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L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO

Unicuique suum Non praevalebunt
Anno CLVI n. 5 (47.140) Città del Vaticano sabato 9 gennaio 2016
.

Appelli dei leader europei per arrivare a una strategia unitaria sull’immigrazione Washington condanna la strage a Zliten

Responsabilità comune Sulla Libia

BRUXELLES, 8. L’Europa cerca di fa-
re quadrato e salvare Schengen. Di-
versi appelli dei leader, ieri, hanno
richiamato i partner dell’Unione a
fare fronte comune per raggiungere
un’intesa su una strategia unica in
materia di ricollocamenti, rimpatri e
registrazioni.
Di «responsabilità comune sulle
frontiere esterne europee» ha parlato
ieri il cancelliere tedesco, Angela
E anche
Washington
cerca
una linea
WASHINGTON, 8. L’emergenza
immigrazione non è solo un pro-
blema europeo. Diverse organiz-
zazioni per la protezione dei mi-
granti hanno organizzato per og-
gi a Washington una manifesta-
zione contro l’arresto e l’espulsio-
ne di decine di persone senza do-
cumenti giunti negli Stati Uniti
nel 2014 dal Messico e da altri
Paesi dell’America centrale. La
protesta è sostenuta anche da
gruppi che hanno espresso un pa-
rere favorevole alla riforma
dell’immigrazione voluta da que-
sta Amministrazione.
Lo scorso fine settimana le au-
torità statunitensi hanno fermato
in diversi Stati 121 persone, adulti
e bambini, per le quali era previ-
sto un ordine di espulsione. Si
tratta delle prime espulsioni del
2016. «L’operazione si è conclusa
domenica» ha spiegato una por-
tavoce dello United States Immi-
gration and Customs Enforce-
ment (Ice). L’Amministrazione
non ha comunque ancora fornito
i dati ufficiali di quanti di questi
immigrati senza documenti siano
già stati rimandati nei loro Paesi
di origine.
E al centro della protesta di og-
gi non potrà non esserci anche il
caso dei migranti cubani ancora
bloccati tra diversi Stati dell’Ame-
rica centrale nonostante il recente
accordo che ha permesso a un
gruppo di arrivare in Messico e
quindi negli Stati Uniti. Circa ot-
tomila di questi migranti si trova-
no da settimane in Costa Rica:
fuggono dalla loro isola per cer-
care di arrivare negli Stati Uniti,
e si ritrovano stipati in campi do-
ve scarseggiano servizi e assisten-
za. Di recente Guatemala e Costa
Rica hanno raggiunto un’intesa
per creare un ponte aereo che
permetta ai migranti di raggiun-
gere gli Stati Uniti. La crisi è
scoppiata quando, a novembre, il
Nicaragua ha bloccato il transito
dei cubani che, arrivati alla fron-
tiera con il Costa Rica, volevano
proseguire verso nord. Con le set-
timane il loro numero è cresciuto,
fino a raggiungere le ottomila
persone.
Paolo VI e Chiara Lubich
L’uomo
che seppe leggere
i segni di una donna
LUCETTA SCARAFFIA
y(7HA3J1*QSSKKM( +.!z!#!"!}!
l’ombra dell’Is
La Svezia prolunga i controlli alle frontiere
TRIPOLI, 8. Cresce la pressione del che continuano a essere assediati
cosiddetto Stato islamico (Is) in da miliziani armati dell’Is.
Merkel, durante una conferenza Libia. I miliziani hanno rivendicato L’episodio conferma l’intensifica-
stampa a Berlino insieme al premier l’attacco suicida di ieri contro un zione dell’offensiva dei jihadisti in
rumeno, Dacian Ciolos. Parole che posto di blocco a Ras Lanuf, a est Libia, che nel 2015 hanno approfit-
fanno eco a quanto dichiarato poco di Sirte, che ha ucciso sei persone, tato del conflitto politico e militare
prima dal presidente della Commis- tra le quali un bambino. L’attenta- tra i Parlamenti e i Governi rivali
sione Ue, Jean-Claude Juncker, se- to ha fatto seguito a quello, più di Tripoli e Tobruk per allargare la
condo cui «la questione dei migranti grave, di Zliten, a 130 chilometri a propria sfera di influenza.
deve essere affrontata collettivamen- est di Tripoli, contro un centro di
te, con la condivisione delle respon- addestramento della polizia, in cui
sabilità». sono state uccise 74 persone. An-
E tuttavia, le tensioni restano. Il che per questo attentato, la televi-
Governo svedese ha deciso di esten- sione Al Arabiya ha parlato di una
dere i controlli temporanei alle sue rivendicazione dell’Is. Gli Stati
frontiere di almeno un mese, fino Uniti hanno condannato l’attenta-
all’8 febbraio. Il Governo ha fatto to, condotto con un camion-bom-
sapere che «le condizioni nelle quali ba, ribadendo la necessità di for-
sono state prese queste decisioni so-
no ancora valide». La Svezia ha
malizzare al più presto un Governo
di unità nazionale, come ha reso
reintrodotto i controlli alle frontiere
a novembre.
noto ieri sera il dipartimento di
Stato americano.
Intanto, Gran Bretagna e Unghe-
ria cercano di fare fronte comune.
Questi ultimi due attacchi sono
avvenuti mentre è in corso un’of-
«Vogliamo entrambi un’Europa forte
e competitiva» hanno concordato ie-
fensiva lanciata lunedì dai gruppi
jihadisti per prendere il controllo
ri a Budapest il premier britannico dei porti petroliferi di Ras Lanuf e
David Cameron e quello ungherese Al Sidra. Il tentativo di assalto, re-
Viktor Orbán, delineando ciò che spinto dalla guardia privata che
accomuna i due Governi che al mo- protegge i terminal, ha già causato
mento sono alle prese con un’ondata la morte di oltre una decina di uo-
di arrivi di rifugiati e migranti. Or- mini da entrambe le parti e ha
bán ha tuttavia preso le distanze dal- messo in luce la mancanza di coor-
la recente decisione di Londra di li- dinamento tra le forze libiche. Ci
mitare le prestazioni sociali per gli sono almeno sette depositi di pe- Il luogo dell’attentato
immigrati europei, sottolineando di Migranti e rifugiati in fila lungo le rotaie di notte nella città serba di Presevo (Afp) trolio in fiamme nei due terminal, a Zliten (Afp)
«non accettare discriminazioni per il
lavoratori ungheresi». Su questo ca-
pitolo si cerca un accordo, ha anche
spiegato, sostenendo di appoggiare
le altre richieste di Cameron. Secon-
Smentito un raid contro l’ambasciata iraniana nello Yemen
do la stampa, Orbán sarebbe pronto
a qualche concessione anche sui mi-
granti in cambio di un sostegno a
Bruxelles per frenare l’integrazione
dei rifugiati e aumentare i rimpatri.
Ancora tensione tra Riad e Teheran
I due Governi insistono molto sul
rafforzamento delle registrazioni. SANA’A, 8. Escalation di tensione tra l’Iran, il ministro della difesa di i due Paesi. «Una guerra tra Arabia sa del genere», ha affermato
E nel frattempo, si registra una Iran e Arabia Saudita. Ieri Teheran Riad ha escluso nel modo più asso- Saudita e Iran sarebbe l’inizio di Mohammad bin Salman in un’inter-
nuova tragedia. Quattro persone so- ha accusato Riad di avere colpito luto che la disputa possa portare al- una catastrofe nella regione, e sicu- vista all’«Economist».
no morte e altre trenta sono rimaste «deliberatamente con un raid aereo lo scoppio di un conflitto aperto tra ramente non permetteremo una co- Nel frattempo, però, la televisio-
ferite in un grave incidente stradale la sua ambasciata a Sana’a», capita- ne di Teheran ha annunciato ieri la
avvenuto intorno alle quattro della le dello Yemen, ferendo alcune decisione di interrompere le relazio-
notte nella provincia nordoccidenta- guardie. La notizia non è stata tut- ni commerciali con Riad, vietando
le turca di Cannakale tra un bus che tavia confermata da fonti di stampa l’importazione di prodotti sauditi,
trasportava migranti e un’auto priva- indipendenti. un volume di affari che attualmente
ta. Stando a quanto riportano le E oggi la coalizione a guida sau-
si attesta a a circa 60 milioni di dol-
agenzie locali, due vittime viaggiava- dita, che combatte i ribelli sciiti nel-
lari all’anno.
no sul bus e le altre due sulla mac- lo Yemen, ha smentito di aver bom-
china. Nello scontro tra i veicoli, av- Infine, il Pakistan è intervenuto
bardato la rappresentanza diploma-
venuto su un ponte stradale, l’auto- tica iraniana. «Le indagini — si leg- oggi auspicando una «soluzione pa-
bus è caduto nel letto di un fiume ge in un comunicato diffuso a Riad cifica della contesa nell’interesse
sottostante. In base a quanto emerso — hanno permesso di concludere della comunità musulmana». È
dalle indagini, i passeggeri stavano che le accuse sono false e che nes- quanto si legge in un comunicato
cercando di raggiungere la località suna operazione è stata condotta in- del Governo di Islamabad reso noto
costiera di Ayvacik, sul mar Egeo, torno o vicino all’ambasciata». al termine di un incontro tra il mi-
per poi tentare di imbarcarsi verso Intanto, mentre anche la Somalia nistro degli Esteri saudita, Adel Bin
l’isola greca di Lesbo. I migranti ha preso le parti dell’Arabia Saudita Ahmed Bin Al Jubeir, e il premier
coinvolti sono di nazionalità siriana, rompendo le relazioni diplomatiche pakistano, Nawaz Sharif, svoltosi ie-
afghana e birmana. con la Repubblica islamica del- Civili yemeniti nelle aree della capitale Sana’a distrutte dai bombardamenti (Ansa) ri a Islamabad.
L’anno santo della misericordia da San Pietro al mondo
NOSTRE
Un mese fa INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha nominato
di RINO FISICHELLA in ogni diocesi, per riscoprire la forza della mise- spirituale. Eppure sono indice di una intensa Membro dell’Amministrazione
ricordia nella vita quotidiana dei credenti. Un partecipazione e di un’esigenza sentita. La deci- del Patrimonio della Sede Apo-
passato un mese da quando Papa France- impegno concreto per rendere ognuno strumento sione delle autorità civili di pedonalizzare via
È sco ha aperto la porta santa di San Pietro.
Nella sua omelia aveva esplicitato il senso
di quel gesto dicendo: «Entrare per quella porta
visibile di misericordia verso tutti. Giungono da
tutto il mondo testimonianze commoventi della
grande partecipazione di popolo in occasione
della Conciliazione per il periodo natalizio ha
permesso di veder riversata in questa zona tante
persone che hanno sfidato paura e tentativi di
stolica l’Eminentissimo Cardina-
le Ricardo Blázquez Pérez, Arci-
vescovo di Valladolid (Spagna).
significa scoprire la profondità della misericordia dell’apertura della porta santa nelle singole Chie- marginalizzare la partecipazione pubblica. La
del Padre che tutti accoglie e ad ognuno va in- se. Le cattedrali e i santuari non sono bastati per presenza delle forze dell’ordine ha reso più sicuri
contenere il flusso di fedeli che hanno riempito gli eventi e Roma ha vissuto questi giorni di fe- Il Santo Padre ha accettato la
contro personalmente. È lui che ci cerca! È lui
le piazze nell’attesa di compiere il gesto simboli- sta con la dovuta serenità. Il percorso riservato ai rinuncia al governo pastorale
che ci viene incontro! Sarà un anno in cui cresce-
co del passaggio della porta santa. Un segno pellegrini mostra ogni giorno gruppi di fedeli e della Diocesi di Vitoria (Spa-
re nella convinzione della misericordia... Attra- singole persone che con la croce giubilare si av-
concreto di quanto l’intuizione originaria di Papa gna), presentata da Sua Eccel-
versare la porta santa ci faccia sentire partecipi di viano pregando verso la porta santa. Una testi-
Francesco fosse una reale esigenza del momento lenza Monsignor Miguel José
questo mistero di amore, di tenerezza. Abbando- monianza di fede che commuove e non lascia in-
presente e certamente un incentivo per vivere i Asurmendi Aramendía, S.D.B., in
niamo ogni forma di paura e di timore, perché differenti.
non si addice a chi è amato; viviamo, piuttosto,
prossimi anni con responsabilità missionaria. È
La misericordia è un vero contenuto che stra- conformità al canone 401 § 1 del
proprio così. La grande presenza di popolo atte-
la gioia dell’incontro con la grazia che tutto tra- sta che il messaggio dell’incontro con Cristo e la volge e che, come insegna Papa Francesco, coin- Codice di Diritto Canonico.
A PAGINA 5 sforma». Quel segno era già stato anticipato a

possibilità di sperimentare la tenerezza e il per- volge in un movimento di impegno personale. Si

