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ISBN978-88-7484-066-7
9 788874 840663
LA TUTELA DELL’INAIL
A cura di:
Paolo PAPPONE
Alberto CITRO
Ornella NATULLO
Emanuele DEL CASTELLO
ISBN-13: 978-88-7484-066-7
ISBN-10: 978-88-7484-066-7
PRESENTAZIONE
Il lavoro che presento completa il percorso per la corretta istruttoria delle patologie causate
da stress lavoro correlato. Infatti, dopo la delibera del consiglio di amministrazione
dell’INAIL, i lavori del comitato scientifico e l’emanazione della circolare 71/2003, si è
reso necessario un approfondimento tecnico sul corretto utilizzo della terminologia, sulla
tipologia del rischio tutelato, sugli strumenti diagnostici comunemente utilizzati e sulla dia-
gnosi differenziale con le patologie psichiatriche ovvero non correlate al lavoro.
Se dal punto di vista metodologico nulla è cambiato rispetto all’approccio, ormai consolida-
to,con cui vengono affrontate anche altre malattie non tabellate, è senza dubbio vero che
la natura e peculiarità delle patologie causate da stress correlato al lavoro comporta diffi-
coltà diverse e maggiori nella determinazione della diagnosi clinica e medico legale.
Alla migliore valutazione del discrimine tra patologia psichiatrica, disturbi del comporta-
mento, della personalità e disturbi causati da stress contribuisce una conoscenza approfon-
dita dei limiti e delle prerogative che offrono i test che più frequentemente vengono sommi-
nistrati per la valutazione dei soggetti esaminati. In questo senso il lavoro può essere rite-
nuto di notevole utilità per il medico legale chiamato a formulare una diagnosi eziologia della
malattia denunciata.
La monografia nasce dalla collaborazione di un medico del lavoro che presta servizio pres-
so la S.M.R. INAIL per la Campania (A. CITRO), da un medico psichiatra direttore
dell’ambulatorio della ASL Na 1 per il mobbing e disadattamento lavorativo (P. PAP-
PONE), da uno psicologo clinico del Dipartimento di salute mentale della ASL Ce 2 (E.
DEL CASTELLO) e da una psicologa consulente di aziende private con rapporto di col-
laborazione col centro per il disadattamento lavorativo della ASL Na 1 (O. NATUL-
LO). Agli autori rivolgo un sentito ringraziamento per un lavoro che risulterà di grande
interesse e utilità.
Giuseppe Cimaglia
III
PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
PREMESSA
Il mondo del lavoro mostra una sempre maggiore vivacità ed una necessità quasi feb-
brile di adattarsi ai mutamenti delle logiche politiche e di mercato che si manifestano
con frequenza quasi quotidiana.
Lo spostamento sempre maggiore, soprattutto nei paesi avanzati, della produzione dai
beni di consumo a quella dei servizi, probabilmente si riflette in una modificazione
sostanziale dei rischi aziendali. Emergono (e non solo per differenza) i rischi trasver-
sali ed i loro effetti sulla psiche, rispetto ai tradizionali rischi chimici, fisici e biologici.
Nuove forme contrattuali di lavoro, introducendo maggiore esigenza di flessibilità, potreb-
bero indurre situazioni di maggiore ansia legata all’organizzazione ed ai rapporti di lavoro.
Stress, mobbing, costrittività organizzative, sono termini relativamente recenti per rap-
presentare situazioni, peraltro non recenti, in grado di generare malessere negli indivi-
dui (nel nostro caso lavoratori), interferendo negativamente con le loro possibilità di
creare relazioni interpersonali proficue e gratificanti. Non mi sembra superfluo sotto-
lineare l’enorme importanza che assumono le dinamiche relazionali nel contesto lavo-
rativo, tra chi eroga la prestazione e chi la gestisce.
Perché è soprattutto dalla distorsione della relazione tra le figure coinvolte con ruoli
diversi nei processi lavorativi che possono scaturire situazioni di disagio psichico.
In realtà queste dinamiche capaci di generare disagio psichico, almeno come concetto,
sono nate e si sono sviluppate insieme alla naturale capacità dell’individuo di relazio-
narsi agli altri. Esse però, in un’ottica di tutela della salute del lavoratore intesa come
benessere e non come assenza di patologia, assumono la dignità di veri e propri fattori
di rischio.
V
PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
Le figure coinvolte nel campo della prevenzione, la cui partecipazione a questi mecca-
nismi appartiene alla natura delle cose, pur con i mille vincoli e difficoltà imposte dalla
complessità della materia, approntano nuove strategie per una presenza sempre più
puntuale accanto alle imprese ed ai lavoratori.
Gli Autori
VI
PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
INDICE
PRESENTAZIONE
PREMESSA
Lo stress ................................................................................................................................. 3
Il mobbing ............................................................................................................................... 7
VII
PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
I traumi psichici
Che cos’è un trauma capace di determinare patologia psichica?
Nei due principali sistemi internazionali di classificazione delle patologie psichiatri-
che (l’I.C.D. 10 e il D.S.M. IV) ritroviamo analoghe definizioni di evento trauma-
tico: nel DSM IV la definizione si ritrova nel criterio A del Disturbo Post-
Traumatico da Stress: “un evento che ha comportato la morte, o una minaccia per
la vita, o una grave lesione, o una minaccia all’integrità fisica, propria o di altri, che
ha comportato nella persona una condizione di paura intensa, sentimenti di impo-
tenza, o di orrore”.
Nella tabella 1 sono indicati i tipi di eventi più spesso implicati nella genesi del
D.P.T.S.
• Campi di concentramento
• Tortura
• Deportazione, eccidi di massa e pulizia etnica
• Prigionia con violenze fisiche
• Situazioni di guerra
• Bombardamenti civili
• Attentati e terrorismo
• Stragi
• Disastri naturali (terremoti, tifoni, alluvioni, ecc.)
• Disastri aerei e ferroviari
• Gravi incendi
• Sequestri e rapimenti
• Disastri industriali e nucleari con alto rischio per la collettività
• Stupro
• Rapine con violenza fisica
• Gravi violenze fisiche
• Gravi incidenti stradali
• Recidiva di tumore maligno (?) (da Biondi 2001)
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
Nello specifico del contesto lavorativo il più delle volte il trauma psichico è asso-
ciato ad eventi in cui il soggetto riporta gravi traumi fisici.
Costituisce, inoltre, evento gravemente traumatico anche il partecipare in qualità di
spettatore ad eventi gravemente traumatici in cui sono coinvolte altre persone.
Parimenti si possono manifestare conseguenze psichiche dall’esposizione al rischio
attuale per l’incolumità fisica (es. ritrovarsi coinvolti in una rapina sotto minaccia
delle armi).
Ma l’evento traumatico non è definito solo dalla natura degli avvenimenti. È ugual-
mente importante la componente soggettiva: il trauma psichico è tale perché supe-
ra la capacità della persona di comprendere ciò che accade e di mettere in atto stra-
tegie di adattamento cognitivo o comportamentale.
“Il DPTS può essere così interpretato come espressione di una condizione di sovrac-
carico emozionale di informazioni troppo intense che superano le capacità di pro-
cessazione cognitiva del soggetto.
L’elemento chiave che determina lo sviluppo di questa patologia è la percezione sog-
gettiva di minaccia per la vita, l’impossibilità percepita a ricevere aiuto, l’esperienza
di paura estrema. Questo contribuisce a spiegare perché soggetti diversi esposti alla
stessa circostanza traumatica possono sviluppare o meno il disturbo” (Biondi, 1999).
Viene cioè considerato traumatico ogni avvenimento che:
Lo stress
Il concetto di stress fa parte della letteratura medica da poco più di cinquanta anni:
il termine inglese è mutuato dall’ingegneria industriale e indica lo sforzo a cui è sot-
toposto un materiale.
Negli organismi viventi rappresenta l’insieme delle reazioni adattative ad eventi
potenzialmente dannosi, a situazioni difficili o a compiti da portare a termine.
