cella D7 e successivamente selezioniamo Inserisci e Funzione...
Scegliamo ora Logiche (come categoria) e SE (Come nome funzione); comparirà la seguente
schermata di aiuto
Test: è un valore o un'espressione qualsiasi che può dare come risultato vero o falso; nel nostro caso
scriviamo C5<0 (cioè minore di zero)
Se_vero: è il valore che viene restituito se test è vero; nel nostro caso Passivo (cioè se C5 è negativo
allora scrivi Passivo).
Se_falso: è il valore che viene restituito se test è falso; nel nostro caso Attivo (cioè se C5 è positivo
allora scrivi Attivo).
Vediamo ora un esercizio apparentemente semplice, la cui soluzione completa richiede però un
notevole sforzo di programmazione.
Vogliamo simulare sul foglio elettronico l'estrazione di 5 numeri casuali sulla ruota di Milano.
Scegliamo ora Tutte (come categoria) e CASUALE (Come nome funzione); comparirà la seguente
schermata di aiuto
Dal momento che i numeri del lotto sono compresi tra 1 e 90 dovremo modificare la formula nel
seguente modo
=CASUALE()*90
Ogni volta che riapriremo il file verranno estratti 5 numeri casuali tra 1 e 90.
Il problema è apparentemente risolto, ma manca ancora la parte più difficile.
Esiste infatti la possibilità (non troppo remota) che uno stesso numero venga estratto due volte ed
anche che venga estratto lo zero.
A Voi, se lo desiderate, il compito di risolvere il problema: io non ho ancora trovato una soluzione
sufficientemente elegante.
Formattazione condizionale
Ex020
Vediamo ora un esercizio relativo ad una sezione di Excel poco conosciuta: la formattazione condizionale.
Vogliamo risolvere un problema tipico della gestione di una piccola azienda: controllando il consuntivo delle vendite, vogliamo essere in
grado di sapere automaticamente i periodi dell'anno nei quali le vendite sono state inferiori alle previsioni.
I dati che andremo ad analizzare sono riassunti nella seguente tabella
● Selezioniamo la cella F4, quella cioè che contiene il dato Totale del mese di Gennaio che vogliamo analizzare in rapporto ai dati
di budget
● Selezioniamo dal menù Formato e Formattazione condizionale...
● Comparirà la seguente schermata di aiuto
Dobbiamo in primo luogo imporre una condizione: noi vogliamo evidenziare i valori dei totali di vendita che sono inferiori alle
previsioni di budget e pertanto la nostra condizione è
A questo punto dobbiamo impostare un formato da usare nel caso che la condizione sia vera; basta quindi cliccare il tasto Formato... per
ottenere la seguente schermata
Scegliamo di evidenziare con carattere rosso i dati che sono inferiori al budget; faccio notare che le possibilità sono quasi infinite, perché
posso agire non solo sui caratteri, ma anche sui bordi della cella e sui motivi di sfondo. Se a questo punto clicchiamo OK e ripetiamo lo
stesso procedimento per tutte le celle fino alla F16 otteniamo questo risultato
In modo automatico (e soprattutto dinamico in funzione delle eventuali variazioni agli altri dati della tabella) sono in grado di
evidenziare in modo visivo le anomalie rispetto al budget.
Si tratta di uno strumento estremamente utile ed incredibilmente potente, se considerate che noi abbiamo posto una sola condizione, ma
che in realtà c'è la possibilità di utilizzare fino a tre condizioni con altrettante formattazioni sulla stessa casella.
Esercizi di Excel
Parte quarta
Questa settimana verranno presentati alcuni esercizi sulla creazione di grafici e diagrammi.
In caso di domande, richieste od altro ancora non esitate a contattare lanorte@mediacom.it .
Diagramma circolare
Ex021
Vediamo ora un esercizio relativo alla creazione di un diagramma circolare, un utilissimo strumento
per esprimere in forma grafica una semplice tabella.
I dati che andremo ad analizzare sono riassunti nella seguente tabella
Come Tipo di grafico scegliamo Torta e tra le Scelte disponibili selezioniamo quella centrale in basso
che fornisce una elegante rappresentazione tridimensionale dei dati.
Cliccando avanti comparirà la seconda schermata, nella quale verranno richieste informazione sui dati
da rappresentare.
In questo caso automaticamente Excel ha individuato dei dati nell'intervallo $A$1:$B$5; tuttavia
poiché nella cella A1 c'è solamente il titolo, modifico manualmente l'intervallo di dati in $A$2:$B$5.
Cliccando avanti comparirà la terza schermata, nella quale vengono richieste delle informazioni
relative ai titoli, alla legenda ed alle etichette dati.
Dal momento che mi interessa conoscere automaticamente la percentuale delle vendite nei singoli
trimestri, seleziono mostra percentuale nella cartella Etichette dati.
Cliccando avanti comparirà l'ultima schermata, nella quale verrà richiesto se si desidera creare il
diagramma sullo stesso foglio che contiene i dati oppure se si preferisce creare il diagramma in un
nuovo foglio.
Nel mio caso scelgo l'opzione di creare il diagramma sullo stesso foglio.
Cliccando fine otterrò il seguente risultato!
Con un procedimento incredibilmente semplice abbiamo creato un diagramma circolare che potrebbe
benissimo comparire in una relazione tecnica di tipo professionale.
Ma l'aspetto grafico non ci deve far dimenticare una delle caratteristiche essenziali che rende questo
strumento insostituibile: se modifico nella tabella di riferimento un qualunque dato (senza ovviamente
sconvolgere la struttura) il diagramma verrà automaticamente ridisegnato in corrispondenza delle
variazioni effettuate.
Nelle celle B1, B2 e B3 inseriamo i tre valori dei coefficienti a,b, e c della parabola: nel caso
esaminato nell'esercizio ho preso in esame rispettivamente i valori -1, 2 e 3.
Nella colonna E delle ascisse (x) ho inserito i valori da -8 a +8.
Dobbiamo a questo punto per ciascun valore dell'ascissa calcolare il corrispondente valore
dell'ordinata: sfruttando le formule di excel il compito risulta abbastanza agevole.
Seleziono la cella F2 e digito la formula corrispondente alla parabola e cioè
=$B$1*E2*E2+$B$2*E2+$B$3
Come potete notare al posto dei coefficienti a, b e c non ho inserito i valori -1, 2 e 3, bensì il
riferimento alle celle B1, B2 e B3 (tra l'altro con il simbolo del $, per renderli dei riferimenti assoluti
nel momento in cui copierò la formula per calcolare i valori delle rimanenti ordinate); il perché è
abbastanza ovvio: se decido di cambiare i valori dei parametri, conseguentemente si aggiorneranno i
valori della tabella e quindi, alla fine, anche il grafico della funzione.
A questo punto, trascinando il quadratino di riempimento fino alla cella F18, otterremo il seguente
risultato
A questo punto sono in grado di iniziare la composizione del grafico della parabola selezionando
successivamente Inserisci e Grafico..., oppure cliccando l'apposito tasto sulla barra degli strumenti
standard.
Apparirà la seguente schermata di aiuto, primo di quattro passi, che ci indica alcune possibilità
standard di rappresentazione grafica dei dati.
Come Tipo di grafico scegliamo Dispers. (XY) e tra le Scelte disponibili selezioniamo la seconda
della seconda fila.
Cliccando avanti comparirà la seconda schermata, nella quale verranno richieste informazione sui dati
da rappresentare.
Automaticamente Excel ha individuato dei dati nell'intervallo $E$1:$F$18, che in questo caso va bene
per i nostri scopi.
Cliccando avanti comparirà la terza schermata, nella quale vengono richieste delle informazioni
relative ai titoli, alla legenda, alle etichette dati ed altri parametri ancora.
Nella cartella griglia deseleziono la spunta su Griglia principale relativa all'asse dei valori y.
Si tratta di uno splendido esercizio adatto in particolar modo per studenti delle scuole superiori, che
con un minimo di conoscenze di excel possono studiare il grafico della parabola.
Infatti se a questo punto cambiamo i valori dei parametri a. b e c nelle celle B1, B2 e B3 inserendo i
valori 1, 3 e -10, otterremo automaticamente il seguente grafico
Diagramma a barre
Ex022
Vediamo ora un esercizio relativo alla creazione di un diagramma a barre, un altro interessante modo
per esprimere in forma grafica una semplice tabella.
I dati che andremo ad analizzare sono riassunti nella seguente tabella
Come Tipo di grafico scegliamo Istogramma e tra le Scelte disponibili selezioniamo la prima della
seconda fila che fornisce una elegante rappresentazione tridimensionale dei dati.
Cliccando avanti comparirà la seconda schermata, nella quale verranno richieste informazione sui dati
da rappresentare.
Automaticamente Excel ha individuato dei dati nell'intervallo $A$1:$D$5, che in questo caso va bene
per i nostri scopi.
Cliccando avanti comparirà la terza schermata, nella quale vengono richieste delle informazioni
relative ai titoli, alla legenda, alle etichette dati ed altri parametri ancora.
Dal momento che non mi interessano particolari proprietà, clicco Avanti: comparirà quindi l'ultima
schermata, nella quale verrà richiesto se si desidera creare il diagramma sullo stesso foglio che
contiene i dati oppure se si preferisce creare il diagramma in un nuovo foglio.
Nel mio caso scelgo l'opzione di creare il diagramma sullo stesso foglio.
Cliccando fine otterrò il seguente risultato!
Anche in questo caso, con un procedimento incredibilmente semplice, abbiamo creato un diagramma
che ben rappresenta graficamente i dati della tabella.
Come Tipo di grafico scegliamo Linee e tra le Scelte disponibili selezioniamo la prima della prima fila
che fornisce una rappresentazione dei dati adatta ai nostri scopi.
Cliccando avanti comparirà la seconda schermata, nella quale verranno richieste informazione sui dati
da rappresentare.
Automaticamente Excel ha individuato una serie di dati, che però non soddisfa le mie esigenze.
Cancello tutte le serie presenti cliccando per quattro volte il tasto Elimina.
A questo punto clicco sul tasto Aggiungi e ricomincio da zero a definire le serie che mi interessano ai
fini della risoluzione del mio problema.
Nel riquadro Serie mi comparirà Serie 1. Nel riquadro Etichette asse categorie (X) andrò ad inserire
l'intervallo $A$9:$A$24, corrispondente alle Quantità; Nel riquadro Valori andrò ad inserire
l'intervallo $B$9:$B$24 corrispondente ai Costi totali; infine nel riquadro Nome andrò ad inserire la
voce Costi totali. Alla fine di questa procedura otterrò la seguente schermata:
Manualmente ho costruito quindi il grafico relativo all'andamento dei costi totali in funzione delle
quantità prodotte. Allo stesso modo posso procedere per realizzare il grafico dei ricavi in funzione
delle quantità prodotte, aggiungendo una seconda serie. Seguendo la procedura prima descritta la
schermata relativa alla seconda serie sarà la seguente
Cliccando avanti comparirà la terza schermata, nella quale vengono richieste delle informazioni
relative ai titoli, alla legenda, alle etichette dati ed altri parametri ancora.
Dal momento che non mi interessano particolari proprietà, clicco Avanti: comparirà quindi l'ultima
schermata, nella quale verrà richiesto se si desidera creare il diagramma sullo stesso foglio che
contiene i dati oppure se si preferisce creare il diagramma in un nuovo foglio.
Abbiamo risolto, anche da un punto di vista grafico, il problema del punto di guadagno: dovrò
produrre più di 210 pezzi affinché i ricavi siano maggiori dei costi!
Vediamo ora un esercizio apparentemente semplice, che però nasconde alcune insidie.
I dati che andremo ad analizzare sono riassunti nella seguente tabella e rappresentano i dati ISTAT
della popolazione in Italia ed in Emilia Romagna dal 1975 al 1993.
Se vogliamo fare una rappresentazione simultanea dei due diagrammi relativi, dobbiamo risolvere il
problema della differente scala di riferimento delle due serie di dati.
Come Tipo di grafico scegliamo Linee su 2 assi che fornisce una rappresentazione che soddisfa alle
nostre esigenze.
Cliccando avanti comparirà la seconda schermata, nella quale verranno richieste informazione sui dati
da rappresentare.
Cliccando avanti comparirà l'ultima schermata, nella quale verrà richiesto se si desidera creare il
diagramma sullo stesso foglio che contiene i dati oppure se si preferisce creare il diagramma in un
nuovo foglio.
Ho ottenuto, con pochi passaggi, un interessante metodo grafico per poter confrontare l'andamento
della popolazione, in un intervallo di tempo definito, in Emilia Romagna ed in Italia.
Esercizi di Excel
Parte quinta
Questa settimana verranno presentati alcuni esercizi su alcune funzioni avanzate e sul calcolo
matriciale.
In caso di domande, richieste od altro ancora non esitate a contattare lanorte@mediacom.it .
Il comando serie
Ex027
Per digitare una sequenza di valori in un foglio di lavoro può essere conveniente utilizzare il comando
serie. Immaginiamo, ad esempio, di voler riportare su di una colonna del nostro foglio elettronico tutti
i giorni feriali compresi tra il 01-01-1999 ed il 10-10-1999.
Un primo modo di risolvere il problema consiste nel prendere un calendario del 1999 (ammesso che
riusciamo a trovarne ancora uno!) ed armarci di grande pazienza ricopiando i dati che ci servono.
Nella cella A1 digitiamo il primo valore della nostra serie e cioè 01-01-1999
Scegliamo di posizionare la seria su di una colonna, il tipo Data, unità di data Giorno feriale, Valore
di incremento della serie 1 e valore limite 10-10-1999.
Cliccando ok magicamente otteniamo un serie di 201 valori, che rispondono esattamente alle nostre
esigenze, e che in altro modo avremmo impiegato almeno due ore per scrivere.
Funzione consolida
Ex029
Cerchiamo ora di risolvere il classico problema del calcolo dei voti relativi agli studenti di una classe.
Per comodità ho creato una tabella nella quale per ogni studente ho riportato la votazione conseguita
in ciascun esame del primo trimestre. In maniera analoga ho creato altre tre tabelle nel foglio 2,3 e 4
relative ai rimanenti trimestri.
Si tratta ora di calcolare in una tabella riassuntiva la media delle votazioni conseguite, per arrivare alla
determinazione del punteggio finale.
Per fare ciò, creo una nuova cartella di riepilogo come la seguente
Il modo più rapido per conseguire il risultato desiderato consiste nell'applicazione della funzione
consolida. Dopo aver selezionato l'intervallo B5:F9 seleziono rispettivamente Dati e Consolida...
Mi vengono chiesti i riferimenti rispetto ai quali calcolare l'elaborazione nelle celle selezionate.
I dati sono ovviamente contenuti nei rispettivi fogli 1,2,3, e 4. Al termine dell'inserimento dei
riferimenti la schermata dovrà apparire in questo modo
Notate che come Funzione ho scelto Media e che ho scelto di selezionare con una spunta la casella
corrispondente a Crea collegamenti con i dati originari. Cliccando OK otterrò il seguente risultato
In maniera molto rapida ho ottenuto il risultato cercato. Non solo. Dal momento che ho scelto
l'opzione Crea collegamenti con i dati originari, cliccando con il mouse sul segno più a sinistra del
numero di riga sarò in grado persino di controllare, studente per studente, i dati che hanno portato a
questo risultato!
Può capitare, in alcuni casi particolari, di dover immettere dati all'interno di una tabella secondo criteri
predefiniti.
Un esempio classico è quello delle date: se vogliamo, ad esempio, inserire le date dei movimenti sul
nostro conto corrente, dovremo inserire date relative all'anno 2003. Talvolta, però, quando il numero
di immissioni è molto elevato, può capitare di inserire erroneamente una data sbagliata (nel senso che,
ad esempio, digito 02-01-2002 anziché 02-01-2003).
Esiste una particolare funzionalità di Excel che, se ben impostata, ci può aiutare a ridurre o eliminare
questa tipologia di errori di immissione.
Proviamo ad impostare una condizione nella cella A1 per la quale non sia possibile, ad esempio,
inserire una data precedente allo 01-01-2003.
Con i valori indicati in figura abbiamo in sostanza impostato la condizione che ci eravamo prefissati;
Per rispondere a questa semplice domanda dobbiamo analizzare il contenuto delle altre due cartelle:
Massaggio di input e Messaggio di errore.
Nella prima cartella (Messaggio di input) ho specificato il messaggio che compare non appena
seleziono la cella A1. E' un utile strumento per ricordarmi la tipologia di dati che devo inserire.
Nella seconda cartella (Messaggio di errore) ho descritto il messaggio che mi deve comparire nel caso
che il dato inserito non corrisponda alle condizioni preimpostate.
Si noti che ho scelto l'opzione con la quale il dato, anche se non corrispondente allo standard, viene
inserito ugualmente con un semplice messaggio di avviso. Operando una diversa scelta sullo Stile
avrei potuto anche impedire l'immissione di un dato differente dalle condizioni impostate.
