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CRISTIANESIMO ESOTERICO

Invito ad un approccio di crescita


XIV° GRADO – 20 GENNAIO 2021
Prima di iniziare consentitemi un abbraccio gioioso a tutti i fratelli virtualmente collegati in questa
sessione formativa organizzata durante questa fase epidemiologica che ci tiene distanti dal nostro
ambiente sacro istituzionale.
L’esigenza interiore di iniziare questo tipo di percorso di conoscenza esoterica nasce dalla mia
curiosità di natura eclettica orientata alla consapevolezza, dopo i primi approcci, che nel
cristianesimo esoterico in ambito gnostico si possa intravedere una radice della nostra scuola
iniziatica ovvero della nostra Tradizione esoterica.
Il concetto di Tradizione lo concepisco non come provenienza da qualcosa o qualcuno ma nel senso
definito dal fratello Bonvecchio ovvero come partecipazione alla “dottrina assiomatica e
metastorica che afferma, studia e pratica l’esistenza di un centro interiore, in cui la Totalità
dell’Essere (l’unione di Microcosmo e di Macrocosmo) si rispecchia nella Totalità della persona e
viceversa. “
Appartenere alla Tradizione vuol significare partecipare al quel processo che si svolge nel tempo,
attraversando ogni civiltà, sol perché ogni persona che lo voglia e che sia tesa alla trascendenza
mantiene viva e operante l’eterna pienezza e totalità dell’essenza divina: ”quella del Pleroma,
contrapposto al regno puramente fenomenico del mondo o Kenoma.” (Claudio Bonvecchio).
Uno dei compiti connessi a questa Camera è l’approccio alle conoscenze che orientano al Divino e
che sono elaborazioni o intuizioni del percorso “religioso” o deistico dell’Uomo che ha individuato
molteplici strade confluenti nell’Essere Unico. Krishna, Budda, Zoroastro, Hermete, Orfeo, Mosè,
Gesù, insegnarono tutti la stessa verità con forme esteriori proprie di ciascuno rendendo la
Tradizione esoterica appartenente a tutta l’Umanità.
Tale convinzione è accentuata per la natura del nostro grado in quanto è l’ambiente consono
all’accostamento al Divino dopo aver vissuto un lungo travaglio per perfezionare i propri
comportamenti di natura morale e di visione introspettiva. Anzi, in tal senso, sono convinto che il
“conosci te stesso”, tanto citato, sia in sostanza il conoscere la quintessenza alchemica o il pervenire
all’essenza del nostro essere partecipe dell’Uno.
Inizio il mio dire consapevole che questo è un argomento da trattare senza escluderne altri come
l’Induismo, il Buddismo, l’Alchimia spirituale, l’Ebraismo e la Cabala e così via. Similmente alla
natura del nostro percorso iniziatico, la Gnosi è una metodologia di conoscenza, ovvero una
direzione di ricerca di Dio come processo di illuminazione interiore riservato a pochi iniziati e
fonte di sicura salvezza.
Riprendendo le parole di Annie Besant, nel suo Cristianesimo Esoterico, “Il fine della conoscenza è
conoscer Dio, non soltanto credere; è divenire uno con Dio, non soltanto adorare da lontano.
L’Uomo deve conoscere la realtà della divina Esistenza e quindi sapere, non credere solo e sperare
vagamente, che il proprio interno Sé è uno con Dio e che lo scopo della vita è di realizzare questa
unità”.

