Sei sulla pagina 1di 8

Realtà Plastica

Voci da Shambhalla

Abbiamo trovato questo testo in rete e lo condivido per le interessanti


informazioni in
esso contenute

Ora, il Vangelo di Giuda viene oggi presentato come un “testo


cainita” e certamente si
accosta con venerazione a Giuda, confermando che - come del
resto
si sa da altre fonti - sant’Ireneo non simpatizzava certamente per gli
eretici e non scriveva da studioso accademico neutrale del XX secolo
ma da difensore della fede, riuscendo però nel contempo a fornire
informazioni esatte preziose ancora oggi e a non calunniare nessuno.
Quello che dello gnosticismo si conosce da sant’Ireneo è stato sostanzialmente confermato
dalle scoperte successive, compreso il famoso ritrovamento nel 1945 da parte di un
contadino egiziano di un’intera biblioteca gnostica presso Nag Hammadi.
Certamente lo gnosticismo non è mai stato un sistema monolitico e coerente. Le varie
scuole si sono divise quasi su tutto. Vi sono tuttavia alcuni temi generali che - sia pure con
molteplici sfumature e varianti - si ritrovano in tutte le scuole: il primato della conoscenza,
il dualismo, la presenza di varianti di un mito cosmologico, una dottrina della salvezza, un
atteggiamento particolare in materia di culto e di moralità.

Il dualismo spirito/materia

Gnosticismo deriva da gnosis, “conoscenza” in greco. Un sistema gnostico è anzitutto


caratterizzato dal primato della conoscenza su qualunque altro mezzo di salvezza per
l’uomo: la legge, il rito, l’adesione a una comunità religiosa. Nella sua lotta con il
cristianesimo, la conoscenza degli gnostici si contrappone alla fede; ma - più in generale -
la gnosis si oppone all’ignoranza di coloro che rimangono immersi nella vita di tutti i giorni
e nelle preoccupazioni di questo basso mondo senza occuparsi dei misteri del mondo
divino, i soli che contano e che vale la pena di studiare,
Tutti i sistemi gnostici - anche se non tutti nello stesso modo - sono caratterizzati da un
dualismo che oppone lo spirito e la materia, con un deciso anticosmismo che svaluta
radicalmente il mondo visibile, ridotto a regno del male e delle tenebre. Questo
anticosmismo radicale differenzia il dualismo gnostico da quello della religione
zoroastriana e da quello platonico, che pure hanno esercitato una certa influenza sugli
gnostici. Non a caso i neo-platonici del Terzo secolo non avranno alcuna simpatia per gli
gnostici, anzi li combatteranno proprio in ragione del loro anticosmismo. Se tutti gli
gnostici sono d’accordo su una svalutazione dualistica del mondo e della materia, le scuole
si dividono quando si tratta di valutare i rapporti fra i due principi. Nei sistemi classici
dello gnosticismo il dualismo si risolve in un monismo, in quanto il male non è un
principio originario ma il risultato di una qualche degradazione - o caduta nel mondo
materiale - del bene. Come si vedrà, è proprio questa la prospettiva anche del Vangelo di

www.realtaplastica.com
Realtà Plastica
Voci da Shambhalla
Giuda.
Verso l’idea di due principi originari si orienteranno invece quelle scuole gnostiche che
influenzano il manicheismo, che alcuni considerano una religione successiva del tutto
indipendente dallo gnosticismo e altri uno gnosticismo tardivo.

