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Nella mia ricerca di un

modo per farvi


comprendere in cosa
consiste il percorso di
fiamma, credo di aver
trovato un buon modo
per spiegarvelo tramite
la divina commedia.

Quando ho sentito
parlare delle idee di
paradiso, purgatorio e
inferno, in ambito
religioso, con gli anni ho
maturato la convinzione
che più che dei luoghi
dove andremo alla fine
della nostra esistenza,
fossero delle condizioni
in cui possiamo trovarci,
degli stati d’animo.
Chi conosce la mia
storia persona sa che
per anni ho praticato e
approfondito la filosofia
buddista. I buddisti
sembrano condividere
un’idea simile a questa.

Tra l’altro non so se lo


sapete, ma nei testi
sacri il purgatorio non
esiste, è un’invenzione
di dante, che poi è
passata nell’immaginario
e nella cultura collettiva.

Mi ha colpito come
vivere questi stati
d’animo sia un’accurata
descrizione di quello che
succede in chi si trova a
vivere un percorso di
fiamma gemella.

Quando c’è il
riconoscimento con la
propria fiamma. Si viene
catapultati
improvvisamente in
paradiso.
Ci si sente a casa, stai
da dio, le vibrazioni
sono altissime, sei
sballato, provi una
felicità mai provata
prima, sentendo una
felicità immensa dentro
al cuore quando
interagisci con la tua
fiamma gemella.

Poi come ben sapete


l’energia è troppo alta
non riusciamo a reggerla
ed è come se qualcuno
ti avesse strappato la
favola dallo scenario.
Iniziano discussioni,
incomprensioni, la
mente si mette di
mezzo.
Il racconto della genesi,
quando parla di caduta
dal paradiso e peccato
originale, è la cronaca di
come si inserisce la
componente mentale
che interagisce nel
nostro rapporto con la
fiamma gemella,
facendoci cadere dal
paradiso.

Adamo era uno che si


divide in due e dal posto
bello dove si stava
benissimo scende nella
materia e soffre, avendo
una fronteparte assieme
a lui.

Quando parliamo di
caduta dal paradiso e
inferno, la divina
commedia è una mappa
straordinaria per poterlo
comprendere, dato che
parla in sostanza del
percorso per tornare al
paradiso.
Cos’è l’inferno? Inferno
è l’insieme di tutte le
sofferenze che viviamo
nel percorso con la
nostra fiamma gemella.
I dubbi, la dipendenza,
tutti i nostri traumi che
vengono fuori, che
dobbiamo rivivere uno
ad uno. Non ci viene
scampata quasi nessuno
se non nessuna delle 5
ferite di cui ho parlato in
precedenza in alcuni
video. Ci sentiamo
rifiutati, abbandonati,
umiliati, traditi e non
sentiamo che sia giusto
che la nostra fronteparte
non sia con noi e non
capisca cosa siamo.

Attualmente sulla terra


molte fiamme gemelle si
trovano e sono bloccate
ancora nell’inferno.
Nell’inferno sei
impotente, nell’inferno
c’è qualcuno più potente
di te che ti fa subire le
peggio cose. Sei la
vittima per eccelenza, e
ti senti torturato a
partire da dentro.

Solitamente chi è
bloccato all’inferno da la
colpa agli altri. Tu
rimani all’inferno finché
incolpi la tua fronteparte
di qualcosa, ad esempio
non rispondere alle tue
aspettative
soddisfacendole, di farti
del male, di farti
soffrire, di non voler
stare con te, di andare
con altri o altre o
allontanarsi da te senza
un reale motivo perché
ha paura e scappa.

