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ché, per tornare alquanto a mia Omai sarà più corta mia favella,
memoria pur a quel ch’io ricordo, che d’un fante
e per sonare un poco in questi versi, che bagni ancor la lingua a la
più si conceperà di tua vittoria. mammella.
perché, se potrò ricordare ed esprimere
almeno un poco in questi versi,
Io credo, per l’acume ch’io soffersi sarà più facile intendere la tua grandezza.
del vivo raggio, ch’i’ sarei smarrito,
se li occhi miei da lui fossero aversi.
Io credo, per la forza del raggio divino
che sopportai, che non ce l’avrei fatta,
E’ mi ricorda ch’io fui più ardito se i miei occhi si fossero spostati da lui.
per questo a sostener, tanto ch’i’ giunsi
l’aspetto mio col valore infinito.
Questo raggio mi ricorda che per questo motivo
fui più determinato a sostenere il mio sguardo,
Oh abbondante grazia ond’ io presunsi tanto che congiunsi il mio sguardo con l’essenza di Dio.
ficcar lo viso per la luce etterna,
tanto che la veduta vi consunsi!
Oh immensa grazia per cui io ebbi la presunzione
di gettar lo sguardo attraverso la luce divina
Nel suo profondo vidi che s’interna, tanto che giunsi al limite delle mie facoltà!
legato con amore in un volume,
ciò che per l’universo si squaderna: Nella sua profondità vidi che tutto ciò
che nell’universo è separato e diviso
che è qui raccolto in un unico punto con amore:
sustanze e accidenti e lor costume
quasi conflati insieme, per tal modo
che ciò ch’i’ dico è un semplice lume. le sostanze, gli accidenti e il loro rapporto
sono quasi uniti insieme, ma quello che io dico
è solo un semplice lume della luce intera.
La forma universal di questo nodo
credo ch’i’ vidi, perché più di largo,
dicendo questo, mi sento ch’i’ godo. Sono certo di aver visto la forma universale
del Creato, perchè, anche solo dicendo questo,
sento di provare un godimento immenso.
Un punto solo m’è maggior letargo
che venticinque secoli a la ’mpresa
che fé Nettuno ammirar l’ombra d’Argo. Un solo punto è oblio per me, più che i 25 secoli
dall’impresa degli Argonauti
Così la mente mia, tutta sospesa, in cui Nettuno vide la prima ombra di una nave.
mirava fissa, immobile e attenta,
e sempre di mirar faceasi accesa. Così la mia mente, totalmente sospesa,
mirava fissa, immobile ed attenta,
A quella luce cotal si diventa, e sempre di guardare era desiderosa.
che volgersi da lei per altro aspetto A quella luce si diventa tali che
è impossibil che mai si consenta; distogliere lo sguardo per un altro soggetto
è impossibile e mai consentito;
però che ’l ben, ch’è del volere obietto,
perciò il bene, cioè l’oggetto cui tende la volontà,
è tutto raccolto in questa luce, e fuori da essa
è imperfetto ciò che in lei è perfetto.
Ne la profonda e chiara sussistenza
de l’alto lume parvermi tre giri ma in virtù della mia vista che acquisiva forza
di tre colori e d’una contenenza; guardando quella luce, a me [sembrava] che
mutasse la Trinità, mentre ero io che cambiavo.
e l’un da l’altro come iri da iri
parea reflesso, e ’l terzo parea foco Nella limpida e profonda essenza
che quinci e quindi igualmente si spiri. della luce di Dio mi apparvero tre cerchi
di tre colori e di una unica dimensione;
Oh quanto è corto il dire e come fioco
al mio concetto! e questo, a quel ch’i’ e uno con l’altro sembrava il riflesso
vidi, come due arcobaleni, e il terzo sembrava fuoco
è tanto, che non basta a dicer ’poco’. che spirasse da entrambi in egual maniera.
ma non eran da ciò le proprie penne: ma non era sufficiente il mio intelletto:
se non che la mia mente fu percossa se non che la mia mente venne percossa
da un lampo così che avvenne ciò che Lei volle. di cibi succulenti, di vini raffinati.
Egli strapperà su questo monte
All’immaginazione ora mancò la capacità, il velo che copriva la faccia
ma già il mio desiderio ed il volere erano soddisfatti, di tutti i popoli
come una ruota che e la
si muove di moto Perché cercate tra i morti colui che è vivo?
uniforme,
coltre
dall’amor che Non è qui, è risorto. distesa
muove il sole e le Luca 24,5-6 su tutte
altre stelle. le
nazioni.