È la conoscenza che salva

Tutti i sistemi gnostici propongono un mito cosmologico che - come spesso è stato notato -
ha un carattere “parassitario” in quanto nasce dalla rilettura gnostica di temi mitologici
preesistenti iranici, greci o ebraici, talora “contaminati” da riferimenti cristiani. I miti
gnostici sono insieme ricchissimi e diversi da scuola a scuola, ma lo schema centrale
rimane costante. Possiamo definire lo gnosticismo in molti modi, ma la formula più breve e
comprensibile rimane quella del filosofo neoplatonico Plotino (205-270): “Lo gnosticismo
è la dottrina secondo cui il creatore di questo mondo è cattivo, e il mondo è cattivo”.
Nella cosmologia gnostica - fedelmente riassunta anche nel Vangelo di Giuda - “il Grande”,
la vera divinità positiva per cui si usa malvolentieri l’espressione “dio”, riservata a una
pletora di personaggi minori o negativi, ha creato soltanto il Pleroma, il mondo della Luce
divina abitato da una pluralità di dei. Per cause che il Vangelo di Giudanon chiarisce - ma
che altrove gli gnostici attribuiscono alla caduta fuori del Pleroma di una divinità
femminile, Sofia - a un certo punto una parte della Luce divina è uscita dal Pleroma ed è
rimasta intrappolata nel mondo materiale.
Quest’ultimo non è una creazione di Dio, ma di una divinità incapace ovvero malvagia, il
Demiurgo, assistito da collaboratori, gli Arconti, che sono o violenti o pasticcioni.
Gli ebrei dell’Antico Testamento, secondo gli gnostici, si sono lasciati ingannare dal
Demiurgo venerandolo come Dio e fonte di ogni bene, mentre è al contrario la fonte di ogni
male, perché la materialità del mondo - e con questa la divisione dei sessi, l’amore, la vita
mortale, la procreazione - sono tutte cose malvagie del tutto estranee ai piani del Grande.
Alcuni frammenti della Luce divina sono stati concessi dal Grande al mondo materiale
come seme di salvezza, e costituiscono le scintille o frammenti di anima di cui alcuni
uomini, ma non tutti, sono dotati (molti ne rimangono privi, irrilevanti nel grande gioco
cosmico). Gli uomini in cui vive una scintilla divina come anima sono chiamati a diventare
gnostici, lavorando perché i frammenti di Luce si riuniscano e tornino al Pleroma.
Quanto alla dottrina della salvezza, per gli gnostici la salvezza viene dalla conoscenza. E
tuttavia lo gnosticismo non prevede solo l’auto-redenzione attraverso la gnosi, ma anche
l’intervento di figure di redentori su cui gli interpreti hanno sempre discusso. Si è detto che
il redentore gnostico, che in molti testi è Gesù Cristo, è sempre un “redentore redento”,
perché - se si è lasciato coinvolgere nel mondo materiale - ha in ogni caso bisogno di
ricevere una redenzione prima di poterla trasmettere agli altri.
Ma questa necessità si attenua nei testi più influenzati dal cristianesimo - o da sue forme
non precisamente ortodosse - dove il redentore, Gesù Cristo, sembra coinvolto nel mondo,
ma si tratta solo di una maschera o di un’apparenza che inganna i non gnostici e oltre la
quale il vero gnostico comprende Gesù come un inviato del regno del Grande di natura
puramente spirituale. In ogni caso, la salvezza non è per tutti: è riservata ai soli gnostici, e
ha un costo. Anche lo gnostico dopo la morte non va direttamente al regno del Grande:

www.realtaplastica.com
Realtà Plastica
Voci da Shambhalla
l’anima o si reincarna (ma non tutte le scuole credono nella reincarnazione) o deve passare
attraverso una serie di prove. Solo alla fine del mondo l’ascesa degli gnostici sarà diretta.
Degli aspetti rituali, sociologici e morali dell’antico gnosticismo sappiamo in realtà
pochissimo. Solo alcuni capiscuola come Marcione (85-160 d.C.) si preoccupano di fondare
una Chiesa con una struttura formale: altri restano predicatori ambulanti come il
Peregrinus messo in scena nella satira di Luciano (120-190 d.C.).
Il culto è visto originariamente come sospetto, come qualche cosa che ha a che fare con il
mondo materiale, e lo stesso vale per la morale. Ma questo porta le diverse scuole a
conseguenze radicalmente opposte: da un rigoroso ascetismo con un culto ridotto al
minimo fino a pratiche orgiastiche che si traducono in una ritualità incentrata sulla magia
sessuale. In entrambi i casi si tratta di affermare che il “mondo” - con la sua morale e le sue
convenzioni - non ha nessuna importanza. Nelle prospettive più antinomistiche, come si è
accennato, i “cattivi” della Bibbia sono tutti rivalutati come buoni e venerati come santi,
perché in realtà lottavano contro il dio malvagio creatore di questo mondo: dal Serpente
tentatore del Paradiso Terrestre fino a Caino, agli abitanti di Sodoma e Gomorra e appunto
a Giuda. Il Vangelo di Giuda conferma appunto che l’attribuzione a certi gnostici
estremisti anche di un culto di Giuda non è un’invenzione di sant’Ireneo.

