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AU S E R - L a C a t e n a d e l l a S o l i d a r i e t Pe d r e n g o

NOTIZIE AUSER
Pubblicazione occasionale - ciclostilato in proprio dicembre 2006

Condivido e mi fido!
In questi dieci anni di attivit noi soci e volontari dellAUSER abbiamo fatto davvero tanta strada: partiti in un discreto gruppetto di amici appassionati alla vita del paese e convinti che la pensione non avrebbe segnato la fine della nostra vita sociale e specialmente del nostro impegno, siamo arrivati ad avere 140 iscritti e 40 volontari che, quotidianamente, si adoperano per alleviare le fatiche di chi soffre, andare incontro a chi vive il disagio della solitudine o della malattia, animare la vita degli anziani che hanno bisogno di compagnia, intessere relazioni significative con le giovani generazioni, gettare ponti di solidariet tra Nord e Sud del Paese. E proprio la solidariet tra Nord e Sud stato il tema che ha fatto da sfondo alle tre giornate di festa che abbiamo voluto celebrare cercando di coinvolgere tutti i cittadini pedrenghesi. Una festa costruita insieme ad altre tre realt amiche della Calabria: il Circolo AUSER di Paola, col quale siamo gemellati, lAssociazione di Volontariato Goel e la Cooperativa Sociale IL SEGNO di Fuscaldo, alle quali ci lega un profondo e sincero rapporti di amicizia. Una festa lunga tre giorni e ricca di tanti interessanti appuntamenti: mostre, dibattiti, momenti culturali, scambio di esperienze, condivisione di cultura, storia, usi, costumi e tradizioni. La presenza di tanta gente alle diverse iniziative proposte ha confermato che la nostra intuizione era buona e che nella nostra gente c ancora tanta voglia di crescere, di ascoltare, di conoscere e di saper apprezzare le cose belle. Attraverso le pagine di questo notiziario, preparato insieme ai nostri amici calabresi, vogliamo provare a condividere, anche con chi non potuto essere presente, quanto emerso nei momenti intensi di dibattito, nei momenti di serena allegria, nel racconto di storie passate e recenti: il senso della presenza dellAUSER in un paese, in un quartiere, cos come ci ha ricordato Maria Guidotti, la nostra presidente nazionale, che ci ha onorato della sua presenza; il senso della reciprocit e della solidariet tra Nord e Sud, cos come ce lhanno concretamente dimostrata Paolo Ferraro e i giovani di Scarcelli, spensierati e disponibili a darsi da fare in ogni momento; il senso di un passato comune, che ha visto settentrionali e meridionali scavare nelle miniere di carbone del Belgio, sognando un futuro migliore e combattendo insieme la nostalgia di casa, confortati dalla presenza di uomini come don Camillo Chiesa, cappellano degli emigranti italiani a Limburgo. Un ricordo commosso e grato che ci proietta con entusiasmo nel nostro servizio quotidiano verso pi fatica: a Nord come a Sud. A Pedrengo, a servizio di chi, nella comunit vive spesso il peso della solitudine; in Calabria a costruire percorsi di liberazione, specialmente tra i giovani che vivono in zone marginali. C chi pensa che la reciprocit sia regolata da un motto che suona pi o meno cos:io ti do, tu mi dai. Noi pensiamo che reciprocit sia:Io condivido e mi fido mi fido di te, delle tue capacit, della tua voglia di riscatto e sono certo che, un giorno, anche tu sarai capace di condividere e fidarti di altri, donando loro lopportunit di crescita che stata data a te. Questo vogliamo continuare a vivere: dieci anni sono tanti, ma c ancora tanto da fare. Il Direttivo AUSER

