Sei sulla pagina 1di 48

anno undicesimo

numero trenta

dicembre 2009

IN QUESTO NUMERO
Epidemie e pandemie

PosteItalianeS.p.A.-Spedizioneinabbonamentopostale-D.L.353/2003(conv.inL.27/02/2004n.46) -art.1,comma1,D.C.B.Trento-Periodicoquadrimestrale registrato dal Tribunale di Trento il 9.5.2002, n. 1132. Direttore responsabile: Sergio Benvenuti - Distribuzione gratuita - Taxe perue - ISSN 1720 - 6812

Via Torre dAugusto, 35/41 38122 TRENTO Tel. 0461.264660 Fax 0461.237418 info@museostorico.it www.museostorico.it

ALTRESTORIE - Periodico quadrimestrale di informazione Comitato di redazione: Paola Bertoldi, Giuseppe Ferrandi, Patrizia Marchesoni, Paolo Piffer, Rodolfo Taiani Direttore responsabile: Sergio Benvenuti Hanno collaborato a questo numero: Alessandro de Bertolini, Carlo Carlucci, Beatrice Carmellini, Giorgio Cosmacini, Alberto Folgheraiter, Emanuela Renzetti, Francesca Rocchetti, Caterina Tomasi, Elena Tonezzer Periodico registrato dal Tribunale di Trento il 9.5.2002, n. 1.132 ISSN 1720-6812 Progetto grafico: Graficomp - Pergine (TN) Per ricevere la rivista o gli arretrati, fino ad esaurimento, inoltrare richiesta alla Fondazione Museo storico del Trentino.

anno undicesimo

numero trenta

dicembre 2009

IN QUESTO NUMERO
Epidemie e pandemie: divagazioni sul virus H1N1 e dintorni

Editoriale Epidemie e pandemie: un affresco storico Giorgio Cosmacini Torna (senza ragione) la paura della pandemia: novantanni fa la spagnola che provoc milioni di morti Alberto Folgheraiter

Ai primordi della vaccinazione: linnesto vaccino in Trentino nella prima met dellOttocento Rodolfo Taiani 26 Guarda guarda il mal mattone: le influenze del passato Emanuela Renzetti 30 Figure bianche, astratte: lepidemia di poliomielite nel secondo dopoguerra Lucia M. La malattia ti d la libert: la malattia in letteratura Francesca Rocchetti Per una storia della sanit in Trentino: un progetto di ricerca da proseguire e consolidare Rodolfo Taiani

32

La sottile paura: Arco, la tubercolosi, il contagio Beatrice Carmellini 12 Cattive influenze: opinioni sul virus H1N1 e altro ancora: interviste con Gios Bernardi e Bruno Bizzaro a cura di Paola Bertoldi 14 Rischio pandemico e azione pubblica a cura dellUfficio stampa dellAzienda provinciale per i servizi sanitari del Trentino

36

37

20

Per una storia della sanit in Trentino: alcune fonti negli archivi della Fondazione Museo storico del Trentino a cura di Caterina Tomasi 38 Infomuseo Boom! Istruzioni per luso: Trento 1955-1965 Elena Tonezzer 39

Intorno al metodo di trattamento deglinfermi di colera: empiria e scienza in un documento del 1831 22 Laltra faccia del virus: curiosit e stranezze in margine alla pandemia di influenza A a cura di Paola Bertoldi 25

46

La storia del Trentino in bianco/nero: la riapertura delle Gallerie di Piedicastello Alessandro de Bertolini 47

ltrestorie ha ottenuto un altro significativo riconoscimento: lattribuzione del primo premio nella sezione 2 (stampa privata) dellXI edizione del Premio Cento della stampa locale. Gli altri due premi sono andati a Sosta vietata di Piacenza (secondo classificato) e a Borgo Rotondo (terzo classificato) di San Giovanni in Persiceto (BO). La cerimonia di premiazione ha avuto luogo a Cento in provincia di Ferrara il 24 ottobre 2009. Non la prima volta che liniziativa centese segnala la nostra rivista. Accadde gi nel 2003 con il primo premio nella sezione pubblica, e ancora nel 2006 con il terzo posto nella sezione privata. Sono risultati che confortano e soprattutto confermano, insieme al costante favore tributato da parte di chi riceve regolarmente la nostra rivista, la validit dellintero progetto editoriale. Ed proprio coerentemente allimpostazione fin qui adottata che il presente numero di Altrestorie ha scelto

Editoriale

di occuparsi di un tema di particolare attualit quanto mai scottante , la pandemia dinfluenza A. Su questargomento si confrontano nelle pagine che seguono storici della medicina, antropologi e professionisti del settore medico-farmaceutico. Costoro, attraverso contributi originali o interviste, cercano di orientare i lettori attraverso una materia tuttaltro che semplice, dove le manifestazioni di una malattia si accompagnano alle tante misure sanitarie poste in atto per contrastarle. Prende cos vita un inestricabile groviglio di motivazioni pubbliche e private, che continua ad alimentare non solo le prime pagine dei giornali ma anche un vivace e diffuso dibattito. Un confronto che fotografa comportamenti a atteggiamenti talvolta riflesso pi di paure e rappresentazioni ataviche che non di unoggettiva e piena fiducia nei confronti della scienza e della ricerca medica insomma la pandemia di influenza A come una sorta di ritorno al passato.

Prima di iniziare a descriche un medico svizzero, vere le principali epidemie Alexandre Yersin, scoche hanno segnato la stopr il bacillo di quella che un affresco storico ria delle civilt, imporoggi chiamiamo peste, tante chiarire alcuni termie questo nome smise di di Giorgio Cosmacini ni che ascoltiamo spesso essere generico. Unaltra in questi giorni, ma che malattia che si origin nel possono essere fraintesi. Medioevo fu il tifo esanQuando si parla di pantematico, detto anche tidemia, si intende una fo petecchiale. Si diffuse malattia globale. Questa specialmente in seguito a si verifica nel momento in guerre o carestie che colcui esistono contemporapivano le popolazioni. Fu neamente tre condizioni: una malattia trasmessa lagente infettivo deve da un pidocchio che proessere nuovo, sconosciuliferava laddove cerano to al sistema immunitario pessime condizioni igiedellessere umano con cui niche e situazioni di proviene in contatto; miscuit. Veniva chiamato deve essere in grado di anche Peste castrense riprodursi nellorganismo perch colpiva soprattutdeterminando una malatto le truppe degli eserciti. tia ad elevata diffusione; Linizio delle grandi esplosi trasmette da uomo a razioni e dei viaggi intorno uomo con grande facilit. al mondo coincise con la Spesso i nuovi agenti indiffusione di nuovi agenfettivi si diffondono perti batterici. il caso delch alcuni animali sono la sifilide, importata dai in grado di incubarli facompagni di Cristoforo vorendone le mutazioni. Colombo. Era una malatLanimale diventa cio una tia considerata peccamispecie di crogiolo in cui il nosa, come lAids, pervirus pu modificarsi. In ch interessava la sfera tal modo si verifica il cosessuale; ce lavevano siddetto salto interspecigli indigeni americani, fico, con la trasmissione del virus dalla specie anima- ma era pericolosa solo per gli europei, indifesi nel le alla specie umana. il caso dellinfluenza aviaria o loro sistema immunitario. Questa epidemia esplose suina ed uno degli aspetti che determinano la peri- in maniera acuta e diffusa; poi, in parte per le mucolosit dellepidemia. tazioni genetiche del virus, in parte grazie ai presidi In passato la parola epidemia non aveva il significato medici, cambi e divenne sub-acuta e poi cronica. che le attribuiamo oggi, anche perch non si conosce- A fine Ottocento invece scoppi la tubercolosi, che vano le cause del fenomeno e non era ancora nato il era sempre esistita in forma discreta, ma che in queconcetto di contagio. In greco il termine deriva da epi sto periodo assunse le proporzioni della pandemia e demos, cio sopra il popolo, nel senso di qualcosa che flagell lEuropa per decenni. che incombe sulla popolazione, che assilla, che met- La storia della Tbc un caso emblematico di unepidete paura. Naturalmente sono molteplici e differenti le mia che si diffonde non a causa delle mutazioni di un epidemie che si sono susseguite nel tempo. Ne pos- bacillo, ma per via dei cambiamenti sociali. Negli ultisiamo elencare alcune. mi anni dellOttocento infatti, dopo la rivoluzione induUna delle prime di cui rimasta una testimonianza striale, avvenne che grandi masse di persone fossero la peste di Atene, descritta da Tucidide nel 430 a.C., quotidianamente riunite nelle fabbriche e nelle scuole. poi ripresa da Lucrezio. importante fare attenzione Questo affollamento favor la trasmissione della Tbc perch la peste che colp lantica Grecia non corri- che fino al 1950 fu la malattia del secolo. In seguito sponde alla famosa peste del Trecento che decim gli pass il testimone al cancro, che per non una maabitanti dellEuropa medievale. In passato infatti pe- lattia contagiosa, ma metabolico-genetica. ste non era un nome specifico, ma designava tutte Nel secolo scorso la pandemia che sicuramente ha le malattie gravi e diffuse. Era in pratica un sinonimo mietuto pi vittime stata la cosiddetta influenza di pestilenza. Non a caso il tifo venne chiamato Pe- spagnola. Si calcola che abbia falciato venti milioni ste degli eserciti, il colera Peste dellOttocento, la di persone, 600.000 solo in Italia (lo stesso numero di tubercolosi Peste bianca e lHiv Peste del 2000. morti causati nel nostro paese dalla Grande Guerra). Fu solo nel 1896, durante lepidemia di Hong Kong, Ed curioso che il ceppo virale responsabile dellin-

Epidemie e pandemie

fluenza spagnola sia proprio lH1N1, lo stesso della suina. La scoperta stata fatta da un gruppo di ricercatori statunitensi una decina di anni fa: nel corso di una spedizione in Alaska venne trovata una donna morta qualche decennio prima a causa della spagnola. Siccome il suo corpo era ben conservato, perch ibernato, prelevando un campione di DNA fu possibile analizzare il virus che laveva uccisa e si scopr che aveva lo stesso corredo genetico poi riconosciuto analogo a quello dellinfluenza suina. Questultima, per, ha per fortuna una virulenza molto minore rispetto allondata del 1918. Unaltra terribile calamit che si abbatt nel corso del Sei-Settecento fu il vaiolo, che causava non solo la morte, ma anche la cecit. Infatti, se le pustole colpivano le palpebre e poi la cornea, la vittima poteva anche sopravvivere, ma restava cieca. Era una malattia mostruosa, vinta dalla vaccinazione. Qui va specificato che i primi a scoprire il vaccino non furono gli scienziati, ma le donne del Caucaso e della Cina, grazie allosservazione empirica. Durante le ondate di vaiolo, infatti, le donne avevano scoperto che mettendo una goccia di pus di un malato a contatto con un piccolo graffio cutaneo di un individuo sano, questultimo contraeva quello che veniva chiamato il piccolo vaiolo. Si trattava di una leggera malattia da cui si guariva in fretta e che permetteva di essere immuni dal letale grande vaiolo. Il vaiolo fu debellato definitivamente nel 1980 e a questo punto ci fu un momento di entusiasmo e di illusione collettiva perch si pens di aver ormai sconfitto ogni malattia infettiva. Nel cor-

so dello stesso anno lOrganizzazione mondiale della sanit eman lambizioso programma Salute per tutti nellanno 2000, con la convinzione di garantire a tutti la salute nel giro di ventanni. I fatti che seguirono, lHiv e la Sars solo per fare due esempi, provarono che lobiettivo dellOms era utopico. La storia delle epidemie ha dimostrato alluomo che la sua specie non al centro delluniverso. Anche se continuiamo a mantenere una visione antropocentrica, di fatto vige la logica darwiniana e gli esseri pi grandi devono comunque lottare con quelli pi piccoli, microrganismi compresi. Perch a un certo punto la peste spar? Non tanto per i progressi della medicina, quanto per un cambiamento nelle abitudini degli esseri umani, che nel tempo crearono un ambiente domestico e quotidiano meno adatto al proliferare dei topi, nella cui pelliccia si annidavano le pulci vettrici del virus della peste. Labbandono di una dimensione fatta di granai e di latrine fece s che i ratti non trovassero pi le condizioni ottimali per la loro sopravvivenza e cos si crearono i presupposti per la scomparsa della peste. Per comprendere come lumanit ha vissuto nei secoli la paura delle epidemie, bisogna approfondire il concetto del contagio. Fino al Cinquecento si pensava che la malattia fosse causata dalla cattiva qualit dellaria che tutti respiravano. Per questo si usavano espressioni quali mala aria (da cui il termine malaria), miasmi, esalazioni nocive. Solo in seguito fu sviluppato il concetto di contagio come lo intendiamo oggi, cio dovuto al contatto. Il primo a proporre unelaborazione teorica del contagio

stato Girolamo Fracastoro, un medico veronese che nel 1530 pubblic lopera magistrale De contagione et contagiosis morbis. E va detto che la difesa dalle malattie contagiose stata praticata per la prima volta dagli italiani, che in questo si sono dimostrati pi avanti degli altri. In Italia hanno iniziato a essere istituiti degli organi deputati ad applicare le misure per evitare il diffondersi delle epidemie: gli uffici di sanit, o tribunali di sanit, o magistrati di sanit. Come si pu notare, si trattava di autorit anche giudiziarie, perch in quei tempi la sanit doveva essere imposta dallalto. Come? In vari modi: si vietavano le occasioni di affollamento, i mercati, le processioni, le citt venivano isolate e si istituivano le quarantene, i cordoni, i lazzaretti, le contumacie. Esistevano anche le bollette di sanit, dette patenti di salute, che erano rilasciate a individui sani e permettevano loro di circolare liberamente. La prima quarantena della storia fu messa in atto a Ragusa (Dubrovnik) nel 1350, quando imperversava la peste nera, e uno dei primi lazzaretti fu costruito a Milano nel 1488. Erano misure preventive che funzionavano; poi la medicina ha scoperto i farmaci e i vaccini in grado di prevenire e curare il morbo. Naturalmente, nel caso di epidemie, un rimedio valido resta lisolamento per evitare il contagio: questo non cambiato. Un aspetto importante che ha sempre accompagnato le ondate pestilenziali la paura. La paura afferisce alla sfera dellemozione, non a quella della ragione, e questo implica che non si diffonde unepidemia senza che si cerchi in qualche modo un colpevole. I pi famosi sono gli untori della peste narrata da Manzoni

(1630), ma prima di loro molti hanno trovato la morte perch accusati di diffondere il morbo: gli ebrei, le streghe, i diversi in generale. Oppure si pensava che fosse Dio a mandare la peste, per castigare gli esseri umani. La divinit puniva ma era anche benefica: il Dio che permette la morte a don Rodrigo lo stesso Dio che salva Agnese e Lucia. Altri presunti fattori di epidemia erano gli eventi astrali, come eclissi o comete. Nessuno pensava che i responsabili fossero i topi e le pulci, perch questi facevano parte della quotidianit della vita delle persone. Tutto questo ci porta ai giorni nostri e al dibattito sul virus H1N1 che tanto spaventa e fa discutere. Il clamore per la febbre suina in gran parte ingiustificato. Questa uninfluenza benigna, che probabilmente passer presto o tardi senza danni. Non ha un tasso di mortalit elevato e la maggior parte delle morti sono dovute a complicazioni di malattie preesistenti. Laspetto che la contraddistingue che colpisce prevalentemente i pi giovani, questa una sua particolarit. C una sorta di drammatizzazione collettiva in questa angoscia da contagio, probabilmente anche perch c stata uninformazione contraddittoria che ha creato uno sbandamento dellopinione pubblica e un fraintendimento su molti aspetti. Infine, c anche una certa enfasi propiziata dalle case farmaceutiche, le quali hanno il merito di produrre i medicinali che ci curano, ma allo stesso tempo pensano a incrementare il volume dei loro affari. Sappiamo bene che la produzione di salute e la produttivit economica non sempre vanno di pari passo.

Giorgio Cosmacini: nota bio-bibliografica Giorgio Cosmacini medico, laureato in filosofia, libero docente in radiologia. Gi primario radiologo nel Policlinico universitario di Milano, attualmente docente di filosofia della scienza e storia della medicina nella Facolt di medicina e chirurgia dellUniversit Vita-Salute del San Raffaele e docente di storia del pensiero medico nella Facolt di filosofia della stessa universit. socio onorario delle Societ di igiene e di antropologia medica e membro del direttivo scientifico di numerose associazioni e riviste di cultura. Nelle sue numerose pubblicazioni ha affrontato la storia della pratica medica sia dal punto di vista dei progressi scientifici di cui si avvalsa sia delle sue trasformazioni in rapporto con le condizioni politico-sociali e socio-culturali delle epoche esaminate. La sua produzione, che spazia dallantichit allet contemporanea, non tralascia pertanto anche temi di politica sanitaria. Fra i numerosi titoli editi e limitandosi solo a quelli pi recenti si ricorda in particolare lampio affresco proposto nel volume Storia della medicina e della sanit in Italia: dalla peste nera ai giorni nostri (Roma-Bari, Laterza, 2005). Sempre presso leditore Laterza sono poi comparsi in ordine cronologico e a partire dal 2000 le seguenti opere (nuove o riedizioni): Medicina e mondo ebraico: dalla Bibbia al secolo dei ghetti (2001), Il medico ciarlatano: vita inimitabile di un europeo del Seicento (2001), Biografia della Ca Granda: uomini e idee dellOspedale Maggiore di Milano (2001), Il male del secolo: per una storia del cancro (con Vittorio Sironi, 2002), Il medico giacobino: la vita e i tempi di Giovanni Rasori (2002), I laboratori della sanit pubblica: lamministrazione sanitaria italiana tra il 1887 e il 1912 (2002), Lettera a un medico sulla cura degli uomini (con Roberto Satolli, 2003), La vita nelle mani: storia della chirurgia (2004), Il medico materialista: vita e pensiero di Jakob Moleschott (2005), La mia baracca: storia della Fondazione Don Gnocchi (2005), Le spade di Damocle: paure e malattie nella storia (2006), Introduzione alla medicina (con Claudio Rugarli, 2007), La religiosit della medicina: dallantichit a oggi (2007), Il medico saltimbanco: vita e avventure di Buonafede Vitali, giramondo instancabile, chimico di talento, istrione di buona creanza (2008), Prima lezione di medicina (2009), Io, Ippocrate di Kos (con Pietro Zullino, 2009), Larte lunga: storia della medicina dallantichit a oggi (2009). Presso la casa editrice San Raffaele sono comparsi nel 2008, con Andrea W. DAgostino, La peste: passato e presente e nel 2009 Il medico e il cardinale. Per altri titoli ancora si rinvia infine ai cataloghi degli editori milanesi Cortina e Viennepierre. [r.t.]

Nellautunno della suina, colpite trenta delle 50 magcon i giornali che schiagiori citt degli Stati Uniti. mazzano in tutto il pianeta Come i topi della peste del e sparano a caratteri di Trecento, annidati nelle stinovantanni fa la scatola le cifre, minime, dei ve dei velieri, i soldati amerimorti di influenza A H1N1, cani veicolarono linfezione spagnola che provoc tornano prepotenti alla ribaldalla costa orientale degli milioni di morti ta i riferimenti alla spagnoStati Uniti allEuropa. Il virus la. super lAtlantico e si proAnche un bambino capisce pag sui campi di battaglia. di Alberto Folgheraiter che non ci sono, per fortuna, La penisola Iberica non n le proporzioni n le conha alcuna primogenitura dizioni generali della pandenellinfezione planetaria che mia che, novantanni fa, tra il 1918 e il pass alla storia come febbre spagnola. 1920 caus nel mondo lo sterminio di Lunica colpa, semmai, che la Spagna interi popoli. Si parla di una cifra che non partecipava alla guerra. Diversamenfa rabbrividire: tra i 40 e i 100 milioni te dal resto dEuropa, a Madrid non cera di morti. Pare ormai assodato. Tutto la censura militare. Cos, a maggio del cominci in una fattoria della contea 1918, lagenzia di notizie Fabra aveva di Haskell, in Texas, poco meno di 300 diramato un dispaccio, annunciando che chilometri da Fort Riley, in Kansas, dootto milioni di spagnoli erano a letto con ve la flu epidemic divamp l11 marla febbre e lo stesso re Alfonso XIII stava zo 1918. UnAmerica contadina, fronpoco bene. Una febbre bislacca: durava tiera della frontiera. Le rare famiglie tre giorni e poi, almeno in quei primi me(oggi la Contea conta appena seimila si, scompariva. Certo, si registrava qua abitanti) vivevano in promiscuit con e l qualche decesso, ma erano soltanpolli e maiali. Situazione non dissimile to le avvisaglie di un fenomeno carsico da quella della Cina rurale nella quale che, scomparso ai primi caldi, sarebbe si sono sviluppati a ripetizione i virus ricomparso nellautunno del 1918 pi delle epidemie e i batteri della peste forte e virulento. Taluni hanno calcolato e del colera che hanno infettato, per che, tra il 1918 e il 1921, i morti siano secoli, il mondo. Incubatrice analoga e stati soltanto 21 milioni e 642 mila. Tra speculare a quella Messicana del 2009 i Paesi maggiormente colpiti, in Europa, dalla quale si sprigionata la pandemia di febbre sui- figurava la Russia con 450 mila morti, seguita a ruona. In quella fattoria di Haskell, nel gennaio del 1918 i ta dallItalia con almeno 375 mila morti, ma altre fonti medici rilevarono i primi casi di polmonite fulminan- parlano di 600 mila. Sono dati calcolati a spanne, site. Il virus rest circoscritto e confinato per alcune curamente per difetto stante la rigida censura militare settimane fino a quando uno dei ragazzi della contea che ben si guardava dal consentire la propagazione di fu arruolato a Fort Riley perch lAmerica era entrata in notizie che avrebbero potuto abbattere ulteriormente guerra, da poco, contro la Germania. il morale delle truppe e delle popolazioni gi stremate La mattina dell11 marzo 1918, dapprima un sergente, dalla guerra. Nellinverno del 1918 lItalia contava 36 poi un caporale e, via via, altri militari cominciarono a milioni di abitanti. Gli italiani colpiti dalla spagnola furiversarsi nellinfermeria del campo dove erano intrup- rono almeno cinque milioni. pati ventiseimila soldati pronti a partire per lEuropa. Nel Trentino austriaco, appena diventato italiano, Lamentavano febbre alta, vomito, dissenteria e tosse vi furono non meno di diecimila vittime. La cifra, riferiviolenta con bava di sangue. A mezzogiorno i rico- ta con cautela poich non poggia su alcun documento verati nellospedale da campo erano gi 107. In una o conteggio ufficiale, stata formulata tenendo consettimana 522. Il sergente Albert Gitchell mor quattro to che la popolazione trentina, nel 1920, superava di giorni dopo e il suo fu il primo caso ufficiale di morte poco le 350 mila unit e la mortalit, in quel periodo, per spagnola. Una pandemia che in dodici mesi caus risulta pi che raddoppiata. Certo, nessun atto di morpi vittime di tutte le guerre del XX secolo; moltiplic te nei registri parrocchiali porta la scritta spagnola per cinque, se non per dieci il numero dei soldati mor- ma si trovano numerosi casi di grippe (influenza: in ti nel corso della prima guerra mondiale (che furono spagnolo, francese e tedesco). poco meno di dieci milioni); tre volte le vittime della Almeno sul piano sanitario c un buco nero su peste nera del 1348 in Europa. Secondo il Bulletin of ci che accadde in quei mesi alla popolazione sbanMedical History, fra settembre e dicembre del 1918 fu data. Nei documenti relativi a quel periodo non esiinfettato un miliardo di persone. I morti oscillarono fra ste alcuna relazione riferita alla febbre spagnola. 50 e 100 milioni. Solo qua e l si trova qualche cenno. A due mesi dal primo caso erano gi stati coinvolti nel Nella confusione di quel primo dopoguerra, infatti, nucontagio 24 dei 26 campi daddestramento militare e merose registrazioni di morte furono tralasciate. Il par-

