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NOTIZIE AUSER
Pubblicazione occasionale - ciclostilato in proprio dicembre 2006
Condivido e mi fido!
In questi dieci anni di attivit noi soci e volontari dellAUSER abbiamo fatto davvero tanta strada: partiti in un discreto gruppetto di amici appassionati alla vita del paese e convinti che la pensione non avrebbe segnato la fine della nostra vita sociale e specialmente del nostro impegno, siamo arrivati ad avere 140 iscritti e 40 volontari che, quotidianamente, si adoperano per alleviare le fatiche di chi soffre, andare incontro a chi vive il disagio della solitudine o della malattia, animare la vita degli anziani che hanno bisogno di compagnia, intessere relazioni significative con le giovani generazioni, gettare ponti di solidariet tra Nord e Sud del Paese. E proprio la solidariet tra Nord e Sud stato il tema che ha fatto da sfondo alle tre giornate di festa che abbiamo voluto celebrare cercando di coinvolgere tutti i cittadini pedrenghesi. Una festa costruita insieme ad altre tre realt amiche della Calabria: il Circolo AUSER di Paola, col quale siamo gemellati, lAssociazione di Volontariato Goel e la Cooperativa Sociale IL SEGNO di Fuscaldo, alle quali ci lega un profondo e sincero rapporti di amicizia. Una festa lunga tre giorni e ricca di tanti interessanti appuntamenti: mostre, dibattiti, momenti culturali, scambio di esperienze, condivisione di cultura, storia, usi, costumi e tradizioni. La presenza di tanta gente alle diverse iniziative proposte ha confermato che la nostra intuizione era buona e che nella nostra gente c ancora tanta voglia di crescere, di ascoltare, di conoscere e di saper apprezzare le cose belle. Attraverso le pagine di questo notiziario, preparato insieme ai nostri amici calabresi, vogliamo provare a condividere, anche con chi non potuto essere presente, quanto emerso nei momenti intensi di dibattito, nei momenti di serena allegria, nel racconto di storie passate e recenti: il senso della presenza dellAUSER in un paese, in un quartiere, cos come ci ha ricordato Maria Guidotti, la nostra presidente nazionale, che ci ha onorato della sua presenza; il senso della reciprocit e della solidariet tra Nord e Sud, cos come ce lhanno concretamente dimostrata Paolo Ferraro e i giovani di Scarcelli, spensierati e disponibili a darsi da fare in ogni momento; il senso di un passato comune, che ha visto settentrionali e meridionali scavare nelle miniere di carbone del Belgio, sognando un futuro migliore e combattendo insieme la nostalgia di casa, confortati dalla presenza di uomini come don Camillo Chiesa, cappellano degli emigranti italiani a Limburgo. Un ricordo commosso e grato che ci proietta con entusiasmo nel nostro servizio quotidiano verso pi fatica: a Nord come a Sud. A Pedrengo, a servizio di chi, nella comunit vive spesso il peso della solitudine; in Calabria a costruire percorsi di liberazione, specialmente tra i giovani che vivono in zone marginali. C chi pensa che la reciprocit sia regolata da un motto che suona pi o meno cos:io ti do, tu mi dai. Noi pensiamo che reciprocit sia:Io condivido e mi fido mi fido di te, delle tue capacit, della tua voglia di riscatto e sono certo che, un giorno, anche tu sarai capace di condividere e fidarti di altri, donando loro lopportunit di crescita che stata data a te. Questo vogliamo continuare a vivere: dieci anni sono tanti, ma c ancora tanto da fare. Il Direttivo AUSER
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Il Decennale dellAUSER di Pedrengo unoccasione importante per spiegare alla gente quello che facciamo. La riflessione sulla possibilit che nascesse una cosa come AUSER stata abbastanza lunga e complessa, soprattutto per la matrice culturale da cui proveniamo. Abbiamo deciso che la scelta di creare unassociazione di volontariato andava fatta e che questa era una scelta necessaria: lo slogan che ci guid fu lanziano come risorsa. La risoluzione adottata dal Parlamento Europeo sullinvecchiamento ritenuta avanzata: io lho criticata in alcune sue parti , specialmente in due passaggi, per me terribili: il primo dice:Gli anziani sono anche una risorsa e questo