Speciale Ponti di Solidariet


QUANTA FORTUNA NELLA NOSTRA" NORMALITA'
Accettare timorosamente di partecipare ad un dibattito in occasione dei festeggiamenti del decennale di fondazione dell' Auser di Pedrengo e trovarmi a sventolare un fazzoletto con le lacrime agli occhi per salutare un gruppo di nuovi amici in partenza, stato davvero un attimo nella mia prima breve esperienza sul ponte di solidariet costruito tra Bergamo e Fuscaldo. Ammetto che mentre mi preparavo ad intervenire come moderatore, mai avrei pensato che sarebbe stato l'inizio di tre giorni tanto ricchi di esperienza (compresa quella in cucina. .. .pi ad assaggiare che a praticare), testimonianza (quale migliore di quella di Giusy, autentico esempio di completa dedizione al sociale) ed emozioni (generate da quegli splendidi ragazzi sempre sorridenti, attivi, e vogliosi di farci conoscere il loro mondo). Ma soprattutto - e colposamente visto il livello dei relatori - non mi sarei aspettata che le parole pronunciate durante la serata inaugurale sarebbero state tanto toccanti e significative, anche ripensate a oltre due mesi di distanza. Ho sentito battere il cuore di Paolo Ferraro mentre ci raccontava le contraddizioni della sua Calabria: dalla difficolt di essere l' "eccezione" nel momento in cui si tenta di vivere la "normalit" al pregiudizio da sfondare in una realt non abituata al vivere onesto ed all'agire (soprattutto nel sociale) in modo disinteressato; situazione questa peggiorata da un potere mediatico che porta i calabresi sotto le luci della ribalta solo in occasione si eventi delittuosi e di reazioni "di piazza" (si veda su tutti l'omicidio Fortugno nella Locride), trascurando il lavoro di chi - ed io aggiungo "come lui, Giusy, Giuliana e certamente molti altri"), rimboccandosi le maniche con fatti e non con parole o cartelloni, cerca di cambiare le cose .......................... davvero. Mi ha colpito l'ardore di Elena mentre, condividendo con i presenti la sua esperienza di giovane volontaria di "Libera" (associazione fondata da Don Ciotti), ci ha illustrato come sia possibile far nascere qualcosa di buono (dalla scuola al lavoro a prodotti della terra) dai beni sequestrati al mondo della criminalit, nella continua incessabile lotta per la diffusione di una cultura della legalit. Sono rimasta impressionata di fronte ai numeri ed alle statistiche relativi all'immigrazione a Bergamo illustratici da Don Claudio Visconti, seriamente preoccupato per la crescente necessit di creare un tessuto sociale in grado di integrare gli immigrati (soprattutto stranieri) piuttosto che ricorrere ad un sistema repressivo causa di emarginazione e inevitabile incremento della delinquenza. Mi sono infine sentita orgogliosa di essere Pedrenghese quando, ascoltando Maria Guidotti (Presidente Nazionale dell' Auser) e Franco Melchionda (Presidente del Circolo Auser di Paola) ho avuto ancor maggiore consapevolezza di quanto rara preziosissima presenza ed esempio di vera concreta solidariet siano i volontari dell' Auser di Pedrengo che, anche nella festa del loro anniversario, sono riusciti a creare l'ennesimo momento di crescita per la nostra comunit. Questi nostri "carissimi vecchietti" (mi si conceda la licenza), che qualcuno ha persino insinuato essere una "minaccia economica", continuano a dimostrarci di essere capaci di piccole grandi azioni (il servizio di trasporto per gli anziani di Pedrengo cos come il recupero di ambienti per il centro d'aggregazione di Scarcelli) e tutto..senza confine tra nord e sud che tenga!! Rossella Quartanelli Assessore alla Cultura e alle politiche giovanili Comune di Pedrengo
Notizie AUSER dicembre 2006 - anno VI n2 Pag.2

Speciale Ponti di Solidariet

Se vuoi che le cose cambino fai incontrare la gente!


Si svolta a Pedrengo, dal 15 a 17 settembre, le festa per il Decennale di fondazione della locale Associazione AUSER La catena della solidariet. Ospiti a Pedrengo un bel gruppetto di giovani ed adulti in rappresentanza delle tre organizzazioni calabresi, che hanno trovato casa allOratorio e in alcune abitazioni dei soci AUSER. Nord e Sud uniti, dunque, capaci di fare insieme analisi sui problemi reali, per cambiare le cose insieme, lasciando perdere giudizi affrettati e, ancor di pi, i pregiudizi che si annidano nel cuore di ciascuno,specialmente di chi non vuole aprire il proprio cuore alla conoscenza degli altri, delle altre culture, degli altri stili di vita. E proprio di questo si parlato venerd 15 nel dibattito a cui hanno partecipato molti cittadini di Pedrengo e di altri paesi della Provincia: a raccontare come possibile costruire reti solidali tra realt del Nord e del Sud Maria Guidotti, presidente nazionale dellAUSER, che ha esplicitato in modo molto determinato e chiaro non solo come lanziano sia una risorsa importante per la vita della citt, ma anche come la questione dellinvecchiamento sia una cosa che riguarda i giovani di oggi, che saranno gli anziani di domani. Paolo Ferraro, presidente di Calabria Welfare, consorzio regionale di cooperative sociali della Calabria, ha raccontato allattentissima platea unaltra Calabria, quella che si rimbocca le maniche, che rischia in prima persona, che non cede alle lusinghe del potere e che da lavoro a 1300 persone onestamente ed in modo pulito. Il tema poi si spostato sul versante delleducazione alla legalit, con la testimonianza di Elena, una giovane volontaria di LIBERA e, ancora, sulla questione spinosa dellimmigrazione che, specialmente a Bergamo, pone interrogativi inquietanti: interrogativi che don Fabrizio Visconti, vice direttore della Caritas Diocesana ha girato agli uditori, chiedendo a tutti uno sforzo di riflessione e confronto. Infine Franco Melchionda, presidente del Circolo AUSER di Paola, ha presentato uninteressante iniziativa sul tema dellImmigrazione/emigrazione: il Festival Emigrantimmigrati. Lultimo giro di tavolo ha visto gli ospiti intervenuti impegnati a fare una proposta concreta per il futuro: i relatori non hanno sprecato loccasione per richiamare i presenti sullimportanza di sostenere le realt che al Sud stanno percorrendo strade di liberazione, anche attraverso lacquisto dei loro prodotti, lo scambio di esperienze e di buone prassi, la cura delle relazioni, la condivisione di progetti comuni da realizzare insieme con il coinvolgimento di giovani, peraltro presenti numerosi in sala. Il sabato mattina, dopo un breve, ma intenso momento in Comune, nel quale Sindaco e Giunta hanno manifestato laccoglienza e la riconoscenza dellintero paese agli ospiti calabresi ed ai volontari dellAUSER, una preparatissima guida ha svelato tutti i segreti di Bergamo Alta e dei suoi pi bei monumenti. Nel pomeriggio ed in serata invece stata la Calabria a condividere un pezzo di storia, cultura e tradizione con tutti i cittadini predrenghesi, con la scuola di dolci calabresi, la degustazione di prodotti e piatti tipici, il concerto di musica popolare. Unesplosione di gioia, di amicizia e di solidariet che ha davvero contagiato tutti i presenti.Domenica, a concludere il ricco programma, il momento della condivisione: la S. Messa in parrocchia e il pranzo in oratorio. Due momenti alti, nei quali si sperimentata laccoglienza reciproca e la condivisione: don Giuseppe, durante lomelia, ha ricordato come ciascun uomo profondamente amato da quel Ges che ci chiede:E voi, chi dite che io sia? e che rispondere Tu sei il Cristo significa accettare di percorrere i sentieri da Lui calcati, dietro di Lui, quindi obbedienti alla sua volont. Una volont che chiede accoglienza, capacit di dono, generosit, ascolto, impegno, passione per luomo, specialmente per chi pi in difficolt. Al termine della manifestazione il presidente dellAUSER di Pedrengo Ermanno Brignoli, ha ringraziato tutti i presenti, specialmente la parrocchia, nella persona di don Giuseppe e di don Alessandro, per la grande e simpatica accoglienza e la disponibilit piena, grazie alla quale il nuovo oratorio diventato il quartier generale del Decennale. Grande emozione per la partenza degli ospiti calabresi: lingresso delloratorio, gremito di giovani, adulti ed anziani, rimarr per sempre testimone di come sia ancora possibile credere nellaltro, avere fiducia e investire in amicizia, anche quando si hanno et diverse. Un successo, insomma: s, ma non il primo. Questo bellissimo incontro solo una tappa, indimenticabile, di un percorso gi in atto, che continuer a cambiare la vita di molte persone a Nord e a Sud. Giusy Brignoli, Ass.ne Goel
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Fotogrammi dal Sud