Torna (senza ragione) la paura della pandemia

roco di Segonzano, Antonio Tasin, il 17 ottobre 1918 scrisse allOrdinariato di Trento: Con sommo dolore compio il dovere di partecipare a codesto Rev.mo Ufficio la morte di don Giuseppe Rauzi, cooperatore di qui, avvenuta il giorno 16 corrente ad ore 4 pomeridiane in seguito a grippe e miocardite. A Cles, nel luglio del 1919, si ebbero alcune decine di vittime la cui morte fu attribuita a tifo addominale. Probabilmente una coda della spagnola. Illuminante, al riguardo, una relazione di Giuseppe Olmi pubblicata su Studi trentini di scienze storiche (1996): Anche ammettendo che, nel Trentino, la spagnola non abbia colpito con particolare intensit, appare infatti comunque strano che di essa non venga in pratica mai fatto alcun accenno nei vari giornali quotidiani della regione. Sappiamo, vero, che questa sorta di congiura del silenzio da parte delle autorit (e quindi anche dei giornali) si ebbe in tutti i Paesi belligeranti affinch non vi fossero cedimenti nello spirito pubblico nel momento in cui si stavano decidendo le sorti della guerra e poi per evitare di creare panico fra le popolazioni proprio quando, dopo anni di sofferenze, era stata finalmente raggiunta la pace. Tuttavia limpressione che si ricava, pur sulla base di pochi dati, che nel Trentino le autorit (prima militari e poi civili), consapevoli dei notevoli sforzi che dovevano essere compiuti da tutti per avviare una ricostruzione, abbiano prolungato nel tempo ed esteso un po su tutte le malattie di tipo endemico che si manifestavano, questa cappa di silenzio o almeno di scarsa informazione. Vi fu carenza dinformazioni persino nelle cronache dei conventi, di solito puntuali e precise anche su ci che accadeva allesterno. Il cronologo dei frati minori della provincia di San Vigilio, Fulgenzio Guardia, scrisse: Nel mese di luglio 1918 si svilupp a Trento e in Austria una malattia denominata dalla stampa spagnola, e che il nostro medico dottor Pergher la classific come gastroenterite. La maggior parte dei cittadini ne furono tocchi compresi i frati (del convento) di San Bernardino. Era una specie di dissenteria. Detta malattia in autunno si svilupp sotto un altro aspetto, con un malessere generale, febbre alta e qualche volta con polmonite doppia. La chiamavano anche col nome di grippe. Molti furono i morti, specialmente giovani, in conseguenza di questa malattia. I medici la chiamarono peste polmonare, ma non avevano rimedi per scongiurarla. Si diffuse per tutta lEuropa e perfino nellAmerica. Eccetto qualche Padre vecchio, tutti ne furono colpiti dalla stessa qui in San Bernardino e negli altri conventi. Non c famiglia, in Trentino, che non abbia avuto congiunti ghermiti dalla pandemia divampata negli ultimi mesi di guerra e proseguita sino alla primavera-estate del 1919. I nonni raccontavano di quella febbre che aveva colpito lo zio o la cognata o la vicina di casa, era durata lo spazio di pochi giorni e era finita, inesorabilmente, al cimitero. Morti di spagnola si ebbero anche nei primi mesi del 1920. Sennonch tra le cause di morte lindicazione pi frequente fu bronchite, polmonite, pneumonia. Sipotizza che la spagnola possa aver fatto le prove

Notizie dalla Malographia tridentina di Giangrisostomo Tovazzi


Il padre francescano Giangrisostomo Tovazzi (Volano 1731-Trento 1806) fu un attento osservatore del suo tempo, ma anche un instancabile indagatore del passato. Fra i numerosi manoscirtti da lui compilati si trova anche una Malographia tridentina, edita a cura di Gino Tomasi nel 1986, nella quale si trovano annotati, anno per anno, tutti gli eventi calamitosi individuati sulla base delle fonti documentarie da lui consultate. Il risultato un lungo e articolato elenco di eventi dal quale si sono selezionate solo le notizie relative alle principali pestilenze registrate in Trentino fra il 1348 e il 1630.

1348 Vi fu una della pi grandi pestilenze, tanto che solo la terza parte della popolazione nel mondo rimase indenne. Da allora in poi sono sorti pubblici penitenti, che erano solito battersi con i flagelli (= i battuti o flagellanti). Ci fu una cos grande mortalit di persone in tutto il mondo che a mala pena i sopravvissuti riuscirono a seppellire i morti. Come appariva per lo pi, si manifestava come ascessi allinguine o sotto le ascelle. 1372 A Trento morirono molti, soprattutto bambini, dei quali su dieci appena uno sfugg alla morte. Gli adulti in molti casi morirono di morte subitanea. 1427 A Trento furono colpiti i cittadini da una pestilenza gravissima, cos che tutta la citt si spopol. 1448, 1449, 1450, 1451 In questi anni in valle di Non vi fu pestilenza e sopravvisse a questa peste soltanto la terza parte degli uomini.

1482 Nello spazio di sette mesi, perirono a Trento circa duemila persone a causa della peste. Vi fu peste anche nella Polonia minore. A Trento vi fu pestilenza anche il giorno 25 settembre 1512 Vi fu a Riva una grande pestilenza detta appunto peste granda. Ser Leone Spagnoli mise a repentaglio la sua vita in favore dei malati che sempre assistette. Di qui il 10 ottobre 1540 Ferdinando e Girolamo suoi figli, furono accolti come cittadini rivani con il consenso di tutti, con gli onori, le dignit e i privilegi come gli altri antichi cittadini. 1524, 1525, 1526 Vi fu la peste a Trento, nel Borgo di Santa Croce e in quello opposto di San Martino e forse anche altrove. Nella citt medesima, allora cera un Lazzaretto, ovvero un ospedale specifico per gli appestati al quale quasi ogni giorno mandava pane, carne, vino, lospedale della Nuova Confraternita di Santa Maria della Misericordia, secondo quanto ho tratto dal libro dellamministrazione. Allora ogni giorno veniva mandato pane per 6 o per 8 o per 10 o per 12 o per 14 Grossi o Crucigeri. 1547 Scoppi la peste a Trento, della quale si riferisce nella Vita di Girolamo Fracastoro, medico allora del Concilio di Trento. 1575 La peste infier a Trento, Verona ed in altri luoghi (). A Trento morirono circa cinquanta persone ogni giorno e sopravvissero ben pochi. Circa seimila morti furono contati nellarco di sei o sette mesi. Il flagello di cos grande portata cess per merito della benedizione papale o piuttosto concessa in nome del Papa Gregorio XIII. 1580 Si manifest in Italia un morbo detto il mal del montone. 1591 Vag a Trento una febbre petecchiale descritta in un suo libro da Ottaviano Rovereti, medico e fisico trentino, che era presente e che soffr per questa febbre (). Lestate del 1590 a Trento era stata molto secca e calda e gran parte dellautunno fu tale. Segu un inverno molto rigido e nevoso con carestia di generi annonari. Perci a Trento moltissimi popolani ma anche molti tra i primati (borghesi) furono colpiti da brutte febbri, che allinizio erano quasi impercettibili con lievi disturbi, ma che un po alla volta dopo i primi giorni di temperatura non molto molesta, seguivano grandi dolori di testa. A causa di queste febbri morirono molti sia nobili che popolani; erano particolarmente colpiti con perdita di sangue i corpi pi robusti. 1630 A Trento la peste fu tanto crudele da lasciare quasi deserta la citt. Inizi nellanno 1629 e continu anche nellanno 1631. Si propag anche attraverso le diocesi.

generali ben prima del 1918. Infatti, tra il 1916 e il 1917, numerosi militari britannici morirono per unepidemia di catarro con sintomi che, due anni dopo, parvero simili a quelli della spagnola. Molti uomini avevano contratto linfluenza e molti ne erano morti scrive Robert Collier (La malattia che atterr il mondo, Mursia 1980) ma poich la guerra imponeva di mantenere il segreto, il personale militare non aveva fatto parola della malattia e dei decessi. Anche in Trentino i medici militari evitarono di parlare dellepidemia. Lasciarono traccia in qualche diario postumo che si pu consultare nellarchivio della Fondazione Museo storico del Trentino. Per esempio, il medico Leopoldo Pergher (1868-1960) rievoc linfluenza nel 1923, senza dedicare, peraltro, grande spazio alle vittime. Nellultima settimana di maggio 1918 comparvero i primi casi di influenza che clinicamente non si distingueva dalla solita forma accusata in passato se non per la grande frequenza colla quale si complicava con bronchiti, pneumoniti, nefriti e pleuriti. La malattia incominciava bruscamente con brivido, febbre alta, cefalgia, sudori, dolori alle ossa, abbattimento generale. Oggettivamente, oltre la febbre, una leggera congiuntivite e faringite non si trovava nulla. La febbre il primo giorno oscillava fra i 39 ed i 40, gi il giorno successivo si abbassava ed al 3 o 4 giorno raggiungeva la norma. Il polso corrispondeva per frequenza alla temperatura, in qualche caso era rallentato. [] La pneumonite da influenza attacc i nostri ammalati con unalta percentuale, circa il 30%. In molti casi si ebbero delle vere pneumoniti, nella maggioranza per si trattava di broncopneumoniti e la diagnosi differenziale fra le due forme fu spesso assai difficile. In verit, qualche cenno alla pandemia, il medico Pergher lo aveva gi lasciato nei suoi Appunti del novembre 1918. Cos improvvisamente la sera del 2 novembre mi trovai sulle spalle il Ginnasio vescovile con 80 malati gravissimi, e lospedale Pardubitz con un centinaio circa di malati e di feriti gravissimi. Oltre questo, io aveva assunto col primo del mese il servizio di medico comunale per la parrocchia di Santa Maria [a Trento] ed avevo molto lavoro in citt per la clientela privata, data lassenza da citt di molti medici e limperversare dellepidemia di febbre spagnola. Il 4 novembre 1918, il medico Pergher era stato incaricato dal comando italiano (che aveva preso possesso della citt di Trento il giorno precedente) di occuparsi della sepoltura dei cadaveri. Al mattino del 5 novembre, al cimitero, eranvi circa 94 cadaveri insepolti e pi di venti erano i cadaveri ancor giacenti nei vari ospedali. Di questi cadaveri, 39 erano sconosciuti, una dozzina doveva la morte a ferite darma da fuoco, gli altri (quasi tutti austriaci) erano morti in seguito ad avvelenamento per gas asfissianti o a complicazioni di influenza (febbre spagnola). Sono gli unici cenni documentali su un flagello che fu seguito, di l a qualche anno, da una coda: lencefalite letargica chiamata in Trentino mal dela nona. A causa della letargia in Europa e Stati Uniti si contarono cinque milioni di morti.

10

11

www.fermailvirus.it il sito contagio parla di un agente sul quale il Ministero delesterno capace di aggirare Arco, la Salute informa la popole nostre barriere il nostro lazione circa landamento sistema immunitario e di la tubercolosi, dellinfluenza A (H1N1). E penetrare nel nostro organiil contagio una campagna interattiva smo, di mutarlo, di ammadove si potranno trovare larlo. servizi, quiz, test e giochi Raccontano gli abitanti di di Beatrice Carmellini interattivi per adulti, giovani, Arco che, in quel famoso genitori e non, utili a preveperiodo:Cera un po di tutnire il contagio, valutare te to: chi aveva tanta paura, Le testimonianze riportate nellarticolo sostesso ed aiutarci a diffonchi meno, chi solo qualche no riprese dal volume Arco di storie: uno dere la Campagna on line. timore, e dunque anche le sguardo ravvicinato sul tempo dei sanaC pure una grande creaticontromisure erano pi o tori ad Arco (1945-1975) (Trento, Museo vit sui rimedi che vanno dal meno drastiche. storico in Trento, 2005) scritto da Beatrice divieto assoluto di rendere Paura e timore del contaCarmellini con la collaborazione di Sara i saluti di cordoglio attravergio, ma anche di possibili Maino. Questo volume ha ottenuto il ricoso la stretta di mano e dello intrusioni nella vita affettiva. noscimento della Giuria alla 35. edizione scambio di baci e abbracci Un rischio dunque anche del premio ITAS del libro della montagna sia nella cappella del cimimorale. vero che ci soe il primo premio nella sezione Finestra tero che nei pressi dellabino state delle famiglie che sulle Venezie del premio Gambrinus tazione del defunto da dove hanno abbandonato i figli, Giuseppe Mazzotti edizione 2006. muove il corteo funebre che hanno sconsacrato i fialle precauzioni suggerite ai gli, perch se ne andavano calciatori di non sputare, evitare di stringersi la mano con una malata. I nonni, i padri. Insomma ad un certo e abbracciarsi prima e dopo la partita. Tutto questo mi momento ci sono stati casi di qualche famiglia che si ha riportato alla mente il quadro di Arco quando, negli dissolta, appunto perch i genitori non vedevano di anni cinquanta e sessanta, cera una concentrazione buon occhio, anzi di cattivissimo occhio, che la figlia altissima di sanatori e quindi di ammalati di tuberco- andasse con quel tizio l, belluomo.. ma ci sono state losi (tbc). Rammento lo stato di allarme nella popola- anche famiglie che si sono formate. zione, il rischio di contagio, la paura e le dinamiche Aveva voglia di mandare fuori gli editti lufficiale sarelazionali che si attivavano di fronte alla possibile nitario! Ci sono stati spessissimo anche articoli sui contaminazione della malattia per gli abitanti. giornali di questi ammalati che andavano al bar a In quegli anni nessun www.fermailbacillo si affaccia- prendere il caff, poi veniva uno locale (una persona va allorizzonte, ma le readi Arco) e aveva paura che zioni della gente, come pula tazzina non fosse pulita, re i proclami e le campagne che li contagiasse. La sofinformative delle autorit, ferenza era il motivo per cui davanti alle emergenze saquesta gente era qui e gi nitarie, qualche affinit con escluderli avere paura se il battage interattivo odierno vanno in quei bar... eh, s, potrebbero averla. mi ricordo di gente pauroIeri come oggi ci sono i disa. Gli ammalati e le amversi, gli stranieri, i forestiemalate andavano nei negori, i turisti, i portatori sani zi, ma andavano soprattutto di virus e pure gli ammalati nei bar e allora non cerano contagiosi: c il diverso pi le lavastoviglie. Tutto veniva diverso dellaltro, il forestielavato a mano: i bicchieri ro con altre sfumature di vae le tazzine. Ecco, allora ci ria difformit e lo straniero sar stata qualche barista la cui estraneit diviene pi che girava due o tre volte la o meno prossima allapprotazzina sotto lacqua e fordo o alla sosta nel suo viagse, qualcuno che la girava gio, il turista che passa e va una volta sola, ma stranae lammalato con malattie di mente non mi sembra che differente stigma. a quel tempo molti si siano Una molteplicit di sguardi ammalati. Piano: si saranno sintreccia attraverso i racammalati, ma molto meno conti raccolti con laiuto di in proporzione a quello che Sara Maino e il lessico del veniva paventato.

La sottile paura

12

Cerano dei bar che erano esclusi (anche se non espressamente) alle persone degenti, perch la conduttrice del bar aveva paura essa stessa di prendere il male o non voleva una certa clientela. Sembra una cosa assurda adesso, razzistica, ma allora era ragione non di razzismo ma di igiene. Nei bar cerano le tazzine degli ammalati, i bicchieri per gli ammalati le tazzine poi andavano a finire nel medesimo pentolone dove si lavava e non si lavava, perch ligiene era quella che era. Ricordo che cera un rappresentante che apriva la porta del negozio con il gomito e non beveva un bicchier dacqua ad Arco, ma andava a Riva e mi vien da ridere a pensarci proprio in un bar frequentato dagli ammalati di Arco, solo che lui non lo sapeva! E io ricordo invece che pi avanti quando avevo conosciuto il Pretore di Riva, questi quando veniva ad Arco a fare dei sopralluoghi, non andava mai al bar a bere il caff perch era terrorizzato dalla tbc. Poi, su tazzine e bicchieri finisce per emergere un certo pragmatismo: Non cerano le lavastoviglie come adesso, lavavano i bicchieri e le tazzine in qualche modo. E forse lavavano meglio allora magari: in fondo c chi le pulisce bene, e chi no anche adesso. Cerano certe trattorie di Arco che tenevano separati i bicchieri degli ammalati da quelli degli altri, lo ricordo. Per quando andavo dentro io, che ero amico degli ammalati, non si fidavano a darmi il bicchiere diverso, li davano tutti uguali per non fare vedere agli ammalati che si facevano differenze. Comunque ad Arco, certi, quelli che avevano le trattorie per esempio, li vedevano bene i malati. Per loro era una fonte di guadagno volere o volare, insomma. Perch pagavano. Comunque non solo i locali pubblici facevano paura, se il contagio avviene per via aerea si espande ovunque: Noi (di Arco) si veniva mandati a studiare a Rovereto o a Trento e i nostri compagni, quando sapevano che eravamo di Arco, la prima reazione era di repulsione. Poi si diventava amici, ma comunque se i loro genitori passavano anche solo in macchina da Arco chiudevano i finestrini e si mettevano il fazzoletto davanti alla bocca. La maggior parte di noi era ormai cauterizzata, ma alcuni hanno pagato. Ma ci sono altre sfumature, vi una reciprocit di sguardi. Se la gente di Arco viveva la paura nei confronti dellaltro, dellammalato e della sua malattia, che cosa sente, pensa, racconta la voce di chi sa di essere portatore di pericolo? Qui troviamo che, anche se tazzine e bicchieri venivano cambiati per servire caff o bibite, questo fatto selettivo poteva essere vissu-

to quasi come giustificato, perch in fondo poneva un problema concreto di legittima cautela. S, vero, cambiavamo i bicchieri e anche le tazzine del caff. Ma non lo trovavo strano, mi sembrava persino rispettoso, cos almeno me lo faceva apparire la mamma. Non ricordo di essermi sentita in qualche modo discriminata nemmeno dalla gente di Arco, che tu, ammalata, diversa e terona, ti senti insicura, una insicurezza che quarantanni fa la malattia stessa poteva darti, cio il timore di poter fare qualcosa agli altri e anche cos dai valore alla vita, apprendi delle cautele, non solo per te stessa. Cera forse una divisione, non so se fosse esattamente una discriminazione, del resto, sai, in qualche modo gli ammalati erano consapevoli di essere pericolosi. Questa cosa uno la viveva, il timore di poter contagiare qualcun altro. Forse, se cerano discriminazioni, in qualche modo venivano vissute come giustificate. Il contagio terrorizza. Perch lascia intravedere la possibilit di una infezione, di un mutamento agito da un qualcuno o da un qualcosa che interrompe limpenetrabilit del corpo individuale e/o sociale su cui si costruisce e si ricostruisce incessantemente la nostra esperienza della realt. Nel contagio avviene una mutazione, lesterno che modifica linterno, il deperimento, la ferita, gli umori che si guastano. Il contagio portato da un virus, da un bacillo che da fuori entra. Il contagio discrimina: malati e sani, ma anche stranieri, diversi. Da un fuori a un dentro. Lidea di contagio provoca il sospetto, la paura che, a loro volta, attivano le difese e le contromisure sia preventive che di cura. Le testimonianze che raccontano come veniva vissuto uno stato di allarme e di paura del contagio quasi cinquanta anni fa non hanno molto di differente, nella sostanza, a quelle raccolte oggi da persone che hanno vissuto o stanno vivendo lesperienza di un vivere altrove, lesperienza di sentirsi in qualche modo diversi e discriminati. Anche i racconti dei migranti sono intrisi e pervasi da un vissuto di incomprensione, dallo scoglio pungente o viscoso delle difese altrui. Il virus viene da fuori, ha la figura perturbante dello straniero, a riprova di come uninfluenza, un contagio esterno rappresenti sempre la messa in discussione di unidentit presupposta che si sente minacciata. Auspico pertanto un ricco sito www.fermaivirusmentali.com, completo di servizi, quiz, test e giochi interattivi per adulti, giovani, stranieri e non, utili a valutare te stesso ed aiutarci a diffondere la Campagna interattiva on line.

13

Abbiamo chiesto di parlarci Ma prima di ipotizzare oggi della recente pandemia di unepidemia come quella opinioni sul virus H1N1 influenza A a Gios Bernardi del primo dopoguerra, va e Bruno Bizzaro, rispettivatenuto presente che allora e altro ancora mente il presidente della non esistevano antiviraFondazione Pezcoller e il li, sulfamidici n antibiointerviste con Gios Bernardi presidente dellOrdine dei tici. Inoltre, sembra che e Bruno Bizzaro farmacisti della provincia di le vittime della spagnola Trento. Il dottor Gios Bernarfossero causate da coma cura di Paola Bertoldi di personaggio assai noto plicazioni dovute a pneunon solo per la sua dediziomococco, un batterio oggi ne alla professione medica, curabile nel 90% dei casi. ma anche per limpegno I governi e le strutture dedicato quotidianamente mediche erano preparati alla ricerca scientifica. Da ventanni guida, infatti, la allesplosione della nuova influenza? Fondazione Pezcoller, che ha come fine istituzionale La diffusione della pandemia iniziata nellemisfero la promozione della ricerca scientifica per la lotta con- australe, in corrispondenza della locale stagione intro le malattie che affliggono lumanit e, specificata- vernale. Grazie ai collegamenti consentiti oggi dalla mente, contro il cancro. Si laureato in medicina nel globalizzazione quando arrivata da noi, nellemi1947, specializzato in radiologia e ha compiuto 87 sfero nord, cera gi lesperienza di una larga diffuanni nel gennaio di questanno. Ha risposto alle nostre sione al sud: si conoscevano le caratteristiche del domande premettendo di non avere una competenza virus, la tipologia di persone pi colpite e questo ha specifica sullinfluenza A, ma solo il buon senso di uno consentito di preparare i vaccini. che medico da sessantanni. Per questo, gli abbia- vero che non si pu dire cosa succeder fra qualmo chiesto di fare alcune considerazioni sulla diffusio- che mese ma per ora abbiamo avuto abbastanne del nuovo virus e un approfondimento pi ampio za informazioni da trovarci preparati ad affrontare sullaspetto della ricerca scientifica in campo medico. lemergenza. Bruno Bizzaro invece il presidente dellOrdine dei comunque interessante osservare che il picco farmacisti della provincia di Trento. Cinquantanni com- della nuova influenza da noi c stato a novembre, piuti da poco, il titolare della farmacia San Lorenzo, cio prima dellinfluenza stagionale che di solito arin piazza general Cantore. Una farmacia che sidenti- riva a gennaio-febbraio. fica con la zona di Cristo Re, visto che stata aperta Com noto, sono pi a rischio i bambini degli ultra nel 1955, negli anni in cui il quartiere prendeva forma sessantacinquenni, contagiati solo nel 3-4% dei cae poco dopo la costruzione della vicina chiesa. Il suo si. Ecco perch il piano di vaccinazione per lItalia lavoro di farmacista lo pone a contatto quotidiano con non obbligava nessuno a sottoporsi al vaccino ma le persone: nessuno meglio di lui poteva raccontarci stato proposto ed effettuato sulle categorie a ridellatteggiamento della gente nei confronti della nuo- schio e sui bambini. va emergenza e delle misure adottate per contrastarla, importante vaccinarsi contro il nuovo virus? prima fra tutte il vaccino. Secondo lOrganizzazione mondiale della sanit il vaccino non ha significativi effetti collaterali ed La pandemia dovuta stato accertato che contro linfluenza gli antivirali Gios Bernardi al virus H1N1 stata (oseltamivir) sono efficaci. Adesso sono in corso definita lemergen- delle verifiche perch sembra che il virus stia muza virale del terzo tando. Ci sono stati dei casi in Norvegia e un paio I media hanno millennio. Pensa anche in Italia. lanciato troppi che le paure fossero Fino ad ora si tratta di eventi statisticamente poco allarmi sulla fondate o che siano rilevanti, ma serve attenzione per evitare che i nuostate alimentate dai vi virus non si diffondano. Nel corso di un recente pericolosit convegno, Luc Montagnier, il virologo che insieme media? del vaccino Sono consapevole a Robert Gallo ha scoperto il virus responsabile che i media ci hanno dellAids, ha ricordato che molto importante allarmarciato molto, anche e soprattutto in Italia e in gare la vaccinazione. buona parte la paura stata gonfiata. Uno dei pec- Questo perch pi persone vengono immucati originali della stampa consiste nel sollecitare i nizzate e meno probabili saranno le mutaziotimori della gente su argomenti di interesse collet- ni del virus. Se il virus H1N1 dovesse trasfortivo. Leggendo i giornali uno degli esempi riportati marsi, il vaccino non sarebbe pi efficace. pi frequentemente era il paragone con la terribile Detto questo, naturale che alcune categorie di influenza spagnola del 1918-1919, che caus circa persone devono fare attenzione: per le donne in gravidanza il vaccino sconsigliato perch potreb50 milioni di morti in tutto il mondo.

