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Esperienze di Pre-Morte
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Indice
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NDE articolo di Paola Giovetti
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intervistati in questa inchiesta, parlano di particolari "incontri", di
sensazioni di pace e benessere, di ambienti sereni e rasserenanti.
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Improvvisamente mi ritrovai accanto al dottore. La copia di cera del
mio io gli giaceva immobile davanti. Ero enormemente stupito che
quella figura fosse appartenuta a me, che in qualche modo quel
corpo pallido fosse il mio. Quel viso cadaverico che aveva i miei
lineamenti suscitava in me soltanto repulsione. Il medico riemp una
siringa: non senza curiosit lo stetti a guardare mentre con abilit e
attenzione conficcava l'ago nel mio braccio. Un'oscura paura mi
invase: in essa persi il mio senso di pace assoluta. Mi sembrava
che una forza priva d'amore trascinasse il mio io in quella profondit
in cui sapevo che si trovava il mio corpo, di cui ricordavo senza
alcuna gioia l'esistenza. S, non c'era dubbio, sprofondavo, venivo
risucchiato e non potevo resistere a quella forza anche se mi
opponevo a essa con tutto me stesso. Di nuovo un'ondata di
violento dolore mi pervase. Fui strappato da quella luce come da un
pugno brutale e ora mi sembrava di sentire odore di medicine,
tabacco e animali. E c'erano anche delle persone. Ora anche la
luce del giorno colpiva le mie palpebre, ed era ben misera in
confronto al mondo di luce che avevo conosciuto. Chino su di me
vedevo il dottore, che alz il viso e con voce che mi parve di non
riconoscere disse: "E vivo".
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trovare sgradevole la morte, non avevo paura. Era tutto cos
naturale, cos ovvio! Mi rendevo conto che morivo e che lasciavo
questo mondo. Durante la mia vita non avevo mai immaginato che
ci si potesse separare dal mondo cos bene e cos semplicemente.
Ero felice di morire senza paura, ero solo curioso di vedere come
sarebbe continuato quel processo di morte. E difficile dire dove mi
trovassi: mi stavo librando, non so dove. Sentivo suoni meravigliosi,
distinguevo colori, movimenti, forme armoniche. Avevo in qualche
modo l'impressione che qualcuno mi chiamasse, mi consolasse, mi
guidasse sempre pi in alto nell'altro mondo, quello in cui stavo per
entrare. Una pace assoluta e un'armonia mai prima percepita mi
pervadevano, ero felice, non ero oppresso da nessun pensiero. Ero
solo, ma in perfetta armonia e avevo la sensazione che la mia
solitudine fosse solo apparente: mi sentivo protetto, in una
dimensione piena d'amore e di comprensione. Poi questa fase
meravigliosa si interruppe e mi ritrovai sul luogo dell'incidente,
proprio al di sopra della macchina fracassata e del mio corpo
martoriato che giaceva per terra con la gente intorno e un medico
che tentava di rianimarmi e che dopo un po' disse:
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colorato e disegnato da Walt Disney. Prati verdissimi di un tenero
color smeraldo, grandi alberi frondosi, fiori enormi e coloratissimi.
Ma quello che maggiormente mi colpiva era l'assoluta serenit, la
pace immensa e riposante. Notavo che ero sola, nessuno era
intorno a me, neanche ombre lontane. Ma questo non mi
interessava perch quella splendida solitudine mi appagava in
pieno. Poi tutto fin e mi ritrovai nel mio letto, debolissima e
sofferente.
Ho chiesto alla signora Adriana se sia sicura che non si sia trattato
di un sogno, e questa stata la risposta:
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una contusione cranica, ero in stato commotivo, ferite dappertutto,
fratture a quattro costole, blocco allo stomaco, al fegato e a tutto
l'intestino.
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pi paura e capisco san Francesco che la chiamava "sorella
morte".
Nel 1967, quando avevo 17 anni, ebbi una grave forma allergica
che a un certo punto mi procur un'improvvisa difficolt di
respirazione. Rapidamente le cose peggiorarono al punto che i miei
chiamarono un'ambulanza: non essendocene nessuna disponibile,
vennero i vigili del fuoco. lo intanto ero quasi fuori conoscenza, pur
continuando a fare uno sforzo tremendo per continuare a respirare.
A un certo punto smisi di farlo e provai un gran sollievo per aver
potuto smettere di lottare per vivere. Scivolai nel buio di una
regione inconsapevole ma piena di pace. Di colpo mi trovai fuori dal
corpo, a pochi passi di distanza da esso, guardando con grande
curiosit i pompieri che mi facevano la respirazione bocca a bocca
e mi massaggiavano. Mia madre mi spruzzava acqua sul viso. Mi
resi conto anche che il pompiere che mi praticava la respirazione
bocca a bocca mentalmente mi parlava e mi sollecitava a non
cedere: gli ricordavo moltissimo sua figlia. Un attimo dopo mi trovai
a guardare questa scena un po' comica dall'altezza dei fili del
telefono. Vidi un bambino correre verso casa nostra e cercai di
gridargli di non farlo, ma non mi ud. Intanto un vigile commentava
tristemente che da tre minuti ero senza polso. Mia madre era fuori
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di s, ma io volevo gridar loro che tutto era come doveva essere e
che stavo benissimo. Mi sentivo infatti felice, a mio perfetto agio,
addirittura esilarata per la nuova situazione: un'autentica fenice
risorta, libera dai limiti del corpo e del mondo fisico. Tutto intorno a
me era musica: l'etere del mio nuovo universo era amore, un amore
cos puro e generoso che non desideravo altro che rimanere l. Mi
resi conto della presenza di uno zio trapassato, ci riconoscemmo e
restammo insieme. Ci muovevamo in un mare di luce, con la quale
mi identificavo sempre pi. Poi di colpo tutto fin: fui spinta in un
tunnel luminoso e catapultata di nuovo nel mondo fisico. Mi ritrovai
a pochi passi dal mio corpo: era arrivata l'ambulanza e anche il
nostro medico di casa che mi stava riempiendo di adrenalina e mi
faceva il massaggio cardiaco. Il mio polso aveva ripreso e batteva
debolmente e a questo punto fui come risucchiata dal corpo... mi
sentivo confusa, con un senso di imprigionamento e di
degradazione quale non avevo mai provato.
Ero molto legata a mio padre e quando quindici anni fa lui manc,
io, che avevo allora 40 anni, dopo pochi minuti ebbi un collasso:
ricordo perfettamente che girai le pupille in su, chiusi gli occhi e vidi
mio padre allontanarsi verso una immensa distesa bianca,
luminosa, di un infinito bagliore in cui si perse, mentre io mi fermai,
incerta. Era successo che ero caduta in coma per un arresto
cardiaco e mentre i medici si affannavano con iniezioni e il
massaggio cardiaco io mi sentivo serena, leggera e contenta, in
uno stato di vera beatitudine.
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sprofondando attraverso il letto in un vuoto senza fondo; ma non
aveva paura... La consapevolezza successiva fu che, senza alcuna
sensazione del proprio corpo, guardava in gi da un punto posto
proprio sul soffitto della stanza e percepiva tutto quello che
accadeva sotto di lei: vedeva se stessa pallida come un cadavere,
stesa sul letto con gli occhi chiusi.
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Commento che si attaglia perfettamente anche a tutti i casi riportati.
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bianche, la visione di Jung acquista un realismo eccezionale: nel
1944 per, quando Jung ebbe la sua esperienza, di voli spaziali
non si parlava e dovevano passare parecchi anni prima che la
famosa immagine facesse il giro del mondo.