Si tratta di uno strumento estremamente versatile ed utile soprattutto nel caso in cui si creino fogli di
lavoro che vengono usati da più utenti, con gradi di conoscenza differenti. Con questo semplice
accorgimento è possibile creare una sorta di "aiuto in linea", che, insieme ad altri accorgimenti, può
migliorare enormemente l'utilizzabilità del foglio di calcolo.
Diverse cose hanno contraddistinto Excel fin dalla sua nascita, ma quella che lo ha più qualificato
rispetto ai fogli di calcolo rivali sono le formule in forma di matrice.
Per immettere una matrice in una selezione è sufficiente la pressione simultanea dei tasti
Maiusc+Ctrl+Invio, a conclusione della digitazione della formula in una cella (qualsiasi)
dell’intervallo.
In Excel esiste una ricchissima, e del tutto sconosciuta, sezione relativa al calcolo matriciale,
soprattutto (ma non solo) per la presenza di funzioni specifiche, quali MATR.TRASPOSTA(),
MATR.PRODOTTO (prodotto righe x colonne di matrici) ecc., nonché diverse funzioni di tipo
statistico, ad esempio REGR.LIN() (regressione lineare).
Per inciso il calcolo matriciale di Excel prevede casi in cui non occorrono funzioni specifiche: un caso
emblematico è rappresentato dalla seguente formula:
=SOMMA(A1*A5*B1:B5)
Senza addentrarci nei fondamenti del calcolo matriciale, ci limitiamo a ricordare che, dette |A|, |X| e
|B| la matrice dei coefficienti, il vettore delle incognite e quello dei termini noti, un sistema di
equazioni lineari si esprime con:
da cui:
Sfruttando le funzioni matriciali di Excel proviamo ora a risolvere questo semplice problema:
calcolare le età del padre, della madre e del figlio sapendo che
● Le età del padre (X1) della madre (X2) e del figlio (X3) assommano a 130 anni
A questo punto dobbiamo creare sul foglio Excel la matrice dei coefficienti e dei termini noti
=MATR.PRODOTTO(MATR.INVERSA(B2:D4);F2:F4)
Cerchiamo ora di risolvere un problema che si presenta ogni volta che abbiamo a che fare con una
tabella con un elevato numero di record.
Solitamente la prima riga della tabella viene dedicata ai nomi dei campi, o titoli, che poi verranno
elencati nelle singole colonne. Quando però andiamo a stampare, se la stampa è costituita da più di un
foglio, ci accorgiamo che nelle pagine successive alla prima i titoli non sono più presenti, creando una
notevole difficoltà nella lettura dei dati.
Come potete notare, Excel ci da la possibilità di ripetere su tutti i fogli delle righe (o addirittura delle
colonne) che verranno ripetuti su tutti i fogli di stampa. Supponendo che i titoli della nostra tabella
fossero contenuti nella prima riga, è sufficiente selezionarla: il risultato sarà quello che compare nella
figura sopra.
Con questa semplice operazione abbiamo risolto molto velocemente il nostro problema!
Capo I
DISPOSIZIONI GENERALI
Art. 1
«Art. 16. – 1. Il diritto esclusivo di diffondere ha per oggetto l’impiego di uno dei mezzi di
diffusione a distanza, quali il telegrafo, il telefono, la radiodiffusione, la televisione ed altri mezzi
analoghi, e comprende la comunicazione al pubblico via satellite e la ritrasmissione via cavo, nonché
quella codificata con condizioni di accesso particolari».
Art. 2
1. Il secondo comma dell’articolo 68 della legge 22 aprile 1941, n. 633, è sostituito dal seguente:
«È libera la fotocopia da opere esistenti nelle biblioteche, fatta per i servizi della biblioteca o, nei
limiti e con le modalità di cui ai commi quarto e quinto, per uso personale».
2. All’articolo 68 della legge 22 aprile 1941, n. 633, sono aggiunti i seguenti commi:
«È consentita, conformemente alla convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie ed
artistiche, ratificata e resa esecutiva ai sensi della legge 20 giugno 1978, n. 399, nei limiti del quindici
per cento di ciascun volume o fascicolo di periodico, escluse le pagine di pubblicità, la riproduzione
per uso personale di opere dell’ingegno effettuata mediante fotocopia, xerocopia o sistema analogo. I
responsabili dei punti o centri di riproduzione, i quali utilizzino nel proprio ambito o mettano a
disposizione di terzi, anche gratuitamente, apparecchi per fotocopia, xerocopia o analogo sistema di
riproduzione, devono corrispondere un compenso agli autori ed agli editori delle opere dell’ingegno
pubblicate per le stampe che mediante tali apparecchi vengono riprodotte per gli usi previsti nel primo
periodo del presente comma. La misura di detto compenso e le modalità per la riscossione e la
ripartizione sono determinate secondo i criteri posti all’articolo 181-ter della presente legge. Salvo
diverso accordo tra la SIAE e le associazioni delle categorie interessate, tale compenso non può essere
inferiore per ciascuna pagina riprodotta al prezzo medio a pagina rilevato annualmente dall’ISTAT
per i libri. Gli articoli 1 e 2 della legge 22 maggio 1993, n. 159, sono abrogati.
Le riproduzioni delle opere esistenti nelle biblioteche pubbliche, fatte all’interno delle stesse con i
mezzi di cui al quarto comma, possono essere effettuate liberamente, nei limiti stabiliti dal medesimo
comma, salvo che si tratti di opera rara fuori dai cataloghi editoriali, con corresponsione di un
compenso in forma forfettaria a favore degli aventi diritto, di cui al comma 2 dell’articolo 181-ter,
determinato ai sensi del secondo periodo del comma 1 del medesimo articolo 181-ter. Tale compenso
è versato direttamente ogni anno dalle biblioteche, nei limiti degli introiti riscossi per il servizio, senza
oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato o degli enti dai quali le biblioteche dipendono».
3. Al primo comma dell’articolo 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633, dopo le parole: «articolo
171-bis» sono inserite le seguenti: «e dall’articolo 171-ter».
4. All’articolo 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633, è aggiunto il seguente comma:
«La violazione delle disposizioni di cui al terzo ed al quarto comma dell’articolo 68 comporta la
sospensione della attività di fotocopia, xerocopia o analogo sistema di riproduzione da sei mesi ad un
anno nonché la sanzione amministrativa pecuniaria da due a dieci milioni di lire».
5. Dopo l’articolo 181-bis della legge 22 aprile 1941, n. 633, introdotto dall’articolo 10 della
presente legge, è inserito il seguente:
«Art. 181-ter. – 1. I compensi per le riproduzioni di cui al quarto e quinto comma dell’articolo 68
sono riscossi e ripartiti, al netto di una provvigione, dalla Società italiana degli autori ed editori
(SIAE). In mancanza di accordi tra la SIAE e le associazioni delle categorie interessate, la misura e le
modalità di pagamento dei detti compensi, nonché la misura della provvigione spettante alla Società,
sono determinate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentite le parti interessate e il
comitato consultivo di cui all’articolo 190. L’efficacia delle disposizioni di cui ai commi quarto e
quinto dell’articolo 68 decorre dalla data di stipulazione dei detti accordi ovvero dalla data di entrata
in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.
2. La ripartizione fra gli aventi diritto, per i quali la SIAE non svolga già attività di intermediazione
ai sensi dell’articolo 180, può avvenire anche tramite le principali associazioni delle categorie
interessate, individuate con proprio decreto dal Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il
comitato consultivo di cui all’articolo 190, in base ad apposite convenzioni».
Art. 3
1. Alla lettera b) del comma 1 dell’articolo 69 della legge 22 aprile 1941, n. 633, sono aggiunte, in
fine, le parole: «ovvero, non essendo stato esercitato il diritto di distribuzione, decorsi almeno
ventiquattro mesi dalla realizzazione delle dette opere e sequenze di immagini».
«1-bis. Per i servizi delle biblioteche e discoteche dello Stato e degli enti pubblici è consentita la
riproduzione in unico esemplare dei fonogrammi e videogrammi contenenti opere cinematografiche o
audiovisive o sequenze di immagini in movimento, siano esse sonore o meno, esistenti presso le
medesime biblioteche e discoteche dello Stato e degli enti pubblici».
Art. 4
1. Nell’articolo 161 della legge 22 aprile 1941, n. 633, il primo comma è sostituito dal seguente:
«Agli effetti dell’esercizio delle azioni previste negli articoli precedenti, possono essere ordinati
dall’autorità giudiziaria la descrizione, l’accertamento, la perizia od il sequestro di ciò che si ritenga
costituire violazione del diritto di utilizzazione».
Art. 5
1. L’articolo 162 della legge 22 aprile 1941, n. 633, è sostituito dal seguente:
«Art. 162. – 1. Salvo quanto diversamente disposto dalla presente legge, i procedimenti di cui
all’articolo 161 sono disciplinati dalle norme del codice di procedura civile concernenti i procedimenti
cautelari di sequestro e di istruzione preventiva per quanto riguarda la descrizione, l’accertamento e la
perizia.
3. Gli interessati possono essere autorizzati ad assistere alle operazioni anche a mezzo di propri
rappresentanti e ad essere assistiti da tecnici di loro fiducia.
4. Alla descrizione non si applicano i commi secondo e terzo dell’articolo 693 del codice di
procedura civile. Ai fini dell’articolo 697 del codice di procedura civile, il carattere dell’eccezionale
urgenza deve valutarsi anche alla stregua dell’esigenza di non pregiudicare l’attuazione del
provvedimento. Si applica anche alla descrizione il disposto degli articoli 669-octies, 669-undecies e
675 del codice di procedura civile.
5. Decorso il termine di cui all’articolo 675 del codice di procedura civile, possono essere
completate le operazioni di descrizione e di sequestro già iniziate, ma non possono esserne iniziate
altre fondate sullo stesso provvedimento; resta salva la facoltà di chiedere al giudice di disporre
ulteriori provvedimenti di descrizione o sequestro nel corso del procedimento di merito.
6. Descrizione e sequestro possono concernere oggetti appartenenti a soggetti anche non identificati
nel ricorso, purché si tratti di oggetti prodotti, offerti, importati o distribuiti dalla parte nei cui
confronti siano stati emessi i suddetti provvedimenti e purché tali oggetti non siano adibiti ad uso
personale, ovvero si tratti di opere diffuse con qualunque mezzo. Il verbale delle operazioni di
sequestro e di descrizione, con il ricorso ed il provvedimento, deve essere notificato al terzo cui
appartengono gli oggetti sui quali descrizione o sequestro sono stati eseguiti entro quindici giorni
dalla conclusione delle operazioni stesse a pena di inefficacia».
Art. 6
1. L’articolo 163 della legge 22 aprile 1941, n. 633, è sostituito dal seguente:
«Art. 163. – 1. Il titolare di un diritto di utilizzazione economica può chiedere che sia disposta
l’inibitoria di qualsiasi attività che costituisca violazione del diritto stesso, secondo le norme del
codice di procedura civile concernenti i procedimenti cautelari.
2. Pronunciando l’inibitoria, il giudice può fissare una somma dovuta per ogni violazione o
inosservanza successivamente constatata o per ogni ritardo nell’esecuzione del provvedimento».
Art. 7
1. Il numero 3) dell’articolo 164 della legge 22 aprile 1941, n. 633, è sostituito dal seguente:
«3) l’ente di diritto pubblico designa i funzionari autorizzati a compiere attestazioni di credito per
diritto d’autore nonchè ai fini della legge 5 febbraio 1992, n. 93; dette attestazioni sono atti aventi
efficacia di titolo esecutivo a norma dell’articolo 474 del codice di procedura civile».
Art. 8
1. Dopo l’articolo 174 della legge 22 aprile 1941, n. 633, sono inseriti i seguenti:
«Art. 174-bis. – 1. Ferme le sanzioni penali applicabili, la violazione delle disposizioni previste
nella presente sezione è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria pari al doppio del prezzo di
mercato dell’opera o del supporto oggetto della violazione, in misura comunque non inferiore a lire
duecentomila. Se il prezzo non è facilmente determinabile, la violazione è punita con la sanzione
amministrativa pecuniaria da lire duecentomila a lire due milioni. La sanzione amministrativa si
applica nella misura stabilita per ogni violazione e per ogni esemplare abusivamente duplicato o
riprodotto.
2. I proventi derivanti dalle sanzioni amministrative, applicate ai sensi del presente articolo,
affluiscono all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnati, con decreto del Ministro del
tesoro, del bilancio e della programmazione economica:
a) in misura pari al cinquanta per cento ad un fondo iscritto allo stato di previsione del Ministero
della giustizia destinato al potenziamento delle strutture e degli strumenti impiegati nella prevenzione
e nell’accertamento dei reati previsti dalla presente legge. Il fondo è istituito con decreto adottato dal
Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dell’interno, ai sensi dell’articolo 17, comma 3,
della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente
disposizione;
b) nella restante misura, ad apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del
bilancio e della programmazione economica per la promozione delle campagne informative di cui al
comma 3-bis dell’articolo 26 della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni.
Art. 174-ter. – 1. Quando esercita l’azione penale per taluno dei reati non colposi previsti nella
presente sezione commessi nell’ambito di un esercizio commerciale o di un’attività soggetta ad
autorizzazione, il pubblico ministero ne dà comunicazione al questore, indicando gli elementi utili per
l’adozione del provvedimento di cui al comma 2.
2. Valutati gli elementi indicati nella comunicazione di cui al comma 1, il questore, sentiti gli
interessati, può disporre, con provvedimento motivato, la sospensione dell’esercizio o dell’attività per
un periodo non inferiore a quindici giorni e non superiore a tre mesi, senza pregiudizio del sequestro
penale eventualmente adottato.
3. In caso di condanna per taluno dei reati di cui al comma 1, è sempre disposta, a titolo di sanzione
amministrativa accessoria, la cessazione temporanea dell’esercizio o dell’attività per un periodo da tre
mesi ad un anno, computata la durata della sospensione disposta a norma del comma 2. Si applica
l’articolo 24 della legge 24 novembre 1981, n. 689. In caso di recidiva specifica è disposta la revoca
della licenza di esercizio o dell’autorizzazione allo svolgimento dell’attività.
4. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche nei confronti degli stabilimenti di
sviluppo e stampa, di sincronizzazione o di postproduzione nonché di masterizzazione, tipografia e
che comunque esercitino attività di produzione industriale connesse alla realizzazione dei supporti
contraffatti e nei confronti dei centri di emissione o ricezione di programmi televisivi. Le agevolazioni
di cui all’articolo 45 della legge 4 novembre 1965, n. 1213, e successive modificazioni, sono sospese
in caso di esercizio dell’azione penale; se vi è condanna, sono revocate e non possono essere
nuovamente concesse per almeno un biennio».
2. Dopo l’articolo 75 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto
18 giugno 1931, n. 773, è inserito il seguente:
3. Al comma 1 dell’articolo 17-bis del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con
regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, introdotto dall’articolo 3 del decreto legislativo 13 luglio 1994,
n. 480, dopo le parole: «articoli 59, 60, 75,» sono inserite le seguenti: «75-bis,».
Art. 9
1. Nel testo della legge 22 aprile 1941, n. 633, l’espressione «Ente italiano per il diritto d’autore»
ovunque ricorra è sostituita dall’espressione: «Società italiana degli autori ed editori (SIAE)».
Art. 10
1. Dopo l’articolo 181 della legge 22 aprile 1941, n. 633, è inserito il seguente:
«Art. 181-bis. - 1. Ai sensi dell’articolo 181 e agli effetti di cui agli articoli 171-bis e 171-ter, la
Società italiana degli autori ed editori (SIAE) appone un contrassegno su ogni supporto contenente
programmi per elaboratore o multimediali nonché su ogni supporto contenente suoni, voci o immagini
in movimento, che reca la fissazione di opere o di parti di opere tra quelle indicate nell’articolo 1,
primo comma, destinati ad essere posti comunque in commercio o ceduti in uso a qualunque titolo a
fine di lucro. Analogo sistema tecnico per il controllo delle riproduzioni di cui all’articolo 68 potrà
essere adottato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sulla base di accordi tra la SIAE
e le associazioni delle categorie interessate.
2. Il contrassegno è apposto sui supporti di cui al comma 1 ai soli fini della tutela dei diritti relativi
alle opere dell’ingegno, previa attestazione da parte del richiedente dell’assolvimento degli obblighi
derivanti dalla normativa sul diritto d’autore e sui diritti connessi. In presenza di seri indizi, la SIAE
verifica, anche successivamente, circostanze ed elementi rilevanti ai fini dell’apposizione.
