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Funzioni

goniometriche

Angoli orientati
Circonferenza goniometrica
Funzioni goniometriche
Relazioni tra gli elementi dei triangoli

La pendenza
Si vuole progettare una rotaia per le montagne russe;
in un tratto i binari devono salire di 15 m con un’incli-
nazione di 30c rispetto al suolo. Quanto deve essere
lungo il tratto di rotaia (il segmento AC in FIGURA 2)?

15 m

30°

FIGURA 2
FIGURA 1 Quanto è lungo il tratto AC ?

Sapendo che la somma degli angoli interni di un triangolo è di 180c, se


l’angolo in A è di 30c e l’angolo in B è retto, quello in C deve essere di 60c.
Il triangolo ABC, perciò, può essere considerato come la metà del triangolo 60°
equilatero ACD ottenuto per simmetria rispetto all’asse AB (FIGURA 3). 15 m
Quindi il lato AC deve essere il doppio del lato BC, che è metà della base
30°
CD, quindi AC = 2 $ BC = 30 m.
30°
Qui è stato abbastanza facile risolvere il problema, sfruttando le proprietà
del triangolo rettangolo con angolo acuto di 30c. Però se la rotaia doves- 15 m
se avere un’inclinazione diversa non potremmo risolvere il problema così 60°
facilmente.
Il procedimento utilizzato sopra non si può estendere ad angoli con am- FIGURA 3
piezze diverse, perché si basa sull’osservazione che 30c è la metà di Un triangolo rettangolo con un angolo
60c e quindi sulla possibilità di costruire un triangolo equilatero. acuto di 30c è la metà di un triangolo
equilatero che ha l’ipotenusa per lato.

È possibile trovare un metodo generale che permetta ai progettisti di calcolare la lunghezza di un tratto
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di rotaia con qualsiasi pendenza?


Cioè, si può trovare l’ipotenusa di un triangolo rettangolo conoscendo un angolo acuto e un cateto?

Soluzione a pag. 19

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TEORIA

Angoli orientati
1. Misura dell’ampiezza di un angolo
Sai già che come unità di misura delle ampiezze
degli angoli si usa il grado, pari alla 360-esima
parte dell’angolo giro.
Esistono però altre unità di misura dell’ampiezza;
una delle più importanti è il radiante. Il radiante
è l’ampiezza di un angolo con il vertice nel centro
di una circonferenza cui corrisponde un arco di
lunghezza uguale al raggio (FIGURA 4).
Il radiante è indicato anche con l’abbreviazione FIGURA 4
rad.
Per ottenere la misura in radianti di un angolo di cui si conosce la misura in gra-
r
di, è sufficiente moltiplicare questa per 180 . Viceversa, se si desidera passare dal-
180
la misura in radianti a quella in gradi si moltiplica la misura in radianti per r .
Se indichiamo con α e ρ rispettivamente le misure in gradi e in radianti di uno
stesso angolo si ha perciò:
r
t = 180 a e 180
a= r t

Riassumiamo nella TABELLA 1 le corrispondenti misure in gradi e in radianti di al-


cuni angoli notevoli.
TABELLA 1
gradi 30 45 60 90 180 270 360
r r r r 3 2π
radianti π
6 4 3 2 2 r

Infine osserviamo che in alcuni strumenti di misura è usata anche una terza
unità, detta grado centesimale, pari alla quattrocentesima parte dell’angolo
giro.

2. Ampiezze angolari orientate


Consideriamo una circonferenza γ di centro O e un suo punto fisso A; immagi-
niamo un secondo punto P, che inizialmente si trova nella stessa posizione di A e
si muove sulla circonferenza in senso antiorario fino a occupare una nuova posi-
FIGURA 5 zione. Tale movimento è una rotazione attorno a O; possiamo descrivere tale ro-
tazione mediante l’ampiezza α dell’angolo AOP W ; α individua anche la posizione
finale di P (FIGURA 5).
Il punto P però potrebbe percorrere l’intera circonferenza, fino a tornare al punto
di partenza, e quindi spostarsi ancora. Per descrivere una tale rotazione occorre
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considerare ampiezze angolari maggiori dell’angolo giro. In FIGURA 6 puoi vedere la


posizione che occupa P dopo aver compiuto una rotazione di 450c, ossia un giro
completo seguito da una rotazione di 360c + 90c = 450c.
Il punto P potrebbe spostarsi sulla circonferenza anche in senso orario; per di-
FIGURA 6 stinguere tali rotazioni da quelle che avvengono in senso antiorario si conviene di

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Funzioni goniometriche
considerare negative le corrispondenti ampiezze angolari. In FIGURA 7 puoi vedere
la posizione che occupa P dopo aver compiuto una rotazione di - 990c, ossia due
giri completi in senso orario seguiti da una rotazione di 270c sempre in senso
orario: -360c$ 2 - 270c= - 990c.
Le ampiezze angolari così considerate vengono dette ampiezze angolari orientate.

Circonferenza goniometrica FIGURA 7

3. La circonferenza goniometrica
Consideriamo, in un piano cartesiano, la circonferenza γ con centro nell’origine
e raggio unitario. Sia A (1 ; 0) il punto in cui γ interseca il semiasse delle ascisse
positive e sia α un’ampiezza angolare orientata (nel seguito diremo semplicemente
angolo α). Immaginiamo che il punto mobile P compia una rotazione di ampiezza
α attorno all’origine e sia B la sua posizione finale (FIGURA 8). Il punto B è un punto
della circonferenza γ la cui posizione dipende da α; diremo perciò che esso è il
punto associato all’angolo α. La circonferenza γ,
considerata insieme alla corrispondenza descritta,
è detta circonferenza goniometrica.
Osserva che la posizione del punto B non cambia
se, dopo aver compiuto una rotazione di ampiez-
za α, esso ruota ancora di uno o più angoli giri.
Pertanto:
angoli che differiscono di un numero intero
di angoli giri sono associati allo stesso punto. FIGURA 8

4. Angoli e quadranti
Diremo che un angolo è del 1o, 2o, 3o o 4o quadrante se il punto a
esso associato è, rispettivamente, interno al 1o, 2o, 3o o 4o quadrante.
In FIGURA 9 sono evidenziati i punti in cui la circonferenza goniome-
trica interseca gli assi cartesiani: tali punti sono associati rispettiva-
mente agli angoli di 0c, 90c, 180c, 270c, ossia agli angoli che misura-
r 3
no, in radianti, 0, 2 , π, 2 r ; il punto A (1 ; 0) è ovviamente associa-
to sia all’angolo di 0c sia all’angolo di 360c (2π radianti).
FIGURA 9

ESEMPIO

L’angolo orientato di - 495c appartiene al terzo


quadrante (FIGURA 10). Osserva che il punto B in
figura è associato anche agli angoli di
- 495c + 360c = - 135c
- 495c+ 2 $ 360c= 225c ...
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Pertanto anche gli angoli di - 135c, 225c, ... sono


del terzo quadrante.

FIGURA 10

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TEORIA

Funzioni goniometriche
5. Seno e coseno
Le coordinate del punto B della circonferenza goniometrica associato a un angolo
α dipendono da α, ossia, come si usa dire, sono funzioni di α.

DEFINIZIONE SENO E COSENO


Si dice seno dell’angolo orientato α, e si indica con sen α, l’ordinata del punto
della circonferenza goniometrica associato ad α.
Si dice coseno dell’angolo orientato α, e si indica con cos α, l’ascissa del punto
della circonferenza goniometrica associato ad α.

Quindi, il punto della circonferenza goniometrica associato all’angolo α (FIGURA 11)


è il punto B (cos α; sen α), dove:

senα = y B cos α = x B

Se H è la proiezione di B sull’asse x (FIGURA 12), BHO è un triangolo rettangolo in H.


Applicando il teorema di Pitagora al triangolo BHO si ha:
HB 2 + OH 2 = OB 2
L’ipotenusa BO, essendo il raggio della circonferenza goniometrica, misura 1,
mentre le misure dei cateti HB e OH sono rispettivamente i valori assoluti dell’or-
dinata e dell’ascissa di B. Perciò, dalla precedente uguaglianza, tenendo presente
che è y B 2 = y 2B e x B 2 = x 2B, si ha y 2B + x 2B = 1 2. Questa relazione, per la definizione
di seno e coseno, diviene:

sen 2α + cos 2α = 1

che è la prima relazione fondamentale della goniometria.

FIGURA 11 FIGURA 12

DOVE METTIAMO GLI ESPONENTI?


Ricorda che i simboli sen e cos da soli indicano delle funzioni, non dei nume-
ri. Per ottenere dei numeri occorre che vengano specificati gli argomenti di
tali funzioni: sen 30c e cos α indicano dei numeri.
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Per convenzione, le potenze di tali numeri vengono indicate scrivendo l’espo-


nente dopo il simbolo di funzione: il quadrato di sen 30c si scrive sen 2 30c, il
cubo di cos α si scrive cos3 α:
sen 2 30c= (sen 30c)2 cos3 a = (cos a)3

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Funzioni goniometriche
Poiché la circonferenza goniometrica ha cen-
tro nell’origine e raggio 1, le ascisse e le or-
dinate dei suoi punti non possono assumere
valori maggiori di 1 e minori di - 1 (FIGURA 13);
perciò qualunque sia α si ha:

-1 # sen a # 1 - 1 # cos a # 1

Le funzioni seno e coseno sono limitate e


il loro codominio è l’intervallo [- 1 ; 1].

FIGURA 13

6. Tangente
Tracciamo una retta t, tangente alla circonferenza goniometrica nel punto A(1 ; 0)
e perciò parallela all’asse y (FIGURA 14), e sia B il punto della circonferenza goniome-
trica associato all’angolo orientato α. La retta OB incontra t in un punto T. L’ascis-
sa di T, come quella di tutti i punti di t, è 1 e non dipende da α, mentre l’ordinata
di T è funzione dell’angolo α.

DEFINIZIONE TANGENTE
Si dice tangente dell’angolo orientato α, e si indica con tan α, l’ordinata del
punto in cui la tangente alla circonferenza goniometrica nel suo punto di
ascissa 1 incontra la retta OB, essendo B il punto associato all’angolo α.

Quindi, si ha T (1 ; tan α) ed è (FIGURE 14 e 15):


tan a = yT

FIGURA 14 FIGURA 15

Osserva che se il punto B appartiene all’asse y la retta OB e la tangente t sono pa-


rallele e pertanto non si intersecano. Ciò accade se l’angolo α è associato al punto
B1 (0 ; 1) o al punto B 2 (0 ; - 1), ossia se è, rispettivamente,
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ATTENZIONE!
α�= 90c+ k 360c con k ! b α�= r + 2kr in radianti l
2 Nel seguito
sottintenderemo che
oppure k ! senza doverlo
α�= - 90c+ k 360c con k ! b α�=- r + 2kr in radianti l specificare ogni volta.
2

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TEORIA

r
Il valore di tan α non è definito se α�=!90c + k 360c, ossia a =! 2 + 2kr
radianti.
Osserva ora la FIGURA 16 dove, per semplicità, ab-
biamo considerato un angolo α del primo qua-
drante. I triangoli OAT e OHB sono entrambi
rettangoli e hanno in comune l’angolo acuto α,
pertanto essi sono simili e si ha:
TRIANGOLI SIMILI
AT : OA = HB : OH
Due triangoli con gli
angoli corrispondenti Poiché
di uguali ampiezze AT = yT = tan a OA = 1
sono simili; i lati
corrispondenti di due HB = y B = sen a OH = x B = cos a
triangoli simili sono
la precedente proporzione diviene:
proporzionali.
FIGURA 16
tan α : 1 = sen α : cos α
da cui si ottiene la seconda relazione fondamentale della goniometria:
FUNZIONI sen a
tan a = cos a
CIRCOLARI
Le funzioni seno,
r
Ovviamente tale relazione vale se α !! 90c + k 360c, ossia a !! 2 + 2kr ra-
coseno e tangente dianti.
sono dette funzioni Ti lasciamo il compito, come esercizio, di adattare queste considerazioni ai casi in
goniometriche
cui α non è un angolo del primo quadrante.
o funzioni
trigonometriche
Osserviamo infine che l’ordinata del punto T non è limitata e può assumere qua-
o anche funzioni lunque valore reale, perciò:
circolari. la funzione tangente non è limitata e il suo codominio è l’insieme dei nu-
meri reali.