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verso che cosa dovesse continuare a fluire la mia vita... Mentre cos
meditavo accadde qualcosa che richiam la mia attenzione. Dal
basso, dalla direzione dell'Europa, fluiva verso l'alto un'immagine:
era il mio medico... Quando quell'immagine mi fu innanzi, ebbe
luogo tra noi un muto scambio di pensieri. Il mio medico era stato
delegato dalla Terra a consegnarmi un messaggio, a dirmi che c'era
una protesta contro la mia decisione di andarmene. Non avevo
diritto di lasciare la Terra, dovevo ritornare. Non appena ebbi
sentito queste parole, la visione fin.
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Jung afferm anche che solo dopo la malattia aveva scritto le sue
opere principali: le intuizioni e le conoscenze derivate da quella
esperienza gli avevano infuso il coraggio di intraprendere nuove
formulazioni. Dopo la malattia per era avvenuta anche un'altra
cosa: Un dir di "s" all'esistenza, un "s" incondizionato a ci che
essa , senza pretese soggettive; l'accettazione delle condizioni
dell'esistenza cosi come le vedo e le intendo.
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ordinata e armonica dell'universo e nella consapevolezza della
propria appartenenza a questa perfezione.
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NDE la luce dell'eternit
Tutto avvenne nel 1968. Tre settimane dopo la nascita del mio
secondo figlio ebbi una grave emorragia. Fui ricoverata in ospedale
e operata d'urgenza. Nel corso dell'intervento (isterectomia, o
ablazione dell'utero) ci fu una seconda violenta emorragia. Il mio
cuore smise di battere, mi fu detto, per circa 45 secondi, con
elettrocardiogramma piatto.
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importanza, perch quel corpo non ero io, non era che il mio
veicolo. Sentii il chirurgo esclamare: Mi sfugge dalle mani!.
Queste parole mi furono confermate un mese dopo dall'infermiera
che aveva assistito all'operazione.
Constatai che in quella sala d'attesa non c'erano sedie, cosa che
mio marito mi conferm in seguito. Vedevo che mio marito e suo
padre andavano su e gi per la stanza e io cercavo di manifestarmi
a loro, ma invano. Non mi vedevano. Non capivo cosa stesse
succedendo, provavo una sorta di disperazione per non essere in
grado di comunicare con le persone che amavo. Tentando di farmi
percepire, posai la mano (del corpo pi sottile nel quale ora mi
trovavo) sulla spalla di mio suocero, e la mia mano attravers il suo
corpo!
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compassione e di tutto l'affetto che egli nutriva per me ed ero
capace di vedere al di l delle mie proiezioni.
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In quella luce vidi venire verso di me un giovane luminoso. Il mio
cuore si riemp di gioia, perch riconobbi mio fratello. Quando io
avevo undici anni, i miei genitori avevano perduto un bambino di
sette mesi. Io adoravo quel piccino, ero la sua mammina. Dopo la
sua morte i miei genitori ed io avevamo vissuto quella sofferenza
cos ben espressa da queste parole di Victor Hugo: "Un solo essere
vi manca e tutto deserto". Ma ora lui era davanti a me, vivo! Ed io
ero felice, ero tanto felice! Mi trovai fra le sue braccia. Era solido e
anch'io lo ero. Comunicavamo col pensiero e i sentimenti e io gli
"dissi": "Come sarebbero contenti di vederti pap e mamma!"
Incontrai anche degli esseri che non avevo mai visto sulla Terra. E
tuttavia li conoscevo e provavo una felicit immensa rivedendoli.
Essi leggevano in me come in un libro aperto e avrei voluto poter
mostrar loro solo aspetti positivi di me stessa. So che questi esseri
mi accompagnano e mi guidano nella vita.
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allora che al di l della sofferenza umana, che proviamo quando
muoiono le persone che amiamo, dovremmo gioire sapendo che
stanno ritrovando la Vita.
Udii la sua voce che sembrava venire dal fondo dell'universo, una
voce possente e dolce al tempo stesso. Una voce fatta di forza e
d'amore, che mi domand: "Come hai amato e che cosa hai fatto
per gli altri?" Compresi immediatamente l'importanza della
domanda. Al tempo stesso ebbi la visione di una moltitudine di
esseri con le braccia tese al cielo, in atteggiamento implorante.
Sapevo che quegli esseri soffrivano e io percepivo tutte le loro
sofferenze. Che cosa avevo fatto per loro? Non ero stata cattiva,
ma non avevo fatto niente di particolare. La domanda che mi era
stata rivolta esigeva, per usare le parole di Emerson, "di fare tutto il
bene che esiste nell'individuo", e io capivo adesso che ci
richiedeva tanto amore. Richiedeva anche una crescita, una
trasformazione che a sua volta avrebbe aiutato gli altri a
trasformarsi. Sentii allora che l'umanit un solo essere le cui
membra sono interdipendenti una dall'altra per il loro progresso e la
loro sopravvivenza. Mi ridestai a una responsabilit nuova. La
comprensione di tutto ci, semplice in apparenza, continua ad
approfondirsi nel tempo.
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conoscenza, amore e giustizia. Era questa pura luce, quest'altra
parte di me stessa, che valutava la mia vita e rendeva chiara ogni
cosa. Compresi tutti i miei meccanismi psicologici, ne vidi i
funzionamenti, vidi i miei limiti, le mia carenze e tante altre cose pi
sottili che non sono ancora riuscita a tradurre in parole. Presi
coscienza del bene e del male che avevo fatto senza rendermi
conto delle ripercussioni che i miei atti e i miei pensieri avrebbero
avuto in me stessa e nelle persone che mi stavano vicine. Mi resi
conto di ci che provavano coloro ai quali avevo fatto del bene e
coloro verso i quali mi ero comportata in modo sgradevole.
Mi fu mostrata la mia vita dopo il mio ritorno sulla terra. Prima, per,
mi era stato chiesto se desideravo restare o tornare a vivere. La
mia anima voleva restare, ma aveva pensato ai miei due bambini
che avevano bisogno della loro mamma. Mi fu detto anche che
quando fossi ritornata avrei necessariamente dimenticato molte
delle cose che avevo vissuto. Malgrado il mio desiderio di fissare
dentro di me tutte quelle conoscenze, so che molte sono svanite:
non ho potuto portare con me che qualche briciola, e me ne
dispiace.
Quando dico "mi fu mostrato", "mi fu detto", voglio dire che ricevevo
queste informazioni da un essere (per esempio fratello) o dalla
grande luce. Era come se fossi in una classe senza professori.
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a tre settimane di distanza, cosa che mi colp. Mio suocero e mia
nonna ci hanno lasciati 13 anni dopo questesperienza, a tre
settimane esatte di distanza uno dall'altro e mia suocera mor l'anno
successivo... Avevo rivelato queste informazioni a mio marito e ai
miei genitori, che ne erano rimasti molto turbati.
Mi fu detto anche che tutto ci che andava nel senso dell'unit era
positivo e che la mia vita, rapportata all'eternit, corrispondeva a un
battito di ciglia della mia propria vita.
Il Cristo, cos come l'ho compreso nel corso della mia esperienza
(ma non ho certo la pretesa di aver capito tutto il suo mistero),
rappresenta tutta la pienezza della vita in tutto ci che esiste ed la
coscienza, l'amore e la vita che si manifestano totalmente
nell'essere umano e nell'umanit liberata dalle sue miserie umane.
Il Cristo non appartiene a nessuna religione perch nel cuore di
ognuno, la pienezza di Dio nell'uomo. Ero emozionata e capivo
che ci che ci salver da noi stessi ed eviter guerre, catastrofi e
calamit sar il risveglio di questa dimensione di Cristo in noi tutti.
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accettate prima di nascere, perch grazie ad esse sarei cresciuta.
Pregai allora che mi fossero date tutte le esperienze e le prove
necessarie per arrivare allo scopo finale nel corso di una sola vita,
perch non volevo tornare di nuovo sulla Terra. Capivo che l'inferno
era sulla Terra ed ero pronta alle pi grandi rinunce e ai pi grandi
sacrifici pur di non dover ritornare. Mi fu per fatto capire che non
era possibile caricarmi pi di quanto le mie spalle fossero capaci di
sopportare.