3. Fermo restando l’assolvimento degli obblighi relativi ai diritti di cui alla presente legge, il
contrassegno, secondo modalità e nelle ipotesi previste nel regolamento di cui al comma 4, che tiene
conto di apposite convenzioni stipulate tra la SIAE e le categorie interessate, può non essere apposto
sui supporti contenenti programmi per elaboratore disciplinati dal decreto legislativo 29 dicembre
1992, n. 518, utilizzati esclusivamente mediante elaboratore elettronico, sempre che tali programmi
non contengano suoni, voci o sequenze di immagini in movimento tali da costituire opere
fonografiche, cinematografiche o audiovisive intere, non realizzate espressamente per il programma
per elaboratore, ovvero loro brani o parti eccedenti il cinquanta per cento dell’opera intera da cui sono
tratti, che diano luogo a concorrenza all’utilizzazione economica delle opere medesime. In tali ipotesi
la legittimità dei prodotti, anche ai fini della tutela penale di cui all’articolo 171-bis, è comprovata da
apposite dichiarazioni identificative che produttori e importatori preventivamente rendono alla SIAE.
5. Il contrassegno deve avere, comunque, caratteristiche tali da non poter essere trasferito su altro
supporto. Deve contenere elementi tali da permettere la identificazione del titolo dell’opera per la
quale è stato richiesto, del nome dell’autore, del produttore o del titolare del diritto d’autore. Deve
contenere altresì l’indicazione di un numero progressivo per ogni singola opera riprodotta o registrata
nonché della sua destinazione alla vendita, al noleggio e a qualsiasi altra forma di distribuzione.
6. L’apposizione materiale del contrassegno può essere affidata anche in parte al richiedente o ad
7. Nei casi di cui al comma 6, la SIAE e il richiedente possono concordare che l’apposizione del
contrassegno sia sostituita da attestazione temporanea resa ai sensi del comma 2, corredata dalla presa
d’atto della SIAE.
8. Agli effetti dell’applicazione della legge penale, il contrassegno è considerato segno distintivo di
opera dell’ingegno».
Art. 11
1. Dopo l’articolo 182 della legge 22 aprile 1941, n. 633, sono inseriti i seguenti:
«Art. 182-bis. – 1. All’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ed alla Società italiana degli
autori ed editori (SIAE) è attribuita, nell’ambito delle rispettive competenze previste dalla legge, al
fine di prevenire ed accertare le violazioni della presente legge, la vigilanza:
b) sulla proiezione in sale cinematografiche di opere e registrazioni tutelate dalla normativa sul
diritto d’autore e sui diritti connessi al suo esercizio;
d) sui centri di riproduzione pubblici o privati, i quali utilizzano nel proprio ambito o mettono a
disposizione di terzi, anche gratuitamente, apparecchi per fotocopia, xerocopia o analogo sistema di
riproduzione.
2. La SIAE, nei limiti dei propri compiti istituzionali, si coordina, a norma del comma 1, con
l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
3. Per lo svolgimento dei compiti indicati nel comma 1, l’Autorità per le garanzie nelle
comunicazioni può conferire funzioni ispettive a propri funzionari ed agire in coordinamento con gli
ispettori della SIAE. Gli ispettori possono accedere ai locali dove vengono svolte le attività di
riproduzione, duplicazione, vendita, emissione via etere e via cavo o proiezione cinematografica
nonchè le attività ad esse connesse. Possono richiedere l’esibizione della documentazione relativa
all’attività svolta, agli strumenti e al materiale in lavorazione, in distribuzione, in fase di utilizzazione
attraverso l’emissione o la ricezione via etere e via cavo o la proiezione cinematografica. Nel caso in
cui i suddetti locali non siano luoghi aperti al pubblico, stabilimenti industriali o esercizi commerciali
o emittenti radiotelevisive, l’accesso degli ispettori deve essere autorizzato dall’autorità giudiziaria.
Art. 182-ter. – 1. Gli ispettori, in caso di accertamento di violazione delle norme di legge,
compilano processo verbale, da trasmettere immediatamente agli organi di polizia giudiziaria per il
compimento degli atti previsti dagli articoli 347 e seguenti del codice di procedura penale».
2. Alla lettera b) del comma 6 dell’articolo 1 della legge 31 luglio 1997, n. 249, dopo il numero 4) è
inserito il seguente:
«4-bis) svolge i compiti attribuiti dall’articolo 182-bis della legge 22 aprile 1941, n. 633, e
successive modificazioni;».
Art. 12
1. All’articolo 26 della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono aggiunti i seguenti commi:
«3-bis. Il dipartimento, nei limiti delle disponibilità derivanti dall’applicazione del comma 3-ter,
realizza e promuove campagne informative attraverso la televisione, la radio, il cinema e la stampa
quotidiana e periodica, volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla illiceità dell’acquisto di
prodotti delle opere dell’ingegno abusivi o contraffatti.
3-ter. Per le finalità di cui al comma 3-bis sono utilizzate le somme affluite nel capitolo di cui
all’articolo 174-bis, comma 2, lettera b), della legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive
modificazioni».
Capo II
DISPOSIZIONI PENALI
Art. 13
1. L’articolo 171-bis della legge 22 aprile 1941, n. 633, è sostituito dal seguente:
«Art. 171-bis. - 1. Chiunque abusivamente duplica, per trarne profitto, programmi per elaboratore o
ai medesimi fini importa, distribuisce, vende, detiene a scopo commerciale o imprenditoriale o
concede in locazione programmi contenuti in supporti non contrassegnati dalla Società italiana degli
autori ed editori (SIAE), è soggetto alla pena della reclusione da sei mesi a tre anni e della multa da
lire cinque milioni a lire trenta milioni. La stessa pena si applica se il fatto concerne qualsiasi mezzo
inteso unicamente a consentire o facilitare la rimozione arbitraria o l’elusione funzionale di dispositivi
applicati a protezione di un programma per elaboratori. La pena non è inferiore nel minimo a due anni
di reclusione e la multa a lire trenta milioni se il fatto è di rilevante gravità.
2. Chiunque, al fine di trarne profitto, su supporti non contrassegnati SIAE riproduce, trasferisce su
altro supporto, distribuisce, comunica, presenta o dimostra in pubblico il contenuto di una banca di
dati in violazione delle disposizioni di cui agli articoli 64-quinquies e 64-sexies, ovvero esegue
l’estrazione o il reimpiego della banca di dati in violazione delle disposizioni di cui agli articoli 102-
bis e 102-ter, ovvero distribuisce, vende o concede in locazione una banca di dati, è soggetto alla pena
della reclusione da sei mesi a tre anni e della multa da lire cinque milioni a lire trenta milioni. La pena
non è inferiore nel minimo a due anni di reclusione e la multa a lire trenta milioni se il fatto è di
rilevante gravità».
Art. 14
1. L’articolo 171-ter della legge 22 aprile 1941, n. 633, è sostituito dal seguente:
«Art. 171-ter. - 1. È punito, se il fatto è commesso per uso non personale, con la reclusione da sei
mesi a tre anni e con la multa da cinque a trenta milioni di lire chiunque a fini di lucro:
c) pur non avendo concorso alla duplicazione o riproduzione, introduce nel territorio dello Stato,
detiene per la vendita o la distribuzione, distribuisce, pone in commercio, concede in noleggio o
comunque cede a qualsiasi titolo, proietta in pubblico, trasmette a mezzo della televisione con
qualsiasi procedimento, trasmette a mezzo della radio, fa ascoltare in pubblico le duplicazioni o
riproduzioni abusive di cui alle lettere a) e b);
d) detiene per la vendita o la distribuzione, pone in commercio, vende, noleggia, cede a qualsiasi
titolo, proietta in pubblico, trasmette a mezzo della radio o della televisione con qualsiasi
procedimento, videocassette, musicassette, qualsiasi supporto contenente fonogrammi o videogrammi
di opere musicali, cinematografiche o audiovisive o sequenze di immagini in movimento, od altro
supporto per il quale è prescritta, ai sensi della presente legge, l’apposizione di contrassegno da parte
della Società italiana degli autori ed editori (SIAE), privi del contrassegno medesimo o dotati di
contrassegno contraffatto o alterato ovvero produce, utilizza, importa, detiene per la vendita, pone in
commercio, vende, noleggia o cede a qualsiasi titolo sistemi atti ad eludere, a decodificare o a
rimuovere le misure di protezione del diritto d’autore o dei diritti connessi;
e) in assenza di accordo con il legittimo distributore, ritrasmette o diffonde con qualsiasi mezzo
un servizio criptato ricevuto per mezzo di apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di
trasmissioni ad accesso condizionato;
f) introduce nel territorio dello Stato, detiene per la vendita o la distribuzione, distribuisce, vende,
2. È punito con la reclusione da uno a quattro anni e con la multa da cinque a trenta milioni di lire
chiunque:
a) l’applicazione delle pene accessorie di cui agli articoli 30 e 32-bis del codice penale;
b) la pubblicazione della sentenza in uno o più quotidiani, di cui almeno uno a diffusione
nazionale, e in uno o più periodici specializzati;
5. Gli importi derivanti dall’applicazione delle sanzioni pecuniarie previste dai precedenti commi
sono versati all’Ente nazionale di previdenza ed assistenza per i pittori e scultori, musicisti, scrittori ed
autori drammatici».
Art. 15
1. Dopo l’articolo 171-quater della legge 22 aprile 1941, n. 633, è inserito il seguente:
«Art. 171-quinquies. – 1. Ai fini delle disposizioni di cui alla presente legge è equiparata alla
concessione in noleggio la vendita con patto di riscatto ovvero sotto condizione risolutiva quando sia
previsto che nel caso di riscatto o di avveramento della condizione il venditore restituisca una somma
comunque inferiore a quella pagata oppure quando sia previsto da parte dell’acquirente, al momento
della consegna, il pagamento di una somma a titolo di acconto o ad altro titolo comunque inferiore al
prezzo di vendita».
Art. 16
1. Chiunque abusivamente utilizza con qualsiasi procedimento, anche via etere o via cavo, duplica,
riproduce, in tutto o in parte, un’opera dell’ingegno tutelata dalla normativa sul diritto d’autore e sui
diritti connessi al suo esercizio, oppure acquista o noleggia supporti audiovisivi fonografici o
informatici o multimediali non conformi alle prescrizioni della presente legge è punito, purché il fatto
non costituisca concorso nei reati di cui agli articoli 171, 171-bis, 171-ter, 171-quater, 171-quinquies,
171-septies e 171-octies della legge 22 aprile 1941, n. 633, come modificati o introdotti dalla presente
legge, con la sanzione amministrativa pecuniaria di lire trecentomila e con le sanzioni accessorie della
confisca del materiale e della pubblicazione del provvedimento su un giornale quotidiano a diffusione
nazionale.
2. In caso di recidiva o di fatto grave per la quantità delle violazioni o delle copie acquistate o
noleggiate, la sanzione amministrativa è aumentata sino a lire due milioni e il fatto è punito con la
confisca degli strumenti e del materiale, con la pubblicazione della sentenza su due o più giornali
quotidiani a diffusione nazionale o su uno o più periodici specializzati nel settore dello spettacolo e, se
si tratta di attività imprenditoriale, con la revoca della concessione o autorizzazione di diffusione
radiotelevisiva per l’esercizio dell’attività produttiva o commerciale.
Art. 17
1. Dopo l’articolo 171-quinquies della legge 22 aprile 1941, n. 633, introdotto dall’articolo 15 della
presente legge, sono inseriti i seguenti:
«Art. 171-sexies. – 1. Quando il materiale sequestrato è, per entità, di difficile custodia, l’autorità
giudiziaria può ordinarne la distruzione, osservate le disposizioni di cui all’articolo 83 delle norme di
attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, approvate con decreto
legislativo 28 luglio 1989, n. 271.
2. È sempre ordinata la confisca degli strumenti e dei materiali serviti o destinati a commettere i
reati di cui agli articoli 171-bis, 171-ter e 171-quater nonché delle videocassette, degli altri supporti
audiovisivi o fonografici o informatici o multimediali abusivamente duplicati, riprodotti, ceduti,
commerciati, detenuti o introdotti sul territorio nazionale, ovvero non provvisti di contrassegno SIAE,
ove richiesto, o provvisti di contrassegno SIAE contraffatto o alterato, o destinato ad opera diversa. La
confisca è ordinata anche nel caso di applicazione della pena su richiesta delle parti a norma
dell’articolo 444 del codice di procedura penale.
a) ai produttori o importatori dei supporti non soggetti al contrassegno di cui all’articolo 181-bis,
i quali non comunicano alla SIAE entro trenta giorni dalla data di immissione in commercio sul
territorio nazionale o di importazione i dati necessari alla univoca identificazione dei supporti
medesimi;
b) salvo che il fatto non costituisca più grave reato, a chiunque dichiari falsamente l’avvenuto
assolvimento degli obblighi di cui all’articolo 181-bis, comma 2, della presente legge.
Art. 171-octies. – 1. Qualora il fatto non costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da
sei mesi a tre anni e con la multa da lire cinque milioni a lire cinquanta milioni chiunque a fini
fraudolenti produce, pone in vendita, importa, promuove, installa, modifica, utilizza per uso pubblico
e privato apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso
condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica sia digitale. Si
intendono ad accesso condizionato tutti i segnali audiovisivi trasmessi da emittenti italiane o estere in
forma tale da rendere gli stessi visibili esclusivamente a gruppi chiusi di utenti selezionati dal soggetto
che effettua l’emissione del segnale, indipendentemente dalla imposizione di un canone per la
fruizione di tale servizio.
2. La pena non è inferiore a due anni di reclusione e la multa a lire trenta milioni se il fatto è di
rilevante gravità.
Art. 171-novies. – 1. La pena principale per i reati di cui agli articoli 171-bis, 171-ter e 171-quater
è diminuita da un terzo alla metà e non si applicano le pene accessorie a colui che, prima che la
violazione gli sia stata specificatamente contestata in un atto dell’autorità giudiziaria, la denuncia
spontaneamente o, fornendo tutte le informazioni in suo possesso, consente l’individuazione del
promotore o organizzatore dell’attività illecita di cui agli articoli 171-ter e 171-quater, di altro
duplicatore o di altro distributore, ovvero il sequestro di notevoli quantità di supporti audiovisivi e
fonografici o di strumenti o materiali serviti o destinati alla commissione dei reati.
2. Le disposizioni del presente articolo non si applicano al promotore o organizzatore delle attività
illecite previste dall’articolo 171-bis, comma 1, e dall’articolo 171-ter, comma 1».
Art. 18
1. All’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 93, dopo il comma 6 sono aggiunti i seguenti:
«6-bis. I soggetti indicati nel comma 3 devono presentare alla SIAE, ogni tre mesi, una
dichiarazione dalla quale risultino le vendite effettuate ai sensi del comma 1 ed il compenso
conseguentemente dovuto ai sensi del medesimo comma 1 e, contestualmente, devono corrispondere
il compenso dovuto a norma dei commi 1 e 3.
6-ter. Nel caso di inadempimento dell’obbligo di cui al comma 6-bis, ovvero se sussistono seri
indizi che la dichiarazione presentata non corrisponda alla realtà, la SIAE può ottenere che il giudice
disponga l’esibizione delle scritture contabili del soggetto obbligato oppure che acquisisca da questi le
necessarie informazioni».
Art. 19
1. Presso la Presidenza del Consiglio dei ministri è istituito il Comitato per la tutela della proprietà
intellettuale, di seguito denominato «Comitato».
2. Il Comitato è composto dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri
avente delega, che lo presiede, e da quattro esperti di riconosciuta competenza di cui uno indicato
dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e uno dalla Società italiana degli autori ed editori
(SIAE), nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Gli esperti, il cui mandato è a
titolo gratuito, restano in carica per due anni e possono essere confermati una sola volta.
3. Il Comitato è organo di consulenza tecnica e documentale della Presidenza del Consiglio dei
ministri e, in tale veste, può elaborare proposte per rendere più efficace l’attività di contrasto delle
attività illecite lesive della proprietà intellettuale.
4. Ai fini dell’esercizio dei propri compiti, il Comitato può richiedere copie di atti e informazioni
utili alle pubbliche amministrazioni, alle imprese e alle associazioni di categoria, che le forniscono,
salvo che siano coperti dal segreto industriale ed aziendale; può richiedere, altresì, all’autorità
giudiziaria il rilascio di copie, estratti o certificati, che sono rilasciati, senza spese, ai sensi e nei limiti
dell’articolo 116 del codice di procedura penale.
5. Gli atti e le informazioni acquisiti ai sensi del comma 4 sono coperti dal segreto d’ufficio. I dati
possono essere elaborati in forma anonima per mezzo di un apposito sistema informatico e telematico.
6. Fermo restando l’obbligo di denuncia di reato, il Comitato segnala all’autorità giudiziaria e agli
organi che svolgono funzioni di vigilanza in materia i fatti e le circostanze comunque utili ai fini
dell’attività di prevenzione e di repressione degli illeciti.
7. L’Ufficio per il diritto d’autore e la promozione delle attività culturali provvede alle funzioni di
assistenza tecnico-amministrativa e di segreteria del Comitato, avvalendosi del servizio per
l’antipirateria. L’istituzione e il funzionamento del Comitato non comportano oneri finanziari
aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato.
