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GENESI DIPENDENTE *

Bhikkhu Anālayo Che i Tathāgata sorgano o non sorgano,


questo principio resta fermo, questa stabi-
lità del Dharma, fissità del Dharma: il princi-
Questo articolo esplora il significato fondamentale della pio della condizionalità specifica.
dottrina sulla genesi dipendente in base a discorsi im-
portanti e alla luce di un antecedente palese che si trova Il riferimento ai Tathāgata, un termine usato rego-
in un mito vedico della creazione. Il principio della ge- larmente dal Buddha nei discorsi per riferirsi a se
nesi dipendente che si presenta come condizionalità stesso, qui serve a indicare coloro che scoprono il
specifica (e la sua cessazione) si può discernere dalle ap- Dharma e poi lo insegnano ad altri. Il punto è che
plicazioni di questo principio in una serie di nessi che il principio della condizionalità specifica esiste in-
sorgono in dipendenza. L’esempio più frequente è la se- dipendentemente dagli insegnamenti di un Buddha.
quenza di dodici nessi cha vanno dall’ignoranza alla vec-
chiaia e morte. La presentazione della genesi dipendente poi si
conclude come segue:3

Così (…) l’essere così in ciò, la sua realtà effet-


Discernere il principio tiva, il suo non essere altrimenti, la condizio-
La dottrina della genesi dipendente è al centro nalità specifica: è questo che si chiama (…) ge-
della dottrina del buddhismo antico. Questo vale a nesi dipendente.
tal punto che, secondo il discepolo principale del Questa affermazione conclusiva sottolinea che la
Buddha Sāriputta, la comprensione della genesi di- dottrina chiamata ‘genesi dipendente’ si riferisce
pendente equivale alla comprensione del Dharma:1 al principio fondamentale della condizionalità spe-
Chi che vede la genesi dipendente vede il cifica, che ‘non è altrimenti’. Il discorso poi forni-
Dharma, e chi che vede il Dharma vede il sor- sce un contrasto al principio stesso spostando l’at-
gere dipendente. tenzione alla natura mutevole di "cose sorte in di-
pendenza". In relazione alla vecchiaia e alla morte
Nonostante questa centralità, o forse proprio a questo assume la seguente forma espressiva:4
causa di essa, vi è una varietà di opinioni diverse
sul significato di questa dottrina. È per questo che E cosa sono (…) gli stati sorti in dipendenza?
in seguito cerco di fornire un punto di partenza per (…) La vecchiaia e la morte sono stati transi-
la comprensione della genesi dipendente. tori, condizionati, sorti in dipendenza, sono di
natura distruttibile, effimera, destinata a spe-
Un discorso particolarmente utile per poter apprez- gnersi e a cessare.
zare il significato della genesi dipendente è il Paccaya-
sutta, nel quale si afferma che il ‘sorgere dipendente’ Il contrasto principale qui sta tra l’invariabilità del
(paṭicca samuppāda) rappresenta il principio di con- principio e la variabilità delle sue manifestazioni
dizionalità che opera tra uno qualsiasi dei nessi ef- che vengono elencate nella frequente esposizione
fettivi, che sono l’ignoranza, ecc., fino alla vecchiaia dei dodici nessi che vanno dall’ignoranza alla vec-
e morte. Questi collegamenti stessi, però, sono chiaia e morte.
piuttosto ‘condizioni sorte in dipendenza’ (paṭicca- L’esposizione nel Paccaya-sutta evidenzia che le
samuppannā dhammā). Nel caso del rapporto con- applicazioni della genesi dipendente che coinvol-
dizionale che relaziona la nascita con la vecchiaia e gono meno di dodici nessi sono ugualmente va-
la morte, ad esempio, il principio della genesi di- lide. Sono semplicemente espressioni alternative
pendente si esprime nel seguente modo:2 dello stesso principio. Benché la formula dei dodici
E cosa è … la genesi dipendente? … dipen- nessi sia la più frequente, è, dopotutto, solo una
denti dalla nascita sono vecchiaia e morte. modalità di applicazione.