Dan Brown e National Geographic

Tuttavia, nonostante il positivo contributo alla lotta contro i diffamatori di sant’Ireneo,


non posso fare a meno di notare che, pubblicato nel 2006, il Vangelo di Giuda rischia di
fare danni. Tutti hanno bene inteso che senza Il Codice da Vinci - e la sua pretesa, che
nessuno studioso ha preso sul serio ma che ha affascinato il pubblico meno informato -
secondo cui i Vangeli gnostici ci descrivono una figura più vicina al Cristo storico di quella
dei Vangeli canonici,National Geographic non avrebbe investito milioni di dollari nel
lancio pubblicitario e nella pubblicazione del documento, il quale sarebbe stato letto, come
è capitato a decine di testi consimili pubblicati negli ultimi anni, solo da qualche centinaio
di specialisti in tutto il mondo. Vi è inoltre, come è stato sottolineato in diversi convegni
americani, il problema etico che aveva spinto diverse case editrici universitarie a rifiutare
l’acquisto e la pubblicazione del testo. Il codice al cui interno si trova il Vangelo di Giuda è
frutto di quella che eufemisticamente si chiama archeologia illegale e che più
prosaicamente si può definire furto di codici antichi da parte di “tombaroli”. Costoro
avvelenano le relazioni fra gli archeologi e gli studiosi accademici e i governi dei paesi dove
ci sono ancora reperti da scoprire, e riescono a rivendere il materiale trafugato solo ad
antiquari di scarsi scrupoli, che normalmente lo danneggiano non conservandolo a regola
d’arte. In questo caso il materiale illegale è stato “legalizzato” con promessa di restituirlo
alle autorità dell’Egitto, dove è stato rubato intorno al 1978, ma molte università
continuano a pensare che l’“archeologia illegale” non vada comunque né tollerata né
pubblicizzata.

Un’assoluta non-notizia

www.realtaplastica.com
Realtà Plastica
Voci da Shambhalla
Più grave però è che al pubblico del prime time televisivo e a lettori che non sanno nulla
dello gnosticismo ilVangelo di Giuda sia stato presentato come una sorta di conferma che
Dan Brown ne Il Codice da Vinci ha ragione, e che tra i primi cristiani circolavano versioni
alternative della storia di Gesù Cristo, tutte - si lascia intendere - ugualmente autorevoli,
anzi quelle gnostiche semmai più credibili perché più “umane”. Chi poi non si è lasciato
convincere a comperare l’edizione commentata del National Geographic - che batte
impropriamente la grancassa sulla scoperta “sensazionale” di un testo che assomiglia a un
altro centinaio di documenti gnostici già noti - ma ha sentito parlare del Vangelo di
Giuda solo dai giornali e alla televisione, senza leggerlo, rischia di non capire neppure
esattamente di che cosa si tratta.
Il Vangelo di Giuda ricostruito (non completamente) dal gruppo di Rodolphe Kasser sulla
base del codice maltrattato da tombaroli malavitosi e antiquari ricettatori è un testo copto
che risale al 400 d.C. Ci sono buone probabilità - ma, come ammettono onestamente i
curatori dell’edizione, non la certezza - che sia una tarda traduzione del testo citato da
sant’Ireneo nel 180 d.C. e che risale a qualche decennio prima, forse al 150-160 d.C. Il
testo nonrappresenta (come piacerebbe ai lettori di Dan Brown) una versione alternativa
della storia di Gesù Cristo, ma - come la maggioranza dei documenti gnostici - ha natura
pedagogica e catechetica. Pochi singoli episodi della vita di Gesù (alcuni diverbi con i
discepoli, il rapporto privilegiato con Giuda, la presentazione - peraltro brevissima - del
presunto tradimento di Giuda come preordinato e provvidenziale) costituiscono più che
altro dei pretesti per insegnare una cosmologia e un’antropologia radicalmente alternative
a quelle cristiane.
Il testo deriva da correnti gnostiche estremiste (si chiamassero o no “cainite”) che - se
davvero questa è una traduzione abbastanza fedele del Vangelo di Giuda nota a
sant’Ireneo - anticipano di diversi decenni una piena consapevolezza del fatto che i ponti
sono ormai del tutto tagliati con la “Grande Chiesa” dei cristiani. Lo gnosticismo è, molto
semplicemente, un’altra religione che, cercando fedeli in ambiente cristiano ed ebraico, si
preoccupa anzitutto di polemizzare ferocemente con il cristianesimo e l’ebraismo.