Cattive influenze

14

be far male al bambino, ed pericoloso anche per chi soffre di malattie autoimmuni come la psoriasi, allergie croniche gravi, asme bronchiali, eczemi ecc. Perch la gente non si voluta vaccinare? Perch subentrato nella gente un sentimento di paura. quello che succede quando si tratta di assumere farmaci nuovi e molto discussi dalla stampa e dallopinione pubblica. Lallarme si diffonde anche perch in situazioni come questa capita sempre che i media denuncino con clamore qualche caso sporadico di effetti collaterali gravi o mortali. chiaro che su milioni di vaccinati possono verificarsi eventi limite, ma la gente non va disorientata con informazioni diverse e contrastanti. Lo stesso vale per tutti gli articoli che parlavano dello scetticismo dei medici verso il vaccino: sono notizie poco utili e hanno un impatto socialmente negativo. Se io lavorassi ancora in ospedale mi sarei vaccinato di sicuro, anche per rispetto verso i pazienti.

Chi che produce il vaccino contro il virus H1N1? Sono i laboratori delle industrie farmaceutiche, affiancati dalle strutture governative. Anche su questo aspetto ci sono state delle polemiche perch si osservato che la produzione del vaccino porter miliardi nelle casse delle industrie produttrici. Questo inevitabile, ma anche vero che ci sono state case farmaceutiche che hanno donato milioni di dosi di vaccino allOrganizzazione mondiale della sanit. Che differenza c fra la ricerca scientifica per il vaccino anti-influenzale e la ricerca contro le altre malattie? Non c nessuna differenza. Per fare un paragone, come se mi trovassi davanti a cinque delinquenti colpevoli di reati diversi e dovessi trovare le prove per condannarli. Inizio con cinque inchieste che utilizzano lo stesso metodo, ma seguono strade diverse in base alle differenti tracce che si trovano sul percorso. Lo stesso vale per la ricerca scientifica: in un caso

Proposte di lettura a cura della Biblioteca della Fondazione Museo storico del Trentino
Le spade di Damocle: paure e malattie nella storia, di Giorgio Cosmacini (Bari, Laterza, 2006). Le malattie e le epidemie nascono, crescono, si stabilizzano, declinano, scompaiono. Esse appartengono alla fenomenologia del vivere. La loro evoluzione, che ha conosciuto transizioni epocali sconvolgenti in coincidenza di grandi movimenti di popoli o di intensi scambi commerciali o bellici, deve oggi fare i conti con la globalizzazione. Quello che si riteneva fosse il punto di non ritorno di malattie credute anacronistiche le epidemie contagiose diventato il giro di boa di malattie vecchie sempre pi nuove: vecchie perch ancora trasmissibili attraverso i canali della comunicazione e della contaminazione tra viventi, e nuove perch totalmente diverse da prima, trasformate per legge biologica di mutazione e per legge storica di evoluzione. Giorgio Cosmacini firma un ampio affresco storico della patologia nei due millenni dellera cristiana, dalle antiche pestilenze alle cosiddette malattie della civilt del ventunesimo secolo.

15

si parte da campioni di sangue di persone contagiate dal virus H1N1, in un altro da campioni istologici di malati di cancro, solo per fare un esempio. Negli anni le tecniche sono ovviamente cambiate moltissimo. Una volta si osservava e annusava lurina, adesso siamo a livello di molecole e nanotecnologie. Qualche tempo fa parlavo con un ricercatore italo-americano: mi spiegava che nel suo laboratorio lavorano con particelle cos microscopiche che ne servono 8-10 mila per fare il volume di un globulo rosso. Sono cose difficili anche solo da immaginare, soprattutto perch la medicina studiata 65 anni fa era tutta unaltra cosa. Lavvenire della ricerca scientifica mimer un po quelle che sono le esperienze spaziali. LApollo era composto da un involucro esterno che ad un certo punto si distruggeva per mandare avanti la navicella interna che arrivava sulla luna. Allo stesso modo, la medicina di oggi dispone di strumenti che con tecnologie sempre pi piccole riescono a raggiungere la zona malata in modo pi preciso e meno invasivo. Perch stato cos veloce elaborare il vaccino contro linfluenza A e invece non esiste ancora un vaccino per lAids? Si tratta di mancanza di fondi per la ricerca? vero che nel caso dellAids ci sono difficolt obiettive particolari e quello che stato elaborato come vaccino molto vago. Va aggiunto che se per linfluenza A ci si avvantaggia dei risultati degli studi portati avanti in passato (sono comparsi una decina di virus influenzali prima di questo), per lAids non cos, non ci sono lavori precedenti che danno un impulso alla ricerca.

Se poi allarghiamo il discorso e facciamo il paragone fra linfluenza e il cancro, la differenza ancora pi grande perch nel caso della H1N1 si tratta di individuare un solo virus in tutto il mondo, mentre sappiamo che ci sono migliaia di tipologie diverse di cancro che richiedono cure differenti. La Fondazione Pezcoller da molti anni impegnata nella lotta contro il cancro. Quali passi avanti si sono fatti nella ricerca di una cura? una malattia che fa ancora cos paura? Del cancro diminuita molto la mortalit ma non la morbilit, cio lintensit dellimpatto della malattia sulla popolazione. Le stime dicono che fra 10-15 anni sar la prima causa di morte al mondo, non solo al nord, superando le malattie cardiovascolari e le altre cause di morte. C una lunga storia di paure legate al cancro perch sempre stata considerata una malattia misteriosa e fatale. Oggi molto pi conosciuta, ma resta comunque estremamente varia. Ci sono tantissimi tipi diversi di tumore e non si pu sicuramente sperare di scoprire unipotetica pillola contro il cancro. Le tecniche moderne consentono di curare i malati con sistemi sempre meno invasivi e la medicina molecolare sta prendendo il posto della chirurgia mutilante. C un altro aspetto di differenza rispetto al passato perch lorientamento che oggi sembra pi efficace prevede una terapia mirata per ogni persona. Un approccio individualizzato ha infatti risultati migliori ma ovviamente implica costi pi elevati: la conseguenza purtroppo sar che i ricchi potranno curarsi mentre i poveri continueranno a morire di cancro.

Proposte di lettura a cura della Biblioteca della Fondazione Museo storico del Trentino
Il quarto cavaliere: breve storia di epidemie, pestilenze e virus, di Andrew Nikiforuk (Milano, Mondadori, 2008). Dei quattro cavalieri dellApocalisse la guerra, la morte, la carestia e la pestilenza il quarto forse il pi temibile. In effetti malattie ed epidemie di ogni tipo nel corso dei secoli si sono dimostrate capaci di minare la solidit di grandi imperi, sconfiggere potenti eserciti, cambiare per sempre il nostro modo di vivere e amare. Spesso indicate come catastrofi naturali, le epidemie di massa non arrivano inaspettate e serve un potente sforzo di civilt perch germi e batteri non possano ottenere risultati devastanti come pi volte successo nel corso della storia, dalla peste nera del Medioevo alla sifilide rinascimentale, dal vaiolo del Settecento fino allEbola. In questo originale saggio Andrew Nikiforuk, analizzando la millenaria convivenza delluomo con le malattie infettive, spiega come e perch alcuni germi hanno raggiunto un potere cos devastante per la specie umana. Lautore traccia cos una panoramica della storia sociale del Vecchio e del Nuovo Mondo.

16

migliorata nel tempo lattenzione delle persone verso la prevenzione dei tumori? La prevenzione e la diagnosi precoce sono i metodi pi importanti per contrastare la malattia e costano relativamente poco. Oggi possiamo assicurare che ci sono buone risposte da parte della gen-

te: rimangono delle differenze di tipo culturale ma le persone dimostrano una sempre maggiore sensibilit. I casi spaventosi di tumore che si potevano vedere cinquantanni fa non ci sono pi per fortuna. Posso ricordare da qualche valle del Trentino la provenienza di donne con manifestazioni necrotizzanti e maleodoranti di cancro al seno. Questo per evidente arretratezza culturale in parte dovuta ad assurde forme di pudore, conseguenti forse anche ad una sorta di terrorismo religioso.

Proposte di lettura a cura della Biblioteca della Fondazione Museo storico del Trentino
La morte nera: storia dellepidemia che devast lEuropa nel Trecento, di John Hatcher (Milano, Mondadori, 2009). 1349. La mortifera pestilenza che da oltre due anni sta devastando lEuropa intera approda in Inghilterra. Sbarcata nel 1347 sulle coste del Continente, lepidemia di origine orientale, passata alla storia come morte nera, si era propagata per tutto il Mediterraneo, contaminando le pi importanti rotte di comunicazione e commercio, sempre preceduta da unonda di allarmanti passaparola. Superato il canale della Manica, le spaventose leggende e la misteriosa, letale malattia invadono infine anche il Suffolk e la serena e operosa comunit di Walsham. Si tenta ogni strada per contrastare la terribile piaga: studi medici e astrologici, flagellazioni, pellegrinaggi e processioni, corsa alle sante reliquie e improvvide fughe, preghiere, ma il villaggio di Walsham falcidiato. Di fronte allirrompere di simile catastrofe, Master John, sacerdote di umili origini, ma di grande dottrina, accompagna i suoi compaesani (la moglie fedele Agnes, il contadino Robert Helpe, la devota Margery, il blasfemo Simon) attraverso tutti gli stadi del contagio fino alla fine. E, mentre la peste miete le sue vittime, un predicatore con la barba grigia e la voce tonante recita a Walsham i pi impressionanti versetti dellApocalisse, ricordando che al suono della sesta tromba un terzo dellumanit destinata a morire.

17

In quanto farmacista, il suo un osservatorio priLa gente aveva vilegiato. Come si bisogno di essere modificato latteggiamento della tranquillizzata, gente da quando si invece stata iniziato a parlare spesso spaventata di pandemia? con informazioni Abbiamo senza dubbio assistito a contrastanti maggiori livelli di allarmismo e preoccupazione. Questo in buona parte perch le informazioni che arrivavano allutente erano troppe e contraddittorie e si sa che non c nulla di peggio che dire cose diverse e in contrasto fra loro su un tema che spaventa. A livello istituzionale le informazioni erano abbastanza univoche. Il problema per che spesso i giornali pubblicavano notizie diverse e gli operatori sanitari non sempre hanno avuto comportamenti coerenti. quello che successo con la campagna di vaccinazione: da un lato il Ministero consigliava a milioni di persone di vaccinarsi, dallaltra i giornali parlavano delle controindicazioni del vaccino e annunciavano che i medici non si volevano sottoporre alla profilassi. In certi momenti si palpava una forte paura nella gente, di solito in corrispondenza degli allarmi lanciati dai media. Se una mattina i quotidiani titolavano Primo morto per linfluenza A lansia delle persone cresceva. Quando c stata la partita Ucraina-Italia la televisione ha trasmesso le riprese dei tifosi allo stadio, tutti con le mascherine. Questo tipo di immagini e di notizie avevano forti ripercussioni sulla paura della gente, lo potevamo osservare quotidianamente nel nostro lavoro. Quali sono stati i prodotti pi venduti per contrastare la diffusione del virus? Sicuramente le mascherine e i gel antibatterici. La gente li chiedeva con insistenza anche se magari non ne aveva realmente bisogno. Nel momento di massimo allarme c stato un periodo in cui il gel non si trovava pi da nessuna parte. Poi invece si diffuso ovunque, lo si poteva acquistare anche dal benzinaio e dal tabaccaio. In realt lutilit di questi sistemi dipende molto dal comportamento della persona. Il virus si trasmette per via aerea: se qualcuno ammalato, stargli nel raggio di un metro pu essere pericoloso. Questo significa che in una metropolitana affollata la mascherina pu avere un senso, ma indossarla mentre si cammina per strada assolutamente inutile. Lo stesso vale per il gel antibatterico: consigliato a chi ha una vita di relazione intensa, perci viene in contatto quotidianamente con molta gente e non ha la possibilit di lavarsi le mani spesso. Non niente di magico, si tratta di un aiuto per abbattere la carica virale e microbica. Avete ricevuto delle direttive precise o del materiale informativo da distribuire da parte del Ministero o della Provincia?

Bruno Bizzaro

Pi dal Ministero che dalla Provincia. Ci era stato detto di fornire una certa informazione sulla vaccinazione, il nostro compito era quello di sollecitare le categorie a rischio a vaccinarsi e rassicurare gli altri. La maggior parte della gente aveva solo bisogno di essere consigliata e tranquillizzata. Come dicevo, il problema della comunicazione sul vaccino stato laffastellarsi di informazioni contrastanti. Cerano molte perplessit: chi diceva che il vaccino stato elaborato troppo in fretta, chi non aveva fiducia nel farmaco, specie dopo aver letto che la maggior parte dei medici non si voleva vaccinare. Su questi aspetti il Ministero non si comportato in maniera proprio specchiata. In che senso? Lazienda incaricata di produrre il vaccino era la Novartis e il contratto fra il governo e la casa farmaceutica stato secretato, nessuno sapeva niente. Questo non un bel segnale, anche perch si accompagnava a voci poco rassicuranti: dicevano che il contratto escluderebbe la Novartis da possibili imputazioni in caso di conseguenze negative del vaccino. In pratica, se il vaccino avesse degli effetti collaterali, la ditta che lo produce non ne dovrebbe rispondere. chiaro che sono solo supposizioni che circolano, ma dimostrano una generale mancanza di uniformit nella comunicazione. A noi ad esempio stato consegnato un foglio da Unifarm, con qualche informazione sulla nuova influenza e linvito a distribuirlo. Personalmente non ne condividevo interamente i contenuti, specie la parte che dice: Il vaccino contro il nuovo virus H1N1 ancora in fase di registrazione e sar disponibile probabilmente da novembre. Non si sa se, al momento della sua commercializzazione, saranno documentate lefficacia e la sicurezza. Una spiegazione di questo tipo non aiuta le persone a capire, pi facile che le metta in allarme. anche per questo che la percentuale di persone che si sono fatte vaccinare stata molto inferiore rispetto alle previsioni? LAzienda sanitaria si aspettava code chilometriche davanti agli ambulatori per farsi vaccinare, invece non successo. Questo perch la gente si molto spaventata allinizio, ma in seguito stata rassicurata. Ha capito che la pandemia diffusa e colpisce molte persone ma meno pericolosa dellinfluenza stagionale. C chi fa notare che la nuova influenza ha rappresentato unottima fonte di guadagno per le case farmaceutiche. In parte ovvio, basti pensare che solo lo stato italiano ha acquistato 40 milioni di dosi di vaccino, che non sono poche. Laspetto su cui riflettere per un altro: di questi 40 milioni, fino a gennaio 2010 ne verranno consegnate circa la met. Si calcola che 24 milioni di dosi di vaccino verranno distribuite a fine febbraio e a marzo. Questo pone delle domande: si sono ipotizzati due picchi dellinfluenza, uno a novembre fino a met dicembre, laltro a gennaio-febbraio. In base a queste previsioni, che senso ha distribuire pi della met delle dosi di vaccino dopo la fine del secondo

18

picco? Lo si giustificato spiegando che importante evitare la diffusione dellepidemia nel 2010, il che pu benissimo essere vero. Per inevitabile che qualcuno veda nella notizia solo un espediente per motivare il ritardo nella consegna dei vaccini acquistati. Tanto pi se, come sembra stia gi succedendo, il virus dovesse mutare, rendendo inutile la vaccinazione. Che cosa succede esattamente quando un virus muta? Ci sono principalmente due tipi di mutazioni. Una la cosiddetta antigenic drift, cio la tipica trasformazione del virus dellinfluenza stagionale che, come sappiamo, ogni anno diversa. In questo caso avviene una modifica nella disposizione delle glicoproteine del virus: sono gli stessi amminoacidi che si ricombinano cambiando assetto. Ben diversa lantigenic shift che cambia proprio il tipo di proteine del virus provocandone una mutazione totale. quello che successo per linfluenza A: il virus non cambiato leggermente da uomo a uomo, ma radicalmente da animale a uomo. pi o meno la situazione dellaviaria, solo che noi abbiamo elevate affinit chimico-biologiche con il maiale, molto pi che con gli uccelli o, anche se sembra strano, con i primati. Per fare un esempio, la prima iniezione di insulina in un organismo umano era insulina suina. E la famosa spagnola che nel 1918 falci milioni di persone derivava dal maiale. Al di l dellinfluenza A, la gente come vive oggi il rapporto con il farmaco? C fiducia nella medicina tradizionale o si ricorre anche alla medicina alternativa? Sicuramente c un atteggiamento di fiducia nei confronti del farmaco: so che se lo prendo sto bene. Allo stesso tempo importante che la gente ricordi che la parola farmaco deriva dal greco e vuol dire veleno. In altre parole, fa bene per certe cose e male per altre. Il problema che spesso le persone non hanno questa consapevolezza, ma assumono atteggiamenti dicotomici, perci o dimostrano cieca fiducia nei farmaci e ne fanno un uso a volte eccessivo, oppure si convincono che facciano male e si rivolgono ad altro. Molti sono convinti per esempio che le sostanze naturali non abbiano effetti collaterali, invece alcune erbe (ad esempio quelle utilizzate come lassativo) sul lungo periodo sono pi dannose dei farmaci. Ogni giorno ci sono notizie di ritiro dal mercato di prodotti erboristici. Una parte di responsabilit ce lhanno la classe medica e le istituzioni che si occupano so-

lo della medicina tradizionale e lasciano il mondo del naturale ai cosiddetti praticoni. Di conseguenza si crea una spaccatura totale fra i due settori. Io vedo benissimo una integrazione e credo che il mondo naturale e la medicina tradizionale possano essere momenti diversi di un unico percorso terapeutico. Come si trasformata la figura del farmacista nel tempo? Nellultimo secolo la nostra professione stata rivoluzionata, in modo particolare negli anni cinquanta, con lavvento della farmacia industriale. Un tempo lutente si presentava con la prescrizione del medico e il farmacista si ritirava nel suo laboratorio e preparava il farmaco, mentre la gente aspettava nellapposita sala. Oggi questo difficile anche solo da immaginare. Ovviamente ogni farmacia attrezzata per poter preparare i farmaci (chiamati galenici), ma succede raramente; qui ne facciamo circa 10 in settimana. A partire dagli anni sessanta invece, aumentata lattivit consulenziale dei farmacisti, che prima non esisteva, cio lerogazione di servizi oltre che di beni. Molte persone arrivano per chiedere un parere veloce, anche perch la farmacia pi accessibile e facilmente consultabile dello studio del medico. Noi diamo una prima risposta che indirizza lutente in una direzione piuttosto che in unaltra. Un aspetto critico sono le preoccupazioni sorte in questultimo periodo sul futuro della facolt universitaria di farmacia, perch si sentono voci sul suo possibile accorpamento con la facolt di medicina. Questo sarebbe grave perch si tratta di due cose molto diverse: il farmacista non si occupa di diagnosi e il medico non distribuisce i farmaci. La divisione fra arte medica e farmacia risale al 1200 quando Federico II di Svevia la impose per evitare un conflitto di interesse, cio che il medico vendesse i farmaci.