fa presumere che gli anziani prima di tutto sono un altra cosa, sono un peso. La seconda Gli anziani in buona salute non sono una minaccia economica. Allora questo vuol dire che gli anziani se non sono in buona salute sono una minaccia economica. Questo pone molte domande sulla dignit della persona, sulla centralit della persona. Quando nacque lAUSER era chiaro: a livello di ragionamento, di dibattito si era tutti daccordo sul fatto che lanziano una risorsa, ma questo doveva essere dimostrato concretamente. Per raggiungere questo obiettivo si decise di costituire unassociazione di anziani, dopo un lungo dibattito: di anziani o per anziani? C un contenuto profondo nelle due preposizioni! Si scelse di anziani perch protagonisti, soggetti attori delle diverse attivit. Si propose anche di anziani, per gli anziani, ma questo fu peggio, perch cera il rischio di creare una riserva di anziani che si occupano di se stessi e non della societ. Questa discussione, che ci ha impegnato per mesi, era giustificata dallo stato della situazione, dalla concezione vera e profonda che c anche in noi rispetto allanziano e questo sentire profondo venne fuori al momento della costituzione dellAUSER. Penso sia stata una delle scelte pi straordinarie che siano state fatte in questo senso e credo abbia significato molto anche nel senso dellinnovazione culturale, dellesperienza, non solo rispetto a quellobiettivo di dimostrare che gli anziani sono una risorsa, di dimostrarlo concretamente, di affermare la dignit della persona lungo tutto larco della vita, di chi in buona salute e di chi non lo . Le attivit che noi svolgiamo allinterno della nostra Associazione ci interrogano anche su cosa sia il volontariato: proprio oggi leggevo una distinzione profonda che c tra lelemosina e la carit. Noi tendiamo a pensarli come sinonimi, ma in realt la carit qualcosa di profondo, di radicale che porta alla condivisione, mentre lelemosina il gesto col quale diamo qualcosa ad una persona, ma che potrebbe essere fatto per metterci lanima in pace, correndo il rischio di allontanare, non di avvicinare. La carit invece condivisione di un processo, fare insieme quella strada che porta al superamento della condizione di fatica, di svantaggio. Io ero fra le persone che davano il significato di sinonimo a carit ed elemosina, come tanti credo: questa contaminazione di mondi, di culture credo sia interessante proprio se ci approcciamo ad essa senza pregiudizio, ma con lidea che c qualcosa
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da scoprire, da conoscere, che lesperienza nostra e lesperienza degli altri. Qual il contributo che portiamo come AUSER al dibattito e anche allesperienza del volontariato? C una persona, a me molto cara, lOn.le Ottavia Martini, che mi ha accompagnato in questa esperienza di introduzione al volontariato: un giorno ci sollecit a portare il valore profondo delle nostre radici nel dibattito allinterno del mondo del volontariato; radici che sono cos profonde e forti rispetto allidea dellaffermazione dei diritti delle persone e che devono valere anche nellidea di volontariato che noi sfoggiamo. Volontariato quindi come azione di coloro che si impegnano per affermare i diritti delle persone in tutto questo nostro pianeta, quindi la centralit della persona, la sua dignit e non come il gesto che si avvicina di pi allelemosina. Anche quella fu unesperienza forte per lAUSER, con lintervento di Maria Eletta, che ricordiamo in questo periodo in cui ha alcuni problemi di salute. Limpegno allora dare un contributo facendo valere le nostre radici laddove spesso tentiamo di nascondere queste radici. Come facciamo? Facendo tesoro delle esortazioni, dei consigli di tanti e delle nostre esperienze associative e personali, abbiamo stilato una Carta dei Valori dellAssociazione, in cui abbiamo elaborato la nostra esperienza, che ci ha portato a dire: noi vogliamo fare rete, vogliamo fare associazionismo in modo capillare, mettendo al centro le persone. AUSER non unassociazione di associazioni, ma unassociazione di persone: questa scelta, che pu sembrare burocratica, molto profonda, che dice il senso del nostro associarci