Gli Apostoli che bestemmiano

Nel Vangelo di Giuda Gesù è un messaggero mandato dal regno immortale del Pleroma a
riunire gli gnostici denunciando la natura malvagia del creatore di questo mondo, il
personaggio venerato come Dio nell’Antico Testamento. Nel Vangelo di Giuda lo scontro
di Gesù con l’ebraismo è radicale; egli deride gli Apostoli quando pregano: perché senza
saperlo stanno pregando il dio malvagio, la fonte del male. Leggiamo nel testo (le parentesi
quadre indicano lacune colmate dagli editori): “Quando [si fece accosto] ai discepoli, si
riunirono e sedettero e offrirono una preghiera di ringraziamento sopra il pane, [ed egli]
rise. I discepoli dissero a [lui]: ‘Maestro, perché ridi della [nostra] preghiera di
ringraziamento? Abbiamo fatto ciò che è giusto’. Ed egli rispose loro e disse: ‘Io non rido di
voi. Voi non fate questo per volontà vostra, ma perché si crede questo, che il vostro dio [ne
sarà] glorificato”.
Gli Apostoli gli chiedono se non è forse Gesù “il figlio del dio nostro”. Niente affatto,
risponde Gesù: questo è un errore che fate voi, e che faranno anche i cristiani: “In verità vi

www.realtaplastica.com
Realtà Plastica
Voci da Shambhalla
dico, non una generazione di quanti sono fra voi mi conoscerà”. Gli Apostoli allora “si
risentirono e si adirarono, e nei loro cuori presero a bestemmiare il suo nome”. Gesù
attribuisce questa rivolta al fatto che “dentro voi” c’è “il dio vostro”, il dio malvagio
creatore del mondo dell’Antico Testamento, e che nessuno degli Apostoli è veramente un
“perfetto”, cioè uno gnostico. Tranne Giuda, che gli dice: “So chi tu sei e donde sei giunto,
Tu vieni dal reame immortale di Barbelò. E io non son degno di pronunciare il nome di
colui che ti ha inviato”: che non è il dio venerato dagli ebrei (e dai cristiani) ma il Grande
che presiede al mondo spirituale degli gnostici, di cui Barbelò è una delle divinità.

E dormono pure con gli uomini?

Ma - in modo anacronistico, e a conferma che ci troviamo di fronte a un testo simbolico,


