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Piccola Antologia Esoterica
Prefazione
di Diego Marin
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Prefazione
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Piccola Antologia Esoterica
* Il nome completo di Ilo era Ilo (poi latinizzato in “Iulo”) Ascanio. Da lui
si fa discendere la Gens Iulia.
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Prefazione
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Piccola Antologia Esoterica
Introduzione
Buoni e Cattivi
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Buoni e Cattivi
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Piccola Antologia Esoterica
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Buoni e Cattivi
*Religione fondata in Persia nel VII secolo a.C. dal predicatore Zoroastro
(Zaratustra) secondo la quale il dominio sull’universo sarebbe conteso tra
le forze del bene, guidate da Ahura Mazda (Ormus), e le forze del male,
guidate da Angra Mainyu (Ahriman).
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Georges Ivanovic Gurdjieff (Gyumri 1866 - Neuilly-sur-Seine 1949) è
stato il portatore in occidente di una disciplina battezzata “quarta via” (in
contrapposizione alle vie del fachiro, del monaco e dello yogi), un sistema
per l’evoluzione psichica e spirituale dell’individuo che prende inizio
dall’equilibratura dei centri operativi (intellettuale, emozionale, motorio,
istintivo e sessuale) e volge verso l’unificazione dell’“IO” e il ricongiungi-
mento alla divinità. Egli apprese tale sistema negli anni a cavallo tra ‘800
e ‘900 dagli adepti di una confraternita sufi installata a Nusaybin (oggi Ni-
sibis, Siria), i quali a loro volta riportavano le conoscenze cristiano-gnosti-
che assorbite dai Mazdakiti di Persia. Vedi D. Marin, Appunti di Storia Proi-
bita, SoleBlu 2022.
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Alejandro Jodorowsky (Tocopilla, 17 febbraio 1929) è un drammaturgo,
regista, attore, compositore e scrittore cileno naturalizzato francese.
Ideatore di un metodo di guarigione tra l’esoterico e lo psicologico da lui
denominato psicomagia.
§
Vadim Zeland è un fisico teorico e un esoterista russo. È ideatore di una
pratica mentale da lui chiamata transurfing il cui scopo è lo spostamento
della nostra coscienza tra le infinite varianti che sovrapposte nel mo-
mento presente conducono cionondimeno a futuri radicalmente diversi.
§§
Carlos Castaneda (Cajamarca, 25 dicembre 1925 – Los Angeles, 27 aprile
1998) è stato uno scrittore peruviano naturalizzato statunitense. Nei suoi
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Piccola Antologia Esoterica
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Vivianne Crowley (New Forest, ...) è una psicologa, saggista, sacerdo-
tessa wiccan e docente universitaria britannica. Fu iniziata alla Wicca
all’età di diciannove anni da Alex Sanders, fondatore della tradizione ale-
xandriana, e da sua moglie Maxine. Qualche anno più tardi ricevette an-
che l’iniziazione alla tradizione gardneriana da Madge Worthington e Ar-
thur Eaglen, fondatori della linea Whitecroft. È l’unica persona conosciuta
a essere stata membro di congreghe sia gardneriane che alexandriane.
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Buoni e Cattivi
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Capitolo 1
Forme-Pensiero ed Eggregore
Cosa Sono
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Forme-Pensiero ed Eggregore
può pertanto avere l’origine più svariata, potendo questa attitudine iden-
tificarsi con l’adorazione, il senso di colpa, il senso del dovere, il desiderio
di soddisfare un certo stereotipo, la paura, ecc. La forma-pensiero (FP)
trae energia da comportamenti in sintonia con l’attitudine che l’ha gene-
rata e cerca pertanto di condizionare i pensieri della vittima affinché li
mantenga.
In particolare essa può essere riconosciuta in una diagnosi di disturbo
ossessivo-compulsivo, il quale, mantenendo fissa l’attenzione del pa-
ziente su un pensiero secondario, anche variabile nel tempo, gli impedisce
di scorgere l’attitudine che ha creato la forma-pensiero, l’identificazione
e la cessazione della quale curerebbero immediatamente il disturbo.
Se il paziente comprendesse la reale natura del suo problema, egli ces-
serebbe l’attitudine che ha dato vita alla FP, così che quest’ultima, trovan-
dosi senza energia, si consumerebbe fino a sparire completamente. È per
impedire che questo accada che la FP tiene il paziente occupato mental-
mente su questioni del tutto irrilevanti, al punto da costruire per lui una
finta logica che trasforma l’irrilevante in rilevante.
Uno psichiatra della mia città mi raccontò di una paziente che aveva
una paura irragionevole di contrarre l’AIDS, e che per questo non voleva
che due tecnici (potenzialmente contagiosi) salissero sul suo tetto a siste-
marle l’antenna. Il medico le chiese come ritenesse possibile, anche ac-
cettando che uno o entrambi i tecnici fossero stati malati, che la malattia
potesse raggiungerla. La donna rispose con semplicità che uno dei due
tecnici poteva masturbarsi sul tetto, e che poi la pioggia avrebbe potuto
trasportare lo sperma a terra attraverso la grondaia. Qui, avrebbe potuto
rimbalzare sul cemento per risalirle la gonna mentre lei passava lì accanto
per portare da mangiare al cane. Questa è esattamente la finta logica che
può creare una forma-pensiero.
In alcuni casi tuttavia la forma-pensiero può essere creata volontaria-
mente, e c’è chi ne incentiva la formazione “decorando” la propria attitu-
dine ossessiva con un rituale. Per esempio uno potrebbe essere ossessio-
nato dal desiderio di acculturarsi, al punto da desiderare di vincere sem-
pre e comunque la stanchezza. Così inizia ad accendere una coppia di can-
dele e a bruciare dell’incenso prima di aprire i libri, magari invocando delle
divinità che poi ringrazia a lavoro concluso. Tanto basta per accelerare la
formazione della FP, la quale continuerà giorno dopo giorno a condizio-
nare il praticante affinché si dedichi assiduamente allo studio. In questo
caso, inoltre, con la volontà del praticante allineata alla volontà della FP,
potrebbe accadere un fenomeno singolare: l’apertura di un canale con la
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Ce n’è un’altra, più lontana, collegata con quella che si trova lungo i nadi. È
attaccata allo stesso filo conduttore, e si colloca nella prima infanzia di Luce. Que-
sta FP contiene tutto il suo dolore e l’incomprensione di un mondo di cui non vuol
più sentir parlare.
Un trattamento terapeutico consentirà a Luce di ricordare: Luce è nel lettino,
ha appena compiuto quattro anni, e dorme di un sonno lieve quando, all’improv-
viso, sente su di sé un alito impregnato d’alcool. È un odore che conosce bene,
che contemporaneamente le piace e le fa paura. L’alito carico di vapori inebrianti
e pesanti si fa più pronunciato, famigliare e inquietante insieme: l’odore di suo
padre. Luce non vuole aprire gli occhi, dentro sente un inspiegabile senso di insi-
curezza. È come immersa nella violenza. Non ci sono grida, né parole, ma la sente,
è quasi palpabile. La piccola tiene gli occhi chiusi, quasi li stringe, perché lo
sguardo di suo padre la spaventa sempre e preferisce evitarlo. In fondo spera che
il papà se ne andrà, che non la vedrà, dal momento che lei non lo guarda. Ma il
papà, però, non se ne va. La mamma è uscita per delle commissioni… e comun-
que, non sarà mai presente a difenderla. Quando Luce racconterà, una volta sol-
tanto, ciò che ha vissuto quel giorno e molte altre volte in seguito, la mamma
rifiuterà di crederci. Luce si sentirà colpevole, si sentirà impazzire dalla sofferenza
di non venire creduta… e tacerà per un bel pezzo. “Tradimento… tradimento!”, è
la parola che, da allora, Luce si porta dentro.
Inizialmente si proteggerà prendendo peso, rendendo il suo fisico poco at-
traente, e poi sviluppando una corazza di aggressività protettiva.
Oggi è una giovane adulta, e di quelle protezioni non ha più bisogno; ma le
resta una FP che continua a generare lo stesso meccanismo di autodifesa fin nelle
cellule. Una FP di collera e rancore, di paura e smarrimento davanti a un’infanzia
che ritiene le sia stata rovinata.
Luce non ha mai perdonato i suoi genitori per quel tradimento ad un’età in
cui poteva contare su di loro soltanto. È una delle ragioni della presenza di quella
FP, ancora così ingombrante.
Mi sembra già di sentire la domanda:
«Ma è ingiusto! Luce è la vittima, e come se non bastasse le tocca subire an-
che l’effetto nefasto della FP che ha generato a causa di genitori incompetenti…
Come lo spieghi?»
In questo istante apro un libretto che si intitola Un temps pour Soi, e leggo:
«non possono esserci né vittime né cattivi. Vi è solo il risultato del tuo pensiero
su qualcosa».
È una risposta chiara: ciò che accade non viene dall’esterno, ma è attratto da
quella parte di noi “che sa”, allo scopo di rimetterci in contatto con un’esperienza
che non è né giusta né ingiusta, bensì necessaria per cancellare, capire e risolvere
una difficoltà che ci portiamo appresso, perlopiù all’insaputa del nostro conscio.
Che Luce si ribelli e agisca è completamente logico, anzi è necessario. Ma che
si tenga dentro il rancore, il senso di colpa o la disperazione non l’aiuterà per
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nulla, e non farà che contribuire ad imprigionare i suoi corpi, uno dopo l’altro,
senza risolvere la storia.
Eggregore
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mia impressione è che si tratti di semplice truffa, come una truffa è quella
che spaccia per piramidi delle colline nella vicina Visoko.
Nel diagramma ad albero che dalla Divinità-Unica conduce alle molte-
plici divinità inferiori, le eggregore cristiane sono collocate su rami attigui
ai rami delle divinità pagane con cui condividono l’archetipo, con la Ma-
donna a fianco di Iside (la Madre) e Giovanni Battista a fianco di Belenos
(il Custode delle Acque).
* Nella Cabala il Dio cristiano viene addirittura appellato con nomi diversi
a seconda dell’aspetto che si desira evocare (vedi V. Crowley, La Cabala
della Dea, Phanes 2021), rivelando in tutto e per tutto come anche il Cri-
stianesimo sia di fatto una religione politeista, benché ben mascherata.
Eggregore e DOC
«Il pendolo (i.e. l’eggregora) può agire o tramite i suoi sostenitori, ovvero
le persone coinvolte nel determinato problema, oppure tramite oggetti
inanimati. Fissa l’emissione di energia mentale su una determinata fre-
quenza e succhia l’energia mentre la persona è aggravata dal problema.
Sembrerebbe a prima vista che la fissazione della frequenza sull’oggetto
possa aiutare a concentrarsi. Come può, allora, ostacolare la soluzione del
problema? Il fatto è che il pendolo fissa i nostri pensieri in un settore ri-
stretto del campo d’informazione. La risoluzione, per contro, può trovarsi
oltre i limiti di questo settore. Ne deriva che l’uomo pensa e agisce nei
limiti di uno spazio ristretto e risulta impedito a guardare il problema da
un più largo punto di vista. Le soluzioni originali e dettate dall’intuizione
vengono proprio quando l’uomo si libera dall’influenza del pendolo e si
guadagna la libertà di pensare in un’altra direzione» (Vadim Zeland, Rea-
lity Transurfing, Macro 2009, p. 76).
La sintomatologia di una connessione coatta ad un’eggregora è iden-
tica a quella del Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC). Il DOC di origine
psicologica è quello che si sviluppa quando ci troviamo a possedere un
ricordo o a vivere una situazione altamente disturbante, al punto che il
cervello tenta di nasconderlo/a sovrapponendogli appunto un pensiero
ossessivo. Questo può essere un’immagine, una canzone, una paura, ecc…
e tanto deve oscurare la vera causa del disturbo da ricavarsi una sorta di
esclusiva, riuscendo a convogliare su di sé il 90% delle nostre capacità ce-
rebrali, rendendo davvero difficile portare l’attenzione altrove, formulare
discorsi complessi, ragionare o richiamare alla memoria fatti e nozioni
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Forme-Pensiero Genealogiche
Una forma-pensiero non dissolta può sopravvivere alla morte fisica del
soggetto che l’ha generata e rimanere sospesa nell’ambiente (tipica-
mente la casa) a cui il soggetto era maggiormente legato. Qui si pone in
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Varianti
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*** Non ho potuto fare a meno di ricordare la risposta del fabbro Godor
alla domanda di Gatsu “Perché fai il fabbro?”, presa dal manga Berserk di
Kentaro Miura: «Tradizione di famiglia… dai tempi del mio bisnonno. […]
Ancora prima di camminare, tenevo in mano un martello. Prima di poter
decidere se mi sarebbe piaciuto, ho iniziato a battere il ferro che avevo
davanti. Poi ho pensato soltanto a diventare sempre più bravo… a forgiare
spade sempre migliori. E così gli anni sono volati. Eh! La vita è semplice. È
da quando son nato che continuo a battere il ferro. Come l’uomo non sa
perché vive, neanch’io so perché percuoto il metallo. Sai… c’è una cosa
che mi piace di questo lavoro. […] Le scintille. Sono belle, mi affascinano.
Sono come la vita, come se fossero la mia stessa vita che in un istante
esplode davanti ai miei occhi».
Le Epidemie
Vadim Zeland, Reality Transurfing, Macro 2009, pp. 183ss.
Voi forse penserete: qui le linee della vita non possono c’entrare niente, una per-
sona si ammala perché è stata contagiata. E avete ragione, ma solo affermando
che la persona ha permesso di farsi contagiare. Non voglio dire che doveva an-
darsene in giro con la mascherina. Non l’avrebbe comunque aiutata.
Dunque, scopriamo l’anamnesi di una malattia. La causa di una malattia è il
vostro volontario consenso a prender parte al gioco che si chiama “Epidemia”.
Tutto incomincia quando sentite dire in giro che da qualche parte si è scatenata
una epidemia. Tutte le persone normali sanno che l’epidemia si trasmette per via
aerea, quindi voi, come ogni persona normale, ammettete tranquillamente
l’eventualità che tutti possano essere contagiati. In testa turbina già lo scenario
della malattia: vi immaginate con la febbre, vi vedete già starnutire e tossire. È
fatta: da questo momento siete già in gioco, poiché emettete energia mentale
alla frequenza del pendolo (i.e. dell’eggregora) distruttivo(a).
Inconsciamente cercate già la conferma dell’avanzare dell’epidemia e la vo-
stra attenzione comincia a lavorare selettivamente. Intorno a voi vedete persone
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che starnutiscono, ovvero, prima non le notavate anche se c’erano, ma adesso sì;
al lavoro e a casa di tanto qualcuno parla dell’influenza. Ovunque trovate nuove
conferme della vostra supposizione, cioè del fatto che l’epidemia sta avanzando,
anche se voi apposta non cercate conferme e il tema più di tanto non vi preoc-
cupa. Pare quasi che le circostanze avvengano da sole. Ciò perché, se all’inizio del
gioco vi eravate sintonizzati sulla frequenza del pendolo distruttivo, poi il legame
è diventato via via più forte, indipendentemente dalla vostra partecipazione con-
sapevole. Se poi non siete così contrari ad ammalarvi o siete propensi a non aver
scampo, significa che siete già un sostenitore attivo del pendolo. Si può anche
verificare il caso contrario: avete deciso di non ammalarvi e vi siete persuasi di
essere assolutamente sani e di non correre alcun rischio. Anche questa volta,
però, non ne verrà fuori niente: state comunque pensando alla malattia e quindi
emettete energia alla frequenza della malattia. Direzionare i pensieri a favore o
contro la malattia non ha nessuna importanza. In altri termini: se cercate di con-
vincervi che non vi ammalerete, significa che fin dall’inizio ammettete questa
possibilità, quindi non vi aiuterà alcuna persuasione del contrario. Le parole dette
ad alta voce smuovono semplicemente l’aria. Le parole dette tra sé e sé non sono
invece niente, mentre la fede è una energia potente, anche se non ha voce. Giunti
a questo livello non vi salverete dall’epidemia nemmeno se correrete a farvi vac-
cinare. Vi ammalerete lo stesso, in una forma o nell’altra. Il primo sintomo della
malattia vi porrà di fronte ad una scelta: cedere alla fin fine alla malattia o no?
