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Premessa
L'Agenzia europea per la difesa (European Defence Agency, Eda), ha pubblicato il 6 L'Agenzia
dicembre 2021 il rapporto annuale "Defence data 2019-2020" sulla spesa degli Stati europea per la
membri nel settore della difesa. difesa
L'Eda raccoglie ed elabora dati su base annua dal 2006. I ministeri della Difesa dei Paesi
membri dell'Agenzia (tutti gli attuali stati dell'Unione europea, ad eccezione della
Danimarca) forniscono le informazioni e l'Agenzia li trasforma in dati aggregati. A partire
dal Rapporto 2018-2019, i dati non includono più le spese per la difesa dati del Regno
Unito, in seguito all'uscita di questo Paese dall'Unione europea. I dati sulla spesa per la
difesa sono forniti a prezzi costanti del 2020, al fine di tenere conto dell'inflazione e
consentire un confronto nel tempo.
I dati dei singoli Stati Membri sono raccolti e resi pubblici dall'EDA in una banca dati.
L'Agenzia europea per la difesa (EDA) è stata istituita nel 2004. Promuove la collaborazione, lancia
nuove iniziative e propone soluzioni per migliorare le capacità di difesa. Inoltre aiuta gli Stati
membri che lo desiderano a sviluppare capacità comuni di difesa. L'EDA è un elemento chiave
nello sviluppo delle capacità che sono alla base della politica di sicurezza e di difesa comune
(PSDC). L'EDA, che ha sede a Bruxelles, è presieduta dall' Alto rappresentante dell'Unione per gli
affari esteri e la politica di sicurezza che è responsabile del funzionamento e dell'organizzazione
generale dell'Agenzia e presiede le riunioni del comitato direttivo. Quest'ultimo – composto dai
rappresentanti degli Stati membri partecipanti a livello dei ministri della Difesa, e dalla
Commissione – è l'organo decisionale dell'EDA.
Tabella 1 – Spese per la difesa nel complesso degli Stati Membri EDA e in Italia
I grafici seguenti illustrano la situazione dei Paesi membri dell'EDA per quanto riguarda le
spese per la difesa in rapporto al PIL (Grafico 1) e pro capite (Grafico 2).
Grafico 1 – Spese per la difesa in percentuale del PIL negli Stati Membri EDA –
anno 2020
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Grafico 2 – Spese per la difesa pro capite negli Stati Membri EDA – anno 2020
(valori in euro)
Nella Figura 2 è rappresentata la serie storica delle spese relative agli investimenti nel
settore della difesa nell'UE nel periodo 2005/2020 e dalla quale si evince che la spesa per
gli investimenti nel 2008 è stata superiore del 35% al valore minimo toccato nel 2014
(anno di riferimento) e ha raggiunto nuovamente un livello simile a quello pre-crisi nel
2018, registrando poi ulteriori aumenti nel 2019 e nel 2020.
Nel 2019, inoltre, per la prima volta dal 2010, il complesso degli Stati membri ha
superato il parametro del 20 per cento di spesa per investimenti sul totale della spesa
per la difesa, come emerge dal grafico di Figura 3.
Nel 2020, quindi, per il secondo anno consecutivo la percentuale di spese per la difesa
riguardanti gli investimenti superano l'obiettivo del 20%.
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Si ricorda che, nell'ambito della cooperazione strutturata permanente nel settore della difesa
(PESCO) gli Stati partecipanti hanno concordato di assumere una serie di impegni vincolanti, tra
cui l'aumento delle risorse per i bilanci per la difesa, al fine di conseguire l'obiettivo di un
aumento a medio termine della spesa al 2% sul Pil (obiettivo concordato anche in ambito Nato),
con una quota del 20% per investimenti nel settore della difesa. Per approfondimenti si rinvia
al seguente dossier (da pag. 41). Per approfondimenti sugli obiettivi definiti in ambito NATO
all'interno del cd. burden sharing si rinvia all'apposito dossier del Servizio Studi "Le spese per la
difesa in ambito NATO".
Figura 4 – Percentuale di investimenti nella spesa per la difesa degli Stati Membri,
degli Stati Uniti e della Cina
(Valori percentuali)
Per quanto concerne l'Italia, nel 2020 la percentuale di spese di investimento all'interno La spesa per gli
delle spese per la difesa raggiunge il 24,6%, a fronte del 22,2 per cento a livello europeo, investimenti in
come mostra la tabella 2. Italia nel 2020
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Tale percentuale (riferita all'anno 2020) è la medesima indicata anche nel Report Nato
del 31 marzo 2021 sulle spese per la difesa nel 2020 (cfr. dossier "Il bilancio della Difesa in
ambito NATO).
Tabella 2 – Spese per investimenti nella difesa nel complesso degli Stati Membri
EDA e in Italia
Fonte: Elaborazione Servizio Studi – Dipartimento Difesa, su banca dati EDA. Secondo le
definizioni EDA, le spese in investimenti per la difesa comprendono le spese per l'acquisto di
attrezzature per la difesa e le relative spese di ricerca e sviluppo. Le spese per le attrezzature
per la difesa non comprendono le spese di funzionamento e manutenzione (pezzi di ricambio e
forniture, costi relativi alla manutenzione dei servizi di pubblica utilità e delle infrastrutture).