È ormai nozione comune che, in condizioni particolari, la reazione da stress si può
trasformare da risposta adattativa, in importante cofattore patogenetico in numero-
se patologie, sia somatiche che psichiche.
Secondo una definizione fornita dal National Institute for Occupational Safety and
Health “lo stress dovuto al lavoro può essere definito come un insieme di reazioni fisiche ed
emotive dannose che si manifesta quando le richieste poste dal lavoro non sono commisu-
rate alle capacità, risorse o esigenze del lavoratore. Lo stress connesso al lavoro può influi-
re negativamente sulle condizioni di salute e provocare persino infortuni” (NIOSH, Stress
at work, 1999).
“Lo stress legato all'attività lavorativa, i fattori che lo determinano e le conseguen-
ze che ne derivano sono realtà alquanto diffuse in tutti e 15 gli Stati membri
dell'Unione europea. Dagli studi condotti risulta che oltre la metà dei 147 milioni
di lavoratori europei riferisce di lavorare a ritmi molto serrati e di dover rispettare
scadenze pressanti. Più di un terzo di essi non è in grado di influire sulle mansioni
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
Figura 2 - Modello di Cooper della dinamica dello stress sul lavoro (adattato da Cooper & Marshall, 1976)
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
(a) lavoro frammentario, ripetitivo, monotono che prevede compiti e competenze poco variati;
(b) autonomia, indipendenza, influsso, controllo;
(c) utilizzo delle competenze disponibili;
(d) opportunità di acquisire nuove competenze;
(e) vigilanza mentale e concentrazione;
(f) incertezza delle mansioni o delle richieste;
(g) contraddittorietà delle mansioni o delle richieste;
(h) risorse insufficienti in relazione all'impegno o alle responsabilità necessari per portare a ter-
mine il lavoro (per esempio: competenze, apparecchiature, struttura organizzativa).
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
segue Tabella 2
(a) possibilità di interagire con i colleghi (durante il lavoro, nelle pause, dopo il lavoro);
(b) dimensione e coesione del gruppo primario di lavoro;
(c) riconoscimento per i risultati ottenuti nel lavoro;
(d) sostegno sociale;
(e) sostegno strumentale;
(f) equa distribuzione del lavoro;
(g) molestie.
• Condizioni dell'organizzazione:
Il mobbing
Il mobbing non è una malattia.
Il termine è stato adottato da H. Leymann per definire particolari situazioni di con-
flitto nell’ambiente di lavoro: la grave e perdurante distorsione delle relazioni inter-
personali che si verifica in questi casi è fonte di intense sofferenze psichiche e spes-
so di alterazioni permanenti dell’umore o della personalità.
“Mobbing” è un termine che negli ultimi anni ha avuto fortuna in Italia; purtroppo,
come spesso accade in questi casi, la diffusione rapida ha comportato un uso impro-
prio e spesso un abuso del termine.
Quelle che seguono sono due definizioni autorevoli del mobbing:
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
La distinzione tra mobbing e conflitto non sempre è chiara: si può propriamente par-
lare di mobbing quando la comunicazione tra i due soggetti del conflitto è indiretta,
distorta, subdola e mette la vittima in una condizione di impossibilità di difendersi
in modo adeguato.
La condizione di mobbing più frequentemente denunciata e in genere più facilmen-
te dimostrabile è quella definita mobbing “strategico”: è un’azione sviluppata nel
tempo che mira a mettere uno più lavoratori in una condizione di forte disagio col
fine dell’espulsione dal contesto lavorativo (licenziamento o trasferimento) o del
soggiogamento (frustrarne cioè la capacità personale di contrattare, di difendere i
propri diritti, di far valere le proprie ragioni).
Il mobbing si concretizza in genere in una serie di atti, secondo Leymann classifica-
bili in cinque categorie:
Effetti sulle possibilità della vittima di comuni- la dirigenza non dà possibilità di comunicare, il
care adeguatamente lavoratore viene zittito, si fanno attacchi verba-
li riguardo le assegnazioni del lavoro, minacce
verbali, espressioni verbali che respingono, ecc.
Effetti sulle possibilità della vittima di mantene- i colleghi non comunicano affatto più con il
re contatti sociali lavoratore o la dirigenza proibisce esplicitamen-
te di comunicare con loro, isolamento in una
stanza lontano dagli altri, ecc.
Effetti sulle possibilità della vittima di mantene- mettere in giro voci sul conto della vittima,
re la sua reputazione personale azioni di messa in ridicolo, derisione circa even-
tuale handicap o della appartenenza etnica o del
modo muoversi o di comunicare, ecc.
Effetti sulla situazione professionale della vittima non viene assegnato alcun compito o solo dei
compiti insignificanti, ecc.
Effetti sulla salute fisica della vittima vengono assegnati incarichi pericolosi di lavoro,
oppure si fanno minacce di lesioni fisiche, mole-
stie sessuali, ecc.
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
vedimenti che vengono presi a danno della vittima designata sono di un’evidenza
lampante e si deve solo ad una generale sottovalutazione della gravità di questi fatti
se essi possono essere messi in atto per lunghi periodi, anche per anni, fino a deter-
minare conseguenze psichiche talvolta irreparabili nelle vittime.
Gli eventi che più frequentemente si registrano in questi casi evidenti di mobbing
sono (l’elenco è ovviamente puramente esemplificativo e non esaustivo):
a) demansionare in modo formale o solo di fatto
b) marginalizzare il lavoratore fino al punto di metterlo in una condizione di totale inoperosità
c) costruire ad arte “incidenti” miranti a rovinare la reputazione della vittima
d) discriminare sulla carriera, le ferie, l’aggiornamento, la postazione di lavoro, il carico e
la qualità del lavoro
e) negare diritti contrattuali
f) utilizzare espressioni o atteggiamenti offensivi o di squalifica, fino alla diffamazione vera
e propria
g) isolare dal contatto con gli altri lavoratori
h) utilizzare in modo esasperato ed esasperante il potere di controllo e l’azione disciplinare.
Tutte queste azioni agite in modo occasionale possono far parte di una “normale”
conflittualità lavorativa; alcune di esse, ritenute discriminanti da una delle parti,
possono inoltre essere la conseguenza di esasperati meccanismi premiali, o “norma-
li” strumenti di gestione di una collettività lavorativa.
Una condizione di mobbing si distingue dai due casi precedenti per il protrarsi di
queste azioni nel tempo (almeno sei mesi), per l’evidente indipendenza di esse da
esplicite e condivisibili esigenze gestionali, ma soprattutto per l’intenzione del mob-
ber (è così definito colui che mette in atto la strategia persecutoria) di perseguitare,
di nuocere, di espellere la vittima, negando ogni ragionevole tentativo di soluzione
del conflitto e, molto spesso, negando il conflitto stesso.
La costrittività organizzativa
Nella varietà di azioni di mobbing possiamo inoltre individuare due ambiti ben
distinti:
a) le azioni intimidatorie, vessatorie, discriminative puramente interpersonali
b) le azioni identificabili come “costrittività organizzativa”.
Nel primo gruppo consideriamo azioni che riguardano comportamenti personali e
relazioni interpersonali come diffamare, trattare in modo sprezzante, assumere toni e
comportamenti minacciosi o ricattatori, negare aspetti ordinari della relazione inter-
personale (come non salutare, o negare il colloquio, negare o rendere difficile l’or-
dinaria collaborazione all’interno di un gruppo di lavoro ecc.). Questo tipo di azio-
ni può determinare sofferenza emotiva nella vittima anche se non accompagnato da
atti formali o sostanziali che influiscono direttamente sulla posizione lavorativa.
Molto spesso questi atti creano tensione facendo sentire l’incombenza e la concreta
possibilità di atti concreti, creando così un clima di sospensione e di pericolo.
Nel secondo gruppo comprendiamo invece tutti gli atti e le azioni che comportano
conseguenze chiare e rilevanti sulla posizione lavorativa e sulle possibilità di svolgi-
mento del lavoro del soggetto coinvolto. Esempi di questo tipo di azioni sono (come
da circolare Inail n. 71/2003):
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
In generale si può dire che le azioni del primo tipo rientrano nella sfera della respon-
sabilità individuale del persecutore e la causa della sofferenza non riguarderebbe in
senso stretto l’attività lavorativa se non per la coincidenza di tempi e di luoghi.