I cristiani perseguitati nel mondo
Che cosa
facciamo per loro?
D ONALD WILLIAM WUERL
Bangui compiendo un atto che immetteva una
profonda novità nella storia dei giubilei. Per la
prima volta, la porta santa veniva aperta non nel-
le basiliche papali, ma in Africa ponendo di fatto
quel continente davanti al mondo perché ne per-
cepisse la potenzialità che possiede per il futuro
dell’umanità.
Papa Francesco desidera che il giubileo sia pri-
A PAGINA 6 mariamente un avvenimento della Chiesa, vissuto
dono di Dio sono percepiti come un’esigenza
personale per dare senso agli eventi drammatici
della storia di questi anni.
Tutto questo non ha impedito che anche Ro-
ma rimanesse protagonista del giubileo. A un
mese esatto dall’inizio dell’anno santo, abbiamo
registrato più di un milione di presenze agli
eventi giubilari. Per l’esattezza 1.025.000. I
numeri non sono importanti in una dimensione
riceve misericordia per poterla donare. Senza
questa circolarità manca qualcosa di essenziale Provvista di Chiesa
che non permette di cogliere la profondità del
Il Santo Padre ha nominato
mistero di amore del Padre. È trascorso il primo
mese ed è iniziato un anno sempre più in cre- Vescovo di Vitoria (Spagna) il
Reverendo Juan Carlos Elizalde
scendo di partecipazione e di eventi che fanno
già percepire quanto il giubileo della misericor- Espinal, del clero dell’Arcidioce-
dia sia entrato nel cuore delle persone e possa si di Pamplona y Tudela, finora
trasformare la vita. Vicario Episcopale.
pagina 2
Banconote da 100 yuan
(Reuters)
PECHINO, 8. La svalutazione della
moneta cinese, lo yuan, non placa la
tempesta delle Borse. Ieri sono stati
registrati ribassi nelle principali piaz-
ze mondiali. Oggi la situazione sem-
bra migliorata con rialzi sui listini
europei, in attesa dell’apertura di
Wall Street. La Casa Bianca ha fatto
sapere ieri che continua a monitora-
re gli sviluppi della valuta cinese e i
movimenti sui mercati.
Fermata per eccesso di ribasso
Shanghai ha perso ieri il 7,04 per
cento, e in scia sono crollati tutti i
mercati asiatici. Tokyo ha ceduto il
2,33 per cento, Sydney il 2,2 e Seoul
l’1,1. Col passare delle ore il contagio
si è allargato: in calo le materie pri-
me, con il rame che scende sotto i
due dollari a libbra per la prima vol-
ta dal 2009. Dopo l’avvio in caduta,
i listini europei e Wall Street hanno
cercato di riprendersi, ma il bilancio
resta comunque pesante: dal calo del
3,2 per cento in apertura Milano ha
chiuso poi in perdita dell’1,14 per
cento. Londra ha ceduto nel finale
l’1,96 per cento e Francoforte ha ter-
minato in calo del 2,29 per cento. A
Wall Street, i due indici di riferi-
mento (il Nyse e l’S&P) hanno regi-
strato cali dell’1,2 per cento, mentre
il Nasdaq dell’1,6.
Come detto, le tensioni sullo yuan
cinese hanno indotto una nuova sva-
lutazione da parte delle autorità di
Pechino. La banca centrale cinese ha
comunque avvertito con chiarezza di
poter tener testa alle speculazioni e
Mai così basso dal 2004
Crolla
il prezzo del greggio
NEW YORK, 8. Il petrolio prosegue
la sua corsa al ribasso nel 2016. Il
Brent (il riferimento mondiale per
il mercato del greggio) il 6 gennaio
scorso ha raggiunto i 35 dollari al
barile: non accadeva da undici an-
ni. Ha perso il 4,2 per cento, rag-
giungendo i prezzi del primo lu-
glio del 2004. Il prezzo del greggio
statunitense è invece sceso del 3,3
per cento, arrivando a 34,7 dollari
al barile. E sempre ieri, il prezzo
del petrolio dell’Opec (l’organizza-
zione dei principali Paesi esporta-
tori) è sceso sotto i 30 dollari al ba-
rile per la prima volta dal 5 aprile
2004.
I motivi alla base di questo tra-
collo, che comunque riguarda tutto
il settore delle materie prime, sono
molti. Malgrado i timori per il
peggioramento delle relazioni tra
l’Arabia Saudita e l’Iran, due dei
maggiori produttori al mondo di
petrolio, che aveva determinato
l’aumento temporaneo dei prezzi, il
pessimismo dei mercati ha avuto il
sopravvento. Gli investitori — dico-
no i commentatori — non credono
che l’Opec trovi un accordo per
fissare i prezzi e mantenere una li-
nea comune. La rottura delle rela-
zioni diplomatiche tra l’Iran e
l’Arabia Saudita ha reso ancora più
improbabile un accordo tra produt-
tori concorrenti per stabilire un
prezzo comune e impedirne la sva-
lutazione. Teheran — affermano gli
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Listini in difficoltà nonostante la svalutazione dello yuan
Pechino non salva le Borse
che l’economia del Paese non ha bi-
sogno di svalutazioni competitive.
Fatto sta che già in giornata le auto-
rità di Pechino hanno poi corretto il
tiro compiendo alcune modifiche
delle misure decise per frenare la ca-
duta dei mercati e rivelatesi invece
controproducenti: innanzitutto è sta-
to rimosso il meccanismo di sospen-
sione automatica che a fronte di per-
analisti — si sta preparando per un
ritorno sui mercati globali nel 2016
dopo anni di sanzioni, grazie
all’accordo raggiunto sul program-
ma nucleare. Il ritorno di Teheran
determinerà una grande disponibi-
lità di petrolio, a meno che l’Iran,
l’Arabia Saudita e i produttori del
Golfo non trovino un accordo per
regolarne la produzione.
Ma a pesare sono anche i dubbi
sulla tenuta dell’economia cinese.
Il settore dei servizi in Cina è cre-
sciuto a un ritmo più debole del
previsto nel mese di dicembre. Gli
ultimi dati stanno alimentando le
preoccupazioni sul rallentamento
della domanda di petrolio in Cina,
il più grande importatore al mon-
do. La domanda cinese è fonda-
mentale per i mercati petroliferi,
che stanno già affrontando un ec-
cesso di offerta.
Un’altra motivazione del ribasso
del greggio è il ruolo del biglietto
verde. Il dollaro ha avuto un inizio
di anno molto buono, sulla base di
un forte rialzo registrato nel 2015.
La valuta statunitense è andata me-
glio delle altre valute. Questa è
una cattiva notizia per il petrolio e
per tutte le altre materie prime che
hanno un prezzo in dollari. In ef-
fetti un dollaro più forte rende il
greggio più caro per gli acquirenti
esteri, che quindi tendono a com-
prarne di meno.
GIOVANNI MARIA VIAN
direttore responsabile
Giuseppe Fiorentino
vicedirettore
Piero Di Domenicantonio
caporedattore
Gaetano Vallini
segretario di redazione
L’OSSERVATORE ROMANO
dite superiori al sette per cento fer-
mava la Borsa per l’intera giornata.
A questo si aggiunge il fatto che
nell’ultimo mese le riserve in valuta
estera del Dragone hanno subito il
peggior crollo di tutti i tempi. Se-
condo i dati diffusi dall’amministra-
zione statale, le riserve in valuta
estera a dicembre ammontavano
all’equivalente di 3.300 miliardi di
dollari, ben 108 miliardi in meno ri-
Obama non sosterrà un candidato contrario alla riforma
Offensiva mediatica
contro le armi da fuoco
WASHINGTON, 8. «L’epidemia della
violenza delle armi negli Stati Uniti
è una crisi». Così il presidente statu-
nitense, Barack Obama, in un edito-
riale pubblicato sul «The New York
Times», ha insistito sulla necessità di
maggiori controlli nella vendita di
armi, sottolineando come non ap-
poggerebbe mai un candidato alla
Casa Bianca, «anche del mio partito
— ha tenuto a precisare — che non
Venezuela
sul filo
del rasoio
CARACAS, 8. Sempre più aspro in
Venezuela il confronto tra il Go-
verno del presidente, Nicolás
Maduro, e l’opposizione anticha-
vista, che ha vinto le recenti ele-
zioni legislative, conquistando la
presidenza del Parlamento.
I deputati del Partito socialista
unito del Venezuela (Psuv, di Ma-
duro) hanno presentato oggi una
denuncia al Tribunale supremo di
giustizia per contestare l’insedia-
mento di tre deputati dell’opposi-
zione, riunita nel Tavolo di unità
democratica (Mud).
Il caso in questione riguarda
tre deputati dello Stato di Amaz-
zonas, per i quali il Tribunale
aveva chiesto di sospendere l’inse-
diamento in seguito a un ricorso
del Psuv. Ma il nuovo Parlamen-
to, insediato due giorni fa e pre-
sieduto da un esponente del
Mud, Henry Ramos Allup, ha
permesso loro di giurare.
Con i tre deputati contestati, il
Mud raggiunge 112 seggi, otten-
dendo così la maggioranza dei
due terzi. I deputati del Mud
hanno convocato un vertice per
rivedere la nomina, decisa il mese
scorso, di 13 giudici del Tribunale
supremo. Nomina che considera-
no una frode per alterare gli equi-
libri all’interno del Tribunale.
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spetto al livello di novembre. Stando
ai dati di Bloomberg, si tratta del
più forte calo mensile mai registrato,
con il quale questa voce è tornato ai
livelli del dicembre del 2012. Com-
plessivamente, nell’anno appena pas-
sato le riserve valutarie della Cina si
sono ridotte di 513 miliardi di dolla-
ri, mentre l’economia ha registrato il
tasso di crescita più contenuto in un
quarto di secolo.
sia a favore di una riforma di buon
senso sulle armi». Perché una crisi
nazionale di questa portata — ha evi-
denziato Obama sul giornale — «im-
pone una risposta nazionale».
E l’offensiva mediatica contro le
armi del presidente, all’indomani
della stretta annunciata dalla Casa
Bianca per aumentare i controlli sul-
le vendite e sul traffico illegale, è
proseguito con un incontro pubblico
organizzato dalla emittente televisiva
Cnn alla Geroge Mason University,
trasmesso in diretta.
Obama ha detto di rispettare il se-
condo emendamento della Costitu-
zione degli Stati Uniti d’America,
che garantisce il diritto di possedere
armi da fuoco, ma ha ribadito la ne-
cessità di fare in modo che le armi
«non cadano nelle mani sbagliate».
Tutti concordano «sulla necessità di
perseguire chi ha commesso crimini,
ma chi li commette — ha sottolineato
il presidente — non dovrebbe avere
accesso così facilmente alle armi da
fuoco». Obama ha, quindi, rimarca-
to la necessità di garantire l’incolu-
mità dei bambini in un Paese dove
ogni anno le armi da fuoco fanno
oltre trentamila vittime.
Al dibattito erano presenti anche
alcuni parenti delle vittime dei re-
centi episodi di violenza legati alla
facilità con la quale nel Paese si re-
periscono pistole o fucili. La lobby
della armi da fuoco, la National Ri-
fle Association, ha declinato l’invito
a partecipare all’incontro.
Un sondaggio della Cnn rileva
che il 65 per cento degli statunitensi
è a favore di una stretta sulle armi.
Le misure di Obama godono del
supporto dell’85 per cento dei de-
mocratici, del 51 per cento dei re-
pubblicani e del 65 per cento degli
indipendenti. Il 57 per cento degli
intervistati, tuttavia, ritiene che le re-
strizioni — tra cui l’obbligo per i ri-
venditori di condurre accurati con-
trolli e verifiche sugli acquirenti —
non riusciranno a ridurre il numero
delle vittime. E da uno studio del
dipartimento di Stato emerge che
dal 2001 al 2013 le vittime statuniten-
si per terrorismo (11 settembre inclu-
so) sono stati 3.380, mentre nello
stesso periodo i morti causati da ar-
mi da fuoco (omicidi, suicidi, inci-
denti) sono stati 406.496.
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Molestie segnalate anche in Finlandia
Le violenze sulle donne
diventano
un caso europeo
BERLINO, 8. Le violenze di Colonia
non sono un fatto isolato: altre set-
tanta aggressioni a sfondo sessuale
sono state denunciate a Düsseldorf
e Amburgo, dodici a Stoccarda, sei
nella vicina Svizzera, a Zurigo.
Tutte la notte di capodanno. An-
che a Helsinki, in Finlandia, ci so-
no state molestie sessuali diffuse
nella piazza centrale, che ospitava
circa ventimila persone per i festeg-
giamenti, e sono stati denunciati
tre stupri nella stazione centrale,
dove si erano radunate circa mille
persone, per lo più iracheni. In
quest’ultimo caso i presunti aggres-
sori sono tre richiedenti asilo, che
sono stati arrestati. Al momento
non risultano legami tra quanto
successo nelle diverse città, ma ci
sono stati contatti tra le polizie eu-
ropee e tra le ipotesi al vaglio degli
investigatori c’è anche quella di
una comune regia: forse da parte
di gruppi xenofobi che potrebbero
aver aizzato gruppetti di immigrati
per poi cavalcare l’indignazione
causata dagli assalti.
Il caso sta suscitando numerose
polemiche, tra chi esige misure più
dure contro gli immigrati e che in-
vece chiede di non strumentalizza-
re la vicenda. Come rilevano i
commentatori, i fatti, che ancora
devono essere pienamente chiariti e
accertati, segnano una cesura nel
dibattito tedesco sull’immigrazione.
Lo sa bene il cancelliere Angela
Merkel che ieri, intervenendo sul
caso, ha riconosciuto che gli assalti
sessuali contro decine di donne
«non sono casi isolati» e si è chie-
sta «se esistono connessioni o mo-
delli di comportamento comuni e
se certi gruppi nutrono disprezzo
verso le donne». Di qui, il capo
del Governo tedesco ha sottolinea-
to l’esigenza di assumere misure
forti: «Dobbiamo chiederci — ha
Dopo l’assalto a un commissariato di polizia
A Parigi torna
l’incubo terrorismo
PARIGI, 8. A un anno esatto dagli
attentati contro la redazione di
«Charlie Hebdo», la paura è tor-
nata ieri a scuotere Parigi. Una ca-
pitale perennemente in stato
d’emergenza, con la popolazione
abituata oramai a vivere con il suo-
Poliziotti durante un’operazione
nel nord di Parigi (Epa)
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sabato 9 gennaio 2016
detto — se abbiamo fatto tutto il
necessario in termini di espulsioni
dalla Germania, al fine di mandare
un chiaro segnale a chiunque non
sia pronto a rispettare le nostre leg-
gi». E oggi è tornata a chiedere
che «la piena verità sia messa sul
tavolo senza sconti». Sempre ieri il
ministro della Giustizia, Heiko
Maas, ha detto che la legge tedesca
consente di espellere qualcuno an-
che durante il procedimento di asi-
lo se è riconosciuto colpevole di
crimini sessuali.
E intanto, proprio a causa delle
aggressioni di capodanno, la Slo-
vacchia ha deciso di bloccare gli
ingressi. Lo ha annunciato il pre-
mier Robert Fico, spiegando che il
suo Esecutivo non prenderà deci-
sioni «che darebbero luogo a una
comunità di musulmani nel Paese»
perché «non vogliamo che in Slo-
vacchia accada ciò che è accaduto
in Germania».
Sul fronte delle indagini, il mini-
stero dell’Interno tedesco ha comu-
nicato oggi che per le aggressioni
di Colonia sono state identificate
trentuno persone, fra le quali di-
ciotto richiedenti asilo. Questi ulti-
mi non sono accusati di molestie
sessuali. Intanto la polizia ha assi-
curato di aver messo al lavoro sulle
aggressioni ben ottanta agenti, ma
dal rapporto interno pubblicato ie-
ri da «Der Spiegel» e dal quotidia-
no «Bild» emerge che gli uomini
dispiegati l’ultimo dell’anno erano
invece del tutto insufficienti ad af-
frontare il «caos» di «risse, furti,
assalti sessuali alle donne» e che
«le forze presenti non hanno potu-
to controllare tutti gli avvenimenti,
gli assalti e i reati, perché erano
troppi». In alcune fasi della notte
non è stato possibile neppure ver-
balizzare tutte le denunce.
no incessante delle sirene e la pos-
sibilità di nuovi attentati. Nel quar-
tiere della Goutte-d’Or, uno dei
più poveri e disagiati, a due passi
da siti di grande richiamo turistico
come Montmartre e la Basilica del
Sacro Cuore, c’è rabbia e sgomen-
to. È qui, nel cuore del diciottesi-
mo arrondissement, che ieri un pre-
sunto terrorista di vent’anni armato
di un coltello è stato ucciso davanti
al commissariato di zona.
La polizia parigina ha subito
bloccato l’intero quartiere e il traf-
fico delle linee due e quattro della
metropolitana. Nella zona sorve-
gliata a vista da centinaia di agenti
armati sono arrivati gli artificieri e
un robot ha ispezionato il cadavere
del presunto jihadista con in tasca
una rivendicazione del cosiddetto
Stato islamico (Is).
Nel frattempo, la polizia belga
ha trovato tre giubbotti esplosivi,
tracce di esplosivo e le impronte
digitali del principale sospettato
ancora in fuga per le stragi di Pari-
gi, Salah Abdeslam, in un apparta-
mento a Bruxelles. Lo ha reso noto
questa mattina la procura belga. La
scoperta è stata fatta durante una
perquisizione il 10 dicembre nel
quartiere Schaerbeek.
Il Belgio teme un attentato il 15
gennaio, data simbolica perché è
un anno esatto dall’uccisione dei
due terroristi che preparavano at-
tentati a Verviers. Lo ha detto il
procuratore federale Frédéric van
Leeuw in un’intervista a «Le Soir»,
spiegando che i servizi hanno pre-
so in esame un tale scenario.
Aziende promotrici della diffusione
Intesa San Paolo
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
Banca Carige
Società Cattolica di Assicurazione
Credito Valtellinese
sabato 9 gennaio 2016 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 3

