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SESSIONE PLENARIA:
LA SUPERVISIONE
Scopi:
Aiutare il tp a capire meglio il pz sia in termini di contenuto che di processo
Far diventare consapevole il tp delle sue risonanze emotive e dei suoi vissuti
Supportare il lavoro del tp fornendo spunti integrabili
Attenzione agli interventi del tp e delle loro possibili conseguenze
Esplorare altre possibilità di intervento
“Il sintomo è il nostro più grande alleato perchè è il capo del filo che ci porta ad individuare il funzionamento
dell'individuo. Ogni individuo ha un Modello Operativo Interno composto da una serie di rappresentazione
interne di sé e dei caregivers, modelli di sé con l'altro ossia della relazione. I MOI operano al di fuori della
coscienza come organizzatori del comportamento.”
I DISTURBI SESSUALI
Il sintomo, anche sessuale, ci porta ad individuare il funzionamento dell'individuo.
Un sintomo sessuale può esser visto come sintomo che apre comunque alle sette porte. Non può essere
distinto dalla persona e il pz essere mandato da uno sessuologo per questa tematica perché la sessualità è
qualcosa che fa parte di noi e del nostro funzionamento (non bisogna considerarlo come qualcosa di separato)
e anche i disturbi sessuali sono indicazione di un determinato funzionamento psicologico individuale.
Questo argomento porta molte resistenze anche rispetto alla persona stessa del terapeuta (come mi pongo io
rispetto a questa tematica?)
PROTOCOLLO
L'invio:
In genere il giudice invita avvocati e parti a contattare un centro dove si pratica il supporto alla genitorialita e lo
inserisce nel verbale dando un termine entro il quale dovranno riferire di avere intrapreso il percorso, altrimenti
prenderà altri provvedimenti
Gli avvocati contattano il centro o i terapeuti direttamente
Spiegate le modalità di lavoro agli avvocati, si fissa un primo incontro alla presenza solo dei genitori
Se si sottoscrive il contratto all'udienza successiva i genitori riportano di aver iniziato il percorso e si lavora nel
tempo tra un'udienza e l'altra
Ci possono essere anche persone che si rivolgono spontaneamente con una motivazione individuale per il
beneficio dei figli
Il primo contatto
Si cerca di fare un primo colloquio congiunto con i genitori , se possibile alla presenza di due terapeute in conduzione,
per capire la praticabilità dell'intervento e il livello di conflittualità al fine di capire come procedere (formati congiunti o
paralleli) = obiettivo. In particolare, comprendere l'ampiezza, la durata, l'intensità del conflitto, i ruoli giocati da ciascuno,
la capacità di essere sintonizzati con i bisogni dei figli o la tendenza a vedere solo l'altro genitore.
Durante il primo contatto:
Presentare le modalità di lavoro, raccogliere la storia, le aspettative rispetto al percorso, la conclusione del
contratto e gli obiettivi di un lavoro comune
Osservare le dinamiche e dar voce a ciascun genitore sulla possibilità di descrivere il problema e come stanno i
figli
Nei primi incontri non si affronta la storia della coppia ma si cerca di individuare quali sono i momenti in cui gli
ex-partner si scontrano, facendo emergere anche le emozioni che provano e che verranno riprese negli incontri
successivi individuali
Il contratto
Particolare attenzione viene dedicata al contratto, in quanto spesso le aspettative del giudice, degli avvocati o dei
genitori sono rivolte verso un intervento valutativo dell'altro e della sua idoneità genitoriale e di un intervento in cui poter
modificare il regime di affidamento o collocamento. Tutto ciò non è invece possibile.
Atti professionali
A seconda dei casi, potrebbe essere offerta la possibilità di:
creare un gruppo di whatsapp o che le comunicazioni via email vengano messe per cc al fine di consentire un
canale diretto ma monitorato tra le parti
un terzo che svolga ruolo di interfaccia tra i genitori e possa ricevere tutte le comunicazioni relative
all'andamento della situazione e alle criticità che possono emergere durante il percorso
Conclusione
Quando il percorso procede positivamente è possibile che i genitori riescano a ridurre la conflittualità ed elaborare il
divorzio psichico, consentendo un maggiore accesso del figlio all'altro genitore.
Gli indicatori sono il fatto che i genitori riescano a:
accordarsi sulla vita dei figli
riprendere una comunicazione diretta senza passare necessariamente tramite legali
andare oltre la squalifica, riacquisendo la capacità di fare squadra
recuperare quel poco di fiducia nelle capacità genitoriali dell'altro da permettere un accesso più fluido
IL CONFLITTO DI LEALTÀ DEL BAMBINO CONTESO NEL CONTESTO DI SEPARAZIONE O NEI CONTESTI
AFFIDATARI E ADOTTIVI (di Paolo Berti)
Il conflitto di lealtà:
Impossibilità del bambino di uscire dal gioco: anche lui involontariamente diviene soggetto attivo del gioco a suo
malgrado, agirà in modo più o meno intenzionale per ridurre lo stress. Un elemento che contribuisce ad
aumentare la tensione è che motiva alcuni comportamenti e il conflitto di lealtà.