Anche io ero in quel gruppetto di giovani che dalla Calabria sono partiti per Bergamo per vivere una esperienza di scambio reciproco di doni, culture e perch no anche di golosit e prelibatezze. Ho dato una mano nell'organizzazione della cosa, per quanto ho potuto, e devo confessare che all'inizio la vedevo abbastanza ardua come impresa, soprattutto mi faceva strano il fatto dell'integrazione tra diverse generazioni pi che tra culture...questo non vuol dire che non abbia creduto nell'iniziativa. Non avevo ben chiara l'idea della riuscita e questo mi spaventava un p...beh ora a distanza di un mese vi posso dire che l'iniziativa non solo riuscita, ma riuscitissimissima... in ognuno di noi rimarranno dei flash indelebili, voglio proporvi alcune immagini, come foto mentali, che rimarranno vive ancora molto a lungo: La polenta I pomodori secchi dimenticati a casa I ragazzi che non hanno dormito sul pullman Danilo e le sue TANTE parole Il gruppo missionario di Presezzo I bambini che giocano con le caprette Il Padre Nostro...e tutti sull'altare I cudduriaddi...e la ciambotta Cristian e il taglio degli ortaggie del dito Le poche persone all'arrivo.... Le tantissime persone alla partenza Il sindaco Mirko sempre presente Paolo Ferraro e il suo cuore in mano Leo e Valerio con la loro guida eccellente Il camion di traverso e le tre ore perse in autostrada I chilometri macinati Pomodori verdi fritti alla fermata del treno Il milazzo dimenticato a casa La tarantella sotto la pioggia Maria che ci ha raggiunto da Torino Il dolce russare nella palestra delloratorio I soci dellAUSER e la loro saggezza Concetta e Lucia e loro scuola di dolci calabresi Giusy e la sua felicit e serenit Miriam e le sue fotocancellate Giuseppe e le sue facce I pianti alla partenza I ringraziamenti e gli abbracci. E ne avrei da dire ancora ma la cosa pi bella stata la serenit e la semplicit in cui tutti abbiamo vissuto questa esperienzaGRAZIE EALLA PROSSIMA!!!
Giuliana Scofano, Coop. Soc. IL SEGNO

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AUSER: QUELLO CHE SIAMO, QUELLO CHE FACCIAMO


di Maria Guidotti, presidente nazionale AUSER e portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore

Il Decennale dellAUSER di Pedrengo unoccasione importante per spiegare alla gente quello che facciamo. La riflessione sulla possibilit che nascesse una cosa come AUSER stata abbastanza lunga e complessa, soprattutto per la matrice culturale da cui proveniamo. Abbiamo deciso che la scelta di creare unassociazione di volontariato andava fatta e che questa era una scelta necessaria: lo slogan che ci guid fu lanziano come risorsa. La risoluzione adottata dal Parlamento Europeo sullinvecchiamento ritenuta avanzata: io lho criticata in alcune sue parti , specialmente in due passaggi, per me terribili: il primo dice:Gli anziani sono anche una risorsa e questo fa presumere che gli anziani prima di tutto sono un altra cosa, sono un peso. La seconda Gli anziani in buona salute non sono una minaccia economica. Allora questo vuol dire che gli anziani se non sono in buona salute sono una minaccia economica. Questo pone molte domande sulla dignit della persona, sulla centralit della persona. Quando nacque lAUSER era chiaro: a livello di ragionamento, di dibattito si era tutti daccordo sul fatto che lanziano una risorsa, ma questo doveva essere dimostrato concretamente. Per raggiungere questo obiettivo si decise di costituire unassociazione di anziani, dopo un lungo dibattito: di anziani o per anziani? C un contenuto profondo nelle due preposizioni! Si scelse di anziani perch protagonisti, soggetti attori delle diverse attivit. Si propose anche di anziani, per gli anziani, ma questo fu peggio, perch cera il rischio di creare una riserva di anziani che si occupano di se stessi e non della societ. Questa discussione, che ci ha impegnato per mesi, era giustificata dallo stato della situazione, dalla concezione vera e profonda che c anche in noi rispetto allanziano e questo sentire profondo venne fuori al momento della costituzione dellAUSER. Penso sia stata una delle scelte pi straordinarie che siano state fatte in questo senso e credo abbia significato molto anche nel senso dellinnovazione culturale, dellesperienza, non solo rispetto a quellobiettivo di dimostrare che gli anziani sono una risorsa, di dimostrarlo concretamente, di affermare la dignit della persona lungo tutto larco della vita, di chi in buona salute e di chi non lo . Le attivit che noi svolgiamo allinterno della nostra Associazione ci interrogano anche su cosa sia il volontariato: proprio oggi leggevo una distinzione profonda che c tra lelemosina e la carit. Noi tendiamo a pensarli come sinonimi, ma in realt la carit qualcosa di profondo, di radicale che porta alla condivisione, mentre lelemosina il gesto col quale diamo qualcosa ad una persona, ma che potrebbe essere fatto per metterci lanima in pace, correndo il rischio di allontanare, non di avvicinare. La carit invece condivisione di un processo, fare insieme quella strada che porta al superamento della condizione di fatica, di svantaggio. Io ero fra le persone che davano il significato di sinonimo a carit ed elemosina, come tanti credo: questa contaminazione di mondi, di culture credo sia interessante proprio se ci approcciamo ad essa senza pregiudizio, ma con lidea che c qualcosa

Inaugurazione delle mostre

Paolo Ferraro e i casoncelli

Sala gremita al dibattito

Il tavolo dei relatori

Il saluto di don Giuseppe

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da scoprire, da conoscere, che lesperienza nostra e lesperienza degli altri. Qual il contributo che portiamo come AUSER al dibattito e anche allesperienza del volontariato? C una persona, a me molto cara, lOn.le Ottavia Martini, che mi ha accompagnato in questa esperienza di introduzione al volontariato: un giorno ci sollecit a portare il valore profondo delle nostre radici nel dibattito allinterno del mondo del volontariato; radici che sono cos profonde e forti rispetto allidea dellaffermazione dei diritti delle persone e che devono valere anche nellidea di volontariato che noi sfoggiamo. Volontariato quindi come azione di coloro che si impegnano per affermare i diritti delle persone in tutto questo nostro pianeta, quindi la centralit della persona, la sua dignit e non come il gesto che si avvicina di pi allelemosina. Anche quella fu unesperienza forte per lAUSER, con lintervento di Maria Eletta, che ricordiamo in questo periodo in cui ha alcuni problemi di salute. Limpegno allora dare un contributo facendo valere le nostre radici laddove spesso tentiamo di nascondere queste radici. Come facciamo? Facendo tesoro delle esortazioni, dei consigli di tanti e delle nostre esperienze associative e personali, abbiamo stilato una Carta dei Valori dellAssociazione, in cui abbiamo elaborato la nostra esperienza, che ci ha portato a dire: noi vogliamo fare rete, vogliamo fare associazionismo in modo capillare, mettendo al centro le persone. AUSER non unassociazione di associazioni, ma unassociazione di persone: questa scelta, che pu sembrare burocratica, molto profonda, che dice il senso del nostro associarci e del nostro agire. Ogni iscritto deve sapere cosa lAssociazione, quali sono i suoi obiettivi, partecipare alla vita associativa. Ogni iscritto non una tessera, ma una persona che sceglie di stare in questa Associazione! Credo sia un primo passo per affermare quella coerenza sulla dignit ed i diritti delle persone di cui parlavamo. E poi noi vogliamo che dalla nostra esperienza, da ci che ci viene dallo stare tutti i giorni tra le persone, dallo stare quotidianamente a contatto con la gente, con le loro passioni, le loro aspirazioni, da tutto questo debba nascere un sapere; sapere che dobbiamo mettere a disposizione del MOVIMENTO, secondo laffermazione di Mons. Bregantini che abbiamo visto poco fa nel filmato. Non ci si pu limitare al fare esperienza, ma da questa deve nascere un pensiero che consente ad ognuno di noi, anziani per quel che ci riguarda, di essere cittadini, di poter esercitare questa funzione in maniera critica. Di poter avere gli strumenti per poter accedere ai servizi, che ci sono, ma che per molti restano inaccessibili. Questo vorremmo fare, questo il nostro modo di intendere il volontariato: attraverso questa esperienza, contribuire a formare dei cittadini veri, dei cittadini in forma compiuta. C una ricerca, fatta recentemente che dovrebbe farci riflettere, specialmente i nostri amministratori: si trattava di misurare il livello di competenza di cittadini italiani, cio quanto sono in grado i cittadini di usufruire delle opportunit, accedere ai servizi, ecc. Questa indagine stata fatta su persone in et compresa tra i 15 ed i 65 anni, stabilendo un livello da 1 a5, dove 3 indicava il livello minimo, la condizione appena sufficiente per muoversi ed autodeterminarsi in questo mondo. Solo il 20% dei cittadini tra i 15 ed i 65 anni arrivano ad avere questa capacit, ritenuta minima per autodeterminarsi. Forse dovremmo riflettere.