Uccisi quattro palestinesi in Cisgiordania Un soldato sudcoreano aziona

gli altoparlanti per la propaganda

Un’altra giornata
nella zona smilitarizzata a Yeoncheon (Reuters)

di sangue
TEL AVIV, 8. È stata un’altra gior- Mukaber, la misura ha colpito l’ap-
nata di sangue quella di ieri in Cis- partamento di Alaa Abu Jamal, che
giordania. Nel pomeriggio tre pale- il 13 ottobre scorso si era lanciato
stinesi hanno cercato di aggredire e con la sua auto contro le persone idrogeno, la Corea del Sud ha ripre-
accoltellare alcuni soldati a Gush in attesa dell’autobus, colpendo so oggi la sua attività di propaganda
Etzion, località a sud di Gerusa- poi a morte con un coltello un rab- lungo il confine intercoreano.
lemme e Betlemme. Due dei tre bino prima di essere ucciso. Abu Gli altoparlanti piazzati in undici
palestinesi sono stati uccisi sul col- Jamal era il cugino dei due palesti- diversi punti trasmettono dichiara-
nesi che a novembre attaccarono zioni di denuncia del regime nord-
po. Il terzo aggressore è invece de-
una sinagoga a Gerusalemme, ucci- coreano di Kim Jong Un e delle vio-
ceduto poco dopo a causa delle fe- Al Consiglio di sicurezza per azioni più adeguate nei confronti della Corea del Nord
dendo cinque fedeli e un poliziotto lazioni dei diritti umani di cui è re-
rite riportate. In serata un quarto
prima di essere neutralizzati. Sem- sponsabile e possono essere sentiti
palestinese è stato ucciso a nordest
di Hebron: anche lui aveva cercato
di accoltellare un militare.
pre nello stesso quartiere di Geru-
salemme est, le autorità hanno de-
molito con martelli pneumatici i
Azione comune fino a dieci chilometri di distanza.
Le attività di propaganda da parte
sudcoreana erano state fermate nel
A Gerusalemme, dove i casi di
aggressioni sono stati moltissimi
negli ultimi mesi, la tensione conti-
muri dell’appartamento di Bahaa
Allyan. L’uomo, sempre il 13 otto-
bre aveva sparato e preso a coltel-
tra Cina e Stati Uniti mese di agosto, nel quadro di un ac-
cordo volto ad allentare le tensioni
tra Seoul e Pyongyang ma sono ri-
nua a essere molto alta. Pochi gior- prese a seguito dell’annuncio del re-
late dei passeggeri di un autobus a
ni fa le forze armate israeliane han- NEW YORK, 8. Stati Uniti e Cina — finché agiranno come stanno fa- a bordo della portaerei Ronald Rea- gime nordcoreano. Intorno agli alto-
Gerusalemme, uccidendo due israe-
no demolito nel settore orientale le liani e un israelo-americano. Allyan continueranno a coordinarsi in seno cendo non otterranno crescita o pro- gan nella base navale di Yokosuka. parlanti sono stati dispiegati artiglie-
abitazioni di due palestinesi re- era stato ucciso dalle forze di sicu- al Consiglio di sicurezza dell’Onu al sperità, e non avranno la sicurezza a E a due giorni dall’annuncio di ria e batterie di missili a corto rag-
sponsabili dell’uccisione di quattro rezza mentre il complice era stato fine di decidere le azioni più ade- cui ambiscono, e resteranno isolati». Pyongyang, secondo cui il regime gio, ha precisato un funzionario del
israeliani nella recente ondata di arrestato. Un gran numero di agen- guate nei confronti della Corea del L’ammiraglio statunitense ha parlato comunista ha testato la bomba a ministero della Difesa di Seoul.
attacchi. Nel quartiere di Jabel ti delle forze dell’ordine sono state Nord dopo il quarto test nucleare. A
ribadirlo è stato ieri sera il segretario
schierate ma non ci sono stati inci-
di Stato americano, John Kerry, nel
denti durante l’esecuzione delle or-
corso di una conversazione telefoni-
dinanze. «Non ho un altro posto
ca con il ministro degli Esteri cinese,
dove vivere» ha lamentato il padre Dopo l’assalto alla base militare nel Punjab
WangYi, definendo quella del regi-
di Allyan, sottolineando che «que-
me comunista di Pyongyang «una
sta misura punisce un padre, una
madre, un fratello, una sorella e
quattro bambini».
provocazione, una grave minaccia al-
la sicurezza internazionale e alla pa-
ce», nonché «una violazione delle ri-
Tensioni
La tensione resta alta anche al
confine con il Libano, dove pochi
giorni fa si è registrato uno scontro
soluzioni delle Nazioni Unite».
Nel frattempo, il vice ammiraglio
della marina statunitense, Joseph
tra New Delhi e Islamabad
a fuoco tra militari israeliani e un Aucoin, comandante della settima
gruppo di miliziani di Hezbollah. flotta con base a Yokosuka, in Giap- NEW DELHI, 8. Si riaccende la ten- locali — ha fornito nuove prove su fonte del ministero degli Esteri in-
Quest’ultimo ha infatti rivendicato pone, ha riferito che le truppe statu- sione diplomatica tra India e Paki- alcuni sospetti militanti islamici pa- diano — e ora l’elemento più im-
un attacco a una pattuglia israelia- nitensi stanno vigilando da vicino stan, Paesi dell’Asia meridionale kistani, che avrebbero dato istruzio- portante per noi è la loro risposta».
na al confine come rappresaglia sulla Corea del Nord. Aucoin ha dotati entrambi di arsenale nuclea- ni al commando armato che sabato Il 14 e 15 gennaio prossimi sono in
per l’uccisione di Samir Kuntar in precisato che la marina statunitense re. L’India ha fatto sapere ieri sera scorso ha assaltato l’installazione calendario ad Islamabad una serie
un raid alla periferia di Damasco, ha diverse navi nell’area e sta moni- che i negoziati di pace con il Paki- militare di Pathankot, nello Stato di colloqui a livello di segretari di
lo scorso dicembre. L’uomo, già torando la situazione a brevissima stan dipendono dalle misure che il del Punjab, a circa cinquanta chilo- Stato. L’incontro — organizzato per
detenuto in Israele per un brutale distanza, pur aggiungendo di non Governo di Islamabad intende metri dal confine settentrionale con approfondire misure distensive nelle
attacco terroristico avvenuto nel poter dire di più. «Vogliamo che ab- prendere contro i responsabili del il Pakistan. complesse relazioni bilaterali — è
1979, era considerato un esponente bandonino le attività nucleari e che recente attacco a una base aerea in Le prove includono registrazioni stato deciso dopo l’importante di-
di punta del movimento sciita liba- rispettino gli impegni assunti a livel- Punjab. Il Governo di New Delhi e fotografie. «La palla è ora nel sgelo avvenuto a Natale durante la
nese. lo internazionale — ha detto Aucoin _ informano le agenzie di stampa campo del Pakistan — ha detto una visita, a sorpresa, del primo mini-
stro indiano, Narendra Modi, a
Lahore e a Islamabad.
A Lahore, Modi ha avuto un fac-
cia a faccia con il primo ministro
Città siriana ridotta allo stremo dai combattimenti tra esercito e ribelli pakistano, Nawaz Sharif, visitando
poi l’anziana madre del capo
dell’Esecutivo di Islamabad e of-
L’inferno di Madaya frendo un regalo alla nipote, in
procinto di sposarsi.
L’India aveva già condiviso un
dossier con le prove del coinvolgi-
DAMASCO, 8. Bambini che mangiano le foglie ni che ha permesso l’evacuazione di centinaia to a settembre per mettere fine alle ostilità in nia, ad esempio, ospita più di 630.000 rifugia- mento del gruppo terrorista pachi-
dagli alberi e la maggior parte degli adulti ri- di ribelli e delle loro famiglie, nell’ambito di queste aree in cambio di assistenza umanita- ti siriani, di cui l’85 per cento vive in campi stano Jaish-e-Mohammed. Tuttavia,
dotti allo stremo: sono questi i racconti che uno scambio che ha portato alla partenza di ria. L’accesso a Madaya e Zabadani è impedi- nelle aree più povere del Paese; il sei per cen- l’attacco, costato la vita a sette uo-
arrivano da Madaya, cittadina siriana sulle civili sciiti assediati da forze anti-regime a to dalle forze regolari siriane, leali al presiden- to degli adulti ha il diabete. «Prima della mini della sicurezza e sei terroristi,
montagne al confine con il Libano, assediata Fuaa e Kafraya, due località nella provincia te Assad, mentre Fuaa e Kafraya sono circon- guerra andavo dai medici regolarmente — rac- era stato rivendicato dallo United
da sei mesi dalle forze governative di Dama- nord-occidentale di Idlib. Secondo vari testi- date dai ribelli. conta un testimone citato nel rapporto Jihad Council, una coalizione di
sco. Numerosi civili sono morti di fame e la moni, a causa del mancato approvvigionamen- L’ultima volta che sono entrati aiuti a Ma- dell’Oms — mangiavo il cibo appropriato e vi- gruppi armati che opera nella zona
situazione rischia di degenerare. Circa 40.000 to di generi alimentari, il cibo a Madaya ha daya è stato lo scorso ottobre ma da allora site e farmaci erano gratuiti. Ma le medicine del Kashmir amministrato dall’In-
civili stanno cercando di sopravvivere come raggiunto prezzi esorbitanti, toccando le più nulla «nonostante numerose richieste». sono diventate molto care in Siria ora, ed è dia. Secondo testimoni, i terroristi
possono in questa località, un tempo luogo di 15.000 lire siriane (70 dollari) per un chilo di Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti diventato impossibile per me farmi controlla- in tuta mimetica hanno sequestrato
villeggiatura, dove la neve caduta negli ultimi riso. umani (organizzazione che raccoglie diversi re». un poliziotto e con la sua auto so-
giorni rende ancora più difficile le condizioni Il Governo siriano ha dato ieri il via libera gruppi dell’opposizione), il rischio di una ca- Da novembre 2014 i rifugiati siriani registra- no riusciti a fare irruzione nella
di vita della popolazione. all’ingresso di aiuti. La decisione è stata accol- tastrofe umanitaria è molto alto. ti nei campi possono avere servizi sanitari gra- struttura militare, dove hanno spa-
Ai residenti si sono aggiunti centinaia di ta con soddisfazione dalle Nazioni Unite che A dimostrazione della gravità della situazio- tuiti attraverso le strutture pubbliche e pagano rato all’impazzata.
profughi provenienti dalla vicina Zabadani, a «si preparano a dare assistenza umanitaria nei ne, l’Organizzazione mondiale della sanità lo stesso prezzo dei giordani privi di assicura- La tattica, rilevano gli analisti, ri-
lungo teatro di feroci combattimenti tra mili- prossimi giorni» a Madaya, Fuaa e Kafraya. (Oms) ha lanciato ieri in un rapporto un nuo- zione medica. Tuttavia, molti non sono in gra- corda quella già usata in passato da
ziani ribelli sunniti e forze lealiste. Recente- L’iniziativa nei confronti dei tre villaggi asse- vo allarme sul rischio di epidemie e malattie do di lavorare e non hanno alcun tipo di en- gruppi di militanti islamici adde-
mente, una tregua è stata raggiunta a Zabada- diati rientra in un accordo semestrale raggiun- in Siria e nei campi dei rifugiati. La Giorda- trata regolare. strati in Pakistan.

Attacco armato in un villaggio Per le presidenziali nella Repubblica Centrafricana

Strage di civili nel Nord Kivu Al ballottaggio

KINSHASA, 8. Ancora violenze nella
Repubblica Democratica del Con-
go. Un gruppo di ribelli ha massa-
crato ieri sedici civili in un villaggio
nell’est del Paese africano. L’attacco
è avvenuto a Miriki, circa centodie-
ci chilometri a nord di Goma, capi-
tale della provincia del Nord Kivu,
lacerata da un sanguinoso conflitto
che dura da oltre venti anni.
La notizia, data inizialmente da
fonti ospedaliere e da una organiz-
zazi0ne umanitaria locale, è stata
poi confermata dall’esercito di Kin-
shasa. Secondo le autorità, alcuni
ribelli delle Forze democratiche per
la liberazione del Rwanda, un
gruppo hutu accusato di gravi ed
efferati crimini contro i civili nel
Nord Kivu, sono entrati durante la
notte nelle case del villaggio e han-
no ucciso diversi abitanti a colpi di
Il villaggio di Miriki luogo dell’attacco (Afp) pistola e di machete.
BANGUI, 8. Per conoscere il nuovo
presidente della Repubblica Centra-
fricana sarà necessario il ballottag-
gio. Lo ha annunciato l’Autorità
nazionale delle elezioni, che ha dif-
fuso ieri i risultati provvisori delle
presidenziali, uno dei voti più attesi
in tutta l’Africa, il cui primo turno
ha avuto luogo il 31 dicembre.
Al ballottaggio andranno Anicet
Georges Dologuélé e Faustin-Ar-
change Touadéra, due ex premier.
Dologuélé, tra i favoriti alla vitto-
ria, ha raccolto 281.420 voti (il 23,78
per cento dei suffragi) davanti a
Touadéra, forte di 229.764 voti (pari
al 19,42 per cento dei consensi).
L’affluenza alle urne è stata del 69
per cento degli aventi diritto.
Al primo turno non sono manca-
te le polemiche e alcuni dei trenta
candidati hanno chiesto di fermare
l’intero processo elettorale perché, a
detta loro, segnato da brogli.
Uno scrutinio che dovrebbe por-
tare, con l’elezione del nuovo presi-
dente, la Repubblica Centrafricana
a superare le violenze settarie e in-
terreligiose, che hanno insanguinato
gli ultimi tre anni, aprendo la via
alla stabilizzazione e alla pacifica-
zione. Un voto — a poco più di un
mese dalla visita di Papa Francesco,
che proprio nella cattedrale di Ban-
gui ha dato il via al Giubileo —
considerato dagli analisti politici un
punto di svolta per il Paese, tra i
più poveri al mondo, piombato nel
caos dopo il rovesciamento del pre-
sidente François Bozizé, nel marzo
2013, per mano dei ribelli Seleka,
allontanati, a loro volta, da un in-
tervento internazionale condotto
dalla Francia, ex potenza coloniale.
pagina 4 L’OSSERVATORE ROMANO sabato 9 gennaio 2016