Voi opporrete una debole resistenza e vi rassegnerete poi ad ammalarvi. Questo
esito apporterà una correzione definitiva alla vostra emissione di energia e vi tra-
sferirete sulla linea della vita dove la malattia si manifesta pienamente.
Il passaggio indotto è iniziato nel momento in cui avete accettato il pendolo-
malattia. Se veramente ve ne infischiate, il passaggio non avverrà; analogamente,
se siete in vacanza, non siete in contatto con nessuno, non ascoltate le notizie e
non sapete niente dell’epidemia, il pendolo non vi toccherà, affonderà semplice-
mente nel vuoto.
Vi siete mai chiesti perché i medici non vengono contagiati dai malati? Molti
di loro lavorano anche senza protezioni. Non è perché sono vaccinati, tanto più
che non ci si può vaccinare contro tutte le malattie. Il fatto è che anche i medici
giocano attivamente al gioco pendolo-malattia, ma il loro ruolo è un altro.
Per analogia, provate a seguire il comportamento delle hostess in aereo: que-
ste buone fate raccomandano insistentemente a tutti di legare le cinture. Loro,
invece, volteggiano per l’aereo come se, in caso di avaria, potessero librarsi in
aria alla maniera dei colibrì.
Le Guerre
Vadim Zeland, Reality Transurfing, Macro 2009, pp. 179ss.
In sostanza la guerra scoppia, più o meno, come una rissa banale. All’inizio una
parte esprime la sua opinione all’altra parte. Quest’ultima ha un’opinione
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opposta, pertanto il punto di vista diverso funziona come una spinta del pendolo
(i.e. l’eggregora) distruttivo(a). La seconda parte risponde alla prima spinta con
un impulso più forte e, dal canto suo, la prima parte risponde in modo ancora più
aggressivo. E così via con intensità crescente, finché non si arriva alle mani.
Questo esempio offre un quadro semplice e chiaro di lotta di due pendoli che,
cozzando l’uno contro l’altro, oscillano con forza crescente. Quando una guerra
o una rivoluzione sono in incubazione, entrano in gioco vari fattori, ma la so-
stanza è la stessa.
All’inizio si dice alla gente che si vive male. Tutti concordano facilmente con
quest’affermazione: la prima battuta del pendolo viene accettata. Poi si trova una
spiegazione: a vivere meglio ci disturba qualcun altro di diverso da noi. Ciò suscita
l’indignazione generale e il pendolo incomincia ad oscillare. Quindi segue una
provocazione da parte dell’una o dell’altra parte e ciò origina una tempesta di
proteste. Il pendolo ha preso forza e la guerra o la rivoluzione possono comin-
ciare. Ogni colpo di pendolo genera una ripercussione che rafforza ulteriormente
le oscillazioni, fino a farle smottare in forma di valanga sulle linee della vita dove
la tensione è in continuo crescendo.
Un tentativo di cambiare la situazione si può fare solo all’inizio, giacché poi
essa esce fuori da ogni controllo. Se all’inizio del movimento di avvolgimento
della spirale si risponde al primo attacco del pendolo in modo pacifico o spostan-
dosi di lato, il pendolo verrà affossato o estinto; di conseguenza, il passaggio su
una nuova voluta della spirale, ovverossia su una nuova linea, verrà bloccato. Se
invece si accettano le oscillazioni del pendolo, la frequenza di oscillazione del par-
tecipante verrà ad assumere parametri somiglianti alle linee della nuova voluta
della spirale.
Purtroppo, il fatto che un singolo partecipante agli eventi non reagisca al pen-
dolo, non dà ancora garanzia che egli non verrà coinvolto in una guerra o in una
rivoluzione. Per chi è stato risucchiato in un vortice potente è praticamente im-
possibile uscirne fuori, per quanti sforzi faccia. Tuttavia, il partecipante che non
accetta il gioco del pendolo avrà per lo meno più chances di sopravvivere e di
uscire dalla situazione con una perdita minima. Attenzione, però bisogna capire
bene cosa significhi non accettare una guerra o una rivoluzione. Potete odiare
profondamente la guerra e lottarci attivamente contro; al pendolo è assoluta-
mente indifferente se siete pro o contro, gli va bene l’energia di qualsiasi segno.
Se emettete energia alla frequenza della guerra, avrà luogo un passaggio su que-
sta linea: accetterete la guerra, ne prenderete parte, sarete sul campo di batta-
glia. Se invece lottate contro la guerra, essa vi ingoierà comunque. Non accettare
il pendolo-guerra significa ignorarlo. È vero che non è sempre facile ignorare, e
qui sta proprio il pericolo del passaggio indotto. Però si può quanto meno non
prendere posizione, né contro né a favore. Sono sempre esistiti paesi neutrali
che, rimanendo da parte, assistevano alla distruzione di interi popoli, gli uni per
mano degli altri.
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… p. 53 … Quanto alla logica con cui viene concepita oggi la guerra, essa può es-
sere resa dalla metafora seguente: su un albero del bosco sta appeso un nido di
api. Ci vivono api selvatiche che si occupano della loro covata e di produrre il
miele. Ma un bel giorno al nido si avvicina un pendolo e dichiara ai propri seguaci:
«Vedete queste api? Sono selvatiche ed estremamente pericolose. Bisogna asso-
lutamente eliminarle o almeno distruggere il loro nido. Non mi credete? Guar-
date!» E incomincia a stuzzicare il nido con un bastone. Le api volano fuori dal
nido e attaccano i seguaci del pendolo. E il pendolo dichiara trionfante: «Ve
l’avevo detto io che erano aggressive! Bisogna subito eliminarle!».
Quali che siano gli slogan usati da guerre e rivoluzioni per giustificare sé
stesse, la sostanza è una sola: si tratta di una battaglia di pendoli per la conquista
di seguaci.
Le forme di battaglia possono essere le più diverse, ma il fine è solo uno: fare
più proseliti possibile. Le energie fresche, infatti, sono d’importanza vitale per il
pendolo. In loro assenza il pendolo si fermerebbe. Per questo la battaglia dei pen-
doli è in realtà una mera lotta di sopravvivenza, inevitabile e naturale.
Magia “Simulata”
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L’Espansione dell’Universo
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(come rabbia e rancore) e preserva la nostra energia per intenti molto più
nobili della vendetta.
Il “Doppio”
Il Ricordo del Sé
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§
L’Essenza conterrebbe inoltre lo “schema”, impressole miliardi di anni fa
per mezzo di un rituale operato da un gruppo di Angeli, che determina la
percezione dell’universo in termini di odori, sapori, colori, suoni e sensa-
zioni tattili. Vedi D. Mansuino, Signori di Volontà e Potere, Amenothes
2014.
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Per approfondire i centri operativi e le loro suddivisioni consiglio la let-
tura di Sergio Antonio, Questione di Presenza – il lavoro in una scuola spi-
rituale -, pubblicazione a cura dell’autore, Roma 2020 (specie pp. 42-57);
e Maurice Nicoll, Commentari Psicologici vol. 3, Eifis 2021 (specie pp. 298-
318).
In sintesi, il sistema di controllo della macchina umana risulta diviso in
cinque compartimenti o centri: mentale (quadri), emozionale (cuori),
istintivo (fiori), motorio (picche) e sessuale, benché per la maggior parte
delle funzioni gli ultimi tre si comportino come un unico centro. A questi
si aggiungono il centro emozionale superiore e il centro mentale supe-
riore, che tuttavia entrano in attività solamente in seguito all’applicazione
dei due shock coscienti (vedi capitolo 2) e alla solarizzazione dei corpi sot-
tili. Essi necessitano infatti per il proprio funzionamento delle energie H12
e H6.
Ogni centro è suddiviso a sua volta in una sezione mentale (re), una
emozionale (regina) e una inferiore (fante), caratterizzate dal diverso tipo
di attenzione. Se l’attenzione richiede sforzo, il mio “io” attivo sta lavo-
rando nella sezione mentale; se l’attenzione non richiede sforzo, perché
in qualche modo è generata da un soggetto esterno (un potenziale
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partner, un quadro, un film, ecc.), il mio “io” attivo sta lavorando nella
sezione emozionale; se non c’è attenzione e il mio “io” attivo è per così
dire trascinato dall’abitudine, esso sta lavorando nella sezione inferiore.
Nel caso ad esempio del centro mentale, potremmo così ripartire il
contenuto delle sezioni: mentale (capacità creative, costruzioni, inven-
zioni, scoperte), emozionale (desiderio di conoscere e comprendere, pia-
cevolezza della scoperta), inferiore o formatoria (sagacia, scaltrezza, pru-
denza, curiosità, indiscrezione, immaginazione sfrenata, ripetizione mec-
canica di parole e frasi).
Nel caso del centro emozionale, abbiamo invece le sezioni: mentale
(creazione artistica), emozionale (emozioni religiose, estetiche e morali;
crudeltà, ostinazione, freddezza, gelosia), inferiore (piccoli desideri e “vo-
lontà” quotidiane, tutte le emozioni riferite alle nostre simpatie e antipa-
tie, espressione meccanica delle emozioni, riso e pianto, umorismo scon-
tato, gelosia e invidia).
Di tutti gli altri val la pena citare la sezione intellettuale del centro istin-
tivo (il cosiddetto re di fiori), poiché è ad essa che ci si affida durante il rito
magico. Per usare le parole di S. Antonio (pp. 43-44):
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Nella terminologia di Gurdjieff, l’Uomo n°1,2,3 è l’uomo comune, ignaro
del proprio livello spirituale e disinteressato ad accrescerlo. Si distingue
l’Uomo n°1, dominato dal corpo, l’Uomo n°2, dominato dalle emozioni, e
l’Uomo n°3, dominato dall’intelletto. «L’Uomo n°4 è colui che è in grado
di avere un vero scopo nella vita, di capire cosa vuole, e di iniziare a ope-
rare in direzione della propria trasformazione» (J. G. Bennett, L’Uomo Su-
periore, Ubaldini 1985, p. 71). Egli «è capace di mantenere un equilibrio
tra tutti e tre i centri» (Ibidem, p. 179). L’Uomo n°5 ha il pieno controllo
della propria volontà e la piena comprensione dei meccanismi dello spi-
rito (eccetto di quelli che intervengono limitatamente agli uomini n°6 e
n°7). Gli “io” della sua Personalità sono stati assorbiti dall’ESSENZA ed è
emerso l’“IO REALE”. L’Uomo n°6 è l’uomo purificato. «Coloro che rag-
giungono questo stadio in questa vita sono santi. Essi non agiscono per
propria iniziativa, ma è lo Spirito di Dio che agisce attraverso di essi. Essi
sono sotto l’azione diretta della Volontà di Dio e portano il fardello di tra-
smettere gli influssi provenienti dal mondo spirituale al resto dell’uma-
nità. Tuttavia non siamo ancora al termine. … [V]i è ancora una separa-
zione dalla Fonte, e questo è il significato del Purgatorio. Gurdjieff de-
scrive come tutto ciò che vi è sul pianeta Purgatorio è tutto ciò che vi è di
desiderabile per l’esistenza, ma che è uno stato intollerabile perché vi è
piena consapevolezza di cosa significhi essere separato dalla Fonte. Sino
a che questo stato non è raggiunto, la consapevolezza della separazione
è attenuata, diluita da tutte le altre illusioni che vi sono in noi» (Ibidem,
pp. 244-245). L’Uomo n°7 è infine l’uomo in cui è si è sviluppata la mas-
sima connessione con la Fonte e attraverso di Essa con tutti gli altri uomini
dello stesso livello. Questo è lo stadio raggiunto dai grandi Maestri Spiri-
tuali.
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Seduto sul mio letto nell’albergo di Bombay, alle tre del pomeriggio del 19
giugno 1936, fui scosso dalla mia meditazione da una luce beatifica. Davanti ai
miei occhi spalancati e stupefatti, l’intera stanza fu trasformata in uno strano
mondo e la luce del sole si trasformò in uno splendore superno.
Ondate di rapimento estatico mi sommersero nel vedere il corpo in carne ed
ossa di Sri Yukteswar!
«Figlio mio!». Il Maestro parlava teneramente, sul suo volto un sorriso da am-
maliare gli angeli.
Per la prima volta nella mia vita non m’inginocchiai ai suoi piedi per salutarlo,
ma gli andai subito incontro per stringerlo, con slancio quasi famelico, tra le mie
braccia. Momento ineguagliabile! L’angoscia dei mesi passati mi sembrò un tri-
buto di poco conto rispetto alla beatitudine che ora scendeva, torrenziale, su di
me.
«Maestro mio, amato del mio cuore, perché mi avete abbandonato?». Farne-
ticavo, nell’eccesso di gioia. […]
«Ti ho lasciato solo per breve tempo; non sono forse di nuovo con te?».
«Ma siete proprio voi, Maestro, lo stesso Leone di Dio? Avete addosso un
corpo come quello che ho seppellito sotto le crudeli sabbie di Puri?».
Sì, figlio mio, sono lo stesso. Questo è un corpo in carne e ossa. Benché io lo
veda etereo, alla tua vista esso è fisico. Dagli atomi cosmici ho creato un corpo
interamente nuovo, proprio come quel corpo fisico di sogno cosmico che tu hai
deposto sotto le sabbie di sogno a Puri, nel tuo mondo di sogno. Sono risuscitato
davvero: non sono sulla terra, bensì su un pianeta astrale. I suoi abitanti sono
maggiormente in grado, rispetto all’umanità terrestre, di soddisfare i miei criteri
elevati. Lì, un giorno, verrai anche tu, insieme alle persone evolute da te amate,
per restare con me».
«Guru immortale, ditemi di più!». […]
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Piccola Antologia Esoterica
«Così come i profeti vengono inviati sulla terra per aiutare gli uomini a esau-
rire il proprio karma fisico, io ho ricevuto da Dio l’ordine di servire su un pianeta
astrale come redentore» spiegò Sri Yukteswar. «Si chiama Hiranyaloka, o “Pia-
neta astrale illuminato”. Lì sto aiutando gli esseri evoluti a disfarsi del loro karma
astrale e a raggiungere così la liberazione dalle rinascite astrali. Gli abitanti di Hi-
ranyaloka sono altamente progrediti dal punto di vista spirituale; tutti hanno ac-
quisito, nella loro ultima incarnazione sulla terra, il potere conferito dalla medi-
tazione di lasciare consapevolmente il corpo fisico al momento della morte. Nes-
suno può giungere a Hiranyaloka se, sulla terra, non ha superato lo stato del sa-
bikalpa samadhi, accedendo allo stadio superiore del nirbikalpa samadhi.*
«Gli abitanti di Hiranyaloka hanno già attraversato le sfere astrali ordinarie,
dove devono recarsi, al momento della morte, quasi tutti gli esseri provenienti
dalla terra; lì essi hanno estinto molti semi delle loro azioni passate nei mondi
astrali. Soltanto gli esseri progrediti possono svolgere tale opera di redenzione in
modo efficace nei mondi astrali. Quindi, al fine di liberare completamente la loro
anima dal bozzolo delle tracce karmiche depositate nei loro corpi astrali, questi
esseri superiori sono stati indotti dalla legge cosmica a rinascere con nuovi corpi
astrali su Hiranyaloka, il sole o paradiso astrale in cui io sono risuscitato per aiu-
tarli. Su Hiranyaloka vi sono anche esseri altamente evoluti che provengono dal
superiore mondo causale, ancora più sottile. […]
«Come hai letto nelle Scritture, Dio ha racchiuso l’anima umana in tre corpi in
ordine successivo: il corpo-idea, o corpo causale; il corpo astrale sottile, sede
della natura mentale ed emozionale; il corpo fisico grossolano. Sulla terra gli es-
seri umani sono dotati dei propri sensi fisici. Gli esseri astrali operano con la pro-
pria coscienza, i propri sentimenti e un corpo fatto di prana.** Gli esseri dotati
soltanto di un corpo causale restano nel regno gaudioso delle idee. La mia opera
si svolge con gli esseri astrali che si stanno preparando a entrare nel mondo cau-
sale. […]
«Vi sono molti pianeti astrali, che pullulano di esseri astrali. Gli abitanti utiliz-
zano velivoli astrali, ossia masse di luce, per spostarsi da un pianeta all’altro a una
velocità superiore a quella dell’elettricità e delle energie radioattive.