7. Segno delle funzioni goniometriche


Il segno di cos α e sen α dipende dal quadrante a cui appartiene α. Infatti queste
due funzioni goniometriche rappresentano rispettivamente l’ascissa e l’ordinata
del punto B della circonferenza goniometrica associato ad α (FIGURA 17). Una volta
determinato il segno di cos α e sen α è facile determinare anche il segno di tan α:
dalla seconda relazione fondamentale si deduce che tan α 2 0 se cos α e sen α
sono concordi in segno, mentre tan α 1 0 se cos α e sen α sono discordi.
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FIGURA 17

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Funzioni goniometriche
ESEMPIO
3
Un angolo orientato α appartiene al secondo quadrante e si ha sen a = 5 . Calcoliamo cos α
e tan α.
Dalla prima relazione goniometrica fondamentale abbiamo:

sen2 a + cos2 a = 1 $ c 5 m + cos 2 a = 1 $ cos a =! 1- 25 $ cos a =! 5


3 2 9 4

Poiché α è del secondo quadrante si ha cos α 1 0, e quindi deduciamo che è:


4
cos a =- 5

Dalla seconda relazione fondamentale possiamo dedurre tan α:


3
sen a 3
tan a = cos a = 54 $ tan a =- 4
- 5

8. Angoli notevoli
I valori delle funzioni goniometriche, in generale, non possono essere calcolati
mediante un numero finito di operazioni algebriche.
Vi sono tuttavia particolari angoli per cui i valori delle funzioni goniometriche
possono essere determinati mediante semplici considerazioni geometriche.
L’angolo di 0c (ossia 0 radianti) è associato al punto B / A (1 ; 0) e quindi si ha:
sen 0c= y B $ sen 0c= 0
cos 0c= x B $ cos 0c= 1
da cui, per la seconda relazione fondamentale, si ottiene tan 0c = 0.
Con considerazioni analoghe si ottengono i valori delle funzioni goniometriche de-
gli angoli di 90c, 180c, 270c e 360c, associati ai punti in cui la circonferenza gonio-
metrica interseca gli assi, e che abbiamo riassunto nella TABELLA 2 a pagina seguente.

Angolo di 30c b 6 radianti l


r

Osserva la circonferenza goniometrica in FIGURA 18. Si può notare che


BOH è un triangolo rettangolo in H con gli angoli acuti in O e in B ampi
rispettivamente 30c e 60c. Esso è perciò la metà del triangolo equilate-
ro OBBl di lato OB = 1; quindi risulta:
1 1 1
y B = BH = 2 OB = 2 $ sen30c = 2
FIGURA 18
Applicando il teorema di Pitagora a OBH si ha:

x B = OH = 1 - b 2 l $ cos30c = 2
1 2 3
1- b 2 l = 1- 4 =
1 2 1 3 3 3
4 = 4
= 2
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Dalla seconda relazione fondamentale si ricava:


1
sen 30c 1 3 1 1 3 3 3
tan 30c= = 2 = $ tan30c = 3 = $ = = 3
cos 30c 3 3 3 3 3 ( 3)2
2

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TEORIA

Angolo di 45c b 4 radianti l


r

Osserva la circonferenza goniometrica in FIGURA 19. Il triangolo BOH è isosce-


le e rettangolo in H; la sua ipotenusa è OB = 1 mentre i cateti sono BH = y B e
OH = x B ed è perciò y B = x B. Applicando il teorema di Pitagora si ha:
2
y 2B + x 2B = 1 $ x B = y B = 2
FIGURA 19
e quindi
2 2
sen 45c = 2 cos 45c = 2

OSSERVAZIONE
Da y 2B + x 2B = 1, essendo x B = y B si ha:
1 1
2x 2B = 1 $ x 2B = 2 $ xB = 2
ed è
1 1 1 1 2 2 2
2 = 2
=
2
=
2
$
2
=
( 2)2
= 2

Dalla seconda relazione fondamentale si ha poi:


tan 45c = 1

Angolo di 60c b 3 radianti l


r

Il triangolo BOH in FIGURA 20 è un triangolo rettangolo in H con gli angoli acuti


in O e in B ampi rispettivamente 60c e 30c. Ragionando come abbiamo fatto
per l’angolo di 30c si ha:

3 3
y B = 2 $ sen 60c= 2
FIGURA 20
1 1
xB = 2 $ cos 60c = 2

Dalla seconda relazione fondamentale si ha poi:


tan 60c = 3
Riassumiamo i risultati ottenuti nella TABELLA 2.

TABELLA 2
angolo (gradi) 0c 30c 45c 60c 90c 180c 270c 360c

angolo (radianti)
r r r r 3
0 6 4 3 2 π 2 π 2π

1 2 3
seno 0 2 1 0 -1 0
2 2
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3 2 1
coseno 1 2 0 -1 0 1
2 2

3 non non
tangente 0 1 3 0 0
3 definite definite

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Funzioni goniometriche
CON LA CALCOLATRICE
I valori delle funzioni goniometriche possono essere determinati mediante
una calcolatrice scientifica; i tasti corrispondenti alle funzioni seno, coseno e
tangente sono indicati rispettivamente dai simboli sin, cos, tan.
Le calcolatrici possono calcolare i valori delle funzioni goniometriche
utilizzando, come unità di misura degli angoli, sia i gradi, sia i radianti,
sia i gradi centesimali.
L’unità di misura utilizzata è di solito indicata da un simbolo presente
sul display (deg = gradi sessagesimali, rad = radianti, grad = gradi cen-
tesimali).
Fa’ quindi attenzione: se sul display è visualizzato il simbolo deg e calcoli sin
30, otterrai il seno di 30c, ossia 0,5; ma se sul display è visualizzato il simbolo
rad otterrai - 0,9880..., che rappresenta il seno di 30 radianti.
Ricorda comunque che i valori ottenuti mediante le calcolatrici scientifiche,
salvo casi particolari, sono approssimati; perciò se è necessario il valore di
una funzione goniometrica in corrispondenza di uno degli angoli notevoli è
preferibile utilizzare il valore esatto riportato nella TABELLA 2.
Il numero di cifre decimali utilizzate varia nei diversi modelli di calcolatri-
ce. Per questo motivo con la tua calcolatrice potresti ottenere dei risultati
differenti, nelle ultime cifre decimali, da quelli che riportiamo e da quelli
che potrebbero ottenere i tuoi compagni. Nei nostri esempi utilizzeremo solo
quattro cifre dopo la virgola.

9. Periodicità delle funzioni goniometriche


Come abbiamo visto, se due angoli differiscono di un numero intero di angoli
giro, sono associati allo stesso punto della circonferenza goniometrica. Pertanto
sono uguali anche i valori delle funzioni goniometriche di tali angoli. In partico-
lare si ha, per k !�:

sen (x + k $ 360c) = sen x cos (x + k $ 360c) = cos x

ossia, in radianti:

sen (x + 2kr) = sen x


cos (x + 2kr) = cos x

Tale proprietà si esprime dicendo che:

le funzioni seno e coseno sono periodiche di periodo 360c (ossia 2π radianti).


Per la funzione tangente, come si potrebbe dimostrare, si ha:
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tan (x + k $ 180c) = tan x

o, in radianti, tan (x + kr) = tanx.


La funzione tangente è periodica di periodo 180c (ossia π radianti).

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TEORIA

10. Grafici delle funzioni goniometriche


I grafici delle funzioni circolari hanno equazioni y = sen x, y = cos x, y = tan x. In
queste equazioni solitamente x rappresenta la misura in radianti di un angolo.
Per ottenere il grafico di y = sen x in un piano cartesiano xoy, rappresentiamo la
circonferenza goniometrica in un altro piano, con un sistema di riferimento XOY
(FIGURA 21); su di essa consideriamo il punto A(1 ; 0) e, fissato un valore di x, pren-
diamo il punto B associato all’angolo di x radianti.

FIGURA 21

xEX
Occorre fare attenzione al diverso significato delle coordinate dei due piani
cartesiani.
Nel piano xoy, dove le coordinate sono indicate da lettere minuscole, rappre-
sentiamo il grafico di y = sen x ; in tale equazione x rappresenta la misura di
un angolo.
Nel piano XOY, dove le coordinate sono indicate da lettere maiuscole, rap-
presentiamo la circonferenza goniometrica e il punto B associato a tale ango-
lo. In questo piano, X rappresenta l’ascissa di B.

Per ottenere un punto C del grafico di y = sen x, consideriamo nel piano xoy il
punto che ha ascissa x e la stessa ordinata YB di B.
Al variare del valore di x il punto C descrive il grafico di y = sen x (FIGURA 22). In
modo analogo si possono ottenere i grafici di y = cos x e y = tan x (FIGURA 23 e 24).

FIGURA 22
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FIGURA 23

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Funzioni goniometriche
FIGURA 24

11. Angoli associati


Consideriamo sulla circonferenza goniometrica il punto B1 associato all’angolo
orientato di misura α (FIGURA 25) e successivamente i punti:
• B2 simmetrico di B1 rispetto all’asse y;
• B3 simmetrico di B1 rispetto all’origine O;
• B4 simmetrico di B1 rispetto all’asse x.
Come puoi osservare in FIGURA 26:
• B2 è associato a 180c - α;
• B3 è associato a 180c + α;
• B4 è associato sia a 360c - α sia a - α. FIGURA 25

FIGURA 26

ASSOCIAZIONI
Gli angoli 180c - α, 180c + α, 360c - α e - α si dicono associati all’angolo
α. In particolare:
• α e 180c - α sono angoli supplementari;
• α e 180c + α differiscono di un angolo piatto;
• α e 360c - α sono angoli esplementari.

Confrontando le due figure si deducono le seguenti relazioni:


cos (180c - a) =- cos a sen (180c - a) = sen a
cos (180c + a) =- cos a sen (180c + a) =- sen a
cos (360c - a) = cos a sen (360c - a) =- sen a
cos (- a) = cos a sen (- a) =- sen a
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Applicando poi la seconda relazione fondamentale si deducono le analoghe rela-


zioni per la funzione tangente; ad esempio è:
sen (180c- a) sen a
tan (180c- a) = cos (180 - a) = -cos a =- tan a
c

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TEORIA

Quindi è:
tan (180c - a) =- tan a tan (180c + a) = tan a
tan (360c - a) =- tan a tan (- a) =- tan a

ESEMPIO

Determiniamo sen 120c e cos 120c.