Mariarosa, la maga del caff

Momento ufficiale in Comune

Visita guidata a Bergamo Alta

Scuola di dolci calabresi

Allestimento degli stand

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Perch se pensiamo che oggi possiamo risolvere tutto attraverso linformatica, che uno straordinario strumento, ma straordinariamente selettivo, non ci siamo! Quanti sono i cittadini, soprattutto anziani, che sono tagliati fuori completamente, cio molto pi esclusi di quando non avevamo questi strumenti, se il sistema si autoregola su questo?! Bisogna avere un approccio globale per una qualit dellinvecchiamento: pensiamo al fondo per la non autosufficienza... non significa fare una politica costosissima in favore degli anziani, ma fare una politica efficace di sostegno alle politiche familiari. Le famiglie che hanno persone non autosufficienti in casa sono devastate nella loro organizzazione, nella loro possibilit di determinarsi, nei loro investimenti per il futuro. Sono sole! Allora una politica per la famiglia, non una politica per gli anziani o sulla non autosufficienza. Le politiche per la previdenza non devono essere politiche che cercano di farci risparmiare tagliando sulle pensioni che ci sono, su quelle di coloro che stanno per andare in pensione, ma devono essere politiche di investimento sui giovani, per la sicurezza del loro futuro. Questo significa affrontare la questione dellinvecchiamento come questione globale, che riguarda soprattutto i giovani, non chi gi invecchiato! Se vogliamo queste questioni come sicurezza per il futuro, sono politiche dei giovani, non degli anziani! AUSER vuole essere questo: attraverso la sua esperienza e attraverso il coinvolgimento di tanto giovani -e questa platea ne una dimostrazione straordinaria!- il tentativo di superare i pregiudizi, soprattutto in persone che di pregiudizi dovrebbero averne di pi, perch lanziano penso sia pi stratificato, sia un po pi pigro nel cercare di cambiare, invece non cos e questa esperienza di Pedrengo con LAUSER di Paola e le realt di Fuscaldo ce ne d testimonianza. LAUSER vuole dimostrare che si pu rideterminare il proprio progetto di vita anche quando si usciti dal mondo del lavoro, che si pu partire per un viaggio di conoscenza, di scoperta, di curiosit; che il tempo liberato dal lavoro o dalle normali preoccupazioni quotidiane penso, ad esempio, alle donne che non hanno avuto lesperienza del lavoro, ma hanno dedicato la loro vita alla cura della casa e aleducazione dei figli non un tempo vuoto, ma pu divenire un tempo dedicato al riprogettare il proprio futuro. Questo AUSER, questo facciamo, questo vogliamo continuare a fare. Questo il messaggio pi bello che vogliamo lanciare alle generazioni che si incontrano!

Il coro giovanile di Pedrengo

Padre Nostro sullaltare

Gruppo Missionario di Presezzo

Trascrizione non rivista dallautrice

ASSOCIAZIONE AUSER la Catena della Solidariet c/o Centro Insieme, Via Giardini n6 24066 Pedrengo (BG) tel.035.661647 (presidente) cell.3498409430-392872874 Posta elettronica : auserpedrengo@tiscali.it Sito Internet: www.comune.pedrengo.bg/associazioni www.auser.it
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Le volontarie dellAUSER