19

Il rischio di una pandemia Affari Esteri e con gli orgainfluenzale diventato pi nismi internazionali preposti concreto e persistente dalgli aspetti di cooperazione la fine del 2003, da quando internazionale e assistenza cio i focolai di influenza umanitaria. a cura dellUfficio stampa aviaria da virus A/H5N1 si Lobiettivo del piano stato dellAzienda provinciale sono manifestati endemicaquello di rafforzare la preper i servizi sanitari del Trentino mente nei volatili nellarea parazione alla pandemia a estremo orientale ed il virus livello nazionale e locale, in ha causato infezioni gravi modo da: anche negli uomini. identificare, confermare e Per questo motivo lOrgadescrivere rapidamente casi nizzazione mondiale della di influenza causati da nuovi sanit (OMS) ha raccomandato a tutti i Paesi di met- sottotipi virali, in modo da riconoscere tempestivatere a punto un piano pandemico e di aggiornarlo mente linizio della pandemia; costantemente seguendo le linee guida concordate. minimizzare il rischio di trasmissione e limitare la Lattuale piano adottato in Italia, stilato secondo le in- morbosit e la mortalit dovute alla pandemia; dicazioni dellOMS del 2005, aggiorna e sostituisce il ridurre limpatto della pandemia sui servizi sanitari precedente Piano italiano multifase per una pande- e sociali ed assicurare il mantenimento dei servizi esmia influenzale pubblicato nel 2002. senziali; Esso rappresenta il riferimento nazionale in base al assicurare unadeguata formazione del personale quale saranno messi a punto i piani operativi regio- coinvolto nella risposta alla pandemia; nali. Il piano si sviluppa secondo le sei fasi pandemi- garantire informazioni aggiornate e tempestive per che dichiarate dallOMS, prevedendo per ogni fase i decisori, gli operatori sanitari, i media ed il pubblico; e livello, obiettivi ed azioni. Molte delle azioni indivi- monitorare lefficienza degli interventi intrapresi. duate sono gi state reLe azioni chiave per ragalizzate man mano che giungere gli obiettivi del la situazione epidemiopiano sono state: logica lo ha richiesto. migliorare la sorveLe linee guida nazionali glianza epidemiologica per la conduzione delle e virologica; ulteriori azioni previste attuare misure di presono state emanate a venzione e controllo cura del Centro nazionadellinfezione (misure di le per la prevenzione e il sanit pubblica, profilascontrollo delle malattie si con antivirali, vaccina(CCM), come allegati zione); tecnici al piano e periogarantire il trattamento dicamente aggiornate e lassistenza dei casi; ed integrate. mettere a punto piani In coerenza con i princdi emergenza per manpi del piano, il Ministetenere la funzionalit dei ro della salute si fatto servizi sanitari ed altri carico di individuare e servizi essenziali; concordare: mettere a punto un con le Regioni le atpiano di formazione; tivit sanitarie sia di mettere a punto adetipo preventivo che asguate strategie di comusistenziale da garantire nicazione; su tutto il territorio namonitorare lattuazione zionale; delle azioni pianificate con i Dicasteri coinper fase di rischio, le cavolti le attivit extrasanipacit/risorse esistenti tarie e di supporto, finaper la risposta, le risorse lizzate sia a proteggere aggiuntive necessarie, la collettivit che a mitilefficacia degli intervengare limpatto sullecoti intrapresi; il monitonomia nazionale e sul raggio deve avvenire in funzionamento sociale; maniera continuativa e con il Ministero degli trasversale, integrando

Rischio pandemico e azione pubblica

20

ed analizzando i dati provenienti dai diversi sistemi informativi. Ed a questo punto che la Provincia autonoma di Trento ha convocato il Comitato pandemico provinciale, gi attivo da alcuni anni, composto da esperti di igiene pubblica, da epidemiologi, da rappresentanti della Protezione civile e dellAssessorato provinciale alla salute per programmare una serie di interventi sia dal punto di vista comunicativo che formativo sul tema dellimminente pandemia identificata nellinfluenza A, H1N1. Uno degli obiettivi che ci si posti fin dal principio stato quello di essere molto chiari e precisi sullinformazione da dare agli utenti, per evitare inutili allarmismi. Fin da subito stata chiara la non gravit della sindrome influenzale, che si peraltro presentata con delle caratteristiche ben precise: molto facile la trasmissione soprattutto tra i giovani, poco aggressiva per le persone sane, non letale nella maggioranza dei casi. Da allora, era lagosto 2009, il gruppo riuscito, in stretta relazione con il Ministero della salute, a coordinare le campagne mediatiche, con supporti pubbli-

citari televisivi, radiofonici e naturalmente della carta stampata, fino al momento dellinizio della vaccinazione. La distribuzione dei vaccini la prima fase finir in gennaio 2010 ha seguito una precisa cronologia per immunizzare le cos definite categorie a rischio e nello stesso tempo garantire i servizi essenziali. La percentuale di chi disposto a vaccinarsi (media 28%) stata significativamente pi alta tra i portatori di malattie croniche (34% vs. 27% dei sani), tra chi ha una cattiva percezione della sua salute (35% vs. 25% di chi ha una buona percezione), tra gli obesi (38% vs. 26% dei normopeso), tra chi si rivolgerebbe allASL per ulteriori informazioni (39% vs. 22% di chi le cercherebbe su internet). Non c differenza nella disponibilit a vaccinarsi per et, istruzione, area geografica n per presenza di bambini. stato possibile implementare in breve tempo un modulo di emergenza. Sono stati diffusi in maniera tempestiva risultati potenzialmente utili in sanit pubblica.

21

Poich il nostro villaggio per lirrompervi della Colra si trov nella pi pericolosa condizione, non so bastantemente ringraziare il grande Iddio allesser io riuscito di rinvenire di gi nella prima mia pruova il modo curativo di questa terribile malattia. Pi pericolosa chessa , altrettanto facile riesce dottenerne la guarigione: e comessa accelera la morte, ove la non si abbatta con gli opportuni rimedj, cos essa cede s tosto al solo opporgliene. Lesperienza in fatti mi assicura con quella certezza, che non so dire maggiore, non morirne n men uno, ovegli usi del semplicissimo rimedio da me suggerito; a condizione per, e non altrimenti, che incessanti sieno la pazienza dellinfermo e la sollecitudine e cura di chi chiamato ad assisterlo. Da poi che di questo morbo, tre ne perirono, non appena assaliti, e chil signor Giudice distrettuale, qui venuto onde chiudere il passaggio pel fiume Teiss, ebbe dichiarato, regnarvi ormai linfelice contagio, ho s tosto portato le mie indagini su segni, che annunziano aglindividui la presenza del male. Il vidi spiegarsi con un repentino senso dintenso freddo; e quindi allinfermarne daltri due, riflettendo che debbono gi perire, e chil mio far prova di salvarli; quandanco loro non giovasse, non per nuocerebbe, ho creduto dover tentare come riscaldarli. Li feci quindi coricarsi a letto, coprir bene e involgere nelle coperte, applicar loro de fomenti (qui volgarmente Caldei), ber caldo, vietando assolutamente lacqua fredda. Con lajuto del Cielo questo mio tentativo fu coronato del pi distinto successo, e fu ventura trovare in questi due chi mi ubbidisse. Dal riescimento di queste prime pruove, e dal tenore duna lettera dun medico tedesco e di simili racconti ne pubblici foglj intorno a metodi curativi, che si sogliono praticare in

Intorno al metodo di trattamento deglinfermi di colera


empiria e scienza in un documento del 1831

Nel 1831, contemporaneamente al propagarsi delle prime notizie sul rischio di unepidemia di colera nel vecchio continente, fu data ampia diffusione anche in Trentino a una Lettera di un parroco di Tisza-Babolna [Giovanni Morvay] nel comitato Borsod in Ungheria intorno al metodo di trattamento deglinfermi di colera, da lui praticato con ottimo successo nella propria parrocchia (Archivio di stato di Trento, Giudizio distrettuale di Civezzano, Sanit, 1831, cart. n.n.). Di seguito se ne propone la fedele trascrizione dalla quale emerge sia limportante funzione svolta dal parroco in ambito sanitario sia il ricorso ad una conoscenza frutto di un esperienza maturata prevalentemente sul campo.

Riga, da quali potei persuadermi, di non essermi ingannato sul modo di trattamento degli affetti da questo morbo, fui vieppi animato nel desiderio di ajutare glinfermi miei simili e incoraggiato a proseguire. Laonde s in Chiesa, che fuori pubblicai le pericolose e gravi conseguenze di questo contagio; ma nel tempo stesso feci noto che sicuramente guarirebbe chi ricorresse allanzidetto rimedio; e quale esso sia e come in usarlo si debba procedere istrussi il mio piccolo gregge. Chi ubbidisce non muore: ma chi ostinato persiste nella cieca imprudenza di non valersene, o linfelice a cui, perduto luso della ragione, da mal consigliata piet venisse portata dellacqua fredda, soccombe sicuramente. Il metodo curativo il seguente. Gi pria che il morbo irrompesse, il popolo fu informato, per quai segui nellindividuo si possa conoscere, che il male sta per assalirlo, e sono: vertigini, prostrazione delle braccia, e degli arti, dolori o l mal essere dello stomaco, diarrea. A questi segni, a chi li prova, dee sul fatto, e senza alcun indugio porsi a letto. Io uso di porre un tale infermo in un letto ben riscaldato, coprirlo con panni o pellicce per modo che non rimangagli scoperto, che solamente il naso, e lo stesso capo io gli copro con un drappo. Allinfermo cos coricato faccio applicare s tosto de fomenti composti di menta crespa (Herba menthae crispae Menta comune detta volgarmente Susembri); di radice di Santolina (Radix Abrotani detta volgarmente Slambrodoi); di Satureja o Santureggia (Herba Saturea volgarmente Peverella); Salvia (Herba Salviae) e Malva tutte bene peste, ammollite nellacqua bollente. Ripongo questerbe e radici ben triturate fra due pannolini, e f dallun lato asperger questo fomento di vino riscaldato, cosapplicarlo subito alla bocca (pozza) del-

22

lo stomaco dellinfermo, e quindi nuovamente bene ricoprirlo. Faccio parimenti preparargli una bevanda (qui volgarmente Th) di Menta, o di Sambuco o Camamilla, e lasciatala alcun che sfumare, gliela porgo calda a bere. In mancanza di Menta vimpiego lerba Puleggio (Herba pulegii), facile a rinvenire ne prati. Ove linfermo avesse sete, il faccio bere un decotto dorzo, e se ha appetito il f prendere una zuppa, e di poi ancora la decozione dorzo. Avvegnach linfermo, superato chabbia quel calore che discaccia la malattia, si rimanga tuttavia in quel calore sotto le coperte, egli con la pazienza il sosterr. Ci posso affermare per esperienza avutane in molti di mia presenza. Durante il sudore io f allinfermo cangiare la camiscia con altra netta di bucato e asciutta: ma quandanco egli si trovi meglio, non permetto tuttavia, che gli si tolga di dosso il fomento, che anzi pratico di farglielo rinnuovare; il f coprire con due lenzuola fino al collo, onde non possa avvenirgli alcun infreddamento. Ove di poi linfermo prosegua a traspirare anche sotto le lenzuola, quest ottimo segno: allora gli permetto di alzarsi da letto, ma vestito dinverno, e di bere alcun che di vino, dopo per daver mangiato la zuppa. Procedendo in questa guisa molti de miei infermi, ammalatisi nel mattino, risanarono sulla sera per modo, che poterono passeggiare per casa. Onde persuadere glinfermi del popolo mi convenne di continuo ammonirli e pregarli; mi sento de dolori al petto: s difficile egli dindurre que semplici che sono, alla ragione. Per tre settimane ho continuato dandar d una casa allaltra, esaminai senza tema le loro mani, e i piedi; cosicch pel molto correre e parlare mi trovo ora affievolito e spossato: ma mi conforta il riflesso, che lOnnipotente, nel mentre a ragione ci punisce, ci concede eziandio un rimedio efficace e sicuro onde schermirci dalla morte, la pi terribile delle sue punizioni; e la consolazione, daver conservato con la protezione di Dio la vita de miei simili, mi rincora e aita. Nel tempo stesso, onde non sembrare un temerario, che mentre salva la vita altrui pone al cimento la sua (siccome sono indegno, che Iddio metta mano a manifesti miracoli per campar me da periglj di morte) assunsi due donne, a prendere il carico di assisterli e conducendole alla presenza

deglinfermi, s le ho istruite, in ci che a questufficio richiesto, che simpratichirono: onde promisi loro per ciascun infermo, che per via delle loro sollecitudini ricuperasse la salute, un addatto premio; nulla per per lopera loro, ove morisse: ed ove pur le vedessi sollecite e diligenti, aggiunsi al premio in danaro il dono dun moggio di frumento. I fatti risposero allintenzione; ma era ben necessario, chio portassi questo sacrifizio a miei parrocchiani: imperocch per la circostanza, che in sul principio si chiudevano le case doverano di tal sorte infermi, questi si tenevano nascosti, e riusciva quindi difficile di rinvenirli; o almeno non si rinveniano che tardi, il che rendea di poi la cura pi malagevole e faticosa. Queste donne adescate da premj usavano ogni diligenza, onde scoprirli. Onde muovere il popolo a esser pi sollecito nel denunziare gli ammalati, supplicai il commissario di non pi delegare alcuna guardia a tali infermi, perch di simil misura fu maggiore il danno che lutile, e daltronde a tanti infermi pi non avrebbero bastate le guardie a ci deputate. Nel tempo stesso feci cavare due fosse, e pubblicai con apposito avviso al popolo, che quegli infermi che non venissero denunziati in tempo, o che durante la cura non si comportassero ubbidienti, morti che di poi fossero, verrebbero ivi sepolti appena estinti. Solo per tai modi il mio adoperare riuscito a vantaggio e salvezza di questo semplice popolo. Ma non mancano de casi, ne quali la malattia si spiega con maggior impeto: io per tratto anche questi infermi nella maniera medesima. Ove per con solo questa non mi riesca di eccitare in essi il sudore, in tale caso impiego presso alcuni i bagni semplici, in altri quelli a vapore. Fo portare nella stanza dellinfermo un tino (o brenta) e introdottovi linfermo il faccio sedere su duno scanno alquanto basso e porre a suoi piedi due o tre mattoni, ben riscaldati, e gettare quindi sovressi una mistura a parti eguali daceto e acquavite, inchiuderlo s tosto con panni e pellicce fino al capo, di maniera che non si disperdano i vapori; e cos custodito ve lo tengo fino a che gliene venga un copioso sudore. Allora il faccio asciugare, vestire duna camiscia netta e riscaldata, e riporre nuovamente a letto ed applicargli il fomento che s detto.

23

Questoperazione pu eseguirsi anche nel modo che segue: si prendano de ramicelli di acacia e tagliati minutamente si faccian bollire nellacqua, e questa resa bollente si versi nel tino: pongasi di poi in esso un piccolo sedile, su cui linfermo sadagi, e quindi si ricopra di panni, onde egli traspiri. Anche il bagno in acqua dacacia fu da me sperimentato salutare alluopo: ora luso di frequente, dove che prima io mi valeva del bagno colle erbe aromatiche. Eziandio usando di questa qualit di bagno linfermo debbessere coperto, come si detto parlando di quello a vapore. Ove linfermo soffra dal granchio (qui volgarmente detto Ganfo) soglio fargli strofinare le mani, e i piedi, e secondo le circostanze anche il corpo, indebolito dalla malattia, con una mistura a parti eguali di aceto canforato ed acquavite. Eziandio a questi gravemente infermi fo bere un Th caldo di menta crespa o comune sino a che svanisca in essi il prurito al vomito, e la diarrea; nulla badando, se linfermo rendesse anche il Th, che ha or ora bevuto: poich s tosto che lo stomaco giugne a riscaldarsi, egli riterr anche la bevanda. Cos parimenti, onde estinguere la sete dun tale infermo, serve ottimamente il decotto caldo dorzo; e non debbessere ommessa lapplicazione del fomento. S in vero, che con questo metodo curativo sono giunto a salvare ancor quelli, rispetto a quali si avea ormai perduta ogni e qualunque speranza. Fu a 25 di Luglio, chentr il morbo contagioso in Tisza-Babolna, e 120 ne furono per quanto so gli assaliti. Di questi morirono 21 del paese ed 1 forestiere. I tre primi, che ne morirono, non ebbero alcunassistenza medica: gli altri erano in parte fanciulli, guastati durante il male da soverchie carezze delle madri imprudenti; e in parte vecchj disubbidienti. La ragione principale del loro soccombere fu il difetto della necessaria

sorveglianza, per essers loro permesso di alleggerire le coperte, o di snudarsi; o con disceso, che sia loro portata dellacqua a bere, e perfino del ghiaccio. Io oso assicurare sullanima mia, che se avessero badato a miei consigli, non ne sarebbero periti n meno tre. I guariti furono quindi 98. Vebbe anche di quegli, i quali senza lasciar nulla sapere di s, si posero a letto, riuscirono a traspirare copiosamente, osservarono le altre prescrizioni, e nandarono salvi. In quanto riguarda me stesso, in sul principio io usava di portar meco del cloro in quattro sacchetti, in appresso il gettai, ed ora mi lavo frequentemente le mani con lasciugatojo bagnato daceto. In addietro, quando eravamo scevri di questo morbo, io non usava prendere alcuna cosa per colezione: ora non me ne sto mai senza. Di frequente di mattina in letto cerco di eccitare su di me il sudore, ma discretamente. Ove poi venissi a sudare durante il giorno, subito v a cambiarmi di camiscia: uso talvolta il bagno, bevo, e mangio moderatamente, ma principalmente mi guardo dagli infreddamenti dello stomaco, e dal retrocedere della traspirazione. Del resto non uso preservativo di sorta. Visito ed esamino anche al presente glinfermi, e pi volte nel giorno, e tuttavia, ne sieno grazie a Dio, non ne soffre menomamente la mia salute. Supplico umilmente, perch questa mia esposizione non voglia essere intesa sinistramente, quasi che avessi in mira di carpir delle lodi: solo la mia filiale confidenza, e rispettosa considerazione, che nutro per S. E. il reverendissimo Arcivescovo Patriarca qual nostro diletissimo Padre e quellamore del mio prossimo, con cui adopero in ajuto del mio simile, m hanno incoraggiato a questa quanto semplice, altrettanto ingenua e cordiale descrizione del nostro presente stato.

24

Lallarme pandemia ha suil mercato. Con la diffusione scitato reazioni di volta in del virus dellinfluenza suicuriosit e stranezze volta divertenti, esasperate na, le vendite delle maniglie ma anche deliranti. Di sesono quadruplicate, passanin margine alla pandemia guito si riportano alcune nodo dalle 1.500 del 2008 alle di influenza A tizie curiose apparse nei 6.000 nellanno in corso. mesi scorsi sulla stampa 5. Nelle varie regioni dItalia italiana e internazionale che sono state sospese decine a cura di Paola Bertoldi testimoniano questo clima. di partite dei campionati di1. Su Internet c Great Flu, lettanti. Mentre i vertici della un videogame anti-virus. squadra di basket Benetton stato creato da un team Treviso hanno fatto cambiadi scienziati olandesi ed online su www.thegreatflu. re i lavandini degli spogliatoi. com, facendo registrare migliaia di accessi giornalieri. 6. Su Internet circolano falsi prodotti di diagnosi, preBasta un clic sullindirizzo e si diventa leader del World venzione e cura. Lallarme viene dallAgenzia del farPandemic Control, una sorta di Organizzazione mon- maco Usa (Fda). Si tratta di rimedi truffa in vendita sul diale della Sanit virtuale, chiamata a trovare la meto- web. dologia migliore per arginare lespandersi della pan- Come lo shampoo protettivo contro il virus H1N1, demia contenendo i costi di gestione. integratori dietetici, lo spray agli ioni dargento anti2. Nel corso dellestate si diffusa la moda del cosid- virus, falsi test diagnostici, elettro-stimolatori del sidetto swine flu party, il cui scopo radunare un gran stema immunitario. E anche farmaci pericolosi per numero di persone che sperano di contrarre il virus e la salute. immunizzarsi prima della temuta ondata autunnale. 7. Nella strada dei presepi a Napoli, a San Gregorio Si trattato di un vero movimento partito da Stati Uni- Armeno, anche le statuine hanno la mascherina e ti e Inghilterra. Si balla stretti. Si chiacchiera a distanza campeggia un cartello che recita Il presepe contro ravvicinata. E si beve dallo stesso bicchiere. Possibil- linfluenza A. mente con chi gi infetto. 8. A Mondragone, in provincia di Caserta, padre An3. Apple ha creato Outbreaks near me, unapplica- tonio Rungi ha inventato la preghiera anti-virus. Sizione per iPhone che consente a chi la scarica sul pro- gnore Ges/ guarda noi e lumanit intera/ afflitta da prio telefonino di visualizzare una mappa che segnala i questa nuova epidemia/ difendici da questo morbo focolai della malattia e di ricevere un avviso quando ci terribile. Trentacinque righe filate di invocazioni che il si avvicina ad unarea rossa. Influenza suina, ma non sacerdote ha messo anche sul suo blog e su Facebosolo. Outbreaks near me individua infatti la presenza ok. E centinaia di parrocchie da tutta Italia gli hanno anche di zone ad alto rischio di contagio di malattie chiesto il testo della sua orazione anticontagio. infettive, quali la sifilide, lepatite e la tubercolosi. Il 9. Al mercato di Campo de Fiori a Roma sono spuntatelefonino si trasforma in una sorta di virus-detective. ti banchetti che vendevano Arance contro linfluenza 4. La minaccia dellinfluenza suina ha fatto esplodere A. le vendite della Cyclope, una piccola societ france- 10. Linfluenza A stata anche strumentalizzata a fise che fabbrica ni razzisti. Nei maniglie ergogiorni in cui nomiche che la pandemia permettono di imperversava aprire le porte sotto al Vesucon il gomito vio, su Facesenza utilizzare book nato le mani e riduun gruppo cendo in quecontro Napoli: sto modo, il riInfluenza A, schio di contaammazzali tutgio da virus A/ ti. Inutile dire H1N1.La maniche i napoleglia, in poliprotani iscritti al pilene, infrannetwork hangibile, e dispono tempestanibile in nove to le pagine colori differendi commenti ti, ha rapidacontro il fonmente sedotto datore.

Laltra faccia del virus

25

La vaccinazione, termine entrato oramai nel linguaggio duso comune, indica dal punto di vista medico linoculazione di materiale infettivo privato del suo potere patogeno al fine di conferire a una persona o a un animale uno stato di immunit attiva nei confronti di determinati microrganismi o virus. Questa pratica, che ha sempre conosciuto posizioni contrastanti fra convinti assertori e altrettanto ostinati oppositori, ha una storia per relativamente recente. Il suo atto di nascita ufficiale si potrebbe collocare nel 1798 quando Edward Jenner pubblic la sua indagine sulle cause e gli effetti del vaiolo bovino (An inquiry into the causes and effects of the Variolae Vaccinae, a disease known by the name of cow pox). In questo studio Edward Jenner rendeva noti i risultati dei propri esperimenti sullinoculazione del vaiolo vaccino (da qui il nome del procedimento), anzich di quello umano, come azione preventiva contro il vaiolo. La scoperta di Edward Jenner conobbe unampia e rapida diffusione. Anche larea corrispondente oggi al Trentino ne fu investita. Il 23 maggio 1801 il chirurgo Bernardino Tacchi operava la prima vaccinazione a Rovereto. Pochi giorni dopo, il 4 giugno, interveniva per la seconda volta su una propria figlia di appena 15 giorni. Alla data del 28 ottobre 1806 risultavano registrate a nome suo 194 vaccinazioni, ma una stima reale parla di circa 400. Il 10 luglio 1801 fu la volta del medico Benigno Canella che speriment lintervento a Riva del Garda. Pi a nord, nella zona di Mezzocorona, inaugurarono la nuova pratica il medico Giovanni

Ai primordi della vaccinazione


linnesto vaccino in Trentino nella prima met dellOttocento
di Rodolfo Taiani

Le notizie raccolte in questo contributo attingono al volume di Rodolfo Taiani, Il governo dellesistenza: organizzazione sanitaria e tutela della salute pubblica in Trentino nella prima met del secolo XIX (Bologna, Il mulino, 1995, pp. 194-212) cui si rinvia per ulteriori approfondimenti e per il confronto dei riferimenti archivistici e bibliografici.