e del nostro agire. Ogni iscritto deve sapere cosa lAssociazione, quali sono i suoi obiettivi, partecipare alla vita associativa. Ogni iscritto non una tessera, ma una persona che sceglie di stare in questa Associazione! Credo sia un primo passo per affermare quella coerenza sulla dignit ed i diritti delle persone di cui parlavamo. E poi noi vogliamo che dalla nostra esperienza, da ci che ci viene dallo stare tutti i giorni tra le persone, dallo stare quotidianamente a contatto con la gente, con le loro passioni, le loro aspirazioni, da tutto questo debba nascere un sapere; sapere che dobbiamo mettere a disposizione del MOVIMENTO, secondo laffermazione di Mons. Bregantini che abbiamo visto poco fa nel filmato. Non ci si pu limitare al fare esperienza, ma da questa deve nascere un pensiero che consente ad ognuno di noi, anziani per quel che ci riguarda, di essere cittadini, di poter esercitare questa funzione in maniera critica. Di poter avere gli strumenti per poter accedere ai servizi, che ci sono, ma che per molti restano inaccessibili. Questo vorremmo fare, questo il nostro modo di intendere il volontariato: attraverso questa esperienza, contribuire a formare dei cittadini veri, dei cittadini in forma compiuta. C una ricerca, fatta recentemente che dovrebbe farci riflettere, specialmente i nostri amministratori: si trattava di misurare il livello di competenza di cittadini italiani, cio quanto sono in grado i cittadini di usufruire delle opportunit, accedere ai servizi, ecc. Questa indagine stata fatta su persone in et compresa tra i 15 ed i 65 anni, stabilendo un livello da 1 a5, dove 3 indicava il livello minimo, la condizione appena sufficiente per muoversi ed autodeterminarsi in questo mondo. Solo il 20% dei cittadini tra i 15 ed i 65 anni arrivano ad avere questa capacit, ritenuta minima per autodeterminarsi. Forse dovremmo riflettere.
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ASSOCIAZIONE AUSER la Catena della Solidariet c/o Centro Insieme, Via Giardini n6 24066 Pedrengo (BG) tel.035.661647 (presidente) cell.3498409430-392872874 Posta elettronica : auserpedrengo@tiscali.it Sito Internet: www.comune.pedrengo.bg/associazioni www.auser.it
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Le volontarie dellAUSER
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IL CUORE DI PAOLO
A me stato affidato larduo compito di raccontare quanto si vive in Calabria a livello di cooperazione sociale: viste la complessit del tema e lora, cercher di procedere in maniera soft proponendo un minimo di analisi e di far emergere quello che il vissuto della nostra realt calabrese, aldil di ogni pregiudizio. Esordirei dicendo che in Calabria la mafia non esiste. E chiaro che in Calabria la mafia non esiste: la mafia in Sicilia, mentre in Calabria c la ndrangheta. E mentre in Sicilia la criminalit organizzata si esprime attraverso episodi violenti, da noi queste dinamiche cruente si sono verificate solo di recente, con lomicidio dellOn.le Francesco Fortugno. Prima di questo fatto la ndrangheta era una realt ramificata che agiva su tutto il territorio dando vita a fatti di cronaca che non incidevano pi di tanto nella realt sociale. Esiste per qualcosa di pi radicato, sommerso rispetto al fenomeno mafioso: esiste una forma di potere che oggi domina e governa tutte quelle che sono le attivit economiche e sociali. Questo contesto rende difficile la creazione di cooperative sociali, con particolare riferimento alla cooperazione sociale sana, quella che decide di creare il bene comune, che decide di essere in un territorio una realt multistakeholder, cio una realt che possa essere centro di molti diversi interessi, che abbia la possibilit di dare risposte efficienti ed efficaci, dando vita a servizi che esprimano qualit ed in alcuni casi eccellenza, ad esempio nei processi di cura, nellinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, nel creare impresa in un territorio in cui c assenza di mercato. La Calabria reale, in parte, quella che abbiamo visto nel filmato del campo di lavoro dello scorso giugno a Fuscaldo, ed fatta di tante piccole persone che hanno deciso di dedicare la