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essere uno e tutto al tempo stesso. Si rientra nel proprio corpo
come dentro una scatola. Si dimentica che gli altri fanno parte di noi
stessi, sono noi stessi, e ci si fa reciprocamente del male...
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NDE Howard Storm
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Per qualche tempo restai in uno stato di incoscienza o di sonno.
Non sono sicuro di quanto sia durato, ma mi sentivo davvero
strano, cos aprii gli occhi. Con mia sorpresa mi ritrovai in piedi
accanto al letto, mentre guardavo il mio corpo disteso nel letto. La
mia prima reazione fu: " pazzesco! Non posso star qui a guardare
me stesso. impossibile". Non era ci che mi aspettavo, non era
vero. Come mai ero ancora vivo? Io volevo l'oblio, ed adesso stavo
osservando qualcosa che era il mio corpo, e non riuscivo a
raccapezzarmi.
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Con una certa riluttanza, avanzai nel corridoio, e l mi ritrovai in una
nebbia, come una foschia. Era una foschia leggermente colorata,
non densa. Potevo vedere la mia mano, per esempio, ma quelli che
mi chiamavano erano 5 o 6 metri pi avanti, e non riuscivo a
distinguerli chiaramente. Sembravano delle silhouettes o delle
sagome, e quando andavo verso di loro si ritraevano nella foschia.
Quando provai ad avvicinarmi per identificarli, penetrarono
rapidamente nella nebbia. Cos anch'io li seguivo addentrandomi
sempre pi nella foschia.
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Inoltre, gli altri sembravano mettere in guardia quelli pi aggressivi.
Mi sembrava di riuscire a sentirli avvisare gli aggressivi di stare
attenti, altrimenti mi sarei spaventato e sarei scappato via.
Alla fine, dissi loro che non sarei pi andato avanti. Diventarono
allora molto pi aggressivi, insistendo che dovevo andare con loro.
Un certo numero di loro cominci a spingermi e ad urtarmi, ed in
risposta io reagii. Ne segu un tumulto selvaggio di insulti, grida e
percosse. Io lottai come un ossesso, e nello stesso tempo era ovvio
che loro si stavano divertendo. Sembrava che per loro fosse una
specie di gioco, e che io fossi il pezzo forte del loro divertimento. La
mia pena diventava il loro piacere. Sembrava che mi volessero far
del male, mordendomi e graffiandomi. Appena riuscivo a liberarmi
di uno, altri cinque mi assalivano.
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allegria. Cominciarono ad umiliarmi fisicamente nei modi pi
degradanti. Mentre io continuavo a battermi, mi rendevo conto che
non avevano alcuna fretta di farla finita con me. Stavano giocando
come il gatto col topo. Ogni nuovo assalto era annunciato da ululati
stridenti. Ad un certo punto cominciarono a strappare brandelli della
mia carne. Con orrore compresi che mi stavano facendo a pezzi e
divorando vivo, lentamente, in modo che il loro divertimento
potesse durare il pi a lungo possibile.
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hanno appena fatto a pezzi. La situazione sembrava del tutto senza
vie di scampo, ed io non avevo alcuna speranza di ricevere aiuto,
credessi o meno in Dio. La voce di nuovo mi disse di pregare Dio.
Era un bel dilemma dato che non sapevo come pregare. Per la
terza volta la voce mi disse di pregare. Allora cominciai a dire cose
come "Il Signore il mio pastore, ed io non voglio Dio benedica
l'America" ed altre cose del genere che mi sembrava avessero
qualche connotazione religiosa.
Allora gridai verso di loro: "Padre nostro, che sei nei cieli", e frasi
del genere. Questo continu per qualche tempo finch,
d'improvviso, mi accorsi che se n'erano andati. Era buio, ed io ero l
da solo, gridando cose che sapevano di chiesa. Fu per me una
gradita sorpresa vedere che queste frasi da chiesa avevano avuto
la meglio su quelle orribili creature. Dopo aver giaciuto l a lungo,
ero in un tale stato di disperazione, di angoscia e di oscurit, che
non avevo la minima idea di quanto tempo fosse trascorso. Giacevo
semplicemente in quel luogo sconosciuto, dopo esser stato
sbranato e fatto a pezzi. Non avevo un briciolo di forza: le forze mi
avevano abbandonato. Sembrava come se fossi in uno stato di
dissolvenza, che qualsiasi sforzo da parte mia avrebbe drenato
completamente le mie energie. La mia consapevolezza mi diceva
che stavo morendo, o affondando nelle tenebre.
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Non sapevo com'ero arrivato laggi. Non c'era nessuna direzione
da seguire, quand'anche fossi stato in grado di muovermi
fisicamente. L'agonia che avevo sofferto durante il giorno
(all'ospedale) non era nulla paragonata a quello che stavo provando
adesso. Ora capivo che quella era la fine assoluta della mia
esistenza, e mi sembrava pi orribile di qualsiasi cosa avessi mai
potuto immaginare. Ma poi accadde un fatto sconcertante: udii
molto chiaramente, recitato dalla mia voce, qualcosa che avevo
appreso da bambino alla scuola domenicale. Era quella canzoncina
"Ges mi ama, s lo so" che veniva ripetuta. Non so perch, ma
d'improvviso mi venne voglia di crederci. Non essendomi rimasto
nient'altro, volevo aggrapparmi a quel pensiero, e cos, dentro di
me, gridai "Ges, per favore, salvami". Fu un pensiero gridato con
ogni residua oncia di forza e di sentimento che ancora mi restava.
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che ancora stavo sperimentando come l'integrit del mio corpo
fisico.
Per inciso, io sono un artista, e so che ci sono tre colori primari, tre
colori composti e sei colori derivati nello spettro della luce visibile.
In quel luogo, io stavo vedendo uno spettro di luce con almeno 80
nuovi colori primari. Ne percepivo anche lo splendore. frustrante
per me tentare di descriverlo, perch non ci riesco: vedevo colori
che non avevo mai visto prima. Ci che quegli esseri mi
mostravano era la loro gloria. Non stavo guardando direttamente la
loro essenza, e ne ero perfettamente contento. Poich provenivo da
un mondo di forme e figure, ero deliziato da questo nuovo mondo
senza forme. Gli esserii mi stavano dando ci di cui avevo bisogno
in quel momento. Con mia sorpresa, ed anche con un senso di
disagio, mi accorsi che sembravano capaci di conoscere qualsiasi
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cosa stessi pensando. Non sapevo se sarei stato in grado di
controllare i miei pensieri e di mantenere segreto qualcosa.
Mi fu detto che una delle ragioni per cui tutti quegli innumerevoli
esseri dovevano tornare indietro alla loro sorgente era di essere
rinvigoriti da questo senso di armonia e di unificazione. Restare
lontano troppo a lungo li indeboliva e li faceva sentire separati. Il
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piacere pi grande era costituito dal tornare alle sorgenti di ogni
vita.
Osservammo la mia vita dal principio alla fine. In certi punti essi
rallentavano ed ingrandivano le immagini, mentre in altre parti
tiravano via. La mia vita mi veniva mostrata in un modo che non
avrei mai immaginato prima: tutte le cose per ottenere le quali mi
ero impegnato ed affaticato, i riconoscimenti che avevo conseguito
nelle scuole elementari, al liceo, all'universit e nel corso della mia
carriera non avevano alcun valore in quel palcoscenico. Potevo
percepire i loro sentimenti di tristezza e di sofferenza, o di gioia,
mentre la revisione della mia vita scorreva davanti a noi. Essi non
dicevano che qualcosa era buono o cattivo, ma io potevo sentirlo. E
potevo anche sentire tutte quelle cose alle quali erano indifferenti.