Le azioni rientranti nella categoria della costrittività organizzativa, invece, coinvol-
gono direttamente e in modo esplicito l’organizzazione del lavoro, la posizione lavo-
rativa, assumendo pertanto un diverso rilievo dal punto di vista del riconoscimento
della natura professionale del danno conseguente.
Nelle condizioni di pressione psicologica o di molestia morale, molto spesso sono
concomitanti azioni appartenenti a tutte e due le categorie. Sono tuttavia presenti
anche casi “puri”: quelli cioè in cui vengono agite solo particolari dinamiche inter-
personali e quelli in cui si riscontrano solo provvedimenti del tipo costrittività orga-
nizzativa.
Dal punto di vista dell’efficacia nella produzione del danno è importante prendere
in considerazione un altro aspetto che può essere considerato trasversale rispetto a
quello appena trattato.
Tutte le azioni trattate in precedenza possono essere riscontrate come componenti
espresse di una situazione conflittuale. La qualità della relazione interpersonale o
alcuni provvedimenti che hanno effetti sulla posizione lavorativa possono essere
impiegati dagli attori di un conflitto nel contrasto con l’altro. Il danno prodotto in
questi casi è in genere commisurato alla durata dell’evento e all’effetto concreto e
materiale delle azioni sul polo più debole del conflitto.
In alcuni casi di conflitto l’uso strategico e sistematico di queste azioni è finalizzato
alla distruzione psicologica della vittima. Il modo in cui vengono messe in atto le
azioni persecutorie (talvolta definite in modo non appropriato “attacchi”) conferi-
sce ad esse un valore e un peso nella relazione interpersonale tra persecutore e vitti-
ma che comporta spesso un danno psichico molto più grave e che talvolta non appa-
re commisurato agli effetti evidenti sulla condizione lavorativa della vittima. Questi
sono i casi di vessazione che più appropriatamente rientrano nella definizione di
mobbing generalmente accettata nella letteratura specializzata. La distinzione non
sempre è facile e richiede una certosina e competente valutazione della valenza rela-
zionale delle azioni attraverso l’analisi dei vissuti della vittima e la ricostruzione della
strategia del persecutore.
Nella realtà le condizioni differenziate nelle tre definizioni di stress, mobbing e
costrittività organizzativa si presentano spesso miste e sovrapposte, in un continuum
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
che vede ai suoi estremi lo stress organizzativo e il mobbing: possiamo dunque affer-
mare che lo stress organizzativo, lo stress da costrittività organizzativa, e il mobbing
sono tre dimensioni presenti in proporzioni diverse in tutte le condizioni di stress di
natura psicosociale.
Figura 3 - Componenti soggettive dell’esperienza di Stress (Pappone, Natullo, Del Castello, 2003)
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
LIVELLO NEUROTRASMETTITORIALE
Sollecitazione acuta dei sistemi Sollecitazione cronica dei siste- Insufficienza funzionale non
NA, 5-HT, Ach, con modifica- mi neurotrasmettitoriali con reversibile dei sistemi neurotra-
zione transitoria del loro recipro- riduzione del margine di resi- smettitoriali. Iperattività non
co equilibrio funzionale (riduz. stenza funzionale. Iperattività reversibile recettoriale
del rapporto catecolamine/Ach?) recettoriale reversibile
LIVELLO NEUROENDOCRINO
Attivazione acuta del sistema Attivazione cronica ma reversi- Iperattivazione stabile, non rever-
ipotalamo-ipofiso corticosurre- bile del sistema ipotalamo-ipofi- sibile, del sistema ipotalamo-ipofi-
nale so-corticosurrenale so-corticosurrenale. Alterazioni
stabili a livello di altri sistemi
LIVELLO COGNITIVO
LIVELLO COMPORTAMENTALE
Comportamenti attivi di com- Organizzazione comportamen- Riduzione dell’attività; organiz-
penso; ricerca attiva di soluzioni tale di tipo depressivo ma rever- zazione stabile di tipo depressivo
all’evento perdita (nuovi legami sibile
di adattamento)
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Mobbing Conflitto
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Disturbi dell’adattamento
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B. Questi sintomi o comportamenti sono clinicamente significativi come evidenziato da uno dei
seguenti:
B. L’anomalia correlata allo stress non soddisfa i criteri per un altro disturbo specifico in asse I, e
non rappresenta solo un aggravamento di un preesistente disturbo in Asse I o in asse II
E. Una volta che il fattore stressante (o le sue conseguenze) sono superati, i sintomi non persisto-
no per più di altri 6 mesi.
La reazione acuta da stress (ovvero “Disturbo acuto da stress”) è una reazione emo-
tiva acuta che insorge molto presto dopo il verificarsi di un evento fortemente trau-
matico. Il tipo di eventi che può causarla è dello stesso tipo di quelli che causano il
disturbo post-traumatico da stress. La sindrome può presentarsi in forma grave, ma
in genere regredisce nel giro di pochi giorni (secondo i criteri del DSM IV il distur-
bo dura al minimo 2 giorni e al massimo 4 settimane e si manifesta entro 4 settima-
ne dall’evento traumatico).
I sintomi con cui si presenta sono marcate manifestazioni d’ansia, depressione,
disperazione, accessi d’ira, condizione di isolamento (la persona non comunica,
sembra non percepire appieno l’ambiente circostante).
Alcuni mesi dopo una reazione acuta da stress si può manifestare un disturbo post-
traumatico da stress.
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
A. La persona è stata esposta ad un evento traumatico in cui erano presenti entrambi i seguenti ele-
menti:
1) la persona ha vissuto, ha assistito o si è confrontata con un evento o con eventi che hanno
comportato la morte, o una minaccia per la vita, o una grave lesione, o una minaccia all’in-
tegrità fisica, propria o di altri
B. Durante o dopo l’esperienza dell’evento stressante, l’individuo presenta tre (o più) dei seguenti
sintomi dissociativi:
3) derealizzazione
4) depersonalizzazione
5) amnesia dissociativa (cioè incapacità di ricordare qualche aspetto importante del trauma).
C. L’evento traumatico viene persistentemente rivissuto in almeno uno dei seguenti modi: imma-
gini, pensieri, sogni, illusioni, flashback persistenti o sensazioni di rivivere l’esperienza; oppure
disagio all’esposizione a ciò che ricorda l’evento traumatico.
D. Marcato evitamento degli stimoli che evocano ricordi del trauma (per es., pensieri, sensazioni,
conversazioni, attività, luoghi, persone).
E. Sintomi marcati di ansia o di aumentato arousal (per es., difficoltà a dormire, irritabilità, scarsa
capacità di concentrazione, ipervigilanza, risposte di allarme esagerate, irrequietezza motoria).
H. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso,
un farmaco) o di una condizione medica generale, non è meglio giustificato da un Disturbo
Psicotico Breve e non rappresenta semplicemente l’esacerbazione di un disturbo preesistente di
Asse I o Asse II.
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
A. La persona è stata esposta ad un evento traumatico nel quale erano presenti entrambe le
caratteristiche seguenti:
B. L’evento traumatico viene rivissuto persistentemente in uno (o più) dei seguenti modi:
2) sogni spiacevoli ricorrenti dell’evento. Nei bambini possono essere presenti sogni spa-
ventosi senza un contenuto riconoscibile
3) agire o sentire come se l’evento traumatico si stesse ripresentando (ciò include sensazio-
ni di rivivere l’esperienza, illusioni, allucinazioni, ed episodi dissociativi di flashback,
compresi quelli che si manifestano al risveglio o in stato di intossicazione). Nei bambini
piccoli possono manifestarsi rappresentazioni ripetitive specifiche del trauma
4) disagio psicologico intenso all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che sim-
bolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico
C. Evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e attenuazione della reattività
generale (non presenti prima del trauma), come indicato da tre (o più) dei seguenti ele-
menti:
2) sforzi per evitare attività, luoghi o persone che evocano ricordi del trauma
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
7) sentimenti di diminuzione delle prospettive future (per es. aspettarsi di non poter avere
una carriera, un matrimonio o dei figli o una normale durata della vita).