Osserviamo che 120c = 180c - 60c e quindi si ha:


3
sen (180c- a) = sen a " sen (180c- 60c) = sen 60c " sen 120c = 2
1
cos (180c- a) =- cos a " cos (180c- 60c) =- cos 60c " cos 120c =- 2

MATEMATICA E... FISICA


Moto circolare uniforme
Un punto P si muove di moto circolare uniforme con velocità angolare ω
su una circonferenza γ di raggio r e centro O e nell’istante t = 0 si trova
nella posizione P0.
Se consideriamo un sistema di riferimento cartesiano con il centro in O e
il semiasse positivo delle x passante per P0, le coordinate di P all’istante t
sono:

*
x = r cos ~t
y = r sen ~t
Moto armonico
Se un punto P si muove di moto circolare uni-
forme con velocità angolare ω su di una circon-
ferenza γ di raggio r, la sua proiezione Q su un
prefissato diametro si muove di un moto rettili-
neo detto moto armonico. Possiamo ottenere
l’equazione del moto armonico rappresentando
la circonferenza in un piano cartesiano con l’o-
rigine O coincidente con il centro della circon-
ferenza, in modo che il diametro su cui si muo-
FIGURA 27
ve Q sia contenuto nell’asse x (FIGURA 27).
In questo modo il punto Q ha ordinata nulla mentre la sua ascissa coinci-
de con quella di P e quindi è Q (r cos ~t ; 0).
Identificando l’ascissa di Q con
lo spazio s deduciamo l’equazione
del moto armonico:
s (t) = r cos ~t
Il moto armonico si presenta in
diverse situazioni, come nel caso
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delle piccole oscillazioni di un


pendolo, o delle oscillazioni di un
corpo soggetto a una forza elastica
di richiamo (FIGURA 28). FIGURA 28

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Funzioni goniometriche
Relazioni tra gli elementi dei triangoli
12. Gli elementi dei triangoli
Gli elementi di un triangolo sono i lati e gli angoli.
Indicheremo con A, B, C i vertici di un triangolo, con le lettere minuscole a, b, c le
misure dei lati rispettivamente opposti a essi e con α, β, γ le ampiezze degli angoli
con i vertici rispettivamente in A, B, C (FIGURA 29). FIGURA 29
Inoltre, se il triangolo è rettangolo, supporremo, salvo diversa indicazione, che il
r
vertice dell’angolo retto sia A e che, quindi, sia α = 90c o, in radianti, a = 2 .
Ricorda che la somma delle ampiezze di un triangolo è un angolo piatto, ossia è:
α + β + γ = 180c (in radianti α + β + γ = π)
Inoltre se il triangolo è rettangolo, β e γ sono complementari, ossia β + γ = 90c.

RISOLVERE UN TRIANGOLO
Le relazioni che studieremo nei prossimi paragrafi permettono, note le mi-
sure di tre elementi di un triangolo, tra cui almeno un lato, di determinare le
misure dei restanti elementi.

13. Triangoli rettangoli


Sia ABC un triangolo rettangolo in A. Co-
struiamo un sistema di riferimento cartesiano
con l’origine in B, come indicato in FIGURA 30, e
tracciamo in esso la circonferenza goniometrica.
Il punto D è associato all’angolo β e perciò ri-
sulta
ED = y D = sen b BE = x D = cos b
I triangoli ABC ed EBD sono simili e quindi FIGURA 30
si ha
AC : BC = ED : BD $ b : a = sen b : 1
ossia

b In un triangolo rettangolo il rapporto tra un cateto e l’ipo-


sen b = a tenusa è uguale al seno dell’angolo acuto opposto al cateto.
Analogamente è
BA : BC = BE : BD $ c : a = cos b : 1
da cui

c In un triangolo rettangolo il rapporto tra un cateto e l’ipote-


cos b = a nusa è uguale al coseno dell’angolo acuto adiacente al cateto.
cap_funzioni_goniometriche.pdf

Da queste due relazioni si ottiene poi


b
sen b
= ac
cos b
a

© De Agostini Scuola S.p.A. - Novara 13


TEORIA

da cui, semplificando:

b In un triangolo rettangolo il rapporto tra i due cateti è ugua-


tan b = c le alla tangente dell’angolo acuto opposto al primo cateto.

Queste tre relazioni si possono scrivere anche nel modo seguente:


In un triangolo rettangolo la misura di un cateto è uguale al
b = a sen b prodotto della misura dell’ipotenusa per il seno dell’angolo
acuto opposto al cateto.
In un triangolo rettangolo la misura di un cateto è uguale al
c = a cos b prodotto della misura dell’ipotenusa per il coseno dell’ango-
lo acuto adiacente al cateto.
In un triangolo rettangolo la misura di un cateto è ugua-
b = c tan b le al prodotto della misura dell’altro cateto per la tangente
dell’angolo acuto opposto al primo cateto.

Un’ulteriore forma delle stesse relazioni è la seguente:


b c b
a= a= c = tan b
sen b cos b

ESEMPI

1 In un triangolo rettangolo le lunghezze dell’ipotenu-


sa e di un cateto sono rispettivamente 5 cm e 4 cm.
Determiniamo le ampiezze degli angoli acuti e la lun-
ghezza del secondo cateto.
Indichiamo con a = 5 e b = 4 le misure dei lati noti (FIGU-
RA 31).
Sappiamo che il rapporto tra un cateto e l’ipotenusa è
uguale al seno dell’angolo acuto opposto al cateto:
b 4
sen b = a $ sen b = 5 = 0,8
FIGURA 31
Con una calcolatrice scientifica (vedi il box a pagina
seguente) otteniamo b - 53,1301c (o 53c07l48m).
Per ottenere γ consideriamo che il rapporto tra un cateto e l’ipotenusa è uguale al coseno
dell’angolo acuto adiacente al cateto:
b 4
cos c = a $ cos c = 5 = 0,8

da cui, sempre con una calcolatrice


c - 36,8699c
Per calcolare γ avremmo potuto ricordare che gli angoli acuti di un triangolo sono com-
plementari, e quindi
c = 90c- b - 90c- 53,1301c
da cui c - 36,8699.
Per calcolare la misura del secondo cateto moltiplichiamo la misura dell’ipotenusa per il
cap_funzioni_goniometriche.pdf

coseno dell’angolo acuto adiacente:


c = a cos b $ c = 5 $ cos 53,1301c $ c = 3
Per calcolare c avremmo potuto anche applicare il teorema di Pitagora:
a2 = b2 + c2 $ c = 52 - 42 $ c = 3

14 © De Agostini Scuola S.p.A. - Novara


Funzioni goniometriche
CON LA CALCOLATRICE
Per ottenere la misura di un angolo acuto di cui conosci il seno devi:
• scrivere, se non è già impostato sul display della calcolatrice, il valore
del seno (0,8 nel nostro esempio);
• premere un tasto modificatore che, nei diversi modelli di calcolatrice
può essere indicato con uno dei simboli shift, inv, 2ndf, 2nd, f -1, arc;
• premere il tasto sin.
Lo stesso procedimento consente di ottenere la misura di un angolo di
cui conosci il coseno o la tangente: basterà premere il tasto cos o tan al
posto del tasto sin.
Prima di eseguire i calcoli, verifica che sul display sia visibile il simbolo
deg, il quale indica che la calcolatrice sta utilizzando i gradi sessagesimali.
Osserva infine che, calcolando c, potresti ottenere un risultato diverso da
3, ad esempio 3,0000016: ciò accade perché stiamo operando con i valori
delle funzioni goniometriche approssimati forniti dalla calcolatrice.

2 In un triangolo ABC rettangolo in A il cateto AB


è lungo 10,25 cm e l’ampiezza dell’angolo BV è
37c (FIGURA 32). Calcoliamo la misura dell’ipo-
tenusa e del secondo cateto.
c
Utilizziamo la relazione a = , per la qua-
cos b
le la misura della ipotenusa è uguale alla mi-
sura di un cateto diviso il coseno dell’angolo
acuto adiacente al cateto stesso. Nel nostro
FIGURA 32
caso dunque si ha:
AB 10,25
BC = $ BC = cos 37 $ BC - 12,8344
V
cos ABC c
Per determinare la misura del secondo cateto ricordiamo che la misura di un cateto è uguale al
prodotto della misura dell’altro cateto per la tangente dell’angolo acuto opposto al primo cateto:
AC = AB $tan ABC V $ AC = 10,25 $ tan 37c $ AC - 7,7239

14. Area di un triangolo qualsiasi


Calcoliamo l’area di un triangolo ABC di cui conosciamo due lati, per esempio a e
b, e l’angolo compreso γ. In FIGURA 33 e in FIGURA 34 sono rappresentati due triangoli,
rispettivamente acutangolo (0c1 γ 1 90c) e ottusangolo (90c1 γ 1 180c).
Consideriamo il lato BC (BC = a) come base e AH (AH = h) come altezza.
La misura dell’area di ABC è
1
S= 2 a$h
FIGURA 33
h rappresenta la misura del cateto AH del triangolo ACH rettangolo in H, quindi
• se γ è acuto: h = b sen γ (FIGURA 33);
• se γ è ottuso: h = b sen (π - γ) (FIGURA 34).
Poiché sen (π - γ) = sen γ, in entrambi i casi si ha
cap_funzioni_goniometriche.pdf

h = b sen γ
Sostituendo b sen γ al posto di h nella formula dell’area si ottiene:
1 La misura dell’area di un triangolo è il semiprodotto delle
S = 2 absen c misure di due lati per il seno dell’angolo tra essi compreso. FIGURA 34

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TEORIA

15. Teorema dei seni


La formula precedente permette di esprimere l’area di uno stesso triangolo in tre
modi diversi:
1 1 1
2 bc sen a = 2 ac sen b = 2 ab sen c
2
Moltiplicando ciascuna di queste espressioni per abc si ha:
2 1 2 1 2 1
b c sen a = a c sen b = a b sen c $
ab c 2 ab c 2 a bc 2
sen a sen b sen c
$ a = b = c
Considerando il reciproco di ciascuna espressione si ottiene:
a b c
sen a = sen b = sen c

TEOREMA DEI SENI


In un triangolo qualsiasi i lati sono proporzionali ai seni dei rispettivi angoli
opposti.

Si può anche dire che in un triangolo qualsiasi il rapporto tra ciascun lato e il
seno dell’angolo opposto è costante.

ESEMPI

1 Di un triangolo si conoscono le ampiezze di


due angoli, α = 63c e β = 41c, e la lunghezza
del lato fra essi compreso, c = 12,35 m (FIGU-
RA 35). Determiniamo l’ampiezza γ del terzo
angolo e le misure dei lati a e b.

Si ha FIGURA 35

c = 180c- (a + b) $ c = 180c- (63c+ 41c) $ c = 76c


Per determinare a applichiamo il teorema dei seni:
a c a 12,35 12,35
sen a = sen c $ sen 63c = sen 76c $ a = sen 76c $ sen 63c
Con l’aiuto di una calcolatrice scientifica si ottiene a - 11,34.
In modo analogo calcoliamo b:
b c b 12,35 12,35
sen 76c sen 41c $ b -8,35
= $ sen 41 = sen 76 $ b = $
sen b sen c c c

2 Di un triangolo si conoscono le misure in centimetri di due lati, a = 20 e b = 36, e l’am-


piezza dell’angolo opposto ad a, α = 30c. Determiniamo le ampiezze degli altri due angoli
β e γ e la misura del lato c.
cap_funzioni_goniometriche.pdf

Applichiamo il teorema dei seni:


1
a b 20 36 sen 30c 2
sen a = $ = $ sen b = 36 $
20 = 36 $
20
sen b sen 30c sen b
da cui: sen β = 0,9.