Per esempio, non fecero alcun caso agli ottimi risultati delle mie
gare sportive al liceo. Semplicemente non provavano niente al
riguardo, cos come nei confronti di altre cose di cui io mi ero
sentito molto orgoglioso.
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maggior parte delle mie interazioni con gli altri non erano adeguate
al modo in cui avrei dovuto interagire, vale a dire con amore. Ogni
volta in cui nella mia vita avevo reagito con amore essi mostravano
grande gioia. Nella maggior parte dei casi mi accorsi che le mie
interazioni con altre persone erano state opportunistiche. Durante la
mia carriera professionale, per esempio, mi vidi seduto nel mio
ufficio, recitando il ruolo del professore del college, mentre uno
studente era venuto da me per parlarmi di un suo problema
personale. Stavo l seduto con aria di partecipazione, in
atteggiamento paziente ed amabile, mentre dentro di me ero
annoiato a morte. Guardavo spesso il mio orologio da polso, sotto
la scrivania, mentre aspettavo con impazienza che lo studente se
ne andasse. Dovetti rivivere tutte quelle esperienze in compagnia di
quegli esseri magnifici.
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per il fatto che il mio amico, e gli amici del mio amico, mi
manifestavano il loro amore durante la rappresentazione. Era un
amore percepibile. Ogni volta che mi deprimevo essi sospendevano
per un po' la revisione, e mi offrivano il loro amore, un amore
tangibile. Potevo sentirlo nel mio corpo e dentro di me: quell'amore
mi passava direttamente attraverso. Vorrei potermi esprimere
meglio, ma non ci riesco.
La terapia era il loro amore, dato che la revisione della mia vita era
per me come un castigo. Era penoso osservarla, semplicemente
penoso. Non potevo crederci. Ed il fatto era che le cose
peggioravano via via che si andava avanti. La mia stupidit ed il
mio egocentrismo di adolescente aumentarono a dismisura quando
fui adulto, sempre sotto la vernice di un marito, di un padre e di un
cittadino modello. L'ipocrisia di tutto ci era nauseante. Ma al di l
di tutto ci c'era il loro amore.
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domande nella mia mente, essi le comprendevano
immediatamente. Chiesi loro, per esempio, quale fosse la migliore
religione. Mi aspettavo una risposta tipo: "La presbiteriana".
Supponevo infatti che quei tipi fossero tutti cristiani. La risposta che
ottenni fu: "La miglior religione quella che ti avvicina di pi a Dio".
Avendo chiesto loro se c'era vita su altri mondi, la sorprendente
risposta fu che l'universo era pieno di vita.
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Mi spiegarono che loro si preoccupavano per tutti gli esseri umani.
Non erano interessati a che un gruppo sopravanzasse gli altri. Essi
vogliono che ciascuno consideri ogni altro individuo pi importante
della propria carne. Desiderano che ognuno ami gli altri,
completamente, perfino pi di quanto non ami se stesso. Se alcune
creature, in qualche parte del mondo, soffrono, anche noi
dovremmo soffrire, dovremmo sentire il loro dolore. E dovremmo
aiutarle. Il nostro mondo, per la prima volta nella nostra storia, si
evoluto al punto che noi abbiamo il potere di farlo. Noi siamo
globalmente collegati gli uni agli altri, e possiamo diventare un solo
popolo.
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luogo. L'immagine del futuro che mi fecero vedere, ed era la loro
immagine, non una creata da me, mi sorprese. Mi sarei aspettato
qualcosa del tipo "Guerre stellari", un futuro pieno di plastica,
tecnologia e "era spaziale". Nel futuro che mi mostrarono la
tecnologia era ridotta al minimo. Ci in cui tutti, e veramente tutti, in
questo futuro euforico impegnavano la maggior parte del tempo era
la cura dei bambini e dei ragazzi. La maggiore preoccupazione di
ognuno era rivolta ai figli, ed ognuno considerava i bambini come la
cosa di maggior valore al mondo. E quando una persona diventava
adulta, non c'era in lei alcun senso di ansiet, di odio o di
competizione. C'era un enorme sentimento di fiducia e di rispetto
reciproco.
Quel che la gente faceva nel tempo restante era giardinaggio, quasi
senza alcuno sforzo fisico. Mi mostrarono che le piante, tramite la
preghiera, avrebbero prodotto frutti e verdure giganti. Le persone,
tutte insieme, potevano controllare il clima del pianeta tramite la
preghiera. Ognuno avrebbe lavorato nella fiducia reciproca, e la
gente avrebbe chiamato la pioggia quando serviva, ed il sole
splendente. Gli animali vivevano con gli uomini, in armonia.
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intorno a loro che non sentivano il bisogno di andare in vacanza.
Vacanza da cosa? Erano completamente realizzati e felici.
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gioielli, mostreranno a quella persona i gioielli che desidera. Noi
vediamo ci che ci necessario per accedere al mondo degli spiriti,
e quelle cose sono reali, nella dimensione celeste.
Io non vidi mai Dio, e non ero in paradiso. Ero nei lontani sobborghi,
e queste sono le cose che mi furono mostrate. Parlammo a lungo,
di tante cose, e ad un certo punto io mo guardai. Quando mi vidi,
stavo splendendo, ero radioso. Stavo diventando bello,
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naturalmente non come loro, ma avevo un certo scintillio che non
avevo mai avuto prima. Non essendo pronto a far fronte di nuovo
alla vita terrena, dissi loro che desideravo stare con loro per
sempre. Dissi: "Sono pronto, son pronto ad essere come voi ed a
stare qui per sempre. magnifico, mi piace. Vi amo. Siete
meravigliosi". Sapevo che mi amavano e che sapevano tutto di me.
Sapevo che tutto sarebbe andato bene da allora in poi. Chiesi se
potevo liberarmi del mio corpo, che era diventato davvero un
impiccio, per diventare come loro, un essere dotato dei poteri che
mi avevano mostrato.
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stato cos crudele che non sarei riuscito a sopportarlo. Ricordai loro
che il mondo era pieno di odio e di competizione, ed io non volevo
tornare in quel gorgo. Non potevo sopportare il fatto di lasciarli.
I miei amici osservarono che essi non si erano mai separati da me.
Spiegai loro che io non ero mai stato consapevole della loro
presenza e, se fossi tornato indietro, mi sarei di nuovo dimenticato
della loro esistenza. Spiegandomi come comunicare con loro, mi
dissero di raccogliermi nella quiete interiore e di chiedere il loro
amore: quell'amore sarebbe arrivato, ed io avrei saputo che essi
erano con me. Dissero: "Non sarai lontano da noi. Noi siamo con te.
Siamo stati sempre con te. Saremo sempre accanto a te fino alla
fine". Io dissi: "Ma come far a saperlo? Voi ora mi dite cos, ma
quando sar tornato indietro tutto questo sar solo una graziosa
teoria". Dissero di nuovo: "Ogni volta che avrai bisogno di noi,
saremo l per te". Ed io: "Significa che mi apparirete?" "No, no
dissero Non interverremo nella tua vita in alcun modo particolare
a meno che tu non abbia bisogno di noi. Noi saremo
semplicemente vicino a te e tu sentirai la nostra presenza ed il
nostro amore".
Qui termina la NDE di Howard Storm. Il suo ritorno alla vita non
fu facile. Oltre ai problemi fisici dovette fronteggiare tutta
l'usuale gamma di incomprensioni e di reazioni negative verso
il suo nuovo orientamento spirituale. Questo cominci gi in
ospedale. Howard afferma di essersi sentito pervaso d'amore
nei confronti di chiunque. Avrebbe voluto abbracciare e
baciare ogni persona, ma non riusciva neanche a mettersi a
sedere. Si limitava a dire a tutti: "Oh, come sei bello/a!" Era
diventato la favola del suo reparto. Tutti lo trovavano molto
divertente. Il senso di empatia di Howard crebbe moltissimo,
cos come la sua capacit di compassione. Egli poteva sentire
le emozioni degli altri perfino con pi intensit delle proprie.