C. Sintomi persistenti di aumentato arousal (non presenti prima del trauma), come indicato da
almeno due dei seguenti elementi:
3) difficoltà a concentrarsi
4) ipervigilanza
Specificare se:
Specificare se:
I. Ad esordio ritardato: se l’esordio dei sintomi avviene almeno 6 mesi dopo l’evento stres-
sante.
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
Depressione endogena
Con il termine “depressione” si può indicare una malattia (disturbo) che presenta
una sua evoluzione temporale che appare non direttamente connessa ad eventi
esterni, oppure un quadro clinico (cioè un insieme di sintomi) che possono esser
espressione di una profonda sofferenza individuale più o meno direttamente
dipendente dalla condizione di vita attuale o del recente passato della persona. Tra
i due quadri non è facile distinguere senza un esame approfondito, e la connessio-
ne con eventi esterni può essere variamente interpretata da diversi clinici. In sede
di valutazione INAIL vanno considerati in termini differenziali soprattutto la
depressione unipolare ricorrente o gli episodi depressivi che compaiono nel corso
di un disturbo bipolare dell’umore (malattia maniaco-depressiva). Il dato anam-
nestico è molto importante per la valutazione: in questi casi la persona è andata
incontro negli anni precedenti ad almeno un altro episodio depressivo di un certa
gravità, o, in un minor numero di casi, ad episodi maniacali. Altro elemento
importante nell’individuazione di depressioni non conseguenti ad eventi è la fami-
liarità del disturbo, la presenza cioè di disturbi dell’umore tra i consanguinei e gli
ascendenti.
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
Per il tipo di patologie e la finalità della visita svolta dal medico dell’INAIL l’a-
namnesi è elemento fondamentale della valutazione. Gli ambiti da indagare sono:
a) eventi della vita lavorativa
sotto questa voce si comprendono tutti gli aspetti della vita lavorativa che pos-
sono essere considerati fonte di malessere: eventi traumatici, relazioni con i supe-
riori e con i compagni, variazioni di posizione lavorativa, premi e punizioni, ecc.
La ricostruzione meticolosa della cronologia è importante ai fini della determi-
nazione del nesso causale e per individuare una logica o una strategia negli avve-
nimenti.
Molti elementi clinici importanti sono osservabili durante l’anamnesi lavorativa:
il modo in cui il lavoratore racconta, la capacità di ricostruire gli eventi, l’attiva-
zione emotiva durante la narrazione permettono spesso di avere riscontri obietti-
vi al giudizio clinico e al dato anmnestico.
b) eventi di vita non lavorativa
l’indagine sulla vita personale è delicata e difficile da svolgere in un contesto non
adeguato, ma è importante indagare almeno sulle evenienze macroscopiche:
nascita, matrimoni, lutti, separazioni, malattie di congiunti, furti gravi, inciden-
ti, violenze, …
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
Documentazione sanitaria
Certificazioni e prescrizioni mediche di natura psichiatrica:
Certificazioni internistiche
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
Valutazione obiettiva
L’esame obiettivo degli aspetti di pertinenza psichica comprende tutti gli elementi
che possono essere osservati nel corso della visita: aspetto fisico, abbigliamento,
comportamenti, stato emotivo, modalità di relazione, contenuto e forma del pensie-
ro espresso.
L’esame clinico somatico permette poi di rilevare sintomi e disturbi relativi alle pato-
logie somatiche connesse alla condizione di stress, utili a confermare la diagnosi
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
La check list che si propone di seguito, è un inventario essenziale di guida all’esame degli argo-
menti
necessari per la valutazione dello stato patologico in casi che rientrano nel range di patologie
prese in esame da questo opuscolo. Gli elenchi non sono esaustivi, anche se indicano i fatti e le
evenienze più frequenti. Il giudizio diagnostico finale non può essere puramente matematico ma
deve necessariamente derivare dalla sintesi ragionata degli elementi raccolti ed osservati.
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
■ ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi delle vicende lavorative che comprendono imma-
gini, pensieri, o percezioni.
■ rivivere episodi emotivamente significativi della vicenda lavorativa con particolare
intensità emotiva, come se si stessero verificando in quel momento
■ sogni spiacevoli ricorrenti di fatti collegati al problema lavorativo
■ incapacità di narrare in modo ordinato la vicenda lavorativa: i ricordi si impongono alla
memoria forzati dalla loro valenza emotiva indipendentemente da ogni ricostruzione
logica o cronologica
■ disagio psicologico intenso all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che richia-
mano fatti, pensieri od emozioni relativi alla vicenda lavorativa
■ reattività fisiologica all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che richiamano
fatti, pensieri od emozioni relativi alla vicenda lavorativa
■ sforzi per evitare pensieri, sensazioni o conversazioni associate con le tematiche lavorative
■ sforzi per evitare attività, luoghi o persone che evocano la vicenda lavorativa
■ incapacità di ricordare qualche aspetto importante della storia lavorativa
■ riduzione marcata dell’interesse o della partecipazione ad attività significative
■ sentimenti di distacco o di estraneità verso gli altri
■ affettività ridotta (per es., incapacità di provare sentimenti di amore)
■ sentimenti di diminuzione delle prospettive future (per es. aspettarsi di non poter avere
una carriera, un matrimonio o dei figli o una normale durata della vita)
■ difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno
■ irritabilità o scoppi di collera
■ difficoltà a concentrarsi
■ ipervigilanza
■ esagerate risposte di allarme
■ sentimenti di rabbia che si presentano in forme e intensità estranee al carattere della persona
■ ipertensione arteriosa
■ aritmie cardiache
■ disturbi intestinali funzionali
■ gastrite
■ discinesie colecistiche
■ eruzioni cutanee aspecifiche
■ dermatite seborroica
■ psoriasi
■ dolori del rachide
■ tensioni muscolari del cingolo scapolare
■ periartrite scapolo-omerale
■ disturbi respiratori funzionali
■ digrignamento notturno
■ alopecia aerata e perdita di capelli
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
LA PSICODIAGNOSI E I SUOI
STRUMENTI
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
La circolare n. 71/2003 dell’Inail prevede la possibilità da parte dello specialista che valu-
terà il caso, di utilizzare test psicodiagnostici ad integrazione dell’esame obiettivo. Si ripor-
ta, nelle pagine che seguono, la descrizione dei test più significativi e più frequentemente
utilizzati.
Introduzione
Lo studio della personalità
Gli strumenti
La conoscenza della personalità è un’attività intuitiva a cui tutti gli esseri umani
si dedicano costantemente: nel rapporto con gli altri ognuno di noi costruisce un’i-
dea del funzionamento stabile per organizzare il proprio comportamento. Ad esem-
pio, se ci siamo fatti l’idea che una persona è permalosa, allora cercheremo di esse-
re gentili e accorti per non urtarne la suscettibilità; se l’altro è estroverso e socie-
vole, cercheremo di averlo alle nostre feste; se è pignolo potremmo sceglierlo come
commercialista. Insomma, la conoscenza dell’altro, per noi è di fondamentale
importanza per decidere come comportarci. In realtà questa è la stessa esigenza che
muove lo studio scientifico e professionale della personalità. La comprensione del
modo di funzionare della personalità e, cioè, del modo in cui interagiscono i fat-
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
emersi nel corso dell’esame clinico. La scelta di quali test utilizzare per l’approfondi-
mento diagnostico di ciascun caso è affidata alla competenza dello psicologo che,
sulla base delle osservazioni raccolte nei colloqui preliminari, stabilisce il dominio di
maggiore interesse ed attinenza attraverso cui condurre la fondamentale operazione
di diagnosi differenziale tra patologie endogene pregresse e patologia professionale.