senza pretese storiche - Gesù se la prende anche con i cristiani, offendendoli crudelmente
in quanto hanno di più caro, i martiri. Gesù attacca gli Apostoli (intendendo
ricomprendere nell’attacco anche i loro successori, i vescovi) perché manderanno i cristiani
a morire, un sacrificio inutile e stupido perché implica che la vita e la morte, l’affermare o
negare una fede nel mondo materiale abbiano qualche interesse, mentre tutto quello che
avviene nel mondo materiale è per definizione irrilevante. Gli Apostoli hanno una visione
del Tempio: vedono “una gran [casa con un vasto] altare [dentro essa, e] dodici uomini -
essi sono i sacerdoti, diremmo - e un nome; e una turba di gente aspetta presso l’altare,
[finché] i sacerdoti [… e ricevono] le offerte”. Alcuni “sacrificano i figli, altri le mogli”; e -
dicono gli Apostoli a Gesù - “gli uomini che stanno [dinanzi] all’altare invocano il [nome]
tuo, e in tutti gli atti del loro difetto, i sacrifici sono portati a compimento”.
Gli Apostoli, al solito, rimangono turbati e Gesù spiega la visione smascherando la
menzogna del cristianesimo e degli stessi Apostoli: “Quelli che avete veduto ricevere le
offerte all’altare, quello è ciò che siete. Quello è l’iddio che servite, e siete voi i dodici
uomini veduti. Le bestie che avete veduto condurre al sacrificio sono le molte genti che voi
sviate dinanzi a quell’altare”. I martiri che pensano di morire per il vero Dio in realtà
servono il dio malvagio di questo mondo, che incita a ogni sorta di iniquità.
Nella stessa visione infatti i “sacerdoti” che gli Apostoli vedono nel Tempio (e che sono,
spiega Gesù, gli Apostoli stessi e i loro successori) “dormono con uomini” (un’accusa che
cristiani e gnostici si scambiavano di frequente a vicenda nel secondo secolo), sono
coinvolti in omicidi, “commettono una moltitudine di peccati e atti d’illiceità”. A questo,
spiega Gesù, porta il contatto con il dio dell’Antico Testamento, che è la fonte di ogni male,
tramite la preghiera. Chi lo prega non è uno gnostico, e non ha un’anima immortale: “le
anime di ogni generazione umana periranno”.
C’è però uno che non prega, Giuda. Gesù lo riconosce come gnostico e lo istruisce
segretamente nei misteri del Grande. “Partiti dagli altri e io ti darò i misteri del regno. A te
è possibile giungere là” - cioè Giuda, a differenza degli altri Apostoli, è uno gnostico con
un’anima immortale - “ma ne avrai molto a soffrire. Poiché un altro ti sostituirà, al fine che
i dodici [discepoli] possano ancora giungere a completezza con il dio loro”, che come ormai
sappiamo è il dio malvagio. Lo confermano “i misteri del regno” che Gesù rivela a Giuda.
“Esiste un regno grande e senza fine, la cui vastità non una generazione di angeli ha
veduto, [dove] è [uno] [Spirito] grande, invisibile, che alcun angelo mai vide, né un moto

www.realtaplastica.com
Realtà Plastica
Voci da Shambhalla
del cuore ha mai compreso, e che mai ebbe un nome”: il Grande. Questo vero dio “che mai
ebbe un nome” fa “venire in essere” (emana) “un grande angelo, l’illuminato divino
Autogenerato”: l’Autogenes, che è il vero figlio di Dio in molti testi gnostici. Per causa
dell’Autogenes, “altri quattro angeli vennero in essere da un’altra nube, ed essi divennero
servi dell’angelico Autogenerato”. L’Autogenerato in seguito emana i “luminari” - chiamati
in altri testi gnostici Hormozel, Oroiael, Daveithai ed Eleleth - e “miriadi innumerevoli” di
altre entità spirituali che costituiscono il complicato mondo divino tipico delle cosmologie
gnostiche.