16 © De Agostini Scuola S.p.A. - Novara


Funzioni goniometriche
Possiamo ora utilizzare una calcola-
trice scientifica per determinare
l’angolo il cui seno è 0,9, ma oc-
corre prestare attenzione: come si
vede dalla FIGURA 36, nella circon-
ferenza goniometrica esistono due
punti di ordinata 0,9 e a essi sono
associati due angoli convessi il cui
seno è 0,9. La calcolatrice ci forni-
sce solo il valore dell’angolo acuto FIGURA 36
β1- 64,1581c, ma come sappia-
mo si ha:
sen (180c- b1) = sen b1 = 0,9 $ sen (180c- 64,1581c) - 0,9 $
$ sen 115,8419c- 0,9
Dobbiamo dunque considerare per β due ampiezze:
β1- 64,1581c e β2- 115,8419c
Procediamo distinguendo i due casi.
1c caso: b1 - 64,1581c
Calcoliamo l’ampiezza di γ1:
c1 - 180c- (a + b1) = 180c- (30c+ 64,1581c) $ c1 - 85,8419c
Determiniamo la misura di c1 applicando il teorema dei seni:
c1 a c1 20
sen c1 = sen a $ sen 85,8419c = sen 30c $
20
$ c1 = sen 30 $ sen 85,8419c $ c1 - 39,8947
c
2c caso: b2 - 115,8419c
Calcoliamo l’ampiezza di γ2:
c2 - 180c- (a + b2) = 180c- (30c+ 115,8419c) $ c2 - 34,1581c
Determiniamo la misura di c2 applicando il teorema dei seni:
c2 a 20
sen c2 = sen a $ c2 - sen 30c $ sen 34,1581c $ c2 - 22,4591
Concludiamo che esistono due triangoli che soddisfano alle condizioni poste; essi
sono i triangoli ACB1 e ACB2 in FIGURA 37.
cap_funzioni_goniometriche.pdf

FIGURA 37

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TEORIA

16. Teorema del coseno


Enunciamo, senza dimostrarlo, il teorema del coseno, noto anche come Teorema
di Carnot.

TEOREMA DEL COSENO


In un triangolo qualsiasi il quadrato di un lato è uguale alla somma dei qua-
drati degli altri due lati, diminuita del doppio prodotto di questi due lati per
il coseno dell’angolo tra essi compreso.

In simboli, usando le consuete convenzioni, si ha dunque (FIGURA 38)


a 2 = b 2 + c 2 - 2bc cos a
b 2 = c 2 + a2 - 2ca cos b
c 2 = a 2 + b 2 - 2ab cos c
Il teorema del coseno permette anche di esprimere il coseno di un angolo in fun-
zione dei tre lati. Da ciascuna delle tre formule ricaviamo:
FIGURA 38 b2 + c2 - a2 c2 + a2 - b2 a2 + b2 - c2
cos a = 2bc cos b = 2ca cos c = 2ab
Se il triangolo ABC fosse rettangolo, questo teorema si ridurrebbe al teorema di
Pitagora. Infatti, se α = 90c e quindi a è la misura dell’ipotenusa e b, c quelle dei
cateti, si ha
a 2 = b 2 + c 2 - 2bc cos 90c $ a 2 = b 2 + c 2
= 0

ESEMPIO
V = 120c (FIGURA 39). Determi-
Di un triangolo ABC conosciamo: AB = 7 cm, BC = 4 cm e ABC
niamo il lato AC.

Conosciamo:
AB = c = 7
BC = a = 4
V = b = 120c
ABC
Applichiamo il teorema del coseno nella forma FIGURA 39
b2 = a2 + c 2 - 2ac cos b . Si ha quindi, sostituendo
i valori noti,

b2 = 42 + 72 - 2 $ 4 $ 7 cos 120c= 16 + 49 - 56 $ c - 2 m = 93
1

Il lato AC è quindi di 93 cm: AC - 9,64 cm.


cap_funzioni_goniometriche.pdf

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Funzioni goniometriche
La pendenza Soluzione del problema di pag. 1

È possibile trovare un metodo generale che


permetta ai progettisti delle montagne russe di
calcolare la lunghezza di un tratto di rotaia con
qualsiasi pendenza?
Cioè, si può trovare l’ipotenusa di un triangolo ret-
tangolo conoscendo un angolo acuto e un cateto?
Nel problema presentato a pagina 1, abbiamo po-
tuto trovare la lunghezza del tratto in salita di una
rotaia (cioè l’ipotenusa del triangolo) sfruttando il
particolare valore dell’angolo acuto, cioè 30c. Ve-
diamo come possiamo generalizzare il risultato e
costruire montagne russe di tutte le pendenze. FIGURA 40
È chiaro che il ragionamento svolto non dipende dalla scala del triangolo, cioè dalla lunghezza del lato noto,
uguale a 15 m. Tutti i triangoli rettangoli con un angolo di 30c sono simili tra di loro, e quindi le proporzioni tra
i lati sono sempre valide: il cateto minore, quello opposto all’angolo di 30c, è la metà dell’ipotenusa.
Proviamo a estendere questo ragionamento a tutti i triangoli rettangoli: fissato un angolo, oltre a quello retto,
dobbiamo determinare il rapporto tra i cateti e l’ipotenusa; questo rapporto non dipenderà dai lati ma solo
dall’angolo scelto. In realtà, in questo capitolo, questo rapporto è già stato definito come il seno dell’angolo.
1
Nel caso in esame l’angolo è di 30c e il rapporto è sen 30c, che vale 2 , infatti il cateto è metà dell’ipotenusa.
La trigonometria ci fornisce quindi il modello per generalizzare questo
problema, e non solo nel caso di un angolo di 30c: la rotaia necessaria
per superare un dislivello h con un angolo α deve avere lunghezza
h
l = sen a
La stessa proprietà si utilizza anche per definire la pendenza delle stra-
de. Avrai visto molte volte un segnale stradale come quello in FIGURA 41.
Che cosa significa che in una strada la pendenza è del 12%?
Consideriamo un tratto di strada AB di lunghezza l (FIGURA 42).
Percorrendo il tratto AB, ci si sposta «in orizzontale» di un tratto AO lungo FIGURA 41
s e ci si sposta «in verticale» di un tratto OB lungo h. Il segnale stradale che indica una salita ripida.
La pendenza è definita dal rapporto tra la lunghezza del tratto ver-
ticale e quella del tratto orizzontale, quindi, facendo riferimento
alla FIGURA 42,
h FIGURA 42
pendenza = s
Quale legame c’è tra la pendenza e l’angolo α formato dalla strada con l’orizzontale? È noto che il rapporto tra
il cateto opposto a un angolo e quello adiacente è dato dalla tangente dell’angolo, quindi
h
pendenza = s = tan α
Per non «spaventare» gli automobilisti, al posto di usare un numero decimale o una frazione, la pendenza viene
espressa in percentuale.
Oppure, detto in altre parole, una pendenza del 12% significa che ogni 100 metri percorsi in orizzontale si
guadagnano 12 metri di quota.
cap_funzioni_goniometriche.pdf

12
Una pendenza del 12% significa quindi che il rapporto tra i cateti è 100 = 0,12, che corrisponde a un angolo
di 6,84c, perché tan 6,84c = 0,12.
100
Una pendenza del 100% corrisponde invece a un angolo di 45°, perché 100 = 1 e quindi i due cateti sono
congruenti.

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Funzioni
goniometriche

Angoli orientati
Unità di misura degli angoli
• Grado (sessagesimale): è la 360ma parte dell’angolo giro. Si divide in 60 primi: 1c = 60l; un primo si
divide in 60 secondi: 1l = 60m.
• Radiante: è l’angolo che, in una circonferenza avente per centro il vertice dell’angolo, sottende un arco
di lunghezza uguale al raggio.
Dato un angolo, sia α la misura della sua ampiezza in gradi e sia ρ la misura in radianti; sussistono le
relazioni:
r 180
t = 180 a e a= r t

Angolo orientato: angolo per il quale è fissato il verso della rotazione che porta il primo lato dell’angolo a
sovrapporsi al secondo lato.
Consideriamo positivo il verso antiorario, cioè opposto al moto delle lancette dell’orologio.

Circonferenza goniometrica
Circonferenza goniometrica: in un piano cartesiano xOy è la circonfe-
renza che ha centro nel punto O, origine del sistema di riferimento
cartesiano, e raggio unitario: la sua equazione è x 2 + y 2 = 1.
In una circonferenza goniometrica, dato un angolo orientato α, il
punto B, costruito come in figura, prende il nome di punto associato
all’angolo.
Se α e β sono due angoli aventi lo stesso punto associato, si ha
a = b + k 360c con k ! �
oppure, in radianti, a = b + 2kr con k ! �.

Funzioni goniometriche
Definizioni
In figura, B è il punto associato all’angolo α:
cos a = x B sen a = y B tan a = yT
• Le funzioni seno e coseno sono limitate:

-1 # sen a # 1 - 1 # cos a # 1
cap_funzioni_goniometriche.pdf

• La funzione tangente è definita per

a !!90c+ k 360c

b a !! r + 2kr in radianti l con k ! �


2

20 © De Agostini Scuola S.p.A. - Novara


Funzioni goniometriche
Relazioni fondamentali
sen a
sen 2 a + cos 2 a = 1 tan a = cos a
14444 24444 3
prima relazione 1444 2444 3
seconda relazione
fondamentale fondamentale

Angoli notevoli
misura dell’angolo in gradi misura dell’angolo in radianti seno coseno tangente

0 0 -0 -1 0

r 1 3 3
30
6 2 2 3
r 2 2
45 1
4 2 2
r 3 1
60 3
3 2 2
r
90 -1 -0 non definita
2

180 π -0 -1 0

270 3
non definita
2 r -1 -0

360 2r -0 -1 0

Periodicità
sen (a + k 360c) = sen a sen (a + 2kr) = sen a
cos (a + k 360c) = cos a cos (a + 2kr) = cos a con k ! �
tan (a + k180c) = tan a tan (a + kr) = tan a

Angoli associati
• Angoli supplementari: • Angoli che differiscono di 180c:
sen (180c - a) = sen a sen (180c + a) =- sen a
cos (180c - a) =- cos a cos (180c + a) =- cos a
tan (180c - a) =- tan a tan (180c + a) = tan a
• Angoli esplementari: • Angoli opposti:
sen (360c - a) =- sen a sen (- a) =- sen a
cos (360c - a) = cos a cos (- a) = cos a
tan (360c - a) =- tan a tan (- a) =- tan a

Relazioni tra gli elementi dei triangoli


Relazioni tra gli elementi di un triangolo rettangolo
cap_funzioni_goniometriche.pdf

• In un triangolo rettangolo la misura di un cateto è uguale al prodotto


della misura dell’ipotenusa per il seno dell’angolo acuto opposto al ca-
teto. Quindi

b = a sen b oppure c = a senc b sen b = b oppure sen c = c l


a a

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• In un triangolo rettangolo la misura di un cateto è uguale al prodotto della misura dell’ipotenusa per
il coseno dell’angolo acuto adiacente al cateto. Quindi

b = a cos c oppure c = a cos b b cos c = b oppure cos b = c l


a a
• In un triangolo rettangolo la misura di un cateto è uguale al prodotto della misura dell’altro cateto per
la tangente dell’angolo acuto opposto al primo cateto. Quindi

b = c tan b oppure c = b tan c c tan b = b oppure tan c = c m


c b

Risolvere un triangolo: significa determinarne gli elementi incogniti quando siano noti tre elementi, di cui
almeno uno è un lato.
Se il triangolo è rettangolo, è necessario conoscere, oltre all’angolo retto, due elementi come in uno dei
seguenti casi:
a. i due cateti;
b. l’ipotenusa e un cateto;
c. un cateto e un angolo acuto (o una sua funzione goniometrica);
d. l’ipotenusa e un angolo acuto (o una sua funzione goniometrica).