«L’Universo astrale, formato da varie vibrazioni sottili di luce e colore, è cen-
tinaia di volte più vasto del cosmo materiale. L’intera creazione fisica pende come
un piccolo cesto solido sotto l’enorme pallone luminoso della sfera astrale. Così
come vi sono innumerevoli stelle e soli fisici che vagano nello spazio, vi sono an-
che infiniti sistemi solari e stellari astrali. I loro pianeti hanno soli e lune astrali,
più belli di quelli fisici. […]
«L’universo astrale ordinario – non il paradiso astrale di Hiranyaloka, di livello
più sottile – è popolato da milioni di esseri astrali, giunti in epoca più o meno
recente dalla terra, e anche da miriadi di esseri fatati, sirene, pesci, animali, fol-
letti maligni, gnomi, semidei e spiriti, che risiedono tutti in pianeti astrali diversi
a seconda delle loro caratteristiche karmiche. Sono disponibili varie dimore nelle
sfere celesti, o regioni vibratorie, per gli spiriti benigni e quelli maligni. Gli spiriti
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Forme-Pensiero ed Eggregore
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Piccola Antologia Esoterica
«Il corpo fisico dell’uomo è esposto a innumerevoli pericoli e può essere ferito
o mutilato facilmente; il corpo astrale eterico può talvolta subire tagli o contu-
sioni, ma guarisce istantaneamente con la semplice volontà. […] Gli esseri astrali
hanno [inoltre] il privilegio di potersi rivestire a piacere con corpi nuovi […].
«Coloro che furono amici in vite precedenti si riconoscono facilmente nel
mondo astrale» continuò Sri Yukteswar con la sua meravigliosa voce flautata.
«Gioendo dell’immortalità dell’amicizia, essi prendono coscienza dell’indistrutti-
bilità dell’amore, della quale si dubita spesso nei tristi momenti d’illusoria sepa-
razione nella vita terrena.
«L’intuizione degli esseri astrali oltrepassa il velo e osserva le attività umane
sulla terra, ma gli esseri umani non possono prendere visione del mondo astrale
a meno che il loro sesto senso non sia almeno in parte sviluppato. Migliaia di
abitanti della terra hanno intravisto fugacemente un essere astrale o un mondo
astrale.
«Gli esseri evoluti su Hiranyaloka […] contribuiscono con il loro aiuto alla so-
luzione degli intricati problemi del governo cosmico e alla redenzione dei figlioli
prodighi, cioè delle anime legate alla terra. […]
«La comunicazione fra gli abitanti dei mondi astrali si svolge interamente per
mezzo della trasmissione telepatica astrale di pensieri e immagini; sono del tutto
assenti la confusione e i fraintendimenti della parola scritta e parlata, a cui sono
ancora soggetti gli abitanti della terra. […]
«L’uomo dipende da solidi, liquidi, gas ed energia per il proprio sostenta-
mento; gli esseri astrali si alimentano principalmente di luce cosmica. […] [E tut-
tavia] Nei terreni astrali abbondano ortaggi che irradiano una tenue luminosità.
Gli esseri astrali consumano vegetali e bevono un nettare che fluisce da splen-
denti fontane di luce e dai fiumi e ruscelli astrali. […] Gli impercettibili progetti
astrali dei vegetali e delle piante creati da Dio, fluttuanti nell’etere, vengono fatti
precipitare su un pianeta astrale per volontà dei suoi abitanti. Allo stesso modo,
dalle più bizzarre fantasie di questi esseri, si materializzano interi giardini di fiori
fragranti per poi ritornare all’invisibilità eterica. Benché gli abitanti dei pianeti
celesti come Hiranyaloka siano dispensati quasi del tutto dalla necessità di man-
giare, ancora più incondizionata è l’esistenza delle anime quasi totalmente libe-
rate nel mondo causale, che non mangiano nulla, salvo la manna della beatitu-
dine.
«L’essere astrale affrancato dalla terra incontra una moltitudine di parenti,
padri, madri, mogli, mariti e amici acquisiti durante le diverse incarnazioni ter-
rene***, allorché essi appaiono, di tanto in tanto, in varie parti delle regioni
astrali. Egli rimane dunque disorientato, non sapendo chi amare in modo esclu-
sivo; impara in tal modo a rivolgere un amore divino ed equanime a tutti, in
quanto creature e manifestazioni individualizzate di Dio. Benché l’aspetto este-
riore delle persone amate possa essere cambiato, in misura maggiore o minore a
seconda dello sviluppo di nuove qualità nell’ultima vita di ogni singola anima,
l’essere astrale ricorre alla sua infallibile intuizione per riconoscere tutti coloro
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Forme-Pensiero ed Eggregore
che gli furono cari in altri piani di esistenza, dando loro il benvenuto nella loro
nuova casa astrale. Poiché ogni atomo della creazione è dotato di un’inestingui-
bile individualità#, un amico astrale verrà comunque riconosciuto a prescindere
dal costume con il quale è abbigliato, così come sulla terra l’identità di un attore
è riconoscibile a un’attenta osservazione, indipendentemente da qualsiasi trave-
stimento.
«L’arco di vita nel mondo astrale è molto più lungo rispetto a quello sulla
terra. La durata media della vita di un normale essere astrale progredito varia dai
cinquecento ai mille anni, misurati secondo i criteri temporali terrestri. Così come
talune sequoie sopravvivono di millenni alla maggior parte delle altre specie di
alberi, o così come alcuni yogi vivono parecchie centinaia di anni mentre la mag-
gior parte degli uomini muore prima di aver raggiunto i sessant’anni, alcuni esseri
astrali vivono molto più a lungo rispetto al normale lasso di tempo dell’esistenza
astrale. I visitatori rimangono nel mondo astrale per un periodo più o meno lungo
a seconda del peso del loro karma fisico, che li attrae di nuovo verso la terra entro
un tempo specifico.
«Gli esseri astrali non devono lottare dolorosamente con la morte al mo-
mento di liberarsi dal proprio corpo luminoso. Molti di questi esseri, tuttavia, av-
vertono un certo nervosismo al pensiero di abbandonare la propria forma astrale
in cambio di quella causale più sottile. Il mondo astrale è esente da esperienze
indesiderate quali la morte, la malattia e la vecchiaia. Queste tre fonti di terrore
sono la maledizione della terra, dove l’essere umano ha consentito alla propria
coscienza di identificarsi quasi totalmente con il fragile corpo fisico, il quale ri-
chiede l’apporto costante di aria, cibo e sonno per poter sopravvivere.
«La morte fisica avviene per la cessazione del respiro e la disintegrazione delle
cellule corporee. La morte astrale consiste nella dispersione dei vitatroni, ossia
delle unità manifeste di energia che danno vita agli esseri astrali. Al momento
della morte fisica, gli esseri perdono la propria consapevolezza della carne e di-
vengono coscienti del corpo sottile nel mondo astrale. Compiendo, al momento
opportuno, l’esperienza della morte astrale, l’essere passa pertanto dalla co-
scienza della nascita e della morte astrale a quella della nascita e della morte
fisica. Questi cicli ricorrenti di chiusura in un corpo astrale e fisico sono il destino
ineluttabile di tutti gli esseri non illuminati. Le definizioni del paradiso e dell’in-
ferno contenute nelle Scritture talvolta evocano memorie, sepolte in strati ancor
più profondi del subconscio, della lunga serie di esperienze nei gioiosi mondi
astrali e nei deludenti mondi terrestri.
«Dio ha elaborato dentro di Sé diverse idee e le ha proiettate in forma di so-
gni. Ha fatto così la sua comparsa la Signora del Sogno Cosmico, agghindata con
tutti i suoi enormi e infiniti ornamenti della relatività. […]
«Il corpo di carne è formato dai sogni fissati e oggettivati del Creatore. Le
dualità sono onnipresenti sulla terra: malattia e salute, dolore e piacere, perdita
e guadagno. Gli esseri umani incontrano limitazioni e resistenze nella materia tri-
dimensionale. Quando il desiderio di vivere dell’uomo è gravemente minato dalla
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Piccola Antologia Esoterica
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Forme-Pensiero ed Eggregore
scomporre in pure idee i due universi con tutte le loro complessità, si raggiunge-
rebbe il mondo causale e ci si troverebbe sulla linea di confine della fusione fra
mente e materia. In quel punto si percepiscono tutte le cose create – i solidi, i
liquidi, i gas, l’elettricità, l’energia, tutti gli esseri, le divinità, gli esseri umani, gli
animali, le piante, i batteri – come forme di coscienza, così come un uomo può
chiudere gli occhi ed essere consapevole di esistere anche se il suo corpo è invi-
sibile ai suoi occhi fisici ed è presente unicamente come idea.
«Qualsiasi cosa un essere umano possa fare nella fantasia, un essere causale
può farla nella realtà. La più prodigiosa facoltà immaginativa umana è in grado,
solo mentalmente, di andare da un estremo del pensiero a un altro, di balzare di
pianeta in pianeta, di ruzzolare senza fine precipitando in un abisso d’eternità, di
salire come un razzo verso il baldacchino della galassia o di scintillare come il fa-
scio di un riflettore sulle vie lattee e gli spazi interstellari. Gli esseri del mondo
causale, tuttavia, hanno una libertà di gran lunga maggiore e possono manife-
stare senza sforzo i propri pensieri oggettivandoli all’istante, senza alcun ostacolo
materiale o astrale né alcuna limitazione karmica.
«Gli esseri causali sono consapevoli che il cosmo fisico non è costituito prima-
riamente da [quark ed] elettroni e che il cosmo astrale non è composto fonda-
mentalmente da vitatroni: entrambi, in realtà, sono stati creati a partire dalle più
minute particelle del pensiero di Dio, frantumate e divise da maya, la legge di
relatività che interviene a separare apparentemente il Noumeno dal Suo feno-
meno.
«[…] Gli esseri causali comprendono che le differenze fra i loro corpi e i loro
pensieri sono soltanto idee. Così come un uomo, chiudendo gli occhi, può visua-
lizzare una luce bianca scintillante o una foschia azzurrina, allo stesso modo gli
esseri causali, con il solo pensiero, sono in grado di vedere, udire, percepire, gu-
stare e toccare; essi creano ogni cosa o la dissolvono con il potere della mente
cosmica.
«Nel mondo causale sia la morte che la rinascita avvengono nel pensiero. […]
Molti esseri rimangono per migliaia di anni nel cosmo causale. Per mezzo di estasi
più profonde, l’anima liberata si ritrae allora dal piccolo corpo causale, per am-
mantarsi della vastità del cosmo causale. Tutti i singoli vortici di idee, le onde
distinte di potere, amore, volontà, gioia, pace, intuizione, calma, autocontrollo e
concentrazione si mescolano nel Mare perennemente gioioso della Beatitudine.
L’anima non è più costretta a esperire la propria gioia come un’onda individualiz-
zata di coscienza, ma è immersa nell’Unico Oceano Cosmico, con tutte le sue
onde: eterne risa, eterni fremiti e pulsazioni.
«Una volta fuori dal bozzolo dei tre corpi, l’anima è affrancata per sempre
dalla legge di relatività e diventa l’ineffabile Sempre Esistente. § […] L’anima che
si è espansa nello Spirito resta sola nella regione della luce senza luce, dell’oscu-
rità senza buio, del pensiero senza pensiero, ebbra della sua estasi di gioia nel
sogno divino della creazione cosmica».
«Un’anima libera!» esclamai, pieno di reverenziale stupore.
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Piccola Antologia Esoterica
«Quando l’anima esce finalmente dai tre vasi delle illusioni corporee» prose-
guì il Maestro «diviene tutt’uno con l’Infinito, senza alcuna perdita d’individua-
lità. Cristo aveva conquistato tale liberazione finale ancor prima di nascere come
Gesù. In tre fasi del suo passato, rappresentate simbolicamente nella sua vita ter-
rena dai tre giorni della sua esperienza di morte e resurrezione, egli aveva acqui-
sito il potere di elevarsi pienamente nello Spirito.
«L’essere umano non evoluto deve passare attraverso innumerevoli incarna-
zioni terrene, astrali e causali, per emergere infine dai suoi tre corpi. Un maestro
che raggiunge tale libertà suprema può decidere di ritornare sulla terra per ricon-
durre altri esseri umani a Dio oppure, come ho fatto io, può scegliere di risiedere
nel cosmo astrale. In questo caso, il salvatore si assume in parte il peso del karma
degli abitanti§§, aiutandoli così a porre fine al ciclo di reincarnazioni nel cosmo
astrale e ad avviarsi per sempre verso le sfere causali. Oppure un’anima liberata
può entrare nel mondo causale per aiutare quegli esseri ad abbreviare il loro pe-
riodo di permanenza nel corpo causale e a raggiungere pertanto la Libertà Asso-
luta».
«O guru risorto, voglio sapere qualcosa di più sul karma che costringe le anime
a ritornare nei tre mondi». […]
«L’essere umano deve aver estinto completamente il proprio karma fisico,
ovvero i propri desideri, prima che si renda possibile la sua definitiva permanenza
nei mondi astrali» spiegò il mio guru con la sua voce vibrante. «Nelle sfere astrali
vivono due tipi di esseri. Quelli che hanno ancora una parte di karma terreno di
cui devono disfarsi, e che pertanto dovranno abitare nuovamente un corpo fisico
grossolano per poter ripagare i propri debiti karmici, potrebbero essere classifi-
cati dopo la morte fisica come visitatori temporanei del mondo astrale, anziché
come residenti stabili.
«Agli esseri con un karma terreno ancora irredento non è consentito, dopo la
morte astrale, di recarsi nell’elevata sfera causale delle idee cosmiche; essi de-
vono limitarsi a fare la spola tra il mondo fisico e quello astrale, consapevoli dap-
prima del loro corpo fisico di sedici elementi grossolani e quindi del corpo astrale
di diciannove elementi sottili. Dopo ogni perdita del proprio corpo fisico, tuttavia,
un essere non evoluto proveniente dalla terra resta per la maggior parte del
tempo nello stato di profondo torpore del sonno-morte ed è consapevole solo in
minima parte della bellezza della sfera astrale. Dopo il riposo astrale, un tale es-
sere umano fa ritorno al livello materiale per ricevere ulteriori insegnamenti, abi-
tuandosi gradualmente, per mezzo di ripetuti soggiorni, ai mondi dalla sottile
trama astrale.