La WAIS-R
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
Memoria di cifre. Mette in luce la capacità del soggetto di mantenere vigile l’attenzione e di
indirizzarla correttamente verso il compito da svolgere. Ha una scarsa relazione con l’intelligen-
za in generale, ma è molto utile per ricavare indicazioni relative a sindromi organiche o a fun-
zioni neuropsicologiche, come la memoria a breve termine.
Ragionamento aritmetico. È un valido criterio di intelligenza che valuta la capacità del sogget-
to di utilizzare le competenze matematiche per affrontare i problemi quotidiani. Necessita di una
buona memoria di lavoro, e di adeguate capacità recettive e di concentrazione.
Comprensione. Indaga sulla capacità di acquisire informazioni utili dall’ambiente per usarle in
modo socialmente appropriato. Fa riferimento ad una capacità di ragionamento pratico e al giu-
dizio morale.
Disegno con i cubi. È un ottima misura dell’intelligenza generale; esso è legato alla capacità di
pianificazione, alla manipolazione delle immagini mentali, al pensiero concreto ed astratto. È un
subtest visuo-motorio che valuta anche la capacità del soggetto di portare a termine un lavoro.
Ricostruzione di oggetti. Richiede la capacità di mettere in relazione più elementi e una abilità
nella raffigurazione anticipatoria. È influenzata dalla capacità di orientamento spaziale e di coor-
dinazione dei tentativi di soluzione.
Le risposte bizzarre o insolite, presenti in qualsiasi sub-reattivo, sono indicative di aspetti importanti della
personalità; pertanto vanno valutate in relazione al quadro generale che emerge dalla valutazione cogni-
tiva.
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
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Rorschach
Lo psichiatra svizzero Hermann Rorschach pubblicò nel 1921 la sua unica opera
“Psychodiagnostik”, un volume in cui presentava la sintesi di più di dieci anni del
suo lavoro con le macchie d’inchiostro.
La modalità d’indagine individuata da Rorschach (Rorschach, 1921) consisteva nel
raccogliere le risposte spontanee delle persone di fronte a forme casuali; queste erano
state ottenute versando delle gocce di inchiostro su un foglio di carta che, ripiegato,
restituiva una figura praticamente simmetrica.
Tra le tante macchie sperimentate, ne scelse dieci in base a specifiche caratteristi-
che: dovevano essere simmetriche e mediamente complesse, con la proprietà di eli-
citare un’ampia gamma di risposte. Rorschach intuì, inoltre, che quelle stesse mac-
chie potevano avere un contenuto evocatore specifico, che consentiva di indagare
un’area specifica della personalità.
L’atteggiamento di ricerca che animava Rorschach lo spinse a somministrare il test
a soggetti normali e patologici, in modo da osservare i diversi approcci delle perso-
ne nei confronti delle macchie.
Le Tavole sono tutte su fondo bianco e di diverso colore; in particolare, cinque sono
nere con varie gradazioni di grigio, due sono nere e rosse e tre di vari colori pastel-
lo. Durante la somministrazione, le Tavole vengono presentate secondo una sequen-
za standard e non è previsto un tempo definito per la raccolta del test; in linea di
massima, esso può durare da un minimo di trenta minuti ad un massimo di novanta,
a seconda della rapidità associativa, della produttività del soggetto e dell’abilità del
somministratore.
La somministrazione prevede una prima fase di Raccolta delle Risposte ed una suc-
cessiva di Inchiesta.
Nella fase di Raccolta, vengono trascritte le parole del soggetto il più fedelmente
possibile, in modo da registrare non solo tutte le risposte, ma anche le verbalizzazio-
ni che, il più delle volte, possono rivelare degli aspetti peculiari, siano essi tratti cli-
nici o semplici atteggiamenti.
La fase dell’Inchiesta rappresenta la parte più complessa della somministrazione e fa
leva sull’abilità e sull’esperienza del somministratore, il quale deve essere in grado di
trarre certezze e chiarimenti riguardo alla molteplicità degli elementi che osserva
(Cicioni, 2003). L’obiettivo è quello di indagare tutti i fattori che hanno permesso
la produzione del percetto, in modo da consentire una corretta siglatura, ovvero, la
trasduzione delle risposte del soggetto in un sistema di codifica, che dai tempi di
Rorschach è andato ampliandosi e differenziandosi a seconda dei vari Metodi.
In Italia il Metodo della Scuola Romana Rorschach ha avuto larga diffusione e
aggiorna continuamente i dati normativi della popolazione italiana nelle risposte al
test (Parisi et al.)
Gli elementi della siglatura sono organizzati in cinque categorie, ognuna delle quali
indaga un aspetto importante della risposta: la Localizzazione, riguarda la parte della
macchia interpretata; le Determinanti, gli elementi della figura che hanno favorito
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Nell’Area Cognitiva vengono riportati tutti gli indici utilizzati per l’analisi dell’intelligenza
quantitativa - qualitativa del soggetto, in particolare si prende in esame: la velocità delle inter-
pretazioni, l’esame di realtà, la precisione del pensiero, le attitudini cognitive, la capacità di dar
fondo a tutte le proprie energie, il convenzionalismo, il ventaglio degli interessi e l’adattamento
al contesto culturale di appartenenza. L’analisi di ogni specifico indice va letto in un quadro
generale che conferma o meno un valore attribuito. Infatti, la presenza di alcuni elementi diven-
ta una risorsa per il soggetto, solo se associata a una capacità di dominare le proprie proiezioni,
mediante la produzione di risposte di buona qualità formale.
L’Area Affettiva raccoglie tutti gli elementi che definiscono il funzionamento della sfera affetti-
va. In particolare il Tipo di Vita Interiore, o Erlebnistypus, mette a confronto le potenzialità
introversive e quelle extratensive; si tratta di un continuum bidimensionale, in cui compaiono
tutte le condizioni possibili, con differenze anche di sfumatura, di un rapporto tra la capacità di
autocontrollo, stabilità, da una parte ed empatia e scarica affettiva, dall’altra. Il confronto, poi,
dei due Tipi di Vita Interiore, primario e secondario, permette di chiarire se il soggetto si trova
in una fase di vita evolutiva, statica o involutiva. Altri indici danno informazione riguardo alla
reattività del soggetto di fronte a stimoli affettivi, siano essi pulsionali (II, III) o sociali (VIII, IX,
X). Gli Indici di Autocontrollo e Impulsività, letti in una relazione circolare, informano sulla
modalità del soggetto di gestire gli impulsi.
Il confronto delle prestazioni alle varie tavole (Nere/Colorate - I/II Metà), permette di osserva-
re e misurare la performance in relazione agli stimoli affettivi e non, nonché la continuità del
rendimento. In linea di massima, una caduta della performance nelle Tavole Colore indica un
funzionamento nevrotico del pensiero, legato a problemi relazionali, mentre, un cedimento nelle
Tavole Nere indirizza verso ipotesi di ordine strutturale. Il confronto tra le due metà del test valu-
ta l’eventuale ansia di prestazione, o l’influenza della stanchezza. Quindi, questo confronto indi-
vidua la funzionalità dei meccanismi difensivi sotto stress, ed è considerato un buon indice pro-
gnostico.
L’analisi dei Contenuti fornisce informazioni sugli interessi della persona, sulla eventuale stereo-
tipia del pensiero (eccesso di risposte animali), sulla qualità delle relazione interpersonali (quan-
tità e qualità delle risposte umane), sui differenti stadi evolutivi del pensiero o differenti carat-
teristiche di personalità (Giambelluca et alii, 1995): ad esempio, alcuni tipi di risposte eviden-
ziano la presenza di caratteristiche infantili, mentre altre mettono in evidenza una problematica
con l’affettività che si mostra fredda e distaccata.
Nell’analisi degli Choc e delle Manifestazioni Particolari è possibile ritrovare elementi qualitati-
vi importanti per identificare i tipi di meccanismi difensivi utilizzati, per valutare il senso di
realtà e per definire particolari aree investite di complessità.