Saluti alla partenza dei calabresi

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IL CUORE DI PAOLO
A me stato affidato larduo compito di raccontare quanto si vive in Calabria a livello di cooperazione sociale: viste la complessit del tema e lora, cercher di procedere in maniera soft proponendo un minimo di analisi e di far emergere quello che il vissuto della nostra realt calabrese, aldil di ogni pregiudizio. Esordirei dicendo che in Calabria la mafia non esiste. E chiaro che in Calabria la mafia non esiste: la mafia in Sicilia, mentre in Calabria c la ndrangheta. E mentre in Sicilia la criminalit organizzata si esprime attraverso episodi violenti, da noi queste dinamiche cruente si sono verificate solo di recente, con lomicidio dellOn.le Francesco Fortugno. Prima di questo fatto la ndrangheta era una realt ramificata che agiva su tutto il territorio dando vita a fatti di cronaca che non incidevano pi di tanto nella realt sociale. Esiste per qualcosa di pi radicato, sommerso rispetto al fenomeno mafioso: esiste una forma di potere che oggi domina e governa tutte quelle che sono le attivit economiche e sociali. Questo contesto rende difficile la creazione di cooperative sociali, con particolare riferimento alla cooperazione sociale sana, quella che decide di creare il bene comune, che decide di essere in un territorio una realt multistakeholder, cio una realt che possa essere centro di molti diversi interessi, che abbia la possibilit di dare risposte efficienti ed efficaci, dando vita a servizi che esprimano qualit ed in alcuni casi eccellenza, ad esempio nei processi di cura, nellinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, nel creare impresa in un territorio in cui c assenza di mercato. La Calabria reale, in parte, quella che abbiamo visto nel filmato del campo di lavoro dello scorso giugno a Fuscaldo, ed fatta di tante piccole persone che hanno deciso di dedicare la propria vita al servizio degli altri, al servizio della comunit, avendo uno scopo comune, che arriva a far s che il gruppo AUSER di Pedrengo venga in Calabria e si possano cos vivere questi momenti di scambio. Questo il quadro che voi avete ben presente, perch quello che viene descritto dai media. Io vorrei provare a parlarvi di unaltra Calabria: una Calabria che la settimana scorsa ha festeggiato la nascita di un consorzio regionale di cooperative sociali, che rappresenta circa 1300 operatori sociali che lavorano attivamente nel territorio della Locride, attraverso il Consorzio Sociale Goel, nella provincia di Cosenza, attraverso il Consorzio CS Meridia, nel catanzarese, attraverso il Consorzio Marenostrum: sono le tre realt consortili che, proprio la settimana scorsa, hanno costituito il Consorzio Regionale Calabria Welfare. Oltre a ci c anche un filone di altre realt territoriali che sono in fase di sviluppo, come le imprese nate nellambito del Progetto Policoro della Chiesa Italiana, la Fondazione S. Bruno, nata dallattenzione ai problemi della disoccupazione giovanile da parte della Conferenza Episcopale Calabra, e tutta una serie di associazioni di volontariato, culturali, di genitori di ragazzi disabili. Tutti insieme abbiamo deciso di dire basta a questa forma di gestione del bene pubblico e ci stiamo dando da fare affinch quello che avvenuto in passato non avvenga pi, affinch sia rimessa al centro della politica la famiglia, perch si possa ridare politica a questa regione. In che modo ridare politica alla Calabria? Il sogno che in parte abbiamo cominciato a concretizzare, ha visto alcune tappe importanti: la prima con un convegno su Etica e sviluppo in Calabria, celebrato a Roccella Jonica subito dopo lomicidio Fortugno, in cui tutte le realt sane calabresi urlano un NO, un NO silente un NO che non diventato oggetto di strumentalizzazione, come ad esempio i Ragazzi di Locri, che sono stati coinvolti e travolti da un movimento mediatico che, alla fine, li ha lasciati confusi. Questo genere di attenzione alla Calabria, ad oggi, non ha dato risultati! Ha fatto di pi lAUSER di Pedrengo per la Calabria, venendo direttamente, seguendo il progetto di sviluppo di una piccola cooperativa sociale, la Cooperativa IL SEGNO, una piccola realt che mi stata presentata allinterno della rete CGM (Consorzio Gino Mattarelli , ndr) un paio danni fa: quando ho incontrato sr. Tiziana, Giusy e le ragazze, ci che mi stup fu il vedere la loro voglia di cambiamento e scoprii che fra me e loro cera unempatia progettuale, unempatia di sogni. Entrambi eravamo innamorati della vita, ma della vita nel senso pi profondo. Entrambi avevamo fatto nostra quellANALISI di cui parlava Mons. Bregantini nel video, e fremevamo per creare quel MOVIMENTO che, dal basso, partendo dalla famiglia, potesse generare cambiamento, potesse generare un vissuto in cui anche gli altri arrivassero a dire:S, la mafia non esiste! Perch c una realt diversa, c una realt che la contrasta, che fatta di valori etici, che fatta di beni comuni!
Notizie AUSER dicembre 2006 - anno VI n2 Pag. 8