1. Agli effetti dell’applicazione del presente decreto si applicano le definizioni elencate nell’articolo
1, comma 2, della legge 31 dicembre 1996, n. 675.
2. Nell’articolo 2 della legge 31 dicembre 1996, n. 675, sono aggiunti i seguenti commi:
"1-bis. La presente legge si applica anche al trattamento di dati personali effettuato da chiunque è
stabilito nel territorio di un Paese non appartenente all’Unione europea e impiega, per il trattamento,
mezzi situati nel territorio dello Stato anche diversi da quelli elettronici o comunque automatizzati,
salvo che essi siano utilizzati solo ai fini di transito nel territorio dell’Unione europea.
1-ter. Nei casi di cui al comma 1-bis il titolare stabilito nel territorio di un Paese non appartenente
all’Unione europea deve designare ai fini dell’applicazione della presente legge un proprio
rappresentante stabilito nel territorio dello Stato.".
1. Nell’articolo 3, comma 2, della legge 31 dicembre 1996, n. 675, le parole: "le disposizioni di cui
agli articoli 18 e 36" sono sostituite dalle seguenti: "l’articolo 18 ".
1. Nell’articolo 7, comma 1, della legge 31 dicembre 1996, n. 675, è aggiunto in fine il seguente
periodo: "se il trattamento, in ragione delle relative modalità o della natura dei dati personali, sia
suscettibile di recare pregiudizio ai diritti e alle libertà dell’interessato, e nei soli casi e con le
modalità individuati con il regolamento di cui all’articolo 33, comma 3".
2. Nell’articolo 7, comma 2, della legge 31 dicembre 1996, n. 675, le parole: "indicati nel comma 4"
sono sostituite dalle seguenti: "che devono essere indicati".
3. Nell’articolo 7, comma 4, lettera h), della legge 31 dicembre 1996, n. 675, le parole: "del
responsabile;" sono sostituite dalle seguenti: "del rappresentante del titolare nel territorio dello Stato
e di almeno un responsabile, da indicare nel soggetto eventualmente designato ai fini di cui
all’articolo 13; ".
4. Le disposizioni di cui all’articolo 7, commi 3, 4, 5, 5-bis, 5-ter, 5-quater e 5-quinquies, 13, comma
1, lett. b) e 28, comma 7, della legge 31 dicembre 1996, n. 675 sono abrogate a decorrere dalla data di
entrata in vigore delle modifiche apportate al regolamento di cui all’articolo 33, comma 3, della
medesima legge in applicazione del comma 1 del presente articolo.
1. Nell’articolo 10, comma 1, lettera f), della legge 31 dicembre 1996, n. 675, le parole: "e, se
designato, del responsabile" sono sostituite dalle seguenti: ", del suo rappresentante nel territorio
dello Stato e di almeno un responsabile, da indicare nel soggetto eventualmente designato ai fini di
cui all’articolo 13, indicando il sito della rete di comunicazione o le modalità attraverso le quali è
altrimenti conoscibile in modo agevole l’elenco aggiornato dei responsabili.".
1. Nell’articolo 12, comma 1, lettera b), della legge 31 dicembre 1996, n. 675, le parole: "per
l’acquisizione di informative precontrattuali attivate" sono sostituite dalle seguenti: "per l’esecuzione
di misure precontrattuali adottate".
2. Nell’articolo 12, comma 1, della legge 31 dicembre 1996, n. 675, è inserita in fine la seguente
lettera: "h-bis) è necessario, nei casi individuati dal Garante sulla base dei principi sanciti dalla
legge, per perseguire un legittimo interesse del titolare o di un terzo destinatario dei dati, qualora
non prevalgano i diritti e le libertà fondamentali, la dignità o un legittimo interesse dell’interessato.".
1. Nell’articolo 14, comma 1, della legge 31 dicembre 1996, n. 675, è aggiunta in fine la seguente
lettera: "e-bis) da fornitori di servizi di telecomunicazioni accessibili al pubblico, limitatamente ai
dati personali identificativi di chiamate telefoniche entranti, salvo che possa derivarne pregiudizio
per lo svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397.".
1. Nell’articolo 20, comma 1, della legge 31 dicembre 1996, n. 675, dopo la lettera a) è inserita la
seguente: "a-bis) qualora siano necessarie per l'esecuzione di obblighi derivanti da un contratto del
quale è parte l'interessato o per l’esecuzione di misure precontrattuali adottate su richiesta di
quest'ultimo,".
2. Nell’articolo 20, comma 1, della legge 31 dicembre 1996, n. 675, è inserita in fine la seguente
lettera: "h-bis) limitatamente alla comunicazione, quando questa sia necessaria, nei casi individuati
dal Garante sulla base dei principi sanciti dalla legge, per perseguire un legittimo interesse del
titolare o di un terzo destinatario dei dati, qualora non prevalgano i diritti e le libertà fondamentali,
la dignità o un legittimo interesse dell’interessato.".
1. Nell’articolo 22 della legge 31 dicembre 1996, n. 675, dopo il comma 1-bis è inserito il seguente:
2. Nell’articolo 22 della legge 31 dicembre 1996, n. 675, il comma 4 è sostituito dal seguente:
"4. I dati personali indicati al comma 1 possono essere oggetto di trattamento previa autorizzazione
del Garante:
a) qualora il trattamento sia effettuato da associazioni, enti od organismi senza scopo di lucro, anche
non riconosciuti, a carattere politico, filosofico, religioso o sindacale, ivi compresi partiti e
movimenti politici, confessioni e comunità religiose, per il perseguimento di fnalità lecite,
relativamente ai dati personali degli aderenti o dei soggetti che in relazione a tali finalità hanno
contatti regolari con l’associazione, ente od organismo, sempre che i dati non siano comunicati o
diffusi fuori del relativo ambito e l’ente, l’associazione o l’organismo determinino idonee garanzie
relativamente ai trattamenti effettuati;
b) qualora il trattamento sia necessario per la salvaguardia della vita o dell'incolumità fisica
dell'interessato o di un terzo, nel caso in cui l’interessato non può prestare il proprio consenso per
impossibilità fisica, per incapacità di agire o per incapacità d’intendere o di volere;
c) qualora il trattamento sia necessario ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive di cui
alla legge 7 dicembre 2000, n. 397 o, comunque, per far valere o difendere in sede giudiziaria un
diritto, di rango pari a quello dell’interessato quando i dati siano idonei a rivelare lo stato di salute e
la vita sessuale, sempre che i dati siano trattati esclusivamente per tali finalità e per il periodo
strettamente necessario al loro perseguimento. Il Garante prescrive le misure e gli accorgimenti di
cui al comma 2 e promuove la sottoscrizione di un apposito codice di deontologia e di buona condotta
secondo le modalità di cui all'articolo 31, comma 1, lettera h). Resta fermo quanto previsto
dall'articolo 43, comma 2. ".
1. Il trattamento dei dati diversi da quelli di cui agli articoli 22 e 24 che presenta rischi specifici per i
diritti e le libertà fondamentali, nonché per la dignità dell’interessato, in relazione alla natura dei
dati o alle modalità del trattamento o agli effetti che può determinare, è ammesso nel rispetto di
misure ed accorgimenti a garanzia dell’interessato, ove prescritti.
2. Le misure e gli accorgimenti di cui al comma 1 sono prescritti dal Garante sulla base dei principi
sanciti dalla legge nell’ambito di una verifica preliminare all’inizio del trattamento, effettuata anche
in relazione a determinate categorie di titolari o di trattamenti, sulla base di un eventuale interpello
del titolare.".
1. Nell’articolo 28, comma 1, della legge 31 dicembre 1996, n. 675, le parole: "o riguardi taluno dei
dati di cui agli articoli 22 e 24" sono sostituite dalle seguenti: "e ricorra uno dei casi individuati ai
sensi dell’articolo 7, comma 1".
2. Nell’articolo 28, comma 3, della legge 31 dicembre 1996, n. 675, le parole da: "ovvero," fino alla
fine del periodo sono soppresse.
3. Nell’articolo 28, comma 4, lettera b), della legge 31 dicembre 1996, n. 675, le parole: "per
l’acquisizione di informative precontrattuali attivate" sono sostituite dalle seguenti: "per l’esecuzione
di misure precontrattuali adottate".
4. Nell’articolo 28, comma 4, lettera g), della legge 31 dicembre 1996, n. 675, sono inserite in fine le
seguenti parole: ", ovvero individuate dalla Commissione europea con le decisioni previste dagli
articoli 25, paragrafo 6, e 26, paragrafo 4, della direttiva n. 95/46/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio del 24 ottobre 1995".
1. Nella lettera c) del comma 1 dell’articolo 31 della legge 31 dicembre 1996, n. 675, la parola:
"opportune" è sostituita dalle seguenti: "necessarie o opportune".
2. Nella lettera l) del comma 1 dell’articolo 31 della legge 31 dicembre 1996, n. 675, dopo la parola:
"blocco" sono inserite le seguenti: "se il trattamento risulta illecito o non corretto anche per effetto
della mancata adozione delle misure necessarie di cui alla lettera c), oppure".
2. Alle violazioni dell’articolo 34 della legge 31 dicembre 1996, n. 675, commesse prima dell’entrata
in vigore del presente decreto si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui agli articoli
100, 101 e 102 del decreto legislativo 30 dicembre 1999, n. 507.
1. Nell’articolo 35, comma 2, della legge 31 dicembre 1996, n. 675, le parole: "comunica o diffonde"
sono sostituite dalle seguenti: "procede al trattamento di" e le parole: "e 24, ovvero" sono sostituite
dalle parole: ", 24 e 24-bis, ovvero".
1. Chiunque, essendovi tenuto, omette di adottare le misure necessarie a garantire la sicurezza dei
dati personali, in violazione delle disposizioni dei regolamenti di cui ai commi 2 e 3 dell'articolo 15, è
punito con l'arresto sino a due anni o con l'ammenda da lire dieci milioni a lire ottanta milioni.
2. All’autore del reato, all’atto dell’accertamento o, nei casi complessi, anche con successivo atto del
Garante, è impartita una prescrizione fissando un termine per la regolarizzazione non eccedente il
periodo di tempo tecnicamente necessario, prorogabile in caso di particolare complessità o per
l’oggettiva difficoltà dell’adempimento e comunque non superiore a sei mesi. Nei sessanta giorni
successivi allo scadere del termine, se risulta l’adempimento alla prescrizione, l'autore del reato è
ammesso dal Garante a pagare una somma pari al quarto del massimo dell'ammenda stabilita per la
contravvenzione. L'adempimento e il pagamento estinguono il reato. L’organo che impartisce la
prescrizione e il pubblico ministero provvedono nei modi di cui agli articoli 21, 22, 23 e 24 del
decreto legislativo 19 dicembre 1994, n. 758, in quanto applicabili.".
2. Per i procedimenti penali per il reato di cui all’articolo 36 della legge 31 dicembre 1996, n. 675 in
corso, entro quaranta giorni dall’entrata in vigore del presente decreto l’autore del reato può fare
richiesta all’autorità giudiziaria di essere ammesso alla procedura indicata all’articolo 36, comma 2,
della medesima legge n. 675 del 1996, come sostituito dal presente decreto. L’Autorità giudiziaria
dispone la sospensione del procedimento e trasmette gli atti al Garante per la protezione dei dati
personali che provvede ai sensi del medesimo articolo 36, comma 2.
1. Nell’articolo 37, comma 1, della legge 31 dicembre 1996, n. 675, le parole: "o dell’articolo 29,
commi 4 e 5," sono sostituite dalle seguenti: "o degli articoli 29, commi 4 e 5, e 31, comma 1, lettera
l),".
1. Chiunque, nelle notificazioni di cui agli articoli 7, 16, comma 1, e 28 o in atti, documenti o
1. Nell’articolo 39, comma 1, della legge 31 dicembre 1996, n. 675, le parole: "da lire un milione a
lire sei milioni" sono sostituite dalle seguenti: "da lire cinquemilioni a lire trentamilioni".
2. L’articolo 39, comma 2, della legge 31 dicembre 1996, n. 675, è sostituito dal seguente:
"2. La violazione delle disposizioni di cui all’articolo 10 è punita con la sanzione amministrativa del
pagamento di una somma da lire tre milioni a lire diciotto milioni o, nei casi di cui agli articoli 22, 24
e 24-bis o, comunque, di maggiore rilevanza del pregiudizio per uno o più interessati, da lire cinque
milioni a lire trenta milioni. La somma può essere aumentata sino al triplo quando essa risulti
inefficace in ragione delle condizioni economiche del contravventore. La violazione della disposizione
di cui all’articolo 23, comma 2, è punita con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma
da lire cinquecentomila a lire tre milioni. ".
3. Nell’articolo 39, comma 3, della legge 31 dicembre 1996, n. 675, e successive modificazioni ed
integrazioni, le parole: "presente articolo" sono sostituite dalle seguenti: "presente capo".
1. Nell’articolo 41, comma 1, della legge 31 dicembre 1996, n. 675, è aggiunto in fine il seguente
periodo: "Le disposizioni del presente comma restano in vigore sino alla data del 30 giugno 2003.".
1. Negli articoli 10, comma 4, 12, comma 1, lettera h), 20, comma 1, lettera g) e 28, comma 4, lettera
d), le parole: "investigazioni di cui all'articolo 38 delle norme di attuazione, di coordinamento e
transitorie del codice di procedura penale, approvate con decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, e
successive modificazioni," sono sostituite dalle parole: "investigazioni difensive di cui alla legge 7
dicembre 2000, n. 397,".
1. Al fine di garantire la piena attuazione dei principi previsti dalla disciplina in materia di trattamento
dei dati personali, ai sensi dell’articolo 31, comma 1, lett. h), della legge 31 dicembre 1996, n. 675, il
Garante promuove entro il 30 giugno 2002 la sottoscrizione di codici di deontologia e di buona
condotta per i soggetti pubblici e privati interessati al trattamento dei dati personali nei settori indicati
al comma 2, tenendo conto della specificità dei trattamenti nei diversi ambiti, nonché dei criteri
direttivi delle raccomandazioni del Consiglio d’Europa indicate nell’articolo 1, comma 1, lettera b),
a) effettuati da fornitori di servizi di comunicazione e informazione offerti per via telematica, con
particolare riguardo ai criteri per assicurare ed uniformare una più adeguata informazione e
consapevolezza degli utenti delle reti di telecomunicazione gestite da soggetti pubblici e privati
rispetto ai tipi di dati personali trattati e alle modalità del loro trattamento, in particolare attraverso
informative fornite in linea in modo agevole ed interattivo, per favorire una più ampia trasparenza e
correttezza nei confronti dei medesimi utenti e il pieno rispetto dei principi di cui all’articolo 9 della
legge 31 dicembre 1996, n. 675, anche ai fini dell’eventuale rilascio di certificazioni attestanti la
qualità delle modalità prescelte e il livello di sicurezza assicurato;
b) necessari per finalità previdenziali o per la gestione del rapporto di lavoro, prevedendo anche
specifiche modalità per l’informativa all’interessato e per l’eventuale prestazione del consenso
relativamente alla pubblicazione di annunci per finalità di occupazione e alla ricezione di curricula
contenenti dati personali anche sensibili;
c) effettuato a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta, ovvero per il compimento di
ricerche di mercato o di comunicazione commerciale interattiva, prevedendo anche, per i casi in cui il
trattamento non presuppone il consenso dell’interessato, forme semplificate per manifestare e rendere
meglio conoscibile l’eventuale dichiarazione di non voler ricevere determinate comunicazioni;
d) svolto a fini di informazione commerciale, prevedendo anche, in correlazione con quanto previsto
dall’articolo 10, comma 4, della legge 31 dicembre 1996, n. 675, modalità semplificate per
l’informativa all’interessato e idonei meccanismi per favorire la qualità e l’esattezza dei dati raccolti e
comunicati;
e) effettuato nell’ambito di sistemi informativi di cui sono titolari soggetti privati, utilizzati a fini di
concessione di crediti al consumo o comunque riguardanti l’affidabilità e la puntualità nei pagamenti
da parte degli interessati, individuando anche specifiche modalità per favorire la comunicazione di
dati personali esatti e aggiornati nel rispetto dei diritti dell’interessato;
f) provenienti da archivi, registri, elenchi, atti o documenti tenuti da soggetti pubblici, anche
individuando i casi in cui debba essere indicata la fonte di acquisizione dei dati e prevedendo garanzie
appropriate per l’associazione di dati provenienti da più archivi, tenendo presente quanto previsto
dalla Raccomandazione del Consiglio d’Europa N. R (91) 10 in relazione all’articolo 9 della legge 31
dicembre 1996, n. 675;
3. Il rispetto delle disposizioni in essi contenute costituisce condizione essenziale per la liceità del
4. I codici sono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana a cura del Garante e
riportati in allegato al testo unico delle disposizioni in materia previsto dall’articolo 1, comma 4, della
legge 24 marzo 2001, n. 127.