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NDE Yuri Rodonaia
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Stati Uniti. Quello che segue il racconto che George stesso fa
della sua esperienza, riportato nel libro di Phillip Berman The
Journey Home (tratto da near-death.com).
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La cosa che accadde subito dopo fu che cominciai a vedere tutte
queste molecole che volavano intorno, atomi, protoni, neutroni, si
libravano ovunque. Da un certo punto di vista, sembrava
completamente caotico, e tuttavia mi provoc una immensa gioia
vedere che anche questo caos aveva una sua simmetria. Questa
simmetria era bella, unificata e completa, e mi pervase di una gioia
infinita. Vedevo la forma universale della vita e della natura
disvelarsi davanti ai miei occhi. Fu a questo punto che ogni
preoccupazione che avevo avuto per il mio corpo spar del tutto,
semplicemente, perch mi fu del tutto chiaro che non ne avevo pi
bisogno, e che rappresentava veramente una costrizione.
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resi conto che la realt ovunque. Non semplicemente la vita
terrena, ma la vita dell'infinito. Non solo ogni cosa connessa con
le altre, tutto anche uno. Cos mi sentii una cosa sola con la luce,
ebbi la sensazione che tutto andasse bene per me e per l'universo.
56
Poi divenni un prete della chiesa ortodossa. Infine, nel 1989, io ed i
miei venimmo in America, e adesso lavoro come pastore associato
nella chiesa metodista unita a Nederland, in Texas.
Yuri (nel corso della sua esperienza) pot visitare la sua famiglia.
Vide il dolore di sua moglie ed i loro due figlioletti, ancora troppo
piccoli per capire che il loro pap era stato ucciso. Poi and a
vedere la casa dei suoi vicini. Avevano un bambino anche loro,
nato un paio di giorni prima della "morte" di Yuri. Yuri vide che i
genitori erano molto dispiaciuti per quel che era accaduto a lui, ma
erano particolarmente angosciati per il fatto che il loro bambino non
smetteva mai di piangere. Qualunque cosa facessero, il neonato
continuava a piangere. Quando si addormentava, era un sonno
breve ed irregolare, e quando si svegliava ricominciava a piangere.
L'avevano portato dai dottori, ma questi non sapevano cosa fare.
Tutte le solite cose, come le coliche, vennero prese in
considerazione, ma i genitori venivano rimandati a casa con la
speranza che il bambino si sarebbe finalmente calmato.
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Il bambino aveva una frattura longitudinale (tipica dei neonati), cio
un'incrinatura ad un'estremit dell'osso del braccio, mentre l'altra
estremit era piegata, probabilmente a causa da una torsione
subita durante il parto. Ora sia Yuri che il neonato sapevano cosa
non andava, ma nessuno dei due era in grado di spiegare la
faccenda a i genitori.
Poi arriv quel dottore inviato da Mosca per eseguire l'autopsia sul
corpo di Yuri. Quando lo spostarono su una barella, le sue palpebre
ebbero un battito. Il dottore ebbe qualche sospetto ed esamin
meglio gli occhi: vedendo che rispondevano alla luce, fu trasportato
immediatamente alla chirurgia di emergenza e venne salvato (Nota
del webmaster: questa versione differisce da quella di George).
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NDE Brian Glenn
Il giorno seguente ci fu detto che era fuori pericolo, e che non c'era
traccia di deficit di natura fisica o neurologica, e la storia della sua
miracolosa ripresa si diffuse per tutto l'ospedale. Non potete
immaginare la nostra gioia e la nostra gratitudine. Nel riportare a
casa Brian, avevamo quello speciale sentimento di profondo
rispetto per la vita e per l'amore del nostro Padre celeste che viene
a coloro che hanno sfiorato la morte cos da vicino. Nei giorni
seguenti in casa nostra c'era un'atmosfera tutta particolare. Gli altri
nostri due figli erano molto pi affettuosi verso il loro fratellino, mia
moglie ed io eravamo molto pi vicini l'un l'altro, e tutti noi ci
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sentivamo uniti in una vera famiglia. La vita si svolgeva ad un ritmo
meno stressante. La vera importanza delle cose era molto pi a
fuoco, e l'equilibrio pi facile da raggiungere e da mantenere. Ci
sentivamo davvero benedetti, e la nostra gratitudine era sincera e
profonda.
"Davvero?"
"Certo. Uno degli uccelli venne a cercarti, e poi ti disse che io ero
rimasto schiacciato sotto la porta del garage". Un dolce sentimento
di riverenza riemp la stanza. Lo spirito era cos forte, e nello stesso
tempo pi leggero dell'aria. Mia moglie comprese che un bambino
di tre anni non ha nessuna nozione della morte e degli spiriti, e cos
si stava riferendo agli esseri che erano venuti ad aiutarlo dall'aldil
chiamandoli "uccelli" dato che stavano sospesi nell'aria come
uccelli che volano.
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"Quale bambino?" E Brian rispose: "Il bambino che era steso sul
pavimento del garage". E continu: "Tu sei arrivata ed hai aperto la
porta del garage correndo verso il bambino. Hai detto al bambino di
restare e di non andarsene". Mia moglie quasi svenne nel sentire
queste parole, perch lei si era realmente avvicinata ed
inginocchiata accanto al corpo di Brian e vedendone il torace
schiacciato e l'espressione irriconoscibile, temendo che fosse gi
morto, si era guardata intorno ed aveva sussurrato: "Non lasciarci,
Brian, ti prego, resta con noi se puoi". Nel sentire Brian ripetere le
parole che lei gli aveva detto, comprese che il suo spirito aveva
lasciato il corpo e lo stava guardando dall'alto. "Cosa successe
poi?" domand.
Brian continu raccontandole che gli uccelli gli avevano detto che
lui doveva tornare indietro e parlare a tutti de quel che aveva visto.
Disse che l'avevano riportato indietro fino a casa, dove c'erano un
grande camion dei pompieri ed un'ambulanza. Un uomo stava
portando fuori il bambino su un lettino bianco, e lui aveva cercato di
dire a quell'uomo che al bimbo sarebbe andato tutto bene, ma
l'uomo non riusciva a sentirlo. Gli uccelli gli avevano detto che
avrebbe dovuto andare via con l'ambulanza, ma loro sarebbero
rimasti accanto a lui. Erano cos piacevoli e dolci, e lui non voleva
tornare indietro. E poi arriv la luce splendente, e Brian disse che la
luce era tanto brillante e tanto calda, e che lui l'amava moltissimo.
Qualcuno stava dentro la luce e lo abbracci e gli disse: "Io ti amo
ma tu devi tornare indietro: devi giocare a baseball e devi
raccontare a tutti degli uccelli". Poi la persona che stava nella luce
63
splendente lo baci e lo salut facendogli ciao ciao con la mano. E
poi, woosh, venne un grande suono e tutti se ne andarono tra le
nuvole.
Il racconto and avanti per un'ora. Ci disse che gli uccelli sono
sempre accanto a noi, ma noi non li vediamo perch guardiamo con
gli occhi e non li sentiamo perch ascoltiamo con le orecchie. Ma
loro ci sono sempre, e li possiamo sentire solo qui (e si mise la
mano sul cuore). Ci sussurrano i consigli per aiutarci a fare quello
che giusto, perch ci vogliono tanto bene. Brian continu dicendo:
"Io ho un progetto, mamma. Anche tu hai un progetto, ed anche il
pap. Ognuno ha un progetto. Noi tutti dobbiamo vivere il nostro
progetto e mantenere le nostre promesse. Gli uccelli ci aiutano in
questo, perch ci amano tanto tanto".