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“La verità esiste fin dall'inizio ed è seminata ovunque, molti la vedono ma pochi la raccolgono. La
verità non è venuta nuda in questo mondo ma in simboli e immagini, non la si può afferrare in altro
modo.” Sono detti scoperti 60 anni fa nelle sabbie del deserto egiziano e attribuiti a Gesù.
La verità è conoscenza e la gnosi è un’acuta espressione dell'angoscia dell'esistenza umana di ogni
tempo ed una rappresentazione dell’intimo e personale bisogno di trascendenza indirizzata alla
necessità di trovare risposte alle eterne domande della vita.
Gesù è un illuminato o un profeta come nel senso descritto anche nel libro I Quattro Maestri di Vito
Mancuso, che lo definisce un profeta in quanto porta il messaggio dell’avvento del Regno dei Cieli
come trasformazione della vita terrena in vita di giustizia. Egli è simbolo del divino che si nasconde
in ciascuno di noi, un uomo che ha trovato la conoscenza divina al battesimo. Battesimo nel senso
inteso più avanti come rito d’iniziazione della scuola essena, di cui faceva parte anche Giacomo e
Giovanni Battista.
Per gli gnostici il Cristo non è il figlio di Dio nel senso di unico figlio, ma ognuno di noi ha cristo in
sé in quanto parte della coscienza unica universale. Per arrivare a Dio dobbiamo individuare la
scintilla divina che è in noi.
La conoscenza degli gnostici non era di tipo razionale. Gnosis significò anzitutto conoscenza di Dio,
con la conseguenza che la "conoscenza di Dio" è la conoscenza di qualche cosa di inconoscibile
naturalmente e perciò, di per sé, non una condiziona naturale. Oggetto di tale conoscenza è il
superamento della rozzezza della materia e il ritorno allo spirito-padre, al Pleroma, ritorno che
consideravano inaugurato e facilitato dall’apparizione di un Salvatore inviato da Dio.
Dall'osservazione che la vita terrena sia imperfetta e si basi sulla sofferenza e la distruzione nasce il
concetto che il creatore di questo Universo (il Demiurgo) sia anch'esso imperfetto e malvagio
(posizione che ha portato la Gnosi ad essere considerata blasfema).
Secondo la dottrina gnostica, descritta nella mistica valentiniana, infatti, il Vero Dio (il Padre
Ignoto) trascende ogni essere ed ogni cosa, e sebbene tutto promani da Lui, Egli non ha mai creato
niente nell'accezione che diamo correntemente al termine. Dal Vero Dio "emanano" gli Eoni, esseri
perfetti che dimorano nella Pienezza (Pleroma) del Padre, l'ultimo dei quali Sophia (Saggezza) volle
allontanarsi dal Pleroma, troppo innamorata del padre, e dette origine al mondo imperfetto che
conosciamo generando il Demiurgo (lett. mezzo-creatore) ed i suoi aiutanti, gli Arconti.
Nella Metafisica Valentiniana, ma senza rimanere ancorati ad essa, venivano classificati tre tipi di
uomini.
Gli esseri umani si dividono in Ilici, Psichici e Pneumatici.
La stragrande parte dell’umanità è costituita dagli Ilici (Hyle = terra). Essi nascono, si riproducono e
muoiono, vivendo vittime delle passioni: sono schiavi dei pensieri che nascono nella loro mente e
degli istinti più bassi. Ira, odio, invidia, gelosia, cattiveria, avidità etc … si alternano nella loro
mente e li dominano completamente. Non hanno nessun controllo sui loro istinti come la fame o il
desiderio sessuale e sono freneticamente sempre alla ricerca del loro piacere personale. Vivono
come se non esistesse la morte in una affannosa ricerca di piaceri e beni materiali. Quando l’uomo
Ilico muore, non resta più alcuna traccia di lui, scompare nel nulla.
Una piccola parte dell’umanità è invece costituita dagli Psichici. Questi esseri umani hanno la
capacità di dominare le passioni ed i bassi istinti, ma non ne sono completamente liberi. Hanno la

