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Lasciati annoiare.

Provalo almeno. Puoi trovare un nuovo significato nella vita.

Come si sentirebbe stare seduto in una stanza vuota senza fare nulla, accompagnato solo con i
propri pensieri? Per molte persone sarebbe noioso.

In uno studio statunitese sull'uso del tempo l'83 % dei partecipanti ha dichiarato di non aver
dedicato neanche un momento al rilassarsi o alla riflessione durante l’ultimo giorno. Le persone
leggevano libri e guardavano film, ma non avevano tempo per pensare. In un altro studio lo stesso
fenomeno è stato studiato sperimentalmente; sedersi da soli per 15 minuti è sembrato così noioso ai
partecipanti che hanno preferito farsi dare scosse elettriche dolorose piuttosto che non fare nulla. In
particolare, gli uomini si sono rivolti alla variazione portata dalla scossa elettrica, anche se in uno
studio precedente erano disposti a pagare per evitarle.

I ricercatori si sono chiesti il perché. Le nostre menti sono piene di ricordi, storie e pensieri. Il
nostro contenuto interno è enorme, ma sembra essere difficile da usare. Così ci annoiamo nella
nostra stessa compagnia e, per combattere la noia, ci procuriamo addiritura il dolore.

Già nel XVII secolo, il filosofo Blaise Pascal aveva previsto questo risultato; secondo lui, tutta la
miseria umana deriva dal fatto che l'uomo cerca di evitare la noia persino con la guerra.

La noia favorisce i rischi

Negli ultimi anni, gli psicologi si sono interessati sempre di più ai momenti vuoti della vita. Si è
scoperto che la tendenza ad annoiarsi è correlata sia all'abitudine di spuntini inutili che a
comportamenti rischiosi, come il consumo di alcol e il gioco d'azzardo. Questa sensazione è anche
associata a depressione, ansia e abbandono scolastico.

In un'ampia ricerca britannica chiamata Whitehall, condotta per i funzionari pubblici, sono stati
esaminati molti fattori legati alla salute. Nella ricerca longitudinale, i dati sono stati raccolti
attraverso sondaggi, alcuni dei quali riguardavano la noia. Dopo una ventina di anni i ricercatori
hanno confrontato le risposte dei funzionari con le dati sulle loro morti. Quelli che si lamentavano
di più della noia erano morti più giovani. Questo può essere spiegato in parte da uno stile di vita
poco salutare, con il quale gli uomini cercavano di sfuggire alla noia.
Un demonio intrigante

La noia non è solo un fenomeno moderno, ma era conosciuta già nel Medioevo, quando la vita
europea veniva interpretata attraverso il Cristianesimo. In questo periodo, i padri della Chiesa
scrissero sull'acedia, uno stato d’indifferenza, che insidiava particolarmente i monaci chiusi nei loro
monasteri portandoli verso il peccato dell'accidia.

La prima descrizione sull'acedia si trova probabilmente nel testo di Evagrio di Pontos, un monaco
eremita vissuto nel IV secolo. Secondo Evagrio, l'acedia fu il demone di mezzogiorno che tentava i
monaci eremiti e cercava di convincerli ad abbandonare la loro vocazione facendoli desiderare una
vita più facile. Nella Divina Commedia di Dante Alighieri gli indifferenti spirituali stanno
nell'inferno, dove soffrono la loro punizione- sguazzano nella melma e si lamentano: ”portando
dentro accidioso fummo/ or ci attristiam ne la belletta negra” (inf.7)

Testo originale: Mikko Puttonen, Anna itsesi pitkästyä

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