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NDE Lynn
L'ultima cosa che ricordo fu una voce maschile che diceva in modo
molto preoccupato: "Uh-oh, abbiamo un problema qui", poi che
stavo galleggiando vicino al soffitto della sala operatoria, guardando
gi, verso mio corpo. Il mio petto era spalancato e potevo vedere i
miei organi interni.
Ricordo di aver pensato quanto fosse strano che essi fossero d'un
bel colore grigio perla, non erano affatto simili ai pezzi di carne
sanguinolenta dei film dell'orrore che amavo guardare.
Notai pure che c'erano un medico di colore ed uno orientale nel
team operatorio.
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La ragione per cui la mia mente ci fece caso deve risiedere nel fatto
che sono stata educata in un quartiere borghese abitato solo da
bianchi e, sebbene avessi visto insegnanti neri, non avevo mai
conosciuto un medico di colore. Strano...
Una volta resami conto che tutto sarebbe andato per il verso giusto,
mi sentii trascinata dentro un tunnel orizzontale. La corsa attraverso
il tunnel era diversa da ogni altra mia esperienza terrena.
Ricordo di aver pensato: "Allora questa la morte."
Il tunnel era buio e ogni tanto qualcosa come un fulmine
lampeggiava lungo il mio percorso.
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"Lynn, non ancora tempo per te. Torna a casa, figliola."
Allora allungai la mia mano fino a toccare quella Luce e capii che
avevo toccato il volto di Dio. Ho detto a Dio che lo amavo, e volevo
stare con lui, ma anche in questo caso la Luce rispose:
"Lynn,devi tornare indietro. Non il tuo tempo per restare qui. Hai
del lavoro da fare per me. Torna".
"Io sono tuo zio Franklin. Dillo a Dorothy che sto bene e che il
bambino con me. Dille che non ho mai smesso di amarla e che io
sono contento che ha proseguito con la sua vita. Dille che quando
sar il suo momento, verr per lei. Ricordati di dirle che le voglio
tanto bene ". Come mi voltai, l'uomo grid ancora: "Dillo a Dorothy,
dille che hai incontrato Franklin e che sto bene e cos anche per il
bambino."
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Sentii subito la voce di Ges vibrare attraverso di me: "No, questa
tua malattia non una croce che ti ho dato, ma una sfida per
aiutarti a crescere e rimanere compassionevole. Ora,devi
tornare indietro. "
Mentre tornavo, mia nonna mi disse che mio padre stava per
lasciare la mia mamma e che io le avrei dato la forza per superare
quell'abbandono. Nel tunnel vidi persone che si nascondevano,
persone che avevano paura di venire incontro alla Luce o che
erano disorientate perch non sapevano dove si trovavano.
Espressi una viva preoccupazione per loro, ma mi venne detto di
non preoccuparmi, perch una Guida sarebbe giunta per aiutarle
alcune di queste persone sembravano soldati. Poi mi ricordai del
Vietnam e capii da dove quei soldati venivano.
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NDE Vicki Umpieg
Queste sono le sue parole: " All'inizio non sapevo di essere io..c'era
un corpo ma non sapevo che era il miopoi mi sono
domandata..COSA FACCIO QUASS? SONO MORTA? E solo
allora mi sono resa conto che quel corpo era il mio e che io
fluttuavo sul soffitto. Ho notato anche gli anelli sulla mia mano
destra, specialmente la fede,un anello molto inusuale" Ai dottori
raccont anche che durante la sua NDE, era riuscita a volare sul
tetto, guardandosi intorno e che una musica armoniosa e sublime,
si alternava al soffio del vento, di essere poi stata risucchiata in un
tunnel buio e di vedere, in lontananza, una lucee quando si
ritrov alla fine del tunnel, la musica si trasform in un sublime inno
e rotolando, si ritrov distesa sull'erba, attorniata da alberi, fiori e
persone..un posto pieno di luce, che lei stessa poteva vedere ma
anche sentire. Anche le persone erano di luce
69
Poi notava una figura pi luminosa e radiosa delle altre e lo
identific per GES e telepaticamente LUI le parl :
" Non meraviglioso qui? Tutto combacia ma tu non puoi stare qui,
non ancora il tuo tempo, devi ritornare nel tuo corpo per imparare
a insegnare AMORE e PERDONO. Le disse anche che avrebbe
avuto dei bambini ( attualmente Vicki ne ha tre) ma che prima di
andare, doveva ancora guardare una cosa e Vicki vide la sua vita,
dal momento dell'incidente fino alla sua nascita, commentata
gentilmente da Ges sulle sue azioni e ripercussioni. Le sue ultime
parole furono :" Adesso devi lasciarci" e lei si risvegli nel suo
corpo.
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NDE George Ritchie
Nel dicembre 1943 George Ritchie "mor" di polmonite. Nove
minuti pi tardi torn in vita per raccontare la sua stupefacente
avventura nell'aldil. La sua NDE fu quella che colp
profondamente Raymond Moody, e lo indusse ad indagare
seriamente le NDE. Il primo libro di Moody, La vita oltre la vita,
inizia con questa dedica: Al dottor George Ritchie e, per lui,
all'Uno che mi ha fatto intravedere. L'esperienza del dottor
Ritchie rappresenta dunque un caso esemplare. La narrazione
che segue riportata dal libro di Ritchie Return from
Tomorrow (tratto da near-death.com).
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quella corsia senza accennare ad un miglioramento e cominciavo
veramente a preoccuparmi per quel treno del giorno 18.
Sapevo bene che anche dopo che la febbre se ne fosse andata ti
tenevano un paio di giorni in una corsia di convalescenza.
L'infermiera lesse il termometro e compil il grafico. "Ancora 38, mi
dispiace", disse, e apparve veramente dispiaciuta. Le avevo detto
della grande fortuna che mi era capitata e lei e il resto del personale
sembravano prendersi effettivamente cura del mio caso.
Li avevo scocciati fino a che non mi avevano portato un orario
ferroviario che tenevo sul tavolino da notte con la brocca dell'acqua
e il bicchiere, la tazza per l'espettorato e il lume da notte. Fra tutta
quella roba d'ospedale, l'orario ferroviario era il mio anello di
congiunzione con il mondo esterno. Se per disgrazia fossi stato
ancora l il 18, avrei studiato ogni possibile percorso tra l e la
Virginia fino a trovare il modo di essere a Richmond per l'inizio delle
lezioni il 22. Se non fossi arrivato in tempo, sapevo che c'erano una
dozzina di altri soldati che aspettavano di prendere il mio posto
L'indomani era il 18. Non ero riuscito a prendere il treno; e che cosa
sarebbe successo se io avessi perso anche quello del giorno 19?
Per tutta la notte mi girai di qua e di l senza sosta, tenuto sveglio
dalla mia tosse e da quella dei pazienti intorno. Perch la mia
febbre era improvvisamente risalita?
Ma il mattino successivo, il 18 dicembre, la mia febbre era calata un
po', non abbastanza per trasferirmi di nuovo in corsia di
convalescenza, ma abbastanza per mantenere alte le mie
speranze. Dissi alle infermiere dell'appuntamento a Richmond e
furono comprensive. Al sopraggiungere della notte un piccolo
gruppo del personale stava studiando il mio problema. Consultando
la tabella degli orari, qualcuno scopr un treno che partiva da
Abilene la notte del 19 in effetti all'alba del giorno 20 alle quattro del
mattino. Con un po' di fortuna sarei potuto arrivare a Richmond in
tempo.
"Potrei fare in modo che una jeep ti venga a prendere proprio qui
all'ospedale", disse uno dei medici. "Se la tua temperatura continua
a scendere ti riporteremo alla corsia di convalescenza in mattinata,
ossia il 19, e di l potrai andare direttamente alla stazione ferroviaria
domani notte, senza tornare alla caserma della tua compagnia".