Francesco Gottardi e suo figlio Pietro, chirurgo. In pochi anni giunsero ad operarla su circa 600 persone. Nel volgere di breve tempo la vaccinazione pass tuttavia dal ristretto ambito delliniziativa privata a quello delle prerogative pubbliche. Le autorit di governo non tardarono a sostenerne la diffusione. Tre specifiche prescrizioni emanate dal sovrano austriaco il 20 marzo 1802, l1 luglio 1803 e il 13 giugno 1804 riguardarono il modo di estendere e promuovere linnesto della vaccina. Nel frattempo un altro provvedimento dell11 agosto 1804 restrinse solo a casi eccezionali il ricorso allinnesto del vaiolo umano. Il seguente governo bavaro and ancora oltre introducendo lobbligo della vaccinazione. Questa, promossa con lordine sovrano di Massimiliano Giuseppe del 27 agosto 1807 a vero e proprio programma sanitario di stato, doveva essere eseguita almeno due volte lanno e comprendere tutti i bambini che alla data dell1 luglio avessero compiuto let di tre anni. Per un migliore adempimento del dettato legislativo era inoltre previsto che i parroci, in base ai registri parrocchiali, comunicassero di volta in volta alle competenti autorit il nominativo di quanti avevano raggiunto let prescritta. Lopposizione da parte dei genitori sarebbe stata punita con una multa variante, a seconda del reddito, fra luno e gli otto fiorini per ciascun individuo non vaccinato, ulteriormente elevabile fino ad un massimo di trentadue fiorini nel caso di un fanciullo dellet di dodici anni. Nella malaugurata ipotesi, infine, che il bambino volontariamente sottratto dai genitori alla vaccinazione contraesse il

26

vaiolo naturale era contemplato anche larresto dai tre ai sei giorni dei responsabili. Il programma di vaccinazione fu rilanciato con rinnovata energia nel periodo di governo francese. Fin dal 4 maggio 1811 una circolare del prefetto Agucchi aveva ordinato a medici e chirurghi, in precedenza gi assegnati a tale compito dal governo bavaro, di procedere alla vaccinazione della popolazione entro la met di giugno. Con la normativa dell1 giugno 1811 si provvide a regolamentare in modo univoco anche la vaccinazione. Altro passo, siamo in periodo di governo austriaco, fu lestensione anche al Tirolo, nel 1816, della validit del regolamento per la vaccinazione gi pubblicato in tutti i paesi della monarchia austro-ungarica il 28 gennaio 1808. Tale regolamento rimase immutato fino al 1836. Secondo questa normativa la sorveglianza sullandamento generale della vaccinazione in ogni provincia spettava al Protomedico, coadiuvato per ogni circolo dai medici circolari. Lintervento di vaccinazione poteva competere solo a medici, chirurghi o medici militari regolarmente approvati e in possesso di speciale licenza superiore. Ogni spesa, infine, era coperta direttamente dal pubblico Erario il quale vi doveva provvedere con un apposito fondo cui si pens di contribuire, tra il 1819 e il 1821, anche con limposizione di una tassa sul matrimonio pari a due fiorini. Ma quali furono al di l del dettato legislativo e dei reali risultati ottenuti, gli strumenti cui si ricorse per vincere concretamente quella che in pi occasioni appare come una caparbia resistenza da parte della popolazione al programma di vaccinazione? A parte la breve parentesi bavara, in cui la vaccinazione fu introdotta obbligatoriamente e imposta con misure coercitive, anche se non si ha testimonianza della loro effettiva applicazione, i governi francese e austriaco si mossero, almeno apparentemente, sullonda di diversi principi. A fronte delle tante renitenze era convinzione diffusa, infatti, che solo la persuasione, la necessaria istruzione e la rettificazione dellidea da intraprendere replicatamente con pazienza, e perseveranza potevano ottenere ci che la forza e la costrizione non avrebbero mai potuto conseguire, producendo al contrario odiosit verso una salutare misura. In altri termini si puntava a conquistare lappoggio della popolazione senza particolari imposizioni e magari come osservava acutamente il medico Alimonta di Campo nelle Giudicarie grazie allalleanza delle donne la cui in-

fluenza [era] somma a questo riguardo. Le varie leggi non trascurano, dunque, dindicare oltre alle modalit operative anche i mezzi per accrescere la fiducia nei confronti della vaccinazione, puntando innanzitutto sulla collaborazione dei parroci. Gi un ordine governativo del 7 novembre 1804, emesso in base allordine sovrano del 20 giugno, aveva disposto che allatto del battesimo fosse letto ai genitori da parte del padrino o del curato un avvertimento circa i vantaggi e lutilit della vaccinazione. La vaccinazione, era detto in sintesi in questo accorato appello alla sensibilit umana, non comportava i rischi dellinnesto del vaiolo umano e avrebbe senzaltro contribuito a salvare da morte certa tante vittime innocenti. La stessa legge del 26 agosto 1807 prescriveva che parroci e pastori danime dovessero annunziare pi volte dal pergamo e negli altri modi soliti il giorno fissato per la vaccinazione, e il luogo a questeffetto stabilito per far comprendere ai loro Parrocchiani le paterne intenzioni [del sovrano] nellintrodurre universalmente lInnesto della vaccina. In tal modo veniva accolta indirettamente anche lindicazione dal medico circolare di Rovereto Francesco Galvagni, il quale, rispondendo allinizio del 1807 ad una precisa interrogazione dellUfficio circolare di Rovereto, aveva suggerito, come valido mezzo di promozione della vaccinazione, il ricorso ai parroci per pubblicare a chiara voce ogni prima domenica del mese limportanza dellaffare e la necessit dadempiere a propri doveri di natura in tali oggetti. Analoga incombenza fu introdotta anche nei due regolamenti del 1808 e del 1836. Limportanza dei parroci per il successo dellintera operazione confermata, peraltro, da tanti singoli episodi. I rapporti dei singoli vaccinatori o le relazioni dei medici circolari riservano spesso parole di elogio nei confronti di solerti curati, che con grande zelo e appassionata partecipazione, avevano concorso al buon andamento della vaccinazione. Cos nel 1807, quando il medico Alimonta di Campo esprimeva grande riconoscenza nei confronti del parroco di Banale Giovanni Antonio Fontana o il dottor Giovanni Battista Vincenzi segnalava linstancabile azione di quello di Sacco. Non va neppure dimenticato il parroco di Pergine, Francesco Tecini, che nello stesso anno pubblicava di sua iniziativa unOmelia contro i pregiudizi che ancora soppongono alla vaccinazione. Fra gli strumenti utili alla promozio-

27

ne della vaccinazione era indicata anche la diffusione di scritti cosiddetti popolari. Una circolare del 18 aprile 1816 prevedeva, in tal senso, la distribuzione ai genitori di un Eccitamento che, analogamente allavvertimento del 1804, istruisse sugli indubbi vantaggi offerti dalla nuova pratica. I regolamenti del 1808 e del 1836 raccomandavano poi la divulgazione sia delloperetta Che cosa il vaccino e a che giova egli?, scritta dal conte Ugone di Salm, sia del Prospetto comparativo del vajuolo umano naturale, del vajuolo umano innestato, e del vaccino relativamente ai loro effetti sulle singole persone e sullintiera societ umana, pubblicato a Londra dalla societ Jenner e tradotto in tedesco dal conte Harrach. Resta, infine, da segnalare un altro strumento di promozione: la distribuzione di premi in denaro o lencomio ufficiale a quanti si erano particolarmente distinti nellopera di vaccinazione. Il merito cos riconosciuto costituiva anche titolo di preferenza per la nomina ad incarichi statali. Ma quali erano, pi nello specifico, le ragioni di tale resistenza? Francesco Tecini nellomelia precedentemente citata ne elencava alcune fra quelle, a suo dire, pi diffuse. Cera chi manifestava timore e opposizione nei confronti della vaccinazione perch la considerava una pratica semplicemente troppo nuova, chi perch era convinto che un male proprio delle bestie non poteva che nuocere alluomo, chi perch si attendeva inevitabilmente delle conseguenze negative anche in un secondo tempo, chi perch riteneva sbagliato e pericoloso contrastare uno sfogo necessario della natura e chi, infine, perch stimava contrario ad ogni principio religioso opporsi al disegno della Divina Provvidenza. Si tratta di argomenti che puntualmente ricorrono in quelle testimonianze in cui i vaccinatori nel registrare le consuete difficolt, davano anche spazio alle giustificazioni portate dalla gente nel rifiutare la vaccinazione. Emerge cos fra le righe dei rapporti un variegato mondo di credenze e rappresentazioni in cui i vari momenti dellesistenza umana appaiono scanditi unicamente dai ritmi stagionali e naturali dellambiente in cui luomo inserito. Chiamato da molti narra il medico Giovanni Battista Vincenzi nel 1807

, luno alla mia comparsa mi diceva che tornassi domani, o la settimana ventura, perch faceva troppo caldo, troppo freddo, era troppo umido, il tempo in mutazione..., laltro mi pronunciava che il ragazzo non avea dormito la notte, che avea de vermi, che era troppo giovine, che Iddio gli mander il male addosso quando vorr, che attende questa primavera, che sua madre o suo nonno non son contenti, o mille altre tediosissime ripulse. Nel 1839 fu invece il medico civico di Trento Giuseppe Rungg a spiegare gli infelici esiti della campagna di vaccinazione appena conclusa con il tenace attaccamento della popolazione allidea che la natura potesse fare comunque meglio delluomo e che pertanto limmunit conseguita dopo lo sviluppo naturale della malattia avesse un effetto maggiore e pi durevole di quello garantito dalla vaccinazione. Raccontava, infatti, il medico Rungg di come la popolazione di Oltrecastello, apparentemente disposta in un primo tempo a far vaccinare i propri figli, avesse repentinamente mutato atteggiamento dal momento in cui parve loro chiaro che lepidemia di vaiolo naturale insorta nei paesi circonvicini fosse dindole benignissima, mite e poco confluente, per cui i genitori gelosamente e con tutta cautela celavano agli occhi de medici ogni caso di vajuolo e resi animosi e confidenti della mitezza di quello, si collocavano insieme anche agli altri ragazzi non vaccinati nelle speranza e col vivissimo desiderio che tutti lo incontrassero [...]: anzi si intesero continua il medico Rungg perfin delle donnicciuole lamentarsi di aver avuta la debolezza di obbedire, bench a malincuore, alle esortazioni de curatori danime, e di aver fatto vaccinare i propri figli, non potendo cos avere la sorte di far loro subire un vaiuolo naturale cos mite e benigno come lattuale. Non furono, tuttavia, solo ragioni di ordine culturale ad opporsi ad una pi facile affermazione della vaccinazione. Spesso vi contribuirono, oltre ai dubbi espressi dagli stessi operatori, anche ragioni pi semplicemente di carattere tecnico. Prima fra tutte la scarsa disponibilit di materia vaccina. Gi il medico Francesco Alimonta lamentava nella sua lettera del 19 febbraio 1807 la difficolt di avere prontamente a di-

28

sposizione materia sufficientemente buona per linnesto. Constatata la facile deperibilit del virus vaccino fuori dellanimale vivente, risultava altrettanto evidente linadeguatezza dei mezzi fino ad allora impiegati per conservarlo. Le stesse boccettine inglesi di Porker Fleet street, tanto encomiate dal famoso dr. Odier di Ginevra non si prestavano affatto, secondo il medico di Campo, al trasporto della preziosa sostanza. Lunico mezzo sicuro restava, dunque, quello di conservarlo in unanimale vivente, ma la resistenza dei proprietari a farlo innestare sulle proprie vacche e la mancanza di ospedali, orfanotrofi od altri stabilimenti di pubblico benessere adatti allo scopo non permetteva di risolvere il problema. La soluzione ideale sarebbe stata evidentemente quella di rinvenire in regione la vera vaccina, ma i vari tentativi effettuati in questa direzione non portarono mai ad alcun risultato. Cos ad esempio nel 1808, quando la ricerca promossa allinterno del territorio dei due Capitanati Circolari di Trento e Rovereto, diede esito negativo. Solo il giudice distrettuale di Levico aveva dato notizia di un probabile avvistamento da parte del medico condotto di Borgo Giuseppe Trogher. Costui, nel 1804, giunto a conoscenza da alcuni pastori dellesistenza di unefflorescenza pustolosa sulle poppe di alcune vacche, si era recato nel luogo indicatogli e qui, dopo accurato esame, aveva concluso che si trattava di vere croste vaccine, ma gi passate allo stato dessicazione. Ci nonostante, tolta della materia, tent ugualmente linnesto su due fanciulli, ma senza risultato alcuno. Una segnalazione giunse anche dal medico Luigi Collizzoli il quale nella sua relazione dell1 giugno 1808 raccont che nellagosto dellanno prima, in una zona circostante Tione si erano manifestate sulle poppe di alcune vacche numerose pustole. Recatosi sul luogo in compagnia del farmacista Speranzino Speranza, per esaminare se si trattasse di pustole di vajolo vaccino, aveva per dovuto constatare che sfortunatamente i custodi della mandria le avevano gi fatte disseccare utilizzando un certo unguento. Fin dagli esordi la vaccinazione viene eseguita, dunque, affidandosi alla tecnica del braccio in braccio. Ordinata una certa quantit di pus nei centri in cui era possibile rinvenirla, questa veniva innestata in alcuni fanciulli che avrebbero fornito successivamente la materia necessaria a ripetere linnesto. Non a caso lopposizione alla vaccinazione da parte della popolazione trovava espressione talvolta in episodi sul tipo di quello verificatosi nel 1826 nel comune di Meano dove alcuni genitori avevano maliziosamente distrutto le pustole dei propri figli onde impedire la propagazione similmente ad altri. Un mezzo senzaltro efficace dovette apparire listituzione di un premio a favore dei portatori sani, i cosiddetti regoli. Quando nel 1834 la Cancelleria Aulica decise di eliminarlo dalle spese a carico dellErario, il Capitanato Circolare di Trento manifest immediatamente le sue perplessit sulla bont del provvedimento poich riconosceva lobolo come indispensabile in questo Circolo pel buon an-

damento della vaccinazione. Il provvedimento, successivamente corretto, giungeva daltronde poco dopo lapertura ufficiale dellIstituto degli esposti delle Laste che avrebbe dovuto in un certo senso consentire di superare il problema posto dalla disponibilit di regoli. Una nuova circolare dellImperial regia Reggenza pel Tirolo del 16 maggio 1850 stabiliva quindi un premio di dieci fiorini a favore di chiunque avesse contribuito al rinvenimento della vera vaccina. Ai problemi di scarsa disponibilit di materia vaccina fresca si aggiungevano, non ultimi, quelli legati alla scarsa abilit tecnica o allimpreparazione teorica degli esecutori delle vaccinazioni. quanto rilevato, ad esempio, dal medico civico di Trento Luigi Bevilacqua il quale, in una sua relazione del 1831, puntava lindice contro coloro che vaccinavano senza essere forniti delle necessarie cognizioni. Non si trattava, infatti, secondo il medico, solo di saper eseguire quattro o cinque punture, ma anche di saper riconoscere i caratteri, il decorso e lesito del vaccino. In altre parole era senzaltro importante saper eseguire correttamente linnesto, ma ancor pi importante era saper distinguere il vaccino vero da quello spurio, ossia stabilire se lintervento avesse avuto lesito sperato o fosse da ripetere. A tal proposito il medico Eligio Marchesini, in servizio nel Giudizio distrettuale di Vezzano, osservava in una sua relazione del 1827, come avesse dovuto ripetere linnesto sullo stesso individuo fino a quattro volte e ci specialmente a Terlago e Sopramonte. In quasi tutti i paesi del Distretto affidato alla sua cura sembrava che la prima vaccinazione non avesse dato i risultati sperati. Talvolta sono semplici ragioni organizzative ad interrompere il regolare svolgimento delle vaccinazioni. Nel 1826 i medici Baldassarre Pedrini e Giuseppe Albertini del Giudizio distrettuale di Vezzano dichiararono, in risposta alla richiesta di stendere un rapporto sullandamento delle vaccinazioni, di non avere proceduto ad alcuna vaccinazione in quanto non era pervenuto dallautorit politico-amministrativa alcun ordine a tal proposito. Il solo medico Antonio Toccoli disse di aver vaccinato senza attendere lordine superiore, ma di aver rintracciato per avventura la vaccina. Qualora, tuttavia, si fosse manifestato il contagio si sarebbe dovuto seguire una prassi lungamente sperimentata nel caso di altre epidemie: isolamento pi totale degli infermi, disinfezione delle case e degli indumenti e immediata sepoltura dei defunti. In questa sequenza di comportamenti, apparentemente immutata rispetto al passato, sinsinuava per un elemento di novit, ossia il ricorso sempre pi massiccio ai prodotti chimici per perseguire il fine della disinfezione. Una volta di pi la lotta contro i tanti invisibili nemici della salute umana individuava nuovi strumenti dazione politico-sanitari nelle soluzioni indicate dalla pi moderna pratica medico-scientifica, ma il rapporto di collaborazione fra le due sfere e il suo progressivo rafforzamento, cui si assister nei decenni successivi, non avr vita facile n lineare.

29

La parola che distingue la 1506 in Burgos [a causa] di malattia invernale che ci quella febbre che in Italia si affligge annualmente e che chiama Mazuco. In unedispesso diviene epidemia e, zione settecentesca delle le influenze talvolta, pandemia antica opere di Machiavelli, lilluma inossidabile. Linfluenza stre medico e naturalista del passato continua infatti a chiamarsi toscano Giovanni Targioni cos come la chiamavano Tozzetti, fornisce al curatodi Emanuela Renzetti coloro che attribuivano agli re informazioni preziose sulastri la capacit di corromla malattia che consentono pere la salute umana, codi trovare risposte ai quesiti me se le conquiste della appena formulati. In una batteriologia e della virolonota, infatti, si legge: Del gia non avessero potuto scalfire la convinzione della resto questa una malattia del genere delle catarrali, causa efficiente originaria. Matteo Villani, autore di quasi sempre accompagnata da febbre acuta, ma incronache come il pi celebre fratello Giovanni, gi dispensabilmente da dolore grandissimo e gravativo nellinverno del 1358 ad esempio, aveva attribuito alla di capo, con abalordimento, vertigini ec., da distillacattiva disposizione delle costellazioni il presentarsi zione di testa, che poi passa alle fauci, ed al petto, di uninfluenza che tutti i corpi umani della citt e cagionando tosse continua molestissima, difficult del contado e distretto di Firenze e delle circostanti grande di respiro, nausea, debolezza, lassitudine dovicinanze fece infreddare e durare il freddo avvelena- lorosa di tutta la persona ec. to ne corpi assai pi lungamente che lusato modo Questa malattia quasi sempre epidemica, ed ha pi (Cronica, Lib VIII, Cap XXV). Parrebbe, per, che so- volte infestato lEuropa tutta, invadendone velocelo verso la met del Settecento il termine assuma il mente ora una provincia, ora unaltra. significato di catarro epidemico, o meglio di febbre In Italia questa febbre fu chiamata secondo i paesi catarrale epidemica, per diventare poi comune con mal del Mazzucco, mal del Mattone, mal del Montolennesima comparsa morbosa del 1782. ne, mal del Castrone o Castronaccio, mal Galantino, Come era dunque stata definita la malattia in quel mal Cortesino ed in Francia Coqueluche. Queste ultilungo lasso di tempo in cui sembra essere stata me notizie ci furon comunicate dal celebre sig. Dottopresente in Europa? Come si poteva individuarla se re Giovanni Targioni Tezzetti. linfluenza entrava nellinterpretazione di ogni tipo di Del mal Mazzucco che forse non sempre va inteso patologia quanto centrava come influenza poich inla peste che aggettivava dicava pure il tifo che era qualsiasi affezione morboaccompagnato da terribile sa, anche quelle che non dolore al capo, parla anche eguagliavano in perniciosiLudovico Antonio Muratori t tale flagello pur essendo (Annali dItalia dal principio parimenti contagiose? Era dellera volgare sino allanstata la sintomatologia a no 1749) che descrivendolo fornire lo spunto per una come una febbre pestilendesignazione inequivocabiziale racconta come nel 1528 le, ma anche, nello stesso avesse attaccato gli abitanti modo in cui accaduto per di Padova facendoli divenire altre malattie, il decorso, in furiosi a causa del mal di tequesto caso non necessasta. Dunque, anche quellanriamente infausto, a sugno da inserire nel novero gerire altre denominazioni. di quelli segnati dalla maNel corso della seconda lelattia che parrebbe essersi gazione alla corte di Roma presentata in tutta lItalia nel Niccol Machiavelli, citta1414, nel 1510, nel 1558 e dino e segretario fiorentinel 1580. Ulisse Aldrovandi, no, indirizza una lettera al insigne scienziato bolognesuo Principe da Cesena, se, riferisce che a Ferrara la dove sta seguendo il conchiamarono male della Zucflitto tra papa Giulio II, conca, sempre per la modalit tra Bononienses et Perusiin cui si manifestava, mentre nos che vorrebbe annettea Bologna e in Romagna mal re allo stato pontificio, per Mattone. informare della morte del Lo stesso nome si desume re di Castiglia avvenuta nel anche dalle due composi-