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possibilità di indagare le leggi della natura e di comprendere, almeno discorsivamente, le verità
superiori. A differenza degli Ilici, schiavi delle proprie passioni, sono dotati di libero arbitrio:
possono scegliere tra il bene ed il male e quindi hanno la possibilità sia di estinguersi come gli Ilici
che di salvarsi. Le loro forme religiose, qualsiasi esse siano, sono indirizzate al Demiurgo e, come
Lui, non hanno nessuna conoscenza o intuizione del mondo superiore. Dopo la morte, se avranno
scelto il bene, non si estingueranno. Secondo alcune scuole torneranno nel mondo per continuare il
loro perfezionamento spirituale; secondo altre torneranno nella Sophia e saranno salvi alla fine dei
tempi.
Alla terza categoria si posizionano i pneumatici coloro che si sono messi in discussione e hanno
iniziato la ricerca del Dio nascosto. Gli uomini Pneumatici non sono di questo mondo anzi
avvertono di sentirsi stranieri. Questi uomini sono consapevoli che questo mondo è il regno del
male, lo disprezzano e non si occupano delle sue vicende. Talvolta assumono le vesti di Maestri che
vengono in aiuto di coloro che sono Pneumatici, ma ne sono inconsapevoli, ed anche di quegli
esseri Psichici che hanno scelto la via del bene.
Proseguendo, la Metafisica gnostica afferma che questo mondo è stato creato da un Dio Minore ,
Jaldabaoth, cieco ed arrogante, frutto dell’errore di Sophia, invaghitasi del proprio padre, auto-
generò una potenza intermedia nella gerarchia celeste. In questo quadro il Cristo, colui che è unto,
fa riflettere sulla vera via iniziatica che conduce alla piena conoscenza e coscienza e quindi alla
salvezza.
Claudio Bonvecchio afferma che il Gesù degli gnostici è un Gesù dei detti ed il vangelo di
Tommaso è fatto da detti più che da parabole o da una narrazione organica. il Gesù dei gnostici è un
saggio, è un sapiente, è colui che è venuto sulla terra non per spiegare ma per illuminare, è un uomo
simbolo del pleroma da cui l'uomo si è staccato e vuole riaccendere la scintilla che ciascuno ha
dentro di sé e quindi coglie delle argomentazioni stringenti staccate spesso dai contesti per colpire o
costringere la memoria a riattivare questa scintilla perduta e fare divampare il fuoco che condurrà
l'uomo a diventare essere pleromatico.
Come nell' inno alla perla si cerca la perla nascosta per riportare l'uomo, con questa perla rivestita di
luce, al Padre celeste. Naturalmente è un Gesù che in qualche modo cerca di riattivare dentro di noi
la scintilla anche se molte volte e molto spesso noi siamo sordi a questo richiamo e preferiamo in
fondo il Cristo istituzionalizzato, il Cristo che da meno problemi.
Dice Gesù, nei detti scritti da Didimo Giuda Tommaso,: se coloro che vi guidano vi dicono, che il
regno di Dio è in cielo allora gli uccelli del cielo vi precederanno, se vi dicono che è il mare allora
i pesci del mare vi precederanno; il regno è invece dentro di voi e fuori di voi.
In tal senso è il monito a guardare dentro di noi alla ricerca della scintilla primordiale che ci lega
alla Luce, al Tutto. Tutti concorrono ad un unico grande obiettivo.
Lo gnostico attraverso la ricerca, scopre la conoscenza e partecipa sempre più cosciente alla vita
divina. In sé dimora l’unica chiesa.
Colui che cerca non desista dal cercare fino a quando non avrà trovato; quando avrà trovato si
stupirà. Quando si sarà stupito, si turberà e dominerà su tutto. In questo detto del Vangelo di
Tommaso è contenuto il metodo ed il percorso dell’accesso alla vita spirituale.
Tutti gli gnostici compresi quelli cristiani credono nella reincarnazione e vedono questo processo un
po' come andare a dormire e svegliarsi. Si è parte di un ciclo in cui diversi corpi vanno e vengono
ma noi non siamo mai quei corpi noi siamo la coscienza che assiste a questo processo quindi non
siamo mai morti e perciò non potremo mai morire.