Finchè dai la colpa alla


fiamma sei nell’inferno e
ci rimani. Perché?
Perché sostanzialmente
sei nella dualità pura,
Sei nella separazione.
Sarai separato dalla tua
fiamma e continuerai a
vivere cicli infiniti di
avvicinamento e
allontanamento, in cui la
tua fiamma gemella ti
vive come una porta
girevole (credete sia un
caso che all’inferno si
parli di gironi?) entrando
ed uscendo dalla tua
vita come gli gira il
vento, senza che tu
abbia fatto realmente
nulla contro di lei e
facendoti vivere
un’instabilità continua. A
causa di questo stai nel
dolore che l’altro ti
provoca, sei
completamente
nell’egoismo puro
perché senti e vivi solo il
dolore che l’altro ti
infligge, non fai nessun
passo reale per
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Il Purgatorio cos’è? E’
quella condizione in cui
entri nel percorso di
fiamma gemella, quando
smetti prima di tutto di
incolpare la tua fiamma
gemella. Comprendi che
è solo l’energia che la fa
comportare così e
l’energia per altro è la
tua. Sei tu che causi
questo. In quel
momento il salto di
coscienza lo hai quando
dici a te    stesso: non è
colpa tua, ma è
responsabilità mia.
Questo passaggio dalla
colpa alla responsabilità
personale perché stai
spingendo troppo, ti fa
comprendere che sei tu
che stai creando questa
dinamica. Nel purgatorio
infatti ci sta un tempo
indefinito, in cui si
dovrebbe in teoria
riflettere sui propri
sbagli commessi, sulla
propria condotta, in
sostanza si porta
l’attenzione e l’energia,
partendo dal fuori, la si
riporta dentro di sé. Si
inizia a comprendere
che non si deve più
accusare l’altro che non
è il nostro carnefice,
cos’ì come noi non
siamo la sua vittima.
E’ il momento nel
percorso in cui si sta
bilanciando l’energia. Si
riconoscono i traumi che
la fiamma ci ha fatto
rivivere, non la si accusa
per questo, ma ci si
rende conto che ci ha
mostrato quei traumi
che erano già dentro di
noi riportandoli alla luce.
Sta poi a noi il non
semplice compito di
integrare quei traumi
bilanciandoli, senza
scappare, sapendo che
ci potranno essere
milioni di ricadute e che
alla fin fine siamo nel
mezzo tra il l’inferno e il
paradiso, l’inferno è
ancora ad un passo da
noi e ci potranno essere
molte ricadute finché
non si bilancia l’energia
della polarità della paura
e si è nel mentale.
La fase di purgatorio
potrebbe essere
descritta in questa
poche righe che mi ha
scritto una cliente:
La paura di amare ed
essere amata a questo
livello. Paura di
perderlo.
Sempre più fiamme
gemelle iniziano ad
esplorare questa fase
purgatorio del loro
percorso. Il problema è
che rimangono bloccate
lì perché anziano a
comprendere che è la
loro energia la causa di
tutto e il non saperlo
gestire e l’aver spinto
troppo, ma ancora
permangono in loro
degli attaccamenti e dei
comportamenti e
pensieri, che li portano a
rimanere nell’illusione
della separazione. Una
dei classici segnali Diu
questo è quando mi
chiedono se quando fai
tutto il lavoro di
bilanciamento della tua
energia, per uscire dalle
paure e dall’ossessione
anche l’altro lo sente. La
loro mente non riesce
ad accettare che non c’è
nessun altro…

Paradiso, riconosci che


non c’è separazione tra
te e la fiamma, esplori
tua componente aiemica
e voli, è la condizione in
cui tu pensando ai
traumi/guai del passato,
lietamente indulgo, mi
divertono, farti sentire i
tuoi più grandi errori del
passato buffi come
quando portavi il diario
senza compiti alla
maestra di tedesco.

Esattamente alla fine del


purgatorio nel canto 27
prima di lasciarlo,   
Virgilio dice a dante:

per ch'io te sovra te


corono e mitrio. Per
poter arrivare al
paradiso, bisogna
superare se stessi,
bisogna innalzarsi, il
movimento ascensionale
che ci fa superare i
nostri traumi, il più
grande del quale è’
l’illusione della
separazione.

Paradiso canto 19.

L’aquila (la fenice) gli


dice:

Lume non è, se non vien


dal sereno
che non si turba mai;
anzi è tenèbra
od ombra de la carne o
suo veleno.       

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