1. All’articolo 5, comma 1, del decreto legislativo 13 maggio 1998, n. 171, le parole: "consentono
che" è sostituita dalle seguenti: "sono tenuti a predisporre ogni misura idonea affinché ".
2. Dopo il comma 1 dell’articolo 5 del decreto legislativo 13 maggio 1998, n. 171, è inserito il
seguente: "1-bis. I fornitori di cui al comma 1 sono tenuti a documentare al Garante, entro il 30
giugno 2002, le misure predisposte. In caso di mancata documentazione si applica la sanzione
amministrativa prevista dall’articolo 39, comma 1, della legge 31 dicembre 1996, n. 675. In
mancanza di idonee misure il Garante provvede altresì ai sensi dell’articolo 31, comma 1, lettere c)
ed l), della medesima legge.".
1. All’articolo 6, comma 6, del decreto legislativo 13 maggio 1998, n. 171, le parole "di tale servizio"
sono sostituite dalle seguenti: "di tale servizio e delle possibilità previste ai commi 1, 2, 3 e 4".
2. I provvedimenti attuativi delle disposizioni di cui agli articoli 5, comma 2, e 9 sono adottati, in sede
di prima applicazione del presente decreto, entro centoventi giorni a decorrere dal 1 ottobre 2002.
3. In sede di prima applicazione della disposizione di cui alla lettera a) del comma 4 dell’articolo 22
della legge 31 dicembre 1996, n. 675, introdotta dall’articolo 8 del presente decreto, le garanzie
previste nella medesima lettera a) sono determinate dall’associazione, dall’ente o dall’organismo entro
il 30 giugno 2002.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti
normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare.
CAPO I
PRINCIPI GENERALI
1. La presente legge garantisce che il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti,
delle libertà fondamentali, nonché della dignità delle persone fisiche, con particolare riferimento alla
riservatezza e all'identità personale; garantisce altresì i diritti delle persone giuridiche e di ogni altro
ente o associazione.
d) per "titolare", la persona fisica, la persona giuridica, la pubblica amministrazione e qualsiasi altro
ente, associazione od organismo cui competono le decisioni in ordine alle finalità ed alle modalità del
trattamento di dati personali, ivi compreso il profilo della sicurezza;
e) per "responsabile", la persona fisica, la persona giuridica, la pubblica amministrazione e qualsiasi
altro ente, associazione od organismo preposti dal titolare al trattamento di dati personali;
f) per "interessato", la persona fisica, la persona giuridica, l'ente o l'associazione cui si riferiscono i
dati personali;
g) per "comunicazione", il dare conoscenza dei dati personali a uno o più soggetti determinati diversi
dall'interessato, in qualunque forma, anche mediante la loro messa a disposizione o consultazione;
h) per "diffusione", il dare conoscenza dei dati personali a soggetti indeterminati, in qualunque forma,
anche mediante la loro messa a disposizione o consultazione;
i) per "dato anonimo", il dato che in origine, o a seguito di trattamento, non può essere associato ad un
interessato identificato o identificabile;
l) per "blocco", la conservazione di dati personali con sospensione temporanea di ogni altra
operazione del trattamento;
m) per "Garante", l'autorità istituita ai sensi dell'articolo 30.
1. La presente legge si applica al trattamento di dati personali da chiunque effettuato nel territorio
dello Stato.
1-bis. La presente legge si applica anche al trattamento di dati personali effettuato da chiunque è
stabilito nel territorio di un Paese non appartenente all’Unione europea e impiega, per il trattamento,
mezzi situati nel territorio dello Stato anche diversi da quelli elettronici o comunque automatizzati,
salvo che essi siano utilizzati solo ai fini di transito nel territorio dell’Unione europea.
1-ter. Nei casi di cui al comma 1-bis il titolare stabilito nel territorio di un Paese non appartenente
all’Unione europea deve designare ai fini dell’applicazione della presente legge un proprio
rappresentante stabilito nel territorio dello Stato.
1. Il trattamento di dati personali effettuato da persone fisiche per fini esclusivamente personali non è
soggetto all'applicazione della presente legge, sempreché i dati non siano destinati ad una
comunicazione sistematica o alla diffusione.
2. Al trattamento di cui al comma 1 si applicano in ogni caso le disposizioni in tema di sicurezza dei
dati di cui all'articolo 15, nonché l’articolo 18.
2. Ai trattamenti di cui al comma 1 si applicano in ogni caso le disposizioni di cui agli articoli 9, 15,
17, 18, 31, 32, commi 6 e 7 e 36, nonché, fatta eccezione per i trattamenti di cui alla lettera b) del
comma 1, le disposizioni di cui agli articoli 7 e 34.
1. Il trattamento di dati personali svolto senza l'ausilio di mezzi elettronici o comunque automatizzati
è soggetto alla medesima disciplina prevista per il trattamento effettuato con l'ausilio di tali mezzi.
1. Il trattamento nel territorio dello Stato di dati personali detenuti all'estero è soggetto alle
disposizioni della presente legge.
2. Se il trattamento di cui al comma 1 consiste in un trasferimento di dati personali fuori dal territorio
nazionale si applicano in ogni caso le disposizioni dell'articolo 28.
CAPO II
OBBLIGHI PER IL TITOLARE DEL TRATTAMENTO
Art. 7 - Notificazione
correlate. Una nuova notificazione è richiesta solo se muta taluno degli elementi che devono essere
indicati e deve precedere l'effettuazione della variazione.2.
4. La notificazione contiene:
a) il nome, la denominazione o la ragione sociale e il domicilio, la residenza o la sede del titolare;
b) le finalità e modalità del trattamento;
c) la natura dei dati, il luogo ove sono custoditi e le categorie di interessati cui i dati si riferiscono;
d) l'ambito di comunicazione e di diffusione dei dati;
e) i trasferimenti di dati previsti verso Paesi non appartenenti all'Unione europea o, qualora riguardino
taluno dei dati di cui agli articoli 22 e 24, fuori del territorio nazionale;
f) una descrizione generale che permetta di valutare l'adeguatezza delle misure tecniche ed
organizzative adottate per la sicurezza dei dati;
g) l'indicazione della banca di dati o delle banche di dati cui si riferisce il trattamento, nonché
l'eventuale connessione con altri trattamenti o banche di dati, anche fuori del territorio nazionale;
h) il nome, la denominazione o la ragione sociale e il domicilio, la residenza o la sede del
rappresentante del titolare nel territorio dello Stato e di almeno un responsabile, da indicare nel
soggetto eventualmente designato ai fini di cui all’articolo 13; in mancanza di tale indicazione si
considera responsabile il notificante;
i) la qualità e la legittimazione del notificante.
5. I soggetti tenuti ad iscriversi o che devono essere annotati nel registro delle imprese di cui
all'articolo 2188 del codice civile, nonché coloro che devono fornire le informazioni di cui all'articolo
8, comma 8, lettera d), della legge 29 dicembre 1993, n. 580, alle camere di commercio, industria,
artigianato e agricoltura, possono effettuare la notificazione per il tramite di queste ultime, secondo le
modalità stabilite con il regolamento di cui all'articolo 33, comma 3. I piccoli imprenditori e gli
artigiani possono effettuare la notificazione anche per il tramite delle rispettive rappresentanze di
categoria; gli iscritti agli albi professionali anche per il tramite dei rispettivi ordini professionali. Resta
in ogni caso ferma la disposizione di cui al comma 3.
5-bis. La notificazione in forma semplificata può non contenere taluno degli elementi di cui al comma
4, lettere b), c), e),e g), individuati dal Garante ai sensi del regolamento di cui all'art. 33, comma 3,
quando il trattamento è effettuato:
a) da soggetti pubblici, esclusi gli enti pubblici economici, sulla base di espressa disposizione di legge
ai sensi degli articoli 22, comma 3 e 24, ovvero dei provvedimenti di cui al medesimo articolo 24;
b) nell'esercizio della professione di giornalista e per l'esclusivo perseguimento delle relative finalità,
ovvero dai soggetti indicati nel comma 4-bis dell'art. 25, nel rispetto del codice di deontologia di cui
al medesimo articolo;
c) temporaneamente senza l'ausilio di mezzi elettronici o comunque automatizzati, ai soli fini e con le
modalità strettamente collegate all'organizzazione dell'attività esercitata dal titolare, relativamente a
dati non registrati in una banca di dati e diversi da quelli di cui agli articoli 22 e 24.
5-ter. Fuori dei casi di cui all'art. 4, il trattamento non è soggetto a notificazione quando:
a) è necessario per l'assolvimento di un compito previsto dalla legge, da un regolamento o dalla
normativa comunitaria, relativamente a dati diversi da quelli indicati negli articoli 22 e 24;
b) riguarda dati contenuti o provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da
chiunque, fermi restando i limiti di cui all'art. 20, comma 1, lettera b);
c) è effettuato per esclusive finalità di gestione del protocollo, relativamente ai dati necessari per la
classificazione della corrispondenza inviata per fini diversi dal quelli di cui all'articolo 13, comma 1,
lettera e);
d) riguarda rubriche telefoniche o analoghe non destinate alla diffusione, utilizzate unicamente per
ragioni di ufficio e di lavoro e comunque per fini diversi da quelli di cui all'articolo 13, comma 1,
lettera c);
e) è finalizzato unicamente all'adempimento di specifichi obblighi contabili, retributivi, previdenziali,
assistenziali e fiscali, ed è effettuato con riferimento alle sole categorie di dati, di interessati e di
destinatari della comunicazione e della diffusione strettamente collegate a tale adempimento,
conservando inoltre i dati non oltre il periodo necessario all'adempimento medesimo;
f) è effettuato, salvo quanto previsto dal comma 5-bis lettera b), da liberi professionisti iscritti in albi o
elenchi professionali, per le sole finalità strettamente collegate all'adempimento di specifiche
prestazioni e fermo restando il segreto professionale;
g) è effettuato dai piccoli imprenditori di cui all'art. 2083 del codice civile per le sole finalità
strettamente collegate allo svolgimento dell'attività professionale esercitata, e limitatamente alle
categorie di dati, di interessati, di destinatari della comunicazione e diffusione e al periodo di
conservazione dei dati necessari per il perseguimento delle finalità medesime;
h) è finalizzato alla tenuta di albi o elenchi professionali in conformità alle leggi e ai regolamenti;
i) è effettuato per esclusive finalità dell'ordinaria gestione di biblioteche, musei e mostre, in
conformità alle leggi e ai regolamenti, ovvero per la organizzazione di iniziative culturali o sportive o
per la formazione di cataloghi e bibliografie;
l) è effettuato da associazioni, fondazioni, comitati anche a carattere politico, filosofico, religioso o
sindacale, ovvero da loro organismi rappresentativi, istituiti per scopi non di lucro e per il
perseguimento di finalità lecite, relativamente a dati inerenti agli associati e ai soggetti che in
relazione a tali finalità hanno contatti regolari con l'associazione, la fondazione, il comitato o
l'organismo, fermi restando gli obblighi di informativa degli interessati e di acquisizione del consenso,
ove necessario;
m) è effettuato dalle organizzazioni di volontariato di cui alla legge 11 agosto 1991, n 266, nei limiti
di cui alla lettera l) e nel rispetto delle autorizzazioni e delle prescrizioni di legge di cui agli articoli 22
e 23;
n) è effettuato temporaneamente ed è finalizzato esclusivamente alla pubblicazione o diffusione di
articoli, saggi e altre manifestazioni del pensiero, nel rispetto del codice di cui all'art, 25;
o) è effettuato, anche con mezzi elettronici o comunque automatizzati, per la redazione di periodici o
pubblicazioni aventi finalità di informazione giuridica, relativamente a dati desunti da provvedimenti
dell'autorità giudiziaria o di altre autorità;
p) è effettuato temporaneamente per esclusive finalità di raccolta di adesioni a proposte di legge di
iniziativa popolare, a richieste di referendum, a petizioni o ad appelli;
q) è finalizzato unicamente all'amministrazione di condomini di cui all'articolo 1117 e seguenti del
codice civile, limitatamente alle categorie di dati, di interessati e di destinatari della comunicazione
necessarie per l'amministrazione dei beni comuni, conservando i dati non oltre il periodo necessario
per la tutela dei corrispondenti diritti.
5-quater. Il titolare si può avvalere ella notificazione semplificata o dell'esonero di cui ai commi 5-bis
e 5-ter, sempre che il trattamento riguardi unicamente le finalità, le categorie di dati, di interessati e di
destinatari, della comunicazione e diffusione, individuate, unitamente al periodo di conservazione dei
dati, dai medesimi commi 5-bis e 5-ter, nonché:
a) nei casi di cui ai commi 5-bis, lettera a) e 5-ter, lettere a) e m), dalle disposizioni di legge o di
regolamento o della normativa comunitaria ivi indicate;
b) nel caso di cui al comma 5-bis, lettera b), dal codice di deontologia ivi indicato;
c) nei casi residui, dal Garante con le autorizzazioni rilasciate con le modalità previste dall'articolo 41,
comma 7, ovvero, per i dati diversi da quelli di cui agli articoli 22 e 24, con provvedimenti analoghi.
5-quinquies. Il titolare che si avvale dell'esonero di cui al comma 5-ter deve fornire gli elementi di cui
al comma 4 a chiunque ne faccia richiesta.
Nota: Le disposizioni di cui all’articolo 7, commi 3, 4, 5, 5-bis, 5-ter, 5-quater e 5-quinquies, 13,
comma 1, lett. b) e 28, comma 7,saranno abrogate a decorrere dalla data di entrata in vigore delle
modifiche apportate al regolamento di cui all’articolo 33, comma 3, in applicazione dell'art. 3, comma
1 del decreto legislativo in corso di pubblicazione.
Art. 8 - Responsabile
1. Il responsabile, se designato, deve essere nominato tra soggetti che per esperienza, capacità ed
affidabilità forniscano idonea garanzia del pieno rispetto delle vigenti disposizioni in materia di
trattamento, ivi compreso il profilo relativo alla sicurezza.
2. Il responsabile procede al trattamento attenendosi alle istruzioni impartite dal titolare il quale, anche
tramite verifiche periodiche, vigila sulla puntuale osservanza delle disposizioni di cui al comma 1 e
delle proprie istruzioni.
3. Ove necessario per esigenze organizzative, possono essere designati responsabili più soggetti,
anche mediante suddivisione di compiti.
5. Gli incaricati del trattamento devono elaborare i dati personali ai quali hanno accesso attenendosi
alle istruzioni del titolare o del responsabile.
CAPO III
TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI
Sezione I
RACCOLTA E REQUISITI DEI DATI
b) raccolti e registrati per scopi determinati, espliciti e legittimi, ed utilizzati in altre operazioni del
trattamento in termini non incompatibili con tali scopi;
c) esatti e, se necessario, aggiornati;
d) pertinenti, completi e non eccedenti rispetto alle finalità per le quali sono raccolti o
successivamente trattati;
e) conservati in una forma che consenta l'identificazione dell'interessato per un periodo di tempo non
superiore a quello necessario agli scopi per i quali essi sono stati raccolti o successivamente trattati.
1. L'interessato o la persona presso la quale sono raccolti i dati personali devono essere previamente
informati oralmente o per iscritto circa:
2. L'informativa di cui al comma 1 può non comprendere gli elementi già noti alla persona che
fornisce i dati o la cui conoscenza può ostacolare l'espletamento di funzioni pubbliche ispettive o di
controllo, svolte per il perseguimento delle finalità di cui agli articoli 4, comma 1, lettera e), e 14,
comma 1, lettera d).
3. Quando i dati personali non sono raccolti presso l'interessato, l'informativa di cui al comma 1 è data
al medesimo interessato all'atto della registrazione dei dati o, qualora sia prevista la loro
comunicazione, non oltre la prima comunicazione.
Sezione II
DIRITTI DELL'INTERESSATO NEL TRATTAMENTO DEI DATI
Art. 11 - Consenso
1. Il trattamento di dati personali da parte di privati o di enti pubblici economici è ammesso solo con il
consenso espresso dell'interessato.
2. Il consenso può riguardare l'intero trattamento ovvero una o più operazioni dello stesso.
registrati, e la comunicazione in forma intellegibile dei medesimi dati e della loro origine, nonché
della logica e delle finalità su cui si basa il trattamento; la richiesta può essere rinnovata, salva
l'esistenza di giustificati motivi, con intervallo non minore di novanta giorni;
2) la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di
legge, compresi quelli di cui non è necessaria la conservazione in relazione agli scopi per i quali i dati
sono stati raccolti o successivamente trattati;
3) l'aggiornamento, la rettificazione ovvero, qualora vi abbia interesse, l'integrazione dei dati;
4) l'attestazione che le operazioni di cui ai numeri 2) e 3) sono state portate a conoscenza, anche per
quanto riguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i dati sono stati comunicati o diffusi, eccettuato il
caso in cui tale adempimento si riveli impossibile o comporti un impiego di mezzi manifestamente
sproporzionato rispetto al diritto tutelato;
d) di opporsi, in tutto o in parte, per motivi legittimi, al trattamento dei dati personali che lo
riguardano, ancorché pertinenti allo scopo della raccolta;
e) di opporsi, in tutto o in parte, al trattamento di dati personali che lo riguardano, previsto a fini di
informazione commerciale o di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta ovvero per il
compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale interattiva e di essere informato
dal titolare, non oltre il momento in cui i dati sono comunicati o diffusi, della possibilità di esercitare
gratuitamente tale diritto.