propria vita al servizio degli altri, al servizio della comunit, avendo uno scopo comune, che arriva a far s che il gruppo AUSER di Pedrengo venga in Calabria e si possano cos vivere questi momenti di scambio. Questo il quadro che voi avete ben presente, perch quello che viene descritto dai media. Io vorrei provare a parlarvi di unaltra Calabria: una Calabria che la settimana scorsa ha festeggiato la nascita di un consorzio regionale di cooperative sociali, che rappresenta circa 1300 operatori sociali che lavorano attivamente nel territorio della Locride, attraverso il Consorzio Sociale Goel, nella provincia di Cosenza, attraverso il Consorzio CS Meridia, nel catanzarese, attraverso il Consorzio Marenostrum: sono le tre realt consortili che, proprio la settimana scorsa, hanno costituito il Consorzio Regionale Calabria Welfare. Oltre a ci c anche un filone di altre realt territoriali che sono in fase di sviluppo, come le imprese nate nellambito del Progetto Policoro della Chiesa Italiana, la Fondazione S. Bruno, nata dallattenzione ai problemi della disoccupazione giovanile da parte della Conferenza Episcopale Calabra, e tutta una serie di associazioni di volontariato, culturali, di genitori di ragazzi disabili. Tutti insieme abbiamo deciso di dire basta a questa forma di gestione del bene pubblico e ci stiamo dando da fare affinch quello che avvenuto in passato non avvenga pi, affinch sia rimessa al centro della politica la famiglia, perch si possa ridare politica a questa regione. In che modo ridare politica alla Calabria? Il sogno che in parte abbiamo cominciato a concretizzare, ha visto alcune tappe importanti: la prima con un convegno su Etica e sviluppo in Calabria, celebrato a Roccella Jonica subito dopo lomicidio Fortugno, in cui tutte le realt sane calabresi urlano un NO, un NO silente un NO che non diventato oggetto di strumentalizzazione, come ad esempio i Ragazzi di Locri, che sono stati coinvolti e travolti da un movimento mediatico che, alla fine, li ha lasciati confusi. Questo genere di attenzione alla Calabria, ad oggi, non ha dato risultati! Ha fatto di pi lAUSER di Pedrengo per la Calabria, venendo direttamente, seguendo il progetto di sviluppo di una piccola cooperativa sociale, la Cooperativa IL SEGNO, una piccola realt che mi stata presentata allinterno della rete CGM (Consorzio Gino Mattarelli , ndr) un paio danni fa: quando ho incontrato sr. Tiziana, Giusy e le ragazze, ci che mi stup fu il vedere la loro voglia di cambiamento e scoprii che fra me e loro cera unempatia progettuale, unempatia di sogni. Entrambi eravamo innamorati della vita, ma della vita nel senso pi profondo. Entrambi avevamo fatto nostra quellANALISI di cui parlava Mons. Bregantini nel video, e fremevamo per creare quel MOVIMENTO che, dal basso, partendo dalla famiglia, potesse generare cambiamento, potesse generare un vissuto in cui anche gli altri arrivassero a dire:S, la mafia non esiste! Perch c una realt diversa, c una realt che la contrasta, che fatta di valori etici, che fatta di beni comuni!
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Nei giorni 151617 settembre scorso lAUSER-Risorsanziani di Pedrengo, ha festeggiato il decennale della sua costituzione, con una manifestazione che ha chiamato Ponti di solidariet. In apertura, presso la Biblioteca Comunale una mostra di fotografie ha fatto il punto sui problemi dellemigrazione: le partenze, i viaggi, la sistemazione disagiata del paese ospitante, la vita di famiglia, nei gruppi, negli ambienti di lavoro. Noi italiani non dobbiamo dimenticare che molti nostri connazionali furono costretti a lasciare la casa, la famiglia ed emigrare in cerca di lavoro. Parliamo soprattutto del dopo guerra 194045. Trattando di emigrazione, i dirigenti dellAUSER mi hanno chiesto qualche ricordo di mio fratello Don Camillo che dal 1971 al 1984 stato in Belgio come cappellano dei minatori. Alla mostra infatti figuravano alcune lampade (due autentiche) usate dai minatori per farsi luce in miniera; poi delle grandi foto con i tralicci delle miniere; dei fabbricati per la lavorazione del carbone; le case dei minatori. Don Camillo era stato inviato in Belgio