L’analisi delle Prove Supplementari, inoltre, permette di sciogliere i dubbi riguardo la siglatura e
di arricchire la psicodiagnosi. In modo particolare, la Pinacoteca, in cui si chiede al soggetto di
dare un titolo a ogni Tavola, funziona come immediato retest, che permette di verificare la capa-
cità del soggetto di far uso di un pensiero teorico globale e indagare la costanza delle prestazioni,
valutando un eventuale miglioramento, che farebbe riferimento all’abilità di gestire l’ansia, o un
cedimento, che indicherebbe una caduta dei meccanismi di difesa.
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
Per quanto attiene alla trattazione specifica di questo capitolo, possiamo riassumere
le informazioni utili alla diagnosi differenziale che si possono raccogliere da un pro-
tocollo Rorschach:
• la presenza e prevalenza di energie immature o velatamente minacciose che pos-
sono, nella condizione attuale della persona, superare la quantità e qualità di con-
trollo emozionale su di esse;
• la struttura dell’Io, valutata in funzione della capacità di un contenimento ener-
getico, della presenza di tratti di dipendenza, delle tendenze alla rigidità e coarta-
zione;
• il livello di reattività verso gli stimoli emozionali e i tratti di scarso controllo su
di essi o difficoltà in situazioni emozionalmente stimolanti;
• la tendenza alla negazione dei bisogni affettivi che potrebbe comportare problemi
di adattamento;
• il livello o stato di emotività disturbata;
Attraverso la valutazione di questi numerosi aspetti della configurazione dinamica di
personalità emersa dal test, si è generalmente in grado di discriminare, dunque, la
presenza di un Disturbo di Personalità stabile, che possa giustificare il profilo osser-
vato, differentemente da una condizione derivante da stressors psicosociali.
L’ M.M.P.I.-2
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
Lo scoring può essere effettuato sia mediante computer che manualmente. Per il cal-
colo dei punteggi grezzi che concernono le scale di validità, cliniche e di contenuto,
ci si avvale delle apposite griglie di correzione da applicare manualmente sul libret-
to per la raccolta delle risposte, o di programmi di elaborazione automatica specifici
distribuiti dall’editore del test. Mediante tabelle di conversione o di stampati predi-
sposti, i punteggi grezzi vengono trasformati in punteggi temperati (punti T) e visua-
lizzati graficamente tramite un diagramma che fornisce un riassunto visivo delle ele-
vazioni delle scale.
I punti T sono il risultato di una equazione che fa sì che la media ottenuta dal cam-
pione normativo ad ogni determinata scala corrisponda a 50, mentre il punteggio di
65, che viene considerato il cut-off oltre il quale si evidenzia una tendenza patologi-
ca, corrisponde al 92° centile della distribuzione dei punteggi grezzi nella stessa
popolazione di riferimento.
LE SCALE DI VALIDITÀ
Un problema fondamentale dei questionari di personalità è costituito dalla facilità con cui
potrebbero essere inficiati da chi ne avesse interesse, rispondendo in modo non veritiero o anche
con non sufficiente attenzione. Per ridurre questo pericolo, sono state messe a punto delle misu-
re della validità dei risultati mediante apposite scale.
L (Lie). Questa scala è volta ad individuare la tendenza a dare una immagine di sé migliorati-
va. Da ciò potrebbe derivare un abbassamento dei valori riscontrati alle scale cliniche.
F (Infrequency scale). La scala F rileva sintomi poco frequenti nella popolazione generale, ad
es. sensazioni bizzarre, pensieri insoliti, esperienze strane, ecc. L’elevazione di questa scala, per-
tanto, costituisce un indice approssimativo di disagio psicologico.
Fb (Back F). La scala FB è composta da item, selezionati specificatamente per la versione 2 del
MMPI con criteri analoghi a quelli utilizzati per la scala F per estendere il tipo di valutazione
compiuto dalla scala F alla seconda parte del test.
K (Correction). è una scala creata empiricamente per individuare le difese messe in atto da
quelle persone che pur riportando una psicopatologia significativa ottengono punteggi normali
nelle scale cliniche. Essa è principalmente una scala di validità, ma fornisce informazioni anche
sulla forza dell’Io, sul contatto con la realtà, sulle capacità di coping, sulle difese, sull’attenzione
e sull’atteggiamento verso il test.
Non So (?). è una scala costituita dal numero di item a cui il paziente non dà una risposta, o a
cui dà entrambe le risposte “vero” e “falso”. Fino a 5 omissioni il test rientra nel range della nor-
malità. Se l’omissione riguarda anche soli 10 item può causare una distorsione nell’elevazione
delle scale; l’omissione di più di 30 item rende il test non valido.
VRIN (Variable Response Inconsistency Scale). La scala VRIN misura la tendenza a rispon-
dere senza considerare il contenuto dell’item. È composta da coppie di item che hanno conte-
nuto simile o opposto. Un numero elevato di risposte incoerenti va attribuito, pertanto, alla dif-
ficoltà di capire le domande più che alla mancanza di collaborazione da parte del soggetto, e ciò
può rendere il profilo non interpretabile.
TRIN (True Response Inconsistency Scale). La Scala TRIN valuta la tendenza a rispondere
in maniera incoerente agli item che dovrebbero avere risposta coerente, inoltre considera la ten-
denza a fornire un tipo di risposta (vero o falso) in modo indiscriminato, senza dare attenzione
al contenuto dell’item. Il punteggio della scala TRIN è accompagnato dalla lettera “V” o con
una “F” che indicano la direzione dell’incoerenza alla risposta .
Per entrambe le scale di incoerenza, un punteggio T uguale o superiore a 80 rende l’incoerenza
evidente; tra 70 e 79 il punteggio va considerato a rischio.
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
L’inventario Minnesota ha trovato la prima applicazione nella misurazione di tratti patologici rife-
ribili a specifiche sindromi cliniche. La selezione di item in grado di differenziare soggetti normali
da specifici gruppi clinici ha dato vita alle scale cliniche. In seguito si è riscontrato che queste scale,
più che essere indicative dell’appartenenza dell’esaminando ad una categoria psichiatrica, mette-
vano in evidenza variabili psicologiche coinvolte in quelle sindromi di cui prendono il nome.
Hy (“Hysteria” = isteria): disturbi sensoriali o motori per i quali non è stata riscontrata nessuna
base organica; specifici disturbi fisici o stati di agitazione; ma anche negazione di problemi psi-
cologici, mancanza di ansia sociale.
Sc (“schizophrenia” = schizofrenia): il contenuto degli item riguarda una ampia varietà di idee,
convinzioni, esperienze e percezioni insolite che sono caratteristiche di tali pazienti. Include
anche episodi di delirio e di allucinazione.
Si (“social introversion” = introversione sociale): gli item riguardano livelli crescenti di timidezza
sociale, tendenza all’isolamento e all’introversione, sentimenti di inferiorità. Anche questa scala,
così come la scala 5, non è una scala clinica in senso stretto.
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
LE SCALE SUPPLEMENTARI
Il MMPI-2 è un sistema aperto, che consente agli studiosi di individuare insiemi di item (scale)
capaci di misurare nuovi tratti o caratteristiche di personalità. Le scale supplementari sono state
sviluppate nel corso della storia del test proprio a questo scopo.
Sebbene nella letteratura ormai siano disponibili decine di scale di questo tipo, per l’edizione ita-
liana del test sono disponibili le seguenti:
O-H (ostilità ipercontrollata): questa scala è una misura della capacità di tollerare situazioni fru-
stranti. Tuttavia persone con punteggi elevati possono anche avere risposte aggressive esagerate
pur in assenza di una esplicita provocazione.
MDS (scala di disagio coniugale): indaga la qualità della relazione di coppia mettendone in evi-
denza un eventuale disagio e la presenza dei contrasti.
AAS (scala di ammissione di tossicodipendenza): contiene esplicitamente item che fanno riferi-
mento all’abuso di sostanze tossiche.
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PATOLOGIA PSICHICA DA STRESS, MOBBING E COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA. LA TUTELA DELL’INAIL
LE SCALE DI CONTENUTO
La versione 2 del test, ha introdotto 15 nuove scale, denominate di “contenuto”. Queste scale
hanno dimostrato la loro validità nel descrivere e nel predire aspetti specifici della personalità o
del funzionamento sociale, grazie anche al loro contenuto omogeneo.