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Da l io diedi tutta la mia disponibilit a condividere le mie conoscenze e competenze per quello di cui potevano avere bisogno. Alla fine loro mi dissero:Grazie per tutto quello che fai per noi! Io rimasi stupito! Come!? Voi state lavorando nella mia terra! Venite dalla Lombardia, da altri luoghi! Sono io che devo ringraziare voi per quello che state facendo in questo momento! Voi state in un piccolo centro del Cosentino e state ridando speranza. Voi fate in modo che il mio dividermi (cio il principio fondamentale che la cooperazione sociale, specialmente per noi della rete CGM, mette in essere la condivisione della conoscenza: ognuno di noi pensa che dividendosi si moltiplica; quando uno aiuta laltro a crescere non fa altro che moltiplicare quelli che sono i suoi valori) mi faccia crescere; il vostro operare permette a me, e a tutto quello che io rappresento, di crescere. Grazie al vostro lavoro possiamo vedere spuntare una nuova piantina in un altro territorio; abbiamo la certezza di avere un lume acceso in una zona in cui altrimenti ci sarebbe il buio! Voi siete, nel vostro territorio, lesempio vivente e concreto che non si deve per forza essere schiavi del sistema, non si deve per forza essere al servizio di. Si pu essere liberi e si pu essere autonomi e si pu anche creare impresa! Oggi, a distanza di due anni o poco pi, loro sono tra le poche realt in Calabria, anche fra le realt profit, che, senza avere avuto finanziamenti, ma col sostegno e laiuto concreto di tanti amici, possono dire di avere due dipendenti e linserimento lavorativo di un soggetto svantaggiato. Sono cose importantissime in un territorio in cui non c lesaltazione della normalit. E su questo vorrei spendere due parole: i ragazzi della Locride, il giorno dopo lomicidio Fortugno hanno fatto quello che qualsiasi cittadino in qualsiasi posto del mondo avrebbe fatto: manifestare. Sono diventati qualcosa di fantasmagorico, il reality show per tre mesi. Ma il loro era un comportamento normale: erano dei cittadini che stavano esprimendo il loro diritto di cittadinanza. Questa dovrebbe essere la normalit! Questo ci che noi stiamo tentando di realizzare ogni giorno in Calabria e nei piccoli territori dove operiamo come cooperazione sociale. Non basta una cooperativa per cambiare le cose: c bisogno del volontariato, dellassociazionismo, della Conferenza Episcopaleper quanto riguarda il Progetto Policoro c bisogno di tutte le realt sane che ci sono allinterno di un territorio. Ecco allora la seconda tappa del nostro percorso: la costituzione, avvenuta lo scorso giugno, di Comunit Libere, una realt che raggruppa ad oggi circa 137 associazioni che, allatto di aderire, hanno dichiarato di non appartenere n alla massoneria, n alla massoneria deviata e hanno fatto proprio lo scopo di Comunit Libere: lottare contro ogni forma di malavita presente nel territorio calabrese. Terza tappa: riconoscere il bisogno di una spiritualit. Noi siamo convinti che nulla cresce se nessuno laiuta a crescere e, se vogliamo che le cose cambino, non basta solo luomo, c bisogno di altro. Allora, per quelli che credono, venuto fuori un movimento di preghiera e la cosa pi entusiasmante che, bench nei tre consorzi la maggior parte delle persone siano Cattoliche, nato un movimento di preghiera ecumenico, composto anche da Pentecostali, Valdesi, Protestanti: ci si riunisce insieme a pregare nello stesso luogo con lo stesso obiettivo, il cambiamento della Calabria. Tutto ci ha fatto s che il nascente consorzio Calabria Welfare fosse una realt forte che, in assenza di una politica, realizza 1300 posti di lavoro, un fatturato aggregato di 13 milioni di euro lanno, che ha in gestione le pi grandi strutture del territorio per quanto riguarda i processi di cura. La cosa pi bella non tanto quello che riusciamo a fare, ma come il territorio ci vede:Voi siete quelli che lavorano con onest!. Il territorio vede in noi quello che potrebbe essere la Calabria. In tutto questo ci che ci fa pi male il dover affermare che noi, pur essendo la normalit, in un territorio dove mancano la cultura e la politica per realizzare determinate cose, diventiamo leccezione. Concludendo vorrei ringraziarvi per la possibilit che mi stata data questa sera: ad essere onesto avevo preparato un intervento diverso. Poi, vista la vostra accoglienza mi sono reso conto che non doveva essere il Paolo imprenditore sociale a parlare, ma che era il cuore di Paolo che doveva venir fuori, cio luomo, la mia esperienza diretta, quello che vivo quotidianamente. Cos si sono strette relazioni non istituzionali, ma relazioni umane, che sono quelle che aiutano tutti noi a crescere e a condividere. La trascrizione non stata rivista dallautore
Paolo Ferraro presidente del Consorzio di Cooperative Sociali Mare Nostrum di Catanzaro, coordinatore del Polo Calabro di CGM (Consorzio Gino Mattarelli) e presidente del Consorzio Regionale Calabria Welfare.

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SpecialePonti di Solidariet

don Camillo, il cappellano degli emigranti


Nellarea mostre, allestita presso la biblioteca comunale, il ricordo di don Camillo Chiesa, sacerdote di Pedrengo, per alcuni anni cappellano degli emigranti in Belgio. Nel racconto della sorella Luigina i momenti in cui bergamaschi e calabresi hanno condiviso lavoro, fatiche, sogni e speranze.