È sempre più raro trovare

questo tipo di esposizione
Praticamente un dossier incentrato
su un singolo capolavoro studiato in profondità
in rapporto ad altre opere
accuratamente selezionate
per facilitarne la comprensione

da Londra
ALESSANDRO SCAFI
Una mostra alla National Gallery
Per decenni l’Assunzione della Vergine

che Francesco Botticini dipinse negli
anni Settanta del Quattrocento ha
accolto i visitatori della National
Gallery di Londra, posta com’era in
cima alla lunga scalinata della Sain-
sbury Wing, l’ampliamento realizza-
to nel 1991 per ospitare la collezione
di dipinti rinascimentali. In questi
mesi il grande dipinto (circa quattro
metri per due), che descrive la gloria
del paradiso di cui la Vergine Maria
è divenuta regina, è il centro intorno
al quale è stata allestita, sempre nel-
la galleria londinese, una mostra de-
dicata a visioni paradisiache (Visions
of Paradise). Il visitatore scopre che
si tratta delle visioni paradisiache
della tradizione pittorica medievale e
rinascimentale, dove la luce splen-
dente del cielo si popolava di santi e
beati, martiri ed eremiti, Papi e pro-
feti, sparsi nella struttura gerarchica
dei cori angelici.
La mostra svela anche l’importan-
za e il significato della visione para-
disiaca del committente della tavola,
Matteo Palmieri, che con il dipinto
di Botticini voleva decorare la cap-
pella di famiglia nella chiesa fioren-
tina di San Pier Maggiore. Mercan-
te, politico, umanista e protettore
delle arti, Palmieri aveva scritto un
poema d’ispirazione dantesca (La
città di vita) dove narrava il suo
viaggio nell’aldilà, guidato dalla Si-
billa Cumana. La mostra ricostruisce
egregiamente il contesto sociale e
politico, culturale e artistico della
visione paradisiaca di Palmieri e
Botticini.
Chiedo a Jennifer Sliwka, la curatrice:
come le è venuta l’idea di allestire que-
sta esposizione?
Avevo sempre notato quest’opera
monumentale che incombeva su
chiunque entrasse nella Sainsbury
Wing, ma soltanto nel 2011, quando
ho avuto l’opportunità di esaminarla
da vicino, da un’impalcatura, mi so-
no resa conto della qualità altissima
del dipinto. Mi ha colpito la straor-
dinaria resa del dettaglio su uno
sfondo così vasto, l’incredibile varie-
tà di angeli e santi raffigurati nella
volta celeste. La tavola era disposta
Francesco Botticini, «Assunzione della Vergine» (1475-1476, particolare)
a più di cinque metri dal pavimento,
quindi dal basso non ci si rendeva
conto della bellezza dei particolari.
Qual è il suo dettaglio preferito?
I cori angelici più alti, quelli più
vicini a Dio: serafini, cherubini e
troni, dai volti così pieni di dolcez-
za, dipinti meravigliosamente nelle
pose più varie e incantevoli, quasi
provocatorie.
Perché, secondo lei, il dipinto è così in-
teressante?
Il dipinto è affascinante per molti
aspetti. È già incredibile per le di-
mensioni e l’iconografia, poi è stato
commissionato da un uomo straordi-
nario, Matteo Palmieri, che visse una
vita incredibilmente intensa: farmaci-
sta, uomo di stato, autore, poeta e
mecenate. In questo grande dipinto
da lui concepito e commissionato si
possono riconoscere le sue tensioni
spirituali, le sue concezioni artisti-
che, le sue idee politiche su cosa ve-
ramente significasse essere un buon
cittadino impegnato nella cosa pub-
blica. L’opera è poi interessante per
come sia stata associata alle contro-
verse concezioni di Palmieri sulla
preesistenza delle anime e il libero
arbitrio, che alcuni teologi sospetta-
vano di eresia. È curioso anche che
il dipinto sia stato a lungo attribuito
all’artista più famoso del Rinasci-
mento fiorentino, Sandro Botticelli,
un’idea che ha resistito per almeno
350 anni, prima di essere messa in
dubbio dagli storici dell’arte.
Quali sono le visioni paradisiache alle
quali si riferisce il titolo della mostra?
Ho scelto il titolo «Visioni del pa-
radiso» al plurale perché volevo rife-
rirmi alle visioni diverse descritte o
evocate nella grande pala d’altare di
Botticini: c’è la visione paradisiaca
elaborata da Matteo Palmieri nel suo
poema, La città di vita; c’è quella di
Dante, a cui Palmieri si è ispirato;
c’è la visione artistica di Botticini;
c’è la visione dell’episodio di storia
sacra da parte di chi guarda il qua-
dro, magari in ginocchio, come le fi-
gure di Matteo Palmieri e la moglie,
ritratti nella pala, mentre l’Assunzione
della Vergine avviene davanti ai nostri
occhi. Allo stesso modo il termine
“paradiso” può riferirsi alle sfere ce-
lesti popolate di angeli e santi, de-
scritte nella parte alta del quadro;
ma anche all’altopiano in cima al
monte occupato dagli apostoli e dai
committenti, una sorta di Eden o di
paradiso terrestre dantesco. Poi le
colline di Fiesole — raffigurate sulla
sinistra del pannello — sono state as-
sociate da Boccaccio e più tardi da
Poliziano e Ficino a una sorta di pa-
radiso o di locus amoenus, mentre Fi-
Ecco il paradiso
renze stessa è stata a lungo celebrata
da poeti, pittori e scrittori come una
specie di città ideale o paradisiaca.
Cosa pensa ci sia di innovativo nel la-
voro che avete fatto?
Credo sia sempre più raro trovare
questo tipo di mostra, praticamente
un dossier incentrato su una singola
opera, studiata in profondità, in rap-
porto ad altre opere, accuratamente
selezionate per facilitarne la com-
prensione. Ma è proprio il tipo di
mostra che mi piace di più. Proba-
bilmente l’aspetto più innovativo di
questa esposizione è la ricostruzione
digitale della chiesa di San Pier
Maggiore per la quale ho collabora-
to con un gruppo straordinario di
studiosi e architetti dell’Università di
Cambridge. Questa ricostruzione,
disponibile sul sito della National
Gallery, mette insieme i risultati di
recenti ricerche d’archivio, indagini
archeologiche e studi iconografici
per ricostruire in modo digitale la
collocazione architettonica e il con-
testo spirituale di due importanti
opere della National Gallery, di cui
riusciamo a comprendere molto me-
glio come e perché siano state con-
cepite per decorare quel luogo.
Due opere?
Sì, perché siamo riusciti anche a ri-
costruire il polittico dell’Incoronazione
della Vergine di Jacopo di Cione e
bottega, che un tempo si trovava
sull’altare principale di San Pier
Maggiore. Dai miei studi ho rico-
struito che la pala fu rimossa nel
1610, quando la cappella maggiore fu
restaurata, prima di essere sezionata e
dispersa in frammenti, mentre la sce-
na principale fu sistemata su un alta-
re della cappella del transetto sud,
cioè nello stesso ambiente dell’Assun-
zione di Botticini. La pala fu incorni-
ciata di nuovo nell’Ottocento, e, con-
siderate le dimensioni e il modo in
cui era stata incorniciata, è normal-
mente esposta su due diverse pareti
della Sainsbury Wing. Ebbene, in oc-
casione della mostra, per la prima
volta dopo più di quattrocento anni,
il polittico è stato assemblato nella
sua forma originaria. Possiamo anche
dire che è la prima volta che viene
esposto accanto alla pala d’altare di
Botticini da quando la chiesa di San
Pier Maggiore è stata distrutta nel
1784.
Cosa le è piaciuto di più nel curare
questa mostra?
Il tempo che ho passato totalmen-
te assorbita in un unico progetto e
Giovanni di Paolo, «Paradiso»
(The Metropolitan Museum of Art, New York)
l’opportunità di collaborare con tan-
ti specialisti di campi così diversi,
dai quali ho imparato tantissimo:
studiosi ed esperti di conservazione,
specialisti di disegni, manoscritti e
ceramiche, architetti e operatori mu-
seali nel campo della divulgazione.
È stato poi un piacere particolare
condividere la mia ricerca sulla chie-
sa, oggi non più esistente, di San
Pier Maggiore con i negozianti e i
residenti che vivono e lavorano pro-
prio nell’area di Firenze dove si tro-
vava la chiesa e che si sono dimo-
strati particolarmente entusiasti e di
grande aiuto.
Ci racconti qualcosa del
documentario che avete
realizzato, questa affasci-
nante ricerca di una
chiesa scomparsa, ma di
cui restano tracce nel
moderno tessuto urbano.
Ho vissuto per vari
anni, durante il dotto-
rato, vicino alla chiesa
di Santa Croce: ho fi-
nito così per conoscere
bene il quartiere e so-
no diventata amica dei
camerieri e dei pro-
prietari del locale. Sa-
pevo che in quell’area
si trovava la chiesa.
Ma è stato solo quan-
do ho iniziato a stu-
diare il quadro di Bot-
ticini che mi sono resa
conto di quanto la zo-
na fosse piena di trac-
ce e resti di San Pier
Maggiore. Grazie alle
mie amicizie nella zo-
na ho potuto contatta-
re dei residenti che
molto cortesemente ci
hanno consentito di
accedere alle loro case
e negozi.