2. Per ciascuna richiesta di cui al comma 1, lettera c), numero 1), può essere chiesto all'interessato,
ove non risulti confermata l'esistenza di dati che lo riguardano, un contributo spese, non superiore ai
costi effettivamente sopportati, secondo le modalità ed entro i limiti stabiliti dal regolamento di cui
all'articolo 33, comma 3.
3. I diritti di cui al comma 1 riferiti ai dati personali concernenti persone decedute possono essere
esercitati da chiunque vi abbia interesse.
4. Nell'esercizio dei diritti di cui al comma 1 l'interessato può conferire, per iscritto, delega o procura
a persone fisiche o ad associazioni.
5. Restano ferme le norme sul segreto professionale degli esercenti la professione di giornalista,
limitatamente alla fonte della notizia.
1. I diritti di cui all'articolo 13, comma 1, lettere c) e d), non possono essere esercitati nei confronti dei
trattamenti di dati personali raccolti:
a) in base alle disposizioni del decreto-legge 3 maggio 1991, n. 143, convertito, con modificazioni,
dalla legge 5 luglio 1991, n. 197, e successive modificazioni;
b) in base alle disposizioni del decreto-legge 31 dicembre 1991, n. 419, convertito, con modificazioni,
dalla legge 18 febbraio 1992, n. 172, e successive modificazioni;
c) da Commissioni parlamentari d'inchiesta istituite ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione;
d) da un soggetto pubblico, diverso dagli enti pubblici economici, in base ad espressa disposizione di
legge, per esclusive finalità inerenti la politica monetaria e valutaria, il sistema dei pagamenti, il
controllo degli intermediari e dei mercati creditizi e finanziari nonché la tutela della loro stabilità;
e) ai sensi dell'articolo 12, comma 1, lettera h), limitatamente al periodo durante il quale potrebbe
derivarne pregiudizio per lo svolgimento delle investigazioni o per l'esercizio del diritto di cui alla
medesima lettera h).
e-bis) da fornitori di servizi di telecomunicazioni accessibili al pubblico, limitatamente ai dati
personali identificativi di chiamate telefoniche entranti, salvo che possa derivarne pregiudizio per lo
svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397.
2. Nei casi di cui al comma 1 il Garante, anche su segnalazione dell'interessato ai sensi dell'articolo
31, comma 1, lettera d), esegue i necessari accertamenti nei modi di cui all'articolo 32, commi 6 e 7, e
indica le necessarie modificazioni ed integrazioni, verificandone l'attuazione.
Sezione III
SICUREZZA NEL TRATTAMENTO DEI DATI, LIMITI ALLA UTILIZZABILITÀ DEI DATI E
RISARCIMENTO DEL DANNO
1. I dati personali oggetto di trattamento devono essere custoditi e controllati, anche in relazione alle
conoscenze acquisite in base al progresso tecnico, alla natura dei dati e alle specifiche caratteristiche
del trattamento, in modo da ridurre al minimo, mediante l'adozione di idonee e preventive misure di
sicurezza, i rischi di distruzione o perdita, anche accidentale, dei dati stessi, di accesso non autorizzato
o di trattamento non consentito o non conforme alle finalità della raccolta.
2. Le misure minime di sicurezza da adottare in via preventiva sono individuate con regolamento
emanato con decreto del Presidente della Repubblica, ai sensi dell'articolo 17, comma 1, lettera a),
della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della
presente legge, su proposta del Ministro di grazia e giustizia, sentiti l'Autorità per l'informatica nella
pubblica amministrazione e il Garante.
3. Le misure di sicurezza di cui al comma 2 sono adeguate, entro due anni dalla data di entrata in
vigore della presente legge e successivamente con cadenza almeno biennale, con successivi
regolamenti emanati con le modalità di cui al medesimo comma 2, in relazione all'evoluzione tecnica
del settore e all'esperienza maturata.
4. Le misure di sicurezza relative ai dati trattati dagli organismi di cui all'articolo 4, comma 1, lettera
b), sono stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con l'osservanza delle norme
che regolano la materia.
1. In caso di cessazione, per qualsiasi causa, del trattamento dei dati, il titolare deve notificare
preventivamente al Garante la loro destinazione.
b) ceduti ad altro titolare, purché destinati ad un trattamento per finalità analoghe con gli scopi per i
quali i dati sono raccolti;
c) conservati per fini esclusivamente personali e non destinati ad una comunicazione sistematica o alla
diffusione.
3. La cessione dei dati in violazione di quanto previsto dalla lettera b) del comma 2 o di altre
disposizioni di legge in materia di trattamento dei dati personali è nulla ed è punita ai sensi
dell'articolo 39, comma 1.
1. Nessun atto o provvedimento giudiziario o amministrativo che implichi una valutazione del
comportamento umano può essere fondato unicamente su un trattamento automatizzato di dati
personali volto a definire il profilo o la personalità dell'interessato.
2. L'interessato può opporsi ad ogni altro tipo di decisione adottata sulla base del trattamento di cui al
comma 1 del presente articolo, ai sensi dell'articolo 13, comma 1, lettera d), salvo che la decisione sia
stata adottata in occasione della conclusione o dell'esecuzione di un contratto, in accoglimento di una
proposta dell'interessato o sulla base di adeguate garanzie individuate dalla legge.
1. Chiunque cagiona danno ad altri per effetto del trattamento di dati personali è tenuto al risarcimento
ai sensi dell'articolo 2050 del codice civile.
Sezione IV
COMUNICAZIONE E DIFFUSIONE DEI DATI
1. Non si considera comunicazione la conoscenza dei dati personali da parte delle persone incaricate
per iscritto di compiere le operazioni del trattamento dal titolare o dal responsabile, e che operano
sotto la loro diretta autorità.
1. La comunicazione e la diffusione dei dati personali da parte di privati e di enti pubblici economici
sono ammesse:
a) con il consenso espresso dell'interessato;
a-bis) qualora siano necessarie per l'esecuzione di obblighi derivanti da un contratto del quale è
parte l'interessato o per l’esecuzione di misure precontrattuali adottate su richiesta di quest'ultimo,
b) se i dati provengono da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque, fermi
restando i limiti e le modalità che le leggi e i regolamenti stabiliscono per la loro conoscibilità e
pubblicità;
c) in adempimento di un obbligo previsto dalla legge, da un regolamento o dalla normativa
comunitaria;
d) nell'esercizio della professione di giornalista e per l'esclusivo perseguimento delle relative finalità.
Restano fermi i limiti del diritto di cronaca posti a tutela della riservatezza ed in particolare
dell'essenzialità dell'informazione riguardo a fatti di interesse pubblico. Si applica inoltre il codice di
deontologia di cui all'articolo 25;
e) se i dati sono relativi allo svolgimento di attività economiche, nel rispetto della vigente normativa
in materia di segreto aziendale e industriale;
f) qualora siano necessarie per la salvaguardia della vita o dell'incolumità fisica dell'interessato o di un
terzo, nel caso in cui l'interessato non può prestare il proprio consenso per impossibilità fisica, per
incapacità di agire o per incapacità d'intendere o di volere;
g) limitatamente alla comunicazione, qualora questa sia necessaria ai fini dello svolgimento delle
investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397, o, comunque, per far valere o
difendere un diritto in sede giudiziaria, nel rispetto della normativa di cui alla lettera e) del presente
comma, sempre che i dati siano trattati esclusivamente per tali finalità e per il periodo strettamente
necessario al loro perseguimento;
h) limitatamente alla comunicazione, quando questa sia effettuata nell'ambito dei gruppi bancari di cui
all'articolo 60 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia approvato con decreto
legislativo 1. settembre 1993, n. 385, e successive modificazioni, nonché tra società controllate e
società collegate ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile, i cui trattamenti con finalità correlate
sono stati notificati ai sensi dell'articolo 7, comma 2, per il perseguimento delle medesime finalità per
le quali i dati sono stati raccolti.
h-bis) limitatamente alla comunicazione, quando questa sia necessaria, nei casi individuati dal
Garante sulla base dei principi sanciti dalla legge, per perseguire un legittimo interesse del titolare o
di un terzo destinatario dei dati, qualora non prevalgano i diritti e le libertà fondamentali, la dignità
o un legittimo interesse dell’interessato.
2. Alla comunicazione e alla diffusione dei dati personali da parte di soggetti pubblici, esclusi gli enti
pubblici economici, si applicano le disposizioni dell'articolo 27.
1. Sono vietate la comunicazione e la diffusione di dati personali per finalità diverse da quelle indicate
nella notificazione di cui all'articolo 7.
2. Sono altresì vietate la comunicazione e la diffusione di dati personali dei quali sia stata ordinata la
cancellazione, ovvero quando sia decorso il periodo di tempo indicato nell'articolo 9, comma 1, lettera
e).
3. Il Garante può vietare la diffusione di taluno dei dati relativi a singoli soggetti, od a categorie di
soggetti, quando la diffusione si pone in contrasto con rilevanti interessi della collettività. Contro il
divieto può essere proposta opposizione ai sensi dell'articolo 29, commi 6 e 7.
CAPO IV
TRATTAMENTO DI DATI PARTICOLARI
1. I dati personali idonei a rivelare l'origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di
altro genere, le opinioni politiche, l'adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a
carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di
salute e la vita sessuale, possono essere oggetto di trattamento solo con il consenso scritto
dell'interessato e previa autorizzazione del Garante.
1-bis. Il comma 1 non si applica ai dati relativi agli aderenti alle confessioni religiose i cui rapporti
con lo Stato siano regolati da intese ai sensi degli articoli 7 e 8 della Costituzione, nonché relativi ai
soggetti che con riferimento alle finalità delle medesime confessioni hanno contatti regolari con le
stesse, che siano trattati dai relativi organi o enti civilmente riconosciuti, sempreché i dati non siano
comunicati o diffusi fuori delle medesime confessioni. Queste ultime determinano autonomamente
idonee garanzie relativamente ai trattamenti effettuati.
2. Il Garante comunica la decisione adottata sulla richiesta di autorizzazione entro trenta giorni,
decorsi i quali la mancata pronuncia equivale a rigetto. Con il provvedimento di autorizzazione,
ovvero successivamente, anche sulla base di eventuali verifiche, il Garante può prescrivere misure e
accorgimenti a garanzia dell'interessato, che il titolare del trattamento è tenuto ad adottare.
3. Il trattamento dei dati indicati al comma 1 da parte di soggetti pubblici, esclusi gli enti pubblici
economici, è consentito solo se autorizzato da espressa disposizione di legge, nella quale siano
specificati i tipi di dati che possono essere trattati, le operazioni eseguibili e le rilevanti finalità di
interesse pubblico perseguite. In mancanza di espressa disposizione di legge, e fuori ai casi previsti
dai decreti legislativi di modificazione ed integrazione della presente legge, emanati in attuazione
della legge 31 dicembre 1996, n. 676, i soggetti pubblici possono richiedere al Garante, nelle more
della specificazione legislativa, l'individuazione delle attività, tra quelle demandate ai medesimi
soggetti dalla legge, che perseguono rilevanti finalità di interesse pubblico e per le quali è
conseguentemente autorizzato, ai sensi del comma 2, il trattamento dei dati indicati al comma 1.
3-bis. Nei casi in cui è specificata, a norma del comma 3, la finalità di rilevante interesse pubblico, ma
non sono specificati i tipi di dati e le operazioni eseguibili, i soggetti pubblici, in
applicazione di quanto previsto dalla presente legge e dai decreti legislativi di attuazione della legge
31 dicembre 1996, n. 676, in materia di dati sensibili, identificano e rendono pubblici, secondo i
rispettivi ordinamenti, i tipi di dati e di operazioni strettamente pertinenti e necessari in relazione alle
4. I dati personali indicati al comma 1 possono essere oggetto di trattamento previa autorizzazione
del Garante:
a) qualora il trattamento sia effettuato da associazioni, enti od organismi senza scopo di lucro, anche
non riconosciuti, a carattere politico, filosofico, religioso o sindacale, ivi compresi partiti e
movimenti politici, confessioni e comunità religiose, per il perseguimento di finalità lecite,
relativamente ai dati personali degli aderenti o dei soggetti che in relazione a tali finalità hanno
contatti regolari con l’associazione, ente od organismo, sempre che i dati non siano comunicati o
diffusi fuori del relativo ambito e l’ente, l’associazione o l’organismo determinino idonee garanzie
relativamente ai trattamenti effettuati;
b) qualora il trattamento sia necessario per la salvaguardia della vita o dell'incolumità fisica
dell'interessato o di un terzo, nel caso in cui l’interessato non può prestare il proprio consenso per
impossibilità fisica, per incapacità di agire o per incapacità d’intendere o di volere;
c) qualora il trattamento sia necessario ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive di cui
alla legge 7 dicembre 2000, n. 397 o, comunque, per far valere o difendere in sede giudiziaria un
diritto, di rango pari a quello dell’interessato quando i dati siano idonei a rivelare lo stato di salute e
la vita sessuale, sempre che i dati siano trattati esclusivamente per tali finalità e per il periodo
strettamente necessario al loro perseguimento. Il Garante prescrive le misure e gli accorgimenti di
cui al comma 2 e promuove la sottoscrizione di un apposito codice di deontologia e di buona condotta
secondo le modalità di cui all'articolo 31, comma 1, lettera h). Resta fermo quanto previsto
dall'articolo 43, comma 2.
1. Gli esercenti le professioni sanitarie e gli organismi sanitari pubblici possono, anche senza
l'autorizzazione del Garante, trattare i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute, limitatamente
ai dati e alle operazioni indispensabili per il perseguimento di finalità di tutela dell'incolumità fisica e
della salute dell'interessato. Se le medesime finalità riguardano un terzo o la collettività, in mancanza
del consenso dell'interessato, il trattamento può avvenire previa autorizzazione del Garante.
1-bis. Con decreto del Ministro della sanità adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23
agosto 1988, n. 400, sentiti la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le
province autonome di Trento e Bolzano e il Garante, sono individuate modalità semplificate per le
informative di cui all'articolo 10 e per la prestazione del consenso nei confronti di organismi sanitari
pubblici, di organismi sanitari e di esercenti le professioni sanitarie convenzionati o accreditati dal
Servizio sanitario nazionale, nonché per il trattamento dei dati da parte dei medesimi soggetti, sulla
base dei seguenti criteri:
a) previsione di informative effettuate da un unico soggetto, in particolare da parte del medico di
medicina generale scelto dall'interessato, per conto di più titolari di trattamento;
b) validità, nei confronti di più titolari di trattamento, del consenso prestato ai sensi dell'articolo 11,
comma 3, per conto di più titolari di trattamento, anche con riguardo alla richiesta di prestazioni
specialistiche, alla prescrizione di farmaci, alla raccolta di dati da parte del medico di medicina
generale detenuti da altri titolari, e alla pluralità di prestazioni mediche effettuate da un medesimo
titolare di trattamento;
c) identificazione di casi di urgenza nei quali, anche per effetto delle situazioni indicate nel comma 1-
ter, l'informativa e il consenso possono intervenire successivamente alla richiesta della prestazione;
d) previsione di modalità di applicazione del comma 2 del presente articolo ai professionisti sanitari,
diversi dai medici, che intrattengono rapporti diretti con i pazienti;
e) previsione di misure volte ad assicurare che nell'organizzazione dei servizi e delle prestazioni sia
garantito il rispetto dei diritti di cui all'articolo 1.
1-ter Il decreto di cui al comma 1 disciplina anche quanto previsto dall'articolo 22, comma 3-bis, della
legge.
2. I dati personali idonei a rivelare lo stato di salute possono essere resi noti all'interessato o ai
soggetti di cui al comma 1-ter solo per il tramite di un medico designato dall'interessato o dal titolare.
4. La diffusione dei dati idonei a rivelare lo stato di salute è vietata, salvo nel caso in cui sia necessaria
per finalità di prevenzione, accertamento o repressione dei reati, con l'osservanza delle norme che
regolano la materia.
Art. 24 - Dati relativi ai provvedimenti di cui all'articolo 686 del codice di procedura penale
1. Il trattamento di dati personali idonei a rivelare provvedimenti di cui all'articolo 686, commi 1,
lettere a) e d), 2 e 3, del codice di procedura penale, è ammesso soltanto se autorizzato da espressa
disposizione di legge o provvedimento del Garante che specifichino le rilevanti finalità di interesse
pubblico del trattamento, i tipi di dati trattati e le precise operazioni autorizzate.