«I residenti abituali o di vecchia data dell’universo astrale, invece, sono coloro
che, liberati definitivamente da qualsiasi brama materiale, non hanno più biso-
gno di ritornare alle vibrazioni grossolane della terra. Tali esseri devono esaurire
soltanto il karma astrale e causale. Al momento della morte astrale, essi passano
al mondo causale, infinitamente più fine e delicato. Abbandonando la forma-pen-
siero del corpo causale al termine di un certo lasso di tempo, stabilito dalla legge
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Forme-Pensiero ed Eggregore
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Piccola Antologia Esoterica
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Forme-Pensiero ed Eggregore
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Piccola Antologia Esoterica
prendere su di sé una parte del karma astrale degli abitanti di Hiranyaloka, acce-
lerando così la loro evoluzione verso il mondo causale superiore.
§§§
Vita e morte come mere relatività del pensiero. Nel Vedanta si sottolinea che
Dio è l’unica Realtà; tutta la creazione, ossia l’esistenza separata, è maya, illu-
sione. Questa filosofia monistica raggiunse la sua espressione più elevata nei
commenti di Shankara alle Upanishad.
Il Principio Olografico
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Forme-Pensiero ed Eggregore
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Piccola Antologia Esoterica
L’Identificazione Volontaria
Uno dei dubbi più comuni che attanagliano il neofita è se la magia debba
o meno ritenersi “identificazione” e se possa pertanto risultare contro-
producente ai fini della solarizzazione dei corpi superiori.
Illuminante a riguardo è quanto riportato alle pp. 69 ss. del famoso
libro di Vivianne Crowley, Ritorno alla Magia, dove l’autrice distingue tra
“meditazione stabilizzante” (in cui ci identifichiamo con un oggetto, una
visualizzazione o un pensiero) e “meditazione contemplativa” in cui met-
tiamo in atto la doppia osservazione, ovvero oltre agli oggetti e agli eventi
che ci circondano, osserviamo le mie reazioni ad essi in termini di pensieri,
emozioni ed istinti (il “Ricordo del Sé”).
La Crowley spiega che entrambe le meditazioni, pur sembrando in op-
posizione, aiutano lo sviluppo dell’intuizione e pertanto della predisposi-
zione alla magia.*
Ciò risolve il dubbio. La magia è identificazione? Sì e no. Sì, perché du-
rante la celebrazione noi scompariamo nel canto, nella danza e nelle altre
ritualità. No, perché di fatto noi non “cadiamo” nell’identificazione, ma
semplicemente programmiamo la macchina-corpo-apparato_formato-
rio** affinché si comporti in un determinato modo, poi come coscienza
scompariamo e riappariamo a rito terminato, cogliendo i risultati, come
se appunto la nostra coscienza facesse un balzo in avanti nel tempo. La
coscienza abbandona la macchina, ma non involontariamente, quanto
piuttosto perché sa esattamente cosa quest’ultima deve fare, sa che può
farlo solo se lasciata a sé stessa e sa esattamente quali risultati produrrà.
Quindi diversamente dall’identificazione involontaria che consuma ener-
gie e sviluppa entropia, questa identificazione volontaria opera in senso
opposto, e benché non guidata dalla coscienza in tempo reale, è comun-
que da questa programmata. Ciò distingue un atto di magia dall’essere
assorti dal chiacchiericcio di un imbonitore.
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Forme-Pensiero ed Eggregore
Tantra
Umberto Carmignani & Giovanna Bellini, Runemal,
L’Età dell’Acquario 2017, pp. 263-265
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Piccola Antologia Esoterica
il più elevato senso della vita. La persona amata è di fatto la porta attraverso cui
far entrare dentro di noi il mondo estromesso dai confini limitati dell’io. […]
Tantra significa dunque intrecciare l’io e il tu in modo da ottenere un unico
ordito, tessere gli infiniti fili della diversità per ottenere unità e forza, riconoscersi
diversi eppure eguali nell’intimo abbraccio dell’amore. Una sessualità libera, ap-
pagante, consapevole e gioiosa è certamente il risultato di una progressiva
espansione della coscienza oltre gli stretti confini dell’ego e della mente razio-
nale, ma ciò che si prefigge essenzialmente il Tantra va ben oltre, ossia imparare
a incontrare la divinità (Shiva/Shakti) in sé e nell’altro per riconoscerla e cele-
brarla in tutte le manifestazioni della vita. L’estasi cosmica del Tantra non è solo
un orgasmo prolungato*; significa aprire i sensi, il cuore, la mente e lo spirito alla
vita e concedersi il piacere, il godimento, il gioco; significa abolire i rigidi divieti
delle regole, dei moralismi, dei sensi di colpa e di tutto ciò che la mente razionale
utilizza per controllare, assoggettare, inibire e ridurre la nostra vita all’interno di
un lugubre e inutile schematismo.
Ma è vero anche che la relazione di coppia è uno dei campi in cui maggior-
mente dobbiamo fare i conti con noi stessi e con l’altro, poiché nell’intimità e
nella profondità della relazione d’amore emerge talvolta una parte di noi stessi
sconosciuta e misteriosa, a volte incomprensibile, fatta di bisogni insoddisfatti e
desideri irrealistici, di proiezioni e idealizzazioni, di meccanismi di fuga e di difesa,
di aspirazioni ad essere appagati e nutriti dal partner con ogni sorta di beni ma-
teriali e spirituali, in una relazione che ricorda più quella tra un genitore e un figlio
che tra due esseri adulti che aspirano a diventare completi. L’amore diventa al-
lora un prezzo da pagare con la rinuncia alla libertà e alla autorealizzazione, e il
rapporto amoroso inizia a languire nell’apatia e nell’indifferenza, si trasforma in
fastidio, rancore e colpevolizzazione, fino a diventare un conflitto destinato a sfo-
ciare nell’odio, nella vendetta e nella reciproca distruzione. Ecco allora la neces-
sità di una disciplina per prevenire e guarire le ferite dell’amore.
Il principio maschile negli antichi testi sacri indiani è chiamato Shiva, mentre
Shakti è l’energia femminile: se impariamo a considerare il nostro partner come
l’incarnazione del trascendente al di là dei limiti prevedibili e conosciuti, l’espe-
rienza stessa della trascendenza entrerà nella nostra relazione.
La filosofia del Tantra ci insegna che un uomo dovrebbe aver cura di onorare
il principio femminile che è nel suo partner, nelle altre donne e in se stesso. Una
donna dovrebbe riconoscere la dèa che è in sé e cercare di incarnarla; inoltre
dovrebbe entrare in contatto con la parte donna del suo uomo. Quando un uomo
riconosce spontaneamente nel suo partner un’incarnazione della Shakti, divinità
creatrice, ella risponderà con la Bhakti, la pura fede e devozione, e diventerà la
sua sacerdotessa e la sua iniziatrice nei misteri dell’amore. L’uomo a sua volta si
rivelerà come il Signore e l’Amante di lei. Se la donna accoglie l’amato con fede e
devozione, l’energia di Shakti risveglierà l’intimo principio di Shiva, una forza di
pura coscienza. Attraverso l’unione di Shiva e Shakti nell’estasi amorosa, l’anima
individuale (lo Jiva) diviene libera dai limiti del Karma.
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Forme-Pensiero ed Eggregore
Psicomagia
Alejandro Jodorowsky, Manuale Pratico di Psicomagia,
Feltrinelli 2021, pp. 12ss.
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Forme-Pensiero ed Eggregore
grande quantità di persone. Questo libro di “ricette” è il risultato della mia lunga
sperimentazione.
Per ottenere buoni risultati occorre che la persona che intende praticare la
psicomagia sia comprensiva verso se stessa. I bambini, nell’ansia di farsi amare
dai genitori, temono di venire giudicati colpevoli per qualche mancanza. Per un
bambino, la cui vita dipende sostanzialmente dagli adulti, è terribile destare la
loro rabbia ed essere punito. Per cui impara a negare quella che Freud chiamava
la sessualità “perversa polimorfa”, vale a dire i desideri sessuali infantili che si
avvertono liberamente verso qualsiasi oggetto, prima che inizi la repressione.
Questa amoralità originaria, innata, dev’essere accettata nel momento in cui si
lavora per eliminare gli effetti di un trauma. Lo sperimentatore deve accettare i
propri desideri: incestuosi, narcisisti, bisessuali, sadomasochisti, coprofagi o can-
nibali. E poi deve realizzarli in modo metaforico. Alla radice di ogni malattia c’è il
divieto di fare qualcosa che vorremmo fare o l’ordine di fare qualcosa che non
vorremmo. Qualsiasi guarigione richiede la disobbedienza a tale divieto o a tale
ordine. E per disobbedire occorre perdere il timore infantile di non essere amati;
vale a dire, di essere abbandonati. Tale timore impedisce la coscienza di sé: chi
ne è affetto non si rende conto di che cosa sia veramente, e cerca di essere quello
che gli altri si aspettano che sia. Se persiste in tale atteggiamento, trasforma la
propria bellezza intima in malattia. La salute si ritrova soltanto nell’autenticità;
non c’è bellezza se non è autentica. Per arrivare a essere ciò che siamo, dobbiamo
eliminare tutto ciò che non siamo. Essere quello che si è: la felicità più grande.
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Piccola Antologia Esoterica
Val la pena aggiungere che non saremo mai liberi finché esprimeremo
i desideri degli altri. Ogni vero desiderio viene da dentro (dall’Essenza), e
non ascolta mode o suggerimenti.
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Forme-Pensiero ed Eggregore
3. Deve capire che più gli riuscirà difficile realizzare un atto, maggiori saranno
i benefici che ne trarrà.
Per guarire o per risolvere un problema ci vuole una volontà di ferro. Non
poter fare ciò che desideriamo e non poter non fare ciò che non desideriamo
provoca in noi una profonda disistima, all’origine di depressioni e malattie gravi.
Combattere instancabilmente per raggiungere una meta che pare impossibile svi-
luppa la nostra energia vitale. L’avevano capito benissimo gli stregoni medievali,
i cui ricettari proponevano atti impossibili da realizzare, come per esempio un
metodo per diventare invisibili: “Si metta sul fuoco un pentolone pieno di acqua
benedetta, usando legna di vite bianca. Si porti ad ebollizione e vi si tuffi dentro
un gatto nero vivo, lasciandolo cuocere finché le carni si staccheranno dalle ossa.
Estrarre le ossa usando una stola da vescovo e mettersi di fronte a una lastra
d’argento brunito. Introdursi in bocca, uno dopo l’altro, tutti gli ossicini del gatto
bollito, fino a che l’immagine svanirà dallo specchio d’argento”. Oppure un filtro
per sedurre un uomo: “In un bicchiere modellato a mano con l’argilla scavata da
un cinghiale con il suo grugno, mescolare sangue di cane con sangue di gatto e il
proprio sangue mestruale, aggiungere una perla dopo averla triturata e dar da
bere all’amato dieci gocce di questo intruglio disciolte in un bicchiere di vino”.
Nel primo consiglio, potrebbe essere l’Io individuale dell’aspirante stregone a di-
venire trasparente. Dopo tanta fatica per realizzare un atto così difficile e crudele,
la personalità individuale sfuma lasciando apparire l’Essere Essenziale, che è im-
personale per definizione. Nel secondo consiglio, viene da pensare che se la
strega, per amore di un uomo, riesce a trovare dell’argilla smossa da un cinghiale,
a uccidere un cane, un gatto e a sacrificare del denaro riducendo in polvere una
perla, tutto ciò le darebbe una così grande fiducia in se stessa che sarebbe capace
di sedurre un cieco sordomuto.
Certe guarigioni in luoghi remoti del pianeta dichiarate miracolose sono in
parte dovute al lungo e costoso viaggio che il malato ha intrapreso per raggiun-
gerli.
4. L’atto deve sempre finire in modo positivo. Aggiungere male al male non
serve a nulla.
Nelle pratiche kasher della cultura ebraica, quando gli strumenti che sono a
contatto con i latticini entrano in contatto con la carne di un animale diventano
impuri, per cui si scava una buca nella terra e si seppelliscono lì per un determi-
nato numero di giorni; trascorso il tempo previsto, vengono disseppelliti: la terra
li ha purificati… Ispirandomi a questa idea, sovente ho raccomandato di seppellire
oggetti, vestiti, fotografie che erano serviti a liberare antiche sofferenze, ma ho
sempre chiesto che sul luogo in cui sono state deposte le cose “impure” venisse
piantato un alberello o una pianta fiorita. Se consiglio a un consultante di tirar
fuori la rabbia accumulata negli anni contro qualcuno strappandone la fotografia,
o prendendo a calci la sua tomba, o mediante un confronto scritto e così via, rac-
comando sempre di spalmare sulla fotografia un po’ di marmellata di rose, scri-
vere sulla tomba la parola amore con un po’ di miele, mandare alla persona cui
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in carità. Non ti lodare e non ti insultare. Tratta quello che non ti appartiene come
se ti appartenesse. Non ti lamentare. Sviluppa la tua fantasia. Non dare ordini per
il solo piacere di essere obbedito. Paga per i servizi che ti vengono dati. Non fare
propaganda delle tue opere o idee. Non cercare di suscitare negli altri emozioni
nei tuoi confronti come la pietà, l’ammirazione, la simpatia, la complicità. Non
cercare di distinguerti per l’aspetto esteriore. Non contraddire mai, taci. Non con-
trarre debiti, compra e paga subito. Se offendi qualcuno, chiedigli scusa. Se lo hai
offeso pubblicamente, scusati in pubblico. Se ti accorgi di aver detto qualcosa di
sbagliato, non insistere per orgoglio nel tuo errore e desisti subito dai tuoi pro-
positi. Non difendere le tue idee più antiche per il semplice fatto di essere stato
tu a enunciarle. Non conservare oggetti inutili. Non farti bello delle idee altrui.
Non farti fotografare vicino a personaggi famosi. Non rendere conto a nessuno,
sii tu il giudice di te stesso. Non definirti in base a quello che possiedi. Non parlare
mai di te senza concederti la possibilità di cambiare. Accetta l’idea che nulla è
tuo. Quando ti chiedono la tua opinione riguardo qualcosa o qualcuno, dì soltanto
le sue qualità. Quando ti ammali, invece di odiare il male, consideralo il tuo mae-
stro. Non guardare di nascosto, guarda diritto negli occhi. Non dimenticare i tuoi
morti, ma assegna loro un posto limitato, in modo che non invadano tutta la tua
vita. Nel luogo in cui vivi, dedica sempre uno spazio al sacro. Quando rendi un
servizio, non esagerare i tuoi sforzi. Se decidi di lavorare per gli altri, fallo con
piacere. Se sei in dubbio tra il fare e il non fare, corri il rischio e fa’. Non cercare
di essere tutto per il tuo partner; accetta che cerchi in qualcun altro quello che
tu non puoi offrirgli. Quando qualcuno ha il suo pubblico, non precipitarti a con-
traddirlo rubandogli l’attenzione dei presenti. Vivi del denaro che tu stesso ti sei
guadagnato. Non ti vantare delle tue avventure amorose. Non ti pavoneggiare
delle tue debolezze. Non andare mai a trovare qualcuno soltanto per passare il
tempo. Ottieni per ridistribuire. Se stai meditando e arriva un diavolo, fallo me-
ditare con te…
Il Sogno
Grifis: «C’è chi sogna di dominare il mondo e chi dedica tutta la vita alla creazione
di una spada. E se c’è un sogno a cui sacrificare tutti se stessi, c’è anche un sogno
simile a una tempesta che spazza via migliaia di altri sogni. Non c'entra la classe,
né lo status, e neppure l’età. Per quanto siano irrealizzabili, la gente ama i sogni.