Tabella 3 – Componenti della spesa per investimenti nella difesa nel complesso
degli Stati Membri EDA e in Italia
Fonte: Elaborazione Servizio Studi – Dipartimento Difesa, su banca dati EDA. Secondo le
definizioni EDA, le spese in investimenti per la difesa comprendono le spese per l'acquisto di
attrezzature per la difesa e le relative spese di ricerca e sviluppo. Le spese per le attrezzature
per la difesa non comprendono le spese di funzionamento e manutenzione (pezzi di ricambio e
forniture, costi relativi alla manutenzione dei servizi di pubblica utilità e delle infrastrutture).
Sia l'approvvigionamento militare europeo, sia le attività di ricerca e sviluppo nel settore
della difesa hanno risentito in modo significativo delle misure di revisione della spesa
pubblica adottate successivamente alla crisi finanziaria del 2008. Tuttavia, la spesa in R&S
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per la difesa è diminuita per un periodo di tempo maggiore rispetto a quella per gli
approvvigionamenti militari, raggiungendo il livello più basso nel 2016 (vedi Figura 5).
Successivamente, dal 2017 la spesa in R&S per la difesa ha avuto una ripresa,
raggiungendo nel 2019 un livello simile al 2007 e superandolo nel 2020.
Nel 2020, la spesa per nuovi approvvigionamenti militari è aumentata del 4% rispetto al
2019, raggiungendo i 36 miliardi di euro. La spesa in R&S per la difesa è aumentata del
7%, raggiungendo il valore di 8 miliardi di euro.
Si ricorda che il Consiglio affari esteri dell'UE ha adottato l'11 dicembre 2017 – sulla base
della proposta presentata da Francia, Germania, Italia e Spagna – la decisione (PESC)
2017/2315 con la quale si istituisce una cooperazione strutturata permanente nel settore
della difesa (PESCO).
Il 14 dicembre 2020 il Consiglio dell'UE ha raggiunto un accordo politico in merito alla
proposta di regolamento relativa all'istituzione del Fondo europeo per la difesa nel
contesto del quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2021-2027.
Il Fondo europeo per la difesa, è dotato di risorse complessive, nel bilancio Ue 2021- Il Fondo europeo
2027, per circa 7,9 miliardi di euro, divisi tra finanziamenti alla ricerca (2,6 milioni) e allo per la difesa
sviluppo (5,3 milioni).
Il Fondo ha l'obiettivo di rafforzare l'industria europea di settore, favorire le economie di
scala e la standardizzazione dei sistemi di difesa, in modo da rendere più efficiente le
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spese degli Stati membri, e favorire una maggiore interoperabilità tra le diverse forze
armate nazionali.
Il Fondo copre tutto il ciclo produttivo dell'industria della difesa: ricerca,
progettazione, sviluppo dei prodotti ma anche catene di approvvigionamento e collaudi.
Considerato che il suo obiettivo è migliorare la cooperazione in ambito UE, i progetti sono
finanziabili solo se coinvolgono, in un consorzio, almeno tre soggetti giuridici diversi (non
controllati tra loro) di tre diversi Stati membri.
Incentivi particolari sono previsti per la ricerca sulle cosiddette "tecnologie di rottura", per i
progetti approvati nell'ambito della Cooperazione strutturata permanente e per quelli che
coinvolgono piccole e medie imprese.
Il ciclo di programmazione del Fondo si è avviato nel giugno del 2021, con la
pubblicazione dei primi 23 bandi, di cui 11 nel settore della ricerca, e 12 nel settore dello
sviluppo, in 15 categorie, che comprendono la difesa chimica e batteriologica, la superiorità
informativa, la sensoristica, il cyber, lo spazio, la trasformazione digitale, la resilienza
energetica in ambito militare, la componentistica, il combattimento aereo, la difesa aere a
missilistica, il combattimento terrestre, la proiettabilità della forza, il combattimento navale
e le tecnologie di rottura. L'ammontare complessivo dei fondi per questa prima tornata
è di 1,2 miliardi di euro. La valutazione dei progetti presentati è attualmente in corso e
l'individuazione è prevista entro l'anno.Per un approfondimento si rinvia al seguente dossier
Consiglio europeo Bruxelles, 24 e 25 marzo 2022
Si ricorda inoltre che il 21 marzo 2022 il Consiglio UE ha approvato la Bussola strategica,
con lo scopo di definire obiettivi concreti per rafforzare lasicurezza dell'Unione e delineare le
sue prospettive strategiche per i prossimi 5-10 anni. Per approfondimenti si rinvia alla Nota
n. 95 su atti dell'UE del Senato.
Nel 2020, solo 3 Stati Membri hanno raggiunto l'obittivo del 35%, mentre nel 2019 erano
5, compresa l'Italia.
Come mostra la Tabella 5, il nostro Paese, che nel 2019 aveva raggiunto la percentuale
del 35% di acquisti collaborativi in ambito europeo per equipaggiamenti della difesa, nel
2020 ha ridotto la percentuale al 18,5% (comunque superiore alla media degli Stati Membri
dell'11,1%).
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Fonte: Elaborazione Servizio Studi – Dipartimento Difesa, su banca dati EDA.