a seguito degli accordi tra la Chiesa di Bergamo e la Chiesa e le Autorit belghe per lassistenza spirituale, agli emigranti. Ho dei ricordi personali di quellambiente perch frequentemente facevo visita a Don Camillo. Ho avuto loccasione di scendere in miniera con un gruppo di visitatori, regolarmente autorizzati ed accompagnati dai tecnici. Con un ascensore ci siamo trovati a 1000 metri di profondit, nel pieno della miniera. Si sarebbe detto un grandioso stabilimento con macchinari, ma soprattutto travature e supporti che si intravedevano alla luce delle lampade. Gli uomini che lavoravano nei cunicoli si confondevano con le strutture tanta era la polvere che avvolgeva il tutto. Erano molteplici i problemi che queste persone dovevano affrontare: la lingua ad esempio che in quella parte del BelgioLimburgo- era il fiammingo. Un misto di tedesco, di inglese, di francese e magari di dialetti locali. E pensiamo anche alle donne che avevano seguito i mariti. Quante difficolt avranno avuto per sopperire ai bisogni di casa e della famiglia. Quasi tutti i minatori, proprio per le condizioni di lavoro, si ammalavano e parecchi morivano lasciando la famiglia con figli ancora piccoli. Don Camillo ed altri sacerdoti come lui , si trovano a
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dover seguire queste dolorose vicende; per queste famiglie era un vero conforto avere una persona che capiva la loro lingua e sapeva delle loro abitudini. Occorre anche dire che i nostri emigranti hanno saputo organizzarsi creando delle strutture,presso le Missioni Cattoliche, per incontri fra connazionali delle varie regioni. Erano tanti i gruppi: veneti, calabresi, siciliani, pugliesi, sardi, marchigiani ecc. che facevano capo ad un Comitato chiamato C.I.L. (Comitato Italiano Limburgo), con sede presso la Missione. Ho partecipato a vari momenti della manifestazione dellAUSER anche in rappresentanza del Circolo ACLI di Pedrengo, che era stato invitato, e mi piace qui ricordare che anche le ACLI, con il Sindacato, erano presenti in Belgio, aggregando, sensibilizzando e tutelando i lavoratori e sicuramente erano dei punti di riferimento. Don Camillo era solito dire che i primi fondatori dellUnione Europea sono stati gli emigranti che con il loro lavoro hanno creato uno scambio anche economico fra le nazioni. Dopo quanto detto fin qui sullemigrazione, mettiamoci nei panni degli extracomunitari che vengono qui da noi in cerca, non dico di benessere, ma di un lavoro perch nei loro paesi non possibile trovarlo. Si ripetono anche per loro i problemi dellemigrazione. Non guardiamoli con diffidenza ma siamo un po pi attenti ad accoglierli. Grazie allAUSER che non solo un aiuto per gli anziani e i loro problemi, ma ha saputo fare un salto di qualit trasferendo la solidariet anche presso le popolazioni meno fortunate delle nostre. E un sentito grazie a Giusy Brignoli che con la sua coraggiosa testimonianza ha portato il nome di Pedrengo fra le popolazioni del Sud.
Luigina Chiesa per il Circolo ACLI di Pedrengo
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impegnate nella lotta per i diritti dei lavoratori e in particolare delle donne. "Questo riconoscimento a livello europeo ci riempie di orgoglio e soddisfazione dichiara Maria Guidotti presidente nazionale Auser da anni ci spendiamo perch gli anziani in Italia abbiano diritti e dignit, attraverso l'impegno di oltre 50.000 volontari di tutte le et la nostra "buona pratica" del Filo d'Argento diventato un modello da seguire". La premiazione stata tenuta nel corso di una cerimonia ufficiale presso il Parlamento Europeo, alla presenza di oltre 250 fra rappresentanti della societ civile, giornalisti, e parlamentari europei. Ha presentato lAuser e le ragioni che lhanno portata a questo importante riconoscimento internazionale leurodeputato Giovanni Berlinguer, eletto al Parlamento europeo nel 2004 nella Lista "Uniti nell'Ulivo", membro del Gruppo socialista al Parlamento europeo, della Commissione per la cultura e l'istruzione.
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LA SEDE E APERTA NEI GIORNI DI MARTEDI-MERCOLEDI-GIOVEDI DALLE ORE 15.00 ALLE ORE 17.30