Il sogno ci dà forza e ci tormenta, ci fa vivere e ci uccide. E anche se ci abbandona,
le sue ceneri rimangono sempre in fondo al cuore... fino alla morte. Se si nasce
uomini, si dovrebbe desiderare una simile vita. Una vita da martiri spesa in nome
di un dio chiamato “sogno”». (Kentaro Miura, Berserk)
Caska: «Sarebbe facile descriverlo solo come un uomo forte... no, chi cerca di
impadronirsi di qualcosa di grandioso deve sopportare più degli altri. Grifis non
era forte, all'inizio... lo è diventato col tempo». (Kentaro Miura, Berserk)
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Piccola Antologia Esoterica
Gatsu: «Siccome le sue frecce sono sempre rivolte verso il cielo… il suo arco deve
essere sempre teso al massimo. Per questo non deve lasciare che i deboli stiano
al suo fianco». (Kentaro Miura, Berserk)
Teti (ad Achille): «Se resterai troverai la pace, troverai una magnifica donna, avrai
figli e figlie, che ne avranno a loro volta, e tutti ti ameranno, e ti ricorderanno
quando morirai. Ma quando anche loro se ne andranno, i tuoi figli e i loro figli, il
tuo nome sarà disperso. Se invece vai a Troia, sarai coperto di gloria, si scrive-
ranno poemi sulle tue vittorie nei secoli a venire, il mondo intero ricorderà il tuo
nome. Ma se tu vai a Troia non tornerai più, perché la tua gloria è legata fatal-
mente alla tua distruzione, e io non ti vedrò più». (Wolfgang Petersen, Troy)
Olimpiade (ad Alessandro): «In te figlio di Zeus dimora la luce del mondo, i tuoi
compagni saranno ombre nell’oltretomba mentre tu sarai un nome che vivrà per
sempre nella storia, come la più gloriosa e fulgida luce della giovinezza. Per sem-
pre giovane, per sempre un’ispirazione, mai esisterà un Alessandro come te: Ales-
sandro il Grande». (Oliver Stone, Alexander)
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Forme-Pensiero ed Eggregore
sacrificava le ultime forze per alzare la testa ed abbaiare al vento. Ora ca-
pisco di essere stato uno sciocco.
«Inconsciamente, raggiunti i 33 anni, sentii che avevo superato la so-
glia per la realizzazione dei miei progetti, perché a quell’età Alessandro
aveva completato la conquista dell’Asia, e come per magia aveva lasciato
questo mondo, probabilmente perché questo mondo non si aspettava da
lui più nient’altro. A quel punto era già diventato immortale. Quando rag-
giunsi i suoi anni compresi di aver fallito, e calai in una profonda depres-
sione. Restava solo il mio dolore, e nessuna speranza di gloria che potesse
pareggiare i conti.
«Allora non avevo ancora letto Jodorowsky. Credevo che la mia pato-
logia fosse inguaribile, che avessi dentro un demone imbattibile, o che
fossi comunque già segnato così profondamente da non potermi ristabi-
lire. È significativo che il primo libro esoterico che acquistai mi venne po-
sto tra le mani da uno sconosciuto in libreria, un cliente fra tanti che mi
aveva attratto banalmente perché accompagnato da una ragazza dai
tratti statuari, che poi scoprii essere di origine greca. James Redfield lo
avrebbe considerato un segno, un indicatore della salvezza.
«Da quando sono tornato in forze ho elaborato una nuova dottrina del
sogno. Esso non dev’essere fine a sé stesso o alla memoria del nome.
Dev’essere piuttosto una freccia che scagliamo lontano, alla quale è at-
taccato un filo che una volta centrato il bersaglio inizia a tendersi e deli-
mita una strada, una direzione da seguire. Ma è sulla strada, non sul ber-
saglio che dobbiamo concentrarci. Come ha detto Castaneda, dobbiamo
sentire se la strada ha un cuore, se ci fa stare sereni e gioiosi ad ogni sin-
golo passo, se possiamo percorrerla guardandoci attorno, senza l’ansia di
arrivare velocemente in fondo. Dobbiamo essere nel “qui ed ora”. Per
questo, se ad un certo punto sentiamo crescere la tensione, il disagio, se
i nostri compagni di viaggio non ci vanno a genio, può essere il caso di
tagliare il filo e tirare una seconda freccia, provare una nuova direzione,
finché non sentiamo che ogni dettaglio del viaggio è perfetta sintonia con
la nostra anima. Dobbiamo gustarci il panorama e non perdere mai la spe-
ranza che i problemi si risolvano, in un modo o nell’altro. Non dobbiamo
accontentarci di barattare la felicità con la gloria. Non ascoltiamo chi ci
dice “impossibile”. Come diceva Einstein, “Tutti sanno che una cosa è im-
possibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la
inventa”. Fermati e pensa: sono felice in questo istante, o sto solo aspet-
tando che arrivi domani, o il weekend, o le ferie? Mi sto godendo la serata,
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Piccola Antologia Esoterica
o sto solo postando foto per farlo credere al mondo? Se è così scappa, di
corsa, corri dall’altra parte prima che sia tardi!
«Ho aspettato quasi 40 anni per essere libero. Prima pensavo di essere
forte, ma mi mancava la forza di deludere gli altri, la mia famiglia in primis.
Ora, grazie ai miei maestri, ho capito che tutta la mia angoscia nasceva da
quella prigione. Ed ora che sono libero sono felice. Ho perso del tempo, è
vero, ma sono convinto di avere appreso una lezione che ben pochi hanno
la fortuna di apprendere, una lezione che mi ha reso capace tra l’altro di
investire al meglio il mio tempo. Ora che conosco il segreto, sono certo
che avrò più momenti di gioia da qui alla mia morte, di quanti ne avrei
avuti se non fossi mai stato malato e se avessi vissuto la vita ignaro delle
leggi del cosmo, trasportato dagli eventi. E per dirla tutta nemmeno la
morte mi incute paura. Ora so che è soltanto un passaggio, e che la mia
gioia verrà con me oltre la soglia.»
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Forme-Pensiero ed Eggregore
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Piccola Antologia Esoterica
Capitolo 2
Trasmutazione della Materia
La materia-energia entra nel corpo umano da tre fonti: cibo, aria e im-
pressioni, dove «un’impressione è la più piccola unità di pensiero, di sen-
sazione o di emozione» (Andrea Bertolini, I Segreti di Gurdjieff, p. 209,
pubblicazione a cura dell’autore, Lecce 2020).
Per descrivere come avvenga la progressiva “digestione” di queste so-
stanze ci rifacciamo a quanto scritto da P. D. Ouspensky in Frammenti di
un Insegnamento Sconosciuto (Astrolabio 1974, pp. 203ss.), tenendo pre-
sente che, come tutti i processi, anche questo è retto dalla legge
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Trasmutazione della Materia
dell’ottava, per cui ogni materia entrerà come DO e toccherà le altre note
ad ogni atto di trasmutazione:
Come noi sappiamo dalla legge dell’ottava, mi non può passare a fa in un’ot-
tava ascendente senza uno choc addizionale. Se non riceve uno shoc addizionale,
la sostanza mi 192 non può passare da sola alla piena nota fa.
Nel momento in cui, nell’organismo, mi 192 dovrebbe apparentemente giun-
gere ad un punto morto, penetra il “secondo nutrimento”, l’aria, sotto forma di
do 192. La nota “do” contiene il semitono necessario, vale a dire tutta l’energia
necessaria per passare alla nota seguente; ed essa dà, in un certo modo, una
parte della sua energia alla nota mi, che è di densità uguale. L’energia di questo
do fornisce a mi 192 la forza sufficiente affinché esso possa passare al fa 96.
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Piccola Antologia Esoterica
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Trasmutazione della Materia
ogni impressione che egli riceverà durante questo ricordarsi di sé sarà, in un certo
modo, doppia. Per esempio, in uno stato psichico ordinario, io guardo semplice-
mente la strada, ma se io “mi ricordo di me stesso”, non guardo semplicemente
la strada, sento che io la guardo, come se dicessi a me stesso: “Io guardo”. Ed in
luogo di un’impressione della strada, ho due impressioni: una della strada e l’altra
di me stesso che guardo la strada. Questa seconda impressione, prodotta dal
fatto del mio “ricordarmi di me”, è lo “choc addizionale”. […]
Allo stesso tempo, gli sforzi corrispondenti alla transizione di una nota ad
un’altra ed al passaggio di do 48 a re 24, permettono a do 48 della terza ottava di
entrare in contatto con mi 48 della seconda ottava, e di dare a questa nota la
quantità di energia necessaria al passaggio dal mi al fa. In questo modo, lo choc
dato a do 48 si estende anche a mi 48 e permette alla seconda ottava di svilup-
parsi.
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Piccola Antologia Esoterica
dentro di sé la sorgente della vita, la fonte da cui l’acqua della vita scorre,
donando giovinezza eterna» (Coleritium, La Radice Divina, Pubblicazione
a cura dell’autore, 2020, p.88).
A questo punto l’uomo è libero tanto dall’accidente che dalle influenze
planetarie, dovendo comunque sottostare al proprio destino, ovvero alla
strada che lui stesso avrebbe scelto prima di incarnarsi.
«Il destino del figlio è unico, assegnato al figlio indipendentemente da
chi siano i genitori. Esso non proviene da loro [al contrario dell’eredità
fisica; ndr], né da assolutamente nulla “al di fuori” del figlio. Possiamo dire
che proviene da Dio. Ha a che vedere con ciò che il figlio deve adempiere
ora che è nato, ed è per via di ciò che vi è un potere di scegliere le condi-
zioni di vita corrispondenti. Tuttavia egli non ha poteri illimitati. Talvolta
non vi può essere corrispondenza tra il destino e le condizioni di vita. Il
concepimento non va a buon termine: non avviene, oppure vi sono diffi-
coltà di natura fisica, un aborto, qualcosa che impedisce al destino di in-
carnarsi. Oppure può darsi che il figlio nasca, e si scopra che il fato o le
condizioni di vita non permettono che il destino sia realizzato. Figli con
destini molto elevati sono molto rari a questo mondo, e per assicurare le
buone condizioni del loro concepimento e della loro nascita vengono pre-
parate condizioni particolari.
«Tutti noi abbiamo un destino unico, che siamo chiamati ad adempiere
in questa vita. Il compito consiste non solo nel trarre il massimo dalla no-
stra eredità fisica, non solo nel venire a termini col nostro fato, ma nel
divenire uomini e donne che siano in grado di adempiere alla ragione per
la quale siamo venuti all’esistenza. Per fare ciò, abbiamo bisogno di sot-
tometterci a leggi superiori. Non si tratta di una cosa che dobbiamo
“fare”, che possa esserci detta o che sappiamo. È il nostro dharma, la “via
giusta” nella nostra vita» (J. G. Bennett, L’Uomo Superiore, Ubaldini 1985,
pp. 151-152).
Il destino di un uomo può proteggerlo da molti accidenti e congiunzioni
astrali pericolosi, configurandosi come forza conservatrice. È certamente
quanto accade all’uomo che è riuscito a solarizzare il corpo Astrale.
Ma che significa trasformare un’emozione negativa in positiva?
Francamente è un processo più facile da vivere che da spiegare, perché
in effetti portando con sé certe idee e certe influenze ti capita un giorno
di realizzarlo, senza aver dato a sé stessi nessuna indicazione precisa in
merito.
Sostanzialmente si tratta di ricevere l’impressione negativa e di igno-
rarne completamente l’involucro. Scartarla come un cioccolatino e
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Trasmutazione della Materia
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Piccola Antologia Esoterica
L’uomo che solarizza il Corpo Mentale entra nel regime della “vo-
lontà”. Egli non è più limitato né dall’accidente, né dal fato, né dal destino
che lui stesso aveva scelto. «La nostra volontà, il nostro io, è ciò che ci
permette di prendere il nostro posto nell’armonia in espansione, e di di-
venire un aiuto nella gestione del mondo in espansione, perché possiamo
essere liberi» (J. G. Bennett, L’Uomo Superiore, Ubaldini 1985, p. 165).
Esiste in realtà un terzo «tipo di shock che permette alla materia SI12
di passare al DO di una nuova ottava, il quale, secondo natura, arriva dal
di fuori dell’organismo. L’atto sessuale, con l’unione del SI12 di un ma-
schio e di quello di una femmina, fornisce uno shock che dal SI12 porta al
DO di una nuova ottava che si svilupperà come un nuovo organismo indi-
pendente, una nuova vita» (Andrea Bertolini, I Segreti di Gurdjieff, p. 220,
pubblicazione a cura dell’autore, Lecce 2020).
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Trasmutazione della Materia
elementi positivi, portandolo più vicino alla sua vera essenza. Fin quando
non intraprenderemo consapevolmente questa Grande Opera, finché non
affronteremo, illuminandoli, i demoni del nostro inconscio, dolore e sof-
ferenza disturberanno le nostre vite» (Coleritium, La Radice Divina, Pub-
blicazione a cura dell’autore, 2020, p. 57).
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Piccola Antologia Esoterica
vampiri, che succhiano quella forma di sangue chiamata Fa 96. È necessario evi-
tare il loro contatto. In modo analogo, la gente depressa, annoiata, che non fa
nessuno sforzo nella vita, può svuotare di questa forza molto importante un’altra
persona senza averne l’intenzione. Basta ricordare che gli stati negativi in sé
stessi possono impedire la corretta formazione di Fa 96, energia molto impor-
tante della macchina umana che ci protegge da molti mali, sia fisici che psichici.
Nel XVIII secolo il fisico tedesco Franz Anton Mesmer (1734-1815) svi-
luppò un sistema di guarigione improntata sull’uso cosciente del magne-
tismo animale. Stando a quanto scrive Dean Radin in Real Magic (Medi-
terranee 2020, pp. 60-61), tale tecnica…
…offriva cure sbalorditive, che la resero assai richiesta. Alcuni ne rimasero po-
sitivamente colpiti, mentre altri divennero invidiosi e sospettosi al punto di attac-
carlo, sostenendo che i loro strumenti non rivelavano il suo presunto fluido ma-
gnetico.
L’esplosione dell’interesse popolare verso il metodo di Mesmer finì col pro-
vocare l’apertura di un’indagine da parte dell’Accademia Francese delle Scienze
nel 1784, presieduta dal celebre eclettico americano Benjamin Franklin, il quale
si trovava in quel momento in Francia perché voleva indurre il paese ad appog-
giare la Rivoluzione Americana. All’Accademia Francese fu assegnato il compito
di valutare la validità scientifica del mesmerismo, mentre una commissione in-
terna della Società Reale Francese di Medicina aveva il compito di determinare
se il mesmerismo fosse utile nel trattamento degli stati patologici.
Dopo numerosi test, le due commissioni conclusero che non vi fosse alcuna
evidenza a supporto del fluido magnetico di Mesmer, e che gli effetti medici si
potessero spiegare come il risultato delle aspettative dei pazienti (quello che oggi
chiameremmo “effetto placebo”). Tuttavia, sul piano medico la conclusione a cui
giunse la Società Reale non era del tutto unanime: il suo rapporto di minoranza
indicava che alcune guarigioni non si potevano spiegare con la semplice aspetta-
tiva dei pazienti.
Cinquant’anni più tardi, il mesmerismo andava ancora forte in tutta Europa,
quindi la Società Reale Francese di Medicina aprì un’altra indagine. Questa volta
il rapporto si espresse all’unanimità in favore non solo dell’utilità medica del
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Trasmutazione della Materia
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Piccola Antologia Esoterica
Ricapitolazione
Carlos Castaneda, Il Dono dell’Aquila, Rizzoli (Bur) 2021, pp. 286ss.