Guarda, guarda il mal Matton

30

zioni poetico musicali (probabilmente cantate sulle piazze con laccompagnameto della lira) incentrate proprio sulla comparsa dellepidemia nel 1580 e nel 1587 del poeta e cantastorie Giulio Cesare Croce. Pi noto forse come narratore delle astuzie di Bertoldo e delle simplicit di Bertoldino, Croce cos descrive il primo sintomo morboso: E alla prima d alla testa/ tal che luomo ditto et fatto/ entra in letto tutto matto (Canzone sopra il mal mattone). Ancor io tengo in la testa/ una doglia s molesta,/ che par un che mi tempesta/ con un maglio, over piccon (Dialogo piacevole fr un Brentatore & un Fornaro sopra il mal Mattone). Anche i nomi di male del Montone e del Castrone, pur evocando lanalogia con lanimale, si riferiscono alla sintomatologia influenzale per alcuni del mal di capo, per altri della terribile tosse. Il castrone, infatti, sarebbe stato secondo certi studiosi, e lAldrovandi tra questi, un animale che facilmente impazzisce a causa di un verme che gli nasce nella testa e poich chi era colpito dallinfluenza lamentava lo stesso rischio, lassimilazione era presto fatta quanto quella di chi aveva sentito tossire animali e uomini nello stesso modo, con colpi tanto forti e molesti da togliere il fiato e squassare il petto. Tuttavia medici e non, sono consapevoli del fatto che i sintomi della malattia siano molti e non tutti concomitanti. Questi appaiono, ad esempio, nei versi del poeta popolare gi menzionato e a sua volta affetto dal malanno, dunque testimone privilegiato, ulteriormente descritti e sono raggruppabili secondo il criterio dei dolori e della febbre: Io son tanto malandato/ tanto pesto, e tempestato,/ che sio fossi bastonato/ non harei tal passion/ [...] St la sera senza cena/ e mi duol tanto la schiena,/ chio non ho nervo n vena,/ che non doglia in conclusion,/ ogni notte ho un po di febbre,/ cha mafferra il pellizzon; secondo quello della tosse e del raffreddore: Ogni passo, ohim, chio muto,/ o chio tosso, o chio stranuto,/ e mabbonda s lo sputo,/ chimpirei un carrion,/ [...] Ho serrata s la gola/ chio non posso dir parola, e il naso ognhor mi cola,/ come f proprio un dozzon; infine, come categoria di conseguenze indesiderabili: Io non posso havere il fiato,/ et ho perso lodorato,/ et il cibo nel palato/ mi par proprio sabbion,/ e mi pare haver la testa/ grossa assai pi dun ballon/ Guarda, guarda il mal Matton./ Sio mi levo la mattina/ sto mezzhora a testa china [...] Io lho avuto, e sentomi anco,/ che mi duole il petto e l fianco,/ e talhora vengo manco,/ e vo tutto in tramballon (Giulio Cesare Croce, Dialogo piacevole fr un Brentatore & un Fornaro sopra il mal Mattone nuovamente comparso in campagna, Bologna 1619). Unica consolazione a una serie di guai cos consistente, consolazione che per i medici diviene motivo per rassicurare i pazienti e che finisce per rinominare la malattia, , come si diceva, il suo risolversi. Designarla mal Galantino o Cortesino significa precisamente volgere lattenzione al decorso della stessa. Un famoso medico veronese, Cristoforo Guarinoni, la

defin nel Seicento morbus salubris e, a prescindere da qualche voce fuori dal coro, quasi tutte le cronache depoca, pur attestandone la notevole diffusione non registrano che un lieve incremento della mortalit, fatte salve le epidemie pi gravi e virulente poi passate alla storia con altri nomi. A Genova e a Pavia male Galante, dunque scarsamente pericoloso che lasciava vivi o dal quale si guariva facilmente, fu il catarro epidemico del 1580, mentre Cortesino fu quello diffusosi a Napoli nellautunno del 1597 che si limit ad affliggere la popolazione ma con sicurezza della vita. I terapeuti dellepoca non consigliavano cure specifiche e pare che neppure tra i numerosissimi secreti rari che gli empirici erano soliti rivelare nei loro copiosissimi ricettari compaiano rimedi provati contro questa malattia. ancora Croce, travestito da ciarlatano, a inserirne uno scherzoso nel suo Vero e Pretioso Tesoro di sanit: Recipe: Una carrozza,/Un bricco quando cozza,/Salcizza comuna,/Il far della luna,/Lardo di ragno,/ Tela e fustagno,/Quattro marmotta,/Un asino che trotta,/Succo di menta,/Un fuso con polenta,/E con tasso barbasso/Poi dalli con un sasso/Di dietro alla gnucca,/E rompesi la zucca,/Che, se in due pezzi li rompi la testa,/Mai pi il mazzucco li dar molesta. Linesistenza di preparazioni dedicate e capaci di far riguadagnare la salute e la dichiarazione esplicita da parte di alcuni medici che si tratta di malattia non bisognosa di medicine avvalorano lidea che il rischio corso dai contagiati fosse basso. In genere, gli esperti preferiscono limitarsi alla dieta e al riposo, suggerimenti questi che fanno intendere come la vecchia influenza, in un certo senso quanto la nuova, doveva indurre i malati a prendersi cura di se stessi cambiando per un po stile di vita. In anni tanto lontani da noi e talmente diversi per condizione sociale, economica e medica, sicuramente la dieta e il riposo assumevano una connotazione quasi fiabesca o, se si vuole, mitica, da situazione desiderabile e irraggiungibile! Consigli saggi dunque, ma impraticabili per i pi, sostanzialmente disattesi poich realizzabili solo a patto che le risorse alimentari, il lavoro, la fatica fossero state equamente distribuite e le relazioni tra individui risultassero distese e serene. Esortazioni che avrebbero trovato piena attuazione in una sorta di Repubblica di Bengodi insomma, o in un Paese di Cuccagna ma che oggi potrebbe essere utile rivisitare almeno in parte... Questa la ricetta che Giulio Cesare Croce mette in bocca al suo medico curante: Et il mio mha comandato,/ chio mi getti nel palato/ buon Vitello e buon Castrato,/ buon Pollastri e buon Cappon,/ e chio stia ne la Cantina/ fin ch l tempo torna in ton./[...] Poi fuggir il tristo humore,/ n cridar, n far rumore,/ ma tener allegro il core,/ stando in pace, e in union/ con gli amici e coi parenti/ per fuggir s ria staggion./[...] E lassar andar le offese/ e d trenta per un mese,/ che i pensier non fan le spese,/ e non pagan le piggion,/ venghi il cancaro a la robba, et a le forche gli avaron./ Guarda, guarda il mal Matton

31

Eravamo tre gemelle, tutte e tre sane, camminavamo sempre insieme per manina. Una bella mattina mia madre si alzata e ha visto che due, io e mia sorella, non ci reggevamo in piedi. Mi padre era contadino e mia madre stava in casa. Si stava in un paesino in provincia di Padova. Eravamo nove fratelli. Cerano campi, animali, le mucche. Siamo state subito portate al SantOrsola di Bologna e con degli interventi ci hanno dato la possibilit di camminare. Allora non poteva venire nessuno a trovarci e ci facevamo compagnia luna con laltra. Era una camerata con pi di trenta fra bambini e bambine. Si piangeva un po tutti. Col personale, suore, infermiere non era che si potesse parlare, eravamo tanti, timidi, impauriti. O forse avevamo male, non pensavamo ad altro. Noi pensavamo solo ai genitori, quando non cerano loro eravamo soli, ci sentivamo soli. Quelle infermiere, quelle suore erano persone che ci pulivano, ci vestivano, ci davano da mangiare e basta. Era un trauma quel senso dellabbandono. Lo rivivo ancora adesso. Ne parlo qualche volta con mia sorella, che si sposata poi, ma lei non si ricorda proprio niente. Lei ha dimenticato quasi tutto. Invece per me stato diverso. Una volta i sofferma sulla storia di quanti negli anni cinquanta lei non nta si trovarono ad affrontare, ancora bambini, una ne voleva sapere di parlare di arie ondate endemiche della poliomielite, un vero e queste secondo dopoguerra. flagello, che ha infuriato nel cose. Adesso no, le lisi muscolare chepoi morto il colpiva arti giovane, in diversa misura marito, e ha costretto decine di migliaia di sfortunati ad ine dolorosi interventi ne parliamo. bili ricoveri, a ripetuti,qualche voltachirurgici, anti riabilitazioni. E oggi, a distanza di qualche deQuando ci penso a quellospeecco linsorgere di postumi aggravanti, la cosiddetdale di Bologna vedo un ome post-polio, che costringe queste persone nella cameveste di disabili e di pazienti bisognosi di cure per rone bianco e mia sorella, e poi arco della vita. nto raccoglie le voci dei protagonisti, che in una secome sullo sfondo figure bianestimonianze ripercorrono la propria esperienza. Ne che, astratte. Erano ricoveri il ritratto umano delle persone vittime della malatanche di coloro che si dedicarono alla loro cura e as- giorno lunghi. Mi ricordo un a. la storia, infine, della struttura ospedaliera che che era venuto Malcesine, tre si prest a questa funzione, quella di mio padre, doproblematiche di oggi che essere Natale e mi aveva veva vedono ancora a distanza anni gli stessi protagonisti di allora lottare per un portato tto alla dignit dellesistenza. un alberello di Natale. Lo aveva addobbato a casa e b ce lha portato da Padova a Bologna, con questo alberello in mano. I miei ci potevano

Figure bianche, astratte


lepidemia di poliomielite nel secondo dopoguerra
di Lucia M. Una delle emergenze sanitarie esplose nel secondo dopoguerra e particolarmente negli anni cinquanta, tanto in Italia quanto in altri paesi dEuropa, fu una terribile epidemia di poliomielite. Questa malattia, che colpiva in diversa misura arti e tronco, ha costretto migliaia e migliaia di individui a interminabili ricoveri, a ripetuti, dolorosi interventi chirurgici, a torturanti riabilitazioni e a confrontarsi quotidianamente con la disabilit. Solo la vaccinazione, introdotta per lItalia nel 1958 e resa obbligatoria nel 1966, ha consentito di contrastare efficemente tale infermit. Carlo Carlucci, autore del volume Questi eravamo noi (Malcesine, Associazione interregionale disabili motori, 2008), ha raccolto le testimonianze di quanti vissero, ancora bambini, il dramma della malattia, e che oggi, a distanza di qualche decennio, continuano la loro battaglia contro i postumi aggravanti della malattia, la cosiddetta sindrome post-polio. Di seguito si ripropone uno dei racconti ospitati nel volume stesso, quello di Lucia M.

stare un giorno e poi dovevano ripartire. Quando ripartivano o mia madre o mio padre io e mia sorella ci consolavamo: Tanto siamo gi state operate, fra un po torniamo a casa vedrai. Poi siamo andate a scuola e mia mamma voleva assolutamente che facessimo la vita di tutti gli altri bambini, ma non era possibile. A casa cera quel gabinetto di una volta col buco e la mamma ci ha fatto costruire una specie di sgabellino aperto, di legno cos ci potevamo sedere. La mamma era il capo di casa. Era bravissima, piena di coraggio, di umore. Per esempio quando le mie sorelle andavano a ballare ci diceva: Andate anche voi, dovete andare anche voi. E noi si rispondeva che non potevamo ballare, ma lei ce ne faceva un obbligo e ci dovevamo andare. E le mie sorelle erano contente di portarci. I ragazzi si sedevano vicino a noi perch, insomma, non eravamo brutte, per quando ci vedevano come ci alzavamo allora se ne andavano via. E questa stata una cosa molto pesante da accettare, almeno fino a una certa et, fino ai venticinque anni, quando poi concludi che la vita non solo quello e allora finisci per trovare qualcuno che accetta e che ti accetta. Quelli

Questi eravamo noi

di Carlo Carlucci

Associazione Interregionale Disabili Motori Onlus

32

sono stati gli anni pi duri. Non piangevo, ma dentro cera durezza, tanta. Per mia sorella, pi espansiva, allegra, era diverso. Lei la metteva in un altro modo. Io invece mi chiudevo verso il mondo esterno. Per mi stimavo. E pensavo di dover cercare di esprimermi al meglio, studiando, andando a scuola. Ho avuto sempre un lavoro che non mi mai piaciuto. Lavoravo in una ditta di confezioni. Perch in collegio avevo imparato a fare la magliaia e la sarta. E cos a trentacinque anni ho fatto le magistrali. Poi quando mi mancava un anno per finire la scuola, ma lavoravo sempre, ho voluto provare a vivere da sola, per uno spirito di indipendenza. E cos ho smesso poi di studiare. E mia madre che non si mai opposta alle mie scelte, mi ha appoggiata. Mio padre non era molto contento, era preoccupato: Con quelle gambe come farai. Io avevo la macchina e mi muovevo indipendente. In casa, tornando indietro nel tempo, eravamo sempre in tanti,

tanti poveri che venivano a mangiare a casa. Mio padre poi coltivava quaranta campi e si faceva aiutare da altri (come fanno gli extracomunitari oggi). E in casa a tavola eravamo sempre tanti, anche quindici, anche venti. Poi mio padre era orfano e a un certo punto mia zia ci ha chiesto di andare a stare da lei. La famiglia allargata come si dice oggi, solo che una volta si allargava perch si univano le famiglie, per affetto, per proteggersi, per dividere le spese, oggi invece perch ci si sposa magari quattro o cinque volte. Quella casa c ancora, vicina al Brenta. Adesso i figli dei padroni ci hanno fatto un agriturismo. In tre famiglie gestivamo centocinquanta campi di questo padrone. In casa decidevano tutto mia mamma e una delle mie zie, sorella di mio padre, quella che poi ci ha fatto da vice-mamma quando eravamo per gli ospedali. Poi la mamma stata con me finch morta. Io lho sempre stimata mia

33

mamma. I miei fratelli tiravano di pi verso mio padre, ma io la vedevo una grande, per le iniziative che aveva per noi, le gite che ci faceva fare, lo spirito e gli stimoli che ci dava. Mio padre era molto intelligente, ma non aveva il coraggio di buttarsi nelle iniziative, per cambiare magari la sua condizione. Suonava nella banda per e la sera a casa tante volte si faceva musica e noi cantavamo. In collegio abbiamo preso il diploma di maglieria e sartoria. Il pomeriggio facevamo dattilografia. Solo io e mia sorella ci eravamo andate, per garantirci il futuro. Fu la mamma naturalmente a proporcelo: Cosa fate adesso a casa, non potete mica andare nei campi, ci sarebbero degli istituti. Siamo andate a vederne uno, ma non ci volevano per via delle gambe malate. Ce nera un altro che ci era piaciuto, dove si imparava a lavorare la ceramica, ma anche l non ci hanno volute. Allora ne abbiamo trovato un altro dove ci hanno tenuto in prova una settimana, per vedere se sapevamo arrangiarci in tutto. Dopo ci hanno tenuto in considerazione, abbiamo preso anche un premio. Ma mia sorella aveva un problema che di notte, forse le costava troppo stare lontana da casa, se la faceva addosso. E se ne accorgeva solo al mattino. E io per nascon-

dere le mettevo un asciugamano. Perch se no erano botte. A sangue di naso con quelle suore l. Lunico bel ricordo di quel posto era lidea che avresti ottenuto la possibilit di renderti indipendente. Per il resto, umanit, comprensione, zero. Ci facevano scopare i chiostri con la scopa di saggina a me e mia sorella. Il pavimento era di pietre sconnesse con le protesi che avevamo ci piagavamo a sangue la sera. Ognuno doveva fare qualcosa, chi lavava i piatti, chi stirava. A noi ci avevano dato il pi complicato, il pi difficile e doloroso per le condizioni in cui ci trovavamo. E noi non potevamo ribellarci. Poi mia sorella si riscattata col suo ragazzo. Si sposata presto, hanno messo su una casetta, e ci vissuta dieci anni finch lui morto di un tumore fulminante. E lei che si appoggiava tutta sul marito non aveva nemmeno preso la patente e cos per andare a trovarlo allospedale andava fino al distributore di benzina e l cercava qualcuno che le desse un passaggio. Poi riuscita ad avere la pensione anticipata del marito e col suo assegno di accompagnamento ha tirato su queste due bambine che ora sono grandi e si sono sposate tutte e due. Poi ha avuto dei bravi amici che lhanno aiutata. Ma come era felice il giorno che si era sposata.

34

La malattia, sia in senso tradizione borghese da essi fisico che in senso psicorappresentata; la peste logico, stata spesso arsegno di decadenza in La gomento di letteratura: si morte a Venezia; in Doctor la malattia pensi alla malaria o al colera Faustus la malattia del protanelle pagine, ad esempio gonista correlata alla danin letteratura di Giovanni Verga, o alla nazione dellarte e al tentatubercolosi (il mal sottile) tivo di superare se stesso di Francesca Rocchetti che produsse celebri opere andando oltre le proprie nella letteratura e nella lirica possibilit e sacrificando con personaggi la cui sorte allarte la propria stessa vita. finale appare decisa dal tragico esito della malattia Anche in Kafka troviamo continue riflessioni sul legastessa. Tra queste le pi note rimangono la Traviata me tra la tubercolosi di cui egli soffriva e il suo rapdi Giuseppe Verdi e la Bohme di Puccini. In campo porto difficile con il padre e la fidanzata. In questo strettamente letterario va sicuramente ricordata lope- caso, la malattia espressamente interpretata come ra di Thomas Mann in cui la tubercolosi fa da cornice la conseguenza e il simbolo delle condizioni interiori: allazione drammatica: ne La montagna incantata la vi- sensazione di fallimento generale e desiderio di sencenda si svolge nel sanatorio di Davos e i protagonisti tirsi integrato in famiglia e accettato dallautorit pasono tutti sottomessi a un destino che coinvolge non terna. Questi due elementi si ritrovano come costanti solo le loro prospettive fisiche ma anche la loro atti- in tutta la sua produzione letteraria, dal Processo al vit intellettuale; la malattia diventa un elemento che Castello, dalla Metamorfosi alle novelle. separa dal mondo della produttivit, del lavoro, della In Marcel Proust questo tema inteso come isolaguerra e permette una riflessione filosofico-esisten- mento forzato dal resto della comunit; la malattia ziale sulla condizione umana e la maturazione dellin- un fattore discriminante, altera la produttivit, limita dividuo: La malattia ti d la libert. Essa ti rende il contesto sociale, isola il protagonista e lo allontana ecco, ora mi sovviene la parola che non ho mai usata. dal centro della scena, come accade alla suggestiva Essa ti rende geniale (Thomas Mann, La montagna figura della zia Lonie, ne La Recherche. incantata). Per Jean-Paul Sartre la malattia intesa, in senso Daltra parte, il binomio professione medica-passione modernissimo, come il disgusto del vivere, molto letteraria pi comune di quanto si possa pensare: pi che un malessere, un morbo potente, capace dietro la rappresentazione della malattia in letteratura di distruggere le componenti e le basi della societ. vi spesso unesperienza diretta oppure una cono- Nausea dunque della vita, incomprensione per i fini scenza di essa acquisita per professione. ultimi dellesistenza, perdita delle motivazioni. Luomo Uno dei primi medici scrittori di cui siamo a conoscen- diventa un nulla davanti allirrazionalit delle comuni za levangelista Luca colui che Paolo nella Lettera espressioni del vivere sociale. In ambito italiano non ai Colossesi chiama il caro medico , autore della possiamo non citare i due scrittori pi rappresentativi celeberrima parabola del Figliuol prodigo, considerata del primo Novecento: Luigi Pirandello e Italo Svevo. da molti una delle pagine pi alte di letteratura di tutti Nelle opere di Pirandello, sia narrative che teatrai tempi. Per avvicinarci ai nostri tempi, si pensi al gran- li, la malattia diviene frequentemente il simbolo di de narratore e drammaturgo russo Anton Cechov: una personalit difforme, controcorrente, anticonconvinto che il letterato dovesse condividere le soffe- venzionale, in spiccato contrasto con il perbenismo renze del popolo si prodig anche come medico con- borghese dellepoca. Spesso la malattia dei suoi dotto. In ambito nazionale ricordiamo il torinese Carlo personaggi sconfina nella follia, nel disagio psicoloLevi e lo psichiatra viareggino Mario Tobino, primario gico delluomo razionale di fronte alle incongruenze dellOspedale psichiatrico lucchese di Fregionaia di del contesto sociale. E la follia finisce col diventare Maggiano, cantore nei suoi romanzi dellaffascinante elemento fondamentale della condizione umana per e inquietante atmosfera della follia. fuggire la propria angoscia, estremo rifugio per poterTracciare una casistica completa impossibile; in si salvare dal dramma dellesistenza: Pazzo! Pazzo! questa sede possiamo solo ricordare alcuni fra gli Pazzo! Perch avevo voluto dimostrare che potevo, autori pi conosciuti che hanno utilizzato il morbo e anche per gli altri, non essere quello che mi si crela malattia per identificare e analizzare uno stato di deva (Luigi Pirandello, Uno, nessuno e centomila). perdita. Poco importa poi se la malattia sia vera o Ne La coscienza di Zeno di Italo Svevo lopposizione immaginaria, fisica o psicologica, individuale o col- tra malattia e salute si basa sullopposizione tra linetlettiva, purch colpisca limmaginario e sviluppi quel- titudine e la sicurezza, dove le persone in salute sola situazione di perenne emergenza e di attesa, che no quelle sicure di s, forti, decise e fiduciose nella genera suspense, il vero cardine della narrazione. vita. Con Zeno la malattia si configura come la sola Il gi citato Thomas Mann affronta il tema della ma- autentica possibilit di essere: il personaggio moderlattia non soltanto ne La montagna incantata. Nei no si impone come malato, rinunciando a tutte le Buddenbrook le malattie che colpiscono diversi per- pretese eroiche dei personaggi tradizionali. la nesonaggi sono segno della decadenza e della fine della vrosi, con le sue molteplici manifestazioni, la malattia

La malattia ti d la libert

35

che, in fin dei conti, domina il personaggio sveviano. Avviluppandosi nel suo disagio e continuando comunque a cercare la guarigione, Zeno non ci presenta un caso specifico ma unimmagine pi ampia della condizione nevrotica delluomo contemporaneo. La nevrosi dellindividuo anche la nevrosi della civilt e della cultura: la guarigione non esiste, esistono solo equilibri provvisori che nascono dalla coscienza dellinevitabilit della malattia. La malattia diventa dunque strumento fondamentale di conoscenza; e in questo essa si intreccia con la scrittura e la letteratura: scrivere anche cercare le ragioni segrete della malattia, usarla come forza critica che rivela le contraddizioni della realt. Indubbiamente la regina indiscussa nella cosiddetta letteratura del morbo la peste. Della peste si hanno notizie gia nella Bibbia: note sono le distruzioni da essa operate nellEsodo, dove sono vittime le citt di Sodoma e Gomorra; una delle sette piaghe dEgitto e sar, stando al nono libro dellApocalisse, una delle calamit che concorreranno alla fine del mondo. Con uno scenario di peste si apre lIliade: nel primo libro la pestilenza causata da Apollo per vendicare loltraggio fatto da Agamennone a Crise, sacerdote del dio. Virgilio riporta nel III libro delle sue Georgiche un altro famoso episodio di peste: quella del Norico. La peste pi famosa del Basso Medioevo rimane quella del 1348, che decim la popolazione di tutta Europa. Francesco Petrarca in quelloccasione perse lamata Laura, sua musa ispiratrice, colpita fatalmente dal morbo e Giovanni Boccaccio utilizz lepidemia come cornice del Decameron. Dopo il 1348, la peste colp molte altre volte (e infier anche nel Trentino: ne testimonianza il volume di Alberto Folgheraiter I dannati della peste. Tre secoli di stragi nel Trentino 1348-1636). Celebre sicuramente la peste del 1630, magistral-

mente descritta ne I Promessi sposi di Alessandro Manzoni, che volle anche testimoniare, con la Storia della colonna infame le persecuzioni, i processi e le morti di tanti innocenti, considerati a torto untori. Il tema della peste non stato ignorato nemmeno dagli autori stranieri; valga per tutti la citazione di due celebri romanzi: La peste di Londra di Daniel Defoe, pubblicato nel 1722, ma ambientato a Londra durante la terribile peste del 1665, e La peste di Albert Camus, ambientato in Algeria, a Orano, negli anni quaranta del Novecento. Qui la peste dilaga e lepidemia (che il simbolo delloccupazione nazista in Europa) viene utilizzata per analizzare le reazioni varie e contraddittorie che scatena negli uomini. Quando lepidemia finalmente cessa, il protagonista, il dottor Rieux, invita significativamente gli abitanti della citt a non abbandonarsi al sonno dellincoscienza, ma a rimanere vigili, perch il pericolo del contagio pestilenziale non scompare mai: Ascoltando, infatti, i gridi dallegria che salivano dalla citt, Rieux ricordava che quellallegria era sempre minacciata: lui sapeva quello che ignorava la folla, e che si pu leggere nei libri, ossia che il bacillo della peste non muore n scompare mai, che pu restare per decine di anni addormentato nei mobili e nella biancheria, che aspetta pazientemente nelle camere, nelle cantine, nelle valigie, nei fazzoletti e nelle cartacce e che forse verrebbe giorno in cui, per sventura e insegnamento agli uomini, la peste avrebbe svegliato i suoi topi per mandarli a morire in una citt felice. Parole profetiche, soprattutto se si pensa allinfluenza dei giorni nostri definita spesso peste del ventunesimo secolo che ci ha investiti seminando il panico da una parte allaltra del mondo e che, probabilmente, accanto alla paura non sempre giustificata, torner a generare altre pagine di letteratura.