Area di un triangolo qualsiasi


1 1 1
S = 2 ab sen c oppure S = 2 bc sen a oppure S = 2 ac sen b

Teorema dei seni


a b c
sen a = sen b = sen c

Teorema del coseno di Carnot


a2 = b2 + c 2 - 2bc cos α b2 = c 2 + a2 - 2ca cos β c 2 = a2 + b2 - 2ab cos γ

cap_funzioni_goniometriche.pdf

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Esercizi

Angoli orientati. Circonferenza goniometrica


Funzioni goniometriche
Relazioni tra gli elementi dei triangoli
Area di un triangolo
Esercizi di approfondimento

Angoli orientati. Circonferenza goniometrica


Sistemi di misura degli angoli
ESERCIZI SVOLTI
1 Determiniamo in forma decimale l’ampiezza dell’angolo di 9c13l39m.
Sappiamo che

1l= c 60 m e 1m = c 3600 m
1 c 1 c

Quindi possiamo scrivere

9c13l39m = 9c+ 13 c 60 m + 39 c 3600 m = 9c+ c 3600 m = 9c+ 0,2275c= 9,2275c $ 9c13l39m = 9,2275c
1 c 1 c 13$60 + 39 c

2 Esprimiamo in gradi, primi e secondi l’ampiezza dell’angolo di 42,24c.


Possiamo scrivere
42,24c= 42c+ 0,24c= 42c+ 0,24 $ 60l= 42c+ 14,4l= 42c+ 14l+ 0,4l=
= 42c+ 14l+ 0,4 $ 60m = 42c+ 14l+ 24m $ 42,24c = 42c14l24m

Trasforma nella forma decimale in gradi sessagesimali l’ampiezza dei seguenti angoli (approssima alla seconda cifra
decimale).
3 12c23l 15c73m 22c18l 53c44m [12,38c; 15,02c; 22,3c; 53,01c]
4 2c40l25m 27c30l30m 1c10l15m 30c43l12m [2,67c; 27,51c; 1,17c; 30,72c]
5 58c16l30m 80c40l54m 100c58l 60c47l20m [58,28c; 80,68c; 100,97c; 60,79c]
cap_funzioni_goniometriche.pdf

Esprimi in gradi, primi e secondi l’ampiezza dei seguenti angoli, approssimandola a meno di 1m.
6 92,5c 13,72c 64,25c 12,43c [92c30l; 13c43l12m; 64c15l; 12c25l48m]
7 19,48c - 7,83c 180,92c 35,128c [19c28l48m; - 7c49l48m; 180c55l12m; 35c7l41m]
8 200,36c 302,72c - 4,252c 74,125c [200c21l36m; 302c43l12m; -4c15l7m; 74c7l30m]

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ESERCIZI

Calcola la misura in radianti dei seguenti angoli di cui è nota l’ampiezza in gradi (negli esercizi 10 e 11 lasciare il risul-
tato in funzione di r).

ESERCIZIO SVOLTO
9 48,24c
Useremo la formula
r
t = 180 $ a

dove α è la misura in gradi e ρ è la misura in radianti dell’ampiezza dello stesso angolo.


Avremo quindi
r 48,24
t = 180 $a
a= 48,24
t = r $ 180 = 0,268r $ 48,24c = 0,268r rad = 0,8419... rad

10 30c 240c 270c 140c 150c ; r ; 4 r; 3 r; 7 r; 5 r E


6 3 2 9 6
11 48c 22,5c 234c - 60,45c 135c ; 4 r; r ; 13 r; - 403 r; 3 rE
15 8 10 1200 4

12 42,25c 112c 193,5c 212,4c [0,73740...; 1,95476...; 3,37721...; 3,70707...]

Calcola, in gradi, l’ampiezza dei seguenti angoli di cui è nota la misura in radianti.

ESERCIZIO SVOLTO
5
13
16 r
180
Useremo la formula a = r $ t.
Avremo quindi
5
t $ 180 16 r $ 180 5
a= r 5 a= = 16 $ 180 = 56,25
t=
16
r r
5
da cui si deduce che 16 r rad = 56,25c.

r 3 2 3
14 4 4r 3r 2r [45c; 135c; 120c; 270c]
13 5 4 1
15 12 r 6r 3 r -5r [195c; 150c; 240c; - 36c]
9 7 5 11
16 10 r 12 r -9r 36 r [162c; 105c; - 100c; 55c]
18 13 17 101
17 25 r 15 r - 72 r 75 r [129,6c; 156c; - 42,5c; 242,4c]
3 26 53 27
18 32 r 125 r 64 r 16 r [16,875c; 37,44c; 149,0625c; 303,75c]

La circonferenza goniometrica
Disegna la circonferenza goniometrica e individua su di essa i punti associati ai seguenti angoli.
cap_funzioni_goniometriche.pdf

19 60c 45c 90c 30c 120c 20 180c 225c 150c 240c 135c
21 - 45c - 90c 270c - 30c - 210c 22 720c 405c 390c - 270c - 180c
r r r 3 7 r 9 2 r
23 6 - 6 - 2 π 2r 24 4r 3 -4r -3r 4

24 © De Agostini Scuola S.p.A. - Novara


Dopo aver rappresentato in una circonferenza goniometrica i seguenti angoli, indica in quale quadrante sono contenuti

Funzioni goniometriche
i loro punti associati.
25 70c 300c - 100c 120c -80c 26 240c - 240c 315c - 45c 330c
1 5 2 r 3 r 2 3 1 9
27 -6r 6r -3r 4 -4r 28 - 3 3 r 4 r -4r 4 r

VERO O FALSO?
29 a. Un angolo di 330c è del 3o quadrante. V F
5r
b. Il punto associato all’angolo di 4 rad è nel 3o quadrante. V F
5 7
c. Il punto associato all’angolo di 6 r rad coincide con quello associato all’angolo di - 6 r rad. V F
d. Il punto associato all’angolo di 150c è simmetrico, rispetto all’asse delle ordinate,
del punto associato all’angolo di 30c. V F
e. Il punto associato all’angolo di - 315c è simmetrico, rispetto all’asse x, del punto associato
all’angolo di 45c. V F
f. Il punto associato all’angolo di 420c è diametralmente opposto (cioè simmetrico rispetto
al centro O della circonferenza goniometrica) al punto associato all’angolo di 240c. V F

30 In una circonferenza goniometrica sia B il punto associato all’angolo α.


a. 0c1 a 1 90c $ B è nel 2o quadrante V F
b. 180c1 a 1 360c $ B può essere nel 3o o nel 4o quadrante V F
c. -90c1 a 1 0c $ B è nel 4o quadrante V F
d. -180c1 a 1-270c $ B è nel 2o quadrante V F
e. a =-30c $ B è nel 1o quadrante V F
f. a = 180c $ B sta sull’asse x V F

Funzioni goniometriche
Seno e coseno di un angolo
Utilizzando la circonferenza goniometrica, disegna gli angoli a (0c 1 a 1 360c) di cui è assegnato il seno o il coseno.

ESERCIZI SVOLTI
2
31 sen a = 3
Dopo aver disegnato una circonferenza goniometrica, tracciamo la retta di
2
equazione y = 3 e siano B1 e B2 le sue intersezioni con la circonferenza.
V 1 = a1, nel primo quadrante, e
B1 e B2 sono i punti associati agli angoli AOB
V 2 = a2, nel secondo quadrante. Essi sono gli angoli richiesti: infatti, essendo
AOB
2 2
yB1 = yB 2 = 3 , sarà sen a1 = sen a2 = 3 .

1
32 cos a =- 2
Dopo aver disegnato la circonferenza goniometrica, tracciamo la retta di equa-
1
zione x =- 2 .
cap_funzioni_goniometriche.pdf

Individuiamo le sue intersezioni B1 e B2 con la circonferenza, che risultano i punti


associati rispettivamente agli angoli AOBV 1 = a1 e AOBV 2 = a2. Essi sono gli an-
1 1
goli richiesti: infatti, essendo xB1 = xB 2 =- 2 , sarà cos a1 = cos a2 =- 2 .

© De Agostini Scuola S.p.A. - Novara 25


ESERCIZI

1 1 1 2 1 2
33 sen a = 3 cos a = 3 sen a =- 2 cos a = 3 cos a =- 4 cos a = 3

1 1 3 3 2 1
34 sen a = 4 sen a =- 3 sen a = 4 cos a =- 4 sen a =- 3 cos a = 4

Semplifica le seguenti espressioni.

ESERCIZIO SVOLTO
35 4 cos 180c - 3 cos 90c - 8 sen 270c - 5 cos 360c
Dobbiamo sostituire il valore numerico delle funzioni goniometriche per i particolari angoli indicati.
Sappiamo che cos 180c =- 1, cos 90c = 0, sen 270c =- 1 e cos 360c = 1; quindi, sostituendo tali valori nell’espressione
data, otteniamo
4 $ (- 1) - 3 $ 0 - 8 $ (- 1) - 5 $ 1 =- 4 - 0 + 8 - 5 =-1

36 3 cos 90c- 2 sen180c+ 4 sen 270c 4 cos 180c+ 4 sen 90c+ 3 sen180c [- 4; 0]

37 2 sen 90c+ 3 sen180c+ 4 sen 270c 3 cos 90c- 3 cos 0c+ 5 cos 180c [- 2; - 8]
r 1 3 3 3
38 sen 2 + 2 sen r - 2 cos r 3 sen 2r + sen 2 r - 2 cos 2 r [3; - 1]

6 cos 0c- 3 sen 0c 3


39
2 sen 0c+ 3 cos 0c 3 cos 90c- 2 sen 270c+ 2 sen 360c [2; 2]

3
2 sen 2 r - 3 cos r r r
40 r 5 cos 2 - 3 cos r + 2 sen 2 - sen r [- 1; 5]
2 sen 2 + 3 cos r

41 3 sen 2 90c- cos 2 180c+ 2 sen 2 270c+ 4 (sen 2 0c- cos 2 0c) + 6 cos 2 180c- sen 2 270c [5]

(2 cos r + a cos 2r) aa + 3 sen 2 + cos r k


r
42 [a2 - 4]

3 3 3
aa sen 2 + 2b cos 0 + b sen 2 r k aa cos 2 r + b cos r - a sen 2 r k
r
43 [a2 - b2]

Tangente di un angolo
Servendoti della circonferenza goniometrica, disegna gli angoli a (0c 1 a 1 360c) di tangente assegnata.

ESERCIZIO SVOLTO
44 tan a = 1
Dopo aver disegnato la circonferenza goniometrica di centro O, che incontra in A
il semiasse positivo delle x, e condotta per A la retta tangente t alla circonferenza,
determiniamo su tale tangente il punto T di ordinata 1; la retta OT incontra la cir-
conferenza in due punti B1 e B2 che, in questo caso, saranno rispettivamente nel
cap_funzioni_goniometriche.pdf

V 1 e a2 = AOB
primo e nel terzo quadrante: essi risultano associati ad a1 = AOB V 2.
Con semplici ragionamenti geometrici puoi dedurre che, in questo caso, a1 = 45c e
a2 = 225c.

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1

Funzioni goniometriche
45 tan a =- 1 tan a = 2 tan a = 2 tan a =- 2

2 3 1
46 tan a = 3 tan a = 4 tan a =- 3 tan a = 3

VERO O FALSO?

47 In una circonferenza goniometrica il punto B è il punto associato all’angolo α.


a. B sta sull’asse x $ tan a non esiste V F
o
b. B è nel 4 quadrante $ tan a 1 0 V F
c. B sta sull’asse y $ tan a non esiste V F
d. B è nel 3o quadrante $ tan a 2 0 V F

48 a. tan (a + kr) = tan a V F


b. tan r = 0 V F
r
c. tan 2 non esiste V F

d. tan 2 kr = 0 V F
e. tan0 non esiste V F
3
f. tan 2 r non esiste V F

QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA

49 Si sa che 0c1 a 1 360c e inoltre che sen a 2 0 e tan a 1 0; puoi dedurre che
a 0c1 a 1 90c b 90c1 a 1 180c
c 180c1 a 1 270c d 270c1 a 1 360c

50 Si sa che 0 1 a 1 2r, cos a 1 0 e tan a 2 0; puoi dedurre che


3 r
a r1a1 b 01a1
2 r 2
r 3
c
2 101r d
2 r 1 a 1 2r

Semplifica le seguenti espressioni.