ANX (ansia): misura la presenza di sintomi d’ansia: tensione, disturbi del sonno, preoccupazioni
e scarsa concentrazione. Le persone con alti punteggi a questa scala sembrano consapevoli del
loro disagio e lo ammettono senza difficoltà.
FRS (paure): la persona con un elevato punteggio a questa scala manifesta molte paure specifiche.
OBS (ossessività): chi ottiene alti punteggi manifesta grande difficoltà nel prendere decisioni, la
tendenza a rimuginare eccessivamente. I cambiamenti li rendono inquieti e possono riferire com-
portamenti compulsivi come ad esempio collezionare cose senza valore.
DEP (depressione): punteggi elevati in questa scala caratterizzano le persone con pensieri signifi-
cativamente depressivi. Queste persone riferiscono di sentirsi malinconiche, incerte sul proprio
futuro, indifferenti verso la vita. Sono infelici, piangono facilmente, possono riferire pensieri di
suicidio o desiderio di morire.
HEA (preoccupazione per la propria salute): le persone con alti punteggi sono preoccupati per la
propria salute e presentano problemi somatici a diversi livelli.
BIZ (ideazione bizzarra): questa scala riguarda contenuti connessi a processi di pensiero di tipo
psicotico. Questi soggetti possono riferire allucinazioni uditive, visive o olfattive e riconoscere
che i loro pensieri sono strani e peculiari.
ANG (rabbia): misura la difficoltà nel controllo della rabbia. Le persone che ottengono un alto
punteggio tendono ad essere irritabili, insofferenti, scontrose, impulsive.
CYN (cinismo): misura la tendenza alla misantropia, al sospetto e alla diffidenza, anche nei con-
fronti delle persone vicine.
ASP (comportamenti antisociali): gli individui con alto punteggio riferiscono comportamenti e
atteggiamenti antisociali che potrebbero averli portati ad avere problemi con la legge.
TPA (tipo A): descrive persone ipermotivate, impulsive, irritabili, impazienti, che danno molta
importanza al successo sul lavoro.
LSE (bassa autostima): punteggi elevati in questa scala indicano persone con autopercezione
negativa, bassa stima e atteggiamenti negativi nei confronti di se sé stessi.
SOD (disagio sociale): le persone con alto punteggio nella scala SOD, quando sono tra la gente si
sentono imbarazzate e inadeguate, per cui preferiscono stare per conto proprio.
FAM (problemi familiari): misura la tendenza a trovarsi a disagio all’interno della propria famiglia,
che viene descritta come priva di amore e litigiosa.
WRK (difficoltà sul lavoro): evidenzia la presenza di scarsa fiducia in sé stessi, difficoltà di con-
centrazione, ossessività, tensione, difficoltà nel prendere decisioni, fattori questi che possono
contribuire a prestazioni lavorative scadenti.
TRT (indicatori di difficoltà di trattamento): è connessa con atteggiamenti negativi verso il cam-
biamento e l’accettazione di aiuto da parte degli altri.
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Principi dell’interpretazione
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I punteggi ottenuti alle scale di validità indicano che il Sig. Giovannelli ha colla-
borato pienamente alla valutazione rispondendo coerentemente (VRIN = 56; TRIN
= 55F; F-Fb = 1) a tutti gli item del questionario (Item omessi = 0). Per quanto
riguarda l’accuratezza delle risposte, va segnalata l’assenza di indizi di esagerazione
della patologia (F = 59; Fb = 68), né di una eventuale sua dissimulazione (F-K = 1;
L = 33; K = 36). Piuttosto, i valori estremamente bassi della L, mettono in eviden-
za la scarsa preoccupazione che il soggetto ha nei confronti del dover dare un’im-
magine negativa di sé. L’altrettanto basso valore della K mette invece in evidenza
l’attuale mancanza di risorse personali di cui il soggetto dispone per far fronte alle
difficoltà della sua vita.
Il profilo che emerge dalle risposte al questionario, quindi, può essere considerato
valido e attendibile.
Il Sig. Giovannelli ha evidenziato un notevole livello di disagio psicologico (Media
delle scale cliniche = 71,3), caratterizzato principalmente da una modalità di fun-
zionamento di tipo “nevrotico” (Neurotic score=80; Psychotic score=65,3; Indice di
Goldberg = 15), in cui la difesa della somatizzazione assume un ruolo centrale
(Indice di somatizzazione = 13).
I punteggi elevati oltre il limite normale, sono stati ottenuti nelle seguenti scale cli-
niche: Hy (87), D (78), Pa (77), Hs (75), Pt (71), Pd (69) e Mf (65); si delinea, così,
un codice 2 3/3 2 (non definito).
La maggiore elevazione della scala 3 (Hy) seguita dalla scala 2 (D), indica che il Sig.
Giovannelli lamenta una grande quantità di malessere e sintomi somatici, associati
abitualmente ad ansia e depressione dell’umore, nonché al tentativo di reprimere le
proprie emozioni. La repressione, infatti, così come anche l’inibizione e il bisogno di
approvazione nelle situazioni interpersonali sono tutte caratteristiche tipiche delle
persone che presentano questo profilo.
Queste persone, quando di sesso maschile, vivono abitualmente in un palese stato di
disordine emozionale, caratterizzato da ansia ed umore depresso, nel quale ai sinto-
mi fisici si associa spesso una incapacità a concentrarsi che si scontra con un’altra
fondamentale caratteristica di personalità descritta in letteratura (Friedman et al.,
2001): l’ambizione, la coscienziosità e la serietà con cui si assumono le proprie
responsabilità, soprattutto in ambito lavorativo. Sono preoccupati di non emergere
dalla massa e non ammettono nemmeno con sé stessi le difficoltà interpersonali e gli
impulsi inaccettabili.
Le persone che, come il Sig. Giovannelli, ottengono punteggi elevati contempora-
neamente alla scala 3 e alla scala 6 (Pa), sono estremamente sensibili a qualsiasi cosa
possa essere interpretata come una critica e sono estremamente consapevoli del pro-
prio ruolo sociale. Il loro tipico modo di presentarsi, gentile e controllato, tradisce il
loro desiderio di approvazione, anche se dietro l’apparenza cordiale è possibile ritro-
vare la sfiducia, la tensione e la sospettosità che li caratterizzano.
Tuttavia, queste persone tendono a negare a sé stessi i propri sentimenti ostili e a
viverli come egosintonici, cioè a razionalizzarli e a giustificarli come una protezione
nei rapporti interpersonali. Di conseguenza, al di là dell’atteggiamento collaborati-
vo che mostrano in superficie, possono covare a lungo rabbia e risentimento nei con-
fronti del proprio contesto relazionale.
L’elevazione significativa della scala 6 sottolinea la rilevanza nel profilo di persona-
lità del Sig. Giovannelli, della estrema sensibilità alla critica, l’aderenza a valori rigi-
di e la tendenza ad usare la proiezione come meccanismo di difesa primario.
L’organizzazione difensiva del soggetto quindi può essere vista come un alternarsi
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della repressione e del controllo delle emozioni che sfocia nella somatizzazione del-
l’ansia che si realizza nelle cefalee e nei disturbi gastrointestinali lamentati (Item
Critici di Lachar e Wrobel, Sintomi Somatici), e della proiezione che porta il sog-
getto ad attribuire le proprie crisi di ansia agli altri.
Questi individui hanno aspettative molto alte sia nei confronti di sé stessi che degli
altri che lo circondano, usano il proprio severo giudizio morale per controllare gli
altri, rendendo difficile agli altri la loro convivenza a causa del proprio atteggia-
mento autocentrato e difeso.