36

Sono passati oltre trentanni dire storico-sanitaria ha troda quando, nel 1978, in coinvato eco anche allinterno del cidenza con la forte spinta Museo storico in Trento e sucriformatrice che invest il cessivamente della Fondazioun progetto da proseguire settore sanitario italiano e ne Museo storico del Trentino primo fra tutti quello dellasattraverso una serie di azioni e consolidare sistenza psichiatrica, fu sviluppata soprattutto nel setpubblicato a cura del CISO tore della storia sociale della di Rodolfo Taiani (Centro italiano di storia psichiatria e sfociata in iniziaospitaliera) il volume misceltive di vario genere: mostre, laneo Storia della sanit in Italia: metodo e indicazioni incontri pubblici, produzioni video, pubblicazioni e via didi ricerca. Il testo, risultato di un convegno di studi, cendo. Lapertura dinteresse nei confronti di un approsegnava unimportante tappa nellindividuazione e pro- fondimento sui temi di storia della sanit, con attenziomozione di nuove iniziative di studio in quellarea della ne particolare al Trentino dei secoli XVIII-XX e secondo lo storia sociale e culturale della pratica medica che aveva schema dargomenti ricordato, non costituisce pertanto gi registrato significativi risultati in ambito anglosas- una novit per la Fondazione Museo storico del Trentisone e francese fin dai primi anni del secondo dopo- no. Sono numerosi gli affluenti che hanno contribuito guerra. Nellintervento introduttivo Giovanni Berlinguer in passato ad ingrossare il fiume di un simile progetto. elencava le principali articolazioni del tema storico- Limpegno futuro guarda evidentemente a una prosesanitario, tracciando le tante piste dindagine futura: cuzione delle ricerche gi impostate, ma con unattena) malattie prevalenti per diffusione e gravit, e loro rap- zione particolare, al momento, nei confronti della storia porti con lambiente naturale e sociale (clima, lavoro, re- della farmacia che ha gi raccolto lattiva collaborazione sidenza, famiglia ecc.) e con levoluzione storica (guerre, di vari soggetti pubblici e privati, fra i quali lOrdine dei conflitti sociali, stato); farmacisti della provincia di Trento, lAssociazione titob) demografia, sia come stato della popolazione che lari di farmacia della provincia di Trento, lAssociazione come suo movimento: sociale (migrazioni) e naturale giovani farmacisti-sezione di Trento, lOrdine dei medi(natalit, mortalit, nuzialit ecc.); ci della provincia di Trento, il Comune di Brentonico, il c) dottrinale medico e delle scienze affini (per esempio Museo civico di Rovereto, il Museo di scienze naturali chimica, biologia), scoperte scientifiche e applicazio- di Trento e non ultima la Provincia autonoma di Trento. ni tecniche sia terapeutiche che preventive, anche in Seminari, congressi, esposizioni temporanee, corsi di rapporto con la produzione dei materiali sanitari (per aggiornamento medico, eventi di divulgazione per adulesempio dalla coltivazione delle erbe medicinali allindu- ti e laboratori didattici per gli studenti della scuola, cistria dei farmaci); cli di proiezioni, spettacoli ed attivit escursionistiche d) arti e professioni sanitarie; formazione degli spe- sul territorio, raccolta, descrizione e inventariazione di cialisti, loro ruolo sociale, intreccio con il potere; materiali documentari (carte, libri e oggetti), attivit edie) rapporti fra la salute e lorganizzazione della societ: toriale specifica potrebbero costituire solo alcune delle discriminazione quoad vitam [ci che riguarda la vita] e realizzazioni ad opera di una sorta di centro iniziative a quoad valetudinem [ci che riguarda la salute], lotte so- forte vocazione interdisciplinare e di orizzonte extraprociali per il diritto della salute, e loro influenze sui rapporti vinciale ospitato, in prospettiva, presso palazzo Ecchelifra le classi e sul progresso sanitario e politico; Baisi di Brentonico. Fra i tanti argomenti da affrontare f) organizzazione e legislazione sanitaria: istituzioni, leg- nellimmediato potrebbe esserci proprio lo sviluppo delgi, intreccio con il diritto e con lo Stato; la professione farmaceutica in Trentino, concentrando il g) edilizia e urbanistica sanitaria, sia come analisi delle lavoro dindagine su tutti quegli aspetti socio-culturali tipologie degli edifizi sanitari, sia come influenza della in grado di far emergere limportante ruolo che spesmaturazione (o degradazione) igienica sulla costruzione so il farmacista, assieme ai cosiddetti notabili, ricopriva delle citt e sul rapporto citt-campagna; allinterno della comunit in cui operava e non solo dal h) cultura medica e ideologie; analisi sia della coscienza punto di vista sanitario. In altri termini un attore sociasanitaria popolare (e della medicina empirica), sia delle le dotato di grande autorevolezza e capace per questa implicazioni teoriche della cultura medica ufficiale; stu- ragione di estendere la propria influenza sul contesto dio del rapporto (reciproco) fra medicina e filosofia; di riferimento cos come dimprimervi talvolta forti spini) come sono state viste nellarte e nella letteratura le te innovative, anche attraverso la diretta assunzione malattie e i medici nelle varie epoche. dincarichi istituzionali. Questo primo tema dindagine Tali indicazioni hanno trovato riscontro nella vivace atti- potr attingere utili elementi di analisi dal recupero di vit di ricerca sviluppatasi in Italia a partire dalla fine de- documentazione privata. Sono gi attivi al riguardo congli anni settanta del secolo scorso e nella produzione di tatti con le competenti Sovrintendenze provinciali per una mole crescente di studi relativi anche al Trentino (cfr. avviare una campagna di rilevazione assistita, ossia di a tale proposito Rodolfo Taiani, Popolazione, malattia e compilazione di specifici questionari sotto la guida almedicina: contributi per una storia della sanit in area meno di un rilevatore istruito, svolta principlamente in trentina, in Geschichte und Region/Storia e Regione, quei luoghi e presso quelle famiglie che vantano una 2005, n. 14). Linteresse di ricerca per unarea per cos storia di pi generazioni nellambito della farmacia.

Per una storia della sanit in Trentino

37

Gli archivi della Fondazione Museo storico del Trentino custodiscono alcune fonti di sicuro interesse per la storia della sanit in Trentino nel XX secolo. Ci si riferisce in particolare al fondo fotografico Angela Ondracek e a quattro nuclei documentari conservati nellArchivio E (carte Leopoldo Pergher), nellArchivio di Beppino Disertori, nellarchivio della Lega di donatori di sangue per malati poveri Gigino BattistiMario Pasi e nellArchivio Battisti. Si segnala inoltre il fondo bibliografico, non ancora catalogato,

Per una storia della sanit in Trentino


alcune fonti negli archivi della Fondazione Museo storico del Trentino

a cura di Caterina Tomasi

depositato presso la Fondazione dallAzienda provinciale dei servizi sanitari: si tratta di 327 volumi appartenuti alla biblioteca del Medico provinciale e di circa 800 volumi, prevalentemente di argomento giuridico, economico, finanziario, medico-legale, medico-sociale e socio-assistenziale, compresi fra gli anni venti e settanta del secolo scorso, appartenuti al fondo bibliografico del Distretto di Trento e Valle dei Laghi. Di seguito si danno alcune notizie relative ai soggetti produttori e alla consistenza del materiale archivistico sopra ricordato.

Fondo Beppino Disertori 1926-1990, con documentazione 1904-1915 (corrispondenza fra i genitori di Disertori). Buste 26. Dono luglio 1988. Beppino Disertori (1907-1992) si laure a Genova nel 1931 con una tesi di fisiopatologia del sistema nervoso centrale. Successivamente si specializz in neurologia e psichiatria con Carlo Besta a Milano. Negli anni quaranta partecip attivamente alla Resistenza entrando in contatto, tra gli altri, con Egidio Reale, Randolfo Pacciardi, Gigino Battisti, Egidio Bacchi, Giannantonio Manci. Finita la guerra divent primario nel reparto di neurologia dellospedale Santa Chiara e docente presso la Facolt di medicina dellUniversit di Padova e presso la Facolt di sociologia di Trento. Il materiale donato comprende larchivio personale, numerosi periodici e una biblioteca di 5.000 volumi. Larchivio conserva un ricco carteggio con scienziati, personalit politiche e del mondo della cultura, documenti sullattivit scientifica e pubblicazioni; cronache e materiali raccolti durante i viaggi; recensioni alle sue opere e materiali di ricerche scientifiche. Fondo Lega di donatori di sangue per i malati poveri Gigino Battisti - Mario Pasi 1947-1980 ca. Fascicoli 5. Dono fine anni ottanta del XX sec. La Lega Gigino Battisti - Mario Pasi fu istituita a Trento il 25 luglio 1947 allo scopo di assicurare le necessarie trasfusioni di sangue ai degenti poveri dellospedale civile di Trento. Latto costitutivo fu sottoscritto da Livia Battisti, Ernesta Bittanti, Mario Agostini, Assunta Gottardi Ottolini, Enrica Baldessari e Ruggero Piffer. Il fondo costituito dalla documentazione prodotta da Livia Battisti nel corso dellattivit svolta in seno alla Lega, di cui fu promotrice. Comprende atti costitutivi e statuti, verbali, relazioni, carteggi con altri istituti e associazioni di donatori, materiale propagandistico sullattivit e sulle finalit dellassociazione. Fondo Cesare Battisti Cesare Battisti (1875-1916) manifest sempre grande interesse nei confronti delle questioni sociali. Ne testimonianza oltre alla sua biblioteca personale anche larchivio, che conserva documentazione relativa alla situazione sanitaria del territorio. Si segnala in particolare, in seno allattivit politica di Cesare Battisti, un fascicolo sulla diffusione della pellagra: serie Cesare Battisti politico, unit archivistica CB60, A - Appunti di attivit politica e pubblica. Verbali, minute di articoli e di scritti. B - Lettere ed appunti di attivit pubblica, 1888-1911. Il contenuto riguarda statuti di consorzi e societ; appunti per un discorso politico; memoriale per il Consiglio sanitario provinciale sulla pellagra; progetto tecnico per la costruzione di un pellagrosario a Rovereto; bozza di atto costitutivo di un circolo scientifico; altro materiale sullaffare Erardo Ognibeni; questionario sulle strutture ricettive in Trentino. Fondo Angela Ondracek 1916-1918. 120 fotografie. Dono marzo 2000. Il materiale comprende la documentazione fotografica appartenuta allinfermiera Angela Ondracek. Le immagini testimoniano il suo lavoro presso lospedale militare austroungarico di Pergine Valsugana durante la prima guerra mondiale: i degenti, le attrezzature, le ferite, la vita in ospedale.

38

INFOM U S E O SETTEMBRE 2009


La Frabica delle scritture di montagna Si tenuto il 6 settembre lultimo appuntamento per lestate 2009 alla Frabica delle scritture di montagna, di Pr del Cimerlo in Primiero. Lantropologa Emanuela Renzetti ha condotto lincontro dal titolo I santuari per la vita eterna dei bambini. Mortalit infantile e religiosit popolare. Gli appuntamenti di questanno sono stati inseriti allinterno delle Domeniche della Val Canali ed erano tutti legati al tema della mostra Bambini di montagna - Storie dinfanzia 1870-1960, offrendo interessanti approfondimenti sui temi affrontati nellesposizione allestita nel fienile di Villa Welsperg, dal 5 luglio al 30 settembre 2009.

stessa e curata dallAssociazione Museo storico in Trento. Si trattato di unoccasione per avvicinarsi ad alcuni temi al centro del dibattito storiografico. Personalit di varia estrazione e formazione sono stati invitati a partecipare a momenti di libero confronto condividendo opinioni e riflessioni personali. Il 10 settembre Marco Boato, Vincenzo Cal, Paolo Ghezzi, Michele Nicoletti e Fabrizio Rasera hanno discusso di Cattolici, politica, modernit. Il giorno successivo Claudio Ambrosi, Davide Bagnaresi, Andrea Leonardi, Marco Pluviano e Michael Wedekind hanno presentato le loro comunicazioni relative al tema Per una storia politica del turismo. Questi appuntamenti di fine estate si sono conclusi con un momento dintrattenimento musicale. Il complesso Tarantula rubra, nato da una particolare esperienza condotta allinterno del carcere Rebibbia a Roma, ha proposto in collaborazione con lAssociazione Piazza Mostra un apprezzato repertorio di musiche tradizionali salentine nella cornice di piazza Mostra a Trento.

La memoria del Colle La chiesetta Ossario sul colle di Santo Stefano a Bezzecca, luogo del famoso Obbedisco di Garibaldi, stata oggetto di una campagna di restauri condotta dalla Soprintendenza per i Beni architettonici della Provincia autonoma di
A settantanni dalla fondazione dellOssario di Bezzecca

Comune di Bezzecca

Unione dei Comuni della Valle di Ledro

Da Cannes a Tornopol Dal 24 settembre al 31 ottobre la Casa della Memoria e della Storia di Roma ha ospitato la mostra Da Cannes a Tarnopol: diario di viaggio e prigionia, 40 disegni realizzati da Michelangelo Perghem Gelmi durante la tradotta e la prigionia in Ucraina e Germania, accompagnati da annotazioni e commenti di Francesco Piero Baggini. La mostra, curata da Mauro Baggini e Mario Perghem Gelmi e approdata a Roma dopo essere stata ospitata nelle sale di Palazzo Pretorio a Sondrio e negli spazi di Torre Mirana a Trento, stata realizzata con la collaborazione della Regione Lazio, della Provincia di Sondrio, della Comunit montana Valtellina di Sondrio, della Fondazione Museo storico del Trentino e del MART (Museo darte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto).

I forum di Archivio trentino La Fondazione Museo storico del Trentino e il Museo storico in Trento hanno proposto nelle giornate del 10 e 11 settembre i Forum di Archivio Trentino, la rivista di studi semestrali edita dalla Fondazione

MUSEO STORICO
DEL TRENTINO

FONDAZIONE

archivio trentino 2
RIVISTA DI STUDI SULLET MODERNA E CONTEMPORANEA DEL MUSEO STORICO IN TRENTO

2008

Trento in collaborazione con il comune, la parrocchia e la consulenza della Fondazione del Museo storico del Trentino. I risultati dellintervento di restauro sono stati presentati venerd 25 settembre. Sono intervenuti: Ettore Luraschi, sindaco del Comune di Bezzecca; don Giampiero Baldo, parroco di Santo Stefano; Lorenzo Vittorio Barbato, Gen. C.A. CC commissario generale onoranze caduti in guerra del Ministero della Difesa; Giuseppe Ferrandi, direttore generale Fondazione Museo storico del Trentino; Sandro Flaim, soprintendente per i beni architettonici della Provincia autonoma di Trento; Giuliano Pellegrini, presidente Unione Comuni Valle di Ledro; Franco Panizza, assessore provinciale alla Cultura, Rapporti europei e Cooperazione; Cinzia DAgostino, soprintendenza per i Beni architettonici; Andrea Rigo. Al termine della giornata stato presentato il film Sulle tracce di Garibaldi, prodotto dalla Fondazione Museo storico del Trentino per la regia di Lorenzo Pevarello.

to - PerIodIco semerue - tassa rIscossa

39

OTTOBRE 2009

Autunno in piazza Mostra

Il 10 e l11 ottobre, nellambito della Il centro di documentazione Mau- festa Autunno in piazza Mostra, organizzata dallAssociazione Piazro Rostagno za Mostra di Trento, la Fondazione Nellambito del Convegno Le fonti Museo storico del Trentino ha prodocumentarie per la storia dellUni- posto unesposizione fotografica versit di Trento (1962-1972), svol- dedicata al vicino quartiere di San tosi a Trento l1 ottobre presso la Martino. Facolt di Sociologia, Vincenzo Cal ha presentato la relazione dal titolo Le fonti per la storia dei movimen- I ragazzi di Odenberg ti studenteschi: il Centro di docu- Il romanzo di Pietro Acler I ragazzi mentazione Mauro Rostagno do Odenberg (Roma, Alberto Gafpresso la Fondazione Museo stori- fi editore, 2009) stato presentato co del Trentino. Il testo della co- presso la biblioteca della Fondaziomunicazione pubblicato sul n. ne Museo storico del Trentino il 12 ottobre. Lautore si cimentato con 1/2009 di Archivio trentino. un lungo racconto ambientato in una piccola comunit altoatesina, Andreas Hofer tra mito e storia nel paesino di Odenberg, localit stata inaugurata il 9 ottobre pres- immaginaria e simbolica del Sudtiso il Museo della cartolina di Isera rolo. Protagonisti tre ragazzini che la mostra 1809-1810, Andreas Ho- incrociano le loro giovanissime vifer tra mito e storia: le cartoline rac- te con eventi e complessit molto pi grandi di loro. Sullo sfondo, la contano. Lesposizione, aperta fino al 28 feb- storia degli adulti che li circondabraio 2010 e realizzata dal Comune no, pi o meno consapevoli, pi o di Isera e dal Museo della cartoli- meno ragionevoli, pi o meno innona di Isera, in collaborazione con centi. Liniziativa si inserisce in una la Fondazione Museo storico del serie di appuntamenti storico-letTrentino, la Provincia autonoma di terari curata dalla Biblioteca della Fondazione stessa. Trento e la Cassa Rurale di Isera, stata curata da Carmelo Nuvoli, con il coordinamento di Alessandro de Vite internate. Katzenau 1915-1917 Bertolini e Mario Cossali. La mostra fotografica e lomonimo libro di Claudio Ambrosi Vite internate: Katzenau 1915-1917 sono stati presentati a Segonzano,

presso lAuditorium delle scuole medie, il 16 ottobre. Lesposizione, rimasta aperta fino al 25 ottobre, raccoglie le fotografie di Enrico Unterveger, anchegli internato nel campo di concentramento di Katzenau durante la Grande Guerra. Il percorso fotografico stato successivamente ospitato presso la sala mostre di Tesero. Gli archivi Calamandrei Il 23 ottobre Giuseppe Ferrandi, direttore generale della Fondazione Museo storico del Trentino, nellambito delle due giornate di studio dal titolo Un caleidoscopio di carte: gli archivi Calamandrei di Firenze, Montepulciano, Trento e Roma, ha presieduto la sessione dedicata ai carteggi. Il convegno, tenutosi a Montepulciano, stato organizzato dalla Biblioteca Archivio Piero Calamandrei della cittadina toscana e vede la Fondazione particolarmente interessata in quanto custode di alcune carte del noto storico toscano. Il Premio Cento ad AltreStorie AltreStorie, il quadrimestrale della Fondazione Museo storico del Trentino, si aggiudicato il Premio Cento alla stampa locale (sezione privata).

Il riconoscimento, assegnato ogni anno, intende promuovere le peculiarit del territorio, contribuendo ad accrescere la conoscenza del fenomeno editoriale locale e il consolidamento di una tradizione radicata e importante. La cerimonia di consegna del premio si svolta il 24 ottobre a Cento (FE).

40

NOVEMBRE 2009
Quali storie per il territorio, quali territori per la storia La Fondazione Museo storico del Trentino, in collaborazione con il Comune di Baselga di Pin e il Consorzio dei Comuni BIM Adige-Trento, ha organizzato il seminario di studio Quali storie per il territorio, quali territori per la storia. Liniziativa si svolta in margine alla presentazione del volume Storia di Pin: dalle origini alla seconda met del XX secolo, a cura di Marco Bettotti (Baselga di Pin, Comune di Baselga, 2009). Durante lincontro, svoltosi il 14 novembre presso il Centro congressi di Baselga di Pin, hanno presentato le loro comunicazioni Vittorio Tigrino, Luigi Blanco, Gauro Coppola, Fabrizio Rasera, Livio Cristofolini, Ugo Pistoia, Gian Maria Varanini.

culturali dellUniversit degli studi di Trento, ha proposto il II seminario internazionale su memoria e mass media. Questanno il titolo dellincontro stato Memorie riflesse: lo schermo tra vero e falso. Liniziativa si svolta il 18 novembre presso la Facolt di economia a Trento e ha visto la partecipazione di Leonardo Gandini dellUniversit di Trento, Laura Schuster dellUniversiteit van Amsterdam NL, Barbara Grespi dellUniversit di Bergamo, Luisella Farinotti dellUniversit IULM di Milano, Mariagrazia Fanchi dellUniversit Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Alessia Cervini dellUniversit della Calabria. Pagine del Garda La Fondazione Museo storico del Trentino ha partecipato come gli anni precedenti alla mostra del libro e rassegna delleditoria gardesana Pagine del Garda, organizzata dallAssociazione culturale Il Sommolago in collaborazione con il Comune di Arco. Fra il 14 e il 22 novembre i visitatori hanno cos potuto visionare alcune delle produzioni editoriali della Fondazione stessa.

Museo storico del Trentino sul tema Reti di storia reti di comunit. Al centro della riflessione sono stati i soggetti e le istituzioni che, sul territorio, si stanno occupando di progetti culturali di argomento storico e si ispirano alle logiche di rete. La giornata stata articolata in alcune sessioni di lavoro: una introduttiva di riflessione teorica e di inquadramento generale, seguita da due sessioni caratterizzate da un confronto tra le esperienze e le sperimentazioni attuate nel campo delle attivit culturali e nellambito del processo di avvio delle Comunit di valle con lintervento degli Assessori provinciali competenti. A seguire stato dato spazio agli strumenti che il Museo storico del Trentino mette a disposizione per la costruzione della Rete della storia e alle problematiche legate alla costruzione e al funzionamento delle reti. Le conclusioni sono state affidate alla tavola rotonda finale che ha chiuso lintensa giornata di lavori. I caduti della Grande Guerra

Boom! Istruzioni per luso: Trento 1955-1965 Il 14 novembre stata inaugurata presso gli spazi di Palazzo Firmian in via Galilei a Trento la mostra della Fondazione Museo storico del Trentino Boom! Istruzioni per luso: Trento 1955-1965, curata da Elena Tonezzer. Lesposizione, aperta fino al 28 febbraio 2010, attraverso le pagine del pi diffuso giornale locale dellepoca, riporta alla luce quello che accadde a Trento tra il 1955 e il 1965, un decennio di profondo mutamento che incise sulla forma urbana della citt e sui suoi abitanti. Memorie riflesse: lo schermo tra vero e falso La Fondazione Museo storico del Trentino, con il patrocinio del Dipartimento di filosofia, storia e beni
Infomuseo: tel. 0461.230482 fax 0461.1860127 www.museostorico.it - info@museostorico.it

Il Museo storico italiano della guerra, la Fondazione Museo storico del Trentino, il Centro interuniversitario di studi e ricerche storico-militari hanno organizzato il convegno dal Reti di storia reti di comunit titolo Contare i morti: i caduti della Il 21 novembre la Facolt di Socio- Grande Guerra. Il 27 e il 28 novemlogia di Trento ha ospitato lincon- bre, presso il Museo storico italiano della guerra di Rovereto, hanno pretro organizzato dalla Fondazione sentato le loro relazioni Giuseppe Ferrandi, John Horne, Annette Becker, Vittorio Barbato, Giorgio RoReti di storia chat, Piero Del Negro, Luigi Scol, Reti di comunit Daniele Ceschin, Lodovico TaverniGiornata promossa dalla Sabato Facolt di Sociologia Fondazione Museo storico 21 novembre Aula Kessler ni, Batrix Pau-Heyris, Fabrizio Radel Trentino 2009 Via Verdi 26 - Trento sera, Petra Svoljsak, Massimo Multari, Oliver Janz, Marco Baldessari, Barbara Bracco, Patrizia Dogliani, Andrea Baravelli, Bruna Bianchi, Guri Schwarz.
Mostra fotografifica Vite internate: Katzenau, 1915-1917 Trento, 6-20 febbraio 2009
SOSAT
TRENTO

Sede della SOSAT (Sezione Operaia della Societ Alpinisti Tridentini) via Malpaga, 17 Trento 10.00-12.00 13.00-18.30 Chiuso domenica e luned Ingresso gratuito

Fondazione Museo storico del Trentino, via Torre dAugusto, 41 Trento tel. 0461.230482 info@museostorico.it - www.museostorico.it

1939: il grande imbroglio Il 28 novembre lIstituto cimbro di Luserna ha ospitato la giornata di studio 1939: il grande imbroglio: le Opzioni al di fuori degli accordi. Obiettivo dellincontro era quello di mettere a fuoco la vicenda del tra-

41

sferimento della popolazione sudtirolese dopo gli accordi italo-tedeschi del 1939. I lavori, presieduti da Lorenzo Baratter e Michael Wedekind, hanno visto gli interventi di Giuseppe Ferrandi, Hans Heiss, Paolo Cova, Sandra Roner Ketmaier, Luciana Palla, Christian Prezzi e Lara Magri. Durante il convegno sono stati proiettati i due cortometraggi Un grande imbroglio: le Opzioni fuori dagli accordi di Paolo Cova e Le Opzioni in Valcanale nel 1939, di Lara Magri.