di ANTONIO PAOLUCCI
Quando accade, nella storia dell’arte,
che il paesaggio diventa soggetto prota-
gonista di un quadro? La risposta ce la
dà Anna Ottani Cavina nel libro Terre
senz’ombra (Milano, Adelphi, 2015, pagi-
ne 472, euro 50). Questo fatto nuovo, di
rivoluzionaria portata e carico di futuro,
avviene all’inizio del Seicento, il secolo
che apre alla modernità con Galileo Ga-
lilei e Blaise Pascal, con Baruch Spinoza
e Isaac Newton, con Caravaggio e Ve-
lázquez.
Due dipinti, divisi da pochi anni,
marcano il passaggio epocale. Il primo
è la Lunetta Aldobrandini di Annibale
Carracci della Galleria Doria Pamphili,
databile al 1602-1603; l’altro è un picco-
lo rame, custodito alla Alte Pinakothek
di Monaco, che Adam Elsheimer, pitto-
re tedesco residente a Roma, firmò e
datò al 1609. Tutti e due hanno per og-
getto la Fuga in Egitto ma il viaggio del-
la sacra famiglia verso terre sconosciute
è solo un pretesto per raccontare il pae-
saggio; un paesaggio epico, eroico, la
campagna romana trasformata in scena-
rio per antichi prodigiosi eventi, nel ca-
so di Annibale.
Thomas Jones, «Il lago di Nemi a Genzano» (1777)
In «Terre senz’ombra» il paesaggio italiano come protagonista nella storia dell’arte i non luoghi: un muro ingrommato di
salnitro, splendido nella luce meridiana,
Magic Land una casa diroccata con panni stesi alla
finestra, una piccola cupola sopra la li-
nea dei tetti.
Per Thomas Jones (ce lo fa capire
nelle sue opere e quasi a ogni riga del
suo straordinario diario) l’Italia è stata
Per Elsheimer ciò che interessa è la Zeri e ora docente alla Johns Hopkins frequenti nella storia dell’arte, riemerge-
davvero the Magic Land. Tale è stata an-
sosta dei santi personaggi sulla riva del University — si è occupata in più occa- ranno molti secoli dopo nelle Stanze
che per i tanti altri artisti che popolano
Tevere in una notte di luna piena. Que- sioni di paesaggio nella pittura italiana Paese di Rodolfo Fantuzzi e di Giaco-
ed europea. Questo libro, magnifica- mo Savini nei palazzi e nelle ville del le pagine del libro; per i francesi Louis
sto dipinto è il primo ritratto veritiero
mente illustrato, è la sintesi di una vita Settecento bolognese. Ci sono i pittori Gauffier, Germain Drouais, Etienne
di un cielo stellato nella storia dell’arte.
di studi. Studi fatti di fulminee intuizio- stranieri (francesi, inglesi, tedeschi, Boullée, Francois Granet, per gli inglesi
Ci sono le macchie sulla faccia della lu-
ni, di impeccabile scrutinio filologico, scandinavi) che arrivano in Italia per Ruskin e Turner, per gli scandinavi co-
na ed è la prima volta che ciò viene re-
sostenuti da una scrittura coinvolgente, studiare Raffaello e l’antico, e che ci re- me il danese Carl Hansen.
gistrato in pittura; ci sono le stelle del
seduttiva che permette di attraversare stano, sedotti dalla luce, dal sole, dalla La mia speranza è che Terre senz’om-
planetario, l’Orsa Maggiore, Orione,
senza fatica, senza noia, le oltre quattro- bellezza dei luoghi, dal rigoglio e dallo bra diventi libro di testo nelle facoltà
Arturo, le Pleiadi. C’è la via Lattea, in-
cento pagine di testo. splendore della natura. dove si insegna storia dell’arte. Infatti
tesa e rappresentata non come un fluido
Il libro è gremito di autori, di fatti e «Conosci tu il Paese dove fioriscono i mai come in questo momento storico
luminoso ma come aggregazione di mi-
di opere. C’è Poussin, nume tutelare limoni?»: alla domanda di Goethe, fra che vede il Bel Paese minacciato e in
riadi di stelle.
XVIII e XIX secolo, tanta parte devastato, l’elogio del pae-
L’intuizione che, insieme alla scoper-
molti artisti rispose- saggio italiano appare necessario.
ta delle macchie lunari, fra un anno
(1610) Galilei consegnerà al suo Sidereus ro e con entusiasmo
Il capitolo più bello Ottani Cavina lo dedica affrontarono il viag-
nuncius, diventa con Elsheimer rappre-
sentazione figurativa. Forse il pittore te- al pittore inglese Jones gio in Italia. Fra
questi un posto spe-
desco aveva conosciuto Galilei, magari a Che a Napoli non dipinse il Vesuvio ciale merita il pitto-
Venezia dove entrambi avevano abitato
ma i non luoghi re inglese Thomas
e lavorato? Forse aveva sentito parlare
delle sue scoperte astronomiche a Roma Come una piccola cupola sopra la linea dei tetti Jones che fu in Ita- È morto Helmut Koester
lia, a Roma e Napo-
negli ambienti scienti-
li, fra il 1776 e il
fici dei gesuiti? Non lo
1783. Magic Land si Era uno dei massimi studiosi di storia del
possiamo escludere.
della pittura en plein air, che attraversa intitola il capitolo a lui dedicato e sono cristianesimo antico e specialista della
Credo però, insieme
l’agro romano popolato di querce le pagine forse più belle del libro. È formazione dei vangeli lo storico e teologo
all’autrice del libro, (l’albero di Poussin), il deserto che straordinaria la vicenda umana e artisti-
che nell’anno 1609 El- statunitense di origine tedesca Helmut
circonda Roma come un sudario e lo ca di questo inglese che racconta nel Koester, scomparso ad Harvard all’età di 89
sheimer abbia pensato trasforma nel paesaggio ideale, elegiaco suo diario di un’Italia sporca, truffaldi-
e dipinto in termini anni. L’annuncio della morte è stato dato
dove hanno luogo le sue scene mito- na, violenta, che vive poveramente, obe- dalla stessa università, dove era professore
galileiani, abbia guar- logiche. Poussin, il pittore della pura rato dai debiti, inviso ai suoi connazio-
dato il cielo stellato emerito di storia ecclesiastica e di studi sul
idealità nel quale, per dirla con Gide, nali e che tuttavia dipinge quadri di
con una sensibilità Nuovo Testamento. Nei suoi lavori esegetici,
«il pensiero diventa immagine, si fa pla- paese fra i più belli di tutto il Settecen-
percettiva e riflessiva stico». to europeo. destinati a esercitare notevole influenza,
di tipo galileiano. C’è il viridario di Livia Drusilla mo- Quando va a Napoli e lì risiede per Koester ha proposto nuove chiavi di
Ottani Cavina — per glie dell’imperatore Augusto. Mi riferi- qualche tempo (è il periodo più alto interpretazione per la storia delle origini
lunghi anni ordinaria sco alle pareti domestiche della villa di della sua produzione pittorica) non di- cristiane, seguendo un metodo rigorosamente
di storia dell’arte Prima Porta rampicanti di fiori e di uc- pinge il Vesuvio, Mergellina o la Riviera storico e comparativo. Il fiore all’occhiello
all’Alma Mater di Bo- celli, oggi affreschi staccati che si con- di Chiaia. Non gli interessa la Campa- della sua produzione è considerato Ancient
logna, creatrice e diret- servano nel Museo nazionale romano e nia felix cara a Jacob Philipp Hackert, il Christian Gospels. The History and
trice della Fondazione che, per uno di quegli effetti carsici così pittore amico di Goethe. Gli interessano Development (1990).
sabato 9 gennaio 2016
Lo spirito del concilio
Per una crescente
perfezione
Pubblichiamo il discorso tenuto da
Paolo VI all’udienza generale di mer-
coledì 29 dicembre 1965.
iletti Figli e Figlie!
D
Ancora, ed ancora per
lungo tempo, sarà te-
ma dei Nostri incontri
con i visitatori, che a
quest’udienza settimanale Ci recano
la testimonianza dell’adesione dei
figli fedeli alla vita della Chiesa, sa-
rà tema il Concilio testé concluso; e
ciò faremo non tanto per illustrarne
la memoria quanto per continuarne
l’efficacia. È stato detto, e lo ripe-
tiamo, che la validità pratica del
Concilio, spirituale e pastorale, si
misura nel periodo successivo alla
sua celebrazione, perché tale validi-
tà dipende dalla applicazione effet-
tiva e concreta degli insegnamenti
emanati dal Concilio stesso. È per-
ciò importante che nell’ambito ec-
clesiale, nei nuclei specialmente dei
fedeli più fedeli, del Clero e dei
Religiosi, dei Cattolici coscienti ed
impegnati, rimanga la persuasione
che il Concilio è tuttora operante;
anzi, che esso diventa operante do-
po la sua chiusura.
Questo stato d’animo è stato de-
finito «lo spirito del Concilio».
L’espressione è molto alta e bella;
ma esige d’essere precisata per non
diventare vaga e feconda di idee
approssimative e fors’anche perico-
lose. Che cosa s’intende per «spiri-
to del Concilio»?
Non è in questa sede, né con po-
che parole che se ne può fare una
analisi adeguata, né identificare i ri-
ferimenti storici e spirituali caratte-
ristici di tale spirito. Contentiamoci
di fermarci, in questo momento, ad
alcuni aspetti descrittivi; ad uno, al-
meno, dell’animazione ideale e mo-
rale, che può utilmente derivare nel
Popolo di Dio dalla celebrazione
d’un Concilio, di questo secondo
Concilio Ecumenico Vaticano in
modo speciale.
Il primo aspetto dello spirito del
Concilio è il fervore. È chiaro. A ta-
le primissimo scopo mirava il Con-
cilio, a infondere cioè nel Popolo di
Dio risveglio, consapevolezza, buon
volere, devozione, zelo, propositi
nuovi, speranze nuove, attività nuo-
ve, energia spirituale, fuoco. Ricor-
diamo le parole di Papa Giovanni:
«La Chiesa, illuminata dalla luce di
questo Concilio, sarà ricolma di
spirituali ricchezze, com’è Nostra fi-
ducia, e traendo da esso vigore di
nuove energie, potrà guardare verso
l’avvenire» (Discorsi, 1962, p. 581).
È, questo fervore, congenito con
la vocazione della vita cristiana; ed
è il segreto della sua perenne viva-
cità; ricordiamo la parola di Gesù:
«Sono venuto a portare fuoco sulla
terra, e che cosa desidero se non
che si accenda?» (Luca 12, 49); e
quella di San Paolo, che raccoman-
da ai primi fedeli di essere spiritu
Un documentario su Pio XII prodotto dalla Rai
Nell’ora delle tenebre
Immagini rare o addirittura mai viste:
al di là di una narrazione piuttosto
didascalica e di valutazioni solo
accennate (interessanti in particolare
quelle della storica Anna Foa), è senza
dubbio questo il punto di forza del
documentario su Pio XII che andrà in
onda sulla Rai il prossimo 12 gennaio e
che è stato presentato venerdì 7 in
anteprima per iniziativa della
postulazione di Eugenio Pacelli. Una
figura certo controllatissima ma pure
appassionata, protagonista
di un pontificato poi al centro di
polemiche spesso strumentali, ma che
con scelte sofferte e drammatiche nei
fatti seppe difendere l’uomo in un
tempo che già nel 1939 definì «l’ora
delle tenebre», toccando il cuore di
molti non solo nel mondo cattolico.
ferventes, fervorosi nello spirito (Ro-
mani 12, 11); ed il seguito di tutta
l’educazione cristiana, che squalifica
la tepidezza (cfr. Apocalisse 3, 16), e
che tende a mettere l’anima in uno
stato di tensione permanente, in
un’intensità di fede e di carità, in
un entusiasmo sempre ardente e fi-
ducioso, in uno sforzo continuo di
crescente perfezione, in un anelito
di comunione con Cristo e di riso-
luta volontà di seguirlo e di servir-
lo, così che il dottore del fervore
spirituale, san Basilio Magno, mae-
stro all’Oriente e all’Occidente, de-
finirà fervoroso «colui che con ar-
dente alacrità d’animo e con insa-
ziabile desiderio e indefessa cura
compie la volontà di Dio nella cari-
tà di Gesù Cristo nostro Signore»
(Regulae, 259; P. G. 31, 1255).
La Chiesa post-conciliare
entra in uno stato di fervore
se coerente al genio del concilio
se fedele
all’ispirazione del Signore
E che la Chiesa abbia, ancor più
che bisogno, desiderio di ritrovare
il suo caratteristico fervore lo dimo-
strano, da un lato, i tanti e più vari
fenomeni della sua vita contempo-
ranea, e dall’altro la decadenza di
tante forme di cristianesimo, perva-
se e corrose dalle correnti profane e
pagane e negatrici della vita moder-
na. Un desiderio di autenticità, di
generosità, di perfezione e di santi-
tà percorre tutta la compagine del
Popolo di Dio, per una risvegliata
coscienza della sua vocazione e per
un più vivo istinto di difesa dall’in-
vadenza dello spirito del tempo ed
anche per un risorto ardimento
apostolico di infondere nel mondo
moderno, qual è, il fermento saluta-
re del messaggio evangelico. La
Chiesa post-conciliare entra in uno
stato di fervore, se coerente al genio
del Concilio, se fedele all’ispirazio-
ne del Signore, se docile alle sue
proprie leggi.
Ed è a questo fervore che Noi vi
invitiamo, cari Nostri Visitatori: a
rendervi persuasi della sua necessità
e della sua tempestività; a farvi ri-
flettere come un tale fatto spirituale
riguardi non solo la Chiesa come
comunità, ma il singolo fedele altre-
sì, come membro vivo e responsabi-
le nel Corpo mistico di Cristo; a in-
fondervi quella fiducia e quell’ala-
crità, che, deve distinguere il perio-
do, che stiamo iniziando, come una
stagione primaverile della cristiani-
tà. Invito e presagio che accompa-
gniamo con la Nostra Benedizione
Apostolica.
L’OSSERVATORE ROMANO
L’uomo che seppe leggere
i segni di una donna
di LUCETTA SCARAFFIA
na pagina importante per la
U
storia del movimento dei fo-
colarini, ma al tempo stesso
anche del pontificato di
Montini, è raccontata in un
libro (Paolo VI e Chiara Lubich. La profezia
di una Chiesa che si fa dialogo, Roma, Edi-
zioni Studium, 2015, pagine 224, euro 22)
dove sono raccolte le relazioni di un con-
vegno che si è tenuto nel 2014 sul rappor-
to intenso e fruttuoso che ha unito la fon-
datrice Chiara Lubich e Paolo VI sin da
quando Montini era sostituto e che è con-
tinuato, ma in modo meno intenso, du-
rante l’episcopato milanese. L’incontro era
avvenuto grazie alla mediazione di una
delle prime compagne di Chiara, Eli Folo-
nari, amica di famiglia dei Montini, e su-
bito aveva preso una piega positiva per-
ché il prelato aveva colto immediatamente
l’importanza e la creatività del nuovo mo-
do di essere cristiani proposta dalla giova-
Il primo incontro avvenne
grazie alla mediazione di Eli Folonari
una delle prime compagne della fondatrice
e amica di famiglia dei Montini
Il prelato colse subito l’importanza
del nuovo modo di essere cristiani
proposto dalla giovane trentina
ne trentina. E il rapporto era stato raffor-
zato dall’adesione al movimento di Igino
Giordani, amico di Montini.
I primi due saggi — di Andrea Riccardi
sulla nascita dei movimenti, e di Alberto
Monticone sull’apostolato dei laici negli
anni a cavallo del concilio — sono forse i
meno nuovi e interessanti: il primo perché
affronta il tema in modo acritico, senza
dare spazio o voce a chi guardava ai mo-
vimenti con preoccupazione. Un esempio
di storia da un punto di vista parziale, al
punto da far pensare che forse non si do-
veva affidare questo tema delicato a uno
storico senza dubbio di valore, ma parte
in causa in quanto fondatore di un movi-
mento. Il secondo, di Monticone, è una
ricostruzione minuziosa, che però non rie-
sce a cogliere la specificità dei focolarini
nel calderone, ricco e vivace, delle iniziati-
ve dei laici in quegli anni.
Molto più nuovi e interessanti i saggi
successivi, sulla storia dei rapporti fra Lu-
bich e Montini: nell’insieme, una ricostru-
zione precisa e attenta, ricca di particolari
inediti che riemergono da un esame rigo-
roso degli archivi.
L’aspetto più interessante consiste pro-
prio nella profondità e sincerità del dialo-
go fra i due: Montini riconosce nell’opera
di Chiara la guida dello Spirito, e la se-
gue con trepidazione e grande attenzione.
Sa che il suo dovere sarà quello di aiuta-
re, ma anche d’imparare. Imparare nuovi
metodi per l’apostolato dei laici, nuove
vie per realizzare l’ecumenismo, e — ma
questo gli autori dei diversi saggi non lo
notano — per iniziare un nuovo tipo di
collaborazione fra la gerarchia ecclesiasti-
ca e le donne.
Collaborazione in cui una donna, Chia-
ra Lubich, viene ascoltata, in parte anche
seguita. E a lei verranno affidati via via
compiti sempre più importanti. L’esempio
più fruttuoso di questa collaborazione è
nella pratica dell’ecumenismo. Paolo VI è
tra i primi a comprendere la mistica della
fondatrice — il suo programma «perché
tutti siano uno» costituisce la base apo-
stolica dell’ecumenismo — e a indirizzare
il movimento in questa direzione: sia at-
traverso l’apostolato nei paesi del blocco
comunista, che segue con emozione e
soddisfazione e riguarda anche il rapporto
con i non credenti; sia con le altre confes-
Paolo VI e Chiara Lubich
sioni cristiane, in particolare luterani e or-
todossi.
Ed è con questi ultimi che il rapporto
si farà più fruttuoso grazie al lavoro in-
stancabile di Lubich, che costruisce con