La gestione della rabbia è un problema centrale in questo profilo di personalità. Come
ci si può aspettare da una persona che cerca l’approvazione e teme le critiche, la nega-
zione della propria rabbia e l’accumulo del risentimento in una forma razionalizzata è
una costante nella vita di questa persona. Il rischio di una perdita di controllo deve
essere tenuto presente. L’elevazione maggiore della scala 3 rispetto alla 6, indica che
questa persona ha una consapevolezza molto scarsa della propria rabbia, anche se
all’esterno può essere molto evidente, così come è evidente il suo egocentrismo.
Tuttavia questo profilo è più quello della rassegnazione che della lotta per il potere.
L’elevazione della scala 2 indica, in questo contesto, che l’individuo manifesta perio-
di di autocommiserazione rabbiosa e sentimenti di essere stato trattato ingiustamen-
te. Questo innesca una profezia che si autodetermina, in quanto il suo risentimento
induce altrettanto risentimento negli altri e questo a sua volta lo conferma nella sua
convinzione di essere trattato ingiustamente.
La depressione dell’umore che ne deriva è caratterizzata da preoccupazione, senti-
menti di inferiorità, stanchezza e mancanza di energia, nonché ruminazione e diffi-
coltà di concentrazione. È amareggiato e si sente intrappolato nella propria situazio-
ne attuale (Scale 2 e 6). Le capacità di coping sono scarse e le difficoltà interperso-
nali sono caratterizzate dalla tendenza a fraintendere le intenzioni degli altri ed ad
accumulare risentimento. Le sue relazioni sono ostacolate dalla sua tendenza ad esse-
re rigido e critico, forse come difesa contro l’essere criticato e giudicato. Pertanto
può giungere a conclusioni errate, ritrovare significati ostili in situazioni neutrali, e
adottare un atteggiamento di chiusura e di rifiuto nei confronti degli altri nel tenta-
tivo di prevenire un eventuale rifiuto da parte di questi ultimi nei suoi confronti.
L’immagine di sé che il Sig. Giovannelli fornisce rispondendo agli item delle scale
di contenuto è quella di una persona fortemente ansiosa (ANX=77) e depressa
(DEP=73), con numerose preoccupazioni per la propria salute (HEA=70) e qualche
reazione fobica (FRS=66). Questo stato emotivo risulta essere correlato ad una idea-
zione che risulta essere bizzarra (BIZ=74) nel vissuto persecutorio che essa denuncia
e che quindi corrisponde ad una consapevole valutazione che il soggetto fa della pro-
pria situazione. In questo quadro, il contributo fornito dalle scale ANG (=71) e TPA
(=73), è quello di arricchire il profilo con un vissuto di irritabilità, impazienza e scar-
sa tolleranza delle frustrazioni.
Le scale FAM (=60) e MDS(=52), escludono la presenza di conflitti sia all’interno
della famiglia attuale che di quella di origine, rinviando la problematica relazionale
ad un contesto extrafamiliare.
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genti dall’esame clinico. Tra quelle di largo impiego, tornano utili nell’ambito della
valutazione delle conseguenze dello stress psicosociale, la Scala di Hamilton per la
Depressione, la scala di Zung per la depressione, le scala di valutazione dell’ansia
(Zung, STAI - State-Trait Anxiety Inventory). Questi strumenti possono essere
affiancati agli altri per la gestione della procedura di diagnosi differenziale.
La scala di Hamilton: l’obiettivo della scala è la valutazione della depressione grave.
I criteri di valutazione sono, per la maggior parte degli item, la risultante dell’inte-
grazione tra l’osservazione obiettiva e la percezione soggettiva dei sintomi, sebbene
il giudizio sul livello di gravità provenga prevalentemente dalla valutazione obietti-
va. Dall’esperienza clinica con i soggetti mobbizzati, si è riscontrato che i livelli di
questo gruppo di pazienti sono molto elevati in rapporto a sintomatologie riferibili a
disturbi del sonno, a rallentamento psicomotorio e ad ansia e somatizzazione.
Oltre alla valutazione oggettiva dei livelli di depressione e di ansia valutabili attra-
verso le scale Zung, che consentono in maniera piuttosto semplice ed automatica di
stabilirne i livelli di gravità a partire dall’autovalutazione del paziente, è possibile
verificare quanto la presenza di stati ansiosi possa essere riconducibile a tratti stabi-
li della personalità o a eventi contingenti nella vita della persona che in quel
momento viene sottoposto a valutazione. Tali informazioni vengono raccolte attra-
verso la somministrazione della STAI, scala di valutazione dell’ansia “di stato” e “di
tratto”, in cui viene chiesto al soggetto rispondente di descrivere le proprie reazioni
a generici eventi di vita in maniera abituale o nel momento attuale di vita che sta
attraversando; tale informazione può confermare o escludere una relazione tempora-
le tra eventi stressogeni esterni e la reazione ansiosa emersa.
In questo gruppo va annoverata anche la Scala di Valutazione Globale del
Funzionamento (VGF). Il sistema di classificazione delle malattie psichiatriche pre-
vede un giudizio di gravità della condizione patologica che viene espresso con un
valore da 100 a 1. Dove 100 corrisponde al 100% di funzionalità psichica. Quanto
più il valore è basso, tanto più è compromessa la funzionalità del soggetto. La scala
è divisa in 10 intervalli e per ciascuno di essi viene data una definizione basata sulla
presenza di sintomi e sulla descrizione del grado di compromissione sociale, che per-
mette abbastanza agevolmente di rendere omogenei i giudizi di gravità. Nel 1996 è
stato proposto da Walter Brondolo e Antonio Marigliano l’uso di questa scala nella
valutazione quantitativa del danno psichico in sede medico legale.
Riportiamo infine un riassunto schematico (Tab.6) di alcuni degli ulteriori strumenti
di valutazione psicodiagnostica che, a seconda dell’attinenza al caso specifico, pos-
sono risultare utili per l’integrazione dell’esame psichico obiettivo in contesto medi-
co-legale, rimandando ad una trattazione più specifica le informazioni attinenti a
ciascun test o questionario indicato.
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Sintomi Questionario Inventario di 64 items, ciascuno dei quali menzio- Pancheri e Chiari, 1986
psicosomatici Psicofisiologico na un sintomo somatico senza base organica e
(QPF) chiede di valutarne la frequenza su una scala a 4
livelli.
Scale di Beck Depression È composta di 21 items descrittivi di sintomi e di Beck e altri, 1961.
valutazione per Inventory (BDI) atteggiamenti dedotti da osservazioni condotte
Ansia e nel corso di psicoterapie psicoanalitiche con
Depres-sione pazienti depressi. In base al numero, alla frequen-
za ed alla intensità dei sintomi si ottiene una valu-
tazione della profondità della depressione. Si basa
sulla teoria cognitivista secondo cui alla base della
depressione vi siano strutturazioni cognitive ina-
deguate.
Scala di Scale di Due scale che valutano l’ostilità, l’irritabilità e la Caprara, 1983.
valutazione di irritabilità e suscettibilità, quali componenti di sindromi
Aggressività e Suscettibilità depressive o di reazioni da stress che possono ori-
Intensità emotiva emotiva ginare rischi coronarici.
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segue: Tabella 6
Stress Symptom Quantifica l’intensità delle reazioni da stress in Heilbrun e Pepe, 1985.
Rating Scale modo relativamente indipendente dalla qualità
degli stimuli stressanti
Valutazione delle Symptom Rating Questionario sintomatologico di disagio psichico, Fava e Kellner, 1982.
risposte da stress Test che consta di 30 quesiti, tutti descrittivi di sinto-
mi di malessere a cui si risponde in base ad una
scala a 4 livelli. Si può scegliere tra la forma “set-
timanale” e la forma “giornaliera”. I punteggi
misurano Ansia, Depressione, Somatizzazione e
Inadeguatezza.
Test Wartegg Zeichen Propone una tavola a sfondo nero al cui interno ci Wartegg, 1939.
semistrutturato Test (WZT) sono otto riquadri con frammenti di linee da far
completare al soggetto rispondente, in modo da
formare otto disegni rappresentativi di qualcosa.
Ne emerge un profilo caratterologico in funzione
della teoria caratterologica-personologica di
Lersch (1952).
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