51 6 cos 270c+ 10 sen 90c- 3 tan 0c- 3 tan180c [10]

52 5 cos 0c- 4 (sen 90c+ 3 cos 180c) + tan180c [13]

r 3 3
53 3 cos 2 - 2 sen 2 r + 2 tan 0 - tan r [2]

54 2 sen 90c- cos 270c+ tan180c [2]


cap_funzioni_goniometriche.pdf

3
55 3 sen 90c+ 2 cos 360c- 4 tan 360c+ tan 0c [5]

56 cos 0c+ cos 180c- cos 90c+ tan 0c [0]

57 sen 90c- sen 270c+ tan180c [2]

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ESERCIZI

Relazioni fondamentali
Dei seguenti angoli a sono note alcune limitazioni e il valore di una loro funzione goniometrica; calcola i valori delle
rimanenti funzioni.

ESERCIZI SVOLTI
3 r
58 sen a = 5 , 0 1 a 1 2
Dobbiamo calcolare i valori di cos a e di tan a, che risultano entrambi positivi, essendo α un angolo del primo quadrante.
Consideriamo la prima relazione fondamentale
c 3 m + cos 2 a = 1 $
2
9
sen 2 a + cos 2 a = 1 3 5
2
25 + cos a = 1 $
sen a=
5
9 16
$ cos 2 a = 1 - 25 = 25

Deve essere cos a 2 0, quindi si ha


16 4
cos a =+ 25 $ cos a = 5

Dalla seconda relazione fondamentale otteniamo


3
sen a 3 5 3
tan a = cos a $ tan a = 54 = $
4 $ tan a = 4
5
5
5
59 cos a =- 13 , 90c1 a 1 180c

Poiché α è un angolo del secondo quadrante, risulta sen a 2 0. Applichiamo la prima relazione fondamentale e succes-
sivamente la seconda:
• sen2 a + cos2 a = 1 $ sen a = 1 - cos2 a $

1 - b - 13 l =
5 2 25 144 12
$ sen a = 1 - 169 = 169 $ sen a = 13
12
sen a 13 12
• tan a = cos a $ tan a = 5 $ tan a =- 5
-
13

60
8
sen a = 17
r
01a1 2 ;cos a = 15 ; tan a = 8 E
17 15

61
3
sen a = 5 90c1 a 1 180c ;cos a =- 4 ; tan a =- 3 E
5 4

62
2
cos a =- 3
3
r1a1 2 r <sen a =- 5 ; tan a = 5 F
3 2

2 3 <sen a =- 5 ; tan a =- 5 F
63 cos a = 3 2 r 1 a 1 2r 3 2

64 cos a =- 2
3
90c1 a 1 180c <sen a = 1 ; tan a =- 3 F
cap_funzioni_goniometriche.pdf

2 3

65 cos a =- 3
2
90c1 a 1 180c <sen a = 7 ; tan a =- 14 F
3 2

66 sen a =- 2
2 3
r1a1 2 r ;cos a =- 2 ; tan a = 1E
2

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Funzioni goniometriche
Verifica le seguenti uguaglianze, supponendo che a assuma solo valori per i quali sono definite le espressioni che
figurano in esse.

ESERCIZI SVOLTI
67 sen 2 a - cos 2 a = 2 sen 2 a - 1
Trasformiamo il primo membro, eliminando la funzione cos α, che non compare nel secondo membro.
Sfruttando la prima relazione fondamentale per trasformare cos 2 a in funzione di sen a, il primo membro diventa

sen 2 a - cos 2 a = sen 2 a - (1 - sen 2 a) = sen 2 a - 1 + sen 2 a = 2sen 2 a - 1

Quindi l’uguaglianza proposta è verificata.

1
68 cos a = cos a + sen a $ tan a
Trasformiamo il secondo membro dell’uguaglianza cercando di renderlo uguale al primo membro.
Sfruttando la seconda relazione fondamentale e, successivamente, la prima, otteniamo
1
2
64442
74442 8
sen a sen a cos a + sen a 1
cos a + sen a tan a = cos a + sen a $ cos a = cos a + cos a = cos a = cos a

L’espressione ottenuta è proprio il primo membro: quindi l’uguaglianza è verificata.

(sen a + cos a) ctan a + tan a m = cos a + sen a


1 1 1
69

Primo membro
Incominciamo a trasformare tan a, che non figura esplicitamente nel secondo membro:

(sen a + cos a) ctan a + tan a m = (sen a + cos a) b cos a + sen a l =


1 sen a cos a
144442444 3eseguiamo la somma
1
64442
47444 2
8
sen a + cos a 1 sen a + cos a
= (sen a + cos a) $ sen a $ cos a = (sen a + cos a) $ sen a $ cos a = sen a $ cos a

Secondo membro
1 1 sen a + cos a
cos a + sen a = sen a cos a
L’espressione ottenuta è proprio il primo membro, quindi l’uguaglianza iniziale è verificata.

70 cos 4 a - sen 4 a = 1 - 2 sen 2 a cos 4 a - sen 4 a = 2 cos 2 a - 1

sen2 a cos 2 a
71 1 + cos a = 1 - cos a 1 - sen a = 1 + sen a

sen a cos a 2 1 + cos 2 a


72 sen 2 a + tan a = 1 - tan 2 a =
cos 2 a cos 2 a

cos 2 a - sen 2 a 2 sen a + cos a sen a - cos a


73 1 + tan a = (1 - tan a) cos a tan a + 1 = tan a - 1
cap_funzioni_goniometriche.pdf

74 (2 cos a + 3 sen a)2 + (3 cos a - 2 sen a)2 = 13

2 sen a 1 + cos a 1 + cos a sen a


75 sen a - 1 + cos a = sen a sen a = 1 - cos a

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ESERCIZI

Angoli notevoli
Calcola il valore delle seguenti espressioni.

76
1 2
3 sen 90c- 4 cos 60c+ 3 tan 45c 3 tan 60c- 4 tan 45c+ cos 180c ; 85 ; - 2E
24

77 2 sen 60c+ 3 cos 30c- 2 cos 60c- 3 tan 30c ;1E


2

78 (cos 90c- tan 45c+ cos 45c) (sen 45c+ sen 90c) 2 cos 90c+ 3 tan 45c- cos 60c ;- 1 ; 5 E
2 2

79 3 sen 60c- 3 cos 60c- tan 30c (sen 60c+ cos 60c) (cos 30c- sen 30c) <- 3 ; 1 F
3 2

80 (cos 60c+ sen 30c) (tan 45c+ tan 60c- 3 tan 30c) [1]

d tan 60c- 4 tan 45c+ cos 180cn (3 + sen 90c)


2 3
81 [1]
3

Angoli associati
ESERCIZI SVOLTI
82 Sapendo che tan 45c= 1, calcoliamo tan 135c, tan 225c, tan 315c, tan (- 45c.)
Esprimiamo ciascuno degli angoli, di cui vogliamo conoscere la tangente, come angolo associato all’angolo di 45c:
135c = 180c - 45c 225c = 180c + 45c 315c = 360c - 45c
Osserviamo che - 45c è l’opposto di 45c.
Applicando le relazioni tra le funzioni goniometriche di tali angoli, avremo
tan 135c= tan (180c- 45c) =- tan 45c= - 1
tan 225c= tan (180c+ 45c) = tan 45c= 1
tan 315c= tan (360c- 45c) =- tan 45c= - 1
tan (- 45c) =- tan 45c= - 1

83 Calcoliamo sen 120c, cos 225c, tan 300c.


Per prima cosa, determiniamo l’angolo del primo quadrante associato a ciascuno degli angoli di cui sono richieste le
funzioni goniometriche:
3
120c= 180c- 60c $ sen 120c= sen (180c- 60c) = sen 60c= 2
2
225c= 180c+ 45c $ cos 225c= cos (180c+ 45c) =- cos 45c=- 2
300c= 360c- 60c $ tan 300c= tan (360c- 60c) =- tan 60c=- 3

84
1
Sapendo che sen30c= 2 , calcola sen150c, sen (- 150c), sen210c, sen330c. ;1 ; - 1 ; - 1 ; - 1E
2 2 2 2
cap_funzioni_goniometriche.pdf

85
1
Sapendo che cos 60c= 2 , calcola cos (- 60c), cos 300c, cos120c, cos 240c. ;1 ; 1 ; - 1 ; - 1E
2 2 2 2

86
3
Sapendo che sen60c= 2 , calcola sen120c, sen240c, sen (- 300c), sen (- 120c). ; 3;- 3; 3;- 3E
2 2 2 2

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Calcola.

Funzioni goniometriche
87 sen 300c cos (-120c) tan (-225c) ;- 3 ; - 1 ; - 1E
2 2

88 sen 225c cos 225c tan 135c <- 2 ; - 2 ; - 1F


2 2

89 cos (-240c) sen (-240c) tan 120c ;- 1 ; 3 ; - 3E


2 2

90 cos 150c cos (-135c) sen (-210c) ;- 3 ; - 2 ; 1 E


2 2 2

91 cos 210c sen 315c tan 240c ;- 3 ; - 2 ; 3E


2 2

ESERCIZIO SVOLTO
2
92 Sapendo che α è un angolo ottuso e che sen a = 3 , determiniamo cos (r + a), sen (r - a), tan (r + a), sen (2r - a),
tan (r - a), tan (- a).
r
Calcoliamo le altre funzioni goniometriche di α, con 2 1 a 1 r; dalle due relazioni fondamentali otteniamo

4
sen 2 a + cos 2 a = 1 2 cos a =- 1- 9 $
sen a=
3

2
5 3 2 3 5 2 5
$ cos a =- 3 e tan a = =- 3 $ $ =- 5
5 5 5
- 3
Quindi

cos (r + a) =- cos a =- d - 3 n $ cos (r + a) = 3


5 5

2 2
sen (r - a) = sen a = 3 $ sen (r - a) = 3

2 5 2 5
tan (r + a) = tan a =- 5 $ tan (r + a) =- 5
2 2
sen (2r - a) =- sen a =- 3 $ sen (2r - a) =- 3

tan (r - a) =- tan a =- d -
2 5n 2 5
5 $ tan (r - a) = 5

tan (- a) =- tan a =- d - 5 n $ tan (- a) = 5


2 5 2 5

4
93 È dato un angolo acuto α e inoltre si sa che sen a = 5 . Calcola sen (180c- a), sen (180c+ a), cos (180c- a),
tan (180c- a), tan (360c- a).
;4; - 4; - 3; - 4; - 4E
5 5 5 3 3
cap_funzioni_goniometriche.pdf

3
94 È dato un angolo ottuso α e inoltre si sa che sen a = 5 . Calcola cos α, cos (- α), sen (α + 180c),
tan (- α), tan (180c+ α), cos (180c- α), sen (360c- α).
;- 4 ; - 4 ; - 3 ; 3 ; - 3 ; 4 ; - 3 E
5 5 5 5 4 5 5

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ESERCIZI

95 Completa la seguente tabella. 96 Completa la seguente tabella (0c1 a 1 360c).


a sen a cos a tan a a sen a cos a tan a

150c 210c
1 3
225c -2 - 2

240c 3 3
- 2 - 3

135c 2 2
2 2
300c
1 3
2 3
- 30c
3 3
2 - 3
- 120c
1 3
-2 - 3

Semplifica le seguenti espressioni servendoti delle relazioni tra le funzioni goniometriche di angoli associati e suppo-
nendo che ogni espressione sia definita per i valori di a che si considerano.