pazienza, tempo e naturalmente amore
l’amicizia con il patriarca Atenagora. Tra
il 1967 e il 1972 Chiara fu il tramite uffi-
cioso fra quest’ultimo e il papa, spinti
dall’anelito di Atenagora a «celebrare in-
sieme, nell’unico calice», ristabilendo, do-
po mille anni, la piena comunione con la
Chiesa di Roma.
Lubich, nel 1967, in un incontro privato
con Paolo VI, aveva infatti ricevuto la con-
segna di mantenere, come movimento,
rapporti con le Chiese ortodosse. In que-
sta fase, la presenza e l’instancabile attivi-
tà di tanti focolarini nell’intrecciare lega-
mi di amicizia, momenti comuni di pre-
ghiera e di attività caritativa, hanno fatto
sì che questo riavvicinamento non fosse
solo un’operazione di vertice, una questio-
ne teologica e di politica religiosa, ma la
nascita di una nuova e vera amicizia spiri-
tuale. Paolo VI lo capiva benissimo, tanto
da parlare di «riavvicinamento ecumenico
autentico». E così spiegava i motivi della
sua fiducia: «Anche loro devono sapere
che questo movimento così condotto, con
lealtà, senza volere bruciare le tappe, ma
volendo davvero trovare dell’amicizia, dà
modo di risolvere anche le questioni reali
teologiche per una crescente unità. A noi
dà molto piacere, e merita il nostro augu-
rio e la nostra benedizione».
Paolo VI svolse un ruolo decisivo nel
sostegno all’Opera di Maria, l’insieme
delle iniziative focolarine, che riceve pro-
prio da lui, il 5 dicembre 1964, l’approva-
zione definitiva. Montini aveva guidato
L’interno del santuario di Maria Theotokos a Loppiano
per anni Chiara nel difficile percorso teso
a ottenere il riconoscimento ecclesiastico
di un gruppo del tutto originale, retto al
cuore da una intuizione mistica — «il Cri-
sto tra noi» — e con il fine dell’unità. Un
gruppo riunito intorno a Chiara che, par-
tito da alcune ragazze trentine, si era al-
largato fino ad accogliere anche uomini e
perfino sacerdoti, laici consacrati ma an-
che coppie di coniugi, persone di estra-
zione sociale diversissima, di professioni
differenti, provenienze geografiche diver-
se, tenuto insieme dal carisma dell’unità.
Si può ben capire come questa nuovis-
sima costellazione avesse suscitato nella
Chiesa molte e forti perplessità: veniva
rimproverata una esaltazione collettiva,
una familiarità eccessiva tra i due sessi,
una sottovalutazione degli effetti del pec-
cato originale, uno pseudo misticismo na-
pagina 5
turalistico e altre obiezioni di questo tipo.
Arrivando quasi alla decisione di scioglie-
re il movimento. Da una parte l’umiltà di
Chiara, che interpretava tutti gli ostacoli
come un invito alla purificazione e al mi-
glioramento, dall’altra l’aiuto costante di
Montini, riuscirono però a rovesciare la si-
tuazione, che ebbe finalmente un esito
positivo.
Ma come realizzare l’unità fra i diversi
rami — maschile, femminile, dei coniugati
Si decise che la presidenza del consiglio
del movimento dei focolarini
sarebbe stata sempre conferita a una donna
Affiancata da una figura maschile
di vicepresidente
e sacerdotale — che si erano delineati?
Come codificare una regola nata
dall’esperienza e «dettata via via dalla vi-
ta»? Chiara paragona il costituirsi
dell’Opera a una creatura che nasce al
mondo: «Nasce così, senza la carta di
identità. Poi quando cresce si fa la carta
d’identità che è ricavata dalla persona».
La soluzione che ne garantiva l’unità si
trovò nella creazione di un consiglio diret-
tivo di laici, che ne avrebbe coordinato le
iniziative. Più tardi si sarebbe deciso che
la presidenza del consiglio sarebbe stata
sempre conferita a una donna, affiancata
da una figura maschile di vicepresidente.
Dalla lettura di questi saggi si percepi-
sce la singolarità del movimento, e la
grande attrattiva esercitata su Montini,
che ne leggeva commosso i segni
dell’azione dello Spirito in una direzione
completamente nuova, mai sperimentata
dalla Chiesa. Ma nessuno di essi mette a
fuoco il tema femminile: il movimento na-
sce dall’imitazione di Maria nel suo rap-
porto con Gesù, da parte di un gruppo di
ragazze, laiche, da una leadership quindi
tutta femminile. Anche i sacerdoti che ne
fanno parte accettano questa gerarchia ri-
voluzionaria, che fa dei focolarini un mo-
vimento all’avanguardia per quanto ri-
guarda il posto della donna nella Chiesa.
Lubich infatti, con il suo sguardo profeti-
co, aveva fin da subito pensato a una col-
laborazione tra donne e uomini che non
vedeva le prime in un ruolo subordinato,
ma al vertice di progetti e iniziative. Il
primo passo di una rivoluzione da venire,
ma necessaria.
pagina 6
di D ONALD WILLIAM WUERL
In molte società attuali, pronunciare
la semplice frase «io sono cristiano»
è un reato punibile con la morte.
Questa persecuzione è talmente dif-
fusa, da essere definita da Papa
Francesco una «terza guerra mon-
diale “a rate”, una sorta di genoci-
dio». Il Santo Padre si è riferito so-
prattutto ai tanti che oggi stanno
morendo per la fede. Ma ci sono
molti altri cristiani che vivono nel
pericolo costante. Secondo stime af-
fidabili, più di 200 milioni di cristia-
ni in 60 Paesi nel mondo subiscono
una qualche forma di limitazione al-
la loro fede.
La persecuzione, oggi, avviene su
larga scala; e quanti la perpetrano
provengono da ogni parte del glo-
bo. Traggono la loro motivazione da
una vasta gamma di ideologie, dal
comunismo materialistico all’islam
radicale. Accusano i cristiani di reati
come la sedizione e la blasfemia. Ci
sono persecuzioni in Iraq, Siria, Pa-
kistan, India, Cina, Nigeria, Sudan,
Corea del Nord e in molti altri Pae-
si. Avvengono in piena vista. Talvol-
ta i persecutori postano sfacciata-
Martiri
Pubblichiamo, in una nostra traduzione dall’inglese, la
prefazione del cardinale arcivescovo di Washington al volume
To the Martyrs. A Reflection on the Supreme Christian Witness
(Steubenville, Ohio, Emmaus Road, 2015, pagine 135, dollari
22,95). Il libro è introdotto dalle parole di Carl A. Anderson,
cavaliere supremo dei Cavalieri di Colombo, organizzazione
da tempo impegnata nell’opera di sostegno alle Chiese
perseguitate e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica
sulle drammatiche condizioni dei credenti, in particolare i
cristiani, che in numerose regioni del pianeta e quasi nel
silenzio generale soffrono per il semplice fatto di testimoniare
pubblicamente la propria fede religiosa. Per Anderson questa
moltitudine di perseguitati rappresenta «il popolo delle
beatitudini» di cui parla Gesù nel Vangelo (Matteo, 5, 3, 12).
mente sui media sociali riprese
dell’esecuzione di cristiani.
Tuttavia, la cosa a stento viene
commentata nei principali organi
d’informazione. Passa quasi inosser-
vata ai diplomatici e ai capi di Sta-
to. Di fatto, è trattata come una re-
sponsabilità politica. I martiri cri-
stiani, si è detto, sono troppo reli-
giosi per suscitare l’interesse della si-
I vescovi statunitensi sulle proposte di limitare la vendita di armi da fuoco
WASHINGTON, 8. «La violenza nella
nostra società è un problema com-
plesso, con molte sfaccettature, e
prende molte forme. Anche se nes-
sun provvedimento è in grado di eli-
minare tutti gli atti di violenza che
coinvolgono le armi da fuoco, acco-
gliamo con favore gli sforzi ragione-
voli volti a salvare vite umane e ren-
dere le comunità più sicure. Ci au-
guriamo che il Congresso prenderà
tale questione in modo più serio,
considerando tutti i vari aspetti in
essa implicati». Parole dell’arcivesco-
vo di Miami, Thomas Gerard Wen-
ski, presidente del Committee on
Domestic Justice and Human Deve-
lopment dell’episcopato statuniten-
se, a commento dell’annunciato giro
di vite, da parte del presidente Ba-
rack Obama, nella diffusione e nella
vendita delle armi da fuoco. Un fe-
nomeno, quello del possesso dome-
stico delle armi, ciclicamente ripor-
tato alla ribalta delle cronache in se-
guito a episodi tragici, nei quali, se-
condo dati riportati dai mezzi di in-
formazione, rimangono coinvolte ol-
tre 30.000 persone l’anno.
Il 5 gennaio Obama ha annuncia-
to una serie di executive action, decre-
ti d’urgenza. In pratica, i rivenditori
di armi dovranno ottenere una licen-
za federale, compresi quelli che ope-
rano su internet. E i commercianti
dovranno controllare la fedina pena-
le dei loro clienti e segnalare i casi
dubbi. «Per molto tempo i vescovi
degli Stati Uniti hanno chiesto poli-
Nel mondo sono 200 milioni i cristiani perseguitati
Che cosa facciamo per loro?
nistra americana e troppo estranei
per suscitare l’interesse della destra.
E così i martiri vengono abbandona-
ti al loro destino, lasciati a soffrire
soli. Riconosciamo la verità conte-
nuta nell’osservazione del poeta W.
H. Auden: «anche il tremendo mar-
tirio deve avere il suo corso/ in
qualche modo in un angolo, in
qualche squallido posto».
Papa Francesco ha invitato tutti i
cristiani a ribellarsi, a fare sentire la
propria voce e a esigere la fine del
genocidio. La fine del genocidio de-
ve iniziare con la fine del silenzio.
Intendo questo libro come un atto
di solidarietà con quanti oggi stanno
Sforzi ragionevoli
tiche ragionevoli per contribuire a
ridurre la violenza perpetrata attra-
verso le armi», ricorda l’arcivescovo
Wenski nella nota diffusa dal sito in
rete della Conferenza episcopale de-
gli Stati Uniti. Già nel 1994, infatti,
i presuli avevano pubblicato il docu-
mento intitolato Confronting a Cultu-
re of Violence, nel quale, in seguito a
un ennesimo fatto di sangue, si dava
voce alle preoccupazioni di ampi
L’OSSERVATORE ROMANO
soffrendo per la fede cristiana. La
solidarietà è il principio di unità in
una società, che si estende oltre il
mero interesse proprio. In nessun
luogo questo principio è più fonda-
mentale e più reale che nella Chiesa
di Gesù Cristo. Poiché condivido la
fede dei martiri, siamo membri di
un unico corpo. Quando loro sof-
frono, anch’io soffro. Se la mia ma-
no destra fosse ferita, sofferente o
sanguinante, cercherei subito aiuto.
Con questo libro cerco attenzione e
aiuto per i miei fratelli cristiani che
sono nel profondo bisogno.
Il martirio, come vedremo, si è ri-
velato una costante nella vita della
Chiesa. Il concilio Vaticano II ha
confermato che lo sarà sempre.
«Avendo Gesù, Figlio di Dio, mani-
festato la sua carità dando per noi la
vita, nessuno ha più grande amore
di colui che dà la vita per lui e per i
fratelli. Già fin dai primi tempi
quindi, alcuni cristiani sono stati
chiamati, e altri lo saranno sempre,
a rendere questa massima testimo-
nianza d’amore davanti agli uomini,
e specialmente davanti ai persecuto-
ri. Perciò il martirio, col quale il di-
scepolo è reso simile al suo maestro
che liberamente accetta la morte per
la salute del mondo, e col quale di-
venta simile a lui nella effusione del
sangue, è stimato dalla Chiesa come
dono insigne e suprema prova di ca-
rità. Ché se a pochi è concesso, tutti
però devono essere pronti a
confessare Cristo davanti agli uomi-
ni e a seguirlo sulla via della croce
durante le persecuzioni, che non
settori dell’opinione pubblica: «Spe-
riamo che qualcuno, da qualche par-
te, in qualche modo, farà qualcosa
riguardo a quello che sta portando i
nostri figli a uccidersi l’un l’altro».
Nell’aprile 2013, poi, il vescovo di
Stockton, Stephen Edward Blaire,
all’epoca presidente del Committee
on Domestic Justice and Human
Development, in una lettera, aveva
esortato il Senato degli Stati Uniti a
sabato 9 gennaio 2016
In difesa dei migranti minacciati di espulsione dagli Stati Uniti
Ogni famiglia
è un santuario
WASHINGTON, 8. Alzare delle «bar- grafo — sono state diffuse a Phoe-
riere umanitarie» e creare delle zo- nix anche dal pastore Ken
ne considerate franche dove acco- Heintzelman, leader spirituale della
gliere gli immigrati. È la risposta Shadow Rock United Church of
che molte comunità cristiane statu- Christ. Una reazione che richiama
nitensi stanno preparando in vista la mobilitazione nazionale partita
dell’annunciato provvedimento di negli anni Ottanta del secolo scorso
espulsione riguardante gli immigrati dall’Arizona, quando le comunità
previsto per l’11 gennaio prossimo. cristiane diedero vita al “Movimen-
Nei giorni scorsi, infatti, il Diparti- to dei santuari” per innalzare una
mento per la sicurezza nazionale barriera umanitaria a difesa degli
degli Stati Uniti ha annunciato per immigrati. Il principio — si tratta
quella data l’inizio di un’ampia e solo di una consuetudine perché
incisiva operazione di polizia per non esiste nessuna norma in tal
deportare tutti i migranti illegali senso — è quello di creare delle “zo-
che dal 1° maggio 2014 hanno attra- ne sensibili”, per esempio nelle
versato senza la dovuta autorizza- chiese, negli ospedali e nelle scuole,
zione la frontiera. Il provvedimento dove la polizia, anche in passato,
include adulti, bambini, anziani, ha evitato di entrare al fine di arre-
donne, adolescenti o ragazzi non stare ed espellere “clandestini”. Il
accompagnati.
Per molti si tratta di azioni «im-
morali», come ha dichiarato Noel
Andersen, coordinatore della Chur-
reverendo presbiteriano Alison Har-
rington ha confermato che aprirà le
porte di tutte le sue strutture alle
persone sotto minaccia di deporta-
ch World Service, il quale ha poi zione: «Come pastori sappiamo che
mancano mai alla Chiesa» (Lumen annunciato che «sono dozzine le ogni nucleo familiare è una famiglia
gentium, 42). strutture della chiesa che divente- santa e queste persone ora hanno
Il martirio sarà anche una costan- ranno santuari per proteggere que- bisogno non solo delle nostre pre-
te, e forse è inevitabile. Ma ciò non ste persone». Analoghe dichiarazio- ghiere ma anche di un santuario
significa che dobbiamo permettere ni — come riferisce il blog Il sismo- dove trovare protezione».
che avvenga senza conseguenze e
passi inosservato. Ogni ingiustizia
deve spingerci a pronunciarci con
voce più forte e con maggiore effica-
cia a favore della giustizia. Di recen-
te, nel mio Paese, gli Stati Uniti, ab-
biamo subìto qualche battuta d’arre-
sto nell’ambito della libertà religio-
sa, e anche queste vanno affrontate.
Godiamo però ancora di una libertà
relativamente abbondante di rendere
culto come vogliamo. È una grande
benedizione poter celebrare l’Eucari-
stia, venerare la Trinità, proclamare
il Cristo veramente Risorto e poi la-
sciare le nostre chiese nella pace e
nella sicurezza. E intanto molti — e
con molti intendo molte migliaia —
di nostri correligionari non possono
partecipare alla messa senza temere
che una delle automobili parcheg-
giate nei pressi possa esplodere.
Molti non possono riunirsi la dome-
nica senza domandarsi se sarà quello
il giorno in cui i miliziani circonde-
ranno la chiesa e la incendieranno.
Sapendo ciò che sappiamo, non Il 22 gennaio a Washington la marcia per la vita
possiamo stare tranquilli. Dobbiamo
impegnarci a vivere in solidarietà
con quei cristiani che attualmente Insieme
soffrono. Stanno donando la loro vi-
ta per noi. Il loro sangue è il seme alle donne contro l’aborto
della Chiesa dei nostri figli. Noi che
cosa facciamo per loro? Possano la
stesura di questo libro e la vostra WASHINGTON, 8. Si terrà il 22 gen- importanti, i tuoi sacrifici fanno la
lettura essere un inizio. naio prossimo a Washington la differenza». La novena potrà essere
marcia per la vita, il tradizionale seguita tramite app, sms quotidiani
appuntamento dei movimenti e del- e mailing list che ogni giorno sug-
le organizzazioni pro-life promosso geriranno spunti di riflessione e
dal 1974, con il sostegno della Con- preghiere adatte all’occasione.
ferenza episcopale statunitense. Come ogni anno, la marcia sarà
«Pro-vita è pro-donna» è il tema preceduta da una veglia notturna di
dell’annuale manifestazione, giunta preghiera nel santuario dell’Imma-
alla quarantatreesima edizione, che
intende sottolineare, come spiegato
all’agenzia Cns dalla presidente di
colata Concezione, che sarà aperta
e conclusa da due messe, e da una
celebrazione ecumenica nella Con-
March for Life, Jeanne Monahan- stitution Hall. È inoltre prevista
promuovere politiche «per la ridu- Mancini, che l’aborto non è solo una manifestazione di giovani e
zione della violenza armata e la sal- l’uccisione di una vita nascente, ma una messa per la vita promossa
vaguardia della vita delle persone anche una ferita indelebile per la dall’arcidiocesi di Washington. A