Il Demiurgo, gli Arconti e lo stolto

A furia di moltiplicarsi, tuttavia, alcuni “immortali” cadono fuori del regno divino. “La
moltitudine di quegli immortali è detta cosmo, ossia perdizione”. In questo mondo di
perdizione fa irruzione “dalle nubi” un personaggio “col volto balenante di fuoco e sozzo di
sangue a vedersi”. Secondo il Vangelo di Giuda “Nebro si chiamava, che sta per ‘ribelle’;
per altri è Yaldabaoth”, che è uno dei nomi del Demiurgo. Dalla nube esce pure un
collaboratore del Demiurgo, Saklas, il cui nome significa “stolto” in aramaico. Un assassino
“sozzo di sangue”, il Demiurgo, e uno stolto, Saklas, creano dunque il nostro mondo, ed
emanano dodici arconti perché li assistano. Il racconto biblico della creazione dell’uomo
non è falso, ma va inteso come creazione da parte di questa accolta di divinità criminali:
“Allora Saklas disse ai suoi angeli: ‘Creiamo un uomo a somiglianza e immagine’” - a
immagine e somiglianza di Saklas, cioè dello stolto per antonomasia - “e fecero Adamo e la
sua sposa Eva”.
Il Demiurgo dota gli uomini dello spirito, che garantisce una lunga vita, ma alla fine “lo
spirito dell’uomo perisce”, cioè si ribadisce ancora una volta che l’uomo di per sé non ha
un’anima immortale.
Tuttavia “il Grande ordinò a Gabriele”, un angelo buono, “di concedere spiriti alla gran
generazione senza arconte sopra di essa, o sia, lo spirito e l’anima”. Grazie all’intervento
del Grande, nel mondo entra “la conoscenza”, la gnosi, e alcuni eletti, gli gnostici, da allora
sono dotati di anima oltre che di spirito e possono sfuggire al dominio degli arconti “così
che i re del caos e dell’infero non signoreggino su di loro” e vivano per sempre.
Agli gnostici non è promessa una vita facile. Giuda, l’unico gnostico fra gli Apostoli, sarà
“maledetto dalle altre generazioni” e dai cristiani, che credendo di essere battezzati in
nome di Gesù Cristo in realtà “offrono sacrifici a Saklas” e fanno “tutto quel che è male”.
Tuttavia, alla fine gli gnostici trionferanno e questo mondo sarà distrutto. La cosmologia
gnostica è spesso legata a una complessa astrologia: “per tutti le stelle portano le cose a
compimento”.
Quando comincerà a finire la vita di Saklas - che non è immortale - “la prima stella
apparirà con le generazioni, ed essi finiranno quel che dicono di voler fare. Allora
fornicheranno in nome mio e ammazzeranno i figli loro”. Ma questo dominio delle “sei
stelle vaganti” - la Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, che nell’astrologia
gnostica sono strumenti del Demiurgo per controllare gli uomini -, dopo avere prodotto gli
ultimi danni apocalittici, è destinato a finire: “tutti saranno distrutti con le loro creature”;
tutto il mondo come lo conosciamo “sarà distrutto”.

www.realtaplastica.com
Realtà Plastica
Voci da Shambhalla
Ma il mondo e gli uomini prigionieri della materia e servi del Demiurgo e di Saklas non
sono l’unica realtà. “Quella generazione, che proviene dai reami eterni, esiste”. Ci sono - e
ci saranno ancora nei tempi apocalittici - degli gnostici. Giuda ne fa parte e negli ultimi
giorni “perverrà a dominare sulle altre generazioni”, che “malediranno l’ascesa tua alla
[generazione] santa”. Anche ogni gnostico è legato a una stella, una che non è sotto il
dominio delle divinità malvagie. E a Giuda Gesù dice: “Ti è stato detto tutto. Leva gli occhi
e osserva la nube e la luce in essa, e le stelle intorno. La stella che indica la via è la tua
stella”.
Nelle ultime righe del documento - le uniche note ai lettori di molti quotidiani - Giuda è
lodato perché con il presunto tradimento permette a Gesù di deporre il ripugnante
travestimento che lo faceva scambiare per un membro a pieno titolo del mondo umano e
materiale creato dal dio malvagio, e che aveva dovuto adottare per farsi capire dagli
gnostici smarriti nel mondo del Demiurgo.
Ucciso, Gesù ridiventa quel puro spirito del tutto privo di caratteri umani che, per lo
gnostico che sapeva vedere al di là delle apparenze, era sempre stato. Mentre gli stolti ebrei
e cristiani offrono preghiere e sacrifici al padre della stupidità Saklas, tu Giuda - gli dice il
Maestro - “sarai maggiore tra loro. Poiché sacrificherai l’uomo che mi riveste”. Così,
quando gli è proposto il tradimento dai sacerdoti e dagli scribi, “Giuda rispose a quelli
come essi volevano, E ricevette dei denari e lo consegnò loro”.