* Research Group, 2020; traduzione a cura di Bhikkhu Dhamma-


Edizione originale in lingua inglese: “Dependent Arising”,
Insight Journal, 46 (2020): 1–8. Edizione italiana © Āgama muninda.

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Infatti, il Paccaya-sutta dimostra chiaramente che la vecchiaia e la morte ci sono essendoci la


il principio del sorgere dipendente può essere an- nascita; la nascita è la condizione per la
che espresso con soli due nessi, in quanto la na- vecchiaia e la morte.
scita è la condizione per la vecchiaia e per il de-
Il fatto che chi è nato deve fare i conti la vecchiaia
cesso. Questo è già un ‘sorgere in dipendenza’.
e la morte a prima vista non sembra giustificare la
La condizionalità specifica e la sua cessazione qualifica di svolta sapienziale. Eppure, questa qua-
lifica viene attribuita in modo analogo ad ogni suc-
Il principio della condizionalità specifica può es-
cessivo passaggio dell’intera indagine, che alla fine
sere espresso nel seguente modo:5
giungerà all’ignoranza quale condizione che porta,
Essendo questo, c’è quello; con il sorgere di attraverso l’intervento di altri nessi, alla vecchiaia
questo, sorge quello. Se non c’è questo, non e alla morte e quindi a dukkha.
c’è quest’altro; se cessa questo, cessa quello.
Guardando alla successiva sequenza delle cessa-
Questa formulazione può servire come prefazione zioni, che è complementare, questo implica che la
all’esposizione completa dei dodici nessi che vanno cessazione dell’ignoranza può portare alla com-
dall'ignoranza alla vecchiaia e alla morte. Il princi- pleta libertà da vecchiaia e morte. Da questa pro-
pio, così come la sua esposizione completa, segue spettiva, quindi, la qualifica di svolta sapienziale
una dichiarazione sul divenire con la sua contro- può essere meglio apprezzata. Infatti, questa sa-
parte sulla cessazione. Questo offre un’altra chiave pienza rivela che l’intera gamma di esperienze
per la comprensione della dottrina sulla genesi di- soggettive è solo il risultato di condizioni.
pendente.
Se la vacuità è una faccia della medaglia, la genesi
Il principio della condizionalità specifica può es- dipendente è l’altra faccia, nel senso che in ogni
sere illustrato con l’esempio del decesso di un in- esperienza soggettiva manca ovunque una entità
dividuo. Qualcuno potrebbe chiedere: perché que- sostanziale e immutabile. Questo non lascia spazio
sta persona è deceduta? Una risposta potrebbe al postulato di un Sé di qualunque tipo.
essere che la persona ha avuto un incidente o era
Il ruolo dei dodici nessi
malata di cancro. Ma non è questa la condizione
decisiva, almeno a livello fondamentale. Se quell’in- Mentre il ragionamento che porta dalla nascita
dividuo non avesse avuto un incidente o non alla vecchiaia e alla morte può benissimo sem-
avesse avuto il cancro, prima o poi la morte sareb- brare chiaro, questo non necessariamente vale
be comunque sopraggiunta. Quindi una risposta per tutti gli altri nessi che portano dall’ignoranza a
più profonda alla domanda potrebbe essere: Per il questo punto.
fatto di essere nato! Questa è la condizione
Per apprezzare la parte iniziale dell’applicazione
specifica per la morte. Infatti, senza la nascita non
standard della genesi dipendente con dodici nessi,
ci sarebbe la morte.
può essere d’aiuto considerare la ricerca di Joanna
Un discorso che riporta l’indagine del Buddha Jurewicz, la quale ha evidenziato un antecedente
stesso sulla genesi dipendente prima del suo risve- in un mito vedico della creazione.7 In seguito cerco
glio conferma che la preoccupazione centrale è di fornire un riassunto semplificato delle sue sco-
quella di identificare la condizione specifica che perte pertinenti al mio argomento.
deve cessare per giungere alla libertà da dukkha.
Questo mito della creazione parte da uno stadio in
La prima parte di questa indagine trova espres-
cui la cognizione è impossibile (quindi corrisponde
sione nel seguente modo:6
al primo nesso: l’ignoranza). Successivamente, da
Poi (…) mi venne in mente questo: essendo questo stadio in qualche modo sorge un primo im-
cosa, la vecchiaia e la morte sono; in base a pulso, che a volte viene espresso con un termine
quale condizione ci sono la vecchiaia e la morte? etimologicamente correlato alle formazioni (il se-
Poi (…) grazie a saggia attenzione (yoniso ma- condo nesso: le formazioni).
nasikāra) ci fu per me una svolta sapienziale:

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In seguito a questo si manifesta la presa di co- cerne i cinque aggregati dell’attaccamento che in-
scienza (che corrisponde al terzo nesso: la co- cludono il corpo, le tonalità edoniche, le percezioni,
scienza). Segue poi ciò che potrebbe essere chia- le formazioni e la coscienza come pilastri centrali del
mato il processo dell’individuazione che coinvolge proprio senso di identità. Tale corrispondenza po-
la nascita di nome e forma (il quarto nesso: nome- trebbe dare adito all’idea che queste due dottrine
e-forma). possano essere correlate.8

Dato questo precedente si può desumere che la Eppure, il primo nesso dell’ignoranza, per esem-
formulazione di questi nessi dell’applicazione pio, non sta a indicare un principio astratto che esi-
standard della genesi dipendente possa essere ste per conto suo. In questo senso, la prospettiva
stata una forma di dialogo con il mito vedico della buddhista si distingue decisamente dal suo pre-
creazione. Ciò sarebbe in linea con un modello ge- sunto antecedente vedico.
nerale dei primi discorsi, che mostrano il Buddha
Ognuno dei dodici nessi della genesi dipendente
adottare e reinterpretare in modo decisivo le no-
richiede che tutti e cinque gli aggregati esistano
zioni braminiche correnti in quel tempo nell’India
contemporaneamente. L’insegnamento sulla ge-
antica.
nesi dipendente non presuppone l’esistenza di al-
Nel caso in questione, questa reinterpretazione cuno dei nessi in astratto e mostra, invece, come
sarebbe che, invece di celebrare ciò che è stato un particolare nesso rappresentante un aspetto
creato in questo modo, la serie culmina in dukkha. della continuità dei cinque aggregati abbia un’in-
Già questo si può ritenere avere avuto un conside- fluenza condizionante su un altro nesso. Ciò non
revole effetto sull’uditorio, che aveva familiarità implica che uno di questi nessi esista indipenden-
con quel mito della creazione. temente dai cinque aggregati.

Inoltre, l’insegnamento prosegue con la sequenza Infatti, i dodici nessi della genesi dipendente non
delle cessazioni, dimostrando come questa intera sono un modello cognitivo in quanto tale. Descri-
"creazione" può essere terminata. Questo, a sua vono invece un’applicazione della condizionalità
volta, mira allo scopo principale della dottrina specifica che riguarda il sorgere dipendente e la
sulla genesi dipendente che è proprio la rimozione cessazione dipendente di dukkha.
delle condizioni che portano a dukkha.
Applicazione momentanea o rinascita?
A questo proposito il Buddha si sarebbe appog-
La serie dei dodici nessi che portano alla vecchiaia
giato ad un concetto presumibilmente abbastanza
e alla morte in quanto condizionati dalla nascita
noto nell’ambiente antico per creare una prima
può anche stimolare diversi punti di vista sulla sua
impressione di familiarità. In base a ciò avrebbe
implicazione complessiva. L’intera serie va appli-
poi capovolto il tutto per esprimere la sua sco-
cata a un singolo ciclo di vita, o forse a un singolo
perta delle cause che portano a dukkha e alla sua
momento, o piuttosto abbraccia diverse vite?
cessazione. Questo farebbe luce sul motivo per il
quale l’applicazione della genesi dipendente in Ciò che al primo momento potrebbero sembrare
base a dodici nessi si trova così frequentemente due posizioni che si escludono a vicenda, secondo
nei primi discorsi, appunto per il probabile fascino le tradizioni di esegesi buddhista si possono consi-
che esercitava sull’antico pubblico indiano. In un derare complementari.
ambiente non familiare con quel precedente ve-
dico, invece, alcuni nessi sono assai più difficili da La proposta che l’intera serie di dodici nessi possa
comprendere. essere applicato ad un singolo momento si trova
già in una prima opera della collezione Abhidharma
La genesi dipendente e i cinque aggregati del Theravāda (il Vibhaṅga) come anche in un trat-
tato centrale esegetico della tradizione Sarvāsti-
I primi due nessi che seguono l’ignoranza, le for-
vāda (la *Mahāvibhāṣā). Viceversa, un’interpreta-
mazioni [mentali] e la coscienza, ricorrono in un’altra
zione della genesi dipendente che si basa su tre
dottrina centrale del buddhismo antico. Essa con-
vite consecutive si trova in un’antica opera della