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Meraviglie delle meraviglie, la mattina del 19 la mia temperatura era
ancora una volta normale. Secondo la parola del medico, fui
trasferito immediatamente in una corsia di convalescenza. Una jeep
era pronta a venirmi a prendere l alle tre e venti la mattina
successiva. Era il quarto letto che mi era stato assegnato in questo
labirinto di ospedale. Esteriormente nulla cambiava. Dodici letti da
questo lato della corsia, dodici letti dall'altra parte. Tre uffici vicino
alla porta, tre piccoli spazi di fronte per i casi seri. Ma per me
questo ambiente monotono era la pi bella camera del mondo. Qui,
proprio questa notte, una jeep sarebbe venuta a prendermi per
portarmi via per sempre dalle tempeste di polvere e dai campi di
addestramento. Quel pomeriggio indossai la mia uniforme solo per
riabituarmi a portare vestiti Cercai di riposarmi ma ero troppo
eccitato per rimanere fermo a lungo. Presi la mia borsa dalla sua
camera, le mie scarpe da soldato e il cappotto olivastro e li disposi
ai piedi del mio letto. Quindi piegai l'uniforme sulla seggiola, pronto
ad indossarla nel mezzo della notte
Infine presi due aspirine e una delle altre compresse e, nonostante
molti pazienti della corsia fossero ancora svegli e circolassero l
intorno, andai a letto e in un secondo mi addormentai.
Fui svegliato da un attacco spasmodico di tosse. La testa mi doleva
e il torace era come in fiamme. La corsia era tranquilla e buia. Che
ora era? Cercai di guardare la sveglia ma era troppo buio per
vedere. Presi la sveglia e l'avvicinai al lumino. Mezzanotte. Mi
versai un bicchiere d'acqua dalla brocca che era sul tavolino,
inghiottii altre due aspirine e una compressa e mi rimisi sdraiato,
notando per la prima volta che le mie lenzuola erano fradice. Infine
devo essermi addormentato perch mi svegliai improvvisamente
con un senso di soffocamento. Quando fin l'attacco di tosse
guardai di nuovo la sveglia: le due e dieci. Mancava ancora un'ora
per alzarmi. Mi sentivo malissimo, grondavo di sudore e il cuore
batteva come un martello pneumatico. Presi l'ultima aspirina e
tentai di dormire ancora, ma continuavo a tossire e dal profondo del
mio torace veniva su qualcosa che dovevo espettorare. Finalmente
mi spostai il cuscino dietro la schiena e rimasi a sedere. Ci
sembrava aiutarmi nel tossire, ma sentivo male dappertutto e
sapevo che di certo avevo la febbre. Speravo che nessuno se ne
73
accorgesse fino a che non fossi stato al sicuro sul treno! Guardai di
nuovo la sveglia. Era quasi ora di incominciare a vestirmi
Dal magazzino del materiale vicino alla porta veniva una luce.
Camminai in quella direzione e guardai dentro. L'inserviente di
servizio stava leggendo una rivista. "Prestami un termometro per un
momento", dissi. Si alz e ne prese uno da una scansia. Mi
allontanai di qualche passo prima di metterlo in bocca: era solo per
mia propria informazione. Dopo un minuto lessi la temperatura alla
luce proveniente dal deposito. O per lo meno, tentai di leggere. Non
riuscivo a capire. In qualsiasi modo tenessi il termometro, la linea
d'argento del mercurio sembrava andare fino in fondo. L'inserviente
si avvicin e me lo tolse di mano. "Quarantuno!" grid, e prima che
potessi fermarlo corse gi per il corridoio. In un momento fu di
ritorno con l'infermiera di turno alle calcagna. Essa prese unaltro
termometro dalla scansia e guard l'orologio mentre io tenevo il
piccolo tubo sotto la lingua maledicendo me stesso per la mia
imprudenza. Lo estrasse dalla mia bocca e gli diede un'occhiata.
"Siediti!" disse. Mi guid come fossi un bambino alla seggiola sulla
quale prima sedeva l'inserviente. "Rimani con lui", gli disse. "Torno
subito!"
"Ma non posso aspettare qui", dissi al soldato mentre essa
scompariva. "Debbo vestirmi! Devo prendere il treno esattamente
fra un'ora!"
"Sta' tranquillo", mi disse. "Sta arrivando il dottore". Ma non capiva
dunque niente? Non mi aveva sentito?
"Devo andare ad Abilene, c' una jeep che viene a prendermi tra
venti minuti!"
"D'accordo, d'accordo", disse. "Sta' fermo e tutto si aggiuster".
Quello stupido non mi prestava attenzione e quando arriv il dottore
fu la stessa cosa. Ascolt il mio petto, quindi cominci a parlare di
raggi X
"Pensi di poter stare in piedi, soltanto per un minuto?" mi chiese.
Quasi scoppiai a ridere quando i due portantini mi misero le braccia
sotto le ascelle e mi sollevarono in piedi. Avrei dovuto stare in piedi
molto pi di un minuto, alla stazione, fra poco!
"Puoi poggiare il mento qua sopra? Bene. Adesso stai fermo, solo
per un secondo".
74
Gli uomini lasciarono andare le mie braccia Udii un click ed un
ronzio continuo. Il ronzio continuava, diventando sempre pi forte.
Era all'interno della mia testa, e le mie ginocchia sembravano di
gomma: si stavano piegando ed io stavo cadendo, e nel frattempo il
ronzio cresceva d'intensit. Balzai a sedere sul letto. Che ora era?
Guardai il tavolo accanto al letto ma l'orologio era stato portato via.
In effetti, della mia roba non c'era pi nulla. Saltai fuori dal letto
contrariato, cercando i miei vestiti: la mia uniforme non era pi sulla
sedia. Mi girai, e restai di sasso: qualcuno giaceva nel mio letto.
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Quasi senza sapere come, mi trovai all'esterno: mi muovevo
rapidamente, spostandomi pi in fretta di quanto non avessi mai
fatto in vita mia. Guardando in basso fui sorpreso di vedere non il
terreno, ma le cime dei cespugli sotto di me. Camp Barkeley
sembrava gi distante, dietro di me, mentre mi muovevo
rapidamente sopra l'oscuro e freddo deserto. La mia mente mi
stava avvertendo che ci che stavo facendo era impossibile, e
tuttavia stava accadendo.
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caff e lui si gir, spingendo sulla maniglia della porta. Era per caso
sordo? Alzai la mano sinistra per battergli un colpetto sulla spalla,
ma l non c'era niente.
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piedi davanti all'ospedale della base. E cos ebbe inizio una delle
pi strane ricerche che abbiano mai avuto luogo: la ricerca di me
stesso. Corsi da una camera all'altra di quell'enorme edificio,
fermandomi in ogni stanzetta, chinandomi su ogni occupante dei
letti, e andando rapidamente oltre.
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meno improbabile dell'incredibile intensit del bagliore di cui era
composta la sua forma. Nel momento in cui ne percepii la
presenza, un comando si form in modo automatico nella mia
mente: "In piedi!" Le parole venivano dal mio interno, e tuttavia
avevano un'autorit che i miei pensieri non avevano mai avuto. Mi
alzai in piedi e non appena lo feci ebbi una stupefacente certezza:
"Sei in presenza del figlio di Dio". Se questo era il figlio di Dio, allora
il suo nome era Ges. Quest'essere era puro potere, pi antico del
tempo e tuttavia pi moderno di chiunque avessi mai incontrato.
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che un amore come questo potesse essere possibile. Qualcuno
avrebbe dovuto dirmelo, pensai con indignazione!