La tensione generata da pensieri ed emozioni ambivalenti che il bambino sperimenta di fronte alla separazione
dalle figure di attaccamento prodotta dalla sua percezione in merito alle aspettative relazionali. Deriva dal modo
in cui il bambino interpreta la realtà che sta vivendo. Il bambino è esposto alla pressione di una scelta implicita o
esplicita. Il bambino non può uscire dal gioco perchè non può rischiare di non appartenere. Il legame di
attaccamento per il bambino non è facilmente rinunciabile, neanche di fronte a figure maltrattanti.
Non è espresso direttamente, è un processo. È il vissuto del bambino che non sa e non può prendere una
decisione e rimane sotto la pressione interna di una scelta che non può essere presa
Se il bambino non è in grado di prendere una posizione da un punto di vista psicologico in qualche modo lo
stress si riduce e c'è la necessità di attivare meno difese psicologiche e anche una riduzione dei sintomi
La scelta è un modo di uscire dal conflitto di lealtà e ridurre la tensione che è incapace di in tollerare la
pressione. È una via di fuga o è espressa sotto la pressione degli adulti stessi che cercano alleanza esplicite
con il bambino o contro l'altro genitore
Obiettivi terapeutici: Aiutare il bambino nel processo di elaborazione del conflitto di lealtà
Non è l'aiuto a separare e ad allearsi con il contendente “sano” ma è un lavoro per tenere insieme le parti e dare
significato alle differenze. E' aiutare il bambino a costruire ponti. Non bisogna quindi allearsi con la parte più sana o più
forte ma evidenziare anche le risorse della parte più negativa e maltrattante (nell'affido, bisogna anche fare il tifo per la
famiglia di origine e permettere al bambino di essere contento non solo con la famiglia non biologica ma anche con
quella naturale). Bisogna fare un lavoro di integrazione dove l'operatore interviene per aggiungere qualcosa.
L'utilizzo della matrice dell'attaccamento come strumento per l'analisi del conflitto di lealtà. L'attaccamento sicuro nei
contesti di separazione da il messaggio al bambino che puoi stare con me ma puoi stare anche con l'altro. Chi è evitante
dice stai pure con l'altro ma io soffriro. Chi è ambivalente dice se stai con me non stai con l'altro è se stati con l'altro non
stai con me. Chi è disorganizzato e o stai con me o non stai con nessuno. È chiaro che se prima, quando i genitori
stavano insieme e offrivano al bambino un attaccamento sicuro, quando si separano, il genitore più fragile e debole avrà
problemi sull'a manifestazione dell'attaccamento.
Lavori di gruppo
Lavori individuali che vengono inseriti all'interno di un fascicoletto personale
Disegno della pioggia per capire le risorse protettive possedute e date al bambino (ombrello grande, senza ombrello ecc)
Cosa è piaciuto del capitolo con colori caldi cosa non è piaciuto con colori freddi
Le immagini scelte dalla bambina del caso per rappresentare le sue due personalità sono state prese dal gioco in
scatola Dixit, dove le viene detto di sceglierne due che sente più vicine a lei e in grado di descriverla.
Tecnica della linea della vita: con l'aiuto dei genitori si chiede al bambino di tracciare la linea della vita dalla nascita fino
ad oggi dove in basso vengono messi gli eventi negativi e in alto eventi positivi
CURA DELLA BULIMIA: LA TERAPIA FAMIGLIARE CORNICE SALDA E INDISPENSABILE PER UN INTERVENTO
CON L'EMDR. UNA SPERIMENTAZIONE.
EMDR per ridurre la sofferenza della ragazza nel minor tempo possibile
L'EMDR da un linguaggio veloce e specifico per aiutare i genitori e il pz a mettere chiarezza
Primo colloquio: convocazione dei genitori + pz Chiara non richiedente
Secondo colloquio: si è svolto secondo il modello dell'EMDR
Le cose buone emerse nella seduta di EMDR individuale vengono riportate nel contesto di terapia famigliare e viceversa
LA PRATICA DELLA MINDFULNESS NELLA PSICOTERAPIA E NELLA CURA DEL TRAUMA di Domenico Paciello
Pazienza
Non giudizio
Lasciar andare: prendere distanza dalle emozioni negative
Respiro: importanza di fermarsi e respirare correttamente
Fiducia intesa come fiducia in se stessi e negli altri e nel fatto che le cose possono cambiare se c'è volontà di
cambiamento
Mente del principiante
Effetto\obiettivo minduflness anche se non c'è, è quello di vedere cosa c'è nel momento in cui mi fermo e mi rilasso:
pensieri intrusivi, tensioni, emozioni
Inviato da iPad