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collezione dell’Abhidharma Sarvāstivāda (lo Jñā- Journal of the Pali Text Society, 26 (2000): 77–103.
naprasthāna) come anche in un trattato della tra-
8
Vedi, per esempio, Mathieu Boisvert, The Five Aggre-
gates, Understanding Theravāda Psychology and Soter-
dizione Theravāda (il Paṭisambhidāmagga).9
iology, Delhi, Sri Satguru Publications, 1995/1997, 130ss.
La soluzione all’apparente contrasto si ottiene
9
Bhikkhu Anālayo, Rebirth in Early Buddhism and Current
Research, Boston: Wisdom Publications, 2018, 8s.
spostando l’attenzione dai nessi al principio sotto-
stante di condizionalità specifica, e si fa questo va-
lutando l’evidente funzione dei dodici nessi come
risposta al mito della creazione, che si presume sia
stato noto in quei tempi dell’India antica. Da que-
sta prospettiva, la questione non è se decidere in
favore dell’una o dell’altra di queste due interpre-
tazioni, dato che il punto chiave in gioco è piutto-
sto il principio di condizionalità specifica.

Vedere questo principio e, forse ancora di più, ve-


derne la cessazione nell’esperienza personale, equi-
vale a vedere il Dharma.

Abbreviazioni
MN Majjhima-nikāya

SN Saṃyutta-nikāya

Note
1
MN I 190: yo paṭiccasamuppādaṃ passati so dhammaṃ
passati, yo dhammaṃ passati so paṭiccasamuppādaṃ
passati.
2
SN II 25: katamo ca, bhikkhave, paṭiccasamuppādo?
Jātipaccayā,bhikkhave, jarāmaraṇaṃ. uppādā vā tathā-
gatānaṃ anuppādā vā tathāgatānaṃ, ṭhitā va sā dhātu
dhammaṭṭhitatā dhammaniyāmatā idappaccayatā.
3
SN II 26: iti kho, bhikkhave, yā tatra tathatā avitathatā
anaññathatā idappaccayatā, ayaṃ vuccati, bhikkhave,
paṭiccasamuppādo.
4
SN II 26: katame ca, bhikkhave, paṭiccasamuppannā
dhammā? jarāmaraṇaṃ, bhikkhave, aniccaṃ saṅkhataṃ
paṭiccasamuppannaṃ khayadhammaṃ vayadhammaṃ
virāgadhammaṃ nirodhadhammaṃ.
5
MN III 63: imasmiṃ sati idaṃ hoti, imass’ uppādā
idaṃ uppajjati;imasmiṃ asati idaṃ na hoti, imassa
nirodhā idaṃ nirujjhati.
6
SN II 10: tassa mayhaṃ, bhikkhave, etad ahosi: kim hi
nu kho sati jarāmaraṇaṃ hoti, kiṃpaccayā jarāmaraṇan
ti? tassa mayhaṃ, bhikkhave, yoniso manasikārā ahu
paññāya abhisamayo: jātiyā kho sati jarāmaraṇaṃ
hoti, jātipaccayā jarāmaraṇan ti.
7
Joanna Jurewicz, “Playing with Fire: The Pratītya-
samutpāda from the Perspective of Vedic Thought”,

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