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In una casa un giovane seguiva una persona pi anziana da una
stanza all'altra: "Mi dispiace, pap, continuava a ripetere non
avevo idea di ci che avrebbe significato per la mamma! Non me ne
rendevo conto". Ma sebbene io potessi udirlo chiaramente, era
ovvio che l'uomo a cui si rivolgeva non lo sentiva. L'uomo stava
portando un vassoio in una stanza in cui una donna anziana era
seduta nel letto. "Mi dispiace, pap, il giovane disse ancora mi
dispiace, mamma". Lo ripeteva di continuo, senza fine, parlando ad
orecchie che non potevano udire.
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uomini che stavano al banco sembravano incapaci di portare i
bicchieri alle labbra. Pi volte li osservai afferrare i loro bicchierini,
mentre le mani attraversavano il solido vetro, il bancone di legno
massiccio, e le stesse braccia ed i corpi dei bevitori che stavano
accanto a loro. E questi uomini, nessuno escluso, non avevano
l'aureola di luce che circondava gli altri. Perci il bozzolo di luce
deve essere una propriet esclusiva del corpo fisico. I morti, coloro
che hanno perso la loro solidit, hanno anche perso questa
seconda pelle.
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quelli che stavano al bar. Il minuto prima avevo potuto distinguere
due individui, e nel momento in cui appoggiavano il marinaio contro
il muro ne vedevo uno solo. La stessa scena si ripet altre due
volte, mentre io osservavo stupefatto. Un uomo perdeva i sensi,
una spaccatura si apriva rapidamente nell'aureola che lo
circondava, ed uno di quegli esseri non solidi svaniva mentre si
slanciava verso quell'apertura, quasi che si fosse infilato dentro
l'altro uomo.
84
Altre due cose decisamente uniche riguardavano gli esseri di
questo reame. Poich l'ipocrisia impossibile se gli altri possono
conoscere i tuoi pensieri non appena vengono in mente, i
disincarnati tendono a raggrupparsi con quelli che hanno pensieri
simili ai loro. Nella nostra dimensione, la Terra, abbiamo un detto:
"Uccelli con la stessa penna vanno insieme". La ragione principale
per cui restano uniti perch troppo rischioso trovarsi con esseri
che possono accorgersi che tu non sei d'accordo con loro.
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"Signore Ges gridai dove siamo?" Dapprima pensai che
stessimo guardando qualche vasto campo di battaglia. Ovunque gli
spiriti erano coinvolti in quelle che sembravano lotte all'ultimo
sangue, si contorcevano, tiravano pugni o fendenti. Guardando pi
da vicino, vidi che non avevano armi di sorta, ma si battevano con
le mani nude, con i piedi e con i denti. E poi mi accorsi che nessuno
veniva realmente ferito: non c'era sangue, non c'erano corpi al
suolo. Un colpo che avrebbe dovuto eliminare l'avversario lo
lasciava illeso. Se avevo sospettato di star osservando l'inferno, ora
ne ero sicuro: queste creature sembravano bloccate nelle loro
abitudini mentali e nelle emozioni, in un labirinto di pensieri di odio,
di eccitazione e di distruzione.
87
"Nessuna meraviglia se il nostro mondo una tale baraonda e se
abbiamo avuto cos tante tragiche guerre di religione. Nessuna
meraviglia se tutto questo spezzava il cuore di Cristo, colui che era
venuto ad insegnarci la pace e l'amore".
89
distrarre dalla verit in s, che stava proprio l, in mezzo a loro,
mentre essi la ricercavano nei libri e nelle pergamene
90
l fatto fondamentale, quello che rappresentava tutto, restava questa
personalit al mio fianco. Qualsiasi cosa mi stesse mostrando,
restava in ogni momento il vero centro della mia attenzione. Fino a
questo momento avevo avuto l'impressione che stessimo
viaggiando anche se in un modo che non riuscivo ad immaginare
sulla superficie stessa della Terra. Perfino quello che ero arrivato
a pensare come un pi alto reame di profondi pensieri ed
insegnamenti, era ovviamente non molto distante dal regno fisico in
cui esseri senza corpo erano ancora legati ad un mondo solido. Ora
per sembrava che stessimo lasciando la Terra dietro di noi.
Ed ecco che vidi, ad una distanza infinita, cos lontano da non poter
esser vista con nessuna forma di vista che io conoscessi, una citt,
una citt luminosa, apparentemente senza fine, abbastanza
brillante da poter esser vista perfino da quella inimmaginabile
distanza. Lo splendore sembrava emanare dagli stessi muri e dalle
strade di quella citt e dagli esseri che si muovevano in essa, e che
io ero adesso in grado di discernere. Infatti la citt e tutto ci che
era in essa sembravano esser fatti di luce, nello stesso modo in cui
lo era la figura che stava al mio fianco.
Ora questa fu una sorpresa, perch era questo il primo luogo nel
quale gli abitanti potevano vedere sia Cristo che me. Ancor pi
sorprendente, essi emanavano una luce quasi cos intensa come
91
quella di Cristo. Mentre i due esseri si avvicinavano, potei anche
sentire il loro amore fluire verso di noi: la gioia totale che
dimostravano nel vedere Cristo era evidentissima. Guardando
questi esseri e sentendo la gioia, la pace e la felicit che
irradiavano mi indusse a credere che quello era il luogo definitivo, il
p alto di tutti i regni. Gli esseri che vi dimoravano erano pieni di
amore. Quello, ne sono tuttora convinto, era il paradiso. Nonostante
prima avessi considerato il regno della conoscenza come un luogo
meraviglioso, dopo aver dato un'occhiata a questa nuova
dimensione cominciai a comprendere per la prima vlta nella mia vita
ci che Paolo aveva scritto nella prima lettera ai Corinzi: "Se avessi
il dono della profezia e potessi sviscerare tutti i misteri e tutta la
conoscenza, e se avessi una fede tale da muovere le montagne,
ma non avessi l'amore, non sarei nulla". Non sto dicendo che le
creature del regno della conoscenza non avessero l'amore:
l'avevano, ma non al livello raggiunto dalle anime di questo nuovo
regno.
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tutto questo continuava la vita umana come noi la conosciamo non
avrebbe potuto pi esistere.
93
tratta di un'energia personalizzata associata soprattutto ad
un'emanazione di amore e di felicit sovrumane che, all'interno
della NDE di Ritchie, esiste in s, indipendentemente dalla
figura umana del Cristo (alla quale peraltro pu essere
ragionevolmente associata).
San Ireneo, un famoso leader cristiano dei primi secoli, afferm che
Dio divenne uomo affinch l'uomo potesse divenire Dio. Vorrei
modificare la sua affermazione solo nel senso che io direi che Ges
ci ha mostrato quell'essere divino per diventare il quale Dio, nostro
padre, ci ha creato.
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Padre e dal nostro destino divino e ci fa dimenticare chi siamo. Ne
consegue la nostra morte spirituale.
Ges and sulla croce per mostrarci che questo lato umano
egoistico presente in noi deve morire affinch l'anima umana, che
porta in s la coscienza di quello che e da dove proviene, possa
tornare alla vita ed al suo controllo. Questo il nostro destino
ultimo, andare verso Cristo e cominciare a comunicare con lui, in
modo che ci possa condurre di nuovo alla vera vita (quella perfetta
unione col Padre), e lasciare che ci trasmetta il suo amore ed il suo
pensiero in modo che noi ce li possiamo scambiare l'un l'altro.
Dobbiamo pervenire a riconoscere il Cristo vivente risorto in noi, e
fare affidamento nel trasmetterci l'un l'altro il suo amore,
rivolgendolo anche a Dio, perch il nostro amore umano non
abbastanza. Quando avremo riconosciuto questa verit, allora,
come il figliol prodigo di cui Ges ci ha raccontato, saremo tornati
noi stessi: saremo cio di nuovo vivi, e decideremo di tornare a
casa, perch ci saremo resi conto che perfino essere un servo nella
casa del Padre meglio che essere spiritualmente morti, nel modo
in cui avevamo vissuto.
95