I quattro impiegarono un’ora per costruire una sorta di gabbia intorno alla sedia
su cui sedeva Florinda. Quando ebbero finito, Florinda era comodamente chiusa
in uno scatolone che aveva la parte superiore fatta a graticcio per far passare
l’aria. Uno dei lati era incernierato perché servisse da porta. […]
La ricapitolazione consisteva nel ricordare la propria vita fino al dettaglio più
insignificante. Così il benefattore le aveva dato quello scatolone come simbolo e
strumento di lavoro. Le avrebbe fatto apprendere la concentrazione, in quanto
avrebbe dovuto starci dentro per anni, fino a quando tutta la vita non le fosse
passata davanti agli occhi. Ed era un simbolo dei limiti ristretti della nostra per-
sona. Il benefattore le aveva detto che quando avesse finito la propria
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Trasmutazione della Materia
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Piccola Antologia Esoterica
i filamenti lasciati in loro da altri corpi luminosi coinvolti in quel che si sta ricor-
dando.
Lei dichiarò che questi erano i preliminari obbligatori dell’arte dell’agguato
che tutti i componenti del suo gruppo eseguirono come introduzione alle più
complesse manovre dell’arte. A meno che gli sciamani non abbiano completato
la parte iniziale per recuperare i filamenti lasciati nel mondo e in particolare per
espellere quelli che gli altri gli hanno lasciato dentro, non c’è possibilità alcuna di
regolare la follia controllata, perché quei filamenti estranei sono la base della
propria infinita capacità di presunzione. Per poter praticare la follia controllata**,
poiché non si tratta di una maniera per ingannare o castigare la gente o per sen-
tirlesi superiore, si deve essere capaci di ridere di sé stessi. Florinda disse che uno
dei risultati di una dettagliata ricapitolazione è una gran risata quando ci si trova
di fronte alla noiosa ripetizione della propria boria, che è al fondo di ogni intera-
zione umana.
Florinda fece notare che la regola definisce la ricapitolazione un’arte; essa di-
pende quindi dalla esecuzione individuale. Disse che la natura vivificante del re-
spiro è anche causa della sua qualità purificatoria, qualità che trasforma la rica-
pitolazione in qualcosa di pratico. […]
Il suo benefattore pensava che una completa ricapitolazione fosse il sistema
più opportuno per perdere la forma umana. # Dopo aver ricapitolato la propria
vita, per un cacciatore diveniva così più facile usare tutto il proprio non-fare##,
quale l’annullamento della storia personale, la perdita dell’arroganza, l’interru-
zione delle abitudini e così via.
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Trasmutazione della Materia
Segue un estratto del romanzo in oggetto, nel quale il dialogo tra i prota-
gonisti svela le origini e la natura dei quattro tipi fondamentali di vampiro
energetico.
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Piccola Antologia Esoterica
consapevolezza del nostro particolare dramma del controllo. Niente può proce-
dere finché non guardiamo noi stessi con occhi sinceri e prendiamo coscienza
della nostra manipolazione dell’energia. E questo è proprio ciò che è capitato a
te».
«Qual è il passo successivo?» gli chiesi.
«Ognuno di noi deve ripercorrere il proprio passato, la vita famigliare, per ca-
pire come si è formata questa abitudine. Vederne l’inizio ci aiuta a mantenere la
consapevolezza del nostro modo errato di esercitare il controllo. Ricordati, la
maggior parte dei membri della nostra famiglia svolgeva una parte in un dramma,
cercando di impossessarsi della nostra energia quando eravamo bambini. E que-
sto è il primo motivo per cui noi stessi abbiamo sviluppato una forma di dramma
del controllo, creando una strategia per riprendere quanto ci era stato strappato.
È sempre in relazione alla nostra famiglia che sviluppiamo una particolare forma
di dramma. Ma dopo aver riconosciuto le dinamiche dell’energia in famiglia
siamo in grado di superare queste strategie di controllo e di capire finalmente
cosa ti sta accadendo.»
«In che senso?»
«Ogni persona deve reinterpretare la propria esistenza dal punto di vista
dell’evoluzione e scoprire chi è in realtà. Fatto questo, il dramma svanisce e la
nostra vita può finalmente decollare.»
«E io da che parte comincio?»
«Arrivando a capire in che modo ha avuto origine il tuo dramma. Parlami di
tuo padre.»
«È un brav’uomo, onesto, che si gode la vita, ma…» esitai, temendo di sem-
brare ingrato nei suoi confronti.
«Ma cosa?» volle sapere Sanchez.
«Vedi, era sempre critico. Non facevo mai niente che andasse bene.»
«In che modo ti criticava?»
Un’immagine di mio padre, giovane e forte, mi apparve nella mente. «Mi po-
neva domande, poi trovava sempre qualcosa di sbagliato nelle risposte.»
«E cosa succedeva alla tua energia?»
«Mi sentivo spossato, e allora cercavo di non raccontargli tutto.»
«Vuoi dire che diventavi vago e distante, sforzandoti di parlare in un modo
che potesse attirare la sua attenzione senza però esporti alle sue critiche? Lui era
l’inquisitore e tu cercavi di scansarlo con il tuo atteggiamento distaccato.»
«Sì, credo di sì. Ma che cos’è un inquisitore?»
«È un altro tipo di dramma. Le persone che usano questo sistema per guada-
gnare energia lo mettono in scena facendo domande e intromettendosi nella vita
degli altri con lo scopo preciso di trovarvi qualcosa di sbagliato. Una volta rag-
giunto il loro obiettivo iniziano a criticare un determinato aspetto dell’esistenza
altrui. Se questa strategia ha successo, la persona criticata si ritrova coinvolta nel
dramma. Si accorge improvvisamente della strategia dell’inquisitore e misura il
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Piccola Antologia Esoterica
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Trasmutazione della Materia
«E gli inquisitori creano delle persone troppo chiuse in sé stesse! Gli intimida-
tori invece causano l’atteggiamento vittimistico o, se questo non funziona, un al-
tro intimidatore.»
«Giusto. È così che i drammi del controllo si susseguono in continuazione. Ma
ricorda che c’è la tendenza a notare negli altri questi drammi, pensando di es-
serne immuni. Per potersi evolvere ognuno di noi deve superare questa illusione.
In genere abbiamo la tendenza a restare bloccati in un certo dramma e dobbiamo
quindi fare un passo indietro per poter guardare dentro noi stessi, in modo da
scoprire di cosa si tratta.»
Restai un attimo in silenzio e alla fine gli chiesi: «Cosa succede dopo che di-
ventiamo consapevoli del nostro dramma?»
Rallentò per potermi guardare bene negli occhi. «Siamo veramente liberi di
diventare qualcosa di più della parte che inconsapevolmente recitiamo. Come ho
detto prima, siamo in grado di attribuire un significato più elevato alla nostra esi-
stenza, la ragione spirituale per cui siamo nati proprio nella nostra famiglia. Pos-
siamo iniziare a fare chiarezza su chi siamo veramente».
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Piccola Antologia Esoterica
Capitolo 3
L’Incantesimo
Abbiamo visto, parlando del Transurfing, come una prima forma di magia
consista per buona metà nel suggestionare l’inconscio. Ciò si può dire an-
che per gli incantesimi, nei quali la suggestione rende l’inconscio addirit-
tura “creatore”, sebbene ogni eventuale atto creativo abbia luogo sul
piano etereo (universo Yetzirah).
Quindi la magia prosegue spingendo l’oggetto della creazione verso
l’“alto” attraverso gli altri universi, fino a produrre una sorta di rimbalzo
sul piano causale, da cui l’oggetto ripercorre a ritroso gli universi sfo-
ciando stavolta nel piano fisico.
Così spiega Mat Auryn ne La Strega Psichica (Armenia 2021, pp.
225ss.):
Per un’azione magica efficace, dobbiamo partire dal piano fisico. Possiamo
raccogliere ingredienti fisici, come candele, erbe, piccoli feticci, cristalli, e così via.
Potremmo persino eseguire semplici gesti scaramantici, come incrociare le dita.
Sono tutti modi validi per avviare il lavoro energetico. Il passaggio successivo con-
siste nel creare un contenitore energetico nel piano eterico, creando così lo spa-
zio dove la magia potrà operare. Azioni come liberare la mente per entrare in uno
stato di coscienza alterato, impostare un tempo dedicato alle azioni magiche,
tracciare un cerchio magico o creare uno spazio sacro sono tutte espressioni di
questa fase che apre la strada alla creazione. Il passaggio successivo consiste
nello spingere il contenitore di magia – e il suo contenuto, spesso indicato con
l’espressione forma-pensiero – sul piano astrale, colmandolo con la nostra vo-
lontà e gli intenti che desideriamo manifestare.
Quindi, la forma-pensiero viene trasferita sul piano emozionale, evocando
l’energia emozionale che intendiamo manifestare, allineandoci con essa e convo-
gliandola nell’incantesimo. I praticanti della tradizione Hoodoo accompagnano
spesso i propri rituali magici con un sottofondo di musica jazz, che ha il potere di
evocare la forza emozionale dell’azione in corso. Se operate con la magia per
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L’Incantesimo
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Piccola Antologia Esoterica
Configurazione Astrale
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L’Incantesimo
Non esistono invece studi completi sugli effetti dei planetoidi della fa-
scia di Kuiper. Avendo comunque un tempo di rivoluzione superiore ai 200
anni terrestri, è chiaro che eventuali influenze sulle emozioni e i pensieri
umani possono considerarsi praticamente costanti e pertanto ininfluenti
sulla scelta del giorno e dell’ora dell’incantesimo.
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L’Incantesimo
Il giorno può essere scelto in alternativa sulla base delle seguenti cor-
rispondenze:
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L’Incantesimo
Tradizione Wiccan
Come spiega lo storico D. Marin nei saggi da lui pubblicati per le edi-
zioni SoleBlu (Gli Eredi di Atlantide, Il Sangue degli Illuminati, Appunti di
Storia Proibita), anche gli Indoeuropei praticavano la magia e la divina-
zione, sicché essi non si limitarono a tollerare le forme di stregoneria dif-
fuse in Europa, ma le inglobarono piuttosto nelle proprie fratellanze. Que-
ste erano in particolare diffuse tra gli Hyksos (stabilitisi in Scizia nel 3000
a.C.) e tra i Celti (stabilitisi sul confine italofrancese nel 2.000 a.C.). Dalle
prime si svilupparono in epoca più recente i tre filoni della Rosacroce,
della Massoneria e della Teosofia, con la Massoneria che assorbì la Rosa-
croce ad inizio '700. Dalle seconde, manco a dirlo, ebbe origine e si per-
petuò fino ai giorni nostri il ben noto druidismo.
Di riflesso, la pratica stregonesca assorbì i nomi delle divinità indoeu-
ropee associandoli alla propria diade. Così ancora oggi tra i wiccan è uso
100
Piccola Antologia Esoterica
comune rivolgersi alla Dèa come Ecate, Iside o Aradia, o al Dio come Cer-
nunnos, Odino od Osiride.
L’avvento del cristianesimo, progettato a tavolino dalle élite indoeuro-
pee, oltre a costituire un efficace strumento di controllo sulla popola-
zione, ebbe come obiettivo la privazione del popolo delle sue pratiche
magiche, etichettandole come peccaminose e frutto di patti col demonio.
In tal modo si eliminava un potente mezzo di opposizione alle oppressioni
dei potenti. Esse divennero privilegio delle élites che iniziarono a realiz-
zarle in segreto nelle loro “logge” mentre all’esterno propagandavano in
un primo tempo una fede dogmatica basata sull’inoperosità e la rassegna-
zione, e qualche secolo dopo uno spietato scientismo positivista. Spiega
ancora Bouchet (p. 17):
[A]ffermano che una certa donna che risplende nella notte, anche chiamata
Erodiade […] convochi incontri e assemblee, in cui sono presenti diversi ban-
chetti. La sua figura riceve ogni genere di omaggio dai suoi servi.
La caccia alle streghe […] costituisce l’ultima fase della lotta del cristianesimo
contro l’antica religione. Ebbe luogo dalla fine del XV secolo alla metà del XVIII
secolo, dopo essersi generalizzata in tutta la cristianità nel 1484 con la bolla Sum-
mis desiderantes affectibus di papa Innocenzo VIII - che dichiarava la stregoneria
un’eresia - e teorizzata nel Malleus Malleficarum nel 1486.
Secondo il racconto wiccan, l’eliminazione delle streghe fu un autentico olo-
causto che causò quasi 9 milioni di vittime in tutta Europa, e anche in Nord Ame-
rica, dopo la sua scoperta [contro la cifra di 50.000 trasmessa invece dalla Chiesa;
ndr]. La repressione colpì prevalentemente le donne […]. Decimati e terrorizzati,
i sostenitori dell’antica religione si ripiegarono totalmente su sé stessi. In appa-
renza furono buoni cristiani e, come marrani pagani, continuarono a praticare il
loro culto nella clandestinità delle proprie case. Trasmisero le credenze ai figli, di
generazione in generazione, costituendo in tal modo dinastie di streghe e stre-
goni.
101
L’Incantesimo
Era nato a Great Crosby, nel Lancashire, il 13 giugno del 1884, in una famiglia
piuttosto agiata. Anziché proseguire gli studi universitari, affascinato dall’Orien-
102
Piccola Antologia Esoterica
te, preferì esiliarsi e lavorare a Ceylon, nel Borneo, a Sumatra, a Singapore, come
impiegato nelle piantagioni di tè e caucciù e successivamente come funzionario
(ispettore delle piantagioni di caucciù, poi ufficiale di dogana). Si appassionò alle
credenze dei popoli con i quali era in contatto ed effettuò alcune ricerche archeo-
logiche ed etnologiche. Nel 1936, all’età di 52 anni, rassegnò le dimissioni dal
British Civil Service e si ritirò nell’Inghilterra meridionale, nella regione dello
Hampshire chiamata New Forest. Divenne membro del Consiglio della Società
delle Arti Popolari e scrisse numerosi articoli sul folklore dell’Inghilterra e
dell’isola di Man.
Per una strana convergenza, nella New Forest avevano sede una loggia
della Società Teosofica (con relativa co-massoneria, ovvero un’imitazione
di loggia massonica che accettava l’ingresso delle donne), l’Order of
Woodcraft Chivalry (fondato nel 1916 dalla famiglia Westlake, che recu-
perava le pratiche magiche dei pellerossa), una loggia di The Druid Order
(una fratellanza druidica fondata nel 1909 da George Watson MacGregor
Reid, cui apparteneva il martinista Philip Ross Nichols, poi fondatore
dell’Order of Bards, Ovates and Druids) e la Rosicrucian Order Crotona Fel-
lowship (fondata nel 1911 da Alexander Sullivan, inizialmente chiamata
Ordine dei 12). Su quest’ultima vale la pena spendere due parole.
Intorno alla metà del 1700 era nata la Società dei Fratelli Iniziati d’Asia,
una delle prime logge rosacrociane controllate dalla massoneria. Qui era
stato formato Franz Anton Mesmer (1734-1815), che come abbiamo visto
divenne il padre del cosiddetto mesmerismo, ovvero la disciplina della
cura a distanza mediante emanazione del fluido psichico denominato
“magnetismo animale”.
Tra i discepoli di Mesmer, Phineas Parkhurst Quimby (1802-1866)
viene considerato il fondatore del movimento New Thought, la cui più
nota emanazione fu appunto la Rosicrucian Order Crotona Fellowship di
George Alexander Sullivan (1890-1942). Qui, ai tempi di Gardner, militava
Mabel Besant-Scott, figlia di Annie Besant, la terza presidente della So-
cietà Teosofica. Altro membro degno di nota era Peter Caddy, fondatore
di Findhorn, una grande comunità che negli anni '60 diede origine di fatto
al movimento New Age.
Gardner entrò nella Società Teosofica e si fece iniziare tanto nell’OWC
che nel ROCF. Strinse inoltre amicizia con Philip Ross Nichols di TDO.