1. Il trattamento dei dati diversi da quelli di cui agli articoli 22 e 24 che presenta rischi specifici per i
diritti e le libertà fondamentali, nonché per la dignità dell’interessato, in relazione alla natura dei
dati o alle modalità del trattamento o agli effetti che può determinare, è ammesso nel rispetto di
misure ed accorgimenti a garanzia dell’interessato, ove prescritti.
2. Le misure e gli accorgimenti di cui al comma 1 sono prescritti dal Garante sulla base dei principi
sanciti dalla legge nell’ambito di una verifica preliminare all’inizio del trattamento, effettuata anche
in relazione a determinate categorie di titolari o di trattamenti, sulla base di un eventuale interpello
del titolare.
2. Il Garante promuove, nei modi di cui all'articolo 31, comma 1, lettera h), l'adozione, da parte del
Consiglio nazionale dell'ordine dei giornalisti, di un apposito codice di deontologia relativo al
trattamento dei dati di cui al comma 1 del presente articolo effettuato nell'esercizio della professione
di giornalista, che preveda misure ed accorgimenti a garanzia degli interessati rapportate alla natura
dei dati, in particolare per quanto riguarda quelli idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale.
Nella fase di formazione del codice, ovvero successivamente, il Garante in cooperazione con il
Consiglio prescrive eventuali misure e accorgimenti a garanzia degli interessati, che il Consiglio è
tenuto e recepire. Il codice è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale a cura del Garante, e diviene efficace
quindici giorni dopo la sua pubblicazione.
3. Ove entro sei mesi dalla proposta del Garante il codice di deontologia di cui al comma 2 non sia
stato adottato dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, esso è adottato in via sostitutiva dal
Garante ed è efficace sino alla adozione di un diverso codice secondo la procedura di cui al comma 2.
In caso di violazione delle prescrizioni contenute nel codice di deontologia, il Garante può vietare il
trattamento ai sensi dell'articolo 31, comma 1, lettera l).
4. Nel codice di cui ai commi 2 e 3 sono inserite, altresì, prescrizioni concernenti i dati personali
diversi da quelli indicati negli articoli 22 e 24. Il codice può prevedere forme semplificate per le
informative di cui all'articolo 10.
4-bis. Le disposizioni della presente legge che attengono all'esercizio della professione di giornalista
si applicano anche ai trattamenti effettuati dai soggetti iscritti nell'elenco dei pubblicisti o nel registro
dei praticanti di cui agli articoli 26 e 33 della legge 3 febbraio 1963, n.69, nonché ai trattamenti
temporanei finalizzati esclusivamente alla pubblicazione o diffusione occasionale di articoli, saggi e
altre manifestazioni del pensiero.
1. Il trattamento nonché la cessazione del trattamento di dati concernenti persone giuridiche, enti o
associazioni non sono soggetti a notificazione.
CAPO V
1. Salvo quanto previsto al comma 2, il trattamento di dati personali da parte di soggetti pubblici,
esclusi gli enti pubblici economici, è consentito soltanto per lo svolgimento delle funzioni
istituzionali, nei limiti stabiliti dalla legge e dai regolamenti.
2. La comunicazione e la diffusione a soggetti pubblici, esclusi gli enti pubblici economici, dei dati
trattati sono ammesse quando siano previste da norme di legge o di regolamento, o risultino
comunque necessarie per lo svolgimento delle funzioni istituzionali. In tale ultimo caso deve esserne
data previa comunicazione nei modi di cui all'articolo 7, commi 2 e 3 al Garante che vieta, con
provvedimento motivato, la comunicazione o la diffusione se risultano violate le disposizioni della
presente legge.
3. La comunicazione e la diffusione dei dati personali da parte di soggetti pubblici a privati o a enti
pubblici economici sono ammesse solo se previste da norme di legge o di regolamento.
1. Il trasferimento anche temporaneo fuori del territorio nazionale, con qualsiasi forma o mezzo, di
dati personali oggetto di trattamento deve essere previamente notificato al Garante, qualora sia diretto
verso un Paese non appartenente all'Unione europea e ricorra uno dei casi individuati ai sensi
dell’articolo 7, comma 1.
2. Il trasferimento può avvenire soltanto dopo quindici giorni dalla data della notificazione; il termine
è di venti giorni qualora il trasferimento riguardi taluno dei dati di cui agli articoli 22 e 24.
3. Il trasferimento è vietato qualora l'ordinamento dello Stato di destinazione o di transito dei dati non
assicuri un livello di tutela delle persone adeguato. Sono valutate anche le modalità del trasferimento e
dei trattamenti previsti, le relative finalità, la natura dei dati e le misure di sicurezza.
d) sia necessario ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre
2000, n. 397, o, comunque, per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, sempre che i dati
siano trasferiti esclusivamente per tali finalità e per il periodo strettamente necessario al loro
perseguimento;
e) sia necessario per la salvaguardia della vita o dell'incolumità fisica dell'interessato o di un terzo, nel
caso in cui l'interessato non può prestare il proprio consenso per impossibilità fisica, per incapacità di
agire o per incapacità d'intendere o di volere;
f) sia effettuato in accoglimento di una richiesta di accesso ai documenti amministrativi, ovvero di una
richiesta di informazioni estraibili da un pubblico registro, elenco, atto o documento conoscibile da
chiunque, con l'osservanza delle norme che regolano la materia;
g) sia autorizzato dal Garante sulla base di adeguate garanzie per i diritti dell'interessato, prestate
anche con un contratto, ovvero individuate dalla Commissione europea con le decisioni previste dagli
articoli 25, paragrafo 6, e 26, paragrafo 4, della direttiva n. 95/46/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio del 24 ottobre 1995.
5. Contro il divieto di cui al comma 3 del presente articolo può essere proposta opposizione ai sensi
dell'articolo 29, commi 6 e 7.
6. Le disposizioni del presente articolo non si applicano al trasferimento di dati personali effettuato
nell'esercizio della professione di giornalista e per l'esclusivo perseguimento delle relative finalità.
CAPO VI
TUTELA AMMINISTRATIVA E GIURISDIZIONALE
Art. 29 - Tutela
1. I diritti di cui all'articolo 13, comma 1, possono essere fatti valere dinanzi all'autorità giudiziaria o
con ricorso al Garante. Il ricorso al Garante non può essere proposto qualora, per il medesimo oggetto
e tra le stesse parti, sia stata già adita l'autorità giudiziaria.
2. Salvi i casi in cui il decorso del termine esporrebbe taluno a pregiudizio imminente ed irreparabile,
il ricorso al Garante può essere proposto solo dopo che siano decorsi cinque giorni dalla richiesta
avanzata sul medesimo oggetto al responsabile. La presentazione del ricorso rende improponibile
un'ulteriore domanda dinanzi all'autorità giudiziaria tra le stesse parti e per il medesimo oggetto.
3. Nel procedimento dinanzi al Garante il titolare, il responsabile e l'interessato hanno diritto di essere
sentiti, personalmente o a mezzo di procuratore speciale, e hanno facoltà di presentare memorie o
documenti. Il Garante può disporre, anche d'ufficio, l'espletamento di perizie.
misure necessarie a tutela dei diritti dell'interessato e assegnando un termine per la loro adozione. Il
provvedimento è comunicato senza ritardo alle parti interessate, a cura dell'ufficio del Garante. La
mancata pronuncia sul ricorso, decorsi trenta giorni dalla data di presentazione, equivale a rigetto.
5. Se la particolarità del caso lo richiede, il Garante può disporre in via provvisoria il blocco in tutto o
in parte di taluno dei dati ovvero l'immediata sospensione di una o più operazioni del trattamento. Il
provvedimento cessa di avere ogni effetto se, entro i successivi venti giorni, non è adottata la
decisione di cui al comma 4 ed è impugnabile unitamente a tale decisione.
6-bis. Il decorso dei termini previsti dai commi 4, 5 e 6 è sospeso di diritto dal 1 al 30 agosto di
ciascun anno e riprende a decorrere dalla fine del periodo di sospensione. Ove il decorso abbia inizio
durante tale periodo, l'inizio stesso è differito alla fine del periodo medesimo. La sospensione non
opera nei casi in cui sussista il pregiudizio di cui al comma 2 e non preclude l'adozione dei
provvedimenti di cui al comma 5.
7. Il tribunale provvede nei modi di cui agli articoli 737 e seguenti del codice di procedura civile,
anche in deroga al divieto di all'articolo 4 della legge 20 marzo 1865, n. 2248, allegato E), e può
sospendere, a richiesta, l'esecuzione del provvedimento. Avverso il decreto del tribunale è ammesso
unicamente il ricorso per cassazione.
8. Tutte le controversie, ivi comprese quelle inerenti il rilascio dell'autorizzazione di cui all'articolo
22, comma 1, o che riguardano, comunque, l'applicazione della presente legge, sono di competenza
dell'autorità giudiziaria ordinaria.
CAPO VII
GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI
3. Il Garante è organo collegiale costituito da quattro membri, eletti due dalla Camera dei deputati e
due dal Senato della Repubblica con voto limitato. Essi eleggono nel loro ambito un presidente, il cui
voto prevale in caso di parità. I membri sono scelti tra persone che assicurino indipendenza e che
siano esperti di riconosciuta competenza delle materie del diritto o dell'informatica, garantendo la
presenza di entrambe le qualificazioni.
4. Il presidente e i membri durano in carica quattro anni e non possono essere confermati per più di
una volta; per tutta la durata dell'incarico il presidente e i membri non possono esercitare, a pena di
decadenza, alcuna attività professionale o di consulenza, né essere amministratori o dipendenti di enti
pubblici o privati, né ricoprire cariche elettive.
5. All'atto dell'accettazione della nomina il presidente e i membri sono collocati fuori ruolo se
dipendenti di pubbliche amministrazioni o magistrati in attività di servizio; se professori universitari
di ruolo, sono collocati in aspettativa senza assegni ai sensi dell'articolo 13 del decreto del Presidente
della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382, e successive modificazioni. Il personale collocato fuori ruolo
o in aspettativa non può essere sostituito.
6. Al presidente compete una indennità di funzione non eccedente, nel massimo, la retribuzione
spettante al primo presidente della Corte di cassazione. Ai membri compete un'indennità di funzione
non eccedente, nel massimo, i due terzi di quella spettante al presidente. Le predette indennità di
funzione sono determinate, con il regolamento di cui all'articolo 33, comma 3, in misura tale da poter
essere corrisposte a carico degli ordinari stanziamenti.
n) predisporre annualmente una relazione sull'attività svolta e sullo stato di attuazione della presente
legge, che è trasmessa al Parlamento e al Governo entro il 30 aprile dell'anno successivo a quello cui
si riferisce;
o) curare l'attività di assistenza indicata nel capitolo IV della Convenzione n. 108 sulla protezione
delle persone rispetto al trattamento automatizzato di dati di carattere personale, adottata a Strasburgo
il 28 gennaio 1981 e resa esecutiva con legge 21 febbraio 1989, n. 98, quale autorità designata ai fini
della cooperazione tra Stati ai sensi dell'articolo 13 della Convenzione medesima;
p) esercitare il controllo sui trattamenti di cui all'articolo 4 e verificare, anche su richiesta
dell'interessato, se rispondono ai requisiti stabiliti dalla legge o dai regolamenti.
2. Il Presidente del Consiglio dei ministri e ciascun ministro consultano il Garante all'atto della
predisposizione delle norme regolamentari e degli atti amministrativi suscettibili di incidere sulle
materie disciplinate dalla presente legge.
3. Il registro di cui al comma 1, lettera a), del presente articolo, è tenuto nei modi di cui all'articolo 33,
comma 5. Entro il termine di un anno dalla data della sua istituzione, il Garante promuove opportune
intese con le province ed eventualmente con altre pubbliche amministrazioni al fine di assicurare la
consultazione del registro mediante almeno un terminale dislocato su base provinciale,
preferibilmente nell'ambito dell'ufficio per le relazioni con il pubblico di cui all'articolo 12 del decreto
legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni.
4. Contro il divieto di cui al comma 1, lettera l), del presente articolo, può essere proposta opposizione
ai sensi dell'articolo 29, commi 6 e 7.
5. Il Garante e l'Autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione cooperano tra loro nello
svolgimento dei rispettivi compiti; a tal fine, invitano il presidente o un suo delegato membro
dell'altro organo a partecipare alle riunioni prendendo parte alla discussione di argomenti di comune
interesse iscritti all'ordine del giorno; possono richiedere, altresì, la collaborazione di personale
specializzato addetto all'altro organo.
6. Le disposizioni del comma 5 si applicano anche nei rapporti tra il Garante e le autorità di vigilanza
competenti per il settore creditizio, per le attività assicurative e per la radiodiffusione e l'editoria.
1. Per l'espletamento dei propri compiti il Garante può richiedere al responsabile, al titolare,
all'interessato o anche a terzi di fornire informazioni e di esibire documenti.
2. Il Garante, qualora ne ricorra la necessità ai fini del controllo del rispetto delle disposizioni in
materia di trattamento dei dati personali, può disporre accessi alle banche di dati o altre ispezioni e
verifiche nei luoghi ove si svolge il trattamento o nei quali occorre effettuare rilevazioni comunque
utili al medesimo controllo, avvalendosi, ove necessario, della collaborazione di altri organi dello
Stato.
3. Gli accertamenti di cui al comma 2 sono disposti previa autorizzazione del presidente del tribunale
competente per territorio in relazione al luogo dell'accertamento, il quale provvede senza ritardo sulla
richiesta del Garante, con decreto motivato; le relative modalità di svolgimento sono individuate con
il regolamento di cui all'articolo 33, comma 3.
5. Resta fermo quanto previsto dall'articolo 220 delle norme di attuazione, di coordinamento e
transitorie del codice di procedura penale, approvate con decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271.
6. Per i trattamenti di cui agli articoli 4 e 14, comma 1, gli accertamenti sono effettuati per il tramite di
un membro designato dal Garante. Se il trattamento non risulta conforme alle disposizioni di legge o
di regolamento, il Garante indica al titolare o al responsabile le necessarie modificazioni ed
integrazioni e ne verifica l'attuazione. Se l'accertamento è stato richiesto dall'interessato, a
quest'ultimo è fornito in ogni caso un riscontro circa il relativo esito, salvo che ricorrano i motivi di
cui all'articolo 10, comma 4, della legge 1. aprile 1981, n. 121, come sostituito dall'articolo 42, comma
1, della presente legge, o motivi di difesa o di sicurezza dello Stato.
7. Gli accertamenti di cui al comma 6 non sono delegabili. Qualora risulti necessario in ragione della
specificità della verifica, il membro designato può farsi assistere da personale specializzato che è
tenuto al segreto ai sensi dell'articolo 33, comma 6. Gli atti e i documenti acquisiti sono custoditi
secondo modalità tali da assicurarne la segretezza e sono conoscibili dal presidente e dai membri del
Garante e, se necessario per lo svolgimento delle funzioni dell'organo, da un numero delimitato di
addetti al relativo ufficio individuati dal Garante sulla base di criteri definiti dal regolamento di cui
all'articolo 33, comma 3. Per gli accertamenti relativi agli organismi e ai dati di cui all'articolo 4,
comma 1, lettera b), il membro designato prende visione degli atti e dei documenti rilevanti e riferisce
oralmente nelle riunioni del Garante.
1. Alle dipendenze del Garante è posto un ufficio composto, in sede di prima applicazione della
presente legge, da dipendenti dello Stato e di altre amministrazioni pubbliche, collocati fuori ruolo
nelle forme previste dai rispettivi ordinamenti, il cui servizio presso il medesimo ufficio è equiparato
ad ogni effetto di legge a quello prestato nelle rispettive amministrazioni di provenienza. Il relativo
contingente è determinato, in misura non superiore a quarantacinque unità, su proposta del Garante
medesimo, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con i Ministri del tesoro
e per la funzione pubblica, entro novanta giorni dalla data di elezione del Garante. Il segretario
generale può essere scelto anche tra magistrati ordinari o amministrativi.
1-bis. è istituito il ruolo organico del personale dipendente del Garante. Con proprio regolamento il
Garante definisce:
a) l'ordinamento delle carriere e le modalità del reclutamento secondo le procedure previste
dall'articolo 36 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni;
b) le modalità dell'inquadramento in ruolo del personale in servizio alla data di entrata in vigore del
regolamento;
c) il trattamento giuridico ed economico del personale, secondo i criteri previsti dalla legge 31 luglio
1997, n. 249, e, per gli incarichi di funzioni dirigenziali, dall'articolo 19, comma 6, del citato decreto
legislativo n. 29, come sostituito dall'articolo 13 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 80, tenuto
conto delle specifiche esigenze funzionali e organizzative. Il regolamento è pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale.