E dei peones chissenefrega

Il Vangelo di Giuda - a volerlo leggere nell’anno del Signore 2006, l’anno del film Il Codice
da Vinci - conferma semmai che Dan Brown si può pure dichiarare uno gnostico, ma non
ha capito rigorosamente alcunché del vero gnosticismo. Quest’ultimo non propone un
Gesù più ma meno umano, di cui ogni carattere di umanità è mero “rivestimento”;
condanna tutti gli elementi umani e materiali - compresi l’amore, la sessualità, la
procreazione - come parti di questo mondo creato dal Dio malvagio e invita i pochi gnostici
che hanno speranza di salvarsi (tutti gli altri sono una massa dannata, peones della storia
di cui né lo gnostico né Gesù perdono tempo a interessarsi) a tenersene il più possibile
lontani (le stesse già citate pratiche orgiastiche, in alcune conventicole gnostiche peraltro
minoritarie, non sono una celebrazione del sesso ma una dimostrazione che per lo gnostico
il sesso, come del resto il bene e il male nel mondo del Demiurgo, sono irrilevanti).
Quanto alla Maddalena, su cui insiste Dan Brown, non se ne parla nel Vangelo di
Giuda ma è vero che è evocata in altri testi gnostici. Ma il Vangelo di Tomaso, che piace
particolarmente a Brown, ben lungi dall’essere un testo proto-femminista ne fonda la
grandezza sul fatto che “si fa maschio”.
A Simon Pietro che obietta “Maria deve andare via da noi! Perché le femmine non sono
degne della Vita”, Gesù risponde: “Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio,
affinché ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Perché ogni femmina che si fa
maschio entrerà nel Regno dei cieli” “. Certo, vi è qui una nozione gnostica di androginia
che non va presa alla lettera: ma siamo comunque ben lontani dal femminismo del Codice
da Vinci.

www.realtaplastica.com
Realtà Plastica
Voci da Shambhalla

Si fa presto a dire Filippo...

Brown insiste pure su un brano del cosiddetto Vangelo di Filippo, dove si leggerebbe che
“la Maddalena era la compagna del Salvatore. Cristo la amava più degli altri discepoli e la
baciava sulla bocca”. Gli specialisti fanno osservare che non esiste a rigore nessun Vangelo
di Filippo (questo titolo è stato attribuito da studiosi moderni a un testo che di titolo è
privo), che la parola copta (questa la lingua in cui ci è pervenuto il testo, anche se Dan
Brown pensa erroneamente che si tratti di aramaico) tradotta con “compagna” ha una
pluralità di significati, e che in corrispondenza della parola “bocca” nel testo c’è una lacuna,
per cui la frase suona “la baciava su…”, e “sulla bocca” è una congettura desunta dal fatto
che altri personaggi nello stesso testo e in testi della stessa epoca ricevono “baci sulla
bocca”, a indicare una stretta comunanza spirituale.
Ma queste obiezioni da specialisti non sono neppure necessarie a fronte del fatto che il
cosiddetto Vangelo di Filippo è piuttosto anch’esso un catechismo gnostico di scuola
valentiniana del tardo II o del III secolo. Come tale, non aspira a trasmettere informazioni
reali sul Gesù storico ma solo a dire che cosa deve credere un buon gnostico valentiniano
che, a questo punto della storia, fa già parte di una religione diversa e separata dal
cristianesimo della “Grande Chiesa”.

Dal Pleroma al New Age

Una lettura completa del cosiddetto Vangelo di Filippo mostra la contrapposizione


radicale che questa scuola gnostica, agli antipodi di Dan Brown e de Il Codice Da Vinci,
stabiliva fra il nostro mondo com’è, creato da un Dio minore e malvagio, e l’ideale mondo
degli gnostici. Le caratteristiche più evidenti del carattere decaduto e malvagio di questo
mondo sono la sessualità e la procreazione. Il rapporto che Gesù ha nel testo con i discepoli
e con la Maddalena è un rapporto del tutto privo di caratteri sessuali, e il “bacio” che ne è il
simbolo sta precisamente a indicare questo mondo alternativo. Il Vangelo di Giuda va
nella stessa direzione, come del resto tutti i testi gnostici noti.

www.realtaplastica.com

Potrebbero piacerti anche