ESERCIZI SVOLTI
97 tan (180c- a) $ cos (- a) + sen (360c- a)
L’espressione può essere riscritta così:
sen a
- tan a $ cos a + (- sen a) =- $ cos a - sen a = - 2 sen a
cos a
98 sen (3r - a) $ cos (r - a) + cos (15r + a) $ sen (r + a)
Per prima cosa, osserviamo che 3π e 15π sono misure in radianti di angoli maggiori dell’angolo giro. Infatti 3π = 2π + π
e 15π = 14π + π = 7 $ 2r + r.
Dovremo quindi ricordare la periodicità delle funzioni goniometriche; riscriviamo così l’espressione:
sen [2r + (r - a)] $ cos (r - a) + cos [7 $ 2r + (r + a)] $ sen (r + a) =

= sen (r - a) $ cos (r - a) + cos (r + a) $ sen (r + a) =

= sen a $ (- cos a) + (- cos a) $ (- sen a) =

=- sen a cos a + cos a sen a = 0

99 sen (180c- a)cos (- a) - sen (- a) cos (180c+ a) [0]

100 cos (- a) + sen (360c- a) - tan (- a) cos (360c- a) + cos (180c- a) [0]

101 sen (r + a) sen (r - a) - cos (r + a) cos (r - a) [- 1]

102 tan (r + a) sen (r - a) cos (r + a) + tan2 (r - a) cos 2 (- a) [0]


[1 + sen (180c+ a)] [1 + sen (180c- a)]
cap_funzioni_goniometriche.pdf

103 [cos α]
cos (360c- a)

104
cos (- a) cos (r - a) ; 2 E
1 + sen (2r - a) + sen (r + a) - 1 cos a

105 [sen (4r - a) + cos (- a)]2 + [sen (r + a) + cos (r - a)]2 [2]

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Calcola il valore delle seguenti espressioni.

Funzioni goniometriche
106 2 sen 45c- 3 cos 150c+ tan120c- tan (- 60c) ;5E
2
107 sen150c+ cos 120c- sen (- 30c) + tan (- 45c) ;- 1 E
2
108 2 sen 30c+ 3 cos (- 60c) + tan 240c- tan (- 120c) ; E
5
2
cos 135c- sen 225c- tan (- 135c)
109 [2]
cos (- 315c) sen (- 45c)

Relazioni tra gli elementi dei triangoli


110 Ricordando le relazioni tra gli elementi di un triangolo rettangolo, dimostra che se β e γ sono due angoli
acuti complementari (b + c = 90c) allora il seno dell’uno è il coseno dell’altro:
sen b = cos c sen c = cos b

Per ciascuno dei triangoli ABC , rettangoli in A (a = 90c), disegnati nelle seguenti figure e di cui conosci gli elementi
indicati, calcola seno, coseno e tangente degli angoli β e γ.

ESERCIZIO SVOLTO
111 Del triangolo rettangolo ABC conosciamo i due cateti: b = 2 e c = 4.
Tramite il teorema di Pitagora, possiamo determinare l’ipotenusa:
a = b2 + c2 = 4 + 16 = 20 = 4 $ 5 = 4 $ 5 =2 5
Applichiamo le relazioni tra gli elementi di un triangolo rettangolo:
b 2 1 5 5 5
sen b = a = = $ = = 5
2 5 5 5 ( 5)2

c 42 2 5 2 5
cos b = a = = $ = 5
2 5 5 5
Poiché β e γ sono complementari, si ha (vedi esercizio precedente)
2 5 5
sen c = cos b = 5 e cos c = sen b = 5
Troviamo tan b e tan c:
b 2 1 c 4
tan b = c = 4 = 2 e tan c = b = 2 = 2
oppure
5
sen b 5 1 sen c
tan b = = = 2 e tan c = cos c = 2
cos b 5
2 5

Abbiamo così ottenuto che nel triangolo ABC si ha


5 2 5 1
sen b = cos c = 5 sen c = cos b = 5 tan b = 2 tan c = 2
cap_funzioni_goniometriche.pdf

112

;sen b = cos c = 5 ; sen c = cos b = 12 ; tan b = 5 ; tan c = 12 E


13 13 12 5

© De Agostini Scuola S.p.A. - Novara 33


ESERCIZI

113

;sen b = cos b = sen c = cos c = 2 ; tan b = tan c = 1E


2

114

<sen b = 3 10 ; sen c = 10 ; tan b = 3; tan c = 1 F


10 10 3

115

<sen b = 3 ; sen c = 7 ; tan b = 3 7 ; tan c = 7 F


4 4 7 3

116

<sen b = 5 ; sen c = 11 ; tan b = 5 11 ; tan c = 11 F


6 6 11 5

Risoluzione di un triangolo rettangolo


Risolvi i triangoli ABC, rettangoli in A, di cui sono noti gli elementi indicati; quando è necessario usa la calcolatrice
scientifica (nel caso di utilizzo della calcolatrice i risultati sono approssimati).

ESERCIZI SVOLTI
117 b=3 e c=3 3
Sappiamo che è b = c tan b , da cui, sostituendo, ricaviamo
3 1 1 $ 3 3
3 = 3 3 $ tan b $ tan b = = = = 3 $ b = 30c
3 3 3 3 3
Risulta così noto anche γ:
c = 90c- b $ c = 90c- 30c $ a = 60c
Calcoliamo la misura a dell’ipotenusa:
3 3
b = a sen b $ 3 = a $ sen 30c $ a =
sen 30c = 1 = 6
2
118 a = 42,154 e b = 18,625
Dalla relazione b = a sen b otteniamo
cap_funzioni_goniometriche.pdf

b 18, 625
sen b = a = 42,154 - 0,4418323
I valori approssimati di β e γ sono
b - 26,2208c c = 90c- b - 63,7792c
Ora calcoliamo
c = a cos b $ c - 42,154 $ cos 26,2208c- 37,816

34 © De Agostini Scuola S.p.A. - Novara


Funzioni goniometriche
4
119 b = 12 e sen c = 5
b 4
Da b = a cos c , si ricava a = cos c ; conoscendo sen c = 5 , si determina

16 3
cos c = 1 - sen2 c = 1 - 25 = 5
e quindi è
b 12 5
a = cos c = 3 = 12 $ 3 = 20
5
Determiniamo poi il cateto c :
4
sen c 5 4
c = b tan c = b $ cos c $ c = 12 $ 3 = 12 3 = 16
$

5
Le ampiezze in gradi degli angoli β e γ si possono trovare con una calcolatrice scientifica (i valori saranno approssimati):
4
sen c = 5 = 0,8 $ c - 53,1301c b = 90c- c - 36,8699c

120 a = 14 e b = 60c
Si ha subito c = 90c- b = 30c. Calcoliamo ora
3 1
b = a sen b $ b = 14 $ sen 60c= 14 $ 2 = 7 3 c = a sen c $ c = 14 $sen 30c= 14 $ 2 = 7

121 a = 20 b = 30c [c = 60%; b = 10; c = 10 3]


122 a = 10 b=5 2 [c = 5 2; b = c = 45c]
123 a = 40 b = 20 [c = 20 3; b = 30c; c = 60c]
124 b=6 c=6 3 [a = 12; b = 30c; c = 60c]
125 b = 24 c = 60c [a = 48; c = 24 3; b = 30c ]
126 c=2 3 b = 30c [a = 4; b = 2; c = 60c]
127 b = 10 a = 10 2 [c = 10; b = c = 45c]
128 c = 10 3 b = 10 [a = 20; b = 30c; c = 60c]
129 b = 15 b = 30c [c = 60c; a = 30; c = 15 3]
130 a = 14 b = 30c [c = 60c; b = 7; c = 7 3]

131 c=2 c = 60c <b = 30c; a = 4 3 ; b = 2 3 F


3 3
132 b = 36 c = 30c [b = 60c; a = 24 3; c = 12 3]
133 a=4 b=2 2 [c = 2 2; b = c = 45c]
134 b = 12 3 c = 30c [ b = 60c; c = 12; a = 24]
135 b=9 c = 45c [ b = 45c; a = 9 2; c = 9]
4
136 b = 24 tan c = 3 [c = 32; a = 40; c - 53,1301c; b - 36,8699c]
5
137 c = 24 cos c = 13 [a = 26; b = 10; c - 67,3801c; b - 22,6199c]
cap_funzioni_goniometriche.pdf

4
138 a = 30 sen b = 5 [b = 24; c = 18; b - 53,1301c; c - 36,8699c]
24
139 c = 24 sen c = 25 [a = 25; b = 7; c - 73,7398c; b - 16,2602c]
12
140 a = 13 sen c = 13 [b = 5; c = 12; c - 67,3801c; b - 22,6197c]

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ESERCIZI

141 a = 13,5 b = 28,15c [b - 6,37; c - 11,90; c - 61,85c]


142 b = 154,3 γ =40c28l [a - 202,81; c - 131,62; b - 49c32l]
143 b = 47,3 c = 52,5 [a - 70,66; b - 42,02c; c - 47,98c]
144 a = 931 c = 654,3 [b - 662,31; b - 45,34c; c - 44,65c]

Area di un triangolo
Calcola la misura dell’area dei seguenti triangoli dei quali sono date le misure di due lati e l’ampiezza dell’angolo compreso.
145 a = 14 b = 12 γ = 45c [S = 42 2]

146 a=2 b= 3 γ =30c ;S = 3 E


2
147 a = 2d 3 b = 4d γ = 60c [S = 6d 2]
148 a = 12 b=2 γ = 120c [S = 6 3]

149 a= 3 b=2 3 γ = 150c ;S = 3 E


2
150 a = 4,21 b = 6,34 γ = 122c [S - 11,32]
151 a = 2,31 b = 1,82 γ = 31c12m [S - 1,09]
152 a = 12,1 b = 8,486 γ = 29,46 [S - 25,250]

Risolvi i seguenti triangoli, essendo a, b, c le misure dei tre lati e α, β, γ le ampiezze degli angoli rispettivamente op-
posti a tali lati.

ESERCIZI SVOLTI
153 a = 10 c = 10 2 α = 45c
Del triangolo conosciamo due lati e l’angolo opposto a uno di essi; calcoliamo l’angolo γ mediante il teorema dei seni:
a c c sen a
sen a = sen c $ sen c = a
Sostituendo i valori noti, si ha
2
10 2 $ 2
sen c = 10 = 1 $ c = 90c
Otteniamo quindi
b = 180c- (90c+ 45c) $ b = 45c
Il triangolo risulta rettangolo (γ = 90c) e isoscele (α = β); pertanto, senza ulteriori calcoli, si ha b = a = 10.

154 a = 30 b = 10 c = 5
• Per risolvere il triangolo applicheremo il teorema di Carnot, mediante il quale determineremo il coseno dei tre angoli
incogniti:
b2 + c 2 - a2
a 2 = b 2 + c 2 - 2bc cos a $ cos a = 2bc
Sostituendo i valori noti, otteniamo
10 + 5 - 30
cos a = cos a --1,06 1-1
2 $ 10 $ 5 con una calcolatrice
Non esistono angoli il cui coseno sia minore di - 1 e pertanto il problema proposto è impossibile. Non può esistere
cap_funzioni_goniometriche.pdf

quindi un triangolo con i lati dati.


• Avremmo potuto risolvere l’esercizio procedendo in modo più «elegante» e rapido.
Poiché a = 30 - 5,47; b = 10 - 3,16; c = 2 - 1,41, si ha che a 2 b + c . Ma in un triangolo ciascun lato
deve essere minore della somma degli altri due (e maggiore della loro differenza), perciò non può esistere un triangolo
che abbia i lati con le misure date.