Nei giorni 151617 settembre scorso lAUSER-Risorsanziani di Pedrengo, ha festeggiato il decennale della sua costituzione, con una manifestazione che ha chiamato Ponti di solidariet. In apertura, presso la Biblioteca Comunale una mostra di fotografie ha fatto il punto sui problemi dellemigrazione: le partenze, i viaggi, la sistemazione disagiata del paese ospitante, la vita di famiglia, nei gruppi, negli ambienti di lavoro. Noi italiani non dobbiamo dimenticare che molti nostri connazionali furono costretti a lasciare la casa, la famiglia ed emigrare in cerca di lavoro. Parliamo soprattutto del dopo guerra 194045. Trattando di emigrazione, i dirigenti dellAUSER mi hanno chiesto qualche ricordo di mio fratello Don Camillo che dal 1971 al 1984 stato in Belgio come cappellano dei minatori. Alla mostra infatti figuravano alcune lampade (due autentiche) usate dai minatori per farsi luce in miniera; poi delle grandi foto con i tralicci delle miniere; dei fabbricati per la lavorazione del carbone; le case dei minatori. Don Camillo era stato inviato in Belgio a seguito degli accordi tra la Chiesa di Bergamo e la Chiesa e le Autorit belghe per lassistenza spirituale, agli emigranti. Ho dei ricordi personali di quellambiente perch frequentemente facevo visita a Don Camillo. Ho avuto loccasione di scendere in miniera con un gruppo di visitatori, regolarmente autorizzati ed accompagnati dai tecnici. Con un ascensore ci siamo trovati a 1000 metri di profondit, nel pieno della miniera. Si sarebbe detto un grandioso stabilimento con macchinari, ma soprattutto travature e supporti che si intravedevano alla luce delle lampade. Gli uomini che lavoravano nei cunicoli si confondevano con le strutture tanta era la polvere che avvolgeva il tutto. Erano molteplici i problemi che queste persone dovevano affrontare: la lingua ad esempio che in quella parte del BelgioLimburgo- era il fiammingo. Un misto di tedesco, di inglese, di francese e magari di dialetti locali. E pensiamo anche alle donne che avevano seguito i mariti. Quante difficolt avranno avuto per sopperire ai bisogni di casa e della famiglia. Quasi tutti i minatori, proprio per le condizioni di lavoro, si ammalavano e parecchi morivano lasciando la famiglia con figli ancora piccoli. Don Camillo ed altri sacerdoti come lui , si trovano a
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dover seguire queste dolorose vicende; per queste famiglie era un vero conforto avere una persona che capiva la loro lingua e sapeva delle loro abitudini. Occorre anche dire che i nostri emigranti hanno saputo organizzarsi creando delle strutture,presso le Missioni Cattoliche, per incontri fra connazionali delle varie regioni. Erano tanti i gruppi: veneti, calabresi, siciliani, pugliesi, sardi, marchigiani ecc. che facevano capo ad un Comitato chiamato C.I.L. (Comitato Italiano Limburgo), con sede presso la Missione. Ho partecipato a vari momenti della manifestazione dellAUSER anche in rappresentanza del Circolo ACLI di Pedrengo, che era stato invitato, e mi piace qui ricordare che anche le ACLI, con il Sindacato, erano presenti in Belgio, aggregando, sensibilizzando e tutelando i lavoratori e sicuramente erano dei punti di riferimento. Don Camillo era solito dire che i primi fondatori dellUnione Europea sono stati gli emigranti che con il loro lavoro hanno creato uno scambio anche economico fra le nazioni. Dopo quanto detto fin qui sullemigrazione, mettiamoci nei panni degli extracomunitari che vengono qui da noi in cerca, non dico di benessere, ma di un lavoro perch nei loro paesi non possibile trovarlo. Si ripetono anche per loro i problemi dellemigrazione. Non guardiamoli con diffidenza ma siamo un po pi attenti ad accoglierli. Grazie allAUSER che non solo un aiuto per gli anziani e i loro problemi, ma ha saputo fare un salto di qualit trasferendo la solidariet anche presso le popolazioni meno fortunate delle nostre. E un sentito grazie a Giusy Brignoli che con la sua coraggiosa testimonianza ha portato il nome di Pedrengo fra le popolazioni del Sud.
Luigina Chiesa per il Circolo ACLI di Pedrengo

Emigranti italiani posano per una foto

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L EUROPA PREMIA IL FILO D ARGENTO AUSER IL TELEFONO AMICO DEGLI ANZIANI


Il 7 novembre il Parlamento Europeo a Bruxelles, ha conferito allAuser il premio internazionale Silver Rose - Solidar
Una Silver Rose, una "rosa dargento" per premiare il Filo dargento, il servizio di telefonia sociale dellAuser e la sua importante azione di sostegno, alla compagnia e aiuto portata in questi anni a milioni di anziani in tutta Italia. Marted 7 novembre a Bruxelles in occasione dei Silver Rose Awards 2006 stata premiata lAuser e in particolare il suo servizio di "telefono solidale" Filo dArgento, unico esempio in Italia di un servizio completamente gratuito a disposizione delle persone anziane, soprattutto di quelle che vivono in condizioni di solitudine e a rischio di emarginazione. Solidar unorganizzazione internazionale indipendente costituita da organizzazioni non governative attive nellambito dei servizi sociali e sindacali e della cooperazione internazionale, ogni anno assegna il Premio Silver Rose ad alcune persone o associazioni che si sono distinte nella lotta per la giustizia sociale. Le nomination provengono da tutto il mondo, spetta alla giuria Silver Rose Solidar stabilire i vincitori. Questanno i vincitori del Silver Rose sono: a livello internazionale il Presidente della Finlandia Tarja Halonen; lorganizzazione sudanese contro le torture SOAT , Sudan Organisation Against Torture , e lorganizzazione israeliana Kav La Oved che si occupa della difesa dei diritti dei lavoratori in Israele; per quanto riguarda invece il territorio europeo sono stati premiati il Filo
dArgento Auser come importante servizio contro lesclusione sociale degli anziani, la francese Denise Fuchs e la spagnola Sauquillo Prez Del Arco, entrambe

impegnate nella lotta per i diritti dei lavoratori e in particolare delle donne. "Questo riconoscimento a livello europeo ci riempie di orgoglio e soddisfazione dichiara Maria Guidotti presidente nazionale Auser da anni ci spendiamo perch gli anziani in Italia abbiano diritti e dignit, attraverso l'impegno di oltre 50.000 volontari di tutte le et la nostra "buona pratica" del Filo d'Argento diventato un modello da seguire". La premiazione stata tenuta nel corso di una cerimonia ufficiale presso il Parlamento Europeo, alla presenza di oltre 250 fra rappresentanti della societ civile, giornalisti, e parlamentari europei. Ha presentato lAuser e le ragioni che lhanno portata a questo importante riconoscimento internazionale leurodeputato Giovanni Berlinguer, eletto al Parlamento europeo nel 2004 nella Lista "Uniti nell'Ulivo", membro del Gruppo socialista al Parlamento europeo, della Commissione per la cultura e l'istruzione.

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LA SEDE E APERTA NEI GIORNI DI MARTEDI-MERCOLEDI-GIOVEDI DALLE ORE 15.00 ALLE ORE 17.30

c/o Centro Insieme Via Giardini 6 24066 Pedrengo


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