nelle case e nelle comunità del Pae- donna che lo pratica e che la lotta seguire, nella mattinata del 22 gen-
se». Proprio in quella circostanza, il contro l’aborto non è rivolta contro naio, il corteo si snoderà con un
presule citava anche la lettera pasto- le donne. Una battaglia che i catto- percorso diverso rispetto agli anni
lici statunitensi portano avanti dal precedenti per confluire nell’area
rale dei vescovi degli Stati Uniti in
1973, quando la Corte Suprema ha attorno al monumento a George
materia di giustizia penale, risalente
di fatto legalizzato l’aborto negli Washington, presso il quale avverrà
al 2000, nella quale si esprimeva so-
Stati Uniti. l’incontro dei partecipanti con di-
stegno alle misure che controllano la
Anche quest’anno, spiegano gli versi leader politici.
vendita e l’uso di armi da fuoco.
organizzatori, la manifestazione sa- Nel corso degli anni il numero
Aperto sostegno alle misure ri-
rà preparata da una «Novena di delle adesioni alla marcia per la vita
chieste dal presidente Obama è arri-
preghiera, pentimento e pellegri- è progressivamente cresciuto fino a
vato anche dal vescovo di Dallas,
naggio» per la quale è stato scelto contare, per esempio nel 2010, circa
Kevin Joseph Farrell, in un post lo slogan «Le tue preghiere sono 300.000 presenze.
pubblicato sul suo blog: «Grazie a
Dio c’è qualcuno che ha finalmente
il coraggio di colmare le lacune nel-
le nostre vergognose leggi sul con-
trollo delle armi per ridurre il nume-
ro di stragi, suicidi e omicidi che so-
no diventati una piaga nel nostro
Paese». Il presule ha poi ribadito
che qualunque sarà la decisione del
Congresso, rimarrà comunque vieta-
to introdursi armati e mostrare armi
nei luoghi pubblici che dipendono
dalla stessa diocesi, nonostante la re-
cente disposizione che in Texas ora
consente ai detentori di armi di por-
tarle con sé e esibirle in pubblico.
«Questa scelta», ha scritto il presu-
le, «è fondata sulla convinzione che
le nostre chiese, scuole e altri luoghi
di culto sono destinati a essere san-
tuari, luoghi sacri in cui le persone
vengono a pregare e a partecipare
alle celebrazioni della Chiesa».
sabato 9 gennaio 2016
L’episcopato della Repubblica Democratica del Congo sulle prossime elezioni presidenziali
D ialogo
tra partiti e società civile
KINSHASA, 8. I vescovi della Re-
pubblica Democratica del Congo ri-
badiscono il proprio impegno per
favorire il dialogo tra le parti politi-
che e la società civile in vista delle
importanti scadenze elettorali del
2016. Lo ha sottolineato don Léo-
nard Santedi, segretario generale
della Conferenza episcopale nazio-
nale del Congo (Cenco), al termine
dell’incontro tra una delegazione
dei vescovi congolesi e i rappresen-
tanti della Commissione elettorale
nazionale indipendente (Ceni), te-
nutosi nei giorni scorsi nella capita-
le Kinshasa.
I presuli congolesi hanno espres-
so la propria preoccupazione per il
clima di tensione che sta vivendo il
Paese. Proprio alla vigilia di Natale,
infatti, in tre località nel territorio di
Beni, nel Nord Kivu, gli abitanti di
Vemba-Todo/Mavivi, Mukoko/Oï-
cha, e di Mayangos/Beni sono stati
assaliti dai guerriglieri dell’Adf-Na-
lu, un gruppo di origine ugandese
che opera nell’area, che hanno ucci-
so almeno una ventina di persone.
È la prima volta che tre località
vengono colpite contemporanea-
mente. L’Adf-Nalu ha assunto negli
ultimi anni la caratterizzazione di
un movimento jihadista, ma secon-
do gli abitanti della regione si trat-
Cristiani e musulmani sul futuro della Costa d’Avorio
A tutti i benefici
della crescita economica
YAMOUSSOUKRO, 8. Soddisfazione
per il lavoro compiuto per il Paese
dal presidente della Repubblica,
Alassane Ouattara, è stato espresso
dal Forum delle confessioni religio-
se della Costa d’Avorio. Durante
un incontro svoltosi nei giorni scor-
si, il presidente della Conferenza
episcopale, monsignor Alexis Toua-
bli Youlo, vescovo di Agboville, nel
congratularsi con il capo dello Sta-
to per gli obiettivi raggiunti, ha sot-
tolineato che «il solo benessere eco-
nomico, però, non è sufficiente per
la felicità di una nazione. In altre
parole, non è sufficiente alla gente
avere di che vivere. Deve, anche e
soprattutto, avere una ragione per
vivere. È per questo — ha aggiunto
il presule rivolgendosi al presidente
Ouattara — che vi esortiamo a rad-
doppiare gli sforzi nell’istancabile
ricerca della riconciliazione, della
pace e della coesione sociale. Dob-
biamo lavorare tutti, ciascuno se-
condo le proprie competenze, e sot-
to la vostra guida».
Secondo il vescovo, tutto deve
essere fatto per garantire che i be-
nefici della crescita economica pos-
sono andare a tutti, soprattutto ai
più poveri e ai bisognosi, «perché
in molte case — ha ricordato — il
paniere è ancora vuoto e molte fa-
miglie hanno un solo pasto al
giorno».
terebbe solo di uno dei tanti diversi
gruppi armati attivi nell’area, soste-
nuti da potenze locali ed extrafrica-
ne, che seminano il terrore per poter
sfruttare impunemente le enormi ri-
sorse naturali locali. Un altro grup-
po armato presente nell’area è rap-
presentato dalle Forze Democrati-
che di Liberazione del Rwanda
(Fdlr) che si sono rese responsabili
del massacro di 33 civili in altre tre
località del Nord Kivu. E l’approssi-
marsi delle consultazioni elettorali
non facilita il rapporto tra fazioni
rivali e partiti politici. Al riguardo,
in una nota, i vescovi hanno dichia-
rato che «in qualità di pastori»,
hanno avviato diversi incontri con
gli attori politici e della società civi-
le «per individuare insieme quello
che occorre fare per migliorare la si-
tuazione, in primo luogo per quel
che concerne il dialogo e garantire
la pace». Anche Papa Francesco, nel
messaggio Urbi et Orbi del giorno
di Natale, ha chiesto «pace e con-
cordia per le care popolazioni della
Repubblica Democratica del Con-
go, del Burundi e del Sud Sudan
affinché, mediante il dialogo, si raf-
forzi l’impegno comune per l’edifi-
cazione di società civili animate da
un sincero spirito di riconciliazione
e di comprensione reciproca».
Il presidente della Conferenza
episcopale ha rassicurato il capo
dello Stato che i cristiani preghe-
ranno affinché sia un anno di rin-
novamento sociale e umano, di ri-
nascita nazionale e di compimento
delle più profonde aspirazioni degli
ivoriani e di tutti coloro che abita-
no un Paese che, nonostante la con-
giuntura internazionale, è in piena
crescita. Il vescovo si è detto con-
vinto «che nulla, assolutamente
nulla, potrà fermare questa cresci-
ta» e si è congratulato con il presi-
dente Ouattara anche «per lo sfor-
zo compiuto nel facilitare il ritorno
a casa di molti esiliati» e lo ha in-
coraggiato a continuare «perché al-
cuni sono ancora in esilio».
A nome del Consiglio superiore
degli imam, la guida della comuni-
tà musulmana della Costa d’Avorio,
lo sceicco Al Aima Boikary Fofana,
ha espresso la propria gratitudine al
presidente «per la brillante dimo-
strazione di essere all’ascolto della
nazione e di essere molto vicino al-
le principali preoccupazioni dei
suoi cittadini. Attraverso me, gli
imam esprimono apprezzamento
per aver rafforzato la riconciliazione
nazionale e la coesione sociale». In-
fine, l’imam ha esortato i governan-
ti a rafforzare ulteriormente i pro-
grammi educativi per la promozio-
ne della cultura della pace.
L’OSSERVATORE ROMANO
Il presidente della Ceni, Corneille
Nangaa Yobeluo, ha fatto sapere di
di aver terminato la valutazione del
procedimento elettorale e ha affer-
mato che la pubblicazione del ca-
lendario elettorale è ancora condi-
zionata all’approvazione da parte
del Parlamento della legge elettorale
e di altri provvedimenti legislativi,
come quello relativo al voto della
diaspora congolese all’estero. «Ab-
biamo bisogno — ha spiegato Nan-
gaa Yobeluo — di pubblicare un ca-
lendario elettorale ristrutturato e noi
lo pubblicheremo. Ma vogliamo ga-
ranzie che il calendario che avremo
la possibilità di pubblicare sia poi
rispettato. Il calendario deve essere
inoltre consensuale e realistico».
Dello stesso avviso anche il segreta-
rio generale dei vescovi. «La Ceni —
ha detto don Léonard Santedi — ci
ha assicurato che farà tutto il possi-
bile dal punto di vista tecnico, ma
non tutto dipenda da essa. Perché
vi sono cose che dipendono dal Go-
verno, dal Parlamento dove le leggi
devono essere votate, dagli attori
politici». La Commissione elettorale
nazionale indipendente, spiegano i
vescovi, ha intanto indicato quali
sono i punti critici sui quali lavo-
rare.
Decisione del governo egiziano in vista dell’anniversario della primavera araba
Nelle moschee
nessuna manifestazione politica
IL CAIRO, 8. Il Ministero per le
strutture religiose dell’Egitto ha lan-
ciato un avvertimento ai predicatori
e agli imam del Paese perché non
consentano l’apertura delle moschee
alle manifestazioni di protesta in vi-
sta delle celebrazioni del quinto an-
niversario delle rivolte del 25 gen-
naio 2011, che segnarono l’avvio del-
la cosiddetta “primavera araba”. In
un comunicato — diffuso dall’agen-
zia Agi — il dicastero ha sottolineato
che «qualsiasi imam che permetterà
l’utilizzo delle moschee per manife-
stazioni politiche verrà posto sotto
inchiesta».
Nei giorni scorsi, in tutto il Paese
sono stati distribuiti volantini per
invitare i cittadini a non partecipare
a eventuali cortei. Negli annunci, le
autorità egiziane hanno citato un
decreto religioso emesso dalla «Casa
della fatwa» (organismo che si occu-
pa appunto delle controversie legate
alle interpretazioni del Corano) che
sottolinea come le proteste siano da
considerare in violazione dei precetti
islamici.
Recentemente, era stato invece il
movimento dei Fratelli musulmani,
dichiarato fuorilegge in Egitto dopo
aver governato due anni con il presi-
dente Mohamed Morsi, a lanciare
un appello a tutta la popolazione af-
finché scenda in piazza per ricordare
l’avvio della “primavera araba”.
Appello del vescovo Kussala per la fine delle violenze in Sud Sudan
Quella luce
che si chiama pace
JUBA, 8. «Non cedere alla dispera-
zione, alla paura, al dominio diabo-
lico della violenza ma perseverare
nel dialogo e in tutte le iniziative
che possano portare a una rapida fi-
ne delle violenze in Sud Sudan». È
quanto ha dichiarato nei giorni
scorsi monsignor Edward Hiiboro
Kussala, vescovo di Tombura-Yam-
bio, capitale del governatorato
dell’Equatoria Occidentale, in meri-
to alla difficile situazione nella qua-
le versa il Paese. Anche il 2015, in-
fatti, è stato un anno segnato fino
alla fine da violenti scontri tra
l’esercito fedele al presidente Salva
Kiir e una milizia locale, nonostante
gli accordi di pace firmati in agosto
tra il Governo di Juba e l’ex vice-
presidente, Riek Machar, per mette-
re fine alla guerra civile scoppiata
nel dicembre 2013.
Dopo quelli negli Stati settentrio-
nali di Unity e Alto Nilo e quello
orientale di Jonglei, i combattimenti
degli ultimi mesi si sono concentrati
in particolare a sud, nell’Equatoria
occidentale, appunto, costringendo
alla fuga decine di migliaia di civili.
Il Paese è allo stremo e urge al più
presto trovare una soluzione prima
che le proporzioni degli scontri pos-
sano raggiungere cifre ancora più
preoccupanti. Sono, infatti, migliaia
le famiglie in fuga e alla disperata
ricerca di un luogo sicuro.
L’ultimo grave episodio di violen-
za ha coinvolto il “Teacher Training
College” di Yambio, un centro di
formazione per insegnanti gestito da
“Solidarity with South Sudan”, un
gruppo di missionari cattolici impe-
gnato, con il sostegno dei vescovi
sudanesi, in diversi programmi pa-
storali di formazione e di assistenza
psicologica alle popolazioni del Sud
Sudan, vittime della guerra. Nella
La moschea di Ibn-Tulum al Cairo
notte tra il 28 e il 29 dicembre scor-
si, cinque miliziani armati hanno
fatto irruzione nella scuola chieden-
do alle religiose soldi, oggetti e altre
suppellettili. L’attacco, fortunata-
mente, non ha provocato vittime,
ma ha profondamente scosso il per-
sonale e tutta la comunità cattolica
locale che adesso si sente esposta a
ulteriori attacchi.
Profondo «turbamento e tristez-
za» per quanto è accaduto sono sta-
ti espressi alla popolazione da mon-
signor Kussala nel messaggio di fine
anno nel quale, tra l’altro, ha ricor-
dato l’encomiabile lavoro svolto da
“Solidarity with South Sudan” a fa-
vore dei più poveri e del vulnerabili
nel Paese. Nel suo messaggio il pre-
sule rivolge un accorato appello a
tutto il popolo del Sud Sudan, in
particolare dell’Equatoria Occiden-
tale, alle chiese locali e alla comuni-
tà musulmana a «unirsi in preghiera
in questo perdurante clima di vio-
lenza e di insicurezza. La paura —
ha osservato il presule — non deve
indurre a rinunciare alla lotta per
creare una società diversa e miglio-
re. Adesso, più che mai siamo chia-
mati a essere testimoni di speranza.
Come persone di fede — ha aggiun-
to il vescovo di Tombura-Yambio —
dobbiamo chiedere ai nostri rappre-
sentanti politici di implementare
l’accordo di pace e alle milizie ar-
mate di porre fine a questa violenza
insensata che continua a uccidere vi-
te innocenti».
Il Governo di unità nazionale
previsto dagli accordi di pace dello
scorso 15 agosto, infatti, non è stato
ancora costituito. Per questi motivi
le Nazioni Unite hanno deciso di
recente di rafforzare la missione di
pace in Sud Sudan con altri mille
elementi, dotandoli pure di droni
pagina 7
per sorvegliare dall’alto i movimenti
di truppe e il rispetto del cessate il
fuoco.
Secondo alcuni osservatori, il pro-
blema principale che deve affrontare
la popolazione è anche di tipo eco-
nomico perché la guerra continua a
provocare danni enormi e il perdu-
rare delle condizioni di instabilità
latenti, allontanando ancora di più
eventuali investitori dall’estero. No-
nostante ciò monsignor Kussala ha
espresso l’auspicio che nel 2016 resti
viva tra i fedeli la consapevolezza
del dovere di partecipare attivamen-
te alla missione di Dio per allonta-
nare il buio che grava sul Paese.
«Così facendo — ha concluso il ve-
scovo — riusciremo a portare agli al-
tri quella luce della presenza di Dio
che si chiama pace».
Il sostegno di Acs
Contro
la carestia
in Etiopia
ADDIS ABEBA, 8. Un nuovo con-
tributo di 460.000 euro è stato
stanziato da Aiuto alla Chiesa
che soffre (Acs) in favore delle
diocesi dell’Etiopia, dove oltre
dieci milioni di persone rischiano
di morire a causa della siccità.
L’importo servirà a sostenere
1.415 famiglie per l’intero 2016.
«La situazione — ha raccontato
padre Haile Gabriel Meleku, vi-
cesegretario generale della Confe-
renza episcopale etiope — conti-
nua a peggiorare drammatica-
mente. Le persone a rischio sono
oggi due milioni in più rispetto
ad appena un mese fa. E il nu-
mero potrebbe essere perfino su-
periore di quanto crediamo».
Il Governo tenta di rispondere
all’emergenza attingendo alle
proprie risorse di cibo, «ma è
evidente — continua il sacerdote
— che non possiamo farcela senza
un aiuto esterno». La grave sicci-
tà ha spinto molti etiopi a trasfe-
rirsi in cerca di aree dove poter
pascolare il bestiame e padre Me-
leku ritiene che, oltre ad aumen-
tare il numero di bambini che
smettono di frequentare la scuo-
la, tale migrazione potrebbe fa-
vorire l’insorgere di conflitti con
le popolazioni locali già residenti
nelle zone di arrivo.
«È importante che le persone
rimangano nei loro villaggi —
spiega — anche per facilitare i
soccorsi e la distribuzione degli
aiuti. La Chiesa cattolica in Etio-
pia ha realizzato un piano di as-
sistenza e vi sono strutture ben
organizzate nelle aree maggior-
mente colpite».
Sebbene non tutto il Paese sia
ugualmente affetto dalla carestia,
«la catastrofe si avverte in ogni
luogo», e anche la Chiesa ne su-
bisce le drammatiche conseguen-
ze. Molti fedeli, infatti, non han-
no più le forze per camminare tre
o quattro ore e raggiungere la
parrocchia più vicina. Così come
i catechisti, figure essenziali per
la cura pastorale delle comunità
più remote, che hanno molte dif-
ficoltà nel portare avanti la pro-
pria missione.
L’Etiopia è uno dei maggiori
destinatari degli aiuti della Fon-
dazione pontificia, che nel 2014
ha donato alla Chiesa locale oltre
un milione e duecentomila euro.
pagina 8 L’OSSERVATORE ROMANO sabato 9 gennaio 2016