Venne quindi a conoscenza di una congrega di streghe, presente
anch’essa nella New Forest, che riceveva protezione da tutte e quattro le
fratellanze ivi presenti, con le quali condivideva alcuni membri. Gardner
103
L’Incantesimo
Con la fondazione della Wicca, nel 1954, Gardner tuttavia non si limitò
a restituire una veste ufficiale all’antica stregoneria, ma la arricchì delle
conoscenze apprese in tutti i contesti esoterici da lui frequentati (una
sorta di processo inverso a quanto operato dagli Indoeuropei al loro arrivo
in Europa). Oltre a quelli citati, è d'obbligo ricordare che Gardner fu anche
un allievo di Crowley nell’Ordo Templi Orientis (altro ordine rosacrociano
controllato dalla massoneria, fondato nel 1895 da Karl Kellner, Theodor
Reuss e Franz Hartmann) del quale raggiunse l’VIII grado su un totale di
undici. Crowley inoltre gli accordò un permesso scritto per fondare una
nuova loggia della fratellanza.
Ad ogni modo, alla morte di Gardner, nel 1964, la guida della fratel-
lanza venne assunta da Alex Sanders, che pubblicizzò con successo l’esi-
stenza dell’Arte non soltanto in Inghilterra, ma anche altrove in Europa.
Più tardi (entro la fine degli anni '60) una corrente scissionista fu guidata
da Robert Cochrane, che dichiarava di essere stato iniziato in una con-
grega ereditaria all’età di cinque anni. Egli faceva risalire il suo lignaggio
stregonesco all’indietro fino al 1734, ad una congrega tradizionale del
Warwickshire.
La tradizione di Cochrane si orientò maggiormente verso il maschile
rispetto a quella gardneriana-alexandriana, conferendo una forte enfasi
al ciclo agricolo e al legame con la terra (si veda Vivianne Crowley, I poteri
della Wicca, Armenia 2003, p. 50).
Col tempo, senza distinzione di corrente, crebbe inoltre l’influenza
nella Wicca delle opere Dion Fortune (al secolo Violet Firth, 1890-1946),
in particolare de La Cabala Mistica. Ella era stata un’allieva autorevole
della Golden Dawn, fratellanza fondata nel 1888 da Wynn Westcott, Sa-
muel Liddell McGregor-Mathers e Robert William Woodman come scis-
sione della Societas Rosicruciana in Anglia, a sua volta fondata nel 1866
da Robert Wentworth Little, un importante esponente della massoneria
inglese. Così pure la Cabala ottenne un posto tra le discipline tradizionali
dell’Arte.
104
Piccola Antologia Esoterica
La Preparazione
Dopo aver stabilito un altare a nord ed avervi riposto gli strumenti di la-
voro preventivamente consacrati (il coltello rituale chiamato Athame – o
in alternativa la Spada -, la Coppa, il Pentacolo, la Bacchetta, l’Incensiere,
una ciotola con l’acqua, una col sale, una candela bianca o dorata per il
Dio ed una nera o argentata per la Dèa, una terza candela – bianca – per
rappresentare l’elemento Spirito) il praticamente visualizza il proprio ra-
dicamento e la propria centratura, in pratica una ramificazione spirituale
(un prolungamento delle nadi) che dal plesso solare si estende al centro
della Terra e alle profondità del Cielo, stabilendo un circuito energetico.
In tal modo egli può attingere alle energie degli universi e allo stesso
tempo può scaricare in essi l’energia in eccesso. Quindi comincia a purifi-
care gli elementi.
Egli pone il recipiente con l’acqua sul pentacolo, vi immerge la punta
dell’Athame e pronuncia le seguenti parole:
Il praticante visualizza una luce che fuoriesce dal suo braccio, entra
nell’acqua e la purifica. Nel mentre deve percepire il flusso dell’energia.
Ho riportato qui i nomi delle “divinità standard” Cernunnos e Aradia,
le quali debbono essere sostituite con le divinità più appropriate alla rea-
lizzazione del nostro intento. Per un incantesimo di guarigione potremmo
scegliere ad esempio Ecate (dèa degli incantesimi) ed Asclepio (dio della
medicina).
Dopo l’acqua viene il sale. Il praticante appoggia l’Athame e alza il re-
cipiente d’acqua con entrambe le mani. Quindi dispone sul pentacolo il
recipiente col sale. Appoggia la punta dell’Athame sul sale e ripete:
Di nuovo egli visualizza una luce che fuoriesce dal suo braccio, entra
stavolta nel sale e lo benedice. Quindi egli appoggia l’Athame e rovescia il
105
L’Incantesimo
sale nel recipiente con l’acqua. A questo punto il praticante purifica i par-
tecipanti al rituale e passa a delineare il confine del Cerchio Sacro diffon-
dendo l’elemento Acqua/Terra (l’acqua salata) e subito dopo l’elemento
Aria/Fuoco (l’incensiere), partendo da nord e ritornando a nord.
106
Piccola Antologia Esoterica
Il cerchio (in realtà una sfera) è lo spazio sacro e protetto che viene in un
certo qual modo ritagliato dal mondo fisico per farne una “nicchia” in cui
sia possibile la violazione delle leggi naturali ordinarie.
Il praticante traccia il Cerchio con l’Athame, procedendo in senso ora-
rio da Nord verso Est, Sud e Ovest, ritornando infine a Nord, il tutto pro-
nunciando la seguente strofa:
Egli visualizza una luce che fuoriesce dal suo braccio e traccia il Cerchio.
Man mano che la tracciatura avanza, il praticante visualizza un meridiano
luminoso che si espande progressivamente ricoprendo uno spicchio dopo
l’altro fino a richiudersi in una sfera completa. A quel punto deve raffor-
zare il Cerchio con l’elemento Spirito, percorrendo il bordo dello spazio
sacro ancora una volta da Nord a Nord in senso orario, tenendo la terza
candela rivolta all’esterno e sollevandola in corrispondenza dei punti car-
dinali.
Segue l’invocazione dei quattro guardiani.
A est:
A sud:
A Ovest:
107
L’Incantesimo
Infine a Nord:
Est, aria: Euro. Può essere visualizzato come un giovane pallido con i ca-
pelli chiari, vestito in abiti azzurri; cinge una spada e sta eretto contro lo
sfondo di un cielo azzurro in un ventoso giorno di primavera.
Sud, fuoco: Noto. Può essere visualizzato come un uomo sulla ventina o
sulla trentina vestito in abiti e armatura rossi e con una lancia. I suoi ca-
pelli sono come l’oro del Sole estivo. Dietro di lui arde un grande fuoco.
Ovest, fuoco: Zefiro. Può essere visualizzato come un uomo maturo in
abiti verde mare, che emerge dalle onde e con una coppa. I suoi capelli
sono rosso ruggine, il colore dell’autunno.
Nord, terra: Borea. Può essere visualizzato come un uomo anziano con
capelli grigio scuro striati di nero. Indossa una tunica marrone o nera.
Porta con sé un pentacolo o uno scudo. Dietro di lui svetta una pietra
eretta.
108
Piccola Antologia Esoterica
Aria Fuoco
Acqua Terra
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L’Incantesimo
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Piccola Antologia Esoterica
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L’Incantesimo
Ad Aradia
A Cernunnos
Dio cornuto,
a cui si inchinano le bestie,
al cui passo germoglia la semente,
tu che hai anticipato la civiltà,
la cui figura era incisa millenni prima delle rune,
Uccidi ciò che intoppa il mio pensiero,
permettimi di accettare ciò che l’ossessione vuol coprire,
toglimi la paura di ciò che tengo nascosto.
Porta la luce e concedimi la libertà,
rendimi creativo, fai fiorire il mio desiderio,
preservami dai blocchi che interrompono il mio cammino.
112
Piccola Antologia Esoterica
Incantesimo della Candela: per prima cosa incido l’intento sulla can-
dela. Quindi, per “attirare”, ungo la candela con entrambe le mani dalle
estremità verso il centro. Per “allontanare” ungo al contrario dall’interno
all’esterno. Durante l’operazione resto fermo sull’intento (ovvero visua-
lizzo la realizzazione sul piano fisico dell’atto magico e le sue dirette con-
seguenze) e nello stesso tempo pronuncio l’incanto:
Anche in questo caso ho riportato una formula standard, che deve es-
sere personalizzata in funzione del nostro intento e delle divinità che ab-
biamo deciso di evocare. Segue anche qui un esempio concepito in fun-
zione anti-DOC:
113
L’Incantesimo
fumo nero che esce dal mio corpo per entrare nel fantoccio. Cerco inoltre
di immaginarmi forte e in salute:
----------------1----------------
2---------------1----------------
2---------------1---------------3
2-------4-------1---------------3
2-------4-------1-------5-------3
2---6---4-------1-------5-------3
2---6---4-------1-------5---7---3
2---6---4---8---1-------5---7---3
2---6---4---8---1---9---5---7---3
114
Piccola Antologia Esoterica
Con parole simili si esprime Castaneda (La Ruota del Tempo, Rizzoli-
Bur 2018, p.10):
115
L’Incantesimo
Per gli sciamani dell’antico Messico, l’intento era una forza che potevano vi-
sualizzare quando vedevano l’energia così come fluisce nell’universo. Lo defini-
vano una forza pervasiva che interveniva in ogni aspetto del tempo e dello spazio.
Era la spinta che sta alla base del tutto; ma la cosa fondamentale per gli sciamani
era che quell’intento, un’astrazione pura, era intimamente legato all’uomo.
L’uomo è sempre in grado di manipolarlo.
Compresero che il solo modo per influenzare tale forza risiedeva in un com-
portamento impeccabile, un’impresa in cui solo gli stregoni maggiormente disci-
plinati potevano riuscire.
116
Piccola Antologia Esoterica
E a Ovest:
Infine a Nord:
Aria Fuoco
117
L’Incantesimo
Acqua Terra
Infine si possono ringraziare gli Dèi per il loro favore e la loro assi-
stenza. Non si usa congedare le divinità, piuttosto ci si congeda da loro.
118
Piccola Antologia Esoterica
119
L’Incantesimo
ndr]. Dopo avere dedicato alcuni minuti a risvegliare questo centro con un pen-
siero fisso e continuo e ripetendo la vibrazione del nome, fate una breve pausa.
Poi cercate di visualizzare chiaramente l’intero tratto di luce argentea, ornato,
per così dire, dei cinque centri quali cinque splendide pietre preziose di incompa-
rabile splendore, che si estende dalla testa fino alla pianta dei piedi. Solo pochi
minuti saranno sufficienti per dare realtà a questo concetto, portando a una vi-
vida coscienza delle potenti forze che, agendo sulla personalità, vengono infine
assimilate nel sistema psico-fisico dopo il loro passaggio e la loro trasformazione
attraverso i centri immaginativi.
Adesso, riportiamo la mente alla sfera coronale immaginando che sia in uno
stato di vigorosa attività. Ossia che essa agisca rapidamente assorbendo energia
dallo spazio attorno. Poi si immagina che questa energia fluisca come un fiume
giù per il lato sinistro della testa e per il lato sinistro del tronco e della gamba.
Mentre la corrente sta discendendo, il respiro deve essere esalato lentamente in
un conveniente ritmo. Con una lenta inalazione, immaginiamo poi che la corrente
vitale passi dalla pianta del piede sinistro a quella del piede destro e lentamente
risalga su per il lato destro del corpo. In questo modo torna alla fonte da cui è
partita, il centro coronale. Naturalmente questa energia viene visualizzata come
persistente nel corpo piuttosto che come viaggiante alla periferia della forma fi-
sica.
Questa circolazione, una volta fermamente stabilita dalla mente, deve fluire
regolarmente al ritmo del respiro per alcuni secondi, così che il circuito venga
compiuto una mezza dozzina di volte, o anche più se volete. Poi ripetetelo in una
direzione leggermente diversa. Visualizzate il flusso vitale come movente dal cen-
tro coronale, giù per la fronte, il volto e il corpo. Dopo essersi diretto nuovamente
in su, passando sotto le piante dei piedi, esso risalirà lungo il dorso in un vasto
circuito di energia vibrante. Anche questo circuito accompagnerà, come il prece-
dente, l’inalazione e l’esalazione del respiro e deve essere ripetuto per almeno
sei volte.
Portate poi la vostra attenzione al Centro Terra per dare avvio ad una corrente
circolatoria nell’aura. Questa corrente può essere visualizzata come una larga fa-
scia di luce bianca, che deve essere mentalmente avvolta intorno al corpo come
se si stesse avvolgendo nelle sue bende una mummia. È importante notare che
la direzione del bendaggio deve essere da destra a sinistra, ossia la corrente di
energia deve cominciare dalla parte del Centro Terra dove è posto il piede destro
e muovere verso il piede sinistro passando dietro di esso.
L’effetto generale di questi due movimenti sarà di stabilire nella forma fisica,
e attorno a essa, una forma ovoidale di sostanza e potere rapidamente circolanti.
Il metodo finale di circolazione assomiglia all’azione di una fontana: come lo zam-
pillo esce da un tubo volgendosi verso l’alto e poi ricade da ogni lato, così fa il
potere diretto da questa circolazione. Dalla mente scende verso il centro Terra,
immaginato come il culmine di tutti gli altri, il “magazzino” ultimo della forza vi-
tale che entra. Poi si immagina che il potere salga, o sia succhiato in alto
120
Piccola Antologia Esoterica
dall’attrazione magnetica del centro Spirito sopra la corona della testa. Il potere
sale e poi ricade entro i confini dell’aura ovoidale. Quando è sceso ai piedi, è nuo-
vamente accolto e concentrato nel centro Terra, preparandosi a essere ancora
spinto verso l’alto. Come in precedenza, la circolazione a fontana dovrebbe se-
guire un ben definito ritmo di inalazione ed esalazione. Con questi mezzi la forza
salutare è distribuita in ogni parte del corpo.
Compiuta la circolazione, si può permettere alla mente di soffermarsi sull’idea
della sfera di luce, di qualità spirituale e risanatrice, che circonda l’intero corpo.
La visualizzazione dovrebbe essere fatta quanto più vivida e potente possibile per
tutto il tempo che si desidera.
Aria
CARATTERISTICHE POSITIVE PERSONALI: chiarezza mentale, loquacità,
propensione allo studio, leggerezza, allegria, velocità di ragionamento.
CARATTERISTICHE NEGATIVE PERSONALI: freddezza, menzogna, scarsa
praticità, tendenza a fare affidamento sulle proprie fantasie.
AVERE TROPPO ELEMENTO: eccessiva oggettività nella valutazione, testa
fra le nuvole, mancanza di punti fermi o idee precise, frequenti cambi di
opinione, scarsa o nessuna empatia.
AVERE POCO ELEMENTO: difficoltà di comprensione logica, faziosità,
scarsa fantasia, ignavia.
Fuoco
CARATTERISTICHE POSITIVE PERSONALI: intuizione, energia, volontà, pas-
sione, coraggio, generosità, creatività, sessualità, disponibilità.
CARATTERISTICHE NEGATIVE PERSONALI: aggressività, tendenza a fingere
di sapere (tuttologi), predisposizione alla rabbia, ipocrisia, permalosità.
AVERE TROPPO ELEMENTO: tendenza alla rabbia furibonda, fanatismo,
frettolosità nella valutazione.
AVERE POCO ELEMENTO: impotenza, abbattimento, tendenza a lasciarsi
sopraffare.
Acqua
CARATTERISTICHE POSITIVE PERSONALI: memoria, empatia, compas-
sione, veggenza, guarigione, premura.
CARATTERISTICHE NEGATIVE PERSONALI: malinconia, rimpianto, ven-
detta.
121
L’Incantesimo
Terra
CARATTERISTICHE POSITIVE PERSONALI: sensibilità fisica sviluppata, ra-
dicamento, praticità, pragmatismo, accudimento, parsimonia, preci-
sione, affidabilità.