Nelle more della più generale razionalizzazione del trattamento economico delle autorità
amministrative indipendenti, al personale è attribuito l'ottanta per cento del trattamento economico del
personale dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Per il periodo intercorrente tra l'8 maggio 1997 e la data di entrata in vigore del regolamento, resta
ferma l'indennità di cui all'articolo 41 del decreto del Presidente della Repubblica 10 luglio 1991, n.
231, corrisposta al personale in servizio. Dal 1 gennaio 1998 e fino alla data di entrata in vigore del
medesimo regolamento, è inoltre corrisposta la differenza tra il nuovo trattamento e la retribuzione già
in godimento maggiorata della predetta indennità di funzione.
1-ter. L'ufficio può avvalersi, per motivate esigenze, di dipendenti dello Stato o di altre
amministrazioni pubbliche o di enti pubblici collocati in posizione di fuori ruolo nelle forme previste
dai rispettivi ordinamenti, ovvero in aspettativa ai sensi dell'articolo 13 del decreto del Presidente
della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382, e successive modificazioni, in numero non superiore,
complessivamente, a venti unità e per non oltre il venti per cento delle qualifiche dirigenziali,
lasciando non coperto un corrispondente numero di posti di ruolo. Al personale di cui al presente
comma è corrisposta una indennità pari alla eventuale differenza tra il trattamento erogato
dall'amministrazione o dall'ente di provenienza e quello spettante al corrispondente personale di ruolo,
e comunque non inferiore alla indennità di cui all'articolo 41 del citato decreto del Presidente della
Repubblica n. 231 del 1991.
1-quater. Con proprio regolamento il Garante ripartisce l'organico, fissato nel limite di cento unità, tra
il personale dei diversi livelli e quello delle qualifiche dirigenziali e disciplina l'organizzazione, il
funzionamento dell'ufficio, la riscossione e la utilizzazione dei diritti di segreteria, ivi compresi quelli
corrisposti dall'8 maggio 1997, e la gestione delle spese, anche in deroga alle norme sulla contabilità
generale dello Stato. Il regolamento è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
1-quinquies. In aggiunta al personale di ruolo, l'ufficio può assumere direttamente dipendenti con
contratto a tempo determinato disciplinato dalle norme di diritto privato, in numero non superiore a
venti unità, ivi compresi i consulenti assunti con contratto a tempo determinato ai sensi del comma 4.
1-sexies. All'ufficio del Garante, al fine di garantire la responsabilità e l'autonomia ai sensi della legge
7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, e del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e
successive modificazioni, si applicano i principi riguardanti l'individuazione e le funzioni del
responsabile del procedimento, nonchè quelli relativi alla distinzione fra le funzioni di indirizzo e di
controllo, attribuite agli organi di vertice, e quelli concernenti le funzioni di gestione attribuite ai
dirigenti.
2. Le spese di funzionamento dell'ufficio del Garante sono poste a carico di un fondo stanziato a tale
scopo nel bilancio dello Stato e iscritto in apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero del
tesoro. Il rendiconto della gestione finanziaria è soggetto al controllo della Corte dei conti.
3-bis. Con effetto dalla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 1-quater, cessano di
avere vigore le norme adottate ai sensi del comma 3, primo periodo.
4. Nei casi in cui la natura tecnica o la delicatezza dei problemi lo richiedano, il Garante può avvalersi
dell'opera di consulenti, i quali sono remunerati in base alle vigenti tariffe professionali ovvero sono
assunti con contratti a tempo determinato, di durata non superiore a due anni, che possono essere
rinnovati per non più di due volte.
5. Per l'espletamento dei propri compiti, l'ufficio del Garante può avvalersi di sistemi automatizzati ad
elaborazione informatica e di strumenti telematici propri ovvero, salvaguardando le garanzie previste
dalla presente legge, appartenenti all'Autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione o, in
caso di indisponibilità, ad enti pubblici convenzionati.
6. Il personale addetto all'ufficio del Garante ed i consulenti sono tenuti al segreto su tutto ciò di cui
siano venuti a conoscenza, nell'esercizio delle proprie funzioni, in ordine a banche di dati e ad
operazioni di trattamento.
6-bis. Il personale dell'ufficio del Garante addetto agli accertamenti di cui all'articolo 32 riveste, in
numero non superiore a cinque unità, nei limiti del servizio cui è destinato e secondo le rispettive
attribuzioni, la qualifica di ufficiale o agente di polizia giudiziaria.
CAPO VIII
SANZIONI
1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, al fine di trarne per sé o per altri profitto o
di recare ad altri un danno, procede al trattamento di dati personali in violazione di quanto disposto
dagli articoli 11, 20 e 27, è punito con la reclusione sino a due anni o, se il fatto consiste nella
comunicazione o diffusione, con la reclusione da tre mesi a due anni.
2. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, al fine di trarne per sé o per altri profitto o
di recare ad altri un danno, procede al trattamento di dati personali in violazione di quanto disposto
dagli articoli 21, 22, 23 e 24 e 24-bis, ovvero del divieto di cui all'articolo 28, comma 3, è punito con
la reclusione da tre mesi a due anni.
3. Se dai fatti di cui ai commi 1 e 2 deriva nocumento, la reclusione è da uno a tre anni.
1. Chiunque, essendovi tenuto, omette di adottare le misure necessarie a garantire la sicurezza dei
dati personali, in violazione delle disposizioni dei regolamenti di cui ai commi 2 e 3 dell'articolo 15, è
punito con l'arresto sino a due anni o con l'ammenda da lire dieci milioni a lire ottanta milioni.
2. All’autore del reato, all’atto dell’accertamento o, nei casi complessi, anche con successivo atto del
Garante, è impartita una prescrizione fissando un termine per la regolarizzazione non eccedente il
periodo di tempo tecnicamente necessario, prorogabile in caso di particolare complessità o per
l’oggettiva difficoltà dell’adempimento e comunque non superiore a sei mesi. Nei sessanta giorni
successivi allo scadere del termine, se risulta l’adempimento alla prescrizione, l'autore del reato è
ammesso dal Garante a pagare una somma pari al quarto del massimo dell'ammenda stabilita per la
contravvenzione. L'adempimento e il pagamento estinguono il reato. L’organo che impartisce la
prescrizione e il pubblico ministero provvedono nei modi di cui agli articoli 21, 22, 23 e 24 del
decreto legislativo 19 dicembre 1994, n. 758, in quanto applicabili.".
Nell’articolo 37, comma 1, della legge 31 dicembre 1996, n. 675, le parole: "o dell’articolo 29, commi
4 e 5," sono sostituite dalle seguenti: "
1. Chiunque, essendovi tenuto, non osserva il provvedimento adottato dal Garante ai sensi dell'articolo
22, comma 2, o degli articoli 29, commi 4 e 5, e 31, comma 1, lettera l), è punito con la reclusione da
tre mesi a due anni.
1. Chiunque, nelle notificazioni di cui agli articoli 7, 16, comma 1, e 28 o in atti, documenti o
dichiarazioni resi o esibiti in un procedimento dinanzi al Garante o nel corso di accertamenti,
dichiara o attesta falsamente notizie o circostanze o produce atti o documenti falsi, è punito, salvo
che il fatto costituisca più grave reato, con la reclusione da sei mesi a tre anni.
1. La condanna per uno dei delitti previsti dalla presente legge importa la pubblicazione della
sentenza.
1. Chiunque omette di fornire le informazioni o di esibire i documenti richiesti dal Garante ai sensi
degli articoli 29, comma 4, e 32, comma 1, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di
una somma da lire da lire cinquemilioni a lire trentamilioni.
2. La violazione delle disposizioni di cui all’articolo 10 è punita con la sanzione amministrativa del
pagamento di una somma da lire tre milioni a lire diciotto milioni o, nei casi di cui agli articoli 22, 24
e 24-bis o, comunque, di maggiore rilevanza del pregiudizio per uno o più interessati, da lire cinque
milioni a lire trenta milioni. La somma può essere aumentata sino al triplo quando essa risulti
inefficace in ragione delle condizioni economiche del contravventore. La violazione della disposizione
di cui all’articolo 23, comma 2, è punita con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma
da lire cinquecentomila a lire tre milioni.
CAPO IX
DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI ED ABROGAZIONI
1. Copia dei provvedimenti emessi dall'autorità giudiziaria in relazione a quanto previsto dalla
presente legge e dalla legge 23 dicembre 1993, n. 547, è trasmessa, a cura della cancelleria, al
Garante.
1. Fermo restando l'esercizio dei diritti di cui agli articoli 13 e 29, le disposizioni della presente legge
che prescrivono il consenso dell'interessato non si applicano in riferimento ai dati personali raccolti
precedentemente alla data di entrata in vigore della legge stessa, o il cui trattamento sia iniziato prima
di tale data. Resta salva l'applicazione delle disposizioni relative alla comunicazione e alla diffusione
dei dati previste dalla presente legge. Le disposizioni del presente comma restano in vigore sino alla
data del 30 giugno 2003.
2. Per i trattamenti di dati personali iniziati prima del 1. gennaio 1998 le notificazioni prescritte dagli
articoli 7 e 28 sono effettuate da 1. gennaio 1998 al 31 marzo 1998 ovvero, per i trattamenti di cui
all'art. 5 riguardanti dati diversi da quelli di cui agli articoli 22 e 24, nonché per quelli di cui all'art. 4,
comma 1, lettere c), d) ed e), dal 1. aprile 1998 al 30 giugno 1998.
3. Le misure minime di sicurezza di cui all'articolo 15, comma 2, devono essere adottate entro il
termine di sei mesi dalla data di entrata in vigore del regolamento ivi previsto. Fino al decorso di tale
termine, i dati personali devono essere custoditi in maniera tale da evitare un incremento dei rischi di
cui all'articolo 15, comma 1.
4. Le misure di cui all'articolo 15, comma 3, devono essere adottate entro il termine di sei mesi dalla
data di entrata in vigore dei regolamenti ivi previsti.
5. Nei ventiquattro mesi successivi alla data di entrata in vigore della presente legge, i trattamenti dei
dati di cui all'articolo 22, comma 3, ad opera di soggetti pubblici, esclusi gli enti pubblici economici, e
all'articolo 24, possono essere proseguiti anche in assenza delle disposizioni di legge ivi indicate,
previa comunicazione al Garante.
6. In sede di prima applicazione della presente legge, fino alla elezione del Garante ai sensi
dell'articolo 30, le funzioni del Garante sono svolte dal presidente dell'Autorità per l'informatica nella
pubblica amministrazione, fatta eccezione per l'esame dei ricorsi di cui all'articolo 29.
7. Le disposizioni della presente legge che prevedono un'autorizzazione del Garante si applicano,
limitatamente alla medesima autorizzazione e fatta eccezione per la disposizione di cui all'articolo 28,
comma 4, lettera g), a decorrere dal 30 novembre 1997. Le medesime disposizioni possono essere
applicate dal Garante anche mediante il rilascio di autorizzazioni relative a determinate categorie di
titolari o di trattamenti.
7-bis. In sede di prima applicazione della presente legge, le informative e le comunicazioni di cui agli
articoli 10, comma 3, e 27, comma 2, possono essere date entro il 30 novembre 1997.
"Art. 10. - (Controlli). - 1. Il controllo sul Centro elaborazione dati è esercitato dal Garante per la
tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali, nei modi previsti dalla
legge e dai regolamenti.
2. I dati e le informazioni conservati negli archivi del Centro possono essere utilizzati in procedimenti
giudiziari o amministrativi soltanto attraverso l'acquisizione delle fonti originarie indicate nel primo
comma dell'articolo 7, fermo restando quanto stabilito dall'articolo 240 del codice di procedura
penale. Quando nel corso di un procedimento giurisdizionale o amministrativo viene rilevata
l'erroneità o l'incompletezza dei dati e delle informazioni, o l'illegittimità del loro trattamento,
l'autorità procedente ne dà notizia al Garante per la tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al
trattamento dei dati personali.
3. La persona alla quale si riferiscono i dati può chiedere all'ufficio di cui alla lettera a) del primo
comma dell'articolo 5 la conferma dell'esistenza di dati personali che lo riguardano, la loro
comunicazione in forma intellegibile e, se i dati risultano trattati in violazione di vigenti disposizioni
di legge o di regolamento, la loro cancellazione o trasformazione in forma anonima.
4. Esperiti i necessari accertamenti, l'ufficio comunica al richiedente, non oltre venti giorni dalla
richiesta, le determinazioni adottate. L'ufficio può omettere di provvedere sulla richiesta se ciò può
pregiudicare azioni od operazioni a tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica o di prevenzione e
repressione della criminalità, dandone informazione al Garante per la protezione dei dati personali.
5. Chiunque viene a conoscenza dell'esistenza di dati personali che lo riguardano, trattati anche in
forma non automatizzata in violazione di disposizioni di legge o di regolamento, può chiedere al
tribunale del luogo ove risiede il titolare del trattamento di compiere gli accertamenti necessari e di
ordinare la rettifica, l'integrazione, la cancellazione o la trasformazione in forma anonima dei dati
medesimi. Il tribunale provvede nei modi di cui agli articoli 737 e seguenti del codice di procedura
civile.
2. Il comma 1 dell'articolo 4 del decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39, è sostituito dal seguente:
"1. È istituita l'Autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione, denominata Autorità ai fini
del presente decreto; tale Autorità opera in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e di
valutazione.".
3. Il comma 1 dell'articolo 5 del decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39, è sostituito dal seguente:
"1. Le norme concernenti l'organizzazione ed il funzionamento dell'Autorità, l'istituzione del ruolo del
personale, il relativo trattamento giuridico ed economico e l'ordinamento delle carriere, nonché la
gestione delle spese nei limiti previsti dal presente decreto, anche in deroga alle disposizioni sulla
contabilità generale dello Stato, sono adottate con regolamento emanato con decreto del Presidente
della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio di Stato, su
proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro del tesoro e su parere
conforme dell'Autorità medesima. Il parere del Consiglio di Stato sullo schema di regolamento è reso
entro trenta giorni dalla ricezione della richiesta, decorsi i quali il regolamento può comunque essere
emanato. Si applica il trattamento economico previsto per il personale del Garante per l'editoria e la
radiodiffusione ovvero dell'organismo che dovesse subentrare nelle relative funzioni, fermo restando
il limite massimo complessivo di centocinquanta unità. Restano altresì fermi gli stanziamenti dei
capitoli di cui al comma 2, così come determinati per il 1995 e tenendo conto dei limiti di incremento
previsti per la categoria IV per il triennio 1996-1998.".
4. Negli articoli 9, comma 2 e 10, comma 2, della legge 30 settembre 1993, n. 388, le parole: "Garante
per la protezione dei dati" sono sostituite dalle seguenti: "Garante per la tutela delle persone e di altri
soggetti rispetto al trattamento dei dati personali.".
Art. 43 - Abrogazioni
2. Restano ferme le disposizioni della legge 20 maggio 1970, n. 300, e successive modificazioni,
nonché, in quanto compatibili, le disposizioni della legge 5 giugno 1990, n. 135, e successive
modificazioni, del decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322, nonché le vigenti norme in materia di
accesso ai documenti amministrativi ed agli archivi di Stato. Restano altresì ferme le disposizioni di
legge che stabiliscono divieti o limiti più restrittivi in materia di trattamento di taluni dati personali.
3. Per i trattamenti di cui all'articolo 4, comma 1, lettera e), della presente legge, resta fermo l'obbligo
di conferimento di dati ed informazioni di cui all'articolo 6, primo comma, lettera a), della legge 1ø
aprile 1981, n. 121.
CAPO X
COPERTURA FINANZIARIA ED ENTRATA IN VIGORE
1. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, valutato in lire 8.029 milioni per il 1997 ed
in lire 12.045 milioni a decorrere dal 1998, si provvede mediante corrispondente riduzione dello
stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 1997-1999, al capitolo 6856 dello stato di
previsione del Ministero del tesoro per l'anno 1997, all'uopo utilizzando, per il 1997, quanto a lire
4.553 milioni, l'accantonamento riguardante il Ministero degli affari esteri e, quanto a lire 3.476
milioni, l'accantonamento riguardante la Presidenza del Consiglio dei ministri e, per gli anni 1998 e
1999, quanto a lire 6.830 milioni, le proiezioni per gli stessi anni dell'accantonamento riguardante il
Ministero degli affari esteri e, quanto a lire 5.215 milioni, le proiezioni per gli stessi anni
dell'accantonamento riguardante la Presidenza del Consiglio dei ministri.
2.Il Ministro del tesoro è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di
bilancio.
1. La presente legge entra in vigore centoventi giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta
Ufficiale. Per i trattamenti svolti senza l'ausilio di mezzi elettronici o comunque automatizzati che non
riguardano taluno dei dati di cui agli articoli 22 e 24, le disposizioni della presente legge si applicano
a decorrere dal 1. gennaio 1998. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 9, comma 2, della legge
30 settembre 1993, n. 388, la presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, limitatamente ai trattamenti di dati effettuati in esecuzione
dell'accordo di cui all'articolo 4, comma 1, lettera a) e alla nomina del Garante.