DICEMBRE 2009
I processi della psichiatria Si tenuto il 4 e 5 dicembre presso la Facolt di Sociologia a Trento il convegno I processi della psichiatria: un percorso tra storia, attualit e futuro, organizzato dallAzienda provinciale per i servizi sanitari della Provincia autonoma di Trento, dallUniversit degli studi di Trento e dalla Fondazione Museo storico del Trentino. Lo scopo del seminario era quello di individuare i percorsi che hanno caratterizzato le varie fasi della psichiatria relativamente alle conoscenze, alle modalit organizzative e ai cambiamenti culturali intercorsi. Lincontro stato articolato in tre sessioni: Amnesia etica e cultura della memoria; la psichiatria che cura nellera della Legge 180; le prospettive dellassistenza psichiatrica. Durante la prima giornata di convegno stata inaugurata la mostra fotografica Il turbamento curato: lospedale psichiatrico di Fregionaia in Lucca: 45 tavole fotografiche in bianco e nero di Franco Bellato, Azienda Provinciale altrettante Sanitari testimonianze visive del per i Servizi complesso storico dellantico convento dei Canonici Regolari Lateranensi di Santa Maria di Fregionaia divenuto nel 1773 Spedale de pazzi
Provincia Autonoma di Trento

Si pu fare La Fondazione Museo storico del Trentino e la Provincia autonoma di Trento, in collaborazione con la Federazione delle cooperative trentine, Euricse e Cavit, hanno organizzato il 4 dicembre lincontro pubblico dal titolo Si pu fare: il contributo della ricerca storica al progresso cooperativo. Un primo momento ha offerto motivo di confronto tra alcuni studiosi (Patrizia Battilani, Carlo Borzaga, Andrea Leonardi, Tito Menzani, Vera Zamagni, Alberto Ianes), chiamati a dire la loro sullevoluzione pi recente dellimpresa cooperativa, a partire dai contributi contenuti nel numero monografico della rivista Imprese e Storia, dedicato alla storia della cooperazione italiana nella seconda met del Novecento. Nella seconda parte della serata stato proiettato il film Si pu Fare che narra la storia della cooperativa 180, una delle tante cooperative sociali nate a partire dagli anni settanta per rispondere alle nuove, complesse problematiche sociali. Lincontro stato anche occasione per presentare pubblicamente il Centro sulla storia delleconomia cooperativa (CeSC) attivato presso la Fondazione Museo storico del Trentino.

San Don si racconta stata inaugurata il 29 novembre la mostra fotografica San Don si racconta, a cura del Comitato Quartiere di San Don e con la collaborazione di Rodolfo Taiani e Gianfranco Nardelli. Una serie di pannelli dislocati per le vie del rione restituir, fino al 28 febbraio, alcuni pezzi della storia del villaggio grazie alla selezione di immagini esposte. Lobiettivo finale delliniziativa non solo quello di preservare una memoria, ma anche quello di contribuire a rafforzare, grazie allenergia dei ricordi, quel senso di coesione e solidariet che ogni Per informazioni Fondazione aggregato Museo storico del Trentino 0461.264660 umano deve continuainfo@museostorico.it Foto di Sergio Fortuna e Franco Bellato re a coltivare per potersi garantire una crescita e un progresso civile.

Il turbamento curato lospedale psichiatrico di Fregionaia in Lucca

42

Trentino ha ospitato la presentazioRiapertura de Le Gallerie di Piedi- ne del primo romanzo di Roberto castello Antolini Ivan il terrorista (Roma, Il 5 dicembre hanno riaperto al pub- Robin edizioni, 2009). Hanno diablico le Gallerie di Piedicastello, de- logato con lautore la giornalista stinate a diventare uno spazio per- Sandra Mattei e lo storico Vincenmanente dove la storia del Trentino zo Cal. e delle sue comunit possa essere raccontata e rappresentata utiliz- Alfabeti e analfabeti nel Tirolo mezando i pi diversi linguaggi, pro- ridionale muovendo conoscenza e provando a suscitare curiosit. La Galleria nera ospita la mostra Storicamente ABC, un abecedario del Trentino per raccontare, riflettere, emozionare. Nella Galleria bianca, invece, la moPer essere illetterati... Alfabeti e analfabeti stra Linvenzione di un territorio nel Tirolo meridionale tra Sette e Ottocento. documenta, seppur sinteticamenUna ricerca in corso te, il lento lavoro di invenzione di XI Seminario dellArchivio della unentit territoriale trentina, prosescrittura popolare Venerd, 11 dicembre 2009 guito e consolidato contestualmenPalazzo Geremia, Sala Falconetto te allevoluzione storica dellintero Via Belenzani, 20 - Trento quadro politico-istituzionale europeo dei secoli XVI-XXI. Il 13 dicembre si tenuta la Festa de Le Gallerie: lAssociazione tutela dei marroni di Castione, il Comitato feste di SantApollinare, lassociazione oratoriale Koin, il Comitato per Piedicastello e lUS San Giorgio hanno offerto castagne, vin brul e polenta. In serata lattore Andrea Brunello ha proposto lintervento teatrale Labecedario secondo noi. Si svolto l11 dicembre, presso Palazzo Geremia a Trento, lXI SeIl 10 dicembre la biblioteca della minario dellArchivio di scrittura Fondazione Museo storico del popolare dal titolo Per essere illetterati Alfabeti e analfabeti nel Tirolo meridionale tra Sette e Ottocento: una ricerca in corso, organizzato da Quinto Antonelli. Nel corso del 2009 il Museo storico del Trentino ha avviato una ricerca pluriennale sul processo di alfabetizzazione che ha investito il Tirolo meridionale tra Sette ed Ottocento. La ricerca, per un verso ricostruir le modalit (luoghi, tempi, soggetti) con cui avvenuto, concretamente valle per valle, il processo di scolarizzazione, per laltro cercher di rilevare leffettiva diffusione della capacit di scrivere e di leggere tra la popolazione del Tirolo meridionale. Ivan il terrorista

In questo primo anno stata messa a fuoco soprattutto la documentazione utile alla ricerca e operato qualche sondaggio relativo alle citt di Trento e Rovereto, alle valli Giudicarie, alla Valsugana, alle valli di Fiemme e Fassa, alle valli di Primiero. I risultati di questo primo stralcio dindagini sono stati discussi proprio nel corso del seminario dell11 dicembre, con interventi di Quinto Antonelli, Francesca Bolza, Laura Da Rugna, Michela Tamanini, Silvia Vinante, Giuseppina Bernardin, Adriana Paolini, Ugo Pistoia, Serenella Baggio, Andrea Giorgi, Daniele Marchesini, Glauco Sanga. Parole e musiche dei soldati stata inaugurata il 17 dicembre, presso Torre Mirana a Trento, la mostra Parole e musiche dei soldati, visitabile fino al 24 gennaio 2010 e dedicata ai canti di trincea durante la Grande Guerra. La mostra stata curata da Andrea Munari, Gianni Potrich e ha visto la collaborazione del Coro Bianche Zime di Rovereto, della Fondazione Museo storico del Trentino, del Museo storico italiano della guerra di Rovereto.

CORO BIANCHE ZIME

Fondazione Museo storico del Trentino Comitato organizzatore direttivo Coro Bianche Zime

Mostra

PAROLE E MUSICHE DEI SOLDATI 17 Dicembre 2009 24 Gennaio 2010


Mostra dedicata al canti di trincea durante la Grande Guerra promossa dal Coro Bianche Zime di Rovereto.

II progetto mira ad una rivalutazione della memoria come patrimonio storico condiviso, ricercando nelle fonti Ie tracce della cultura popolare italiana di cui il canto di trincea un esempio.

Sala Thun di Torre Mirana via Belenzani, 3 - Trento


marted - domenica ore 10.00 - 18.00 - luned chiuso - ingresso libero

Per informazioni: Fondazione Museo storico del Trentino 0461.264660 - info@museostorico.it

43

EDIZIONI

EDIZIONI

PRESEN TA Z I O N I
Le Fondazione Museo storico del Trentino ha presentato alcuni dei suoi prodotti editoriali nelle seguenti occasioni: 10 settembre 2009, Baselga di Pin. 1 ottobre 2009, Bolzano Il volume di Lorenzo Gardumi, Maggio 1945: a nemico che fugge ponti doro: la memoria popolare e le stragi di Ziano, Stramentizzo e Molina di Fiemme, stato presentato presso la Biblioteca di Baselga di Pin e presso la Biblioteca provinciale italiana Claudia Augusta di Bolzano. 13 ottobre 2009, Trento Il volume di Maurizio Gentilini Fedeli a Dio e alluomo: il carteggio di Alcide De Gasperi con don Giulio Delugan (1928-1954) stato presentato a Palazzo Geremia a Trento. Sono intervenuti con lautore Alfredo Canavero, docente di storia contemporanea allUniversit degli studi di Milano; Giuseppe Ferrandi, direttore generale della Fondazione Museo storico del Trentino; Giorgio Grigolli, Unione cattolica stampa italiana; Ivan Maffeis, direttore di Vita trentina.

NOVIT
Chiara Felicetti, Mauro Nequirito, Rodolfo Taiani (a cura di) Nellanno di Hofer: La comunit di Fiemme e la sua storia, pp. 123, 17,00 (Catalogo della mostra allestita a Cavalese, presso Palazzo Riccabona, dal 25 luglio 2009 al 10 gennaio 2010). Un testo che non vuole essere solo una guida per quanti hanno visitato la mostra, ma la testimonianza del ricco patrimonio artistico e archivistico custodito dalla Magnifica Comunit di Fiemme e sul quale si basato gran parte del percorso espositivo dedicato alla sollevazione hoferiana del 1809, ma soprattutto agli antefatti che la motivarono.

Maggio 1945: a nemico che fugge ponti doro la memoria popolare e le stragi di Ziano, Stramentizzo e Molina di Fiemme di Lorenzo Gardumi

vita trentina

Fedeli a Dio e alluomo il carteggio di Alcide De Gasperi con don Giulio Delugan (1928-1954)
di Maurizio Gentilini

44

Elena Tonezzer (a cura di) Boom! Istruzioni per luso: Trento 1955-1965, pp. 67, 7,50

to Spazio Tren ca UniCredit Ban ian Palazzo Firm 1, Trento via Galilei 9 mbre 200 dal 14 nove raio 2010 al 28 febb
orari mostra 10-18 io chiuso il luned e 1 genna dicembre il 24, 25, 31 ingresso libero

Comune

di Trento

(Catalogo della mostra allestita a Trento, presso Palazzo Firmian, dal 14 novembre 2009 al 28 febbraio 2010). Il volume indaga il momento nascente di unepoca diversa rispetto al periodo precedente: finita la guerra e la difficile fase della ricostruzione, i trentini entrano in un periodo contrassegnato dalla crescita economica, dalla fiducia in un progresso che sembra inarrestabile. Le differenze nella distribuzione della ricchezza permangono, ma innegabile che per moltissime famiglie il livello generale della vita sinnalza. Emerge cos dal volume limmagine di una citt in rapida espansione e continuo cambiamento, cos come testimoniato peraltro dalla stampa del tempo attenta cronista di questo processo. Daniela Cecchin e Matteo Gentilini (a cura di) Mass media e memoria. La memoria strappata. Contese e (con)testi, pp. 123, 10,00 (Quaderni di Archivio trentino; 22) I sei autori quattro italiani e due inglesi che danno vita a questo volume hanno sondato il campo della rappresentazione della

memoria in ambito letterario, cinematografico, televisivo e fotografico e si sono interrogati sulle modalit attraverso cui i media possono condizionare, nelle forme e nei contenuti, le dinamiche del ricordo. Molteplici sono i percorsi proposti: fra questi anche una significativa esperienza in cui il cinema viene utilizzato come strumento terapeutico. Il volume costituisce nel suo complesso il risultato della prima giornata di studi e riflessione sul rapporto fra memoria e mass media organizzata a Trento, il 2 dicembre 2008, dalla Fondazione Museo storico del Trentino in collaborazione con il Dipartimento di storia, filosofia e beni culturali dellUniversit degli studi di Trento. Andrea Leonardi (a cura di) La regione Trentino Alto Adige/ Sdtirol nel XX secolo: 2: Economia: le traiettorie dello sviluppo, pp. 437, 23,50 (Grenzen/Confini 4/2) Die Region Trentino-Sdtirol im 20. Jahrhundert: 2. Wirtschaft: die Wege der Entwicklung, pp. 457, 23,50 (Grenzen/Confini 5/2). I 21 saggi raccolti nel volume in versione italiana e tedesca affrontano con una visione unitaria le diverse sfaccettature del tessuto economico regionale. Ven-

gono prese in considerazione le caratteristiche assunte da una trasformazione intervenuta rapidamente dopo un lungo periodo segnato dallemergere di elementi di debolezza pi che dallimporsi di punti di forza. Una sottolineatura particolare viene attribuita alla capacit della societ regionale di combinare le proprie disponibilit di capitale tangibile e capitale intangibile in funzione di una crescita complessiva. Sono seguite puntualmente le modalit con cui le risorse dellautonomia, sommate con le capacit operative prodotte dalle aggregazioni di carattere mutualistico, da unimprenditorialit capace di scelte coraggiose e da una forza-lavoro che ha saputo far convivere agricoltura, industria e terziario hanno reso possibile un cambiamento di enorme rilevanza.

I lettori interessati ad acquistare o a informarsi sullinsieme delle pubblicazioni della Fondazione Museo storico del Trentino possono collegarsi allindirizzo internet http://www.museostorico.it o scrivere allindirizzo di posta elettronica bookshop@museostorico.it

45

La mostra Boom! Istruziouna mattina di cinquantanni ni per luso: Trento 1955fa. I titoli degli articoli resti1965 ripercorre un periotuiscono il sapore che una do breve ma di profondi notizia, uninaugurazione o cambiamenti. Terminata la un fatto di cronaca, ha avuto fase pi urgente della ricoal momento della pubblicadi Elena Tonezzer struzione, dopo le pesanti zione, permettono di calardistruzioni inflitte dal sesi nel passato per rinvenire mostra a cura di: Elena Tonezzer condo conflitto mondiale, fatti e oggetti ormai ritenuti sede: Spazio Trento UniCredit Banca. Palazzo la citt di Trento conosce scontati o caduti nelloblio. Firmian, via Galilei 1 i primi segni di miglioraI filmati di famiglia, conserapertura: 14 novembre 2009-31 marzo 2010 mento economico: dove vati presso larchivio della orario: 10.00-18.00 (chiuso il luned) prima si estendeva la camFondazione Museo storico ingresso libero pagna sorgono interi quardel Trentino, permettono di visite guidate: 1.50 a persona in caso di tieri progettati per ospitare espugnare lintimit delle prenotazione concordata con la responsabii nuovi arrivati, soprattutto famiglie, mostrano la citt le Cristina Pasolli al numero 0461.1862477 dalle valli circonvicine. in cui i novelli registi viveLa mostra documenta i muvano, le loro feste, le loro tamenti della mentalit e case. Gli oggetti, proposti in delle abitudini quotidiane degli abitanti di Trento. Nel una selezione rappresentativa, danno matericit alle decennio raccontato dalla mostra, Trento si allontana trasformazioni tecnologiche e di gusto dellepoca. da una plurisecolare economia contadina, che aveva La mostra accompagnata da un catalogo che afpermeato anche i valori e le consuetudini, per entra- fronta, con prospettive metodologiche diverse, alre in una fase dominata dal terziario e dallindustria. cuni temi del decennio 1955-1965. Oltre allintroduI cambiamenti coinvolgono tutti i livelli esistenzia- zione dedicata al periodo storico e al clima culturale li delle persone. La costruzione dei condomini im- dellepoca, non manca una ricostruzione dellambito pone un modo di abitare inedito, in appartamenti politico e istituzionale dellamministrazione di Trento. molto diversi dalle case precedenti e in aggregati La vita delle donne, protagoniste di un mutamento sorti dal nulla. Nelle case entrano (o si desiderano) epocale, raccontata in un capitolo che investiga i oggetti mai visti prima, loro desideri e soprattutgli elettrodomestici, che to le pressioni cui erano meccanizzano la vita dosottoposte, sospese tra mestica di un numero modernit e tradizione. Il crescente di famiglie. Il saggio dedicato alla vita frigorifero, la lavatrice, il culturale della citt approfrullatore, laspirapolvere fondisce la conoscenza di sono tutti strumenti che una Trento che cercava richiedono delle compeuna collocazione culturatenze tecnologiche che le in grado di interpretare nessuno nonni, padri e la sua dimensione alpina figli pu ignorare. in modo diverso rispetto Il mondo della comunial passato. Lo sguardo cazione non rimane fersociologico ripercorre la mo, il telefono unisce le stampa locale di quegli persone e la televisione anni, per ricostruire atporta anche nelle case traverso la comunicaziotrentine il mondo, le none giornalistica le regole tizie e le novit del codel nuovo immaginario stume. del boom economico loLallestimento della mocale. Tre brevi racconti stra, che risente fortetratteggiano infine altretmente della fonte giortanti ritratti sociali: larrinalistica cui ha attinto la vo a Trento di una giovaricerca storica, propone ne famiglia dalla valle di al visitatore non di veNon, lingegnere che si dere semplicemente le confronta con le nuove fotografie del passato, mode dellarchitettura e ma di scoprirlo come la coppia alle prese con il abbiamo fatto noi o i cambiamento nelle mode nostri genitori e nonni dellarredamento.

Boom! Istruzioni per luso: Trento 1955-1965

46

Delle lettere. Delle grandi lettere, Vale per la scienza politica, per in galleria. Storicamente ABC esempio, e perch no per la storia? guarda caso titola la mostra. Il fine consiste nel recuperare il Cosa significa? A ogni lemma passato nel presente per una mila riapertura delle corrisponde una parola, a ogni gliore conoscenza storica laddove parola corrisponde un testo e a il conoscere si traduce sempre Gallerie di Piedicastello ogni testo corrisponde un capitonel fare. Per rispondere alla neceslo della storia del Trentino e dei sit di adempiere a un fine se di Alessandro de Bertolini trentini nel Novecento con supper fine intendiamo lapplicazione porti video e iconografici. della ricerca, cio la possibilit di Ideazione e cura di Jeffrey T. SchLe lettere, poi, non si possono trasmettere alla pratica gli esisti napp; direzione scientifica di Giusepnon vedere. A ogni lettera, una positivi degli studi molti saperi pe Ferrandi; mostra Storicamente parola. Per ogni parola, una lettescientifici ragionano in termini di ABC a cura di Patrizia Marchesoni; ra. La parola e la definizione. Le se allora. Se le cose stanno mostra Linvenzione di un territorio definizioni servono per dichiarare cos, allora la previsione questa, a cura di Marcello Bonazza, Mauro un significato. E inoltre, servono allora dobbiamo comportaci in Nequirito e Rodolfo Taiani; coordiper stabilire dei limiti. Le paroquestaltro modo, allora accadrannamento di Roberta Tait; progetto alle, invece, sono i contenitori dei no queste e queste altre cose. lestitivo di Elisabetta Terragni-Studio dati. Dentro alla Galleria nera ne Ovviamente non funziona sempre, Terragni Architetti; progetto grafico troverete 21. un primo sguarma il modellino serve per orientadel Gruppe Gut snc-Bolzano; produdo, poich il progetto espositivo re la maggior parte delle scienze. zione video della Film Work srl-Trento. la mostra nasce con lambizioE pu servire anche per la storia. Presso le Gallerie di Piedicastello ne di diventare un luogo laboratoSe riusciremo a trarre dal passato (Trento) dal 5 dicembre 2009 al 5 diriale in continua trasformazione. qualche buon insegnamento, allocembre 2010 I lemmi sono stati scelti e indivira potremo orientare nel presente Orario di apertura: 9.00-18.00 duati, ma ciascuno di essi potr qualche altrettanto buona scelta. (luned chiuso) cambiare. Nei prossimi mesi nulPer trovare i buoni insegnamenti Ingresso libero la vieta che alla A di autonomia della storia si pu cominciare cos corrisponda qualcosaltro e cos anche dai 21 lemmi alla Galleria anche per le altre lettere. Gli stessi visitatori possono nera di Piedicastello. Qui nella Galleria nera, il territorio lasciare alla mostra dei suggerimenti, nella cornice, be- che si autorappresenta. ninteso, della storia del Trentino nel secolo XX. E sulle Il territorio della provincia di Trento, della citt e di tutte le nuove parole che si aggiungeranno si rimetter in moto altre sue articolazioni spaziali. Ma quando nasce il Trentila macchina della memoria dei curatori della mostra, no come entit geopolitica ben riconoscibile? Una proche, per ogni lemma, ha realizzato oltre a un breve testo posta di lettura in tale senso la si trover nella Galleria anche una cronologia essenziale, una microstoria, una bianca. Qui il percorso espositivo dedicato allinvenziomacrostoria e una breve clip audiovisiva con fonti icono- ne del Trentino come spazio politico e amministrativo a grafiche e videointerviste. Perch tutto questo farsi e di- partire dal XVI secolo. Come dire che, se vogliamo occusfarsi di definizioni, lemmi, parole? per non trovarsi fra parci della definizione degli oggetti della storia del Trenle mani dei contenitori vuoti o dei contenuti in cerca di tino dalla A di autonomia alla Z di Zambana dobuna collocazione. Ma una domanda sorge spontanea: biamo, prima, definire che cosa sintende per Trentino. perch? Perch tutto questo? Tradotto meno a pelle e Una mostra scenografica in un luogo le Gallerie scecon termini un tantino nografico. Un luogo di pi scientifici il proformazione. Un luogo blema del perch di partecipazione. Un ha un nome preciso e luogo di innovazione tutto suo. Science for poich criteri, metodi what? E cio, la sciene scelte espositive non za per cosa? O mesono quelle di un muglio, la scienza per che seo tradizionale. Quelcosa? Non soltanto lo, il museo cosiddetto un problema della tradizionale, avr sede storia e della ricerca entro la fine del 2010 a storiografica. Anzi, la Trento, in via Torre dAuquestione ha origine gusto, negli spazi a ci non tanto nelle sciendedicati, a sostegno ze umane ma in queldi una funzione altretle, diciamo cos, esattanto importante per te. Per vale anche leggere e custodire il per le scienze umane. passato di questa terra.

La storia del Trentino in bianco/nero

47

Riscoprire Rivedere Ritrovare

labecedario la storia

del
48

la memoria

3ntino

Ingresso libero MarDom, ore 0918, luned chiuso Informazioni-prenotazioni 0461 230 482, www.museostorico.it | info@museostorico.it

GRUPPEGUT.IT

Storicamente

Potrebbero piacerti anche