CARATTERISTICHE NEGATIVE PERSONALI: attaccamento alla dimensione
corporea, venialità, possessività, pignoleria.
AVERE TROPPO ELEMENTO: Tendenza a dare troppa importanza ai beni
materiali, avarizia, maniacalità, cocciutaggine.
AVERE POCO ELEMENTO: Sradicamento, senso di estraneità, incapacità a
gestire il denaro, poco senso pratico.
Leggi Magiche
La prima è alla base della magia simpatica e sostanzialmente afferma che gli
effetti assomigliano alle cause. Se volete far volare una scopa, dovete metterci
sopra delle piume di uccello, agitarla, cinguettarci sopra e così via. Qualsiasi og-
getto, idea o persona, che vi ricorda o è associata a un particolare fenomeno o
entità, partecipa del potere di quell’entità e può essere usato come se fosse l’en-
tità stessa. Così le piume, il cinguettio e altri oggetti di scena sono collegati
all’idea del volo e possono essere usati per produrre il potere del fenomeno volo.
[…]
La Legge del Contagio gode immeritatamente di una cattiva reputazione a
causa della pubblicità data al voodoo e alle maledizioni nelle società non colte.
Certo, può essere usata per uccidere, ma può anche essere usata per curare. La
legge afferma che «la cose una volta in contatto continuano a interagire dopo la
separazione» [una sorta di corrispettivo macroscopico dell’entanglement quan-
tistico; ndr]. Qui l’enfasi è su oggetti o persone che sono state in contatto fisico
tra di loro. Quindi potreste usare ritagli di capelli o unghie per aiutare a lanciare
una maledizione perché i ritagli sono associati con (ricordano) la vittima. Oppure
potreste toccare un bambino malato con acqua santa [o in generale con qualcosa
di sanificato, esorcizzato e benedetto; ndr] per curarlo dalla malattia. […]
122
Piccola Antologia Esoterica
Queste due leggi spesso lavorano insieme. Un esempio potrebbe essere il can-
nibalismo rituale.* Un altro sarebbe l’area della magia della fertilità, che di solito
consiste nel lasciare che i giovani facciano le loro cose nei campi prima di arare.
Oppure potreste prendere una bottiglia del vostro vino migliore e versarla sui
viticci in crescita per assicurare l’alta qualità del raccolto. Quasi tutti i rituali reli-
giosi invocano queste due leggi, come quando un sacerdote traccia il segno della
croce con olio o acqua santa sul corpo di un credente, o quando il riso della ferti-
lità viene lanciato ad un matrimonio.
Essa afferma che con la massima associazione tra la vostra visione del mondo
e quella di un’altra entità, potete effettivamente diventare quell’entità ed eser-
citare il suo potere. […] È anzitutto necessario che aumentiate la vostra cono-
scenza della medesima. L’atto strumentale di interpretare la parte dell’entità vi
fornisce ancora più dati, mentre iniziate a farvi un’idea di come essa si senta dal
di dentro. Immedesimatevi quindi nell’entità ed esaminate la vostra visione del
mondo attraverso il filtro della visione del mondo della stessa.** […] Tutti i pen-
sieri di separazione svaniscono, e voi potete fare tutto ciò che può fare lei, perché
voi siete l’entità.
Sfortunatamente la maggior parte delle persone si perde così completamente
all’interno dell’entità in questione tanto che non è più in grado di uscirne. Per-
dono persino ogni pensiero in relazione a sé stessi visti come qualcosa di diverso
dall’entità. I due esseri non sono né separati né equivalenti, e il più forte sopraffà
il più debole. A seconda della società e cultura, questo è noto o come santità o
come follia. Questa legge è principalmente teurgica, perché una volta che avete
successo non siete più in condizione di fare altra sperimentazione, né volete dav-
vero farla. Quando l’identificazione è temporanea, abbiamo qualcosa chiamato
possessione divina o demoniaca.
È piuttosto evidente come la stessa legge possa essere usata per sta-
bilire una connessione “telepatica” con un’altra persona od addirittura
controllarla. Il rischio che si compia un’azione tanto deprecabile è tuttavia
fortemente (e fortunatamente) mitigato dalla difficoltà di conoscere l’al-
tro ad un tale livello di intimità da assorbire nei dettagli la sua visione del
mondo, la quale comprende ogni pensiero ed emozione per qualunque
argomento (idea, fatto, cosa inanimata od essere vivente) di cui sia rima-
sta traccia nella memoria del soggetto (conscia ed inconscia).
123
L’Incantesimo
* Quando il cacciatore insegue e uccide un leone, può mangiare il fegato del leone
pensando che questo gli darà forza; oppure un guerriero può mangiare il cervello
del suo nemico ucciso per assimilare il coraggio o l’intelligenza del suo avversario.
Un comunicando in chiesa mangia un pezzo di pane che si crede sia il corpo di
Cristo in modo da ottenere alcuni degli attributi di Cristo. Tutti questi sono
esempi di cannibalismo rituale e sono essenzialmente gli stessi. Il leone ha la
forza e così il fegato di un leone. Se io ho il fegato del leone, avrò anche la forza
del leone. Lo stesso meccanismo di associazione vale per ogni esempio.
124
Piccola Antologia Esoterica
125
L’Incantesimo
maledizione e così uccidersi, o rispedirmi la cura, il che non sarebbe un male per
me ma di certo non lo aiuterebbe affatto!
E poiché questi poteri, come tutti i poteri psi, possono funzionare in combi-
nazione, è del tutto possibile che il paziente possa usare sia la negapsi che la red-
dopsi e mandarmi indietro la mia cura come una maledizione su vasta scala! Inu-
tile dire che una parte vitale di qualsiasi diagnosi è assicurarsi che il paziente non
sia vittima di poteri anti-psi incontrollabili.
Parlando della combinazione dei poteri psi, potremmo anche notare i risultati
interessanti che si ottengono quando gli scettici professionisti (che generano ca-
tapsi) cercano di fare esperimenti da soli. Spesso si scoprono, con loro grande
imbarazzo, molto bravi in cose come rabdomanzia e chiarosensazioni. Oppure
possono, come accennato in precedenza, ottenere un punteggio significativa-
mente al di sotto delle probabilità, esibendo così negapsi. Quindi sembrerebbe
perfettamente possibile passare da una forma di anti-psi a un’altra o a una nor-
male psi.
I vari talenti anti-psi possono essere molto utili se sotto controllo, sia per scopi
di attacco che di difesa. Chiunque sia mai stato attaccato psichicamente saprà
quale condizione infelice possa essere. Se non siete mai stati attaccati, contate le
vostre benedizioni: probabilmente ne sono responsabili. Esistono davvero cose
come gli attacchi psichici, sebbene condizioni di malattia reale o ipocondria e pa-
ranoia siano spesso responsabili di illusioni di persecuzione psichica. Gli attacchi
di solito prendono la forma di una sensazione generale di disagio, nausea, dolore
nella parte inferiore della pancia e una netta mancanza di fiducia in sé stessi. Vuoi
letteralmente strisciare in un buco e morire. In nove casi su dieci, l’attaccante
sarà nelle immediate vicinanze e potrebbe non essere a conoscenza del fatto che
stia attaccando.
Come potete difendervi? Ebbene, la letteratura sull’occultismo è piena di
commenti sulla schermatura psichica. Parlano di immaginare uno scudo sferico o
a forma di uovo che vi circonda completamente e vi protegge. Questo ovvia-
mente si riferisce semplicemente all’uso deliberato dell’apopsi. Se riuscite a pa-
droneggiare gli altri tipi di anti-psi, potreste usare anche loro. Immaginate solo
che lo scudo inverta tutte le energie dannose in energie utili mentre lo attraver-
sano (negapsi). Oppure visualizzate l’esterno dello scudo come uno specchio per-
fetto, che riflette le energie dannose al punto d’origine (reddopsi). Oppure im-
maginate lo scudo come un campo energetico che genera staticità psichica (ca-
tapsi), interrompendo così tutte le trasmissioni nelle vicinanze. Ricordate però
che se avete intenzione di occupare un po’ del vostro tempo con la schermatura,
è meglio specificare che venga progettata per difendersi solo dagli attacchi, e che
invece benedizioni e offerte di aiuto siano in grado di passare. Una via possibile
consiste nell’avere come sistema di schermatura automatico un allarme anti-
furto, che sia inattivo per la maggior parte del tempo, ma entri in funzione alla
prima ricezione di un attacco. Contrariamente alla fantascienza, un attacco
126
Piccola Antologia Esoterica
psichico richiede tempo per logorarvi. Se notate l’inizio dell’attacco, vi sarà facile
difendervi.
D’altra parte c’è la scuola che sostiene: «La miglior difesa è l’attacco». In di-
verse occasioni, quando sono stato attaccato (e ciò accade spesso nel corso di
una conversazione superficialmente educata), ho sventato il tentativo semplice-
mente ripetendo Jabberwocky di Lewis Carroll mentre mi concentravo a generare
quanta più catapsi statica possibile. Per un aggressore che non abbia familiarità
con la catapsi, può essere molto doloroso, soprattutto se puntata direttamente
su di lui! In un’occasione, però, ho solo preso un paio di cucchiai di antiacido per
lo stomaco concentrandomi sul puro disprezzo per il mio assalitore. È davvero un
fatto bellissimo che un atteggiamento di ridicolo o l’umorismo, come recitare
poesie senza senso o persino Mamma Oca, abbia il potere di spaventare un av-
versario più di qualunque altra cosa. Questo ovviamente perché la maggior parte
dell’umorismo implica un atteggiamento del tipo: «Pensavo fossi pericoloso, ma
non lo sei davvero per niente». Questo tipo di fiducia in sé stessi è sempre la
difesa più potente.
127
L’Incantesimo
Un’interpretazione distorta dei fatti vuole che i wiccan siano una sorta
di eccentrici satanisti, contro i quali si dovrebbero alzare barricate e sca-
gliare dardi infuocati. Ciò soprattutto in concomitanza con il primo Sab-
bat, quando essi celebrerebbero rituali di sangue nell’antro di qualche
oscuro postribolo. Inutile dire che tali idee non hanno ragione di esistere.
Ma, poiché esistono, da dove traggono esattamente la loro origine?
Tutti i popoli indoeuropei celebravano la festa di fine estate (il Samhain
dei Celti o l’Álfablót dei Germani, oggi nota come Halloween). Ovunque
essa prevedeva l’utilizzo di zucche o rape intagliate con candele accese
all’interno, travestimenti da fantasmi per spaventare i passanti, prepara-
zioni di cibi per i defunti (ai quali si lasciava una sedia vuota intorno al
tavolo), accensione di falò, nonché la vecchia versione del ben noto “dol-
cetto o scherzetto”. I bambini andavano di casa in casa a chiedere del cibo
come noci, nocciole, castagne, e in cambio assicuravano di non procurare
nessuno scherzo: in caso contrario, lasciavamo un sacchetto di carta pieno
di letame. (Si approfondisca su AA.VV., Samhain - Riti, tradizioni e streghe
di Halloween -, Phanes 2022.)
La festa commemorava l’ultimo raccolto, la spartizione dei prodotti
agricoli (come il grano turco e il vino, che in questo periodo raggiungeva
la piena fermentazione), la preparazione dei granai e ultimo, non per im-
portanza, il ricovero degli animali nelle stalle e negli ovili, con la macella-
zione di quelli in eccesso.
Per associazione d’idee, la fine dell’estate diventava la fine della vita
terrena, motivo per cui si riteneva Samhain il momento di massima vici-
nanza tra la Terra e il mondo delle anime. Era quindi il momento della
preghiera, che per la minima distanza aveva la massima probabilità di ve-
nire recepita.
Tali usanze si mantennero pressoché inalterate (perfino in Italia! Con
nomi come “Is Animeddas” in Sardegna o “Notte delle Lumere” in Lom-
bardia e Sicilia) per tutta l’età romana, il medioevo e l’età moderna, per
poi scomparire repentinamente in concomitanza con il boom economico
del secondo dopoguerra, quando la maggior parte dei cittadini europei
abbandonò la vita agricola per quella cittadina, nella quale i preziosi rituali
legati alla terra non facevano più parte del vivere quotidiano.
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Piccola Antologia Esoterica
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L’Incantesimo
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Piccola Antologia Esoterica
Conclusione
Vangelo di Tommaso
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Conclusione
Provo solo una grande compassione per quegli uomini che per primi
forgiarono catene per imprigionarvi i loro simili. Essi credevano di innal-
zare il proprio essere abbassando quello degli altri. Ma ad ogni colpo
sull’incudine erano i loro piedi a sprofondare nel pavimento, fino a trovar-
visi impantanati. La loro fu solo gloria effimera.
Dimentichiamoci di loro. Scrolliamoci di dosso i nostri zaini pesanti.
Buttiamoli a terra, e sentiremo tintinnare le chiavi per liberarci. Partiamo.
Ho letto da qualche parte che il primo passo non è per raggiungere la de-
stinazione, ma per lasciare il luogo in cui ci si trova. Ed è solitamente la
parte più difficile. Ora basta non perdere la direzione.
Se la decisione è presa, potrebbe essere una buona idea accompa-
gnarci a qualcuno che abbia già percorso la strada una volta, qualcuno che
sappia indicarci i principali ostacoli e che ci aiuti ad interpretare la mappa.
La persona che ho in mente non ha niente a che vedere coi cosiddetti
“guru”, coloro che chiedono fede cieca e che instillano nei propri discepoli
un sentimento di dipendenza.* No. Alla fine dobbiamo aver elaborato
ogni concetto ed averlo approvato, e possiamo anche trovare dei punti di
disaccordo con il nostro “fratello” o “sorella maggiore”. È giusto voler-
gli/le bene, e proprio per questo non lo/la offenderemo associandogli/le
un ruolo che non gli/le è proprio. Un vero Maestro non cerca affatto di
ridurre il proprio discepolo alla dipendenza (propensione semmai riscon-
trabile in buona parte degli esorcisti e in alcuni - pochi per fortuna - psi-
cologi e psichiatri), ma gli fornisce al contrario i mezzi per cavarsela da
solo, così che in futuro diventi anch’egli un Maestro per qualcun altro.
Finché non lo trovate nel mondo reale, potete comunque trovarlo nei
libri.
Fate buon viaggio!
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Piccola Antologia Esoterica
Bibliografia:
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Indice
Indice:
Prefazione 3
Introduzione, Buoni e Cattivi 7
Capitolo 1, Forme-Pensiero ed Eggregore 13
Cosa Sono 13
Eggregore 17
Eggregore e DOC 19
Forme-Pensiero Genealogiche 20
Varianti 21
Le Epidemie 27
Le Guerre 28
Magia “Simulata” 30
Le Quattro Nobili Verità 31
L’Espansione dell’Universo 32
Una Nota sull’Empatia 33
Il “Doppio” 34
Il Ricordo del Sé 34
La Teoria dei Sette Corpi, tra Gurdjieff e Weor 42
La resurrezione di Sri Yukteswar 48
Il Principio Olografico 59
L’Identificazione Volontaria 61
Tantra 62
Psicomagia 64
Il Sogno 70
Capitolo 2, Trasmutazione della Materia 75
Il Magnetismo Animale (FA96) 82
Pianeti e Magnetismo Animale 83
Ricapitolazione 85
4 Tipi di Vampiri Energetici: I 4 Drammi 88
Capitolo 3, L’Incantesimo 93
Configurazione Astrale 95
Tradizione Wiccan 100
La Preparazione 105
La Tracciatura del Cerchio 107
Invocazione degli Dèi e Lavoro Magico 111
Libagione e Chiusura del Cerchio 116
La Meditazione sul Pilastro Mediano 118
Leggi Magiche 122
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