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Guenon, nel suo saggio Cristianesimo ed iniziazione, afferma che “vi è tuttavia almeno un punto sul
quale sembra non sussistano dubbi ……………si tratta del fatto che, lungi dall’essere solo la
religione o la tradizione exoterica che si conosce attualmente, il Cristianesimo delle origini aveva, in
forza dei suoi riti e della sua dottrina, un carattere essenzialmente esoterico e quindi iniziatico” e
prosegue “che la Chiesa cristiana, nei primi tempi, fosse un’organizzazione chiusa o riservata, nella
quale non venivano ammessi tutti indistintamente, ma solo coloro che possedevano le qualificazioni
necessarie per ricevere validamente una iniziazione che si potrebbe chiamare «cristica»”.
In tal senso, riprendendo Guenon, fra i riti cristiani o, più esattamente, fra i sacramenti, che ne
costituiscono la parte essenziale, quelli che presentano la maggiore similitudine con i riti di
iniziazione sono, naturalmente quelli che possono essere ricevuti una sola volta: primo fra tutti il
battesimo. Per mezzo suo il neofita veniva ammesso nella comunità cristiana e, in certo modo,
«incorporato» in essa; e fintanto che questa fu un’organizzazione iniziatica, il battesimo dovette
costituire evidentemente la prima iniziazione.
In tal senso cito: “Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle ai porci” ha il senso
ristretto di quanto fin qui esposto soprattutto se raffiguriamo i cani ai profani, ovvero coloro che
sono al di fuori del circolo degli Iniziati e quindi al di fuori del Regno di Dio.
Come testimoniano Paolo, Clemente, Marcione, Valentino e Origene, il nucleo centrale
dell’insegnamento di Gesù consisteva nell’iniziare esotericamente un gruppo scelto di persone ai
misteri della “nuova vita” che Vito Mancuso identifica come il Regno dei Cieli vissuto in Terra.
Da ciò ne consegue che la segretezza che ammanta il cristianesimo esoterico è dovuta
all’impreparazione mentale e morale di coloro che si accontentano di vivere una vita normale.
L’iniziato doveva essere messo alla prova per vedere se il suo interesse verso il Mondo Supremo è
puro o meno. Questo è il motivo per cui gli insegnamenti sono riservati solamente a coloro che sono
in grado di accettare i rigori di una vita spirituale.
Anche il detto “Sforzatevi d’entrar per la porta stretta , perciocché io vi dico che molti cercheranno
di entrare e non ci riusciranno” ha il riferimento alla porta stretta dell’Iniziazione e alla salvazione
dalla rinascita come spiega Annie Besant.
Un altro precetto di Gesù che suscita impossibilità ad essere eseguito è “siate perfetti com’è perfetto
il Padre vostro che è nei cieli”. Ma se considerato, dice la Besant, come la vittoria finale di molte
vite di perfezionamento, come il trionfo del Dio che è in noi sopra la natura inferiore, allora il
compito entra nei limiti del possibile.
Ebbene, questa continua ricerca e continua applicazione della consapevolezza della cosa trovata
porta alla saggezza che è l’anticamera dell’ambiente divino. Ma tale comportamento affannoso e
pregno di curiosità e volontà non è forse il nostro agire da iniziati? In tal senso affermavo che anche
nel terreno del cristianesimo esoterico sono germogliati i nostri semi.
Non potevo non concludere, dopo aver ripercorso una personale riflessione, ove ogni passo
consentisse una correlazione con il nostro costume di fratelli rituali, con una frase di Steiner dal
sapore dolce e profondo che rappresenta l’attenzione con cui accostarsi alle nostre luci e nel
particolare al nostro Tre Volte Potente Gran Maestro.

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“Lascia che un essere divino ti si avvicini. Potrebbe non succedere nulla o potrebbe succedere di
tutto. Non succederà nulla se vivrai l’incontro in quello stato d’animo con cui approcci alle cose di
ogni giorno. Succederà di tutto se sarai preparato e in sintonia con lui. Non importa la materia di cui
esso è fatto; quello che conta è se l’incontro con lui ti ha lasciato immutato o ha fatto di te un uomo
diverso. Ma questo dipende solo da te. Tu devi sempre esercitare ed educare le tue forze interiori,
cosicché in te venga arso e liberato ciò che il divino è in grado di evocare. Ciò che ti verrà dato da
questo incontro dipende esclusivamente dalla tua preparazione a riceverlo.” (Rudolph Steiner).
Maurizio Sorrentino 30°

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