36 © De Agostini Scuola S.p.A. - Novara


Funzioni goniometriche
155 a = 15 b = 13 β = 120c
• Dovremmo risolvere il triangolo applicando il teorema dei seni; prima di eseguire la risoluzione, possiamo osservare
che è a 2 b (15 213) e quindi dovrebbe risultare a 2 b. Ciò è impossibile perché l’angolo dato è ottuso ( β = 120c)
e non esistono triangoli con più di un angolo ottuso.
Il problema proposto è impossibile.
• Naturalmente avremmo potuto procedere in modo «meno elegante» e molto meno rapido. Applichiamo subito il
teorema dei seni:
3
a b 15 13 15 $ 2 15
sen a = sen b $ sen a = sen 120c $ sen a = 13 = 26 3 = 0,999260...

Possiamo ora ottenere i valori approssimati di α per poi dedurre quelli di γ. Come sappiamo, però, la calcolatrice
fornisce solo l’angolo acuto che ha un dato seno positivo; da questo valore occorre poi ricavare l’angolo supplemen-
tare che ha lo stesso seno:
a1 - 87,80c a2 = 180 - a1 - 92,20c
Ricaviamo ora i corrispondenti valori di γ :
c1 = 180c- (a1 + b ) - 180c- (87,80c+ 120c) 1 0
c2 = 180c- (a1 + b ) - 180c- (92,20c+ 120c) 1 0
Poiché in un triangolo le ampiezze degli angoli non possono essere negative, si vede che il problema proposto non
ha alcuna soluzione.

156 a = 6,15 b = 8,22 α = 31,84c


Determiniamo β mediante il teorema dei seni:
a b b sen a 8,22 $ sen 31,84c
sen a = sen b $ sen b = a $ sen b = 6,15 $ sen b - 0,7051143

A questo valore di sen β corrispondono due angoli supplementari:


b1 - 44,83878c b2 = 180c- b1 - 135,16122c
Poiché risulta
a + b1 - 31,84c+ 44,83878c- 76,67878c1 180c
e
a + b2 - 31,84c+ 135,16122c- 167,00122c1 180c

le soluzioni trovate sono entrambe accettabili perché a esse corrispondono due valori accettabili per γ .
Sono quindi possibili due triangoli T1 e T2 che soddisfano le condizioni poste. Determiniamo gli elementi incogniti di
entrambi.

• Triangolo T1 b1 - 44,83878c c1 = 180c- (a + b1) $ c1 - 103,32122c


c1 a a sen c 6,15 $ sen 103,32122c
sen c1 = sen a $ c1 = sen a 1 $ c1 - $ c1 - 11,34402
sen 31,84c

• Triangolo T2 b2 - 135,16122c c2 = 180c- (a + b2 ) $ c2 - 12,99878c


c2 a a sen c 6,15 $ sen 12,99878c
sen c2 = sen a $ c2 = sen a 2 $ c2 - $ c2 - 2,622167
sen 31,84c
cap_funzioni_goniometriche.pdf

157 a=2 b=2 3 β = 120c [c = 2; α = 30c; γ = 30c]

158 a= 3 b=1 c=2 [α = 60c; β = 30c; γ = 90c]

159 a=2 6 b=4 3 γ = 45c [c = 2 6; α = 45c; β = 90c]

© De Agostini Scuola S.p.A. - Novara 37


ESERCIZI

160 a=4 b=4 3 α = 120c [impossibile]

161 a=4 3 b=4 γ = 30c [c = 4; β = 30c; α = 120c]

162 a = 26,18 b = 34,26 c = 28,12 [α - 48c24l22m; β - 78c8l56m; γ - 53c26l42m]

163 a = 15,37 b = 28,56 γ = 76,3361c [c - 29,053; α - 30,9594c; β - 72,7044c]

164 a = 154,6 α = 42,4194c β = 74,4444c [b - 220,8; c - 204,46; γ = 63,1362c]

165 a = 90,84 b = 46,139 β = 30c31l30m [c - 78,251; α - 90c; γ - 59c28l30m]

166 a = 15,76 c = 10,44 γ = 80c20l15m [impossibile]

167 a=2 b = 3,4 c = 5,73 [impossibile]

168 a = 95,18 b = 92,20 β = 43c20l15m


[c1 = 134,30; α1 = 45c6l40m; γ1 = 91c33l5m e c2 = 4,29; α2 = 134c53l20m; γ2 = 1c46l25m]

169 a = 912,4 b =546,6 c = 629,2 [α = 101,5575c; β = 35,9396c; γ = 42,5029c]

170 b = 75,25 c = 86,43 β = 106,2556c [impossibile]

171 a = 326,52 b = 215,48 γ = 46,3056c [c = 236,30; α = 92,4458c; β = 41,2486]

Esercizi di approfondimento
Calcola il valore delle seguenti espressioni.
r
(a3 - b3) sen 2 2 2 ab
1
(a - b) cos 0 + (a + b ) cos r - cos 0 con a ! b [0]

2ab a2 + b2
2 (a 2 - b 2) cos 270c+ cos 360 - [(a + b)2]
c sen 270c
3 1 7
3 3 sen 2 2 r - cos 2 2r + 4 sen 2 r + 2 cos 2 r - 2 cos 2 2r 92C
r
tan r - sen 2 + cos r a cos 0 - b tan 0
4 2a $
3 con a ! 0 [1]
sen 2 r

a sen 2 90c- 2b cos 90c+ tan 0c


5 con a ! 0 [- 1]
4a cos 270c- tan180c+ a cos 180c
3 2ab
6 a 2 sen 2 r + b 2 tan r - (a - b)2 cos r + cos 0 - a 2 tan 2r [b2]
7
7 sen (- 450c) + sen 2 405c+ sen3 510c+ cos 240c 9- 8 C
7
8 sen3 810c+ sen 2 17c+ cos 2 163c- cos (- 540c) + sen 390c 92C
cap_funzioni_goniometriche.pdf

9 Verifica le seguenti identità e, per ciascuna di esse, stabilisci le condizioni di esistenza:


1 - tan 2 a 1
1- = 2 sen 2 a 1 - tan 2 a = tan 2 a b - 2l 2 cos 2 a - 1 = cos 2 a (1 - tan2 a)
1 + tan 2 a sen 2 a

38 © De Agostini Scuola S.p.A. - Novara


Funzioni goniometriche
10 Determina il valore del parametro reale k in modo che l’uguaglianza
(k - 1) cos a + 2 = 3k
r 3
sia verificata per a = 3 . 9k = 5 C

11 Determina per quale valore di a, con a ! [0 ; 2r], l’uguaglianza


(1 - k) sen a = 2 + k
3
non è verificata per alcun valore reale di k. 9a = 2 rC

VERO O FALSO?
12 Considera il triangolo rettangolo ABC, dove m e n sono le proiezioni ortogonali rispettivamente di b e di c
sull’ipotenusa a.
Valgono le seguenti relazioni:
a. c = btanc V F b. a = b sen b V F
c b
c. a = sen b V F d. a = sen b V F
c
e. a = V F f. m = b cos b V F
cos b
n n
g. c = = sen c V F h. a = m + n = b cos c + c cos b V F
cos b

13 W = a e la base BC = 2a. Condu-


Di un triangolo isoscele ABC di base BC si conoscono l’angolo al vertice BAC
cendo l’altezza AH relativa alla base e applicando i teoremi sul triangolo rettangolo, determina gli altri ele-
menti del triangolo.
V = 90c- a a
a. ABC V F b. AB = a V F
sen 2

W = 180c- a a a
c. BCA 2 = 90c- 2 V F d. AH = atan 2 V F

a a
e. AH = a V F f. misura area = a 2 tan 2 V F
tan 2

Risolvi i seguenti problemi.

14 Determina il perimetro e l’area di un triangolo rettangolo, noti un cateto, 24 cm, e il seno dell’angolo a esso
12
opposto, 13 . [60 cm; 120 cm2]

24
15 Determina il perimetro e l’area di un triangolo rettangolo, sapendo che l’ipotenusa è 50 cm e sen c = 25 .
[112 cm; 336 cm2]

16 Determina il perimetro e l’area di un triangolo rettangolo, sapendo che, avendo scelto il centimetro come uni-
12
tà di misura, è c = 60 e tan b = 5 . [360 cm; 4320 cm2]
cap_funzioni_goniometriche.pdf

17 Di un triangolo ABC, rettangolo in A, si conosce l’ipotenusa BC = a e si sa che, detta β l’ampiezza dell’angolo


V , è cos b = 3 . Determina la misura del perimetro del triangolo.
ABC
12
9 5 aC
5

18 Risolvi un triangolo rettangolo sapendo che un cateto è di 24 cm e la sua proiezione sull’ipotenusa è di 12 cm.
[ipotenusa: 48 cm; cateto: 24 3 cm]

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ESERCIZI

19 Del triangolo rettangolo ABC (A W = sen c = 3 e AC = 20 cm. Sia AH l’altez-


W = a = 90c) si conoscono sen ACB
5
za relativa all’ipotenusa BC. Determina la lunghezza dei segmenti AH e HB e l’area del triangolo AHC.
[12 cm; 9 cm; 96 cm2]
20 Nel rettangolo ABCD la diagonale BD = 50 cm forma con il lato AB l’angolo ABD V = a di cui si conosce
4
tan a = 3 . Determina il perimetro e l’area del rettangolo. [140 cm; 1200 cm2]

21 W = a è 12 . Determina il perimetro
Il triangolo isoscele ABC ha la base AB di 70 cm e il seno dell’angolo CAB 13
del triangolo e la lunghezza dell’altezza CH relativa alla base. [252 cm; 84 cm]
22 Determina il perimetro del triangolo rettangolo ABC sapendo che, detta H la proiezione sull’ipotenusa BC
W = 12 .
del vertice A, è AH = 180 cm e che è cos ACB [1170 cm]
13
23 La base minore DC di un trapezio rettangolo ABCD è di 6 cm e la base maggiore AB è di 30 cm; si sa inol-
V = a ha la tangente goniometrica uguale a 7 . Determina il perimetro e l’area di
tre che l’angolo acuto ABC 24
ABCD. [68 cm; 126 cm2]
24 Un trapezio isoscele ha le basi di 16 cm e 4 cm; si sa che il lato obliquo forma con la base maggiore un angolo
5
α tale che sen a = 13 . Determina l’area del trapezio. [25 cm2]

25 In un trapezio i lati non paralleli misurano 13 e 14, mentre le basi misurano 20 e 35. Calcola il coseno degli
angoli acuti del trapezio. (Suggerimento: conduci da un estremo della base minore la parallela al lato obliquo
e considera il triangolo che così si forma nel trapezio, di cui si conoscono i tre lati...) 3 33
9 5 ; 65 C
26 Determina il perimetro di un triangolo conoscendo a = 38,82; α = 43,7c; β = 25,81c. [115,91]
27 Determina il perimetro di un triangolo di cui conosciamo a = 38,82; β = 24,46; α =43c42l35m. [115,91]
2
28 Un triangolo ha l’area di 4,72 m e le lunghezze di due suoi lati sono a = 2,07 m e b = 5,38 m. Determina l’an-
golo γ, compreso tra i due lati noti, e il terzo lato. [c = 4,63 m e γ = 57,96c oppure c = 6,71 m e γ = 122,04c]

cap_funzioni_goniometriche.pdf

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Soluzioni

Soluzioni degli esercizi “Vero o falso?” e dei quesiti


a risposta multipla
29 a. F b. V c. V d. V e. F f. V

30 a. F b. V c. V d. V e. F f. V

47 a. F b. F c. V d. V

48 a. V b. V c. V d. V e. F f. V

49 b

50 a

Esercizi di approfondimento
12 a. V b. F c. F d. V e. V f. F g. V h. V

13 a. F b. V c. V d. F e. V f. F

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