Peter Wever
«Abbraccio»

Messa a Santa Marta

Sorpresi da un abbraccio
L’anno santo della misericordia ci ri- quello non sembra amore. O l’amore pre una sorpresa: è lui che ci aspetta
corda che «Dio ama sempre per pri- può sembrare un entusiasmo per per primo; è lui che trova noi».
mo», senza condizioni, e ci accoglie una persona e poi si spegne». Facendo riferimento al passo litur-
così come siamo per abbracciarci e La questione vera, dunque, è: «da gico tratto dal Vangelo di Marco (6,
perdonarci come un padre. È soprat- dove viene il vero amore?». Scrive 34-44), che racconta l’episodio della
tutto a coloro che si riconoscono Giovanni: «Chiunque ama è stato moltiplicazione dei pani, il Papa ha
peccatori che Francesco ha ricordato generato da Dio, perché Dio è amo- invitato a guardare Gesù. «Quella
la certezza dell’amore di Dio, cele- re». L’apostolo non dice «ogni amo- gente — ha spiegato — lo seguiva per
brando la messa venerdì mattina, 8 re è Dio». Dice invece: «Dio è amo- sentirlo, perché parlava come uno
gennaio, nella cappella della Casa re». E, prosegue Giovanni, «Dio ci che ha autorità, non come gli scri-
Santa Marta. ha amato tanto da mandare nel bi». Ma «lui guardava quella gente
«L’apostolo Giovanni — ha spie- mondo il suo Figlio unigenito, per- e andava oltre. Proprio perché ama-
gato il Papa — continua a parlare ai ché noi avessimo la vita per mezzo va, dice il Vangelo, “ebbe compas-
primi cristiani sui due comandamen- di lui». Perciò, ha affermato France- sione di loro”, che non è lo stesso di
ti che Gesù ci ha insegnato: amare sco, ecco «Dio che dà la sua vita in avere pietà». La parola giusta è pro-
Dio e amare il prossimo». Si legge, Gesù, per dare a noi la vita». Dun- prio «compassione: l’amore lo porta
infatti, nel passo della sua prima let- que, ha proseguito, «l’amore è bello, a “patire con” loro, a coinvolgersi
tera (4, 7-10) proposto dalla liturgia: amare è bello e nel cielo ci sarà sol- nella vita della gente». E «il Signore
«Carissimi, amiamoci gli uni gli al- tanto l’amore, la carità: lo dice Pao- sta sempre lì, amando per primo: lui
tri, perché l’amore è da Dio». E lo». E se l’amore «è bello, si fa sem- ci aspetta, lui è la sorpresa». “Scendi Zaccheo, voglio andare a ce- il figlio, che aveva speso tutti i soldi
«questa parola “amore” — ha fatto pre forte e cresce nel dono della pro- È precisamente quello che accade, na a casa tua”. E Zaccheo, che vole- dell’eredità del padre in una vita di
notare Francesco — è una parola che pria vita: cresce nel dare se stesso ha ricordato il Papa, ad «Andrea va incontrare Gesù, si accorse che vizi, torna a casa, si accorge che il
agli altri». quando va da Pietro a dirgli: “Ab-
si usa tante volte e non si sa, quan-
do si usa, cosa significhi esattamen- Francesco ha riletto quindi un al- biamo trovato il Messia, vieni!”. Pie-
Gesù lo aspettava».
Ancora, Francesco ha rammentato
papà lo stava aspettando. Dio sem-
pre per primo ci aspetta. Prima di
Nomina episcopale
te». Che cosa è, dunque, l’amore? A
volte, ha detto il Pontefice, «pensia-
tro passo della lettera di Giovanni:
«In questo sta l’amore: non siamo
tro va e Gesù lo guarda e gli dice:
“Tu sei Simone? Sarai Pietro”. Lo
la storia di Natanaele che «va a ve- noi, sempre. E quando l’altro figlio
non vuole venire alla festa, perché
in Spagna
stati noi ad amare Dio, ma è lui che aspettava con una missione. Lo ave- dere colui che gli dicono sia il mes-
mo all’amore delle telenovele: no, non capisce l’atteggiamento del pa-
ha amato noi». E ha rimarcato che va amato prima». sia, un po’ scettico». A lui Gesù di-
ce: «Io ti ho visto sotto l’albero di pà, va il babbo a cercarlo. E così fa La nomina di oggi riguarda la
«Dio ci ha amato per primo; lui ci Lo stesso avviene «quando Zac-
fico». Dunque, «sempre Dio ama Dio con noi: ci ama per primo, sem- Chiesa in Spagna.
ha dato la vita per amore, ha dato la cheo, che era piccolo, sale sull’albero
per primo». Lo ricorda anche la pa- pre».
vita e suo Figlio per amore». Perciò per poter vedere meglio Gesù». Il
Così, ha rilanciato il Papa, «pos-
«quando noi troviamo Dio, c’è sem- quale «passa, alza gli occhi e dice: rabola del figliol prodigo: «Quando
siamo vedere nel Vangelo come ama Juan Carlos
Dio: quando noi abbiamo qualcosa
nel cuore e vogliamo chiedere per-
Elizalde Espinal
dono al Signore, è lui che ci aspetta vescovo di Vitoria
per dare il perdono».
Il cardinale Turkson a imprenditori di tutto il mondo riuniti a Santiago del Cile Quest’anno della misericordia, ha Nato a Mezkiritz, Navarra, il
affermato Francesco, «un po’ è an- 25 giugno 1960, ha conseguito la
licenza in filosofia all’università di
Obbligo morale che questo: che noi sappiamo che il
Signore ci sta aspettando, ognuno di
noi» E ci aspetta «per abbracciarci,
Navarra e quella in teologia alla
Facultad de teología del Norte de
España, con sede in Burgos. Ha
niente di più, per dire: “Figlio, fi-
ottenuto poi la licenza in teologia
Non aspettate che sia il mercato a decidere stribuzione di ricchezze glia, ti amo. Ho lasciato che croce-
spirituale alla Pontificia universi-
per voi, ma correte il rischio di fare ciò che è sostenibili. Come ha ri- figgessero mio Figlio per te; questo
dad Comillas a Madrid e ha fatto
giusto solo perché è giusto e, facendo così, cordato Papa Francesco è il prezzo del mio amore; questo è
il corso di direttori di esercizi spi-
rendete il mercato migliore. È un audace parlando in Bolivia al il regalo di amore”».
rituali presso i padri gesuiti di Sa-
cambio di prospettiva quello proposto dal meeting dei movimenti Il Papa ha suggerito di pensare
lamanca. Ordinato sacerdote il 3
cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson agli popolari, «lavorare per sempre a questa verità: «Il Signore
ottobre 1987 per l’arcidiocesi di
imprenditori di tutto il mondo riuniti il 6 una giusta distribuzione mi aspetta, il Signore vuole che io Pamplona y Tudela, è divenuto
gennaio a Santiago del Cile, all’Universidad dei frutti della terra e del apra la porta del mio cuore, perché membro dell’istituto secolare Cru-
de los Andes. Richiamandosi alla dottrina so- lavoro umano non è sem- lui è lì che mi aspetta per entrare». zados de Santa María e nei primi
ciale della Chiesa e, in particolare, agli ultimi plice filantropia, ma un Senza condizioni. anni ha svolto il ministero a Ma-
insegnamenti di Papa Francesco, il presidente obbligo morale». E, par- Certo, qualcuno potrebbe dire: drid nell’apostolato giovanile
del Pontificio consiglio della giustizia e della lando di giustizia, a livel- «Ma, padre, no, no, io avrei voglia, dell’istituto e come cappellano
pace ha parlato del business come di una no- lo globale, il presidente ma ho tante cose brutte dentro!». dell’Universidad politécnica della
bile vocazione da inquadrare «in un signifi- di Iustitia et pax ha ri- Chiara, in proposito, la risposta di capitale. Uscito dai Cruzados de
cato più ampio della vita». E ha suggerito a cordato che questa «deve Francesco: «È meglio! Meglio! Per- Santa María e rientrato in diocesi,
chi opera nel mondo del commercio e anche regnare sulla di- ché lui ti aspetta, così come tu sei, è stato direttore delle residenze
dell’impresa una «guida per un successo ve- stribuzione del carico di non come ti dicono che “si deve fa- universitarie diocesane (1999-
ro» che si basi sul rispetto della dignità uma- risanamento ambientale». re”. Si deve essere come sei tu. Ti 2004); parroco di Santa María di
na e contribuisca anche al bene comune. In concreto: chi ha mag- ama così, per abbracciarti, baciarti, Ermitagaña e della Sagrada Famí-
Partendo nel suo discorso dal messaggio giormente contribuito al- perdonarti». lia (2005-2009); professore di teo-
del Pontefice al World Economic Forum di le emissioni di gas serra e Ecco, quindi, l’esortazione conclu- logia e responsabile di pastorale
Davos nel 2014, il porporato ha spiegato che ne ha più beneficiato, de- siva del Papa, che ha invitato ad an- dell’università pubblica di Navar-
Francesco non è un «anti-business» ma «cri- ve ora contribuire di più dare senza indugi dal Signore e dire: ra (dal 1998); vicario episcopale
tica l’ossessione del profitto e l’idolatria del alla soluzione dei proble- «Ma tu sai Signore che io ti amo». della zona di Pamplona-Cuenca-
mercato». La controproposta viene da un’as- mi generati. Oppure, se proprio «non me la sen- Roncesvalles (dal 2009); professo-
sunzione di «responsabilità» nei confronti Emilio Vedova, «Interno di fabbrica» (1946-1950) In definitiva, l’obbiet- to, di dirla così: “Tu sai Signore che re di omiletica del centro di studi
del genere umano e di tutta la nostra casa tivo è quello di passare io vorrei amarti, ma sono tanto pec- teologici San Miguel Arcángel
comune: la creatività degli imprenditori deve dalla prospettiva dell’es- catore, tanto peccatrice”». Con la (dal 2011); coordinatore del centro
essere valorizzata per rispondere alle «pres- che queste garantiscono e sulla maniera in sere «buoni amministratori» a quella di «ave- certezza che lui farà come il padre di direzione spirituale diocesano
santi necessità umane» senza trascurare le cui viene esercitato il potere tecnologico». re cura» del mondo e delle persone. È il ri- «col figliol prodigo che ha speso nella cappella della divina miseri-
esigenze dei poveri e dei più deboli. Secondo consiglio: le imprese siano solida- chiamo alla «responsabilità» — ha concluso il tutti i soldi nei vizi. Non ti lascerà cordia nell’oratorio di San Felipe
Papa Francesco — ha spiegato il cardinale li con i poveri cercando opportunità per aiu- porporato — che deve portare non solo a finire il tuo discorso, con un abbrac- Neri (dal 2012) e canonico-priore
Turkson — ha chiesto ai leader economici del tare le popolazioni dimenticate. Opportunità «una rivoluzione economica e tecnologica» cio ti farà tacere: l’abbraccio della regale collegiata di Ronce-
mondo di riconoscere che, grazie all’intelli- che possono divenire, esse stesse, occasioni ma anche «spirituale e culturale». dell’amore di Dio». svalles (dal 2013).
genza umana, tanti successi sono stati rag- economiche come, ad esempio, le microim-
prese, il microcredito e le imprese sociali.
In terzo luogo, il cardinale Turkson ha af-
fermato che «le imprese danno un contributo
alla comunità promuovendo la dignità del la-
Quando il mondo dorme voro». Si parla qui dell’obbiettivo aziendale
dell’organizzazione di un lavoro buono e
Inizio della missione del nunzio apostolico
nella comodità e nell’egoismo, produttivo che contribuisca alla realizzazione nella Repubblica di Mauritius
la missione cristiana personale dei singoli. La priorità deve essere
sempre quella del lavoro rispetto al capitale.
è di aiutarlo a svegliarsi Concretamente, tale aspetto si può compren- Monsignor Paolo Rocco Gualtieri, arcivescovo titolare di Sa- significativa che la Chiesa cattolica ha svolto e svolge
(@Pontifex_it) dere considerando come spesso l’utilizzo del- gona, è arrivato nella capitale Port-Louis, domenica 25 otto- nell’isola, ha ricordato le figure del beato Jacques-Désiré La-
le macchine al posto degli uomini porti van- bre. Ad accoglierlo all’aeroporto, erano presenti Rishy Buko- val e del compianto cardinale mauriziano Jean Margéot. In-
taggi in termini di profitto ma mortifichi la ree, secondo segretario del dipartimento di Protocollo del fine, la signora Gurib-Fakim ha espresso il proprio apprezza-
società colpita dalla piaga della disoccupa- ministero degli Affari esteri, e il vicario generale della diocesi mento per Papa Francesco, soprattutto per il suo stile di
zione. di Port-Louis, il reverendo Jean-Maurice Labour, in quanto apertura e di prossimità ai più poveri e per le chiare prese di
giunti, ma si è anche prodotta una diffusa Passo ulteriore rispetto a questo punto è l’ordinario del luogo, il vescovo Maurice E. Piat, C.S.Sp, si posizioni in materia di ecologia espresse nell’enciclica Lau-
esclusione sociale accompagnata da un quello che suggerisce alle imprese di impe- trovava a Roma per partecipare alla quattordicesima assem- dato si’.
preoccupante degrado ambientale. Occorre gnarsi nel valorizzare le capacità dei dipen- blea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, in qualità di Da parte sua, il rappresentante pontificio ha trasmesso il
allora «ascoltare e rispondere al grido della denti, consentendo loro di svilupparsi in in- rappresentante della Conferenza episcopale dell’Oceano in- saluto del Pontefice, assicurando l’interesse di Papa France-
terra e dei poveri». carichi realistici ma stimolanti, attraverso ini- diano. sco e della Santa Sede per il Paese. Ringraziando il capo
In maniera molto concreta, attingendo agli ziative in grado di garantire «formazione, Il giorno dopo, presso la sede del ministero degli Affari dello Stato per i sentimenti di apprezzamento espressi nei ri-
insegnamenti dell’enciclica Laudato si’ e al strumenti e risorse adeguate». esteri, monsignor Gualtieri ha consegnato la copia delle let- guardi della Chiesa cattolica, ha poi rilevato l’importanza del
vademecum La vocazione dei leader d’impresa Quinto punto: una «buona ricchezza» si tere credenziali al segretario per gli Affari esteri, Jagdish dialogo e della convivenza pacifica tra le diverse religioni,
pubblicato quattro anni fa dal dicastero, il caratterizza per essere «sostenibile e distri- Koonjul. Il colloquio riguardava soprattutto l’integrazione e particolarmente nell’attuale contesto internazionale.
porporato ha indicato sei suggerimenti prati- buita giustamente». La mera logica della le buone relazioni tra le diverse religioni presenti nel Paese e Nella stessa mattinata, il nunzio apostolico ha incontrato
ci al suo qualificato uditorio. concorrenza — ha spiegato in proposito il gli sforzi intrapresi dal Governo per migliorare l’accessibilità il direttore del secondo dipartimento per i Rapporti bilatera-
cardinale Turkson — promuove una visione a e la qualità dell’istruzione ad ogni grado e livello. li, Bipin K. Rudhee, con il quale ha parlato anche dello svi-
Innanzitutto, ha ricordato che le imprese
breve termine che porta al rischio di falli- Il 27 ottobre, nel Palazzo presidenziale Le Réduit, alla luppo economico e dell’immigrazione. Nel pomeriggio di
contribuiscono al bene comune producendo
menti finanziari e di devastazioni ambientali. presenza di vari funzionari della presidenza della Repubblica mercoledì 28 ottobre, monsignor Gualtieri ha avuto un col-
beni che siano veramente buoni e servizi In questo senso il porporato ha richiamato i e del Governo, il nuovo nunzio apostolico, accompagnato loquio con il responsabile del dicastero, Etienne Sinatam-
realmente utili. Qui l’attenzione è mirata sui recenti accordi firmati alla Cop 21 di Parigi. dal segretario di Nunziatura, il reverendo Giuseppe Quiri- bou. Infine, nella mattinata di giovedì 29 ottobre, il rappre-
bisogni primari, sul superfluo e sui pericoli Lo sfruttamento ambientale ha portato il pia- ghetti, ha presentato le sue lettere credenziali al presidente sentante pontificio ha incontrato il primo ministro aggiunto,
del consumismo che aumenta l’avidità delle neta sull’orlo del disastro, ma la riorganizza- della Repubblica, la signora Ameenah Gurib-Fakim. Xavier-Luc Duval. La conversazione, oltre agli argomenti
persone suggerendo di colmare il vuoto del zione e la tecnologia necessarie per «decar- Il Capo dello Stato ha ricordato come nella Costituzione trattati nei giorni precedenti, ha riguardato anche il fenome-
loro cuore con cose da comprare, possedere e bonizzare l’economia globale» non escludo- si salvaguardi il diritto alla libertà religiosa, tanto che la pa- no della violenza sulle donne, degli aborti illegali e della
consumare. Collegata a questa preoccupazio- no la ricerca di nuovi profitti. cifica coesistenza tra le diverse religioni induista, cristiana e prostituzione minorile, rilevando come la Chiesa cattolica si
ne c’è anche la riflessione sul «vero valore L’ultimo suggerimento segue a ruota il musulmana, che si realizza nel Paese, potrebbe diventare un stia impegnando per cercare di arginare e di contrastare que-
delle tecnologie stesse, sui prodotti e i servizi precedente perché si sofferma sulla giusta di- modello anche per altre Nazioni. Riconoscendo, poi, l’opera ste dolorose realtà.